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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Febbraio 2013
Politica
UE: DIBATTITO IN PLENARIA CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA FRANCESE, FRANçOIS HOLLANDE: "IL FUTURO DELL´UNIONE EUROPEA"  
 
Strasburgo, 6 febbraio 2013 - Di seguito l’intervento di ieri di José Manuel Durão Barroso Presidente della Commissione europea nel corso del dibattito in plenaria con il Presidente della Repubblica francese, François Hollande su : "Il futuro dell´Unione europea": “ Signor Presidente, Presidente della Repubblica, Signor Ministro, Illustri Membri, Prima di tutto mi congratulo con voi per aver organizzato questo dibattito. Signor Presidente, vorrei congratularmi con lei per il suo intervento in modo chiaro e forte condanna europea. E ´un piacere di incontrarmi con voi nella vostra lingua che non è mio e quindi mi scuso per alcuni errori, ma posso dirvi di più spontaneamente quello che sento e quello che ho pensare l´Europa e il ruolo unico del vostro paese al nostro progetto comune di costruzione europea. In primo luogo, un grande grazie per la Francia. A nome mio personale ea nome della Commissione europea, un grande grazie alla Francia per ciò che il vostro Paese ha dato per l´Europa e il mondo non solo per la sua cultura e di civiltà, ma anche un impegno concreto per la l´approfondimento del nostro progetto. E il suo discorso oggi è stata un´ulteriore prova di questo impegno. Grazie anche per l´impegno di Francia, e anche i vostri sforzi personali per garantire l´integrità e la stabilità dell´Unione economica e monetaria. Come lei ha detto, non era evidente e la Francia è sempre stato dalla parte di chi vuole scavare più a fondo, e la coerenza, l´integrazione e la solidarietà nella nostra Unione economica e monetaria. Ma la verità è che non siamo ancora fuori dalla crisi. Come potremmo dire che la crisi è finita quando abbiamo questi livelli di recessione e questi livelli insopportabili di disoccupazione in molti dei nostri paesi è per questo che dobbiamo continuare le riforme a livello nazionale e anche aumentare i nostri sforzi a livello europeo . Per quanto riguarda le nostre economie nazionali Vorrei anche congratularmi con la Francia per gli sforzi di risanamento del bilancio, le riforme per la competitività, gli sforzi per invertire la curva della disoccupazione. E qui voglio sottolineare l´importanza di un accordo tra le parti sociali in materia di mercato del lavoro che mostra la possibilità di trovare soluzioni in grado di garantire flessibilità per le imprese e la sicurezza per i lavoratori. Ma dobbiamo fare di più per promuovere l´Unione economica e monetaria per rafforzare la governance economica. E io conto su di voi in modo da poter approfondire questa unione economica e monetaria, mantenendo l´integrità del mercato interno, la coerenza dell´Unione nel suo insieme. Naturalmente, il risanamento delle finanze pubbliche, le riforme per la competitività, pur necessarie e indispensabili, non sono sufficienti a garantire la crescita. La crescita dall´inizio del suo mandato, lei ha giustamente posto al centro del dibattito in Francia e in Europa. Al fine di garantire la crescita sostenibile abbiamo anche bisogno di investimenti e lo strumento più importante che abbiamo per gli investimenti a livello europeo è proprio il bilancio dell´Ue. Per questo motivo faccio appello ai capi di Stato e di governo si riuniranno a Bruxelles questa settimana in modo che possiamo trovare un compromesso che è la misura delle ambizioni che abbiamo per l´Europa e ci permette di supportare tutte le riforme per la competitività, che ci permette di sostenere l´Europa 2020, mantenendo la nostra attenzione sulla solidarietà, economica, sociale, territoriale, che è un principio sancito nostri trattati. In particolare, la necessità di lottare contro la disoccupazione e la priorità è la lotta contro la disoccupazione giovanile per non avere una generazione perduta. Abbiamo anche bisogno di rafforzare la capacità di agire dell´Unione europea in Europa e nel mondo , come ha giustamente sottolineato. E poi, infine, vorrei riconoscere un omaggio molto sincero per il coraggio e la determinazione della Francia. Essere con la gente del Mali, è stato garantito che l´Europa era presente anche nella difesa dei nostri interessi e valori per dimostrare che abbiamo una missione che va oltre i confini del corso d´Europa. Signor Presidente, la ringrazio, perché hai fatto oggi non solo il volontarismo della Francia, ma anche la convinzione personale per l´integrazione e la solidarietà. Grazie. "  
   
   
FRANçOIS HOLLANDE: "MI RIFIUTO DI CONDANNARE L´EUROPA ALL´AUSTERITÀ PERPETUA" "FARE TAGLI MA SENZA INDEBOLIRE L´ECONOMIA" "SOSTENERE LA PARTE DELLA POPOLAZIONE PIÙ DEBOLE"  
 
Strasburgo, 6 febbraio 2013 - Trovare una soluzione migliore per uscire dalla crisi e realizzare un´Europa più integrata, garantire un budget europeo a lungo termine e l´intervento militare in Mali. Ecco i temi sviluppati da François Hollande durante il suo discorso davanti ai deputati martedì mattina. A pochi giorni dal summit europeo di Bruxelles il 7-8 febbraio relativo al budget dell´Ue, la maggior parte dei deputati hanno chiesto il sostegno della Francia per un budget dell´Ue capace di rilanciare la crescita. "La crisi nell´Eurozona potrebbe essere alle nostre spalle, ma dobbiamo ancora imparare la lezione" ha indicato il presidente François Hollande, aggiungendo che "ci può essere nessuna tregua fino quando un giovane su due cerca lavoro, come accade in alcuni Stati membri". Ha anche aggiunto: "Mi rifiuto di condannare l´Europa all´austerità perpetua". Rispetto al budget dell´Ue, il Presidente francese ha ricordato l"importanza di "fare tagli ma senza indebolire l´economia", dei fondi sufficienti alle politiche dell´agricoltura e di coesione, promuovendo l´innovazione e sostenendo la parte della popolazione più debole. Esprimendosi sull´azione militare in Mali, ha sottolineato l´urgenza dell´intervento: un ritardo avrebbe lasciato più spazio al terrorismo. José Manuel Barroso (presidente della Commissione europea) - "La crisi non è ancora finita. Il tasso di disoccupazione è intollerabile. La riforma sulla competitività è indispensabile. Per garantire una crescita sostenibile abbiamo bisogno di investimenti, e lo strumento necessario è il budget dell´Ue". Joseph Daul (Ppe) si è opposto all´attuale proposta del Consiglio per il prossimo quadro finanziario pluriennale. "Queste proposte si muovono nella direzione sbagliata e attaccano uno dei migliori strumenti per rilanciare la crescita: il budget dell´Ue, il 94% torna agli Stati membri. La proposta presentata oggi rappresenta la resa della politica e siamo pronti a rifiutarla". Hannes Swoboda (S&d) - "Il costo della disoccupazione è molto alto. Abbiamo una politica di crescita, ma ora dobbiamo implementarla per creare nuovi lavori. L´europa ha bisogno di un equilibrio con un approccio sul lungo termine". Guy Verhofstadt (Alde) - "L´europa non ha futuro a meno che non vada verso una soluzione federale". In tempo di austerità una maggiore mutualizzazione delle risorse nei settori quali la difesa e l´innovazione, può essere una soluzione. Daniel Cohn-bendit (Verdi) - "Considerata la recessione negli Stati membri, abbiamo bisogno di un budget dell´Ue capace di rilanciare quelle economie". Martin Callanan (Ecr) - "Per lei il mercato unico significa regole sul lavoro comuni, tasse e politiche economiche. Per me significa maggiore competitività tra Stati membri e quindi maggiore competitività sul mercato internaizonale". Philippe De Villiers (Efd) - "Il vostro sogno di fusione delle nazioni in Europa non interessa più ai cittadini". Gabriele Zimmer (Gue) - "L´austerità significa meno crescita. L´austerità e i salari bassi sono tossici". Sul Mali ha indicato che l´intervento militare è stata una direzione sbagliata e che le conseguenze sul lungo termine sono ancora da capire.  
   
   
UE: L’ALTO RAPPRESENTANTE VICEPRESIDENTE CATHERINE ASHTON NOMINA IL NUOVO CAPO DELLA DELEGAZIONE UE ALLA FEDERAZIONE RUSSA  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2013- Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza / Vicepresidente della Commissione, ha annunciato oggi la nomina di Vygaudas Usackas il nuovo capo della delegazione della Federazione Russa.il Signor Usackas, dal 2010, è stato inviato come capo della delegazione dell´Unione europea e rappresentante speciale dell´Ue in Afghanistan. Prima di questo, ha seguito una brillante carriera diplomatica in Lituania, anche in qualità di Ambasciatore, in primo luogo negli Stati Uniti d´America, e successivamente nel Regno Unito, prima di servire in ultima analisi, come ministro degli Esteri della Lituania. Catherine Ashton ha dichiarato: "Sono lieta di annunciare la nomina del sig Usackas a capo della nostra delegazione di Mosca Questa è una posizione chiave nel Servizio europeo per l´azione esterna Vygaudas Usackas ha fatto un lavoro eccezionale per noi in Afghanistan e non vedo l´ora.. Di lavorare con lui in questo nuovo ruolo .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO E PICCOLE IMPRESE: I DEPUTATI CHIEDONO NUOVE REGOLE PER FACILITARE ACCESSO AL CREDITO  
 
Strasburgo, 6 febbraio 2013 - Le piccole imprese hanno bisogno di prestiti su misura per le proprie necessità, di forme alternative di venture capital, di regole più chiare nella collaborazione con i finanziatori e pagamenti più rapidi dalle altre aziende. È quanto hanno chiesto i deputati martedì, approvando una risoluzione che chiede il varo di norme europee in tal senso. "Ci sono più di 23 milioni di piccole e medie imprese in Europa, ognuna delle quali con le proprie necessità. Questa grande diversità ha bisogno di regole chiare per i finanziamenti di stato e per le alternative ai prestiti bancari. Forme innovative di venture capital possono aiutare a superare le differenze. Gli istituti finanziari e i creditori dovrebbero anche sforzarsi di comunicare con gli imprenditori e attenersi a regole più chiare nell´uso delle garanzie, nei rimborsi anticipati e nelle possibili sanzioni", ha dichiarato Philippe De Backer (Alde, Be). Richiedere alla banche di erogare prestiti su misura - Le piccole imprese (come quelle a conduzione familiare, le imprese high-tech e le start-up) hanno difficoltà più degli altri attori economici ad ottenere dei finanziamenti. I deputati propongono di chiedere alle banche che, per superare la crisi, ricevono aiuti di Stato o il sostegno della Banca centrale europea, di erogare prestiti su misura delle necessità delle piccole e medie imprese. Chiarire le regole sul rapporto con i finanziatori - Secondo la risoluzione, per aumentare le possibilità per le piccole imprese di ottenere un prestito bisognerebbe aiutarle ad acquisire delle conoscenze finanziarie di base. Regole chiare su come collaborare e scambiare informazioni con i finanziatori, per esempio sulla posizione finanziaria del creditore o le possibilità per il debitore di rimborsare il prestito in anticipo, ridurrebbero le incertezze di entrambi i lati, aggiungono i deputati. Non ritardare la direttiva sui ritardi di pagamento - Data la vulnerabilità delle piccole imprese quando altre ritardano nei pagamenti, i deputati chiedono agli Stati membri di far entrare in vigore la direttiva Ue senza altri ritardi. In questo modo, si potrà richiedere il pagamento degli interessi sui pagamenti effettuati con più di 30 giorni di ritardo. La risoluzione è stata approvata con 538 voti a favore, 20 contrari e 22 astenuti.  
   
   
PROPOSTA PER PROTEGGERE L´EURO E LE ALTRE VALUTE CONTRO LA CONTRAFFAZIONE  
 
 Strasburgo, 6 Febbraio 2013 - Domande e Risposte: Perché abbiamo bisogno di proteggere le monete in euro e le altre? Contraffazione dell´euro e le altre valute resta una preoccupazione in tutta l´Unione europea. L´euro è particolarmente suscettibile alla contraffazione su scala transnazionale. L´ue dispone già di strumenti specificamente progettati per proteggere l´euro, come ad esempio il quadro giuridico l´autenticazione delle banconote e monete in euro e un programma dell´Unione europea per la sensibilizzazione e la formazione (programma Pericle). La Convenzione internazionale per la repressione del falso nummario del 1929 (Convenzione di Ginevra) stabilisce le norme per garantire che le sanzioni severe penali e altre sanzioni possono essere comminate per i reati di contraffazione. , in particolare la decisione quadro 2000/383/Gai richiede Sates membri di garantire che la contraffazione reati sono puniti e le sanzioni. Tuttavia, gli Stati membri hanno adottato norme molto divergenti con conseguente divergenti livelli di protezione e pratiche. Le norme vigenti, pertanto devono essere rafforzate per migliorare l´indagine prevenzione e la sanzione della contraffazione dell´euro in tutta l´Ue. Perché la Commissione propone questa direttiva? L´obiettivo della direttiva è quello di aumentare la protezione dell´euro e di altre valute attraverso misure di diritto penale per garantire un livello adeguato ed efficace di protezione in tutta l´Unione europea. Il trattato di Lisbona dota l´Unione europea, con ulteriori strumenti per affrontare questo problema attraverso misure di diritto penale (in particolare, l´articolo 83 (1), del trattato sul funzionamento dell´Unione europea). Come livelli di sanzione s variano in tutti gli Stati membri? Esistono notevoli differenze per quanto riguarda i livelli delle sanzioni applicabili negli Stati membri per le principali forme di contraffazione (produzione e distribuzione). Considerando che la pena massima per le contraffazioni di produzione è stato armonizzato nel 2000, ad una pena detentiva di almeno otto anni, la situazione per quanto riguarda il livello minimo delle sanzioni per la contraffazione di valuta è diversa. Da un lato, ci sono o non sanzioni minime in vigore in alcuni Stati membri (ad esempio, Cipro e Svezia), o disposizioni di legge prevedono sanzioni (ad esempio, Irlanda e Paesi Bassi). D´altra parte, la sanzione minima in altri Stati membri è alto come dieci anni di reclusione (ad esempio Grecia e Lussemburgo). Per quanto riguarda la pena massima per la distribuzione di prodotti contraffatti, la maggior parte degli Stati membri applicano nel loro diritto nazionale lo stesso livello per il reato di produzione e il reato di pronunciare e di reati connessi. Tuttavia, t egli livello massimo delle sanzioni per la distribuzione dei falsi varia tra quattro anni per venti anni. S everal Stati membri (es. Portogallo) prevedere una sanzione significativa massima inferiore a otto anni. Perché l´attuale quadro giuridico deve essere rafforzato? I l ha seguito carenze nel quadro giuridico sulla protezione della moneta unica europea contro la contraffazione sono stati individuati : Sanzioni insufficienti Il livello delle sanzioni per la contraffazione di valuta non è sufficientemente dissuasive ed efficaci. Ci sono importanti differenze tra le sanzioni previste negli Stati membri, che è uno dei motivi per la deterrenza e la protezione insufficiente irregolare l´euro e le altre valute in tutta l´Unione europea. Non ci sono sanzioni minime in vigore in alcuni Stati membri, e la sanzione minima in altri è alto come dieci anni di reclusione. Ciò ostacola anche la cooperazione tra gli Stati membri e la rende potenzialmente attraente per i criminali a spostare le loro attività agli Stati considerati più indulgente nella loro reazione alla falsificazione dell´euro. Transfrontalieri ostacolato indagini Transfrontalieri indagini e azioni penali potrebbe non riuscire a causa di problemi di cooperazione derivanti dalle differenze nella disponibilità di efficaci strumenti investigativi, come le intercettazioni di comunicazioni, il controllo dei conti bancari o altre indagini finanziarie. In alcuni Stati membri dell´Unione europea (per esempio in Italia) falsificazione di monete, che è una comune attività della criminalità organizzata, non è ancora risolto il problema per mezzo di strumenti di indagine in genere utilizzati per la criminalità organizzata e casi transnazionali. Prevenzione insufficiente Se durante il procedimento giudiziario falsi sequestrati non vengono trasmessi in modo tempestivo alle autorità competenti per l´analisi, ritardi nella regolazione delle macchine per contraffatti si verificherà, con la conseguente denaro falso continuano a circolare. Attualmente non vi è alcun obbligo di trasmettere falsi sequestrati nel corso dei procedimenti giudiziari. In pratica, in alcuni casi, le autorità giudiziarie rifiuti il ​​trasferimento dei campioni di banconote in euro contraffatte e le monete per l´analisi prima della fine del procedimento penale, anche se tale trasferimento sarebbe possibile, tenendo conto della quantità di falsi sequestrati. Il trasferimento di tali falsi dopo la fine del procedimento penale è solo un valore limitato. Ci sono spesso notevoli ritardi, a volte anni, prima della nota di gestione e monete macchine per l´elaborazione utilizzati dagli istituti finanziari possono essere regolati per rilevare le contraffazioni e prevenire tali tipi di prodotti contraffatti da ulteriori circolazione. Quali sono le soluzioni che la Commissione propone oggi? Oggi priposal di direttiva relativa alla protezione dell´euro e le altre valute contro la contraffazione: chiede agli Stati membri di garantire che efficaci strumenti d´indagine sono a disposizione per agevolare le indagini transfrontaliere di reati di contraffazione di valuta ; Fornisce una tempestiva trasmissione dei falsi sequestrati per l´analisi tecnica e di rilevazione nel corso del procedimento giudiziario per aumentare la possibilità di rilevare banconote e monete in circolazione; introduce una definizione comune dei reati relativi alla contraffazione monetaria : la produzione e la distribuzione di banconote e monete false dovrebbe essere un reato penale; stabilisce un livello minimo di sanzioni penali applicabili a tali reati crescenti deterrenza contro i principali reati di contraffazione (produzione e distribuzione) . Le sanzioni proposte sono proporzionate alla gravità dei reati e il notevole impatto della contraffazione dell´euro e le altre valute per cittadini e imprese. Il sistema sanzione proposta per la produzione e la distribuzione di banconote e monete contraffatte è il seguente Fase 3: Per i reati che coinvolgono monete e banconote per un valore nominale complessivo di almeno Eur 10 000 (o aspetti di particolare gravità) reclusione di almeno sei mesi carcere con una pena massima di almeno otto anni Fase 2: Per i reati che coinvolgono monete e banconote per un valore nominale complessivo di almeno 5 000 Eur pena della reclusione pena massima di almeno otto anni Step 1: Per i reati che coinvolgono banconote e monete di un valore nominale complessivo inferiore a 5 000 euro (e non di particolare gravità) Gli Stati membri possono prevedere una sanzione diversa da carcere (come multe) Quali strumenti di indagine copre questa proposta? Gli agenti di polizia e pubblici ministeri che lavorano su casi di contraffazione di valuta dovrebbero avere accesso agli strumenti di indagine utilizzati nella lotta contro i reati gravi organizzata o di altro tipo. Tali strumenti comprendono l´intercettazione di comunicazioni, la sorveglianza discreta e il controllo dei conti bancari, pur tenendo conto del principio di proporzionalità e la natura e la gravità dei reati. Quali reati e livelli di sanzioni copre questa proposta? Reati includono la produzione di banconote e monete e la loro distribuzione , la produzione di strumenti di contraffazione e componenti, l´uso improprio di strumenti legali o materiale e contraffazione di moneta non ancora emessa ma destinata alla circolazione. L´euro è la moneta unica dell´Unione economica e monetaria stabilito dal l´Unione europea e un vero e proprio comune europeo "buono". Si devono quindi essere protette in modo coerente in tutta l´Unione, ad esempio fissando un livello minimo di pena detentiva di almeno sei mesi per i casi di contraffazione su larga scala e di particolare gravità. Ciò rafforzerà la deterrenza e la cooperazione giudiziaria. Le sanzioni proposte sono proporzionate alla gravità dei reati e la contraffazione notevole impatto dell´euro e le altre valute per cittadini e imprese. Soglie diverse a seconda del valore totale delle contraffazioni e la serietà del caso (vedi sopra) . Per una caso riguardante falsi per un valore totale di almeno € 10 000 o particolarmente grave dei casi, una sanzione da un minimo di almeno sei mesi e un massimo di almeno otto anni di carcere dovrebbero essere previste nelle leggi nazionali di gli Stati membri. Ai reati di contraffazione di meno di 5.000 euro, gli Stati membri non dovrebbero prevedere una pena detentiva minima e una multa potrebbe anche essere imposta. Per i reati che comportano tra euro 5.000 e 10.000 euro, gli Stati membri dovrebbero prevedere una pena detentiva. Le sanzioni più basse può essere applicata solo per i casi che non riguardano situazioni di particolare gravità. Gli Stati membri potrebbero imporre disposizioni più rigorose di quelle previste nella proposta. Le norme ed i principi generali del diritto penale nazionale sull´applicazione e l´esecuzione delle sentenze in base alle circostanze concrete restano applicabili. Ciò significa che in singoli casi i tribunali continueranno nell´esercizio del loro potere discrezionale che tenga conto di tutte le circostanze aggravanti e attenuanti nell´ambito del quadro giuridico applicabile. Nazionali principi generali in materia di esecuzione delle pene, come ad esempio sulla liberazione anticipata o condizionale continueranno ad applicarsi. Come molti di euro sono falsi? Secondo i dati raccolti dalla Banca centrale europea (Bce), il totale dei danni creata finanziaria di euro falsificati registrati in Europa dopo l´introduzione dell´euro nel 2002 è pari ad almeno 500 milioni di euro. Secondo una recente relazione semestrale da parte della Bce, 310 000 banconote false in euro per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro sono state ritirate dalla circolazione nella seconda metà del 2011, e il danno economico per il primo semestre del 2012 era pari a 13 milioni. La Bce rileva un incremento del 11,6% per quanto riguarda la quantità recuperata nel secondo semestre del 2012 rispetto ai primi sei mesi. Poiché queste cifre riguardano solo quelle note che sono stati individuati e sequestrati, una zona grigia rimane comunque. Qual è la base giuridica per questa proposta? U nder dell´articolo 83 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea l´Ue può adottare direttive con le norme minime in materia di diritto penale comunitario per reati di particolare gravità con una dimensione transfrontaliera. Se adottata, questa proposta dovrebbe essere attuata da tutti gli Stati membri partecipanti, o che potrebbero essere intentate azioni legali davanti alla Corte di giustizia europea. Il Regno Unito e l´Irlanda possono optare nella direttiva, mentre la Danimarca non partecipa nella direttiva. Quali altre misure sono previste per proteggere i euro? La decisione quadro fa parte di un quadro giuridico globale che consiste anche di misure amministrative e di formazione, come ad esempio: Regolamento (Ce) n 1338/2001 disciplina come banconote e monete in euro possono essere pronunciate in modo tale da essere protette contro la contraffazione. Si affronta anche temi come la raccolta e l´accesso ai dati tecnici e statistici relativi alle banconote e monete false, l´esame delle banconote e delle monete da parte dei Centri di analisi nazionali, gli obblighi degli enti creditizi e la centralizzazione delle informazioni a livello nazionale. Decisione della Banca centrale europea (Bce/2010/14), l´autenticità, il controllo fitness e ricircolo delle banconote in euro. Regolamento (Ue) N. 1210/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all´autenticazione delle monete in euro e al trattamento delle monete non adatte alla circolazione. Decisione 2005/511/Gai del Consiglio relativa alla protezione dell´euro contro la falsificazione attraverso la designazione dell´Europol quale ufficio centrale per la lotta contro la falsificazione dell´euro. Decisione 2002/187/Gai del Consiglio che istituisce l´Eurojust per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità, stimolando e migliorando il coordinamento e la cooperazione tra le autorità giudiziarie competenti degli Stati membri anche nel campo della contraffazione dell´euro. Mirate azioni di scambi, assistenza e formazione degli agenti di polizia, con l´obiettivo di stabilire più stretti legami professionali, sono finanziati dall´Unione attraverso il programma Pericle. Quali sono i prossimi passi verso una migliore tutela degli euro? La proposta sarà ora trasmessa al co-legislatori, il Parlamento europeo e il Consiglio per la discussione e l´adozione secondo la procedura legislativa ordinaria (codecisione). Vedi anche Ip/13/88  
   
   
LOTTA CONTRO IL RICICLAGGIO: REGOLE PIÙ RIGOROSE PER FAR FRONTE A NUOVE MINACCE  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2013 - La Commissione ha adottato ieri due proposte miranti a rafforzare le vigenti norme Ue in materia di riciclaggio di denaro e di trasferimenti di fondi. I rischi associati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo sono in costante evoluzione, e quindi sono necessari adeguamenti periodici delle norme. Il Commissario per il Mercato interno e i servizi Michel Barnier ha dichiarato: "L’unione è in prima linea nella lotta internazionale contro il riciclaggio dei proventi del crimine. I flussi di denaro proveniente da attività criminose possono minare la stabilità e danneggiare la reputazione del settore finanziario, e il terrorismo scuote le fondamenta stesse della nostra società. Oltre all’approccio basato sul diritto penale, la prevenzione mediante il sistema finanziario può contribuire a porre un freno al riciclaggio di denaro. Il nostro obiettivo è proporre norme chiare per rafforzare la vigilanza esercitata da banche, avvocati, commercialisti e da tutte le professioni interessate.” La Commissaria per gli Affari interni Cecilia Malmström ha dichiarato: “Il denaro sporco, proveniente dal traffico di droga, dal commercio illegale di armi o dal traffico di esseri umani, non può avere spazio nella nostra economia. Dobbiamo impedire alla criminalità organizzata di riciclare il denaro attraverso il sistema bancario o il settore del gioco d’azzardo. Per proteggere l’economia legale, sopratutto in tempi di crisi, dobbiamo stringere le maglie larghe della normativa attraverso le quali si insinuano criminali e terroristi. Dobbiamo impedire che le nostre banche diventino le lavanderie automatiche dei soldi del crimine o siano usate per finanziare il terrorismo." Il pacchetto presentato oggi integra altri provvedimenti della Commissione, già adottati o in programma, in materia di lotta contro la criminalità, la corruzione e l’evasione fiscale. Esso comprende: · una direttiva relativa alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo · un regolamento riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi, al fine di garantire la "dovuta tracciabilità”. Entrambe le proposte tengono pienamente conto delle ultime raccomandazioni[1] del gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi) (cfr. Memo/12/246), l’organismo internazionale per la lotta contro il riciclaggio, ma si spingono oltre su alcuni aspetti, per promuovere i massimi standard nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Nello specifico, entrambe le proposte prevedono un approccio più mirato basato sui rischi. In particolare, la nuova direttiva: · migliora la chiarezza e l’uniformità delle norme in tutti gli Stati membri · prevedendo un meccanismo chiaro per l’individuazione dei beneficiari effettivi. Inoltre, le imprese saranno tenute a conservare i dati relativi all’identità di chi si cela realmente dietro le società. · accrescendo la chiarezza e la trasparenza delle norme sull’obbligo della verifica della clientela al fine di disporre di controlli e procedure adeguate che consentano una migliore conoscenza della clientela ed una migliore comprensione della natura delle loro attività. In particolare, è importante assicurare che le procedure semplificate non siano indebitamente percepite come un’esenzione totale dall’obbligo; · estendendo inoltre le disposizioni in materia di persone politicamente esposte, (ossia le persone maggiormente esposte al rischio di corruzione in ragione degli incarichi politici che ricoprono) alle persone politicamente esposte “nazionali” (ossia residenti negli Stati membri dell’Ue), in aggiunta alle persone “straniere”, e alle persone in seno alle organizzazioni internazionali. Si tratta, tra l’altro dei capi di Stato, dei membri di governo, dei parlamentari, dei giudici dei più alti organi giurisdizionali; · estende il suo ambito di applicazione per far fronte a nuove minacce e vulnerabilità · assicurando ad esempio l´inclusione del settore del gioco d’azzardo nell‘ambito di applicazione (la precedente direttiva riguardava solo i casinò) e includendo un esplicito riferimento ai reati fiscali; · promuove standard elevati di lotta contro il riciclaggio del denaro · spingendosi oltre le disposizioni del Gafi in materia e ampliando il suo ambito di applicazione a tutte le persone che offrono merci o prestano servizi contro pagamento in contanti di importo pari o superiore a 7 500 euro, perché alcuni portatori di interesse ritengono insufficiente l’attuale soglia di 15 000 euro. A queste persone si applicheranno le disposizioni della direttiva, tra cui l’obbligo della verifica della clientela, di conservare i dati, di dotarsi di controlli interni e di segnalare le operazioni sospette. La direttiva fissa un livello minimo di armonizzazione, ma gli Stati membri potranno decidere di abbassare ulteriormente la soglia; · rafforza la cooperazione tra le differenti unità di informazione finanziaria, che avranno il compito di ricevere, analizzare e trasmettere alle autorità competenti le segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Le due proposte prevedono il rafforzamento dei poteri sanzionatori delle autorità competenti, ad esempio mediante la previsione di un insieme minimo di norme basate su principi per inasprire le sanzioni amministrative, e dell’obbligo a loro carico di coordinamento delle azioni nei casi transfrontalieri. Contesto A seguito della pubblicazione di una nuova serie di norme internazionali nel febbraio 2012 (Ip/12/357), la Commissione ha deciso di aggiornare rapidamente il quadro normativo dell’Ue, introducendovi le necessarie modifiche. Parallelamente la Commissione ha avviato la revisione della terza direttiva antiriciclaggio, revisione che ha evidenziato la necessità di aggiornare il vigente quadro normativo per colmare tutte le lacune individuate. La proposta di aggiornamento della normativa dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio con procedura legislativa ordinaria. Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/internal_market/company/financial-crime/index_en.htm    
   
   
UE: CATHERINE ASHTON SULLA PROSSIMA TORNATA DI COLLOQUI SUL NUCLEARE CON L´IRAN  
 
Bruxelles, 6 febbraio 2013 - Il portavoce di Catherine Ashton, Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la Politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, ha rilasciato la seguente dichiarazione di ieri: "Helga Schmid, vice segretario generale del Servizio europeo per l´azione esterna, concordato oggi con il dottor Ali Bagheri, vice segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell´Iran, che il prossimo round di colloqui tra l´E3 +3 e l´Iran sul ​​programma nucleare iraniano si terrà a Almaty, Kazakistan il 26 febbraio. L´alto rappresentante desidera ringraziare il governo del Kazakistan per la sua generosa offerta di ospitare i colloqui. Lei spera che i colloqui saranno produttivi e che i progressi concreti può essere fatto verso una soluzione negoziata e venire incontro alle preoccupazioni della comunità internazionale per il programma nucleare iraniano ".  
   
   
REGIONE LOMBARDIA PUÒ ANTICIPARE RIPRESA ANCHE SU EUROPA  
 
 Milano, 6 febbraio 2013 - Regione Lombardia potrebbe anticipare la svolta nella ripresa economica ancora prima sia dell´Italia, sia della stessa Europa. Gli imprenditori lombardi sono infatti riusciti a inserirsi nei trainanti mercati al di fuori dell´Europa. E´ questo il dato che è emerso ieri nel corso della presentazione dei dati congiunturali per il quarto trimestre del 2012, avvenuta a Milano nella sede di Unioncamere. Alla conferenza stampa ha preso parte anche il vice presidente e assessore all´Industria e all´artigianato di Regione Lombardia. "Un dato positivo - ha detto il vice presidente -, che si deve legare all´attività della Regione, che ha spinto sulle reti d´impresa. E proprio le reti di impresa sono quelle che crescono maggiormente e fanno aumentare anche dimensionalmente le Pmi, oltre che ampliare i mercati". I Dati - Il quarto trimestre 2012 ha fatto registrare, per la prima volta dopo cinque trimestri, un dato positivo di +0,7 per cento, anche se permane negativo rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Bene dunque la produzione industriale, mentre rimane negativo il dato tendenziale: -1,3 per cento. Le aspettative presentano un lieve miglioramento per la domanda interna, anche a fronte della tenuta degli ordini esteri. E proprio la domanda estera presenta aspettative positive e ulteriore crescita. "Si può parlare - hanno spiegato a Unioncamere - di arresto della caduta, più che di una vera e propria ripresa, che ha caratterizzato maggiormente le imprese di grandi dimensioni e quelle produttrici di beni intermedi". I Settori Che Vanno Meglio - Sono quattro i comparti che sono in territorio positivo. Buone le percentuali di pelle e calzature +5 per cento, tessile +1,6 per cento, mezzi di trasporti +0,6 per cento, chimica +0,6 per cento. In difficoltà, invece, siderurgia, alimentare e meccanica. Resta Il Problema Dell´artigianato - Il decremento produttivo dell´artigianato rispetto al quarto trimestre 2011 registra ancora un -6 per cento, mentre rispetto al trimestre precedente il dato è -1,2 per cento. L´andamento generale scende rispetto alle performance pre-crisi: scende sotto il 70 per cento. Risultato negativo diffuso a tutti i settori produttivi. In contrazione oltre il 10 per cento abbigliamento e minerali non metalliferi. Accesso Al Credito - "Regione Lombardia, in questi anni, ha cercato di risolvere il tema dell´accesso al credito, che è elemento determinante per lo sviluppo, come si è fatto con ´Credito Adesso´" ha detto ancora il vice presidente. "Altro punto - ha concluso - è il tema dell´attrattività della grande industria con gli accordi Aster".  
   
   
IL PRESIDENTE TOSCANO SU MPS: “PUÒ TORNARE AD ESSERE GRANDE BANCA A SERVIZIO DEL TERRITORIO”  
 
Firenze, 6 febbraio 2013 – La banca Mps ce la farà. Ne è convinto il presidente della Toscana, che lancia un messaggio di fiducia; e lo ripete più volte stamani nell’aula del consiglio regionale a Firenze, in una seduta straordinaria tutta dedicata alle vicende della banca senese. Se ne può uscire, dice Enrico Rossi che ai nuovi dirigenti dell’istituto concede piena fiducia. Stigmatizza le strumentalizzazioni che ci sono state e che hanno fatto pagare alla banca un prezzo assai più alto del dovuto. Mps non ha niente a che vedere, si sofferma ancora, con la crisi finanziaria delle banche spagnole o le difficoltà di istituti tedeschi e olandesi. Invita pertanto tutti a fare altrettanto, separando la politica dalle vicende dell’azienda. Per il presidente della Toscana, e lo dice più volte, Mps è un’azienda sana, ben patrimonializzata, che ha fatto credito in modo molto oculato, che aveva visto il titolo anche risalire prima delle ultime vicende, in grado di restituire il prestito ricevuto dallo Stato e che può dunque tornare ad essere una grande banca a servizio del territorio e della sua economia, tra le prime banche del Paese. Un’azienda importante della regione, dove lavorano parecchi lavoratori e con cui lavorano molte aziende. Questo interessa alla Regione. Se poi qualcuno ha commesso errori (e deve pagare), chiosa il presidente, lo dovranno stabilire altri: non la Regione o la politica, che al massimo può intervenire nel dibattito sulla necessità (o meno) di andare oltre la riforma Amato. Derivati - Quanto ai derivati il presidente della Toscana ha chiarito nuovamente oggi in aula come la Regione abbia firmato con Mps, nel 2006, un solo contratto di swap: un innocuo “plain vanilla”, il cui rischio e i cui costi impliciti sono stati ritenuti nel 2011 dalla società di consulenza Martingale Risk Italia assolutamente accettabili. Niente di che spartire, sottolinea, con quelle “salsicce” che la crisi internazionale ha svelato che possono contenere titoli ad alta tossicità. La Regione ha agito da subito e in maniera rigorosa a tutela della finanze pubbliche, controllando e monitorando. Quello con Mps è uno dei 22 contratti di derivati stipulati dal 1999 al 2006. Tutti e 22 coprivano un anno e mezzo fa circa un terzo del miliardo o poco più di debito contratto complessivamente dalla Regione. Per alcuni derivati è stata intrapresa una procedura di annullamento in autotutela. Non è il caso dell’ Mps – 35 milioni circa il valore del contratto – che è invece servito, tranquillizza il presidente della giunta, per trasformare un vecchio mutuo da tasso variabile a tasso fisso, pagando oggi (fino al 2035) il 4,3 per cento finito, un tasso certo non fuori mercato.  
   
   
VALLE D’AOSTA, POLITICA REGIONALE DI SVILUPPO 2007/13: CONCLUSI I LAVORI DEL FORUM PARTENARIALE  
 
 Aosta, 6 febbraio 2013 - Il Presidente della Regione Augusto Rollandin, una buona rappresentanza del partenariato economico, sociale e istituzionale, i responsabili regionali dei Programmi e gli esperti esterni del Nucleo regionale di valutazione (Nuval) hanno preso parte ieri, lunedì 4 febbraio, al Forum partenariale della Politica regionale di sviluppo 2007/13, appuntamento che si ripete con cadenza annuale ormai dal 2009 e nel corso del quale è stato illustrato il Rapporto di valutazione 2012 dei Programmi a cofinanziamento europeo e statale. L’incontro si è articolato in quattro momenti, il primo dei quali dedicato all’avanzamento della Politica regionale di sviluppo, anche rispetto alle priorità di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva della Strategia Europa 2020. E’ emerso che finora sono stati destinati ai progetti i ¾ delle risorse finanziarie disponibili, pari a circa 371 milioni di euro, e che si prevede che l’impiego delle risorse residue avverrà entro dicembre 2013. L’avanzamento dei pagamenti risulta soddisfacente, anche se occorre accelerarli per completarli entro la scadenza del 2015. L’illustrazione degli esiti degli approfondimenti tematici si è poi concentrata sulla sostenibilità e sull’integrazione degli interventi così come sulla semplificazione delle procedure, aspetti questi che erano stati valutati di particolare interesse da parte del partenariato nel Forum dello scorso anno. In particolare, la discussione si è concentrata sul concetto di sostenibilità, che, in un periodo di contrazione delle risorse finanziarie disponibili, impone grande attenzione nella scelta dei progetti da realizzare, affinché producano effetti durevoli nel tempo. Il partenariato ha evidenziato l’importanza di dare una lettura della sostenibilità che tenga conto delle diverse tipologie di progetti, che sappia valorizzare il coinvolgimento degli attori locali per garantire la continuità delle iniziative e che non trascuri, in fase di progettazione, l’importanza della successiva gestione. Per quanto riguarda invece l’integrazione, essa assumerà un’importanza fondamentale nella prossima programmazione dei fondi europei e per questo la Valle d’Aosta dovrà trarre insegnamento dall’attuale esperienza, per replicare quanto ha funzionato (come ad esempio i progetti integrati territoriali) e per individuare modalità più efficaci laddove si siano registrate delle criticità. Infine, la semplificazione delle procedure è chiaramente auspicata da tutti i beneficiari, in particolare dai soggetti individuali, dalle piccole imprese e dai Comuni di dimensioni limitate. A livello regionale non sarà possibile modificare norme e condizioni poste sul versante europeo e statale, ma si potranno potenziare le azioni di accompagnamento e di assistenza, in parte già adottate dalle Autorità di gestione. Delle proposte operative formulate dal Nuval, condivise dai presenti, si terrà conto nel prosieguo dell’attuazione dei Programmi 2007/13 e nella preparazione di quelli relativi al 2014/20. Rispetto alla programmazione 2014/20, in corso di definizione, è stato fornito anche un aggiornamento sull’avanzamento del negoziato a livello europeo, nazionale e regionale. I componenti del partenariato istituzionale, economico e sociale saranno a breve chiamati a fornire nuovamente il loro contributo, in particolare nel corso delle consultazioni che saranno avviate dalle Autorità di gestione chiamate a preparare i Programmi a cofinanziamento europeo e statale del periodo 2014/20.  
   
   
SCUOLA DIGITALE, TERAPIA PER I DISTURBI ALIMENTARI E AREE PROTETTE SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI IL 5 FEBBRAIO DALLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE.  
 
Torino, 6 febbraio 2013 – Di seguito le decisioni della Giunta regionale la cui riunione è stata coordinata dal presidente: Scuola digitale. Le modalità operative per l’attuazione dell’accordo del 18 settembre scorso tra Regione, Ministero dell’Istruzione e Ufficio scolastico regionale per lo sviluppo del piano Scuola digitale - proposte dagli assessori all’Istruzione, allo Sviluppo economico, alla Formazione professionale e alla Montagna - stabiliscono che lo stanziamento complessivo di 4.295.000 euro venga così suddiviso: la quota di 2.095.000 euro del Ministero sia destinata alle azioni rivolte alle scuole statali, la quota di 2.200.000 della Regione sia destinata al progetto del teleinsegnamento nelle scuole di montagna (1,5 milioni), alle scuole paritarie (300.000 euro) ed alle agenzie formative (400.000 euro). Il contributo sarà destinato all’acquisto di dispositivi individuali e collettivi di aula e si pone l’obiettivo è migliorare la qualità dell’offerta formativa rendendo le scuole ambienti adeguati alle esigenze della società dell’informazione e della comunicazione e favorire un utilizzo capillare ed uniforme delle tecnologie multimediali sul territorio piemontese. Comunità per i disturbi alimentari. Su proposta dell’assessore alla Sanità, sarà avviata nella Cascina Coste di Prunetto (Cn) la sperimentazione a durata triennale di una comunità terapeutica e riabilitativa ad alta intensità psichiatrica-nutrizionale per persone affette da anoressia e bulimia nervosa con tariffa giornaliera a carico del Servizio sanitario regionale. Aree protette. La Regione, come proposto dall’assessore al Legale, proporrà appello al Consiglio di Stato per la riforma della sentenza con la quale il Tar del Piemonte ha annullato la delibera sui criteri, le procedure e le modalità di conferimento degli incarichi di direttore degli enti regionali di gestione delle aree protette del 28 marzo 2012 e l’avviso pubblico per la formazione dell’elenco degli idonei.  
   
   
INVESTIMENTI PROVINCE: IN CINQUE ANNI 44% IN MENO SAITTA “IL PROSSIMO GOVERNO INTERVENGA. CAMBIARE IL PATTO DI STABILITÀ”  
 
Roma, 6 febbraio 2013 - “I tagli ai bilanci e i vincoli imposti dal patto di stabilità hanno fatto crollare la capacità di investimento delle Province di oltre il 44% in meno in soli 5 anni. Il risultato di queste scelte è stato il progressivo impoverimento del tessuto economico dei territori e il continuo indebolimento della rete di servizi sociali garantiti ai cittadini. Con un crollo degli investimenti locali di questa portata non c’è alcuna possibilità di ripartire”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, ribadendo le proposte al futuro Governo, che l’Associazione ha voluto rilanciare anche attraverso la campagna di informazione su quotidiani, web e radio. “Facciamo ripartire gli investimenti delle Province – dice Saitta – è il messaggio che abbiamo voluto fare arrivare ai futuri candidati a Governo e Parlamento, ed è un messaggio che va a sostegno, prima di tutto, della rete delle piccole e medie imprese italiane, che sono le prime vittime di questo assurdo patto di stabilità che lascia oltre 2 miliardi di euro inutilizzati nelle casse delle nostre amministrazioni. Abbiamo progetti pronti nei cassetti che non possiamo fare partire e opere ferme o rallentate perché non ci è permesso pagare gli stati di avanzamento lavoro. Se potessimo utilizzare le risorse bloccate dal patto per aprire i cantieri otterremo il duplice risultato di sostenere lo sviluppo locale, salvando migliaia di posti di lavoro, e assicurare l’ opera indispensabile di manutenzione e messa in sicurezza di strade e scuole. Anche perché le Province hanno già avviato una operazione importante di riqualificazione della spesa: dal 2008 ad oggi il nostro livello di spesa corrente, quella cioè più rigida, destinata al pagamento degli stipendi del personale e alla gestione ordinaria della macchina amministrativa è scesa di ben oltre il 12%. Non ci sembra ci siano altre istituzioni che abbiano fatto lo stesso, anzi, nel resto della Pubblica amministrazione questo capitolo continua a salire”. Per questo le Province hanno definito alcune proposte indispensabili per sostenere la ripresa degli investimenti, a partire da un radicale ripensamento del patto di stabilità interno, che è il primo freno per le amministrazioni locali. “E’ necessario liberare almeno parte dei residui di parte capitale che sono nelle casse degli enti – spiega Saitta – e prevedere il patto che sia allentato a fronte di operazioni di riduzione del debito che gli enti hanno realizzato in questi anni, almeno per far fronte alla ripresa degli investimenti. Così come occorre rivedere i tagli imposti dalle manovre economiche alle Province, che rischiano di mandare in dissesto gli enti, e abbandonare la strada dei tagli lineari, prevedendo piuttosto criteri che tengano conto dei diversi ruoli e delle funzioni svolte nelle diverse Regioni. “Dopo l’appello che abbiamo lanciato sulla messa in sicurezza delle scuole pubbliche – conclude il Presidente dell’Upi - ci sembra che questo tema stia cominciando ad entrare nei dibattiti dei candidati alle prossime elezioni , fin qui troppo poco centrati sui servizi ai cittadini. Anche sulla ripresa degli investimenti ci auguriamo che sia compreso il legame imprescindibile che queste misure avrebbero per favorire lo sviluppo economico locale”.  
   
   
CALABRIA: LA RAGIONERIA REGIONALE HA EFFETTUATO UNA SERIE DI PAGAMENTI PER UN TOTALE DI CIRCA 280 MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 6 febbraio 2013 - La Ragioneria generale della Regione ha provveduto a effettuare una serie di pagamenti per un totale di circa 280 milioni di euro. “Tentiamo di essere sempre più rapidi e sempre più efficienti - ha dichiarato con soddisfazione l’Assessore regionale al Bilancio Giacomo Mancini – nell’erogazione delle risorse per dare risposte alle famiglie e alle imprese dei nostri concittadini”. Nello specifico sono stati liquidate alle Aziende Sanitarie e alle Aziende Ospedaliere le quote del servizio sanitario regionale a destinazione indistinta relative al mese di Gennaio 2013, per un importo di 249 milioni; alle Amministrazioni Provinciali, circa 4 milioni di euro sia per la realizzazione di politiche attive del lavoro in favore di soggetti percettori di ammortizzatori sociali, disoccupati o inoccupati beneficiari di forme di sostengo al reddito, che per il fondo nazionale per il diritto al lavoro delle persone con disabilità. Altri 800mila euro, poi, sono stati liquidati ai servizi sociali. E’ stato anche emesso il mandato di pagamento di 4.500.000 euro in favore delle Società Consortili affidatarie dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma, a cui si sommano altri 880 mila euro circa per l’applicazione del contratto collettivo degli addetti al settore del trasporto pubblico. Per i sorveglianti idraulici è stato eseguito il trasferimento di 680 mila euro all’Afor. Per il Fondo europeo Fep che rientra nel Por 2007/2013 è stato pagato circa 1 milione di euro. Con la liquidazione della somma di 3.144.911 euro, corrispondente al diciottesimo acconto, è stato compiuto un altro passo importante verso la realizzazione della Cittadella regionale a Germaneto di Catanzaro, che ospiterà le nuove sedi degli uffici della Giunta. Infine, 17,5 milioni di euro sono stati liquidati al Consiglio regionale per le spese di funzionamento.  
   
   
“TROPPE RESPONSABILITÀ AI SINDACI, MA MANCA L’INFORMAZIONE”  
 
Firenze, 6 febbraio 2013- Riunita a Firenze la Consulta dei piccoli comuni di Anci Toscana. Dal terremoto in Garfagnana, lo stimolo per chiedere più strumenti per far fronte alle emergenze. “L´esperienza che si sta facendo in queste ore con il terremoto in Garfagnana, al di là delle polemiche e delle valutazioni divergenti sull´opportunità di certi allarmi, conferma che c´è qualcosa da rivedere nell´attuale organizzazione del sistema di protezione civile il cui peso, soprattutto a livello decisionale, ricade esclusivamente sui sindaci, molte volte lasciati soli”. Lo sottolinea la consulta regionale dei piccoli comuni dell´Anci Toscana, riunita il 4 febbraio a Firenze. “I sindaci sono abituati a prendersi le loro responsabilità e, a volte, anche quelle che non sarebbero di loro competenza, ma chiedono maggiori informazioni e certezze a livello tecnico, che non possono limitarsi a generiche segnalazioni di rischio, e chiedono strumenti più adeguati ed efficaci per informare i cittadini. È un problema, quest´ultimo, particolarmente sentito soprattutto nelle zone poco popolate e disagiate”. Riassumendo il significato e le richieste emerse dalla riunione della consulta regionale, il suo coordinatore, sindaco di Sorano, ha sottolineato “il disagio dei piccoli comuni a fronte dell´introduzione, da quest´anno, del patto di stabilità: un ulteriore vincolo assurdo e sbagliato che impedirà di dare seguito a decisioni rapide ed operative come richiede la protezione civile. Da un lato si caricano i sindaci di responsabilità, dall´altro non si danno loro gli strumenti necessari e con il patto di stabilità si blocca la spesa, anche quella urgente e indispensabile”. Da parte sua il sindaco di Lucignano ha posto la necessità di un coordinamento e di un riferimento preciso della protezione civile, che non può non essere a livello provinciale, sostenendo che “qualunque sia il modello di Provincia al quale si vorrà ricorrere, non prevedere un suo ruolo territoriale sarebbe solo un altro clamoroso errore. Dai piccoli comuni toscani è poi venuta la richiesta, come ha riferito il sindaco di San Piero a Sieve, di “rinviare al 2014 l´introduzione della Tares per evitare non solo un forte aggravio per i cittadini ma anche l´ennesimo caos burocratico e organizzativo”.  
   
   
IN EMILIA ROMAGNA NASCE IL NUOVO COMUNE DI VALSAMOGGIA. SÌ DEFINITIVO DELL´ASSEMBLEA LEGISLATIVA. I CITTADINI GUADAGNERANNO IN TERMINI DI INVESTIMENTI, SERVIZI E QUALITÀ DELLA VITA  
 
 Bologna, 6 febbraio 2013 - “Dalla nascita del nuovo Comune della Valsamoggia i cittadini non perderanno nulla, ma guadagneranno molto in termini di investimenti, servizi e qualità della vita”. Con queste parole Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-romagna, commenta il voto definitivo da parte dell’Assemblea legislativa regionale a favore della nascita del Comune di Valsamoggia, la nuova realtà che riunirà gli attuali Comuni di Monteveglio, Crespellano, Bazzano, Savigno e Castello di Serravalle. Il voto dell’Assemblea legislativa è il passo definitivo che sancisce la nascita di Valsamoggia, realtà che entrerà in funzione il 1 gennaio 2014 quando i cinque vecchi Comuni saranno da ritenere accorpati. Alle elezioni amministrative del 2014, quindi, gli elettori di Valsamoggia sceglieranno il nuovo sindaco e i nuovi consiglieri comunali. “Il nuovo Comune avrà a disposizione quasi venti milioni di investimenti straordinari da parte della Regione e dello Stato per i primi 15 anni di vita e - sottolinea Saliera - per i primi due anni di vita sarà esente dai limiti del patto di stabilità”. La decisione di dar vita alla fusione dei Comuni è frutto della richiesta dei Consigli comunali delle cinque municipalità, è stata recepita dalla Regione con un legge regionale e sottoposta ad un referendum consuntivo che ha visto prevalere i voti complessivamente favorevoli alla fusione con una percentuale del 51,4%. I cittadini hanno anche scelto il nome del nuovo Comune sempre esprimendosi attraverso il referendum.  
   
   
BASILICATA: IL GOVERNO REGIONALE HA APPROVATO UN DISEGNO DI LEGGE PER GARANTIRE FINO AL PROSSIMO 30 GIUGNO LA PROSECUZIONE DEL PROGRAMMA REGIONALE DI CONTRASTO DELLE CONDIZIONI DI POVERTÀ E DI ESCLUSIONE SOCIALE  
 
 Potenza, 6 febbraio 2013 - La prosecuzione del Programma regionale di contrasto delle condizioni di povertà e di esclusione sociale, noto come Copes, sarà garantita con 4 milioni di euro del bilancio regionale fino al prossimo 30 giugno. Lo ha stabilito la Giunta regionale che con un disegno di legge approvato ieri ha deciso di procedere a una variazione del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2013. La manovra, che dovrà essere discussa e approvata successivamente in Consiglio regionale per il via definitivo, è di 4 milioni di euro. A fronte dell’aumento delle risorse deciso a favore degli interventi per le famiglie, il governo regionale ha proposto di diminuire, tra l’altro, le spese a favore dei servizi istituzionali e generali di gestione e di controllo e le spese per gli organi istituzionali. “La logica di questo intervento sul bilancio – ha spiegato l’assessore alla Salute Attilio Martorano – è quella di affrontare nei giusti tempi situazioni indifferibili quali sicuramente sono quelle legate alla mancanza di possibilità economiche. La prosecuzione del programma consentirà, allo stesso tempo, di avviare un confronto con i sindacati e il mondo del sociale per individuare un nuovo programma di più ampio respiro che evidentemente necessita di un lavoro di analisi sul versante economico e finanziario e sulle risultanze delle politiche prodotte finora nel contrasto della povertà”. “Avevamo garantito che a febbraio sarebbe arrivata una soluzione – ha commentato il presidente Vito De Filippo - e anche senza che sia giunta ancora in porto la discussione del collegato alla finanziaria abbiamo mantenuto l’impegno moltiplicando gli sforzi per il sostegno alle aree del disagio che le politiche nazioni hanno praticamente lasciato per intero sulle spalle della Regione. Ma se dalla London School ai ricercatori dell’Università di Basilicata tutti sottolineano come in questo momento di crisi la Basilicata abbia una tenuta sociale, un capitale sociale, superiore a tutto il Mezzogiorno e a tantissime altre realtà, lo si deve anche a provvedimenti come questi che abbiamo messo in campo già da tempo”.  
   
   
CATANZARO, IL SINDACO SERGIO ABRAMO NOMINATO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE LOCALI  
 
Catanzaro, 6 febbraio 2013 - L’assessore Fedele si è congratulato col sindaco di Catanzaro Sergio Abramo per la nomina a presidente del Consiglio delle autonomie locali. “Mi preme far pervenire al sindaco Sergio Abramo – ha dichiarato l’assessore Fedele – le mie congratulazioni e gli auguri più sinceri per il nuovo incarico che gli è stato affidato alla guida un organismo di estrema importanza, qual è il Consiglio delle autonomie locali, che funge da cerniera e coordinamento fra la Regione e il sistema degli enti locali nel suo complesso. Sono certo – ha concluso l’assessore Fedele - che il neo presidente del Cal saprà da subito mettere a patrimonio dell´organismo consultivo la sua preziosa esperienza amministrativa per governare al meglio le varie trasformazioni in materia di competenze degli enti locali e la separazione tra i compiti, e per far fronte a delicate questioni che sono cruciali per lo sviluppo del nostro territorio”.  
   
   
PERSONALE: CONTENIMENTO COSTI, GIUNTA SARDEGNA SOPPRIME SERVIZIO RECLUTAMENTO E MOBILITÀ  
 
Cagliari, 6 Febbraio 2013 – La Giunta regionale, su proposta dell’assessore degli Affari generali, personale e riforma Mario Floris, ha soppresso il servizio reclutamento e mobilità attribuendone le funzioni ad altri servizi della Direzione generale del personale. La proposta, che risponde all’esigenza di assicurare l’obiettivo di risparmio della spesa pubblica dopo aver raggiunto con altre iniziative quello di contenimento dei costi della politica, punta alla revisione della struttura organizzativa per valorizzare e accorpare in modo sinergico le funzioni. Da un lato, infatti, la ridefinizione di compiti e ruoli risulta più appropriato per i bisogni degli utenti e, dall’altro, più confacente all’organizzazione degli uffici. "L’intervento di riorganizzazione, che riduce così a quattro i servizi della struttura – ha spiegato l’assessore Floris, evidenziando il totale accordo con i rappresentanti sindacali e la comune visione strategica dell’iniziativa – scaturisce da esigenze di ordine finanziario che ci impongono di seguire orientamenti finalizzati alla riduzione degli organici e, questi, ci indirizzano verso l’istituzione di servizi di maggiore ampiezza attraverso accorpamenti e unificazioni dell’esistente. Ci auguriamo che il Consiglio regionale - ha concluso l’esponente della Giunta Cappellacci - possa, al più presto, esaminare e approvare la legge di modifica dell’organizzazione della Regione per un’istituzione più coesa e vicina ai bisogni dei cittadini e delle imprese, che ponga una pietra tombale sul passato e delinei il nuovo modello di Regione".  
   
   
POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO - LA GIUNTA SARDA IN ACCORDO CON I SINDACATI ATTIVA CABINA DI REGIA  
 
Cagliari, 6 Febbraio 2013 - Il livello europeo per il riconoscimento della condizione di insularità, il livello nazionale per la soluzione della questione entrate-patto di stabilità e delle principali vertenze industriali rimaste ancora aperte ed il livello regionale per il rilancio, anche attraverso la prossima manovra finanziaria 2013, di un piano straordinario a favore del lavoro e delle imprese. Sono le priorità individuate dopo l’incontro del 13 dicembre tra il presidente della Regione e i sindacati, che saranno oggetto del lavoro di una cabina di regia per le politiche attive del lavoro. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, al termine del confronto odierno con i rappresentanti regionali delle forze sindacali. In particolare, il nuovo organismo, si occuperà, per quanto attiene al livello regionale, di delineare misure amministrative e legislative (in particolare nella finanziaria 2013) che dovranno caratterizzare il piano straordinario, con la puntuale definizione dello stato dell’arte delle azioni già avviate e programmate, nonché delle nuove azioni. Particolare attenzione dovrà essere riservata alle politiche attive per il lavoro e specificamente: a) alla riforma dei Csl e dei Cesil; b) alla riorganizzazione delle attività delle Agenzie e delle Società regionali impegnate nelle politiche attive del lavoro;c) alla conseguente attuazione di un "master plan" regionale per le aree di crisi che, sul modello di quello già sottoscritto per l’indotto della chimica verde di Porto Torres, preveda azioni sinergiche di: "presa in carico" dei lavoratori in cassa integrazione; percorsi di utilizzo e misure di integrazione del reddito; formazione-riqualificazione; promozione dell’imprenditorialità e dell’auto-impiego; scouting e attrazione di nuovi investimenti. Sarà la stessa Presidenza a coordinare la cabina di regia, coadiuvata dall’Assessore del lavoro, dal Centro regionale di programmazione, dall’Agenzia del lavoro, dall’Insar, dal Bic Sardegna, dalla Sfirs e dall’Agenzia Sardegna promozione. Il coordinamento é affidato al consulente della Presidenza, professore Franco Manca. Le proposte di intervento elaborate dalla cabina dovranno essere oggetto di approfondimento e concertazione con le organizzazioni sindacali prima dell’approvazione della Giunta regionale. "Dopo le ultime manifestazioni di piazza e le precedenti interlocuzioni – ha dichiarato il presidente della Regione - riapriamo in concerto un dialogo con le forze sindacali, che saranno coinvolte direttamente in un percorso operativo, finalizzato a studiare e porre in essere sia le azioni per fronteggiare le emergenze sia quelle destinate a promuovere nuove opportunità per le imprese, per i lavoratori e per i vari territori della nostra isola".  
   
   
LAVORO E AMMORTIZZATORI SOCIALI, RIUNIONE IN REGIONE BASILICATA  
 
 Potenza, 6 febbraio 2013 - La formulazione del Piano Pluriennale del Lavoro, che prevede anche nuove politiche sulla formazione e sull’istruzione, passerà attraverso la condivisione di una serie di capisaldi riguardanti sia l’impostazione generale, sia le strategie di intervento regionale. Questo è quanto emerso ieri mattina in Regione nel corso di un incontro che gli assessori al lavoro, Vincenzo Viti e alle attività produttive, Marcello Pittella, hanno avuto con le parti sociali, alla presenza, tra gli altri, dell’economista Nino D’agostino. La definizione del Piano, che terrà conto delle analisi di contesto e degli scenari economico territoriali – è stato inoltre detto – passerà attraverso un’ampia fase concertativa che coinvolgerà i principali attori istituzionali, economici e sociali presenti sul territorio e la definizione di un primo documento programmatico. Al fine di accelerare la condivisione dei capisaldi è stato auspicato l’invio di proposte unitarie sia da parte dei sindacati, sia da parte del mondo imprenditoriale. Nel corso dell’incontro sono stati poi spiegati i contenuti dell’Accordo di programma sul Polo del Salotto, il cui testo è stato approvato oggi dalla Giunta Regionale e la cui firma è prevista per venerdì 8 febbraio prossimo, presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Nell’illustrare il documento è stata ripercorsa la lunga e complessa storia delle relazioni che ha portato alla definizione del documento condiviso che sarà sottoscritto dal Governo nazionale, dalla Regione Basilicata, dalla Regione Puglia e dall´Agenzia nazionale per l´attrazione degli investimenti - Invitalia. Su questo argomento è stata decisa l’attivazione di un Comitato di coordinamento che monitorerà le fasi di attuazione dell’Accordo affidate ad Invitalia. Altro argomento affrontato nell’incontro di oggi è stata l’emergenza ammortizzatori sociali per i quali è in corso una fitta interlocuzione fra Dipartimento regionale del Lavoro e Governo nazionale. Su tale questione è stato infine comunicato che mercoledì prossimo gli assessori Viti e Pittella presenteranno a sindacati e imprenditori una proposta della Regione Basilicata.  
   
   
PRATO: FORMAZIONE CONTINUA PER LE IMPRESE  
 
Prato, 6 febbraio 2013 - E´ una sfida che riguarda il futuro quella di riuscire a sviluppare sistemi di formazione continua per agire sull´adattabilità dei lavoratori. Una sfida che la Provincia ha raccolto da tempo, considerandola una della armi più efficaci per contrastare gli effetti della crisi, locale e globale. 400 mila euro del Fondo sociale europeo sono le risorse a disposizione per la formazione aziendale e interaziendale previste dall´avviso uscito in questi giorni e che si rivolge alle imprese e alle associazioni di imprese del distretto. L´intervento è stato presentato il 4 febbraio a palazzo Buonamici dalla vice presidente della Provincia e da Simone Cappelli e Letizia Tammaro del servizio Formazione e Lavoro dell´ente. L´obiettivo è ampliare le opportunità formative degli imprenditori e dei lavoratori incentivando la partecipazione diretta delle imprese ai progetti, puntando sull´innovazione di prodotto, di processo, di organizzazione, di tecnologia impiegata e anche di strategie finanziarie e commerciali. Il sostegno alla competitività delle Pmi locali passa infatti attraverso azioni mirate a soddisfare lo specifico fabbisogno formativo aziendale, con particolare attenzione alla crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo e al potenziamento della domanda di capitale umano altamente qualificato con competenze tecnico-scientifiche. Proprio per questo motivo la Provincia si è impegnata in un doppio sforzo, da una parte incentivare e premiare i progetti delle imprese che investono direttamente nella formazione, dall´altra semplificare il più possibile gli strumenti di accesso al bando. A questo scopo si è lavorato sulla modulistica e sul sistema di rendicontazione, che per questo bando prevede un semplice forfait, permettendo una gestione più elastica dei corsi. Progetti E Imprese – Saranno ammessi i progetti di formazione aziendale e interaziendale presentati da imprese singole o associate (in forma temporanea) che abbiano sede nella provincia di Prato. I progetti potranno avere un costo fra i 4mila e i 20 mila euro. I soggetti attuatori potranno essere le imprese stesse o le agenzie formative. I destinatari sono imprenditori, lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti, lavoratori in cassa integrazione e con contratti di lavoro atipici, soci lavoratori di cooperative. Priorita´ – Nel bando ci sono delle priorità specifiche provinciali: diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, competenze ambientali, internazionalizzazione, formazione per lavoratori atipici o colpiti dalla crisi finalizzate alla stabilizzazione, innovazione aziendale, assorbimento nelle imprese dei risultati della ricerca scientifica. Domande - I progetti devono pervenire entro le ore 13 del 15 marzo 2013 all´ufficio protocollo della Provincia . L´avviso è reperibile e scaricabile dal sito della Provincia, www.Provincia.prato.it. Informazioni possono inoltre essere richieste al servizio Formazione e Lavoro della Provincia, che si trova a palazzo Buonamici.  
   
   
MILANO, GIORNATA DI STUDIO LA "ZONA GRIGIA" DELLA LEGALITÀ  
 
Milano, 6 febbraio 2013- La giornata di studio La “zona grigia” della legalità è dedicata all’analisi della pedagogia paramafiosa o premafiosa, la “zona grigia” dello spazio sociale da cui nasce la rassegnazione e l’indifferenza alla criminalità. I partecipanti al convegno rifletteranno sulle modalità di una pedagogia alternativa, fondata sul rispetto dei valori della convivenza civile. L’evento si terrà il 7 febbraio 2013 alle ore 8.30 presso l’aula 4 dell’edificio U6 dell’Università di Milano-bicocca in piazza dell’Ateneo Nuovo, 1. Intervengono tra gli altri don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Armando Spataro, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano, Nando Dalla Chiesa, docente di Sociologia della Criminalità organizzata presso l’Università degli Studi di Milano, Graziano Gorla, direttore Osservatorio contro le mafie. Per il programma completo consultare questa pagina web o il sito internet www.Centrostudisao.org    
   
   
TEMPI VITA/LAVORO,VOUCHER DI 2 MIL EURO PER MAMME  
 
Pescara, 6 febbraio 2013 - Voucher di 2mila euro alle donne che hanno in carico figli fino all´età di 3 anni per garantire loro strumenti idonei alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, attraverso il rimborso delle spese effettivamente sostenute per i servizi di cura e i servizi socio-educativi per la prima infanzia. Questo prevede il programma operativo approvato il 4 febbraio dalla Giunta Regionale su proposta dell´Assessore al Lavoro e Politiche Sociali, che rende attuativa l´intesa fra Governo e Regioni per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. I fondi messi a disposizione per l´Abruzzo dallo Stato sono 367mila euro. "Un ulteriore tassello della nostra politica a favore dell´ingresso delle donne nel mercato del lavoro - dichiarano dall´Assessorato - e della loro permanenza attraverso anche la conciliazione fra attività lavorativa e quella familiare. Le risorse odierne sono a carico dello Stato, ma la Regione autonomamente attraverso il Fondo Sociale Europeo ha già con diversi bandi promosso iniziative analoghe. Da tempo indichiamo come una delle condizioni per superare la crisi sia l´incremento dell´occupazione femminile. In Abruzzo in questi anni molto è stato fatto rispetto al tema: i progetti "Lavorare in Abruzzo" o "La Crescita è donna", ne sono un esempio".  
   
   
GIORNATA MONDIALE CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI, UN CONVEGNO IN REGIONE CON L´ASSESSORE MARZOCCHI E LA PRESENTAZIONE DI UNA RICERCA  
 
Bologna, 6 febbraio 2013 - Una pratica che ha già menomato circa 140 milioni di bambine e donne in tutto il mondo, e che ogni anno ne vede altre 3 milioni a rischio. Sono le mutilazioni genitali femminili, presenti anche in Italia, seppure in modo sommerso. Il punto sulle modalità con cui i servizi socio-sanitari affrontano il fenomeno di questa pratica, crudele e cruenta, sugli interventi di formazione, informazione e sensibilizzazione verrà fatto domani, mercoledì 6 febbraio, in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, durante il convegno “L’approccio dei servizi socio-sanitari alla pratica delle Mgf tra modello terapeutico, preventivo, salutogenico”. L’appuntamento, promosso dalla Regione Emilia-romagna e dall’Ausl di Bologna, è alla Terza Torre della Regione, viale della Fiera 8, dalle 8.30 alle 12.45. Durante il convegno verranno presentati i risultati di una ricerca che ha coinvolto numerosi partner, nazionali e internazionali, tra cui Regione Emilia-romagna, ong Aidos, Oms, Amnesty International e l’International Centre for Reproductive Health dell’Università di Ghent. La ricerca ha sondato le rappresentazioni sociali della pratica in tre popolazioni target: donne immigrate, donne italiane e operatori socio-sanitari. Al convegno saranno presenti, tra gli altri, Teresa Marzocchi (assessore regionale alle Politiche sociali), Elise Johansen (World Health Organization – Hq) di Ginevra, Els Leye (Università di Ghent), Monica Minelli (direttore del Dipartimento delle Attività Socio-sanitarie dell’Azienda Usl di Bologna).