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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Settembre 2014
Politica
IL PRESIDENTE UE JUNCKER INTERVISTERA I CANDIDATI A COMMISSARIO  
 
Bruxelles, 3 settembre 2014 - Il presidente eletto Jean-claude Juncker intervisterà il candidato di ciascuno Stato membro per il Commissario, prima di prendere una decisione definitiva e comunicare l´elenco dei commissari designati al Consiglio dell´Unione europea. Lo scopo di queste interviste sarà quello di determinare la capacità di ciascun candidato a servire come Commissario europeo, in particolare alla luce dell´articolo 17 (3) del trattato sull´Unione europea (Tue), in cui si afferma che: " I membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenza generale e al loro impegno europeo e tra personalità che di indipendenza. " Presidente eletto Juncker già intervistato Federica Mogherini, prima di dare il suo consenso (ai sensi dell´articolo 18 (1) Tue) al Consiglio europeo la proposta per la sua nomina , il 30 agosto, l´Alto rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza . Come l´Alto Rappresentante è allo stesso tempo un Vice-presidente della Commissione Europea, ha - come tutti gli altri commissari designati - sarà audizione da parte del Parlamento europeo prima di votare su tutto il collegio. Passi successivi: La tempistica della comunicazione della lista dei commissari designati al Consiglio dell´Unione europea dipenderà il presidente eletto ricevono candidati provenienti da tutti gli Stati membri. Il Belgio ha ancora comunicare un candidato. Dopo l´elenco definitivo dei Commissari designati è adottato in comune accordo con il Consiglio dell´Unione europea, a norma dell´articolo 17 (7) del trattato sull´Unione europea, il presidente eletto Juncker intende annunciare la distribuzione dei portafogli e il modo ha intenzione di organizzare il lavoro della prossima Commissione europea. Questo non è previsto fino a metà della prossima settimana.  
   
   
UE: LE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA ITALIANA DISCUSSE NELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI  
 
Bruxelles, 3 settembre 2014 - Le priorità della Presidenza italiana saranno presentate nelle diverse commissioni parlamentari dai ministri italiani il 2 e il 3 settembre, a seguito di una di una prima serie di riunioni tenutesi il 22 e 23 luglio. Il presente testo sarà aggiornato alla fine di ogni riunione di commissione. Affari esteri - Il ministro per gli affari esteri, Federica Mogherini, durante la riunione del 2 settembre, ha informato la commissione che la principale sfida della Presidenza italiana sarà "l´attuazione degli accordi di associazione con la Moldavia, l´Ucraina e la Georgia". Ha quindi proseguito il suo intervento ribadendo che la Presidenza sostiene "l´allargamento, senza tuttavia volerlo accelerare artificialmente". Inoltre, ha ricordato che anche l´agenda della politica estera italiana include la libertà di religione, il lavoro necessario per eradicare la pena di morte nonché la promozione dei diritti delle donne. I deputati hanno chiesto al ministro di specificare quali iniziative concrete intenda prendere per l´allargamento dell´Unione europea ai paesi balcanici e alla Turchia, quale sarà la risposta alle crisi in Iraq, Siria e Gaza e, infine, qual è la linea italiana per la soluzione della crisi tra Russia e Ucraina. Libertà civili: immigrazione e protezione dei dati fra le priorità - Dinanzi ai membri della commissione per le libertà civili, il ministro dell´Interno Angelino Alfano ha dichiarato che alcune delle priorità della Presidenza italiana sono: il contrasto dell´immigrazione con "azioni che portino a risultati" nel breve, medio e lungo termine, la lotta al traffico di essere umani, alla corruzione e al terrorismo, come pure contro i crimini dovuti all´odio, alla xenofobia e alla discriminazione. Rispondendo alle domande dei deputati in materia di controllo alle frontiere e immigrazione, ha detto che "responsabilità e solidarietà devono andare di pari passo", sottolineando inoltre la necessità di una maggiore cooperazione tra l´Ue e i paesi africani di origine e di transito degli immigrati. Sempre martedì, Andrea Orlando, ministro della Giustizia, ha detto che la Presidenza italiana si propone di compiere progressi sui temi della riforma della legislazione sulla protezione dei dati personali e sullo scambio di dati con paesi terzi, della Procura europea e della cooperazione in materia civile e penale. "Cercheremo di raggiungere una strategia comune durante la Presidenza" sulla protezione dei dati, ha aggiunto il ministro, assicurando che la Presidenza terrà conto del "diritto all´oblio", alla luce della recente sentenza della Corte di giustizia europea (Cge). Per quanto riguarda la conservazione dei dati, ha ricordato che il Consiglio è in attesa di una proposta dalla Commissione, a seguito della sentenza della Corte di giustizia che ha dichiarato non valida la direttiva del 2006. Problemi economici: "riorientarsi sui fattori che possono creare crescita" - Martedì, il ministro dell´Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha presentato ai deputati della commissione per i problemi economici e monetari una strategia di crescita fondata su "tre pilastri": una migliore integrazione dei mercati, riforme strutturali e investimenti. "La strategia dell´Ue per il 2020 deve essere riorientata verso fattori che possano creare crescita", ha detto il ministro, aggiungendo che la creazione di un fondo d´investimento a lungo termine dell´Ue, la lotta contro il riciclaggio di denaro, l´evasione fiscale e l´introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie saranno settori chiave del lavoro legislativo. La disoccupazione giovanile occuperà i primi posti dell´agenda, ha affermato Padoan, rassicurando i deputati che gli ponevano domande su una possibile riforma della Troika - formata da Commissione europea, Bce e Fmi - su quanto farà la Presidenza per alleviare la stretta creditizia, in particolare per le piccole e medie imprese, sulle sue opinioni in merito al deficit di bilancio e sulla flessibilità della spesa. Nelle sue risposte, il ministro ha sottolineato che è possibile ottenere risultati improntanti con una migliore applicazione delle regole esistenti e imparando dalle migliori prassi degli altri paesi dell´Ue. Trasporti: negoziati sul quarto pacchetto ferroviario e sui "mega trucks" da riavviare al più presto - Il dibattito di martedì con Maurizio Lupi, ministro per le infrastrutture e i traporti, è iniziato con un minuto di silenzio per le vittime del volo Mh17 della Malaysia Airlines, chiesto dal nuovo presidente della commissione per i trasporti e il turismo, Michael Cramer (Verdi/ale, De). Lupi ha ribadito che il trasporto e le infrastrutture di trasporto rappresentano le priorità vitali per la crescita e lo sviluppo. Ha quindi sottolineato che la Presidenza si propone di avviare i negoziati con il Parlamento sui documenti del "pilastro tecnico" del quarto pacchetto ferroviario e insisterà presso il Consiglio anche per ottenere progressi sul "pilastro politico". Le proposte sul Cielo unico europeo (Cue) avranno un grande impatto sullo scenario del settore industriale e la Presidenza, ha dichiarato il ministro, incoraggerà il dibattito sul pacchetto dell´aggiornamento delle regole sul Cue, denominato Ses2+. La Presidenza, ha proseguito, mira anche a completare i negoziati con il Parlamento sui fascicoli riguardanti le dimensioni dei veicoli (“mega trucks”) e a proseguire il lavoro sulle norme di applicazione transfrontaliera. I deputati hanno chiesto al ministro Lupi di chiarire la linea temporale riguardante i progressi sul pacchetto ferroviario, sottolineando che le trattative sul cosiddetto "pilastro tecnico" dovrebbero iniziare il prima possibile. Hanno inoltre chiesto in che modo si possano ottenere i progressi sulle proposte sui servizi portuali, sulla sicurezza stradale, sui documenti del pacchetto aeroporti, sulla proposta e-call e su come gli sforzi per combattere i cambiamenti climatici possano essere posti al centro delle politiche dei trasporti. Sviluppo: Il sostegno umanitario rappresenta la prima priorità della Presidenza - "Il sostegno umanitario rappresenta la prima priorità della Presidenza nel settore dello sviluppo", ha dichiarato martedì il vice-ministro degli Affari Esteri, Lapo Pistelli, dinanzi alla commissione per lo sviluppo. La Presidenza, ha proseguito, si concentrerà anche sul rafforzamento del legame tra l´assistenza umanitaria e la protezione civile, migliorando la protezione per i gruppi vulnerabili in situazioni di emergenza e intensificando il coinvolgimento del settore privato nella fornitura di aiuti umanitari. Gli argomenti discussi con i deputati europei hanno spaziato dai vincoli di bilancio dell´Unione europea in materia di aiuti umanitari ai legami tra la politica di sviluppo e immigrazione come pure le prospettive per il quadro di aiuti allo sviluppo dopo il 2015. Occupazione: contrastare la disoccupazione giovanile, la povertà e l´esclusione sociale - Nel dibattito con i deputati della commissione per l´occupazione e gli affari sociali, il ministro per le Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha dichiarato che la Presidenza perseguirà una crescita inclusiva e sostenibile, per affrontare le sfide occupazionali e "riconquistare la fiducia dei cittadini europei". I deputati hanno accolto con favore l´ambizioso programma della Presidenza, che mira a contrastare la disoccupazione giovanile, la povertà e l´esclusione sociale. La Presidenza si propone, tra l´altro, di porre fine al lavoro sommerso, di aiutare i disoccupati aumentando la loro mobilità attraverso l´iniziativa Eures e di fornire una migliore tutela ai marittimi. Il ministro si è quindi impegnato a raggiungere un accordo in Consiglio su queste tematiche. I deputati hanno convenuto che la lotta contro la disoccupazione giovanile deve rappresentare una priorità fondamentale, pur auspicando misure più concrete e adeguate. Stimolare la mobilità della forza lavoro non è di per sé una soluzione alla disoccupazione, hanno aggiunto, e la maggiore mobilità dovrebbe essere integrata da misure per ridurre la burocrazia, allo scopo di aiutare le piccole imprese a creare più posti di lavoro di qualità. I deputati hanno invitato la Presidenza ad affrontare le discrepanze delle competenze sul mercato del lavoro attraverso l´istruzione e la formazione. Infine, hanno sottolineato che la dimensione sociale non dovrebbe essere un fattore secondario per il raggiungimento della crescita economica. Chiudendo il dibattito, il Presidente della commissione Thomas Händel (Gue/ngl, De) ha voluto evidenziare che sia il Parlamento sia la Presidenza devono garantire che il programma Refit della Commissione non comprometta l´attuale occupazione e i diritti sociali. Affari costituzionali: ci vuole più trasparenza - Tra le priorità della Presidenza, presentati martedì alla commissione per gli affari costituzionali dal Sottosegretario di Stato agli affari europei Sandro Gozi, figurano i diritti fondamentali che devono essere un punto focale dell´agenda politica, per allinearsi alla richiesta di cambiamento formulata dai cittadini con le elezioni europee. Il Sottosegretario ha quindi evidenziato la necessità di rivedere i progressi nell´applicazione del trattato di Lisbona e le modalità per incrementare la cooperazione interistituzionale. I deputati hanno richiesto una maggiore trasparenza, in particolare sui procedimenti del Consiglio e della Corte di giustizia, sulla sussidiarietà, sulla sede del Parlamento europeo, sul registro pubblico Ue per i lobbisti (Registro per la trasparenza) e sull´implementazione dello strumento dell´Iniziativa dei cittadini europei. Diritti delle donne: più donne nei consigli di amministrazione e riapertura dei negoziati sul congedo di maternità - Il sottosegretario di Stato agli affari europei, Sandro Gozi, rivolgendosi martedì alla commissione per i diritti delle donne e l´uguaglianza di genere, ha dichiarato che le priorità della Presidenza includono l´incremento del numero delle donne nei consigli di amministrazione, la riapertura del negoziato sulla direttiva per il congedo di maternità, l´interruzione dello stallo sul progetto di legge contro la discriminazione e la promozione della parità di genere nei paesi non comunitari. Rispondendo alle domande dei deputati sulla presenza di donne nel prossimo collegio dei commissari, Gozi ha dichiarato che "stiamo facendo il possibile per garantire che la Commissione sia composta da almeno nove o dieci donne". Infine, ha informato i deputati che la Presidenza esaminerà anche la questione della violenza di genere. Ambiente e salute pubblica: Ogm, emissioni e dispositivi medici - "Abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma culturale e di chiarire che crescita e posti di lavoro possono essere creati rendendo “verde” tutta l’economia" ha detto il ministro per l´ambiente Gian Luca Gallettii alla commissione per l´ambiente durante l’audizione di mercoledì. Tra le altre priorità, Galetti ha citato gli obiettivi climatici ed energetici 2030, la riforma del sistema di scambio di emissioni (Ets), la sicurezza energetica e la preparazione per la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà a Lima, in Perù, nel mese di dicembre. La Presidenza intende inoltre compiere "progressi significativi" in merito alla legislazione sulle coltivazioni Ogm, sulla riduzione del consumo di sacchetti di plastica, sul pacchetto qualità dell´aria, sul monitoraggio delle emissioni del trasporto marittimo e sulle nuove regole sull’uso indiretto del terreno (Land Use Change, Iluc). Il Ministro della sanità Beatrice Lorenzin, intervenuta sempre mercoledì in commissione ambiente, ha detto che la Presidenza cercherà di raggiungere un compromesso con il Parlamento sui regolamenti che riguardano i dispositivi medici e quelli medico-diagnostici in vitro e, se possibile, un rapido accordo in seconda lettura sui controlli ufficiali nella catena agroalimentare. La Presidenza cercherà, infine, di raggiungere un accordo in seno al Consiglio sui nuovi prodotti alimentari. "La salute non è un costo ma un investimento per la nostra società", ha concluso il Ministro. Prossime tappe - La Presidenza Italiana concluderà il giro di presentazioni delle sue priorità nelle commissioni parlamentari a settembre.  
   
   
UE DEVE DECIDERE PIÙ VELOCEMENTE DI FORNIRE AIUTI CRISI  
 
Bruxelles, 3 settembre 2014 - "Dobbiamo fare la nostra procedura di bilancio più semplice e veloce: attualmente c´è troppa burocrazia, e il denaro dato troppo tardi per azioni umanitarie è sprecato denaro", ha esortato presidente della commissione affari esteri Elmar Brok (Ppe, De) nel dibattito del comitato di Martedì su internazionale crisi nel vicinato dell´Unione europea. Il comitato è quello di discutere le crisi in Iraq, Gaza, Siria, Libia e Ucraina in incontri di questa settimana. In Iraq, la riconciliazione nazionale può essere raggiunto solo dal popolo iracheno si, anche se con l´assistenza dell´Ue e gli Stati membri devono coordinare i piani per armare i curdi, ha detto il capo della delegazione Iraq Jana Hybaskova dell´Ue. In Ucraina, gli aiuti umanitari e gli eventuali costi di ricostruzione potrebbero ammontare a "miliardi di euro", ha avvertito Ertugul Apakan, Monitor capo della missione di vigilanza speciale Osce in Ucraina e Peter Balas, capo del gruppo di sostegno della Commissione europea per l´Ucraina. È possibile guardare la registrazione video del dibattito via Ep Live (link a destra). Mercoledì mattina, il Comitato di sviluppo discuterà la crisi umanitaria a Gaza. Nel pomeriggio, si discuterà della crisi nella Repubblica Centrafricana, Iraq, Sudan meridionale, la Siria e l´Ucraina, e l´epidemia di Ebola in Africa occidentale, con il commissario per gli aiuti umanitari Kristalina Georgieva. Giovedi ´mattina, Agricoltura e Sviluppo rurale del Comitato deputati e funzionari della Commissione Europea discuteranno il divieto russo di importazione di prodotti alimentari dell´Ue.  
   
   
FEDERICA MOGHERINI AL PARLAMENTO EUROPE DOPO LA NOMINA DI ALTO RAPPRESENTANTE DELL´UE: ALLARGAMENTO, DIRITTI UMANI, RUSSIA E MEDIO ORIENTE.  
 
Bruxelles, 3 settembre 2014 - Il 2 settembre il ministro degli Affari esteri Federica Mogherini ha incontrato i deputati della commissione Afet per illustrare le priorità del semestre italiano, due giorni dopo essere stata nominata Alto Rappresentante dell´Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, succedendo a Catherine Ashton in questo ruolo. Rispondendo alle domande dei deputati, il ministro degli Affari esteri Federica Mogherini ha sottolineato che l´Ue dovrebbere facilitare il dialogo tra i paesi del Mediterraneo, attraverso un approccio regionale nella zona compresa tra la Turchia e l´Egitto. L´ue dovrebbe anche sostenere il processo democratico in Ucraina senza ricorrere ad un´azione militare, ma come espresso dal Consiglio, trovando una soluzione politica.  
   
   
UE: IL COMMISSARIO PIEBALGS HA FIRMATO PROGRAMMI DI SVILUPPO PER 21 PAESI DELL´AFRICA, DEI CARAIBI E DEL PACIFICO  
 
Bruxelles, 3 settembre 2014 -  Ieri, il commissario europeo per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, e rappresentanti di 21 paesi dell´Africa, dei Caraibi e del Pacifico in Apia (Samoa) insieme i programmi indicativi nazionali (Pin) nel quadro del 11 ° Fondo europeo di sviluppo per il periodo dal 2014 al firmato nel 2020. Questi programmi hanno un importo complessivo di 339 milioni di euro. La cerimonia della firma si è svolta dalla Terza Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sui piccoli Stati insulari in via di sviluppo (Conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul Terzo Isole piccoli Stati in via di sviluppo) sul bordo. L´elenco dei firmatari comprende 10 paesi dei Caraibi (Antigua e Barbuda, Barbados, Dominica, Grenada, Guyana, Giamaica, St. Kitts e Nevis, St. Lucia, St. Vincent e Grenadines, Trinidad e Tobago), 10 paesi del Pacifico Ocean (Isole Cook, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Niue, Palau, Samoa, Timor-leste, Tonga, Tuvalu) e un Paese africano (Capo Verde). Dopo la cerimonia della firma, il commissario Piebalgs ha dichiarato: "La firma di oggi segna l´inizio ufficiale sarà dato l´ulteriore sviluppo della nostra cooperazione allo sviluppo con i paesi interessati. Questi documenti definiscono le priorità per il nostro lavoro insieme nel corso dei prossimi sette anni, che ci permetterà di continuare i preparativi per progetti e programmi specifici. " " E ´di cruciale importanza per l´Unione europea, che i nostri programmi sono sviluppati in stretta collaborazione con i paesi partner, sulla base delle proprie politiche e strategie dei governi e tenendo conto delle loro esigenze individuate. In questo modo ci assicuriamo che i documenti di programmazione realmente sostenere le aree in cui l´Ue può fornire un valore aggiunto ", ha aggiunto il commissario Piebalgs. Che cosa è un programma indicativo nazionale? I programmi indicativi nazionali rappresentano una fase importante nella programmazione dell´assistenza Ue. Nel 2013, gli Stati membri dell´Ue hanno concordato l´importo totale della cooperazione allo sviluppo, l´(Fes) per 78 paesi in Africa, nel quadro del 11 ° Fondo europeo di sviluppo Caraibi ed è previsto nell´Oceano Pacifico nel periodo di finanziamento 2014-2020 (per un totale di 30,5 miliardi di euro). In parallelo, per ciascuno di questi paesi ha iniziato lo sviluppo di un programma nazionale di riforma, in cui la strategia e le priorità per l´assistenza dell´Ue nei vari paesi sono determinati. Si sta lavorando a stretto contatto con i paesi partner al fine di garantire che il Pnr tiene conto delle priorità nazionali e delle condizioni locali. Ciò è in linea con la visione dell´Ue per il futuro della cooperazione allo sviluppo, che è stato fissato nel "programma di cambiamento" e prevede che le risorse dovrebbero essere mirati dove servono di più e avere il maggiore impatto. I fondi saranno (in Stati fragili può su quattro aree) concentrata al fine di ottenere il massimo effetto e il miglior rapporto costi-benefici della cooperazione allo sviluppo dell´Ue a un massimo di tre settori per paese. I prossimi passi Si prevede che il Pnr restante completato entro l´inizio del 2015 e di firmare. In parallelo, anche l´elaborazione di progetti e programmi in tutti i paesi in calcestruzzo è iniziato. Tabella: Il 2 settembre 2014, firmato programmi indicativi nazionali per regione I paesi dei Caraibi
Paese Bilaterale finanziamenti Ue nell´ambito del 11 ° Fes Settori prioritari
Antigua e Barbuda 3 milioni di euro Gestione delle finanze pubbliche
Barbados 3,5 milioni di euro Energia Sostenibile
Dominica 4 milioni di euro Energia Sostenibile
Grenada 5 milioni di euro Salute
Guyana 34 milioni di euro Adattamento al cambiamento climatico e gestione delle catastrofi; Infrastruttura sostenibile (compresa la protezione delle coste)
Giamaica 46 milioni di euro Stato di diritto; Ambiente e cambiamenti climatici
St. Kitts e Nevis 2,8 milioni di euro Energia Sostenibile
St. Lucia 6,9 milioni di euro La creazione di occupazione attraverso lo sviluppo del settore privato
St. Vincent e Grenadines 7 milioni di euro Infrastrutture rurali (strade)
Trinidad e Tobago 9,7 milioni di euro Sostenere un´economia competitiva e innovativa
Un totale di 121,9 milioni di euro
I paesi del Pacifico
Paese Bilaterale finanziamenti Ue nell´ambito del 11 ° Fes Settori prioritari
Isole Cook 1,4 milioni di euro Approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari
Isole Marshall 9,1 milioni di euro Energia Sostenibile; Misure per la promozione della società civile
Micronesia 14,2 milioni di euro Energia Sostenibile; Misure per la promozione della società civile
Nauru 2,43 milioni di euro Sustainable Energy
Niue 0,3 milioni di euro Sustainable Energy
Palau 1,6 milioni di euro Energia Sostenibile; Misure per la promozione della società civile
Samoa 20 milioni di euro Approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari
Timor Leste 95 milioni di euro Il buon governo; Di sviluppo rurale, le misure volte a promuovere la società civile
Tonga 11,1 milioni di euro Sustainable Energy
Tuvalu 6,8 milioni di euro Approvvigionamento idrico e servizi igienico-sanitari, misure per promuovere la società civile
Un totale di Eur 161.930.000
Africa occidentale
Paese Bilaterale finanziamenti Ue nell´ambito del 11 ° Fes Settori prioritari
Capo Verde 55 milioni di euro Buon governo e sviluppo
 
   
   
PROVINCE, MARONI: QUI SVOLGONO FUNZIONI IMPORTANTI  
 
Milano, 3 settembre 2014 - "Non sono favorevole alla chiusura delle Province perché qui in Lombardia le Province svolgono funzioni importanti. La Lombardia è la Regione che ha delegato di più, abbiamo dato oltre 200 deleghe alle Province e se queste spariscono chi si occuperà poi dei servizi per l´impiego, delle strade provinciali, della manutenzione delle scuole?". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine dell´incontro per la firma della convenzione per il subentro della Regione Lombardia nelle Partecipazioni Asam detenute dalla provincia di Milano e dalla provincia di Monza e Brianza. Preoccupazione E Apprensione - "Per questo - ha proseguito il presidente della Regione Lombardia - io guardo con grande preoccupazione e un po´ di apprensione a questa modifica in corso di approvazione che cancella le Province senza sostituirle con un ente intermedio. La Lombardia è una Regione grande, con 10 milioni di abitanti e 5000 sindaci e non si può pensare, per fare un esempio, che l´assessore regionale alle Infrastrutture debba quotidianamente interloquire con 5000 sindaci,è impossibile e così il rischio è che si blocchi tutto. Per cui spero che il Parlamento si ravveda e trovi una soluzione che contemperi le esigenze dei territori con quelle dei tagli ai costi della politica. Noi - ha ricordato Maroni - qui in Regione Lombardia i tagli li abbiamo già fatti: la prima delibera che ho adottato da presidente della giunta è stata per tagliare del 10% le spese di funzionamento della giunta e il consiglio regionale ha poi fatto altrettanto, per cui su questo fronte noi la nostra parte l´abbiamo già fatta".  
   
   
TORINO, INDETTE LE ELEZIONI DEL FUTURO CONSIGLIO METROPOLITANO:SI VOTERÀ IL 12 OTTOBRE  
 
Torino, 3 settembre 2014 - Sono state indette ieri le elezioni di secondo grado per la composizione del Consiglio della Città Metropolitana di Torino: domenica 12 ottobre per l’intera giornata (ore 8-20) in undici centri della provincia di Torino saranno aperti i seggi riservati a circa 3820 sindaci e consiglieri comunali in carica, chiamati a votare per eleggere con voto ponderato e preferenza ponderata il nuovo organismo rappresentativo dei 315 Comuni. “Si voterà a Torino (Palazzo Cisterna) ma anche nei palazzi municipali di Chieri, Chivasso, Collegno, Ivrea, Moncalieri, Pinerolo, Rivarolo, Settimo Torinese e Susa - spiega il vicepresidente della Provincia di Torino Alberto Avetta - per consentire la più diffusa partecipazione degli amministratori locali, che costituiscono il bacino elettorale e la futura squadra di gestione del nuovo Ente, tutto da costruire”. Entro lunedì 22 settembre dovranno essere presentate le liste. Il nuovo Consiglio della Città Metropolitana di Torino, composto di 18 amministratori locali presieduti dal sindaco metropolitano Piero Fasssino, avranno il compito di amministrare il nuovo Ente che coincide territorialmente con l’attuale Provincia di Torino. La Città Metropolitana sarà pienamente operativa a partire dal 1° gennaio 2015, così come previsto dal Governo con la riforma Delrio del mese di aprile per rilanciare la competitività delle grandi aree urbane del Paese. Sul sito www.Provincia.torino.gov.it  è pubblicato il decreto nella versione integrale  
   
   
CONCLUSI I LAVORI DELLA GIUNTA REGIONALE PUGLIESE  
 
 Bari, 3 settembre 2014 - Di seguito, i principali argomenti discussi ed apporvati nella seduta di ieri della Giunta regionale. Ricordiamo che, ove presente, la domentazione allegata non ha alcun carattere ufficiale, ma solo informativo. Un disegno di legge composto da tre articoli, a firma Angela Barbanente, assessore alla Qualità del Territorio e Fabrizio Nardoni, assessore alla Risorse Agroalimentari, pone in essere le prime misure attive della Puglia contro i danni ulteriori che la Xylella Fastidiosa potrebbe provocare al di là di quanto già prodotto negli uliveti del sud salento. L’obbligo ad abbattere le piante infette potrebbe, infatti, indurre a speculazioni sui terreni che potrebbero essere destinati a scopi diversi da quelli agricoli. La Giunta regionale ha dunque deciso, attraverso il ddl varato oggi, di impedire che per almeno15 anni ( così come già accade per le aree attaccate dalle fiamme) possa cambiare la destinazione d’uso di questi terreni. E questo sia sotto il profilo urbanistico, vietando il mutamento della destinazione stabilito dallo strumento urbanistico generale vigente, sia sotto il profilo agricolo, evitando il mutamento della destinazione d’uso nelle zone omogenee “E” o equivalenti. In allegato, la relazione completa che accompagna il provvedimento della Giunta. La Giunta regionale ha approvato uno schema di ddl che detta le norme per la costituzione, la composizione ed il funzionamento del collegio di Direzione delle Aziende e degli Enti del Ssr.  
   
   
LE NOVITÀ DEL DECRETO LAVORO E I NUMERI DEL VENETO  
 
Venezia, 3 settembre 2014 - Le principali novità contenute nel decreto sono le seguenti: Mutamento dei requisiti soggettivi di anzianità lavorativa dei lavoratori per accedere alla Cassa in deroga (si passa da 90 giornate lavorative a 12 mesi, ridotti a 8 mesi per il 2014.) Datori di lavoro: si limita l’accesso all’imprenditore ex art. 2082 del codice civile. Si tagliano fuori gli studi professionali e le associazioni. Le causali sono praticamente analoghe a quelle previste dalle linee guida 2013, con l’aggiunta della causale ristrutturazione riorganizzazione, peraltro già conosciuta anche nella prassi della Regione Veneto. Si prevede la necessità di presentare una doppia domanda: all’Inps e alla Regione, corredata dell’accordo sindacale, entro 20 giorni dall’inizio della sospensione. Si tratta di un termine perentorio. Nel caso di presentazione tardiva la cassa decorrerà dalla settimana precedente la presentazione. Si vieta la concessione della cassa in deroga alle cessate senza eccezioni. Qui se da un lato non sembrano escluse le imprese in concordato con continuità, potrebbero essere escluse le aziende cessate che fino ad oggi sono state tutelate dalle linee guida 2013 con le c.D passerelle. La cassa viene concessa per unità produttiva (e non per azienda). Le imprese che hanno Cigo/cigs (Fondi) accedono alla deroga (oltre gli ammortizzatori ordinari) solo in casi eccezionali legati alla salvaguardia dei livelli occupazionali e con prospettive di ripresa. Necessario accordo in sede regionale (Linee 2013 già lo prevedono). Le durate sono fissate in 11 mesi per il 2014 e 5 mesi per il 2015. In attesa di un chiarimento circa il computo della durata (anche in presenza di una incoerenza nel testo del decreto), si ritiene che si tratti del computo della Cigs, dato un periodo concesso quel periodo “consuma” la cassa anche in assenza di effettive sospensioni. Per il 2014 tuttavia ciò non è critico residuando a tutte le imprese almeno un periodo di 3 mesi. È previsto un accordo quadro regionale con le parti sociali per definire le priorità di intervento territoriale. Si auspica un chiarimento interpretativo sull’estensione del potere di Regione e parti (riparto risorse, tipologie aziende, durate etc.). È prevista una clausola di salvaguardia pari al 5% delle risorse assegnate a ciascuna regione per concedere Cassa in deroga ai criteri dell’art. 2 del decreto. Questo al fine di assicurare una graduale transizione al nuovo sistema. La mobilità può essere concessa solo a lavoratori provenienti da imprese ex art. 2082 per un massimo di 7 o 5 mesi (a seconda che abbiano già fatto o meno 3 anni di mobilità in deroga). Dati Cassa in deroga 2013-2014. Al 31 agosto 2013: Domande inviate: 12.122; Ore richieste: 59.072.657; Importi richiesti: 516.274.156; Lavoratori: 64.915; Importi consuntivati al 30 giugno 2013: 75.596.000 (14,64%). Al 2013 definitivo: Domande inviate: 16.214; Ore richieste: 66.746.683; Importi richiesti: 582.112.198; Lavoratori: 85.559; Importi autorizzati: 138.933.000; Importi consuntivati: 138.933.000 (23,87%). Al 31 agosto 2014: Domande inviate: 8.669; Ore richieste: 29.503.543; Importi richiesti: 256.034.292; Lavoratori: 43.116; Importi autorizzati: 0; Importi consuntivati al 30 giugno 2014: 49.500.000 (19,33%).  
   
   
LA SITUAZIONE OCCUPAZIONALE IN TRENTINO  
 
Trento, 2 settembre 2014 - Con una relazione articolata in tre parti - il contesto economico provinciale, il momento attuale, i principali interventi della Giunta per contrastare la disoccupazione e sostenere l’occupazione – il vicepresidente della Giunta provinciale ed assessore allo sviluppo economico e lavoro, Alessandro Olivi, ha oggi illustrato al Consiglio provinciale, così come era stato richiesto, la situazione occupazionale in Trentino. Una fotografia precisa e puntuale, che non ha certo nascosto le difficoltà del momento ma che ha indicato anche quanto si sta facendo per far sì che il nostro territorio possa comunque ritrovarsi saldo e strutturato nell’auspicabile momento nel quale l’economia nel suo complesso tornerà a camminare con un passo diverso. “L’analisi oggettiva oggi presentata – ha detto Olivi – è il frutto di quanto tutti gli indicatori economici ci stanno dicendo. Il Trentino non è certo fuori dalla crisi, ma guai a noi se perseveriamo nel culto del pessimismo e in un autolesionismo fuori luogo. Anche grazie alle risorse dell’Autonomia il Trentino saprà trovare la strada della ripresa, che ha nella fiducia un presupposto decisivo. Non a caso proprio ieri il Sole 24 ore ci ha indicato, assieme all’Alto Adige, quale regione al vertice di quelle realtà che hanno aumentato il numero di ingressi nel mercato del lavoro”. E il Trentino rimane comunque un territorio nel quale la disoccupazione complessiva è al 6,6% a fronte di una situazione che a livello europeo trova in situazione migliore solo Austria e Germania. “Un dato che ci aggancia all’Europa migliore”, ha rimarcato Olivi. Il numero complessivo degli occupati nel 2013 - ha ricordato Olivi - ha raggiunto le 232.400 unità ed è cresciuto nelle attività autonome mentre è rimasto pressoché invariato nel lavoro dipendente. Dal punto di vista dei settori, si è registrato un ulteriore calo di occupati nel secondario (-2,4%) ed in particolare nelle costruzioni (-3,5%), compensato però da un consolidamento della ripresa nel terziario (+ 2,7%). In valore assoluto dei 16.300 disoccupati dell’anno, 8.700 sono femmine e 7.600 maschi. Nel primo semestre 2014 il numero complessivo degli occupati cresce peraltro del 2,0% rispetto al più modesto 0,7% registrato sui dodici mesi del 2013. Gli occupati salgono a quota 234.600 e crescono sia nelle attività autonome che nel lavoro dipendente. La mancanza di lavoro si conferma il problema più urgente soprattutto per i giovani che soffrono maggiormente il protrarsi degli effetti della crisi. Tra 2012 e 2013 il loro tasso di disoccupazione è cresciuto di tre punti percentuali e ha raggiunto il 23,5%. L’ultimo dato disponibile riguarda il primo trimestre del 2014 e non evidenzia spiragli di miglioramento. Analizzando la quota dei giovani disoccupati sul totale della popolazione di pari età, per tener conto del peso degli studenti che, si ricorda, non sono considerati tra gli attivi, la percentuale di disoccupazione è comunque in ulteriore crescita al 9,7%. Nella sua relazione Olivi ha evidenziato come l’economia trentina abbia risentito del contesto negativo dell’Italia: “Tuttavia, anche grazie agli interventi consistenti messi in atto dall’esecutivo provinciale, i dati evidenziano una situazione decisamente migliore rispetto al resto del Paese: le stime del Pil indicano una variazione dello 0,9% nel 2014 e dell’1,5% nel 2015. Il che fa pensare che se da un lato sembra prematuro affermare la fine del lungo periodo di crisi, dall’altro la fase peggiore sembra essere alle spalle”. Il vicepresidente ha ricordato come le esportazioni dell’economia trentina sono cresciute del 2,9% su base annua e come nel primo trimestre 2014 il fatturato complessivo realizzato dalle imprese sia aumentato del 2,3 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. Per il terzo trimestre consecutivo, dopo quasi un biennio di contrazione, l’economia locale conferma segnali d’inversione di tendenza in senso positivo. Le imprese manifatturiere, soprattutto di maggiori dimensioni, trainano la ripresa, grazie allo sviluppo delle esportazioni; il settore dei servizi alle imprese e del terziario avanzato appaiono tra i comparti più in salute in questa fase congiunturale. Mentre per il settore dell’artigianato manifatturiero e dei servizi non si vede ancora una dinamica positiva, così come costruzioni ed estrattivo permangono nella crisi strutturale e l’andamento del commercio riflette la debolezza dei consumi privati. Non solo. Alla fine del primo trimestre del 2014, al Registro delle Imprese di Trento erano attive complessivamente 47.226 imprese, una variazione tendenziale positiva (+ 0,6%), la terza consecutiva in aumento. Sul fronte del credito, pur persistendo segni di sofferenza, si è evidenziato qualche segnale di miglioramento con un +2,06% rispetto ad inizio anno. Significativo l’aumento del credito all’industria (+11,84% da inizio anno). In questo contesto la Giunta provinciale, ha ricordato Olivi, “opera su più fronti: da un lato una politica volta al rilancio dell’economia mediante la riduzione degli oneri a carico delle imprese (manovra Irap, sostegno agli investimenti innovativi, all’internazionalizzazione), dall’altro mettendo in atto interventi volti a contrastare la disoccupazione agendo sul fronte dell’offerta di lavoro, ovvero dando ai disoccupati gli strumenti necessari per aumentare le proprie competenze e passare così dall’occupabilità ad un’occupazione effettiva, dall’altro lato ancora operando sul fronte della domanda di lavoro, ovvero sostenendo il mantenimento dell’occupazione, ma soprattutto sostenendo la buona occupazione e aumentando la qualità del lavoro, oltre che la quantità”. Il vicepresidente Olivi ha quindi elencato i molti e diversi fronti di intervento del governo provinciale: dall’avvio dell’attuazione della delega in materia di ammortizzatori sociali, con la recente istituzione del Reddito di Attivazione agli ammortizzatori sociali in deroga (cassa integrazione guadagni e mobilità) in fase di riordino da parte del Governo e ha poi illustrato i progetti della Giunta provinciale per contrastare la disoccupazione e quelli per promuovere l’occupazione. Un insieme di azioni coordinate e personalizzate per accompagnare i disoccupati al lavoro con una nuova modalità di relazione fra i cittadini ed il sistema pubblico dei Servizi per l’impiego con l’introduzione del principio di condizionalità e l’individuazione di una serie di servizi minimi che devono essere proposti ai disoccupati: i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Poi il Progettone, i lavori socialmente utili e i progetti specifici: quello per la Whirlpool e per i lavoratori del turismo e gli interventi per i giovani: Garanzia Giovani, Progetto Neets, tirocini estivi, apprendistato, progetti integrati di mobilità all’estero. Infine, sul fronte dei progetti per sostenere e promuovere l’occupazione, ecco la formazione continua, l’incontro domanda offerta di lavoro con i 12 Centri per l’impiego, l’occupazione femminile, il reddito di qualificazione, la staffetta generazionale, il sostegno all’auto-imprenditorialità.  
   
   
VENETO, AMMORTIZZATORI IN DEROGA: TROPPE ZONE GRIGE, NON MIGLIORA E FORSE PEGGIORA SITUAZIONE  
 
Venezia, 3 settembre 2014 - “Il nuovo decreto sugli ammortizzatori in deroga presenta troppe zone grigie e non migliora la situazione. Forse la peggiora”. Lo ha detto l’assessore al lavoro del Veneto Elena Donazzan, al termine della riunione della Commissione Regionale di Concertazione tra le Parti Sociali (Crcps) riunitasi ieri a Mestre nella sede di Veneto Lavoro: Nel corso dell’incontro sono è stato approfondito soprattutto lo stato dell´arte degli ammortizzatori sociali in deroga, alla luce delle novità emerse dal decreto interministeriale dell’1 agosto scorso, con il quale il Governo ha adottato i criteri e le procedure per la concessione degli ammortizzatori in deroga nel 2014 e nel 2015. Lo scopo del provvedimento è di rendere uniforme sul territorio nazionale l’utilizzo degli ammortizzatori in deroga e di contenere la spesa. Esso però presenta evidenti criticità, hanno osservato Regione e Parti Sociali, sia per la sua interpretazione sia per la sua applicazione. “Avevo già espresso forte preoccupazione nei mesi scorsi – ha ricordato Donazzan – per la ristrettezza dei tempi, la mancanza di risorse a copertura, la modifica radicale dei criteri finora adottati che, in Veneto, avevano salvaguardato migliaia di aziende e posti di lavoro”. Si tratta anzitutto di verificare e definire le priorità territoriali di intervento, che saranno oggetto di un accordo quadro per il 2014 e per il 2015. In proposito, venerdì 5 settembre prossimo, sempre a Veneto Lavoro è stato convocato per le ore 14 il Tavolo regionale ammortizzatori sociali. “Alla luce del nuovo decreto – ha detto Donazzan – riscontro che le criticità già emerse nei mesi scorsi non sono migliorate, anzi: la situazione pare essere pure peggiorata. È per me inopportuno che importanti modifiche sullo strumento degli ammortizzatori in deroga vengano effettuate nel corso dell´anno a fronte di già spinose criticità che derivano da un eccesso di burocrazia, basti pensare alla doppia domanda da presentare a Regione e Inps, dalla pluralità dei soggetti coinvolti, dalla mancanza di estensione della Cassa in deroga agli studi professionali e alle associazioni, di cui il Veneto era stato capofila, dalla totale assenza di risposte per gli esodati. Come Regione del Veneto, inoltre, avevamo detto fin dall´inizio che lo strumento della Cassa in deroga non era la soluzione migliore per le aziende già chiuse”. “In questo decreto ministeriale, dunque, vi sono troppe zone grigie che non migliorano affatto la situazione riscontrata nei mesi scorsi. In Veneto abbiamo migliaia di persone che attendono sussistenza da gennaio 2014. Siamo a settembre. Il Governo si faccia un esame di coscienza. Spesso non mi sono trovata d´accordo sui contenuti politici del Governo – ha concluso Donazzan – ma mai mi ero trovata di fronte al più totale caos”.  
   
   
GIOCO D’AZZARDO: A MILANO NUOVO SUCCESSO PER NOSTRA LEGGE  
 
Milano, 3 settembre 2014 - "Ancora un´ottima notizia sul fronte della lotta alle macchinette mangiasoldi. Le sentenze a favore dei Comuni che applicano la normativa regionale anti ludopatia sono sempre più numerose e anche l´ultimo pronunciamento del Tar sulla sala slot di Piazza Bolivar a Milano rappresenta una vittoria senza se e senza ma. Bene così". Lo ha detto l´assessore al Territorio e Urbanistica di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, team leader della Giunta in tema di ludopatia, commentando così la notizia della decisione del Tar Lombardia, che ha respinto il ricorso dei proprietari del locale di Milano, in piazza Bolivar, sul provvedimento adottato nel maggio scorso dall´amministrazione comunale. Presto Obbligatorieta´ Di Mostrare Documento - "La norma regionale sulla distanza di 500 metri dai luoghi sensibili - dichiara Viviana Beccalossi - è lo strumento più forte fino ad oggi pensato per combattere il proliferare delle slot, come dimostra anche lo studio del Comune di Milano che, mappando il suo territorio, dimostra come il 96% di esso sia a oggi ´protetto´ dal rischio di nuove aperture". "La nostra lotta al gioco d´azzardo patologico -continua l´assessore Beccalossi - non è certo finita qui. Nelle prossime settimane la Commissione regionale esaminerà la nostra proposta di regolamento che prevede per i gestori di sale l´obbligo di chiedere un documento d´identità, per impedire il gioco dei minori oltre al libero accesso nei luoghi aperti al gioco per gli psicologi delle Asl". Ai Sindaci: Applicate La Legge - "La legge di Regione Lombardia - conclude Viviana Beccalossi - è un esempio concreto di buona politica. È stata approvata all´unanimità dalle forze politiche di governo e opposizione e continua a essere utilizzata in modo trasversale dalle amministrazioni comunali che hanno deciso di seguirci in questa battaglia, come è avvenuto a Milano. Il mio appello va a tutti i sindaci della Lombardia: applicate la legge e non abbassate la guarda. Le slot machine hanno già rovinato troppe famiglie".  
   
   
GIOCO D’AZZARDO: TAR DÀ RAGIONE AL COMUNE DI MILANO SU SALA SLOT  
 
Milano, 3 settembre 2014 – Tre mesi fa la sala slot di piazza Bolivar 4 era pronta ad aprire i battenti, a pochi metri da alcuni luoghi sensibili quali l’oratorio di San Protaso in via Lorenteggio e lo storico Coro dei Piccoli Cantori di Milano, ma da Palazzo Marino era arrivato l’alt. Con un provvedimento del 28 maggio, infatti, il settore Urbanistica del Comune aveva ordinato la sospensione di tutti i lavori edilizi in corso, diffidando la proprietà dall’insediamento di nuove attività legate al gioco d’azzardo, in quanto “non è stato dimostrato il rispetto della distanza dai luoghi sensibili”. Contestualmente l’Amministrazione, in un iter concordato tra Urbanistica e Commercio, aveva quindi dato “avvio al procedimento per la definitiva dichiarazione di inammissibilità/irregolarità della Cial”, la comunicazione di inizio attività relativa alla realizzazione di una sala giochi. Contro lo stop di Palazzo Marino, la proprietà del locale di piazza Bolivar aveva fatto ricorso al Tar Lombardia per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, sia dei provvedimenti comunali sia della norma regionale sul vincolo della distanza di 500 metri dai luoghi sensibili. Con un’ordinanza del 1 settembre, però, la seconda sezione del Tribunale Amministrativo regionale ha dato ragione al Comune di Milano e respinto il ricorso della sala slot: “Dalla documentazione agli atti del giudizio – spiega il Tar – risulta il mancato rispetto delle distanze dai luoghi sensibili per la nuova collocazione di apparecchi per il gioco d’azzardo”. Pertanto, conclude l’ordinanza, “il ricorso non presenta una sufficiente fondatezza". “La guerra è guerra – ha detto il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris – e noi continueremo a usare tutte le armi della legalità, fuori e dentro le aule dei Tribunali, per impedire la diffusione del gioco d’azzardo a Milano. Siamo soddisfatti per questa decisione del Tar, che rafforza la nostra battaglia accanto ai cittadini”. Già oggi, così come emerge dalla mappa dei luoghi sensibili realizzata dall’assessorato all’Urbanistica e pubblicata sul sito del Comune, il 96% della città è off limits per il gioco d’azzardo, in virtù della normativa regionale. Una percentuale destinata a salire addirittura al 99% quando, in autunno, entrerà in vigore il nuovo Regolamento edilizio comunale: una norma ad hoc (l’articolo 13) particolarmente restrittiva, infatti, include tutti i reali luoghi sensibili e tiene conto anche delle sale scommesse.  
   
   
ABRUZZO: D´ALFONSO CHIEDE LA MAPPA DISAGIO A CARITAS SI LAVORA A PROGETTO DI ACCOGLIENZA PER 5 MILA STUDENTI  
 
Pescara, 3 settembre 2014 - Una mappa del bisogno estremo in Abruzzo con tanto di numeri relativi alle richieste di aiuto complessive, ai pasti erogati giornalmente nelle mense, ai vari servizi assicurati per lenire le sofferenze di tante persone in difficoltà ed agli interventi di solidarietà attiva effettuati anche a beneficio dei cittadini immigrati ma anche una serie di progetti che possano valorizzare ulteriormente queste attività. E´ la richiesta che il presidente della Giunta regionale, Luciano D´alfonso, ha fatto ai responsabili delle sette Caritas operanti sul territorio regionale (Pescara, Teramo, Chieti, L´aquila, Lanciano-ortona, Vasto e Sulmona) incontrati, questa mattina, a Chieti, per quantificare la reale portata del disagio in una regione dove il numero delle persone in difficoltà economiche è in costante crescita. Rivolto ai responsabili, il Presidente, a proposito dei centri Caritas, ha riconosciuto loro "una capacità di pervasività che, in presenza di una progettualità di qualità, può consentire alla Regione di fare scelte programmatorie di rilievo anche in sede europea. La Regione, dal canto suo, oltre a mettere in campo l´assistenza amministrativa delle sue strutture ed il suo ruolo di pianificazione, - ha proseguito - sta recuperando su più fronti le risorse adeguate a sostenere ed affiancare un simile sforzo. Già in questi pochi mesi di Governo, ad esempio, - ha ricordato D´alfonso - abbiamo eliminato circa 630 mila chilometri percorsi inutilmente dai mezzi del trasporto pubblico locale per mancanza di utenza e abbiamo puntato sul trasporto universitario. Inoltre, sono stati investiti 75 milioni di euro per portare la banda larga nelle zone rurali, intervento che sarà completato entro fine anno. Stiamo rivedendo, inoltre, - ha spiegato - la rete dell´emergenza-urgenza che rappresenta uno dei passaggi chiave che ci consentirà di uscire, nel giro di qualche mese, dal Commissariamento della sanità. Un ulteriore salto di qualità, - ha aggiunto - si potrebbe compiere replicando l´esperienza della Baviera dove viene applicata una fiscalità di vantaggio agli imprenditori che assumono attraverso il meccanismo della garanzia assicurativa così come stiamo cercando di rilanciare il ruolo dei Geni civili ai fini della manutenzione del patrimonio stradale. Tutte attività che potrebbero favorire l´occupazione e venire incontro, indirettamente, ma in maniera incisiva, all´opera della Caritas". Tuttavia, il presidente D´alfonso ritiene che la Caritas abruzzese possa assumere anche ruoli diversi dall´assistenza dei cosiddetti ultimi. "Stiamo lavorando, infatti - ha concluso - per avviare una sorta di Erasmus abruzzese che porti ad accogliere circa 5 mila studenti. Per mettere in piedi una macchina organizzativa e logistica di un certo livello c´è, però, bisogno di quelle competenze ed esperienze che solo i centri Caritas sono in grado di garantire. Per questo si potrebbe pensare, in merito a questo progetto, di far gestire loro una serie di strutture regionali, attualmente inutilizzate". L´assessore alle Politiche sociali, Marinella Sclocco, invece, illustrando le opportunità del suo settore, ha ricordato che "per la prima volta la Caritas è stata inserita stabilmente nel partenariato sociale e può così partecipare alla progettazione europea ed accedere ai fondi Por-fse, passati dai 112 milioni di euro iniziali a 142 milioni di euro".  
   
   
ASILI NIDO, ABRUZZO: AI COMUNI IL PRIMO MILIONE DI EURO  
 
L´aquila, 3 settembre 2014 - Ammontano a circa un milione di euro le somme trasferite ieri dalla Regione ai Comuni abruzzesi per l´aumento dei posti negli asili nido e per coprire le spese di gestione. Lo ha annunciato l´assessore con delega alle politiche sociali e al diritto all´istruzione, Marinella Sclocco, la quale ha spiegato che "quello stanziato oggi rappresenta un primo provvedimento di riparto di 926 mila euro, cui farà seguito, nei prossimi giorni, una ulteriore assegnazione di fondi, per altri 3 milioni circa, attualmente in corso di istruttoria: un primo segnale che la Regione intende offrire ai Comuni e alle famiglie abruzzesi in occasione della riapertura dei nidi, destinato anche a supportare l´aumento dei posti, a fronte di una domanda crescente". L´assessore regionale ha poi detto che i servizi per la prima infanzia costituiscono una priorità cui dare un forte impulso nella prossima programmazione regionale "allo scopo di adeguare i nostri servizi ai livelli richiesti dall´Unione europea che prevedono di coprire il servizio per almeno il 33% dei bambini nella fascia 0-2 anni, mentre oggi in Abruzzo siamo a meno di un terzo di questo obiettivo".