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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Dicembre 2012
IL VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA ANTONIO TAJANI LANCIA LA CAMPAGNA EUROPEA CONTRO LA CONTRAFFAZIONE  
 
 Roma, 20 dicembre 2012 - Il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani, presenterà la campagna europea contro la contraffazione, promossa dalla Commissione europea, in collaborazione con la Guardia di Finanza e l´Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L´evento, che si terrà giovedì 20 dicembre a partire dalle ore 16.00 in via Iv Novembre 149 a Roma, vedrà altresì la partecipazione del Generale di Brigata Gioacchino Angeloni, Comandante del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza, di Edoardo Francesco Mazzilli, responsabile Ufficio investigazioni dell´Ufficio centrale Antifrode dell´Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dei rappresentati delle categorie economiche. Oltre a sensibilizzare i consumatori sui pericoli legati alla contraffazione nel periodo dello shopping natalizio, la campagna intende promuovere una più stretta collaborazione tra la Commissione europea, le autorità nazionali e le associazioni di categoria nella lotta a un fenomeno che mette a rischio la sicurezza dei cittadini a danneggia l´economia. Contesto La lotta alla contraffazione e la protezione della proprietà intellettuale sono fondamentali per l´economia dell´Unione europea e rappresentano un fattore chiave per la ricerca, l´innovazione e l´occupazione. In gioco vi è anche la sicurezza dei nostri cittadini messa a repentaglio da alcuni prodotti contraffatti (alimentari, giocattoli, articoli per l´igiene, abbigliamento, …) che, se non in linea con gli standard Ue, possono rappresentare un grave rischio. Le autorità nazionali svolgono un ruolo essenziale per impedire l’entrata nell’Ue di beni contraffatti. La Commissione europea le sta affiancando con una serie di azioni per rafforzare la loro capacità di contrastare tale traffico. Secondo dati recenti, a livello mondiale sono già in circolazione beni contraffatti per 600 miliardi di dollari. E si stima che questo dato raddoppierà nel 2015. I settori più colpiti sono quelli di farmaci, alimenti, bevande, componentistica auto, cosmetici, articoli di moda, musica, giocattoli. In Europa il problema è divenuto sistemico e costituisce uno dei principali handicap alla crescita e all´occupazione. Il mercato interno europeo continua a essere vulnerabile al fenomeno della contraffazione. I falsari approfittano di sistemi di tutela diversi, non armonizzate tra un Paese e l´altro dell´Ue, e non sempre egualmente efficaci. Secondo i dati 2011 delle dogane Ue il fenomeno è in aumento con un più 15% dei casi di contraffazione, un incremento dell´11% delle confische e del 14% del valore al dettaglio degli articoli contraffatti.  
   
   
INIZIATA LA RICERCA DEL PROSSIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO DELLA RICERCA  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - Ieri la Commissione europea ha incaricato sette esperti di ricercare il nuovo presidente del Consiglio europeo della ricerca (Cer), l’agenzia dell’Unione europea per il finanziamento della scienza di frontiera. Il comitato sarà guidato da Lord Sainsbury di Turville, cancelliere dell’università di Cambridge ed ex ministro della Scienza britannico. Esso formulerà raccomandazioni destinate alla Commissione europea prima che il nuovo presidente del Cer prenda servizio il 1° gennaio 2014, subentrando all’attuale presidente, Helga Nowotny. Nei cinque anni dall’avvio, il Cer ha avuto un ruolo di spicco come agenzia europea di finanziamento della scienza di frontiera, sostenendo la ricerca esclusivamente sulla base dell’eccellenza. Poiché il Cer sta rafforzando sempre più la propria posizione, il ruolo del nuovo presidente sarà cruciale.Il presidente sarà la voce e l’immagine pubblica del Cer, e dovrà difenderne i principi di eccellenza, efficienza e indipendenza. Máire Geoghegan-quinn, Commissaria europea per la Ricerca, l’innovazione e la scienza, ha dichiarato: “Il Cer è uno dei fiori all’occhiello del finanziamento della ricerca mondiale, e sono lieta che Lord Sainsbury abbia accettato il mio invito a contribuire allo sviluppo del Cer in un momento cruciale.Nel 2004, in qualità di ministro della Scienza britannico, il suo sostegno decisivo all’idea del Cer ha aperto la strada a quello che è poi diventato un vero successo europeo. Siamo orgogliosi di avere uno dei padri fondatori alla guida del comitato di selezione del futuro presidente del Cer, una tappa importante nella vita del Cer.” Nell’accettare l’invito della Commissione, Lord Sainsbury ha dichiarato: “Il Cer è un organismo efficiente ed è sulla buona strada per raggiungere il massimo sviluppo, al pari delle migliori organizzazioni di finanziamento della ricerca del mondo. Gode di un ampio riconoscimento, fondato sui suoi principi operativi di indipendenza ed eccellenza scientifica. Sono lieto di poter contribuire a questa nuova fase importante e di farlo insieme a sei colleghi così illustri.” Contesto I membri del comitato di ricerca sono: · Lord Sainsbury di Turville, membro della Royal Society e cancelliere dell’università di Cambridge; · Catherine Cesarsky, alto commissario presso il Commissariat à l’Energie Atomique (Commissariato per l’energia atomica – Cea); · Suzanne Fortier, presidente del Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada (Consiglio di ricerca in scienze naturali e ingegneria del Canada); · Michał Kleiber, presidente dell’Accademia polacca ed ex membro del consiglio scientifico del Cer; · Jadran LenarČiČ, direttore dell’Istituto Jozef Stefan di Lubiana; · Erwin Neher, direttore emerito dell’Istituto Max Planck di chimica biofisica e premio Nobel per la medicina; · Salvatore Settis, ex direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa ed ex membro del consiglio scientifico del Cer. Il Consiglio europeo della ricerca è stato istituito nell’ambito del Settimo programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e lo sviluppo tecnologico al fine di favorire la ricerca di alta qualità in Europa. Concede sovvenzioni attraverso gare pubbliche per progetti diretti da ricercatori nuovi ed esperti, indipendentemente dalla loro provenienza, che lavorano o si trasferiscono in Europa per motivi di lavoro. L’unico criterio di selezione è l’eccellenza scientifica. L’obiettivo è riconoscere le migliori idee e trattenere e dare visibilità ai migliori cervelli in Europa, al contempo attirando talenti dall’estero. In base alle proposte della Commissione per il prossimo programma di finanziamento della ricerca dell’Ue Orizzonte 2020, di durata settennale (2014-2020), il bilancio del Cer dovrebbe superare i 13 miliardi di Eur contro i 7,5 miliardi di Eur del periodo 2007-2013. Il presidente del Cer nell’ambito di Orizzonte 2020 Le proposte della Commissione sul programma specifico recante attuazione a Orizzonte 2020 istituiscono la funzione del presidente del Cer, scelto tra i ricercatori più esperti e riconosciuti a livello internazionale. Il presidente del Cer risiederà a Bruxelles per la durata dell’incarico e dedicherà la maggior parte del suo tempo alle attività del Cer. Il presidente del Cer viene nominato dalla Commissione per un mandato limitato a quattro anni, rinnovabile una volta. Sarà remunerato a un livello commisurato al personale direttivo della Commissione. Il processo di assunzione e il candidato selezionato devono ottenere l’approvazione del consiglio scientifico del Cer. La creazione di un comitato di ricerca era una delle raccomandazioni della relazione del task force del Cer, che ha fatto seguito alla revisione intermedia: http://erc.Europa.eu/sites/default/files/document/file/erc_taskforce_report_2011.pdf  http://erc.Europa.eu/sites/default/files/content/pages/pdf/final_report_230709.pdf    
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UNA TABELLA DI MARCIA PER LA RIFORMA DELLE AGENZIE  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - La Commissione ha adottato ieri una tabella di marcia che contribuirà a migliorare l´efficienza, la responsabilità, la coerenza e la trasparenza degli organismi decentrati dell´Ue, oltre ad assicurarne una governance più equilibrata. Il documento concretizza il cosiddetto "approccio comune", ossia un accordo politico senza precedenti sulle agenzie dell´Ue concluso tra la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo nel luglio 2012, al termine di tre anni di analisi e negoziati. Il vicepresidente Maroš Šefčovič ha dichiarato: "I miglioramenti in termini di efficienza che questa tabella di marcia renderà possibili sono fondamentali, considerato che gli sforzi di razionalizzazione sono al primo posto dell´agenda politica. Tuttavia non si tratta soltanto di risparmiare denaro. Il documento delinea, in maniera molto chiara, tutta una serie di misure che permetteranno di migliorare l’efficacia, la governance e la trasparenza delle nostre agenzie. Le agenzie potranno così realizzare le politiche dell´Ue ancora meglio di quanto facciano oggi." La tabella di marcia riunisce tutte le iniziative che devono prendere la Commissione, le agenzie stesse, il Consiglio, gli Stati membri e il Parlamento europeo per tradurre l´approccio comune in azione concreta. Inoltre indica gli ambiti in cui la collaborazione con le agenzie è necessaria e utile e quelli in cui le agenzie hanno già iniziato ad attuare l´approccio comune. Per le azioni di cui è responsabile la Commissione, è stata fissata una scadenza ambiziosa alla fine del 2014. Tuttavia, la tabella di marcia evidenzia numerose azioni che la Commissione giudica prioritarie e che attuerà già nel 2013 (eventualmente in collaborazione con le agenzie o altre istituzioni), tra cui: la prevenzione e gestione dei conflitti di interesse all´interno delle agenzie, per quanto riguarda i membri del consiglio di amministrazione e i dirigenti, gli esperti nei comitati scientifici e i membri delle commissioni di ricorso; l´inclusione di indicatori chiave di rendimento nei programmi di lavoro annuali delle agenzie e per i dirigenti delle agenzie esecutive; l´elaborazione di norme standard da inserire negli accordi di sede delle agenzie, sulla base delle migliori pratiche esistenti; l´elaborazione di orientamenti con le agenzie per l´applicazione del bilancio per attività e della gestione per attività; l´elaborazione di orientamenti relativi alle valutazioni periodiche. Inoltre, alcune delle disposizioni dell´approccio comune richiederanno notevoli cambiamenti negli atti di base delle agenzie. La Commissione garantirà quindi che le future proposte di revisione di tali atti siano conformi all´approccio comune. Un allegato della tabella di marcia specifica in quali casi ciò sarà necessario. In tale contesto, e al fine di migliorare l´efficienza e la responsabilità delle agenzie, uno degli obiettivi previsti dall´approccio comune è di puntare alle possibili sinergie attraverso la condivisione di servizi o la fusione delle agenzie nei casi in cui i loro compiti si sovrappongano o in cui il loro inserimento in una struttura più grande permetterebbe una maggiore efficienza. Contesto L´approccio comune rappresenta il primo accordo politico sugli organismi decentrati dell´Ue mai raggiunto. Sebbene non sia giuridicamente vincolante, costituirà un progetto politico sul quale saranno imperniate le prossime iniziative orizzontali e le riforme delle singole agenzie dell´Ue. La Commissione è responsabile in primis dell´attuazione del presente accordo, che è il frutto di un´iniziativa congiunta delle tre principali istituzioni dell´Ue. Nel marzo 2009, in seguito ad una comunicazione della Commissione dal titolo "Il futuro delle agenzie europee", le tre istituzioni hanno costituito un gruppo di lavoro interistituzionale presieduto dalla Commissione, per discutere della governance e del funzionamento delle agenzie dell´Ue. Tale gruppo di lavoro ha esaminato una serie di questioni fondamentali, tra cui il ruolo e la posizione delle agenzie nel panorama istituzionale dell´Ue, la creazione, la struttura e il funzionamento di tali agenzie, nonché questioni riguardanti il finanziamento, il bilancio, la supervisione e la gestione. L´approccio comune riguarda 32 agenzie decentrate distribuite tra gli Stati membri, che operano in una serie di settori politici e svolgono un´ampia gamma di funzioni. Tre agenzie decentrate che operano nel settore della politica estera e di sicurezza non rientrano nell´accordo, al pari delle sei agenzie esecutive e delle imprese comuni. Le agenzie rappresentano una presenza tangibile dell´Ue negli Stati membri. Le loro attività sono diversificate: alcune contribuiscono al processo decisionale dell´Unione mettendo insieme le diverse competenze disponibili, altre adottano decisioni proprie sulla base delle norme dell´Ue concordate e altre ancora contribuiscono all´applicazione delle politiche comunitarie. Tuttavia, la creazione ad hoc di agenzie nel corso degli anni non è stata accompagnata da una visione d´insieme della loro posizione in seno all´Unione. L´approccio comune, tradotto in pratica dalla tabella di marcia adottata oggi, dovrebbe contribuire a cambiare questo stato di cose. Gli organismi decentrati dell´Ue impiegano oltre 7 000 persone e hanno beneficiato di 750 milioni di Eur dal bilancio dell´Ue nel 2012. Link Tabella di marcia per il seguito da dare all´approccio comune in merito alle agenzie decentralizzate http://europa.Eu/agencies/documents/2012-12-18_roadmap_on_the_follow_up_to_the_common_approach
_on_eu_decentralised_agencies_en.pdf
 
 
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA NOMINA NUOVO DIRETTORE DELLA RAPPRESENTANZA A LONDRA  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - Jacqueline Minor è stato nominato capo della rappresentanza nel Regno Unito. Essa entrerà in carica il 16 febbraio 2013. Dopo aver lavorato come direttore per la tutela dei consumatori della Dg Salute e tutela dei consumatori per gli ultimi cinque anni, la sig.Ra Minor è un esperto in tutte le politiche dell´Ue con un impatto diretto sui consumatori nell´Unione, compresi settori politici correlati come i trasporti, l´energia e il mercato digitale. Nel corso degli ultimi due anni, la signora minore è stato anche responsabile per le norme europee relative agli apparati cosmetiche e mediche. Per gran parte della sua carriera ha lavorato su aspetti di politica del mercato unico, con i messaggi che vanno dalle professioni regolamentate ai diritti di proprietà intellettuale e che si conclude con la responsabilità di coordinamento globale delle politiche e della comunicazione. Insieme con la sua vasta conoscenza ed esperienza delle istituzioni europee (tra cui una precedente registrazione alla Corte di giustizia europea a lavorare per due membri britannici del Tribunale), la signora minore porta al suo nuovo ruolo, buone capacità di gestione di un track record di lavorare con una varietà di soggetti interessati e un forte background nella comunicazione politica. Jacqueline Minor ha conseguito un Ll.m. Presso l´Università di Birmingham e ha trascorso i primi anni della sua carriera come docente in Giurisprudenza presso l´Università di Leicester.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA NORME TECNICHE PER IL REGOLAMENTO SUI DERIVATI ​​OTC, LE CONTROPARTI CENTRALI EI REPERTORI DI DATI COMMERCIALI  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - La Commissione europea ha adottato ieri nove standard di regolamentazione e di attuazione di integrare gli obblighi definiti ai sensi del regolamento sugli strumenti derivati ​​Otc, le controparti centrali (Ccp) e di dati sulle negoziazioni (il cosiddetto un´infrastruttura europea Regolamento Mercati - Emir), che è stata adottata il 4 luglio ed entrato in vigore il 16 agosto 2012 (cfr. Memo/12/232 ). Essi sono stati sviluppati dalle autorità di vigilanza europee e sono stati approvati dalla Commissione Europea senza alcuna modifica. L´adozione di tali norme tecniche mette a punto i requisiti per la compensazione e la comunicazione obbligatoria delle operazioni, in linea con l´impegno del G20 l´Unione europea ha reso a Pittsburgh nel settembre 2009. Mercato interno ei servizi, il commissario Michel Barnier ha dichiarato: "L´adozione di tali norme tecniche è il passo finale nella realizzazione di compensazione e la comunicazione obbligatoria dei derivati ​​Otc e per soddisfare i nostri impegni del G20 Ciò consentirà di migliorare la trasparenza nel commercio dei derivati.». Le norme tecniche entreranno in vigore il ventesimo giorno successivo pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea. Come con qualsiasi altro regolamento Ue, le disposizioni saranno direttamente applicabili (cioè giuridicamente vincolante in tutti gli Stati membri, senza applicazione nel diritto nazionale), a partire dal giorno di entrata in vigore. Una norma tecnica presentata dal europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) sul punto specifico dei collegi per le controparti centrali non è stato approvato a causa delle preoccupazioni circa la legittimità di alcune disposizioni. La Commissione europea chiederà all´Esma di riformulare la norma e sarà adottata in una fase successiva. Tuttavia, questo non influirà sulla tempistica dell´obbligo di compensazione, o la tempistica di autorizzazione delle controparti centrali in Emir, dato che le disposizioni di questa norma tecnica non sono un prerequisito per le controparti centrali per cominciare ad applicare di autorizzazione ai sensi Emir. Gli elementi chiave delle norme tecniche adottate oggi: Per quanto riguarda l´Otc (over-the-counter) dei derivati ​​, le norme tecniche di regolamentazione specifica le disposizioni del regolamento sulle infrastrutture del mercato europeo (Emir) relativo agli accordi di compensazione indiretta, la procedura dell´obbligo di compensazione, il registro pubblico, l´accesso a una sede di negoziazione, controparti non finanziarie, e le tecniche di mitigazione del rischio per contratti derivati ​​Otc non compensato mediante controparte centrale. Per quanto riguarda le controparti centrali , le norme tecniche di regolamentazione specificare le disposizioni di Emir relative ai requisiti per le controparti centrali, così come la capitale, utili non distribuiti e le riserve delle controparti centrali. Gli standard tecnici di esecuzione di specificare il formato dei record mantenuti da Ccp. Per quanto riguarda i repertori , le norme tecniche di regolamentazione specificare le disposizioni relative al di Emir il minimo dettaglio dei dati che devono essere riportati a repertori di dati, i dettagli della domanda di registrazione come un repertorio di dati, così come i dati da pubblicare e messi a disposizione dai repertori e standard operativi per l´aggregazione, il confronto e l´accesso ai dati. Gli standard tecnici di esecuzione specificare il formato e la frequenza dei rapporti commerciali ai repertori di dati e il formato delle domande di registrazione dei repertori. Gli standard tecnici di regolamentazione saranno pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea subito dopo la ricezione di ´non-obiezione´ da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Il Parlamento europeo e il Consiglio dispongono di un mese di esercitare il loro diritto di controllo, con questo periodo prorogabile di un ulteriore mese a loro iniziativa. Gli standard tecnici di regolamentazione entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla loro pubblicazione. Le norme tecniche di attuazione non sono soggetti al diritto di controllo del Parlamento europeo e del Consiglio. Saranno quindi pubblicato nellaGazzetta ufficiale dell´Unione europea, subito dopo la loro adozione ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla loro pubblicazione.Tuttavia, le disposizioni di cui alle norme tecniche di attuazione avrà effetto solo una volta che le relative norme tecniche di regolamentazione entrerà in vigore, in quanto le disposizioni definite negli atti di esecuzione integra le disposizioni definite nelle relative norme tecniche di regolamentazione e non sono autonomi obblighi. Maggiori informazioni http://ec.Europa.eu/internal_market/financial-markets/derivatives/index_en.htm  Domande frequenti - Emir http://ec.Europa.eu/internal_market/financial-markets/docs/derivatives/doc_121114_emirfaqs_en.pdf    
   
   
COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA LE MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA SUI GESTORI DI FONDI DI INVESTIMENTO ALTERNATIVI  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - La Commissione europea ha agito per sostenere solidamente le nuove regole per i gestori di fondi di investimento alternativi (Aifm) da oggi l´adozione di un regolamento delegato che completa la direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi (Aifmd) (cfr. Memo/10/572 ). La Aifmd fa parte della risposta dell´Unione alla crisi finanziaria, e mira a creare un ambiente completo ed efficace regolamentazione e di vigilanza per i gestori di fondi di investimento alternativi in ​​Europa. Il regolamento delegato è un presupposto per l´applicazione della Aifmd nei paesi dell´Ue ed è stato adottato per integrare alcuni elementi del Aifmd. Queste regole riguardano il: condizioni e le modalità per la determinazione e l´autorizzazione di Aifm, compresi i requisiti patrimoniali applicabili alle Aifm; condizioni operative per Aifm, comprese le norme in materia di retribuzione, i conflitti di interesse, gestione del rischio, la gestione della liquidità, investimenti in posizioni di cartolarizzazione e ai requisiti organizzativi, regole di valutazione; le condizioni per la delega; norme in materia di depositari, incluse le attività del depositario e la responsabilità; obblighi di comunicazione e calcolo di leva finanziaria; regole per accordi di cooperazione. Il regolamento delegato adottato oggi è soggetto ad un periodo di tre mesi controllo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio, ed entrerà in vigore, a condizione che né co-legislatore oggetti, alla fine di questo periodo e il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale . Maggiori informazioni http://ec.Europa.eu/internal_market/investment/alternative_investments/index_en.htm    
   
   
L´UE ACCOGLIE CON FAVORE L´ACCORDO BILATERALE DI ADESIONE DELLA BOSNIA-ERZEGOVINA ALL´OMC  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2012 - Il commissario Ue al commercio Karel De Gucht e il ministro del Commercio Estero e Relazioni Economiche della Bosnia-erzegovina, Mirko Sarovic, hanno firmato ieri un accordo di adesione della Bosnia-erzegovina al mondo Trade Organization (Wto). Accordo è un passo importante sulla strada per guidare la Bosnia-erzegovina di partecipare al procedimento del commercio internazionale. L´adesione all´Omc dovrebbe contribuire allo sviluppo sostenibile riforme economiche e sviluppo impegno sostenibile da parte della Bosnia-erzegovina. "L´accordo di oggi è un passo fondamentale nel processo di adesione della Bosnia-erzegovina all´Omc e un passo importante che aiuterà i nostri rapporti economici", ha dichiarato il commissario europeo per il commercio, Karel de Gucht. " L´unione europea sostiene pienamente l´adesione all´Omc dei nostri vicini. Crediamo che la Bosnia-erzegovina ha compiuto notevoli progressi nella preparazione il suo ingresso nel Wto e speriamo di darvi presto il benvenuto nel Wto famiglia ". Mirko Sarovic, Ministro del Commercio Estero e Relazioni Economiche, ha detto da parte sua: "Bosnia-erzegovina si è impegnata a diventare un membro attivo del sistema commerciale multilaterale e ha compiuto sforzi significativi a tal fine. Prezioso supporto fornito dai risultati positivi dell´Ue.oggi evento ci porta un passo avanti verso il nostro obiettivo finale e comune crediamo che ci aiuterà a completare i negoziati bilaterali in seno all´Omc in prossimi mesi. Se abbiamo lo stesso atteggiamento costruttivo tra gli altri partner, potremmo diventare membri dell´Omc nel 2013. " L´accordo bilaterale prevede la riduzione dei dazi sugli scambi di merci e dei servizi aperti al momento dell´adesione all´Omc. Tali impegni saranno poi integrati nel futuro protocollo di adesione della Bosnia Erzegovina all´Omc. Contesto La Bosnia-erzegovina ha chiesto di aderire all´Omc il 11 maggio 1999. Gruppo di lavoro dell´Organizzazione mondiale del commercio in merito all´adesione di questo paese è stata istituita il 15 luglio 1999. Per diventare membro dell´Omc , Bosnia-erzegovina deve portare a termine i negoziati bilaterali con i membri dell´Omc interessati e avere l´approvazione del gruppo di lavoro a livello multilaterale. Gli scambi commerciali tra l´Unione europea e la Bosnia-erzegovina: fatti e cifre L´ue è il principale partner commerciale della Bosnia-erzegovina e ammontano a quasi il 73% delle esportazioni e più della metà delle sue importazioni. Nel 2011, il valore totale delle merci esportate dalla Ue in Bosnia-erzegovina 3500000000 €, mentre le importazioni dalla Bosnia-erzegovina, pari a 2,4 miliardi di euro. Macchine e trasporto, prodotti chimici e manufatti in fase di registrazione flussi sono più importanti. Impegni commercio bilaterale tra l´Ue e la Bosnia-erzegovina sono inclusi nell´accordo di stabilizzazione e di associazione (Asa) tra l´Unione europea e la Bosnia-erzegovina il 16 giugno 2008. Attesa della ratifica dell´Asa, un accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali è in vigore dal 1 ° luglio 2008.  
   
   
IL SOSTEGNO DELL´UNIONE EUROPEA PER L´INTEGRAZIONE DEI PAESI DEL MAGHREB  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - In risposta a seguito della trasformazione dei paesi del Mediterraneo meridionale, l´Alto Rappresentante e la Commissione europea ha pubblicato ieri una comunicazione congiunta contenente proposte per sostenere i cinque paesi del Maghreb nei loro sforzi verso una più stretta cooperazione e di una maggiore integrazione regionale. Anche se ricco di potenzialità di sviluppo e uniti da comuni legami culturali e linguistici, il Maghreb è una delle regioni meno integrate del mondo. Gli studi hanno ripetutamente dimostrato che l´eliminazione degli ostacoli nella regione potrebbe avere notevoli vantaggi economici così come l´aiuto negli sforzi comuni per combattere l´instabilità e affrontare una serie di sfide regionali anche attraverso la promozione socio-economico, la lotta contro il cambiamento climatico, la protezione dell´ambiente e lo sviluppo di energia pulita e sostenibile. Ue Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione Catherine Ashton ha dichiarato: " Il Maghreb è una regione con un enorme umano, potenziale economico e culturale. Accogliamo con favore le chiamate dei partner nella regione per una più stretta cooperazione e di una più profonda integrazione tra di loro. I cittadini delle due sponde del Mediterraneo da guadagnare da tali sviluppi. La presente comunicazione comune, che ho discusso con i partner durante il mio recente viaggio in Maghreb, mira a sostenere i nostri partner nei loro sforzi per far progredire l´integrazione del Maghreb e fa parte della più ampia risposta dell´Ue ai recenti sviluppi nella regione ". Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha aggiunto che la presente comunicazione risponde anche alle chiamate provenienti da soggetti pubblici e privati, nei paesi del Maghreb per il progresso in materia di integrazione. "Abbiamo proposto una vasta gamma di misure volte a sostenere gli sforzi in questo campo, pur riconoscendo che è destinato ai partner del Maghreb si per determinare l´entità e il ritmo di integrazione ", ha detto e ha ricordato l´esperienza della stessa Ue integrazione su larga scala. " Sulla base di tale esperienza, riteniamo che gli sforzi di integrazione all´interno del Maghreb non solo portare reali benefici al popolo della regione, ma anche in ultima analisi, la stessa Ue. Non vediamo l´ora di discutere queste proposte con i governi dei paesi interessati, nonché con i rappresentanti delle imprese e della società civile ". Uno dei settori per una più stretta integrazione dei paesi del Maghreb è energia. " L´energia svolge un ruolo importante nello sviluppo della regione. Con il nostro piano solare mediterraneo ci proponiamo di aiutare i nostri partner , "Commissario per l´energia Günther Oettinger ha detto. La comunicazione congiunta fa parte della risposta globale dell´Ue ai recenti avvenimenti nel Mediterraneo meridionale e rappresenta un maggiore impegno nella regione. Come tale completa l´importante sostegno che attualmente fornito dall´Ue per i paesi del Maghreb bilaterale e regionale attraverso la politica europea di vicinato e, nel caso della Mauritania, il Fondo europeo di sviluppo e la strategia dell´Ue per la sicurezza e lo sviluppo nel Sahel . Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/fule/  http://eeas.Europa.eu/enp/index_en.htm    
   
   
IL NUOVO SUPPORTO PER LE IMPRESE UE IN GIORDANIA  
 
Bruxelles, 19 dicembre 2012 - La Commissione europea e l´Alto Rappresentante dell´Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza hanno annunciato nuovi finanziamenti per la Giordania che fornirà ulteriore supporto per una crescita sostenibile e inclusiva e dello sviluppo economico, in particolare per le piccole e medie imprese (Pmi), le imprese. Alto Rappresentante dell´Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea Catherine Ashton, annunciando l´adozione di questi programmi ha dichiarato: " Questa nuova assistenza contribuirà, in particolare le piccole imprese, che svolgono un ruolo fondamentale nello stimolare la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro in Giordania. Come abbiamo dimostrato con l´Ue-giordania Task Force all´inizio di quest´anno, l´Unione europea sostiene sia lo sviluppo economico e politico in Giordania, che è un partner molto importante per noi. Il progresso politico ed economico deve sempre andare di pari passo . " Commissario europeo per l´allargamento e la politica europea di vicinato, Štefan Füle, ha aggiunto: " Questo nuovo supporto è un altro esempio concreto dei continui sforzi dell´Ue per sostenere le Pmi e le partenze di impianto e di creare posti di lavoro sostenibili, contribuendo a migliorare lo sviluppo sociale e migliorare la vita le condizioni e gli standard di persone in Giordania ". Il nuovo finanziamento sarà aggiungere € 10 milioni a il supporto per le imprese e lo sviluppo delle esportazioni (Seed), programma che è in funzione dal 2008. Seed è stato creato per migliorare la competitività del settore agricolo giordano e imprese manifatturiere, nonché per rafforzare le organizzazioni di rappresentanza come il "giordano impresa Development Corporation" (Jedco), promuovere le esportazioni giordane e contribuire alla riduzione dello squilibrio commerciale nazionale rafforzando la competitività delle Pmi. Il sostegno supplementare contribuirà a creare posti di lavoro e opportunità di guadagno in industrie esportatrici.  
   
   
VERTICE UE - RUSSIA EU27 DEFICIT NEGLI SCAMBI DI MERCI CON LA RUSSIA FINO A 65 MILIARDI DI EURO NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2012  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - A seguito di un forte calo nel 2009, Eu27 scambi internazionali di merci con la Russia recuperato nel 2010 e nel 2011. Ue27 esportazioni verso la Russia è sceso da 105 miliardi di euro nel 2008-66 miliardi di euro nel 2009, poi è salito a 86 miliardi di euro nel 2010 e 108 miliardi nel 2011. Le importazioni sono diminuite da 178 miliardi di euro nel 2008-118 miliardi di euro nel 2009, per poi aumentare a 161 miliardi di euro nel 2010 e 199 miliardi nel 2011. Di conseguenza, l´ Ue-27 deficit commerciale con la Russia è aumentato da 52 miliardi di euro nel 2009 a 75 miliardi nel 2010 e 91 miliardi nel 2011. I primi nove mesi del 2012 ha registrato una crescita continua in Eu27 scambi con la Russia . Le esportazioni sono cresciute del 15%, da 79 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2011-91 miliardi nello stesso periodo del 2012, mentre le importazioni sono aumentate del 5%, da 149 miliardi a 157 miliardi di euro. Come risultato di questa crescita più rapida delle esportazioni, l´ Ue-27 deficit commerciale con la Russia è diminuita da 70 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2011 per 65 miliardi nello stesso periodo del 2012. Nei primi nove mesi del 2012, la Russia è stato il -27 ´ s terzo partner commerciale più importante dopo l´ Italia e la Cina , che rappresentano il 7% del Ue27 esportazioni e il 12% Eu27 importazioni. In occasione del 30 ° Unione europea - Russia vertice, che si terrà il 20 dicembre a Bruxelles , Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea , rilascia gli ultimi dati sul commercio e gli investimenti tra la Russia e l´ Unione europea . Germania rappresenta circa un terzo della Ue27 esportazioni verso la Russia e un quinto delle importazioni dalla Russia Tra gli Ue27 Stati membri, la Germania (a 28,2 miliardi di euro pari al 31% delle esportazioni dell´Ue) è stato di gran lunga il più grande esportatore di Russia nei primi nove mesi del 2012 , seguita da Italia (7,3 miliardi o 8%), Francia (7,0 miliardi di euro o 8%) e Paesi Bassi (6,1 miliardi o 7%). Germania (29,6 miliardi di euro o il 19% delle importazioni Ue), è stato anche il principale importatore, seguito dal Paesi Bassi 1 (22,1 miliardi di euro pari al 14%), Polonia (15,8 miliardi di euro o 10 %), Italia (13,9 miliardi o 9%) e la Francia (8,7 miliardi di euro pari al 6%). Diciotto Stati membri hanno registrato deficit negli scambi con la Russia nei primi nove mesi del 2012 , il più grande osservata nel Paesi Bassi 1 (-15,9 miliardi di euro), la Polonia (-10,2 miliardi), Italia (-6,6 miliardi) e Spagna (-3,9 bn). Le eccedenze sono stati modesti, la più alta in fase di registrazione in Danimarca (+0,7 miliardi). Poco più del 85% delle Ue27 esportazioni verso la Russia nei primi nove mesi del 2012 sono state prodotte le merci, mentre l´energia hanno rappresentato per più di tre quarti delle importazioni. Eu27 commercio internazionale degli Stati membri ´di beni con la Russia milioni di euro.
Esportazioni Importazioni Saldo
Gen-set 2011 Gen-set 2012 Gen-set 2011 Gen-set 2012 Gen-set 2011 Gen-set 2012
Eu27 78 901 91 101 149 071 156 559 -70 171 -65 458
Belgio 1 3 424 4 103 6 891 6 262 -3 467 -2 160
Bulgaria 398 418 3 064 3 934 -2 666 -3 516
Repubblica Ceca 2 593 3 492 4 166 4 383 -1 573 -891
Danimarca 1 071 1 188 749 525 322 663
Germania 25 267 28 223 27 107 29 571 -1 840 -1 348
Estonia 912 1 123 788 703 124 419
Irlanda 389 457 69 67 320 390
Grecia 291 336 3 411 3 096 -3 121 -2 761
Spagna 1 863 2 166 6 767 6 051 -4 905 -3 886
Francia 5 447 7 010 10 198 8 663 -4 750 -1 652
Italia 6 868 7 299 12 498 13 911 -5 629 -6 612
Cipro 15 18 10 11 4 6
Lettonia 1 128 1 366 712 886 416 480
Lituania 2 388 3 035 5 417 5 878 -3 029 -2 843
Lussemburgo 160 138 12 3 148 135
Ungheria 1 894 1 893 4 589 4 656 -2 695 -2 763
Malta 1 17 3 1 -2 16
Paesi Bassi 1 5 101 6 135 19 997 22 074 -14 897 -15 939
Austria 2 550 2 953 2 151 2 704 399 250
Polonia 4 515 5 585 13 089 15 779 -8 574 -10 195
Portogallo 106 137 457 417 -351 -279
Romania 781 762 1 744 1 756 -963 -994
Slovenia 698 828 254 279 443 549
Slovacchia 1 469 1 835 4 573 4 375 104 -3 -2 540
Finlandia 3 888 4 163 8 417 7 606 -4 529 -3 443
Svezia 2 351 2 013 5 279 5 271 -2 928 -3 258
Regno Unito 3 334 4 407 6 659 7 696 -3 325 -3 288
Totale extra-Eu27 1 146 474 1 255 327 1 288 393 1 341 007 -141 919 -85 680
Russia / Totale 6,9% 7,3% 11,6% 11,7%
Eu27 scambi internazionali di merci con la Russia per prodotto milioni di euro
Esportazioni Importazioni Saldo
Gen-set 2011 Gen-set 2012 Gen-set 2011 Gen-set 2012 Gen-set 2011 Gen-set 2012
Totale 78 901 91 101 149 071 156 559 -70 171 -65 458
Beni primari: 8 803 9 917 117 305 124 965 -108 502 -115 048
Mangiare e bere 6 587 7 140 702 976 5 885 6 164
Materie prime 1 429 1 681 3 322 3 491 -1 893 -1 810
Energia 787 1 096 113 282 120 498 -112 495 -119 402
Prodotti finiti: 68 988 79 913 17 708 16 501 51 280 63 412
Prodotti chimici 13 299 14 476 4 316 4 426 8 983 10 050
Macchinari e veicoli 2 37 599 45 222 1 176 1 387 36 423 43 835
Altre merci manuf´d 2 18 091 20 215 12 216 10 688 5 875 9 527
Altro 1 109 1 271 14 058 15 094 -12 949 -13 823
Eu27 scambi internazionali di merci con la Russia miliardi di euro
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Russia
Esportazioni 22,7 31,6 34,4 37,2 46,0 56,6 72,3 89,1 104,8 65,6 86,1 108,3
Importazioni 63,8 65,9 64,5 70,7 84,0 112,6 141,0 145,0 178,3 118,0 160,6 199,2
Saldo -41,0 -34,3 -30,1 -33,5 -37,9 -56,0 -68,7 -55,9 -73,5 -52,5 -74,5 -90,8
Totale Extra-ue
Esportazioni 849,7 884,7 891,9 869,2 953,0 1 057.6 1 161.9 1 242.9 1 317.5 1 099.7 1 356.6 1 558.9
Importazioni 992,7 979,1 937,0 935,3 1 027.5 1 183.2 1 363.9 1 445.0 1 582.9 1 234.5 1 530.9 1 721.6
Saldo -143,0 -94,4 -45,1 -66,0 -74,6 -125,6 -202,0 -202,1 -265,4 -134,8 -174,3 -162,7
Russia / Totale
Esportazioni 2,7% 3,6% 3,9% 4,3% 4,8% 5,4% 6,2% 7,2% 8,0% 6,0% 6,3% 6,9%
Importazioni 6,4% 6,7% 6,9% 7,6% 8,2% 9,5% 10,3% 10,0% 11,3% 9,6% 10,5% 11,6%
Ue27 surplus di 10 miliardi di euro nel commercio di servizi con la Russia nel 2011 Ue27 esportazioni di servizi con la Russia è rimasta pressoché stabile tra il 2010 e il 2011, mentre le importazioni sono aumentate leggermente. Nel 2011, l´ Ue-27 esportato € 24,1 miliardi di servizi per la Russia , mentre le importazioni sono ammontate a 14,3 miliardi di euro, il che significa che l´Ue-27 ha registrato un surplus di 9,8 miliardi di euro nel commercio di servizi con la Russia , a fronte di 7,3 miliardi nel 2009 e 10,2 miliardi nel 2010.L´eccedenza nel 2011 è dovuto principalmente al eccedenze per i viaggi (+5,9 miliardi di euro), servizi informatici e informazioni (+1,5 miliardi) e dei servizi finanziari (+1,4 miliardi di euro), parzialmente compensato da un deficit nei trasporti (-1,4 miliardi). Russia rappresentato il 3,5% del totale extra- Ue27 scambi di servizi. Eu27 scambi internazionali di servizi con la Russia milioni di euro
Esportazioni Importazioni Saldo
2009 2010 2011 2009 2010 2011 2009 2010 2011
Totale 18 816 24 021 24 085 11 553 13 831 14 253 7 264 10 190 9 832
di cui:
Trasporto 3 655 4 776 5 459 4 666 6 762 6 826 -1 011 -1 986 -1 367
Viaggiare 4 437 6 081 7 816 1 765 1 789 1 871 2 672 4 293 5 945
Altri servizi 10 722 13 164 10 797 5 119 5 274 5 535 5 603 7 890 5 263
di cui:
Servizi di comunicazione 422 548 574 309 365 373 113 183 201
Servizi di costruzione 1 286 1 733 1 246 762 726 886 524 1 007 360
Servizi di assicurazione 237 164 243 177 355 292 60 -192 -49
Servizi finanziari 1 967 2 385 1 827 607 436 468 1 361 1 949 1 359
Informatici e di informazione 1 231 1 577 1 591 111 144 137 1 120 1 432 1 454
Royalty e diritti di licenza 527 639 868 39 36 44 489 603 825
Altri servizi alle imprese 3 4 768 5 817 3 949 2 952 3 057 3 182 1 816 2 760 766
Personale dei servizi culturali e ricreativi 101 145 318 61 54 65 40 91 253
Servizi governativi nie 182 157 181 101 102 87 80 55 93
Totale extra-Eu27 512 162 566 558 603 941 429 117 463 563 482 902 83 046 102 995 121 040
Russia / totale extra-Ue27 3,7% 4,2% 4,0% 2,7% 3,0% 3,0%
Forte calo dei flussi di Ide tra il 27 e la Russia nel 2011 Eu27 investimenti esteri diretti (Ied) in Russia è sceso da € 26,4 miliardi a 2008-9,0 miliardi di euro nel 2009, è aumentato a 25,5 miliardi di euro nel 2010, per poi scendere nuovamente a 6,3 miliardi di euro nel 2011, mentre Russo investimenti diretti nella Ue-27 è passato da 2,0 miliardi nel 2008-12,4 miliardi di euro nel 2009, per poi scendere a 7,1 miliardi di euro nel 2010 ed è ulteriormente sceso a 0,3 miliardi di euro nel 2011. Ue27 flussi di Ide con la Russia (Milioni di euro)
2008 2009 2010 2011
Ue-27 Ide in Russia 26 379 8 953 25 511 6 253
Russo Ide nella Ue27 2 013 12 428 7 058 265
 
   
   
BILANCIO REGIONALE TOSCANA 2013. ROSSI: “44 MILIONI DI RISPARMI, GRAZIE A SPENDING REVIEW NON LINEARE”  
 
Firenze, 20 dicembre 2012 – Quarantaquattro milioni di risparmi nel bilancio 2013, di cui 7 sul funzionamento di agenzie ed enti dipendenti. E quasi altri 6 milioni spostati da un capitolo ad un altro, con un saldo positivo di oltre due milioni per scuola e servizi all’infanzia. Risparmi che si aggiungono agli oltre 80 già limati dal 2010. E’ il risultato della spending review che la giunta e in prima persona il presidente Rossi hanno compiuto passando in rassegna, uno ad uno, oltre 600 capitoli del bilancio regionale. In Toscana, diversamente da quanto fatto dal governo Monti, non c’è stato però nessun taglio lineare, ma interventi differenziati con un criterio di fondo: salvaguardare i servizi per i cittadini a partire dalla scuola, la cultura, la sanità e le politiche sociali e ridurre invece soprattutto le spese correnti, quelle di gestione e di comunicazione, i costi della macchina, le utenze, gli affitti, i noleggi, le spese postali e molte altre voci che non hanno ricadute negative sui servizi offerti. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi spiega così la spending review toscana messa in atto per il 2013. Un’impresa non facile. “Abbiamo dovuto raschiare il cosiddetto barile – sottolinea -, perché la Toscana non è mai stata una Regione spendacciona. E’ sempre stata virtuosa nell’amministrare le proprie risorse. L’oscar al bilancio ricevuto di recente lo testimonia. E non c’erano dunque grandi sacche di grasso da tagliare o inefficienza da correggere”. Ma con i tagli del governo Monti, che si sono aggiunti a quelli di Tremonti-berlusconi, la situazione era diventata veramente drammatica. Nel 2013 la Regione Toscana, sanità a parte, si vedrà trasferire dallo Stato un milione e mezzo di euro in meno al giorno: 550 milioni di tagli rispetto al 2010, che su un bilancio da 9 miliardi sono tanti. Così, esclusa la sanità e con un patto di stabilità che si è fatto più aspro, rimangono da spendere 1 miliardo e 650 milioni. Un anno fa erano 2 miliardi e 300 milioni. “Per questo – spiega Rossi – abbiamo deciso di fare seriamente la nostra parte. In qualche caso abbiamo dovuto fare delle scelte e rinunciare a qualcosa: abbiamo ridotto le spese adesso meno utili, che in altri momenti ci saremmo potuti permettere e a cui ora abbiamo scelto di rinunciare prima di chiudere una classe di scuola materna, magari di quelle che garantiamo al posto dello Stato perché il Ministero non ha fondi per nuovi insegnanti, oppure prima di ridurre l’assistenza agli anziani non autosufficienti, gli aiuti ai malati di Sla o dimezzare il trasporto pubblico, prima rinunciare al progetto Giovanisì e al sostegno ai giovani o alle garanzie per far accedere ai prestiti in banca anche a chi la banca non darebbe fiducia”. Qualche esempio? Sulla formazione per il personale della Regione e gli enti dipendenti saranno risparmiati 200 mila euro – di fatto la spesa è stata quasi dimezzata – e sui mutui più di 3 milioni. E’ stato chiuso il Centro stampa, settore interno dove la Regione realizzava parte delle proprie brochure ed altro materiale cartaceo: altri 286 mila euro risparmiati. Sui costi della macchina e di funzionamento il recupero varia, mediamente, dal 10 al 30 per cento, a seconda delle voci: 73 mila (su 173) per cancelleria, carta, trascrizioni e traduzioni, altrettanti sulle spese di comunicazione di agricoltura, attività produttive e cultura, oltre un milione (su poco più di 6) sui servizi di pulizia, vigilanza, portierato, parcheggi ed altre spese connesse alla gestione delle sedi degli uffici regionali, 1 milione e 284 mila (su poco più di 4 milioni e mezzo) sugli affitti, 163 mila (circa il 10 per cento) sulla manutenzione degli impianti, 60 mila (su 230) sul noleggio delle fotocopiatrici e sugli arredi, 93 mila (il 7 per cento) sulle spese telefoniche, 110 mila sulle spese correnti dell’ufficio statistica (a questo punto azzerate), 300 mila euro (circa il 10 per cento) per mensa e buoni pasto. Risparmi anche sulla gestione di San Rossore e delle altre aziende agricole regionali. Sette milioni sono stati complessivamente recuperati sulle spese delle agenzie e sui contributi ad altri enti dipendenti. Sono stati tagliati anche 50 mila euro sui patrocini, 13 mila euro di contributi ai privati sulla cultura, 100 mila euro sulle adozioni internazionali. E’ stato razionalizzato anche l’uso dei fondi di riserva, recuperando così una ventina di milioni.  
   
   
EMILIA ROMAGNA, BILANCIO 2013: CRESCITA E LAVORO, GLI OBIETTIVI DELLA MANOVRA APPROVATA OGGI DALL´ASSEMBLEA LEGISLATIVA  
 
 Bologna, 20 dicembre 2012 – “Al di là della consapevolezza dei pesanti tagli, l’azione della Regione si concentrerà sui temi della crescita e del lavoro”. La vicepresidente e assessore alle finanze Simonetta Saliera ha spiegato così in aula il senso del bilancio di previsione 2013, approvato oggi dall’assemblea insieme al pluriennale 2013-2015. Nel dettaglio sul Bilancio di previsione 2013 (entrate e uscite pari a 13.237,90 milioni di euro) pesano 390 milioni di euro in meno di risorse statali, di cui circa 260 sulla sanità e i restanti 110 su tutti gli altri settori delle politiche regionali. “La discussione si svolge in un quadro di recessione”, ha sottolineato Saliera. “Tutti concordiamo sulla necessità che occorra riformare lo Stato in modo strutturale e che il debito debba calare, ma ciò deve accadere in un’ottica di crescita, in un Paese che lavora e con politiche di sostegno alle imprese. Per questo gli interventi della Regione sono mirate a sostenere la domanda interna (con attenzione all’occupazione e allo stato sociale) e lo sviluppo produttivo (con azioni per l’internazionalizzazione, le reti d’impresa, l’innovazione e ricerca, il credito alle aziende)”. Per quanto riguarda la sanità, ha detto la vicepresidente, “la sfida importante sarà quella di garantire livelli di garanzia del diritto universale della salute”. Infine, sul fronte delle politiche, “l’Emilia-romagna vuole tentare di riformarsi”, ha affermato Saliera. “La Giunta sa di poter contare sull’appoggio e la collaborazione dell’Assemblea legislativa e lavorerà ad una riforma, insieme anche alle autonomie, ai sindacati e alle forze produttive. In attesa che il Parlamento decida in modo chiaro, la proposta è di mettersi avanti con i lavori affrontando i temi del riordino delle funzioni, delle ridondanze e degli sprechi e facendo tutto ciò che è nelle nostre mani per raggiungere il massimo dell’efficacia”. I numeri del bilancio di previsione 2013 - Sul Bilancio di previsione 2013 (entrate e uscite pari a 13.237,90 milioni di euro) pesano 390 milioni di euro in meno di risorse statali, di cui circa 260 sulla sanità e i restanti 110 su tutti gli altri settori delle politiche regionali. Nell’ultimo triennio sulle Regioni sono stati fatti tagli a livello nazionale pari a 14 miliardi di euro (di cui 7 per la sanità), una severa riduzione delle risorse pubbliche che per la Regione Emilia-romagna ha significato un -1,2 miliardi di euro, di cui 553 sulla sanità. Interventi post terremoto - Nei mesi scorsi sono stati fatti molti interventi per fronteggiare i danni provocati al territorio, alle persone e alle imprese dal sisma che ha colpito la nostra regione lo scorso maggio. Alla fine di ottobre, grazie al confronto che il commissario straordinario alla ricostruzione ha avviato con il Governo, ammontano a circa 9 miliardi le risorse stanziate, con diversi provvedimenti, per i prossimi anni. Con il Bilancio di previsione 2013 in ogni settore dell’amministrazione regionale si darà priorità agli interventi nelle aree colpite dal terremoto, pianificando azioni volte ad un rapido ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree interessate. Economia - Per il sostegno allo sviluppo dell’economia regionale, per i settori dell’industria, cooperazione, artigianato e lavoro sono previsti 276,97 milioni di euro (comprese le risorse del Programma operativo regionale Fesr 2007-2013), con una particolare attenzione al rifinanziamento dei Consorzi fidi, in modo da facilitare l’accesso alla liquidità in un momento segnato da un blocco del sistema bancario. Tra le singole voci di investimento, 3,8 milioni di euro sono destinate a favorire l’attrazione di nuove imprese, 2 milioni alla ricerca e 11 milioni all’internazionalizzazione del sistema imprenditoriale. Il bilancio di previsione 2013 prevede poi 41,69 milioni di euro per il turismo e commercio (con l’obiettivo di valorizzare la qualità dei prodotti e dell’accoglienza e la capacità di rendere compatibili tradizione e innovazione) e 55,36 milioni per l’agricoltura (compresi cofinanziamenti Stato e Ue). In particolare, nel settore del commercio, anche per il 2013 prosegue il progetto pilota che coinvolge i Comuni maggiori della Regione per la promozione e valorizzazione dei centri storici e dei centri commerciali naturali. Il progetto viene finanziato con 900 mila euro e sarà rivolto anche ad altre realtà comunali regionali. Sanità e politiche sociali - Per il 2013 la Regione conferma un impegno straordinario rispetto alla riduzione delle risorse previste dal Fondo sanitario nazionale, pari 150 milioni di euro di stanziamenti propri. L’impegno dell’amministrazione si conferma anche sul capitolo non autosufficienza dove, a fronte dell’azzeramento delle risorse nazionali che dura dal 2011, sono previsti interventi pari a circa 430 milioni di euro, di cui 70 costituiti da fondi propri della Regione. Istruzione - Per il diritto allo studio, l’avviamento al lavoro e la formazione sono previsti complessivamente quasi 394,51 milioni di euro che comprendono i finanziamenti del Programma operativo regionale competitività e occupazione 2007-2013 che fruiscono del contributo del Fondo sociale europeo. Tra i principali obiettivi: la lotta alla dispersione scolastica e l’innalzamento della capacità delle competenze di fare impresa e di accompagnamento al lavoro per i giovani. Mobilità - Al settore del trasporto pubblico locale e dei sistemi di mobilità sono complessivamente destinati 802,41 milioni di euro. Pur in presenza di una situazione estremamente critica, la Regione si sforza di confermare le risorse previste nel 2012, per promuovere un sistema integrato di mobilità, difendere il ruolo centrale del trasporto collettivo e per la gestione del servizio ferroviario. In programma interventi di ammodernamento del trasporto pubblico locale per 9,5 milioni di euro di risorse statali. Mentre per quanto riguarda le spese di investimento, gli obiettivi sono di realizzare il quadro infrastrutturale già pianificato che comprende la realizzazione della prima autostrada regionale, la Cispadana e la riqualificazione delle infrastrutture esistenti, assicurando inoltre la manutenzione straordinaria della rete ferroviaria. Difesa del suolo, riqualificazione urbana, sicurezza e legalità - Confermati gli interventi per la cura dell’ambiente e nella difesa della costa dal rischio idraulico, idrogeologico e di erosione, per i quali il bilancio stanzia 161,41 milioni di euro; mentre 45,92 milioni di euro (di cui 35 per investimenti) sono destinati alla Protezione civile a sostegno degli interventi urgenti e di messa in sicurezza del territorio. Per la casa e la riqualificazione urbana, infine, il bilancio prevede 287,71 milioni di euro per far rinascere i centri storici, garantire la sicurezza nelle città e per interventi di riqualificazione che puntino alla creazione di alloggi a canone sostenibile e a potenziare la dotazione di edilizia residenziale sociale. La Regione sosterrà le politiche per la sicurezza, con 332 mila euro indirizzati alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose, alla diffusione della cultura della legalità e al sostegno ai Comuni nel riutilizzo dei beni confiscati. Cultura, sport, giovani - A sostegno delle politiche culturali e per i giovani, il Bilancio di previsione 2013 prevede risorse pari a 41,09 milioni di euro. La Regione fa delle politiche culturali un elemento qualificante della sua azione di governo. L’impegno sarà quello di promuovere e valorizzare la tradizione e l’innovazione, anche per contrastare la crisi economica e considerando che la cultura è un settore che sta subendo molti tagli di risorse a livello nazionale, pur essendo un settore che dimostra una vivacità, che potrebbe essere fonte di crescita e sviluppo per una nuova economia. Contenimento delle spese - Per quanto riguarda il funzionamento della macchina regionale, la spesa prevista per il bilancio 2013 risulta inferiore del 4,3% rispetto a quella del bilancio 2012, con un risparmio di 14 milioni di euro (che vanno ad aggiungersi ai 51 milioni di euro tagliati nel biennio 2011-2012).  
   
   
TAVOLO ALLEANZA SVILUPPO; PRESIDENTE UMBRIA MARINI: “DEFINIRE INSIEME STRATEGIE E OBIETTIVI PER CRESCITA E SVILUPPO”  
 
Perugia, 20 dicembre 2012 - "Crescita, occupazione e lavoro. Sono questi i temi centrali che devono vedere l´impegno straordinario e congiunto di tutti i soggetti pubblici e delle parti sociali dell´´Alleanza per lo sviluppo dell´Umbria". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in apertura dei lavori del "tavolo generale" dell´Alleanza per lo sviluppo, riunitosi ieri mattina a Perugia, a Palazzo Donini. La presidente ha quindi posto anche l´esigenza che lo stesso "tavolo generale" superi e vada oltre la mera funzione "concertativa" ed assuma quella di momento di confronto ed elaborazione di nuove strategie per lo sviluppo "che servano ad accompagnare, per un verso, i processi di ristrutturazione del sistema economico ed industriale regionale e a mitigarne le ripercussioni di ordine sociale, e per l´altro verso ad individuare linee di indirizzo tese a favorire un nuovo sviluppo e la nascita di nuove imprese, guardando quindi verso il futuro della nostra regione". Azioni che, secondo la presidente Marini, "devono aggiungersi a quelle che già nel recente passato sono state messe in campo, soprattutto in direzione dell´innovazione e della ricerca, individuando nuove linee di sviluppo e la relativa strumentazione che favoriscano l´insediamento di attività produttive capaci di generare nuovo occupazione". "La situazione economica dell´Umbria - ha aggiunto Marini -, molto difficile e complessa per le imprese, l´occupazione, il lavoro e per le famiglie, ci stimola a guardare da subito anche alle opportunità che potranno derivare dalla nuova stagione dei fondi europei 2014-2020, ormai unico strumento finanziario, soprattutto per le Regioni, per mettere in atto politiche di sviluppo". Per la presidente Marini, a fronte di una situazione economica che continua a far sentire i suoi effetti negativi su tutto il sistema economico regionale, con la manifattura che in particolare subisce pesanti contraccolpi, come anche i comparti dei servizi - commercio e turismo in particolare - e dell´artigianato "in Umbria abbiamo quindi la necessità di accelerare quanto possibile la definizione comune degli obiettivi strategici da perseguire per aggredire le principali criticità della nostra economia". Anche a seguito del rinnovo del Cda della finanziaria regionale (Gepafin), va rilanciato il dialogo tra questa ed il sistema regionale delle garanzie, in modo da migliorare l´operatività di Gepafin e metterla maggiormente in condizione di facilitare l´accesso al credito da parte delle piccole imprese. L´invito della presidente Marini a tutti i soggetti che siedono al "Tavolo generale" è stato quello di avviare, quindi, già da ora una riflessione comune per definire insieme, entro i primi mesi del prossimo anno, "obiettivi strategici e linee di sviluppo" per ciò che riguarda la prossima stagione della programmazione comunitaria, mentre ha annunciato che nella seconda metà di gennaio lo stesso "tavolo" si riunirà per discutere le linee generali del Documento annuale di programmazione e del Bilancio regionale 2013. "Il confronto che vogliamo anticipare con le parti sociali per la nuova fase di programmazione comunitaria - ha detto la presidente - riveste ulteriore importanza per il fatto che c´è nelle Regioni il timore di un approccio eccessivamente centralistico della gestione di questi strumenti di programmazione da parte dello Stato, con un evidente restringimento del ruolo delle Regioni, anche da un punto di vista delle risorse finanziarie a disposizione. Una eventualità che intendiamo scongiurare e che le stesse Regioni hanno già rappresentato al Governo". Per ciò che riguarda la Regione, data una tale situazione economica, nel 2013 "adotteremo una manovra di bilancio - ha affermato la presidente - che eviti di pesare ulteriormente su imprese e cittadini, cercando invece di indirizzare le poche risorse regionali verso azioni che favoriscano sviluppo ed occupazione". Scenario e prospettive. In uno scenario globale denso di incertezze e di criticità, con un rischio di avvitamento dell´economia europea e internazionale e prospettive non incoraggianti, a cui l´Italia non si sottrae, l´Umbria fatica a trovare percorsi per una ripresa forte e duratura dopo aver risentito più che altrove della crisi economica. È quanto emerge, in sintesi, dal documento di analisi, elaborato dai Servizi Programmazione strategica generale e Controllo strategico e valutazione politiche della Direzione Programmazione, innovazione e competitività dell´Umbria quale ausilio e orientamento alla discussione del Tavolo generale "Alleanza per lo sviluppo - Umbria 2015". Il 2013, secondo le proiezioni del Governo, sarà ancora un anno difficile per l´economia del Paese. Anche per buona parte del prossimo anno aumenterà la pressione fiscale, la disoccupazione continuerà a crescere - specie quella giovanile - mentre si assisterà alla decrescita dei salari reali con l´ulteriore aumento dei prezzi e la riduzione del potere di acquisto delle famiglie, il cui reddito reale disponibile è in calo continuo da ormai cinque anni, fenomeno mai registrato nel dopoguerra. Il contesto di bassa crescita e di stagnazione ha investito pesantemente l´Umbria, che si è presentata all´appuntamento con la crisi del 2009 portandosi dietro alcune criticità di medio lungo periodo. Il rischio di veder ridimensionati gli standard di benessere dell´Umbria rispetto ai dati medi del Paese non è scongiurato, anche tenendo conto delle politiche di forte contrazione delle capacità di intervento del pubblico nelle aree del welfare (prestazioni sociali, ma anche cassa integrazione) e nelle aree di un possibile stimolo alla domanda. Il sistema regionale, nel 2009, paga un prezzo notevolmente superiore al resto d´Italia nel commercio e turismo e - in modo particolarmente severo - nell´industria in senso stretto, mentre gli altri servizi di mercato "hanno tenuto", confermando l´impressione di una composizione più orientata ad attività "protette". Una Umbria che poi riparte nel post-crisi abbastanza bene nel terziario di mercato e tiene meglio nelle costruzioni, ma non riesce a reggere il ritmo del resto del Centro Nord nell´industria in senso stretto e nell´agricoltura (che fino al 2009 era invece il settore regionale con le migliori performance). Il sistema delle imprese regionali è stato tenuto in piedi soprattutto dalle imprese di dimensioni più grandi, con una organizzazione migliore, con una maggior facilità di accesso al credito e con una capacità di innovazione e di risposta alle sfide della globalizzazione più spiccata e un maggior orientamento all´export. Le imprese più piccole - la maggior parte delle imprese umbre - e più orientate al soddisfacimento della domanda interna hanno invece pagato e stanno pagando, soprattutto in questa seconda fase di crisi, un prezzo molto caro alla riduzione dei consumi e, più delle altre, scontano i problemi di scarsa liquidità e di difficoltà di accesso al credito. Si tratta di agricoltori, imprenditori, artigiani, operatori del commercio e del turismo che hanno portato avanti progetti d´impresa con fatica, salvaguardando anche la loro manodopera più che altrove, ottenendo anche risultati buoni ma senza riuscire a "svoltare", che hanno prosciugato pian piano i loro margini e che, all´arrivo della crisi, si sono trovati più in difficoltà dei colleghi di altre regioni. La composizione "qualitativa" dell´industria manifatturiera (quota di addetti ai settori produttori o utilizzatori di Ict e ai settori ad elevata qualificazione del lavoro) ha risentito degli effetti della crisi, con un conseguente ulteriore lieve allontanamento in negativo dagli standard nazionali che hanno invece registrato un leggero progresso. Non va sottovalutata la difficoltà di comparti specifici, a partire dall´edilizia e il suo indotto: un settore che ha un peso rilevante nel sistema economico regionale e che probabilmente dovrà essere riconsiderato alla luce della nuova situazione economica, sia riguardo alla domanda "privata" che a quella delle pubbliche amministrazioni. Anche il secondo motore dell´economia regionale - il turismo - resta molto esposto alle dinamiche della crisi e, pur in presenza di una sostanziale tenuta dei flussi turistici, non sembra riuscire a trainare in maniera sufficientemente decisa l´economia regionale. Un leggero progresso si osserva nella quota di presenze in alberghi, che è il segmento turistico a maggiore impatto sulla economia regionale, e in generale per le imprese di "gamma più alta", mentre soffrono di più le altre. Nel documento si ricorda come l´Umbria - soprattutto in alcune aree - benefici, ancor più in questa fase di difficoltà, del ruolo del settore pubblico che ha in qualche modo assicurato la tenuta di posti di lavoro, retribuzioni, livelli di spesa e - anche se in misura progressivamente ridotta - di investimenti sul territorio. Un ruolo che anch´esso, inevitabilmente, dovrà essere rivisto. In sintesi, l´Umbria ha risentito più che altrove della crisi economica, e ciò soprattutto sul versante delle famiglie, come mostra l´andamento dei loro consumi, negativo anche nel 2011; a causa delle caratteristiche "strutturali" dell´Umbria, la crisi ha investito il mondo delle imprese, che perdono in produttività (nel medio termine) ed in valore aggiunto nonostante investano in media più di quanto accade nel resto d´Italia. La composizione settoriale dell´economia umbra, che si modifica in favore del settore servizi - soprattutto quelli non di mercato - e la sostenuta dinamica della popolazione (in seguito all´arrivo di molti immigrati, spesso impiegati nei settori che "tengono" come agricoltura e servizi alla persona) è la spiegazione "tecnica" dell´andamento molto meno dinamico che nel resto d´Italia del Pil per abitante. Dall´analisi del complesso dei dati macroeconomici, sia congiunturali sia strutturali, emerge dunque il rischio di un avvitamento della crisi in misura superiore alla media nazionale, con un´economia regionale "impantanata" e che fatica - in un contesto nazionale negativo - a trovare percorsi per una ripresa forte e duratura.  
   
   
COSTI POLITICA: ZAIA, “DAL VENETO UN MESSAGGIO FORTE A TUTTO IL PAESE”  
 
Venezia, 20 dicembre 2012 - “Ancora una volta il Veneto invia un messaggio forte di virtuosità al resto del Paese e dimostra che qui le Istituzioni sanno sintonizzarsi con le aspettative ed il sentimento della gente. Il Consiglio regionale, che ringrazio con orgoglio, non poteva chiudere l’anno in modo più significativo”. Lo sottolinea il presidente della Regione Luca Zaia commentando l’approvazione da parte dell’assemblea veneta della legge che riduce i costi della politica nella Regione. “Ringrazio il presidente Ruffato e tutti i gruppi consiliari – aggiunge Zaia – per la tempestività, e per aver raggiunto questo obiettivo attraverso un voto unanime, che rafforza il già di per sé grande significato di questa legge”. “Il primo compito di amministratori e politici – dice Zaia – è quello di dare risposte ai cittadini e ai loro problemi ed oggi in Veneto è stato fatto, dando il via a tanto cospicui quanto virtuosi tagli ai costi della politica, un imperativo categorico in una fase storica nella quale alla gente vengono chiesti tanti sacrifici”.  
   
   
BASILIATA - FINANZIARIA; DE FILIPPO: GARANTIAMO COESIONE, SVILUPPO E SERVIZI  
 
Potenza, 20 dicembre 2012 - Garanzia per le platee di quanti hanno il loro reddito legato alla Regione, sostegno ai programmi di sviluppo e investimento, mantenimento della politica fiscale senza elevare le addizionali e riduzione dell´indebitamento, destinato solamente ai programmi di investimento in sanità, dove si è azzerato l´intervento dello Stato, e alla realizzazione di programmi europei. Sono i tratti distintivi della manovra finanziaria 2013 della Regione Basilicata illustrati dal presidente Vito De Filippo in Consiglio, partendo dall’inquadrare il provvedimento nell’attuale momento finanziario e sociale. Il contesto "La situazione di difficoltà economica internazionale - ha spiegato De Filippo inquadrando la situazione generale - vede per l´Italia la difficoltà aggiuntiva dell’instabilità finanziaria che si sostanza nello spread sui titoli di Stato. I dati dello Svimez per il 2011 danno per la Basilicata segnali di ripresa in controtendenza con la realtà in cui siamo inseriti, ma questo non deve animare entusiasmi, ma darci motivi di riflessione. In questa difficoltà, nella discussione parlamentare ci sono soluzioni affrettate e confuse in termini di strategia e di risposte che trovano sostegno a livello nazionale. Io sono convinto che la parte peggiore del problema è stato l’approccio che nelle manovre finanziarie degli anni passati c’è stato con gli enti locali, Regioni, Province e Comuni, partendo da quella manovra messa in campo sulle Province e che ora la legge di stabilità nazionale prova a risolvere con una serie di proroghe. E’ stata sottovalutata la funzione anticiclica che, in periodi di crisi, potevano avere Regioni, Province e Comuni. E noi, in questi anni, abbiamo provato a sostenere questa realtà, con investimenti, ad esempio di 40 milioni di euro per le strade della nostra Regione con un´intesa con le Province che è considerata un modello operativo di qualità, fatto sulla base di una ricognizione tecnico scientifica di monitoraggio che porta investimenti dove ci sono rischi ed emergenze. Parallelamente nel tempo è stato ridotto il patto di stabilità, sia in termini di competenza che di cassa. Siamo passati dal 2008 al 2013 da 838 a 629 per competenza e da 731 a 519 per la cassa, con tagli di circa 200 milioni. Nonostante queste difficoltà - ha spiegato De Filippo - il 2012 è stato caratterizzato dalla messa in campo di tutti gli strumenti per alleviare sistema pubblico e sistema imprenditoriale, con verticalizzazione del patto di stabilità che ha fatto trasferire 41 milioni di euro di patto ad altri enti, e il solo credito garantito "pro solvendo" che ha garantito 35 milioni di euro alle imprese, aumentando il nostro budget di oltre 70 milioni di euro anche in assenza di variazioni nel patto di stabilità a livello nazionale ed europeo". La manovra 2013 Passando ad illustrare la manovra 2013, De Filippo ha spiegato che "la Finanziaria 2013 contiene scelte anche determinate da norme nazionali, soggette a verifica da parte della Corte dei conti. Ci sono interventi come riduzione delle spese per l´autoparco, col divieto assoluto di acquisto di autovetture, consulenze, convegni, rappresentanza, missioni, formazione, buoni pasto, personale a tempo determinato, patrimonio pubblico, locazioni, arredi, scelte che saranno applicate anche a tutti gli enti vigilati dalla Regione Basilicata. In questo quadro di vincoli e di azioni che consideriamo anche virtuose e, per molte, sicuramente condivisibili - ha detto il presidente - il tenore della nostra Finanziaria si muove in un’azione che prova a mantenere la rotta evitando evoluzioni che potrebbero diventare lesive dell’autonomia regionale, deprivando la Regione di una sostanziale autonomia di programmazione e sviluppo. Viene ridotto lo stock del debito regionale, che ancora viene utilizzato solo per investimenti, in particolare in sanità dove c’è stato l’azzeramento dell’intervento dello Stato, e finanziamenti dei programmi europei. E su questi settori, rispetto alle somme preventivate, abbiamo quote di indebitamento non utilizzate a cui poter attingere in caso di necessità in fase di assestamento di bilancio". "La sanità - ha aggiunto De Filippo - continua ad essere un punto centrale per un costante cofinanziamento che abbiamo garantito in questi anni per altri 35 milioni di euro, rilevanti anche perché nel corso del 2013 il fondo nazionale per la sanità sarà ulteriormente ridotto e ad oggi non abbiamo ancora avuto i criteri di riparto che negli altri anni si avevano a novembre, con l’unica notizia che comunque il fondo sarà ridotto. La manovra finanziaria prevede un sostegno alla realizzazione del Piano sanitario regionale, con l’eliminazione di duplicazioni e l’allocazione di risorse su settori che possono dare risposte al fabbisogno di servizi, inserendosi in quel quadro che vede la Basilicata non inserita né in commissariamento né in tutoraggio”. Per quel che riguarda le addizionali, De Filippo ha spiegato che "rimane invariata la politica fiscale della Regione Basilicata, con una situazione che è unica sicuramente nel Mezzogiorno e per molti aspetti in Italia. Abbiamo però un miglioramento delle entrate determinato da un più efficace recupero dell’evasione fiscale". Su due settori, addizionale gas e tasse universitarie, De Filippo ha spiegato di aver dovuto recepire la legislazione nazionale. "Per la tassa universitaria - ha spiegato - tutto quanto si incassa dalle tasse universitarie viene necessariamente erogato per le borse di studio che sono garantite in un mix di reddito e merito nella legislazione nazionale. Siamo la Regione italiana che fino al 2011 ha finanziato totalmente le borse di studio con risorse proprie aggiuntive per 3 milioni di euro. E oggi nel pagamento della tassa abbiamo previsto una serie di esonerati". Quanto alle risorse per lo sviluppo, De Filippo ha spiegato che "la manovra prevede tutti gli investimenti possibili per concludere partite importanti per sostenere gli investimenti produttivi. Abbiamo approvato anche il regolamento per i contratti di sviluppo a livello regionale, prevedendo concertazioni con le forze sociali, e la legge finanziaria mette le basi per attivare politiche di incentivazione". Tra gli altri provvedimenti segnalati, il presidente ha indicato quello che riguarda gli uffici giudiziari "che mette in campo 500 mila euro anche per fronteggiare un’iniziativa legislativa che non è stata condivisa nella nostra regione". Si finanzierà, cioè il possibile mantenimento degli uffici giudiziari a Melfi per cinque anni, anche per non predeterminare situazioni di fatto che precludano possibili nuovi cambiamenti. "Nel maxiemendamento della Giunta - ha annunciato poi De Filippo - proporrò al Consiglio la riduzione del numero dei Consiglieri, perché la mia interpretazione è che se questo emendamento non è realizzato entro il 23 è materia di censura". Il presidente ha anche chiesto di limitare il numero di proposte e emendamenti prospettando, però, "una sorta di collegato alla Finanziaria da varare per fine gennaio, quando la legge di stabilità nazionale sarà approvata e ne conosceremo i contenuti, in modo da inserire altre scelte su una situazione di certezza, e limitando le variazioni attuali solo a questioni che presentano urgenze".  
   
   
BASILICATA: CONSIGLIO REGIONALE, APPROVATO IL BILANCIO PER IL 2013 L’AMMONTARE COMPLESSIVO DELLA MANOVRA È DI CIRCA 2,8 MILIARDI DI EURO  
 
Potenza, 20 dicembre 2012 - Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato a maggioranza (con 19 voti favorevoli di Pd, Idv, Mpa, Gruppo Misto, Sel, Psi, 7 voti contrari del Pdl e 1 astensione di Ial) il bilancio di previsione per il 2013 ed il bilancio pluriennale per il triennio 2013/2015. L´ammontare complessivo della manovra è di circa 2,8 miliardi di euro (comprese le partite di giro), a fronte dei 3 miliardi e 594 milioni di euro del 2012. Il dato finanziario risulta decisamente inferiore rispetto all’esercizio precedente in quanto nell’attuale manovra, in applicazione delle nuove norme che regolamentano la contabilità delle pubbliche amministrazioni, sono state inserite soltanto le nuove assegnazioni derivanti da contributi statali o da altri soggetti. Tutti gli stanziamenti collegati a fondi vincolati, già iscritti nel bilancio di previsione 2012, verranno resi disponibili, con un apposito provvedimento della Giunta regionale, nel mese di gennaio 2013. Il limite massimo di indebitamento, cioè la possibilità di ricorrere al mercato finanziario, per il 2013, è di circa 61,5 milioni di euro, di cui circa 39 milioni euro corrispondenti agli impegni assunti nel corso del precedente esercizio finanziario, 8,5 milioni euro per la quota a carico della Regione per gli investimenti nel settore sanitario e 14 milioni euro per il finanziamento degli interventi da realizzarsi nell’ambito del programma operativo Fesr 2007/2013. Fra le principali allocazioni, per il 2013, si prevedono quelle relative alla tutela della salute (1 miliardo e 44 milioni di euro), allo sviluppo economico e competitività (202 milioni di euro), ai trasporti e al diritto alla mobilità (150 milioni di euro), allo sviluppo sostenibile e alla tutela del territorio e dell’ambiente (187 milioni di euro), all’istruzione e diritto allo studio (12 milioni di euro), alla tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali (30 milioni di euro, di cui 1,5 milioni di euro per il programma “Matera 2019”), all’agricoltura, politiche agroalimentari e pesca (37 milioni di euro), ai diritti sociali, politiche sociali e famiglia (25 milioni di euro), all’energia e diversificazione delle fonti energetiche (19 milioni di euro), al turismo (11.3 milioni di euro), politiche per il lavoro e la formazione professionale (109 milioni di euro), politiche giovanili, sport e tempo libero (5,6 milioni di euro). Previsto, inoltre, nel 2013 lo stanziamento di 200 mila euro per il settore Giustizia, a cui si aggiunge un ulteriore stanziamento di 300 mila euro per il 2014. Tali risorse saranno assegnate a quei Comuni nei quali siano state soppresse le sedi dei tribunali. Stanziati infine 1,2 milioni di euro per il programma “Sistema di Protezione civile”, 1,2 milioni di euro per l’attuazione del programma “Interventi a seguito di calamità naturali” e 9,8 milioni di euro per il programma “Relazioni con le altre autonomie territoriali e locali”, che comprende i fondi relativi al Programma di interventi per il Senisese. L’assemblea ha approvato, altresì, a maggioranza (con 24 voti favorevoli di Pd, Idv, Mpa, Gruppo Misto, Sel, Pu, Psi, Mattia, Pagliuca, Rosa, Sarra e Venezia del Pdl, e 4 astensioni di Castelluccio e Napoli del Pdl, di Mollica dell’Mpa e di Navazio di Ial), il bilancio di previsione annuale per l’esercizio finanziario 2013 e quello pluriennale 2013-2015 del Consiglio regionale. L’assemblea ha infine approvato all’unanimità un ordine del giorno collegato alla manovra finanziaria, presentato dal consigliere Pagliuca del Pdl, che stigmatizza la scelta di Poste italiane di ridurre gli uffici periferici in diversi Comuni della Basilicata.  
   
   
FINANZE: FVG, RIDUZIONE DEBITO NON È "COLPO DI FORTUNA"  
 
Trieste, 20 dicembre 2012 - "Definire ´un colpo di fortuna´ non aver fatto debiti per cinque anni significa non avere idea di cosa significhi governare un Ente pubblico, che è cosa ben diversa - anche se meno remunerativa - che fare l´europarlamentare, peraltro spesso assente dall´aula". A sostenerlo è l´assessore regionale alle Finanze, Sandra Savino, riferendosi ad alcune dichiarazioni dell´europarlamentare Debora Serracchiani, intervenuta questa mattina a Trieste a un´iniziativa della Cgil. "L´onorevole Serracchiani - dice l´assessore - si è prodotta nella sua solita retorica, priva di contenuti concreti, ma ricca di inesattezze confezionate a misura per la platea. Richiamandosi all´operato della giunta passata, che en passant ricordo in tema di spesa pubblica voleva istituire una provincia in più, ha rivendicato improbabili meriti alla propria parte politica, meriti che invece, come è acclarato dalla logica, sono propri di chi dal 2008 governa questa regione con rigore e serietà". "Chiamare in causa la fortuna - conclude l´assessore Savino - quando le cose vengono fatte bene dagli altri, ricorda un po´ quel vizio infantile di voler aver sempre ragione negando l´evidenza: un po´ come voler fare una campagna elettorale mascherando la propria inadeguatezza con il vuoto pneumatico della propaganda".  
   
   
ROMA, FEDERALISMO; ALEMANNO: «OK APPROVAZIONE TERZO DECRETO, ORA REGIONE FACCIA IL SUO»  
 
Roma, 20 dicembre 2012 - La Commissione per l’Attuazione del Federalismo fiscale, presieduta dal senatore Enrico La Loggia, ha svolto un lavoro importante e determinante per costruire il nuovo ordinamento della Capitale d’Italia. Dopo l’approvazione dei primi due Decreti – il primo sugli organi e il secondo sull’attribuzione a Roma Capitale delle funzioni statali – interviene ora il terzo Decreto integrativo, con il quale al Sindaco di Roma vengono confermati i poteri commissariali sull’emergenza traffico, viene introdotta una norma che consente all’Amministrazione di utilizzare con procedure semplificate i fondi per le opere infrastrutturali previsti dalla legge 396 di Roma Capitale e, infine, d’intesa con la Regione Lazio, lo Stato potrà trasferire direttamente a Roma Capitale le risorse del fondo trasporti per il trasporto pubblico locale. «Ringrazio il presidente La Loggia e gli onorevoli Maurizio Leo e Marco Causi (non a caso due ex assessori al Bilancio del Comune di Roma) per l’impegno che hanno messo anche nell’approvare quest’ultimo decreto. Questo provvedimento normativo ha assunto un’importanza maggiore della semplice correzione necessaria per evitare il contenzioso con la Regione Lazio presso la Corte Costituzionale». Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Infatti – prosegue Alemanno – gli emendamenti approvati dalla Commissione Bicamerale permetteranno di mantenere in vita per il Sindaco di Roma i poteri commissariali sull’emergenza traffico che erano stati cancellati insieme a tutti gli altri poteri commissariali derivanti da ordinanze della Protezione Civile. Inoltre, sono state introdotte delle norme che ci consentiranno di utilizzare in maniera più rapida i soldi resi disponibili dalla vecchia legge finanziaria su Roma Capitale». «Con quest’ultimo atto – aggiunge il Sindaco – si è completata l’opera di applicazione a livello statale della legge delega su Roma Capitale che permette alla nostra città di avere una governance nettamente rafforzata rispetto al passato e più adeguata al rango di una grande capitale europea. A questo punto, ci auguriamo che la Regione, dopo le elezioni, possa celermente emanare la legge regionale che attribuisce a Roma Capitale le funzioni regionali e vedere completato così il nuovo ordinamento della Città». «Chiediamo a tutte le forze politiche della nostra città – conclude Alemanno – di impegnare tutti i candidati alla presidenza della Regione Lazio per una piena e rapida attuazione di questa norma indispensabile allo sviluppo della città e alla vita quotidiana dei cittadini».  
   
   
REDDITO DI GARANZIA: MIGLIORANO LE NORME  
 
 Trento, 20 dicembre 2012 - Via libera - con un emendamento alla legge Finanziaria proposto dall´assessore provinciale alle politiche sociali Ugo Rossi, assieme al consigliere Bruno Firmani - ad un intervento che migliora lo strumento del reddito di garanzia, ampliandone la portata al cosiddetto "popolo delle partite Iva". L´emendamento in sostanza estende le misure previste dal reddito di garanzia, di per sé uno strumento di welfare che non ha eguali oggi in Italia, e che avvicina semmai il Trentino ai paesi più avanzati del Nord Europa, anche alle persone che perdono il lavoro e che dispongono, appunto, di una partita Iva. L´altra novità è che la Giunta provinciale fisserà, con propria delibera, il limite massimo della somma che può essere percepita da ogni nucleo beneficiario cumulando trattamento diversi. "Lo strumento è nuovo - sottolinea l´assessore Rossi -, e ci ha collocati fra le realtà europee più all´avanguardia in questo campo. E´ ovvio che il suo obiettivo è salvaguardare l´individuo, la famiglia ma anche la società, perché non c´è non c´è nulla che abbia la capacità di disgregare la coesione sociale come la perdita del lavoro. Il reddito di garanzia dunque non deve essere visto come una misura limitata alla tutela del singolo o del singolo nucleo familiare, ma anche della comunità, che se non riesce a prevenire certi fenomeni paga poi molto di più per curare ciò che essi producono in termini di disagio, disgregazione, emarginazione. Certamente, essendo appunto nuovo, il meccanismo necessita di un costante controllo nel corso della sua applicazione e di eventuali aggiustamenti. Di qui il senso dell´emendamento introdotto, che punta a non escludere da questa misura casistiche di lavoratori finora effettivamente penalizzate come i professionisti in possesso di partita Iva ma al tempo stesso a ridurre il cumulo di diversi trattamenti. Gli obiettivi ultimi sono da un lato garantite l´equità dei trattamenti e dall´altro evitare che uno strumento importante come il reddito di garanzia si trasformi in una misura meramente assistenzialistica." Vediamo anche alcune cifre. A novembre 2012 sono 3292 i nuclei familiari che percepiscono il beneficio. Attorno a queste cifre sono circolate in questi giorni - come sottolineato ancora dall´assessore Rossi - notizie non precise. "Per questo motivo credo valga la pena precisare - spiega - che i nuclei i quali hanno percepito, cumulando il reddito di garanzia e l´assegno regionale al nucleo familiare, più di 1500 euro al mese sono 56, pari all´1,7% del totale. Di questo gruppo 15 nuclei sono caratterizzati dalla presenza al loro interno di invalidi. In ogni caso la stragrande maggioranza presenta al proprio interno almeno 3 figli di età minore. E´ stata introdotta d´altra parte un´apposita normativa che consente alla Giunta provinciale di fissare un limite massimo dell´entità del sussidio nel caso in cui il beneficiario abbia diritto ad altre misure socioassistenziali, per evitare, come dicevamo, un cumulo improprio dei trattamenti." Per Rossi infine "non si vuole fare distinzione fra cittadini italiani e stranieri purché venga mantenuto il requisito della residenza in Trentino per almeno tre anni."  
   
   
UE: FVG. CON FERS 2014-20 AIUTI A PICCOLE/PICCOLISSIME IMPRESE  
 
Udine, 20 dicembre 2012 - Il prossimo periodo di programmazione comunitaria 2014-2020 sarà caratterizzato in Friuli Venezia Giulia - a favore del sistema imprenditoriale - soprattutto in termini di aiuto all´accesso al credito da parte delle piccole e piccolissime aziende, "cercando di trovare forme di sostegno più semplici e più snelle". Lo ha confermato ieri ad Udine l´assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti, aprendo i lavori dell´annuale incontro dedicato allo stato di avanzamento del cosiddetto Por (il Programma operativo regionale) che delinea priorità ed interventi del Fondo europeo di Sviluppo regionale/Fers in Friuli Venezia Giulia. Fondo che a fine ottobre 2012, come oggi è stato ricordato, ha visto in regione l´assegnazione di 271 milioni di euro per lo sviluppo di 1.613 progetti, con un valore progettuale complessivo di oltre 606 milioni di euro. Dunque, ha sottolineato l´assessore Seganti, "un impegno significativo" della Regione nella fase di programmazione ed attribuzione delle risorse Ue, "con l´obiettivo dello sviluppo competitivo del tessuto socio-economico del Friuli Venezia Giulia e di un sostegno diretto al sistema imprenditoriale regionale". "In questi anni di programmazione delle risorse Fers - ha quindi dichiarato l´assessore - l´Amministrazione regionale ha sempre operato con celerità su bandi e regolamenti comunitari, nell´intento di mettere a disposizione il più celermente possibile i fondi Ue, anche con la previsione di anticipazioni finanziarie, sino all´80 per cento della spesa d´investimento". Si è in particolare posto l´accento sul tema dell´Innovazione, ha rilevato, per incrementare il tasso di competitività, sia a livello nazionale che sui mercati internazionali, andando ad incentivare tutti i settori della produzione e dei servizi e tutte le tipologie d´impresa, non solo industriali ma anche artigianali e commerciali. L´assessore Seganti ha così illustrato, ad esempio, le azioni di aiuto al commercio elettronico, alla promozione via web, all´efficienza energetica, ma anche il bando a favore dei Comuni dedicato ai Pisus-piani integrati di sviluppo urbano sostenibile: circa 20 milioni di euro per recuperi e riqualificazioni urbanistiche, le cui graduatorie sono in fase di elaborazione.  
   
   
MARCHE: DOCUMENTO STRATEGICO REGIONALE PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE, PROPOSTE PER UN PERCORSO CONDIVISO.  
 
 Ancona, 20 dicembre 2012 - La Regione Marche sta lavorando all’elaborazione di un “Documento strategico regionale di ricerca e di innovazione per una specializzazione intelligente”, che dovrà essere approvato entro il primo semestre del 2013, in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea. In vista di questo obiettivo, l’Assessorato regionale alle Attività Produttive Ricerca e Innovazione ha avviato un percorso condiviso con tutti i soggetti interessati del territorio. La Tavola rotonda che si è svolta in Regione è stata l’occasione per prendere in considerazione alcune proposte e presentare le prime linee del Documento strategico. “Quello che intendiamo fare – ha spiegato l’assessore Sara Giannini – è definire le priorità e le strategie regionali per la ricerca e l’innovazione, nell’ottica di favorire la specializzazione intelligente delle filiere tecnologico-produttive presenti sul territorio”. All’incontro hanno preso parte, oltre all’assessore Giannini, tra gli altri, Raffaele Liberali (capo Dipartimento per l’Università, l’Afam e la Ricerca del Miur), Rolando Amici (dirigente del Servizio Industria Artigianato e Lavoro), Patrizia Sopranzi (Dirigente regionale della P.f. Innovazione Ricerca), Alessandro Valenza (T33 di Ancona, Società di valutazione sull’efficacia degli interventi per la ricerca e innovazione). Definire una strategia regionale di specializzazione intelligente è fondamentale poiché su di essa si baserà la costruzione dei nuovi programmi comunitari 2014-2020 da cui deriveranno le principali risorse finanziarie per lo sviluppo del territorio. “Crediamo – ha continuato Giannini - che l’innovazione sia la chiave di volta per affrontare questo difficile momento di crisi e per rilanciare la competitività del sistema regionale. Le politiche regionali si stanno indirizzando in questa direzione come dimostrano le ulteriori risorse per 3 milioni di euro messe a disposizione in overbooking dalla Legge di assestamento del Bilancio 2012 per l’innovazione, oltre i 18,3 già stanziati e le risorse disposte (circa 10 milioni di euro) per il sostegno alla ricerca nelle filiere tecnologico-produttive del territorio”. L’esistenza di una strategia di smart specialisation è annoverata, nella proposta di Regolamento della Commissione Europea, tra i requisiti preliminari per l’accesso alle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr). Tali risorse dovranno concentrarsi in maniera sempre più consistente sui punti di forza e sulle opportunità di ciascuna Regione, intraprendendo azioni volte a dare una spinta decisiva alla crescita economica, in un’ottica competitiva e selettiva. “Il percorso ipotizzato per giungere alla definizione di una strategia regionale di specializzazione intelligente prevede – ha detto l’assessore – come passo che ritengo di fondamentale importanza, il coinvolgimento dei portatori di interesse sul territorio marchigiano, in modo da giungere alla elaborazione di strategie e priorità condivise e basate su un’analisi approfondita del contesto regionale”. Il Capo Dipartimento per l’Università, l’Afam e la Ricerca del Miur, Raffaele Liberali, ha chiuso i lavori sottolineando l’importanza delle politiche attivate a livello nazionale (cluster e smart cities), a cui hanno partecipato anche attori del nostro territorio, come “palestra” per cogliere le opportunità del nuovo Programma Europeo per la Ricerca e l’Innovazione, Horizon 2020. L’incontro è stato molto partecipato a testimonianza dell’interesse del territorio su tali tematiche e dal dibattito sono emersi suggerimenti e proposte significative. Il percorso vedrà ulteriori momenti di riflessione congiunta anche tramite focus group e un piattaforma aperta di consultazione.  
   
   
MARCHE: INTESA PER LA DIFESA DEL LAVORO, LA COESIONE SOCIALE  
 
 Ancona, 20 dicembre 2012 - Premesso • che in conseguenza della crisi finanziaria internazionale per il 2013, si conferma lo scenario recessivo dell’economia nazionale già sperimentato nel 2012, che avrà ricadute anche sul sistema economico e occupazionale regionale; • che nel 2012 il ricorso agli ammortizzatori sociali si è mantenuto a livelli ancora molto elevati, mentre continua ad aumentare il ricorso a tipologie contrattuali precarie e discontinue (contratti a termine, lavoro intermittente, somministrazione) che sostituisce progressivamente il lavoro stabile; • che occorre investire nel miglioramento delle condizioni e nella qualità del lavoro, nella valorizzazione delle competenze e delle professionalità in una dimensione di occupazione stabile che deve tornare a essere considerata come ordinaria e indispensabile sia per la competitività delle imprese sia per la sostenibilità delle politiche di welfare; • che per rilanciare la crescita e la competitività del nostro sistema produttivo sono necessari significativi investimenti nell´innovazione, nella diversificazione produttiva e nell’internazionalizzazione che garantiscano maggiore produttività e qualità; • che è dunque opportuno, anche nel 2013, proseguire in un’azione di sostegno alla protezione sociale, di difesa del lavoro, dei livelli occupazionali, di contrasto alla precarietà, di sostegno al reddito delle fasce deboli, combinati con misure volte a incentivare qualità e innovazione nello sviluppo; Considerato Ø che i tagli ai trasferimenti statali per la Regione Marche, definiti dalle manovre finora approvate dal Governo nazionale (Dl 78, Dl 98 Dl138, Spending review), ammontano nel solo 2013 a 420 milioni di euro così suddivisi: • sanità: - 185 milioni Euro • patto di stabilità: - 235 milioni Euro di riduzione di capacità di spesa; Ø la valutazione positiva sui risultati delle misure anticrisi concertate tra Governo Regionale e Oo.ss. E finora realizzate per la difesa del lavoro, del reddito e della coesione sociale delle Marche; Ø la permanenza, nelle scelte di Bilancio Regionale per il 2013 della priorità alla difesa del lavoro, dell’occupazione e della coesione sociale alle cui risorse regionali vanno aggiunte quelle dei Fondi europei, in particolare il Fse per lavoro formazione e Istruzione; Il Governo Regionale delle Marche e le Segreterie Regionali Cgil-cisl-uil con la presente Intesa definiscono una serie di misure per il 2013, coerenti con l’obiettivo di difendere l’occupazione e la coesione sociale e, contemporaneamente, indicano alcune priorità per la fuoriuscita dalla crisi e il sostegno allo sviluppo; Tali misure riguardano: Sostegno All’occupazione Di Giovani E Lavoratori In Particolare Condizione Di Disagio Socio-economico E A Percorsi Di Formazione E Riqualificazione Con Incentivo All’assunzione Una misura prevede l’avvio di corsi di formazione e di riqualificazione per giovani e lavoratori in particolare condizione di disagio socio-economico. Alla fine del periodo formativo le aziende che assumeranno gli allievi usufruiranno di un incentivo pari a 7.000 euro per nuovo assunto. Altri interventi prevedono inoltre contributi per l’assunzione di giovani in attività orientate alla promozione di processi d’internazionalizzazione, in attività turistiche e culturali e per favorire nuovi investimenti. Totale € 5.912.000,00 Incentivi Per La Stipula Dei Contratti Di Solidarieta’ Si conferma il contributo regionale per i contratti di solidarietà stipulati per evitare licenziamenti in tutte le imprese e/o nelle imprese fino a 15 dipendenti e in quelle con più di 15 dipendenti escluse dal campo di applicazione della Cigs; Totale € 1.152.536,00 Nuova Sperimentazione Per La Valorizzazione Delle Zone Montane Anche In Funzione Anticrisi -Progetto Appennino La misura prevede l’avvio di un nuovo progetto sperimentale in uno o più territori della regione nell’ambito del programma d’interventi previsti nella Legge Regionale n°31 del 2009, art. 26. Totale € 1.258.970,00 euro Contributo Una Tantum Per Sostenere Gli Studi La misura prevede un contributo, una tantum, di € 500,00 a favore di 700 studenti iscritti all’Università, lavoratori o figli di lavoratori che si trovino da almeno 3 mesi in disoccupazione, in mobilità o in cassa integrazione guadagni. Il limite Isee per l’ammissibilità è pari a € 30.000,00. Totale € 350.000,00 Contributo All’ebam Perl’attivazione Del Fondo Per I Contributi Alle Aziende Con Lavoratori In Sospensione La misura prevede un contributo regionale per attivare il fondo di sostegno alle aziende artigiane in crisi costrette a sospendere dal lavoro i dipendenti. L’utilizzo di questo fondo è sostitutivo della cassa integrazione in deroga comportando un risparmio delle risorse per la stessa. Misura che nell’anno 2013 risulta ancora più utile in quanto le risorse per la Cig sono in netta diminuzione. Totale € 500.000 Progetti Scuola O Di Valorizzazione Dei Lavoratori Precari Della Scuola Di Cui Al D.m. 82/2009 La misura prevede l’attivazione di progetti promossi dalla Regione dalle Istituzione scolastiche contro la dispersione scolastica, il sostegno ai disabili, l’integrazione linguistica, la sorveglianza, in cui inserire lavoratori precari della scuola. Totale € 500.000,00 Contributo Di Solidarieta’ L’intervento prevede di assegnare 200 euro per 6 mesi ai nuclei familiari, con lavoratori disoccupati, residenti nelle Marche, utilizzando l’indicatore Isee riparametrato. Totale € 1.108.800 (Servizi Sociali) Agevolazioni Sanitarie A Favore Di Lavoratori In Mobilita’, In Cig O In Contratto Di Solidarieta’ E Lavoratori Disoccupati Per Aver Terminato Il Periodo Di Permanenza Nelle Liste Di Mobilita’: Esenzioni Ticket Per Le Prestazioni Specialistiche Ambulatoriali E Di Diagnostica Strumentale, Erogazione Gratuita Di Farmaci Di Fascia C Totale € 600.000,00 (Sanita’) Sostegno All’affitto Per Famiglie In Condizioni Di Particolare Difficolta’ Socio-economica (Servizi Sociali) Totale € 2.000.000 Totale Risorse: € 13.382.306 Tavoli Di Monitoraggio Le parti confermano i tavoli tecnici istituiti per l’applicazione e il monitoraggio degli interventi previsti nel presente protocollo d’intesa. Gli stessi tavoli provvederanno a definire, entro due mesi, i relativi atti amministrativi in attuazione del presente protocollo. Viene confermata la possibilità, con ulteriore accordo e a saldi invariati, sia di rimodulare gli importi dei singoli interventi che di prevederne l’attivazione di nuovi. La sottoscrizione del presente Accordo non esaurisce il confronto tra Regione e Organizzazioni Sindacali sulle politiche di bilancio della Regione.  
   
   
PROFUGHI: AL VIA TAVOLO REGIONALE LIGURE PER PASSAGGIO DI COMPETENZE DALLA PROTEZIONE CIVILE ALLE PREFETTURE  
 
Genova, 20 dicembre 2012 - Si costituirà a gennaio il tavolo di coordinamento regionale sul passaggio di competenze per l´emergenza profughi dalla Protezione civile alle Prefetture. Lo ha comunicato oggi l´assessore regionale alle politiche sociali e responsabile per i profughi in Liguria, Lorena Rambaudi. A gennaio partirà dunque una fase di accompagnamento per i primi mesi del 2013 da una gestione commissariale, quale quella della Protezione civile, ad una gestione ordinaria in capo alle Prefetture. "Dal primo gennaio 2013 – spiega l´assessore Rambaudi - i Prefetti stipuleranno i contratti necessari con gli enti gestori, presso i quali vi saranno ancora dei soggetti ospitati, con le modalità che sta definendo il Ministero stesso, senza perdere la prassi del lavoro di rete. Sul nostro territorio sarà il Prefetto di Genova a costituire un tavolo di coordinamento regionale per la progettualità sull’Emergenza Nord Africa". L´assessore Rambaudi sottolinea che "la piccola somma di denaro prevista a livello nazionale per i primi passi in autonomia non è stata formalizzata nell´ambito delle regole determinate dalla gestione commissariale e riproposta per la gestione ordinaria. Ed è stata applicata solo da alcuni Enti in autonomia, nell´ambito delle risorse acquisite". "Non si tratta però – continua l´assessore – di un diritto per i profughi avere questa somma, ma sta all’autonomia del singolo ente predisporre queste misure, dove si ritiene siano necessarie".  
   
   
PROGRAMMA REGIONALE PUGLIESE SUL DISTRETTO FAMIGLIE, AL VIA LA FASE ATTUATIVA  
 
Bari, 20 dicembre 2012 - Da gennaio 2013 parte la sperimentazione nei territori di interventi, servizi, prodotti, tariffe, per accrescere il benessere delle famiglie pugliesi. Gentile: “Una svolta decisiva nelle politiche pubbliche per le famiglie” Si conclude giovedì 20 dicembre, alle ore 9.30 presso il Cineporto della Fiera del Levante a Bari, il percorso di gemellaggio sul modello del Distretto famiglia fra Regione Puglia e la Provincia autonoma di Trento, nell’ambito del programma nazionale “Agire Por”. (...) Avviate a settembre con l’intento di trasferire un modello reticolare di distretto, le attività di gemellaggio hanno portato alla definizione di un programma regionale che la Giunta regionale adotterà nei prossimi giorni. Il programma regionale consentirà la sperimentazione del Distretto in alcuni territori pugliesi, primi tra tutti le città di Bari, Lecce e l’ambito di Manfredonia che hanno aderito all´iniziativa regionale. Ma cos’è un distretto e come funziona? Il distretto è un insieme di soggetti che, su un determinato territorio, mettono in campo politiche integrate per il benessere familiare in un’ottica di progressivo rafforzamento delle relazioni economiche e sociali. Il suo punto di forza consiste proprio nell’aggregazione di diversi attori: famiglie, territorio, organizzazioni pubbliche e organizzazioni private profit e non, che cooperano per attivare risorse, azioni, interventi, tutti tesi ad accrescere il benessere familiare, a sostenere le famiglie nei bisogni e nelle necessità economiche, culturali e sociali. “La sperimentazione dei Distretti nel nostro territorio – spiega l´assessore regionale al Welfare Elena Gentile – segna una svolta decisiva nelle politiche pubbliche per le famiglie. Con il Distretto, i territori sono chiamati a promuovere processi innovativi in grado di stimolare comportamenti, ruoli e stili di vita responsabili nelle famiglie e a valorizzare il ruolo fondamentale di sussidiarietà del terzo settore, oltre a stimolare un’offerta di servizi di qualità da parte di istituzioni pubbliche e di imprese private”. Grazie al gemellaggio con la Provincia di Trento, territorio all’avanguardia nelle politiche familiari dove i distretti sono già una realtà consolidata, la Regione ha delineato un percorso per step che porterà alla costruzione dei Distretti. Prossime tappe sono l’individuazione di un marchio di attenzione “family friendly” che sarà attribuito a quelle organizzazioni pubbliche e private che mettono al centro delle loro attività le famiglie e i loro bisogni e che attestano con una valutazione puntuale le politiche, gli interventi e le iniziative intraprese in questa direzione e l’elaborazione congiunta pubblico-privata di un programma di distretto Famiglie che valorizzi il ruolo delle famiglie e impatti sulla qualità della loro vita. Tra i partecipanti al seminario regionale: Luciano Malfer, direttore generale dell’Agenzia per la famiglia della Provincia Autonoma di Trento, Francesca Zampano, dirigente regionale del Servizio Promozione del benessere e Pari opportunità, Ludovico Abbaticchio, assessore Comune di Bari, Carmen Tessitore, assessore Comune di Lecce, Paolo Cascavilla, presidente del Coordinamento istituzionale dell’Ambito Territoriale sociale di Manfredonia. Conclude i lavori l´assessore regionale al Welfare Elena Gentile. Programma seminario regionale. Http://www.regione.puglia.it/web/files/agierrenet/20_12_12_programmaeventofinale_riv.pdf    
   
   
2,4 MILIONI EURO PER 2012 A CONSULTORI PUBBLICI DELLE ULLSS PER INTERVENTI SOCIALI A FAVORE FAMIGLIE VENETE  
 
Venezia, 20 dicembre 2012 - Fondi regionali per il 2012 di complessivi 2,4 milioni di euro a favore dei consultori pubblici delle aziende Ullss del Veneto. Il provvedimento regionale che destina queste risorse è stato approvato dalla Giunta veneta, su proposta dell ’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto. “Le attività consultoriali – spiega l’Assessore – si effettuano come servizi ed interventi per lo sviluppo sociale e il potenziamento della famiglia. Si tratta di attività preziose offerte a tutti i componenti della famiglia in una situazione sociale e lavorativa in cui è sempre più evidente la difficoltà di conciliare i tempi del lavoro con quelli di cura anche a fronte di minore disponibilità di risorse economiche, di tempo, di spazio. L’atto regionale dà continuità al piano di riorganizzazione dei consultori familiari iniziato anni fa. “Da incontri svolti con i professionisti dei consultori familiari – aggiunge Sernagiotto – è stata evidenziata la necessità, a partire dalla valorizzazione delle esperienze di eccellenza già esistenti, di potenziare e costruire un percorso di miglioramento di qualità dei servizi offerti alla persona e alla famiglia che passi anche attraverso l’acquisizione di ‘family policies’, di politiche familiari, partendo dalla formazione universitaria. Per fare questo la Regione ha deciso di contribuire alla realizzazione di un Master sulle Family Policies a cura dell’Università di Venezia, Dipartimento di Filosofia e Beni culturali”.  
   
   
FAMIGLIA: FVG, NIDO DIFFUSO INNOVATIVO PER PRIMA INFANZIA  
 
Udine, 20 dicembre 2012 - Copertura dell´intero territorio regionale, calcolo del rapporto costi-benefici, utilizzo del know-how aziendale e dell´esperienza intersettoriale: sono questi i principi del Nido diffuso, presentato ieri a Udine dall´assessore regionale alla Famiglia, Roberto Molinaro, da Franco Fullin e Andrea Satta, rispettivamente presidente e coordinatore della Rete per l´innovazione nel sociale, e da Cristina Benes, referente dell´area Nido di Duemilauno agenzia sociale. L´iniziativa "è un´intuizione felice portata avanti da tre grandi Cooperative regionali che già forniscono servizi per la prima infanzia", osserva Molinaro, sottolineando l´innovatività di un progetto "destinato a cogliere e soddisfare i bisogni delle famiglie ed in particolare di quelle che vivono in aree a popolazione sparsa, dov´è più difficile intervenire con i tradizionali asili nido per i bambini in tenerissima età". Per come è stato concepito, "il Nido diffuso è in linea con le aspettative dell´Amministrazione regionale", ha dichiarato ancora l´assessore, affermando di avere avuto oggi "il piacere di vedere tradotte in realtà, per la prima volta, le intuizioni del Regolamento (Dpr 230/2011) di attuazione della Lr 20/2005, di cui un anno e mezzo fa la Regione si è dotata per una diversificazione dei servizi e soprattutto per fare in modo che tutti i bambini, ovunque essi siano sul territorio regionale, potessero godere delle stesse opportunità". Il Nido diffuso, hanno detto i relatori, si propone come un modello di gestione per le strutture della prima infanzia, ma anche come un nuovo modo di fare welfare locale che corrisponda ai bisogni dei cittadini e delle famiglie. In pratica una rete innovativa ed incentrata sulla cooperazione, che si rifà al modello tedesco Tagesmutter, applicato in Italia in Trentino-alto Adige, e viene proposta a complemento dei servizi per la prima infanzia. Secondo le intenzioni dei suoi ideatori, il Nido diffuso vuol coniugare esperienza, competenza ed innovazione e basa i suoi presupposti operativi sulla diffusione ampia attraverso l´accoglienza di piccoli gruppi di bimbi (5 al massimo) seguiti da un´educatrice e la predisposizione di servizi personalizzati. La presenza a monte di un sistema direttamente gestito dalle cooperative promotrici (Codess Fvg, Duemilauno Agenzia Sociale e Fai) che lo scorso maggio hanno dato vita alla Rete per l´innovazione nel sociale assicura un coordinamento costante, formazione continua ed un qualificato supporto pedagogico ed amministrativo. Le tre cooperative, il cui volume d´affari nell´esercizio 2011 è stato di oltre 33 milioni di euro, rappresentano, ciascuna nella propria specificità, esempi di eccellenza ed innovazione. Complessivamente progettano e realizzano servizi a favore di migliaia di persone, impiegando circa 1.300 soci-lavoratori regolarmente inquadrati nel Ccnl di riferimento e intrattenendo rapporti con oltre 50 Enti, in gran parte Amministrazioni pubbliche.  
   
   
PERUGIA: DIALOGO INTERRELIGIOSO, OGGI A PALAZZO DONINI SEMINARIO SU DONNE IMMIGRATE  
 
Perugia, 20 dicembre 2012 - "Quali confini? Le donne immigrate tra religione, tradizione e laicità": è questo il tema del seminario che si terrà giovedì 20 dicembre a Perugia, nella sala Fiume di Palazzo Donini (dalle ore 9.30), realizzato da Aliseicoop in collaborazione con l´Università di Perugia. L´iniziativa è parte integrante di un progetto "Fei" (Fondo europeo per l´integrazione dei cittadini di Paesi terzi) per l´integrazione della popolazione immigrata attraverso il dialogo interreligioso, finanziato dal Ministero dell´Interno e sostenuto dalla Regione Umbria. "Sarà una riflessione a più voci - sottolineano gli organizzatori - su una realtà poco conosciuta, ma più diffusa di quanto si creda, su alcuni fenomeni che vedono al loro centro il corpo delle donne quali matrimoni forzati o combinati, mutilazioni genitali, aborti selettivi. Pratiche ammesse in alcuni Paesi di origine, che violano i diritti all´autodeterminazione, all´integrità fisica, alla libertà di scelta, e nello stesso tempo connotano fattispecie di reato nella legislazione italiana".