Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Luglio 2012
ALZI LA MANO CHI VUOLE ESSERE IMPRENDITORE: LA COMMISSIONE EUROPEA HA LANCIATO UNA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLE POSSIBILI INIZIATIVE A LIVELLO EUROPEO, NAZIONALE E REGIONALE, AL FINE DI PROMUOVERE L´IMPRENDITORIALITÀ.  
 
 Bruxelles, 19 luglio 2012 - In questi tempi difficili che registrano una crescente disoccupazione l´Europa ha bisogno di un maggior numero di imprenditori. Mentre attualmente soltanto l´11% dei cittadini europei svolge attività imprenditoriale, il 45% svolgerebbe volentieri un lavoro autonomo se soltanto lo potesse. Per sbloccare questa enorme potenzialità di crescita e occupazione la Commissione europea intende avviare, nell´autunno 2012, un piano d´azione europeo per l´imprenditorialità per incoraggiare l´imprenditorialità a tutti i livelli. A tal fine la Commissione ha avviato una consultazione pubblica con l´obiettivo di raccogliere i punti di vista delle parti interessate e dei cittadini sulla portata dei possibili interventi futuri a livello unionale, nazionale e regionale, al fine di promuovere l´imprenditorialità. Le nuove imprese rappresentano la fonte più importante di nuovi posti di lavoro: esse creano 4,1 milioni di nuovi posti di lavoro all´anno in Europa. Senza i posti di lavoro creati dalle nuove imprese il tasso medio di crescita netta dell´occupazione sarebbe negativo. Occorre inoltre evitare che le imprese spariscano per mancanza di sostegno in tempi difficili: al contrario occorre aiutarle a mantenere e a espandere la loro attività. Questa consultazione, che sarà aperta fino all´01.10.2012, si prefigge di identificare misure che potrebbero avere un impatto significativo per cogliere l’obiettivo del piano d´azione teso a incoraggiare l´imprenditorialità. Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l´imprenditoria e l´industria, ha affermato: "L´europa è in ritardo rispetto ai suoi competitori per quanto concerne le attitudini imprenditoriali. D’altra parte, sappiamo bene che le Pmi sono la principale fonte di nuovi posti di lavoro e di crescita. Pertanto, è essenziale che l´Europa stimoli il suo appetito di imprenditorialità e dia un sostegno ai suoi potenziali e nuovi imprenditori nella creazione di nuove imprese. Un piano d´azione europeo per l´imprenditorialità è necessario per liberare le potenzialità imprenditoriali. Fateci sapere le vostre idee – ne abbiamo bisogno." Promuovere l´imprenditorialità a tutti i livelli - L´europa è in ritardo rispetto agli Stati Uniti in termini di imprenditorialità: in Europa il 45% dei cittadini preferisce esercitare un´attività autonoma, mentre negli Usa la proporzione è del 55%. Questa mancanza di stimolo all´imprenditoria non è dovuta a un disamore europeo verso l´imprenditorialità, bensì a fattori strutturali, amministrativi e culturali concreti che è necessario affrontare. Per superare la situazione attuale la Commissione è particolarmente interessata ad ascoltare proposte e idee sul modo di : liberare le potenzialità imprenditoriali; rimuovere gli ostacoli alle attività imprenditoriali; sostenere gli imprenditori nell´avvio di una propria azienda; aiutare gli imprenditori ad affrontare sfide, in particolare nei primi anni di attività della loro azienda. Tutti i cittadini e le organizzazioni possono partecipare a questa consultazione. Saranno particolarmente benvenuti i contributi delle amministrazioni pubbliche e delle organizzazioni del settore privato nonché dei singoli individui che sostengono gli imprenditori nell´avviamento di aziende. Più in particolare, la Commissione è interessata a sentire i punti di vista dei cittadini sui seguenti aspetti: Promuovere lo spirito di imprenditorialità nelle scuole e nelle università - L´educazione all´imprenditorialità può fare la differenza poiché i giovani che partecipano a programmi e attività in tema di imprenditorialità tendono ad avviare un maggior numero di imprese e in un´età più precoce – la percentuale di studenti che diventano imprenditori da tre a cinque anni dopo l´uscita dalla scuola è del 3-5%, mentre per coloro che hanno partecipato a iniziative educative in tema di imprenditorialità tale percentuale sale al 15-20%. Cosa si può fare a livello unionale, nazionale e regionale per promuovere l´educazione all´imprenditorialità? Donne e anziani – bacini di imprenditoria non valorizzati - Le donne imprenditrici rappresentano soltanto il 34,4% dei lavoratori autonomi nell´Ue, ma il 52% della popolazione totale europea. Le donne rappresentano la fonte meno valorizzata di imprenditorialità in Europa. Gli anziani possono spesso recare un know-how e un´esperienza preziosi e potrebbero essere degli eccellenti mentori per i fondatori di imprese meno esperti. Cosa può fare la Commissione per promuovere l´imprenditorialità femminile e meglio valorizzare l´esperienza imprenditoriale degli anziani? Migranti, minoranze o altri gruppi specifici di potenziali imprenditori - È importante che le politiche volte a incoraggiare l´imprenditoria in Europa tengano pienamente conto delle potenzialità imprenditoriali costituite dai migranti e dai membri di minoranze etniche. In che modo è possibile stimolare al meglio l´imprenditorialità tra i migranti e i lavoratori appartenenti a minoranze etniche? Tra le altre tematiche toccate dalla consultazione vi sono le condizioni quadro per le imprese, l´agevolazione dei trasferimenti di imprese, efficaci procedure in caso di fallimento/seconde opportunità in caso di bancarotta non fraudolenta, il sostegno alle nuove imprese e un miglior accesso ai finanziamenti. Http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/public-consultation/index_en.htm    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI AVVIARE NEGOZIATI PER UN ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO CON IL GIAPPONE  
 
 Bruxelles, 18 Luglio 2012 - La Commissione europea ha deciso ieri di chiedere agli Stati membri per il loro accordo merito all´avvio dei negoziati per un accordo di libero scambio con il Giappone. Direttive di negoziato sarà sottoposto al Consiglio che dovrà dare alla Commissione un mandato per avviare i negoziati. Il Giappone è il secondo partner più importante commerciale dell´Ue in Asia, dopo la Cina, e insieme l´Ue e il Giappone per conto di più di un terzo del Pil mondiale. Un accordo commerciale con il Giappone potrebbe incrementare il Pil di quasi l´uno per cento e le esportazioni dell´Ue verso il Giappone potrebbe aumentare di un terzo. "Se la crescita nei prossimi venti anni è probabile che provengono da Asia, allora si affaccia il Giappone sarebbe un grave errore nella nostra strategia commerciale", ha detto commissario Ue al commercio Karel De Gucht. "La nostra priorità nei nostri colloqui sarà quello di affrontare le barriere non tariffarie sul mercato giapponese, per esempio nel settore automobilistico, e per consentire alle imprese europee l´accesso al mercato degli appalti pubblici del Giappone. Se il Giappone non hanno eliminato importanti ostacoli non tariffari entro un anno dall´inizio dei negoziati, ci fermeremo i negoziati. " Un accordo di libero scambio con il Giappone sarebbe rilanciare l´economia europea dello 0,8% e le esportazioni verso il Giappone potrebbe aumentare del 32,7%, mentre le esportazioni giapponesi verso l´Ue dovrebbe aumentare del 23,5%. 420.000 nuovi posti di lavoro nell´Unione europea si prevede come conseguenza di questo accordo. Data l´importanza che l´eliminazione delle barriere non tariffarie ha per realizzare la parità di condizioni per le imprese europee sul mercato giapponese, le direttive di negoziato prevede che: Giapponesi barriere non tariffarie dovranno essere eliminati in parallelo le riduzioni tariffari da parte dell´Ue e che La Commissione europea dovrebbe sospendere i negoziati se i progressi, come specificato nelle barriere non tariffarie e ferrovie e trasporti urbani roadmap non si materializza entro un anno dall´inizio dei negoziati.  
   
   
UE: LA ROMANIA DEVE AGIRE CON URGENZA PER DIMOSTRARE IL SUO IMPEGNO NEI CONFRONTI DELLO STATO DI DIRITTO E DELL´INDIPENDENZA GIUDIZIARIA  
 
Bruxelles, 19 luglio 2012 - Secondo la relazione adottata ieri dalla Commissione in base al meccanismo di cooperazione e verifica (Mcv), la Romania deve garantire il rispetto dello Stato di diritto e dell´indipendenza giudiziaria per riconquistare la fiducia dei suoi partner dell´Unione europea. La relazione illustra il modo in cui la Commissione valuta i progressi compiuti dalla Romania nel quinquennio successivo alla sua adesione all´Ue, nel 2007, con particolare attenzione alla riforma giudiziaria e alla lotta contro la corruzione. Il Presidente Barroso ha dichiarato: "Le garanzie costituzionali proprie di qualsiasi regime democratico devono essere garantite. Gli eventi di queste ultime settimane hanno rimesso in discussione i progressi compiuti dal 2007 a livello di riforma giudiziaria e di lotta alla corruzione. La Commissione ha espresso serie preoccupazioni riguardo allo Stato di diritto e all´indipendenza del settore giudiziario in Romania Il Primo Ministro Ponta ha risposto a queste preoccupazioni e accettato di porre rapidamente rimedio ai problemi sollevati. La Commissione terrà sotto controllo la situazione per accertarsi che gli impegni siano rispettati. L´attuazione urgente e rigorosa della raccomandazioni formulate in base all´Mcv contribuirà a garantire un contesto economico stabile, credibile e favorevole agli investimenti e a rassicurare i mercati finanziari.". La relazione, che riassume le questioni sollevate dalla Commissione riguardo alle recenti minacce allo Stato di diritto ad opera del governo e del parlamento rumeno, comprende una serie di raccomandazioni specifiche sulle misure che la Romania deve adottare con urgenza per rispettare gli impegni assunti dal Primo Ministro Ponta nei confronti del Presidente Barroso. Dalla relazione risulta che nell´arco del quinquennio sono stati compiuti progressi. Ora che il paese si è dotato degli elementi fondamentali del quadro legislativo, l´attenzione si sta spostando sull´attuazione. L´impegno dimostrato nei confronti delle riforme rimane variabile. La Romania ha posto le basi di una modernizzazione radicale del sistema giudiziario. Istituzioni quali la Direzione nazionale anticorruzione (Dna) e l´Agenzia nazionale per l´integrità (Ani) hanno dimostrato di aver ottenuto risultati convincenti nella repressione della corruzione ad alto livello. Di recente sono state pronunciate sentenze efficaci nei casi più delicati di corruzione ad alto livello e il settore giudiziario si è dimostrato in grado di affermare la propria indipendenza. La relazione conclude tuttavia che, nonostante i progressi della Romania, gli obiettivi dell´Mcv non sono ancora stati raggiunti. In alcuni settori, l´applicazione delle leggi è appena iniziata, mentre in altri l´impegno non è sufficiente e nel complesso il processo non è né sostenibile né irreversibile. Le attuali controversie minacciano seriamente i progressi compiuti finora e sollevano notevoli interrogativi circa il futuro delle riforme già intraprese. Le carenze in termini di riforma giudiziaria e di lotta alla corruzione sono fonte di preoccupazione per la stragrande maggioranza dei rumeni. Secondo un sondaggio Flash Eurobarometro condotto dalla Commissione a maggio, il 72% dei rumeni voleva che la Commissione continuasse a sostenere la riforma in Romania fino a quando il paese non avrà raggiunto standard paragonabili a quelli di altri Stati membri. Viste le recenti minacce allo Stato di diritto e all´indipendenza giudiziaria, la Commissione adotterà entro la fine dell´anno un´altra relazione in base all´Mcv per valutare se siano state prese misure per fugare le sue preoccupazioni e se siano state ripristinate le garanzie costituzionali democratiche.  
   
   
UE, BULGARIA: INTENSIFICARE LE RIFORME NECESSARIE AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI SULLO STATO DI DIRITTO  
 
Bruxelles, 19 luglio 2012 - La relazione sui progressi compiuti in base al meccanismo di cooperazione e verifica (Mcv) adottata oggi dalla Commissione riguarda il quinquennio successivo all´adesione della Bulgaria all´Ue, nel 2007, e illustra il modo in cui la Commissione valuta i progressi compiuti dal paese in questo periodo in termini di riforma giudiziaria e di lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. La sua principale conclusione è che occorre approfondire l´attuazione delle riforme per conferire un carattere irreversibile al processo. "La Bulgaria ha fatto molta strada dall´adesione" ha dichiarato il Presidente Barroso. "Le leggi esistono: ora l´importante sarà applicarle. La Bulgaria ha compiuto progressi significativi e può raggiungere gli obiettivi dell´Mcv, ma deve dare prova di maggiore impegno nell´attuazione delle riforme e agire all´unisono in modo più efficace che in passato. Il paese deve ancora dimostrare di aver ottenuto risultati convincenti nella lotta contro la corruzione ad alto livello e la criminalità organizzata per rassicurare i suoi cittadini e i suoi partner europei." La relazione illustra i progressi compiuti da cinque anni a questa parte, ma osserva anche che le riforme non sono ancora né sostenibili né irreversibili. Fra i progressi vanno segnalate l´adozione del quadro legislativo di base e la creazione di nuove istituzioni importanti. In questo contesto, la Bulgaria ha costituito un ispettorato giudiziario indipendente e strutture specializzate a livello della polizia e della procura per combattere la criminalità organizzata. La normativa sulla confisca dei beni è stata potenziata ed è stato creato un organismo incaricato del follow-up dei casi di conflitto di interessi. La relazione suggerisce ora alla Bulgaria di concentrarsi sull´eliminazione delle rimanenti lacune di questo quadro giuridico e istituzionale e sull´applicazione della legislazione adottata di recente. L´integrità giudiziaria, in particolare, risulta ancora carente, in quanto manca una prassi disciplinare coerente che garantisca trasparenza e obiettività a livello di nomine, valutazioni e promozioni nel settore giudiziario. Per quanto riguarda la lotta contro la corruzione, il coordinamento tra le diverse autorità è ancora insufficiente; per garantire l´efficacia delle riforme, occorre inoltre attuarle in modo più mirato e con maggiore impegno. La lotta contro la corruzione ad alto livello e la criminalità organizzata non ha ancora dato risultati convincenti. Le carenze in termini di riforma giudiziaria e di lotta alla corruzione sono fonte di serie preoccupazioni per la stragrande maggioranza dei bulgari. Secondo un sondaggio Flash Eurobarometro condotto dalla Commissione a maggio, il 78% dei bulgari voleva che la Commissione continuasse a sostenere le riforme in Bulgaria fino a quando il paese non avrà raggiunto standard paragonabili a quelli di altri Stati membri. La Commissione svolgerà la sua prossima valutazione dei progressi alla fine del 2013 per dare alle autorità bulgare il tempo di dimostrare di aver applicato le leggi pertinenti. La Commissione monitorerà attentamente i progressi compiuti in questo periodo attraverso missioni regolari e un dialogo frequente con le autorità bulgare e gli altri Stati membri.  
   
   
UE: CATHERINE ASHTON IN VISITA IN EGITTO  
 
Bruxelles, 19 Luglio 2012 - Giovedi Catherine Ashton, alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vice Presidente della Commissione, si reca in Egitto . Durante la sua visita, incontrerà il nuovo presidente Mohamed Morsi e capo del Consiglio supremo delle Forze Armate, Field Marshall Mohamed Hussein Tantawi. L´alto rappresentante si discuterà degli ultimi sviluppi politici in Egitto e ribadire il continuo sostegno dell´Ue alla transizione democratica nel paese. Catherine Ashton farà il discorso alla conferenza europea su ´Le donne egiziane: The Way Forward´. L´obiettivo principale della manifestazione è quello di discutere la via da seguire per le donne egiziane in diversi ambiti della vita pubblica e privata: politico, economico, sociale e giuridico, e per imparare dal supporto continuo da parte dell´Ue per migliorare la futura cooperazione e impegno. Alla vigilia della sua visita, Catherine Ashton ha detto: " Sono molto impaziente di incontrare il presidente Morsi. L´ue continuerà a fare tutto il possibile per sostenere la transizione pacifica e ordinata a un governo civile e democratico in Egitto. L´egitto è un attore chiave nel mondo arabo, e un partner completo ed affidabile negli affari internazionali, a pochi passi così in avanti in Egitto, sono cruciali per la costruzione della democrazia in Medio Oriente e Nord Africa. L´ue è consapevole ci sono molte sfide a venire. Ma si continuerà a sostenere l´Egitto e la sua gente nella loro ricerca sia per la democrazia profonda e opportunità economiche. Dall´inizio molto, le donne hanno svolto un ruolo chiave nella rivoluzione. Essi sono una fonte di ispirazione per tutti noi. Ecco perché sono lieto di aver organizzato questo convegno su ´Le donne egiziane: The Way Forward´ ".  
   
   
LIBANO: PROSSIMI PASSI VERSO LA MESSA A PUNTO DEL PIANO D´AZIONE DELLA COOPERAZIONE CON L´UNIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 19 Luglio 2012 - Commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle incontrato il ministro libanese dell´Economia e del Commercio, Nicolas Nahas, ieri a Bruxelles per discutere i dettagli del piano d´azione che guideranno la cooperazione reciproca e il sostegno dell´Ue per il paese. Il piano d´azione riflette la politica europea di vicinato rivisto in base alle quali l´Unione europea fornisce assistenza e aiuto ai suoi partner in base alle loro ambizioni e progressi nelle riforme. "Con il ministro Nahas abbiamo concordato i termini per le prossime tappe per mettere a punto il nuovo piano d´azione il più presto possibile e apprezzo l´ottimo lavoro svolto dai nostri partner libanesi nel quadro della politica di vicinato nel corso dell´ultimo anno. La velocità di questo è senza precedenti rispetto agli anni precedenti ", ha detto il commissario Füle. L´elenco delle priorità per la cooperazione comune è stato già discusso con il Primo Ministro Najib Mikati durante la sua visita a Bruxelles nel mese di aprile. Le priorità del piano d´azione si basano sui principi fondamentali della nuova politica di Pev, nonché sulle priorità che sono state avanzate dal governo libanese nel quadro del loro programma nazionale di riforma economica e sociale. "Oggi abbiamo concordato il quadro generale del piano d´azione, che comprende 15 obiettivi prioritari, riflettendo in corso sforzi di riforma del governo libanese che crea una buona base e solida per un ulteriore sostegno dell´Ue sulla parte superiore del contributo attuale, pienamente in linea con il principio di più per di più ", ha dichiarato il commissario Füle, notando che queste priorità non solo gli aspetti sociali ed economici e il buon governo ma anche la società civile e dal sostegno dei gruppi vulnerabili. L´incontro è avvenuto solo pochi giorni dopo che la Commissione europea ha approvato il sostegno finanziario di € 30 milioni di euro per assistere il governo del Libano nel miglioramento delle condizioni di vita e ridurre le disparità sociali per le persone che vivono sul territorio libanese. Commissario Füle e il ministro Nahas anche discusso della situazione nella vicina Siria e il suo impatto sulla stabilità del Libano. Il Commissario ha ribadito la condanna dell´Unione europea di incursioni continue dalla Siria in Libano e gli incidenti di sicurezza più recenti. Ha anche espresso sostegno alle autorità libanesi nei loro sforzi per mantenere la calma e la stabilità nel paese.  
   
   
GRAZIE A OPENCOESIONE PIÙ TRASPARENZA SULL´USO DEI FONDI EUROPEI IN ITALIIL NUOVO PORTALE DEL GOVERNO CHE RENDE PER LA PRIMA VOLTA DISPONIBILI IN RETE I DATI NAZIONALI SULL’ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DI COESIONE (2007-2013).  
 
Roma, 19 luglio 2012 - Per il Ministro Barca si tratta di “un radicale cambio di passo per comunicare in modo trasparente e leale con i cittadini. Uno strumento indispensabile per promuovere maggiore partecipazione” Il nuovo sito web del Governo si annuncia come il primo portale nazionale sull’attuazione degli investimenti programmati nel ciclo 2007-2013 da Regioni e amministrazioni centrali dello Stato con le risorse per la coesione. Il portale, immaginato e voluto nel pieno rispetto dei criteri e della filosofia ‘open data’ dal Ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, contiene dati monitorati al 31 dicembre 2011, che corrispondono a 467mila progetti finanziati, 33,4 miliardi di euro di risorse nazionali ed europee, 14,4 miliardi di euro di pagamenti e 35mila soggetti coinvolti. L’impiego delle risorse è analizzato e monitorato Regione per Regione, Provincia per Provincia, Comune per Comune e micro-intervento per micro-intervento. Grazie al portale www.Opencoesione.gov.it si apre lo scatola dei fondi (Fondo sociale europeo, Fondo europeo per lo sviluppo regionale e Fondo per lo sviluppo e la coesione) diretti ai beneficiari ultimi delle politiche di coesione: i cittadini che abitano e vivono i territori del nostro Paese. Il nuovo portale, che per la prima volta riunisce in modo organico e in un luogo unico dati che fino a ieri erano di assai difficile accesso, è rivolto ai cittadini che vogliano conoscere e capire di più. Ricercatori, giornalisti, responsabili del partenariato economico e sociale e di associazioni, pubblici amministratori locali, forze di governo e di opposizione potranno trovare ‘pane per i loro denti’: mappe per la navigazione geografica, schede-intervento, statistiche e grafici dinamici. Il principio di trasparenza, che http://www.Opencoesione.gov.it  adotta come metodo per concepire la comunicazione sulla coesione, rappresenta un’indispensabile premessa per il dibattito sulle politiche nazionali ed europee condotte dalle istituzioni. La lettura della messe di dati pubblicati online potrà incoraggiare la partecipazione dei cittadini, singoli e organizzati, e innalzare il livello della discussione sulla destinazione dei fondi e sulla tempestività del loro impiego. Fornirà loro gli strumenti, di agevole analisi, per approvare o dissentire dalle scelte compiute e per capire se a quelle scelte conseguano ‘fatti’. Senza il coinvolgimento dei cittadini, singoli e organizzati, nelle scelte pubbliche, non si possono - questa è la convinzione del Ministro per la Coesione territoriale - generare meccanismi virtuosi. Per questo motivo il nuovo sito, secondo Fabrizio Barca, “costituisce un radicale cambio di passo per comunicare in modo trasparente e leale con i cittadini. Si tratta di uno strumento indispensabile per promuovere maggiore partecipazione nelle scelte pubbliche e qualità degli investimenti pubblici. Il portale può aiutare a rendere non retorico il requisito europeo della ‘partecipazione’ e può aiutarci a costruire una programmazione 2014-2020 che risponda davvero alle esigenze dei cittadini”.  
   
   
OK GOVERNO A “GECT” VENETO-FRIULI-CARINZIA. ZAIA: “RAFFORZEREMO COOPERAZIONE ED ECONOMIA. PIU’ VICINI ALLA GENTE RISPETTO A BRUXELLES”.  
 
Venezia, 19 luglio 2012 - “Grazie all’accordo che ha fatto nascere il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect) tra Veneto, Friuli e Carinzia, a cui il Governo ha dato il via libera, potremo utilizzare ampiamente i regolamenti europei per rafforzare la cooperazione con i nostri vicini e di conseguenza favorire le nostre imprese e l’economia veneta in generale in un momento di particolare difficoltà”. Cosi il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia commenta il via libera dato dal Governo al Gect tra Veneto, Friuli e Carinzia “Le tre Regioni – aggiunge Zaia – danno così il loro contributo al rilancio del processo di integrazione europea ad un livello più vicino ai cittadini rispetto a Bruxelles, fatto questo di particolare significato. Il Gect si inserisce anche nella strategia per una macroregione alpina che è stata recentemente varata a San Gallo in Svizzera assieme alla Baviera e a tutte le altre regioni dell’arco alpino”. L’iniziativa è stata rilanciata in marzo a Trieste dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia insieme al Presidente della Regione Friuli Venezia-giulia Renzo Tondo, al Presidente della Regione Carinzia Gerhard Doerfler e ha avuto come osservatore il Presidente della Regione Istria Ivan Jakovčić . Il Gect e´ una struttura composta dalle tre Regioni, volta a creare una strategia condivisa dei territori anche in vista della nuova programmazione comunitaria 2014-2020; sarà dotato di propri organi e si occuperà di sviluppare progettualità comuni in modo semplificato, grazie ad un unico interlocutore per le tre Regioni. Il Gect per le sue attività sarà dotato di risorse proprie, e la maggior parte dei fondi verranno dai bandi comunitari ai quali prenderà parte.  
   
   
ITALIA-SLOVENIA: 18 MLN EURO PER 20 PROGETTI INTERREG CROSS BORDER  
 
Trieste, 19 luglio 2012 - Il Comitato di sorveglianza del programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-slovenia riunitosi di recente ha approvato la graduatoria dei progetti presentati sul bando pubblico dedicato alle aree di confine terrestre. Sono quindi 20 i beneficiari che potranno così utilizzare i fondi destinati a questo asse, per un ammontare complessivo di circa 18 milioni di euro. Le iniziative finanziate riguardano realtà che coinvolgono le aree confinarie slovene e quelle italiane nelle province di Trieste, Gorizia e Udine. Tre gli assi di cui si compone il pacchetto delle risorse per il confine terrestre. Il primo, che ha a che fare con ambiente, trasporti e integrazione territoriale sostenibile, aveva in dotazione 7 milioni 629 mila euro, che permetteranno di finanziare cinque progetti. Tra i più rilevanti figurano il Programma Transfrontaliero - Tradomo della città di Capodistria (2 milioni 662 mila euro) per il miglioramento dell´accessibilità sostenibile e della mobilità sul territorio e quello del centro di sviluppo della Valle dell´Isonzo per coordinare la gestione del fiume (1,5 milioni). Del secondo asse fanno parte le iniziative sulla competitività e per favorire lo sviluppo della società basata sulla conoscenza. In questo caso i 6 milioni 411 mila euro andranno a sostenere 9 progetti tra cui quello del sincrotrone di Trieste (1 milione) per lo studio di proteine destinate alla ricerca e la diagnostica oncologica e alla Sissa per una ricerca multidisciplinare basata su studio, formazione ed innovazione riguardante gli inquinanti ambientali e malattie neurodegenerative. Infine, il terzo asse è dedicato alle iniziative nel campo dell´integrazione sociale al quale sono stati riservati 4 milioni 123 mila euro. In questo caso i progetti finanziati sono in totale 6 tra i quali uno presentato dalla provincia di Gorizia (1 milione) per i sentieri storici della Prima Guerra Mondiale. "Con questo procedimento - spiega l´assessore regionale a Relazioni internazionali e politiche comunitarie, Elio De Anna - si chiude il percorso dedicato ai progetti Interreg Italia-slovenia. In passato, infatti, erano stati chiusi e completati sia gli assi riguardanti i progetti strategici (50 milioni) sia quelli per i progetti standard (60 milioni), ai quali avevano partecipato sia enti ed istituzioni del Friuli Venezia Giulia ma anche quelli di Veneto ed Emilia e Romagna". "Ora - aggiunge - con questi ultimi 18 milioni si potrà procedere alla firma dei relativi contratti che consentiranno la spesa dei beneficiari e la successiva rendicontazione. La commissione ha inoltre deciso che le economie derivanti dalla suddivisione dei fondi - conclude De Anna - non saranno destinate agli small projects ma verranno utilizzati per soddisfare le richieste dell´asse standard".  
   
   
LAVORO:IL COMMISSARIO UE TAJANI A CONVEGNO CON CHIODI  
 
Pescara, 19 luglio 2012 - Sarà lo stesso commissario Europeo per l´industria e l´imprenditoria, Antonio Tajani, ad illustrare la necessità di una "trasversalità" nella gestione dei fondi comunitari per favorire in modo ottimale il lavoro femminile. Se ne discuterà nel corso del convegno "L´unione Europea e le donne work in progress", al quale parteciperanno anche il Presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, il vicepresidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, l´europarlamentare, Barbara Matera, come vicepresidente della Commissione Femm - diritti della donna ed uguaglianza di genere - e la Consigliera di parità Regionale, Letizia Marinelli. "Mentre cambia il quadro normativo Europeo sui principi della parità di genere - ha anticipato il presidente Chiodi - deve migliorare anche l´intervento sulle politiche di parità, in modo da contrastare ogni forma di discriminazioni e riuscire a garantire un principio di pari opportunita´ per tutti. Questi processi per quanto lenti, devono essere il più largamente diffusi per superare la logica dei privilegi e della disparità di accesso, in favore della libera competizione tra talenti e specializzazioni". Nel corso del convegno, che si svolgerà venerdì 20 luglio, a partire dalle ore 17.30 nella sala Petruzzi del Museo delle Genti d´Abruzzo a Pescara, in Via delle Caserme 22, sarà infatti presentato il corso di perfezionamento universitario "Esperto in politiche di parità", iniziativa specialistica a carattere formativo, per la diffusione della cultura di genere nelle istituzioni culturali, sociali e politiche, finalizzate a qualificare ed aumentare la presenza e la partecipazione delle donne nella vita attiva. "Questa esperienza - ha poi spiegato Letizia Marinelli - ha fatto emergere una grande vitalità delle donne abruzzesi, che hanno aderito numerose e con entusiasmo all´iniziativa. Un modo concreto per acquisire una specifica competenza che, a maggior ragione in momenti di crisi, può aiutare, anche sul piano della partecipazione attiva alla vita politica. E´ chiaro, tuttavia, che il problema del lavoro femminile che stenta a decollare resta un fattore sul quale concentrare ogni sforzo. In quest´ottica, l´Ufficio della Consigliera di parità abruzzese è impegnato a valutare la possibilità, grazie all´accordo sottoscritto con le Province denomitato "Patto per le pari opportunità in Abruzzo", di poter accedere al Fondo Europeo globalizzazione allo scopo di garantire un ristoro economico a quelle donne che hanno perso il lavoro". Al convegno porteranno il loro indirizzo di saluto anche il rettore dell´Università "L. Da Vinci", Fabio Capani, il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, il presidente della Provincia di Pescara, Guerino Testa, e il presidente della Camera di commercio di Pescara, Daniele Becci.  
   
   
CITTA´ METROPOLITANA DI FIRENZE. LA PROVINCIA LAVORA GIA´ ALLO STATUTO. “UN DIRETTORIO PER CONDURRE IN PORTO IL PROGETTO”.  
 
Firenze, 19 luglio 2012 - Esclusivamente nella fase transitoria, la Città metropolitana di Firenze, fino ad approvazione dello Statuto e all´elezione dei nuovi organi, dovrà essere guidata da un direttorio costituito dal sindaco della città capoluogo e dal presidente della Provincia di Firenze. Nel caso che si aprisse la possibilità, rispetto alle decisioni prese dal Governo, di coinvolgere le Province di Prato e Pistoia, dovrebbero essere coinvolti nel direttorio anche i Presidenti di queste altre due città e dai sindaci delle città capoluogo di provincia aggregati. “Il direttorio – spiega il Presidente della Commissione speciale Città Metropolitana Federico Tondi – esprimerebbe un primus inter pares ai soli fini di formale rappresenta esterna di organo pienamente collegiale”. Al termine di due anni di attività, la Commissione speciale metropolitana, nella quale sono rappresentate tutte le forze politiche del Consiglio provinciale di Firenze (Pd, Idv, Sel, Rifondazione comunista, Pdl, Gruppo Misto, Udc, Lega Nord) e sono presenti i Presidenti della Provincia Andrea Barducci e del Consiglio provinciale David Ermini, ha licenziato una risoluzione, approvata all´unanimità dal Consiglio provinciale di Firenze, che da una parte formalizza passaggi e proposte necessari – compreso il coinvolgimento mediante referendum delle popolazioni interessate - per giungere alla concretizzazione della Città metropolitana, con tutte le consultazioni da sottoporre agli interlocutori nazionali, e dall´altra lancia una nuova prospettiva di lavoro: l´elaborazione dello Statuto del nuovo Ente. Le novità, contenute nella risoluzione e puntualizzate in una relazione ad essa allegate, frutto anche di una collaborazione con l´Università degli Studi di Firenze (Corso di laurea in Analisi e politiche dello sviluppo locale e regionale, insegnamento di ´Diritto degli enti locali e regionali comparati´) e Rete Sviluppo s.C., sono state illustrate stamani dal Presidente della Commissione Speciale Federico Tondi, dal Presidente della Provincia Andrea Barducci e dai rappresentanti delle forze elette nell´Assemblea di Palazzo Medici Riccardi. In caso di ipotesi esclusivamente fiorentina, la proposta della Commissione speciale prevede che i cinque attuali Quartieri di Firenze assumano lo status di Municipalità garantendo così un rapporto diretto tra cittadino e Istituzione per le questioni ordinarie e più semplici. Il Consiglio metropolitano dovrà essere eletto a suffragio universale diretto sulla base di collegi uninominali secondo l´attuale sistema elettorale, garantendo adeguata rappresentatività a tutti i territori dell´attuale provincia. Elezione diretta del Sindaco metropolitano. “Ci sono margini per poter operare almeno una parte delle nostre proposte – spiega Tondi – Siamo pronti di fronte alle norme imposte per decreto legge, il 95 del 6 luglio 2012, dal Governo Monti e dunque solo al momento della conversione si potrà conoscere l´assetto definitivo delle riforme ad oggi provvisoriamente in essere”. Il Consiglio provinciale ritiene che “il tempo che ci separa dalla fine dell´attuale mandato amministrativo debba essere sfruttato per approfondire l´interlocuzione con tutti i soggetti istituzionali coinvolti in questa storica trasformazione dell´ente intermedio. Ci riferiamo in particolare a Comune di Firenze, Comuni della Provincia, Regione Toscane, province di Prato e Pistoia”. Dunque la Provincia di Firenze ha operato in direzione della Città metropolitana ben prima che il decreto legge del 6 luglio 2012, n. 95, prevedesse l´istituzione del nuovo Ente entro il gennaio 2014. “Con il lavoro svolto in Commissione – conclude Tondi - offriamo al Presidente Barducci, che tanto e con lungimiranza ha lavorato su questa prospettiva, uno strumento serio da utilizzare negli incontri con il Governo”.  
   
   
CITTA´ METROPOLITANA E CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE. “UN CLIMA COSTITUENTE PER SALVARE IL GOVERNO DEL TERRITORIO” I COMMENTI DELLE FORZE POLITICHE DELL´ASSEMBLEA DI PALAZZO MEDICI RICCARDI  
 
Firenze, 19 luglio 2012 - Nel dibattito che ha accompagnato la presentazione e l´approvazione della risoluzione del Consiglio provinciale di Firenze sulla Città Metropolitana, i diversi interventi delle forze politiche. Per Rifondazione comunista Andrea Calò ha lamentato, nei riguardi del Governo Monti, “il fatto di non essere mai stati davvero ascoltati sulle proposte di riassetto. Finora è stato assestato un vulnus alla democrazia rappresentativa”. “Usciamo male dalla spending review – osserva per il Pdl Massimo Lensi - con un ridimensionamento oggettivo. La Provincia è il capro espiatorio della crisi della politica. Il governo dell´area vasta subisce un rallentamento, ma possiamo e dobbiamo affrontare il tema dello statuto della nuova Città metropolitana”. “Non dobbiamo perdere i nervi – spiega Samuele Baldini (Gruppo Misto) – La risoluzione che abbiamo predisposto supporta l´operato del Presidente Barducci che ha combattuto una battaglia dignitosa, guardando in prospettiva”. Per Stefano Prosperi (Pd) bisogna prendere atto del fatto che è modificato il quadro politico-istituzionale. La Città metropolitana abolisce la Provincia. Il campo di sfida su cui misurarci è lo Statuto del nuovo ente. In tutte le forze politiche vi sono state punta avanzate di discussione per offrire agli enti locali l´opportunità di essere rappresentati al meglio”. “I tecnici del Governo - fa presente Piergiuseppe Massai (Pdl) – si sono dimenticati che con più attenzione e rispetto si poteva giungere a un riassetto funzionale. La proposta avanzata dal Presidente Barducci e da tutti noi non è campata in aria, ma fondata su numeri e dati di fatto”. “Questa gente che ha fatto decreti – ironizza Marco Cordone (Lega Nord) sono digiuni di territorio. Non sanno cosa vuole dire amministrare. Non si sopprime per decreto legge un ente formato da eletti dai cittadini. Apprezzo la franchezza con cui Barducci ha affrontato la questione Province anche con i responsabili del suo partito. La Lega difende da sempre le Province come ente locale intermedio”. Bisogna ragionare, secondo Riccardo Lazzerini (Sel) su cosa c´è all´origine della sottovalutazione delle Province: “Il campo di gioco era stato preparato a monte, con una campagna martellante. In alcuni momenti c´era quasi l´impressione che essere consiglieri provinciali fosse una specie di delitto”. Alessandro Cresci (Idv) sottolinea un punto: “I rappresentanti del nuovo Ente dovranno essere eletti. In troppe misure del Governo nazionale, si punta a fare dei meri conti sulla pelle dei cittadini”. Per Erica Franchi (Pdl) il documento scaturito dalla Commissione e approvato dal Consiglio ha un grande valore, “perché non si ferma ai principi ma individua strade concrete da percorrere . Ho potuto constatare un clima quasi costituente, di grande attenzione e prospettiva per il governo del territorio”.  
   
   
TOSCANA, PROVINCE E CITTÀ METROPOLITANA: IL DECRETO LO HA SCRITTO IL GOVERNO, CONSULTANDOCI BEN POCO  
 
Firenze, 19 luglio 2012 – “C’è un punto che mi trova in parte d’accordo con Barducci. Il decreto che contiene la riforma delle Province è stato scritto dal governo senza praticamente consultarci ed è il frutto di un confronto quasi esclusivo con i Comuni d’Italia”. Commenta così Riccardo Nencini, assessore alle riforme e al rapporto con gli enti locali della Toscana, la richiesta che il presidente della Provincia di Firenze ha avanzato, chiedendo alla Regione spazio per un ulteriore confronto ma soprattutto “uno sforzo maggiore rispetto a quello fatto fino ad ora”. Barducci lo ha detto ieri in occasione della presentazione della proposta sulla città metropolitana elaborata dalla speciale commissione del Consiglio provinciale fiorentino. L’idea è quella di un Consiglio metropolitano che sostituisca Comune e Provincia di Firenze, eletto a suffragio universale garantendo adeguata rappresentatività a tutti i territori, insieme all’elezione diretta del sindaco metropolitano, e alla trasformazione degli attuali cinque quartieri fiorentini in municipalità. “Se il decreto rimane questo – conclude Nencini -, temo che ci siano ben pochi spazi di manovra e confronto. Comunque ribadisco: su questa riforma il governo si è confrontato assai poco”.  
   
   
STATO-REGIONE: TONDO, C´È DISPONIBILITÀ MA GOVERNO HA FRETTA  
 
Trieste, 19 luglio 2012 - "A Roma ho registrato disponibilità all´interlocuzione. In questo momento però ho alcune preoccupazioni perché abbiamo davanti un governo che ha come scopo principale il risanamento della finanza pubblica ed ha fretta di portare la legge in Europa, ed è quindi per definizione poco aperto al confronto. Alla fine, pur affermando di rendersi conto delle nostre richieste e ritenendole giuste, non sappiamo quanto in realtà il governo voglia recepire e vada invece avanti con tagli lineari che rischiano di premiare le realtà meno virtuose. E´ una preoccupazione che deriva dall´impossibilità di avere un colloquio franco con questo governo". Al termine di un´intensa giornata di incontri a Roma, il presidente della Regione Renzo Tondo sintetizza così il suo giudizio sulla situazione riguardante l´attuazione del decreto sulla revisione della spesa dello Stato ed i suoi riflessi sul Friuli Venezia Giulia. Nell´incontro, propiziato dai senatori Saro e Pegorer, con il presidente della quinta commissione del Senato Antonio Azzollini e con i due relatori sul decreto Paolo Giaretta e Gilberto Picchetto Fratin, Tondo ha illustrato gli emendamenti predisposti assieme alle alla Regione Valle d´Aosta e alle Province autonome di Trento e Bolzano, registrando la disponibilità politica soprattutto per la clausola di salvaguardia delle prerogative delle autonomie speciali. Il presidente della Regione ha illustrato i testi degli emendamenti a tutti i senatori eletti in Friuli Venezia Giulia. "Al Senato esiste una volontà politica di accogliere le nostre istanze - ha detto Tondo - ma è chiaro che alla fine tutti sottolineano che la decisione finale sarà del governo che decide sulla copertura finanziaria". Con il commissario per la revisione della spesa dello Stato, Enrico Bondi, Tondo ha affrontato la situazione riguardante la spesa sanitaria del Friuli Venezia Giulia che non partecipa al Fondo Sanitario nazionale e copre la spesa con il proprio bilancio; che ha organizzato in modo integrato sanità e assistenza sociale, fatto da tener presente nella valutazione della spesa; che ha seguito una politica di riduzione del personale e di contenimento della spesa mantenendo la qualità dei servizi. Bondi, riconosciuto ed apprezzato il lavoro fatto ed il livello di qualità in Friuli Venezia Giulia, ha detto che l´indicazione del governo sulla spesa sanitaria della regione è una proposta e che c´è la disponibilità ad esaminare proposte migliorative. Possono esserci parametri di specificità di cui tenere conto, tra i quali, ad esempio, l´assistenza integrata agli anziani ultra settantacinquenni, in aumento rispetto ad altre regioni, spesso in aree disagiate del territorio. Tondo ha assicurato che già domani saranno proposte osservazioni che saranno soprattutto sui livelli di qualità dei servizi.  
   
   
RATING ABRUZZO:ECCO IL TESTO INTEGRALE DIFFIDA MOODY´S MASCI,PROFONDO DISAPPUNTO. COMPORTAMENTO GRAVE  
 
Pescara, 19 luglio 2012 - Di seguito il testo integrale della lettera di diffida inviata dall´assessore al Bilancio, Carlo Masci, a Francesco Soldi, vicepresidente e Senior analyst Moody´s, in ordine alle valutazioni dell´Agenzia sul rating della Regione Abruzzo. "Dottor Soldi, ritengo necessario far pervenire a Moody´s, attraverso la Sua persona, il più profondo disappunto per le decisioni assunte nei confronti della Regione Abruzzo peggiorandone la classificazione di rating da Baa1 a Baa3. Quanto è accaduto lascia assolutamente interdetti e mi induce a chiarire immediatamente che garantirò, in ogni opportuna sede, anche giudiziaria, la tutela degli interessi della Regione Abruzzo e dei cittadini abruzzesi dai danni che ad essi dovessero derivare per le valutazioni e le iniziative, infondate e incoerenti, assunte da Moody? s. È incoerente aver peggiorato, il 17 luglio 2012, il giudizio di rating dell´Abruzzo, in automatico rispetto a quanto fatto per l´Italia e sulla scorta di dati obsoleti, dopo aver chiesto alla Regione di rinviare, da maggio al 31 luglio 2012, l´incontro annuale di approfondimento dei dati economici e di bilancio su cui deve essere oggettivamente fondata la classificazione di rating. Ancor più grave e inspiegabile appare il comportamento avuto da Moody´s se si rammenta che, negli anni scorsi, la stessa Agenzia, allorquando ha inteso procedere ad aggiornamenti infra-annuali della classificazione di rating dell´Abruzzo, ha chiesto ed ottenuto puntualmente l´aggiornamento dei dati in suo possesso. Sono poi infondate, essendo stati utilizzati da Moody´s dati abbondantemente superati e non quelli aggiornati ad oggi, la valutazione di merito e la classificazione di rating attribuite all´Abruzzo. Non si è tenuto conto, ad esempio, del fatto che: - la gestione del servizio sanitario regionale ha registrato un sostanziale equilibrio nel 2010 (Euro 1,3 mln di surplus) e un sostanzioso surplus nel 2011 (a breve il Tavolo di verifica presso il Mef ne certificherà l´entità in alcune decine di milioni di euro); - il raggiungimento dell´equilibrio di gestione del servizio sanitario regionale consentirà all´Abruzzo di riacquisire la manovrabilità della leva fiscale che, se necessario, potrà essere gestita anche per compensare i tagli conseguenti alle criticità legate all´attuale momento della finanza pubblica italiana; - la gestione dei debiti pregressi del servizio sanitario regionale ha evidenziato debiti insussistenti per decine e decine di milioni di euro tanto che, come a Lei ben noto, la Regione non sarà costretta ad attivare il prestito di Euro 200 mln concesso dallo Stato; - la Regione, come Lei da anni sente ripetere dal nostro storico Tesoriere, non ha mai fatto ricorso ad anticipazioni di cassa e l´attuale livello della giacenza di cassa, come avrà modo di constatare nell´incontro già fissato per il prossimo 31 luglio, è notevolmente migliorata. Ad oggi detta disponibilità ammonta ad oltre Euro 400 mln; - l´indebitamento regionale, come Lei constata ormai da anni, è in costante riduzione posto che la Regione non contrae debiti dal 2007 (in tale anno è stato emesso l´ultimo prestito obbligazionario per rifinanziare un debito ponte assunto nel 2006 per investimenti), restituisce, anzi, annualmente oltre 100 mln di quota capitale dei prestiti assunti fino a tale data. Il comportamento tenuto di Moody´s appare ancora più opinabile se si constata, come si deve constatare, che il giudizio comunicato agli investitori con l´attribuzione della classificazione in Baa3, danneggia ingiustamente l´Abruzzo, creando artatamente difficoltà in ordine alla prosecuzione del percorso virtuoso che ha consentito alla Regione di patrimonializzare risultati molto positivi, quali ad esempio quelli raggiunti per il controllo della spesa sanitaria, per il pagamento dei debiti pregressi del Servizio Sanitario Nazionale e, contemporaneamente, per la notevolissima riduzione dell´indebitamento della Regione. Moody´s comunica oggi agli investitori, stupefacentemente, che all´Abruzzo è assegnato il giudizio di Baa3.contemporaneamente Moody´s comunica il medesimo giudizio Baa3 per Regioni che registrano invece difficoltà ancora molto rilevanti. Si tratta di Regioni che hanno appena intrapreso un percorso che l´Abruzzo segue, in modo virtuoso e con successo, da anni. Esse sono evidentemente ben lontane dal raggiungere i livelli di affidabilità ed i risultati conseguiti e consolidati dall´Abruzzo che, non può essere sottaciuto, ha dato prova dell´affidabilità che lo caratterizza anche quando, fortemente danneggiato dal violento sisma del 2009, ha senza difficoltà e con puntualità continuato a rimborsare il proprio debito. Quanto sopra rappresenta solo una parte delle perplessità e degli interrogativi che i comportamenti e le decisioni di Moody´s suscitano. La Regione, rebus sic stantibus, si riserva di assumere ogni decisione per l´incresciosa vicenda nella quale si è trovata coinvolta senza alcuna responsabilità a causa dell´azione posta in essere nei suoi confronti, "ictu oculi" assolutamente superficiale ed inaccettabile soprattutto per il contesto in cui si è sviluppata. Invio i saluti che le circostanze richiedono".  
   
   
SVIMEZ: CHIODI, ABRUZZO 2013 CRESCITA SUPERIORE ALTRE REGIONI TENUTA MIGLIORE CON INVERSIONE DI TENDENZA  
 
Roma, 19 luglio 2012 - L´abruzzo, un esempio su scala nazionale per aver adottato, in anticipo di tre anni, la spending review rispetto al governo Monti: una regione che investe, che ha un futuro, che riduce l´indebitamento, che è pronta a ridurre le tasse, che non contrae debiti e taglia la spesa pubblica. Così, dalle stime del "Rapporto di previsione territoriale" dello Svimez spiccano le previsioni per un Pil che tornerà ad essere positivo nel 2013 (+0,5%). Una previsione di crescita per il prossimo anno superiore a tutte le regioni italiane e pari a quella del nord est. La regione meridionale che dovrebbe mostrare una tenuta relativa migliore è proprio l´Abruzzo. E´ quanto emerso oggi dalla conferenza stampa che si è tenuta a Montecitorio, a Roma, con il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi e il Presidente della Svimez Adriano Giannola. I dati positivi del Rapporto Svimez premiano la programmazione del Governo regionale in tema di riduzione del debito pubblico. Secondo le previsioni della Svimez il Pil della Regione Abruzzo, nonostante il clima di recessione economica internazionale, avrà una crescita (+0,5%) a partire dal prossimo anno, pari a quella della macro-area nord est e superiore a regioni come l´Emilia Romagna, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, il Piemonte e la Toscana. "Le misure programmate per la crescita e lo sviluppo del territorio abruzzese si stanno rivelando positive e realistiche - ha commentato Chiodi - Ora però, è necessario avviare la seconda fase: rendere competitiva la nostra regione rispetto agli altri mercati. Lo scopo deve essere attirare investimenti sul territorio e rilanciare l´occupazione. Da un lato questi dati dimostrano il lavoro virtuoso portato avanti fin qui e quindi si tratta di una indicazione di prospettiva che premia notevolmente i nostri sforzi. Dall´altro sono un segnale incoraggiante verso una ripresa economica sociale". Dall´analisi Svimez risulta che l´impatto manovre correttive 2010/2011 di finanza pubblica è più forte nel Mezzogiorno che al centro nord. In un generale contesto di crisi recessiva, le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dall´attuale Governo hanno un impatto complessivo sul Pil più pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord. Nel 2013 vi dovrebbe essere una modesta espansione di Pil nel Centro-nord (0,4%) e una stazionarietà nel Sud (-0,1%). In questo contesto è stato segnalato, nella prima macro-area, il dato di Lombardia (0,7%) e Veneto (0,6%); nella seconda di Abruzzo (0,5%), Basilicata (0,3%) e Molise (0,2%). Nel 2013, oltre al dato positivo di Piemonte e soprattutto della Lombardia, vi è anche quello del Veneto (0,6%). L´intero Mezzogiorno dovrebbero risultare poco meno che stazionario (-0,1%). In quest´ambito risulta in controtendenza la variazione congiunturale di Abruzzo (0,5%), con un incremento più elevato di quello dell´intero Centro-nord. Chiodi ha ricordato come al momento del suo insediamento il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha ereditato la Regione più indebitata d´Italia, con la più alta tassazione, la prima ad essere commissariata. Messa in ginocchio dalla crisi economica internazionale, dalle vicende giudiziarie e da un sistema sanitario in crisi, l´Abruzzo ha dovuto sottostare anche agli effetti di un devastante terremoto. "Abbiamo basato, però, il nostro compito su risanamento e crescita ? ha spiegato il Presidente Chiodi - attraverso riforme strutturali utilizzando misure di contenimento e di efficientamento della spesa pubblica regionale in funzione di un migliore assetto dei servizi da offrire ai cittadini. Si è anticipato di tre anni il tema del rispetto rigoroso della disciplina di bilancio di cui solo da poco tempo si parla a livello nazionale ed europeo (fiscal compact). L´attività della Regione Abruzzo si è concentrata, attraverso un´azione programmatica, in una serie di atti e azioni propedeutiche alla preparazione e implementazione del nuovo sistema di sviluppo del territorio che rilanciasse la competitività del nostro settore industriale, rafforzasse la coesione sociale e fornisse nuovo impulso all? occupazione".  
   
   
SPENDING REVIEW: ALEMANNO INCONTRA CALDORO  
 
 Roma, 19 luglio 2012 - Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha incontrato ieri pomeriggio in Campidoglio, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. «Di fronte alle manovre governative che, attraverso la spending review, tendono ad annullare gli spazi di manovra delle Regioni e degli Enti Locali – ha dichiarato al termine dell’incontro il sindaco Alemanno – è necessario costruire un confronto politico che restituisca rappresentanza alle amministrazioni del territorio. Per questo è importante mettere in rete le esperienze di liste civiche e di realtà locali che stanno crescendo sul territorio in modo complementare al Popolo della Libertà». «Bisogna mettere in rete le esperienze di buon governo locale e convincere il Governo che non è possibile continuare ad applicare tagli lineari che colpiscono sanità, trasporti e, più complessivamente, il welfare perché significa colpire i cittadini più deboli. Siamo in prima linea – ha affermato il presidente Caldoro – sulle azioni di risanamento e di utilizzo virtuoso delle risorse. Ma ora è il momento delle crescita. Così come ha detto Gianni Alemanno questa attività di buon governo locale deve essere in piena complementarietà con il Popolo della Libertà».  
   
   
ROSSI: “DA GOVERNO SOLO TAGLI, NON VERA REVISIONE DELLA SPESA”  
 
Firenze, 19 luglio 2012 – “Quella del governo non è spending review, ma solo una decurtazione dei fondi, per poi dire alle Regioni e agli enti locali che sono spreconi”. Lo afferma il presidente Enrico Rossi di ritorno da una due giorni di incontri romani. ”Alla Toscana la spending review non la insegna nessuno – ha proseguito il presidente rispondendo alle domande dei giornalisti – né in sanità, in cui la facciamo dal 2003, né negli altri settori. La revisione della spesa si fa partendo da un fondo definito, quindi si cerca di ottimizzare, di razionalizzare la spesa e si reinveste quanto si risparmia. Quelli del governo invece sono solo tagli a monte di questo processo”. “Dagli ultimi colloqui non abbiamo ottenuto nulla. I professori sono solo interessati ai mercati internazionali e non ascoltano la sofferenza del paese. Potremmo insegnare loro qualcosa, se avessero la pazienza di ascoltarci. Bisogna trovare un equilibrio diverso, è necessario ascoltare e tener conto di quello che propongono le Regioni e gli enti locali. Il danno più grave sarebbe tagliare sanità e scuola. Capisco la morsa delle speculazioni finanziarie, capisco il peso del debito pubblico, ma c’è un limite, una soglia sotto la quale non si può andare”. Quanto alle iniziative di spending review regionale “quando avremo definito i rapporti con il governo regionale e la nostra analisi – ha concluso il presidente Rossi – faremo i necessari passaggi istituzionali in consiglio, con le forze sociali e poi racconteremo a tutti come intendiamo procedere”.  
   
   
SPENDING REVIEW: FVG NON PUÒ PAGARE COLPE DI ALTRE REGIONI  
 
 Trieste, 19 luglio 2012 - "Sarebbe molto difficile spiegare ai cittadini del Friuli Venezia Giulia perché dovrebbero pagare anche loro per lo stato in cui sembrano versare le finanze della Regione Sicilia. A chi intende usare l´esempio di pessima amministrazione siciliana per giustificare un attacco indiscriminato a tutte le specialità, compresa quella virtuosa del Friuli Venezia Giulia, diciamo chiaro e forte che le nostre prerogative non si toccano perché non sono privilegi ma responsabilità a cui abbiamo sempre fatto fronte con le nostre forze". Il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani, entra così nel dibattito di questi giorni nato dopo la notizia di un possibile default della Regione Sicilia. "In questi anni - aggiunge Ciriani - abbiamo ridotto drasticamente sia la spesa che il debito della nostra Regione, abbiamo iniziato un taglio netto di enti e organismi non essenziali ben prima che il termine spending review diventasse di moda ed oltre a questo gestiamo con le nostre risorse tutto il sistema della sanità senza chiedere per questo un euro allo Stato". "La responsabilità dei disastri siciliani - aggiunge il vicepresidente - non può che ricadere sugli amministratori che li hanno provocati e su chi li ha eletti. Lo dico con rammarico nei confronti dei siciliani onesti, ma non si può chiedere ai cittadini delle regioni virtuose di continuare a pagare al posto di chi ha dilapidato miliardi senza produrre né crescita né occupazione". "La specialità del Friuli Venezia Giulia, fatta di assunzione di responsabilità e gestione oculata delle risorse, non può essere messa sul banco degli imputati ma, al contrario, dovrebbe essere presa ad esempio da tutte le altre regioni, anche da quelle a statuto ordinario che si ora si trovano a fare i conti con l´irresponsabilità con cui hanno gestito la loro sanità nel corso degli anni, perché tanto poi sarebbe stato lo Stato a pagare i loro debiti. Come nella storia della formica e della cicala - conclude Ciriani - il tempo degli sperperi e finito, ma non saremo noi a pagare gli errori di altri".  
   
   
SPENDING REVIEW TAGLIA FONDI A VOLONTARIATO. VENETO A FORZE POLITICHE: “IMPEDITE L’ANNIENTAMENTO DEL NO PROFIT”  
 
 Venezia, 19 luglio 2012 - “Anche la lettura dei dati sugli indici di povertà in Italia diffusi dall’Istat dovrebbero convincere le forze politiche a intervenire per impedire al Governo di fermare con i suoi provvedimenti la preziosa operatività delle associazioni no profit. In caso contrario, temo che la situazione di molte famiglie italiane, già oggi drammatica, sia destinata non solo a peggiorare, ma possa generare tensioni difficilmente controllabili”. Roberto Ciambetti, assessore veneto al bilancio e agli Enti locali, è estremamente preoccupato e lancia l’allarme: “L’applicazione dell’articolo 4 della Spending review rischia di travolgere il mondo del sociale in tutto il Paese e quindi anche nella nostra regione dove il volontariato è una realtà capillare”. Ciambetti fa riferimento alla norma voluta dall’esecutivo di Monti, in base alla quale gli enti di diritto privato, quelli dagli articoli 11 al 42 del codice civile, che forniscono servizi a favore dell’amministrazione, anche a titolo gratuito, non possono ricevere contributi a carico delle finanze pubbliche. “Stiamo parlando di associazioni – spiega l’assessore – come quelle dei donatori di sangue e di organi, impegnate a combattere le più diverse malattie, di gruppi di aiuto e di sostegno alle persone e famiglie disagiate, di chi segue i disabili, gli anziani soli e mi chiedo: cosa accadrà di queste realtà, private del doveroso sostegno?” “La mia speranza è che in tutte le sedi istituzionali nelle quali si sta affrontando la spending review – conclude Ciambetti – ogni forza politica responsabile si faccia carico di cancellare questa previsione, che non determina alcun risparmio e anzi rischia di aumentare le spese, oltre a danneggiare irreparabilmente il mondo vero del volontariato. Chi può pensare di distruggere questa rete di assistenza solidaristica in uno scenario in cui le famiglie arrancano per sopravvivere, gli stipendi valgono sempre meno e il potere d’acquisto diminuisce costantemente fino a far crollare addirittura i consumi alimentari? Tutte le forze politiche debbono capire che siamo davanti a una situazione esplosiva e mi appello a loro affinché concentrino i loro sforzi sui veri sprechi e pongano rimedio ad una norma che, così come è scritta, rischia di annientare una delle più straordinarie risorse del nostro Paese”.  
   
   
TAGLI; AI PARLAMENTARI UMBRI: NO A RATIFICA FISCAL COMPACT  
 
Perugia, 19 luglio 2012 - Un appello ai parlamentari umbri affinché domani votino contro la ratifica del "fiscal compact che avrebbe conseguenze devastanti per l´Umbria e per i cittadini" è stato lanciato dall´assessore regionale Stefano Vinti. "Diversamente - prosegue Vinti - le ripercussioni saranno devastanti anche per la nostra regione che tenta, con enormi difficoltà, di arginare i tagli draconiani imposti dal governo Monti che stanno aggravando le condizioni di vita materiali degli umbri". La mancata ratifica - secondo Vinti - consentirebbe invece "la riapertura di un dibattito pubblico che affronti il tema di una uscita dalla crisi fondata su politiche fiscali per la redistribuzione delle ricchezze e la difesa dei redditi, su grandi investimenti pubblici per la creazione di milioni di posti di lavoro e la riconversione intelligente e sostenibile dell´economia, finanziati, ad esempio, con tagli di spese militari, sprechi, privilegi, corruzioni, tassa sui grandi patrimoni. "Domani - ricorda l´assessore - la Camera dei Deputati è dunque chiamata a ratificare il famigerato Fiscal Compact, ovvero il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell´unione economica e monetaria, noto anche come Patto di bilancio, firmato il 2 marzo 2012 da 25 Stati dell´Unione europea. La ratifica del provvedimento condanna il nostro Paese a realizzare, da qui ai prossimi anni, manovre di tagli da 45 miliardi di euro ogni annualità per assecondare le politiche di rigore a senso unico di Angela Merkel e della Troika. Quello del fiscal compact - aggiunge Vinti, insieme all´introduzione nella Costituzione del principio del pareggio di bilancio, rappresenta l´ultimo atto del disegno di chi vuole ridisegnare l´intero stato sociale europeo in un´ottica fortemente neo liberista. Per comprendere la portata di tale provvedimento basti pensare che la ´spending review´ del governo Monti, che sta mettendo in ginocchio gli enti locali e di conseguenza le famiglie italiane che ormai non riescono ad avere più servizi dal pubblico, prevede tagli da 26 miliardi di euro in tre anni. La prospettiva di tagliare 45 miliardi di euro ogni anno determinerà una dismissione pressoché totale del pubblico dai servizi primari quali, ad esempio, la sanità. Inoltre le politiche rigoriste imposte dalla Germania, invece che rappresentare l´antidoto ad una crisi economica che sta mietendo milioni di posti di lavoro e sta gettando in povertà centinaia di migliaia di famiglie, non fanno altro che accentuare - conclude Vinti - gli effetti della congiuntura economica negando la possibilità di una prospettiva che rimetta al centro dell´intervento pubblico le classi sociali più deboli".  
   
   
SVIMEZ: ABRUZZO DINAMICA EVIDENTI SEGNI DI RIPRESA  
 
Roma, 19 luglio 2012 - "La Regione Abruzzo e la direttrice adriatica emergono oggi come una delle componenti più dinamiche dal punto di vista della crescita. Le previsioni Svimez per il 2013 con l´Abruzzo a +0,5% confermano questa tendenza". Lo ha detto il presidente Svimez, Adriano Giannola ieri a Roma intervenendo nella conferenza stampa a Montecitorio insieme al Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. "L´abruzzo - ha aggiunto - è la regione tra quelle meridionali ma anche a livello nazionale che mostra una dinamicità più positiva e più intensa, soprattutto, negli ultimi due anni registrando nel 2010 un tasso di crescita del Pil del 1,7% che è sulla media nazionale e, migliorando, addirittura, nel 2011 con 1,8% che supera ampiamente la media nazionale che si ferma invece allo 0,4 per cento. Si tratta di preconsuntivi mentre volendo guardare alle previsioni dopo un 2012 pesante per tutte le regioni, compreso l´Abruzzo, si evidenzia una ripresa sia pure modesta ma significativa nel 2013: +0,5% a confronto con uno 0,3% nazionale. In questo senso scopriamo una regione dinamica in questo caso anche rispetto al nord est e al nord ovest. Segnali confortanti in una situazione non tranquillizzante nel sistema nel suo complesso. L´effetto Ricostruzione ha aiutato a realizzare questa performance - ha aggiunto - In più l´Abruzzo ha ripreso la via delle esportazioni. Sono fattori da consolidare con politiche coerenti da parte dell´operatore pubblico per sostenere questi trend positivi. Questo non ci mette al riparo dai problemi di domani ma sono segnali importanti di una reazione significativa di questa regione davanti alla crisi".  
   
   
IL PRESIDENTE ZAIA AI SICILIANI: AMMIRIAMO IL VOSTRO SPIRITO DI AUTONOMIA, MA L’AUTONOMIA HA UN VALORE CHE CI SI PAGA DA SOLI  
 
Venezia, 19 luglio 2012 - Venezia, 18 luglio 2012 Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, oggi è intervenuto da Canale d’Agordo, in provincia di Belluno, dove si trovava ad inaugurare uno strategico raccordo stradale per la viabilità bellunese, prendendo posizione sulla polemica che riguarda i conti della Regione Siciliana. “Ma come si fa – spiega Zaia – a chiedere un ulteriore taglio di un miliardo e 300 milioni di euro per la più virtuosa delle sanità italiane, quale quella della Regione Veneto e aspetto ancor più grave quando questo avviene procedendo a colpi di tagli lineari che mettono insieme, ad esempio, Veneto e Sicilia? Stiamo parlando di una Regione che ha l’80% delle Dolomiti e poche centinaia di forestali a presidio e di un’altra Regione, come quella siciliana, che, invece, ne ha assunti 27 mila.” “I veneti – precisa il Presidente – sono un popolo solidale, ma in nessun caso saranno disposti ad ingrassare le cicale di sempre. Chi vuole l’autonomia si deve pagare l’autonomia.” “Il brutto dei tagli lineari è che fanno risparmiare poco. Si chieda a tutti, compresa la sanità siciliana, di applicare i costi standard desunti dalla migliore sanità, che lo ripeto è quella del Veneto. Altro che 3 o 4 miliardi portati via al Nord: il Paese ci guadagnerebbe molto decine di miliardi.”  
   
   
CREDITO ALLE AZIENDE, REGIONE BASILICATA HA ADERITO AD ACCORDO NAZIONALE  
 
Potenza, 19 luglio 2012 - La Regione Basilicata, con una delibera approvata ieri in Giunta, ha aderito all’accordo nazionale contenente nuove misure per il credito alle aziende agricole e alle piccole e medie imprese. “Questo atto consentirà ai nostri operatori economici di usufruire di uno strumento utile a fronteggiare i pesanti riflessi della crisi globale che grava sul sistema economico produttivo, favorendo il dialogo tra banche e imprese e supportando le Pmi ancora in momentanea difficoltà finanziaria”. Lo dichiarano il presidente della giunta regionale Vito De Filippo, l’assessore alle Attività produttive Marcello Pittella e l’assessore all’Agricoltura Rosa Mastrosimone. Tutti i finanziamenti e i mutui assistiti da strumenti di incentivazione regionale potranno essere prorogati anche fino ad un anno per la sola quota capitale, mentre le scadenze del credito agrario di conduzione saranno allungate per un massimo di 120 giorni. Analoghi benefici, per un massimo di 270 giorni, sono previsti per gli anticipi su credito e, nel caso del leasing, verrà postergato anche l’esercizio di opzione di riscatto. Contemporaneamente, per promuovere la ripresa e lo sviluppo delle attività, le imprese, anche cooperative, che avvieranno processi di rafforzamento patrimoniale potranno rivolgersi alle Banche aderenti per ottenere un finanziamento proporzionale all’aumento dei mezzi propri. “In uno dei momenti più difficili della vita economica italiana, caratterizzata, come si sa, da una nuova fase recessiva - hanno detto i rappresentanti del governo regionale - era fondamentale assicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie a quelle imprese che pur registrando tensioni presentano comunque prospettive economiche positive. L’obiettivo che la Regione Basilicata si è posto è stato quello di creare le condizioni per superare le attuali situazioni di criticità, nel dichiarato tentativo di traghettare le aziende lucane verso una auspicata inversione del ciclo economico. Ci auguriamo che aderendo all’accordo firmato a livello nazionale dall’Abi, le Banche operanti in Basilicata non facciano venir meno il proprio, indispensabile apporto all’economia lucana in una fase cruciale per la tenuta del nostro sistema agricolo e produttivo”.  
   
   
LAVORO GIOVANI, ABRUZZO: 1.1 MLN PER 47 PROGETTI RISCOPRIRE ANTICHI MESTIERI LEGATI ALLA CREATIVITA´  
 
Pescara, 19 luglio 2012 - Sono 47 i soggetti finanziati a fronte di 301 domande di partecipazione all´Avviso "Giovani Protagonisti", con il quale l´Assessorato al Lavoro e Politiche Sociali nel marzo scorso ha messo a bando un 1,1 milioni di euro di risorse del Fondo Politiche Giovanili, per sviluppare quattro linee di intervento a favore dei giovani abruzzesi. Il progetto è nato per promuovere la conoscenza e il recupero tra i giovani abruzzesi degli antichi mestieri legati alla tradizione locale; per promuovere la realizzazione della creatività e del talento giovanile nei diversi ambiti espressivi; per promuovere progetti tesi a diffondere la cultura della legalità, della cittadinanza responsabile e del contrasto al crimine organizzato e, infine, per promuovere azioni riguardanti la mobilità giovanile nei Paesi europei. L´assessore Gatti: "In Abruzzo ci sono giovani che credono nel futuro e colgono le opportunità che la Regione mette loro a disposizione. Il plafond di risorse dell´avviso "Giovani Protagonisti" è stato totalmente esaurito: finanziamo 47 progetti a fronte di una richiesta 6 volte più ampia. Donne e giovani restano al centro della nostra azione politica; stiamo cercando di creare le condizioni affinché più ragazzi e più donne possano scommettere sui propri talenti, sulle proprie propensioni, sulla loro voglia di essere protagonisti in prima persona nell´affermazione lavorativa e sociale. La Regione crede nell´intrapresa individuale e vuole favorire un cambio culturale nell´approccio al mondo lavorativo. Dalla ricerca di un posto di lavoro, alla creazione di lavoro. Il nostro messaggio in questa circostanza ha prodotto una risposta forte e piena di fiducia. Spero che il buon esito di questi progetti finanziati possa divenire da esempio per i tanti giovani ancora in cerca della loro opportunità". La prima linea di intervento finanzia 10 progetti presentati da Enti pubblici, Istituzioni scolastiche, Associazioni no profit, con un importo complessivo di 396mila euro e punta alla riscoperta e alla rivalutazione di attività artigianali, alla creazione di nuova occupazione giovanile nell´ambito dei mestieri tradizionali di diffusione locale, peculiari nella loro unicità, ma a rischio di estinzione per inadeguato ricambio generazionale. Con i fondi ottenuti è possibile acquisire strumenti, competenze teoriche e pratiche, per la creazione di microimprese artigiane negli ambiti lavorativi dell´artigianato locale tradizionale che risulti a rischio di declino. La seconda linea di intervento finanzia con 400mila euro 18 progetti presentati da parte di Enti Pubblici, Istituzioni Scolastiche Associazioni no profit e riguarda la promozione della creatività giovanile sostenendo la ricerca e lo sviluppo della progettualità dei giovani e valorizzando le vocazioni artistiche presenti sul territorio della Regione. La terza linea di intervento finanzia con 100mila euro 7 progetti presentati da Enti pubblici, Istituzioni scolastiche, Associazioni no profit e si propone di sensibilizzare i giovani all´acquisizione di una coscienza civica maggiormente consapevole, fornire loro strumenti informativi e di conoscenza necessari per strutturarne le capacità di discernimento, per affrontare più adeguatamente gli impegni derivanti dalla partecipazione alla vita sociale. L´ultima linea finanzia con 216mila euro 12 progetti presentati sempre da Enti pubblici, Istituzioni Scolastiche, Associazioni no profit e si pone l´obiettivo di favorire un processo di conoscenza attraverso rapporti di scambi internazionali, al fine di ingenerare nei giovani un atteggiamento più consapevole e positivo verso le diverse culture europee.  
   
   
GIOVANISÌ, INTESA CON ORDINI E ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI PER TIROCINI RETRIBUITI  
 
Firenze, 19 luglio 2012 – Giovanisì cresce ancora. Dopo aver reso obbligatoria la retribuzione dei tirocini non curricolari presso enti pubblici o privati, il presidente della Regione Enrico Rossi firma ieri tre accordi, che coinvolgono una quarantina fra ordini e associazioni professionali e che consentiranno di estendere questa possibilità anche ai praticantati finalizzati all’esercizio della professione e ad alcuni tirocini curricolari. La legge regionale 3, approvata lo scorso gennaio, introduce una retribuzione obbligatoria di almeno 500 euro mensili per i tirocini non curricolari ma non riguarda i praticantati finalizzati all’accesso alle professioni. Con gli accordi di oggi la Regione punta a rendere possibile una forma di incentivo anche per queste tipologie di tirocinio. Negli accordi, che rappresentano la conclusione del percorso avviato con l’intesa del febbraio scorso, si promuove la retribuzione dei praticanti finalizzata all’accesso alle professioni e di alcuni tirocini curricolari. La Regione, in particolare, si impegna a rimborsare 300 euro mensili agli studi professionali o agli enti che attivano tirocini per almeno 500 euro mensili. Tirocini obbligatori Un primo accordo, fra Regione e rappresentanti regionali degli ordini professionali, riguarda i tirocini obbligatori, quelli, cioè, che devono necessariamente essere sostenuti per esercitare la professione una volta conseguito il titolo di studio. In questo caso la Regione si impegna a dare un contributo mensile di 300 euro, a parziale copertura dell’indennità corrisposta ai praticanti dai soggetti, pubblici o privati, che li ospitano per il tirocinio. Il contributo verrà erogato dal settimo mese di tirocinio per un massimo di 12 mesi e a condizione che al tirocinante sia corrisposta un’indennità di almeno 500 euro mensili lordi. Il contributo della Regione sarà di 300 euro mensili, per i soggetti in età compresa tra i 18 e i 32 anni e di 500 euro per i soggetti disabili e svantaggiati. Tirocini non obbligatori Un secondo accordo, sempre con gli ordini professionali, regola i tirocini non obbligatori finalizzati comunque all’esercizio della professione. Le modalità e l’entità del contributo regionale sono le stesse dell’accordo sui tirocini obbligatori. Tirocini con le professioni non ordinistiche Le rappresentanze regionali delle professioni non ordinistiche, firmatarie del presente accordo, si impegnano a promuovere lo sviluppo di tirocini, curricolari e non curricolari. La Regione, nei limiti delle risorse disponibili, eroga al soggetto ospitante un contributo per la copertura totale o parziale dell’importo forfettario, a titolo di rimborso spese corrisposto al tirocinante. Ma non è tutto. La Regione si impegna ad erogare anche un contributo (a parziale copertura del rimborso spese forfettario) a soggetti che svolgono tirocini curriculari dell’ultimo anno della laurea triennale; del primo o del secondo anno della laurea specialistica; durante il corso di specializzazione post-lauream. Prossimi passi Si sta lavorando alla realizzazione di ulteriori accordi anche con le Università toscane per i tirocini curricolari da queste promossi, proseguendo di fatto il percorso attivato con la sottoscrizione del protocollo d’intesa siglato a febbraio. Informazione Nelle prossime settimane sarà inviata una lettera a tutti gli studi professionali ed agli enti pubblici (come le Asl, i Comuni, ecc) per suggerire questa opportunità per i giovani laureati. Per informazioni si può comunque accedere al sito di Giovanisì. Http://www.giovanisi.it/    
   
   
FVG: LAVORO, MANTENERE L´ESPERIENZA DELL´AGENZIA "CAMBIA SOLO IL CONTENITORE"  
 
Trieste, 19 luglio 2012 - "Nessuno pensi che si voglia liquidare l´esperienza dell´Agenzia regionale del Lavoro". Lo ha affermato l´assessore regionale Angela Brandi, nella relazione introduttiva al convegno "Territori, imprese e lavoratori a confronto negli anni di crisi", nel corso del quale è stato presentato il Rapporto 2012 sul mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia. Riferendosi al processo di razionalizzazione voluto dal presidente Tondo, l´assessore Brandi ha sottolineato che "non ci si può innamorare del contenitore quando l´importante è il contenuto. Di conseguenza, confermando che i compiti e il personale dell´Agenzia (cui l´assessore ha rivolto il proprio ringraziamento) passeranno all´interno della direzione regionale, in uno specifico servizio, Brandi ha sostenuto che "il presente impone una riorganizzazione ed è compito della politica trasformare in maniera pragmatica la struttura, conservando funzioni e compiti strategici per la gestione del territorio". Nel suo intervento l´assessore Brandi, ricordando che proprio oggi entra in vigore la riforma del lavoro voluta dal Governo Monti, non dichiarandosi convinta che sarà capace di rendere più dinamico il mercato del lavoro e ad accrescere la propensione ad assumere da parte delle aziende, ha annunciato che i suoi contenuti dovranno comunque essere recepiti nella rivisitazione in atto ("certamente necessaria e rinviata proprio a seguito della riforma nazionale") delle norme regionali per l´occupazione, la tutela e la qualità del lavoro, che risalgono all´ormai lontano 2005. "Si tratta di recepire - ha detto Brandi - i cambiamenti intervenuti a livello nazionale, ad esempio in materia di apprendistato. Così come occorre promuovere in maniera più organica e articolata la cultura del lavoro, della legalità, della sicurezza, dell´autoimprenditorialità, delle pari opportunità, della conciliazione; l´integrazione dei programmi di sostegno al reddito e di quelli rivolti all´occupabilità, il potenziamento degli interventi di promozione ed incentivo in favore del prolungamento della vita attiva rivolti sia a favore delle imprese che dei lavoratori. E si vuole anche sistemare in maniera definitiva nella legislazione regionale alcuni interventi realizzati fin qui in maniera sperimentale, come lavori socialmente utili e di pubblica utilità, incentivi per i voucher, contratti di solidarietà difensivi". "Un´azione, ormai in fase di conclusione, volta ad avvicinare progressivamente lavoro e welfare, come già si fa in diversi Paesi europei", ha evidenziato l´assessore Brandi. Nel commentare più in generale i dati contenuti nel Rapporto 2012, Brandi ha confermato che "in Friuli Venezia Giulia l´impatto della crisi c´è, ma allo stesso tempo c´è stata anche una reazione da parte di questa Regione, in termini di investimenti e di interventi che hanno portato a dei risultati concreti, oltre che al mantenimento della coesione sociale". Ringraziando le Parti sociali per la responsabilità ("hanno condiviso i passaggi strategici delle politiche del lavoro") e gli Enti locali, Province in primis, per l´impegno, Brandi ha concluso il suo intervento sostenendo che ora a livello nazionale "la partita va giocata per riattivare il motore dello sviluppo" e ha auspicato "una politica fiscale meno oppressiva per le imprese, che liberi il costo del lavoro da quelle zavorre che bloccano di fatto qualsiasi prospettiva di crescita strutturale". Grazie alle politiche attive messe in campo dall´Amministrazione regionale, con un impegno finanziario di carattere straordinario, senza precedenti nel passato, entro la fine del 2012 saranno complessivamente circa 20 mila le persone assunte e stabilizzate in Friuli Venezia Giulia dall´inizio della legislatura. Lo ha ribadito oggi a Udine l´assessore regionale Angela Brandi, introducendo a Udine il convegno nel corso del quale è stato presentato il Rapporto 2012 sul mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia. "In questi quattro anni - ha ricordato Brandi - le politiche regionali del lavoro hanno dovuto confrontarsi con la più grave crisi del dopoguerra. Crisi affrontata con interventi che da un lato hanno cercato di ridare slancio all´occupazione, dall´altro sono state finalizzate a proteggere il reddito di chi il lavoro lo ha perso, anche temporaneamente". Se infatti nel 2008 la Regione ha messo in campo per questo settore 15 milioni di euro, nell´anno in corso si è arrivati a ben 50 milioni, cui si affianca il cofinanziamento sui progetti anticrisi del Fondo Sociale Europeo, oltre ai trasferimenti nazionali destinati agli ammortizzatori sociali. In questo modo nel quadriennio 2009/2012 per incentivare e sostenere l´assunzione o la stabilizzazione di lavoratori difficili da occupare sono stati messi a disposizione complessivamente 68 milioni di euro (di cui 27 nel solo 2012). E 50 sono i milioni destinati, sempre nei quattro anni, a lavori socialmente utili e di pubblica utilità. Parallelamente, significativo è stato lo sforzo per sostenere la formazione e la riqualificazione dei lavoratori disoccupati, per sostenere i contratti di solidarietà (39 le imprese beneficiarie con circa 4 mila persone coinvolte) e per rafforzare i servizi per il lavoro.  
   
   
IMMIGRAZIONE: FORMAZIONE LINGUISTICA ED EDUCAZIONE CIVICA  
 
 Udine, 19 luglio 2012 - La Regione Friuli Venezia Giulia ha ottenuto un finanziamento dal Fei (Fondo Europeo per l´Integrazione di cittadini di Paesi terzi 2007-2013) per il progetto Feifvg Azione 1/2011, che mira alla formazione linguistica e all´educazione civica dei cittadini immigrati. Lo annuncia l´assessore regionale a Istruzione, Università e Ricerca, Roberto Molinaro, evidenziando che quest´anno al Friuli Venezia Giulia è stata concessa la somma di oltre 400 mila euro, notevolmente superiore a quella assegnata l´anno precedente. Il progetto è stato predisposto dal Coordinamento degli interventi in materia di promozione delle attività e dei servizi di accoglienza e integrazione sociale degli immigrati di Udine della Direzione centrale dell´Istruzione, Università, Ricerca, Famiglia, Associazionismo e Cooperazione. Ha per partner dodici istituzioni scolastiche sedi dei Centri Territoriali Permanenti (Ctp). Il progetto intende promuovere un sistema integrato per la formazione linguistica e l´orientamento civico. Per coordinare congiuntamente con la Regione le attività informative che fanno parte dell´azione, e che saranno espletate presso gli sportelli unici per l´immigrazione, nell´ottica dell´integrazione dei servizi sul territorio, hanno aderito al progetto, assieme ai dodici Ctp, le Prefetture delle quattro Provincie del Friuli Venezia Giulia. Il progetto Feifvg Azione 1/2011 si esplicherà in tre aree d´intervento (formazione, supporto, servizi) e prevede sette linee di attività. Si tratta dei percorsi di formazione linguistica, educazione civica e orientamento (si tratta di corsi); dell´azione di potenziamento delle strutture formative (acquisto attrezzature e sviluppo della formazione dei formatori); della sperimentazione mediante l´uso di nuove tecnologie (realizzazione sperimentale del modulo di teledidattica); della comunicazione interna ed esterna degli sportelli unici per l´immigrazione (coordinamento attività informative);del coordinamento con gli altri attori regionali interessati (tavolo istituzionale); dell´azione di sensibilizzazione e d´informazione rivolta agli enti locali (sensibilizzazione del territorio); della diffusione del progetto attraverso i canali istituzionali dell´Amministrazione (attività divulgativa). Il progetto avrà inizio dopo la firma della convenzione di sovvenzione tra la Regione e l´autorità responsabile per il fondo europeo. E si dovrà concludere entro il 30 giugno 2013, data che rappresenta il termine ultimo per l´ammissibilità delle spese.  
   
   
LA LOTTA ALLA MAFIA HA UNA MARCIA IN PIU’ LA PROVINCIA DI FIRENZE DONA UNA FIAT PANDA ALLA COOPERATIVA “LAVORO E NON SOLO” DI CORLEONE  
 
 Firenze, 19 giugno 2012 - Il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, da sempre sensibile e attento alle tematiche del contrasto alla mafia, ha donato una Fiat Panda alla cooperativa “Lavoro e non solo” di Corleone. “Un segnale piccolo, ma concreto – ha detto il Presidente della Provincia – di vicinanza a chi lavora in condizioni difficilissime, sotto l’occhio vigile della criminalità organizzata, che troppo spesso manda a fuoco ettari ed ettari di terre coltivate. Le cosche mafiose non sopportano che le terre che illecitamente appartenevano a loro o dove si sono nascosti per anni oggi producano legalmente olio, pomodori, arance e olive. Già un altro mezzo della Provincia di Firenze è andato alle cooperative, nel 2009: la Provincia di Firenze ha fatto da tempo la scelta di sostenere i movimenti e le realtà che operano contro la mafia, di sostenere la lotta per la legalità e di sostenere i ragazzi, per fortuna tanti, che vanno ogni anno nelle terre confiscate alle mafie, anche dal territorio provinciale, ad esprimere solidarietà e a lavorare concretamente le terre e le produzioni agricole. Un lavoro che diventa un grande fatto di civiltà e che fa onore a questa città e a questo territorio”. La Fiat Panda sarà d’ora in avanti utilizzata per le attività ordinarie della cooperativa di Corleone, attività che dal 2000 lavora 120 ettari di terreni confiscati a Cosa Nostra. “L’auto adesso andrà a Livorno – ha detto Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze, che di recente ha visitato la zona di Corleone – dove si imbarcherà per la Sicilia. I ragazzi di ‘Lavoro e non solo’ la andranno a prelevare a Termini Imerese. Sarà subito impiegata per gli spostamenti quotidiani dei ragazzi che partecipano, anche in questi giorni, ai campi estivi di lavoro. Per i ragazzi, così come per i soci della cooperativa tutto l’anno, c’è un problema vero legato agli spostamenti, che non sono molto agevoli”. Un rapporto, quello tra i giovani di “Lavoro e non solo” e la Provincia di Firenze: la coop ha infatti partecipato al Mercato della Legalità fortemente voluto da Barducci nel periodo delle festività natalizie 2011: per alcuni giorni, nella Galleria delle Carrozze, venne allestito un vero e proprio mercatino natalizio dove acquistare i sapori tipici delle regioni del Sud Italia e contribuire a finanziare il lavoro di tante cooperative sociali che lavorano nelle terre confiscate alla mafia. La Provincia di Firenze anticipa che il Mercato della Legalità sarà nuovamente allestito anche per il Natale 2012.  
   
   
WELFARE, A CASORATE PRIMO PARTE IL FATTORE FAMIGLIA  
 
Pavia. 19 luglio 2012 - Si è svolta a Pavia la quinta tappa delle consultazioni con istituzioni locali, sindacati associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato e cooperative, attraverso cui Regione Lombardia vuole stabilire principi e azioni per una riforma complessiva del sistema di welfare. All´appuntamento, promosso e coordinato dall´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, è intervenuto anche l´assessore regionale alla Casa e presidente del Tavolo Territoriale di confronto Domenico Zambetti. Era presente anche il consigliere regionale Giuseppe Villani. Cambiare Il Modello Di Welfare - "Regione Lombardia ha avviato questo percorso per scrivere il ´Nuovo Patto per il welfare´ - ha detto l´assessore Boscagli - perché l´attuale sistema di protezione sociale sta evidenziando i suoi limiti ad affrontare le nuove sfide, tra cui innanzitutto due: la grave crisi finanziaria mondiale, che si ripercuote nei vari Paesi, portando a gravi tagli della spesa, e l´invecchiamento della popolazione, col conseguente squilibrio demografico che peserà sempre di più negli anni a venire: già oggi sono più le famiglie con un anziano a carico di quelle con un minore. Noi crediamo in una strada condivisa con tutti gli attori, per questa ragione siamo qui ad ascoltare il territorio, sia per quanto concerne le criticità, sia per le adesioni, in maniera da arrivare a una riforma condivisa con tutti". Percorso Concreto E Comune - Soddisfatto l´assessore Domenico Zambetti. "Questi incontri - ha sottolineato - sono il percorso parallelo, simbolo di attenzione, che abbiamo messo in campo anche noi quando abbiamo fatto il patto per la Casa. Entrambi gli strumenti sono la vera concezione del nuovo welfare, è questo il dato fondamentale: un percorso aperto che coinvolge il territorio. Oggi, per creare opportunità di crescita e di risposta a un fabbisogno abitativo sempre più in aumento, abbiamo messo in campo diverse misure come: mutuo agevolato per la prima casa, destinato alle giovani coppie, e sostegno alle fasce sociali più deboli nel pagamento del canone di locazione. Continuano inoltre le misure a sostegno dei licenziati e sfrattati, con un incremento di risorse pari a circa 3 milioni di euro". L´assessore Zambetti ha anche ricordato l´impegno della Regione per il territorio pavese, per quanto riguarda la Casa albergo a Romagnese e il Campus medico universitario nazionale. A Casorate Primo Si Sperimenta Il Fattore Famiglia - "I pilastri di questo Patto - ha detto in conclusione Giulio Booscagli - sono la centralità della famiglia, sempre più ridotta di numero e con un aumento di separazioni e divorzi, che resta però il nucleo fondamentale da cui ripartire, il passaggio dall´offerta alla domanda, per garantire sempre più la libertà di scelta della famiglia e l´introduzione del ´Fattore Famiglia lombardo´. Grazie ad esso cerchiamo di superare i limiti dell´Isee, che non tiene conto della reale carico di cura svolto dalla famiglia. Il ´Fattore Famiglia´, che, qui, in provincia di Pavia, sperimentiamo a Casorate Primo, è invece una reale fotografia della realtà, che tiene conto in maniera efficace di tutte le componenti, come ad esempio una situazione di cassa integrazione o la presenza di una persona con disabilità. Al momento lo stiamo sperimentando in 15 Comuni, sia piccoli sia medi".  
   
   
SOCIALE: TORNA IN VENETO IL “BONUS FAMIGLIA”. NEL 2012 2,5 MILIONI PER FAMIGLIE NUMEROSE. PIU’ DEL DOPPIO DELL’ANNO SCORSO  
 
 Venezia, 19  luglio 2012 - Dopo il successo dell’anno scorso, torna in Veneto il “Bonus Famiglia”, dotato di 2,5 milioni di euro, che serviranno a sostenere le famiglie più numerose ed in particolare quelle con parti trigemellari o con un numero di figli pari o superiore a 4. Lo ha deciso il 17 luglio la Giunta regionale, approvando una delibera proposta dall’assessore alle politiche sociali Remo Sernagiotto. “L’anno scorso – ricorda Sernagiotto – avevamo distribuito un milione di euro a 1.355 famiglie, riscontrando un grande gradimento tra i beneficiari. Considerazione che, nonostante le ben note tensioni di bilancio, ci ha indotto a più che raddoppiare i finanziamenti, portati a 2 milioni 500 mila euro: una cifra che ci consentirà di assistere un numero di famiglie ben superiore, rafforzando il nostro impegno verso i nuclei famigliari numerosi, che hanno un ruolo importantissimo sia sul piano sociale che economico, e che più degli altri sono entrati in sofferenza a causa della crisi. Con questo programma straordinario – aggiunge Sernagiotto – la Regione offre, tramite i Comuni, un supporto economico importante”. Il “Bonus Famiglia” sarà così distribuito: 1.200 euro alle famiglie con numero di figli pari o superiore a 9; 1.000 euro a quelle con figli pari a 8; 900 euro con 7 figli; 800 euro con 6 figli; 700 euro con 5 figli; 600 euro con 4 figli; 900 euro alle famiglie con parti trigemellari. I requisiti richiesti sono la cittadinanza italiana o di uno Stato dell’Ue, la condizione di rifugiato politico o di cittadino extracomunitario in regola con le norme che disciplinano il soggiorno in Italia; la residenza nella Regione Veneto. Sul piano economico, il tetto per accedere ai contributi è fissato in un reddito 2011 non superiore a 25.000 euro calcolati con il sistema Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Le domande andranno presentate ai Comuni di residenza, i quali dovranno farle pervenire alla Regione entro le ore 13.00 del 31 agosto prossimo.  
   
   
IN TRENTINO L’INCIDENZA DI POVERTA’ È AL 3,4%, IL DATO MIGLIORE IN ITALIA  
 
Trento, 19 luglio 2012 - Nel 2011, l´11,1% delle famiglie e´ relativamente povero (per un totale di 8,173 milioni di persone) e il 5,2% lo e´ in termini assoluti (3,415 milioni). La soglia di poverta´ relativa, per una famiglia di due componenti, e´ pari a 1.011,03 euro mensili. E´ quanto emerge dai dati sulla poverta´ in Italia diffusi oggi dall´Istat. La poverta´ in Italia e´ rimasta stabile nel 2011 ma sono peggiorate la condizione delle famiglie operaie la cui incidenza di poverta´ assoluta e´ passata dal 6,4% del 2010 al 7,5% del 2011. L´incidenza di poverta´ assoluta cresce anche tra le famiglie con a capo una persona con profili professionali e/o titoli di studio bassi: con licenza elementare (dall´8,3% al 9,4%) o di scuola media inferiore (dal 5,1% al 6,2%). Migliora invece la condizione delle famiglie di dipendenti o dirigenti. Nel 2010 era relativamente povero il 5,3%, nel 2011 il 4,4%. Il 7,6% delle famiglie italiane e´ a rischio poverta´. L´istat spiega come queste famiglie si trovino poco al di sopra della linea convenzionale di poverta´ e, ad esempio con una spesa improvvisa, potrebbe classificarsi tra le famiglie povere. Secondo l´Istat anche tra le famiglie non povere esistono gruppi a rischio di poverta´; si tratta delle famiglie con spesa per consumi equivalente superiore, ma molto prossima, alla linea di poverta´: il 3,7% delle famiglie residenti presenta valori di spesa superiori alla linea di poverta´ di non oltre il 10%, quota che sale al 6,5% nel Mezzogiorno. Le famiglie ´sicuramente´ non povere, infine, sono l´81,4% del totale, con valori pari al 90,5% del Nord, all´87,5% del Centro e al 63,8% del Mezzogiorno. Esaminando i gruppi di famiglie sotto la soglia di poverta´ standard, risultano ´sicuramente´ povere, cioe´ quelle che hanno livelli di spesa mensile equivalente inferiori alla linea standard di oltre il 20%, circa 1 milione 272mila famiglie, il 5,1% del totale delle famiglie residenti. Il 6% delle famiglie residenti in Italia risulta ´appena´ povero (ha una spesa inferiore alla linea di non oltre il 20%) e tra queste piu´ della meta´ (cioe´ il 3,3% del totale delle famiglie) presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di poverta´ (inferiori di non oltre il 10%). In tutte le regioni del Mezzogiorno, ad eccezione dell´Abruzzo, la poverta´ e´ piu´ diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni piu´ gravi si osservano tra le famiglie residenti in Sicilia (27,3%) e Calabria (26,2%), dove sono povere oltre un quarto delle famiglie. E´ quanto emerge dai dati diffusi dall´Istat sulla poverta´ in Italia. Aumenta inoltre l´intensita´ della poverta´ relativa, dal 21,5% al 22,3% in un anno. I poveri, quindi, sono diventati ancora piu´ poveri. Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, la provincia di Trento (3,4%), la Lombardia (4,2%), la Valle d´Aosta e il Veneto (4,3%) presentano i valori piu´ bassi dell´incidenza di poverta´. Si collocano su valori dell´incidenza di poverta´ inferiori al 6% la Toscana, l´Emilia Romagna e le Marche (5,2%), il Friuli Venezia Giulia (5,4%) e il Piemonte (5,9%).