|
|
|
MERCOLEDI
|
|
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 12 Giugno 2013 |
|
Politica |
|
IL PRESIDENTE SLOVENO PAHOR: È NECESSARIA UNA COSTITUZIONE DELL´UE |
|
|
|
|
|
Strasburgo, 12 giugno 2013
- L´ue ha bisogno di una costituzione
per affrontare la crisi, mantenere la pace e proteggere lo stato sociale
europeo, ha indicato il presidente sloveno Borut Pahor ai deputati durante la
visita al Pe di martedì 11 giugno. Nel suo discorso ha anche affermato che
l´idea di una costituzione europea dovrebbe essere votata attraverso un
referendum per garantire una legittimità democratica.
Il presidente sloveno ha
messo in guardia i deputati: il trattato di Lisbona risulterà presto insufficiente
alla difesa degli interessi dei cittadini europei. L´ue sta combattendo la
crisi economica senza i mezzi e le istituzioni necessari.
"La cooperazione
garantisce la pace e la pace è la base per lo stato sociale" ha indicato
il presidente Bahor.
Il presidente del Pe Martin
Schulz ha ricordato che le dichiarazioni del presidente sloveno hanno provocato
reazioni molto diverse all´interno dell´emiciclo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
IL PARLAMENTO EUROPEO PREOCCUPATO PER LA LENTEZZA NELLA RIFORMA DEL SETTORE FINANZIARIO |
|
|
|
|
|
Strasburgo, 12 giugno 2013 -
I deputati chiedono alla Commissione e agli Stati membri di spiegare perché
stanno rallentando la riforma del settore finanziario, in un dibattito
mercoledì alle 8.30. La riforma include nuove norme per tutelare i piccoli
risparmiatori, bloccate dal Consiglio per oltre un anno, e una proposta della
Commissione sulla negoziazione di titoli che sarebbe dovuta essere presentata
già nel 2010.
Una risoluzione che
identifica chiaramente i vari casi in cui la Commissione o il Consiglio hanno
rallentato l´approvazione di nuovi strumenti legislativi sarà votata giovedì.
Ad oggi, il Consiglio non è
riuscito ad avviare i negoziati con il Parlamento sulla garanzia dei depositi
fino a € 100.000 o sulle nuove e più sicure piattaforme di trading (revisione
della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari). Il Parlamento è pronto
ha approvato il proprio mandato negoziale rispettivamente nel febbraio 2012 e
nell´ottobre 2012.
È possibile seguire in
diretta il dibattito in plenaria via Ep Live e Ebs +.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
UE: DARE UN SENSO AL QFP / BILANCIO 2014/2013 |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 11 giugno, 2013
- I negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale
2014-2020 (Qfp) sono in pieno svolgimento. Come regola generale, negoziati sul
Qfp sono estremamente complesse, perché comprendono tutto l´Ue farà in sette
anni. Tuttavia, questa volta il cubo di Rubik è trasformato in una sorta di
dodecaedro di Rubik come i negoziati sul Qfp sono legati all´adozione di una
serie di bilanci rettificativi per il 2013 e l´adozione del bilancio 2014
dell´Unione europea. Questo porta a una valanga di figure in competizione tra
di loro per confondere i giornalisti.
Qui è il nostro tentativo di
rendere semplice (-ish) a voi.
Qual è l´attuale stato di
avanzamento dei negoziati sul Qfp?
La Commissione ha messo la
sua proposta sul tavolo nel giugno 2011 . Gli Stati membri hanno rilasciato la
loro posizione in merito al vertice europeo di Febbraio 2013 . Il Parlamento
europeo ha adottato la sua posizione in una risoluzione marzo 2013 . Il 6
maggio, i presidenti del Parlamento europeo e della Commissione e del primo
ministro irlandese sono incontrati per discutere dei negoziati sul Qfp. Essi
hanno convenuto che i negoziati dovrebbero concentrarsi su quattro punti:
- La flessibilità del
bilancio dell´Ue;
- Una clausola di revisione
del Qfp affare, a metà strada attraverso;
- Risorse proprie futuro del
bilancio Ue;
- Unità di bilancio dell´Ue.
Attualmente, sono in corso
negoziati (consultazioni a tre) tra il Consiglio e il Parlamento con la
Commissione nel ruolo di mediatore. Tutte le parti hanno dichiarato che
vogliono un accordo entro la fine del mese di giugno.
In poche parole: Ognuno
sente il ticchettio dell´orologio. Intensi negoziati procedono in buono spirito
Che cosa si intende per
"flessibilità del bilancio dell´Unione europea"?
Questa è una condizione sia
il Parlamento europeo e la Commissione insistono: con massimali di spesa
ridotto per il periodo 2014-2020, è di vitale importanza per sfruttare al
meglio ogni centesimo del bilancio dell´Ue. Un bilancio più flessibile
consentirebbe margini inutilizzati (differenza tra i massimali di spesa e il
denaro effettivamente speso) nonché fondi non utilizzati da trasferire sul
seguente anno o in diversi settori del bilancio. Questo non sarebbe aumentare i
massimali globali adottate naturalmente.
In poche parole: se si
taglia il futuro bilancio dell´Ue, almeno consentirà di utilizzare i fondi non
spesi in un settore per alimentare altre aree denutriti o usarli negli anni
successivi ...
Che cosa si intende per
"una clausola di revisione"?
A metà del prossimo quadro
finanziario pluriennale il Consiglio, il Parlamento e la Commissione deve
verificare se, in base a criteri obiettivi, le priorità politiche e le cifre
assegnate ai massimali di spesa dovrebbero essere riviste ... O no! Il concetto
viene concordato da tutti, ciò che viene negoziato è la portata di esso e
dettagli pratici. Finora, sembra che qualsiasi revisione non inciderebbe
dotazioni nazionali e qualsiasi modifica del quadro finanziario pluriennale
dovrà essere concordato con l´unanimità del Consiglio.
In poche parole: come si
può, nel 2013, previsione con precisione quali sono le priorità e Rnl politiche
dell´Europa sarà, diciamo, 2017? Sette anni sono un lungo periodo di tempo,
vale la pena di fermarsi a metà strada e controllare se stiamo ancora usando i
giusti parametri.
Che cosa si intende per
"risorse proprie futuro del bilancio Ue"?
Anche se il trattato di
Lisbona prevede che il bilancio dell´Ue sarà interamente finanziata con risorse
proprie, oggi circa il 90% del budget viene da parte degli Stati membri. Questo
non è mai stato pensato per essere ed è il risultato di altre risorse che hanno
ridotti nel corso degli ultimi decenni (ad esempio quota dei dazi doganali). Il
Consiglio, il Parlamento e la Commissione attualmente discutono se l´Ue avrebbe
bisogno di nuove risorse in futuro al fine di ridurre i contributi nazionali
degli Stati membri ad esso. Nel 2011, la Commissione ha proposto la tassa sulle
transazioni finanziarie diventare come una nuova risorsa.
In poche parole: Poiché gli
Stati membri sono preoccupati che pagano troppo nel bilancio dell´Ue,
esploriamo le possibili alternative, con l´obiettivo non è quello di aumentare
il bilancio.
Che cosa si intende per
"unità del bilancio dell´Unione europea"?
Di solito, il bilancio
dell´Ue è presentato come una tabella che mostra tutte le rubriche sia impegni
e pagamenti. Tuttavia, il bilancio Ue agisce come "collaterale" in
una serie di strumenti finanziari ( Meccanismo europeo di stabilità , garanzie
su prestiti per le piccole e medie imprese , fondi fiduciari in aiuti allo
sviluppo ...). Il Parlamento europeo insiste sulla comprese le informazioni
sulle operazioni di credito effettuate dall´Unione nonché entrate, le spese, le
attività e le passività del Fondo europeo di sviluppo, Meccanismo europeo di
stabilità e di altri possibili meccanismi futuri.
In poche parole: negoziatori
discutono modi di presentare tutto ciò che è collegato a costi e ricavi della
Ue in un unico documento.
Perché sono i negoziati sul
Qfp 2014-2020 legate alle proposte di modifica del bilancio 2013?
2013 è l´ultimo anno del
periodo finanziario in corso (2007-2013), gli obblighi finanziari non
soddisfatte attraverso il bilancio 2013 aumenterà il pagamento ha bisogno nel
2014 e, quindi, il prossimo quadro finanziario.
In particolare, due proposte
di modifica del bilancio 2013 hanno un impatto sui negoziati: progetto di
bilancio rettificativo 1 (Croazia), e il progetto di bilancio rettificativo 2
(crediti non pagati dal 2012).
Diamo loro ogni parte (vedi
sotto).
Progetto di bilancio
rettificativo 1: Croazia
Dal 1 ° luglio, la Croazia
sarà membro dell´Unione Europea. Regioni croate, agricoltori, Pmi, ecc avranno
quindi accesso ai fondi dell´Ue nel secondo semestre del 2013. Tuttavia, al
momento dell´adozione del bilancio 2013 dell´Ue, la Croazia non era un membro
della Ue. Pertanto, la Commissione ha pubblicato una proposta (progetto di
bilancio rettificativo) per adattare il bilancio votato 2013 per l´adesione
della Croazia. L´accordo interistituzionale tra la Commissione, il Consiglio e
il Parlamento europeo (Aii) sulla disciplina di bilancio e la sana afferma di
gestione finanziaria che (art.29), quando un nuovo Stato membro si unisce
l´Unione europea, il Parlamento e il Consiglio "adegueranno congiuntamente
il quadro finanziario per tenere conto delle spese necessarie a seguito
dell´esito dei negoziati di adesione."
Il dibattito in corso in
seno al Consiglio è se i massimali di pagamento dovrebbero essere adattati per
comprendere le esigenze supplementari derivanti dalla Croazia all´adesione o
meno. Se i massimali di pagamento non vengono rivisti, questo lascia un margine
minore per seguire progetti di bilancio rettificativo, tra cui progetto di
bilancio rettificativo 2, spiegato nella casella accanto.
In poche parole: le regioni
croate, gli agricoltori e gli altri avranno diritto a prestazioni da fondi
dell´Unione europea a partire dal 1 luglio 2013. Il bilancio 2013 Ue deve
riflettere tali nuove spese.
Progetto di bilancio
rettificativo 2: 11200000000 € di crediti che avrebbero dovuto essere versate
nel 2012 ...
Questo è uno dei grandi,
perché senza questo denaro del bilancio Ue non sarà in grado di pagare per
molti dei suoi precedenti impegni. La Commissione ha proposto di € 11200000000
top-up per coprire le fatture non pagate dal 2012, (rimborsando beneficiari dei
programmi finanziati dall´Ue completato in tutta Europa nel 2012 e pretese
della politica di coesione per il 2013). Non 1 € di questo bilancio
rettificativo andranno per l´amministrazione.
Si poteva vedere che vengono
da lontano: quando adotta il bilancio 2013 dell´Ue nel novembre scorso, il
Consiglio e il Parlamento ha emesso un comunicato congiunto riconoscendo che il
livello dei pagamenti potrebbe essere insufficiente a coprire tutte le
esigenze. Hanno chiesto alla Commissione di emanare una tale bilancio
rettificativo quando si porrebbe la necessità. Assestamento questo bilancio
rettificativo è una delle condizioni del Parlamento europeo per completare il
negoziato sul Qfp, al fine di evitare il prossimo periodo finanziario per
iniziare il trascinamento crediti non pagati del passato. Il Consiglio ha
raggiunto un accordo politico per fornire 7300000000 € come primo passo e ad
discutere il restante importo (€ 3900000000) entro la fine dell´anno.
In poche parole: Se non
regolate e legittime pretese del passato essere risolte prima della fine
dell´attuale quadro finanziario ...?
Perché sembra così
importante per completare i negoziati sul Qfp il più presto possibile?
La maggior parte degli
attuali programmi dell´Ue hanno una data di scadenza: 31 dicembre 2013.
Pertanto, dal 1 gennaio 2014 tutti quei programmi saranno semplicemente
smettere. Il finanziamento sarà fermerebbe. Considerando che dopo il
raggiungimento di un accordo globale sul quadro finanziario pluriennale, tutti
i negoziati settoriali devono essere completati (coesione, energia, clima, la
ricerca, il sostegno alle Pmi ´, programmi studenti, ecc), e che potrebbe
richiedere mesi, il timore è che solo con un accordo entro la fine del mese di
giugno saremmo in tempo per offrire sostegno finanziario alle imprese,
ricerche, delle regioni, degli studenti, delle Ong entro il 1 ° gennaio 2014.
Hanno bisogno di sostegno del bilancio dell´Ue, l´Europa ha bisogno.
L´ultima volta intorno
(negoziati 2007-2013), programmi iniziato in ritardo, nonostante il fatto che i
negoziati si sono conclusi nel mese di aprile, siamo già nel mese di giugno e
nessun accordo.
In poche parole: Abbiamo
bisogno di un rapido accordo per finalizzare tutte le basi giuridiche, per cui
i beneficiari dei fondi Ue può iniziare a utilizzarle a partire dal 1 ° gennaio
2014.
Qual è il legame tra i
negoziati sul Qfp e il bilancio 2014 dell´Ue?
Il quadro finanziario
pluriennale fissa i massimali di spesa per ogni anno e per la politica dell´Ue.
In attesa di un accordo quadro finanziario pluriennale, la Commissione deve
lavorare su una proposta per il bilancio 2014, senza soffitti noti, non il più
facile dei compiti.
Tradizionalmente, il
progetto di bilancio annuale viene rilasciato nel mese di aprile. Il fatto che
non è stato ancora presentato (metà giugno) illustra le difficoltà tecniche e
politiche di lavorare su di esso, in assenza di un quadro finanziario
concordato.
Nota: Il trattato di Lisbona
specifica che il progetto di bilancio annuale deve essere presentata entro il 1
° luglio dell´anno precedente al più tardi.
In poche parole: creazione
di un progetto di bilancio annuale, senza un quadro finanziario approvato è simile
a governare la nave in una direzione di massima senza alcun grafico ...
Che cosa succederà se non vi
è nessun accordo Qfp?
Questo è un territorio
inesplorato. Il Trattato di Lisbona (art. 270 bis) stabilisce che quando non
c´è Qfp "i massimali e le altre disposizioni vigenti nell´ultimo anno di
tale quadro sono prorogati". Finanziamento Concretamente poteva essere fatto
solo su base annuale. Inoltre, le basi giuridiche più settoriali scadono entro
la fine del 2013. Il loro prolungamento solleverebbe questioni complesse, come
il riferimento per stabilire l´ammissibilità delle regioni nell´ambito della
politica di coesione. Ciò creerebbe incertezza giuridica e finanziaria per la
maggior parte dei programmi di spesa dell´Ue.
In poche parole: se avete
bisogno di finanziamenti Ue per un progetto che viene eseguito su più anni,
vuoi lanciare il vostro progetto con un finanziamento annuale solo, assumere
personale, firmare contratti a lungo termine, senza garanzia che si potranno
beneficiare di finanziamenti dell´Unione europea fino alla fine del progetto ?
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ANTITRUST: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UNA LEGISLAZIONE PER FACILITARE RICHIESTE DI RISARCIMENTO DANNI DA PARTE DELLE VITTIME DI VIOLAZIONI DELLE NORME ANTITRUST |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 giugno, 2013 -
La Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva su come i
cittadini e le imprese possono chiedere il risarcimento quando sono vittime di
violazioni delle norme antitrust comunitarie regole , come i cartelli e gli
abusi di posizione dominante sul mercato. La proposta è impostato per rimuovere
una serie di difficoltà pratiche che le vittime spesso devono affrontare quando
cercano di ricevere un equo compenso per i danni che hanno subito.
" Le infrazioni alle
norme antitrust causano un grave danno per i consumatori e le imprese europee
", ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Joaquín Almunia,
responsabile per la concorrenza. " Dobbiamo fare in modo che tutte le
vittime di queste violazioni possono ottenere il risarcimento dei danni subiti,
soprattutto una volta che un´autorità garante della concorrenza ha scoperto e
sanzionato una violazione del genere. E ´vero che il diritto di chiedere il
risarcimento dinanzi ai giudici nazionali esiste in tutti gli Stati membri
dell´Ue ma le imprese ei cittadini non sempre sono in grado di esercitare in
pratica. Proposta odierna mira a rimuovere questi ostacoli ".
Equo compenso per i
consumatori e le Pmi di tutta Europa -
La Corte di giustizia
dell´Unione europea ha riconosciuto il diritto per tutte le vittime di
violazioni delle norme antitrust di essere risarciti per il danno subito.
Tuttavia, a causa di ostacoli procedurali e incertezza giuridica, solo poche di
queste vittime in realtà riescono ad ottenere il risarcimento. Questa
situazione riguarda in particolare i consumatori e le Pmi, che spesso non
svolgono un´azione legale per il risarcimento del loro danno. Infatti, solo nel
25% di tutte le decisioni di infrazione antitrust, la Commissione ha preso
negli ultimi sette anni hanno le vittime cercano di ottenere un risarcimento.
Inoltre, le norme nazionali sono ampiamente divergenti in tutta Europa e, di
conseguenza, le possibilità delle vittime di ottenere un risarcimento dipendono
fortemente dallo Stato membro di capita di vivere
La proposta di direttiva
mira a rimuovere questi ostacoli pratici, rendendo più facile per chi è stato
danneggiato dalla concorrenza violazione del diritto di ottenere efficacemente
i danni in tutta l´Ue. Le sue disposizioni si applicano alle azioni legali che
sono disponibili negli Stati membri. In parallelo, la Commissione ha adottato
una raccomandazione che incoraggia gli Stati membri a istituire meccanismi di
ricorso collettivo al fine di migliorare l´accesso alla giustizia per le
vittime di violazioni del diritto comunitario in generale, comprese le regole
di concorrenza ( Ip/13/524 ).
La via europea al
risarcimento del danno antitrust -
La proposta prevede una
serie di misure volte ad agevolare azioni di risarcimento:
I tribunali nazionali
avranno il potere di imprese al fine di rivelare le prove quando le vittime un
risarcimento.
Le decisioni delle autorità
nazionali garanti della concorrenza indicanti un´infrazione costituiranno
automaticamente prova dinanzi ai giudici nazionali di tutti gli Stati membri
che la violazione si è verificata.
Norme in materia di termini
di prescrizione, ovvero il periodo di tempo entro il quale le vittime possono
presentare un ricorso per risarcimento danni, sarà chiarito. In particolare, questo
farà sì che le vittime possono rivendicare efficacemente i danni una volta che
la violazione è stata trovata da un´autorità garante della concorrenza.
Le regole di responsabilità
nei casi in cui il prezzo aumenta a causa di una violazione vengono "passati"
insieme saranno chiarite la distribuzione o la catena di fornitura. In pratica,
questo farà sì che chi ha subito il danno, alla fine, saranno quelli che
ricevono una compensazione.
Norme per agevolare gli
insediamenti consensuali saranno messe in atto in modo da consentire una
risoluzione più rapida e meno costosa delle controversie.
La proposta tiene pienamente
conto del ruolo chiave svolto dalle autorità garanti della concorrenza (a
livello comunitario o nazionale) per indagare, scoprire e sanzionare le
infrazioni. Contrariamente al sistema statunitense, la proposta non mira a
lasciare la punizione e deterrenza di controversie private. Piuttosto, il suo
obiettivo principale è quello di facilitare il pieno ed equo risarcimento per
le vittime una volta che un´autorità pubblica ha scoperto e sanzionato una
violazione.
La cooperazione tra le
imprese e le autorità garanti della concorrenza con i cosiddetti programmi di
"clemenza" svolge un ruolo fondamentale nella individuazione e
sanzionamento dei cartelli segreti. In molti casi, è l´applicazione di successo
delle regole di concorrenza da parte di un´autorità pubblica che permetterà
alle vittime di chiedere successivamente ed ottenere un risarcimento. La
proposta contiene quindi una serie di garanzie per assicurare che agevolare
azioni di risarcimento danni non diminuisce gli incentivi per le imprese a
collaborare con le autorità garanti della concorrenza.
La Commissione ha inoltre
adottato una comunicazione sulla quantificazione danni antitrust per fornire
indicazioni ai giudici e le parti in azioni di risarcimento. In effetti,
determinare l´importo esatto dei danni subiti dai consumatori e imprese è
spesso costoso e difficile. I servizi della Commissione hanno preparato una
´guida pratica´, che sarà un utile strumento per le vittime e giudici
nazionali. Questi documenti non sono giuridicamente vincolanti.
Passi successivi -
La proposta di direttiva
sarà ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio secondo la procedura
legislativa ordinaria. Una volta che essa è stata adottata da queste
istituzioni, gli Stati membri avranno due anni per attuare le disposizioni nei
loro ordinamenti giuridici.
Per Maggiori Informazioni -
Il testo della proposta di
direttiva adottata dalla Commissione e tutti gli altri documenti pertinenti
sono disponibili qui:
http://ec.Europa.eu/competition/antitrust/actionsdamages/documents.html
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
PARLAMENTO EUROPEO: INTENSIFICARE LA LOTTA CONTRO LA CRIMINALITÀ MAFIOSA NELL´UE |
|
|
|
|
|
Strasburgo, 12 giugno 2013
- Gli informatori e testimoni di reato
mafioso dovrebbero essere protetti in tutta l´Ue, afferma il Parlamento in una
risoluzione, approvata martedì, che presenta una serie di proposte per
rafforzare il contrasto alle mafie nell´Ue. I deputati chiedono una definizione
comune europea del reato di partecipazione a un´organizzazione mafiosa e la
fine del segreto bancario. Inoltre, si propone che chiunque sia condannato per
un reato grave sia escluso dalla partecipazione a un appalto pubblico in tutta
l´Ue per almeno 5 anni.
Il relatore Salvatore
Iacolino Ppe, It), durate il dibattito di lunedì, ha detto che la lotta alle
mafie è: "Una sfida globale contro crimini essenzialmente di natura
economica: dobbiamo fare in modo che queste risorse, acquisite illecitamente da
parte sistemi criminali, possano invece essere recuperate: questa è una
priorità politica del Parlamento europeo".
La Commissione europea stima
che il reddito globale da attività criminali ammonta al 3,6% del Pil mondiale,
mentre la corruzione nell´Ue costa circa l´1% del Pil comunitario.
Nella risoluzione approvata,
si sottolinea che il potenziamento della cooperazione giudiziaria e della
polizia transfrontaliera in tutta l´Ue e con i paesi terzi è di vitale
importanza per tutelare gli interessi finanziari dell´Unione contro la
criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro.
Programma di protezione Ue -
Per intensificare la lotta
contro la corruzione, il Parlamento invita la Commissione a presentare una
proposta legislativa volta a istituire un programma di protezione dei
denuncianti (whistleblower) che dovrebbe coprire anche i testimoni e gli
informatori. Entro settembre, inoltre, i deputati auspicano che sia presentata
anche la proposta che crei la tanto attesa Procura europea.
Per coordinare meglio la
lotta contro le attività di tipo mafioso a livello Ue, i deputati chiedono una
definizione comune di criminalità organizzata che includa il reato associativo
di stampo mafioso, precisandone il carattere di vocazione imprenditoriale e
forza intimidatrice.
Fine del segreto bancario -
I deputati chiedono
l´abolizione del segreto bancario per contribuire a privare le organizzazioni
criminali delle loro risorse finanziarie. Banche, assicurazioni e istituti di
credito dovrebbero cooperare, fornendo informazioni complete sulle entità giuridiche
e sugli effettivi beneficiari finali. Inoltre, dovrebbero essere utilizzati
strumenti informatici per migliorare la tracciabilità dei flussi finanziari e
quindi delle finanze mafiose.
Cinque anni di esclusione
dagli appalti pubblici e di incandidabilità -
Chiunque sia condannato per
reati gravi contro l´interesse pubblico (ad esempio, il traffico di esseri
umani, lo sfruttamento del lavoro minorile o il riciclaggio di denaro) deve
essere escluso da qualsiasi appalto pubblico europeo per almeno 5 anni. Alle
persone condannate per corruzione, dovrebbe essere impedito di presentarsi alle
elezioni in qualsiasi ufficio pubblico nell´Ue, per almeno 5 anni.
Queste e numerose altre
proposte sono contenute in una relazione intermedia elaborata dalla commissione
speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di
denaro e approvata per alzata di mano. Nel mese di ottobre, i deputati
approveranno una strategia globale per rafforzare la lotta contro le attività
criminali transfrontaliere.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
IL COMMISSARIO ŠEMETA ACCOGLIE POSITIVAMENTE IL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE DIRITTI REGOLAMENTO |
|
|
|
|
|
Bruxelles, 12 giugno, 2013
- “Accolgo con favore il voto di oggi
del Parlamento europeo sul nuovo regolamento relativo all´esecuzione doganale
dei diritti di proprietà intellettuale (Dpi). L´innovazione e la creatività
sono il motore della nostra economia. E ´importante dare agli inventori la
certezza che i frutti delle loro creazioni saranno protetti.
Posizione unica doganale ´al
confine svolge un ruolo fondamentale nel fermare merci usurpative di
raggiungere il mercato Ue. Il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale
da parte dogana è quindi una priorità assoluta per la Commissione. Il voto di
oggi definisce lo standard a livello internazionale in materia di protezione
dei Dpi da parte delle dogane e salvaguarda la competitività delle imprese
dell´Ue per gli anni a venire. Con le nuove regole, stiamo estendendo la
portata di diritti di proprietà intellettuale che possono essere legittimamente
controllata e protetta alle frontiere. Ad esempio, le merci contraffatte
inviate in piccole spedizioni sono ora coperti, il che è importante se si
considera l´enorme aumento del traffico postale a causa di vendite su Internet
negli ultimi anni. E prodotti contraffatti che portano il segno di un marchio ben
noto anche essere bloccati. Ciò manterrà l´Ue in prima linea di controlli alle
frontiere dei diritti di proprietà intellettuale, ma anche di semplificare il
lavoro delle dogane e sancire nel diritto dei diritti dei commercianti e dei
titolari dei diritti.”
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
AUDIZIONE DI IERI DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO FLAVIO ZANONATO IN COMMISSIONE TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI DELLA CAMERA DEI DEPUTATI |
|
|
|
|
|
Roma, 12 giugno 2013 -
Presidente Meta,
Onorevoli deputati,
questo primo incontro
formale con la vostra Commissione è l’occasione per illustrare le principali
linee di azione su cui intendo orientare il Ministero dello Sviluppo Economico
nell’ambito del settore delle comunicazioni.
Si tratta di indicazioni
specifiche che riprendono quanto già comunicato al Parlamento, in termini più
generali, nel corso della mia recente Audizione alle Commissioni riunite di
Camera e Senato per le Attività Produttive.
Il settore delle
comunicazioni è fondamentale per lo sviluppo delle nuove tecnologie e per la
loro diffusione, con significativi impatti sull’economia del Paese e sulla sua
capacità di investire per mantenersi competitivo a livello internazionale.
Ma è un settore cruciale
anche perché tocca da vicino la capacità di interazione tra i cittadini e tra
cittadini e pubblica amministrazione, la possibilità di accedere, in tutte le
forme oggi disponibili, all’informazione e ai contenuti del sapere della
moderna civiltà.
In sintesi, la comunicazione
riguarda aspetti non trascurabili nella vita di ciascuno di noi, costituendo un
elemento caratterizzante per una dimensione di cittadinanza responsabile.
Lo sforzo deve quindi essere
orientato a far sì che gli strumenti che la caratterizzano siano messi a
disposizione di tutti e che tutti siano in grado di fruirne nella maniera
adeguata. Questo è, in estrema sintesi, l’obiettivo che intendiamo
perseguire.
L’importanza delle
tecnologie della comunicazione e dell’informazione nel contesto economico è
testimoniata dal fatto che negli ultimi 15 anni hanno contribuito alla crescita
del Pil europeo per oltre il 50 per cento. L’economia digitale costituisce uno
straordinario volano di sviluppo competitivo. L’agenda digitale è dunque uno
strumento di politica economica irrinunciabile per superare la crisi.
Sulle reti di comunicazione
elettronica si gioca la competizione internazionale. È imprescindibile dotarsi
delle infrastrutture digitali all’avanguardia: in primis le reti di
comunicazione a banda larga e ultralarga capaci di supportare i servizi
digitali più evoluti, in linea con gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea
2020. L’obiettivo comunitario è di trarre vantaggi sostenibili da un mercato
unico del digitale basato sull’internet veloce e superveloce e su applicazioni
interoperabili, garantendo a tutti l’accesso a internet ad almeno 30 Mbps entro
il 2020 e assicurando che almeno il 50 per cento delle famiglie europee si
abboni a connessioni internet di oltre 100 Mbps.
Grazie all’importante lavoro
fatto dalla cabina di regia interministeriale per la definizione dell’Agenda
digitale italiana, conclusosi con l’emanazione del cd. Decreto crescita 2.0 e
l’avvio dell’Agenzia per l’Italia digitale, le azioni messe in campo sono
molte, alcune delle quali già in dirittura d’arrivo: ci impegneremo al massimo,
in stretto coordinamento con la Presidenza del Consiglio, per dare la più
celere attuazione a tutti i decreti e regolamenti attuativi ancora da definire.
Mi preme qui sottolineare
come il Piano nazionale Banda larga per azzerare il digital divide e il Piano
nazionale banda Ultra larga siano due realtà operative, autorizzate dalla
Commissione europea, fiore all’occhiello della capacità del governo nazionale e
degli enti locali di cooperare positivamente per riconoscere ai cittadini
quello che ormai si può definire un diritto fondamentale: l’accesso alla rete,
ormai indispensabile per accrescere la conoscenza, la dimensione relazionale e
le opportunità di lavoro.
I bandi fatti, i cantieri
aperti, le azioni prossime ben delineate ci permettono di dire che abbiamo
individuato due strumenti che torneranno presto utili anche per la collocazione
dei fondi strutturali europei 2014/2020. In questo senso stiamo già lavorando
con le Regioni e con l´Agenzia per l´Italia Digitale, estendendo il raggio
d´azione anche ai Data Center e alla Pubblica Amministrazione in modalità
cloud. Questi piani sono quindi uno degli snodi fondamentali dell´Agenda
digitale italiana.
L’altra risorsa chiave delle
Comunicazioni e del Paese è lo spettro, ossia la porzione di frequenze
utilizzate dagli operatori televisivi e di telecomunicazioni. È necessaria
un’attenta operazione di liberazione, razionalizzazione e ottimizzazione per
valorizzarne gli aspetti industriali per il mercato e finanziari per lo Stato.
Le reti di comunicazioni sono la Rete delle Reti: alimentano tutti gli altri
settori produttivi. Sul suo sviluppo sono poggiate buona parte delle
aspettative di crescita dell’intero Paese.
In tal senso, tra le
priorità del mio operato vi è certamente lo svolgimento dell’asta del Digital
Dividend: dalla pubblicazione del bando e del disciplinare, allo svolgimento
dell’asta e all’attribuzione dei diritti d’uso agli operatori di rete in
coerenza con il regolamento di gara predisposto dell’Agcom, sentita la
Commissione Europea. Al fine di assicurare l’uso efficiente e la valorizzazione
economica dello spettro radio, nonché per aprire il mercato di radiodiffusione
televisiva terrestre in tecnica digitale a soggetti nuovi entranti, assegneremo
nuovi diritti di uso per frequenze televisive nazionali tramite un’asta con
offerte economiche a rilanci competitivi. Massima sarà la mia attenzione verso
il settore radiotelevisivo. So bene quanto sia importante tale settore
nell’ambito dell’intera filiera produttiva italiana. Non solo per quanto
riguarda le emittenti nazionali ma anche e soprattutto per le emittenti locali.
Locale si deve sempre più accompagnare a parole come crescita, sviluppo,
opportunità. Dobbiamo dunque sostenere al meglio tale settore che oggi incontra
delle difficoltà serie: certo il mercato sta cambiando, la forza degli
imprenditori deve essere quella di innovare e saper stare al passo con i tempi.
Ma il Governo deve dare grande attenzione a questo settore.
Ancor più prossimo, il
rinnovo del Contratto nazionale di servizio Rai 2013-2015. Sarà una grande
occasione di novità e discontinuità rispetto al passato. Un testo importante
che dovrà essere innovativo, ovvero capace di rispondere alle crescenti richieste
del pubblico in termini di interattività, crossmedialità, inclusione,
pluralismo, senza mai rinunciare alla qualità dell’offerta culturale.
Mai come in questo periodo
il quadro appare in movimento e destinato a ulteriori, profondi cambiamenti che
chiamano in causa la natura stessa del mezzo radiotelevisivo. Ereditiamo un
primo lavoro fatto dal mio predecessore Corrado Passera: lavoro prezioso che
abbiamo acquisito. Sono da cogliere tutte le opportunità offerte da tale
passaggio. Opportunità che insieme al Vice Ministro Catricalà vogliamo poter
cogliere innanzitutto acquisendo i preziosi consigli e indicazioni che verranno
dal confronto anche formale con il Parlamento, sede naturale di un dibattito
sul servizio pubblico.
Infine, voglio citare brevemente
le nuove sfide nel campo dei servizi postali. Con il recepimento della Terza
direttiva anche per il mercato postale è emersa la necessità di accettare le
sfide derivanti dagli effetti della liberalizzazione, cogliendone le grandi
opportunità ai fini dello sviluppo economico e della crescita degli operatori
economici del settore.
In questo ambito, lo
sviluppo della concorrenza deve però essere bilanciato dalla necessità di
perseguire obiettivi di coesione generale. Nel rispetto delle competenze del
regolatore di settore, metteremo mano al rinnovo del contratto di Programma con
il fornitore del servizio universale Poste Italiane.
La politica di settore deve
necessariamente continuare a perseguire gli obiettivi di contenimento del costo
del servizio universale (Osu), poiché è indubbio che il livello strutturale
dell’onere Osu nel nostro Paese sia particolarmente alto (circa 600/700 Milioni
di euro all’anno), con compensazioni (nel triennio 2009/2011) superiori ad 1
Miliardo di euro.
Il Contratto di programma
2012/2014 (attualmente in corso di predisposizione) dovrà essere ulteriormente
utilizzato come leva ai fini della riduzione strutturale dell’onere del
servizio universale, accompagnando al contempo il processo di sviluppo della
concorrenza con misure graduali capaci di promuovere la crescita dei mercati
dei servizi e dei prodotti postali, favorendo la competitività degli operatori
economici del settore.
Presidente Meta, onorevoli,
questi sono i principali
elementi della strategia che intendiamo porre in essere nei prossimi mesi nel
settore delle Comunicazioni.
Ovviamente, il nostro
approccio è il più possibile aperto al confronto con il Parlamento e in
particolare con il lavoro della vostra Commissione.
Tutti gli stimoli che ci
farete avere saranno non solo graditi ma preziosi e non potranno che arricchire
il nostro lavoro.
Spero che già con i vostri
interventi, che mi accingo ad ascoltare con il massimo interesse, vorrete darci
qualche prima indicazione.
Vi ringrazio per
l’attenzione e resto a Vostra disposizione.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
POLITICA COMMERCIALE, CALENDA RIUNISCE GLI STAKEHOLDER IN VISTA DI SCADENZE INTERNAZIONALI, IL PUNTO SULLA POSIZIONE ITALIANA |
|
|
|
|
|
Roma, 12 giugno 2013 - Anche in vista dei prossimi appuntamenti
internazionali, come ad esempio l’avvio del negoziato per un accordo di libero
scambio tra Europa e Stati Uniti, il
Vice Ministro Carlo Calenda ha riunito a
Roma le Associazioni di categoria e gli
Enti Pubblici direttamente coinvolti
sui temi di politica commerciale, per fare il punto sulla posizione
italiana.
“La politica commerciale –
ha sottolineato Calenda durante la riunione – è una materia importantissima
perché riduce le barriere tariffarie e non tariffarie e consente al Made in Italy di arrivare con
efficacia ai consumatori di tutto il mondo. Il
compito del Governo – ha aggiunto il Vice Ministro – è quello di
ascoltare le richieste degli operatori per giungere, attraverso una sintesi
delle diverse posizioni, all’identificazione dell’interesse complessivo del
Paese”.
Attualmente l’Europa sta
negoziando importanti accordi commerciali con Canada, India e Giappone. Durante
il Consiglio dei Ministri dell’Unione
Europea di venerdì 14 giugno si discuterà l’avvio del negoziato di libero scambio con gli Stati
Uniti, che potrebbe portare benefici in
termini di aumento di produzione e di occupazione e a uno spostamento dell’asse
delle relazioni economiche mondiali.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
IRPET-UNIONCAMERE, ROSSI: “UNA NUOVA INTESA PER IL FUTURO DELLA TOSCANA” |
|
|
|
|
|
Firenze, 12 giugno 2013 –
Una nuova intesa fra istituzioni, forze sociali, categorie economiche, basata
su un “comune sentire”, dieci punti attorno ai quali costruire un confronto che
possa sfociare in una strategia capace di far fare un salto di qualità allo
sviluppo della Toscana, di rilanciarne produttività e competitività, entro una
solida cornice fatta di “qualità, tutela della bellezza, solidarietà”.
A lanciare la sfida è il
presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, intervenuto ieri a
conclusione del dibattito per la presentazione del rapporto Irpet - Unioncamere
sulla situazione economica in Toscana. Una situazione che risente della pesante
recessione e, in particolare, del forte calo della domanda interna, ma che
conferma, secondo Rossi, la scelta operata dalla Regione, di difendere il
settore manifatturiero. “Una scelta che ha consentito la sostanziale tenuta,
sia dal punto di vista produttivo che dell’occupazione e, soprattutto, ha
permesso all’export di crescere nonostante la crisi, dimostrando che la Toscana
può contare su sane e solide basi industriali”. Ma se non mancano altri punti
di forza, come il turismo, che nonostante tutto continua a crescere, o
l’agricoltura, che ancora regge, o l’occupazione che, pur in calo, tuttavia non
crolla, è innegabile che ci troviamo di fronte alla crisi più grave dal
dopoguerra ad oggi. Ed è proprio sul modo di affrontare la crisi da parte di
politici ed economisti che Rossi centra la sua riflessione. Chiamando la
politica ad un cambio di passo, per riprendere saldamente il timone della ripresa.
“Troppo spesso i politici
sono schiavi delle idee degli economisti – dice Rossi – l’Europa ha affrontato
la crisi all’insegna di vecchie idee liberiste, pensando che l’intervento dello
Stato fosse un freno al mercato, attuando politiche di rigore e di iniqua
distribuzione della ricchezza. Ma la crisi in Toscana non è causata
dall’intervento dello Stato e il rigore ha impoverito le classi medie facendo
calare la domanda interna”. Di fronte all’evidente fallimento di queste
politiche, ben esemplificare dai risultati negativi del governo Monti, Rossi
cita Keynes e invita tutti “L’italia, l’Europa, la Bce, ad una svolta, che
rimetta con i piedi per terra una situazione che oggi appare rovesciata, che
veda lo Stato al centro di politiche di investimento pubbliche e di equa
redistribuzione del reddito”. Rifuggendo “dall’eterna diatriba fra sostenitori
di una regione industriale e quelli di una regione tutta cipressi e turismo”,
la strada auspicata da Rossi per la Toscana è una sorta di terza via, più equilibrata,
capace di cogliere e valorizzare la straordinaria varietà e ricchezza che
questa regione può vantare dal punto di vista economico, paesaggistico,
culturale e umano. “Uno sviluppo possibile -spiega -per una regione ancora
forte nel manifatturiero, che ancora può crescere nei servizi, nel turismo, nel
terziario”. Perchè se il manifatturiero resta ancora centrale nelle strategie
regionali, è necessario approfondire maggiormente il ruolo del turismo come
risorsa, come valore che incorpora cultura, ricerca, tecnologia. Di un
paesaggio la cui tutela passa dal contrasto alla rendita immobiliare, e “che è
un fatto anche economico, che ci permette di mettere a frutto la rendita
lasciataci dai nostri nonni come un marchio straordinario, che possiamo vendere
in tutto il mondo”. In altre parole, per non cadere nell’immobilismo, sono da
evitare due atteggiamenti opposti e altrettanto sterili: quello di chi accetta
tutto in nome di un non meglio definito progresso e quello di chi, invece, a
tutto dice no.
“Su servizi e turismo –
avverte Rossi – si deve puntare di più. Su questo faccio autocritica, perchè
c’è stato un po’ di appannamento nel dibattito, che non ci ha permesso il
dinamismo di cui avremmo avuto bisogno”. Ma non è tutto. Servono anche una
burocrazia più leggera e una riflessione su istruzione e formazione per
superare “la vergogna” di un’eccessiva dispersione scolastica che, con il 18,6%
di studenti che abbandonano gli studi, colloca la Toscana al di sopra della pur
non lusinghiera media nazionale (18,2). “Credo che ci sia stata una
liceizzazione troppo spinta. Bisogna recuperare un legame più stretto fra
scuola, mondo della formazione e lavoro. In questo senso è incoraggiante il
successo dei tirocini con l’esperienza di Giovanisì”.
La svolta richiesta dall’acuirsi
della crisi non contraddice quanto fatto fino ad oggi e che Rossi rivendica.
“La Toscana ha un bilancio sano senza aver dovuto ricorrere a nuove tasse o
taccato i servizi sociali, i bilanci della sanità sono certificati e non
abbiamo diminuito di un euro le risorse per le imprese e il lavoro. Tutto
questo lo abbiamo fatto nonostante i tagli . Inoltre abbiamo mostrato di saper
spendere bene i fondi europei e forti di questa capacità diciamo no all’ipotesi
di una nuova centralizzazione dei fondi da parte dello Stato. Perchè le Regioni
non sono tutte uguali. Anche la Toscana ha una grande varietà ed è in questa
differenza, che dobbiamo valorizzare, che sta la sua forza”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
L’ASSESSORE DELLA CALABRIA HA INCONTRATO MARIA TERESA CERON VELEZ DELL’AMBASCIATA DEL MESSICO IN ITALIA |
|
|
|
|
|
Catanzaro, 12 giugno 2013
- L’assessore regionale alla Cultura
Mario Caligiuri, su delega del Presidente Scopelliti, ha incontrato ieri mattina l’Addetto culturale dell’Ambasciata
del Messico in Italia Maria Teresa Ceron Velez. L’incontro è servito a porre le
basi per una collaborazione a livello culturale. Tra le diverse iniziative
programmate per il momento vi è una mostra fotografica sul Messico dell’artista
Tina Modotti, attualmente allestita presso l’Ambasciata messicana a Roma, che
sarà portata nel mese di agosto nel Palazzo della Cultura di San Giovanni in
Fiore. All’iniziativa sta lavorando l’assessore comunale Giovanni Iaquinta.
Successivamente, in settembre, si avvierà una collaborazione a livello
universitario tra gli atenei calabresi e quelli messicani. Sempre a fine
settembre, nelle sede dell´Ambasciata messicana a Roma, con una successiva
puntata in Calabria, ci sarà una lezione magistrale di Roberto Giacobbo sul
tema: "La Magna Grecia e i Maya: collegamenti cosmici". Infine, si
sono presi contatti con l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico per
esporre un dipinto di Mattia Preti, per celebrarne i 400 anni della nascita, in
collaborazione con il Comune di Taverna, dove il Sindaco Eugenio Canino ha
ricevuto l’Addetto Culturale guidandola nella visita alle chiese di San
Domenico e Santa Barbara, dove sono esposte le tele del Cavaliere Calabrese.
Sempre nell’ottica della collaborazione e degli scambi culturali, il Comune di
San Giovanni in Fiore ha già offerto la disponibilità alle autorità messicane
di esporre il "Liber Figurarum" di Gioacchino da Fiore.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
DEBITI PA: IL LAZIO E´ LA PRIMA REGIONE A FIRMARE CON IL GOVERNO CONTRATTO PER 924,5 MLN |
|
|
|
|
|
Roma, 12 giugno 2013 - Il
Lazio è stata la prima tra le Regioni italiane a sottoscrivere il contratto con
il ministero dell´Economia e delle Finanze, dipartimento del Tesoro, per
ottenere 924,5 milioni di euro a titolo di prima tranche delle anticipazioni di
liquidità da destinare al pagamento dei debiti diversi da quelli del settore
sanitario.
Il contratto è stato
sottoscritto dal direttore della direzione Programmazione economica, Bilancio,
Demanio e Patrimonio, Marco Marafini, in presenza di Alessandra Sartore, assessore
al Bilancio, Demanio e Patrimonio della Regione Lazio.
Le somme saranno accreditate
alla Regione presumibilmente entro la fine del mese di giugno, e da tale data
l´Amministrazione dovrà provvedere al pagamento di fornitori ed enti
territoriali entro i successivi 30 giorni. L´anticipazione sarà
finalizzata a saldare i crediti certi, liquidi ed esigibili
al 31 dicembre 2012, secondo un piano dei pagamenti che dà priorità ai debiti
più anziani e riguarda, per almeno due terzi, residui passivi, anche perenti,
nei confronti di enti locali.
Dalle prossime settimane
sarà messa a disposizione dei creditori della Regione Lazio una piattaforma
informatica attraverso la quale gli interessati potranno informarsi
direttamente sulla propria posizione, sapere se e in che misura avranno diritto
alla liquidazione dei propri crediti, e potranno avere notizie dettagliate sui
tempi dei pagamenti, che lo stesso decreto prevede espressamente siano
"tempestivi".
"Grazie a queste
risorse - ha spiegato il presidente Nicola Zingaretti, - siamo in grado di
trasmettere una boccata d´ossigeno al sistema produttivo dei nostri territori,
generando un circuito virtuoso che non coinvolgerà soltanto i beneficiari diretti:
ogni azienda che vedrà riconoscersi i propri crediti, infatti, potrà grazie a
questi a sua volta pagare i propri fornitori e programmare investimenti per il
futuro".
"Con ogni probabilità -
ha aggiunto l´assessore Sartore - nel
biennio 2013-2014 il Lazio riceverà complessivamente anticipazioni di liquidità
per 5,2 miliardi di euro. Una cifra che può rivelarsi decisiva per dare
un´iniezione di fiducia alla nostra economia".
Con le anticipazioni del
decreto legge 35 viene immessa nel tessuto economico e produttivo nazionale
un´iniezione di liquidità pari al 2,5% del Pil nazionale. Le risorse liquide
immesse nel sistema economico dalla Regione Lazio grazie a questa operazione
rappresentano il 3% del Pil regionale. Tenendo conto dell´effetto del
provvedimento sul Pil stimato a livello nazionale dal Def, questa iniezione di
liquidità dovrebbe determinare un incremento del Pil regionale pari all´1,1%.
Secondo le più favorevoli stime di tale provvedimento formulate dal Centro
studi di Confindustria, tale iniezione di liquidità potrebbe determinare un
incremento del Pil regionale dell´1,5%.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
UMBRIA, RAPPORTO BANCA D’ITALIA; MARINI: “CONTI PUBBLICI IN ORDINE ELEMENTO POSITIVO PER ECONOMIA REGIONALE” |
|
|
|
|
|
Perugia, 12 giugno 2013 - “Avere i conti in ordine come Regione, a
partire dall’equilibrio di bilancio per ciò che riguarda la sanità, non è solo
prova di buona politica. L’equilibrio di bilancio di una regione, infatti, si
ripercuote positivamente sull’intero sistema economico e sulla stessa pressione
fiscale che, come ha correttamente evidenziato il rapporto di Banca d’Italia, è
tra le più basse in tutta Italia”. E’ quanto affermato dalla presidente della
Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta ieri mattina alla presentazione
del Rapporto sullo stato dell’economia in Umbria, realizzato dai ricercatori
della filiale regionale di Banca d’Italia.
La presidente Marini ha evidenziato come in
questi anni la Regione Umbria è riuscita a tenere in equilibrio di bilancio i conti
dell’amministrazione regionale, ed in primo luogo quelli della sanità che
rappresentano oltre l’80 per cento del bilancio, mantenendo di fatto inalterata
la leva fiscale regionale: “così avviene che – ha detto Marini - i cittadini
umbri pagano meno Irpef, come le imprese meno Irap, rispetto alla gran parte
delle regioni italiane.”
“Recentemente – ha proseguito la presidente
- anche l’agenzia internazionale di rating Standard&poor’s ha evidenziato
la buona gestione dei nostri conti, assegnando alla nostra Regione un ‘merito
di credito ‘a+’ (superiore al rating ufficiale di ‘bbb+’, pur confermato) non
potendo la stessa agenzia elevare il rating dell’Umbria in presenza del vincolo
per le agenzie di non poter assegnare a enti pubblici subordinati allo Stato
centrale livelli superiori di rating”.
Tutto ciò non solo non era e non è scontato,
ma è avvenuto in presenza di tagli ‘draconiani’ dei trasferimenti statali verso
le regioni: “per la sola Regione Umbria – ha proseguito la presidente - tra
inasprimento del patto di stabilità, azzeramento trasferimenti statali, aumento
del limite nell’autorizzazione mutui, tagli al Fondo sanitario regionale, ci
sono minori risorse pari a 251 milioni per il 2011, 364 milioni per il 2012,
475 milioni per il 2013, 531 milioni per il 2014 e 2015. Su un bilancio
complessivo che per la nostra amministrazione è di poco superiore ai due
miliardi di euro”.
In precedenza la presidente
aveva evidenziato la giusta sottolineatura emersa dal ‘rapporto’ in riferimento
al ruolo dell’industria siderurgica regionale: “se consideriamo che oltre il 40
percento del fabbisogno di acciaio in Italia – ha detto la presidente - è
soddisfatto dalle produzioni dell’Ast ci rendiamo conto di quanto questa
industria e le sue sorti, non possono essere certo essere relegate a questione
di una città. Questa è una industria di base, che riveste un ruolo fondamentale
per l’intero sistema economico regionale ed anche nazionale. Ecco perché non
sono assolutamente secondarie le questioni del passaggio di proprietà dell’Ast
e che come istituzioni stiamo seguendo in queste ore con grandissima attenzione
ed anche preoccupazione”.
“La gravità della crisi dell’economia
nazionale – ha proseguito - ci dice che una regione piccola come l’Umbria, pur
con tutta la sua buona volontà, non può certo mettere in atto politiche
anticicliche. Ciò che serve è dunque un nuova politica “strutturale” per il
rilancio dell’economia di tutto il sistema Paese. Non perché le misure di
contrasto alla congiuntura non servano, anzi: vanno chieste e vanno realizzate.
Da tutti, ma soprattutto dai livelli istituzionali che hanno davvero in mano
questa leva: l’Europa, i governi nazionali, la Banca centrale Europea.
Naturalmente, per quel che è possibile, anche i livelli locali devono fare la
loro parte. In questa direzione – come ho già avuto modo di dire – la Regione
pensa che le risorse che arriveranno a partire dal prossimo anno per l’avvio
della nuova fase di programmazione comunitaria 2014-2020 – ha concluso la
presidente - sono un’occasione da non perdere per aiutare la nostra economia a
crescere elevando il suo livello di competitività”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
A REGGIO CALABRIA IL VII COMITATO DI SORVEGLIANZA SULLO STATO DI ATTUAZIONE DEL POR FESR 2007/2013 |
|
|
|
|
|
Catanzaro, 12 giugno
2013 - Si è svolto ieri nella sala
“Giuditta Levato” del Consiglio regionale, a Reggio, il Vii Comitato di
Sorveglianza del Por Calabria Fesr 2007/2013. Il consueto appuntamento di
confronto tra i rappresentati della Commissione europea, del Dipartimento
Politiche di Sviluppo, dei Ministeri, della Regione e del Partenariato
Economico e Sociale è stato preceduto da una serie di riunioni tecniche, ed è
servito a fare il punto sullo stato di attuazione del Por - a meno di tre anni
dalla chiusura del ciclo programmatico – e per anticipare le opportunità
offerte dalla Programmazione 2014/2020. L’incontro è stato presieduto
dall’Assessore regionale alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Giacomo
Mancini, alla presenza della Vicepresidente della Giunta regionale, Antonella
Stasi e del presidente della Ii Commissione “Bilancio, Programmazione
Economica, Attività Produttive e Fondi Comunitari”, Candeloro Imbalzano. Hanno
partecipato anche il Direttore Raul Prado, responsabile per l’Europa meridionale
della Dg Regio della Commissione Europea e Ludovica Agrò, direttore generale
Pruc del Ministero.
La Vicepresidente Antonella
Stasi, aprendo i lavori, ha voluto fare cenno alla nuova programmazione: «La
capacità istituzionale e l’unione di intenti ci permetteranno di uscire
vittoriosi dalle sfida che ci attendono per il futuro».
L’assessore Mancini nel suo
intervento ha posto l’accento sulle buone pratiche, ma non ha taciuto su ciò
che deve essere corretto e migliorato.
«I Pisl si stanno rilevando
una storia di successo: la nostra Amministrazione, oltre ad aver strutturato il
quadro giuridico in cui attuare la Progettazione integrata – ha detto
l’Assessore - ha imposto e, per prima rispettato, scadenze che, al principio,
sembravano illusorie. Oggi, dopo la pubblicazione delle graduatorie, la firma
degli accordi con i Comuni capofila e l’approvazione dello schema di
convenzione, la Progettazione integrata può entrare, a meno di due anni dal suo
reale avvio, nella fase realizzativa». L’assessore ha poi parlato dei “Grandi
Progetti”: «La gara per la metropolitana di Cosenza è stata indetta un paio di
settimane fa, mentre quella della Gallico/gambarie è in attesa. Auspichiamo che
l´intervento del Presidente Scopelliti, che ha scritto all’inizio di maggio all’Amministrazione
provinciale di Reggio Calabria, invitandola a procedere alla definizione e
conclusione delle procedure di competenza, consenta di appaltare e realizzare
l’opera nei tempi previsti».
A proposito poi della
cosiddetta task-force che coadiuverà la Regione, Mancini ha voluto sottolineare
che si sono registrate «polemiche tanto strumentali quanto inconsistenti. La
task-force rappresenta un ulteriore strumento attuativo del principio della
cooperazione rafforzata, che costituisce uno dei pilastri del Pac. Ribadisco
che siamo consapevoli che questo strumento, non imposto ma concordato e
condiviso, sarà utile per portare a coronamento l´importante lavoro svolto
dalla Calabria in questi anni, sul quale c´è un vivo e diffuso apprezzamento, e
sarà utile per chiamare alle proprie responsabilità tutti i soggetti anche
nazionali impegnati nella realizzazione dei programmi». E ancora una buona
notizia: «La Commissione, il ventisette maggio scorso, ha adottato la decisione
di approvazione – ha annunciato Mancini - della riprogrammazione di dicembre
2012. Questa decisione consentirà di dare piena attuazione alle misure
anticrisi previste nella terza fase del Piano di Azione Coesione. Sono sicuro
che gli interventi previsti daranno ristoro alle imprese e ai lavoratori della
nostra regione in una contingenza economica che continua ad essere molto
difficile». L’assessore ha poi fatto riferimento al nuovo ciclo programmatico
2014/2020. «L’assessorato alla Programmazione e la Presidenza si sono fatti
promotori di una serie di incontri volti all’informazione e all’approfondimento
dei contenuti del nuovo ciclo di programmazione 2014/2020, in ultimo quello
tenuto a Lamezia Terme venerdì scorso, al fine di poter individuare, attraverso
una consapevole e attenta riflessione, le politiche che saranno sviluppate in
Calabria. In questo solco – ha concluso l’Assessore Mancini - si colloca anche
l’ultima delibera di Giunta, intervenuta al fine di disegnare il percorso della
programmazione 2020. Essa istituisce il Comitato di Coordinamento di alto
livello decisionale che permette il dialogo ed il confronto tra le tre Autorità
di Gestione, le direzioni generali dei dipartimenti regionali e il livello
politico competente. Pertanto, possiamo annunciare oggi, con soddisfazione,
che, pur nelle more dell’adozione dei regolamenti comunitari, i lavori sulla
nuova programmazione procedono a pieno regime e la Regione è pronta ad
affrontare il percorso caratterizzato da tappe necessariamente stringenti».
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TERREMOTO: CHIODI, TENERE CONSIGLIO MINISTRI ALL´AQUILA IL PRESIDENTE SCRIVE UNA LETTERA AL PREMIER |
|
|
|
|
|
L´aquila, 12 giugno 2013 - Il Presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha
scritto al Premier Enrico Letta affinchè si tenga all´Aquila un prossimo
Consiglio dei Ministri. "È necessario - ha spiegato Chiodi - che tutti i
Ministri, in primis lo stesso Premier, si rendano conto direttamente di quanto
ho discusso con Enrico Letta nel recente incontro avuto con lui a Palazzo
Chigi. Prendere contezza della situazione e della ovvia conseguente necessità
di accelerare ogni utile azione per avviare e chiudere in tempi ragionevoli la
ricostruzione, è elemento dal quale oggi, viste le resistenze, non possiamo
prescindere. Spero - ha concluso - che la mia proposta venga accolta in tempi
rapidi".
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
FONDI UE, OGGI GIUGNO FOCUS A GENOVA I MUSEI DELLA FILIGRANA DI CAMPO LIGURE, DEL FERRO DI MASONE E DELLE CAMPANE DI AVEGNO BIGLIETTO DA VISITA ALLA BORSA |
|
|
|
|
|
Genova, 12 Giugno 2013 - La Regione Liguria centra l’obiettivo-spesa
dei fondi Ue e a Genova mercoledì 12 giugno, alle 9.30, al Palazzo della Borsa,
si riunirà il Comitato di sorveglianza del Por Fers Liguria 2007-2013,
l’organo, previsto dai regolamenti comunitari, che si occupa di accertare
l’efficacia e la qualità dell’attuazione del programma operativo.
Partecipano ai lavori, tra
gli altri, l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Renzo Guccinelli,
la direzione generale della politica regionale dell’Unione Europea, i ministeri
dello Sviluppo Economico e dell’Economia e Finanze.
Il comitato farà punto sullo
stato di avanzamento relativo all’attuale programma, insieme a un’informativa
sul prossimo periodo di programmazione 2014/2020.
La Liguria ha raggiunto gli
obiettivi fissati: l’avanzamento della spesa del programma, certificato a
maggio 2013, ha registrato un livello pari ad 258,3 milioni di euro, rispetto
al target fissato in 254 milioni.
Nell’ambito di un’attività
di raccordo tra le politiche regionali per l’artigianato e la programmazione
comunitaria, è prevista, per i partecipanti alla riunione una visita al Museo
della Carta, in località Acquasanta di Mele, uno dei progetti finanziati dal
programma. L’attività cartaria della zona rientra in un piano di salvaguardia
di antichi mestieri, sostenuti anche dai finanziamenti del Fondo sociale
europeo. La visita proseguirà alle “Terme di Genova” dell’Acquasanta, un
progetto anch’esso finanziato con risorse delle precedenti programmazioni
comunitarie e presso il Santuario N.s. Dell’acquasanta.
Nell’atrio del Palazzo della
Borsa sarà allestita un’esposizione dedicata alle lavorazioni dell’artigianato
artistico di nicchia legate al marchio “Artigiani in Liguria”, con un focus
sugli interventi finanziati grazie al Por Fers: il Museo del Ferro di Masone,
il Museo della Filigrana di Campo Ligure e quello delle Campane di Avegno.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LOMBARDIA. FUSIONE COMUNI: NORME SEMPLIFICATE |
|
|
|
|
|
Milano, 12 giugno 2013 -
Norme più semplici, tempi minori,
procedure uniformi e un
referendum consultivo da tenersi una
volta all´anno. Inoltre, la
garanzia che i Comuni che decidono
di unirsi potranno
concludere il percorso, grazie
all´accompagnamento di
Regione Lombardia, entro la prossima
tornata elettorale del 2014.
Questi i principali contenuti della
risoluzione approvata dal Consiglio
regionale a seguito anche
del parere positivo della
Giunta.
Risparmio Di Risorse -
´Abbiamo voluto coinvolgere il Consiglio
- ha commentato l´assessore
all´Economia, Crescita e
Semplificazione Massimo
Garavaglia - con l´obiettivo di
semplificare le procedure di
fusione, che oggi sono molto
complicate. La fusione non è
certo la soluzione, ma una
soluzione. I Comuni lo sanno
e ora sanno che una volta all´anno
si potranno svolgere dei
referendum consultivi con i quali i
cittadini potranno
esprimersi. In questo modo risparmieremo
anche risorse, perché la
procedura è fissata per una e una sola
volta l´anno. Tutto però,
sia chiaro, rimane in capo alle
decisioni dei singoli
territori e alla loro volontà e autonomia.
E´ un processo che deve maturare
nel territorio in maniera
consapevole. Non devono
esserci né fretta, né forzature, a
quando i territori scelgono
sanno che dall´altra parte c´è una
procedura semplice´.
20 Progetti Di Fusione Da 62
Comuni - Ad oggi, anche a fronte
delle recenti normative
nazionali, che impongono limiti e
vincoli anche ai Piccoli
comuni (cioè con meno di 5.000 abitanti
e a quelli di montagna con
meno di 3.000) - secondo i dati a
disposizione - sono 62 i
Comuni che hanno avanzato 20 progetti
di fusione, per un totale di
130.000 cittadini coinvolti.
Le Gestioni Associate Delle
Funzioni - Per quanto riguarda le
gestioni associate delle
funzioni, l´assessore Garavaglia ha
spiegato che ´è in via di
definizione un ´Tavolo´, allargato ad
Anci e Prefetture, che deve
aiutare i Comuni a dare una lettura
uniforme delle regole, che
oggi sono complicatissime e in
disaccordo fra loro´. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TRENTINO ALTO ADIGE: APPROVATO DALLA GIUNTA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2014 |
|
|
|
|
|
Trento, 12 giugno 2013
- Pareggia sulla cifra di 519.305.600
euro il bilancio di previsione della Regione per il 2014, approvato oggi dalla
Giunta regionale, riunita a Bolzano. Si tratta di un bilancio di fine
legislatura e dunque di carattere strettamente tecnico, nel quale la maggior
parte delle poste rimane pressochè invariata rispetto all’esercizio 2013, in
grado di assicurare la continuità della gestione finanziaria fino ai primi mesi
del prossimo esercizio, in attesa che il nuovo esecutivo regionale, che nascerà
dopo le elezioni di fine ottobre, vari i propri indirizzi programmatici e
finanziari.
Le entrate complessive per
il nuovo esercizio ammontano a 412.805.600 euro, ai quali si aggiungono
106.500.000 euro di avanzo dal precedente esercizio. Fra gli interventi più
significativi vanno segnalati quelli compresi nel settore “previdenza e
politiche sociali” dove, grazie anche al recupero di risorse ottenuto in
seguito alla riduzione dei costi della politica e della conseguente diminuzione
dei traferimenti al Consiglio regionale, si confermano e vengono consolidati
gli impegni assunti con le varie leggi relative al Pacchetto famiglia. Fra
questi da segnalare il potenziamento degli interventi destinati alla copertura
di periodi di astensione dal lavoro per la cura dei figli e per l’assistenza a
familiari non autosufficienti. La spesa complessiva per il settore Previdenza e
politiche sociali per il 2014 è di 85.980.000 euro.
L’altro rilevante settore di
intervento finanziario della Regione è quello dei giudici di pace, che vede
l’Ente impegnato nella gestione degli atti e dei provvedimenti relativi allo
status del giudice di pace, nel coordinamento dei vari uffici presenti sul
territorio e nel servizio di mediazione penale. La spesa complessiva della
funzione obiettivo “Giudici di pace” ammonta a complessivi euro 14.938.000.
Per le funzioni obiettivo
“Integrazione europea, minoranze e interventi di interesse regionale”,
“Minoranze linguistiche regionali” e “Interventi umanitari” si conferma, anche
per il 2014, l’impegno della Regione per dare un’applicazione funzionale ed
efficiente alle leggi regionali in materia. La spesa complessiva delle tre
funzioni obiettivo è di euro 13.200.000.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
CALABRIA: PRESIDENTE SCOPELLITI: 56 MILIONI DI EURO PER LE ZONE FRANCHE URBANE (ZFU) |
|
|
|
|
|
Catanzaro, 12 giugno 2013
- Con uno stanziamento di 56 milioni di
euro, a valere sulla riprogrammazione del Por Calabria Fesr 2007/2013,
nell’autunno del 2012 la Regione Calabria
ha elaborato la proposta di rimodulazione del Por Calabria Fesr 2007/2013,
per mettere a disposizione del Piano di azione coesione, le risorse necessarie
per attivare questo importante strumento atteso dalle piccole e medie imprese
dei territori interessati. Il 19 marzo 2013, è stato firmato il Decreto
attuativo che individua 44 aree, tutte al Sud, divise tra Campania, Puglia,
Calabria e Sicilia, per un totale di 377 milioni. In Calabria le città
selezionate sono sette (Crotone, Lamezia Terme, Rossano, Corigliano, Cosenza,
Reggio Calabria, Vibo Valentia) le cui aziende insediate saranno interessati
dalle agevolazioni fiscali. Le Zone Franche Urbane (Zfu) sono aree
infra-comunali di dimensione minima prestabilita, dove si concentrano programmi
di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo
prioritario delle Zfu sarà favorire lo sviluppo economico e sociale di
quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e
occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse. Gli incentivi e le
agevolazioni, nonché le modalità e i termini delle agevolazioni saranno
concesse secondo il regime "de minimis", con tetto cioè fissato a 200
mila euro.
“Il 27 maggio – ha
dichiarato il Presidente della Regione Scopelliti - la Commissione Europea ha
adottato la decisione comunitaria di approvazione della rimodulazione del Por e
pertanto sono ad oggi disponibili le risorse per finanziare le misure di
defiscalizzazione previste dal Decreto in favore delle imprese nelle zone
franche. Adesso le risorse ci sono, le ha investite direttamente la Regione,
l´auspicio é che presto vengano pubblicati i bandi da parte del Ministero allo
Sviluppo Economico per consentire alle imprese, soffocate dalla morsa della
crisi, di presentare istanza”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
BOLZANO, DALLA GIUNTA: COSTITUITA ALTO ADIGE RISCOSSIONI E NOMINATO IL CDA |
|
|
|
|
|
Bolzano, 12 giugno 2013 -
Dal 1° luglio, in Provincia di Bolzano, l´attività di accertamento,
liquidazione e riscossione di imposte e sanzioni sarà affidata ad una nuova
società pubblica. Si tratta di Alto Adige Riscossioni Spa, che inizialmente
sarà interamente provinciale, ma che in futuro coinvolgerà anche i Comuni. La
Giunta ha approvato atto costitutivo e statuto, nominando anche i vertici dell´ente.
Provincia e Consorzio dei
Comuni hanno trovato una soluzione condivisa per la gestione dell´attività di
riscossione delle entrate degli enti pubblici locali. Dal privato (Equitalia e
Sicilia Riscossioni), si passa al pubblico, con una nuova società costituita
inizialmente dalla Provincia di Bolzano, la quale però si impegna a cedere il
20% delle quote ai Comuni interessati. "E´ stato deciso di procedere in
questo modo solo per una questione legata alla tempistica - spiega il
presidente Luis Durnwalder - Alto Adige Riscossioni potrà essere operativa a
partire dal 1° luglio, e in un secondo momento la partecipazione alla società
sarà ampliata ad altri enti".
I compiti di Alto Adige
Riscossioni Spa consisteranno nell´accertamento, nella liquidazione e nella
riscossione di imposte e sanzioni con vantaggi sia per la pubblica
amministrazione che per i cittadini. "Gli enti locali potranno valorizzare
la propria autonomia finanziaria - prosegue Durnwalder - perseguendo al
contempo obiettivi di equità fiscale. Sarà inoltre migliorato il rapporto con i
cittadini, i quali avranno a disposizione un referente unico con il quale
dialogare in un´ottica di sempre maggiore semplificazione".
Oltre ad atto costitutivo e
statuto della società, la Giunta provinciale ha anche approvato gli organi di
governo di Alto Adige Riscossioni. Il Cda sarà composto da Domenico Laratta,
Andrea Gröbner e Sonja Pichler, per il collegio dei sindaci sono stati scelti
Arthur Scheidle, Roberto Ninni e Martha Florian. L´accordo tra Provincia e
Consorzio dei Comuni prevede che almeno un rappresentante di Cda e collegio
sindacale sia nominato dalle autonomie locali, mentre le decisioni sulla
governance della struttura saranno prese da un comitato guida di sei membri:
tre rappresentanti della Provincia, il presidente del Consorzio dei Comuni e
due rappresentanti degli enti locali.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFRASTRUTTURE, LIGURIA: POSITIVO SLEGARE OPERE DA VINCOLI DI BILANCIO |
|
|
|
|
|
Genova, 12 Giugno 2013 - “L´impegno prospettato dal
Ministro Lupi di applicare una golden rule che escluda dal patto di stabilità gli
investimenti per le infrastrutture è del tutto condivisibile. Le infrastrutture
sono veramente, per l’economia di questo paese, un volano di sviluppo ed uno
strumento di coesione. Slegare le opere infrastrutturali dai vincoli di
bilancio significa anche offrire una opportunità di uscita dalla congiuntura
alle imprese dell’edilizia e dell’indotto collegato”. Lo ha detto oggi
l’assessore alle infrastrutture della Regione Liguria, Raffaella Paita
allineandosi alla posizione espressa a Bruxelles dal Ministro delle
Infrastrutture, Lupi. “Allo stesso modo – continua Paita - è però essenziale
che siano esclusi dal patto di stabilità gli investimenti per piccole e medie
opere necessari per la messa in sicurezza del territorio”. Secondo l’assessore
Paita “bisogna concentrarci su opere immediatamente cantierabili e su una
politica che traguardi anche gli interventi connessi ai corridoi
infrastrutturali sui quali la Commissione europea ci chiede di investire. Deve
prendere corpo anche un convincimento allargato sull’improrogabile esigenza di
una manutenzione straordinaria del territorio, sia delle reti portanti che
dell’insieme dei nodi logistici, a partire da porti e aeroporti, riconoscendo
che la manutenzione della rete è a tutti gli effetti un investimento, nel quale
coinvolgere capitali privati”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
MOLISE: CONTRATTO D´AREA, FIRMATO PROTOCOLLO PER 13 MILIONI E 713 MILA EURO |
|
|
|
|
|
Campobasso, 12 giugno 2013 -
Nuove occasioni di rilancio economico e occupazionale per le imprese e i
cittadini delle aree interne del Molise. Il presidente della Regione, Paolo di
Laura Frattura, ha sancito l´intesa con il Ministero dello sviluppo economico
sul finanziamento di interventi infrastrutturali per un importo complessivo di
13 milioni e 713 mila euro.
Ieria a Roma è stato siglato
il protocollo aggiuntivo con il Dipartimento per lo sviluppo delle economie
territoriali. Con l´accordo verranno finanziati la strada di servizio all´area
produttiva nel comune di Bojano (3.921.002,9 euro), la realizzazione della
viabilità e dei servizi a rete dell´area per gli insediamenti produttivi nel
comune di Monteroduni (2.320.391,3 euro), la realizzazione di opere di
potenziamento, ammodernamento e completamento dell´urbanizzazione del polo
industriale nel comune di Pettoranello del Molise (3.409.194,6 euro), le opere
finalizzate alla sicurezza, al risparmio energetico e alla realizzazione di
interventi di supporto agli insediamenti produttivi dell´area Pip nel comune di
Macchia di Isernia (1.992.855 euro) e la
infrastrutturazione dell´area Pip nel comune di Sesto Campano (2.070.000 euro).
Questo protocollo
rappresenta una solida opportunità di ripresa per le nostre aree interne. Come
responsabile unico del Contratto d´area, sono soddisfatto", il presidente
Paolo di Laura Frattura commenta così l´intesa raggiunta con il Ministero dello
sviluppo economico.
"È un risultato che
mette in campo per il Molise oltre tredici milioni di euro - prosegue il
governatore -. Creeremo occasioni da tempo attese dalle nostre imprese attraverso
la realizzazione di opere necessarie a una migliore operatività del mondo
produttivo locale. Prossimo impegno sarà il reperimento di ulteriori risorse
per le infrastrutture e il sostegno alle imprese. Questo è il modo giusto con
cui noi accompagniamo le aziende molisane nel percorso di rilancio e
rafforzamento dell´economia regionale".
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
POR CALABRIA FSE 2007-2013 IN LINEA CON QUELLO DELLE REGIONI A OBIETTIVO CONVERGENZA |
|
|
|
|
|
Catanzaro, 12 giugno 2013
- L’assessore al lavoro, formazione
professionale e politiche sociali esprime soddisfazione per i riconoscimenti
ottenuti durante il Vii° Comitato di sorveglianza del Por Calabria Fse
2007-2013 nel quale il capo unità della direzione generale occupazione e affari
sociali della Commissione europea Nicolas Gilbert Morin ha sottolineato i
miglioramenti registrati puntualizzando che il Por Calabria Fse è in linea con
quello delle Regioni a obiettivo convergenza e superiore a quello di alcune
regioni centrosettentrionali. “La spesa certificata – sostiene l’assessore
Salerno – ha superato di 21 milioni di euro il target prefissato (385 milioni
contro 364) e ciò indica che ci sono le idee e le competenze per programmare e
realizzare quegli interventi che ci possono consentire di incidere in maniera
significativa sulla qualità della vita dei cittadini. Le politiche inclusive e
quelle volte al reinserimento occupazionale ed alla creazione di nuovi posti di
lavoro centrando l’obiettivo primario, che è quello di far percepire ai
calabresi il processo di cambiamento e di sviluppo, contribuiscono a rendere
più forte la coesione e a stimolare la collaborazione. Certamente bisogna fare
i conti con una condizione di ritardo economico-sociale che affonda le sue
radici in tempi lontani e in motivazioni storiche precise, oltre che con una crisi
che per intensità e probabilmente per durata è addirittura più grave rispetto a
quella del 1929. Dato questo contesto di riferimento, è indispensabile
comprendere fino in fondo e toccare con mano le problematiche quotidiane dei
calabresi per poi agire concretamente per produrre provvedimenti capaci di
assicurare effetti positivi di lunga durata. Il ciclo di programmazione
2014-2020 – aggiunge l’assessore Salerno – dovrà necessariamente
contraddistinguersi per un approccio sistemico e strategico, per una visione
complessiva, per un metodo che premia efficienza e capacità di rispondere con
tempestività alle sfide che ci impone la competitività del mondo moderno.
Requisiti che saremo in grado di garantire in considerazione della chiarezza
progettuale che distingue l’azione del presidente Giuseppe Scopelliti, che ha
saputo, con la forza e l’ostinazione dei fatti, riacquistare la credibilità
della Calabria. Sono convinto – conclude l’assessore Salerno – che con la
determinazione e la brillantezza delle sue risorse umane e con una classe
dirigente all’altezza, la Calabria possa davvero costruire il suo cammino di
riscatto”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
FVG, AUTONOMIE LOCALI: SERRACCHIANI CON SINDACI COMUNI CAPOLUOGO |
|
|
|
|
|
Udine, 12 giugno 2013 - Contenuti della
manovra di assestamento del
bilancio regionale e
allentamento del Patto di stabilità, che
frena la realizzazione di
opere pubbliche e anche semplici lavori
di manutenzione, e del Patto
Tondo-termonti, che pesa per 370
milioni di euro sulle casse
del Friuli Venezia Giulia.
Sono stati questi i principali
argomenti affrontati ieri a Udine
nell´incontro tra la
presidente della Regione Friuli Venezia
Giulia, Debora Serracchiani,
accompagnata dagli assessori alle
Finanze Francesco Peroni,
alle Autonome locali Paolo Panontin e
ai Lavori pubblici,
Mariagrazia Santoro, con i sindaci dei
quattro comuni capoluogo:
Roberto Cosolini, Trieste, Ettore
Romoli, Gorizia, Furio
Honsell, Udine, e Claudio Pedrotti,
Pordenone.
Sull´assestamento
Serracchiani ha ribadito che si tratta di una
"manovra povera",
con risorse in calo e con la scelta di limitare
allo stretto indispensabile
le poste puntuali; ad esempio nel
settore cultura, ove saranno
assegnati finanziamenti con
l´obiettivo prioritario di
salvaguardare qualcosa come 1.500
posti di lavoro.
Per quanto concerne i
riflessi della manovra sugli Enti locali,
la presidente ha ricordato
che se da un lato, grazie al recente
emendamento sullo sblocco
dei pagamenti delle pubbliche
amministrazioni anche nelle
Regioni a Statuto speciale, sono
stati liberati 47 milioni di
euro, dall´altro "non esistono" 25
milioni promessi ed inseriti
a bilancio dalla precedente Giunta.
La presidente del Friuli
Venezia Giulia ha quindi evidenziato che
sono stati aperti al
ministero degli Affari regionali due tavoli
di trattativa con il Governo
centrale sui patti Tremonti-tondo e
di Stabilità. "Il
ministro Graziano Delrio - ha precisato
Serracchiani - è consapevole
della necessità di superare
situazioni che creano
oggettive difficoltà, autorizzando le
pubbliche amministrazioni ad
utilizzare risorse disponili". Un
aspetto su cui l´assessore
Panontin ha annunciato un monitoraggio
a regia regionale per capire
nel dettaglio chi ha denaro da
utilizzare.
I primi cittadini hanno
sottolineato gli effetti del Patto di
stabilità, che sono
recessivi in particolare sul comparto
dell´edilizia, o comunque
profondamente negativi laddove
determinano l´impossibilità
ad esempio di compartecipare
finanziariamente ai progetti
Pisus, per cui sono disponibili
fondi europei, o di
intervenire per mettere in sicurezza il
territorio colpito dalle
piogge intese degli ultimi giorni, come
accaduto a Pordenone.
E se dai Comuni capoluogo è
stato confermato il sostegno più
ampio a proseguire la
trattativa con il Governo su questi
aspetti, non sono mancate le
richieste di un riequilibrio nei
trasferimenti di risorse tra
realtà grandi e piccole, anche nella
logica di favorire le
aggregazioni, e consentire di ripristinare
la figura del direttore
generale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
FVG, AUTONOMIE LOCALI: APPROVATA DA CAL MANOVRA ASSESTAMENTO |
|
|
|
|
|
Udine, 12 giugno 2013 - Il Consiglio delle Autonomie
Locali, riunito a
Udine nel Palazzo della
Regione, ha accolto a larga maggioranza
le Disposizioni dello schema
di disegno di legge di assestamento
del bilancio regionale per
l´anno 2013, riguardanti i
trasferimenti finanziari
agli enti locali, e ha espresso, sempre
a larga maggioranza, parere
favorevole sullo schema di disegno di
legge di assestamento di
bilancio regionale per l´anno 2013.
Presenti gli assessori
regionali alla Funzione Pubblica,
Autonomie Locali e
Coordinamento delle Riforme, Paolo Panontin, e
alle Finanze, Patrimonio e
Programmazione, Francesco Peroni,
l´organismo consultivo del
sistema delle autonomie ha apprezzato
il metodo e l´approccio
propositivo dei due esponenti
dell´Esecutivo, raggiungendo
l´intesa sulle Disposizioni relative
ai trasferimenti finanziari
con 17 voti a favore e tre
astensioni; il parere
sull´assestamento di bilancio con 16 voti a
favore e 4 astensioni.
Panontin, nell´intervenire
dopo l´apertura dei lavori da parte
del presidente del Cal,
Ettore Romoli, ricordato l´incontro
preliminare già avuto con
l´Ufficio di Presidenza, ha messo in
risalto il fatto che le
autonomie locali hanno segnalato lo stato
di sofferenza derivante
dalla situazione finanziaria contingente,
ma anche dalle continue
modifiche alle disposizioni dello Stato
rivolte agli enti locali.
Che obbliga i Comuni e le Province al
-"continuo rincorrere
gli effetti della ripetuta variazione di
norme ed emendamenti
nazionali".
Panontin ha invitato,
attraverso i rappresentanti nel Cal,
l´intero sistema delle
autonomie a fare fronte comune con la
Regione, per difendere ´quel
che rimane della specialità del
Friuli Venezia Giulia´.
L´assessore si riferiva
anche alle richieste avanzate dai membri
del Cal rispetto alla
destinazione dei fondi Imu e inerenti la
Tares.
Parallelamente è stata
subito votata, e accolta con 13 voti a
favore, e 1 contrario
(sempre 20 i presenti) la proposta di
Panontin di consentire alle
amministrazioni municipali, che
intenderanno avvalersi di
tale facoltà, di istituire la Tassa di
soggiorno per reperire
risorse necessarie al funzionamento degli
enti civici.
Per quanto concerne il
disegno di riforma del sistema, Panontin
ha anticipato che esso sarà
delineato in forma organica a
conclusione della serie di
consultazioni con le singole
amministrazioni locali, che
ha in corso in queste settimane.
L´assessore Peroni ha quindi
presentato lo schema di disegno di
legge di assestamento di
bilancio: una manovra che vale 71
milioni e 726 mila euro; di
tale somma, 12 milioni sono per gli
enti locali.
La Giunta regionale, secondo
Peroni, è orientata a un approccio
maggiormente sistemico nella
redazione della legge finanziaria
del Friuli Venezia Giulia;
una sfida che l´Esecutivo intende
intraprendere non soltanto
nell´arco dell´intera legislatura,
avviandone parte a breve.
Un nuovo approccio, che per
l´assessore pone innanzitutto un
problema di ruolo da parte
dell´Amministrazione, in funzione
della riduzione di risorse
che in futuro saranno in ulteriore
calo.
Per questo anche Peroni ha
invitato il sistema delle autonomie a
fare massa critica, e ad
affiancare la Regione nel confronto con
lo Stato, per rafforzarne la
posizione.
Per affrontare la situazione
attuale, anche per l´assessore alle
Finanze occorre un sistema
di alleanze forte, basato sulla
dialettica e la
condivisione.
Per quanto attiene alla
manovra di assestamento di bilancio per
il 2013, la Giunta
Serracchiani assegna attenzione prioritaria al
mondo dell´economia e del
lavoro. E ciò ha limitato i margini di
discrezionalità nella
distribuzione delle risorse.
Sono così stati previsti
quasi 16 milioni di euro nei settori del
lavoro, politiche attive e
ammortizzatori sociali; quasi 4
milioni alle risorse
agricole, naturali e forestali; 3 milioni e
950 mila euro alle attività
produttive (2 milioni per le attività
di funzionamento della
Promotur e un milione e 150 mila per
Turismo Fvg). Ai settori
delle infrastrutture, lavori pubblici e
casa saranno destinati 5
milioni e 649 mila euro (2 milioni alle
Province per le funzioni
della Motorizzazione Civile, un milione
e 200 per la convenzione con
Trenitalia, 3 milioni e 300 mila per
la manutenzione delle
strade); 2 milioni alla protezione civile;
16 milioni e mezzo
all´Università e ricerca, famiglia e
orientamento scolastico; 6
milioni per cultura, sport e relazioni
internazionali e
comunitarie; 10 milioni per l´ambiente, energia
e montagna; 6 milioni per le
spese di funzionamento e del
personale
dell´Amministrazione.
I lavori del Consiglio delle
Autonomie Locali si sono conclusi
con la designazione di Igor
Dolenc, vicepresidente della
Provincia di Trieste, in
seno al Comitato di sorveglianza del
Programma per la
Cooperazione Transfrontaliera Italia-slovenia
2007-2013.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LA CONSULTA REGIONALE DELLE MARCHE DEI GIOVANI INCONTRA L’ASSESSORE ALLE POLITICHE GIOVANILI |
|
|
|
|
|
Ancona, 12 giugno 2013 - “Rappresentate
lo strumento principe per approfondire la conoscenza della condizione giovanile
sul territorio regionale e per promuovere le iniziative più idonee e capaci di
orientare i giovani verso il mondo del lavoro e nella società”. Così
l’assessore alle Politiche Giovanili, Paolo Giorgi, nell’incontro di ieri
pomeriggio nella sede regionale con la Consulta dei Giovani presieduta da David
Buschittari. “I giovani devono diventare sempre più protagonisti nella
costruzione della società marchigiana – ha auspicato l’assessore - con il
lavoro della Consulta, efficace mezzo di democrazia partecipativa, rendete
possibile la realizzazione di questo obiettivo”. I giovani della Consulta - in
rappresentanza degli studenti, dei movimenti giovanili delle organizzazioni
sindacali, delle associazioni imprenditoriali di categoria, delle formazioni
giovanili dei partiti politici e dei giovani amministratori – hanno organizzato
l’incontro per presentarsi al nuovo assessore alle politiche giovanili e
confrontarsi sulle linee di attività. Istituita in attuazione della legge
regionale sulle politiche giovanili (n. 24/2011), la Consulta ha l’obiettivo di
favorire il raccordo tra i giovani e la Regione, ponendo al centro del
confronto le questioni dello sviluppo culturale, sociale ed economico della
collettività.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LOMBARDIA: LAVORO PER GIOVANI CON RETI SCUOLE-IMPRESE FAVORIRE INTERCONNESSIONE TRA FILIERA FORMATIVA E PRODUTTIVA |
|
|
|
|
|
Milano, 12 giugno 2013
- A partire da venerdì 14 giugno e fino al 5
settembre potranno essere
presentate le candidature, in posta
elettronica certificata e
firmate dal dirigente scolastico o dal
legale rappresentante, per
la costituzione dei Poli tecnico
professionali di Regione
Lombardia. Lo ha anticipato l´assessore
regionale all´Istruzione,
Formazione e Lavoro Valentina Aprea,
intervenendo al convegno ´A
scuola di futuro´, organizzato a
Palazzo Lombardia in
collaborazione con l´Ufficio scolastico
regionale. I Ptp, insieme
agli Istituti tecnici superiori (Its)
e agli istituti di
Istruzione e formazione tecnica superiore
(Iefts) costituiscono
l´opportunità che permette ai giovani
studenti di avviarsi verso
percorsi formativi che includono
stage, laboratori, sperimentazioni
pratiche in azienda. ´E´ la
formazione
professionalizzante - ha spiegato l´assessore Aprea -
lo strumento competitivo che
intendiamo offrire ai ragazzi, per
facilitare il loro ingresso
nel mondo del lavoro e recuperare un
gap consistente con altri
Paesi europei´. ´Si è finalmente
attivato anche in Italia
questo canale dell´istruzione tecnica
superiore, con le fondazioni
Its e i percorsi Ifts - ha spiegato
l´assessore - che guarda ai
modelli europei ed è promettente per
i livelli qualitativi espressi
e il grado di collaborazione tra
istituzioni educative e
imprese´.
Cosa Sono I Poli Tecnico
Professionali - I Ptp sono costituiti
almeno dai seguenti
soggetti: 2 istituti tecnici e/o
professionali statali o
paritari, che almeno da 3 anni abbiano
nel proprio piano
dell´offerta un indirizzo di studio riferibile
all´area economica e
professionale per la quale si candidano; 2
imprese appartenenti
all´area economica e professionale
prescelta; le aziende
garantiscono agli studenti, attraverso le
proprie capacità
logistiche/professionali/finanziarie, le azioni
di alternanza e di
flessibilità; 1 istituzione formativa
accreditata nella sezione
´A´ dell´albo regionale, che abbia da
almeno 3 anni nel proprio
piano dell´offerta un indirizzo di
studio riferibile alla area
economica e professionale per cui si
candida.
Its E Ifts Triennio
2013-2015 - Queste occasioni formative hanno
l´obiettivo di portare i
giovani a livelli elevati di istruzione
nei settori tecnologici e
scientifici connessi alle vocazioni
imprenditoriali del
territorio. Regione Lombardia destinerà 20
milioni di euro per il
finanziamento dei bandi, che
contribuiranno a sostenere
economicamente i corsi. ´Vogliamo
garantire - ha sottolineato
l´assessore Aprea - una
interconnessione funzionale
tra i soggetti della filiera
formativa e le imprese della
filiera produttiva, che si può
realizzare nei cosiddetti
´luoghi formativi di apprendimento in
situazione´. Di questo tema,
al convegno ospitato presso
l´auditorium Testori di
Palazzo Lombardia, hanno discusso
Francesco de Sanctis,
direttore generale dell´Ufficio scolastico
regionale per la Lombardia,
Giuseppe Bertagna, professore
ordinario dell´Università di
Bergamo, Stefano Poliani,
presidente Comitato
regionale Giovani imprenditori
Confindustria.
Aiutare I Giovani A Trovare
Occupazione - Al centro dei lavori
le difficoltà, soprattutto
da parte dei giovani, di riuscire a
trovare un´occupazione e, in
parallelo, la necessità di offrire
agli studenti un ancor più
puntuale servizio di orientamento
scolastico. In questo
scenario si qualificano come decisivi i
servizi di placement, che
gli istituti scolastici offrono a chi
sta terminando gli studi
superiori con il programma Fixo e le
altre iniziative che Regione
Lombardia ha attivato, per creare
sinergie virtuose tra
imprese, scuole, enti di formazione, enti
di ricerca.
Le Cifre Della Crisi -
Appurato che i dati congiunturali hanno
assunto ormai dimensioni e
diffusione preoccupanti, con il tasso
di disoccupazione giovanile
passato dal 12,5 per cento del 2008
al 26,6 del 2012 e con solo
il 38,9 per cento delle persone che
hanno perso il lavoro nel
2010 e nel 2011 ricollocato con
rapporto di lavoro
subordinato in Lombardia, il 78 per
cento
dei rioccupati si riavvia al
lavoro entro tre mesi, il 7 per
cento tra i 3 e i 6 mesi, il
15 per cento oltre i sei mesi. Con
una criticità
particolarmente acuta per la fascia dei giovani e
degli over 55, che
presentano tassi di reimpiego sensibilmente
inferiori alla media.
Orientamento Scolastico Da
Ridefinire - Altri indicatori
testimoniano come in Italia
esista un´alta percentuale (25 per
cento) di giovani laureati,
che svolgono mansioni
sottodimensionate rispetto
al loro percorso formativo - gli
´overeducated´ - e un tasso
ancora più elevato (32 per cento) di
quanti svolgono mansioni che
non appartengono all´ambito
tematico della laurea
conseguita (mismatched).
Mettere In Rete Le Energie -
Uscire da questa situazione non è
impossibile. Secondo
l´assessore Aprea la prima cosa da fare è
creare un ´sistema di alleanze
vincenti per la crescita e lo
sviluppo in Lombardia, che
si fonda sul passaggio
dall´autoreferenzialità
della scuola alla costruzione di reti
orizzontali e filiere verticali´. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
FONDI EUROPEI, BASILICATA: ACCOGLIERE PROPOSTE MINISTRO TRIGILIA |
|
|
|
|
|
Potenza, 12 giugno 2013
- “A pochi giorni di distanza dall’allarme
lanciato dalla Uil Basilicata sui fondi europei che la Regione Basilicata deve
rendicontare entro il 31 dicembre prossimo (284 milioni di euro secondo il
Centro Studi Uil) la proposta del ministro per la Coesione territoriale Carlo
Trigilia di utilizzare i fondi strutturali non spesi o spesi male per
rilanciare l´occupazione dei giovani va accolta e sostenuta sicuramente perché
è l’ultima opportunità finanziaria che ci si presenta per arginare
concretamente il dramma sociale dei giovani senza lavoro”. A sostenerlo è il
vice presidente del Consiglio regionale Franco Mattia (Pdl) riferendo che
“secondo i dati del ministero per la Coesione Territoriale i Programmi
regionali Basilicata al 31 maggio scorso registrano questa situazione di spesa
totale inclusiva del cofinanziamento nazionale: Fesr 47,2% per 355,3 meuro nel
sessennio; Fse 59,2%, per 191 meuro sempre nel sessennio. Questo significa che
a parte l’esito del target prefissato dagli organismi Ue che viene classificato
come superato per la percentuale di impegni e di spesa, restano comunque
problemi per il completamento dell’annualità 2013 e soprattutto per garantire
l’operazione di rendicontazione entro fine anno”.
“A livello nazionale –
evidenzia Mattia - la somma non spesa sarebbe ingente, visto che ci sarebbero
ancora circa 30 miliardi tra risorse europee, pari a 17 miliardi di euro, e
cofinanziamenti nazionali, per 13 miliardi di euro, da spendere. Di qui la
sollecitazione del ministro Trigilia, che facciamo nostra, per procedere il più
rapidamente possibile con uno sforzo straordinario e con la collaborazione di
tutte le amministrazioni a una riprogrammazione delle risorse non ancora spese
a partire dalle misure per affrontare il problema della disoccupazione
giovanile. Mi sembrano in proposito particolarmente utili – afferma Mattia –
alcune proposte che vengono dal segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro,
innanzitutto in direzione della sburocratizzazione della complessa macchina
amministrativa che vede gli operatori e cittadini lucani attendere sino a 1000
giorni prima di incassare gli aiuti previsti dai Programmi Fesr, Fse e Feasr.
Anche l’istituzione di Task force regionale e nazionale per accelerare la spesa
di tutti i fondi Ue fornendo a tutte le Regioni maggiore assistenza e
cooperazione specie da parte dei Ministeri interessati e la trasformazione in
Agenzia Speciale dell’attuale dipartimento Sviluppo e Coesione mi sembrano
azioni utili e pertanto da sostenere”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
CALABRIA: HA ANNUNCIATO LA PUBBLICAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE D’INTERESSE PER L’UTILIZZAZIONE DI SOGGETTI SVANTAGGIATI DISOCCUPATI |
|
|
|
|
|
Catanzaro, 12 giugno 2013
- L’assessore al Lavoro e Politiche
sociali Nazzareno Salerno ha annunciato che è stata definita e sottoscritta la
manifestazione d’interesse “Finalizzata alla presentazione di candidature da
parte di enti pubblici e privati interessati all’utilizzazione di soggetti
disoccupati percettori di ammortizzatori sociali in deroga in condizioni di
svantaggio e di marginalità sociale anche per attività socialmente utili e di
pubblica utilità”. Nei prossimi giorni sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale
della Regione. “Sappiamo bene che la principale emergenza di questo momento
storico è quella lavorativa – ha affermato l’assessore Salerno – e per questo
stiamo concentrando i nostri sforzi per sostenere le categorie che sono più
esposte al rischio di esclusione sociale. La giunta regionale guidata dal
presidente Scopelliti intende affrontare la questione in maniera puntuale e
decisa favorendo il reinserimento di lavoratori che, altrimenti, si verrebbero
a trovare in condizioni di estrema difficoltà. L’obiettivo di fondo – ha
concluso l’assessore Salerno – è quello di porre in essere quelle strategie e
quegli interventi in grado di rimettere in moto l’economia ed agevolare un
effettivo rilancio economico”. In considerazione della grave crisi economica
che ha determinato la perdita di numerosi posti di lavoro ed il massiccio
ricorso agli ammortizzatori sociali, la Regione intende infatti adottare
iniziative per rispondere in maniera strutturata ed efficace alle urgenze poste
dall’attuale situazione occupazionale, per ridurre l’impatto sulle condizioni
di vita dei lavoratori e per creare condizioni di ripresa dell’economia
regionale, anche attraverso processi di sicurezza del lavoro e di sicurezza
sociale. Le iniziative previste si propongono di avviare un sistema di azioni
capaci di contribuire fattivamente all’integrazione socio-lavorativa delle
categorie di utenza dei lavoratori in deroga interessati ed hanno molteplici
scopi: assicurare un migliore funzionamento dei servizi pubblici, impiegare le
professionalità di lavoratori attualmente in difficoltà ed aggiornare le loro
competenze, appagare la loro aspirazioni a rimanere in attività, sostenere il
reddito durante il periodo di attività formativa, soddisfare le esigenze di
potenziare alcune attività amministrative degli uffici pubblici. La Regione
assicura, così, per sei mesi le risorse cofinanziando l’80% delle iniziative
ritenute ammissibili, garantisce un supporto tecnico e trasferisce alle
Amministrazioni provinciali (che sono responsabili della gestione delle
iniziative formative e di utilizzazione) le risorse necessarie per l’attuazione
delle iniziative finanziate. La manifestazione si rivolge a Enti utilizzatori
che abbiano le unità operative o produttive nel territorio regionale. Nello
specifico, possono partecipare i soggetti pubblici e le organizzazioni
sindacali e datoriali maggiormente rappresentative a livello nazionale, non in
possesso del requisito di iscrizione al registro delle imprese, che dovranno
disciplinare il rapporto di utilizzo del personale, e i soggetti privati che,
alla fine del percorso formativo/lavorativo della durata massima di sei mesi,
hanno l’obbligo di assumere a tempo indeterminato almeno il 40% dei percettori
utilizzati nell’iniziativa approvata. Ogni intervento finanziato deve essere
svolto in due fasi: la prima di formazione professionale, costituita da
aggiornamenti su temi ritenuti funzionali alla strategia dell’intervento, e la
seconda di effettivo inserimento operativo all’interno di un luogo di lavoro
per consentire un contatto diretto tra il percettore e la realtà lavorativa
dell’organizzazione coinvolta.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LOMBARDIA. SICUREZZA: SÌ A PRESENZA MILITARI |
|
|
|
|
|
Milano, 12 giugno 2013 - Un
sì senza remore all´impiego del
personale delle Forze armate
a presidio del territorio lombardo,
in particolare laddove
persistono aree di degrado. E´ questo il
senso della risposta che
l´assessore regionale alla Sicurezza,
Protezione civile e
Immigrazione Simona Bordonali ha dato in
Aula consiliare, rispondendo
a un´interrogazione a risposta
immediata.
Un Importante Deterrente -
´A seguito del lungo elenco di reati
che si sono verificati in
particolare a Milano nell´ultimo
periodo, confermati peraltro
anche dai dati del questore - ha
detto l´assessore - ritengo
importante e improcrastinabile che
il personale delle Forze
armate sia presente su tutto il
territorio lombardo. La loro
presenza è un importante deterrente
nei confronti della
criminalità. La presenza capillare dei
militari impiegati nel
presidio e nel pattugliamento è infatti
le prima forma di
prevenzione´.
Operazione ´Strade Sicure´ -
In questa direzione l´assessore ha
ricordato i risultati
positivi dell´operazione ´Strade sicure´,
voluta dagli ex ministri
Maroni e La Russa, ´che ritengo debba
essere riproposta con
urgenza a Milano e in altre realtà a
rischio´. ´E´ una delle istanze - ha spiegato - che il
mio
Assessorato inserirà nel
´Patto per la sicurezza´, che
sottoscriveremo con il
Governo´. Bordonali ha quindi ribadito
l´urgenza di mettere in
campo tutte le azioni necessarie per
accrescere sia la sicurezza
percepita che quella reale. ´Nel
recente incontro con il
ministro Alfano - ha ricordato - abbiamo
già chiesto un incremento
delle Forze dell´ordine. E sono già
arrivati 140 agenti. Sempre
in quell´incontro il presidente
Maroni aveva sottolineato
come l´incremento delle Forze
dell´ordine fosse importante
per tutta la regione´.
Un Nuovo Patto Per La
Sicurezza - In quell´occasione Regione
Lombardia ha anche
concordato con il ministro Alfano di definire
a breve un nuovo ´Patto per
la sicurezza´. ´Siamo pronti a
investire risorse - ha
spiegato Bordonali -, per migliorare la
qualità della vita dei
cittadini. E per questo prevediamo di
ottimizzare lo scambio di
dati, per arrivare a un sistema
informativo condiviso, di
sviluppare percorsi formativi comuni e
specifici sulla sicurezza
urbana per agenti e di interconnettere
le sale operative.
L´assessore, concludendo il suo intervento,
ha anche evidenziato
l´importanza della collaborazione con le
associazioni di volontariato
e dei Carabinieri in congedo,
´esperienze interessanti,
che hanno garantito risultati ottimi e
che quindi possono essere incrementate e replicate´. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
LAVORO, INCENTIVARE L´OCCUPAZIONE FEMMINILE |
|
|
|
|
|
Strasburgo, 12 giugno 2013 -
Il Parlamento europeo chiede misure concrete per incentivare la formazione
professionale, l´inserimento lavorativo e la mobilità delle donne in Europa.
Zanoni: “Ci vogliono misure concrete per
agevolare la conciliazione tra lavoro e vita familiare”
Il Parlamento europeo ha
approvato ieri a Strasburgo la relazione “sulla mobilità
educativa e professionale delle donne nell´Ue” che vuole promuovere
l´inserimento lavorativo e la professionalità delle donne in Europa.
L´eurodeputato Alde Andrea Zanoni ha dichiarato: “L´unione europea e tutti gli
Stati membri devono mettere in atto misure concrete per abbattere le difficoltà
e le discriminazioni nei confronti delle donne sul mercato del lavoro europeo e
puntare sulla loro formazione affinché possano esprimere al meglio la propria
professionalità e conciliare lavoro e famiglia”.
La relazione
dell´eurodeputata Licia Ronzulli (italiana, popolare) chiede di adattare meglio
i sistemi d´istruzione e formazione europei alle nuove esigenze del mercato del
lavoro, di potenziare l´apprendimento permanente e l´acquisizione di competenze
e migliorare i sistemi di riconoscimento delle qualifiche professionali.
Inoltre evidenzia che il livello ancora troppo basso di mobilità dei lavoratori
tra gli Stati membri mostra che i vantaggi offerti dal mercato interno non sono
ancora pienamente sfruttati.
“I sistemi d´istruzione e
formazione di oggi devono ancora adattarsi ai bisogni del mercato del lavoro e
a un´economia e una società sempre più basate sulle conoscenze – attacca Zanoni
– Per questo è essenziale che un numero sempre più elevato di persone raggiunga
un livello d´istruzione quanto più alto possibile, soprattutto le donne che
escono temporaneamente dalla forza lavoro, per una maternità o per occuparsi
della famiglia”.
“Le donne sono le prime a
pagare le conseguenze della mancanza di condizioni favorevoli alla
conciliazione della vita familiare con quella lavorativa e il mancato
aggiornamento delle legislazioni nazionali in materia previdenziale – aggiunge
l´eurodeputato – A questo problema l´Europa deve dare una risposta. Se è vero
che il primo obiettivo della strategia Europa 2020 prevede di elevare al 75% il
tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20 e 64
anni, allora dobbiamo abbattere tutte le difficoltà sistemiche che impediscono
alle donne di inserirsi correttamente nel mondo del lavoro”.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
MEDIAZIONE FAMILIARE: SOTTOSCRITTA LA NOTA DI INTENTI |
|
|
|
|
|
Trento, 13 giugno 2013
- Dopo i due punti informativi di
mediazione familiare creati all´interno dei Tribunali di Trento e di Rovereto e
la rete dei mediatori familiari pubblici, oggi si è compiuto un passo ulteriore
nel promuovere la mediazione familiare in Trentino. Ieri l´assessore alla salute e politiche sociali
della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi e i presidenti degli Ordini degli
avvocati di Trento e di Rovereto hanno sottoscritto una lettera di intenti
nella quale si impegnano a collaborare attivamente per sostenere le coppie
nella separazione. La lettera giunge al termine di un percorso congiunto fra
gli avvocati dei due Fori, il Servizio politiche sociali provinciale e alcuni
mediatori familiari pubblici e convenzionati, che ha portato anche alla
predisposizione di un documento informativo dal titolo "Separati … ma in
accordo". La pubblicazione si compone di una ventina di pagine e intende
orientare le coppie in crisi e fornire utili informazioni a coloro che devono
affrontare la separazione o il divorzio.
Lo strumento della
mediazione familiare è un servizio pubblico gratuito che ha lo scopo di aiutare
le coppie a trovare accordi soddisfacenti per il benessere delle persone
coinvolte e in particolare dei figli; questo sta dando i suoi primi positivi
frutti. Come ricordato nel corso della sottoscrizione della lettera di intenti,
infatti, vi sono stati dei significativi passi in avanti negli ultimi due anni
di attività: i contatti e le mediazioni attivate sono notevolmente
incrementati. In particolare nel 2012 si sono avuti 188 contatti, 89 mediazioni
attivate, 68 mediazioni concluse, pari a 835 incontri.
Durante la presentazione di
stamattina, presso l´Assessorato alla salute e politiche sociali, Ugo Rossi ha
messo in luce il lavoro di filiera che è stato svolto dai diversi soggetti
coinvolti e l´obiettivo dell´amministrazione provinciale: "In questa
legislatura abbiamo cercato di lavorare con impegno sulle politiche familiari,
mantenendo sempre un´idea di famiglia non costretta in definizioni
istituzionali. Questo perché riteniamo che la famiglia ci sia anche nel momento
complesso e delicato della rottura del rapporto. E la mediazione ha proprio
questo scopo: da un lato garantire il rispetto dei diritti e dei doveri e il
benessere dei soggetti più deboli, dall´altra assicurare un efficace
collegamento con gli altri soggetti della rete nel campo delle politiche
sociali".
Prima di sottoscrivere la
lettera di intenti, la presidente dell´Ordine degli avvocati di Trento,
Patrizia Corona, ha spiegato come si traduce, sul campo, il ruolo della
mediazione familiare: "La media delle separazioni consensuali in Trentino
è superiore al 90% delle procedure promosse, un dato sensibilmente maggiore che
nel resto d´Italia, dove la percentuale è fra il 70 e l´80". Il numero
annuo delle separazioni e divorzi ha superato quota 1000. La presidente Corona
ha quindi ringraziato l´ente pubblico per la sensibilità dimostrata
nell´intraprendere un percorso congiunto. Parole riecheggiate dall´avvocato
Carlo Lupatini, che ha firmato al posto del presidente dell´Ordine di Rovereto
Mauro Bondi.
La presidente dell´Alfid -
Associazione laica famiglie in difficoltà, Sandra Dorigotti, ha infine
ricordato che la provincia di Trento è stata la prima a livello nazionale ad
attivare lo strumento della mediazione familiare, evidenziando il ruolo
strategico ed importante di una "alleanza fra i diversi soggetti, fra il
pubblico e il privato sociale".
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TRENTO, PARI OPPORTUNITÀ, IN PROVINCIA ARRIVANO LE "AZIONI POSITIVE". E A SCUOLA SI DISCUTE DI DIFFERENZE DI GENERE |
|
|
|
|
|
Trento, 13 giugno 2013
- I dipendenti a tempo indeterminato
dell´Amministrazione provinciale si dividono equamente tra maschi e femmine
(2.191 uomini e 2.154 donne) ma diseguale è la loro condizione lavorativa, in
special modo per quanto riguarda le categorie di livello e le retribuzioni. I
direttori donna superano di poco il 35 % del totale, i dirigenti si fermano al
22 %. Per riequilibrare le condizioni di disequità la Provincia ha promosso ora
un "Piano di azioni positive per le pari opportunità" che definisce
le linee di azione perseguibili per la realizzazione di progetti mirati.
Finalità e contenuti del Piano, che è stato approvato venerdì scorso dalla
Giunta provinciale, sono stati illustrati oggi nel corso di un incontro con gli
organi di informazione al quale è intervenuta l´assessore alle pari opportunità
Lia Giovanazzi Beltrami, che ha firmato la delibera di approvazione del Piano
assieme al collega Mauro Gilmozzi.
Il Piano si inserisce
all´interno di quanto previsto, in uno specifico articolo dedicato appunto alle
"pari opportunità", dalla legge provinciale di revisione
dell´ordinamento del personale (art. 49 L.p. 7/1997). Con questo documento la
Provincia ha inteso definire le linee di azione perseguibili per la realizzazione
di progetti mirati a riequilibrare le situazioni di disequità di condizioni tra
uomini e donne che lavorano all’interno della propria organizzazione. Un
obiettivo che trae origine dalla consapevolezza che leggere i fenomeni in
un´ottica di genere è conveniente e strategico per la pianificazione e lo
sviluppo delle risorse umane dell´ente stesso.
La strada per ridurre il
"gap segregazionista" esistente tra dipendenti uomini e dipendenti
donne è stata imboccata dalla Provincia già anni orsono con l´istituzione di
una serie di strutture e figure: l´Ufficio per le politiche di pari opportunità
e conciliazione vita-lavoro, il Comitato pari opportunità, il marchio Family
audit gestito dall´Agenzia per la famiglia; da ultimo il Referente per la
conciliazione, figura prevista dalle azioni audit e nominata all´interno del
Servizio per il personale e dell´Agenzia per la famiglia con il compito di
supportare il personale provinciale nella risoluzione di problematiche legate
alla conciliazione. "Dare una risposta alla domanda di conciliazione
espressa in particolare dalle donne lavoratrici - ha detto Lia Giovanazzi
Beltrami - è anche uno degli obiettivi del progetto Telepat, che prevede la
realizzazione nei prossimi tre anni di 200 postazioni di telelavoro rivolte al
personale provinciale.
Il Piano di azioni positive
per le pari opportunità è strutturato in cinque parti:
1) una parte in cui è stata monitorata e analizzata la situazione del
personale dell’Amministrazione provinciale al fine di individuare eventuali disparità
di genere;
2) una seconda parte in cui si intende promuovere la cultura
organizzativa di genere, di sensibilizzazione, informazione e comunicazione
sulle pari opportunità, attraverso, ad esempio, la diffusione di dati di genere
raccolti ed analizzati, la promozione delle buone pratiche realizzate presso
altri enti/aziende e la valutazione della loro trasferibilità all’interno
dell’Amministrazione provinciale;
3) una terza parte che riguarda la conciliazione ed organizzazione del
lavoro, prevedendo, ad esempio, la possibilità di attivare articolazioni orarie
diverse e temporanee legate a particolari esigenze familiari e personali e la
collaborazione con i diversi enti presenti sul territorio per lo studio e la
realizzazione di progetti volti all’attivazione di servizi di prossimità al
fine di promuovere iniziative che facilitino la conciliazione;
4) una quarta parte che riguarda la formazione, ossia si vuole, tra
l’altro, garantire la partecipazione dei/delle dipendenti ai corsi di
formazione e di aggiornamento professionale in rapporto proporzionale alla loro
presenza, adottando le modalità organizzative idonee a favorirne la
partecipazione, consentendo la conciliazione tra vita professionale e vita
familiare, avviare azioni di formazione della dirigenza sulle tematiche
dell’organizzazione del lavoro in un’ottica di valorizzazione e gestione delle differenze
di genere;
5) una quinta ed ultima parte (monitoraggio e valutazione del Piano di
azioni positive) in cui, per garantire l’efficacia delle azioni che saranno
intraprese, verrà periodicamente verificato lo stato di avanzamento
dell’attuazione delle azioni previste dal Piano, raccogliendo dati utili a
ridefinire in itinere le attività progettuali, correggendo eventuali
scostamenti dagli obiettivi dichiarati.
Di differenze di genere si
parla anche nei due progetti “Educare alla relazione di genere” e “Rispetto,
libertà, potere e scelte del genere” destinati alle scuole della provincia di
Trento che costituiscono l´oggetto di un protocollo d’intesa per il loro
coordinamento che sarà firmato da Provincia autonoma di Trento (Marta Dalmaso
per l´Assessorato Istruzione e sport e Lia Beltrami per l´Assessorato
Solidarietà Internazionale e Convivenza), Iprase, Centro di studi
interdisciplinare di genere, Commissione pari opportunità tra uomo e donna,
Regione Autonoma Trentino Alto-adige/sudtirol.
L´intesa è finalizzata a non
sovrapporre le iniziative proposte dai due progetti che si rivolgono entrambi
alle scuole, integrare le azioni per raggiungere il maggior numero di
istituzioni scolastiche, coordinare forze e risorse, prevedere incontri
organizzativi di coordinamento.
Il primo progetto, messo a
punto due anni fa, è relativo alla realizzazione di percorsi educativi alla
relazione con l’altro/a nelle scuole primarie e secondarie di primo grado
(elementari e medie) della provincia di Trento. Partner del progetto - che
nell´anno scolastico 2011-2012 ha coinvolto complessivamente 7 scuole, 19
classi, 18 docenti e 365 alunni e alunne - sono gli Assessorati alla
Solidarietà internazionale e alla convivenza e all’Istruzione, l´Iprase e il
Centro Interdisciplinare Studi di genere dell’Università degli Studi di Trento.
Il secondo progetto è
rivolto a studenti/tesse delle scuole secondarie di secondo grado (superiori) e
a gruppi di aggregazione di giovani tra i 14 e i 18 anni ed è finalizzato in
particolare alla prevenzione della violenza nei confronti delle donne,
sensibilizzando i destinatari sul rispetto delle differenze e sulla parità
nelle relazioni tra i generi. I partner, in questo caso, sono la Commissione
provinciale pari opportunità tra uomo e donna e il Centro per la Mediazione
della Regione Autonoma Trentino-alto Adige/sudtirol.
La collaborazione tra i due
progetti è considerata sperimentale fino al 31 dicembre 2013, termine entro il
quale è previsto un incontro di valutazione e verifica per confermare il
proseguimento dell´attività.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|