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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 20 Dicembre 2012
"CONFERENZA EUROPEA SU SOSTENIBILITÀ, ENERGIA E AMBIENTE"  
 
Brighton, 20 dicembre 2012 - La "Conferenza europea su sostenibilità, energia e ambiente" (European Conference on Sustainability, Energy and the Environment - Ecsee2013) si svolgerà dal 4 al 7 luglio 2013 a Brighton, nel Regno Unito. Dall´essere una questione strettamente ambientale e politica, la sostenibilità è diventata la questione più importante per aziende, industria, governo e mondo accademico. Ora si riconosce che il concetto di sostenibilità è applicabile a tutte le aree della società, dalla giustizia socio-economica alle prassi commerciali responsabili. Questioni come povertà, fame, istruzione, assistenza sanitaria e accesso ai mercati dovrebbero essere considerati parte dell´evoluzione di qualsiasi modello completo di sostenibilità mentre lavoriamo assieme per raggiungere un futuro sostenibile. L´evento rappresenterà un´opportunità per i partecipanti di affrontare le varie dimensioni della sostenibilità e di cercare sinergie e soluzioni per questa complessa questione. Per ulteriori informazioni, visitare http://ecsee.Iafor.org/index.html    
   
   
"FORME DI LUCE", IN EUROPA LA STRADA PER L´INNOVAZIONE DELLA LUCE  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 – Il Vice-presidente della Commissione europea responsabile per l´Agenda digitale, Neelie Kroes, Vice-presidente e il Sig. Maroš Sef Covic, ha inaugurato ieri "Forme di Luce", un sistema di illuminazione basato sulla tecnologia Led saranno esposti nella hall della sede della Commissione a Bruxelles, per dodici mesi. Lampade a Led consumano meno energia e hanno molteplici usi. Installazione, che mostra le potenzialità di funzionale e illuminazione decorativa Led, fa parte del sforzi compiuti dalla Commissione per incoraggiare l´uso diffuso di tipo di illuminazione innovative in Europa. Led di migliorare sensibilmente la qualità di illuminazione e nuove opportunità per l´innovazione nel campo del lighting design. Il loro uso diffuso in spazi pubblici e privati ​​contribuirà a ridurre il consumo di energia per l´illuminazione del 20% in Europa entro il 2020, con gli obiettivi dell´Agenda digitale europea (cfr. Ip/10/581 , Memo/10/199 e Memo/10/200 ). Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione, ha dichiarato a questo proposito: "Le luci a Led hanno molti usi e assicurano eccezionale qualità della luce. Vi sono anche prove che nelle aule in cui sono installati, promuovono la concentrazione degli studenti che possono lavorare meglio. Sono orgoglioso del fatto che le imprese europee sono in prima linea in questo settore. " Mr. Šefčovič, Vice-presidente della Commissione, ha nel frattempo dichiarato: "E ´con piacere che ho proposto la sede della Commissione a presentare un perfetto esempio di prodotto innovativo europeo. La Commissione si è impegnata a ridurre la sua impronta di carbonio e il consumo di energia. Quindi ha senso che riceve un impianto aprendo la strada per un futuro più verde? " "Forme di Luce" è un´installazione interattiva composta da illuminati forme umane che simboleggiano la diversità degli europei. Queste forme sono illuminate in presenza di visitatori, il loro colore e l´intensità variano a seconda del numero di persone che li passano. Questa installazione luminosa è completamente sponsorizzato (quindi senza alcun costo per il contribuente europeo) con il primo produttore europeo di Led Schréder, che ha vinto un invito a presentare proposte. È stato sviluppato in Italia e assemblati in Belgio.  
   
   
UE ANNUNCIA IL SUPPORTO SOSTANZIALE PER UN INNOVATIVO IMPIANTO DI DISSALAZIONE CON ENERGIA RINNOVABILE A GIBUTI  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - L´ue sosterrà un progetto per costruire un impianto di desalinizzazione, che utilizzerà le energie rinnovabili per fornire acqua a 200.000 persone, o un quarto della popolazione in alcune delle regioni più povere Gibuti. Lo ha annunciato ieri il commissario per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, e il Primo Ministro di Gibuti, Mohamed Dileita Dileita, durante la visita di quest´ultimo a Bruxelles. Nell´annunciare il finanziamento, il Commissario ha fatto la seguente dichiarazione: "L´accesso all´acqua è un diritto umano ed è inaccettabile che l´approvvigionamento insufficiente di acqua può essere una fonte di conflitto, di Gibuti ha sperimentato di recente. Questo nuovo progetto ci permetterà non solo di dare alle persone un maggiore accesso all´acqua, ma anche contribuire a portare sicurezza e stabilità a tutte le Djiboutians. Questo è un esempio di utilizzo di più che l´Ue mantiene le sue promesse. L´ue sostiene la "Energia sostenibile per tutti" l´iniziativa delle Nazioni Unite e, in futuro, l´impianto sarà alimentato da energia rinnovabile. Questo è un grande esempio di come si può aiutare con una smart, creare uno sviluppo sostenibile. " Gibuti soffre di una grave carenza d´acqua e di recente ha subito un lungo periodo di siccità, che ha portato ad una profonda crisi alimentare nel paese. La mancanza di accesso all´acqua è stato recentemente portato a scontri e rivolte nel paese. Assorbimento di acqua nella capitale, Gibuti (dove vive il 75% della popolazione) è stimato a 80 000 m3 al giorno, a condizione che il volume è solo 36.000 m3 al giorno. Il nuovo progetto finanziato dall´Ue dal titolo Peper (di produrre acqua potabile con energie rinnovabili) sarà lo sviluppo di un impianto di desalinizzazione nella capitale per rispondere a queste esigenze direttamente (fornitura di acqua potabile e conveniente). Quasi la metà dei 560.000 abitanti della città di Gibuti vive nel quartiere Balbala, dove il tasso di povertà supera il 70 per cento. Acqua prodotta viene estratta dalla falda acquifera locale, l´unica fonte di acqua potabile per la città, che ha raggiunto i suoi limiti fisici. La qualità dell´acqua è scarsa a causa dell´intrusione di acqua marina in acqua, che ha conseguenze per le classi di sanitari e sociali più vulnerabili, in particolare i bambini e le donne. La situazione è aggravata dalla rapida crescita della popolazione nella capitale, in cui si prevede la richiesta di acqua più che raddoppiare nei prossimi 20 anni. Informazioni sul progetto Il nuovo impianto avrà una capacità di 22.500 m3 al giorno, facilmente espandibile a 45.000 m3 al giorno, sarà alimentato da energia rinnovabile. Un parco eolico è prevista nella seconda fase del progetto Peper. Dissalazione di acqua di mare è l´unica via praticabile per Gibuti di rimediare alla sua mancanza di acqua a breve termine. Tuttavia, questa soluzione richiede un facile accesso a energia a basso costo, ciò che può aiutare il parco eolico. L´alto costo dell´energia è stato a lungo ostacolato la crescita economica e lo sviluppo sociale a Gibuti. La creazione di una nuova fonte di energia pulita, a basso costo, contribuire ad aumentare la stabilità sociale e politica del paese, contribuendo a rafforzare la pace e la sicurezza nella regione. Un nuovo sistema tariffario permetterà di dissalazione di acqua a prezzi accessibili, i sussidi per la protezione sociale e un maggiore accesso all´acqua e all´energia per i poveri. Il progetto integrato di energia e di acqua (Peper) è un componente dell´iniziativa "Energia sostenibile per tutti" presidente dell´Ue Barroso ha annunciato nel mese di aprile e sosterrà il programma di riforme del governo Gibuti nel settore energetico. Il progetto è coerente con gli impegni assunti in occasione del Vertice di Rio +20 ed è il primo passo verso il conseguimento dell´obiettivo di raggiungere Gibuti energia rinnovabile al 100% entro il 2020. Contesto L´ue contribuirà 40.500.000 € su un bilancio totale stimato di € 46 milioni, il nuovo impianto di desalinizzazione dell´acqua. I restanti € 5.500.000 saranno finanziati da Gibuti. Il progetto avrà due fasi, 22.500 m3 ciascuno. Il Peper progetto dovrebbe rafforzare i legami e la cooperazione tra il governo, la società civile, i partner tecnici e finanziari e il settore privato. Nuove strategie per la gestione sostenibile di acqua ed energia saranno attuate, che creerà un quadro per l´assistenza allo sviluppo e gli investimenti pubblici e privati. Una soluzione potrebbe essere una combinazione di sovvenzioni e prestiti di finanziamento, che si inseriscono nel programma per cambiare la Commissione europea ha recentemente adottato dal Consiglio. Per ulteriori informazioni Scheda informativa sul progetto Peper: http://ec.Europa.eu/europeaid/where/acp/country-cooperation/djibouti/djibouti_en.htm  Sito web della Dg Sviluppo e della cooperazione - Europeaid http://ec.Europa.eu/europeaid/index_fr.htm  Sito Andris Piebalgs, commissario europeo per lo Sviluppo: http://ec.Europa.eu/commission_2010-2014/piebalgs/index_fr.htm    
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA L’ ASSEGNAZIONE TRANSITORIA GRATUITA DI QUOTE, EMISSIONI DI GAS A EFFETTO SERRA PER MODERNIZZARE IL SETTORE ENERGIA ELETTRICA NELLA REPUBBLICA CECA E IN UNGHERIA  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - La Commissione europea ha concluso che le disposizioni dei progetti ungherese e ceca l´ammodernamento del settore dell´energia elettrica - che prevedono l´attribuzione delle emissioni di carbonio gratis - conformi alle norme europee in materia di aiuti Stato. La Commissione ha accertato che i fondi e sono pari a 1.878 mila euro, nella Repubblica Ceca e 56 milioni per l´Ungheria sarà utilizzato per modernizzare le infrastrutture di produzione, diversificare il mix energetico e la costruzione di nuovi impianti che contribuiscono alla liberalizzazione dei mercati energetici, la riduzione delle emissioni di emissioni di gas serra e la sicurezza degli approvvigionamenti in linea con gli obiettivi dell´Ue. Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione responsabile della politica di concorrenza, si esprime in questi termini: " La prevista progetti di investimento ceco e ungherese consentire agli Stati membri di diversificare le loro fonti di produzione di energia elettrica e contribuire all´espansione dei mercati nazionali per l´energia. Nel frattempo, questi progetti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020 di riduzione delle emissioni di gas serra. "  
   
   
IDROCARBURI, DALLA REGIONE LOMBARDIA NO ALLA RICERCA NEL PAVESE  
 
Milano, 20 dicembre 2012 - Con una delibera approvata su proposta dell´assessore all´Ambiente, Energia e Reti Leonardo Salvemini Regione Lombardia ha espresso al Ministero dello Sviluppo economico (Direzione Risorse minerarie e energetiche) parere negativo circa la possibilità che lo stesso Ministero rilasci alla società Italmin Exploration il permesso di ricercare idrocarburi liquidi e gassosi su un´area di 135 km quadrati in provincia di Pavia. "Il primo parametro per tutte le nostre valutazioni - ha spiegato Salvemini - è la tutela dell´ambiente e della salute dei nostri cittadini. Se non abbiamo l´assoluta certezza che una qualsiasi attività sia innocua per uomo e ambiente, non rilasciamo autorizzazioni. In questo caso ci siamo limitati ad attuare questo principio molto semplice di precauzione". "Dal momento che il programma dei lavori dell´istanza di permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato ´Cascinetta´ è troppo generico - ha continuato Salvemini - ci è sembrato necessario e doveroso respingere la richiesta". In pratica, la documentazione presentata, è una semplice manifestazione d´intenti, che manca di analisi ambientali e delle indicazioni relative alle località dove effettuare eventuali rilievi sismici e la perforazione del pozzo esplorativo. Oltretutto, il programma dei lavori non permette di identificare gli aspetti ambientali tipici delle aree interessate e gli specifici accorgimenti mitigatori che, a norma di legge, sono previsti in questi casi.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA RITIENE INCOMPATIBILE CON LA NORMATIVA DELL’UNIONE L’ESENZIONE DALL’ICI PER GLI ENTI NON COMMERCIALI E AUTORIZZA LE ESENZIONI MODIFICATE PREVISTE DALL’IMU  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2012 - La Commissione europea ha giudicato incompatibili con le norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato le esenzioni concesse agli enti non commerciali per fini specifici, previste dal 2006 al 2011 dal regime italiano di imposte comunale sugli immobili (Ici). Da quando la Commissione ha avviato un´indagine approfondita nell´ottobre 2010 (cfr. Ip/10/1319), l´Italia ha modificato il sistema ed ha adottato una nuova normativa in materia di imposta municipale sugli immobili (Imu) che non comporta la presenza di aiuti di Stato in quanto le esenzioni si applicano solo agli immobili in cui si svolgono attività non economiche. La Commissione ha quindi chiuso l´indagine. Joaquín Almunia, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: "Gli enti senza scopo di lucro svolgono un ruolo sociale importante, di cui il regime italiano di imposte sugli immobili tiene conto. Tuttavia, quando tali enti operano sugli stessi mercati degli operatori commerciali, dobbiamo assicurarci che non beneficino di vantaggi indebiti. La nuova normativa italiana sulla tassazione dei beni immobili garantisce che ciò non avvenga". Nel 2010, a seguito di una serie di denunce, la Commissione ha avviato un´indagine approfondita sulle esenzioni dall´imposta comunale sugli immobili (Ici) concesse dall´Italia agli enti non commerciali che svolgevano attività specifiche, ovvero attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive o attività di natura religiosa o cultuale (Ip/10/1319). Una modifica introdotta nel 2006 consentiva di svolgere attività “di natura non esclusivamente commerciale” negli immobili esentati dal versamento dell’imposta. L´indagine della Commissione ha accertato che tali esenzioni conferivano ai beneficiari un vantaggio selettivo relativamente alle attività commerciali svolte, essendo tali attività in concorrenza con i servizi forniti da altri operatori commerciali. La Commissione ha concluso che le esenzioni erano incompatibili con le norme dell´Ue in materia di aiuti di Stato. Da allora, l´Italia ha adottato una nuova normativa sulla tassazione dei beni immobili. A decorrere dal 1° gennaio 2012 l’Ici è stata sostituita dall’imposta municipale propria (Imu). La Commissione ha riscontrato che l’Imu è conforme alle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato, in quanto limita chiaramente l´esenzione agli immobili in cui enti non commerciali svolgono attività non economiche. Inoltre, la nuova normativa prevede una serie di requisiti che gli enti non commerciali devono soddisfare per escludere che le attività svolte siano di natura economica. Queste salvaguardie garantiscono che le esenzioni dal versamento dell’Imu concesse agli enti non commerciali non comportino aiuti di Stato. La Commissione non ingiunge all´Italia di recuperare l’aiuto presso i beneficiari poiché le autorità italiane hanno dimostrato che, nel caso di specie, il recupero sarebbe assolutamente impossibile. Più precisamente, le autorità italiane hanno dimostrato che è oggettivamente impossibile determinare quale porzione dell’immobile di proprietà dell’ente non commerciale sia stata utilizzata esclusivamente per attività non commerciali, risultando quindi legittimamente esentata dal versamento dell’imposta, e quale sia stata la porzione utilizzata per attività ritenute "di natura non esclusivamente commerciale", la cui esenzione dal versamento dell´Ici avrebbe comportato la presenza di un aiuto di Stato ai sensi delle norme dell´Ue in materia. Contesto La Commissione ha inoltre esaminato l´articolo 149, paragrafo 4, del Testo unico delle imposte sui redditi, che sembrava escludere gli enti ecclesiastici e le associazioni sportive dilettantistiche dall´applicazione delle condizioni che possono comportare la perdita della qualifica di ente non commerciale. Tuttavia, l´indagine della Commissione ha rivelato che i controlli effettuati dalle autorità competenti hanno riguardato anche tali enti e che non esiste alcun sistema che preveda una "qualifica permanente di ente non commerciale". Poiché non conferisce alcun vantaggio selettivo agli enti ecclesiastici e alle associazioni sportive dilettantistiche, la misura non costituisce aiuto di Stato ai sensi della normativa dell’Ue. Una volta risolte eventuali questioni di riservatezza, la versione non riservata della decisione sarà accessibile sul sito internet della Dg Concorrenza, consultando il registro degli aiuti di Stato, al numero Sa.20829. Le ultime decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate su Internet e nella Gazzetta ufficiale figurano nel State Aid Weekly e-News.  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA IL SOSTEGNO AI PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA IN GRECIA E BULGARIA  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2012 - La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, un greco e un regime bulgaro volto a sostenere progetti di rigenerazione urbana attraverso il Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle aree urbane (Jessica) iniziativa. La Commissione ha constatato i regimi di essere in linea con le norme sugli aiuti di Stato che consentono di sostenere lo sviluppo di talune regioni economiche, in particolare perché le carenze del mercato che riguardano progetti di rigenerazione urbana senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico dell´Ue. Il Fondo di partecipazione Jessica Grecia, con un budget di € 258.000.000 al 31 dicembre 2015, è finanziato in parte da fondi strutturali e in parte da fondi pubblici nazionali. Cinque fondi, selezionati in una procedura aperta e trasparente, fornirà prestiti e partecipazioni a livello sub-commerciali termini per progetti di sviluppo urbano. Il Fondo di partecipazione Jessica Bulgaria, con una dotazione di € 33 milioni al 31 dicembre 2015, è finanziato in parte da fondi strutturali e in parte dal finanziamento pubblico nazionale. Due fondi, selezionati in una procedura aperta e trasparente, fornirà sub-commerciali prestiti, garanzie o partecipazioni a progetti di sviluppo urbano. La Commissione ha trovato i due sistemi per essere in linea con l´articolo 107 (3) (c), del trattato sul funzionamento dell´Unione europea (Tfue), che consente aiuti di Stato per lo sviluppo di talune regioni economiche, sempre che non alterino pregiudicare il commercio tra Stati membri. L´aiuto sia necessario e proporzionato, in linea con i requisiti della cosiddetta metodologia "Tasso di Rendimento Fiera", che determina il livello degli incentivi necessari per attirare gli investitori privati ​​a partecipare a progetti di sviluppo urbano. Inoltre, ogni progetto deve avere un piano d´impresa per garantire il rimborso degli investimenti pubblici. Gestori di fondi professionali e indipendenti garantirà decisioni di investimento prudenti e garantire la sostenibilità finanziaria dei fondi sulla base di una strategia di investimento approvato. Inoltre, gli investitori privati ​​a finanziare almeno il 30% in Grecia e del 50% in Bulgaria, del costo di ciascun progetto, creando così un effetto leva.  
   
   
RAPPORTO SUL MERCATO DEGLI IMMOBILI D’IMPRESA A MILANO, ZONA OVEST  
 
Milano, 20 dicembre 2012 - La recessione che sta caratterizzano l’Italia non ha risparmiato nemmeno il settore degli immobili d’impresa; nella Zona Ovest della Provincia di Milano il mercato mostra un graduale rallentamento avviato oramai da almeno 5 anni anche se la dinamicità è differente fra gli ambiti territoriali che la compongono (Abbiatense, Alto Milanese, Corsichese, Magentino e Rhodense). Complessivamente nella Zona alla debolezza della domanda si contrappone un’ offerta in aumento, a causa del progressivo accumulo di stock invenduto, causando una contrazione del numero delle transazioni e un ridimensionamento dei prezzi. Dalle analisi contenute nel quarto Rapporto sul Mercato degli Immobili d’impresa - Dossier Zona Ovest della provincia di Milano – frutto della collaborazione tra Assolombarda, Camera di Commercio di Milano con Osmi Borsa Immobiliare – Fimaa Milano Monza & Brianza emerge che una adeguata dotazione infrastrutturale e la vicinanza ai servizi reperibili a Milano fanno la differenza nella localizzazione delle imprese; ma a parità di infrastrutture, è il costo delle aree il criterio emergente per la scelta localizzativa, in particolare delle aziende manifatturiere. Infatti, nel Corsichese e nel Rhodense, che vantano la vicinanza al capoluogo e la buona dotazione infrastrutturale, il mercato degli immobili d’impresa è, per il momento, in grado di reggere l’urto della crisi e si caratterizza per i prezzi più alti della media provinciale. Nell’abbiatense, invece, la distanza da Milano, le difficoltà di mobilità e il contesto più prettamente agricolo, pongono il territorio in una posizione di sfavore nelle scelte di localizzazione; il mercato, infatti, è particolarmente debole e con prezzi bassi e in discesa. Interessante è anche l’Alto Milanese, area in crescita nelle strategie localizzative delle imprese grazie al rafforzamento della dotazione infrastrutturale, alla disponibilità di immobili, alla possibilità di espansione e ai prezzi più competitivi rispetto a quelli dei comuni limitrofi al capoluogo. Il comparto degli immobili ad uso terziario della Zona Ovest mostra una diminuzione delle transazioni (-16% nel 2011) e dei prezzi. Rispetto ai livelli massimi raggiunti nel Ii semestre 2007, nel I semestre 2012 le quotazioni medie degli uffici decrescono del 5,0% nelle zone centrali dei comuni (1.565 €/mq) e del 6,1% in quelle periferiche (1.324 €/mq). Per quanto riguarda il comparto dei capannoni industriali la contrazione delle transazioni è più lieve (2% nel 2011), ma i prezzi subiscono un maggiore impatto negativo. Rispetto ai livelli massimi del I semestre 2008, nei primi sei mesi del 2012 la quotazione media dei capannoni nuovi o ristrutturati (845 €/mq) diminuisce del 5,0% e quella dei capannoni vecchi (563 €/mq) del 12,2%. I prezzi degli immobili d’impresa sono simili a quelli provinciali sia in valore che negli andamenti di lungo periodo. Rispetto alle altre aree della provincia di Milano analizzate nei precedenti Dossier si osserva che nella Zona Ovest i prezzi degli immobili produttivi sono mediamente inferiori a quelli della Zona Nord ed allineati a quelli della Zona Sud; in tutte le tre zone si rileva una comune tendenza al ridimensionamento delle quotazioni (con intensità simili) rispetto ai picchi degli anni passati. Il report è disponibile sui siti di Osmi Borsa Immobiliare e Assolombarda. “I dossier sul mercato degli immobili d’impresa sono nati un anno fa dall’esigenza comune di Osmi Borsa Immobiliare e di Assolombarda di conoscere meglio e di rendere più trasparente questo mercato al fine di offrire uno strumento che orienti le scelte degli operatori sia pubblici che privati. In un anno abbiamo pubblicato tre Dossier che hanno approfondito il mercato nel Comune di Milano e nelle Zone Nord e Sud della provincia. Con questo ultimo rapporto mettiamo a disposizione un’analisi molto dettagliata della Zona Ovest evidenziando punti di forza e di debolezza del territorio e offrendo un benchmarking con il resto della provincia milanese” ha dichiarato Marco Dettori, Presidente di Osmi Borsa Immobiliare, Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano. “Aumentare l’attrattività dei nostri territori è oggi più che mai importante. La crescita delle attività economiche e dell’occupazione sono strettamente correlate al benessere e allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio. Assolombarda, con questa collana editoriale, ha voluto, da un lato, mettere a disposizione delle sue imprese associate e dei potenziali investitori, uno strumento che le aiuti ad orientarsi nelle scelte di localizzazione e di espansione nei territori dell’area milanese. Dall’altro, ci siamo resi conto che queste conoscenze mancano anche alle pubbliche amministrazioni. Questo prodotto, quindi, è un contributo che l’associazione offre alle istituzioni locali a supporto delle scelte di governo del territorio sul sistema produttivo” ha dichiarato Umberto Cereghini, Presidente Zona Ovest dell’Organizzazione Zonale di Assolombarda.  
   
   
IMU, PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI: IMPOSTA INIQUA DA RIVEDERE E CORREGGERE  
 
Perugia, 20 dicembre 2012 - "In questi giorni è emerso con evidenza il grave disagio per famiglie e imprese per gli effetti dell´Imu che, va ricordato, è stata istituita da questo Governo con il decreto cosiddetto ´salva Italia´". Lo ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, durante la riunione del Tavolo generale "Alleanza per lo sviluppo - Umbria 2015" sullo stato dell´economia umbra. "Una imposta iniqua - ha detto - perché pesa su un bene primario come la casa, soprattutto se prima e principale abitazione, che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ha realizzato grazie a notevoli sacrifici e ricorrendo a mutui bancari. Inoltre, grava su un patrimonio immobiliare destinato alle attività produttive di settori che già stanno subendo e subiscono i contraccolpi della gravissima crisi economica, come quello del settore alberghiero e della ristorazione, dell´artigianato, del commercio e della piccola impresa". "Non posso, quindi, che condividere le prese di posizione rese note nei giorni scorsi da alcune associazioni di categoria - ha aggiunto - le quali hanno rivolto un preciso appello alla Presidente della Regione affinché venga rivista e corretta l´iniquità di questa imposta. Ritengo che non si possano scaricare sui Comuni e sui Sindaci, costretti al ruolo di ´gabellieri´ per conto dello Stato, le responsabilità di una tassa rispetto alla quale le stesse richieste di una sua modulazione più equa degli amministratori locali sono rimaste inascoltate. Oltretutto l´introito dell´Imu nemmeno riesce a compensare i minori trasferimenti dello Stato ai Comuni per il finanziamento di servizi pubblici essenziali". "Il Governo - conclude la presidente della Regione Umbria - anche alla luce del differimento del pagamento della nuova Tares a carico delle imprese rinviato al prossimo mese di aprile, non può non affrontare il tema della revisione dell´Imu in direzione di una sua maggiore equità, per non dare un ulteriore e pesantissimo colpo alle famiglie e alle imprese già impoverite dalla grave crisi economica".  
   
   
SFRATTI, UMBRIA: PROROGA GOVERNO È SBAGLIATA E PENALIZZA QUELLA PER GLI SFRATTI DOVUTI A MOROSITÀ INCOLPEVOLE  
 
Perugia, 20 dicembre 2012 - "La proroga degli sfratti varata dal governo è limitata agli sfratti per finita locazione e non a quelli per morosità incolpevole inoltre l´emendamento, introdotto nella Legge di stabilità, riguarda solo i primi 6 mesi dell´anno invece che tutto il 2013, come avvenuto in passato": è il commento dell´assessore regionale alle politiche abitative, Stefano Vinti, relativamente alla proroga degli sfratti. I dati forniti dal Ministro dell´interno - spiega Vinti - sono assolutamente preoccupanti a livello nazionale: si attestano intorno alle 65.000 sentenze di sfratto l´anno, un´emergenza nazionale, di cui quasi 56.000 per morosità, 124.000 richieste di esecuzione con l´Ufficiale Giudiziario, quasi 30.000 interventi di sfratto con la forza pubblica. 220.000 nuovi sfratti sono attesi nei prossimi tre anni. Sul quotidiano invece riportiamo circa 140 sfratti al giorno subiti dai nuclei con i redditi più bassi e che, a specificarla con precisione, dovrebbero passare da uno sfratto alla casa popolare. Questo tuttavia non accade perché i comuni oggi hanno 650.000 domande di alloggio popolare inevase: non sono difatti in grado di rispondere a questo fabbisogno essenziale sociale. Anche in Umbria crescono sensibilmente i casi di sfratto per morosità: gli sfratti nel 2011 sono aumentati, rispetto al 2010, del 12,4%, si è passati dai 1.028 provvedimenti di sfratto emessi ai 1.173. Quelli per morosità in particolare sono in crescita del 16,1% (da 481 a 573). Oltre mille, per la precisione 1.022, le richieste di esecuzione (+0,5%) mentre quelli eseguiti sono 483 (+5,2%). Per Vinti "il Governo continua ad evadere i bisogni e le richieste dei cittadini. Ci si aspettava per lo meno un piano per mettere in condizione di ristrutturare le decine di migliaia di alloggi pubblici oggi vuoti perché inagibili. Occorre quindi - conclude l´assessore rilanciare una battaglia per il diritto all´abitare".  
   
   
TOSCANA: ELIMINAZIONE BARRIERE ARCHITETTONICHE IN EDIFICI PUBBLICI, DOMANDE ENTRO IL 17 GENNAIO  
 
Firenze, 20 dicembre 2012 – Gli enti pubblici che vorranno presentare progetti per l’eliminazione delle barriere architettoniche in edifici pubblici toscani avranno tempo fino al prossimo 17 gennaio. É stato infatti pubblicato sul Burt di oggi il bando relativo per il quale la Regione mette a disposizione 3 milioni di euro. L’ammissione al contributo regionale riguarda quei progetti che hanno come obiettivo interventi di riqualificazione di edifici e spazi, acquisto e messa in opera di impianti ed attrezzature idonee a favorire l’accessibilità e la fruibilità degli edifici e degli spazi e l’adeguamento di postazioni di lavoro a seguito di assunzioni protette. Tra i criteri presi in considerazione in fase di valutazione delle domande, la priorità verrà data ai progetti che prevedono un cofinanziamento di almeno il 50% del costo dell’intervento. Ogni progetto non dovrà avere un costo superiore al mezzo milione di euro ed il contributo regionale massimo è di 250 mila euro. Le domande potranno essere consegnate a mano, per fax, via posta elettronica certificata attraverso il sistema informatico regionale Ap@ci accessibile mediante Carta Sanitaria elettronica. Tutti i dettagli sono disponibili sulbando al quale è anche allegato il modello di domanda.  
   
   
UE: RAGGIUNGERE UN EQUILIBRIO NEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2012 - Le aziende sono state molto lente nell´assumere più donne come direttori dei consigli di amministrazione. Secondo una relazione dell´Ue, però, il periodo tra ottobre 2010 e gennaio 2012 ha visto i maggiori progressi per migliorare l´equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle aziende. Anche se le cifre sono ancora notevolmente basse, questo sviluppo denota un punto di svolta ed è considerato collegato al più intenso dibattito pubblico iniziato dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo nei loro inviti ad agire. In alcuni Stati membri questi sono stati seguiti da passi concreti per accelerare il cambiamento. In particolare il "Women on the Board Pledge" (impegno formale per più donne alla guida delle imprese) è visto come un punto di riferimento dell´invito alle aziende quotate in borsa in Europa a firmare un impegno volontario ad aumentare la presenza di donne nei loro consigli di amministrazione fino al 30 % entro il 2015 e fino al 40 % entro il 2020. Attualmente, le donne rappresentano solo il 14 % dei consigli di amministrazione delle maggiori aziende dell´Ue quotate in borsa - rispetto al 12 % nel 2010. Se questo ritmo continuasse, ci vorrebbero 40 anni perché le aziende raggiungano un equilibrio. Secondo una relazione della Commissione europea sui progressi, Women in economic decision-making in the Eu, a gennaio 2012 il numero medio di donne membri del consiglio di amministrazione nelle più grandi aziende quotate in borsa era del 13,7 % rispetto all´11,8 % nel 2010. Anche se i numeri sono bassi, mostrano un miglioramento. Attualmente le cifre variano notevolmente da un paese all´altro in Europa: in Italia solo il 6 % dei membri dei consigli di amministrazione sono donne, in Spagna e Belgio sono l´11 %, in Germania il 16 % e in Francia il 22 %. La relazione spiega che assumere più donne nei consigli di amministrazione apporta una diversità tra gli impiegati e i consiglieri, che aumenta efficacemente la creatività e l´innovazione aggiungendo conoscenze complementari, abilità ed esperienze. Si ritiene che un consiglio di amministrazione più vario contribuisca a migliori prestazioni rispetto a consigli omogenei, perché le decisioni sono raggiunte valutando più alternative. Rowena Ironside, presidente di Women on Board, nel Regno Unito, dice: "Tutti noi abbiamo la tendenza a scegliere persone che ci assomigliano, quindi considerando il fatto che l´86 % dei direttori e il 97 % dei presidenti sono attualmente uomini (e che oltre l´80 % delle posizioni nei consigli di amministrazione va a persone che il consiglio già conosce - secondo la ricerca Pwc), è in un certo senso inevitabile che gli uomini siano visti come i candidati migliori. Quello che le aziende devono fare è aumentare la trasparenza del processo di selezione, pubblicizzare ampiamente i ruoli all´interno del consiglio e mettere in dubbio le loro congetture (e stereotipi) sul candidato ideale". L´indicatore chiave della rappresentazione di genere nei consigli di amministrazione delle aziende nell´Ue mostra che la proporzione delle donne coinvolte nel processo decisionale economico di alto livello rimane basso, anche se ci sono lievi segni di progresso. A gennaio 2012 le donne occupavano in media appena il 13,7 % dei posti in consiglio di amministrazione delle più grandi aziende quotate in borsa degli Stati membri dell´Ue. I dati recenti mostrano che c´è un grande divario tra la proporzione delle donne impiegate e quelle che raggiungono posizioni nel consiglio di amministrazione negli Stati membri dell´Ue. Le donne occupano un quarto dei posti nei consigli di grandi aziende quotate in borsa in Lettonia, Finlandia e Svezia e appena un quinto in Francia, sono meno di 1 su 10 in Estonia, Irlanda, Grecia, Italia, Lussemburgo, Ungheria e Portogallo, meno di 1 su 20 a Cipro e circa 1 su 30 a Malta . Belgio, Francia e Italia hanno però attuato una legislazione completa sulle quote per i consigli di amministrazione delle aziende che prevede sanzioni. Questi paesi hanno seguito l´esempio della Norvegia, che è diventata un pioniere per quanto riguarda la determinazione di obiettivi di genere vincolanti per i consigli di amministrazione. Il paese ha votato una legge che impone a tutte le aziende quotate in borsa di avere almeno il 40 % di donne come membri del consiglio di amministrazione. Sono riusciti a rispettare la data prefissata del 2008 e da allora la proporzione di donne nei consigli di amministrazione delle aziende norvegesi è salita fino al 44 %. La presenza di più donne nei consigli di amministrazione norvegesi corrisponde a un più alto livello generale di istruzione nei consigli e i ricercatori norvegesi hanno constatato che la presenza di più donne nei consigli ha portato a un processo decisionale più mirato e strategico, ha aumentato la comunicazione e ridotto i conflitti. Altri paesi con più donne nei loro consigli di amministrazione sono l´Islanda e la Svezia. Leggi che impongono una maggiore presenza di donne nei consigli sono state votate in Belgio, Islanda, Italia, Paesi Bassi e Spagna. La Francia ha fissato una quota che richiede il 40% di membri donne nei consigli di amministrazione entro il 2017, sarà applicabile per tutte le aziende con oltre 500 impiegati o con un fatturato di 50 milioni di euro o più. Quote simili sono in fase di discussione in altri paesi europei come la Gran Bretagna e la Svezia. Per maggiori informazioni, visitare: Women in economic decision-making in the Eu: Progress report http://ec.Europa.eu/justice/gender-equality/files/women-on-boards_en.pdf  Women on Boards: www.Womenonboards.co.uk    
   
   
CREDITO: AL VIA ACCORDO MISE-CAMERE DI COMMERCIO. 600 MLN DI EURO PER RAFFORZARE PMI NASCONO 19 SEZIONI SPECIALI DEL FONDO DI GARANZIA PER FAVORIRE INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
 Roma, 20 dicembre 2012. Credito per supportare la crescita e l’internazionalizzazione delle Pmi attraverso un sistema efficiente di garanzie statali e maggiore attenzione alle peculiarità dei sistemi economici del territorio. Sono questi i capisaldi dell’accordo firmato ieri  tra il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera e i Presidenti delle Camere di Commercio italiane, che istituisce le prime sezioni speciali del Fondo Centrale di Garanzia in ben 19 Province (Bari, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Firenze, Genova, Lecco, Mantova, Milano, Modena, Monza-brianza, Napoli, Palermo, Pavia, Salerno, Trieste, Udine e Varese). L’accordo, promosso dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, consente di mettere a sistema e di usare attraverso una strategia condivisa le significative risorse disponibili sul territorio per facilitare l’erogazione di credito alle Pmi: le 19 Camere aderenti al progetto apporteranno infatti al Fondo Centrale di Garanzia oltre 17 milioni di euro. Una dotazione importante che, grazie a un effetto moltiplicatore generato dalla compartecipazione tra risorse camerali e risorse statali, permetterà di attivare a favore delle imprese dei territori aderenti circa 600 milioni di euro di finanziamenti grazie ai quali le Pmi potranno rafforzare la propria competitività sui mercati internazionali. Già a partire da gennaio, saranno 20 le Camere di Commercio che faranno parte dell’iniziativa; l’intervento lascia infatti aperta la possibilità per adesioni in momenti successivi. La misura è finalizzata a canalizzare garanzie attraverso la rete dei Confidi per interventi sull´internazionalizzazione: tra i benefici, si segnala la presenza della garanzia di ultima istanza dello Stato a cui si applica, secondo le regole di Basilea Ii, il meccanismo della ponderazione zero. Confidi e imprese potranno contare, inoltre, su tempi di istruttoria molto contenuti anche in virtù del riconoscimento di procedure semplificate alle operazioni che verranno presentate a valere sulle sezioni speciali istituite con le Camere di commercio. A ciò si aggiunge il riconoscimento di percentuali di copertura massime anche in caso di future rimodulazioni che dovessero essere effettuate. Il Fondo Centrale di Garanzia, negli ultimi anni, ha dimostrato una notevole efficacia, rilasciando un numero crescente di garanzie: nel 2011 sono state più di 55.000 le domande ammesse alla garanzia del Fondo che, con un importo garantito di 4,4 miliardi di euro, hanno permesso di attivare finanziamenti a favore del sistema imprenditoriale per 8,4 miliardi di euro. Nei primi 10 mesi del 2012, il Fondo ha raggiunto un’operatività di quasi 52.000 operazioni. “L’accesso al credito per le Pmi è uno dei temi su cui, come Governo, ci siamo concentrati fin dall’inizio della legislatura” ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. “Attraverso il rifinanziamento del Fondo Centrale di Garanzia per 1,2 miliardi di euro nel triennio 2012-2014 – ha ricordato il ministro - la possibilità per le aziende di farsi certificare i propri crediti dalle amministrazioni pubbliche e di poterli eventualmente compensare con i debiti iscritti a ruolo, lo stanziamento di 6 miliardi per i pagamenti più urgenti della Pa, l’approvazione anticipata della direttiva europea sui tempi di pagamento, l’inserimento nel nostro ordinamento della finanza di impresa anche per le società non quotate, abbiamo creato una serie di strumenti per facilitare l’accesso al credito delle imprese in questo momento di particolare carenza di liquidità”. Per Passera, “con l’accordo firmato siglato oggi, rafforziamo ulteriormente lo strumento del Fondo di Garanzia e lo avviciniamo alle esigenze di favorire la crescita dell´internazionalizzazione. Ora, come Ministero lavoreremo per arricchire il numero di sportelli a cui si possono rivolgere gli imprenditori e per rafforzare l’intervento anche con il coinvolgimento delle Regioni al fine di costruire una vera e propria infrastruttura di sistema per il credito”. “Puntare sul sostegno alle piccole e medie imprese attive sul fronte dell’internazionalizzazione è una delle vie più efficaci per tornare a rivedere la crescita economica” ha dichiarato Carlo Sangalli, Presidente del Consorzio camerale per il credito e la Finanza. “Proprio per questo le sezioni speciali del Fondo Centrale di Garanzia, nate per superare la stretta creditizia, possono ridare ossigeno al mondo imprenditoriale che guarda all’estero. Un risultato importante ottenuto grazie alla collaborazione con il ministero dello Sviluppo Economico e alla capacità delle Camere di Commercio di fare rete”.  
   
   
CRISI, LOMBARDIA: ALLO STUDIO UN VOUCHER SALVA-PMI  
 
Milano, 20 dicembre 2012 - Voucher per cofinanziare piani di ristrutturazione aziendale, con un plafond per almeno 150 piccole e medie imprese, l´avvio di un fondo di garanzia per l´accesso al credito di chi aderisce a Raid e, infine, l´istituzione di un fondo per la ristrutturazione delle aziende in difficoltà mediante un ingresso temporaneo nel loro capitale. Sono le tre iniziative allo studio che il presidente Roberto Formigoni ha annunciato al convegno ´Crisi d´impresa e strategie di risanamento: le principali novità in materia fallimentare e le prime evidenze giurisprudenziali - il progetto di Regione Lombardia Raid´, tenutosi nell´Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Milano su iniziativa dell´Ordine degli avvocati di Milano e della stessa Regione Lombardia. La Crisi D´impresa - Regione Lombardia prosegue l´impegno nell´ambito della soluzione delle crisi d´impresa e delle strategie di risanamento. "La crisi che stiamo vivendo ha aumentato il tasso di mortalità delle aziende lombarde - ha detto Formigoni - e molti imprenditori stanno affrontando situazioni complesse". Tra le difficoltà il presidente ha segnalato quelle legate all´accesso al credito fino ad "arrivare al pudore di chiedere aiuto e a un profondo senso di solitudine". La Rete Raid - Se questi sono alcuni degli ostacoli che devono affrontare i titolari di aziende, Regione Lombardia è da tempo al lavoro per fronteggiare le crisi aziendali, salvaguardando il valore delle imprese e i livelli occupazionali. Con una legge del 2007 fu istituito un nucleo operativo dedicato a queste problematiche. Successivamente, con l´impegno di una prima task force in seno alla Giunta regionale e con l´affiancamento di Arifl, l´Agenzia regionale per istruzione formazione e lavoro, si iniziò a intervenire in modo sempre più sistematico fino alla costituzione di Raid, la ´Rete di affiancamento alle imprese in difficoltà´. Attivabile in un tempo massimo di 48 ore, Raid si mette a disposizione per aiutare l´imprenditore a decifrare le cause dei propri problemi aziendali, per coinvolgere tutti i soggetti istituzionali ed economici che possono contribuire al salvataggio, per affiancare l´impresa nella stesura di un piano di rilancio. Aiutate Già 11 Aziende - "I risultati - ha sottolineato Formigoni - ci dicono che abbiamo lavorato bene: Raid si è dimostrato uno strumento capace di colmare un vuoto e di andare incontro alle difficoltà degli imprenditori". Attualmente sta accompagnando 11 aziende, ciascuna con più di 100 dipendenti, che hanno sottoscritto l´atto di adesione. E talune di loro sono ormai avviate alla conclusione del percorso di risanamento e di ristrutturazione del debito. Ma sono già più di 50 le imprese che, pur non presentando i requisiti previsti da Raid, si sono rivolte alla Regione e sono state comunque ricevute per un primo colloquio. La Collaborazione Con L´ordine Degli Avvocati - Prezioso, in questo percorso, è il supporto dell´Ordine degli avvocati di Milano, con il quale lo scorso aprile è stato siglato un accordo di collaborazione. Lo ha notato Formigoni: "Le recenti evoluzioni della legislazione fallimentare - che hanno adottato un nuovo approccio orientato alla salvaguardia dell´attività d´impresa, superando i limiti della vecchia normativa, incentrata prevalentemente sulla gestione del fallimento e sulla tutela dei creditori - hanno reso gli avvocati protagonisti di primo piano nella positiva risoluzione delle crisi, e ne hanno fatto soggetti ancor più attivamente coinvolti nella salvaguardia della nostra economia". In quest´ottica l´Ordine affianca Raid con una vasta opera di diffusione della conoscenza di questo strumento, di segnalazione ai propri iscritti delle possibilità che esso offre, di condivisione delle proprie competenze legali con il nucleo operativo di Raid, di attivazione di momenti di approfondimento formativo per professionisti e imprenditori. Diffusione E Informazione - "Siamo orgogliosi del progetto Raid e del sostegno che stiamo fornendo alle imprese del territorio, incoraggiati dai risultati positivi che gli interventi finora attuati hanno portato alle aziende coinvolte nei primi mesi di attività - ha dichiarato il presidente dell´Ordine degli avvocati di Milano Paolo Giuggioli -. Soprattutto in un contesto economico-finanziario critico come l´attuale, accompagnare e affiancare alcune aziende verso la fase di ristrutturazione può incidere sensibilmente nella ripresa del territorio lombardo e del Paese stesso". "L´ordine provvederà a informare e diffondere la conoscenza dello strumento Raid presso i propri iscritti e, di conseguenza, alle imprese da essi assistite e organizzerà percorsi di formazione congiunti per professionisti e imprenditori" ha concluso Giuggioli.  
   
   
ANCONA, AUMENTANO I DEPOSITI DI MARCHI E BREVETTI  
 
Ancona,m 20 dicembre 2012 - Lo scorso sette dicembre la rivista americana Spectrum ( magazine on line dell’Institute of electrical and electronics engineers) ha pubblicato l’annuale report sul numero di brevetti nel mondo; oltre agli Stati Uniti sono presenti come principali produttori di brevetti: Giappone e Germania, Svezia, Regno Unito, Olanda, Canada, Finlandia, Danimarca, Corea del Sud, Cina, Belgio. Come rilevato dal fisico Roberto Vacca e dall’intellettuale Tullio De Mauro, si tratta, in alcuni casi, di Paesi più piccoli d’Italia,che risulta assente. Eppure, sostiene De Mauro, il numero di brevetti depositati nell’anno e la loro percentuale sulla popolazione sono buoni indicatori non solo della potenza tecnologica e industriale di un paese ma anche dello stato di una cultura (che comprende il sapere e il saper fare, il grado di competenze operative, intellettuali e organizzative di una nazione). Insomma brevetta e prospera di più chi studia di più. Alla luce di queste considerazioni, ottime speranze si profilano all’orizzonte per la sviluppo del territorio della provincia di Ancona: lo dimostrano i dati sui depositi presso l’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio di Ancona, eccezionalmente positivi e rivelatori della vitalità del tessuto storico economico a dispetto (forse in reazione) della grave crisi in atto. Se nel periodo dal 2008 al 2012 il trend di depositi a livello italiano ha registrato una netta diminuzione (i depositi nazionali di brevetti e marchi sono infatti calati del 5,50%, che vuol dire quasi 4000 depositi in meno) nella provincia di Ancona la quota di “mercato” relativa ai marchi e brevetti depositati rispetto al numero complessivo italiano è passata dallo 0,75% all’1,48% con un aumento complessivo nel quinquennio pari a 85,57%. Nello specifico, dal 2008 il deposito dei marchi ha registrato il numero record di 637 (aumento complessivo del 54,61% e superamento storico di quota 500). Le percentuali sono da capogiro: l’aumento nella registrazione dei soli brevetti ha toccato vetta del 221,27%, i disegni e modelli ornamentali quella del 466%. Parallelamente l’attività dell’Ufficio della Camera di Commercio preposto non solo alla raccolta dei depositi, ma anche allo svolgimento di ricerche di anteriorità e azioni di formazione e promozione della cultura brevettuale e dell’innovazione, è aumentata di pari passo. Solo nel 2012 gli incontri di formazione hanno visto il coinvolgimento di 79 partecipanti (tra aziende e professionisti), oltre 100 gli iscritti alle iniziative di promozione. Le ricerche di anteriorità (che l’Ufficio in quanto Centro Regionale di Informazione Brevettuale Pat-lib realizza su richiesta dell’utenza per verificare l’effettiva originalità di ogni marchio e brevetto che si intende tutelare) sono aumentate, dal 2008, del 178%. Il Pat –Lib, realtà unica nel panorama regionale si è accreditata come interlocutore autorevole per chi intende depositare marchi, brevetti, disegni, modelli di utilità, anche da fuori regione. Il ruolo centrale riconosciuto e rivestito ormai da anni a livello regionale dall’ufficio brevetti e marchi – Centro regionale Pat Lib - nell’ambito dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, è stato come confermato dalla partecipazione, sin dalla sua costituzione, alla gestione ed all’animazione del portale www.Marcheinnovazione.it  istituito dalla Regione Marche nel 2008. Motivo di soddisfazione per la Camera di Commercio di Ancona che, tra le azioni di servizio prioritarie a favore del territorio, ha quella sostenere con trasferimento tecnologico e le attività di ricerca e brevettuali, la qualità, nonché la tutela del “made in Italy” rafforzando le produzioni delle imprese marchigiane e l’individuazione di nuovi sbocchi di mercato. Tutto questo continuando, parallelamente, la diffusione della cultura della qualità e della legalità in contrasto al fenomeno della contraffazione, in collaborazione con Guardia di Finanza- Comando Provinciale di Ancona, Università Politecnica delle Marche e Centro Studi Anticontraffazione di Milano.  
   
   
FVG: TONDO, LA CRISI IMPONE DI RIPENSARE L´AUTONOMIA  
 
Trieste, 20 dicembre 2012 - "Se pensiamo che al termine di questa crisi tutto tornerà come prima, allora non abbiamo capito nulla. Dobbiamo invece porci seriamente il problema di che cosa la Regione non potrà più fare, dobbiamo mettere mano all´assetto istituzionale della Regione proprio per continuare a fornire le risposte ai cittadini e alla imprese". È con un appello alla "responsabilità della classe dirigente, al di là delle spinte territoriali" che il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha concluso il suo intervento alla riunione promossa ieri a Trieste dalla Cgil sul tema "Per una legislazione costituente, le proposte della Cgil". La manifestazione è stata aperta da una relazione del segretario regionale del sindacato, Franco Belci, e conclusa dal segretario nazionale, Susanna Camusso. Accanto agli interventi dei segretari provinciali e di categoria, sono stati invitati a parlare sul tema del futuro della Specialità regionale, a 50 anni dall´approvazione dello Statuto di Autonomia (gennaio 1963), il presidente Tondo e l´europarlamentare Debora Serracchiani. Tondo ha ricordato il significato concreto della Specialità del Friuli Venezia Giulia: con risorse proprie, ricavate dalla compartecipazione ai tributi riscossi sul territorio, la Regione gestisce la Sanità, gli Enti locali e il Trasporto pubblico locale, vale a dire le tre principali voci di spesa pubblica. A causa della crisi, le entrate nel bilancio regionale sono calate dal 2008 a oggi di un miliardo di euro, pari al 20 per cento del totale. Da qui nasce la necessità, secondo il presidente, di razionalizzare la spesa ("come farebbe qualsiasi famiglia"), con la decisione di diminuire il numero delle Aziende sanitarie, degli Erdisu e delle Ater, di ripensare l´assetto degli Enti locali, proprio per ridurre i livelli di burocrazia e recuperare le risorse per continuare a garantire i servizi. L´obiettivo principale deve essere, ha rilevato Tondo, "creare lavoro e ricchezza", nella consapevolezza che l´impiego pubblico non potrà, da solo, garantire un´occupazione ai giovani. "Se non scegliamo - ha detto il presidente della Regione - alla fine saremo tutti più poveri e più deboli, se non scegliamo qualcun altro sceglierà per noi".  
   
   
V RAPPORTO SUI BILANCI DELLE SOCIETÀ DI CAPITALE DI FORLÌ-CESENA  
 
 Forlì-Cesena, 20 dicembre 2012 - La Camera di Commercio di Forlì-cesena ha presentato il V Rapporto sui Bilanci delle società di capitale, curato con il coordinamento dell’Ufficio Statistica e Studi e l’apporto specialistico di Claudio Orsini, partner “Arcadia Consulting”. L’incontro, che si è svolto mercoledì 19 dicembre nella sede camerale, è stato l’occasione per approfondire i risultati emersi dallo studio che è partito dall’analisi di 3.324 società di capitale compresenti, cioè che hanno correttamente depositato il bilancio negli anni considerati, 2009, 2010 e 2011. Ha aperto i lavori il Presidente Alberto Zambianchi, seguito poi da Claudio Orsini che ha presentato i “Risultati del Quinto Rapporto sui Bilanci delle società di capitale”. I dati elaborati costituiscono un contributo importante all’interpretazione della situazione economica locale: i bilanci delle società di capitale e i dati in essi contenuti, depositati annualmente nel Registro delle Imprese, fotografano le dinamiche territoriali, così come anche le quattro pubblicazioni divulgate rispettivamente nel 2004, 2006, 2008 e 2010 e il Sistema Informativo dedicato. È infatti importante osservare le dinamiche del tessuto produttivo, non solo dal punto di vista della struttura anagrafica e degli aspetti quantitativi delle imprese, ma anche, e soprattutto, in relazione alla loro capacità di creare valore. “Attraverso gli approfondimenti – conclude Alberto Zambianchi – di cui oggi abbiamo presentato i risultati, sono state definite le aree strategiche di intervento e le risorse ritenute maggiormente efficaci per il sostegno della competitività del territorio e delle imprese, e tutto ciò partendo dall’individuazione dei bisogni espressi e dalle criticità maggiormente percepite dalle imprese della nostra provincia. In particolare viene ribadito l’impegno in tema di supporto al credito e semplificazione amministrativa. Desidero inoltre ribadire che le azioni principali attraverso le quali la Camera intende muoversi in questo periodo di crisi prolungata, sono il supporto al credito e il sostegno all’innovazione e all’internazionalizzazione” “Le società di capitale - dichiara Claudio Orsini – hanno reagito alla crisi ma non in misura sufficiente, per recuperare i margini economici ante-crisi. In ogni caso si collocano al di sotto della media regionale sia per rendimento sul capitale investito, sia per un maggior peso del debito finanziario”. Diversi sono gli aspetti qualificanti del lavoro svolto, primo fra tutti la tempestività, infatti l’aggiornamento è al 2011; poi vanno citate l’ampia significatività e la complessità dell’indagine: le performance delle imprese sono state analizzate dal punto di vista economico, patrimoniale, finanziario e sono arricchite dal confronto territoriale e temporale. Inoltre il modello di analisi è funzionale agli obiettivi di valutazione del merito di credito. Infine le analisi sono state effettuate sui principali settori e per classi di fatturato. L’impegnativo lavoro svolto dalla Camera su questi temi, quella di Forlì-cesena è tra le poche in Italia che a partire dal 1997 arricchisce e completa il proprio patrimonio di informazioni rendendolo disponibile sistematicamente anche on line. Inoltre è stata aperta un’area denominata “Performance aziendali”, attraverso la quale le singole imprese possono verificare il loro posizionamento competitivo. Mediante questo servizio le singole società possono confrontare i parametri della performance aziendale - indici di sviluppo, equilibrio economico, patrimoniale, finanziario e redditività - con i risultati settoriali provinciali e regionali ottenuti dalle imprese driver; prima finalità di tale strumento è quella di fornire ulteriori informazioni alle imprese per elaborare strategie che migliorino gli asset competitivi organizzativi e gestionali. Risultati in sintesi Come ampiamente sottolineato dal Dott. Orsini, i risultati delle analisi delineano un quadro complessivamente difficile ma nel quale alcuni modelli o strategie sono riusciti comunque ad ottenere risultati importanti: - Le società di capitale prese in esame hanno reagito agli effetti della crisi economica realizzando un incremento delle vendite che però è stato inferiore alle medie regionali e che è stato prerogativa delle maggior classi dimensionali di impresa, in particolare la media impresa. - Se il recupero è avvenuto per quello che riguarda il fatturato, lo stesso non si può dire per i margini operativi che, rispetto al 2007, risultano inferiori del -19,7% (-16,7% il dato regionale), per un importo in termini assoluti pari a 162 milioni. - Solo le medie imprese riescono ad ottenere performance a livello di rendimenti sul capitale investito (Roi) superiori alle medie regionali. - Emerge un deterioramento dell’equilibrio patrimoniale e finanziario con un aumento dell’esposizione finanziaria di breve periodo, particolarmente accentuato nel Manifatturiero e nella piccola impresa. - La piccola impresa risulta essere la classe dimensionale in cui sono maggiormente evidenziate le criticità finanziarie, con un forte incremento dell’esposizione di breve periodo che aggrava una già forte esposizione finanziaria sia in rapporto al capitale proprio che in rapporto ai ricavi. - La piccola impresa da un punto di vista economico soffre in maniera quasi insostenibile il costo del debito finanziario che risulta essere molto più elevato rispetto alle altri classi di impresa. A questi oneri si aggiunge il maggior peso del c.D. “cuneo fiscale” aggravato da un costo del personale che in termini percentuali sul fatturato è quasi tre volte quello della grande impresa. - Il settore della cooperazione si conferma un comparto finanziariamente solido e con margini economici adeguati nel rapporto con le medie regionali, pur conseguendo una minor crescita in termini di fatturato. - I settori a più alto contenuto tecnologico pur ottenendo rendimenti in ambito provinciale superiori ai comparti a bassa tecnologia, si collocano al di sotto delle medie regionali e il loro peso nel territorio della Provincia di Forlì-cesena rimane molto basso in rapporto alla situazione dell’Emilia Romagna. Il Rapporto sui Bilanci è consultabile sul sito camerale all’indirizzo www.Fc.camcom.gov.it, area “informazione economico statistica”, “prodotti”, “bilanci”  
   
   
TERREMOTO/ABRUZZO: CHIODI,SU CONTRIBUTI CHIESTA SEDUTA STATO-REGIONI  
 
 L´aquila, 20 dicembre 2012 - "Ho dato mandato alla Struttura di Presidenza di avviare la procedura per portare all´esame della Conferenza Stato-regioni la problematica legata alla restituzione dei contributi sospesi dopo il sisma nel territorio aquilano". Lo ha annunciato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, recependo così la richiesta del vice presidente del Consiglio regionale, Giorgio De Matteis, di sollecitare la Conferenza Stato Regioni per esaminare la questione in modo "da evitare le conseguenze disastrose della decisione di Inps e Inail di richiedere indietro a circa 7 mila imprese e titolari di partita Iva aquilani contributi per circa 500 milioni di euro". "La legge nazionale 183 del 2011 ha stabilito la restituzione del 40 per cento delle tasse ? ha commentato il Presidente Chiodi - ma ora con una circolare, Inps e Inail chiedono la restituzione totale delle somme non versate pur con uno slittamento dei termini. E´ una richiesta inaccettabile per la quale esprimiamo grande preoccupazione e per la quale c´è il rischio di compromettere seriamente il sistema produttivo locale. L´invito al Governo è quello di non sottovalutare le conseguenze di decisioni che potrebbero portare alla chiusura centinaia di imprese e alla perdita di migliaia di posti di lavoro. La vicenda è seguita con apprensione da lavoratori e istituzioni e noi stiamo verificando tutte le possibili azioni da intraprendere per evitare alle imprese di dover pagare il 100% dei contributi sospesi a causa del terremoto. Dopo aver sollecitato formalmente lo scorso ottobre il Presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, credo che anche lo strumento specifico della Conferenza Stato-regioni possa aiutarci a superare questa paradossale e tragica vicenda"  
   
   
RAPPORTO SU IMPRESE COOPERATIVE PUGLIESI  
 
Bari, 20 dicembre 2012 - Le imprese cooperative pugliesi puntano sulla formazione interna (il 49,7 per cento) e le nuove tecnologie (il 42 per cento); attingono in maniera limitata ai finanziamenti pubblici (solo l´8,2 per cento) e privilegiano quasi esclusivamente il mercato regionale (oltre l´80 per cento), mentre trova sbocco nel mercato nazionale quasi il 10 per cento delle imprese. Sono alcuni dati del primo Rapporto sullo stato della cooperazione in Puglia, realizzato nell´ambito di un progetto unitario delle Centrali cooperative pugliesi Confcooperative, Legacoop, Agci(associazione generale cooperative italiane) e Unci (unione nazionale cooperative italiane), promosso dalla Regione Puglia e presentato oggi a Bari. All´incontro hanno partecipato la vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone (assessore allo Sviluppo economico), i referenti delle Centrali cooperative, il coordinatore generale del progetto, Giovanni Tricarico e la coordinatrice della ricerca qualitativa, Caterina Nardulli. “Vogliamo promuovere – ha detto l´assessore Capone - le cooperative che operano in tutti i settori, dalla ricerca alla cultura, per offrire vantaggi sia alle imprese che all´intera collettività. Anche in un momento di così grave crisi, le cooperative rappresentano uno strumento per fare impresa rivolto a giovani e donne che aspirino a entrare nel mercato del lavoro. Creare e sviluppare cooperative – ha detto ancora - è un´opportunità da non perdere: è per questo che la Regione Puglia ha sostenuto la nascita di una rete di sportelli di consulenza sul territorio. Il settore della cooperazione sociale – ha precisato - “esprime in pieno il concetto di pari opportunità con il 49 per cento di presenza femminile sul totale dei lavoratori; il 51 per cento sul numero dei soci e circa il 46 per cento negli organi amministrativi”. Le cooperative pugliesi attive sono circa 7.200, con 63 mila occupati, la cooperazione rappresenta il 9,1 per cento dell’intero settore nazionale (per numero di imprese) e il 4,7 per cento se si fa riferimento al numero di occupati. Negli ultimi tre anni il numero di soci è cresciuto dell´11 per cento, il fatturato del 22 per cento circa e il capitale sociale del 4,7 per cento. “L´indagine – ha spiegato Giovanni Tricarico, direttore regionale di Confcooperative - ha preso in esame un campione significativo di 1.804 imprese con un totale di 250 mila soci: il 39 per cento nelle province di Bari e Bat, il 22 per cento nella provincia di Foggia, il 16 per cento in quella di Lecce, il 13 per cento a Taranto e il 10 per cento nella provincia di Brindisi”. Nell´indagine rientrano 592 cooperative di produzione e lavoro, 445 coop sociali, 264 cooperative edilizie di abitazione, 209 di allevatori e conferimento di prodotti agricoli, 106 cooperative di pescatori, 80 di lavoratori agricoli, 25 consorzi di garanzia e fidi, 20 imprese di trasporto. Tricarico ha sottolineato che la stragrande maggioranza delle cooperative censite, il 92,7 per cento ha dichiarato di aderire alle Centrali cooperative che in Puglia rappresentano oltre 2mila 400 imprese, 400mila soci, 30mila occupati, due miliardi di euro di fatturato complessivo. Questo dato dimostra che il sistema di rappresentanza funziona e che le imprese cooperative continuano a dare fiducia alle associazioni: le cooperative in questo modo possono vantare un accresciuto senso di appartenenza e partecipazione, diventando un partner affidabile. “Tra le ombre emerse nell´indagine – ha aggiunto Tricarico - è evidente la forte polverizzazione ed una bassa attitudine a fruire dei canali della finanza agevolata. Sul versante commerciale la cooperazione presta il fianco all´insufficiente presenza in ambito internazionale, causata da una scarsa attitudine a proporsi sul mercato globale. Questo comportamento è un freno per risultati d´eccellenza e crea una ridotta riconoscibilità e una modesta capacità strategica di attivare canali che permettano di aggredire i mercati esteri”. La rete di sportelli Il progetto - promosso nell´Anno internazionale delle cooperative, con lo slogan “Produciamo energia positiva” - ha inoltre permesso di realizzare un´importante opera di animazione territoriale, grazie a una rete di 15 sportelli sul territorio regionale, con esperti che hanno fornito consulenza a cooperatori e aspiranti imprenditori in vari campi, dal marketing alla promozione aziendale, dall´assistenza fiscale e normativa agli strumenti della finanza agevolata. “Dai contatti presi durante le attività di sportello – ha detto Caterina Nardulli - sono scaturite molte storie, raccontate nella pubblicazione. Storie di imprese e di persone, storie di relazioni e vita cooperativa. Nel complesso l´iniziativa ha permesso di apprezzare un forte fermento imprenditoriale in Puglia; entusiasmo e interesse che indicano una energia positiva cooperativa”. Gli scenari futuri “Gli intervistati – ha proseguito Nardulli - auspicano un sistema che agevoli la crescita della responsabilità sociale di impresa, delle pari opportunità, dello sviluppo delle idee e favorisca un processo di aggregazione per scommettere sulle produzioni locali nei mercati globali. Tra gli scenari futuri tutti hanno l´obiettivo di una maggior collaborazione tra imprese e istituzioni, in particolare nel welfare, con la creazione di reti tra cooperative, sistema economico e sociale territoriale, per elevare il livello di ecosostenibilità del mercato, di vivibilità dei luoghi e benessere delle relazioni”. “La cooperazione – ha messo in evidenza durante la presentazione del progetto il presidente regionale di Confcooperative, Marco Pagano - rappresenta in Puglia il dieci per cento del prodotto interno lordo ed è una risposta moderna e vincente alla rapida evoluzione del tessuto economico e sociale. Formazione, innovazione, aggregazione e internazionalizzazione sono gli imperativi per creare insieme il movimento cooperativo del futuro”. “La cooperazione – ha concluso il presidente di Legacoop Puglia, Carmelo Rollo- è strumento privilegiato per fronteggiare questo grave momento di crisi. Ma, soprattutto, una forma d´impresa che offre alle giovani generazioni concrete possibilità di costruirsi un futuro, di innovare e crescere. Aggregarsi significa risollevarsi dall’immobilismo economico, creando sinergie per intraprendere nuove strade con il contributo di tutti. Perché ´da soli non c’è storia´”.  
   
   
LEGGE DI STABILITÀ: ALLEANZA COOPERATIVE, POSITIVI I 30 MLN PER AMMORTIZZATORI SETTORE  
 
Roma, 20 dicembre 2012 - “E’ un gesto di grande sensibilità che tiene conto, anche in questo finire di legislatura, della grave crisi che sta affrontando il settore. Il nostro ringraziamento va al governo e al parlamento che hanno compreso le necessità del comparto”. Commenta così l’Alleanza delle Cooperative italiane per il settore della pesca i trenta milioni di euro, destinati a garantire per il 2013, gli ammortizzatori sociali per il settore. La misura a sostegno dell’occupazione è inserita nella Legge di Stabilità che, concluso da poco l’esame in commissione Bilancio, passa ora al vaglio dell’Aula del Senato. “Dare una adeguata copertura ad interventi di sostegno al lavoro è strategico in un comparto che fatica trovare un ricambio generazionale e lamenta un grave calo occupazionale (con -38% di addetti negli ultimi dieci anni) e di reddito, che nei primi sei mesi del 2012 ha fatto registrare un - 30%, con due imprese ittiche su quattro che rischiano di non raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio  
   
   
STIPULATI IN CALABRIA I PRIMI CONTRATTI PER IL SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI DELLE PMI  
 
Catanzaro, 20 dicembre 20912 - L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi comunica che sono stati stipulati i primi contratti di finanziamento con le imprese beneficiarie, dopo appena tre mesi dall’avvio delle attività istruttorie relative al fondo regionale, per il sostegno agli investimenti delle piccole medie imprese regionali attraverso il “Mezzanine financing” ed esprime soddisfazione per il lavoro svolto dalla Regione e da Fincalabra, soggetto gestore del fondo. Il “Mezzanine financing” ha una dotazione finanziaria di 25 milioni di euro e rappresenta uno strumento finanziario innovativo rivolto, esclusivamente, ad imprese in possesso di ottimali parametri economico-finanziari, caratterizzate da una stabilità nella generazione prospettica di flussi di cassa generati dal capitale operativo, la cui capienza e dinamica devono garantire al soggetto finanziatore tanto il rimborso del capitale quanto la sua remunerazione alle condizioni richieste. Si caratterizza, inoltre, per essere subordinato rispetto ai tradizionali finanziamenti del debito (debiti senior) e per essere privo di garanzie reali. “Con tale strumento – dichiara l’assessore Caridi - la Regione interviene per migliorare le condizioni di contesto e sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle imprese ed in particolar modo intende agevolare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una particolare tipologia di finanziamento a medio-lungo termine, il finanziamento mezzanino, a fronte di investimenti materiali ed immateriali da realizzarsi in Calabria”. L’accesso al finanziamento è riservato a piccole medie imprese costituite nella forma di società di capitali, operanti nei settori specificamente ammessi, costituite da almeno tre anni, che abbiano approvato i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi sociali, ed in possesso dei parametri di bilancio e degli altri requisiti di ammissibilità previsti dall’avviso pubblico. Le domande sinora presentate al soggetto gestore sono state 14, per investimenti complessivi previsti pari ad oltre 11 milioni di euro e finanziamenti richiesti complessivamente pari a circa 7 milioni di euro. A fronte di tali domande, considerata anche la forte selezione compiuta sulle imprese proponenti e sui progetti di investimento proposti, sono state ammesse 9 imprese operanti nelle diverse aree territoriali regionali, per investimenti complessivi da realizzare pari a quasi 8 milioni di euro e finanziamenti positivamente deliberati per circa 5 milioni di euro. “Rivolgo il mio apprezzamento – prosegue Caridi - per la professionalità dimostrata dalla finanziaria regionale nella gestione di tale strumento di ingegneria finanziaria e soprattutto per le risposte fornite al sistema imprenditoriale calabrese in tempi particolarmente ristretti. Un ringraziamento anche al comitato di valutazione del fondo per il lavoro sin qui svolto e per l’impegno profuso, considerato anche il difficile momento economico attuale in cui risulta particolarmente arduo, per il sistema imprenditoriale, accedere al credito. Il fondo ‘Mezzanine financing’ – afferma ancora Caridi - è attivo e si ritiene che in futuro possa consentire all’amministrazione regionale, avvalendosi di fondi europei, di sostenere finanziariamente circa 50 imprese operanti sul territorio regionale a fronte di validi progetti di sviluppo aziendale. Un obiettivo – dice infine l’assessore Caridi - al quale il governo regionale punta con decisione, in linea con le strategie messe in campo dalla giunta presieduta dal Governatore Scopelliti e finalizzate a sostenere il sistema imprenditoriale calabrese con particolare riguardo alle agevolazioni per l’accesso al credito”.