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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Giugno 2012
Politica
COME FARE DI PIÙ CON MENO? LA COMMISSIONE EUROPEA RACCOGLIE CONTRIBUTI DI ALTO LIVELLO PER UNA CRESCITA BASATA SU UN USO EFFICIENTE DELLE RISORSE  
 
Bruxelles, 6 giugno 2012 – Ieri il commissario per l’Ambiente Janez Potočnik ha inaugurato la piattaforma europea sull’efficienza nell’impiego delle risorse destinata a fornire indicazioni e consulenze di alto livello sulle misure politiche intese ad orientare l’economia europea verso un modello di crescita più sostenibile. L’efficienza nell’uso delle risorse è uno dei pilastri della strategia “Europa 2020” per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, e costituisce pertanto una priorità assoluta per la Commissione europea. Il compito principale della piattaforma è determinare come realizzare le tappe e la visione delineate nella Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse della Commissione, compreso l’obiettivo ultimo di dissociare dalla crescita economica l’uso delle risorse e i suoi effetti. Janez Potočnik, commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di persone di grande levatura e di ampia esperienza per aiutarci ad affrontare la sfida della trasformazione delle nostre economie in un modello di crescita efficiente sotto il profilo delle risorse. Dobbiamo diventare più efficienti in tale uso, lo si voglia o no, e un’azione tempestiva in questo senso è la risposta migliore per la competitività dell’Europa e per il nostro ambiente. La prima riunione della piattaforma tenutasi oggi rafforza la mia fiducia nelle nostre capacità di raccogliere la sfida.” La piattaforma è presieduta da John Bruton, ex primo ministro irlandese e rappresentante dell’Ue negli Stati Uniti. I suoi 34 membri comprendono cinque commissari europei, quattro membri del Parlamento europeo, nove dirigenti aziendali di vari settori, quattro ministri dell’ambiente, nonché membri di organizzazioni e istituzioni internazionali, della società civile e del mondo accademico. Si intende combinare le esperienze e competenze dei membri allo scopo di fornire utili orientamenti per la Commissione europea, gli Stati membri e gli operatori del mercato. Il presidente della piattaforma John Bruton, ha dichiarato: “Sono lieto di poter lavorare con un tale gruppo. Sono sicuro che saremo in grado di utilizzare l’esperienza e conoscenza dei membri per orientare le imprese e i responsabili politici sui modi migliori per ottenere l’efficienza nell’impiego delle risorse.” I principi fondamentali che orientano il lavoro della piattaforma europea sull’efficienza nell’impiego delle risorse (European Resource Efficiency Platform – Erep) comprendono la riflessione sulle correlazioni tra i diversi problemi, la ricerca di impatto e valore aggiunto, e la produzione di risultati tangibili che promuovano sviluppi politici. La Erep rientra a pieno titolo nella più ampia tendenza della Commissione volta a riunire le parti interessate e a promuovere il dialogo sulle sfide e le opportunità dell’efficienza nell’uso delle risorse. Chiunque sia interessato a contribuire al dibattito è invitato a partecipare attraverso una piattaforma online, anch’essa inaugurata oggi, che ospiterà, nei prossimi mesi, una serie di scambi e consulenze. Prossime tappe - I gruppi di lavoro dovrebbero elaborare una prima serie di raccomandazioni in circa 12 mesi, e una seconda entro la fine del mandato (metà del 2014). Contesto - L’iniziativa prioritaria della strategia Europa 2020 sull’efficienza sotto il profilo delle risorse sottolineava la necessità di una tabella di marcia per definire gli obiettivi a medio e a lungo termine in termini di efficienza delle risorse e dei mezzi per attuarli. La risultante Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse ha lo scopo di trasformare l’economia europea in un’economia sostenibile entro il 2050 e illustra il modo in cui possiamo ottenere una crescita basata su un uso efficiente delle risorse, indispensabile per garantire il nostro futuro benessere e la nostra prosperità. La tabella di marcia raccomanda un approccio integrato che richiede modifiche strutturali in molte aree e settori strategici a livello europeo e degli Stati membri, concentrandosi sulle risorse sottoposte a maggior pressione. Essa raccomanda una serie di strumenti, inclusi strumenti legislativi e basati sul mercato, un nuovo orientamento degli strumenti di finanziamento e la promozione di una produzione e di un consumo sostenibili. Per ulteriori informazioni Per maggiori informazioni sull’efficienza nell’impiego delle risorse cfr.: http://ec.Europa.eu/environment/resource_efficiency/index_en.htm    
   
   
IL G20 ESORTATO AD PER APRIRE LE PORTE AI RAPPRESENTANTI ELETTI DEMOCRATICAMENTE  
 
Bruxelles, 6 giugno 2012 - "Il G20 non può ottenere maggiore legittimità a meno che non apre le sue porte ai rappresentanti democraticamente eletti", ha dichiarato il vicepresidente del Parlamento europeo Othmar Karas lunedì in apertura del "G20: un´agenda responsabile?" conferenza al Parlamento europeo. I deputati ed esperti hanno discusso le prospettive del G20 prima del suo vertice del 18-19 giugno a Los Cabos, Messico. Pur lodando il ruolo svolto da G20 dallo scoppio della crisi economica e finanziaria, onorevole Karas e altri deputati europei osservano che il forum "soffre ancora un´apparente mancanza di legittimità" e dovrebbe essere dato "una vera dimensione democratica". Vari deputati ed esperti esterni ha inoltre sottolineato che ruolo e la legittimità del G20 dipendono anche la misura a cui si connette con il fondo monetario internazionale e altre istituzioni. L’ Ambasciatore del Messico all´Ue e i rappresentanti della Commissione europea, il servizio europeo per l´azione esterna, l´Ocse, il Centre for European Policy Studies and Harvard University ha preso parte al dibattito con i deputati.  
   
   
IERI, GIORNATA MONDIALE DELL´AMBIENTE: IL PARLAMENTO EUROPEO VUOLE UN´ECONOMIA GREEN  
 
Bruxelles, 6 giugno 20 12 - Un Parlamento più verde. Il tema di quest´anno della Giornata mondiale dell´ambiente è "la green economy include anche te?". La risposta del Pe è un chiaro "si". Le priorità? Energie rinnovabili, un´economia a basso contenuto di carbonio ed efficienza delle risorse. Secondo Zalba Bidegain, vicepresidente della commissione agli Affari economici, un´economia "green" basata sulle energie rinnovabili stimolerebbe lo sviluppo delle tecnologie. "Inoltre l´economia verde permetterebbe di incrementare il lavoro, il benessere e il rispetto dell´ambiente". Economia verde e lavoro - In una risoluzione sull´efficienza delle risorse in Europa, adottata il 24 maggio, il Parlamento europeo ha sottolineato che l´Ue deve fare un uso migliore delle proprie risorse in modo da favorire la crescita e proteggere l´ambiente. Ha richiesto di rafforzare le tasse per le pratiche dannose all´ambiente proponendo anche di ridurre l´Iva sui prodotti riciclati. La presidentessa della commissione al Lavoro Pervenche Bères ha sostenuto che il settore "green" è capace di generare molti posti di lavoro: "Minimizzando il consumo di energia, diminuendo la produzione di rifiuti o inquinamento, o ancora salvaguardando la biodiversità: un lavoro green può prendere forme molto diverse". Energia verde - "Più riusciamo a fare oggi e più semplice sarà il nostro futuro. O riusciamo a promuovere un´economia a bassa produzione di carbonio, oppure rimarremo indietro. Questa è anche una opportunità per promuovere gli investimenti e stimolare l´innovazione tecnologica, costruendo un´Europa più forte" ha sottolineato il deputato liberale inglese Chris Davies. Una risoluzione sull´energia verde è stata votata in marzo. Essa prevede una riduzione delle emissione di Co2 dell´80-95% entro il 2050.  
   
   
UE, ACTA: TRE COMMISSIONI SI ESPRIMONO SULL´ACCORDO  
 
Bruxelles, 6 giugno 2012 - L´accordo Acta deve essere votato dal Parlamento europeo all´inizio di luglio. Nel frattempo i deputati lavorano sul dossier. La commissione agli Affari giuridici ha rifiutato un progetto di parere che ne raccomandava l´approvazione, mentre le commissioni all´Industria e alle Libertà civili hanno approvato i rapporti in cui si raccomanda il suo rifiuto. Martedì, anche la commissione allo Sviluppo si è pronunciata contraria. Per entrare in vigore all´interno dell´Unione europea, l´accordo Acta deve essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio dell´Ue. In seguito ratificato dagli Stati membri. I deputati dovranno votare l´accordo anti-contraffazione durante la sessione plenaria che si terrà dal 2 al 5 luglio. E il loro voto si baserà sulla raccomandazione inviata dalla Commissione al Commercio internazionale. Le commissioni agli Affari giuridici, alle Libertà civili, all´Industria e allo Sviluppo, hanno il diritto di inviare la propria opinione. La commissione allo Sviluppo si è pronunciata martedì 5 giugno contro l´approvazione di Acta. Il deputato inglese di centro sinistra David Martin, relatore del dossier, ha inoltre invitato i suoi colleghi a votare contro. La commissione al Commercio internazionale si pronuncerà il 20 e il 21 giugno prossimo. La posizione della Commissione europea - La Commissione europea è piuttosto favorevole all´accordo. Il 10 maggio ha rinviato il dossier alla Corte europea di giustizia per verificare la sua compatibilità con i diritti e le libertà fondamentali dell´Unione europea. Ha inoltre richiesto al Parlamento di non pronunciarsi prima del verdetto della Corte. L´obiettivo di Acta è quello di far rispettare i diritti di proprietà intellettuale a livello internazionale. Molti paesi sviluppati temono che la contraffazione e la pirateria possano nuocere alle loro economie. Nonostante ciò, chi si oppone all´accordo crede che Acta favorisca gli interessi delle grandi aziende, mettendo in pericolo i diritti dei cittadini europei.  
   
   
ALLA RICERCA DELLA PACE: DIALOGHI TRA TEORIE E PRATICHE  
 
Norrköping, 6 giugno 2012 - Dal 20 e 24 ottobre 2012 si terrà a Norrköping, in Svezia, un evento dal titolo "Alla ricerca della pace: dialoghi tra teorie e pratiche" (In search of peace: dialogues between theories and practices). La ricerca della pace è di lunga data. E tuttavia, il concetto rimane elusivo. Forse in parte questo è dovuto al fatto che la pace per sé non è un punto d´arrivo, ma è, piuttosto, un costante processo di negoziazione tra diversi attori in termini di relazioni in una miriade di campi diversi. La conferenza riunirà analisi e innovazioni accademiche nella ricerca politica, storica e nel dialogo di pace da varie discipline. Si cercherà inoltre di indagare il concetto di pace in quanto processo e le varie forme in cui è stato concettualmente incorniciato ed empiricamente praticato. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Esf.org/index.php?id=9306    
   
   
SI PARLERÀ DI MACROREGIONE AL XII FORUM DELLE CDC ADRIATICO-IONICHE  
 
Brindisi, 6 giugno 2012 - L’appuntamento annuale del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio è fissato, per il 2012, a Brindisi dal 6 all’8 giugno. All’edizione di quest’anno parteciperanno i rappresentanti delle istituzioni europee, delle reti partenariali aventi sede ad Ancona (Forum delle Città e Rete Uniadrion), del Segretariato Permanente dell’Iniziativa Adriatico Ionica (Iai), le Regioni Marche e Puglia, della Provincia di Ancona, i rappresentanti di enti nazionali ed europei, le associazioni di categoria, nonché le rappresentanze del mondo imprenditoriale. Durante la prima giornata si terranno le riunioni del Consiglio Direttivo e della Corte Internazionale dell’Adriatico e dello Ionio. I lavori della seconda giornata prevedono le riunioni dei 6 Tavoli tematici dedicati ad Agricoltura, Trasporti, Ambiente, Pesca/acquicoltura, Turismo e Imprenditoria Femminile. Alle sessioni plenarie di venerdì si parlerà del ruolo strategico della Macroregione Adriatico Ionica, per accrescere la competitività dei territori delle due sponde e delle imprese. La futura Macroregione Adriatico Ionica rappresenta un nuovo modello di cooperazione interregionale e transnazionale: una rete tra istituzioni locali e tra paesi che si prefigge di elaborare e gestire azioni comuni per valorizzare progetti e priorità d’azione quali l’ambiente assieme alle infrastrutture della logistica e dei corridoi trasportistici, all’energia, alla ricerca, alle risorse culturali e turistiche e alla competitività dei territori. Sono ormai note le potenzialità di questa nuova grande area che rappresenta un bacino politico–commerciale di grande interesse, contando nell’insieme 100 milioni di abitanti e 1 milione di imprese; nel 2010 il valore complessivo degli scambi commerciali è stato di 31 miliardi di euro. “Quest’anno, nell’ambito della Xii Edizione del Forum delle Camera di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio, che si terrà a Brindisi dal 6 all’8 giugno, - ricorda Rodolfo Giampieri, vice presidente del Forum e Presidente della Camera di Commercio di Ancona - un focus specifico sarà dedicato al Corridoio Adriatico Baltico e alla possibilità di estenderlo a tutta la dorsale adriatica. Ai lavori parteciperanno alcuni membri della Direzione Generale Trasporti nonché rappresentanti istituzionali e politici dell’Unione europea. Si tratta di un’occasione decisiva per presentare il sistema in maniera compatta, su scala transnazionale, nei confronti dell’Ue e sostenere un progetto vitale per lo sviluppo dei territori.”  
   
   
TERREMOTO: FONDI UE UN´OPPORTUNITÀ PER LE REGIONI COLPITE  
 
Bruxelles, 6 giugno 2012 - Il Fondo di solidarietà dell´Ue può fornire aiuto alle zone colpite dal recente sisma. È il messaggio lanciato ieri dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, responsabile per l´Industria e l´imprenditoria, e dal commissario Johannes Hahn, responsabile per la Politica regionale, durante la loro visita nelle località colpite dal terremoto. I due membri della Commissione hanno sorvolato le aree interessate dal sisma e hanno incontrato gli esponenti delle autorità nazionali e locali: il capo dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, il presidente della Regione Emilia-romagna Vasco Errani e l´assessore regionale alla Protezione Civile Paola Gazzolo, nonché i sindaci e le autorità locali. Durante questi incontri è stata discussa la possibilità di impiegare una parte del Fondo di solidarietà dell´Ue per fornire aiuto alle regioni colpite (Emilia-romagna e Lombardia). Particolare attenzione è stata data alla situazione delle imprese: il vicepresidente Tajani si è impegnato a valutare eventuali azioni di sostegno per le piccole e medie imprese e per i numerosi stabilimenti industriali duramente colpiti dal sisma. Infine, altre possibilità di assistenza potranno venire da un piano per un´edilizia più efficiente e sicura, che sarà presentato entro l´estate dalla Commissione, dalla possibilità di utilizzare i servizi satellitari dell´Agenzia spaziale europea per favorire le operazioni di soccorso e da un´eventuale modifica del programma di sviluppo rurale dell’Ue per quanto riguarda l´Italia, prevedendo una diversa allocazione dei fondi per sostenere il settore agricolo delle aree terremotate. Fondo di solidarietà dell´Unione europea - Il Fondo di solidarietà del´Ue è stato creato nel 2002 per assistere gli Stati membri e le regioni colpite da catastrofi naturali. Il Fondo punta a coprire parte delle spese sostenute dalle autorità pubbliche: eliminare i detriti, ripristinare l´approvvigionamento di gas, elettricità e acqua, ecc. Strumenti finanziari per le imprese - I fondi strutturali europei forniscono importanti strumenti di sostegno per le imprese, tra cui anche fondi in garanzia per facilitare l´accesso al credito e la salvaguardia del patrimonio storico. In accordo con le autorità regionali e nazionali, parte di questi fondi può essere destinata a piani di sostegno per le zone colpite, rafforzando gli strumenti di credito per le Pmi in difficoltà o sostenendo, anche con prestiti agevolati, la ricostruzione di capannoni industriali o progetti edilizi improntati a criteri di sicurezza ed efficienza energetica. Piano per un´edilizia più efficiente e sicura - Entro l´estate la Commissione presenterà una nuova strategia per il rilancio del settore delle costruzioni. Tra le misure in discussione, un sostegno per la costruzione di edifici più sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico, conformi ai più recenti standard antisismici europei. Assistenza satellitare - La Commissione europea e l´Agenzia spaziale europea hanno messo a disposizione i servizi satellitari per favorire le operazioni di soccorso e gestione dell´emergenza, ad esempio fornendo mappe dettagliate delle zone colpite. Fondo di sviluppo rurale europeo - È possibile modificare l´attuale programma di sviluppo rurale dell’Ue per l´Italia cambiando la destinazione dei fondi per sostenere il settore agricolo e agroalimentare delle aree terremotate che hanno subito danni ingenti. Le richieste devono venire dalle amministrazioni regionali ed essere approvate dalla Commissione, che si è già dichiarata disponibile. Ad esempio, con l’accordo del governo e un contributo di ogni regione (ad eccezione di Abruzzo e Lombardia) si potrebbe avere un cofinanziamento europeo di 50 milioni di euro che con quello nazionale arriverebbero a 100 milioni. È possibile inoltre ottenere temporaneamente la deroga all’obbligo di rispettare le prescrizioni tecniche di stagionatura e conservazione dei prodotti a denominazione geografica controllata.  
   
   
SISMA/LOMBARDIA: IN GIUNTA PACCHETTO DA 30 MILIONI  
 
Milano, 5 giugno 2012 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni presenta alla Giunta un pacchetto di misure per le zone terremotate del Mantovano. Il pacchetto, in fase di perfezionamento, è frutto del lavoro di tutti gli Assessorati interessati e del confronto con le forze sociali ed economiche del Patto per lo Sviluppo, già riunitosi in Regione. Vengono immediatamente messi a disposizione 30 milioni di euro per la ricostruzione degli edifici produttivi, il rilancio dei Distretti del commercio e del turismo e la costituzione del Fondo di garanzia per il settore agro-alimentare. Sono previste misure per il credito alle imprese, anche per il bisogno di liquidità, la moratoria dei rimborsi dovuti a Regione Lombardia, l´anticipo a luglio del 100 per cento dei fondi Pac (Politica agricola comune) dell´Unione europea, per le aziende agricole; la costituzione di un Fondo di rotazione per l´edilizia scolastica; interventi di urgenza per la salvaguardia del Grana padano e del Parmigiano reggiano. D´intesa con le sigle sindacali sono inoltre allo studio misure per facilitare l´accesso agli ammortizzatori sociali. Infine, è stata avviata la ricognizione sulle 71 chiese inagibili. Per far fronte a questa necessità sono già pronte 4 tensostrutture offerte da Fiera Milano da utilizzare per il culto. Ed ecco, in dettaglio, le misure allo studio per la Giunta prossima. 15 Milioni Per La Ricostruzione - Serviranno alla ricostruzione complessiva degli edifici produttivi - compreso l´acquisto di attrezzature e macchinari - attraverso la concessione di contributi a fondo perduto fino al 30 per cento dell´investimento da effettuare da parte delle Pmi dei settori manifatturiero, dei servizi all´imprese, della trasformazione agroalimentare. In totale saranno mesi a disposizione 15,5 milioni di euro. Rilancio Del Commercio E Del Turismo - Relativamente ai 7 Distretti del commercio localizzati nell´area colpita dal sisma (per un totale di 21 Comuni interessati) è previsto lo stanziamento di un contributo di 500.000 euro a fondo perduto per la riapertura di bandi a favore delle imprese anche al fine di rilanciare l´attrattività del territorio. Asconfidi propone un´iniziativa di abbattimento di interessi per 12/24 mesi su finanziamenti già perfezionati a favore delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi localizzate nelle aree colpite dal sisma. Credito Adesso - Le esigenze di liquidità delle imprese colpite dal sisma saranno sostenute attraverso l´aumento dell´abbattimento degli interessi. E´ una misura che vale circa 10 milioni. Moratoria - Si tratta di una misura finalizzata alla sospensione del pagamento dei rimborsi per le imprese danneggiate che abbiano in essere finanziamenti con Regione Lombardia. Anticipo Pac - L´obiettivo è di anticipare a luglio (rispetto al normale periodo di erogazione di dicembre) l´assegnazione del 100 per cento contributo comunitario. Piano Di Sviluppo Rurale - E´ prevista l´attivazione di bandi a favore delle imprese danneggiate solo per il finanziamento dei progetti ricadenti nell´area interessata dal sisma e finanziata mediante la riprogrammazione di risorse già esistenti (non aggiuntive) derivanti dalle economie del Piano di sviluppo rurale (Psr). Fondi Di Garanzia - E´ prevista l´istituzione di un Fondo per la concessione di garanzie a costo agevolato per interventi relativi a acquisto, costruzione o miglioramento di immobili e acquisto di impianti e macchinari. Le risorse disponibili - attive presso Federfidi - sono pari a 3,2 milioni di euro. Edilizia Scolastica - In attesa della conclusione del monitoraggio degli edifici scolastici danneggiati dal sisma, si utilizzerà il Fondo rotativo per l´edilizia scolastica per assegnare un finanziamento a tasso agevolato ai proprietari delle scuole (Comuni e Province) in cofinanziamento con i fondi nazionali, comunali e provinciali. Altre Misure: - Misure di sostegno al consumo del Grana padano e del Parmigiano reggiano. I Presenti Al Tavolo - Hanno partecipato ai lavori i rappresentanti regionali di Unioncamere, Confindustria, Confapindustria, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil, Abi, Anci, Upl e Assolavoro. Erano presenti anche il segretario generale della Camera di Commercio di Mantova Marco Zanini, il quale ha presentato dati e numeri circa le imprese che hanno riportato danni, il direttore generale della Provincia di Mantova Gianni Petterlini e un delegato del sindaco di Quistello.  
   
   
CRISI: DA LUNEDI’ 11 GIUGNO ATTIVO IN VENETO NUMERO VERDE “ANTISUICIDI” 800334343. ZAIA, “VICINI AI NOSTRI IMPRENDITORI ANCHE SUL PIANO PSICOLOGICO E SANITARIO”  
 
Venezia, 6 giugno 2012 - A partire da lunedì prossimo 11 giugno sarà attivo il numero verde 800334343 per fornire aiuto ed assistenza altamente professionale sul piano psicologico e sanitario agli imprenditori veneti in difficoltà a causa della crisi. Il numero fa parte del Progetto “in Oltre: la salute degli imprenditori”, realizzato dall’Ulss 4 Alto Vicentino su incarico della Regione, che punta a gestire le gravi ripercussioni psicologiche legate alla crisi economica, gestendo la fase di “emergenza” nella quale si possono manifestare intenti suicidi e accompagnando chi chiederà aiuto nella rete di servizi territoriali che la sanità veneta mette a disposizione. Ne ha dato notizia il presidente Luca Zaia al termine della seduta di ieri della Giunta regionale, nel corso della quale, su proposta dello stesso Zaia, è stata approvata la relativa delibera di approvazione e attivazione del progetto. “I nostri imprenditori – ha detto Zaia – stanno combattendo una battaglia durissima per fronteggiare una crisi profonda e devastante, che ha già portato in vari casi alla scelta drammatica del suicidio. Noi siamo al fianco di ognuno dei nostri imprenditori, con tutte le azioni possibili sul piano economico, ed ora anche con questa iniziativa di supporto psicologico e sanitario, che sarà realizzata utilizzando le migliori professionalità. Al numero verde risponderanno infatti psicologi esperti e competenti il cui supporto sarà prezioso non solo sul piano psicologico, ma anche su quello più puramente umano”. Ecco in sintesi i contenuti del Progetto “inOltre: la salute degli imprenditori”: L’intervento: l’utente si rivolge al servizio attraverso il numero verde o una piattaforma on-line che sarà attivata il prima possibile. Lo psicologo (che risponde presso il Punto di ascolto dell’Ulss n.4) effettua il primo intervento con l’obiettivo di gestire l’emergenza e concordare un appuntamento per valutare quali sono le strade percorribili. Successivamente, l’operatore attiva la task-force provinciale (una equipe formata da un Referente Psicologo (Rp) e da rappresentanti dei servizi territoriali tra cui ad esempio lo psicologo dello sportello Spisal, la Caritas, centri parrocchiali, consulenti legali, ecc. ) per valutare quali sono i servizi di supporto sul territorio. Viene effettuato un primo incontro tra utente e Referente Psicologo; durante l’incontro vengono offerti i possibili contatti. Il sanitario segue l’utente nel contatto con i servizi segnalati dalla task-force, e monitora il suo processo di inserimento a scadenze dilazionate (rispettivamente a 1 settimana, 2 settimane, 1 mese, 3 mesi, 6mesi). La Struttura: Il “Punto di Ascolto” è sia un “numero verde” a cui gli utenti possono rivolgersi, sia una piattaforma multimediale di prossima attivazione (chat, mail, blog e social network), che sarà attiva 24 ore su 24, che oltre a “ricevere” le richieste da parte di tutta la regione è anche nelle condizioni di cercare attivamente i possibili utenti attraverso i canali comunicativi della società (attraverso la ricerca di parole chiave sul web ed il monitoraggio dei visitatori del sito). Verranno attivate sette Task-force, una per ogni provincia, i cui membri sono informati/formati su aspetti specifici relativi alla rete che si innesca. Ogni task-force è composta dai rappresentanti dei servizi presenti sul territorio che hanno ricevuto un riconoscimento dal progetto (ossia una certificazione di qualità del servizio erogato). La Gestione: gli “operatori psicologi” del Punto di Ascolto devono essere formati su aspetti tecnici (burocratico-finanziari, di implicazioni organizzative e di mercato che caratterizzano il mondo imprenditoriale), oltre che essere psicologi esperti nella gestione delle emergenze. I Referenti Psicologi della task-force provinciale organizzano l’intervento coordinando i servizi del territorio, seguono l’utente nel contatto con i servizi, monitorano il proseguimento delle attività. Il Responsabile Coordinatore riceve gli aggiornamenti dal Referente Psicologo di ogni task-force, monitora il funzionamento dell’intero progetto e riferisce aspetti critici epunti di forza al Supervisore Scientifico Il Supervisore Scientifico valuta la rigorosità dell’operato di ogni ruolo, supervisiona direttamente gli Operatori Psicologi del Punto di Ascolto, definisce quando è necessario fare formazione/aggiornamento agli operatori in base a quanto riporta il Responsabile Coordinatore, coordina il team di ricercatori che opera la valutazione dell’efficacia.  
   
   
BOLZANO: DURNWALDER AL QUIRINALE DA NAPOLITANO: ONORIFICENZA AI PRESIDENTI DI ITALIA E AUSTRIA  
 
 Bolzano, 6 giugno 2012 - Nell’anno che celebra i 40 anni del Secondo statuto di autonomia e i 20 anni della chiusura della vertenza internazionale, la Giunta provinciale ha intenzione di insignire della massima onorificenza della Provincia il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il suo omologo austriaco Heinz Fischer il prossimo 5 settembre: è quanto il presidente Luis Durnwalder ha voluto annunciare personalmente al Capo dello Stato italiano nel corso del cordiale colloquio svoltosi il 5 giugno a Roma. Un colloquio "amichevole e molto cordiale, durato circa un’ora", ha spiegato Durnwalder uscendo dal Quirinale, ha dato al Presidente della Giunta provinciale l´opportunità di fare il punto della situazione politico-economica in Alto Adige e di discutere con il Capo dello Stato alcuni temi centrali per lo sviluppo dell’autonomia, dalla compartecipazione al risanamento dei conti pubblici ai rapporti con il Governo e alle future norme di attuazione. Ma in primo luogo il presidente Durnwalder ha inteso comunicare di persona e direttamente a Giorgio Napolitano la volontà della Giunta provinciale di insignire il Presidente della Repubblica del Grande ordine di merito, la massima onorificenza della Provincia, "proprio nell’anno in cui ricorrono i 40 anni della nuova autonomia e i 20 anni della fine della controversia internazionale tra Italia e Austria", ha spiegato Durnwalder. Analoga comunicazione è stata fatta al presidente austriaco Heinz Fischer durante l´ultima visita di Durnwalder a Vienna. La Provincia sarebbe onorata di poter festeggiare il cammino di sviluppo e di pacificazione dell´Alto Adige con i due Capi di Stato il prossimo 5 settembre - data della firma dell´Accordo di Parigi - a Castel Tirolo "per poter ringraziare attraverso le massime autorità politiche i due Paesi che con il dialogo hanno reso possibile l´autonomia e un modello di convivenza che viene spesso portato ad esempio", ha ribadito Durnwalder al Quirinale. Al presidente Napolitano il Landeshauptmann ha poi fatto un quadro aggiornato della situazione economica in Alto Adige e della convivenza tra i gruppi linguistici, "e ho ricordato che anche sui relitti fascisti abbiamo lavorato per cercare, e in parte ci siamo riusciti, compromessi accettabili", ha spiegato Durnwalder. Resta da risolvere la questione del bassorilievo di Mussolini in piazza Tribunale a Bolzano, "sulla quale ho chiesto al Capo dello Stato un suo interessamento", ha aggiunto. Con il Presidente della Repubblica si è discusso anche degli effetti delle manovre finanziarie del Governo e dell´Accordo di Milano, che ha rivisto l´assetto del finanziamento dell´autonomia. Durnwalder ha ribadito che la Provincia è pronta, come sempre, a dare il suo contributo al risanamento dei conti pubblici e al rilancio del Paese, secondo il principio di responsabilità, criteri di equità ma nel rispetto delle regole dell´autonomia. Il riferimento è alle violazioni già verificatesi con il Governo Monti. Il Presidente della Repubblica, riferisce Durnwalder, ha ricordato sia l´importanza del dialogo per giungere a soluzioni condivise che la contestuale necessità di rispettare le regole formali. Con Napolitano c´è stato modo di accennare anche a una serie di questioni ancora aperte nei rapporti tra Bolzano e Roma: la norma finanziaria di attuazione dell´Accordo di Milano, l´assunzione degli oneri statali in Alto Adige, il finanziamento dei programmi Rai per le minoranze. Tra gli altri temi, quello annoso del divieto per gli Schützen provenienti dall´estero di partecipare con le armi storiche a manifestazioni in Italia e quello ricorrente dell´eventuale concessione della grazia ad alcuni attivisti sudtirolesi condannati negli anni Sessanta. A tale proposito il Capo dello Stato, riferisce Durnwalder, ha chiesto un aggiornamento scritto della situazione delle persone interessate e delle pratiche connesse, poi si riserverà di esaminare la documentazione.  
   
   
PIEMONTE: RISORSE PER LE COMUNITÀ MONTANE E CORSI FORMATIVI CONTRO LA DISOCCUPAZIONE SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI IL 5 GIUGNO DALLA GIUNTA REGIONALE.  
 
Torino, 6 giugno 2012 - La riunione è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Comunità montane. Definito, su proposta dell’assessore Roberto Ravello, il riparto delle somme destinate per quest’anno alle zone montane: 12,5 milioni di euro per finanziare le spese di funzionamento e per il mantenimento dei servizi essenziali per la popolazione residente nei territori montani e rurali svantaggiati, con particolare riguardo ai servizi scolastici; 5,2 milioni per le attività previste dal Fondo regionale per la montagna. Lotta contro la disoccupazione. Il testo della direttiva per la lotta contro la disoccupazione presentato dall’assessore Claudia Porchietto contiene gli indirizzi e le linee guida alle Province per la formulazione dei bandi dei corsi di formazione per gli anni formativi 2012-13 e 2013-14, per la cui realizzazione sono stanziati 43 milioni di euro. Sono stati inoltre approvati: - su proposta dell’assessore Barbara Bonino, l’adeguamento del regolamento per la navigazione sulle acque piemontesi del lago Maggiore alle norme della Convenzione italo-svizzera che estendono l’obbligo di dotarsi dei documenti di bordo e dei contrassegni identificativi a tutte le imbarcazioni non immatricolate e lunghe più di 2,50 metri; - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, la variante generale al piano regolatore di Moriondo Torinese; - su proposta dell’assessore Michele Coppola, l’assenso alla trasformazione del Circolo dei Lettori di Torino da associazione a fondazione.  
   
   
TOSCANA : BENE LE UNIONI DI COMUNI. PROSSIMO PASSO LE AREE METROPOLITANE  
 
 Firenze, 6 giugno 2012 – Occorre accelerare sullo sviluppo dell’area metropolitana, possibile risposta a ‘mali’ storici della Toscana e agli acciacchi nuovi che sta creando la crisi economica. Lo sottolinea l’assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali Riccardo Nencini. La legge sul riordino istituzionale approvata a gennaio sta dando i primi frutti. Ha permesso il superamento delle comunità montane; comincia ad essere utilizzata per formare altre unioni di Comuni, ma anche per fondere insieme più comuni (non solo piccoli). “E’ una novità per la Toscana del municipalismo – dice l’assessore – In posizione di testa c’è Incisa e Figline Valdarno, ma se ne discute anche all’Elba e in parti dell’Amiata”. “Avere comuni più grandi significa contenere i costi e valorizzare l’efficacia dei servizi. E’ un passo in avanti – spiega -, ma ora occorre dare un’altra accelerata sul fronte delle aree metropolitane, per risolvere il grande problema della Toscana contemporanea che è, come spiega anche l’Irpet, la carenza di città, intese nella loro dimensione ed accezione europea”. Alla carenza di ‘città’ e di rapporti tra il centro e l’hinterland per l’assessore si può supplire infatti aumentando i servizi a rete. E la prima rete da definire dovrebbe essere quella che corre lungo l’asse tra Firenze, Prato e Pistoia. Appena ieri Nencini aveva incontrato gli esperti e ricercatori dell’Irpet, l’istituto regionale di programmazione economica. Stamani ne ha parlato con il presidente dell’Unioni delle province toscane, con cui, dopo questo primo confronto, tornerà ad incontrarsi. “La crisi economica ha messo in evidenza alcuni tratti economici e istituzionali della toscanità che vanno affrontati e corretti con decisione – sottolinea – Si manifestano con preoccupazione carenza di reti urbane e di funzioni, mentre la rendita continua ad essere troppo alta (come l’età di chi risiede accanto a noi). Necessitano alta formazione, sviluppo di funzioni superiori e migliore accessibilità internazionale”. “Una prima possibile risposta – conclude – potrebbe essere la realizzazione di un’area metropolitana larga, definendo un nuovo e più alto punto di equilibrio istituzionale a partire dall’asse tra Firenze, Prato e Pistoia, dove si susseguono tre province, quattro città con Empoli e il popoloso hinterland fiorentino. Un inizio necessario per poter poi affrontare il tema delle aree vaste nel resto della Toscana ed avere istituzioni più autorevoli nel rapporto con l’Italia e nelle relazioni internazionali”.  
   
   
ENTI LOCALI: ABRUZZO, SI AVVIA TRASFERIMENTO FUNZIONI A COMUNI UNA COMMISSIONE POLITICA MONITORERA´ COSTANTEMENTE I LAVORI  
 
Pescara, 6 giugno 2012 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore agli Enti locali, Carlo Masci, ha istituito il Tavolo Tecnico Interistituzionale Regione- Province. Un passaggio richiesto da disposizioni di legge secondo le quali Stato e Regioni, con propria legge e secondo le rispettive competenze, saranno tenute trasferire ai Comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle Province. A meno che, per assicurarne l´esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle Regioni, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Compito principale del Tavolo sarà quello di avviare il monitoraggio delle funzioni regionali conferite alle Province e delle relative risorse umane, finanziarie e strumentali trasferite, al fine di verificare la possibilità che le stesse siano allocate nei Comuni singoli o associati, ovvero vengano riattribuite alla stessa Regione e consentire alla Regione Abruzzo di approvare il conseguente provvedimento legislativo. Il Tavolo è composto da referenti tecnici delle Province (di cui uno con funzioni di coordinamento ed uno esperto in bilancio per la Provincia rappresentata), dell´Anci, e dell´Upi. Al Tavolo potranno essere invitati a partecipare i dirigenti regionali competenti per materia, di volta in volta interessati all´argomento affrontato. Inoltre, il provvedimento della Giunta ha stabilito che il lavoro del Tavolo Tecnico sia costantemente seguito da una apposita "commissione politica", composta dall´assessore agli Enti Locali, Carlo Masci, dai quattro Presidenti delle Province e da tre consiglieri regionali (due espressione della maggioranza ed uno espressione dell´opposizione) designati dalla Commissione consiliare regionale competente in materia di enti locali.  
   
   
POPOLAZIONE: AL 1° GENNAIO I TRENTINI SONO 533.394  
 
Trento, 6 giugno 2012 - Dai dati resi noti dal Servizio Statistica della Provincia , al 1° gennaio 2012 la popolazione residente in Trentino ammonta a 533.394 persone, distribuite in 217 comuni, con un aumento assoluto rispetto al 2011 di 3.937 unità, equivalente ad un incremento relativo del 7,4 per mille. Il tasso di natalità si è attestato sul valore di 10,0 nati per mille abitanti, decisamente superiore rispetto alla media nazionale, stimata dall’Istat al 9,1 per mille. La popolazione e i movimenti anagrafici sono da ritenersi provvisori e non possono, quindi, venire usati dove sia richiesto il dato validato dall’Istat (dato ufficiale). In particolare, nella predisposizione del documento, Il Servizio Statistica ha tenuto conto dell’entrata in vigore della normativa comunitaria, che regola anche la produzione statistica in ambito demografico. Tale normativa prevede, tra il resto, la determinazione di una popolazione provvisoria, basandosi sul calcolo statistico desunto dalla “vecchia” serie storica, che ha preso avvio dal Censimento della popolazione del 2001. Non appena sarà disponibile la popolazione legale (l’ammontare della popolazione a cui vengono ricondotti numerosi effetti giuridici come il numero delle farmacie, delle scuole per grado di istruzione, il numero dei rappresentanti politici all´interno delle diverse istituzioni), diffusa dall’Istat entro il 31 dicembre 2012, la popolazione verrà completamente ricalcolata, partendo dal dato definitivo del Censimento della popolazione del 2011 ed aggiungendo solo una parte dei movimenti statistici (quelli con decorrenza giuridica successiva all’8 ottobre 2011). Contrariamente agli anni scorsi, quindi, anche i movimenti definitivi subiranno una rettifica, in base alla nuova metodologia di calcolo prevista per l’anno 2011. Al 1° gennaio 2012, comunque, la popolazione residente in Trentino ammonta a 533.394 persone, distribuite in 217 comuni. L´aumento assoluto rispetto al 2011 è di 3.937 unità, equivalente ad un incremento relativo del 7,4 per mille. I nati vivi residenti ammontano a 5.295 unità: il tasso di natalità, dato dal rapporto fra il numero dei nati vivi residenti e la popolazione media residente, si è attestato sul valore di 10,0 nati per mille abitanti, lievemente inferiore a quello dell’anno precedente e decisamente superiore rispetto alla media nazionale, stimata dall’Istat al 9,1 per mille. Sempre in base alle stime Istat, la provincia di Bolzano e la provincia di Trento sono le due aree con il tasso di natalità più elevato a livello italiano, confermando quanto già rilevato nel 2010. Il numero dei morti residenti ammonta a 4.590 unità e il tasso di mortalità provinciale (rapporto fra il numero dei morti residenti e la popolazione media residente) è risultato pari all’8,6 per mille, leggermente inferiore all’anno precedente e ancora molto al di sotto della media nazionale, stimata dall’Istat al 9,7 per mille. Il saldo naturale (eccedenza o deficit di nascite rispetto ai decessi) si presenta con segno nettamente positivo (+705 unità), confermando una tendenza in atto dalla seconda metà degli anni Novanta. Il saldo migratorio, o sociale, dato dalla differenza fra le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche, presenta un valore positivo pari a 3.784 persone ed è inferiore di 873 unità rispetto al 2010: tale differenza è imputabile quasi interamente a una diminuzione del saldo migratorio con l’estero Completano il quadro dei movimenti gli “altri iscritti” e gli “altri cancellati”, che è opportuno distinguere dalle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche dovute ad effettivi trasferimenti di residenza, in modo da ottenere una più corretta valutazione del movimento migratorio. Gli “altri” movimenti includono infatti le correzioni che sono state apportate al calcolo della popolazione residente per errori compiuti nel passato o in seguito al confronto tra l’anagrafe e l’ultimo Censimento della popolazione: essi non sono considerati come movimenti migratori veri e propri, ma vengono operati al fine di riportare la popolazione anagrafica il più vicino possibile a quella reale.. I dati evidenziano come la popolazione trentina cresca sia per l’apporto del saldo naturale (decisamente positivo), sia soprattutto per l’entità del saldo migratorio o sociale. La crescita della popolazione non si presenta uniforme su tutto il territorio provinciale, per effetto di saldi naturali e migratori notevolmente diversificati. Premesso che in tutte le comunità di valle si è registrato un saldo complessivo positivo, le aree in cui si assiste agli incrementi maggiori di popolazione sono il Comun General de Fascia (12,4 per mille) e le Comunità Alta Valsugana e Bersntol (11,5 per mille), Rotaliana - Königsberg (11,3 per mille) e Alto Garda e Ledro (10,1 per mille); gli incrementi minori si registrano, invece, nelle Comunità della Paganella (0,6 per mille), delle Giudicarie (2,0 per mille) e della Valle di Sole (3,4 per mille).  
   
   
CONTRATTAZIONE DECENTRATA NELLA PA, GIORNATA FORMATIVA A MATERA L’INIZIATIVA È PROGRAMMATA PER IL 7 GIUGNO DALL’UFFICIO AUTONOMIE LOCALI.  
 
 Potenza, 6 giugno 2012 - In un momento di grande discussione in materia d’impiego pubblico, l’Ufficio Autonomie Locali della Regione Basilicata organizza a Matera per il giorno 7 giugno 2012 una giornata formativa sui principali aspetti della contrattazione decentrata e sul disegno di legge inerente la riforma del mercato del lavoro pubblico. La giornata formativa/informativa è organizzata con la gratuita collaborazione della rivista giuridica “Guida al Pubblico Impiego del Sole 24 Ore”; parteciperanno all’incontro Arturo Bianco, docente della Scuola Superiore Pubblica Amministrazione Locale e collaboratore di Riviste Specializzate sugli Enti Locali, Francesco Verbaro, esperto in materia di Lavoro pubblico e Diritto del Lavoro. Il Coordinamento è affidato alla redazione di Guida al Pubblico Impiego mentre l’introduzione sarà a cura di Pasquale Monea dirigente Ufficio Autonomie Locali e collaboratore della stessa rivista “Guida al Pubblico Impiego”. I lavori sono programmati nella sala del Consiglio della Provincia di Matera a partire dalla ore 9.30.  
   
   
CALABRIA: IL MINISTRO DEL LAVORO ELSA FORNERO E L’ASSESSORE FRANCESCANTONIO STILLITANI HANNO FIRMATO UN PROTOCOLLO PER IL PAGAMENTO DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Catanzaro, 6 giugno 2012 - È stato sottoscritto a Roma tra il ministro del lavoro Elsa Fornero e l’assessore regionale Francescantonio Stillitani un accordo per il trattamento dei lavoratori calabresi in cassa integrazione e in mobilità in deroga. “Grazie a quest’atto – ha spiegato Stillitani – si potrà effettuare il pagamento dei trattamenti in deroga per circa 15 mila lavoratori calabresi i quali, grazie all’arrivo di 80 milioni di euro previsti dall’accordo, potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo”. L’assessore Stillitani aveva espressamente chiesto alla Fornero, tramite una lettera inviata qualche mese, che la Calabria potesse essere sgravata dei costi inerenti gli ammortizzatori sociali in deroga in base ad un accordo sottoscritto a maggio dello scorso anno che prevedeva che qualora fossero stati esauriti i fondi comunitari, corrispondenti a 58 milioni di euro, il Ministero si sarebbe dovuto fare carico dell’intero costo previsto per il 2012. Alla lettera sono, poi, seguiti diversi incontri tra il direttore generale del Dipartimento regionale del lavoro Bruno Calvetta e la responsabile del Ministero del lavoro Paola Paduano “Il Ministero – ha affermato Stillitani - si assumerà, quindi, l’intero onere del pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2012. È chiaro però che la cassa integrazione dovrà essere utilizzata dalle aziende solo dopo aver verificato che tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legislazione ordinaria sono inapplicabili. Grazie a questo notevole risultato – ha evidenziato ancora l’assessore regionale - potremo finalmente garantire un po’ di tranquillità in più ai quasi 15 mila lavoratori interessati dalla cassa integrazione e dalla mobilità in deroga, seriamente preoccupati per la copertura degli importi necessari al pagamento dei sussidi per il 2012. Infatti, con la firma di questo accordo, anche per questo anno, i lavoratori potranno tranquillamente ricevere il pagamento dei sussidi spettanti”. Relativamente alla mobilità in deroga le richieste dovranno essere presentate dagli interessati alla competente sede Inps che provvederà, sulla base di specifici accordi stipulati con la Regione e in linea con quanto stabilito dall’accordo quadro, ad erogare le indennità a valere sui fondi nazionali, fino al completo utilizzo degli 80 milioni di euro assegnati dal Governo alla Regione. Sulla base della contabilità inviata dal Dipartimento regionale al lavoro al Ministero, gli 80 milioni di euro non sono sufficienti per coprire le indennità fino alla fine dell’anno, ma il Ministero si è assunto l’impegno di integrare con le risorse necessarie a coprire il costo delle indennità fino al prossimo 31 dicembre. Il Mistero del lavoro, la Regione e l’Inps monitoreranno costantemente l’andamento della spesa anche al fine di vagliare sulle eventuali integrazioni da apportare all’accordo sottoscritto. Inoltre, la Regione Calabria si impegnerà, parallelamente all’erogazione di questo sostegno al reddito, di attuare di concerto con le Province tutta una serie di politiche attive, quali ad esempio: formazione, stage e tirocini, volti alla qualificazione e alla specializzazione dei lavoratori per favorire la loro integrazione all’interno del mercato del lavoro una volta terminato il periodo degli ammortizzatori sociali in deroga.  
   
   
IL DIALOGO FRA GENERAZIONI, STRUMENTO PER SUPERARE LA CRISI E DARE UN FUTURO AI GIOVANI FIGLI, GENITORI E NONNI DAVANTI AD UN WELFARE INCAPACE DI AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA FAMIGLIA  
 
 Trento, 6 giugno 2012 - Che in Italia il welfare sia da rivedere in maniera radicale non è certo una novità. Ma davanti a quanto emerso nell’incontro del 3 giugno per il Festival si comprende come certe scelte non siano più procrastinabili e sia necessario delineare politiche incisive in grado in includere figli, genitori e nonni. Solo una rete fra generazioni , valorizzata anche dal dialogo famigliare, infatti può dare una prospettiva per il futuro anche ai più giovani in una situazione di grave crisi come quella che stiamo vivendo oggi. Il rapporto fra le generazioni e le sue importanti ricadute sul sistema sociale in Italia è stato al centro del confronto al Festival dell´Economia, “Figli, genitori, nonni: politiche per la famiglia e i giovani come rete fra le generazioni!”, alla Facoltà di Sociologia di Trento. Punto di partenza della discussione l’importanza delle politiche come terreno di scambio e costruzione del dialogo intergenerazionale. E quando parliamo di generazioni individuiamo tre categorie: figli, genitori e nonni “Il collante fra le generazioni dovrebbe essere rappresentato dalle politiche sociali - ha evidenziato Carlo Buzzi, direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento- ma purtroppo in Italia questo non accade”. Il sistema del welfare nel nostro Paese infatti è poco attento ai giovani considerati marginali: “Ma nello stesso tempo – ha sottolineato Buzzi - c’è anche un’assenza di incisività nelle politiche famigliari come accade nei riguardo delle giovani generazioni. Questo in un contesto in cui la famiglia viene considerata come l’ammortizzatore sociale per eccellenza ed è difatto il surrogato della latitanza dello Stato”. Restano i nonni (gli anziani) in un Paese che sta invecchiando e in cui assistiamo da anni ad un crollo dei tassi di natalità ed è evidente come questo sia la causa di un grave squilibrio fra generazioni. E la prima conseguenza è che le politiche di assistenza verso gli anziani rischia sempre più di assorbire le già poche risorse del welfare. “Sarebbe necessario quindi - ha concluso Carlo Buzzi - che le tre politiche si integrassero in un disegno delineato e lungimirante ,ma questo in Italia non accade e anzi queste si stanno dimostrando sempre più indipendenti, come proseguissero su binari diversi, se non addirittura in aperta competizione”. Arianna Bazzanella, dell’Osservatorio permanente sulla condizione dell’infanzia e dei giovani della Provincia autonoma di Trento, ha invece posto l’accento sul quadro drammatico della situazione dei giovani nel nostro Paese a partire da un dato: “Siamo la società più vecchia al mondo con un sistema sociale per forza di cose troppo sbilanciato che non da sbocchi ed opportunità ai giovani”. I dati riportati dalla Bazzanella, sia dell’Ocse che dell’Istat, evidenziano i tantissimi gap dell’Italia, dove l’età media per avere un figlio è di trent´ anni (a fronte dei venticinque degli Stati Uniti per fare un paragone), dove il 15% dei minori vive in una situazione di povertà e dove solo il 4,5 del Pil viene investito nel sistema scolastico. Senza dimenticare i numeri drammatici che in questo momento di crisi arrivano dal mondo del lavoro. “Il quadro attuale allora - ha spiegato Arianna Bazzanella - mostra una pericolosa concentrazione di criticità in Italia che richiedono soluzioni politiche diverse e urgenti a partire, ad esempio, da un sistema di formazione legato in maniera più stretta al mondo del lavoro e alle sue necessità. Politiche, che al di la delle parole, possano dare ai giovani possibilità vere per crescere coma accade in altre nazioni”. Gustavo Pietropolli Charmet, psicoterapeuta, presidente dell’Istituto Minotauro e autore per Laterza del recente libro ”Cosa farò da grande?Il futuro come lo vedono i nostri figli”, ha posto l’accento sull’importanza dello scambio fra generazioni nell’ambito del tessuto famigliare. “Uno scambio – ha spiegato Pietropolli Charmet - che avviene anche attraverso la narrazione che si instaura fra genitori e figli, fra nonni e nipoti, con i miti famigliari che vengono assorbiti dai giovani. Un dialogo che è fondamentale anche per gli anziani che portano e raccontano la loro esperienza di vita”. Secondo lo psicoterapeuta i giovani hanno bisogno di “entrare” in una storia, di sentire un’appartenenza anche se poi sono liberi di uscirne e di non riconoscersi magari in essa. Oggi sono molti gli ostacoli che rispetto al passato si pongono sulla strada di un dialogo fra generazioni anche per la mancanza di momenti di incontro, come magari accadeva un tempo, della famiglia senza dimenticare come per Pietropolli Charmet: “I giovani sono sempre più correlati ad un rapporto con i loro coetanei che li attrae in una dimensione di appartenenza al gruppo. Questa si lega al presente (e forse al futuro) ma purtroppo non favorisce la trasmissione intergenerazionale”.  
   
   
SE IN ITALIA NON CI FOSSERO I NONNI… PER SILVIA VEGETTI FINZI SONO IL PRINCIPALE AMMORTIZZATORE SOCIALE  
 
 Trento, 6 giugno 2012 - Ha parlato di nonni, ha parlato di separazioni, ha parlato di come la crisi economica stia mettendo in seria difficoltà i giovani e le giovani coppie in Italia Silvia Vegetti Finzi, in un affollatissimo ed applauditissimo incontro per le "Intersezioni" del Festival dell´Economia. “Dopo secoli in cui la famiglia aveva una struttura verticale, e cioè quella dinastica, a seguito del ’68 si era passati ad una famiglia che possiamo chiamare orizzontale e cioè basata sull’affetto; adesso siamo tornati ad una struttura verticalizzata in cui i nonni sono la cima della piramide e soprattutto sono parte molto attiva nel menagè familiare sia dal punto di vista finanziario, che logistico, che affettivo” ha detto la psicologa. Ed in effetti le statistiche citate parlano di un preoccupante superamento della soglia del 50 per cento da parte delle famiglie separate rispetto a quelle unite se consideriamo anche i separati in casa e i conviventi che smettono di essere tali. “Questo crea a cascata tutta una serie di problemi – ha sottolineato la Vegetti Finzi – perché a fronte di una generazione di giovani che dice di mettere al primo posto come valori la famiglia, c’è questa generazione di figli di separati che non avranno un’esperienza di vita familiare unita e quindi hanno in testa un ideale che per definizione è irraggiungibile e cozza con la dura realtà. Lo vedo soprattutto negli adolescenti, passano da una relazione all’altra alla ricerca dell’amore perfetto”. Ma la lucida analisi della columnist del "Corriere della Sera" si è soffermata soprattutto sul ruolo dei nonni: “Sono dei veri e propri ammortizzatori sociali e stanno salvando l’Italia dalla rovina economica in cui sono finite per esempio migliaia di famiglie negli Stati Uniti all’inizio di questa crisi economica. Nella mia generazione il ruolo dei nonni era simbolico. I nonni di oggi sono molti diversi: più attivi sia perché sono quelli che hanno fatto il ’68 – e qui a Trento lo sapete bene visto che la vostra facoltà di sociologia è stato un vero e proprio laboratorio sociale delle trasformazioni - e quindi hanno un grado di scolarizzazione molto più alto ma anche perché ce n’è proprio di bisogno. I nuovi nonni sono benestanti, in salute e sono tanti: in Italia ci sono 12 milioni di persone over 65, la media più alta di tutta Europa. I nonni – ha proseguito la Vegetti Finzi – danno i loro risparmi ai figli, li aiutano col mutuo, gli comperano la macchina. Il loro ruolo è fondamentale, soprattutto in quelle regioni dove le donne lavorano”. E – in base all’esperienza di psicoterapeuta – il risultato spesso è sorprendente: “Quando si affronta questo argomento mi viene sempre in mente il caso di un mio paziente che, in pensione da metalmeccanico, adesso svolge il suo ‘lavoro’ di baby sitter dei suoi tre nipotini con un’amorevolezza veramente incredibile”. Questo sistema – che sembra funzionare bene – ha però delle controindicazioni: “Certo, questa rete solidale in Italia sembra funzionare ma non dimentichiamo le difficoltà delle giovani coppie che spesso sono nettamente dipendenti economicamente dall’aiuto dei nonni. Questo crea dipendenza e anche tanta frustrazione perché la nostra è una società gerontocratica e auto centrata. Per questo mi sento di dire: diamo più fiducia ai giovani, diamo loro più responsabilità”.  
   
   
SARDEGNA PRIMA REGIONE DEL SUD SU PIANO INFANZIA. DE FRANCISCI A BARCA: SBLOCCARE 45,4 MLN E 100 MLN DAL PATTO STABILITÀ  
 
 Cagliari, 6 Giugno 2012 - Sulle politiche sociali, in particolare per quelle a favore dell´infanzia, la Regione Sardegna risulta l´unica in tutto il Mezzogiorno ad aver superato gli obiettivi fissati e ora è necessario che lo Stato sblocchi i 45,4 milioni di euro previsti come premialità. Assieme a questo, occorre la revisione del Patto di stabilità sul sociale che possa consentire alla Sardegna di spendere i 100 milioni di fondi propri. Sono le principali richieste che l´assessore regionale della Sanità e Politiche sociali, Simona De Francisci, ha avanzato nell’incontro di oggi pomeriggio, a Villa Devoto a Cagliari, con il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Al tavolo hanno partecipato anche amministratori locali e operatori pubblici, privati e cooperative attivi nell’infanzia e nella terza età, che hanno esposto al ministro le criticità del settore e auspicato un potenziamento dei servizi per il sociale e per la famiglia in generale. Illustrando al ministro le azioni a favore di famiglie e del sociale, in particolare le misure del Piano regionale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, l’assessore ha sottolineato come il 36,9 per cento dei Comuni sardi (sul 35 per cento richiesto, ovvero 140 amministrazioni) abbia attivato servizi per i bambini e come il 13,2 per cento (sul 12% richiesto) dei piccoli (da 0 a 3 anni) abbia fruito di servizi specifici. "Sono numeri che collocano la Sardegna in testa tra le Regioni del Meridione che hanno centrato e superato gli obiettivi del Piano - ha detto l’assessore - e che le assegnano una premialità di oltre 45 milioni. Oltre a questo, chiediamo al ministro Barca che sostenga la nostra battaglia per la revisione del Patto di stabilità sul settore del sociale, passaggio fondamentale per poter sbloccare la spesa di fondi regionali disponibili ma oggi fermi dai vincoli di questo strumento di controllo del bilancio". Tra le linee di attuazione del Piano sono previsti contributi in conto capitale ai Comuni per interventi di ristrutturazione o costruzione di nidi e micronidi pubblici e contributi in conto corrente alle amministrazioni locali per l´attivazione di servizi innovativi sperimentali.  
   
   
COSA DEVONO FARE I GENITORI PER I FIGLI?  
 
 Trento, 6 giugno 2012 - Michele Pellizzari, docente alla Bocconi, Nicola Sartor, docente e rettore vicario all´Università di Verona, già sottosegretario al Ministero per l´Economia, Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, Antonio Schizzerotto, docente dell´Università di Trento: è toccato a loro discutere i risultati su un´indagine condotta su un campione di giovani europei sul ruolo esercitato dalla famiglia nell´avviamento professionale dei figli, nell´ultimo dei "Pro e contro" organizzato da lavoce.Info in questa settima edizione del Festival dell´Economia. L´opinione condivisa è che il rapporto padri-figli sia molto importante, anche sul piano della trasmissione delle professioni; anche se poi, una volta interrogati sui propri percorsi specifici, gli intervistati hanno anche detto che nel loro caso specifico è stato irrilevante. Introdotto dal professor Pellizzari, Danilo Cavapozzi della Ca´ Foscari di Venezia ha innanzitutto illustrato i risultati dell´indagine condotta sul tema. La maggior parte degli intervistati ritiene che la professione si tramandi di padre in figlio, che questo renda difficile l´accesso a certe professioni per chiunque non abbia dei "precedenti" familiari e che sarebbe auspicabile un accesso più facile per tutti. Ne consegue che per la maggioranza del campione il legislatore dovrebbe intervenire al fine di rendere a tutti coloro che lo meritano l´accesso al mondo delle professioni. Ed ancora: la maggior parte delle persone ritiene che la rete delle conoscenze familiari sia determinante al fine di trovare un lavoro. L´ultima domanda era più personale: quanto è stata importante per ciascun intervistato la rete di conoscenze familiare per trovare il primo posto di lavoro? Sorprendentemente, la risposta è stata che essa è stata poco o per nulla rilevante. Il dibattito ha preso le mosse da qui. Da un lato, è quasi scontato che la famiglia sia importante, sia uno dei luoghi dove avviene, anche, la cosiddetta formazione del capitale umano. Tuttavia ciò può determinare dei problemi sia sul piano dell´equità sia su quello dell´efficienza: può accadere non solo che chi proviene da famiglie prive di "connessioni" importanti sia svantaggiato nell´accesso a certe professioni a prescindere dal merito, ma anche che una persona priva di un talento specifico in un settore decida comunque di accedervi perché facilitato dal padre. Per Sartor la questione della trasmissione della professione è sempre esistita e va tenuta separata rispetto a quella della rete delle conoscenze familiari. La prima è in qualche modo "naturale", la seconda può avere conseguenze negative e distorsive del mercato del lavoro. Il problema è però che esistono ancora barriere legali di tipo "medioevale" per accedere alle professioni. Schizzerotto ha sottolineato come il rapporto fra condizione familiare e mobilità sociale si sia allentato; la nostra è una società più aperta e meritocratica rispetto al passato. Tuttavia questo è vanificato dal fatto che l´Italia dal 1995 non cresce più. Conseguentemente, le classi superiori e medie non si sono espanse; al tempo certe posizioni sono rimaste inaccessibili ai giovani perché occupate dalle persone più anziane. Cosa potrebbero fare dunque i "genitori" nei confronti dei figli? Promuovere politiche che favoriscano lo sviluppo, non alimentare posizioni di dipendenza dalla famiglia di origine che inibiscono l´intraprendenza dei giovani, potenziare le politiche per le pari opportunità e per l´accesso alla casa. Siciliotti a sua volta ha confermato che la professione del genitore influenza profondamente le scelte dei figli, "ma una volta arrivato sul campo di chi sei figlio non conta più niente, perché il cliente se ne accorge subito se sei o no all´altezza del padre." Il problema, inoltre, non riguarderebbe solo le professioni ma l´intero sistema capitalista italiano, che è profondamente familista. "Nessuno sa chi è il signor Coca Cola ma tutti hanno chi è il signor Fiat o il signor Pirelli." Per quanto riguarda gli ordini professionali, il futuro è nella specializzazione. Il futuro sta nell´essere curiosi, ladri di competenze altrui, non ´stabili´, perché le competenze che abbiamo oggi domani sono già vecchie. Il presidente del commercialisti ha detto inoltre che il pareggio di bilancio non è alle porte, che il 2013 dovrà essere un anno come il 1948, di "rifondazione", oppure il Paese non rimarrà in piedi. "Le contraddizioni sono molte, ad esempio fra lavoro produttivo e non produttivo, fra lavoro tassato e non tassato. Per cambiare ci vuole anche un cambiamento politico, perciò dico alle persone che vogliono il cambiamento: candidatevi." Pellizzari a sua volta ha rafforzato il concetto: "Il mondo cambia sempre più rapidamente, di ciò dobbiamo rendercene conto anche all´università, se vogliamo che i percorsi di formazione siano davvero efficaci." Per quanto riguarda invece le professioni, invece, proprio le ricerche svolte sembrano confermare che, sì, esse rappresentano in effetti un caso particolare rispetto a quello di altri percorsi lavorativi, sotto il profilo della loro trasmissione di padre in figlio. In questo ambito specifico del lavoro, di chi sei figlio continua ad essere determinante.  
   
   
TRENTO: DISEGNO DI LEGGE SULLE PARI OPPORTUNITA´: STRUMENTO IMPORTANTE PER LA PARITA´ DI GENERE  
 
Trento, 6 giugno 2012 - Il disegno di legge "Promozione della parità di trattamento e della cultura delle pari opportunità tra donne e uomini", che verrà discusso a partire da questo pomeriggio in Consiglio provinciale, è frutto di un lungo e complesso lavoro effettuato dalla Quarta Commissione legislativa per unificare tre disegni di legge sulla materia, uno presentato dall´assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e due di proposta consiliare.Si tratta infatti del testo unificato dei disegni di legge n. 142/Xiv, "Legge provinciale sulla parificazione e sulla promozione delle donne", proponenti: Margherita Cogo, Sara Ferrari, Mattia Civico, Bruno Dorigatti, Michele Nardelli, Luca Zeni, Caterina Dominici, Mario Magnani e l´ex consigliere Giovanni Kessler, n. 244/Xiv, "Modificazione della legge provinciale 10 dicembre 1993, n. 41 (Interventi per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna)", proponente: Caterina Dominici e n. 274/Xiv, "Sistema delle politiche per le pari opportunità tra uomo e donna", proponente l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami. Nel corso di una conferenza stampa convocata stamani, l´assessore Lia Giovanazzi Beltrami ha evidenziato alcuni temi ed elementi fondamentali del testo unificato. "Particolarmente significativo è innanzitutto l´approccio di sistema al tema delle opportunità tra uomo e donna in provincia di Trento – ha detto l´assessore, – specie se teniamo presente che la problematica, secondo la Commissione Europea, è l´assenza di ostacoli alla partecipazione economica, politica e sociale a motivo del genere di appartenenza. Ma non è solo sulla componente femminile che bisogna lavorare per raggiungere la condizione di pari opportunità tra maschi e femmine: è invece necessario coinvolgere entrambi i sessi su riflessioni che portino a una maggiore condivisione e responsabilità reciproca. Detto ciò, l´obiettivo centrale rimane pur sempre quello di riequilibrare lo svantaggio, se e dove esistente, tra uomini e donne". Ma quali sono gli obiettivi e le misure più importanti del disegno di legge che sta per andare in discussione in Consiglio? "La legge, che lo ripeto è il frutto di un certosino lavoro di assemblaggio della Quarta Commissione – ha proseguito l´assessore Beltrami, – affronta e disegna un´architettura complessiva in merito alle pari opportunità tra uomini e donne a livello provinciale. In essa sono individuati gli obiettivi, che sono poi la diffusione di una cultura di genere, il raggiungimento della parità di trattamento e di opportunità, l´equilibrio tra i generi; vi sono previste le misure e le azioni possibili, sia specifiche e complessive come ad esempio la sensibilizzazione, la raccolta dati, la condivisione dei tempi di cura, sia attraverso azioni positive come ad esempio azioni discriminatorie alla rovescia, a vantaggio del sesso sottorappresentato; si prevede inoltre l´organizzazione degli strumenti e degli organismi come la Commissione pari opportunità, la Consigliera di Parità, la struttura provinciale competente in materia di pari opportunità, le associazioni, i Comitati Unici di Garanzia, cioè gli ex comitati di pari opportunità nelle amministrazioni)". Una legge importante, quindi, una legge con molte prospettive come è stato ripetuto alla conferenza stampa, alla quale hanno preso parte anche i consiglieri firmatari Margherita Cogo, Sara Ferrari e Caterina Dominici e il presidente della Quarta Commissione legislativa, Mattia Civico.  
   
   
IL BRASILE E I RICHIAMI ALLA FERTILITA´ DEL PAPA  
 
Trento, 6 giugno 2012 - Cosa significa se – a seguito della visita di Papa Giovanni Paolo Ii nell’ottobre del 1991 in Brasile – ci si accorge nove mesi dopo che le nascite in quel Paese hanno un’impennata? Al Festival dell´Economia Imran Rasul - professore di Economia alla University College London – e Vittorio Bassi hanno provato a capire, partendo da questo caso specifico, quanto ci fosse di casuale e quanto un leader autorevole potesse condizionare il comportamento dei suoi seguaci. Non si tratta di un compito facile perché c’è sempre la difficoltà empirica di separare gli impatti diretti dell’input del leader da altri effetti collaterali difficilmente misurabili. Questo caso è stato scelto perché erano disponibili parecchi dati derivanti da interviste e indagini fatte sia prima che durante che dopo, la visita del 1991. Non si trattava però di un’indagine facile basti pensare che solo alcune donne potevano essere influenzate dalle parole del Papa nel senso che questo dipendeva anche dal tipo – o dall’assenza – del metodo anticoncezionale utilizzato. Quelle che prendevano la pillola – ad esempio - non avrebbero potuto procreare anche se influenzate dai dettami papali. “Un altro dato interessante è quello che ci dice che l’impennata di nascite non riguarda solo l’anno successivo alla visita ma c’è stata – ha spiegato Rasul, introdotto da Luca Rigoni, volto noto del Tg5, ora al Tgcom – una sorta di onda lunga che è arrivata addirittura fino al 1996”. Lo studio poi cerca di esaminare le caratteristiche di questi bambini nati “post- Papa”. “Le conclusioni a cui siamo giunti – ha aggiunto lo studioso – sono che il leader ha un forte impatto sul comportamento, in questo caso, riproduttivo. Chiaramente non sono solo strettamente le parole del Pontefice ad influenzare, ma la sommatoria dei messaggi – da parte dei media e di altri membri della chiesa – da esse generate. Un´altra cosa che abbiamo capito è che i dettami di Giovanni Paolo Ii hanno influenzato solo la tempistica delle nascite e alcune caratteristiche nell’infanzia, non la fertilità totale”. Infine i due studiosi hanno cercato di capire se le donne intervistate dopo l’arrivo del Papa avevano maggiore probabilità di dire che non usavano anticoncezionali e/o non intendevano utilizzarli in futuro, rispetto alle donne intervistate prima dell’arrivo del Pontefice: “Anche qui le parole del Papa sull’importanza di avere una prole numerosa hanno influenzato – almeno secondo quanto autodichiarato dalle intervistate – un cambiamento nell’utilizzo degli anticoncezionali”.