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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Giugno 2011
BUZEK IN MEDIO ORIENTE: È ARRIVATA L´ORA DELLA PACE  
 
Strasburgo, 20 giugno 2011 - Avanzare nei negoziati di pace è più urgente che mai. Lo status quo non è più accettabile per nessuno. Questo il messaggio del presidente Buzek nel suo discorso alla Knesset durante la sua vista ufficiale in Medio Oriente e nei territori palestinesi. Il presidente del Parlamento ha incoraggiato entrambe le parti a tornare al tavolo dei negoziati, ricordando come la primavera araba abbia creato un nuovo contesto nella regione, che rende la pace ancora più necessaria. Lunedì 13 giugno Buzek, dopo aver visitato Gaza e Gerusalemme Est, ha commentato: "ho visto con i miei occhi la miseria causata dall´embargo a Gaza. E´ ora che finisca, non serve a nessuno". Martedì 14 il presidente ha incontrato il Primo Ministro dell´Autorità palestinese Salam Fayyad, il presidente Mahmoud Abbas e l´assemblea parlamentare. "Il vento di cambiamento che soffia nel mondo arabo è un´occasione da non perdere per il processo di pace", ha ribadito davanti ai membri del Consiglio legislativo. Mercoledì 15 è stata la giornata degli incontri con le autorità israeliane: il premier Benjamin Netanyahu, il presidente Shimon Peres, e poi la Knesset, davanti a cui ha pronunciato il suo discorso: "nessuno può più sopportare lo status quo. Per Israele vivere con la minaccia dei razzi Kassam è insostenibile, per non parlare dell´insicurezza di essere circondati da paesi ostili. Per i palestinesi, la primavera araba può far crescere la frustrazione contro l´occupazione ma anche contro la propria leadership divisa". "L´unica strada restano i negoziati diretti, per arrivare alla soluzione dei due Stati, per vivere fianco a fianco in pace, sicurezza e legittimità reciproca", ha concluso. Buzek ha infine visitato il memoriale dell´Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme. "Vogliamo, dobbiamo ricordare, e lo faremo per sempre", ha detto commosso.  
   
   
L’UFFICIO EUROPEO DI SOSTEGNO PER L’ASILO ORA PIENAMENTE OPERATIVO  
 
 Bruxelles, 20 giugno 2011 – Il 19 giugno la Commissaria europea per gli Affari interni, Cecilia Malmström, ha partecipato alla cerimonia inaugurale dell´Ufficio europeo di sostegno per l´asilo (Easo) alla Valletta, Malta. Il nuovo Ufficio ha iniziato alcune delle sue attività già nel novembre 2010 e a partire da domenica sarà del tutto operativo. L’easo è stato creato allo scopo di rafforzare la cooperazione pratica in materia di asilo e aiutare gli Stati membri a rispettare l´obbligo internazionale ed europeo di dare protezione a quanti possono averne bisogno. «È una grande soddisfazione per me inaugurare l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo. Nell’occuparsi di questioni pratiche e operative riguardanti l´asilo e la migrazione, l´Ufficio offre un valido supporto agli Stati membri facilitando la cooperazione pratica su tutti gli aspetti della valutazione delle domande di asilo e sull’accoglienza dei richiedenti asilo, e sarà anche di aiuto per gli Stati membri che si trovano a dover gestire improvvisi flussi di richiedenti asilo e per quelli il cui sistema di asilo deve essere semplicemente reso più equo ed efficiente. É uno strumento indispensabile per realizzare un sistema europeo comune di asilo più globale e protettivo. Le pratiche di accoglienza dei richiedenti asilo variano ancora considerevolmente da uno Stato membro all’altro e molto resta da fare per far convergere gli approcci. L’ufficio svolgerà un ruolo importante in tal senso», ha dichiarato Cecilia Malmström. La cerimonia inaugurale si terrà domenica 19 giugno agli Upper Barrakka Gardens della Valletta, alla presenza della Commissaria Malmström, del Primo ministro di Malta, Lawrence Gonzi, e del Ministro maltese della Giustizia e degli Affari interni, Carmelo Mifsud Bonnici. Parteciperanno alle celebrazioni anche rappresentanti delle presidenze ungherese e polacca del Consiglio, eurodeputati, ambasciatori degli Stati membri e il vice Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il consiglio di amministrazione dell’Ufficio si riunirà il 20 e 21 giugno 2011 e in quell’occasione il direttore esecutivo, Rob Visser, presenterà lo stato di attuazione del programma di lavoro per il 2011 e descriverà a grandi linee quello per il 2012. La Commissione europea fornisce già un sostegno vitale all’Ufficio, anche in termini di risorse umane, esperienza, ricerca del personale e supporto logistico, e continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere per garantire che l´Ufficio possa presto raggiungere la velocità di crociera. I vantaggi di un sostegno pratico - L’easo sostiene gli sforzi degli Stati membri nell’attuare una politica di asilo più coerente ed equa, ad esempio contribuendo a individuare le buone prassi, organizzando formazioni a livello europeo e migliorando l´accesso a informazioni affidabili sui paesi d’origine. L’ufficio presta anche un sostegno tecnico e operativo agli Stati membri sottoposti a "pressione particolare" (ossia che ricevono un numero ingente di domande di asilo in un determinato periodo), inviando squadre di esperti di asilo che possono contribuire ad alleviare parzialmente la pressione cui è soggetto il sistema di asilo del paese. Il lavoro è già iniziato e la procedura di assunzione del personale dell´Ufficio è ormai alla fase finale. L’agenzia ha già formato un pool di circa 350 esperti provenienti da tutti gli Stati membri dell’Unione europea e disponibili in casi di emergenza. Queste squadre prestano servizi di interpretazione, danno informazioni sui paesi d’origine e forniscono il know-how per la gestione dei casi di asilo. Il 1° aprile 2011 è stato firmato in Grecia un piano operativo per l’invio di squadre europee di sostegno per l’asilo, al fine di aiutare le autorità greche a istituire un sistema di asilo e accoglienza moderno ed efficiente. La prima squadra è stata inviata nel maggio 2011. Diversi Stati membri (Austria, Belgio, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Germania, Ungheria, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Svezia e Regno Unito) hanno offerto i propri esperti. Contesto - Il 18 febbraio 2009 la Commissione ha proposto di creare l’Easo (Ip/09/275) presentando per l´appunto una proposta di regolamento istitutivo dell’Ufficio europeo di sostegno per l’Asilo (Regolamento (Ue) n. 439/2010) a cui dovevano accompagnarsi delle modifiche al Fondo europeo per i rifugiati (Fer). Durante il primo semestre del 2010 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno formalmente approvato la creazione di un Ufficio europeo di sostegno per l´asilo (Easo) e gli Stati membri hanno deciso di stabilirne la sede alla Valletta, Malta.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL COMMISSARIO EUROPEO REHN SULLA GRECIA  
 
 Bruxelles, 20 giugno 2011 – Il 16 giugno il Commissario europeo responsabile per gli Affari economici e monetari ha fatto una dichiarazione sulla situazione in Grecia. Il testo è disponibile sulla banca dati dei comunicati della Commissione Rapid. Confido nel fatto che domenica prossima l´Eurogruppo prenda una decisone riguardo all´erogazione della quinta quota di prestiti alla Grecia per l´inizio di luglio. Inoltre sono convinto che riusciremo a portare a termine la revisione in corso, in accordo con il Fmi. Nel medesimo contesto domenica-lunedì l´Eurogruppo discuterà dei contenuti e delle condizioni di un programma per la Grecia che sostituisca quello attuale, nonché del tipo di coinvolgimento del settore privato nello stesso, con l´obiettivo di giungere a una decisione durante la prossima riunione del l´Eurogruppo, in programma l´11 luglio. Così facendo riusciremo a scongiurare l´eventualità dell´inadempienza e a preparare il terreno per un accordo sulla strategia a medio termine. Non è stato facile, ma sono fermamente convinto che grazie a questo approccio in due fasi, in accordo con il Fmi, eviteremo il peggio. Ciò significa che il finanziamento del debito sovrano greco può essere garantito fino a settembre, in attesa che a luglio vengano prese le decisioni a medio termine per il periodo successivo a settembre. Rivolgo un appello a tutti i responsabili politici nell´Ue, e in particolare ai Ministri delle finanze dell´area euro, perché domenica superino le residue differenze e con senso di responsabilità giungano a un accordo in questa fase particolarmente critica. Naturalmente una grande quota di responsabilità ricade sulle spalle delle autorità greche e di tutti i leader greci. Ci attendiamo che entro la fine di giugno il Parlamento greco esprima il proprio sostegno al programma di riforme economiche concordato. Il fatto che ieri siano falliti gli sforzi profusi per arrivare all´unità nazionale è spiacevole. Spetta ora a tutte le forze politiche fare il possibile per evitare che si giunga all´inadempienza, che per la Grecia sarebbe un´autentica catastrofe. I prossimi giorni saranno decisivi per la stabilità finanziaria e la ripresa economica in Grecia e in Europa. Sono convinto che tutti i leader in Grecia e in Europa, consci della propria responsabilità, agiranno di conseguenza.  
   
   
BANCA CENTRALE EUROPEA, MARIO DRAGHI VERSO LA NOMINA  
 
Strasburgo, 20 giugno 2011 - Ha convinto i membri della commissione economica, il governatore Mario Draghi, ieri al Parlamento per l´audizione come futuro presidente della Bce. 33 deputati su 39 hanno votato a favore della sua candidatura. Mentre le competenze tecniche dell´italiano sono state ampiamente elogiate, però, alcuni parlamentari hanno sollevato dubbi sui suoi precedenti incarichi presso la banca di investimento americana Goldman Sachs e per la possibile, conseguente perdita d´indipendenza della Bce. I rappresentanti delle banche centrali devono pesare bene le proprie parole perché, specie in tempi di crisi, un´ affermazione avventata potrebbe spostare il mercato globale. Ne è ben consapevole Mario Draghi, già alla testa della Banca centrale d´Italia, che ha dimostrato di avere le idee molto chiare quando è comparso davanti all´influente commissione economica e monetaria del Parlamento europeo. E non ha lasciato dubbi sui suoi progetti. Grecia: si può fare! Alla domanda sull´inevitabile o addirittura da alcuni caldeggiato fallimento dello Stato greco, Draghi ha risposto con la lezione appresa dalla crisi italiana dei primi anni ´90: "L´italia era in condizioni peggiori di quelle in cui sono oggi Grecia o Portogallo. Ma [...] abbiamo stabilito un programma di riforme e siamo riusciti a portarlo a termine. Dobbiamo avere fiducia nel fatto che lo stesso sia possibile in Grecia" ha dichiarato. "Quel che è peggio" ha continuato "è che un default avrebbe potuto avere esiti disastrosi... Non abbiamo ancora imparato a gestire un fallimento sovrano" ha ammesso "ma possiamo presumere che i costi sarebbero superiori ai benefici". Riformare la governance economica - Evitare il default comunque è più un compito politico che economico; le misure d´emergenza della Banca centrale europea erano solo temporanee. Ed è adesso che c`è bisogno di più governance economica europea, come chiesto dal Parlamento. "La crisi del debito pubblico è un vero banco di prova per la volontà politica europea di fare tutto il necessario per integrare le politiche finanziarie e di bilancio" ha dichiarato Draghi. "Invece di chiedere un Ministro delle finanze europeo o gli Eurobonds, ci si dovrebbe concentrare sul rafforzamento della vigilanza" ha continuato. In linea con vari rapporti parlamentari, il candidato alla presidenza della Bce ha sostenuto che indebolire il Patto di stabilità e crescita 5 anni fa sia stato un errore e che sanzioni automatiche sarebbero state necessarie. Ha sottolineato, poi, la necessità per i politici di guardare oltre la disciplina di bilancio, a campi come la competitività, ottenuta attraverso riforme strutturali, che non erano ancora parte delle norme vincolanti Ue. "Penso che ciò sia più realistico di un salto qualitativo verso nuove istituzioni" ha detto. Lotta contro l´inflazione e alcune critiche - Se eletto, sotto la sua guida la lotta all´inflazione continuerà a essere il primo compito della Banca centrale. "Nemmeno la crisi del debito sovrano potrà mai deviare l´attenzione dall´obiettivo della stabilità dei prezzi" ha affermato con sicurezza. Un passato a Goldman e Sachs - Alcuni eurodeputati hanno criticato il lavoro alla Goldmann Sachs e chiesto se quest´esperienza potrebbe minare il suo potenziale ruolo di guida indipendente della zona euro. Draghi si è difeso dicendo di non aver mai lavorato con i governi e sottolineando di essere stato uno dei primi a mettere in guardia dai grandi rischi insiti nei mercati bancari e immobiliari. "Mario Draghi ha animato la discussione in maniera molto competente e interessante durante l´audizione, ottenendo il largo appoggio della commissione. Sono molto lieta di sostenere la sua candidatura con una raccomandazione positiva nella plenaria della prossima settimana, e molto ansiosa di lavorare con lui" ha commentato la presidente di commissione, l´inglese e liberale Sharon Bowles, al termine del voto.  
   
   
EUROREGIONE: A CATANIA LAVORI ASSEMBLEA REGIONI MEDITERRANEO FERMARE GUERRA NEL MEDITERRANEO  
 
 Catania, 20 2011 - L´intervento di saluto del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha dato il via – il 17 giugno, a Catania - ai lavori della venticinquesima assemblea generale dei presidenti delle regioni del Mediterraneo aderenti alla Crpm - la conferenza delle regioni periferiche e marittime - la piu´ grande organizzazione di enti territoriali d´Europa. A Catania sono arrivati quarantaquattro rappresentanti delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo: europee, africane e mediorientali. Al termine della mattinata - Raffaele Lombardo è stato eletto per acclamazione alla presidenza della Commissione Intermediterranea della Crpm, la Conferenza delle regioni periferiche e marittime d´Europa per i prossimi due anni. Il presidente Raffaele Lombardo, nel suo indirizzo introduttivo, ha ricordato il ruolo della Sicilia per la costruzione di solide relazioni tra i popoli, nei 65 anni della sua autonomia amministrativa e nei 55 di impegno europeista: i trattati di Roma - ha ricordato il Presidente della Regione - furono preceduti da una fitta serie di incontri a Messina e Taormina. "Don Luigi Sturzo fu tra i primi a spiegare - ha detto Lombardo - che pace e sviluppo trovano origine dall´ascolto delle istanze del territorio, dal rispetto per lo spirito e la cultura dei popoli, dall´attenzione per le esigenze della gente." "In questi ultimi anni La Sicilia ha lavorato alla costruzione di uno sviluppo condiviso tra tutti i popoli uniti dal Mediterraneo. Appena qualche settimana fa, con il conferimento del premio Al Idrissi, abbiamo segnalato alla pubblica opinione l´esigenza di rafforzare il dialogo tra le culture del Mediterraneo." "E da Palermo e´ partita l´idea di un vero e proprio osservatorio per lo sviluppo del Mediterraneo che, a Lampedusa - porta estrema dell´Europa - lavori all´analisi dei fenomeni migratori, per identificare e orientare con un metodo veramente "bottom up" le iniziative di cooperazione internazionale." La richiesta di bloccare la guerra nel Mediterraneo e´ il primo atto "politico" di Raffalele Lombardo dopo il suo insediamento alla presidenza della commissione intermediterranea della Crpm. La proposta di Lombardo e´ stata sottoscritta dai rappresentanti delle 44 regioni che hanno partecipato a Catania alle venticinquesima assemblea generale e fara´ parte del documento politico finale. Il documento testualmente recita: "L´assemblea della Commissione Intermediterranea della Crpm, riunita a Catania il 17 giugno 2011, preso atto che l´approccio dell´Europa rispetto alla "questione mediterranea", mantenuto per decenni solo ai livelli intergovernativi e bilaterali, con il sostegno a regimi talvolta liberticidi e corrotti, ha prodotto una situazione alla quale la peggiore delle soluzioni e´ la guerra; considerato che cosi´ non si ricostruisce, ne´ la fiducia, ne´ lo sviluppo, presupposti entrambi indispensabili per ristabilire rapporti di convivenza pacifica, di strategie condivise e di cooperazione diffusa, profonda e duratura; individuati negli enormi volumi di ricchezza dispersi per le azioni belliche i mezzi per avviare, in alternativa, un efficace processo di sviluppo, valorizzando in loco le risorse, soprattutto umane, oggi sotto utilizzate e costrette a cercare la via, spesso drammatica dell´emigrazione; chiede che l´Ue solleciti l´Onu ad intervenire con propri osservatori e a promuovere una progressiva transizione verso la democrazia e al tempo stesso l´interruzione immediata delle azioni belliche, e, soprattutto agli stati europei e alle istituzione dell´Ue, di destinare attenzioni e risorse finanziarie adeguate alla gravita´ e all´urgenza dei problemi posti dalle condizioni in cui versano i Paesi della sponda sud ove oltre 200 milioni di abitanti sopravvivono in condizioni di vita da sei a quindici volte inferiori a quelle delle regioni europee. Cio´ significa alimentare finanziariamente un piano straordinario di sviluppo condiviso della macroarea con somme almeno triple, rispetto a quelle fin qui indirizzate alla cooperazione territoriale ed alla politica di prossimita´ anche per premiare gli sforzi progettuali profusi dalle migliaia di partner dei progetti dichiarati idonei nei programmi mediterranei ma non finanziati per l´insufficienza delle somme disponibili. Auspicano, infine, il pieno coinvolgimento delle Regioni e dei soggetti locali con risorse all´uopo destinate, alla progettazione ed all´attuazione dei processi di crescita dell´Area Mediterranea". Michel Vauzelle, presidente della Regione Costa azzurra, al momento di lasciare a Raffaele Lombardo la carica di presidente della commissione intermediterranea della Crpm, e´ intervenuto - a Catania - per sottolineare la necessita´, per i paesi europei, di aumentare la consapevolezza della loro dimensione mediterranea. "Non ci sara´ avvenire per l´Europa - ha detto - senza il Mediterraneo. C´e´ una comunita´ di destino. L´europa senza il Mediterraneo e´ condannata al declino in un contesto mondiale in cui stanno emergendo nuovi poli di interesse. Il mediterraneo non e´ il confine d´Europa, ma il suo orizzonte. Gli avvenimenti e le rivoluzioni in corso lo confermano senza alcun dubbio". "Fin dal 2008 - ha affermato Vauzelle - la commissione intermediterranea ha stilato un rapporto per il varo di un nuovo partenariato euromediterraneo. E oggi proponiamo di mettere a punto una nuova politica di convergenza nel Mediterraneo, che vada oltre la politica detta di vicinato". "La dichiarazione finale dell´assemblea - ha concluso - dovra´ contenere un ferma condanna della repressione ingaggiata dal governo siriano contro il suo stesso popolo. Dobbiamo chiedere alla Commissione di prendere iniziative in aiuto dei profughi che dalla Siria si rifugiano in Libano e in Turchia, e che dalla Libia arrivano in Tunisia". "Dobbiamo considerare che la migrazione umanitaria provocata dalla violenza, necessita della solidarieta´ dell´Unione Europea nel suo insieme. Non e´ piu´ ammissibile che questa domanda di soccorso si scontri con una Europa ferma, con una assenza di solidarieta´ tra gli stessi Paesi europei, che sono arrivati a rialzare frontiere e divisioni. I Tunisini hanno accolto con generosita´ e responsabilita´, oltre 40 mila rifugiati libici: e´ la nuova lezione che ci da la rivoluzione tunisina".  
   
   
MACROREGIONI, SPAZIO ALPINO: RICCHEZZA COMUNE DA TUTELARE  
 
Milano, 20 giugno 2011 - ´Le Alpi dividono gli Stati, ma uniscono le popolazioni che stanno al di là e al di qua dei confini. Per questo noi, come Regione Lombardia, guardiamo con molto interesse agli accordi macroregionali per l´arco alpino. Le scelte riguardanti il territorio devono essere con questo condivise e non possono essere imposte´. Ha esordito così l´assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Daniele Belotti, intervenendo giovedì 16 giugno, all´Alpine Space Programme Midterm Conference a Grenoble, ricordando che la Convenzione Alpina è stata ´imposta alle popolazioni alpine dall´alto´. ´La cooperazione transazionale per aree territoriali ben definite - ha proseguito l´assessore - può essere efficace e funzionare solo se c´è potere sul territorio, se c´è un federalismo convinto e se le Regioni hanno il potere di decidere. E´ evidente che, tra Regioni confinanti, con caratteristiche, problematiche e, in molti casi, identità culturali simili c´è maggiore sintonia ed è molto più facile puntare a definire progetti di cooperazione ´locale´ (dove per ´locale´ intendiamo tutto l´arco alpino)´. ´Pensiamo che, attraverso queste iniziative, possa e debba esserci una crescita culturale comune ancor prima che politica - ha osservato l´assessore - . È evidente che Regioni confinanti, che condividono corsi d´acqua e montagne, debbano attuare, per esempio, politiche coordinate in tema ambientale. Non è pensabile infatti che, quanto alla difesa del suolo, per i fiumi che hanno un percorso interregionale o sovranazionale si possano attuare politiche di regimazione di controllo delle acque solo guardando ai confini amministrativi, senza fare un ragionamento geografico più che politico e amministrativo´. ´Anche a livello culturale - ha sottolineato Belotti -, è importante fare dei ragionamenti e delle politiche condivise. Per esempio, l´azione di tutela delle aree montane, soprattutto per quanto riguarda il risparmio di suolo, dobbiamo portarla avanti tutti insieme´. Nell´arco alpino ci sono realtà che, da questo punto di vista, sono un esempio per tutti. ´Penso - ha detto l´assessore lombardo - all´esperienza, ormai trentennale, della provincia di Bolzano, che ha fermato l´espansione delle seconde case, investendo nelle strutture ricettive e raggiungendo un livello di turismo di primissimo piano nel mondo. In molte altre realtà si è puntato purtroppo sulle seconde case con evidenti scempi ambientali. Oggi, che le abitudini sono cambiate e non si fanno più vacanze fiume come una volta, ci ritroviamo con interi paesi o vallate per lo più deserti. Se riusciamo a portare avanti un´azione culturale univoca, i nostri sindaci e le nostre amministrazioni non percepiranno più determinate politiche come un´imposizione dall´alto, ma come una scelta condivisa. Questo è possibile solo con una crescita culturale e una sensibilità finalizzate a gestire meglio il loro territorio´. ´Non dimentichiamo che tutte le amministrazioni hanno problemi di risorse - ha ribadito Belotti -: meglio pensare a pochi progetti ma concreti e, soprattutto, ad un´azione culturale congiunta, per tutelare nel modo migliore il territorio, che metta da parte le antiche rivalità tra valli e Regioni e punti ad accordi sovra regionali vantaggiosi anche sotto il profilo turistico. ´Altro aspetto fondamentale che questo progetto deve considerare - ha concluso Belotti - è quello riguardante l´immenso patrimonio di identità culturale delle zone montane, che deve essere assolutamente preservato. Puntiamo dunque su progetti concreti, partendo da basi culturali comuni e condivise, che possano contribuire a tutelare e valorizzare tutto il nostro territorio.  
   
   
PRESIDENTE CAPPELLACCI ELETTO NELL´UFFICIO POLITICO DELLA COMMISSIONE INTERMEDITERRANEA  
 
Cagliari, 20 Giugno 2011 - Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, è stato eletto insieme ai rappresentanti di altre cinque regioni nell’ufficio politico della Commissione Intermediterranea (Cim), nell’ambito dei lavori della venticinquesima assemblea della commissione. L´organismo è composto da circa cinquanta Regioni, in rappresentanza di 10 Paesi (Italia, Cipro, Francia, Grecia, Libano, Malta, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia). Costituita nel 1990 per esprimere sul piano europeo gli interessi delle regioni che si affacciano sul mare Mediterraneo, la Cim, che fa parte integrante della Conferenza delle Regioni Periferiche e Marittime dell’Unione Europea (circa 160 Regioni, in rappresentanza di 28 paesi), ha allargato nel tempo la propria sfera d’azione all’insieme delle problematiche delle Regioni che si affacciano sul mediterraneo. Tale processo ha avuto una particolare accelerazione dopo la firma della dichiarazione di Barcellona del 1995. L´organismo promuove a livello europeo le tematiche che riguardano lo sviluppo regionale, gli affari marittimi, l’agricoltura, i trasporti e altri temi rispetto ai quali si è ravvisata la necessità di una maggiore attenzione alle specificità di questa particolare area. La Commissione persegue, altresì, un maggiore equilibrio nelle politiche di sviluppo e l’avvio di progetti strategici “pilota” sulle tematiche a forte impatto territoriale. “In un’area dalle mille specialità - ha dichiarato il presidente Cappellacci-, in cui si incrociano i destini, le aspirazioni le culture e le tradizioni di tanti popoli diversi occorre un’attenzione e un’azione positiva da parte dell’Unione Europea: un approccio nuovo, finalizzato alla costruzione di uno sviluppo che sia una risposta alle forti tensioni politiche e sociali e allo stesso tempo strumento di pace e di cooperazione tra i popoli”. “Sono tutti temi - ha sottolineato - rispetto ai quali non solo la Sardegna ha una spiccata e naturale sensibilità, ma ha anche la volontà di recitare un ruolo da protagonista".  
   
   
LE NUOVE PROSPETTIVE DELL´EUREGIO IN UN CONVEGNO ALL´EURAC DI BOLZANO  
 
Bolzano, 20 giugno 2011 - “Teoria e prassi del Gruppo europeo di cooperazione territoriale (Gect). Il caso dell’Euregio Tirolo-alto Adige-trentino”. Se ne è parlato nell’ambito del convegno organizzato il 15 giugno presso l’Accademia Europea di Bolzano dall’Ufficio comune dell’Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino in collaborazione con l’Eurac, e le Università di Trento e di Innsbruck. Il Gruppo europeo di cooperazione territoriale-Gect, costituito lunedì a castel Thun con la firma apposta allo statuto dai presidenti di Trentino, Alto Adige-sudtirol e Tirolo Lorenzo Dellai, Luis Durnwalder e Ghunter Platter, rappresenta il quadro istituzionale dell’Euregio tirolese ed altresì l’ambito operativo nel quale potranno essere realizzati progetti di interesse comune per rafforzare la cooperazione fra territori a livello transfrontaliero, transnazionale e interregionale. I nuovi compiti, i nuovi ambiti d´azione e le prospettive del Gect sono stati oggetto del convegno “Teoria e prassi del Gruppo europeo di cooperazione territoriale" tenutosi all´Eurac di Bolzano e organizzato in collaborazione con Ufficio comune dell’Euregio Tirolo–alto Adige–trentino e le Università di Trento e di Innsbruck. Come hanno riferito Birgit Oberkofler, Elena Alberti e Matthias Fink che insieme conducono l’Ufficio dell’Euregio, la sfida, che costituisce anche un plusvalore, è quella di gestire problematiche transfrontaliere quali ad esempio il traffico, l’energia, l’ambiente, la salute, la migrazione, la mobilità lavorativa e molto altro. A ridosso della costituzione ufficiale del Gect, i relatori hanno dunque presentato e discusso le basi teoriche ed i fondamenti del diritto europeo in materia. Come ha sottolineato Anna Gamper dell’Università di Innsbruck, la cooperazione transfrontaliera, oltre agli ovvi vantaggi pratici che apporterà ai tre territori, ha dei risolti anche scientifici. Sarà interessante vedere infatti come lo sguardo "oltre il confine" possa contribuire ad incrementare la creatività nella ricerca di soluzioni. Secondo Jens Woelk dell’Università di Trento sono oggi più che mai necessarie necessarie zone "di contatto" che svolgano, specie nel panorama europeo, una funzione di "cerniera" fra gli stati. Walter Obwexer dell’Università di Innsbruck ha indicato le opportunità ed i limiti nell´ordinamento giuridico europeo per la cooperazione territoriale nell’Euregio. Le problematiche giuridiche nell’attuazione pratica del Gect sono state illustrate nella seconda parte del convegno da Andreas Greiter, vicedirettore del Dipartimento Alto Adige, Euregio e Rapporti internazionali del Governo del Tirolo e da Maria Greco, responsabile della Direzione riforme istituzionali e processi di delega della Regione Veneto.  
   
   
COMITATO DI SORVEGLIANZA FONDO SOCIALE EUROPEO 2007/2013 - LE MARCHE AL DI SOPRA DELLA MEDIA ITALIANA DI 6,7 PUNTI PERCENTUALI PER IMPEGNO DI FONDI DESTINATI A FORMAZIONE E OCCUPAZIONE .  
 
Ancona, 20 giugno 2011 - Oltre 45.000 beneficiari di fondi, 37.200 progetti gia` avviati, 84 milioni di euro destinati al programma anticrisi, 105 milioni impegnati al dicembre 2010 saliti a 124 al 31 maggio di quest´anno, 242.000 destinatari iscritti ai Centri per l´Impiego fruitori dei servizi previsti dalla normativa contro la disoccupazione. Sono questi alcuni dei numeri emersi dall´analisi d´avanzamento del Fse 2007-2013 che posizionano la Marche oltre la media delle regioni del centro nord, ben 6,7 punti percentuali al di sopra della media italiana per impegno di fondi destinati alla formazione e all´occupazione. L´annuale verifica e approvazione del Rae da parte del Comitato di Sorveglianza del Por Fse Marche 2007-13, si e` aperta con il saluto dell´assessore regionale Marco Luchetti. All´incontro, ospitato all´hotel Federico Ii di Jesi, hanno partecipato le strutture regionali che rientrano nell´Autorita` di gestione, la Commissione Europea, i ministeri del Lavoro, dello Sviluppo Economico e delle Pari Opportunita` e le Province. In periodi caratterizzati da una forte crisi economica, la gestione e il buon utilizzo dei fondi europei diventa ancora piu` importante. Gli attori coinvolti hanno valutato i risultati raggiunti e le criticita` in un quadro variabile di normative a livello europeo, nazionale e regionale. Si e` partiti da queste variazioni di contesto, con l´illustrazione di alcune linee guida ed obiettivi da aggiornare a diversi livelli, come ad esempio quello del tasso di occupazione al 75% paritetico per uomini e donne previsto dall´Europa. In campo nazionale la riforma scolastica individua la necessita` di integrazione Stato Regioni, la collaborazione con le Universita` e con le categorie produttive, il rilancio dell´apprendistato in sinergia con le aziende. A livello regionale, nuove linee guida per il coordinamento degli organismi intermedi Por-fsr. Anche il contesto socio-economico legato all´occupazione ha subito variazioni connesse alla gravita` della crisi. Le ore di cassa integrazione passano da 23 milioni del 2009 a 37 milioni del 2010, la percentuale degli occupati dal 2007 al 2010 segna un ´ 1,2% mentre la disoccupazione giovanile si attesta al 15%. Dati certo meno drammatici che in altre regioni, ma comunque pesanti per i nostri parametri. L´impegno finanziario messo in campo dalla Regione per contrastare la crisi e` stato di 105 milioni di euro e sono stati attivati 8200 interventi ricadenti tra le azioni formative, i tirocini e gli interventi di stabilizzazione dei lavoratori atipici. Tra le azioni soggette a valutazione vanno iscritte anche quelle di comunicazione e informazione dirette ai beneficiari di riferimento giudicate adeguate dalla commissione. Buone e senza riserve le conclusioni dell´Autorita` di Audit sull´affidabilita` di sistema cosi` come il giudizio dei valutatori esterni relativo all´attuazione del programma, secondo i quali il sistema organizzativo dimostra di aderire, con capacita` ed efficienza, alle istanze e alla domanda del territorio. Ottimo il giudizio sulle attivita` formative verificate con apposite interviste ai beneficiari. Questi hanno risposto positivamente e decisamente apprezzato le esperienze di stage proposte in azienda. Alla fine dell´attivita` formativa l´87% dei partecipanti era gia` al lavoro con un segnale positivo anche per l´occupazione femminile (gap del -10% contro media del -17% rispetto agli uomini) e quella dei giovani. Da Jader Cane`, membro della Commissione europea, e` giunto come punto d´attenzione l´invito a velocizzare gli accordi Ministero-regioni e i tempi d´attuazione rispetto al passato. In ultimo, il dirigente regionale Mauro Terzoni ha illustrato un esempio di buona pratica nel settore dei progetti formativi. Si tratta del Progetto ´Sipario´ espressamente dedicato alle arti ed ai mestieri dello spettacolo dal vivo. Attraverso un interessante accordo interregionale, e con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi a far da capofila, si sono organizzati ´in parallelo´ tredici corsi di formazione, destinati ad allievi disoccupati/inoccupati, tenuti da docenti altamente qualificati e contraddistinti da un´alta percentuale di ore riservate allo stage (40%), svolti in adeguati contesti di produzione artistica. La peculiarita` del soggetto ha reso particolarmente interessanti ed attrattivi i corsi che hanno avuto oltre 180 iscritti con 159 allievi diplomati, 28 dei quali, ad un mese dalla chiusura delle attivita` didattiche, risultano gia` inseriti nel mondo del lavoro. L´incontro si e` chiuso con i saluti e i ringraziamenti ai partecipanti dell´assessore regionale Luchetti. Uno spettacolo con concerto all´aperto, offerto dagli allievi del Progetto ´Sipario´, ha concluso la lunga giornata di lavoro.  
   
   
DAL FSE UN FORTE AIUTO PER LO SVILUPPO DEL TRENTINO  
 
Trento, 20 giugno 2011 - La rilevanza sociale ed economica dell’azione svolta in Trentino dal Fondo Sociale Europeo, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle azioni messe in campo dalla Provincia autonoma di Trento per contrastare gli effetti della crisi sull´occupazione, è dimostrata dai dati contenuti nel Rapporto di esecuzione 2010 approvato dal Comitato di sorveglianza, riunitosi il 16 giugno nel palazzo sede della Provincia per fare il punto sulle attività realizzate nel 2010 e sui risultati raggiunti. Pur arrivando a metà del periodo di programmazione 2007-2013, il Rapporto mostra uno stato di avanzamento della spesa ben oltre la media: alla fine di maggio erano stati infatti impegnati oltre 178 milioni di euro, l´82 % dell´intero budget (218.570.000 euro) assegnato al programma settennale Fse. Dal 2007 a 2010 sono stati approvati complessivamente 2794 progetti, che hanno visto il coinvolgimento di quasi 35mila destinatari, i quali hanno usufruito di corsi di formazione professionale, buoni di servizio, percorsi di mobilità transnazionale e altre attività. Le risorse finanziarie utilizzate nel solo 2010 ammontano ad oltre 53 milioni di euro, pari praticamente ad un quarto delle risorse dell´intera programmazione. Il maggior numero di progetti finanziati riguarda interventi rivolti ad affrontare la crisi occupazionale, ma anche buoni di servizio per la conciliazione famiglia-lavoro, corsi di inserimento e sviluppo professionale, percorsi di rafforzamento del capitale umano e di contrasto all´abbandono scolastico. Il Fondo sociale europeo (Fse) è uno dei Fondi strutturali dell´Unione europea, strumenti finanziari volti a rafforzare la coesione economica e sociale. Creato nel 1957, il Fse è il principale strumento comunitario per prevenire e combattere la disoccupazione, sviluppare le risorse umane e favorire l´integrazione nel mercato del lavoro. A tal fine esso mira a conseguire la piena occupazione, la qualità e la produttività sul lavoro, promuovendo l´inclusione sociale, compreso l´accesso all´occupazione delle persone svantaggiate. Inoltre intende promuovere le pari opportunità per tutti nel mercato del lavoro, riducendo le disparità occupazionali a livello nazionale, regionale e locale. Il Programma operativo Fse per il periodo 2007-2013 è volto a sostenere una profonda e duratura modernizzazione sostenibile della società e del tessuto produttivo trentino secondo un modello in cui miglioramenti nella capacità di competere, maggiore produttività e flessibilità siano coniugati con un più elevato livello di qualificazione del capitale umano, con una più elevata qualità del lavoro, sicurezza e più favorevoli opportunità di accesso al lavoro, congiunte ad una diffusa solidarietà. Alla riunione odierna del Comitato di sorveglianza - composto dai rappresentanti delle varie istituzioni nazionali e provinciali coinvolte nell’attuazione degli interventi del Programma, nonché dai rappresentanti del partenariato economico e sociale locale - hanno partecipato, tra gli altri, anche Maurizio Corradetti, della Direzione generale "Occupazione, affari sociali e inclusione" della Commissione europea, e i rappresentanti del Ministero del Lavoro, i quali hanno manifestato apprezzamento per le attività promosse in Trentino attraverso il Fondo Sociale Europeo e per l´efficienza nell´utilizzo delle risorse assegnate. Al di là dei numeri, lusinghieri per il Trentino, l´importanza del Fondo sociale europeo è dimostrata dall´innovazione da esso generata nell´ambito degli strumenti e degli interventi sia delle politiche della scuola sia di quelle del lavoro messe in campo dalla Provincia.  
   
   
FSE, TOSCANA VIRTUOSA: GIÀ IMPEGNATI IL 44% DEI 664 MILIONI IN DOTAZIONE FINO AL 2013  
 
Firenze , 20 giugno 2011 - “La crisi non è ancora finita e non ha interessato in modo uniforme il tessuto sociale toscano: i giovani, le donne, i lavoratori precari sono i soggetti più a rischio. Da qui dobbiamo ripartire per rilanciare l’economia toscana e lo faremo anche grazie alle opportunità che ancora per i prossimi anni ci sono offerte dal Fondo Sociale Europeo”. Lo ha detto l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini nella sua relazione nel corso della riunione del comitato di sorveglianza del Programma operativo regionale 2007-2013, che ha fatto il punto, ieri a San Gimignano, sullo stato di avanzamento del programma che, con una disponibilità di risorse pari a 664 milioni di euro, costituisce una leva fondamentale per l’investimento in capitale umano (occupazione, formazione, inclusione sociale, istruzione e mobilità internazionale), indispensabile per lo sviluppo della nostra regione. La Toscana si conferma, anche in questo caso, come una delle regioni italiane più virtuose nell’utilizzo efficace di questi fondi. “Nei primi anni di programmazione – ricorda Simoncini – sono stati impegnati quasi 300 milioni, pari al 44% di quanto assegnato alla Toscana. Di questi, oltre 160 milioni, circa il 24%, sono stati anche già spesi. Grazie a queste risorse la Regione e le Province toscane hanno realizzato quasi 19 mila interventi, l’80 % dei quali già conclusi e hanno coinvolto oltre 43 mila persone, di cui più di 20 mila donne. A partire dal 2009, la crisi ha modificato sensibilmente il nostro contesto socio-economico, spingendoci ad apportare modifiche al documento di programmazione del Fse e a concentrare risorse su nuove priorità: garantire la tenuta del tessuto sociale e, al tempo stesso, investire nella qualificazione del capitale umano”. L’assessore Simoncini ha ricordato le modifiche più importanti decise dalla giunta – sancite anche dal Piano regionale di sviluppo e dalla nuova strategia comunitaria Europa 2020 – che hanno permesso di rimodulare e destinare ingenti risorse al progetto Giovani Sì, nonché di finanziare – come previsto dall’accordo Stato-regioni – la Cassa integrazione e la mobilità in deroga per i lavoratori di aziende colpite dalla crisi, nonché di avviare una riforma del sistema della formazione professionale. L’assessore si è soffermato sulle prospettive dei fondi europei dopo il 2013, alla luce della nuova strategia Europa 2020 adottata dalla Commissione Ue per illustrare le misure da adottare da subito per uscire, stabilmente dalla crisi. “Non c’è dubbio – ha spiegato – che per una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile l’apporto della politica di coesione e delle risorse europee rappresentino ancora strumenti determinanti e irrinunciabili per raggiungere i nuovi obiettivi fissati dalla Ue. E’ in corso a livello europeo il negoziato sulla revisione del bilancio Ue, dal quale dipende il futuro dei fondi strutturali. Siamo dunque alla vigilia di un passaggio importante per la definizione delle prospettive finanziarie 2014-2020 e la Toscana non vuole farsi trovare impreparata. Per questo siamo al lavoro per mettere in campo interventi che mirino agli obiettivi ambiziosi individuati dalla strategia europea. Dovremo usare questa fase congiunturale per correggere ciò che non funziona e valorizzare quanto di buono è stato fatto”. Il pressing delle Regioni italiane è cominciato lo scorso autunno, con l’approvazione, all’interno della Ix Commissione (Istruzione formazione lavoro innovazione ricerca) di un documento su “Prospettive per la politica di coesione e il Fse post 2013. “E’ un documento dal quale vogliamo partire nella discussione sul futuro dei fondi. Oltre a continuare ad essere uno dei principali strumenti di intervento, il Fse dovrà avere una congrua dotazione finanziaria, favorire l’inclusione sociale e l’innovazione, concentrarsi su pochi temi prioritari per lo sviluppo, preveder misure per i soggetti deboli, mantenere la cooperazione transnazionale all’interno del Fse, un campo di per favorire i processi di internazionalizzazione delle Regioni”.  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO, GIÀ IMPEGNATI DALLA REGIONE EMILA ROMAGNA 504 MILIONI DI EURO PER LA FORMAZIONE. I DATI DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE 2010 PRESENTATI A BOLOGNA AL COMITATO DI SORVEGLIANZA.  
 
Bologna, 20 giugno 2011 - Sono 504 milioni di euro le risorse del Fondo Sociale Europeo già impegnate dalla Regione Emilia-romagna alla fine del 2010, pari al 62,6% del totale del piano finanziario per il periodo 2007-2013. La capacità di pagamento della Regione si attesta al 33,6% con un ammontare di spesa di oltre 271 milioni di euro. Sono alcuni dei dati del Rapporto annuale di esecuzione 2010, presentati questa mattina dalla Regione Emilia-romagna al Comitato di Sorveglianza, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma Operativo Regionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. Il Comitato di Sorveglianza è composto dalla Commissione dell’Unione Europea, dai Ministeri competenti in materia, dalle Province emiliano-romagnole, dalle Parti sociali regionali, dalla consigliera regionale di Parità, ed è presieduto dall’assessore regionale alla Formazione Patrizio Bianchi. All’incontro del 16 giugno erano presenti Pietro Tagliatesta della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità della Commissione europea, e Gianna Donati e Giulia Platone del Ministero del Lavoro. I numeri confermano l’efficienza della Regione e delle Province nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse comunitarie per innalzare le competenze delle persone e delle imprese, e la capacità di realizzazione degli interventi da parte del sistema degli enti attuatori. "Abbiamo avviato una programmazione di dimensioni vaste, non si tratta di interventi intesi solo come tampone per questo periodo critico - ha spiegato l´assessore Patrizio Bianchi - Stiamo operando per innalzare la qualità delle persone e per andare oltre la crisi con nuove capacità e competenze". "Il Programma dell´Emilia-romagna è tra i migliori in Italia - ha aggiunto Pietro Tagliatesta della Commissione europea - per le performace raggiunte, ma anche per le politiche messe in campo, che interpretano pienamente le strategie europee individuate da qui al 2020". "L´emilia-romagna ha presentato dati altamente superiori a quelli delle altre regioni - ha confermato Gianna Donati del Ministero del Lavoro - Non solo è prima per capacità di impegno di spesa e di realizzazione, ma costituisce un esempio di buona pratica per la capacità di individuare gli obiettivi rispetto ai contesti attuali e futuri". Per il prossimo triennio, per rendere le politiche della formazione e del lavoro coerenti con il mutato contesto socio economico rispetto a quanto programmato nel 2007, in periodo di piena occupazione, la Regione ha colto l’opportunità prevista dai Regolamenti comunitari di ridefinire l’allocazione delle risorse per assi di intervento. Per rispondere ai bisogni delle persone e delle imprese, si è scelto di rafforzare le politiche per l’occupabilità e l’adattabilità delle persone che si trovano in condizione di forte difficoltà nell’inserimento e nella permanenza nel mercato del lavoro. I dati del Rapporto annuale di esecuzione 2010 L’asse di intervento che presenta la miglior performance di impegno e di spesa è l’asse Ii, dedicato alle azioni per favorire l’occupabilità delle persone. Seguono gli interventi sull’asse I per l’adattabilità e sull’asse Iii per l’inclusione sociale. Sono 22.416 gli interventi finanziati fino al 31 dicembre 2010, di cui 18.571 risultano essere già avviati e 10.370 conclusi. Si tratta soprattutto di interventi sul fronte dell’adattabilità, che hanno continuato gli interventi di politica attiva per attraversare la crisi, come stabilito dall’Accordo Stato-regioni del febbraio del 2009. Le persone coinvolte dalle attività formative sono 144.865, il 45,5% delle quali sono donne (in aumento di quasi un punto percentuale rispetto all’anno precedente), mentre gli occupati sono il 56%. La fascia di età prevalente è quella degli adulti da 25 a 55 anni con il 71%, mentre gli over 55 che hanno usufruito dei corsi sono il 4,8%. Oltre il 45% dei destinatari ha un titolo di studio di istruzione primaria e secondaria inferiore; quasi il 41% un’istruzione secondaria superiore mentre il 14% dei destinatari ha una formazione universitaria o post-universitaria. Avanzamento del Programma Operativo al 31 maggio 2011 - Nei primi 5 mesi del 2011 assistiamo ad un ulteriore aumento della capacità di impegno del Programma Operativo, con una percentuale di risorse impegnate rispetto al programmato che si attesta al 67%, ed una efficienza realizzativa al 43,1%. In valori assoluti gli impegni sono pari a oltre 540 milioni di euro e i pagamenti a oltre 347 milioni di euro. Gli interventi avviati sono pari a 19.157, le persone che hanno avuto accesso ad una opportunità formativa sono 18.571, quasi 17.000 persone in più rispetto a fine 2010. La Programmazione 2007-2013 - Per il periodo 2007-2013 l’Emilia-romagna ha un Programma Operativo che dispone di 806 milioni di euro, circa il 40% in meno rispetto al periodo 2000-2006. Un calo di risorse che ha reso necessario una rigorosa ridefinizione strategica delle priorità e una piena valorizzazione delle azioni innovative e delle buone prassi avviate negli anni precedenti. L’obiettivo generale individuato per l’attuazione del programma di competitività e occupazione attraverso il Fse è quello di sostenere la crescita economica e sociale e il suo impatto occupazionale, coniugando la qualità dell’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane con la qualità dello sviluppo economico e la coesione sociale. Obiettivi che si raggiungono investendo sul sapere e sulla qualificazione del lavoro e promuovendo pari opportunità di accesso e permanenza nel sistema regionale dell’istruzione, della formazione e del lavoro.  
   
   
UE: APPROVAZIONE PRELIMINARE LEGGE COMUNITARIA  
 
 Trieste, 20 giugno 2011 - La Giunta del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell´assessore regionale alla Funzione pubblica Andrea Garlatti, ha approvato il 17 giugno in via preliminare la cosiddetta legge comunitaria per l´anno 2010. La legge comunitaria è lo strumento normativo che annualmente la Regione deve varare per adeguarsi o allinearsi - se necessario - all´ordinamento giuridico europeo (regolamenti, direttive Ue, sentenze della Corte di giustizia, ecc.). In particolare, nella legge comunitaria 2010 della Regione Friuli Venezia Giulia sono state inserite alcune modifiche alla legge regionale 29 del 2005 (Normativa organica in materia di attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande) per conformarsi a quanto indicato dalla direttiva comunitaria Bolkestein del 2006 e dal decreto legislativo n.59 del marzo dello scorso anno in merito alle medie e grandi strutture di vendita, le vendite per corrispondenza, vendite a domicilio, commercio sulle aree pubbliche, posteggi nei mercati e compiti dell´Osservatorio regionale del Commercio. Vengono inoltre introdotte alcune modifiche alla legge regionale 6 del 2008 e 14 del 2007 riguardanti la conservazione degli uccelli selvatici e le annotazioni sul tesserino regionale di caccia.  
   
   
CONFERENZA NAZIONALE SU PRIMAVERA ARABA ED EUROPA, FIRMATO PROTOCOLLO REGIONE CAMPANIA - MINISTERO ESTERI SU ATTIVITÀ INTERNAZIONALE  
 
Napoli, 20 giugno 2011 - E´ stato firmato il 17 giugno a Castel dell´Ovo un protocollo d´intesa tra il Ministero degli Esteri e la Regione Campania per la programmazione congiunta delle attività volte alla promozione del sistema regionale all´estero. L´accordo è stato siglato dal ministro Franco Frattini e dal presidente Stefano Caldoro. La ratifica è avvenuta nel corso della Conferenza internazionale promossa da Ipalmo e Regione Campania sul tema: "La Primavera Araba e l´Europa: come reagire". Ecco il testo: Vista l’Intesa del 18 dicembre 2008 tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Affari Regionali, il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dello Sviluppo Economico in materia di attività internazionali, che promuove la collaborazione e lo scambio di informazioni, con particolare riferimento alla cooperazione decentrata allo sviluppo, alle attività all’estero e alla formazione del personale; Vista la Legge n. 131/2003, articolo 6 “Attuazione dell’articolo 117, quinto e nono comma, della Costituzione sull’attività internazionale delle Regioni”; Considerata la fondamentale funzione del Ministero degli Affari Esteri nell’assicurare la coerenza delle attività internazionali del Sistema Paese ed il ruolo centrale di coordinamento svolto dai Capi Missione diplomatica all’estero; Considerato il rilievo quantitativo e qualitativo delle attività di promozione internazionale e di cooperazione territoriale, volta allo sviluppo e alla solidarietà internazionale svolte dalla Regione Campania anche in attuazione dei programmi operativi regionali cofinanziati con i Fondi Strutturali Comunitari; Considerato il grande valore del contributo che la Regione Campania può dare relativamente alla proiezione internazionale del Sistema Paese, in particolare attraverso il suo sistema produttivo, scientifico e culturale. Considerata l’importanza di favorire azioni di concertazione mirate anche a migliorare, con specifico riferimento al capitale umano, la valorizzazione a livello territoriale delle risorse disponibili; Ritenuto, altresì, opportuno fornire - anche in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea - un contributo per il potenziamento di scelte integrate proiettate allo sviluppo durevole dei contesti territoriali sociali ed economici, prevedendo ricadute positive sul sistema sociale ed imprenditoriale nazionale in termini di occupazione e benefici economici per lo sviluppo del territorio. Tutto ciò premesso e considerato, Il Ministero Degli Affari Esteri E La Regione Campania convengono quanto segue: Art. 1 Finalità Il Mae e la Regione Campania, nell’ambito delle rispettive competenze, si impegnano ad operare congiuntamente per la programmazione delle attività volte alla promozione del sistema regionale all´estero. Art. 2 Impegni e azioni specifiche - Le parti, coniugando le competenze specifiche del Mae nel coordinamento per l’azione estera delle Autonomie territoriali anche in applicazione dell’Intesa Governo/regioni per l’azione internazionale volto a favorire l’internazionalizzazione dei territori e l’attrazione degli investimenti diretti esteri e le competenze della Regione Campania nel settore della promozione del sistema economico regionale e di commercio con l´estero, intendono: 1. Verificare l’esistenza di adeguate risorse necessarie alla copertura finanziaria dei programmi di investimento e promozione; 2. Definire un programma pluriennale di attività ed un piano di coordinamento degli interventi; 3. Promuovere in tutte le sedi opportune il programma, anche individuando in enti territoriali, enti pubblici, agenzie/enti di ricerca, consorzi pubblici e fondazioni, associazioni di categoria, enti attuatori e altri soggetti pubblici e privati che possano contribuire a perseguire le finalità espresse nel presente protocollo e che saranno definite analiticamente nella programmazione di cui al precedente punto 2. Art. 3 Linee di indirizzo - Le parti, al fine di favorire una maggiore integrazione ed il coordinamento delle azioni dei soggetti di cui all’articolo 2, in una logica di “sistema Paese”, s’impegnano a definire le modalità per promuovere congiuntamente azioni secondo le seguenti linee di indirizzo: rafforzare la funzione di sostegno allo sviluppo del sistema economico locale campano, favorendone l’internazionalizzazione; perseguire l’innovazione ed il miglioramento qualitativo dei prodotti/servizi campani e, in un’ottica di orientamento al mercato e alle esigenze del cliente, realizzare la differenziazione e la specializzazione della funzione produttiva; individuare progetti potenzialmente “internazionalizzabili” al fine di valutarne la loro“vocazione“ effettiva e/o potenziale avvalendosi anche delle attività progettuali/studi e ricerche svolte da istituzioni regionali; migliorare la capacità della Regione di interagire con le imprese incrementando così il valore aggiunto dei servizi nel campo dell’internazionalizzazione; definire una nuova valenza della “cooperazione territoriale”, come strumento di sostegno e sviluppo della capacità di internazionalizzazione del sistema produttivo campano; sostenere l’azione dei sistemi produttivi locali e delle singole imprese nel promuovere, a livello internazionale, le peculiarità dei propri prodotti e dei territori e favorire gli investimenti degli operatori esteri utili allo sviluppo economico e occupazionale della Regione; favorire la creazione e lo sviluppo delle reti lunghe tra i sistemi regionali della ricerca e dell´innovazione, con particolare attenzione alle problematiche della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico, sviluppando le interazioni tra le reti territoriali; rafforzare i rapporti con tutti i soggetti, locali ed internazionali, coinvolti e/o coinvolgibili nella promozione all’estero del Made in Campania. Ciò vale in particolare per il Sistema Camerale con il quale si mira a sviluppare forme stabili di collaborazione attraverso cui liberare sinergie significative in termini di effetti sulle imprese e sul sistema produttivo campano.; rafforzare l’attività di valorizzazione internazionale del patrimonio culturale e dei beni archeologici, storici, artistici, archivistici e paesaggistici del territorio regionale anche al fine di favorire il sistema turistico – culturale della Regione; promuovere forme di partenariato e scambi culturali tra la Regione, gli altri Stati e gli enti territoriali interni a questi ultimi nei settori della cultura e della comunicazione. Nell’ambito del rafforzamento della politica di internazionalizzazione, il Ministero degli Affari Esteri si propone di favorire l’iniziativa avviata dalla Regione Campania, in cooperazione con la Fondazione Osservatorio del Mediterraneo e l’Ipalmo, di creare un Club di Napoli che raggruppi i Presidenti delle Regioni mediterranee che si riuniranno annualmente a Napoli per confrontarsi su esperienze e metodologie, rafforzare le relazioni e allargare i settori della cooperazione. Art. 4 Impegno finanziario - In via puramente indicativa possibili fonti finanziarie potranno essere: risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr), del Fondo sociale Europeo (Fse) e del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (Fas), di competenza della Regione Campania; risorse dei Programmi Operativi Nazionali; altre risorse di bilancio nazionali e regionali. Art. 5 Attuazione del Protocollo d’Intesa - 1. I profili organizzativi per l’attuazione del presente protocollo saranno curati da un apposito Comitato di Coordinamento, i cui componenti saranno designati dalle parti, al quale viene demandata la responsabilità di redigere un Piano Operativo di dettaglio e di sovraintendere alle successive fasi attuative. 2. Le parti si impegnano ad indicare, entro e non oltre dieci giorni dalla firma del presente atto, i nominativi dei componenti del sopracitato Comitato. 3. La partecipazione al Comitato è a titolo gratuito e senza alcun onere per le Amministrazioni firmatarie del presente Protocollo d’Intesa. Art. 6 Durata - Il presente protocollo ha validità di tre anni dalla data di sottoscrizione, salvo rinnovo e può essere modificato d’intesa tra le parti. Napoli, lì 17 giugno 2011 - Ministero Degli Affari Esteri Regione Campania Il Ministro Franco Frattini, Il Presidente. Stefano Caldoro.  
   
   
AUSTRIA, SALARI NOMINALI 4 VOLTE PIÙ ALTI DEGLI SLOVACCHI  
 
Vienna, 20 giugno 2011 - In vista dell´apertura del mercato del lavoro austriaco nei confronti della Slovacchia e degli altri Paesi entrati nell´Ue con gli ultimi allargamenti, la società di revisione contabile e consulenza Tpa Horwath ha presentato una ricerca che vede il salario nominale medio in Austria di ben quattro volte più alto rispetto a quello in Slovacchia. La società ha elaborato una ricerca sui fattori chiave come premi di produzione, tassazione e produttività del lavoro in Austria comparata con nove Paesi dell´Europa Centrale e Orientale. Mentre nell´ultimo anno il salario nominale medio in Slovacchia ha raggiunto l´importo di 769 euro mensile, gli austriaci hanno guadagnato in media oltre 3.030 euro mensili. Contemporaneamente i salari nominali nella Repubblica Ceca sono stati più alti del 19 per cento rispetto alla Slovacchia, mentre in Polonia la percentuale si è attestata al 4 per cento, al contrario in Ungheria sono stati inferiori di circa il 5 per cento. Allo stesso tempo, gli Sloveni stanno nettamente meglio degli Slovacchi, con i loro salari nominali pari a quasi il doppio di quelli Slovacchi. Al contrario, i Bulgari hanno il più basso stipendio medio nominale pari a 328 euro al mese, che è circa il 43 per cento della media di quello in Slovacchia. Se non si considera l´Austria nel calcolo, i salari medi mensili netti della Slovenia salgono in cima alla graduatoria, con gli Sloveni che guadagnano circa 400 euro in più al mese (pari al 63 per cento in più) rispetto agli Slovacchi. La Repubblica Ceca e la Croazia seguono nella classifica, entrambi con un salario netto più alto di quello slovacco di circa il 18 per cento. La differenza abissale nei salari tra la Slovacchia e l´Austria è in parte compensata quando si parla di potere d´acquisto reale, con la Slovacchia che raggiunge il 49 per cento del livello austriaco. Inoltre, gli oneri deducibili in Slovacchia sono pari al 21,3 per cento, un valore vicino alla media e paragonabile a quelli della Repubblica Ceca e della Polonia, che si attestano rispettivamente al 22,2 e 24,3 per cento. Le deduzioni in Austria, comprendendo sgravi fiscali per tredicesima e quattordicesima, raggiungono il 33,9 per cento. Tuttavia gli Ungheresi e gli Sloveni hanno maggiori oneri deducibili rispettivamente pari al 34,5 e 35,3 per cento. Il più alto carico fiscale sugli stipendi si raggiunge in Ungheria con una percentuale del 51,8 per cento, con l´eccezione dell´Austria (49,5 per cento), tutti gli altri paesi stanno meglio in questi termini, con la Slovacchia al 40,8 e la Bulgaria che chiude la lista, in basso con il 34,4 per cento.  
   
   
COMPETITIVITÀ, NEL 2010 UN MILIARDO ALLE IMPRESE SPESO PER CAPITALE UMANO, SOSTEGNO AL CREDITO, GREEN ECONOMY FORMIGONI E GIBELLI: DALLA CRISI AI PRIMI SEGNALI DI RIPRESA  
 
Milano, 20 giugno 2011 - Sviluppo del capitale umano, ricerca e innovazione, accesso al credito, nuova imprenditorialità, interventi nelle crisi aziendali, attrattività del territorio, sviluppo sostenibile e green economy. Sono queste le linee fondamentali su cui si sono sviluppate le politiche regionali per la competitività, che hanno messo in campo, nel 2010, quasi un miliardo di euro (4 miliardi in totale dal 2007, data di emanazione della legge su ´Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia´). La relazione sul 2010 è stata presentata, il 16 giugno, alla Giunta dal presidente Roberto Formigoni di concerto con il vicepresidente e assessore all´Industria e Artigianato Andrea Gibelli. ´Il 2010 - scrivono Formigoni e Gibelli nella relazione - ha rappresentato un anno di transizione che, muovendo da una situazione di estrema emergenza per la crisi economica globale, ha visto i primi segnali di ripresa da parte del sistema industriale. Regione Lombardia ha accompagnato e sostenuto la capacità delle imprese lombarde di reggere nella difficile congiuntura e ha messo in campo strumenti specifici per integrare le azioni volte a contenere situazioni di crisi, con interventi atti a rafforzare i fattori chiave del rilancio economico e della crescita. In questa prospettiva la legge regionale n. 1/2007 ha costituito un fondamentale riferimento per la progettazione e il coordinamento di tutte le politiche regionali per la competitività´. Ed ecco in dettaglio le principali linee operative attuate. Sviluppo Del Capitale Umano (200 Milioni) - Sui presupposti fondanti della libertà, sussidiarietà e responsabilità è stato messo a disposizione dei cittadini lombardi un concreto sostegno all´apprendimento permanente e al reinserimento professionale. Attraverso politiche attive e passive per il lavoro, sono stati coinvolti 140.000 lavoratori, mentre la Dote Scuola e la Dote Formazione hanno coinvolto più di 40.000 soggetti tra giovani e disoccupati. Nel 2010, per lo sviluppo del capitale umano, sono stati stanziati quasi 200 milioni di euro. Ricerca E Innovazione (100 Milioni) - Sono stati realizzati programmi di finanziamento incentivando la collaborazione tra imprese, università e centri di ricerca per progettare e realizzare prototipi di prodotti nuovi e tecnologicamente avanzati, in grado di trovare spazio sul mercato e rendere più competitive le imprese ad essi collegate. Quasi 100 milioni di euro sono stati stanziati in misure dedicate a finanziare, a diversi livelli e intensità, attività di ricerca di base, applicata e programmi di innovazione. Sono inoltre stati favoriti e stipulati accordi di collaborazione con istituzioni scientifiche estere di primo piano ed è stato attivato un programma specifico per sostenere progetti di ricerca internazionale. Credito E Nuova Imprenditorialità (250 Milioni) - Sono state attivate molteplici iniziative volte a favorire l´accesso al credito da parte delle Pmi, attraverso accordi con associazioni di categoria e banche per immettere nel sistema economico nuove risorse a garanzia dei prestiti bancari per favorire gli investimenti. Ulteriori risorse sono state destinate a finanziare progetti di nuova imprenditorialità nella prospettiva di rivitalizzare e dare nuovo impulso al sistema imprenditoriale lombardo; si tratta di interventi per i quali Regione Lombardia ha destinato risorse pari a circa 250 milioni di euro. Crisi Aziendali (60 Milioni) - Attraverso il monitoraggio, la prevenzione e l´uso delle leve di governo, la gestione delle crisi aziendali di settore ha promosso il recupero dell´attività imprenditoriale, la salvaguardia dell´occupazione e la riconversione produttiva e occupazionale. Sono stati stanziati quasi 60 milioni di euro per sostenere importanti situazioni di crisi che hanno coinvolto numerosi lavoratori lombardi. Competitività Del Territorio E Sostenibilità Dello Sviluppo (330 Milioni) - Con azioni che hanno attivato risorse per oltre 330 milioni di euro, sono stati realizzati interventi infrastrutturali di ampia portata nel settore produttivo, turistico, dell´acqua e dell´energia e telecomunicazioni; sono stati salvaguardati i sistemi verdi e il paesaggio; sono state promosse l´impiantistica sportiva ad uso pubblico, la qualificazione del commercio su area pubblica, l´ampliamento e il miglioramento della residenzialità universitaria e interventi di efficienza energetica. ´Nella fase di cambiamento - proseguono Formigoni e Gibelli nella presentazione della relazione - dettata dall´inasprimento dei vincoli di finanza pubblica interni, che hanno fortemente ridimensionato le risorse finanziarie a disposizione per i prossimi anni, Regione Lombardia nel 2010 ha posto le basi per avviare una nuova prospettiva di azione, incentrata sul governo di sistema, sul coinvolgimento degli attori territoriali e sull´integrazione degli asset disponibili per rilanciare la competitività´.  
   
   
MADE IN: POLIDORI, CONTINUA PRESSING ITALIA PER APPROVAZIONE LEGGE A BRUXELLES RIUNIONE COMITATO COMMERCIO, PROSSIMA SETTIMANA SOTTOSEGRETARIO INCONTRA OMOLOGO INGLESE  
 
 Roma, 20 giugno 2011- Continua il pressing del governo italiano sull´adozione del progetto di regolamento cosiddetto “Made in”. Il 17 giugno ha infatti avuto luogo a Bruxelles la riunione del comitato per la politica commerciale per fare il punto sul provvedimento in vista anche dell’ormai imminente semestre polacco di presidenza dell’Unione Europea. Il progetto di regolamento, che prevede l´etichettatura obbligatoria per importanti prodotti industriali che entrano nel mercato comunitario provenienti dai paesi terzi, e´ ora all´ esame del Consiglio dell’Unione Europea, dopo che nell´ottobre scorso il Parlamento Europeo lo aveva approvato a larghissima maggioranza. Per l’entrata in vigore del regolamento è necessaria l’approvazione sia del Consiglio che del Parlamento. Più in particolare, sul tavolo dei lavori odierni del Comitato per la Politica Commerciale gli esperti del ministero dello Sviluppo economico hanno riepilogato le ragioni per le quali l´Italia sostiene l’ adozione dello strumento in esame: l’utilizzo di legislazioni analoghe da parte dei nostri maggiori concorrenti; il paradosso che permette ai consumatori di paesi terzi come Cina e usa ma non a quelli europei di conoscere l’origine dei prodotti; la necessità di assicurare alle Pmi (oltre 4,5 milioni in Italia) uno strumento che permetta di identificare l’origine del prodotto, non essendo per queste ultime sufficiente e riconoscibile il solo “brand”. "Abbiamo insistito perché si trovi nel tempo più veloce possibile un compromesso tra gli stati membri sullo schema di regolamento per procedere ad una auspicabile adozione", ha dichiarato il sottosegretario al Commercio con l´estero, Catia Polidori, " e sono particolarmente soddisfatta che proprio dalla Polonia sia oggi arrivato un fermo sostegno a favore delle nostre posizioni così come aveva promesso il sottosegretario polacco all’Economia, Marcin Korolec, nel corso del nostro bilaterale di lunedì scorso". Come e´ noto infatti lo schieramento europeo e´ diviso in due parti, con la Germania e la Gran Bretagna alla guida del fronte dei no. E´ proprio per avvicinare alle nostre soprattutto le posizioni dei paesi nordici che il sottosegretario Polidori ha messo in agenda già per il prossimo giovedì l´incontro con il Ministro di stato britannico per le politiche europee, mentre nelle prossime settimane e´ previsto l´incontro con i tedeschi. -  
   
   
MARCHE, OPPORTUNITA` E PROSPETTIVE DI RILANCIO CON IL SUDAFRICA.  
 
Ancona, 20 giugno 2011 - ´Il Sudafrica e` un Paese di grande interesse per le Marche e questa visita e` l´occasione per avviare lo studio di progetti e scambi fruttuosi sia nell´ambito imprenditoriale che culturale´. Cosi` il Presidente Gian Mario Spacca ha accolto, il 16 giugno, l´ambasciatrice della Repubblica del Sud Africa Thenjiwe E. Mtintso che ha ricordato i proficui contatti gia` intessuti dal suo predecessore e ha ribadito di aver posto la visita alle Marche fra le prime in Italia, consapevole delle opportunita` che possono nascere proprio da questa regione. Dopo aver presentato le caratteristiche fondamentali della nostra regione e soprattutto l``economia marchigiana, come una delle piu` industrializzate d´Europa e con eccellenze mondiali in molti settori come le calzature, Spacca ha ascoltato l´illustrazione della situazione attuale politico-economica del Sudafrica. Un Paese in cui e` possibile pianificare scambi e avviare programmi economici durevoli comprendenti anche livelli di formazione ed educazione utili ad istruire la grande potenzialita` di lavoro di cui questa nazione dispone. Non solo: di recente il presidente Zuma ha firmato un accordo per aprire a livello internazionale una vasta area di scambi proponendo il Sudafrica come porta d´ingresso per i capitali esteri e per le iniziative di vari Paesi verso l´Africa australe e quella orientale. In tal senso l´ambasciatrice Mtintso ha auspicato il consolidamento di forti relazioni non solo tra soggetti economici ma anche culturali del Sud Africa e delle Marche. ´E´ nostra intenzione creare le giuste connessioni affinche` i rapporti tra le due realta`, nei vari ambiti di interesse, dall´impresa alla cultura, possano essere sempre piu` ispirati al principio della concretezza´, ha concluso Spacca.  
   
   
VERACRUZ. DISCUSSI IN VENETO PROGETTI DI COOPERAZIONE ECONOMICA E DI AIUTO A PERSONE IN DIFFICOLTA’  
 
Venezia, 20 giugno 2011 - Una delegazione messicana dello Stato di Veracruz, accompagnata dal Presidente dell’Associazione Veneziani nel mondo Bruno Moretto e da Rafael Parissi, Presidente dell’Associazione Veneti nel Mundo Mexico, è stata ricevuta dall’Assessore ai flussi migratori Daniele Stival a Palazzo Balbi, sede della Giunta Regionale del Veneto. La delegazione era composta da Ambrosio Borbonio, sindaco del comune di Cuitlahauc, da Marco Antonio Menes, Presidente dell’Unione Produttori di Veracruz e da altri esponenti del mondo imprenditoriale dell’area, i quali hanno illustrato all’assessore la situazione economica di Cuitlahauc, cittadina famosa per la coltivazione di limoni. “Stiamo cercando imprenditori veneti che possano investire nel nostro territorio – ha detto Menes – in particolare nella lavorazione dei limoni per la produzione di cosmetici e profumi”. Oltre ai rapporti commerciali, nel corso dell’incontro è stata posta l’attenzione sull’importanza di stabilire contatti e relazioni con i discendenti dei veneti nel mondo di quinta generazione ed è proprio per questo che il Presidente dell’Associazione Veneti nel Mundo Mexico ha presentato un progetto per la costruzione di un centro di accoglienza a Veracruz. “L’obiettivo è quello di poter accogliere i bambini abbandonati, alcuni dei quali discendono da veneti – ha detto Parissi - e far fronte ad un problema sociale sempre più diffuso in Messico”. “Come Regione del Veneto – ha sottolineato Stival – puntiamo a sostenere tutti i progetti dedicati ai veneti nel mondo, a cominciare da quelli che possono aiutare i nostri discendenti che si trovano in difficoltà. L’opportunità che ci è stata prospettata dagli amici messicani è assolutamente interessante e siamo pronti a lavorare per tradurla in fatti concreti, sia per quanto riguarda gli aspetti economici sia per quelli legati all’assistenza ai meno fortunati”.  
   
   
VISITA MEDIO ORIENTE: PRESIDENTE UMBRIA MARINI INCONTRA SHIMON PERES E FAYYAD  
 
Perugia, 20 giugno 2011 - Si è conclusa con gli incontri con il presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, e con il Primo Ministro dell’Autorità palestinese, Fayyad, la visita istituzionale in Medio Oriente della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Ad entrambi i massimi rappresentanti istituzionali dei popoli israeliano e palestinese la presidente Marini ha consegnato una lettera ufficiale di invito in Umbria, da parte del Custode del Sacro Convento di Assisi, Padre Giuseppe Piemontese. “Grazie alla preziosa mediazione della Presidente della nostra Regione – scrivono i Francescani nella lettera a Peres e Abu Mazen – la nostra Comunità Francescana sarebbe grandemente onorata della Sua presenza in Assisi, città che custodisce le spoglie mortali di San Francesco, per rafforzare quel messaggio di pace che si irradia dalla Tomba di Francesco”. “Con il Presidente Peres – ha detto la presidente – abbiamo discusso a lungo del ruolo dell’Umbria nella costruzione della pace e si è mostrato molto interessato a conoscere meglio la nostra terra. C’è grande sintonia tra la storica azione di pace che viene dall’Umbria, da san Francesco ad Aldo Capitini, e la missione del Centro Peres il cui obiettivo primario è, appunto, la creazione di una cultura di pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi”. Nel corso dell’incontro con il Primo Ministro palestinese Fayyad si è invece discusso dell’altro progetto di cooperazione internazionale (Ali della colomba) di cui la Regione Umbria è capofila e che è finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e le associazioni del sistema regionale e locale italiano: Anci, Upi, Consigli Regionali e Giunte Regionali. Si tratta di un programma di sostegno alle Municipalità Palestinesi (con risorse anche di Banca Mondiale, Unione Europea ed altri donatori) che l’Autorità Nazionale Palestinese ha intrapreso nella riforma del sistema delle autorità locali. L’obiettivo principale del programma è quello di migliorare le condizioni di vita del popolo palestinese nei Governatorati di Gerusalemme, Betlemme, Hebron, Khan Younis e nell’area di Gerusalemme Est, contribuendo alla ricostruzione di un sistema democratico e decentralizzato che incoraggi il coinvolgimento della popolazione nei processi decisionali e che sia in grado di garantire i servizi di base alle comunità locali, promuovendo piani di sviluppo adeguati. Il programma, a lungo fermo a causa del blocco imposto all’Autorità nazionale Palestinese dopo la vittoria di Hamas alle elezioni del gennaio 2006 e, successivamente, per problemi tecnico-finanziari, è stato recentemente rilanciato su impulso della Regione Umbria che proprio lo scorso dicembre organizzò a Perugia il seminario sul tema “Cooperazione e partenariati territoriali fra Italia e Palestina: rafforzamento istituzionale, governance e sviluppo economico”, cui partecipò anche il Ministro per il governo locale dell’Autorità palestinese, Khaled Al Qawasmi con il quale la presidente ha avuto un incontro operativo nella sede del Ministero a Ramallah, alla presenza del portavoce unico del progetto, Paolo Ricci.  
   
   
CREDITO: PRESENTATI DATI OSSERVATORIO REGIONALE SICILIANO  
 
 Palermo, 20 giugno 2011 - L´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, ha presentato, il 18 giugno, al presidente dell´Ars, Francesco Cascio ed al presidente della Commissione Bilancio, Riccardo Savona la relazione dell´Osservatorio regionale per il monitoraggio dei servizi e dei prodotti bancari per l´anno 2010. Dal documento, elaborato dalla direzione generale del credito dell´Assessorato, emerge un quadro che "se conferma i primi segnali di ripresa economica, manifesta il permanere della situazione di svantaggio delle condizioni offerte dal sistema bancario ai siciliani". In particolare, si registra una diminuzione degli sportelli bancari e delle banche, sia di quelle con sede legale in Sicilia che fuori dall´isola; una ripresa nell´ultimo anno dei depositi, con una inversione della tendenza rispetto agli anni precedenti; un aumento dei prestiti alle famiglie e alle imprese e delle sofferenze, con valori superiori a quelli della media nazionale; una richiesta di garanzie ad imprese e famiglie superiori a quelle del resto dell´Italia. "I dati dell´Osservatorio regionale - dice l´assessore Armao - mostrano che i tassi praticati dalle banche in Sicilia restano superiori a quelli del resto del Paese, mentre il drenaggio di fondi, provenienti dai depositi, verso altre regioni d´Italia si e´ fortemente attenuato. Ma ancora rimane il problema del maggior costo del denaro per le famiglie e le imprese e l´eccesso di garanzie richieste dalle banche, questioni sulle quali la Regione intende intervenire, oltre che con un confronto col sistema bancario, con iniziative mirate, quali il microcredito alle famiglie ed il rafforzamento dei consorzi fidi per le imprese". La struttura del sistema bancario alla fine del 2010 in Sicilia era costituita da 67 banche, 4 in meno rispetto al mese di dicembre 2009, mentre nello stesso periodo gli sportelli sono diminuiti di 47 unita´ (da 1806 a 1759), con 35 banche regionali (ossia quelle che hanno sede legale in Sicilia) e 512 sportelli. Dall´analisi dell´andamento dei depositi delle imprese e delle famiglie consumatrici (e assimilabili) si rileva come nell´ultimo triennio si sia passati da una tendenza all´espansione ad una di rallentamento ed, infine, ad un´inversione di tendenza (dal 2009 al 2010) con valori negativi, peraltro in linea con l´andamento nazionale (-2,45% in Sicilia a fronte del -1,49% in Italia). Secondo i dati dell´Osservatorio i prestiti alle famiglie consumatrici e alle imprese sono in aumento. L´analisi mette in evidenza che il settore produttivo che ne detiene il maggiore ammontare e´ quello dei servizi (56,24%), mentre l´industria manifatturiera e´ di gran lunga meno finanziata dalle banche (13,41%); il settore delle costruzioni ha infine un valore in linea con quello nazionale (17,23%). "Questo giudizio - ha commentato Armao - e´ stato confermato anche dal recente rapporto sull´economia siciliana, presentato dalla Banca d´Italia nel quale si afferma che il rallentamento del credito in Sicilia, in atto dal 2007, si e´ interrotto, e che nel primo trimestre del 2011 l´aumento del tasso di crescita dei prestiti bancari e´ proseguito per le imprese". La difficile situazione congiunturale, secondo l´Osservatorio, ha portato il volume delle sofferenze delle banche operanti nell´Isola, in rapporto ai prestiti, al 6,33%, valore superiore al 4,61% della media nazionale. Tale rapporto si presenta superiore al dato nazionale sia riguardo all´ambito dei prestiti alle famiglie consumatrici (4,89% in Sicilia, 3,63% in Italia) che rispetto ai prestiti alle imprese (8,26% in Sicilia, 6,15% in Italia). Il volume delle sofferenze delle banche regionali in rapporto ai prestiti registra una percentuale del 6,85%. "Anche in questo caso - ha spiegato l´assessore - e´ utile un raffronto con il recente documento della Banca d´Italia da cui risulta che il flusso dei crediti in sofferenza nel 2010 e´ stato pari al 2,2% dei prestiti esistenti all´inizio dell´anno. Dalla relazione della Banca d´Italia emerge che il rapporto tra lo stock di sofferenze e i prestiti bancari e´ progressivamente sceso dal 20,2% del 2000, al 6,3% del 2010. Nello stesso periodo il tasso di ingresso in sofferenza e´ diminuito dal 2% del 2000 fino all´1,5% nel 2007, per poi tornare ad aumentare". Per ultimo l´Osservatorio si sofferma sui tassi attivi dei finanziamenti per cassa alle famiglie consumatrici, relativamente alle operazioni a revoca. Questi, al 31 dicembre 2010, in Sicilia hanno fatto registrare un aumento dello 0,23% rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente; gli stessi tassi continuano a risultare superiori rispetto al dato medio nazionale (+2,52%). Rispetto a dicembre 2009 nell´Isola c´e´ stato un aumento dei tassi nelle operazioni a revoca, a differenza di altre aree geografiche, mentre i tassi applicati nelle operazioni a scadenza sono omogenei. I tassi attivi sui finanziamenti per acquisto abitazioni (sia per operazioni a tasso variabile che per quelle a tasso fisso) non presentano scostamenti significativi rispetto al dato medio nazionale. Il rapporto tra credito utilizzato e accordato operativo e´ pari a 81,19%, in aumento di 2,14 punti rispetto al valore registrato nel mese di dicembre 2009 (79,05%) ed e´ piu´ alto del valore nazionale (8,84 punti di differenza). L´incidenza delle garanzie sui finanziamenti continua ad evidenziare valori diversi da quelli della media nazionale; il rapporto fra garanzie ed accordato operativo, al 31 dicembre 2010 si e´ attestato al 46,35%, distanziandosi dal dato medio nazionale di 15,72 punti. Ultimo punto della relazione riguarda il Taeg (Tasso annuo effettivo globale): al 31 dicembre 2010 si e´ registrato nell´Isola, un tasso medio del 3,23% per finanziamenti diversi da quelli per acquisto abitazione, ed uno medio del 3,36% per finanziamenti per acquisto abitazione. "La relazione dell´Osservatorio regionale - ha aggiunto Armao - consente di monitorare i servizi offerti ai siciliani dal sistema bancario e le ricadute che da essi scaturiscono sulla crescita economica ed il supporto allo sviluppo. L´assessorato ha coinvolto le banche in un comune impegno per far si´ che i servizi resi a famiglie e imprese siano utili a sostenerle. Occorre continuare in quest´opera per incrementare i primi segnali di uscita dalla crisi, quelli sui quali spingere per alimentare lo sviluppo che la Sicilia attende. Per far questo - conclude Armao - sara´ istituito un gruppo di lavoro specifico costituito da dirigenti dell´assessorato, l´Abi-sicilia e rappresentanti delle associazioni dei consumatori".  
   
   
DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DEL VENETO 2012: STA PER CHIUDERSI LA FASE DI CONCERTAZIONE PRIMA DEL PASSAGGIO AL CONSIGLIO REGIONALE  
 
Venezia, 20 giugno 2011 - Si è tenuto il 17 giugno a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale del Veneto, il Tavolo di Concertazione Generale per la presentazione della proposta di Dpef 2012, il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, attraverso il quale la Regione fissa annualmente gli obiettivi per l’anno successivo. In accordo con il Vicepresidente Marino Zorzato, l’incontro è stato presieduto dall’assessore al bilancio Roberto Ciambetti. Hanno partecipato al Tavolo – il cui compito è quello di definire le tematiche di rilevanza strategica e programmatica per lo sviluppo della Regione – i rappresentanti delle categorie economiche, produttive e professionali, della cooperazione, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni, degli enti locali e delle istituzioni. “Nel corso dell’odierno incontro – spiega Ciambetti – abbiamo discusso dei contenuti del Documento e raccolto le prime osservazioni dei vari componenti del Tavolo: tali apporti contribuiranno a realizzare uno strumento per comunicare alla società veneta, in modo sintetico ed incisivo, come si svilupperà l’attività regionale nell’arco del prossimo anno, declinata attraverso gli obiettivi che si intendono realizzare, suddivisi in obiettivi a costo zero, obiettivi finanziati con spesa di investimento e obiettivi con spesa corrente”. Quattro le macroaree che costituiscono l’impianto del Dpef: la persona e la famiglia; il territorio, l’ambiente e le infrastrutture; lo sviluppo dell’economia e l’internazionalizzazione; l’assetto istituzionale e la governance. “Il prossimo 21 giugno è la data ultima per la consegna delle osservazioni – conclude l’assessore Ciambetti – e terminerà così questa fase della concertazione della Giunta Regionale, alla quale stanno fattivamente aderendo tutti i soggetti della vasta e articolata realtà economica, sociale, culturale e istituzionale del Veneto”.  
   
   
RELAZIONE SU SITUAZIONE ECONOMICA DEL VENETO 2010  
 
 Rovigo, 20 giugno 2011 - “Obiettivo delle istituzioni è dare un futuro migliore alla nostra economia e ai nostri giovani”. Lo ha detto l’assessore regionale allo sviluppo economico, ricerca e innovazione Isi Coppola a chiusura del suo intervento in occasione della presentazione della relazione dell’Unioncamere sulla situazione economica del Veneto nel 2010, che si è tenuta oggi nella sede della Camera di Commercio di Rovigo. Una fotografia che ha visto nel corso del 2010 il Veneto assorbire lentamente gli effetti della crisi, chiudendo l’anno con un recupero, anche se modesto: la crescita è stata dell’1,6% su base annua. Il 2011 ha avuto un avvio relativamente vivace e le previsioni sembrano comunque fornire per il Veneto indicazioni più favorevoli rispetto al resto del Paese. L’assessore Coppola, sottolineando anzitutto che lo scenario di riferimento per l’economia veneta è quello europeo, ha detto che le indicazioni fornite da Unioncamere delineano un quadro di grande stimolo, anche se caratterizzato da “luci e ombre” rispetto alla ripresa. L’assessore ha evidenziato “l’atteggiamento di dialogo aperto e costruttivo” con cui gli imprenditori si confrontano con il mondo delle istituzioni, quello della ricerca e dell’innovazione e quello accademico. “Ricerca e innovazione – ha aggiunto – che riguardano anche la gestione delle imprese”. Dopo aver ricordato che le piccole e medie imprese restano la “spina dorsale” del sistema economico veneto, l’assessore Coppola ha messo l’accento sulla mole di burocrazia che devono ancora affrontare e ha parlato di un “patto” con la Regione per avviare nel corso del 2011 un processo di semplificazione, che si sta concretizzando in diversi settori. Accesso semplificato anche ai fondi di rotazione, gestiti da Veneto Sviluppo, per i quali la Regione ha messo a disposizione un plafond di ben 700 milioni di euro per dare risposte alle esigenze delle imprese venete, accanto all’azione regionale in materia di agevolazioni (come il fondo di garanzia di oltre 36 milioni di euro). “Una bella sfida per il Veneto – ha concluso l’assessore – non solo per la ripresa economica ma anche di mentalità per continuare ad essere innovativi e competitivi, adattandosi alle esigenze del mercato”.  
   
   
FVG: 20 MLN EURO PER PIANI DI SVILUPPO SOSTENIBILE  
 
 Trieste, 20 giugno 2011 - "L´investimento sulla rigenerazione dei centri storici ed urbani è funzionale allo sviluppo di nuove attività economiche, migliora la fruibilità di beni e servizi ed aumenta la competitività del territorio urbano". Lo ha dichiarato l´assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti, presentando il 16 giugno, al Mib di Trieste, il bando Por Fesr 2007-2013 "Supporto allo sviluppo urbano - sostegno alla realizzazione di piani integrati di sviluppo urbano sostenibile". Attraverso il bando verranno messi a disposizione quasi 20 milioni di euro per la realizzazione di Piani integrati di sviluppo sostenibile (Pisus), sostenuti con finanziamenti variabili da un minimo di 3 ad un massimo di 6 milioni di euro. I Pisus verranno presentati dai Comuni (in forma singola o associata) con il coinvolgimento delle Camere di Commercio, delle Pmi e dei Consorzi di imprese commerciali, artigiane, turistiche e di servizi entro il 15 novembre prossimo (la graduatoria verrà redatta entro il 15 aprile 2012) e sarà dato corso all´attuazione delle iniziative che vedranno la partecipazione attiva della comunità locale e favoriranno il potenziamento delle risorse sociali ed economiche mediante l´individuazione di nuove strategie d´intervento. "Puntiamo all´incremento della qualità delle aree urbane in termini sociali, ambientali, economici e di mobilità, un obiettivo al quale i Comuni concorreranno partecipando alla realizzazione dei piani per il 23 per cento dei costi", ha rilevato l´assessore, notando che la somma messa a disposizione del bando farà complessivamente da volano a 50 milioni di euro di interventi. La riqualificazione del territorio è un obiettivo perseguito dall´Amministrazione regionale attraverso una serie di norme che hanno confermato l´attenzione riservata ai centri urbani primari e alla loro salvaguardia storica ed artistica sin dalla L.r.2/83, "che ha permesso di valorizzare il nostro patrimonio architettonico favorendo al contempo l´insediamento di attività imprenditoriali" ha detto l´assessore. In seguito, oltre a garantire il corretto utilizzo dell´asse Iv del Por Fesr anche con l´aiuto di strumenti di pianificazione territoriale, la Regione ha supportato azioni di marketing territoriale a sostegno dell´attività associativa locale e sono stati favoriti l´artigianato artistico, lo sviluppo della capacità di ospitalità dei borghi, la tutela dei locali storici, la valorizzazione delle località termali di montagna ed ora, con il nuovo Polo termale di Grado, anche di quelle costiere. Il territorio di riferimento del nuovo bando comprende i Comuni già riconosciuti di valenza turistica dal precedente Governo regionale e pertanto, oltre a Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine, potranno partecipare al bando anche Cormons, Gradisca d´Isonzo, Monfalcone, Aviano, Maniago, Sacile, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Muggia, Cervignano, Cividale, Codroipo, Gemona, Latisana, Manzano, Palmanova, Pontebba, San Daniele del Friuli, San Giorgio di Nogaro, Tarcento, Tarvisio, Tolmezzo.  
   
   
PUGLIA: CONSUNTIVO 2011 E PRIMA VARIAZIONE BILANCIO 2011  
 
 Bari, 20 giugno 2011 - L’assessore al Bilancio, Michele Pelillo, ha presentato il 16 giugno in conferenza stampa, il rendiconto consuntivo 2011 e l’assestamento con la prima variazione di bilancio per il 2011, approvate ieri in Giunta. “Questa è una fase importante come quella di fine anno – ha detto Pelillo. Il consuntivo 2010 ci consegna dati molto positivi. Il 2010 è stato un anno spartiacque, che divide la storia delle finanze regionali in due ere geologiche. Sono infatti cambiate le regole del gioco del patto di stabilità, le regole sancite dal piano di rientro hanno cambiato tutto. Si sono ridotti drasticamente i trasferimenti dallo Stato alle Regioni, la Puglia avrà 300 milioni in meno. Tutto questo modifica a fondo i rapporti con le Regioni”. “La Puglia gioca in attacco: nel 2010 consegue il rispetto del patto di stabilità ed è tra le 4 regioni più virtuose per imposizione fiscale (con Basilicata, Toscana e Veneto). In questo modo il bilancio regionale ne risulta straordinariamente rafforzato. Nella nostra legge abbiamo inserito il fondo rischi, che ci ha permesso di affrontare problemi come i consorzi di bonifica (con 130 milioni di debiti). Abbiamo avviato la transazione con Merrill Lynch per buttarci alle spalle la storia del Bond, con l’assenso di ministeri, Procura e Corte dei conti, per mettere tutto in sicurezza. Il piano di rientro poi rafforza il bilancio, con la certezza che i conti siano al sicuro. Con il consuntivo abbiamo rafforzato il calo dello stock di debito: siamo passati da 2,7 miliardi del 2004 agli attuale 1,6 miliardi nel 2011, un calo del 40%. I conti quindi sono in ordine, ma ci sono due grandi criticità: il patto di stabilità e il fondo sanitario regionale, che hanno variabili che non dipendono da noi. Stiamo lavorando con Anci e Upi per varare il patto di stabilità regionale, ma il patto di stabilità è il problema dei problemi”. Passando alle norme della variazione 2011, Pelillo ha annunciato che “l’avanzo di amministrazione 2010 è di circa 33 milioni di euro. Ma le richieste che mi sono attivate dai vari assessorati sono per oltre 100 milioni. Tutte richieste legittime, ma non abbiamo a disposizione questo “tesoretto” per far di tutto. Così abbiamo deciso di puntare sul cofinanziamento dei programmi europei e sul sostegno ai lavoratori a rischio”. Il 90% dei 33 milioni andranno a Arif, consorzi di bonifica, ex comunità montane e Ryanair: 13 milioni per gli ottocento dipendenti Arif da stabilizzare e per i circa 300 ex Sma: in totale, circa 1300 lavoratori da assumere; 9 milioni per i consorzi di bonifica per far partire la riforma e mettere in grado di lavorare il commissario; 450mila euro per pagare i dipendenti dei consorzi di bonifica, 6 milioni per l’accordo con Ryanair”. “In più – conclude Pelillo - dismettiamo le partecipazioni nelle società di trasporto pubblico di Brindisi e Lecce: per quest’ultima, in rosso, dovremo pagare 1,2 milioni per l’ultima volta per evitare il fallimento”. “Infine le norme sul demanio marittimo: abbiamo riscritto le sanzioni sul lavoro nero sulle spiagge, rendendole applicabili: la violazione comporterà la decadenza delle concessioni. E la reiterata violazione dell’ordinanza balneare comporterà ugualmente la decadenza delle concessioni”.  
   
   
MILANO, CONSIGLIO COMUNALE. LUNEDÌ ALLE 16.30 SEDUTA INAUGURALE: DIRETTA WEB E MAXISCHERMO IN PIAZZA SAN FEDELE  
 
Milano, 20 giugno 2011 – Oggi alle ore 16.30, nell’Aula consiliare di Palazzo Marino si terrà la seduta inaugurale del Consiglio comunale convocata dal Sindaco Giuliano Pisapia e presieduta, fino all’elezione del Presidente, dal consigliere anziano (l’eletto con la più alta cifra elettorale individuale, data dalla somma dei voti di lista e delle preferenze riportate). Dopo la diminuzione da 80 a 60 consiglieri intervenuta con la prima elezione diretta del Sindaco nel mandato 1993-1997, l’Assemblea di Palazzo Marino subisce un’ulteriore riduzione da 60 a 48 consiglieri, di cui 29 di maggioranza e 19 di minoranza. Oltre la metà dei consiglieri (26) sono al loro primo mandato consiliare. I milanesi potranno seguire la seduta in diretta sulla home page del sito del Comune ( www.Comune.milano.it/ ) e sul maxischermo installato per la prima volta in piazza San Fedele. L’ordine del giorno prevede: Esame della condizione di eleggibilità degli eletti; Surroga di consiglieri dimissionari o cessati dalla carica; Giuramento del Sindaco; Elezione del Presidente del Consiglio comunale. L’elezione avverrà a scrutinio segreto, a maggioranza di 2/3 (33 consiglieri) nelle prime due votazioni e della metà più uno (25 consiglieri) dalla terza votazione in poi. Elezione della Commissione elettorale comunale; Comunicazione del Sindaco in merito alla composizione della Giunta comunale; Comunicazione del Sindaco relativamente agli indirizzi generali di governo.  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: RIPARTITE LE COMPETENZE FRA GLI ASSESSORI DELLA NUOVA GIUNTA REGIONALE  
 
Trento, 20 giugno 2011 - Il Presidente della Regione Lorenzo Dellai ha firmato il decreto che assegna le competenze agli assessori della nuova Giunta regionale, che può ora lavorare nella piena operatività. Il Presidente mantiene le competenze sul personale, sul bilancio, sulla normativa di attuazione e sulle iniziative relative alla funzionalità degli uffici giudiziari. Il Vicepresidente Luis Durnwalder mantiene le competenze sulle iniziative europee e sugli interventi in favore delle popolazioni extracomunitarie. Al Vicepresidente Roberto Bizzo viene assegnata la delega sull’ordinamento degli enti locali, sul personale dei comuni e sulle elezioni dei consigli comunali. All’assessore Martha Stocker vengono confermate le competenze sulla previdenza e sulle assicurazioni sociali, sulla previdenza integrativa e sull’ordinamento delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (Ipab) e delle aziende pubbliche di servizi alla persona (Apsp). All’assessore ladino Luigi Chiocchetti vengono assegnate le competenze relative alla valorizzazione delle minoranze etniche regionali e quelle sulle funzioni regionali in materia di Giudice di pace ad eccezione delle attribuzioni proprie del Presidente. La prima riunione del nuovo esecutivo è convocata per il 5 luglio a Bolzano.  
   
   
AREA VASTA: QUELLO DELL’ESTAV PISA (ENTI PER I SERVIZI TECNICO AMMINISTRATIVI DI AREA VASTA) UN RUOLO CRUCIALE  
 
Pisa, 20 giugno 2011 - L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha partecipato il 16 giugno all’inaugurazione della nuova sede dell’Estav nord ovest, in via Cocchi a Pisa. L’immobile, di proprietà della Regione Toscana, ospita anche la Asl 5 di Pisa. Con l’assessore, erano presenti al taglio del nastro il direttore dell’Estav nord ovest, Brunero Baldacchini, il direttore generale della Asl 5 Rocco Damone, il sindaco di Pisa Marco Filippeschi e il vescovo di Pisa monsignor Giovanni Paolo Benotto. “L’estav è un organismo di grande importanza – ha sottolineato l’assessore Scaramuccia -, garanzia di qualità, innovazione, risparmio. Ed è la dimostrazione della nostra capacità di fare sistema. Voglio ringraziare tutti gli operatori che ci lavorano: il loro è un mestiere che appare meno e non viene sufficientemente apprezzato, ma in realtà è cruciale, perché consente ai professionisti di svolgere bene il loro lavoro, e garantisce la solidità del sistema. Siamo una delle poche Regioni che sono riuscite a darsi questa organizzazione”. L’estav nord ovest è uno dei tre Estav (Enti per i servizi tecnico amministrativi di Area Vasta) della Toscana, che, in seguito alla legge regionale 40 del 2005 e a successive delibere di giunta, svolgono le funzioni tecniche, amministrative e di supporto alle aziende sanitarie. Con risultati di ottimizzazione, razionalizzazione, trasparenza, efficienza, risparmio; gli altri sono Estav Centro e Estav sud est. La nuova sede ha un’estensione di 13.875 metri quadrati (con una superficie coperta di 4.870 mq.) ed è un Centro multifunzionale di Area Vasta. Nei nuovi edifici si trovano il Centro didattico per la formazione multidisciplinare e il Magazzino polifunzionale di Area Vasta: quest’ultimo ospita le cartelle cliniche (24 chilometri di pratiche inserite in un sistema robotizzato di stoccaggio e recupero documentale), il magazzino emoderivati e il Centro stampa. “Tutti progetti – ha detto il direttore dell’Estav nord ovest Brunero Baldacchini – che negli anni consentiranno risparmi di parecchi milioni di euro. Inoltre, il concetto di Area Vasta viene tradotto in concreto, con una struttura formativa a disposizione delle varie aziende per attività didattiche e logistiche di Area Vasta”.  
   
   
FVG, ENTI LOCALI: INTESA SU DISCIPLINA INDENNITÀ AMMINISTRATORI  
 
 Udine, 20 giugno 2011 - , Il Consiglio delle autonomie locali, riunitosi il 16 giugno a Udine sotto la presidenza del sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, ha riesaminato la delibera della Giunta regionale riguardante la "Disciplina relativa alle indennità ed ai gettoni di presenza, nonché ai rimborsi delle spese di viaggio, vitto ed alloggio per gli amministratori degli Enti locali della Regione Friuli Venezia Giulia". A illustrare il provvedimento è stato l´assessore regionale alla Funzione pubblica, Andrea Garlatti. Il Consiglio ha approvato a maggioranza l´intesa sul provvedimento (16 favorevoli, 2 contrari e 3 astenuti) con l´esclusione del punto 23 della deliberazione della Giunta regionale, con il quale si intendeva dare facoltà a ciascun amministratore locale di rinunciare in tutto o in parte alle indennità di funzione e di presenza spettanti. Parere favorevole è stato espresso anche sul Regolamento di attuazione della legge 19 del 2010 per la promozione e la diffusione dell´amministrazione di sostegno a tutela dei soggetti deboli, con la raccomandazione rivolta al legislatore regionale - non è infatti questa materia regolamentare - di prevedere in futuro rimborsi spese a favore degli amministratori di sostegno. Il Consiglio ha dato il suo parere positivo su due altri Regolamenti riguardanti la concessione di incentivi per l´assunzione di soggetti disabili, mentre la seduta è stata aggiornata per un ulteriore approfondimento sul progetto di legge contenente "Norme in materia funeraria e di polizia mortuaria".  
   
   
GESTIONI ASSOCIATE, 2 MLN PER 81 PICCOLI COMUNI LOMBARDI PREMIATO CHI UNISCE LE FORZE PER SERVIZI MIGLIORI  
 
 Milano, 20 giugno 2011 - Regione Lombardia mette a disposizione 2 milioni di euro per i piccoli Comuni che hanno presentato progetti di gestione associata dei servizi. Si tratta di un secondo provvedimento rivolto a 81 Comuni, che sono stati riammessi al contributo previsto per il 2010. I fondi, suddivisi in 1.700.000 euro di contributo ordinario e 300.000 di contributo straordinario, andranno a 21 Unioni dei Comuni e 1 Comunità Montana. ´Questo nuovo provvedimento - ha spiegato l´assessore alla Semplificazione e Digitalizzazione Carlo Maccari - si aggiunge ai 2,8 milioni di euro stanziati con il riparto di inizio dicembre 2010 per 31 Unioni di Comuni e Comunità Montane. Si tratta di un ulteriore impegno della Regione verso le piccole realtà, che negli ultimi quattro anni ha visto uno stanziamento di 34 milioni di euro e altri 10 milioni sono previsti per il 2011´. Il contributo permetterà l´attivazione di 273 servizi, che vanno dai sistemi informativi all´assistenza scolastica, al servizio di protezione civile e polizia locale fino alle biblioteche e alla manifestazioni turistiche. ´Stiamo vivendo una fase - ha proseguito Maccari - nella quale le risorse vanno gestite con la massima efficienza per evitare gli sprechi e, proprio per questo, il nostro impegno per assicurare alle zone periferiche della Lombardia questa linfa vitale per le casse comunali credo sia un´operazione doverosa´. ´Non possiamo dimenticare - ha concluso Maccari - che la forza e la ricchezza non si trovano solo nei grandi centri della Lombardia. Dei 1544 Comuni lombardi, 1093 hanno meno di 5000 abitanti. Per questo motivo i piccoli Comuni, che contano il 71 per cento delle amministrazioni, rappresentano l´anima più profonda del territorio e per loro l´attenzione della Regione deve essere sempre massima´. Di seguito i soggetti ammessi al contributo ordinario e straordinario: Provincia Di Bergamo - 16 Comuni - 120.329 Euro Capizzone, Bedulita, Costa Valle Imagna e Strozza 40.000 euro Comunità Montana Valle Imagna 80.329 euro; Provincia Di Brescia - 11 Comuni - 247.987 Euro Alta Valle Camonica 111.072 euro Bassa Valle Camonica 44.757 euro Valle del Garza 92.158 euro; Provincia Di Cremona - 10 Comuni - 575.580 Euro Calvatone e Tornata 101.305 euro Corte de Frati e Olmeneta 155.245 euro Municipia 174.056 euro Palvarete Nova 144.974 euro; Provincia Di Lecco - 12 Comuni - 244.112 Euro Valletta 32.429 euro Centro Valsassina e della Grigna Settentrionale 85.507 euro Valvarrone 126.176 euro; Provincia Di Milano - 2 Comuni - 80.638 Euro Basiano e Masate 80.638 euro; Provincia Di Pavia - 24 Comuni - 630.747 Euro Terra dei Gelsi Oltrepò Pavese 54.847 euro Cervesina, Pancarana, Pizzale 170.896 euro Colline d´Oltre Po 89.703 euro Valle del Po 73.337 euro Campospinoso Albaredo 103.738 euro Pieve Porto Morone,badia Pavese,monticelli Pavese 74.154 euro Basso Pavese 64.072 euro; Provincia Di Sondrio - 4 Comuni - 67.242 Euro Orobie 67.242 euro; Provincia Di Varese - 2 Comuni - 26.273 Euro Lonate Pozzolo e Ferno 26.273 euro.  
   
   
MILANO: LINEE PROGRAMMATICHE APPROVATE DALLA NUOVA GIUNTA  
 
 Milano, 20 giugno 2011 -  Giuliano Pisapia Sindaco,partecipate, Innovazione Risorse umane e organizzazione Giovani, Agenda digitale, Sistemi informativi, Avvocatura, Facility management, Comunicazione ,Sistema di gestione della qualità, Giunta. Di seguito il testo con le “Linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato” approvate il  15 giugno 2011, nel corso della prima Giunta guidata dal Sindaco Giuliano Pisapia. Linee Programmatiche Relative Alle Azioni Ed Ai Progetti Da Realizzare Nel Corso Del Mandato La visione generale Obiettivo generale dell’azione di governo per i prossimi cinque anni sarà costruire il futuro di una città globale, coesa e protagonista di un nuovo sviluppo economico, sociale, culturale, intergenerazionale. Sarà una Milano che accoglie e valorizza la tradizione di solidarietà ospitale ambrosiana e la grande risorsa di una società civile aperta e inclusiva. Un modello declinato nei seguenti dieci punti di progetto. 1. Milano orgogliosa della sua storia di sviluppo civile e sociale, della sua produzione e del suo lavoro, della sua fedeltà alla democrazia e alla partecipazione in cui sono nate la Cooperazione, la prima Camera del Lavoro, la prima Associazione di industriali, i partiti di massa socialista e cattolico; Milano capitale dell’antifascismo e Medaglia d’Oro della Resistenza, che ospita la Casa della Memoria e la Fondazione della Shoah. 2. Milano più giovane, perché città in grado di generare futuro per le nuove generazioni, capace di evitare che i suoi giovani siano costretti ad andare altrove seguendo un lavoro precario o una casa a buon mercato. Milano città in cui si arriva e si rimane per scelta, perché ci si vive bene, perché si lavora, si studia, si può formare una famiglia e far crescere bambini. 3. Milano più bella e verde, perché ricca di spazi urbani curati, in quartieri che sono città e non periferie; con un’edilizia e un disegno urbanistico ben progettato e con tanto spazio in cui muoversi, perché la terra e il verde sono spazi di vita e socializzazione e l’aria, finalmente pulita, non è una minaccia per la salute. Una città dove si possa andare in bicicletta, a piedi o con i mezzi pubblici anche di notte. Una città che trasforma e riutilizza quello che c’è e che provvede a regolare anche il sottosuolo, il rumore, le acque. 4. Milano capitale dello studio, delle attività e della produzione culturale; capitale del lavoro, perché ancora una volta ha promosso l’istruzione pubblica, i nuovi saperi, la ricerca, le produzioni che assicurano lavoro di qualità e determinano nuova ricchezza; città che chiede alla scienza, al diritto e all’economia di essere riferimento per le politiche pubbliche. 5. Milano più giusta, che riconosce e si avvale della ricchezza e delle competenze delle donne, che afferma i diritti fondamentali civili e sociali. Milano con un Welfare che non lasci sole o ai margini le persone anziane e quelle con difficoltà gravi. Una Milano in cui democrazia non è solo il voto – per tutti quelli che ci abitano – ma pratica riconosciuta e promossa attraverso processi di vera cittadinanza e partecipazione attiva. 6. Milano più libera, in cui si possa scegliere la propria vita e costruire il proprio futuro, vivere relazioni di conoscenza, di amicizia, di amore, di coppia senza temere discriminazioni o pregiudizio, senza il peso oppressivo del bisogno o dell’esclusione, in cui nessuno si senta solo o straniero. Una città che ripropone come pubblici, cioè ricchezza collettiva che produce valore e lavoro, i servizi a rete: acqua, energia, trasporto, wi-fi. Libera anche perché costruisce l’autonomia di chi non ha le abilità degli altri, di chi si misura con ostacoli materiali che i più nemmeno vedono. 7. Milano città aperta, che riconsegna ai cittadini spazi e sedi pubbliche, scuole, biblioteche, negozi e alloggi popolari; che usa le risorse che possiede perché siano centri di vita permanenti; che si riconverte alle energie rinnovabili, al cablaggio e al wi-fi; che entra nella rete delle città virtuose per consumi e standard ambientali; che ha il mondo dentro di sé e vive nel mondo. 8. Milano città della buona amministrazione, in cui l’ente pubblico è vicino al cittadino ed è suo amico, con funzionari e dipendenti parte attiva della trasformazione. Milano che ha un progetto per usare bene le risorse pubbliche e mobilitare quelle private, che vuole costituire il governo della area metropolitana e istituire Municipi con poteri effettivi al posto delle Zone, che vuole il controllo dei cittadini sul funzionamento dei servizi. Milano città che torna alla dignità della tradizione municipale che è la sua storia. 9. Milano città per l’Italia, che con le altre grandi città del Nord opera per un vero federalismo di responsabilità e solidale, che riconfermi il patto unitario della Costituzione e della Repubblica. Una città che si impegna con le altre per le grandi reti e le aziende partecipate per le nuove politiche energetiche e ambientali, per la collaborazione tra i sistemi universitari, per il rapporto con il Nord e il Centro Europa come con l’area mediterranea; che si propone ancora e di nuovo come riferimento nei settori più avanzati delle nuove scienze e tecnologie, della produzione culturale e della innovazione. 10. Milano e l’Expo, perché il 2015 lasci lavoro, intelligenza e spazi pubblici; una tappa della cultura mondiale che presenta i problemi e propone le soluzioni per “Nutrire il Pianeta, energie per la vita”; un modello di futuro per una agricoltura moderna, cioè naturale e scientifica, in tutta la filiera dalla produzione alla conservazione, dalla logistica all’industria alimentare; che esalta il patrimonio di cultura della produzione e della alimentazione, di cui siamo parte importante. Una Expo diffusa in città, nell’area metropolitana, nel Parco Agricolo Sud.  
   
   
PARMENSE EXPORT PUNTO DI FORZA, TEMA: L’OCCUPAZIONE GIOVANILE PRESENTATO IN PROVINCIA IL RAPPORTO DELL’OML SUL QUARTO TRIMESTRE 2010  
 
 Parma, 20 giugno 2011 - Un andamento congiunturale ancora positivo per l’industria parmense, un’economia con l’export che continua a guidare la ripresa e 623 nuovi posti di lavoro. 1717 nel 2010 di cui 1414 giovani, tanti ma non sufficienti a colmare il bisogno di occupazione giovanile. Si spiega così quel 17,4 % di disoccupazione giovanile messo in luce nel Rapporto dell’Osservatorio del Mercato del lavoro presentato il 16 giugno in Provincia ai rappresentanti del mondo economico e sociale del territorio. I dati illustrati dal responsabile Pier Giacomo Ghirardini, e elaborati insieme a Monica Pellinghelli, riguardavano il quarto trimestre 2010 fornendo anche spunti di valutazione per l’andamento del 2010. Un’analisi preziosa, come ha ricordato il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari che ha condotto l’incontro “per mettere a punto gli strumenti di intervento della Provincia, non ultimo quelli attivati con l’accordo per il lavoro e lo sviluppo siglato alcuni giorni fa e pensato proprio per affrontare la nuova fase, oppure per l’attività che continua incessantemente con i tavoli istituzionali rivolti alle aziende in crisi che continuiamo ad affrontare”. In un quadro nazionale in cui l’export decelera e sono ferme la ripresa industriale e l’occupazione, con una regione “forte” , nella Provincia di Parma resta l’export, cresciuto anche nel quarto trimestre (3,7%) a guidare la ripresa nel cuore delle attività manifatturiere. Nel complesso dell’economia gli avviamenti al lavoro hanno continuato a crescere ( variazione tendenziale 17,7 congiunturale 2,2) e la domanda di lavoro nelle attività manifatturiere conosce una forte accelerazione (22,8 e 7,4) I posti di lavoro creati sono 623 solo nel quarto trimestre, 1.779 nel 2010 e si registra, per la prima volta dopo la crisi, un saldo positivo significativo di 314 unità nelle attività manifatturiere di cui 156 nella food industry. Importante anche il contributo dei servizi alle imprese (231 unità) e del lavoro interinale (243) e nel commercio ( 379) per lo sviluppo della grande distribuzione organizzata (Gdo) mentre nel settore degli alberghi e ristoranti (597 unità) si spiega con un boom del lavoro intermittente arrivati a 3.394 unità a dine 2010. Dei 1779 posti di lavoro creati del 2010 (prevalgono part-time, lavoro intermittente, altre tipologie e cresce il tempo determinato) - 1417 sono di giovani dai 15 ai 24 anni. Ma mentre gli adulti colpiti dalla crisi tendono recuperare, e la domanda del manifatturiero sostiene l’occupazione degli stranieri, i dati dell’Oml dicono che anche in provincia di Parma il problema principale resta la disoccupazione giovanile: passata dal 12, 7 al 17,4% nel 2010 (22,4% per l’Emilia-romagna e 27,8% per l’Italia). L’attuale ritmo di crescita non ha quindi consentito di riassorbire la disoccupazione giovanile che, secondo i dati Istat, rimane attestata intorno alle 8 mila persone in cerca di occupazione, come dato medio annuo riferito al 2010. “A differenza di quello che succede nel resto del paese noi abbiamo una ripresa qualificata e sarebbe sbagliato dire ai giovani di non impegnarsi nella formazione perché invece abbiamo una forte richiesta di manodopera tecnica e specialistica - ha detto Ghiradini per il quale occorre dare “un segnale di fiducia e investimento in una economia che ha un tasso di crescita che è molto più vicino a quello tedesco che a quello italiano e che ancora vede un incremento notevole dell’export nella parte tecnologicamente più qualificata della nostra economia”. I posti di lavoro alle dipendenze complessivamente recuperati dall’inizio della ripresa (ossia nel periodo dal luglio 2009 al dicembre 2010), sono stimabili in 1.600/1.800 unità circa, sui 3000persi secondo l’Istat. Mentre restano gli esiti di precedenti crisi industriali a livello di mobilità, il ricorso agli ammortizzatori sociali, che resta notevole nel settore termale e nelle costruzioni, nelle attività manifatturiere ha però invertito la tendenza nel 2010  
   
   
LAVORO ATIPICO, PROTOCOLLO D’INTESA FRA SINDACATI E REGIONE TOSCANA PER RAFFORZARE GLI SPORTELLI  
 
Firenze, 20 giugno 2011 - Si rafforza la rete di sostegno per i lavoratori atipici che estende i suoi servizi anche ai lavoratori che hanno perso il posto per colpa della crisi e ai giovani stagisti e tirocinanti. Un’intesa fra Regione e organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil è stata siglata il 16 giugno con l’obiettivo di integrare e potenziare gli sportelli diffusi sul territorio e gestiti dalle organizzazioni sindacali (Sportelli prometeo) per il informare, orientare, assistere i lavoratori atipici, nella rete dei Servizi per l’impiego. In particolare l’intesa fa riferimento alle due nuove tipologie, purtroppo in crescita a causa della crisi: i lavoratori in cassa integrazione o in mobilità e i giovani tirocinanti e stagisti. “Il prolungarsi della crisi e soprattutto dei suoi effetti sull’occupazione – spiega l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – ci impongono di proseguire nell’impegno per sostenere e rafforzare le opportunità di lavoro, di rafforzare le azioni per qualificare e stabilizzare i lavoratori precari, potenziare la formazione. Tutto questo può oggi essere fatto anche con l’apporto dei 56 sportelli Prometeo che, tramite le organizzazioni sindacali, sono diffusi nell’intero territorio regionale e quindi possono rapportarsi meglio ai cittadini e ai servizi locali” . Grazie all’intesa Regione-sindacati, gli sportelli per il lavoro atipico entrano a far parte a pieno titolo dei Servizi per l’impiego e diventano un punto di riferimento per una vasta platea di utenti, in grado di promuovere azioni ed interventi specifici per la promozione di buone pratiche contro la discriminazione e per l’inclusione sociale, la promozione di una occupazione regolare e di qualità. Gli sportelli Prometeo sono previsti dal Protocollo per i lavori atipici, siglato da Regione e sindacati nel marzo 2010. Il protocollo prevede l’attivazione di una rete di sportelli, in collegamento con il sistema regionale dei Servizi per l’impiego, che devono prevedere e svolgere attività di informazione sulle opportunità esistenti, orientamento, assistenza; un sistema di formazione permanente in grado di sostenere percorsi formativi individuali, azioni di tutoraggio, azioni finalizzate a rafforzare i percorsi di professionalizzazione e stabilizzazione professionale. Gli sportelli si impegnano inoltre a fornire il libretto formativo ai lavoratori in Cig e mobilità in deroga. Nel libretto saranno registrate, oltre alle esperienze lavorative/professionali, le competenze acquisite durante la formazione formale. Gli Sportelli si impegnano a fornire agli utenti interessati tutte le informazioni necessarie relative ai tirocini e agli stage di qualità che si attiveranno dal giugno 2011 in Toscana.  
   
   
REGIONE CALABRIA: INCONTRA UN DELEGAZIONE DEI DIPENDENTI DELLE COMUNITÀ MONTANE  
 
 Catanzaro, 20 giugno 2011 - L’assessore regionale all’Agricoltura Michele Trematerra e il sottosegretario alle Riforme Alberto Sarra hanno incontrato, a Catanzaro, nella sede dell’assessorato di Via Molè, una delegazione dei dipendenti delle Comunità Montane e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali. Nel corso del preannunciato incontro sono state evidenziate le problematiche che attanagliano il comparto, con particolare riferimento alla questione del mancato stanziamento statale delle risorse necessarie a garantire gli emolumenti stipendiali dei dipendenti degli enti montani. “Nonostante sia venuto meno l’intervento dello Stato attraverso il fondo consolidato – ha dichiarato Trematerra - la Regione Calabria ha finora garantito lo stanziamento di circa 14 milioni di euro, sufficienti ad assicurare l’erogazione degli stipendi ai dipendenti fino al mese di febbraio 2011”. L’assessore Trematerra, congiuntamente al sottosegretario Sarra, nel farsi interprete delle istanze delle parti, ha assicurato il suo deciso l’impegno e della Giunta regionale presso il Governo nazionale affinché la quota del fondo nazionale, cosiddetto “consolidato”, pari ad 8 milioni di euro circa, possa essere definitivamente trasferita alla Regione Calabria. Inoltre, Trematerra e Sarra, hanno garantito che sottoporranno all’attenzione della Giunta regionale le problematiche emerse, affinché il competente assessorato al Bilancio si impegni ad individuare, nel breve periodo, le risorse necessarie alla corresponsione degli stipendi maturati ad oggi dai dipendenti delle Comunità Montane. In conclusione, gli esponenti del governo regionale, hanno evidenziato come, nell’ambito del progetto di riforma proposto dalla Regione, riguardante il riordino degli Enti preposti alla gestione delle politica della montagna, ed attualmente all’esame del Dipartimento nazionale degli Affari regionali, trovi definitiva soluzione la complessa problematica delle Comunità Montane.  
   
   
PUGLIA: AVVIO AI 16 PATTI SOCIALI DI GENERE  
 
Bari, 20 giugno 2011 - Questa mattina alle ore 9, nella Sala Conferenze dell’Assessorato Risorse Agroalimentari, della Regione Puglia, l’Assessore Gentile presenzia alla firma delle convenzioni con i rappresentanti dei 16 raggruppamenti che gestiranno le sperimentazioni sui territori. Introdotti in Puglia dalla L.r. 7 del 21 marzo 2007 “Norme per le politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro in Puglia” con l’obiettivo di attivare e diffondere strumenti di conciliazione, i Patti sociali di genere rappresentano uno degli esperimenti più interessanti delle politiche territoriali avviate in Italia a partire dalla seconda metà degli anni novanta. I Patti sono accordi territoriali fra istituzioni, imprese private, organizzazioni sindacali e imprenditoriali, sistema scolastico per promuovere la sperimentazione di formule di organizzazione del lavoro orientate alla conciliazione vita – lavoro e all’equa distribuzione del lavoro di cura tra i sessi. I progetti, che prendono avvio lunedì 20 giugno con la firma delle convenzioni fra Regione Puglia e soggetti attuatori possono imprimere un concreto cambiamento nello scenario delle politiche di conciliazione vita-lavoro poiché agiscono su più fronti contemporaneamente andando ad incidere anche sulla contrattazione decentrata con la sperimentazione di forme di flessibilità negli orari di lavoro, di azioni e strumenti in ottica family friendly e di responsabilità sociale delle imprese. Sono circa 2.750.000 euro le risorse disponibili per finanziare le 16 iniziative selezionate. Oltre il 60% delle risorse provengono dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, grazie all’Intesa “Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” approvata dalla Conferenza unificata Stato Regioni del 29 aprile 2010 e sottoscritta con le regioni italiane per l’avvio di progetti innovativi in questo ambito. Dei 16 progetti approvati, 8 sono promossi da istituzioni pubbliche e 8 da organizzazioni private. I progetti presentati sono il frutto di una lunga e intensa fase di concertazione e di contrattazione territoriale fra i soggetti locali (istituzionali e non), finalizzata a definire l’area geografica di riferimento, delineare la strategia d’intervento e stimolare e raccogliere i progetti di conciliazione e di supporto alla genitorialità. Ognuno degli attori coinvolti assume degli impegni vincolanti sulla base delle rispettive competenze e possibilità per consentire o agevolare la realizzazione dei progetti.  
   
   
SARDEGNA: NUOVE OPPORTUNITÀ DI LAVORO IMPARANDO I MESTIERI DI UNA VOLTA  
 
Cagliari, 20 giugno 2011 - L’assessorato regionale del lavoro ha pubblicato il bando “antichi mestieri”. Il progetto, tramite corsi e tirocini formativi, favorisce l’apprendimento di antichi mestieri artigiani a rischio di estinzione e l’inserimento professionale nel settore dell’artigianato di qualità e lo sviluppo di imprese artigiane. L’operazione finanziata con i fondi comunitari del Por Fse Sardegna 2007/2013, prevede anche servizi di consulenza e accompagnamento diretti a favorire l´inserimento lavorativo e la creazione d’impresa. L’iniziativa è rivolta a disoccupati e persone in cerca di prima occupazione, residenti in Sardegna o, in caso di emigrati, in possesso di regolare permesso di soggiorno. Per partecipare è necessario aver compiuto 18 anni e avere il diploma di licenza media; è inoltre richiesta una minima esperienza, pratica o acquisita tramite corsi, nei settori artigianali previsti. Lunedì 4 luglio 2011, dalle ore 10 alle 13, si terrà un convegno presso il centro polivalente di Cabras (Or), via Tharros 121. Al Convegno saranno presenti sia i maestri artigiani che daranno dimostrazione pratica della propria attività lavorativa, sia le agenzie formative che informeranno gli utenti in merito alle rispettive iniziative. Le Attività Di Formazione I soggetti selezionati avranno l’opportunità di imparare un mestiere artigianale, che dovrà essere scelto tra i ventuno proposti . Il percorso di apprendimento si svolgerà attraverso corsi di formazione in aula (da 100 a 150 ore) e tirocini pratici presso botteghe/imprese artigiane (da 400 a 650 ore). Agli allievi frequentanti verrà erogata un’indennità di frequenza e il rimborso spese viaggi. Tutti coloro che concluderanno il ciclo formativo e di stage di Antichi Mestieri, saranno chiamati a partecipare a un ulteriore avviso di selezione, che prevede l’erogazione di incentivi per la creazione di imprese artigiane in proprio. Le agenzie formative che terranno i corsi pubblicheranno a fine giugno gli avvisi per poter presentare le domande di partecipazione.  
   
   
SICUREZZA: POLVERINI INAUGURA PRESIDIO POLIZIA PRESSO NUCLEO CURE PRIMARIE FREGENE  
 
Roma, 20 giugno 2011 - "La Regione - ha spiegato Polverini - ha messo a disposizione una struttura e ovviamente ha avuto a proprio carico la ristrutturazione. Abbiamo il dovere di raccogliere le istanze dei cittadini e di usare i soldi pubblici per le esigenze primarie della regione". Il posto di Polizia, che resterà aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20 per il periodo dal 15 giugno al 30 settembre, sarà affidato ad un Ufficiale di polizia giudiziaria preposto alla ricezione delle denunce e che assicurerà il raccordo con il servizio di pronto intervento e con gli uffici investigativi della Questura, in base alle esigenze degli utenti. La nuova sede, ubicata presso i locali della struttura ospedaliera presente sul territorio, consente di azzerare le spese di locazione passiva e di manutenzione, imposti invece dalla struttura privata precedentemente in uso e non più attiva da circa un anno. "Stiamo riorganizzando il sistema sanitario - ha aggiunto Polverini - Per la prima volta il Lazio viene indicato nella relazione della Corte dei Conti come la Regione che consente all´Italia di abbassare fortemente il debito sanitario. Stiamo avviando la nostra Regione verso ospedali di straordinaria eccellenza ma soprattutto - ha concluso - presidi sul territorio che sappiano rispondere alle nuove esigenze, alle nuove patologie e ai nuovi stili di vita delle persone".  
   
   
CONVEGNO: LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE IN ITALIA QUALE FUTURO? PRESENTAZIONE DELLO STUDIO SULLO STATO DEL SISTEMA DI ASILO IN ITALIA E PROPOSTE PER UNA SUA EVOLUZIONE  
 
Roma, 20 giugno 2011 - È alle sue battute finali una ricerca che per la prima volta in Italia traccia un quadro generale sullo “stato del sistema asilo” e sul reale livello di accoglienza garantito ai richiedenti asilo e ai titolari di protezione internazionale ed umanitaria. La ricerca, condotta sul campo per diversi mesi, esamina i profondi cambiamenti che si sono verificati negli ultimi anni in materia di asilo, anche a seguito del recepimento nell’ordinamento delle Direttive europee in materia di accoglienza, qualifiche e procedure. La ricerca contiene sia idee per affrontare le principali criticità a livello di organizzazione dei servizi, sia proposte relative all’opportunità di modifiche normative o regolamentari. Una sintesi dei principali dati e valutazioni emerse nel corso delle ricerca sarà presentata martedì 21 giugno 2011 al Palazzo della Provincia di Roma (Sala Luigi Di Liegro, Via Iv Novembre 119/A) dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Seguirà una breve presentazione di una ricerca sull’applicazione dei decreti di recepimento delle direttive europee su accoglienza, qualifiche e procedure, a cura dell’Università degli Studi di Roma - La Sapienza Parteciperanno, tra gli altri, la Provincia di Roma, l’Aiccre e l’Unhcr. La ricerca sarà esposta dal gruppo di ricerca condotto da Asgi. A seguire interverranno la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, il Dipartimento Protezione Civile Nazionale il Servizio Centrale Sprar e il Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno. I lavori continueranno nel pomeriggio con un confronto tra i principali attori istituzionali e gli enti che a livello nazionale ed internazionale operano all’interno del sistema d’asilo.  
   
   
EMIGRATI TRENTINI: 50 LICENZE ICON PER IMPARARE L´ITALIANO  
 
 Trento, 20 giugno 2011 - Con una delibera proposta dal presidente Lorenzo Dellai, competente per materia, e approvata oggi dalla giunta provinciale, è stata indetta la selezione per assegnare cinquanta licenze annuali, con relativi servizi di tutorato e di comunità online, a favore di emigrati trentini all´estero e di loro discendenti per la frequenza, a decorrere dall´anno 2001/2012 di corsi di lingua italiana - livello A1, erogati dal Consorzio Icon (Italian Culture on the Net). Il costo delle licenze ammonterà a 43mila euro e sarà suddiviso sui bilanci 2011 (17.200,00 euro) e 2012 (25.800,00 euro). Per maggiori informazioni consultare il sito "www.Mondotrentino.net". Le domande dovranno essere pervenire entro il prossimo 30 settembre 2011 all´Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento (Via Jacopo Aconcio 5, 38122 Trento); avranno facoltà di presentarle gli emigrati trentini e i loro discendenti, residenti all´estero, che al 30 settembre di quest´anno abbiamo già compiuto i 15 anni d´età. Dovranno pervenire Le domande che perverranno saranno classificate dando in ogni caso la precedenza ai candidati più giovani di età e assicurando a ciascuno dei Paesi sottoelencati il numero di assegnazioni indicate (fra parentesi il numero locale): Brasile, Argentina 5 licenze per ciascun Paese (tot. 10 licenze); Australia, Usa, Canada, Messico, Paraguay, Uruguay 4 licenze cadauno (tot. 28 licenze); Benelux, Bolivia, Bosnia-erzegovina, Colombia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Perù, Romania, Svizzera 1 licenza cadauno (tot. 10 licenze); Altri Paesi 2 licenze.  
   
   
FVG, LOTTA A POVERTÀ: NUOVE SINERGIE PER DIFESA LAVORO  
 
Udine, 20 giugno 2011 - Il costo complessivo della crisi in Friuli Venezia Giulia è stato di oltre 700 milioni di euro, di cui 532 a carico dell´operatore pubblico europeo, nazionale, regionale e poco più di 200 milioni a carico dei lavoratori e delle loro famiglie. La stima è stata illustrata, il 16 giugno dall´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, nel corso del convegno promosso a Udine dalla Regione in collaborazione con le Caritas diocesane sul tema "Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà in Friuli Venezia Giulia: il ruolo delle istituzioni e del volontariato", al quale sono intervenuti anche gli assessori alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic e alla Famiglia, Roberto Molinaro. "A questo costo a carico dei lavoratori si possono conteggiare in detrazione i costi sostenuti dall´Amministrazione regionale e da quelle locali per la realizzazione degli interventi su lavori socialmente utili, lavori di pubblica utilità, contratti di solidarietà, che possono essere considerati maggiori entrate per lavoratori e famiglie: si tratta - ha precisato Brandi - di uno stanziamento di 32 milioni di euro nel triennio considerato. Con questo calcolo il costo della crisi a carico dei lavoratori finisce per attestarsi sui 165 milioni di euro nel triennio". Prima di elencare le azioni promosse e finanziate dalla Regione per fronteggiare la perdita di lavoro e del reddito e quindi della coesione sociale, Brandi ha reso note le cifre che inquadrano la gravità degli effetti della crisi economica in Friuli Venezia Giulia. Nel corso del triennio 2008-2010 le ore di cassa integrazione richieste dalle imprese in regione sono state 48 milioni. Delle ore richieste dalle imprese, quelle effettivamente utilizzate sono state circa 27,5 milioni, per un costo complessivo di 300 milioni di euro. "Su questa base - ha affermato Brandi - tenuto conto che gli ammortizzatori sociali coprono l´80 per cento del reddito, mentre il 20 per cento viene perduto, è possibile stimare in 60 milioni di euro di cui 30 milioni per le Cigo, 20 per le Cigs e 10 per le Cigs in deroga il minore reddito direttamente percepito dai lavoratori e dalle loro famiglie, mentre la rimanente parte di 240 milioni sono i costi reali pagati dall´Inps, ovvero dal bilancio dello Stato e delle Regioni". Dopo i lavoratori sospesi dal lavoro, un secondo gruppo di lavoratori da considerare sono quelli licenziati. Nel corso del triennio le persone entrate in liste di mobilità sono stati 22.148 con un valore economico che si aggira sui 52 milioni di euro. Infine, un terzo gruppo di lavoratori da considerare sono i lavoratori licenziati beneficiari dell´indennità di disoccupazione: nel corso dell´ultimo triennio le domande accolte dall´Inps sono state 26.000 (nel 2010 sono state 10.906). Il costo complessivo di questo intervento finirà per aggirarsi sui 351 milioni di euro di cui 3/5 a carico del bilancio Inps e 2/5 da considerare come minore entrata per i lavoratori. Alcuni degli interventi regionali per la difesa del lavoro illustrati da Brandi (e disponibili integralmente sulle pagine web dell´Agenzia regionale del lavoro) sono stati l´estensione degli ammortizzatori in deroga, i lavori socialmente utili, i contratti di solidarietà difensivi, i lavori di pubblica utilità, la formazione obbligatoria, l´erogazione di incentivi a fondo perduto alle imprese che assumono, ovvero incentivi ai lavoratori che si propongono di avviare un´attività imprenditoriale autonoma, il potenziamento della rete dei Servizi pubblici per il lavoro. Tra le proposte per il futuro, l´assessore ha indicato, oltre alla prosecuzione di molti strumenti finora adottati con efficacia, il potenziamento dei Cpi (rinnovo dell´assunzione per 46 operatori), il potenziamento delle attività di comunicazione, e "una strategia di progressiva integrazione dei servizi per il lavoro (Cpi) e delle Agenzie formative allo scopo di realizzare delle forme di collaborazione stabile per due mondi che sono stati tenuti separati e distanti". In quest´ottica è stato segnalato il recente affidamento ad un´Agenzia privata della ricollocazione ed inserimento lavorativo dei lavoratori coinvolti nelle crisi che rappresenta una vera novità nel panorama delle agenzie di lavoro con l´apertura di quattro nuove sedi operative. Infine, Brandi ha sottolineato i possibili sviluppi della sperimentazione in tema di lavoro di pubblica utilità e i vantaggi che potrebbero generarsi da una gestione sinergica delle politiche in materia di lavoro e welfare. "E´ possibile ipotizzare l´esistenza di un unico sistema - ha affermato l´assessore in merito all´ultimo tema - che prenda in carico i bisogni di occupazione e di welfare dello stesso cittadino, considerandoli parte di una medesima necessità". Stime Istat registrano che in Friuli Venezia Giulia sono 43 mila le famiglie, cioè circa 96 mila persone, che vivono sulla soglia della povertà. In generale, lo stato di bisogno tocca il 15 per cento delle famiglie che in totale sono 530 mila (160 mila quelle con i figli): l´8 per cento di queste vive uno stato di povertà relativa mentre il 7 per cento raggiunge appena la soglia della sussistenza. Dal 4 al 7 per cento dei nuclei familiari hanno difficoltà a pagare le bollette a fine mese. "Numeri di non poco conto - ha commentato l´assessore regionale alla Famiglia, Roberto Molinaro, nel corso del convegno udinese ´Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà in Fvg: il ruolo delle istituzioni e del volontariato´ - che, oltre alla pronta risposta alle emergenze, richiedono anche politiche di medio e lungo periodo. Il welfare di comunità è la strada da percorrere e in Friuli Venezia Giulia questa direzione è stata imboccata da tempo". La Carta famiglia è stato ed è tuttora l´intervento principale, che vale 14 milioni di euro, più di un terzo delle complessive azioni a sostegno della famiglia finanziate dalla Regione. Grazie alla Carta, nel 2009 sono 26 mila le famiglie che hanno abbattuto i costi dell´energia elettrica dei due terzi, nel 2010 le famiglie sono diventate 33 mila con un abbattimento dei costi del 55 per cento. "Un dato importante - ha sottolineato Molinaro - al quale in futuro dovremmo però aggiungere l´implementazione dei servizi sul territorio e la messa in rete dei beneficiari di queste politiche". Oltre a questo, Molinaro ha citato anche l´intervento avviato lo scorso anno (stanziamento di 2 milioni di euro per un triennio) a favore delle famiglie numerose (1600 famiglie che hanno da quattro a più figli in Fvg) e, tra le misure previste per il prossimo futuro, ha indicato il sostegno ai progetti delle famiglie, il finanziamento della norma a sostegno delle gestanti in difficoltà con l´intervento delle associazioni che operano in difesa della vita, la linea di intervento che riguarda il sostegno alla funzione educativa delle famiglie. "Tra pochi giorni proporremo anche al Consiglio regionale - ha annunciato Molinaro - la modifica ai requisiti di accesso al welfare regionale che tanto hanno fatto discutere e che nella nuova previsione amplieranno la platea dei beneficiari". Ed è stato proprio il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, che ha aperto oggi il dibattito nell´auditorium della Regione, a ricordare come "a seguito della crisi economica e occupazionale degli ultimi anni i fenomeni di impoverimento e di povertà sono aumentati sensibilmente, suscitando non poca preoccupazione nell´Amministrazione regionale che si è attivata su più fronti, dal lavoro alla protezione sociale alla famiglia, per contrastare il più possibile gli effetti della perdita e della riduzione di lavoro con diverse misure volte a sostenere il reddito delle famiglie. Senza dimenticare - ha aggiunto Franz - l´impegno dei Servizi sociali dei Comuni, delle Fondazioni bancarie, di molte associazioni di impegno sociale e, soprattutto, della Chiesa locale, in particolare attraverso le proprie Caritas diocesane e parrocchiali, che all´attività ordinaria di aiuto ai poveri che svolgono per missione propria, hanno affiancato iniziative di carattere straordinario per portare sostegno ai nuovi poveri". Tutto questo sforzo di istituzioni pubbliche e del volontariato non si è limitato all´intervento, ha sottolineato Franz, ma è divenuto anche oggetto di riflessione e di confronto per migliorare l´efficacia delle iniziative messe in campo e per individuare più adeguate modalità con cui affrontare fenomeni sempre più complessi. Numerosi gli apporti al dibattito, a partire da quello dell´assessore ai servizi sociali della Regione Veneto, Remo Senargiotto, fino alla panoramica sulle dimensioni del fenomeno povertà e sui percorsi per contrastarla affidata ad Anna Zenarolla, dell´Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Friuli Venezia Giulia (Ires Fvg). L´esperienza delle quattro Caritas diocesane è stata testimoniata da don Luigi Gloazzo, mentre Maura Clementi e Gianfranco Marino hanno fatto il punto sul ruolo del Servizio sociale dei Comuni e delle Province. Particolarmente significativo il messaggio lanciato dall´arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato. "I vescovi e le diocesi del Friuli Venezia Giulia, in particolare attraverso l´istituto della Caritas e dei tanti volontari, riconfermano il loro sforzo per la lotta alla povertà in sinergia con le istituzioni e auspicano che la nostra regione continui a distinguersi con politiche di alto livello a sostegno degli strati più bisognosi della società per mantenerla territorio nel cuore dell´Europa virtuoso per livello di civiltà", ha affermato mons. Mazzocato, ricordando anzitutto il ruolo della Chiesa nella della diffusione delle motivazioni profonde che devono indurre tutti a distribuire in modo equo la ricchezza. "La parola vincente per affrontare problemi profondi come quelli della lotta alla povertà è responsabilità. Significa fare scelte che non sempre sono condivise ma assumendo un atteggiamento responsabile, senza demagogia, lottando contro la conservazione dei privilegi che comporta spreco delle risorse, non solo economiche". Lo ha affermato il presidente della Regione, Renzo Tondo, concludendo il convegno "Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà in Friuli Venezia Giulia: il ruolo delle istituzioni e del volontariato", promosso a Udine dalla Regione in collaborazione con le Caritas diocesane. Proprio alle Caritas e ai volontari impegnati nel sociale il presidente ha rivolto il suo primo ringraziamento, "perchè testimoniano la loro opera accanto alle istituzioni e ci spronano a continuare sulla strada di una fattiva collaborazione". Tondo ha indicato nel tema del lavoro il nodo principale per la lotta alla povertà, "lavoro - ha commentato Tondo - inteso non solo come fonte principale di reddito ma anche come motore della dignità della persona". E´ appunto sulla difesa dell´occupazione che la Regione ha diretto maggiormente i suoi sforzi. "E´ il tema su cui concentrarci ancora - ha detto Tondo - attraverso il finanziamento degli ammortizzatori sociali, in parallelo con le politiche di internazionalizzazione e di sviluppo delle infrastrutture che agevoleranno le imprese a produrre reddito e lavoro". Tondo, manifestando il suo apprezzamento per le parole dell´arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, in merito alla necessità di perseguire la qualità dei messaggi e della comunicazione veicolati dai media e dalle istituzioni, ha posto l´indice sull´importanza di "trasmettere una reale fotografia dello stato della società e dei suoi bisogni". "Stiamo attraversando un cambiamento epocale: globalizzazione, migrazioni, redistribuzione della ricchezza e precarietà sono elementi con cui si dovranno confrontare i nostri giovani. Nostro compito - ha concluso Tondo - è comunicare con fedeltà questo dato di fatto e permettere loro di cogliere, pur in una situazione di crisi, nuove opportunità di sviluppo e benessere". La lotta alle povertà, ai rischi di impoverimento e di esclusione sociale richiedono una pluralità di interventi diversificati tra loro. Anche potenziando l´azione del pubblico, senza la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti (istituzioni, privato sociale e mercato), non è possibile un efficace contrasto al problema. Così si era espresso, in precedenza, l´assessore a Salute e politiche sociali, Vladimir Kosic che, richiamando la necessità di sostenere l´occupazione, il welfare, la formazione e la conciliazione casa-lavoro, ha auspicato un patto di forte collaborazione e alleanza tra istituzioni, servizi e corpi intermedi della comunità regionale, per favorire un rilancio della programmazione regionale e locale. Per quanto riguarda gli impegni assunti, l´assessore ha ricordato come nell´anno in corso gli stanziamenti complessivi regionali per interventi e servizi assistenziali ammontano a 215,5 milioni di euro, con un incremento del 6 per cento rispetto al quanto speso nel 2010.  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DELLA CALABRIA HA APPROVATO INTERVENTI PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ ED UN PROTOCOLLO D’INTESA PER I PRECARI NELLE SCUOLE.  
 
 Catanzaro, 20 giugno 2011 - La Giunta regionale si è riunita sotto la presidenza del Presidente Giuseppe Scopelliti, con l’assistenza del Dirigente generale Francesco Zoccali. Su proposta del Presidente Giuseppe Scopelliti, è stata deliberata l’autorizzazione alla costituzione di parte civile della Regione nei processi a carico di Carlo Cosco ed altri al Tribunale di Milano (accusa sequestro ed omicidio Lea Garofalo), deliberata l’adesione della Regione alla campagna di comunicazione dell’associazione Ong “Nessuno tocchi Caino”. Sempre su proposta del Presidente Scopelliti, deliberata l’approvazione del disegno di legge " modificazione all’art.49 della legge regionale del 29.12.2010 n.34. Su proposta dell’assessore al lavoro e servizi sociali Francescantonio Stillitani, è stata approvata la delibera relativa ad interventi urgenti ed azioni alle famiglie in difficoltà, approvato il regolamento che garantisce lo svolgimento delle funzioni dell’autorità del garante regionale dell’infanzia ed adolescenza ed approvato il protocollo d’intesa relativo alla conferenza regionale sul volontariato e giustizia. Deliberata l’approvazione del protocollo d’intesa, stipulato tra provincia di Crotone ad Asp di Crotone, che garantisce l’utilizzo del personale per l’asp di Crotone. Su proposta dell’assessore all’Urbanistica Pietro Aiello, sono state approvate le delibere relative alle modifiche dell’art. 30 della legge regionale 7/2006 e dell’articolo 2 della legge 22/2007, proposte al Consiglio regionale. Su proposta dell’assessore all’agricoltura Michele Trematerra, la Giunta ha approvato la bozza di regolamento attraverso il quale viene individuata Fincalabra quale gestore del fondo di garanzia a favore delle piccole e medie imprese agricole. Deliberata la proposta di legge per la modifica all’articolo 25 comma 2 della legge regionale 15/2008 e la costituzione di un gruppo di lavoro per l’aggiornamento del programma regionale dell’attività di forestazione e gestione foreste regionali. Su proposta dell’assessore alla cultura Mario Caligiuri, è stato approvato il protocollo d’intesa tra Regione Calabria, Ministero Pubblica Istruzione, Università e Ricerca Scientifica per la realizzazione di interventi finalizzati all’integrazione e potenziamento dei servizi d’istruzione (salva precari) venendo incontro ai bisogni dei lavoratori ed agli operatori scolastici. Deliberata l’approvazione del protocollo d’intesa relativo ai disturbi nell’apprendimento, tra la Presidenza della Regione Calabria, l’Assessorato alla Sanità, l’Assessorato alla Cultura e l’Ufficio Scolastico Regionale, in collaborazione con il Lions Club International, la federazione medici pediatri Calabria, la società di neuropsichiatrica infantile Calabria, il centro studi sui bisogni educativi speciali ed autismo, l’Unical e la Fidapa Calabria. Deliberata infine l’approvazione del protocollo d’intesa tra la Regione Calabria l’Ufficio Scolastico regionale ed il Museo della Ndrangheta di Reggio Calabria per la diffusione della cultura della legalità. Su proposta dell’assessore alla attività produttive Antonio Caridi, sono state approvate le direttive di attuazione per il sostegno ai processi di riorganizzazione ed aggregazione e per l’integrazione dei fondi rischi dei confidi ai sensi dell’art .1 legge regionale 40/2008 Su proposta dell’assessore Giacomo Mancini, sono state deliberate alcune variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2011.  
   
   
NUOVE E VECCHIE POVERTA’. VENETO A CONVEGNO REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA : ANCHE IN QUESTO CAMPO E’ NECESSARIO AVERE PIU’ COMUNITA’ E MENO STATO E RIORGANIZZARE I SERVIZI SOCIALI  
 
Venezia, 20 giugno 2011 - “Il Veneto è ricco, continua ad esserlo. Non è che la situazione drammatica iniziata dal 2008 distrugga tutto in un anno o due. Certo anche nel Veneto si fa sentire fortemente il vento della la crisi e aumenta il numero di persone o famiglie in difficoltà in modo tale da poter parlare di impoverimento. Si tratta di povertà croniche o di povertà temporanee dovute magari al licenziamento o alla cassa integrazione di un membro della famiglia, o al dover assistere un anziano non autosufficiente o un disabile o un figlio autistico” . Lo ha detto il 16 giugno a Udine l’assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto intervenuto al convegno sul tema “Le politiche e gli interventi di contrasto alla povertà in Friuli Venezia Giulia in relazione anche al ruolo delle istituzioni e del volontariato” che si è tenuto nell’Auditorium della Regione Friuli, durante un convegno promosso dalla Regione friulana e dalle Caritas diocesane friulane. “Di fronte a questo stato di cose dobbiamo avere la capacità di rispondere alle attese dei cittadini – ha aggiunto - di riformare, di riorganizzare il sistema dei servizi sociali, evitando e combattendo gli sprechi ovunque si manifestino, utilizzando tutte le risorse fino al centesimo per dare risposte alle difficoltà delle persone, delle famiglie. E soprattutto – ha sottolineato - bisogna coinvolgere la società, qui sta la risposta. Insomma abbiamo bisogno di più società, più società e meno stato, più società e meno regione, più società e meno comune. Oggi sono le comunità che devono tornare a camminare e la politica e le istituzioni devono dare questo spazio. Il tema vero è come contrastare la povertà con una governance integrata che vada a compensare e magari anche a rendere più efficace i servizi e il senso di solidarietà della comunità in presenza purtroppo di risorse nazionali sempre minori trasferite a livello regionale”. Per quanto riguarda la situazione veneta, Sernagiotto ha affermato che per quanto riguarda la questione della non autosufficienza vanno seguite le indicazioni già fornite dai cittadini e ha richiamato la recente ricerca che evidenzia come il 73% delle famiglie voglia più servizi sociali e meno servizi residenziali; sull’autismo, malattia molto in crescita, la Regione sta pensando in collaborazione con le associazioni delle famiglie a specifici servizi di sollievo; per le famiglie numerose invece è stato creato un apposito fondo regionale.  
   
   
L´INFEDELTÀ POTREBBE ESSERE NEI NOSTRI GENI, SONO GLI SCIENZIATI A DIRLO  
 
 Bruxelles, 20 giugno 2011 - Il diamante mandarino forma coppie per tutta la vita, ma sia i maschi che le femmine si concedono sesso extraconiugale. Sebbene i vantaggi per il maschio sono chiari - generare più discendenti - il tradimento delle femmine comporta il rischio di perdere il compagno di una vita. Alcuni scienziati tedeschi suggeriscono che le femmine non possano evitare la promiscuità perché ereditano molti dei geni responsabili del comportamento promiscuo dei maschi. La credenza comune secondo la quale la maggior parte delle specie di uccelli conducono una vita monogama è stata sfatata negli ultimi anni quando gli scienziati hanno usato metodi genetici molecolari e hanno scoperto che molti giovani non discendono dai loro padri sociali. Una spiegazione di queste paternità extraconiugali è che i maschi possono valorizzare il loro successo riproduttivo attraverso un più alto numero di discendenti. D´altra parte, per le femmine, prevalgono gli aspetti negativi. I maschi traditi spesso riducono il loro impegno paterno e non ci si può aspettare sostegno dai compagni extraconiugali perché questi aiutano piuttosto la propria compagna. Rimaneva quindi irrisolta la questione del perché alcune femmine cercano altri maschi per accoppiamenti al di fuori della coppia. L´ornitologo Wolfang Forstmeier e i suoi colleghi dell´Istituto Max Planck in Germania hanno osservato il comportamento di accoppiamento in oltre 1500 diamanti mandarini in cattività, di cinque generazioni consecutive. Usando un sistema di videosorveglianza, i ricercatori sono stati in grado di osservare come le femmine in coppia reagivano alle avances del proprio compagno e di altri maschi. Inoltre i ricercatori hanno condotto analisi genetiche di paternità usando metodi dei marcatori microsatelliti per determinare il numero di discendenti che un maschio aveva generato in un nido estraneo. Hanno anche identificato il numero di discendenti che una femmina aveva generato con un maschio al di fuori della coppia. I risultati, pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) il 13 giugno 2011, suggeriscono che la predisposizione all´infedeltà ha basi genetiche moderate ma fondamentali dal punto di vista evolutivo. In particolare, le varianti genetiche identificate che fanno aumentare il comportamento promiscuo dei maschi - che risulta in discendenti più numerosi e diversi - potrebbero allo stesso modo favorire la promiscuità delle femmine. "Non è essenziale che ci sia un beneficio evolutivo per le femmine," spiega il dott. Forstmeier, autore principale dello studio. "È sufficiente che gli antenati maschi abbiano avuto benefici che hanno avuto come risultato la loro promiscuità. Un "gene del casanova" aumenta la sua frequenza in una popolazione se i benefici per i portatori maschi del gene superano i costi per i portatori femmina del gene." Le analisi genetiche hanno rivelato che i maschi promiscui tendono a generare figlie promiscue e questa spiegazione dell´abitudine di "giocare fuori casa" potrebbe valere anche per gli esseri umani, credono i ricercatori. "Se siano gli stessi geni a influenzare il comportamento di femmine e maschi in modo simile è un interrogativo cui si dovrà dare una risposta in studi successivi," conclude il dott. Forstmeier. Per maggiori informazioni, visitare: Max-planck-gesellschaft: http://www.Mpg.de/en  Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) http://www.Pnas.org/  
   
   
DOTE CONCILIAZIONE: REGIONE LOMBARDIA REPLICA IDV  
 
Milano, 20 giugno 2011 - ´E´ davvero incomprensibile e del tutto priva di fondamento la polemica sollevata dal consigliere di opposizione Sola sul bando per la Dote Conciliazione. Si tratta di un intervento ampiamente condiviso, che viene incontro alle esigenze segnalate dalle donne in maniera efficace e puntuale. Altro che spot o intervento a sproposito come improvvidamente sostiene Sola´. E´ quanto si legge in una Nota di Regione Lombardia, in risposta a quanto affermato dal consigliere Idv. ´Va anche ricordato - prosegue la Nota - che la Dote Conciliazione è solo una delle tante azioni attivate su questo tema grazie a Regione Lombardia. In tutte le province sono nati Tavoli sulla conciliazione, nell´ambito dei quali sono state concordate e messe in atto misure in grado di rispondere ai bisogni segnalati dal territorio´. ´Inoltre - si legge ancora nella Nota - ai 6,7 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero delle Pari opportunità, la Giunta regionale ha deciso di aggiungere altri 10 milioni, a testimonianza dell´attenzione che il governo regionale ha per la conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro´. ´Da ultimo - conclude la Nota - non è vero che la Cgil, come sostiene Sola, non sia stata coinvolta. Al contrario ha contribuito fattivamente alla stesura del Libro verde sulla Conciliazione, che è la base di tutti gli interventi regionali, compresa la Dote Conciliazione´.  
   
   
BABY GANG FEMMINILI: IN AUMENTO IL FENOMENO DEL BULLISMO TRA LE ADOLESCENTI LE FAMIGLIE E LA SCUOLA DEVONO BLOCCARE TALI FENOMENI.  
 
 Lecce, 20 giugno 2011 - Non solo nelle banlieues francesi ma bande di ragazzine tra i tredici ai sedici anni si aggirano purtroppo anche nelle Nostre città. Un fenomeno tutto nuovo ed in crescita quello delle baby gang femminili che pare stia prendendo piede anche in Italia e che Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile portare all’attenzione affinché vengano adottate tutte quelle misure necessarie a debellarlo. È rilevabile, purtroppo, un progressivo cambiamento nella società ed in particolare tra i giovani. Se prima il cosiddetto bullismo era appannaggio quasi esclusivo dei ragazzi mentre le ragazze si dimostravano più inclini ad andare a suola, allo studio e comunque ad evitare la via della delinquenza, oggi pare sia avvenuta una certa omologazione nei comportamenti negativi che si sta diffondendo a macchia d’olio specie nelle grandi città ma si evidenziano degli episodi anche nei piccoli centri. Una sorta di emulazione degli atteggiamenti dei ragazzi da parte delle ragazze che appare, almeno a detta di autorevoli sociologi, una sorta di reazione per sfuggire alle periferie in cui erano cresciute e soprattutto alla cultura familiare e maschile che molto spesso le opprime. La natura del problema non va affrontato sotto un perimetro strettamente “culturale” entro il quale alcune scuole sociologiche vorrebbero ridurlo, ma soprattutto sotto quello educativo. Sono i luoghi di ritrovo, le famiglie e la scuola che devono dare il contributo decisivo per bloccare tali fenomeni. Ma è soprattutto la scuola che potrebbe essere la carta decisiva dove realizzare campagne permanenti di sensibilizzazione per favorire la socializzazione e valorizzare dei rispettivi ruoli di uomo e donna. Si avviino, dunque, laboratori e progetti scolastici prima che le cronache quotidiane riportino ulteriori episodi di bullismo al femminile che al momento appaiono ancora non di grande rilevanza.  
   
   
CODICE ROSA ”, UN PERCORSO PER LE VITTIME DI VIOLENZA (DONNE, MA ANCHE BAMBINI, OMOSESSUALI, ANZIANI, IMMIGRATI), AL VIA LA SPERIMENTAZIONE IN TOSCANA  
 
Firenze, 20 giugno 2011 -”Codice rosa”, ovvero un percorso speciale per le vittime di violenza che arrivano al pronto soccorso: donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, immigrati. E’ stato sperimentato per oltre un anno a Grosseto, ora viene esteso ad altre Asl toscane per un anno, per essere poi messo in atto in tutti i pronto soccorso della regione. Questa mattina l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia e il Procuratore generale della Repubblica di Firenze Beniamino Deidda hanno firmato un protocollo che prevede l’avvio del progetto in fase sperimentale a Lucca (Asl 2), Viareggio (Asl 12), Prato (Asl 4), Arezzo (Asl 8), Grosseto (Asl 9, dove il progetto pilota è già partito da un anno). Nelle Asl, che sono state scelte per la peculiarità dei loro territori e la rappresentanza delle tre Aree vaste regionali, verrà creata una task force interistituzionale, composta da operatori sanitari, forze dell’ordine e polizia giudiziaria, in grado di agire in sinergia e intervenire con professionalità e tempestività nei casi di violenza su vittime appartenenti alle fasce più deboli della popolazione. Il progetto ha il suo punto di forza nell’accoglienza delle vittime di violenza che arrivano al pronto soccorso, e vengono identificate da un codice particolare, il “codice rosa”, che prevede un percorso riservato di accoglienza alla vittima, cui vengono immediatamente prestate cure mediche e sostegno psicologico, avviando contemporaneamente le indagini delle forze dell’ordine per l’identificazione degli autori delle violenze. “Purtroppo anche in Toscana quello della violenza sulle donne e sui soggetti più deboli è un fenomeno che non accenna a diminuire – commenta l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – La sensibilità della Toscana su questi temi viene da lontano, con una legge sulla violenza nel 2006 e un’attenzione particolare da parte delle Asl. Forti di questa esperienza, abbiamo visto che è necessario un passo ulteriore. L’esperienza di Grosseto ha dimostrato che è possibile mettere in atto interventi efficaci per dare assistenza immediata alle vittime, e nello stesso tempo intervenire tempestivamente sugli autori del reato. Vogliamo che questa esperienza diventi un modello e possa essere replicata, prima in alcune città, poi in tutta la Toscana”. “Da qualche anno l’opinione pubblica manifesta una crescente sensibilità in relazione agli episodi di violenza nei confronti delle donne, dei minori e delle fasce deboli in generale – osserva Beniamino Deidda – Di fronte a questi episodi sono state assunte numerose iniziative, anche ad opera di istituzioni private, la cui meritoria presenza sul territorio ha contribuito a formare una più consapevole presa di coscienza del fenomeno. In questo contesto, la Regione Toscana e la Procura generale della Toscana hanno individuato un terreno fecondo di intervento, le cui ricadute riguardano ambiti diversi: da una parte la prevenzione e il contrasto degli episodi di violenza nei confronti delle fasce deboli, dall’altra la repressione dei comportamenti criminosi per via giudiziaria”. L’esperienza di Grosseto - Tra le prime sul territorio nazionale, l’esperienza di Grosseto ha preso il via nell’aprile 2010, con un protocollo siglato tra la Asl 9 e la Procura della Repubblica di Grosseto. Una task force costituita da 30 persone – magistrati, forze dell’ordine e personale sanitario del Centro di coordinamento vittime di violenza della Asl 9 – si attiva su ogni singolo caso, al momento in cui si verifica l’episodio di violenza. Tutti hanno partecipato a iniziative formative comuni e sono in grado di agire in stretta sinergia, per garantire interventi coordinati e di rapportarsi con le strutture presenti sul territorio. Il “percorso rosa” assicura alla vittima un’assistenza protetta, che ne garantisca privacy e incolumità fisica e psichica, oltra ad assicurare la massima rapidità di intervento nei confronti degli autori del reato. In poco più di un anno di attività, il “codice rosa” in funzione a Grosseto ha permesso l’emersione di oltre 300 casi di violenze, ai quali è seguita l’apertura di procedimenti giudiziari e l’attivazione di azioni di sostegno della vittime. Nel 2010 il pronto soccorso di Grosseto ha trattato con il codice rosa 240 casi di maltrattamento, 36 casi pediatrici, 25 di stalking, 8 di abuso. Nei primi 5 mesi del 2011, 115 maltrattamenti, 8 casi pediatrici, 4 di stalking, 4 abusi. Casi che magari prima le vittime non segnalavano, per timore di ritorsioni o di divulgazione di notizie. “Quella della Task Force contro la violenza sulle fasce deboli della popolazione – dice Fausto Mariotti, direttore generale della Asl 9 di Grosseto – è un’esperienza innovativa della quale c’era evidentemente bisogno, visti i numeri dei primi 18 mesi di attività nella Asl 9 di Grosseto, per contrastare eventi gravissimi estesi in tutte le fasce sociali. Il successo della collaborazione tra più Istituzioni, con il coinvolgimento di diverse categorie professionali, adeguatamente formate, è la strada giusta per contribuire all’emersione di un fenomeno, di cui quello che si vede è solo la punta dell’iceberg”. Violenza sulle donne. I dati del Secondo Rapporto sulla violenza di genere in Toscana - Secondo il Rapporto, presentato nel 2010, dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2010 sono state 1.761 le donne che si sono rivolte ai 24 Centri antiviolenza della Toscana. Il 62% hanno fra i 30 e i 49 anni, e circa la metà sono coniugate. Chi si rivolge ai Centri, lo fa soprattutto per denunciare i maltrattamenti subìti tra le mura domestiche. 8 su 10 hanno subìto violenza psicologica, oltre 6 su 10 fisica, il 27% economica, quasi l’11% stalking, quasi l’8% violenza sessuale, il 3% molestie, l’1% mobbing (ma in questo caso, sono altri i canali di sostegno). Autori delle violenze sono soprattutto il coniuge (45,6%) e il convivente (16,3%). Quasi 7 donne su 10 decidono di essere prese in carico dai vari Centri, e circa il 26% decidono di sporgere denuncia alle autorità pubbliche. Secondo l’Istat, circa metà delle donne italiane in età compresa tra i 14 e i 65 anni (quasi 10 milioni e mezzo) hano subìto nella loro vita ricatti sessuali sul lavoro, pedinamenti, esibizionismo, telefonate oscene, molestie verbali e fisiche.  
   
   
CALABRIA: SI È INSEDIATO IL COMITATO PROMOTORE PER LA DIFFUSIONE DELLA “CARTA DELLE PARI OPPORTUNITÀ E L’UGUAGLIANZA SUL LAVORO”  
 
 Catanzaro, 20 giugno 2011 - Si è insediato ufficialmente il 16 giugno, a Catanzaro, nella sede della Presidenza della Giunta di Palazzo Alemanni, il comitato promotore per la diffusione della “Carta delle pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro”. Il coordinamento del Tavolo regionale è affidato alla consigliera regionale di Parità Maria Stella Ciarletta e all’associazione Aidda. Oltre all´Ufficio della Consigliera regionale di Parità e dell’Aidda, fanno parte del comitato anche le associazioni Ucid, Aidaf, Sodalitas e Impronta Etica. All’insediamento del comitato hanno partecipato la vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi, la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Giovanna Cusumano, le consigliere provinciali di Parità di Catanzaro e Crotone, Sonia Munizzi e Nella Mustacchio, Orietta D´ippolito dell’Aidda e Francesco Granato dell’Ucid, in rappresentanza della presidente regionale Barbara Varchetta. “Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - ha affermato la consigliera Stella Ciarletta - ci chiede di promuovere e favorire presso le imprese sul territorio la diffusione della Carta, agendo in stretta collaborazione con il Tavolo nazionale che rimane l’unico organismo decisionale. In sostanza, il Tavolo regionale – ha sottolineato Ciarletta – contribuisce ad arricchire la bussola di riferimento adottata a livello nazionale attraverso l’individuazione di strumenti di monitoraggio e valutazione del processo di adesione a livello locale, in grado di rilevare le specificità territoriali e mettere in evidenza congruità e difformità tra i diversi territori”. “La Calabria – ha evidenziato la vicepresidente Antonella Stasi – non brilla per la presenza femminile nelle istituzioni pubbliche. Pertanto, proporrò alla Giunta regionale di adottare la Carta per dare un segnale forte come pubblica amministrazione, allo scopo di invogliare le altre istituzioni, come ad esempio la Camera di Commercio, a farlo”. La presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Giovanna Cusumano ha detto “che la Carta è uno strumento importante per incidere in maniera corale sul tema delle pari opportunità” ed ha proposto “di prevedere che l’adozione della Carta sia un criterio di premialità per le imprese che partecipano a bandi regionali”. Il Tavolo regionale ha come finalità principali la sensibilizzazione in tema di pari opportunità e uguaglianza sul lavoro; la promozione dell’adesione alla Carta, lanciata in Italia il 5 ottobre 2009 dalla consigliera nazionale di Parità e sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni; l’accompagnamento delle imprese nell’attuazione degli impegni. “Ora – ha detto infine Stella Ciarletta – i lavori del comitato promotore regionale per la diffusione della Carta proseguiranno con l’istituzione dei Tavoli locali”.  
   
   
CAMPANIA: DONNE NEL MERCATO DEL LAVORO, AVVIATO IL TAVOLO PARI OPPORTUNITÀ  
 
Napoli, 20 giugno 2011 - Avviato il tavolo delle pari opportunità per il ruolo della donna nel mercato del lavoro. L´assessore al Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi, ha incontrato le consigliere di Parità delle Province. Presenti all´incontro la consigliera di Parità di Avellino, Domenica Marianna Lomazzo, accompagnata dalla supplente, Antonella De Angelis e la consigliera di Parità di Napoli, Luisa Festa. Al centro dell´incontro il rilancio e l´importanza del ruolo delle donne nel mondo del lavoro e la possibilità concreta di mettere in campo misure di sostegno all´occupazione femminile da parte della Regione Campania. Durante la riunione l´assessore Nappi ha manifestato la volontà della Regione Campania di aderire alla Carta per le pari opportunità e l´uguaglianza sul lavoro. L´assessore si è poi impegnato a promuovere un´intesa tra Regione e parti sociali per la valorizzazione delle politiche di conciliazione sui luoghi di lavoro, anche attraverso lo strumento della contrattazione decentrata di secondo livello. Nel corso dell´incontro, l´assessore Nappi ha evidenziato i primi risultati positivi, per il mondo delle donne, emersi dalle misure del Piano di Azione "Campania al Lavoro!". Alcune azioni, come l´apprendistato professionalizzante, hanno visto scelte le donne in un numero maggiore rispetto agli uomini. Le consigliere di Parità hanno sollecitato, però, altre misure di finanziamento al lavoro delle donne. "Entro la fine dell´anno - ha sottolineato l´assessore Nappi - saranno predisposte ulteriori misure, come quelle funzionali all´Autoimpresa, rivolte alle donne. Si è scelto di riunire periodicamente il tavolo per intensificare la collaborazione istituzionale e renderla ancora più incisiva sul piano delle politiche attive del lavoro nella sfera femminile".  
   
   
MILANO - DONNE E AMBIENTE: UN SETTORE A QUOTE ROSA  
 
Milano, 20 giugno 2011 - La ricerca “Donne e ambiente. Protagoniste di sostenibilità”, promossa dallaCamera di Commercio di Milano, è stata presentata durante il convegno “Donne e ambiente” nella sede di via Meravigli. “Abbiamo voluto realizzare un’indagine - ha dichiarato Gianna Martinengo, Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano - per capire il rapporto tra i comportamenti femminili e l’attenzione all’ambiente. Per le milanesi emerge un quadro positivo, sia dal punto di vista dell’informazione che per le scelte quotidiane”. “La Camera di commercio - ha dichiarato Marco Accornero, membro di Giunta dellaCamera di Commercio di Milano - è impegnata nel monitoraggio costante delle imprese, anche per quanto riguarda la presenza femminile, una risorsa per l’economia che a Milano rappresenta un quinto delle attività nei settori legati all’ambiente e all’agricoltura”.