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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 30 Ottobre 2014
UE: JOSÉ MANUEL DURãO BARROSO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA: IERI CONFERENZA STAMPA DI COMMIATO  
 
Bruxelles, 30 ottobre 2014 - Signore e signori, Sono lieto di essere qui con voi in redazione per l´ultima volta prima della fine del mandato della Commissione. Ho appena finito presiedere l´ultima riunione del Collegio. Per me è stato il numero 199 del Collegio dei Commissari riunione di questo mandato, questo è stato il mio incontro 424 del Collegio dei Commissari. Durante questo incontro ho avuto l´ occasione di informare i miei colleghi delle decisioni molto importanti in occasione dell´ultimo Consiglio europeo e in particolare la decisione a seguito del clima europeo. Sono molto lieto che il Consiglio europeo partecipa anche una volta guidato l´Ue nella lotta contro il cambiamento climatico , all´unanimità, agli Stati membri ed obiettivi ambiziosi tra cui proposizione raggiunta per ridurre le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030. Signore e signori, Sono davvero orgoglioso e allo stesso tempo grato per le importanti iniziativa preso. Credo si possa dire che abbiamo assunto sfide senza precedenti in europea, soluzioni che hanno presentato l´Europa negli ultimi dieci anni e abbiamo dato il nostro Contributo ad una risposta ambizioso e forte dell’ Unione. Infatti, nonostante tutte le difficoltà, siamo stati in grado di mantenere l´Europa unita e aperta e credo anche che con i nuovi poteri per l´Unione europea, e in particolare per la Commissione europea e la Banca centrale europea, che oggi l’ europea sia più forte, Più in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro. La verità è che, nonostante tutte le esitazioni in alcuni momenti, è stato possibile rafforzare istituzionalmente l´Unione europea in termini di nuove competenze alla Commissione Istituzioni e la comunità. Signore e signori, Dal 2004, l´anno ho assunto l´ufficio, l´Unione europea ha quasi raddoppiato le sue dimensioni, da 15 a 28 paesi, e l´area dell´euro è cresciuta dal 13 al 19 membri. Abbiamo adottato un nuovo trattato, il trattato di Lisbona, per assicurarsi che siamo in grado di lavorare in modo più efficiente e democratico, in un più ampio dell´Unione europea. Abbiamo portato nel programma più ambizioso protezione del clima nel mondo. Abbiamo riformato la nostra bancario e regole economiche, abbiamo creato un firewall finanziario permanente e abbiamo progettato un modello per una maggiore integrazione dell´area dell´euro. Abbiamo messo insieme un budget € 1000000000000 orientata a guidare investimenti chiave nell´economia europea, con il doppio dei soldi per la ricerca e la tecnologia e il triplo del finanziamento per l´istruzione e la formazione che abbiamo avuto una decina di anni fa. Il nostro sviluppo ambizioso, commercio e politica estera hanno garantito l´Unione europea rimane il più grande donatore di aiuti al mondo, il più importante blocco commerciale e la più grande economia del mondo. Mentre ci prepariamo a lasciare l´incarico, sono molto consapevole del fatto che la nostra azione non era perfetto. Mi dispiace che, anche a causa del sistema molto complesso di decisioni in seno all´Unione europea, non è stato sempre possibile muoversi abbastanza rapidamente. Mi dispiace che c´è voluto del tempo per mobilitare abbastanza solidarietà quando la solidarietà era più necessario e, allo stesso tempo, per garantire adeguata responsabilità da parte dei paesi alla fine di ricezione. Ma la Commissione europea è stata sempre in lotta per più solidarietà e più responsabilità. Abbiamo detto molto chiaramente che non si poteva andare senza l´altra. E, come molti altri leader politici, sono molto preoccupato per l´enorme disconnessione e la sfiducia dei cittadini che sono stati feriti dalla crisi e che sono, in effetti, facile preda per l´intolleranza e il populismo. Sono molto preoccupato per la disconnessione e la sfiducia dei cittadini nei confronti della classe politica, quella europea, ma anche quello nazionale. Questo ha urgente bisogno di attenzione e di riparazione. Credo che due questioni hanno bisogno di particolare attenzione: in primo luogo, la questione sociale, perché, in realtà, vi è una percezione in molte parti d´Europa a causa dei sacrifici che alcuni dei nostri paesi hanno dovuto passare attraverso che c´è un problema di ingiustizia. E senza affrontare con coraggio la questione della disuguaglianza, si rischia di aggravare la percezione dell´Unione europea. Quindi dobbiamo affrontare la questione sociale. E dobbiamo anche affrontare la questione di legittimità o di responsabilità. Ma per fare questo, abbiamo bisogno di titolarità del progetto europeo, non solo dalle istituzioni qui a Bruxelles oa Strasburgo oa Lussemburgo. Abbiamo bisogno di titolarità da parte del pubblico, dai nostri governi, ma non solo da parte dei governi, anche da parte delle istituzioni e della società civile nei nostri paesi. E qui il ruolo dei media è disponibile anche in. Signore e signori della stampa, voglio dire qualche parola a voi nella mia ultima conferenza stampa. E ´stato un privilegio di entrare in contatto con voi in questi ultimi 10 anni. Penso che si può essere d´accordo, ma non è sempre stato facile, né per voi né per me. Capisco quanto sia difficile vendere una storia dell´Unione europea ai vostri editori e tradurre per un pubblico nazionale. Sono sicuro che può, senza dubbio, lo faccio meglio. Parte della difficoltà risiede certamente con noi. E dobbiamo riconoscere che. E ´vero che l´Unione europea è molto difficile da leggere. Si tratta di una costruzione molto complessa - politico, economico, giuridico. E così il lavoro di tradurre quello che stiamo facendo è sicuramente uno molto impegnativo. È per questo che apprezzo molto e credo di aver capito le difficoltà del ruolo dei media, vale a dire, si, che sono stati copra l´Unione europea in tutti questi anni. Mi congratulo con voi per il vostro esame critico, che è un contributo fondamentale per la legittimità del progetto dell´Unione europea. Voglio dire molto francamente che molto spesso ho scoperto alcune delle decisioni della Commissione da parte dei giornali che leggevo al mattino prima sono state prese le decisioni. Quindi, questo è certamente un doveroso omaggio a voi. E dato che la Commissione è, senza dubbio, il più aperto e trasparente di tutte le istituzioni europee - credo che abbiamo un livello di trasparenza che è chiaramente superiore a quello che si trova nelle capitali nazionali - che potrebbe spiegare il motivo per cui si riserva il tuo amore più difficile per la Commissione europea! Abbiamo il dovere, credo, qui a Bruxelles, ma anche a Berlino, a Parigi, a Roma, a Londra, in tutta Europa, per impostare le cose in chiaro per quanto riguarda l´Unione europea. E la realtà è che non ci siamo riusciti ogni volta. La realtà è che a volte le bugie sono state dette e semplicemente non sufficiente attenzione è stata data ai fatti. Questo è certamente un posto di lavoro per i leader politici a livello europeo ma anche a livello nazionale. E ´sicuramente un lavoro per comunicatori e dei media. Credo che siamo tutti responsabili per l´impostazione le cose in chiaro sull´Unione europea. Come sapete, vi è una serie televisiva danese chiamato Borgen dove qualcuno dice a un certo punto, "A Bruxelles, nessuno sente urlare." Penso che, grazie al vostro lavoro, questo non era il caso. In larga misura nel corso di questi anni, il dramma del processo decisionale in Europa è stato, infatti, trasmesso a tutti i nostri spettatori, e voglio, ancora una volta, ringraziarvi per questo. Signore e signori, io e te, ci sono colleghi di sorta. Non ho potuto fare il mio lavoro senza di te e non si poteva fare la vostra senza di me, più che avrebbe potuto frustrato alcuni di voi! In pochi giorni, questo non sarà più il caso, in quanto la nuova Commissione, guidata dal mio buon e vecchio amico, Jean-claude Juncker, entrerà in carica. Io lui, il suo College e tutti voi pure, signore e signori, auguro tutto il meglio. Voglio cogliere l´occasione per ringraziare anche il portavoce, Pia, ma anche tutti i servizi, tutti coloro che operano la sala stampa, tra cui, ovviamente, i nostri interpreti, e tutti voi, per il vostro lavoro. Mi sta davvero molto da dire a voi, vi ringrazio. Ora sono pronto per il mio ultimo giro di domande.  
   
   
IERI, 50 PAESI HANNO FIRMANO L’ACCORDO DI SCAMBIO DI INFORMAZIONI A FINI FISCALI IL COMMISSARIO EUROPEO ŠEMETA ACCOGLIE CON FAVORE LA FIRMA DELL´ACCORDO MULTILATERALE  
 
Bruxelles, 30 ottobre 2014 – “ Sono lieto che oggi ministri delle finanze da 50 paesi e giurisdizioni hanno firmato un accordo multilaterale autorità competente in merito all´attuazione dello standard globale per lo scambio automatico di informazioni di natura economica. La firma di questo accordo nel corso del 7 ° Meeting del Forum globale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali a Berlino è un importante sforzo congiunto da molti nella creazione di un ambiente fiscale più appropriata equa in tutto il mondo. L´accordo firmato oggi, fa seguito rapidamente dall´accordo politico raggiunto dagli Stati membri il 14 ottobre per applicare il Principio globale nelle relazioni tra di loro per mezzo di una direttiva (cfr Speech / 14/693 ). L´unione europea è stata un pioniere e un leader nell´utilizzo di scambio automatico di informazioni per prevenire l´evasione fiscale. E ´stato sostenuto dalla Commissione dal 2001 ed è stato applicato dagli Stati membri dell´Unione europea ai sensi della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio dal 2003. Lo standard globale, messo a punto dall´Ocse in collaborazione con i paesi del G20 e la Commissione europea, faciliterà l´accesso delle autorità fiscali di informazioni di natura economica e aumentare gli sforzi a livello mondiale per reprimere l´evasione fiscale. Questo accordo globale dimostra che molti paesi in tutto il mondo sono pronti a lavorare per l´allineamento con il Global Standard e riconoscere scambio automatico di informazioni come il nuovo standard per la cooperazione internazionale. Accordo su uno standard globale non è qualcosa che avremmo potuto prevedere anche un paio di anni fa e che segna un nuovo passo verso una maggiore trasparenza fiscale . Sono certo che questa nuova mossa permetterà paesi in tutto il mondo per meglio combattere l´evasione fiscale e migliorare l´efficienza della loro riscossione delle imposte.”  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UN "ACCORDO DI PARTENARIATO" CON L´ITALIA SULL´USO DEI FONDI STRUTTURALI E DI INVESTIMENTO PER LA CRESCITA E L´OCCUPAZIONE NEL 2014-2020  
 
 Bruxelles, 30 ottobre 2014 - La Commissione europea ha adottato un "accordo di partenariato" con l´Italia in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento europei in tale paese. L´accordo odierno apre la via all´investimento di 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della politica di coesione nel periodo 2014-2020 (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l´iniziativa a favore dell´occupazione giovanile). L´italia riceve inoltre 10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. Gli investimenti dell´Ue contribuiranno ad affrontare il problema della disoccupazione e ad incentivare la competitività e la crescita economica, dando sostegno all´innovazione, alla formazione e all´istruzione negli ambiti urbani e nelle zone rurali. Essi serviranno anche a promuovere l´imprenditoria, a combattere l´esclusione sociale e ad aiutare lo sviluppo un´economia ecocompatibile ed efficiente sul piano della risorse. I Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi Sie) in Italia sono: • il Fondo europeo di sviluppo regionale il Fondo sociale europeo • il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca • il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Commentando l´adozione del partenariato, Johannes Hahn, Commissario responsabile per la Politica regionale, ha affermato: "È un momento estremamente importante per l´Italia. Oggi abbiamo adottato un piano d´investimento essenziale, strategico, che pone il paese sui binari della crescita e dell´occupazione per il prossimo decennio. Quest´accordo di partenariato rispecchia la determinazione comune alla Commissione europea e all´Italia di fare l´uso più efficiente possibile degli investimenti dell´Ue e di evitare gli errori del passato. I nostri investimenti devono avere una portata strategica, conformemente alla nuova politica di coesione, ed essere incentrati sull´economia reale, sulla crescita sostenibile e sull´investimento nelle persone. Cosa altrettanto importante, essi devono essere accompagnati da strutture amministrative salde ed efficienti ad ogni livello. L´esercizio avviene all´insegna della qualità e non della celerità, ragion per cui nei prossimi mesi ci adopereremo appieno per negoziare i migliori risultati possibili per gli investimenti a valere sui Fondi strutturali e di investimento europei nel periodo 2014-2020 allorché delineiamo i programmi operativi da cui emergeranno i cento progetti volti a stimolare l´economia e a creare posti di lavoro in Italia. Occorre l´impegno di tutte le parti per poter disporre di programmi qualitativamente validi e di una gestione rafforzata dei fondi.” Il Commissario Hahn ha aggiunto: "Questa strategia d´investimento prende le mosse dall´importante contributo che l´Italia già apporta per aiutare l´Ue a raggiungere i suoi obiettivi di sviluppo di circuiti della conoscenza, modernizzazione e internazionalizzazione dell´economia e promozione di un uso efficiente delle risorse energetiche e naturali. Con questo accordo di partenariato l´Italia dispone ora di una salda base che abbraccia tutti i Fondi strutturali e di investimento e dà un indirizzo strategico ai programmi futuri per stimolare l´innovazione, trasformare le Pmi italiane in modelli di crescita ed assicurare la competitività dell´Italia nei settori ad alta intensità di saperi. I Fondi Sie aiutano le regioni e le città italiane ad affrontare queste sfide." László Andor, Commissario responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, ha affermato: "Mi congratulo con l´Italia per aver perfezionato il suo accordo di partenariato in seguito a un´intensa collaborazione con la Commissione. Sono estremamente compiaciuto per il fatto che l´Italia abbia deciso di usare 10,5 miliardi di euro del Fondo sociale europeo (Fse) in modo da assicurare che le azioni finanziate dall´Fse abbiano un impatto significativo al fine di raggiungere gli obiettivi occupazionali e di lotta contro la povertà della strategia Europa 2020. Apprezzo anche il fatto che sia stata attribuita una priorità elevata alla lotta contro la disoccupazione giovanile, anche attraverso un programma che attua l´iniziativa a favore dell´occupazione giovanile. L´fse aiuterà a massimizzare il potenziale di crescita di ciascuna regione affrontandone i bisogni specifici, concentrandosi sugli aspetti dell´imprenditoria e della creazione di posti di lavoro nonché su una migliore inclusione sociale attraverso l´occupazione, l´istruzione e la formazione professionale. Sono anche compiaciuto nell´osservare più intense sinergie tra le misure sostenute e i diversi fondi." Dacian Cioloþ, Commissario responsabile per l´Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha affermato: "È con grande soddisfazione che accolgo oggi l´approvazione dell´accordo di partenariato per l´Italia ed in particolare i nuovi obiettivi di sviluppo rurale, il secondo pilastro della politica agricola comune dell´Ue. I programmi di sviluppo rurale recano un notevole contributo alla risoluzione di tutta una serie di problemi economici, ambientali e sociali nelle zone rurali. Per molte regioni italiane il Fondo per lo sviluppo rurale è la più importante fonte di finanziamento strutturale dell´Ue. In tale contesto, sono fiducioso che l´accordo di partenariato per l´Italia consentirà un uso più efficiente dei finanziamenti in modo da appianare la via dell´Italia verso la crescita e la competitività, promuovere l´occupazione e ridurre le disparità regionali. Sono fiducioso che questo sostegno finanziario unionale opportunamente mirato a sviluppare un ambiente imprenditoriale innovativo, a migliorare le infrastrutture o a accrescere l´efficienza nell´uso delle risorse naturali, svolgerà un ruolo importante ai fini del raggiungimento di tali obiettivi." Maria Damanaki, Commissaria responsabile per gli Affari marittimi e la pesca, ha affermato: "Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ha vocazione a investire nelle collettività locali che vivono della pesca per aiutarle a sprigionare il potenziale di sviluppo e di creazione di posti di lavoro di cui ha bisogno l´Europa e che l´Ue si è impegnata a tradurre in realtà. Per l´Italia in particolare, la sfida maggiore ma anche l´opportunità più promettente consiste nel promuovere le potenzialità di "crescita blu" del paese valorizzando la sua lunga tradizione ed esperienza nei settori marino e marittimo. Il Fondo si adopererà per accrescere la competitività del settore italiano della pesca e dell´acquacoltura preservando nel contempo la gestione sostenibile delle risorse naturali e delle popolazioni alieutiche. Non staremo a prescrivere come debba essere speso ogni singolo centesimo: spetta a coloro che conoscono al meglio il proprio mestiere, all´industria e alle regioni locali adoperarsi per assicurare un futuro sostenibile alle loro collettività: questo è in effetti lo spirito della nuova politica comune della pesca e della politica marittima integrata".  
   
   
UE: DICHIARAZIONE DI IERI DEL VICEPRESIDENTE KATAINEN SUI PROGRAMMI DI PROGETTO DI BILANCIO  
 
 Strasburgo, 30 ottobre 2014 - Buon pomeriggio. Ho pensato che sarebbe stato utile per me parlare a voi brevemente lo stato di avanzamento della valutazione della Commissione dei documenti programmatici di bilancio. Come ho ricordato nel mio intervento di ieri sera, questa è solo la seconda volta che stiamo valutazione dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri dell´area dell´euro, in linea con le norme di coordinamento di bilancio rafforzate introdotte lo scorso anno. Gli Stati membri sono tenuti a presentare i loro piani entro il 15 ottobre e la Commissione deve adottare un parere su questi entro il 30 novembre. Tuttavia, se ci identifichiamo "particolarmente grave il mancato rispetto degli obblighi di politica finanziaria definiti nel Patto di stabilità e crescita", dobbiamo adottare il nostro parere entro due settimane dalla data di presentazione dei piani. Tale termine è oggi. Nel corso delle ultime due settimane, abbiamo svolto consultazioni con alcuni Stati membri in questo contesto. In alcuni casi, l´obiettivo di tali consultazioni era quello di evidenziare alcuni problemi iniziali relativi ai documenti programmatici di bilancio che avevano presentato. In altri, era semplicemente per richiedere ulteriori informazioni. Alcuni Stati membri hanno cambiato i loro piani di bilancio all´ultimo minuto. In tutti i casi, gli Stati membri hanno risposto in modo costruttivo alle nostre preoccupazioni. Questo è molto importante e gradito. Ho informato il Collegio questa mattina che, dopo aver preso in considerazione tutte le ulteriori informazioni e miglioramenti comunicato a noi in questi giorni, non riesco a identificare immediatamente i casi di "particolarmente grave non conformità". Questa è una buona notizia e si vede che la nostra governance economica sta lavorando e avendo un impatto. Ma voglio sottolineare che questo non significa che tutti i documenti programmatici di bilancio saranno necessariamente trovano ad essere in piena conformità con il patto di stabilità e crescita. Noi non pregiudicare l´esito. Ci sarà solo sapere una volta che abbiamo completato la nostra valutazione dettagliata nelle prossime settimane. Tale valutazione si baserà sul Previsioni economiche di autunno e prenderà in considerazione: - Il parere della Commissione delle prospettive macroeconomiche, - La valutazione delle misure adottate, e - Rischi per l´esecuzione del bilancio. I pareri metterà in evidenza se saranno necessarie misure supplementari o di sostituzione per garantire il pieno rispetto del patto. Tali pareri saranno adottati dalla nuova Commissione, e saranno poi discusse dall´Eurogruppo. Sulla base della nostra valutazione dei documenti programmatici di bilancio e sul nostro previsioni dell´autunno, non si può escludere che la Commissione potrebbe essere necessario adottare provvedimenti nell´ambito della procedura per disavanzo eccessivo per alcuni Stati membri. Ora sono felice di prendere due o tre domande.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA UN "ACCORDO DI PARTENARIATO" CON IL REGNO UNITO SULLA MOBILITAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI E DEGLI INVESTIMENTI DELL´UE A FAVORE DELLA CRESCITA E DELL´OCCUPAZIONE PER IL PERIODO 2014-2020  
 
Bruxelles, 30 ottobre 2014 - La Commissione europea ha adottato un "accordo di partenariato" con il Regno Unito, definire la strategia da attuare per l´utilizzo ottimale dei fondi strutturali e gli investimenti europei nel Paese. Questo accordo apre la strada agli investimenti per la somma di 11,8 miliardi di euro in totale - a prezzi correnti, tra cui il finanziamento della cooperazione territoriale europea e la dotazione per l´iniziativa per l´occupazione giovanile - sotto della politica di coesione per il periodo 2014-2020. Il Regno Unito riceverà anche 5.180 milioni di euro per lo sviluppo rurale e 243 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. Questi investimenti aiuteranno la lotta dell´Ue contro la disoccupazione, per stimolare la competitività e promuovere la crescita economica sostenendo l´innovazione, l´istruzione e la formazione in città di tutte le dimensioni e le aree rurali. Essi potranno anche promuovere l´imprenditorialità e per combattere l´esclusione sociale, contribuendo a costruire un´economia verde e l´ambiente in un uso efficace delle risorse. Nel Regno Unito, i fondi strutturali e gli investimenti europei (Fondo Esi) sono costituiti da: • il Fondo europeo di sviluppo regionale il Fondo sociale europeo • il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca • il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale Johannes Hahn, Commissario europeo per la Politica regionale, ha commentato l´approvazione del contratto in questi termini: " Abbiamo adottato un piano di investimenti essenziale, che mette il Regno Unito sulla strada occupazione e crescita per il prossimo decennio. Questo accordo di partnership rispecchia la volontà comune della Commissione europea e il Regno Unito di utilizzare i fondi europei nel modo più efficiente possibile. In base alla nuova politica di coesione, gli investimenti devono essere strategici e concentrarsi sull´economia reale, la crescita sostenibile e l´investimento in capitale umano. Tuttavia, l´obiettivo primario per i prossimi mesi non è la velocità, ma la qualità degli investimenti di programmazione dei Fondi strutturali e gli investimenti europei per il periodo 2014-2020. L´impegno di tutti è necessario per garantire la qualità dei programmi che saranno applicate. " Hahn ha aggiunto: "Questa strategia di investimento si basa sugli sforzi significativi che il Regno Unito si impegna già per aiutare l´Ue a raggiungere i suoi obiettivi di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. L´accordo di partenariato, che copre tutti i Fondi strutturali e di investimento, dà una direzione strategica per i futuri programmi che promuovano l´innovazione e trasformare i modelli di crescita per le Pmi britanniche. Esi Fondo aiuterà le regioni e le città britanniche per affrontare queste sfide. " László Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, ha detto di lui: " Mi congratulo con il Regno Unito di adottare l´accordo di partenariato. Il Regno Unito ha utilizzato quasi 5 miliardi di euro dal Fondo sociale europeo e 206 milioni di € per l´Iniziativa per l´occupazione giovanile nei prossimi sette anni per promuovere gli obiettivi della Europa 2020 in materia di occupazione e riduzione della povertà. Queste risorse comunitarie per gli investimenti possono avere un effetto leva preziosa, in collaborazione con altri soggetti pubblici e finanziamenti privati ​​per promuovere l´occupazione giovanile, l´istruzione e l´inclusione sociale nel Regno Unito per aiutare il paese a mantenere la competitività della sua economia. Accolgo con favore l´enfasi che le autorità britanniche sono l´assistenza ai giovani disoccupati, in particolare quelli che sono più a rischio di esclusione sociale, anche se mi rammarico che il Regno Unito è l´unico Stato membro a non condividere l´obiettivo dell´iniziativa "garanzia per i giovani" dell´Ue, che è quello di garantire a tutti i giovani Offerta bene nel mercato del lavoro entro quattro mesi. " Mr. Cioloþ, commissario europeo per l´Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha parlato in questi termini: "L´accordo di partnership è un passo importante nella creazione di un quadro strategico per il successo della politica di sviluppo rurale nel Regno Unito. Ci auguriamo che il miglioramento del coordinamento tra i diversi fondi Ue - non solo dai fondi di sviluppo rurale, ma anche i fondi strutturali e il fondo sociale - aumentare l´efficienza e sinergia nell´attuazione dei programmi e promuovere un migliore ritorno sui fondi investiti dall´Unione. Il partenariato riconosce l´importante ruolo che il settore agricolo nel Regno Unito può svolgere per la crescita economica, creando le condizioni per la protezione delle risorse naturali del paese e per affrontare i problemi sociali nelle zone rurali. Sono convinto che l´Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord propongo programmi di sviluppo rurale ambiziosi e mirate che favoriscono una produzione alimentare sostenibile, rafforzare la tutela dell´ambiente e della biodiversità e migliorare la qualità della vita durante la creazione di posti di lavoro. " Maria Damanaki, commissario europeo per gli Affari marittimi e la pesca, ha detto da parte sua: " Innovazione e sostenibilità sono al centro della politica marittima e della pesca del Regno Unito. Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca le aree marine vi aiuterà ad alta tecnologia britannica, come le energie rinnovabili marine. Investendo in innovazione e sviluppo tecnologico, e di facilitare l´accesso ai finanziamenti per le piccole imprese, il Feamp sosterrà la crescita e l´occupazione nel Regno Unito. Sulla base della lunga tradizione del Regno Unito nel settore della pesca e il crescente potenziale dell´acquacoltura, il Feamp contribuirà questi settori a diventare più sostenibile e competitiva. " Tutti gli Stati membri hanno presentato il loro accordo di partnership per la Commissione. L´adozione di questi accordi si svolgerà al termine di un processo di consultazione.  
   
   
UE: COLOMBIA E PERÙ SODDISFANO I CRITERI PER L´ESENZIONE DAL VISTO PER L´ACCESSO DI SCHENGEN  
 
Bruxelles, 30 Ottobre 2014 - La Commissione ha adottato due relazioni che ha concluso che la Colombia e il Perù soddisfano i criteri rilevanti per la negoziazione di accordi in materia di esenzione dal visto tra ciascuno di questi paesi e l´Ue. Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni, ha detto: "I grandi miglioramenti apportati dalla Colombia e Perù in molti settori negli ultimi anni significa che non è più giustificato mantenere l´obbligo del visto per i cittadini di questi paesi visitare l´area Schengen per soggiorni di breve durata. Con l´abolizione del visto incoraggerà la mobilità ei contatti interpersonali, che è essenziale per rafforzare lo sviluppo sociale ed economico e la comprensione reciproca tra l´Ue e gli altri Paesi s ´. Dopo aver valutato i criteri pertinenti, quali i rischi in materia di sicurezza e l´immigrazione illegale, i vantaggi economici per l´Unione europea e le considerazioni in materia di diritti umani, la Commissione ha concluso che sussistono le condizioni necessarie per la avviare i negoziati per l´esenzione dal visto tra l´Unione europea e la Colombia e il Perù. Le principali conclusioni della relazione sono: una maggiore fiducia nei richiedenti il visto in entrambi i paesi e vi è un basso tasso di rifiuto dei visti; l´immigrazione irregolare è relativamente basso; la sicurezza dei documenti di viaggio è sufficiente; sono diminuite le minacce alla sicurezza; gruppi criminali organizzati non sono considerati attualmente un grave pericolo per l´Unione europea (con l´eccezione del traffico di stupefacenti); stanno espandendo le opportunità economiche, tra cui i flussi commerciali e turistici, in parallelo con la crescita significativa delle economie di questi paesi; i diritti umani e le libertà fondamentali siano rispettati e tutelati molto meglio ora che in passato; reciprocità dei visti è garantita, dal momento che questi paesi già esenti dall´obbligo del visto per tutti i cittadini dell´Ue; Infine, il regime dei visti rafforzerà ulteriormente le relazioni tra l´Ue ei due paesi, tanto più che la (provvisoria) l´applicazione di accordi di libero scambio nel 2013. La valutazione complessivamente positiva non ignora alcuni rischi, come la possibilità di utilizzo maggiore di corrieri e traffico di droga, così come il numero di colombiani e peruviani che entrare legalmente nell´Ue e al di sopra del soggiorno autorizzato, diventando migranti irregolari. Tuttavia, questi rischi sono considerati a prezzi accessibili, in particolare attraverso la corretta attuazione dei controlli alle frontiere e la fornitura di maggiori mezzi, se necessario, presso gli aeroporti con cui spesso accedono allo spazio Schegen colombiani e peruviani. I prossimi passi Una volta che i rapporti discussi nelle commissioni competenti e dei gruppi del Parlamento europeo e del Consiglio, la Commissione chiede l´autorizzazione del Consiglio a negoziare accordi di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata con ciascuno di questi due paesi. Se il Consiglio approva l´autorizzazione, i negoziati potrebbero iniziare nel primo trimestre del 2015. Solo dopo l´entrata in vigore degli accordi si accede senza visto per i cittadini di questi paesi in realtà. Ciò potrebbe avvenire, al più presto, nella seconda metà del 2015. Contesto Il regolamento n 509/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio 1 ha modificato il regolamento 539/2001 2 , e in particolare dei suoi allegati con le liste dei paesi i cui cittadini sono soggetti all´obbligo del visto all´atto dell´attraversamento delle frontiere esterne e l´elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo. 19 paesi sono state trasferite dall´allegato I (obbligo di visto) l´allegato Ii (visa): Colombia , Dominica, Granada, Kiribati, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Palau, Perù , Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine , Samoa, Isole Salomone, Timor Leste, Tonga, Trinidad e Tobago, Tuvalu, Vanuatu e gli Emirati Arabi Uniti. Per i cittadini di questi 19 paesi, l´esenzione dall´obbligo del visto si applica soltanto a decorrere dalla data di entrata in vigore di un accordo sull´esenzione dal visto che deve essere concluso tra ciascuno di questi paesi con l´Unione europea. Nel caso del Perù e Colombia, ci sono voluti un ulteriore passaggio prima dell´inizio dei negoziati relativi agli accordi bilaterali in materia di esenzione dal visto: una valutazione di entrambi i paesi da parte della Commissione in relazione ai criteri di cui all´articolo 1, paragrafo 1 del regolamento (Ue) n 509/2014 " criteri attinenti in particolare all´immigrazione clandestina, l´ordine pubblico e la sicurezza, vantaggi economici, soprattutto in termini di turismo e di commercio con l´estero e le relazioni esterne dell´Unione I paesi terzi interessati accompagni, in particolare, la preoccupazione per i diritti umani e delle libertà fondamentali, e delle implicazioni di coerenza regionale e di reciprocità . " Le due relazioni adottate oggi accompagnati da carte dei servizi della Commissione hanno presentato i dati dettagliati e le informazioni basano le loro conclusioni su fonti di dati e la metodologia utilizzati per condurre la valutazione. In vista della preparazione di questo, la Commissione ha chiesto e ha ricevuto contributi da tre agenzie dell´Ue: Ufficio europeo di sostegno per l´asilo, Europol e Frontex. Ha anche cercato informazioni aggiuntive dalla delegazione dell´Ue a Bogotà e Lima, così come le autorità colombiane e peruviane.  
   
   
GEORGIA: UN PASSO VERSO LA LIBERALIZZAZIONE DEL REGIME DEI VISTI CON L´UE  
 
Bruxelles, 30 ottobre 2014 - La Commissione ha adottato ieri la sua seconda relazione sullo stato di attuazione da parte della Georgia del piano d´azione sulla liberalizzazione del regime dei visti. Si conclude che la Georgia soddisfa i requisiti della prima fase del dialogo sui visti. La seconda fase, durante la quale la Commissione controllerà l´attuazione di tutti questi parametri può essere lanciato. " Sono soddisfatto dei risultati della nostra valutazione e mi congratulo con le autorità georgiane per i loro sforzi. Essi hanno mostrato una notevole disponibilità mettendo in atto le modifiche legislative necessarie. Con questo importante risultato, la Georgia ha fatto un grande passo verso il suo obiettivo di attuare una esenzione dall´obbligo del visto con l´Ue ", ha detto M mi Cecilia Malmström, Commissaria per gli Affari interni. Dall´ultima relazione alla Commissione nel novembre 2013 ( Ip / 13/1085 ), la Georgia ha promulgato una legge in materia di sicurezza dei documenti, l´asilo, la lotta contro la corruzione e la lotta contro il riciclaggio di denaro, e altre misure per affrontare le carenze che sono stati rilevati. Le principali modifiche di questa estate per il quadro giuridico per la protezione dei dati personali, nonché l´adozione e l´entrata in forza nella primavera di una legge contro le discriminazioni, attestano anche per l´importanza che il dialogo della Georgia sulla liberalizzazione del regime dei visti. Le autorità georgiane continueranno a lavorare in questi settori, e l´attuazione delle nuove disposizioni saranno monitorati sotto i parametri di riferimento della seconda fase. La Commissione è pronta a fornire assistenza per l´attuazione della normativa, la politica e il quadro istituzionale.  
   
   
LA REGIONE CALABRIA A BRUXELLES PER L’AVVIO DELLA COLLABORAZIONE CON LA REGIONE BELGA DI VALLONIA  
 
 Catanzaro, 30 ottobre 2014 - La delegazione di dirigenti regionali ha concluso positivamente la presenza a Bruxelles e a Charleroi dove ha aperto un dialogo strutturato con la regione belga della Vallonia, in vista dell’avvio di attività di cooperazione sostenibile in materia di turismo, cultura e valorizzazione dei territori e dell’agroalimentare. L’incontro con le autorità Valloni si è svolto in una sala che, proprio in questi giorni, sta ospitando alcune fotografie dei bronzi di Riace, realizzate dal fotografo Mimmo Jodice, e precedentemente esposte nella prestigiosa Biblioteca Solvay a Bruxelles in occasione dell’”International Communications Summit”. La delegazione calabrese, composta da Pasquale Anastasi, dirigente generale del dipartimento Turismo; Sonia Tallarico, dirigente generale del dipartimento Cultura; Serena Angioli, dirigente dei rapporti con le Istituzioni comunitarie del dipartimento Programmazione, ha incontrato Jean-paul Detaille, delegato del Ministro dell’agricoltura della regione Vallona, René Collin. “Oggetto dell’incontro – ha commentato il Dirigente generale Pasquale Anastasi - è stata l’identificazione di ambiti di cooperazione strategici e di interesse reciproco per lo sviluppo delle due regioni. Il tema principale, in coerenza con la programmazione strategica regionale che mira ad accrescere il tasso di destagionalizzazione delle presenze in Calabria, è stato quello di valorizzare le diverse specificità dell’offerta culturale e naturale e dell’agroalimentare calabrese. Si è, perciò, parlato, di organizzazione di flussi turistici con l’obiettivo di aumentare l’indotto economico proveniente dal comparto del turismo allargato”. La delegazione ha anche partecipato alla Xiv edizione della “Settimana della Lingua Italiana nel mondo”, organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Charleroi e dall’Ufficio Scolastico della città. A margine della manifestazione, la presenza dei dirigenti scolastici, rappresentativi di tutte le cinque province calabresi, ha consentito di aprire un primo canale di dialogo con la popolazione francofona del Belgio anche nell’ambito del mondo dell’istruzione nell’ottica di promuovere scambi e sinergie tra le scuole delle due regioni finalizzati al miglioramento delle competenze professionali e conoscenze linguistiche di tutta la giovane popolazione calabrese. La delegazione ha anche incontrato i referenti della Commissione europea, responsabili della politica del turismo, il Segretario Generale della Camera di commercio Belgo-italiana e il Segretario Generale dell’Associazione europea dell’artigianato e delle piccole e medie imprese (Ueapme) che hanno illustrato le strategie politiche e gli strumenti di finanziamento dell’Ue evidenziando l’importanza del mercato belga e dell’opportunità, per la crescita economica della Regione, di promuovere attività di cooperazione strutturata, di medio lungo periodo, in ambiti strategici per la Calabria. Il rafforzamento del dialogo con Istituzioni europee, associazioni professionali, altre autorità regionali e culturali europee, si configura come un percorso necessario per attivare processi di cooperazione sostenibili previsti nel progetto “Cooperazione Europea in Cantiere” e nella strategia di crescita della Regione, prevista dalla politica di coesione economica e sociale e finanziata dai Fondi Strutturali. Nei prossimi mesi di novembre e dicembre sono previste ulteriori tappe di questo percorso che porteranno alla formalizzazione degli accordi istituzionali che mirano a rafforzare le presenze turistiche in Calabria lungo tutto l’arco dell’anno, anche grazie alle migliorate condizioni di accesso alla regione assicurate dalla conferma, per il 2015, dei voli di Ryanair su Lamezia Terme e dell’approdo crocieristico.  
   
   
EUREGIO, L´ECONOMIA AL CENTRO DEI PROGETTI E DEL LAVORO COMUNE  
 
Trento, 30 ottobre 2014 - L’euregio protagonista, anche e soprattutto sul fronte dell’economia. Questo il significato che i tre presidenti – Ugo Rossi per la Provincia autonoma di Trento, Arno Kompatscher per quella di Bolzano e Günther Platter per il Tirolo – hanno voluto attribuire all’incontro del 27 ottobre, ad Innsbruck, con i vertici delle Camere di commercio dei tre territori dell’Euregio. Un confronto serrato e costruttivo, ricco di proposte e di tracce di lavoro. “Euregio vuol dire anche sforzi comuni per alzare la competitività dei nostri territori – commenta il presidente Ugo Rossi - vuol dire anche porre, con convinzione, l’economia al centro dei nostri progetti e del nostro lavoro comune”. In questo senso si è già deciso che all’incontro di ieri seguirà una verifica e un riscontro, programmato per marzo. Molti i temi ieri in discussione. La prima decisione presa è quella di impegnare il Gect, il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale, ad un maggiore coinvolgimento dei tre territori, sia a livello di Camere commercio sia delle strutture pubbliche dedicate allo sviluppo, per ottenere una analisi sui punti di forza e di debolezza dei nostri sistemi e per trovare possibili sinergie. Si pensa ad uno scambio tra le imprese stesse e alla definizione di un data base sulle possibili localizzazioni di siti industriali da riconvertire e riattivare. E´ utile, in questo percorso, valorizzare le buone pratiche ed è anche con questo spirito che i tre presidenti hanno lanciato l´idea di organizzare una sorta di gara dedicata al "miglior datore lavoro" in termini di produttività e occupazione ma anche riguardo alla responsabilità sociale delle imprese. Un altro punto affrontato riguarda le direttive della Unione Europea in materia di appalti. Si procederà a verificare le legislazioni dei tre territori – e lo si farà con l’apporto delle Università di Trento, Bolzano ed Innsbruck – in modo da definire delle linee comuni per un approccio unitario alla legislazione dei tre Land. L´obiettivo è definire quelle modalità che rispettino sì la concorrenza, ma che siano anche in grado di valorizzare le imprese del territorio. In questo contesto è inserito il tema della valutazione comune sul tema del partenariato e dell’attrazione di capitali privati per la realizzazione di opere pubbliche. Si è poi affrontato il tema del capitale umano. “È una sinergia particolarmente interessante per il Trentino – sottolinea il presidente Rossi – quella che intendiamo perseguire per uno sviluppo ulteriore del sistema duale già consolidato in Austria, in atto in Alto Adige e appena cominciato da noi. Certo, i decisori politici sono chiamati a sviluppare delle proposte, e lo si sta già facendo, ma è chiaro che è decisivo il coinvolgimento delle imprese”. Nel confronto con le Camere di commercio è poi emersa la necessità di una ulteriore valutazione sui temi del traffico di attraversamento e delle relative limitazioni, ponendo attenzione al fatto che le regole in via di introduzione da parte del Tirolo non si rivelino troppo penalizzanti per le imprese locali. Così come occorrerà porre attenzione a ciò che si sta elaborando in Italia (le ipotesi relative alle eurovignette): una questione che va coordinata, è stato ribadito, a ciò che sta avvenendo proprio in Tirolo. Va ulteriormente segnalato che al termine del confronto “economico” i tre presidenti dell’Euregio sono stati protagonisti di un dibattito radiofonico in diretta trasmesso sulle frequenze della Orf, la più importante emittente radiofonica austriaca. Una trasmissione di due ore, con domande del pubblico da casa, che è possibile riascoltare a questo link http://static.Orf.at/podcast/tirolmagazin/studio3_arena.xml
Link all´approfondimento Orf http://tirol.Orf.at/studio/stories/2676047/  
 
   
   
MILANO INCONTRA IL GUATEMALA_ PRESENTATI I PROGETTI PER LA DIFESA DEI DIRITTI DEGLI INDIGENI, DELLE RISORSE E DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE DEL PAESE SUDAMERICANO  
 
Milano, 30 ottobre 2014 – La difesa dei diritti degli indigeni delle comunità del Guatemala e la difesa delle risorse del territorio e della sovranità alimentare: questi i temi al centro dell’incontro tra il Comune, l’Ong Fratelli dell’Uomo e le associazioni sudamericane Cdro (Asociacion de Cooperacion para el Desarrollo Rural de Occidente) e Serjus (Servicios Juridicos Sociales) che lavorano nel Paese sudamericano. “Sostenere l’impegno per migliorare le condizioni di vita di queste popolazioni è fondamentale – ha detto Basilio Rizzo, presidente del Consiglio comunale, presente all’incontro insieme a Marco Antonio Bernabé Vàsquez Sic di Cdro, Francisco Alexander Gòmez Romero di Serjus, Giancarlo Peterlongo, Rodolfo Canciani e Arianna Garlappi di Fratelli dell’Uomo -. Questi progetti rappresentano modelli di intervento capaci di promuovere i diritti e incidere concretamente sulle condizioni ambientali e socio-economiche degli abitanti di queste zone, promuovendo e valorizzando la loro partecipazione nella gestione e preservazione del territorio in cui vivono e delle sue risorse naturali”. L’incontro si svolge in occasione del convegno “Guatemala. Diritti dei popoli indigeni e difesa delle risorse naturali”, patrocinato dal Comune e organizzato per oggi da Fratelli dell’Uomo, promotore e sostenitore dei progetti, all’Arena Civica: qui saranno discussi temi quali le concessioni minerarie, la costruzione di dighe e l’accaparramento di terre per la produzione di agro-combustibili che, in nome del progresso, distruggono le risorse naturali delle comunità maya del Guatemala. Fratelli dell’Uomo, Cdro e Serjus presenteranno i due progetti a favore delle comunità locali rurali guatemalteche: “Rafforzare le capacità delle comunità del Guatemala nella difesa delle risorse del territorio e della sovranità alimentare”, che coinvolge dieci Municipi dei Dipartimenti di Quetzaltenango, Sololà, Totonicapàn, Kiché, Guatemala e il progetto “Rafforzamento delle strutture ancestrali maya Kiché di Totonicapàn e della loro azione in difesa delle risorse naturali”, che si svolge nel dipartimento di Totonicapàn. Le comunità indigene del Guatemala si sentono minacciate, nonostante esista un quadro normativo nazionale che garantisce i loro diritti, da progetti che percepiscono come pericolo per le loro risorse naturali e per la sopravvivenza della comunità. La regione di Totonicapàn ha, inoltre, un´importante riserva boschiva naturale, fondamentale per limitare il pericolo di inondazioni, smottamenti e siccità, ed è una delle maggiormente esposte ai disastri naturali dovuti al surriscaldamento globale. La popolazione indigena ha sempre preservato le riserve naturali ma il decremento demografico, i crescenti interessi ad ampliare la frontiera agricola e lo sfruttamento delle risorse naturali mettono a rischio queste popolazioni. I due progetti hanno, quindi, l’obiettivo di contribuire alla partecipazione attiva delle comunità nella definizione ed esecuzione di politiche, piani e leggi relative allo sfruttamento delle risorse naturali e alla sovranità alimentare, preservando i diritti culturali, politici, economici e sociali e rafforzando il sistema di organizzazione del popolo indigeno. Per maggior informazioni: www.Fratellidelluomo.org    
   
   
FINANZE: FVG, BILANCIO 2015 IN LINEA CON QUELLO DEL 2014  
 
Trieste, 30 ottobre 2014 - Le entrate a disposizione della Regione Friuli Venezia Giulia per il 2015 saranno sostanzialmente in linea con quelle dell´anno in corso, nonostante i maggiori aggravi legati al Patto di Stabilità del Governo nazionale e ai vari provvedimenti di risanamento della finanza pubblica succedutisi dal 2011. E ciò principalmente in virtù del protocollo d´intesa sottoscritto la scorsa settimana a Roma dalla presidente Debora Serracchiani con il ministro dell´economia Pier Carlo Padoan, che in concreto ha ridotto di 110 milioni per il 2015 (con importi ancor maggiori nei due anni successivi) il contributo a carico della Regione destinato alla sostenibilità del debito pubblico italiano. Contributo che infatti, per il 2015, scende da 370 alla ben inferiore cifra di 260 milioni di euro. Il dato è emerso oggi a Trieste nel corso di una riunione straordinaria della Giunta regionale, propedeutica alla predisposizione del bilancio di previsione per il 2015, che il Consiglio sarà chiamato ad approvare, come di consueto, entro Natale. "L´analisi della relazione tecnica ci ha dato un risultato, tutto sommato, confortante. Il prossimo anno - spiega l´assessore alle Finanze, Francesco Peroni, che la scorsa settimana ha accompagnato la presidente Serracchiani alla firma dell´accordo di palazzo Chigi - potremo complessivamente contare su entrate analoghe a quelle previste nel 2014, in quanto il Patto Serracchiani-padoan ha sostanzialmente neutralizzato gli effetti degli altri provvedimenti di contenimento della spesa varati da Governo e Parlamento nel corso dell´anno". Quel Patto vale infatti, come detto, 110 milioni di maggiori entrate, mentre il disegno di legge di stabilità predisposto dal Governo Renzi per il 2015, e attualmente all´esame del Parlamento, prevede un maggior onere per il Friuli Venezia Giulia pari a 87 milioni, cui vanno aggiunti i già ricordati effetti di precedenti manovre di finanza pubblica. "Il tutto si tradurrebbe - precisa Peroni - in un disavanzo di 59 milioni, che tuttavia è compensato da incrementi di gettito, legati alle compartecipazioni da tributi erariali. Abbiamo nei mesi scorsi registrato un aumento dei cosiddetti ´grandi contribuenti´, grazie al fatto che stiamo rendendo la nostra regione sempre più attraente per gli investimenti produttivi. Ciò si traduce in un incremento del flusso dei tributi versati in Friuli Venezia Giulia. Lo stesso calo di gettito Irap, previsto quale ricaduta delle misure di sostegno alle imprese decise a Roma, risulta controbilanciato da un analogo incremento di entrate indotto, sul versante di altri tributi, dalla stessa manovra di stabilità". Benefici tangibili dal Patto Serracchiani-padoan vi sono anche sul fronte della capacità immediata di spesa, con 80 milioni di spazi finanziari aggiuntivi, per ogni annualità fino al 2017, a partire già da quest´anno. "L´accordo ci permetterà di onorare tutti impegni assunti già entro il 2014, garantendo speditezza ai relativi pagamenti", ribadisce l´assessore alla Finanze, prevedendo di conseguenza "un corrispondente minore fabbisogno per il 2015". Dalla riunione dell´esecutivo è dunque emerso un "quadro di compatibilità del bilancio di previsione 2015" (questa la definizione tecnica) in linea con il bilancio di previsione 2014. "Per il prossimo anno contiamo, in sintesi, di definire il bilancio in termini di adeguata sicurezza: il che ci potrà nella condizione di concentrarci sul molteplice fronte del "sociale", quale priorità da affiancare a quella, destinataria di cospicui interventi finanziari sin dai primi mesi di governo, attinente alle politiche di contrasto alla crisi economica".  
   
   
INTERVENTI STRATEGICICI IN ABRUZZO; D´ALFONSO: IN ARRIVO DAL CIPE 50 ML  
 
 Roma, 30 ottobre 2014 - Circa 50 milioni di euro saranno disponibili per investimenti nei settori del turismo, rifiuti, difesa della costa, ciclo idrico integrato, bonifica e messa in sicurezza discariche, beni culturali, impianti sportivi e politiche sociali. Ne dà notizia il Presidente della Regione, Luciano D´alfonso che questa mattina, a Roma, si è incontrato con il direttore generale del Dipartimento politiche di sviluppo e coesione economica, Vincenzo Donato. Il Presidente ha illustrato la strategia del governo regionale che punta a investire su questi settori, peraltro già destinatari di altre risorse, ritenendo opportuno aumentarne la capacità di impatto. D´alfonso: "trattandosi di risorse che andranno inserite in un programma già approvato dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), le relative autorizzazioni dovrebbero godere di una corsia preferenziale e giungere all´approvazione definitiva in una delle prossime sedute con Comitato Interministeriale e cioè entro la fine del corrente anno". Sempre nella riunione romana, si è appreso che nell´ambito delle iniziative in preparazione alla programmazione 2014-2010, il ministero sta predisponendo gli strumenti per creare una banca dati dei progetti, procedendo al finanziamento di una serie di attività propedeutiche in settori ritenuti strategici. Tra questi, D´alfonso ha indicato il Comprensorio della Val di Sangro, per interventi relativi alla continuità di energia e allo sviluppo di internet ultraveloce; il Porto di Pescara, per interventi relativi all´incremento di servizi scalo passeggeri, croceristica e merci; l´Istituto Zooprofilattico di Teramo che costituisce l´eccellenza nel panorama della ricerca, per interventi di potenziamento dei laboratori e delle attrezzature di ricerca che, confrontandosi con un mondo sempre in evoluzione, hanno bisogno di sostegno.  
   
   
PROGRAMMA COMPETITIVITÀ REGIONALE (FESR) 2007/13: LA VALLE D’AOSTA CONFERMA BUONA CAPACITÀ DI SPESA  
 
Aosta, 30 ottobre 2014 - La Presidenza della Regione comunica il positivo andamento dei dati finanziari relativi al Programma operativo Competitività regionale 2007/13, cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Il Programma, che prevede un investimento complessivo di 48milioni 522mila 858 euro per il settennio, ha infatti rispettato le previsioni di pagamento concordate con la Commissione europea. Con un impegno finanziario di 40milioni 900mila 532 euro è stato ampiamente superato, in termini di spesa certificata alla Commissione europea e allo Stato, il target del 31 dicembre 2014, che era stato fissato in 36milioni 661mila 604 euro. I principali interventi realizzati riguardano il recupero e la riconversione dei siti industriali dismessi, il sostegno alle imprese per accrescere la competitività e l’innovazione, la promozione dell´efficienza energetica, l’appoggio alla copertura del territorio con la banda larga e la valorizzazione delle aree naturali protette, dei beni e dell´identità culturale del territorio valdostano. «Siamo soddisfatti per il raggiungimento di questo risultato – commenta il Presidente Rollandin – e lo consideriamo di buon auspicio, sia in vista della chiusura della programmazione 2007/13, sia in relazione alla prossima approvazione del Programma investimenti per la crescita e l’occupazione (Fesr) per il periodo 2014/20».  
   
   
MOLISE, RENDICONTO 2013: AVANZO DI 11 MILIONI. FRATTURA: ECCO I NUMERI DELLA NOSTRA GESTIONE VIRTUOSA  
 
 Campobasso, 30 ottobre 2014 - La giunta regionale, su proposta del presidente Paolo di Laura Frattura, ha approvato il disegno di legge concernente il rendiconto generale della Regione Molise per l´esercizio finanziario 2013: ridotto il disavanzo generale dell´amministrazione grazie alla gestione virtuosa adottata dal governo regionale. "Con l´approvazione del rendiconto generale 2013 confermiamo, numeri alla mano, la nostra capacità di mettere ordine nei conti pubblici della Regione ed eliminare gli sprechi destinando le risorse secondo le effettive capacità di spesa", con soddisfazione il presidente Frattura commenta la proposta di legge varata dall´esecutivo. "In un anno di governo - fa notare -, siamo riusciti a realizzare un avanzo di gestione di competenza pari a 11 milioni di euro. Tale avanzo, possibile grazie a una politica oculata che nel rigore, nella trasparenza e nella certezza della spesa ha fissato uno dei suoi principali cardini nonché prioritari obiettivi, ci consente contestualmente di ridurre da 70 a 60 milioni di euro il pesante disavanzo ereditato dagli esercizi passati, tutto a vantaggio dei cittadini molisani. I risultati raccolti dalla nostra gestione virtuosa, che segna con nettezza la differenza con il passato, ci mettono adesso nelle condizioni di guardare e porre in essere politiche di crescita e sviluppo per tutto il nostro territorio", conclude Paolo Frattura.  
   
   
CONVOCATO PER OGGI IL PRIMO CONSIGLIO METROPOLITANO DI TORINO NELL’AULA DI PIAZZA CASTELLO LA SEDUTA DI INSEDIAMENTO  
 
Torino, 30 ottobre 2014 - Oggi alle 16 si insedia ufficialmente il Consiglio Metropolitano di Torino, eletto con il voto ponderato espresso il 12 ottobre scorso dai Sindaci e dai Consiglieri dei 315 Comuni della provincia torinese. La convocazione è stata firmata dal Sindaco metropolitano, Piero Fassino. Il nuovo organismo, previsto dalla Legge Delrio - la 56 del 2014 - è composto da 18 tra Sindaci e Consiglieri comunali e si riunirà nell’aula di piazza Castello che ha ospitato per molti anni le sedute del Consiglio Provinciale, l’ultima delle quali si è tenuta il 25 giugno scorso. Gli adempimenti istituzionali della seduta in programma domani prevedono l’esame delle condizioni di eleggibilità dei Consiglieri metropolitani proclamati eletti e la loro convalida, l’insediamento del Consiglio metropolitano con l’intervento del Sindaco metropolitano Piero Fassino, l’approvazione del regolamento interno per il funzionamento del nuovo organismo. L’assemblea risultata eletta è composta da: - per la lista “Città di Città” Alberto Avetta, Vincenzo Barrea, Barbara Cervetti, Andrea Tronzano, Eugenio Buttiero, Francesco Brizio, Mimmo Carretta, Michele Paolino, Gemma Amprino, Antonella Griffa, Roberto Montà, Lucia Centillo, Claudio Martano, Domenica Genisio, Mauro Carena - per la lista Movimento Cinque Stelle Marco Marocco e Dimitri De Vita - per la Lista Civica Alternativa per il territorio Cesare Pianasso Fra gli eletti figurano i Sindaci di Chieri, Ciriè, Pinerolo, Cossano Canavese, Grugliasco, Villardora. Alla seduta di insediamento del Consiglio metropolitano di Torino sono state invitate a partecipare tutte le autorità istituzionali e le parti sociali del territorio.  
   
   
ROMA - CITTA’ METROPOLITANA, MARINO: “CONFRONTO ANCHE SU TRASFERIMENTO DIRETTO PER TPL”  
 
Roma, 30 ottobre 2014 -  “Nel corso dell’incontro che si è svolto oggi fra gli Enti Locali e il Governo sono emerse alcune criticità che i comuni italiani incontrano nel garantire i servizi essenziali alla cittadinanza e sono state avanzate alcune proposte da considerare in sede di esame della Legge di Stabilità. Abbiamo anche sollevato specificamente il tema delle funzioni che dovranno assumere le Città metropolitane, con particolare attenzione al trasporto pubblico locale. Se abbiamo, infatti, la responsabilità diretta del funzionamento del trasporto pubblico dobbiamo anche essere messi nelle condizioni di poter garantire questo servizio, con il trasferimento diretto delle risorse da parte dello Stato. Il Governo si è impegnato a fornire una risposta nelle prossime ore”. E’ quanto dichiara il Sindaco di Roma Ignazio Marino al termine dell’incontro.  
   
   
BOLZANO, BILANCIO 2015: PIÙ INVESTIMENTI, MAGGIORI AGEVOLAZIONI FISCALI  
 
Bolzano, 30 ottobre 2014 - "Nel bilancio 2015 gli investimenti raggiungono un terzo della spesa totale e sono previste riduzioni fiscali per 250 milioni di euro", ha detto il presidente della Provincia Arno Kompatscher illustrando il 29 ottobre a Bolzano il bilancio di previsione. Grazie al nuovo Patto di garanzia con il Governo, inoltre, saranno disponibili altre risorse per edilizia abitativa, cultura e viabilità. Un volume totale di 5,3 miliardi di euro, una somma effettivamente spendibile di 4,6 miliardi (l´1,8% in più rispetto al 2014), grazie a uno sviluppo economico migliore in Alto Adige e al conseguente aumento del gettito che permettono un incremento delle risorse: sono alcuni dei dati salienti del ddl sul bilancio provinciale 2015 approvato ieri sera dalla Giunta. È ancora un bilancio di transizione, che prepara il campo al cosiddetto "zero-based budgeting", vale a dire una revisione completa della spesa. È un bilancio che, nelle intenzioni della Giunta, va incontro alle aspettative di famiglie e imprese: "Da un lato si agisce sull´imposizione fiscale riducendone il più possibile l´impatto, dall´altro si contengono le uscite con il taglio di voci di spesa ma senza intaccare i settori essenziali", ha spiegato Kompatscher. Significative le buone notizie sul fronte fiscale: ai 160 milioni di euro rimasti nelle tasche di cittadini e imprese grazie alle manovre degli ultimi anni si aggiungono nel bilancio 2015 altri 94 milioni di detrazioni o esenzioni fiscali, per un impatto totale delle agevolazioni che arriva a 254 milioni di euro. Gli effetti positivi sono prodotti da interventi su addizionale Irpef, aliquota ordinaria Irap, esenzioni per nuove iniziative produttive di organizzazioni onlus, associazioni di promozione sociale e aziende pubbliche di servizi alla persona, deduzione dei costi del personale dalla base imponibile per le aziende che assumono o stabilizzano i rapporti di lavoro, interventi legati all´Imi. Il netto di bilancio spendibile è pari a 81 milioni in più rispetto al 2014, la strategia è quella di bloccare le spese correnti e per contro aumentare gli investimenti. La spesa corrente viene ridotta di un 5% in tutti i settori con l´esclusione di alcuni ambiti particolari da promuovere o tutelare: la sanità e il sociale, l´istruzione e i Comuni. Sull´altro fronte, ha spiegato Kompatscher a Palazzo Widmann, per gli investimenti nella rete stradale o per lo smaltimento degli arretrati delle domande di contributo nell´economia è a disposizione un 5% di risorse in più rispetto al 2014. Dal 2012 la quota degli investimenti nel bilancio provinciale è salita dal 25% al 33%. Nel 2015 anche l´edilizia abitativa agevolata potrà contare su maggiori finanziamenti: l´incremento a quota 105 milioni di euro - 5 milioni in più del 2014 - è un risultato concreto delle trattative finanziarie condotte a Roma con il Governo. Grazie a questo accordo sarà possibile aumentare gli stanziamenti anche per le infrastrutture e la cultura. "Sono mezzi non ancora previsti nella bozza di bilancio, ma saranno inseriti con specifico emendamento in sede di Commissione legislativa", ha detto il presidente Kompatscher. Il ddl inizia ora l´iter per approdare in Consiglio provinciale: sarà ora valutato dal Consiglio dei Comuni e poi trasmesso alla Commissione legislativa consiliare, dove verrà trattato dal 10 al 14 novembre. Presumibilmente il 12 dicembre il presidente Kompatscher presenterà al plenum la sua relazione al bilancio, a cui seguiranno il dibattito e la votazione sul documento contabile e la legge finanziaria.  
   
   
ABRUZZO, PATTO STABILITÀ: CEDUTI SPAZI FINANZIARI PER 9 MLN 250 ML  
 
Pescara, 30 ottobre 2014 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore con delega alla legge di stabilità finanziaria, Silvio Paolucci, ha approvato il Patto di stabilità regionalizzato di tipo orizzontale relativo all´annualità 2014 per 9 milioni 250 mila euro. Si tratta di un´intesa che prevede compensazioni interne al comparto degli Enti locali di ciascuna Regione. In sostanza, l´Esecutivo regionale ha proceduto alla rimodulazione degli obiettivi di patto di stabilità degli enti locali attraverso l´attribuzione degli spazi finanziari agli enti richiedenti sulla base dei criteri e delle modalità di riparto stabilite dal Disciplinare n.49 del gennaio scorso nonché nei limiti delle quote di spazio finanziario comunicate dagli Enti locali cedenti. "E´ un provvedimento di rilevante valenza politica - ha commentato Paolucci ? poiché consente ad alcuni enti locali di prendere una grossa boccata d´ossigeno alleggerendo il problema di cassa legato alla Legge di stabilità. In particolare, sulla base di precisi criteri, si è proceduto ad una ripartizione degli spazi finanziari ceduti che riguarda quattro voci: le spese per il personale delle Comunità montane per 925 mila euro, i residui passivi di parte capitale per 6 milioni 475 mila euro, la riduzione del debito per 975 mila euro ed il cofinanziamento di progetti comunitari e regionali per la stessa cifra di 975 mila euro". Nel dettaglio, sono stati ceduti spazi finanziari per 9 milioni di euro dalla Provincia dell´Aquila, per 100 mila euro dal Comune di Casalbordino e per 150 mila euro dal Comune di Introdacqua. Con tale deliberazione, tra l´altro, la Giunta regionale prende atto che gli enti locali assegnatari delle quote di spazio finanziario hanno sottoscritto l´impegno a restituire nell´annualità 2015 l´intera quota ricevuta attraverso il peggioramento del proprio obiettivo di patto di stabilità interno relativo alla medesima annualità. Di contro, gli enti locali che hanno ceduto i propri spazi finanziari vedranno riacquisita l´intera somma ceduta attraverso il miglioramento e per il medesimo importo del proprio obiettivo di patto si stabilità interno dell´annualità 2015.  
   
   
PROVINCIA DI PRATO, I VOLONTARI DELLA POLITICA. PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE A PALAZZO BUONAMICI LA PROVINCIA MANTIENE COMPETENZE FONDAMENTALI, TUTELA DEL TERRITORIO E SCUOLE SUPERIORI AL PRIMO POSTO.  
 
 Prato, 30 ottobre 2014 - A palazzo Buonamici il 28 ottobre hanno fatto il loro ingresso i volontari della politica: il presidente Biffoni, il vice presidente Citarella e i consiglieri eletti lavoreranno senza indennità, come dispone la legge Del Rio. La prima seduta del nuovo Consiglio, dove siedono il presidente e i dieci usciti dalle urne del 12 ottobre (Matteo Biffoni, Gabriele Alberti, Giulia Anichini, Tommaso Bertini, Andrea Antonio Bonacchi, Roberto Cenni, Emiliano Citarella, Filippo De Rienzo, Emanuele Pacini, Paola Tassi, Alberto Vignoli) si è tenuta a partire dalle 19. Dopo la convalida degli eletti passata all´unanimità, il presidente Matteo Biffoni ha tracciato le linee di mandato sottolineando che “l´ente Provincia c´è e mantiene competenze fondamentali, dal rischio idraulico, alla viabilità, dalle scuole superiori alla formazione e lavoro. Certo le difficoltà sono enormi – ha proseguito Biffoni – ma sono proprio questi i momenti in cui dimostrare impegno, competenza e anche un pizzico di gusto della sperimentazione e dell´innovazione. Sono certo di poter contare sulla professionalità dei dirigenti e dipendenti della Provincia e sul contributo essenziali dei sindaci. Lavorando per questo ente ognuno di noi farà qualcosa anche per il proprio territorio dando le risposte che tutte le comunità si aspettano”. Il Consiglio è proseguito con l´ufficializzazione della nomina di Emiliano Citarella a vice presidente e con la costituzione dei gruppi e dei capigruppo. 8 consiglieri (Gabriele Alberti, Giulia Anichini, Tommaso Bertini, Emiliano Citarella, Filippo De Rienzo, Emanuele Pacini, Paola Tassi e Alberto Vignoli) hanno costituito il gruppo Pd e hanno designato Vignoli capogruppo. Andrea Bonacchi è il capogruppo di “Forza Prato”, mentre Roberto Cenni è il capogruppo di “Per Prato”. L´assemblea ha poi votato all´unanimità per adottare il regolamento vigente del Consiglio provinciale, in attesa delle necessarie modifiche e quindi, sempre all´unanimità, ha designato 6 componenti per la Commissione che dovrà redarre lo statuto della Provincia, commissione che sarà composta da 4 consiglieri della maggioranza e i due della minoranza, quindi Bertini, Pacini, Vignoli, Citarella, Bonacchi e Cenni. Sono intervenuti il capogruppo Pd Vignoli, che ha espresso preoccupazione da parte dei consiglieri per la situazione anomala in cui l´ente si trova ad operare, ancora in attesa di chiarimenti sulle effettive competenze, ma ha anche ribadito che “l´impegno di tutti deve essere massimo per rendere l´ente operativo da subito e anche per agire sul suo futuro. Si deve smettere di tagliare agli enti locali che sono titolari dei servizi ai cittadini”. Anche per Cenni i problemi “sono moltissimi, ma le competenze importanti e a noi è affidata, e dobbiamo farcene carico fino in fondo, la responsabilità politica delle scelte”. Bonacchi ha aggiunto che “proprio per essere stati eletti senza passare dal voto dei cittadini dobbiamo avere una responsabilità superiore. Dobbiamo far funzionare questo ente al meglio nell´interesse dei cittadini e dei territori”. Il sindaco di Poggio a Caiano Marco Martini, a nome di tutti i sindaci, ha parlato di Provincia trasformata “ma con tutte le questioni di un mese fa ancora aperte. I Comuni della Provincia dovranno lavorare tutti insieme e fare squadra. Il ruolo della Provincia è di sostenere i Comuni e quando finalmente di sbloccherà il patto di stabilità dovremo insieme fare le scelte più appropriate”.  
   
   
RIUNIONE DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE DI TRENTINO, ALTOADIGE E TIROLO, ROSSI: "SIAMO QUI PER ALIMENTARE UN SOGNO"  
 
Trento, 30 ottobre 2014 - Undicesima seduta il 28 ottobre a Schwaz delle assemblee legislative di Trentino, Altoadige e Tirolo. All´ordine del giorno 20 proposte di mozione in materia di affari istituzionali, euregio, economia e turismo, formazione, famiglia, lavoro, sanità, traffico e sport. Dai tre presidenti degli esecutivi, Platter, Kompatscher e Rossi, l´invito a procedere spediti verso la costruzione dell´Euregio. "Siamo qui per alimentare un sogno - ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi - abbiamo iniziato un cammino di costruzione della nostra euregio, che richiede un impegno straordinario e quotidiano da parte di tutti. Dobbiamo metterci in presa diretta con i cittadini - ha sottolineato ancora Rossi - confessando di avere un sogno da realizzare, ovvero quello che il prossimo presidente della Provincia autonoma di Trento possa partecipare all´assemblea congiunta parlando in perfetto tedesco, ma anche il sogno che i bambini della scuola elementare Messner di Schwaz, che hanno aperto i lavori cantando la celebre "Montanara", possano in futuro decidere di frequentare le scuole superiori indipendentemente da dove si trovino o dalla lingua di insegnamento e ancora - ha aggiunto Rossi - che possano curarsi nelle migliori strutture sanitarie dell´Euregio senza problemi di carattere amministrativo o burocratico, che possano viaggiare usando la ferrovia in un ambiente sempre più tutelato e che possano trovare opportunità di lavoro nelle imprese del nostro territorio". "Noi gente di montagna - ha concluso Rossi - siamo consapevoli che per arrivare in vetta occorre fare fatica e camminare con costanza, il sogno e´ che una volta arrivati in cima possiamo guardarci reciprocamente ed immaginare un futuro comune". Günther Platter presidente del Land Tirol, ha evidenziato che l´Europa e´ il futuro e ad essa non c´è alternativa, sottolineando l´impegno preso con la Provincia autonoma di Trento sul bilinguismo. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher ha sottolineato come l´Euregio possa rappresentare un segnale forte e pionieristico in Europa ed inserirsi nel dibattito europeo sul ruolo delle regioni.  
   
   
FVG: SINDACI PROTAGONISTI ATTUAZIONE RIFORMA  
 
Udine, 30 ottobre 2014 - "Confido nel forte protagonismo dei sindaci e nell´impegno degli amministratori locali, i primi chiamati ad attuare la riforma ed i secondi a chiederci un superamento delle criticità dell´attuale sistema degli enti locali che necessita di un profondo rinnovamento". Così l´assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Panontin, che ha incontrato a Palmanova i sindaci dell´area del palmarino (Aiello del Friuli, Bagnaria Arsa, Chiopris-viscone, Gonars, Palmanova, San Vito al Torre, Visco a cui si sono aggiunti Porpetto e Torviscosa. Assente il sindaco di Bicinicco, sostituito dal segretario comunale) per un confronto sui contenuti del disegno di legge regionale di "Riordino del sistema Regione-autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia". Panontin ha illustrato le principali novità dell´intervento normativo che ha l´obiettivo di superare le Province e istituire un sistema territoriale bipartito tra Regione e Comuni, fondato su Unioni di Comuni con un modello di riferimento che fa capo agli attuali ambiti socio-assistenziali. Dai sindaci è giunta la piena condivisione sulla necessità della riforma e sulla sua improcrastinabilità, considerate le difficoltà di gestione di alcuni servizi da parte dei piccoli comuni, che si sovrappongono alle ingessature degli investimenti a causa del patto di stabilità. I primi cittadini hanno anche evidenziato all´assessore l´opportunità di una più approfondita riflessione su alcuni temi che considerano fondamentali per giungere ad una applicazione della riforma efficace, omogenea e che non comporti "strappi" sul territorio. In primis i sindaci hanno chiesto una maggior gradualità nei tempi di attuazione della riforma (che attualmente prevede il 1° agosto 2015 per la costituzione delle Unioni e il 1° gennaio 2016 per l´inizio del riordino), in modo che il 2015 sia un anno di transizione, considerato anche che le amministrazioni locali saranno impegnate nel processo di armonizzazione dei bilanci, obbligatorio dal prossimo 1 gennaio. Una maggior gradualità viene chiesta anche nel numero di funzioni associate che verranno attribuite alle Unioni, partendo da un numero minimo iniziale, che cresca di pari passo con il consolidamento della "macchina amministrativa". Per l´assessore Panontin "il contributo di riflessione che giunge dai comuni è fondamentale. Nel rispetto dei principi della norma, spetta ai territori - protagonisti di un passaggio storico - scegliere l´organizzazione che meglio ne rappresenta le specificità, protagonisti di un passaggio storico".  
   
   
ORDINAMENTO UFFICI, IL TAR DÀ RAGIONE ALLA GIUNTA DELLA CAMPANIA  
 
Napoli, 30 ottobre 2014 - Il Tar della Campania ha dato ragione alla Giunta Caldoro respingendo il ricorso promosso dal sindacato Direr contro i provvedimenti con cui è stato approvato nel 2011 il nuovo ordinamento degli uffici della Regione in sostituzione di quello precedente, risalente al 1991. Il Collegio partenopeo ha accolto totalmente le argomentazioni difensive dell’Avvocatura regionale. Sono state preliminarmente dichiarate infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dall’associazione con riguardo alla legge regionale n. 8/2010. Con essa, il Consiglio autorizzò la Giunta a disciplinare con regolamento il proprio ordinamento amministrativo, sentita la Commissione consiliare permanente competente per materia, nel rispetto dei principi di imparzialità, buon andamento dell’amministrazione regionale, trasparenza dell’azione amministrativa, razionalizzazione organizzativa, contenimento e controllo della spesa, perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità nell’esercizio dei compiti e delle funzioni assegnate alle strutture organizzative individuate. Nel merito, il Tar ha riconosciuto la correttezza del procedimento di approvazione seguito dalla Giunta regionale e la piena conformità dei contenuti dell’ordinamento amministrativo della Giunta alla normativa statale e regionale di riferimento, ritenendo giusti, tra l’altro, la riduzione ad una sola volta degli incarichi dirigenziali e il principio di rotazione degli stessi, contro cui aveva ricorso il Direr.  
   
   
WELFARE INCLUSIVO E PRODUTTIVO, ASSESSORE CAMPANIA: LAVORIAMO AL REINSERIMENTO MINORI  
 
 Napoli, 30 ottobre 2014 - "Come Regione Campania abbiamo investito 5 milioni di euro per tutti gli istituti di pena del territorio, al fine di promuovere corsi di formazione per 1850 detenuti.” Così l’assessore alle Politiche sociali Bianca D’angelo nel corso della conferenza stampa svoltasi ieri a Napoli sul tema: "Airola...sport, spettacolo & sociale", una iniziativa promossa dall´Associazione Scugnizzi. “Il progetto illustrato stamani, con la promessa di assunzione di un minore che ha lasciato l´area penale e verrà inserito nel mondo del lavoro grazie all´impegno di una nota azienda, prova in concreto che esiste in Campania un modello di welfare inclusivo e produttivo. Sul reinserimento sociale continueremo a lavorare con costanza ed intensità”, ha concluso l’assessore. All´incontro con la stampa hanno partecipato Antonio Franco, presidente Associazione Scugnizzi; Giuseppe Centomani, dirigente Giustizia minorile in Campania; Antonio Di Lauro, direttore Istituto penitenziario minorile Airola e Luigi Snichelotto, amministratore società Mc Donald´s Salerno.  
   
   
DOSSIER IMMIGRAZIONE; UMBRIA TRA REGIONI ITALIANE CON PIÙ ALTA INCIDENZA IMMIGRATI  
 
 Perugia, 30 ottobre 2014 - L´umbria è una delle regioni italiane a più alta incidenza di immigrati (+8,1% rispetto alla media nazionale e pari all´11,1% dei residenti), in prevalenza donne (56%). Ma la regione si colloca con dati superiori alla media del Paese anche per i nuovi nati (15,1%, pari al 19,6% delle nascite) e la presenza di alunni stranieri (quasi 14 mila alunni, pari al 14% del totale), di cui circa il 55% nati in Italia (il dato nazionale è 51,7%). Più basso rispetto alla media nazionale è invece il dato umbro riguardante l´acquisizione della cittadinanza italiana. E´ quanto emerge dal "Dossier statistico immigrazione 2014" nel capitolo riguardante l´Umbria, curato da Eleonora Bigi e Francesco Francescaglia della Regione Umbria. Il Dossier, promosso dall´Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, è riferito al 2013. Lo scorso anno – secondo il Rapporto - gli stranieri residenti in Umbria sono stati 99.922, di cui 76.861 nella provincia di Perugia (dove rappresentano l´11,6% della popolazione locale) e 23.061 nella provincia di Terni (10,0%). I cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti sono 68.715, di cui 41.115 hanno un permesso di lungo periodo (erano 37.845 alla fine del 2012), mentre la restante quota ha un permesso a scadenza. A fronte di una presenza numerica di soggiornanti rimasta pressoché stabile tra il 2012 e il 2013, la proporzione interna tra permessi a scadenza (diminuiti in un anno di circa 3.000 unità) e permessi di lunga durata (aumentati di quasi 3.300) è mutata sensibilmente a favore di questi ultimi. Ciò si spiega da una parte con la crisi economica ha attenuato la crescita dei flussi, come confermato anche dalla diminuzione del numero dei permessi rilasciati per la prima volta durante l´anno (nella sola provincia di Perugia sono passati – secondo i dati della Questura del capoluogo – da 21.178 nel 2012 a 19.650 nel 2013, con un particolare decremento di quelli per lavoro: da circa 15mila a poco meno di 11.000), e dall´altra con la ricerca di una stabilizzazione per sé e la famiglia, come indica anche il numero dei ricongiungimenti familiari (13.300). Tra le nazionalità non comunitarie più rappresentate il primato spetta ancora all´Albania (16.209), seguita da Marocco (10.928) e Ucraina (5.154). Tra quelli comunitari, con circa 23.113 residenti, è la Romania che si conferma al primo posto Umbria registrando un nuovo incremento annuo (erano 21.051 nel 2012) dopo il picco raggiunto nel 2011 (24.321). Su 7.375 nuovi nati in Umbria nel 2013, quelli stranieri (1.444, di cui 1.156 nella provincia di Perugia e 288 in quella di Terni) hanno inciso per il 19,6% sul totale con un dato superiore alla media nazionale (15,1%). Risultano, infine, 1.518 le acquisizioni di cittadinanza italiana (1.174 nel Perugino e 344 nel Ternano), pari in media 15,8 ogni 1.000 residenti stranieri (il dato nazionale è di 21,6 per mille). Nel tempo le caratteristiche socio economiche della regione hanno reso l´Umbria molto attrattiva per i migranti, ma con la crisi economica il mercato del lavoro umbro è cambiato, colpendo più duramente gli immigrati e la componente maschile della forza lavoro (sia italiana che straniera). Nel 2013 le nuove assunzioni sono risultate in calo per gli immigrati (-1,3%) mentre hanno segnato una leggera ripresa per gli italiani (0,7%) e anche la disoccupazione è aumentata più per gli stranieri che per gli autoctoni (il tasso degli immigrati si è attestato al 20,7%, quasi 12 punti più alto di quello degli italiani, pari all´8,5%), tanto che gli stranieri rappresentano ormai quasi un terzo dei disoccupati. Nel 2013, per i nati all´estero, il saldo tra assunzioni e cessazione del rapporto di lavoro è stato negativo (eccedenza dei cessati) per 2.942 unità, ad esclusione del settore agricolo, con una contrazione particolarmente consistente per l´industria (-6,4%). A differenza di quella maschile la presenza delle donne straniere lavoratrici è continuata a crescere e, contrariamente a qualche anno fa, nel 2012 è risultata nettamente superiore (17,1%) a quella degli uomini (11,8%). In Umbria il 12,2% dei nati all´estero è impiegato in agricoltura (contro una media complessiva del 2,9%) e il 35% nell´industria (28%), mentre "solo" il 48,2% nel terziario (69,1%). Le straniere lavoratrici per il 57,5% sono occupate nei servizi collettivi e alla persona, per 30% nel ramo alberghiero-ristorativo. Tra gli uomini più di un terzo (33,6%) lavora in edilizia, il 24,1% in agricoltura e un quinto nel comparto alberghiero-turistico. Ben il 71% dei lavoratori nati all´estero è assunto in micro imprese (1-9 addetti), per il 47% nelle professioni non qualificate (dato in crescita rispetto al passato), con retribuzioni mediamente più basse del 30% rispetto agli italiani e con salari mensili che, a seguito della crisi, sono calati più di quelli degli italiani (-8,4 punti percentuali contro -6,2). Tra le 15 nazionalità più numerose dell´Umbria, i cinesi hanno il tasso di occupazione più elevato (68%); un tasso comunque superiore al 50% è detenuto dalla collettività tunisina, romena, macedone, indiana e moldava, mentre un tasso inferiore al 40% connota la comunità marocchina, ecuadoriana e nigeriana. In Umbria le imprese di immigrati sono il 7,8% del totale (media nazionale 8,2%), con un saldo positivo tra quelle avviate e cessate durante l´anno (+271 unità, pari a +3,3%; la media nazionale è del 4,1%) e in controtendenza con le imprese italiane, (-1,4%), prevalentemente nei settori delle costruzioni (31%) e del commercio (30%). I titolari di ditte individuali (che rappresentano l´80,4% di tutte quelle immigrate) provengono per lo più da Marocco, Romania, Albania e Cina. E´ la collettività romena ad aver inviato maggiori rimesse nel proprio Paese (21,6 milioni di euro, il 32,9% dell´intero ammontare partito per l´estero dalla regione: 65,7 milioni di euro), seguita da marocchini (4,3 milioni), albanesi (3,5 milioni), ecuadoriani (3 milioni). Relativamente agli alunni di origine straniera, che hanno in Umbria una incidenza superiore al 9,0% di media nazionale, i dati confermano la massiccia presenza di seconde generazioni, con picchi di incidenza nella scuola dell´infanzia e primaria (un trend confermato negli ultimi 4 anni). In particolare degli alunni stranieri 3.645 sono nella scuola d´infanzia (dove incidono per il 15,3%, di cui l´89% nato in Italia); 5.781 nella primaria (incidenza del 14,8%, per il 71,1% nati in Italia); 3.637 nella secondaria di I grado (15,5%, di cui il 41,0% nato in Italia; e 4.278 nella secondaria di Ii grado (11,6%, per il 15,6% nati in Italia). Per quanto riguarda l´indirizzo scelto alle superiori: il 24,8% frequenta un liceo (dato in crescita rispetto agli anni passati e che si attesta al 34,8% nella provincia di Terni, contro una media nazionale del 20,4%), mentre la stragrande maggioranza si è orientata verso un istituto professionale (36,6%, con punta del 37,5% nella provincia di Perugia) o tecnico. Gli studenti esteri di origine europea (10.575) rappresentano il 61,0% del totale e tra questi spiccano albanesi (3.877), romeni (3.609) e macedoni (967). Gli africani (3.884), soprattutto provenienti da Marocco (2.447), Tunisia (281) e Algeria, rappresentano il 22,4% del totale; dall´area americana il 9% e dall´Asia il 7,5% del totale.  
   
   
PRESENTATO IL DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2014: I DATI SUL PIEMONTE CI IMPONGONO DI LAVORARE A UNA LEGGE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI  
 
Torino, 30 settembre 2014 - Nonostante la crisi economica i residenti stranieri in Piemonte aumentano. I dati pubblicati sul Dossier Statistico Immigrazione 2014 - Rapporto Unar , presentato ieri mattina presso la sede dell´assessorato regionale all´Immigrazione a Torino, tracciano la fotografia della condizione e del livello di integrazione degli immigrati sul nostro territorio. Alla fine del 2013 il numero di residenti stranieri in Piemonte è aumentato circa del 10% rispetto all´anno precedente passando dai 384.996 del 2012, ai 464.000 dell´anno scorso. Nella nostra regione la popolazione straniera è il 9.3% del totale, un dato al di sopra della media nazionale che è del 8.1%: Asti, Alessandria, Cuneo e Novara le province con la maggiore incidenza; Biella e Vco quelle con la minore incidenza. Rispetto al 2012 però la popolazione straniera residente in Piemonte ha visto un peggioramento della propria condizione: il tasso di disoccupazione è del 22.8% e tra i giovani sino ai 24 anni sale addirittura al 52.7%. Le assunzioni di lavoratori di origine straniera sono state 82.067, ma nello stesso periodo le cessazioni a loro carico sono state 91.913. Se però il versante del lavoro dipendente non è positivo, non si può dire lo stesso del versante del lavoro autonomo: le "nuove imprese" avviate da immigrati sono aumentate del 4.5% e alla fine del 2013 erano 38.704. I dati sono interessanti anche sotto il profilo demografico e sociale. In Piemonte 1 nato su 5 nel 2013 è straniero. Alla fine dell´anno scorso il 19.7% dei nuovi nati stranieri in Piemonte non erano italiani per un totale di 7.030 bambini. Un dato che indica come stiano aumentando le seconde generazioni e che viene confermato anche dal numero delle iscrizioni presso gli istituti scolastici: in totale gli allievi stranieri iscritti erano 75.276, pari al 12.7% di tutta la popolazione scolastica e di questi oltre la metà, il 55.5%, è nato in Italia. Se si guardano gli iscritti alla scuola dell´infanzia si può registrare che tra l´80% e il 90% dei bambini stranieri è nato nel nostro Paese. " I dati del rapporto ci indicano come la nostra società stia diventando anno dopo anno sempre più multietnica " - ha dichiarato l´assessora regionale con delega all´immigrazione Monica Cerutti - " Sono convinta che partendo da questo rapporto e dalle tante realtà che operano sul nostro territorio possiamo costruire un percorso di cambiamento anche sotto il profilo legislativo. Dobbiamo avviare la costruzione di politiche comuni a partire da quella che può essere una nuova legislazione regionale che vada a cambiare norme regionali vecchie. Dobbiamo mettere in campo politiche che siano di aiuto alle amministrazioni locali perché non si sentano sole nella gestione delle problematiche collegate all´immigrazione. È nostro interesse potenziare il Centro regionale sulle discriminazioni e credo che valga la pena che ne derivi un´assunzione politica dell´importanza di questo lavoro. La nostra sfida è quella di provare a costruire una nuova legge regionale contro tutte le discriminazioni. Dobbiamo dare risposte complessive a domande specifiche. Quindi lavorare politicamente per affrontare tutte le problematiche discriminatorie per il raggiungimento di un provvedimento legislativo ".  
   
   
DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2014 "DALLE DISCRIMINAZIONI AI DIRITTI - RAPPORTO UNAR": IN EMILIA-ROMAGNA IL FENOMENO È CONSOLIDATO, IN AUMENTO LE ACQUISIZIONI DI CITTADINANZA (+62,3%) E I SOGGIORNANTI DI LUNGO PERIODO. LA REGIONE SI CONFERMA AL PRIMO POSTO PER INCIDENZA DI ALUNNI STRANIERI (15,3% DEL TOTALE). SU OGNI QUATTRO NATI, UNO HA ENTRAMBI I GENITORI STRANIERI  
 
Bologna, 30 ottobre 2014 - Cresce il numero di persone che hanno ottenuto la cittadinanza italiana (+62,3% rispetto all’anno precedente). E cresce il numero degli studenti, delle imprese individuali con titolare straniero, e l’incidenza percentuale dei nuovi nati e dei lavoratori occupati. E’ un quadro all’insegna del consolidamento e della stabilità quello dell’immigrazione in Emilia-romagna. La stima del Rapporto Unar 2014 – presentato oggi – indica circa 582mila cittadini stranieri regolarmente soggiornanti (dato al 31/12/2013); si tratta del 13% della popolazione complessiva residente. Dall’indagine a cura dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione, risultano 536.022 gli stranieri residenti (all’1/01/2014), pari al 12,0% del totale. Dato, questo, che pone l’Emilia-romagna al primo posto fra le regioni italiane per tasso di incidenza (il dato medio nazionale è dell’8,1%), nonostante un lieve decremento rispetto all’anno precedente (547.552). I minori stranieri rappresentano una quota significativa della popolazione: sono 123.704 e costituiscono il 17,4% del totale dei minori residenti e il 23,1% del totale degli stranieri residenti. La stabilità del fenomeno migratorio in Emilia-romagna è evidente anche da una maggiore presenza di persone titolari di permessi di soggiorno Ce di lungo periodo: passano dalle 217.495 (all’1/01/2011) alle 281.361 (1/01/2014). L’incremento riguarda anche l’incidenza dei soggiornanti di lungo periodo sul totale dei permessi concessi, che passano dal 49,0% al 59,9%. Significativo è anche l’aumento del numero di persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Nel 2013 i nuovi cittadini sono 14.193, con un incremento rispetto all’anno precedente del +62,3%. Cresce anche l’incidenza dei nuovi nati con entrambi i genitori stranieri sul totale dei nati (24,6% nel 2013 rispetto al 24,4% del 2012). Il fenomeno di crescita, va però inquadrato in un contesto complessivo di calo delle nascite che ha riguardato sia i nati italiani, sia quelli con entrambi i genitori stranieri (per gli stranieri si passa dai 9.587 nati nel 2012 ai 9.370 del 2013). I comuni emiliano-romagnoli che superano il 10% dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 165 del 2013 sui complessivi 340, con Galeata (Fc) al 23,1%, Luzzara (Re) e Castel San Giovanni (Pc) al 21,2% e altri 34 comuni con valori percentuali compresi fra il 15 e il 20%. I principali Paesi di provenienza degli stranieri residenti sono, nell’ordine, la Romania (14,7%, in aumento rispetto al 14,3% dell’anno precedente), il Marocco (13,1%, negli ultimi anni in leggero calo), l’Albania al 11,7% pressoché stabile. La scuola Nell’anno scolastico 2013/2014 l’Emilia-romagna ha accolto 93.434 studenti stranieri. Si conferma così al primo posto fra le regioni italiane per incidenza di alunni stranieri (15,3% del totale, a fronte di una media nazionale del 9%). Un dato cresciuto ulteriormente rispetto al 15% dell’anno scolastico 2012/2013; si consideri che nell’anno scolastico 2008/2009 il valore percentuale era inferiore al 13%. In particolare, rispetto a questo dato medio, si evidenziano valori più elevati nella scuola primaria (16,5%), in quella dell’infanzia (16,4%) e anche nella secondaria di primo grado (15,9%). Un indicatore di consistente radicamento nel territorio è rappresentato dai nati in Italia, sono quasi 51.000 pari al 54,5% degli alunni stranieri iscritti alle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta di un dato in marcato incremento rispetto al 50,2% dell’anno scolastico precedente. Il lavoro Nel corso del 2013 la banca-dati Inail ha registrato 343.987 lavoratori dipendenti stranieri occupati in Emilia-romagna, che significa il 19,4% dei lavoratori complessivi. Il valore assoluto è in lieve flessione rispetto a quello registrato lo scorso anno: il calo dell’occupazione ha colpito anche la forza lavoro straniera. Malgrado ciò l’incidenza dei lavoratori stranieri è lievemente aumentata (+0,3%), continuando così una tendenza degli ultimi anni. Oltre la metà (52,2%) degli occupati stranieri lavora nel macro-settore dei servizi (valore percentuale in linea con quello del 2012). Seguono l’industria (32,7, in flessione di oltre due punti percentuali rispetto all’anno precedente) e, in lieve crescita, l’agricoltura (10,2%). Secondo i dati del Registro delle imprese - Infocamere, al 31/12/2013 le imprese individuali con titolare straniero sono oltre 35.700 e costituiscono l’8,5% del totale delle imprese attive in regione. Questo dato è in crescita rispetto a quello degli anni precedenti: 8,3% nel 2012 e 7,9% nel 2011. I principali settori economici sono le costruzioni (44,0% del totale delle imprese con titolare straniero), il commercio (25,1%), le attività manifatturiere (11,0%) e i servizi di alloggi e la ristorazione (5,7%). L’apporto dei lavoratori stranieri è importante non solo sul versante produttivo, ma anche su quello fiscale, contributivo e dei consumi. Secondo i dati elaborati dall’Agenzia socio-sanitaria regionale i lavoratori stranieri percepiscono un reddito medio di 1.019 euro netti al mese con una differenza di 318 euro medi in meno rispetto ai lavoratori italiani (-23,7%). L’ammontare economico contributivo generato dal lavoro degli stranieri risulta di oltre 900 milioni di euro, mentre il gettito fiscale complessivo dei lavoratori stranieri si può valutare in oltre 500 milioni di euro, per un totale di oltre 1 miliardo e 400 milioni di entrate. A integrazione dei dati presentati nel volume “Dossier statistico immigrazione – Rapporto Unar 2014” a cura del Centro Studi e ricerche Idos, l’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio della Regione Emilia-romagna fornisce i dati sui residenti, scuola, lavoro autonomo e una stima del gettito fiscale e contributivo 1. Soggiornanti Tav 1.1 - Stima dei soggiornanti stranieri regolari in Emilia-romagna e in Italia al 31.12.2013
Stima 2013
Emilia-romagna 582.000
Fonte: Centro Studi e ricerche Idos 2. Residenti (*) Tav. 2.1 - Incidenza stranieri residenti su popolazione totale in Emilia-romagna. Dall´1.1.2007 all´1.1.2014
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Tot. Popolazione 4.223.585 4.275.843 4.337.966 4.395.606 4.432.439 4.459.246 4.471.104 4.452.782
Tot. Stranieri 318.076 365.720 421.509 462.840 500.585 530.015 547.552 536.022
Valori % 7,5 8,6 9,7 10,5 11,3 11,9 12,2 12,0
(*) Il dato del totale della popolazione al 1.1.2014 è frutto dell’elaborazione di dati anagrafici comunali e differisce dal totale di popolazione diffuso da Istat per lo sfasamento temporale esistente tra il verificarsi dell’evento (naturale o migratorio) e la definizione della relativa pratica in anagrafe, oppure per il non completamento della revisione anagrafica successiva al censimento del 2011. I dati di fonte anagrafica al 1.1.2013 sono provvisori e suscettibili di variazioni, a seguito delle revisioni post-censuarie in corso. I dati sono raccolti dalla Regione Emilia-romagna in collaborazione con gli uffici di statistica delle Province. I dati sono forniti dagli uffici anagrafici dei Comuni. La raccolta dei dati avviene mediante modelli che rilevano: la popolazione residente straniera per sesso e singolo anno di età (in anni compiuti); la popolazione residente straniera per sesso e cittadinanza. La data di riferimento delle informazioni è il 31 dicembre di ogni anno (che a fini statistici coincide con il 1° gennaio dell´anno successivo). Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati del Servizio statistica - Rer Tav. 2.2 - Residenti stranieri per comune nella regione Emilia-romagna all´1.1.2014. Primi 50 comuni
Comune V.a. %
1 Bologna 56.302
2 Reggio nell´Emilia 31.485
3 Parma 28.378
4 Modena 28.211
5 Ravenna 18.998
6 Piacenza 18.482
7 Rimini 18.226
8 Forlì 14.379
9 Ferrara 12.101
10 Carpi (Mo) 10.719
11 Cesena 9.510
12 Faenza (Ra) 6.995
13 Imola (Bo) 6.990
14 Sassuolo (Mo) 5.683
15 Castelfranco Emilia (Mo) 4.535
16 Vignola (Mo) 4.243
17 Casalecchio di Reno (Bo) 4.101
18 Cento (Fe) 4.036
19 Mirandola (Mo) 3.883
20 Lugo (Ra) 3.860
21 Riccione (Rn) 3.624
22 Fidenza (Pr) 3.444
23 Valsamoggia (Bo) 3.410
24 Cervia (Ra) 3.389
25 Correggio (Re) 3.323
26 Castel San Giovanni (Pc) 2.931
27 Savignano sul Rubicone (Fc) 2.912
28 Fiorenzuola d´Arda (Pc) 2.765
29 Bellaria-igea Marina (Rn) 2.558
30 Salsomaggiore Terme (Pr) 2.526
31 San Giovanni Persiceto (Bo) 2.432
32 San Lazzaro di Savena (Bo) 2.412
33 Formigine (Mo) 2.369
34 Cesenatico (Fc) 2.369
35 Argenta (Fe) 2.338
36 Novellara (Re) 2.253
37 Guastalla (Re) 2.207
38 Spilamberto (Mo) 2.182
39 Crevalcore (Bo) 2.107
40 Finale Emilia (Mo) 2.093
41 Pavullo nel Frignano (Mo) 2.084
42 Scandiano (Re) 2.074
43 Luzzara (Re) 1.990
44 Cattolica (Rn) 1.947
45 Langhirano (Pr) 1.939
46 Massa Lombarda (Ra) 1.891
47 Bagnacavallo (Ra) 1.860
48 Castelnuovo Rangone (Mo) 1.834
49 Castel San Pietro Terme (Bo) 1.829
50 Santarcangelo di Romagna (Rn) 1.764
Totale primi 50 comuni 363.973 67,9
Altri Comuni 172.049 32,1
Emilia-romagna 536.022 100,0
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio Statistica - Rer Tav. 2.3 - Incidenza stranieri residenti su popolazione residente totale nella regione Emilia-romagna al 1.1.2014. Primi 50 comuni. Valori percentuali
Comune % stranieri
1 Galeata (Fc) 23,1
2 Luzzara (Re) 21,2
3 Castel San Giovanni (Pc) 21,2
4 Calestano (Pr) 19,4
5 Borgonovo Val Tidone (Pc) 19,3
6 Langhirano (Pr) 19,1
7 Rolo (Re) 18,6
8 Colorno (Pr) 18,4
9 Reggio nell´Emilia 18,2
10 Piacenza 18,0
11 Fiorenzuola d´Arda (Pc) 17,9
12 Boretto (Re) 17,8
13 Fabbrico (Re) 17,7
14 Massa Lombarda (Ra) 17,7
15 Sarmato (Pc) 17,6
16 Spilamberto (Mo) 17,4
17 Camposanto (Mo) 17,0
18 Fornovo di Taro (Pr) 17,0
19 Vignola (Mo) 16,9
20 San Possidonio (Mo) 16,8
21 Cortemaggiore (Pc) 16,7
22 Civitella di Romagna (Fc) 16,7
23 Novellara (Re) 16,3
24 Savignano sul Rubicone (Fc) 16,2
25 Mirandola (Mo) 16,0
26 Conselice (Ra) 15,8
27 Campagnola Emilia (Re) 15,8
28 Zocca (Mo) 15,7
29 Crevalcore (Bo) 15,5
30 Villanova sull´Arda (Pc) 15,5
31 Campegine (Re) 15,4
32 Novi di Modena (Mo) 15,4
33 Busseto (Pr) 15,3
34 Modena 15,3
35 Rio Saliceto (Re) 15,1
36 Carpi (Mo) 15,1
37 Parma 15,0
38 Vergato (Bo) 14,9
39 Premilcuore (Fc) 14,9
40 Polesine parmense (Pr) 14,7
41 Bologna 14,7
42 Guastalla (Re) 14,6
43 Ziano piacentino (Pc) 14,5
44 Savignano sul Panaro (Mo) 14,3
45 Portomaggiore (Fe) 14,3
46 Concordia sulla Secchia (Mo) 14,2
47 Agazzano (Pc) 14,2
48 Cadeo (Pc) 14,2
49 Solarolo (Ra) 13,9
50 Fontevivo (Pr) 13,9
Emilia-romagna 12,0
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio Statistica - Rer Tav. 2.4 - Incidenza stranieri residenti su popolazione residente totale per provincia in Emilia-romagna all´1.1.2014
Provincia Stranieri residenti Incidenza % stranieri
M F Totale M F Totale
Piacenza 20.078 21.067 41.145 14,3 14,2 14,2
Parma 27.714 30.758 58.472 12,9 13,4 13,2
Reggio Emilia 35.209 37.054 72.263 13,4 13,6 13,5
Modena 45.087 48.299 93.397 13,1 13,4 13,3
Bologna 52.150 61.303 113.453 10,8 11,8 11,3
Ferrara 13.013 16.681 29.694 7,7 9,0 8,4
Ravenna 22.536 24.381 46.917 11,8 12,0 11,9
Forlì-cesena 20.975 23.196 44.171 10,9 11,4 11,1
Rimini 16.013 20.508 36.521 9,9 11,8 10,9
Emilia-romagna 252.775 283.247 536.022 11,7 12,3 12,0
Fonte: Elaborazione osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio Statistica - Rer Tav. 2.5 - Percentuale stranieri residenti su totale popolazione residente straniera per provincia e sesso in Emilia-romagna all´1.1.2014
Stranieri residenti %
Provincia M F Totale M F Totale
Piacenza 20.078 21.067 41.145 48,8 51,2 100,0
Parma 27.714 30.758 58.472 47,4 52,6 100,0
Reggio Emilia 35.209 37.054 72.263 48,7 51,3 100,0
Modena 45.087 48.299 93.386 48,3 51,7 100,0
Bologna 52.150 61.303 113.453 46,0 54,0 100,0
Ferrara 13.013 16.681 29.694 43,8 56,2 100,0
Ravenna 22.536 24.381 46.917 48,0 52,0 100,0
Forlì-cesena 20.975 23.196 44.171 47,5 52,5 100,0
Rimini 16.013 20.508 36.521 43,8 56,2 100,0
Emilia-romagna 252.775 283.247 536.022 47,2 52,8 100,0
Fonte: Elaborazione osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio Statistica - Rer Tav. 2.6 - Totale minori residenti e minori stranieri residenti nella regione Emilia-romagna per provincia all’1.1.2014
Provincia Stranieri Minori stranieri % minori stranieri su totale stranieri % minori stranieri su totale minori
Piacenza 41.145 10.225 24,9 23,1
Parma 58.472 13.386 22,9 19,1
Reggio Emilia 72.263 17.891 24,8 18,6
Modena 93.386 23.035 24,7 19,3
Bologna 113.453 25.229 22,2 16,3
Ferrara 29.694 6.705 22,6 14,2
Ravenna 46.917 9.966 21,2 16,4
Forlì-cesena 44.171 10.140 23,0 15,9
Rimini 36.521 7.127 19,5 12,9
Regione Emilia-romagna 536.022 123.704 23,1 17,4
Fonte: Elaborazione osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio Statistica - Rer Tav. 2.7. Residenti stranieri in Emilia-romagna all´1.1.2014. Prime 20 nazionalità
Paese di cittadinanza M F Mf % F su Mf %
1 Romania 33.240 45.823 79.063 58,0 14,7
2 Marocco 36.817 33.233 70.050 47,4 13,1
3 Albania 33.046 29.924 62.970 47,5 11,7
4 Moldova 10.116 21.286 31.402 67,8 5,9
5 Ucraina 5.833 24.563 30.396 80,8 5,7
6 Cina 14.147 13.806 27.953 49,4 5,2
7 Tunisia 12.422 8.273 20.695 40,0 3,9
8 Pakistan 12.899 7.365 20.264 36,3 3,8
9 India 9.929 7.451 17.380 42,9 3,2
10 Filippine 6.301 7.631 13.932 54,8 2,6
11 Ghana 7.135 5.078 12.213 41,6 2,3
12 Polonia 2.790 9.148 11.938 76,6 2,2
13 Nigeria 5.540 5.833 11.373 51,3 2,1
14 Senegal 7.842 2.854 10.696 26,7 2,0
15 Macedonia 5.027 4.451 9.478 47,0 1,8
16 Bangladesh 5.677 3.130 8.807 35,5 1,6
17 Sri Lanka 3.393 2.586 5.979 43,3 1,1
18 Bulgaria 2.588 3.208 5.796 55,3 1,1
19 Egitto 3.050 1.320 4.370 30,2 0,8
20 Ecuador 1.724 2.435 4.159 58,5 0,8
Altri paesi 33.259 43.849 77.108 56,9 14,4
Regione Emilia-romagna 252.775 283.247 536.022 52,8 100,0
Fonte: Elaborazione osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio Statistica - Rer 3. Scuola (*) Tav. 3.1. - Scuola statale e non: alunni con cittadinanza non italiana iscritti per anno scolastico e sesso. Regione Emilia-romagna
Anno scolastico Alunni con cittadinanza non italiana Totale alunni % alunni con citt. Non ital. Sul totale alunni
Scuola statale Scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole
Mf F Mf F Mf Mf Mf Mf Mf F Mf F Mf
2000/2001 15.989 7.370 1.673 766 17.662 393.981 68.602 462.583 4,1 1,9 2,4 1,1 3,8
2001/2002 20.899 9.536 1.915 888 22.814 405.183 69.708 474.891 5,2 2,4 2,7 1,3 4,8
2002/2003 26.530 12.000 2.838 1.353 29.368 421.802 73.815 495.617 6,3 2,8 3,8 1,8 5,9
2003/2004 31.866 14.579 3.229 1.467 35.095 427.358 73.636 500.994 7,5 3,4 4,4 2,0 7,0
2004/2005 39.742 18.388 4.033 1.894 43.775 443.503 77.697 521.200 9,0 4,1 5,2 2,4 8,4
2005/2006 46.467 21.684 4.532 2.066 50.999 454.390 79.947 534.337 10,2 4,8 5,7 2,6 9,5
2006/2007 53.723 24.902 4.798 2.252 58.521 467.030 80.260 547.290 11,5 5,3 6,0 2,8 10,7
2007/2008 60.399 28.571 5.414 2.550 65.813 477.573 81.460 559.033 12,6 6,0 6,6 3,1 11,8
2008/2009 67.180 31.808 5.419 2.606 72.599 489.654 79.895 569.549 13,7 6,5 6,8 3,3 12,7
2009/2010 72.409 34.246 5.805 2.781 78.214 496.958 81.365 578.323 14,6 6,9 7,1 3,4 13,5
2010/2011 76.361 36.253 5.955 2.813 82.316 506.584 82.211 588.795 15,1 7,2 7,2 3,4 14,0
2011/2012 80.466 38.210 6.478 3.085 86.944 513.858 83.115 596.973 15,7 7,4 7,8 3,7 14,6
2012/2013 83.505 40.080 6.781 3.250 90.286 520.370 82.646 603.016 16,0 7,7 8,2 3,9 15,0
2013/2014 86.455 41.635 6.979 3.347 93.434 528.516 80.993 609.509 16,4 7,9 8,6 4,1 15,3
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Dg per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi - Servizio Statistica del Miur (*) I dati relativi all’a.S. 2013/2014 sono da considerarsi non definitivi Tav. 3.2. – Studenti con cittadinanza non italiana iscritti nelle scuole di ogni ordine e grado in Emilia-romagna nell´anno scolastico 2013/2014 distinti per provincia
Infanzia Primaria Secondaria I grado Secondaria Ii grado Totale
Provincia Alunni con citt. Non italiana incid. % Alunni con citt. Non italiana incid. % Alunni con citt. Non italiana incid. % Alunni con citt. Non italiana incid. % Alunni con citt. Non italiana incid. %
Piacenza 1.666 23,5 2.720 22,6 1.511 20,6 1.777 15,9 7.674 20,4
Parma 1.825 16,6 3.372 17,6 1.964 17,4 2.771 14,8 9.932 16,5
Reggio Emilia 2.398 16,3 4.887 18,3 2.768 17,8 2.918 14,0 12.971 16,7
Modena 3.547 18,3 5.976 18,2 3.471 17,4 4.052 13,1 17.046 16,5
Bologna 4.106 16,0 6.755 15,5 4.079 15,7 4.364 12,4 19.304 14,8
Ferrara 938 12,3 1.869 13,9 1.039 13,2 1.421 9,9 5.267 12,2
Ravenna 1.657 16,2 2.630 15,4 1.389 13,6 1.675 11,5 7.351 14,1
Forlì-cesena 1.657 15,6 2.709 15,0 1.509 14,1 1.725 10,2 7.600 13,5
Rimini 1.138 12,3 1.833 11,7 1.127 11,9 2.191 15,6 6.289 13,0
Emilia-romagna 18.932 16,4 32.751 16,5 18.857 15,9 22.894 12,9 93.434 15,3
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Dg per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi - Servizio Statistica del Miur Tav. 3.3 - Alunni iscritti con cittadinanza non italiana per tipologia di scuola. Anno scolastico 2013/2014
Tipologia scuola Totale alunni con cittadinanza non italiana di cui nati in Italia % di cui nati in Italia
Scuola d´infanzia 18.932 16.069 84,9
Scuola primaria 32.751 22.818 69,7
Scuola secondaria I grado 18.857 8.043 42,7
Scuola secondaria Ii grado 22.894 3.981 17,4
Totale 93.434 50.911 54,5
Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Dg per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi - Servizio Statistica del Miur 4. Mercato del lavoro Lavoro dipendente(*) Tav. 4.1 - Distribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri per sesso e provincia nella regione Emilia-romagna. Anno 2013
V.a. %
Provincia Maschi Femmine Totale Maschi  
   
   
IMMIGRAZIONE, PRESENTAZIONE DOSSIER STATISTICO LIGURIA  
 
Genova, 30 Ottobre 2014 - Ammontano a 138.000 gli stranieri regolarmente residenti in Liguria alla fine del 2013 pari all´8,7% della popolazione e al 2,9% degli stranieri residenti in Italia. La provincia di Genova mantiene un ruolo centrale ospitando oltre la metà degli stranieri (53,1%), seguita da Savona con il 17,3%, Imperia con il 16,4% e La Spezia con il 13,2%. Una presenza che è rimasta pressoché costante nonostante la crisi economica. Sono questi alcuni dati diffusi oggi, mercoledì 29 ottobre, attraverso la presentazione del rapporto immigrazione 2014 dell´Unar, l´Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e presentati in Regione da Andrea Torre alla presenza degli assessori regionali al lavoro e al welfare Enrico Vesco e Lorena Rambaudi. Gli stranieri non comunitari presenti in Liguria ammontano a 115.750 di cui il 22,9% minorenni e il 51% donne. Di questi il 59,2% è costituito da titolari di un permesso di soggiorno di durata illimitata, mentre i rimanenti oltre 47.000 titolari di un permesso a scadenza. Le ragioni prevalenti del loro soggiorno sono il lavoro che incide su questa fascia per il 47,7%, la famiglia (44%) e lo studio (3%). Per quanto riguarda le seconde generazioni nel 2013 ammontano a 2.158 gli immigrati nuovi nati in Liguria che coprono una percentuale significativa delle nascite complessive nella regioni pari al 19,6%. Anche tra i residenti stranieri appare maggioritaria la componente femminile che rappresenta il 53,8% confermando una tendenza consolidata in una regione dove il lavoro domestico e di cura viene svolto prevalentemente dalle donne immigrate. Tra le nazionalità piu´ rappresentante in Liguria dagli stranieri residenti l´Albania è al primo posto con 20.520 presenze, poco superiore all´Ecuador con 20.374, a seguire la Romania (15.137) e il Marocco (11.894), piu´ distante il Peru´ (4.598). Nel 2013 le acquisizioni di cittadinanza italiana per matrimonio o residenza sono state 2.080, incidendo per il 16% sulla popolazione straniera residente, valore inferiore alla media nazionale del 21,6%. Nell´anno scolastico 2013-2014 sul totale degli scolari liguri (197.235) sono stati 23.000 gli alunni stranieri pari all´11,7% e di questi la percentuale di quelli che sono nati in Italia tocca il 45,4% un valore ragguardevole, sotto pero´ la media nazionale del 51,7% e di quella del Nord Ovest (56,3%). In Liguria tra il 2011 e il 2013 i lavoratori immigrati che hanno perso lavoro sono prevalsi rispetto agli assunti. Le cessazioni nelle micro imprese sono state – 988 e ancor piu´ nelle piccole con -1082. Una maggiore tenuta si rileva nelle medie aziende (-212) e soprattutto nelle grandi imprese che hanno un sostanziale equilibrio nel saldo occupazionale (-35). Anche in Liguria è cresciuta l´imprenditorialità immigrata, tra il 2011 e il 2013, del 9,6% con una punta del 13,2% a Genova. Ammontano a 17.338 le attività immigrate in Liguria per un´incidenza del 10,5% sul totale delle imprese in regione, di cui solo un quinto a conduzione femminile (3.320). I comparti di attività piu´ rilevanti per le imprese immigrate sono le costruzioni con un´incidenza del 46%, seguite dal commercio con il 32,5% e a grande distanza dall´alberghiero-risotrativo con il 4,8%. Nonostante la crisi le rimesse nei paesi di origine sono cresciute passando da 177 milioni di euro nel 2012 a oltre 185 milioni nel 2013.  
   
   
BOLZANO: PRESENTATO IL "DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2014" UNAR  
 
Bolzano, 30 ottobre 2014 - Il "Dossier statistico immigrazione 2014" dell´Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali Unar, che reca un capitolo ad hoc tratta la situazione in provincia di Bolzano è stato presentato il 29 ottobre presso Palazzo Widmann a Bolzano, e in contemporanea in tutta Italia. Il "Dossier statistico immigrazione 2014" è stato curato dal Centro Studi e Ricerche Idos per conto dell´Unar - Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il rapporto reca il sottotitolo "Dalle discriminazioni ai diritti" che costituisce la linea ispiratrice dei numerosi capitoli di cui consta. In particolare il dossier mette a disposizione i dati più aggiornati sui flussi, sui soggiornanti, sull´inserimento nel mondo del lavoro e nella società, sullo stato delle pari opportunità, scendendo fino ai singoli contesti regionali. Prima della presentazione vera e propria dei dati la direttrice del Dipartimento provinciale Diritto allo studio, cultura tedesca e integrazione, Vera Nicolussi-leck, ha presentato in sintesi il Servizio di coordinamento per l´integrazione della Provincia di Bolzano, istituito con legge del 2012, ricordando che per stilare il piano pluriennale degli interventi in vari campi sono necessari dati che non sono sempre facilmente reperibili. Per tale ragione il Dossier statistico sull´immigrazione dell´Unar costituisce una fonte importante. I temi focali del piano pluriennale sono: la lingua, il lavoro, che costituiscono la chiave per l´integrazione; una volta ottenute queste si possono raggiungere altri obiettivi altrettanto rilevanti: l´abitazione, la formazione e la famiglia. Il Servizio fornisce consulenza ai cittadini e agli enti, svolge attività di sensibilizzazione per attivare i processi di integrazione, opera con un lavoro in rete assieme ai vari attori, tra i quali i cittadini con background migratorio, e svolge attività di ricerca per verifcare le ricadute delle misure poste in atto assieme ai Comuni ed alle Comunità comprensoriali. Prendendo spunto da un´analisi condotta dal Comune di Bressanone in collaborazione con l´Accademia europea di Bolzano Eurac, si mapperà la situazione a livello locale nei vari comuni altoatesini riferita alla convivenza e all´integrazione. L´obiettivo, come ha detto Nicolussi Leck, è quello di individuare risposte adatte per le differenti località. Il "Dossier statistico immigrazione 2014" raccoglie i dati attuali riferiti all´immigrazione in Italia, che oggi a Bolzano è stata illustrata da Matthias Oberbacher, referente nazionale dell´Idos per la provincia di Bolzano. Un capitolo ad hoc tratta la situazione in provincia di Bolzano. I relativi dati sono stati illustrati da Fernando Biague, referente nazionale dell´Idos per la provincia di Bolzano. In base ai dati Istat, la stima della popolazione straniera regolarmente residente in Alto Adige a fine 2013 è di 50mila persone (in Trentino di 55mila), provenienti da 137 Paesi e in prevalenza donne. La crisi economica si è fatta sentire: il tasso di disoccupazione supera il 20% a fronte del tasso medio del 4,5%.  
   
   
IMMIGRAZIONE: STRANIERI L´8,8 DEI RESIDENTI IN FVG  
 
Trieste, 30 ottobre 2014 - All´1 gennaio 2014 gli stranieri residenti nella nostra regione erano l´8,8 per cento del totale della popolazione ed i "soggiornanti" ammontavano a 88.200, con un - 4,7 di permessi di soggiorno rilasciati rispetto al 2013. Il dato è stato evidenziato oggi, nel corso della presentazione a Trieste del "Dossier statistico sull´immigrazione 2014 - Dalle discriminazioni ai diritti", che riporta i numeri relativi al 2013 ed in parte all´anno in corso. "Informazioni che consentono un inquadramento reale della tematica immigrazione in tutte le sue componenti", ha detto il consigliere regionale Franco Codega, presidente della Vi Commissione permanente che si occupa tra l´altro di immigrazione. In base a quanto elaborato dal servizio regionale Programmazione e Statistica, in Friuli Venezia Giulia le domande d´asilo pervenute entro settembre sono state 1.580 e, per quanto riguarda i paesi di provenienza, al primo posto c´è l´Afghanistan, con 497 domande, seguito da Pakistan con 271, Mali (266) Nigeria (148), Gambia (42), Senegal (33), Eritrea (30), Iran (27), Guinea (24), Somalia (21), Bangladesh (20), Ghana (20), Ucraina (19), Turchia (18), Iraq (16), Siria (16). Per quanto concerne invece i migranti assegnati al Fvg nell´ambito di "Mare Nostrum", nel periodo 12 aprile 9 ottobre 2014 sono stati in tutto 1.377; di questi 990 hanno lasciato spontaneamente il nostro territorio, 395 risultano presenti e 37 sono stati inseriti nel Sistema di Protezione per i richiedenti asilo - Sprar. Nel complesso i migranti arrivati autonomamente in regione al 18 settembre scorso erano 791, mentre quelli inseriti nel sistema di protezione erano 460; alla stessa data Udine era la città che ne accoglieva complessivamente la percentuale maggiore (34,9 per cento) seguita da Pordenone (34,3 per cento), Gorizia (18,5 per cento) e Trieste (12,2 per cento). A parte Trieste, dove i soggiornanti per studio costituiscono il 12,4 per cento del totale, la massima parte di essi si trova in regione per lavoro o motivi familiari e, stando ai dati forniti dalla Banca d´Italia, nel 2013 c´è stato un aumento delle rimesse (oltre 74 milioni di euro contro i 68 milioni del 2012), con la Romania al primo posto per un totale di 14 milioni e mezzo e le Filippine all´ultimo, con 2,2 milioni. Un dato in controtendenza rispetto a quello nazionale, che è stato di 5,5 miliardi, in calo rispetto ai 6,8 miliardi del 2012. Il Dossier evidenzia anche "la vivace attività imprenditoriale degli stranieri in Friuli Venezia Giulia" e ricorda come, secondo Unioncamere, nel 2013 qui le imprese di immigrati fossero quasi 11 mila e producessero il 6,9 per cento del valore aggiunto complessivamente prodotto in regione. Elaborato sotto l´egida della presidenza del Consiglio dei ministri, lo studio (la prima edizione risale al 1990) sottolinea inoltre gli aspetti qualitativi e quantitativi dell´inserimento scolastico degli alunni di cittadinanza straniera, che "rappresentano un altro indicatore fondamentale per misurare la qualità dell´integrazione delle comunità migranti presenti su un territorio". Nell´anno scolastico 2013-2014 i ragazzi stranieri che studiavano nelle scuole del Friuli Venezia Giulia erano 19.021 (802.785 quelli inseriti nel sistema scolastico italiano), il 2,5 per cento in più rispetto all´anno precedente, ed il loro orientamento alle superiori ricalcava per sommi capi il trend nazionale, con al vertice delle loro scelte gli istituti tecnici e quelli professionali. In Friuli Venezia Giulia ha quindi optato per un´istruzione che apra immediatamente la strada al lavoro il 76,8 per cento del totale, ma il 21 per cento si è iscritto invece al liceo, contro il 16,7 per cento dell´intero Nordest.  
   
   
IMMIGRAZIONE: RIFUGIATI, IN ITALIA UN DECIMO DI QUELLI IN GERMANIA  
 
Trieste, 30 ottobre 2014 - Nell´evidenziare l´importanza del Dossier sull´immigrazione curato dal Centro studi e ricerche Immigrazione dossier statistico - Idos e commissionato dall´ Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali - Unar, il consigliere regionale Franco Codega ha sottolineato l´importanza del suo contributo alla conoscenza di un fenomeno mondiale che va visto al di là degli aspetti epidermici, incentrati sui singoli episodi proposti dai media e responsabili di quella che ha definito "sindrome d´assedio". I 61 mila rifugiati presenti in Italia alla fine dello scorso mese, ha osservato il consigliere, rappresentano appena un decimo di quelli che ha accolto la Germania, un quarto di quelli ospitati dalla Francia ed un terzo di coloro che hanno trovato collocazione in Inghilterra. Entro i primi 9 mesi del 2014 le richieste d´asilo in Italia sono state in tutto 30.755 (erano 26.620 nel 2013, 17.352 nel 2012 e 37.350 nel 2011) su 130 mila persone sbarcate, mentre alla fine di settembre i migranti presenti nei centri di accoglienza erano oltre 61 mila, di cui 32.471 nelle strutture temporanee, 18.697 nell´ambito del Sistema di protezione per i richiedenti asilo - Sprar e 10.368 distribuiti tra Cara-cda-copsa. Secondo il Centro di studi Idos, attualmente gli stranieri presenti ufficialmente in Italia sono 5.364.000 (1 ogni 12 abitanti) e di questi più di un milione sono minorenni. A costoro si sommano circa 500 mila "irregolari", con la stessa incidenza, riferisce il dossier, accreditata dalle Nazioni Unite a livello mondiale. Le persone non autorizzate all´ingresso ed alla permanenza in Italia nel 2013 sono state invece un po´ più di 30 mila, in costante diminuzione rispetto al 2006, quando furono più di 124.381. Interessante è anche il dato relativo agli italiani d´acquisizione: 285.782 nel 2001, sono diventati 837.489 nel 2013. Un quadro che si inserisce nel più ampio contesto mondiale (alla fine del 2013 i migranti nel mondo erano 232 milioni, il 3,3 per cento della popolazione) mentre alla fine del 2012 nell´Ue i residenti con cittadinanza diversa dal paese scelto per vivere sono stati oltre 34 milioni, pari al 6,8 della popolazione complessiva. Nel corso dell´incontro Franco Codega ha parlato anche della legge regionale che il Consiglio sta mettendo a punto sul tema e che prevede un sistema di accoglienza programmato e condiviso con le prefetture, in modo da non dover ricorrere più a misure d´emergenza. Un provvedimento normativo che corrisponde, ha detto il consigliere, a quanto previsto nell´intesa sottoscritta lo scorso 10 luglio in sede di conferenza Stato - Regioni - Enti locali (l´accordo punta al coordinamento dei soggetti coinvolti e punta sull´ampliamento dello Sprar a circa 20 mila posti nel triennio 2014-2016). Il dossier statistico è stato presentato da Paolo Attanasio, referente regionale del Centro studi e ricerche Idos, da tecnici regionali (il direttore del servizio regionale Volontariato Roberta Sartor che ha coordinato l´incontro ed Irene Plet, del servizio programmazione che ha illustrato la situazione in Fvg) e dal rappresentante dell´Unar, Fabrizio Anzolini.  
   
   
MILANO, SESSANTAQUATTRO PROFUGHI OSPITATI NEL CENTRO, 29 I BAMBINI  
 
Milano, 30 ottobre 2014 – Il primo a varcare la soglia del centro è stato un bambino di quattro anni appena. Una corsa subito sceso dal pulmino verso le porte spalancate di via Corelli, non più Cie, ma da oggi centro di accoglienza temporanea per profughi in fuga dalla guerra. È stato subito seguito dagli altri piccoli e dalle loro famiglie. In totale 64 persone di cui 35 adulti e 29 minori tutti siriani. Poche valigie con sé e finalmente la possibilità di riposarsi e di scambiare qualche sorriso. Si è svolto così il battesimo della nuova struttura di accoglienza messa a disposizione al Comune di Milano dal Governo in forza di un accordo siglato lo scorso 14 ottobre in Prefettura e a seguito della firma della convenzione tra l’Amministrazione comunale e l’Ente gestore Gepsa S. A.. Ad attendere i profughi gli operatori dell’Associazione culturale Acuarinto (soggetto gestore insieme a Gepsa) e alcuni dei lavoratori già presenti con Croce Rossa Italiana. “Oggi è un giorno che ricorderemo – sottolineano gli assessori alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino e alla Sicurezza e Protezione Civile, Marco Granelli – L’ex Cie di via Corelli ha riaperto con la nuova funzione di centro temporaneo di accoglienza e assistenza per chi non vuole rimanere nel nostro Paese, ma dalla nostra città passa ogni giorno. È un posto in più che si unisce alle strutture già attive da un anno, attraverso cui sono passate sino ad oggi circa 48mila persone, di cui 11mila bambini". Il centro di via Corelli è composto da 5 aree, ha 155 posti in camere per lo più da quattro letti , bagni e docce, stanze adibite a mensa, uno spazio per il gioco dei bambini e un ambulatorio dove prestare cure mediche. Nella struttura sono presenti avvisi in italiano, inglese, francese, tigrigno e arabo su come fare richiesta di permesso di soggiorno nel nostro Paese o di protezione internazionale. Sempre nel centro la presenza di un team di mediatori, di psicologi e di assistenti legali. Da oggi accoglierà le famiglie giunte in Stazione Centrale che saranno trasferite con mezzi dell’ente gestore. Https://www.youtube.com/watch?v=e_usxkh83tc    
   
   
SENZA FISSA DIMORA E TRATTA, DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA DUE CORSI DI FORMAZIONE  
 
Bologna, 30 ottobre 2014 – Nuove opportunità di formazione sulle persone senza fissa dimora e sulla tratta. La Regione Emilia-romagna ha avviato, con la collaborazione di Fio.psd (Federazione italiana organismi per le Persone Senza Dimora), un percorso innovativo all’interno delle politiche per il contrasto alle gravi marginalità basato sul metodo Housing First (traducibile con “la casa, prima di tutto”). L’approccio si basa, in sintesi, sull’inserimento diretto in case e appartamenti indipendenti di persone senza dimora, con problemi di salute mentale, dipendenze patologiche o in situazione di disagio socio-abitativo cronico, in modo da favorire percorsi di maggiore benessere e integrazione sociale. Per consentire l’acquisizione di un “linguaggio comune” sul metodo Housing First e fornire gli adeguati strumenti conoscitivi e metodologici, Regione e Fio.psd hanno organizzato un percorso formativo (rivolto a dirigenti, responsabili e operatori) articolato in tre moduli; il primo si svolgerà domani, giovedì 30 ottobre, e lunedì 17 novembre (dalle 9.30 alle 17.30) nella sede della Regione (sale C, D Terza torre, viale della Fiera 8). Sempre per domani, giovedì 30 ottobre (dalle 14.30 alle 17.00), nella sala B della Terza torre, la Regione ha organizzato un incontro di formazione dal titolo “Geografie urbane della prostituzione di strada in Emilia-romagna”. Interverrà Lorenza Maluccelli, esperta e studiosa, per presentare gli esiti della ricerca svolta utilizzando i dati di monitoraggio raccolti dalle Unità di strada nel database regionale. L’incontro è riservato a referenti e operatori/operatrici del progetto “Oltre la Strada”. Per informazioni, Servizio Politiche per l’accoglienza e l’integrazione sociale, telefono 051 5277073.  
   
   
NIDI IN FAMIGLIA PER LA PRIMA INFANZIA. “VENETO IN PRIMA FILA A FAVORE FAMIGLIE. 364 MILA EURO DA REGIONE PER AUMENTARE UN SERVIZIO CHE FUNZIONA E BEN DIFFERENZIA OFFERTA PUBBLICA PER BAMBINI 0-3 ANNI ”  
 
Venezia, 30 ottobre 2014 - Nel Veneto ci sono 313 nidi in famiglia, particolari strutture gestite da 506 operatori (tra responsabili organizzativi ed educatori professionali che spesso sono le stesse mamme), con servizi di accoglienza e cura che si svolgono in casa, propria o altrui, accogliendo al massimo 6 bambini tra gli 0 e 3 anni. “E’ un sistema che funziona molto bene – commenta l’Assessore regionale ai servizi sociali Davide Bendinelli – e che la Regione Veneto intende aumentare e ottimizzare. Perciò abbiamo deliberato 364 mila euro di contributo con un provvedimento approvato dalla Giunta veneta, su mia proposta. Ci confermiamo in prima fila negli aiuti alle famiglie anche sul fronte della prima infanzia cioè i bambini tra gli zero e i tre anni”. La delibera approvata delinea il programma sui nidi in famiglia della Regione Veneto, secondo quanto stabilito da una deliberazione regionale del 2011 e dall’intesa in sede di Conferenza Unificata tra Regioni e Governo dell’agosto scorso sul Fondo per le politiche per la famiglia. “Intendiamo sviluppare questo sistema – precisa l’Assessore - perché i nidi in famiglia si sono dimostrati efficaci nel rispondere alle esigenze delle famiglie e contemporaneamente nel nuove creare opportunità di lavoro adoperandosi soprattutto per la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro”. “Ricordo – aggiunge Bendinelli – che questo finanziamento si aggiunge ai 709 mila euro che nel 2013 e abbiamo assegnato, tramite le amministrazioni comunali, per Buoni Famiglia a sostegno dei genitori che scelgono questo tipo di servizio”.