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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 29 Gennaio 2007
NUOVA RETE DI FORMAZIONE UE PER LO STUDIO DELLA REGOLAZIONE GENETICA  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2007 - Il Laboratorio europeo di biologia molecolare e i suoi partner hanno lanciato un nuovo progetto finanziato dall´Ue per studiare un fenomeno denominato «plasticità cromatinica», che offrirà opportunità formative a giovani ricercatori attivi in numerosi settori. All´interno delle cellule, le lunghe molecole di Dna contenenti le informazioni genetiche sono avvolte attorno a proteine per formare una struttura complessa chiamata cromatina. La «plasticità cromatinica» si riferisce alle mutazioni della struttura della cromatina durante il ciclo di vita della cellula. Poiché la struttura cromatinica riveste un ruolo fondamentale nella regolazione genetica, il suo studio potrebbe contribuire alla comprensione dei processi biologici e delle malattie come l´invecchiamento o il cancro. Il progetto consacrato allo studio di questo fenomeno riceve un finanziamento pari a 3,7 Mio Eur nell´ambito del Sesto programma quadro (6Pq). In quanto rete «Marie Curie» di formazione mediante la ricerca, il progetto conferirà notevole importanza alla formazione di giovani ricercatori tramite scambi, corsi pratici e visite sul posto presso i laboratori di altri partner del progetto. Sul fronte della ricerca, i partner intendono scoprire i processi che regolano la struttura della cromatina. Combinando strumenti e approcci di una serie di discipline, tra cui biologia strutturale, bioinformatica, genetica, immunologia e progettazione farmaceutica, l´équipe spera di comprendere in modo più approfondito la plasticità cromatinica per poi identificare potenziali bersagli farmacologici. Il progetto, della durata di quattro anni, sarà gestito da una rete di 13 partner provenienti da nove paesi. Per ulteriori informazioni consultare i seguenti siti web: http://www. Chromatin-plasticity. Org/ http://cordis. Europa. Eu/fp7/people/home_en. Html .  
   
   
SEMINARIO SULLO SVILUPPO DI PIATTAFORME INNOVATIVE APERTE NELLE SCIENZE BIOLOGICHE  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2007 - Il 15 febbraio a Helsinki (Finlandia) si svolgerà un seminario sullo sviluppo di piattaforme innovative aperte nelle scienze biologiche. L´iniziativa sarà incentrata sulle modalità di sviluppo della gestione critica della conoscenza e dei sistemi di gestione della proprietà intellettuale da parte di industrie e università europee al fine di sostenere le migliori piattaforme innovative nelle scienze biologiche. Saranno discussi vari esempi di piattaforme innovative aperte su scala globale, europea e regionale. Il seminario è organizzato dai membri di Scanbalt, rete di conoscenza della proprietà intellettuale (Intellectual Property Knowledge Network - Ipkn) finanziata dall´Ue, finalizzata ad agevolare la cooperazione regionale e il coordinamento della ricerca e della formazione nel settore della gestione della proprietà intellettuale allo scopo di stimolare la domanda e l´offerta nonché l´accessibilità alla conoscenza della proprietà intellettuale nell´intera Scanbalt Bioregion. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Scanbaltipkn. Org/event2. Php?page=boipb_about .  
   
   
I GENI RIVELANO L´ASCENDENZA AFRICANA NASCOSTA DI UN CITTADINO BRITANNICO  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2007 - Un´équipe di ricercatori ha rivelato la prima prova che dimostra un contributo africano al pool genetico «indigeno» della popolazione britannica risalente ad almeno 250 anni fa. Lo studio, sovvenzionato dal Welcome Trust e dal progetto Eurocores «L´origine dell´uomo, del linguaggio e delle lingue», finanziato dall´Ue, è pubblicato on line dalla rivista «European Journal of Human Genetics». Circa l´8% della popolazione attuale del Regno Unito appartiene a minoranze etniche e secondo l´ultimo censimento oltre un milione di persone si considera «nero o nero britannico». Per la maggior parte di loro l´arrivo della famiglia nel Regno Unito può essere fatta risalire alla metà del Xx secolo, epoca in cui il paese ha accolto numerosi immigrati provenienti dall´Africa e dai Caraibi. I ricercatori osservano tuttavia che l´immigrazione degli africani nel Regno Unito si protrae da secoli; alcuni dei soldati arrivati in Britannia 1 800 anni fa insieme alle truppe romane erano africani ed è possibile che nel Ix secolo i vichinghi abbiano trasportato prigionieri africani. Nel Xvi secolo la tratta degli schiavi comportò la diffusione di servi, musicisti, giullari e schiavi africani. Per la prima volta i ricercatori hanno scoperto che in un dato momento della storia un cromosoma Y africano si è introdotto nella popolazione britannica «indigena». La scoperta è venuta alla luce nel corso di uno studio sul legame esistente tra cognomi e cromosomi Y, trasmessi entrambi da padre in figlio. Un uomo, soprannominato «Sig. X» dai ricercatori, era portatore di una versione rara del cromosoma Y, rinvenuto finora soltanto in un numero ridotto di persone originarie dell´Africa occidentale. Lo stesso Sig. X ha un aspetto europeo e apparentemente non è a conoscenza di alcun legame tra la sua famiglia e l´Africa. Per determinare quando il cromosoma sia arrivato in Gran Bretagna, i ricercatori hanno contattato 18 uomini aventi lo stesso cognome del Sig. X. Secondo i ricercatori, quel cognome è relativamente raro e nella maggior parte dei casi chi ha quel cognome ha un legame con la regione dello Yorkshire orientale. Dallo studio è emerso che sei degli uomini sottoposti all´esperimento condividono quel raro cromosoma africano e l´albero genealogico indica che il cromosoma è presente nella discendenza almeno da 250 anni. Tuttavia, i ricercatori osservano che non è ancora chiaro se il cromosoma sia arrivato con un immigrato africano di prima generazione o con un europeo che ne era portatore. «Lo studio mostra che è ed è stato sempre difficile definire il concetto di "britannico"», ha dichiarato il prof. Mark Jobling dell´Università di Leicester, uno degli autori dello studio. «La storia delle migrazioni umane è evidentemente molto complessa, soprattutto per una nazione insulare come la nostra, e questo studio ridimensiona ulteriormente l´idea che esistano popolazioni o razze semplici e distinte. » I risultati inoltre hanno implicazioni per gli esperti in ricerca forense che spesso utilizzano i profili di Dna nelle indagini penali. «Gli esperti di polizia scientifica si servono dell´analisi del Dna per determinare le origini etniche a partire dai capelli o da campioni di sangue rinvenuti sul luogo del delitto», ha spiegato il prof. Jobling. «Se da un lato la possibilità di determinare correttamente l´appartenenza etnica mediante l´analisi estesa del Dna escludendo il cromosoma Y è molto alta, dall´altro sicuramente l´individuazione di questo insolito cromosoma africano sarebbe rimasto per qualche tempo un grattacapo. » European Journal of Human Genetics: http://www. Nature. Com/nature . .  
   
   
PRIVILEGIARE LO STUDIO SULLA RESISTENZA BATTERICA ANZICHÉ LA RICERCA SU NUOVI FARMACI  
 
Bruxelles, 29 gennaio 2007 - Secondo una relazione commissionata dall´unità Stoa (Valutazione delle scelte della tecnologia scientifica) del Parlamento europeo, le risorse stanziate per affrontare il grave problema della sempre maggiore resistenza agli antibiotici sarebbero impiegate meglio se fossero destinate ad azioni volte a combattere tale resistenza e non ad attività di ricerca su nuovi farmaci antibiotici. Dal 1928, anno in cui Alexander Fleming scoprì la penicillina, gli antibiotici sono usati per curare malattie un tempo mortali, quali la polmonite e la tubercolosi, e hanno inoltre contribuito ai progressi compiuti nel campo della chirurgia, migliorando ad esempio il trattamento delle infezioni. L´uso massiccio ne ha tuttavia determinato il declino. I batteri divengono sempre più resistenti ai farmaci che i medici prescrivono per combatterli, creando situazioni in cui non è possibile intervenire e nelle quali entrano in gioco batteri resistenti a diversi farmaci. L´impiego non corretto degli antibiotici è una delle cause fondamentali della resistenza dei batteri. Tra i vari esempi di uso inappropriato figurano le infezioni virali, per le quali gli antibiotici sono assolutamente inefficaci, la vendita senza ricetta medica e la pratica dell´automedicazione. Un gruppo di lavoro interdisciplinare cui partecipano ricercatori di Danimarca, Spagna e Regno Unito, ha condotto uno studio per conto dello Stoa sulla resistenza agli antibiotici, da cui è scaturito un piano d´azione che delinea sei scelte di carattere politico, suddivise in quattro aree: coordinamento, standardizzazione, stimolazione e ricerca. Tra le raccomandazioni formulate vi sono varie proposte tra cui aumentare il ruolo e l´ambito di competenza del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nella strategia europea di coordinamento in merito alla resistenza agli antibiotici, incoraggiare l´attuazione di politiche di «sola prescrizione», promuovere l´uso di metodi di diagnosi rapida, nonché impiegare fondi comunitari per affiancare le campagne d´informazione a livello nazionale. Per quanto riguarda la ricerca, la relazione propone di aumentare i finanziamenti destinati ad attività per rafforzare il contenimento della resistenza. Tra le varie aree verso cui dovrebbe orientarsi la ricerca figurano la comprensione degli aspetti comportamentali, contestuali e culturali del ricorso ad antimicrobici, i costi e i vantaggi delle strategie di contenimento, l´analisi di iniziative per ridurre il consumo di antibiotici e limitare la diffusione di infezioni e la rapida divulgazione dei risultati delle ricerche. Da relazioni precedenti sulla resistenza agli antibiotici è spesso emerso il suggerimento di rafforzare la ricerca nello studio di nuovi farmaci antibiotici, un approccio che invece quest´ultimo studio respinge. «È certo che se non riusciremo a contenere lo sviluppo della resistenza agli antibiotici, questi farmaci saranno terribilmente necessari. Tuttavia, allinearsi alla corrente di pensiero odierna e procedere quindi a nuove scoperte per poi trasformarle in nuovi farmaci richiederà tempo», afferma il gruppo di esperti. La relazione indica tre motivi per cui lo sviluppo di nuovi medicinali non è la soluzione migliore: al momento la capacità di resistenza batte sul tempo la ricerca antibatterica, portando a una situazione ad alto rischio che è necessario affrontare con urgenza; la capacità di nuovi antibatterici di contrastare le infezioni sarà ridotta se non si riesce a contenere la resistenza in attesa dell´immissione sul mercato dei farmaci; non vi è alcun elemento a garanzia del fatto che saranno scoperti o sviluppati in tempo nuovi medicinali. «Il gruppo di lavoro è pertanto convinto che, dovendo stanziare risorse aggiuntive per affrontare il problema della resistenza agli antibiotici, un intervento immediato e concertato per combattere tale fenomeno sarà per la società molto più vantaggioso rispetto a un aumento degli investimenti pubblici nell´attività di R&s [ricerca e sviluppo] nel campo degli antibiotici», conclude il documento. . .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA STANZIA 2,8 MIO EUR A FAVORE DI UN PROGETTO RELATIVO AD UNA TELECAMERA PER L´ESAME DEL CANCRO  
 
 Bruxelles, 29 gennaio 2007 - Un consorzio europeo ha ottenuto dalla Commissione europea un finanziamento pari a 2,8 Mio Eur per sviluppare una telecamera che possa esser ingerita per fornire quindi immagini del tratto digerente. Il progetto finanziato dall´Ue, della durata di tre anni, è denominato «Nano-based capsule endoscopy with Molecular Imaging and Optical Biopsy - endoscopia con capsula nanostrutturata con imaging molecolare e biopsia ottica», ovvero «Nemo», e combinerà la tecnica dell´imaging ottico con nanotecnologie, biorivelamento e manipolazione al fine di creare un sistema integrato di imaging-biorilevamento per monitorare il cancro del tratto gastrointestinale. L´obiettivo del progetto Nemo è rendere le tecniche di esame del cancro più rispettose del paziente, attraverso lo sviluppo di un sistema avanzato di screening tumorale. Il sistema sarà composto da una capsula endoscopica Pillcam, in grado di analizzare le secrezioni e di individuare le alterazioni nel tessuto profondo, da un registratore di dati su nastro che riceve i segnali trasmessi dalla capsula e da una postazione di lavoro che consente al medico di visionare e manipolare la registrazione delle immagini dell´intestino tenue. Il consorzio ritiene che la combinazione dell´analisi di immagini e dell´analisi molecolare per trovare il tumore potrebbe fornire un nuovo dispositivo medico per lo screening di massa del cancro del tratto gastrointestinale. «Il progetto intende sviluppare soluzioni nuove e innovative per aiutare i medici a trattare i loro pazienti e potrebbe rappresentare una piattaforma rivoluzionaria delle procedure senza biopsia», ha dichiarato Elisha Rabinovitz, capo ricercatore presso la Given Imaging, la società che dirige il consorzio. La Commissione europea ha deciso di fornire 2,8 Mio Eur, poco più della metà dell´importo totale necessario. Questo perché, nell´ambito delle norme del Sesto programma quadro (6Pq) della Commissione, le imprese commerciali potevano richiedere fino al 50% dei loro costi, contro il 75% degli istituti universitari. La società che ha sviluppato la capsula Pillcam è stata intanto nominata pioniere tecnologico del 2007 dal World Economic Forum per la sua telecamera innovativa, delle dimensioni di una compressa di vitamine. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Givenimaging. Com/cultures/en-us/given/english .  
   
   
“SCOMPENSO CARDIACO: UN’EMERGENZA SOTTOVALUTATA”  
 
Bari, 29 gennaio 2007 – Sono circa 80. 000 in Puglia i malati di scompenso cardiaco, 8. 000 i morti per questa malattia ogni anno. Lo scompenso è di fatto la prima causa di mortalità in Italia e il maggior costo in assoluto per ricovero ospedaliero – 38 milioni di euro nel solo 2005 in Regione. Nelle strutture ospedaliere pugliesi vengono ricoverate, nell’arco di dodici mesi, oltre 15. 000 persone con questa malattia, pari all’1,8% del totale dei ricoveri: il 50% nei reparti di medicina generale, il 25% nelle cardiologie Utic (Unità di Terapia Intensiva Coronarica). Questi dati sono stati resi noti oggi da Pasquale Caldarola, Presidente della sezione pugliese di Anmco-associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, in occasione della presentazione a Bari del documento di consenso “Il percorso assistenziale del paziente con scompenso cardiaco”, manifestazione organizzata nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco Shape 2006-07 promossa da Shape-gruppo di Studio Europeo sullo Scompenso Cardiaco, in collaborazione con Anmco e Simg-società Italiana di Medicina Generale. “In Italia sono circa 1 milione i malati di scompenso cardiaco, quasi il 2% della popolazione, molti di più di quelli affetti dai più frequenti tumori”, ha ricordato Alessandro Boccanelli, membro italiano del Direttivo Shape e Direttore della Cardiologia dell’Ospedale S. Giovanni di Roma. “Eppure, nessuno ne parla e pochi conoscono questa malattia. Secondo i dati di un’indagine condotta da Shape e pubblicata sullo European Heart Journal, solo 2 italiani su 100 sono in grado di descriverne i sintomi e solo 30 su 100 la ritengono una malattia grave. Non solo, 1 italiano su 3 è convinto che si tratti di una normale conseguenza dell’invecchiamento e non di una malattia legata a una grave alterazione cardiaca,” ha proseguito. “In effetti – ha spiegato Andrea Di Lenarda, Past-chairman Area Scompenso Cardiaco Anmco – il numero di malati di scompenso aumenta in maniera esponenziale con l’età: 1 per cento sino a 60 anni, 2 per cento tra 60 e 70, 5 per cento tra 70 e 80, oltre 10 per cento dopo gli 80. Tuttavia, si stimano in quasi 300 mila gli scompensati ‘giovani’, di età inferiore ai 60 anni. ” Di Lenarda ha inoltre illustrato i dati relativi ai costi per il sistema sanitario causati dallo scompenso cardiaco a livello nazionale. “Sono circa 200. 000 i ricoveri per la malattia ogni anno,” ha detto. “Lo scompenso è la seconda causa di ricovero ospedaliero dopo il parto ed il relativo Drg 127 il più costoso: ogni anno oltre 520 milioni di euro, pari al 2% dei costi totali del sistema sanitario nazionale per i ricoveri ospedalieri,” ha aggiunto. “Lo scompenso cardiaco è una delle patologie croniche a più alto impatto su sopravvivenza, qualità di vita dei pazienti e assorbimento di risorse”, ha detto Francesco Chiarella, Presidente nazionale Anmco. “La risposta del sistema ai bisogni di questi pazienti non è ancora ottimale, per eterogeneità culturali, professionali, organizzative che si riverberano in un’assistenza spesso discontinua e frammentaria. Per questo Anmco ha promosso nel dicembre 2005 una Consensus Conference cui hanno preso parte tutte le società scientifiche espressione delle figure professionali coinvolte nell’assistenza ai malati di scompenso insieme a Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, alcune Agenzie Sanitarie Regionali e Aziende Sanitarie Locali. L’obiettivo era ridefinire i ruoli e le responsabilità professionali nell’ambito di una nuova ed efficiente rete assistenziale al paziente scompensato. Ne è nato un documento, rivolto ad operatori e rappresentanti delle Istituzioni, il cui sostegno ed indirizzo è cruciale per avviare e implementare le strategie assistenziali proposte”, ha concluso. “Il percorso diagnostico-terapeutico del paziente scompensato è d’altronde incentrato sul principio della rete integrata, che consente di ottimizzare l’impiego delle risorse in stretta correlazione tra ospedale e territorio. Questo è anche il principio fondamentale della Consensus Conference che stiamo cercando di portare e tradurre sul territorio, anche con incontri come quello di oggi: il recepimento del documento a livello locale, infatti, è l’unica via attraverso la quale tutte le forze coinvolte possono realizzarne appieno le importanti finalità”, ha spiegato Di Lenarda. “Da molti anni Simg – ha aggiunto Claudio Cricelli, Presidente Simg-società Italiana di Medicina Generale – è impegnata nel migliorare la cura e l’assistenza ai pazienti scompensati attraverso la creazione di una rete indispensabile di competenze e collaborazioni professionali tra specialisti e medici di medicina generale. Proprio per questo abbiamo aderito subito al progetto complessivo, garantendo la nostra totale collaborazione e il pieno supporto al documento e alla campagna Shape”, ha concluso. “Questo documento di consenso è un passo fondamentale verso una maggiore attenzione allo scompenso cardiaco, una malattia purtroppo ancora largamente sottovalutata al di fuori del mondo medico. Le Autorità sanitarie e i Governi non dedicano sufficienti risorse alla lotta a questa malattia. Per questo Shape promuove dal 2004 una campagna di sensibilizzazione nei principali paesi europei,” ha ricordato infine Boccanelli. Shape organizza ogni anno in Italia, in collaborazione con diversi partner tra cui Simg, Anmco e la sua fondazione dedicata all’educazione e alla prevenzione cardiovascolare, Heart Care Foundation, diverse iniziative di sensibilizzazione ed educazione del cittadino, del medico e del decisore politico. Ulteriori informazioni su Shape e notizie sullo scompenso cardiaco sono disponibili sul sito www. Scompensocardiaco-europa. Com .  
   
   
MONITOR BIOMEDICO 2006: DALLE PATOLOGIE TUMORALI SI PUÒ GUARIRE, ANCHE FRA TANTE PAURE E CRITICITÀ LA RAPPRESENTAZIONE SOCIALE DELLE PATOLOGIE TUMORALI E I PROBLEMI DEI MALATI  
 
 Roma, 29 gennaio 2007 - Sono circa 1 milione e 700 mila gli italiani che nella loro vita hanno avuto una diagnosi di tumore. E’ un fenomeno molto diffuso e con delle implicazioni sociali rilevanti. Ma secondo il 75% degli italiani “dalle patologie tumorali si può guarire”, è questo un dato molto interessante che emerge dall’indagine svolta dal Censis per conto del Forum della ricerca biomedica su un campione di 1. 000 italiani (dei quali il 56% con esperienza diretta o indiretta di malattie tumorali). Tuttavia, il 68% degli intervistati ritiene il tumore “una malattia che, anche una volta sconfitta, rende necessario controllare la propria salute con attenzione anche dopo molti anni”. Il 25,2% crede che sia una patologia “con gravi sofferenze contro cui ancora troppo poco si può fare”. E i tumori continuano a fare molta paura, tanto che oltre il 67% degli intervistati, li ha indicati come la patologia che più temono possa affliggerli intaccando la salute e la qualità della vita. L’indagine ha anche consentito di analizzare quali siano, di fronte a una diagnosi di tumore, le reazioni ritenute dai cittadini più comuni. Ed è ancora una volta “la paura” la reazione più comune sia per coloro che non hanno avuto esperienza, diretta o indiretta, di tumore che per gli altri; ma va sottolineato che tra chi ha sperimentato il tumore è significativamente più alta la quota che indica come prima reazione “la voglia di reagire”. I problemi più gravi sono rappresentati: dall’individuazione dell’oncologo da contattare e della struttura alla quale rivolgersi (indicato dal 39,4% degli intervistati), le capacità professionali degli operatori con cui sono venuti in contatto (medici, infermieri ecc. ), anche negli aspetti psicologici e relazionali (33,1%), la qualità dei servizi nei luoghi di ricovero e negli ospedali (segnalata dal 32,1%), la rapidità nell’accesso ad alcuni esami diagnostici di controllo (scintigrafie, tac) indicata dal 30,1%, e infine la disponibilità e attenzione del medico di medicina generale dopo il ritorno a casa (20,2%). Nell’oncologia, inoltre, si riflette un divario territoriale, da nord, al centro al sud, nell’accesso alla tutela della salute che, appare ormai consolidato e consente di sottolineare come la questione meridionale sia stata sostanzialmente superata in molti ambiti della vita nazionale mentre continua a riemergere in modo sostanziale nel rapporto tra cittadini e Servizio sanitario. Alle patologie tumorali sono associati anche complessi problemi bioetici. Nell’indagine si è voluto cogliere il punto di vista degli italiani su chi dovrebbe e quando, eventualmente, interrompere una terapia che prolunga la vita della persona. Il 57% del campione crede che il malato o un suo familiare più prossimo hanno diritto a scegliere quando interrompere la terapia, a fronte di un 43% che, invece, ritiene sia necessario continuare le cure sino a che c’è possibilità di mantenere il malato in vita. Dal 2003 la percentuale di coloro che si dichiarano favorevoli all’interruzione delle terapie è aumentata del 7%, quindi tra i cittadini sembra diffondersi un’idea di auto-determinazione fondata sulla convinzione che è la soggettività a dovere prendere le decisioni finali sulla propria salute, anche quando include la prospettiva della morte. Nell’ambito del Monitor biomedico viene presentata anche un’analisi dell’andamento delle opinioni dei cittadini su devolution, performance dei servizi sanitari e sulla ricerca, da cui emergono elementi di criticità complessiva del sistema. La ricerca viene presentata il 25 gennaio a Roma, presso l’Auditorium del Ministero della Salute, da Giuseppe De Rita, Francesco Maietta, Carla Collicelli, Francesco De Lorenzo, Sergio Dompé, Ignazio Roberto Marino, Daniela Minerva, Francesco Perrone, Pasquale Spinelli. .  
   
   
ITALIA ALL’ULTIMO POSTO IN EUROPA PER SPESA SANITARIA IN PREVENZIONE: L’ALLARME DEI PEDIATRI ITALIANI  
 
Roma 29 gennaio 2007 - In Veneto dal 1° gennaio 2008 e in Piemonte successivamente le vaccinazione infantili non saranno più obbligatorie. Con la fine dell’obbligatorietà in alcune regioni italiane si inaugura una nuova fase in cui le vaccinazioni perdono le loro caratteristiche coercitive, ma divengono una scelta consapevole per le famiglie. C’è, però, il rischio che con la mancanza di obbligatorietà si abbia una caduta della copertura vaccinale (che ora è del 95 per cento) e quindi un generale peggioramento nella classifica europea per la prevenzione in sanità che vede l’Italia all’ultimo posto, assieme alla Turchia, con fondi allocati pari solo al 2 per cento della spesa sanitaria. “Il ruolo del pediatra sarà sempre più centrale per indirizzare comunque tutte le famiglie italiane verso una scelta consapevole” fa sapere dal Congresso Giuseppe Mele, Presidente della Fimp. “Venendo meno l’obbligo, le famiglie avranno meno occasioni di contatto con i centri vaccinali e il pediatra di famiglia resterà l’unico riferimento per i genitori per ricevere una corretta informazione sulle vaccinazioni”. A complicare le cose c’è anche il federalismo sanitario che conferisce alle regioni autonomia nella definizione della strategia vaccinale. La situazione in Italia per quanto riguarda le vaccinazioni per l’infanzia è molto articolata: 4 sono le vaccinazioni obbligatorie (poliomielite, difterite, tetano, epatite B); 5 le raccomandate (rosolia, morbillo, parotite, pertosse, Haemophilus influentiae di tipo B); per altre 3 (antivaricella, antipneumococco, antimeningococco di tipo C) ci sono pareri discordanti a livello di scelte regionali se proporle come vaccinazioni di massa (universali) o solo a soggetti a rischio. “L’autonomia regionale in campo vaccinale non è in sé un fatto negativo, ma richiede un rigoroso coordinamento che coinvolga anche il pediatra di famiglia, il quale deve poter intervenire a livello istituzionale nel definire le scelte strategiche regionali” ha sottolineato Mele. “La Fimp ha creato una rete di eccellenza sui vaccini che può essere utilizzata per suggerire nuove predisposizioni ed eventuali cambiamenti nel calendario nazionale e regionale vaccinale”. In questa fase l’azione del Pediatra di Famiglia si focalizza su due temi principali: il vaccino contro il papilloma virus e quello antinfluenzale. “Abbiamo molto apprezzato la sollecitudine con cui il Ministro Turco ha adottato la vaccinazione contro il papilloma” continua Mele “e come pediatri ci sentiamo molto coinvolti in una vaccinazione che interessa le adolescenti che sono a noi affidate”. L’altro punto caldo su cui la Fimp sta lavorando è la vaccinazione antinfluenzale, che la propria rete vaccini, in analogia con l’Associazione Americana di Pediatria, consiglia in tutti i bambini di età inferiore ai cinque anni. “La vaccinazione antinfluenzale deve partire già dal prossimo anno, visto che a buon diritto possiamo considerarci in periodo pre-andemico - conclude Mele “nel 2006 si è infatti registrato un incremento di casi, per cui è necessario cominciare a rodare il sistema vaccinazioni”. .  
   
   
VII GIORNATA NAZIONALE DI RACCOLTA DEL FARMACO "DONA UN FARMACO A CHI NE HA BISOGNO" ANIFA AL FIANCO DEL BANCO FARMACEUTICO PER IL SETTIMO ANNO CONSECUTIVO  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Sabato 3 febbraio, in tutta Italia, basterà recarsi in farmacia e acquistare un farmaco da banco per donarlo a chi oggi vive ai limiti della sussistenza. Anifa – Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione anche quest’anno sosterrà con un impegno ancora maggiore l’iniziativa promossa da Banco farmaceutico onlus, in collaborazione con Federazione impresa sociale – Compagnia delle opere e Federfarma Lombardia, sotto l’Alto patronato della Presidenza della Repubblica. Sabato prossimo, per il settimo anno consecutivo, Anifa (Associazione nazionale delle industrie farmaceutiche dell’automedicazione) parteciperà alla Giornata nazionale di raccolta del farmaco, promossa dal Banco farmaceutico onlus e che coinvolge circa 2. 600 farmacie distribuite in più di 1. 000 comuni e 75 province italiane. “Anifa e tutte le sue associate anche quest’anno sostengono con rinnovato impegno l’iniziativa solidale del Banco farmaceutico – spiega Angelo Zanibelli, presidente di Anifa –, testimoniando una volta di più la vicinanza dell’intero comparto alle situazioni di bisogno e indigenza. Siamo stati a fianco del Banco farmaceutico sin dalla prima ora – prosegue Zanibelli – convinti come siamo che la società civile, dalle associazioni cittadine alle imprese, debba impegnarsi nel sostegno ai meno fortunati venendo concretamente incontro ai loro bisogni con l’offerta di farmaci otc. Per tutti noi è un gesto importante che ha anche, di fondo, una grande valenza etica: ribadire il diritto alla salute per tutti, nessuno escluso”. A beneficiare dell’iniziativa saranno le oltre 260. 000 persone assistite dai 1. 000 enti assistenziali convenzionati con il Banco Farmaceutico in tutta Italia. “Attraverso un gesto semplice di carità – commenta Paolo Gradnik, presidente dell’associazione Banco farmaceutico onlus - come il donare un farmaco a chi non può permetterselo, è possibile condividere una necessità concreta andando più a fondo del senso delle cose: così ognuno di noi, rendendosi disponibile a condividere con gratuità il bisogno dell’altro, scopre il significato della propria esistenza”. L’impegno congiunto di Banco farmaceutico onlus, dei farmacisti e di Anifa ha permesso di raccogliere lo scorso anno 260. 000 confezioni di farmaci, per un controvalore di circa 1. 450. 000 euro. La Giornata nazionale di raccolta del farmaco è un’iniziativa unica nel suo genere, che coinvolge per un giorno all’anno decine di migliaia di persone in tutta Italia, tra volontari, farmacisti, donatori, e che ha permesso di raccogliere in 6 anni di attività oltre 780. 000 medicinali. L’iniziativa si svolge con il sostegno gratuito di due testimonial d’eccezione: Paolo Cevoli e Natasha Stefanenko, che per il quarto anno consecutivo confermano la propria presenza. I principali enti destinatari dei farmaci: Milano: Opera San Francesco (30. 000 assistiti all’anno in Ambulatorio), L´opera San Francesco offre quotidianamente servizi di Mensa, Ambulatorio, Servizio Docce-guardaroba e Segretariato Sociale. Dal solo ambulatorio ogni giorno passano circa 200 persone tra immigrati e persone senza fissa dimora. Milano: Opera Malati Poveri San Fedele (20. 000 assistiti all’anno) L’opera Malati Poveri San Fedele -“la farmacia dei poveri”- assiste oltre 100 persone al giorno, con l’obiettivo di prestare soccorso materiale e morale ai malati più poveri e soli. Torino: Gruppo Abele (oltre 5. 000 assistiti all’anno) L´attività principale del Gruppo è l´accoglienza – alloggio, inserimento lavorativo, servizi sanitari – a favore di chi è più in difficoltà: tossicodipendenti, malati di Aids, alcoolisti, ex carcerati, prostitute. Rimini: San Patrignano (2. 000 assistiti all’anno) La Comunità di San Patrignano è un centro residenziale che si occupa dell´accoglienza e del recupero di tossicodipendenti. Roma/salerno: Caritas (rispettivamente 5. 000 e 2. 000 assistiti all’anno). La Caritas è un organismo pastorale a sostegno dei più poveri. Bologna: Poliambulatorio Irnerio Biavati (2. 000 assistiti all’anno) L’ambulatorio "Irnerio Biavati" offre assistenza sanitaria alle persone in condizioni di estremo disagio e povertà: immigrati, emarginati, senza fissa dimora, ospiti dell´ asilo notturno comunale, ex detenuti, malati poveri senza riferimenti stabili. Novara: Ambulatorio Pronta Accoglienza (2. 500 assistiti all’anno) L´ambulatorio Pronta Accoglienza è un luogo di assistenza socio-sanitaria alle persone indigenti: medicina di base, ginecologia, pediatria, dermatologia i servizi offerti. Bari: Ambulatorio Medico – Parrocchia Cattedrale di Bari (oltre 500 assistiti all’anno) L´ambulatorio della Parrocchia Cattedrale di Bari presta assistenza medica e farmaceutica gratuita a persone indigenti prive di assistenza sanitaria: extracomunitari, senza fissa dimora. Udine: Provincia Religiosa di S. Marziano - Piccolo Cottolengo don Orione (oltre 200 assistiti) Il Piccolo Cottolengo friulano offre accoglienza fisica, morale e affettiva ai portatori di handicap fisico e psichico. I farmaci raccolti: farmaci per la febbre;; farmaci per il raffreddore; farmaci per curare i dolori; farmaci per curare l´influenza; farmaci per lo stomaco; farmaci lassativi; collirio; fermenti lattici; disinfettanti. .  
   
   
VIA LIBERA ALL´ACCORDO DI PROGRAMMA PER IL NUOVO OSPEDALE DEI CASTELLI ROMANI  
 
Roma, 29 gennaio 2007 - La Giunta regionale del Lazio ha dato il via libera all´Accordo di programma tra la Regione Lazio, la Asl Rmh e il Comune di Ariccia per la realizzazione del Nuovo Ospedale dei Castelli Romani, su un´area di 15 ettari. Su altri 5 ettari sorgeranno strutture di edilizia privata con interesse pubblico: una Rsa, un polo universitario per lauree brevi, un centro congressi e una struttura ricettiva collegata sia all´ospedale sia al centro congressi. "Dopo molti anni di attesa sarà possibile realizzare un ospedale di grande importanza, capace di migliorare la qualità dell´offerta sanitaria in un´area molto vasta e popolata della Provincia di Roma, come i Castelli Romani - ha detto il presidente della Regione Piero Marrazzo - Attraverso un percorso trasparente di dialogo con le amministrazioni locali siamo arrivati a questo risultato. Si comincia finalmente a parlare della sanità che vogliamo, della sanità laziale di domani". "Il provvedimento approvato oggi dalla Giunta regionale del Lazio costituisce la prima pietra per la realizzazione del Nuovo Ospedale dei Castelli Romani - spiega Massimo Pompili, assessore all´Urbanistica e vicepresidente della Giunta regionale – La struttura, che comprenderà un ospedale pubblico, finanziato dalla Regione e edilizia privata di uso pubblico, che andrà ad integrare e affiancare l´offerta di prestazioni sanitarie. L´operazione si inquadra nel Piano di Programmazione ospedaliera messo a punto dalla Regione Lazio. In attuazione del Protocollo d´intesa siglato l´estate scorsa tra la Regione, la Asl Rmh e il Comune di Ariccia, la Conferenza di Servizi, alla quale hanno preso parte tutte le amministrazioni competenti, nelle scorse settimane ha dato il parere favorevole alla necessaria variante urbanistica per la realizzazione del progetto". .  
   
   
PAOLO DI LORETO E’ IL NUOVO DIRETTORE REGIONALE ALLA SANITA’ UMBRA  
 
Perugia, 26 gennaio 2007 - Paolo di Loreto, dirigente del servizio programmazione economico finanziaria dell’assessorato regionale alla sanità, è il nuovo Direttore regionale alla sanità e servizi sociali della Regione Umbria. Di Loreto, nominato dalla Giunta regionale, sostituirà Domenico de Salvo. La durata dell’incarico è stata fissata dall’esecutivo al 31 luglio 2008, in accordo con la data di scadenza degli incarichi dei direttori delle varie aree della Regione. .  
   
   
UNIVERSITÀ: AL VIA AZIENDE MISTE E TAVOLO TECNICO CON REGIONE ABRUZZO INCONTRO TRA IL PRESIDENTE DEL TURCO E I RETTORI  
 
L´aquila, 29 gennaio 2007 - Avvio di aziende miste ospedaliere e istituzione di un tavolo tecnico tra Regione e Università. E´ quanto emerso dalla riunione del 26 gennaio con il Ccrua, il comitato di coordinamento regionale delle Università abruzzesi. Presenti, tra gli altri, il Presidente Ottaviano Del Turco, gli assessori regionali Valentina Bianchi e Bernardo Mazzocca, il segretario generale della Presidenza, Lamberto Quarta, i rettori di Chieti, Teramo e L´aquila, Franco Cuccurullo, Mauro Mattioli e Ferdinando Di Orio. E´ stato fatto il punto della situazione sullo stato dei lavori, sulle proposte provenienti dal sistema universitario abruzzese e sull´impegno della Regione in questa direzione. Importante sarà la trasformazione degli ospedali di L´aquila e Chieti in aziende ospedaliere miste Università/regione. Nelle prossime settimane verrà firmato il protocollo d´intesa. E´ stato istituito, inoltre, un tavolo tecnico per approfondire il disegno di legge attualmente all´esame del consiglio regionale e per individuare le prospettive finanziarie possibili in linea con il programma di interventi previsti nel Dpfr e nel Piano di sviluppo regionale, in via di redazione. "Abbiamo adottato un metodo di confronto e condivisione sicuramente rivoluzionario - ha commentato il presidente Del Turco - e su questa strada vogliamo proseguire. Abbiamo discusso le loro proposte e ci accingiamo a rendere operativa l´intesa raggiunta". .  
   
   
ASSEGNI DI STUDIO PER IL PERSONALE SANITARIO  
 
 Bolzano, 29 gennaio 2007 - La Provincia concede assegni di studio per la formazione di base e continua delle professioni sanitarie, degli operatori tecnici e del personale ausiliario in ambito sanitario per l´anno scolastico 2006/2007. Sono aperti i termini di presentazione delle domande. Gli assegni di studio per il personale sanitario vengono concessi per la frequenza di diverse tipologie di corsi. Per i corsi di formazione di base, possono beneficiare dell´assegno di studio gli studenti il cui reddito familiare dell´anno 2005 non abbia superato Euro 24. 500,00 (dedotte le quote esenti). L´assegno di studio è scaglionato in base al reddito e alla durata del corso e viene concesso solo per quelle figure professionali, per le quali sussiste un documentato fabbisogno nell´ambito socio-sanitario. Per i corsi di formazione specialistica, è richiesta una durata minima di almeno 14 giornate e il parere positivo del direttore sanitario e del superiore diretto. Non viene presa in considerazione la situazione del reddito familiare. L´assegno di studio è pari al 50% delle tasse di iscrizione e frequenza, fino ad un massimo di € 2. 500,00 l´anno. Le domande dovranno essere presentate all´Assessorato provinciale alla Sanità, Ufficio formazione del personale sanitario, Corso Libertà 23, 8° piano, Bolzano, dove sono disponibili anche i relativi moduli. La scadenza di presentazione delle domande è il 2 maggio per i corsi che hanno inizio tra gennaio e luglio 2007. Moduli e criteri possono essere anche scaricati dalla seguente pagina Internet: www. Provincia. Bz. It/sanita/2305/ alla voce "Modulistica". Per ulteriori informazioni è a disposizione l´Ufficio formazione personale sanitario (sig. Na Claudia Paulato – tel. 0471/411612 – 411600 – e-mail claudia. Paulato@provinz. Bz. It). .  
   
   
PRESENTATO A VERONA CENTRO PRENOTAZIONE TELEFONICA DELL’ULSS 20  
 
Verona, 29 gennaio 2007 - E’ stato presentato oggi, a Verona, nel corso di una conferenza stampa, il Centro di prenotazione telefonica (call center) dell’Azienda Ulss n. 20: erano presenti l’assessore regionale alle politiche sanitarie, Flavio Tosi, il Direttore generale dell’Ulss n. 20, Ermanno Angonese e il consigliere della Fondazione Cariverona, Carlo Vivenza. “E’ un ulteriore passo in avanti – ha detto Tosi – per migliorare, attraverso l’informatica, la possibilità di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie. Prima c’erano le tutte le Ulss veronesi in rete fra di loro, ma con 3 numeri telefonici diversi; oggi c’è un unico numero di telefono cui possono rivolgersi i cittadini di tutta la provincia di Verona per prenotare tutta una serie di esami e prestazioni in tutti gli Ospedali o in tutte le strutture sanitarie veronesi. Il passo successivo nell’informatizzazione della sanità sarà la possibilità di prenotazione delle prestazioni tramite Internet”. “Con il Centro di prenotazione telefonica unico – ha concluso Tosi – si potranno ridurre significaticamente le liste di attesa, in quanto il cittadino, sapendo dove può ottenere nel tempo più breve la prestazione richiesta, eviterà le prenotazioni multiple, spesso non disdette, che incidono per il 13 per cento sulle liste d’attesa stesse”. Oggi attraverso il call center (045-6138760) si possono prenotare 45 tipi di prestazioni, cui tra poco se ne aggiungeranno altre 30 e, successivamente, anche quelle radiologiche, raggiungendo, praticamente, la totalità delle prestazioni prenotabili. Il servizio di prenotazione telefonica è attivo dalle 8. 00 alle 15. 30, dal lunedì al venerdì, festività escluse. La maggior parte delle prestazioni sono prenotate direttamente dal centro di prenotazione telefonica (call center). Solo per alcune prestazioni, la chiamata è deviata al servizio specialistico di riferimento o saranno forniti i numeri di telefono per contattare direttamente i servizi stessi. Il call center serve anche a comunicare la rinuncia della prenotazione. Ciò consente di recuperare posti disponibili per altre prenotazioni. Il Progetto è stato realizzato col contributo finanziario di Fondazione Cariverona, parte del quale è servita a completare la dotazione di strumenti del call center dell’Ulss 22 di Bussolengo per uniformare la tecnologia utilizzata. .  
   
   
LEGNO&EDILIZIA, MOSTRA INTERNAZIONALE DI EVENTI ALLA FIERA DI VERONA L’EVENTO BIENNALE PER IL SETTORE, DAL 15 AL 18 FEBBRAIO  
 
Verona, 29 gennaio 2007 - Cinque convegni e un seminario faranno il punto sull’utilizzo in Italia del legno per le costruzioni edili e sulle normative relative ai materiali per le ristrutturazioni: il 15 febbraio di “Evoluzione dell’utilizzo della parete in legno nell’Edilizia” e “Progetto Casaclima Alto Adige”, il 16 di “Scenari ed innovazione possibile” (seminario intensivo sulle costruzioni di legno). Il 17 sarà la volta dei convegni su “Esempi di architettura sostenibile” e “La casa in legno: tecniche e soluzioni costruttive”. Domenica 18 si tratterà invece di “Riabilitazioni strutturali di manufatti lignei, altrimenti impossibili, in armonia con la nuova Uni-normal Gl 20/14 U840004”. Tutto questo sarà prezioso corollario della 5^ Mostra internazionale sull´impiego del legno nelle costruzioni. Nei tre padiglioni la mostra riunirà le novità internazionali in fatto di macchinari e utensili, carpenteria (travature e pannelli), tetti, pareti, case prefabbricate e costruzioni per esterni, strutture lignee portanti per uso civile e per impianti pubblici, semilavorati, casseforme, telai e controtelai, infissi, pavimenti, scale, soffitti e rivestimenti; oltre ai materiali: dalle colle alle vernici, dagli impregnanti ecologici ai sistemi di fissaggio, di sicurezza, agli isolanti, agli accessori, agli studi di progettazione e certificazione. Il carattere internazionale dell’evento è dato dalla presenza espositiva di aziende di 16 paesi (erano 13 la scorsa edizione): Austria, Germania e Italia in testa, Svizzera, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Slovacchia, Norvegia, Canada, Polonia, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Stati Uniti, Canada. Tra le iniziative collaterali ricordiamo: ”I cinque sensi del legno” promosso in collaborazione con la rivista Progetto Legno-reed Business Information: si tratta di uno spazio progettato e allestito dall’arch. Daniele Manichini per offrire al visitatore un contatto diretto con le essenze, odorandole, ascoltando i suoni del bosco e della segheria, gustando il succo d’acero e vedendo quali sono i possibili usi strutturali- architettonici e di design del legname. Nuova anche l’iniziativa Legnopareteevoluzione, logica prosecuzione di “Legnopareteinnovazione” realizzata nel 2005 e sempre coordinata dall’architetto Franco Ficchì. Accanto alla presentazione delle aziende impegnate nella ricerca di materiali per realizzare moderne strutture, si potranno avvicinare i risultati degli studi europei in materia. Nuovo lo spazio espositivo Tetto&pareti, al cui interno i lattonieri, i coperturisti e le imprese edili, troveranno materiali e sistemi per i più idonei rivestimenti. Nuovi anche i concorsi: Click Legno rivolto agli studenti delle superiori e universitari, che intende documentare con foto particolari impieghi edili, dettagli costruttivi, ma anche curiose situazioni che hanno come protagonista il legno. Il Concorso Riabita sulle ristrutturazioni delle case per vacanze. Si tratta dei lavori degli architetti fiorentini Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj che hanno vinto con il piano di ristrutturazione di una villa sulle colline intorno a Firenze); del progetto (risultato secondo) dell’architetto Anna Bartoli di Monza, per la ristrutturazione di una baita a Larecc nei pressi di Domodossola; e di quello (terzo posto) dello Studio Pan Associati di Milano per la trasformazione di una stalla/fienile in residenza per vacanze a Stadera di Nibbiano (Vi). .  
   
   
PALAZZO STROZZI, LA SFIDA DELLA CONTEMPORANEITÀ LA FONDAZIONE ANNUNCIA IL PROGRAMMA 2007 – 2009: SETTE GRANDI MOSTRE, MA ANCHE MOLTA CULTURA DEI NOSTRI GIORNI.  
 
 Firenze, 29 gennaio 2007 - Il Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi Lorenzo Bini Smaghi e il Direttore Generale James Bradburne hanno presentato a Firenze il primo programma triennale (2007 – 2009) destinato a trasformare l’omonimo cinquecentesco edificio, situato nel cuore della città, in un moderno cantiere della cultura, gestito con standard europei e una Governance innovativa, con la collaborazione di enti pubblici, capitale privato e grandi istituzioni internazionali. È il più importante progetto del genere mai attuato in Italia. Palazzo Strozzi avrà tre spazi, per le grandi mostre (sette in questo primo triennio) e le arti contemporanee; ospiterà conferenze, concerti e sarà aperto ai giovani. Sarà inoltre dotato di servizi funzionali, di bar/ristorante, di una libreria (apertura ipotizzata in autunno) e di una mostra permanente sulla storia stessa dell’edificio. Tutto ciò con un’enfasi particolare sulla contemporaneità in termini di approccio ai contenuti. Ovvero:“contemporaneo non è ciò che si fa, ma come si fa”. Il budget previsto garantirà l’equilibrio della gestione e l’autonomia finanziaria. Il bilancio annuo è stimato intorno ai 7 milioni all’anno, con il contributo degli enti pubblici, della neonata Associazione Partners di Palazzo Strozzi (costituita dai gruppi Ferragamo, Fingen, Gucci, Ppr, Intesa Sanpaolo, Boston Consulting, Banca Toscana, Eni, Nuovo Pignone), e di sponsor. Alle grandi mostre è riservato il piano nobile, dove si stanno concludendo importanti ammodernamenti. Debutto dal 2 marzo al 29 luglio con Cézanne a Firenze (promossa e prodotta dall’Ente Cassa di Risparmio). Poi, da ottobre, La moda che cambia la moda, in collaborazione con il Los Angeles County Museum of Art, dedicata ai rivoluzionari stilisti degli ultimi vent’anni. Tre gli appuntamenti del 2008: in primavera Impero Celeste sull’arte cinese antica, in estate Dipingere la luce (60 capolavori per raccontare tecniche e segreti dei maestri dell’Impressionismo), in autunno Donne al potere, dedicata alle due fiorentine regine di Francia, Caterina e Maria de’ Medici, e ai famosi arazzi creati in loro onore. Nel 2009, anno di Galileo, la grande mostra storico-scientifica Macrocosmo (la rappresentazione dell’Universo dagli antichi all’invenzione del cannocchiale) coprirà primavera ed estate. In autunno Dolci Inganni, ovvero l’arte del trompe l’oeil. Entro dicembre debutterà anche il programma della Strozzina (nelle vaste cantine restaurate), che sarà riservata alla contemporaneità: arti digitali, fotografia, architettura, design. Il Cortile, dove insieme alla nuova biglietteria troveranno posto bar/caffetteria, libreria e mostra permanente, sarà invece trasformato in piazza-galleria, teatro di concerti e performance, con i tre affacci su via Tornabuoni, via Strozzi e piazza Strozzi sempre aperti. L’obiettivo generale è incoraggiare l’uso continuato dell’edificio e di attrarre alle mostre almeno 300 mila visitatori all’anno. La Fondazione curerà anche le esposizioni al Forte di Belvedere con un programma dedicato alla scultura che debutterà nel 2008. Alla presentazione hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni, gli stakeholders, il nuovo Assessore alla Cultura Giovanni Gozzini per il Comune di Firenze, i Presidenti della Provincia e della Camera di Commercio, Matteo Renzi e Luca Mantellassi, il Sovrintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini. Il Consiglio di Amministrazione ha intanto cooptato stamani due nuovi membri espressi dall’Associazione dei Partners: Rocco Forte e Francois Henri Pinault (Ppr), che si aggiungono a Diego Della Valle, Enzo Cheli, Jacopo Mazzei e alla stessa Acidini. .  
   
   
ALBERTO GIACOMETTI. I PRIMI ANNI BROLO, CENTRO D’ARTE E CULTURA MOGLIANO VENETO (TV) 3 FEBBRAIO – 6 MAGGIO 2007  
 
 Mogliano Veneto, 29 gennaio 2007 - Con la mostra Alberto Giacometti. I primi anni il Brolo, Centro d´Arte e Cultura di Mogliano Veneto, presenta dal 3 febbraio al 6 maggio 2007 la più vasta rassegna mai dedicata al periodo di formazione giovanile del celebre scultore. Promossa dall´Amministrazione comunale di Mogliano Veneto, in collaborazione con il Kunsthaus e la Fondazione Alberto Giacometti di Zurigo, la mostra curata da Casimiro Di Crescenzo si propone di mettere in luce i primi, cruciali, passi del lungo cammino artistico di Alberto Giacometti (1901-1966). Settantasette le opere presenti in mostra – ventitre sculture, nove dipinti, quarantacinque tra acquarelli e disegni – riunite grazie al generoso prestito della Fondazione Alberto Giacometti e del Kunsthaus di Zurigo, del Bündner Kunstmuseum di Coira, della Fondazione Marguerite Arp di Locarno e di numerosi collezionisti privati, la cui partecipazione ha permesso di riunire un importante numero di inediti: tre dipinti e oltre venti opere su carta, tutti mai esposti prima, concorreranno insieme alle opere già note a delineare con precisione la ricerca estetica del giovane Giacometti. Un percorso che si snoda a partire da un disegno del 1911 fino alle opere del 1929, anno in cui egli entra in contatto con gli artisti surrealisti, Bataille prima e Breton successivamente. La prima sezione della mostra Alberto Giacometti. I primi anni illustra la formazione giovanile a fianco del padre Giovanni Giacometti, famoso pittore post-impressionista, e dei suoi amici Ferdinand Hodler e Cuno Amiet. Deciso nel 1919 di diventare artista, pittore o scultore, Giacometti inizia ad allontanarsi dalla sua valle natale, prima recandosi a Ginevra e poi con due viaggi in Italia nel 1920 e nel 1921. La seconda parte indaga l´arrivo a Parigi nel 1922 dove, accanto agli insegnamenti dell´Académie de la Grande Chaumière e alle visite nei musei, Giacometti scopre le avanguardie, in particolare quella post-cubista e studia le opere di scultori come Picasso, Brancusi, Lipchitz e Laurens. Ben presto si interessa anche a nuove ricerche artistiche e guarda con passione all’arte africana, messicana e oceanica. La mostra si conclude con le Costruzioni del 1929, sculture che si aprono allo spazio e si arricchiscono di connotazioni oniriche, subito notate dal gruppo surrealista e che determinano il primo, inaspettato e rapido successo di Giacometti. Il Kunsthaus di Zurigo, interessato ai nuovi aspetti critici presenti nel progetto, ha chiesto di poter ospitare la mostra Alberto Giacometti. I primi anni. L’esposizione sarà aperta presso l’istituzione museale di Zurigo dal 16 maggio al 26 agosto 2007. Www. Brolo. Org .  
   
   
I MACCHIAIOLI, SENTIMENTO DEL VERO A PALAZZO BRICHERASIO, TORINO  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - A vent’anni dalla grande mostra alla Mole Antonelliana tornano a Torino, nelle sale di Palazzo Bricherasio, i Macchiaioli. La mostra, curata da Francesca Dini, propone un itinerario di oltre cento opere, articolato in otto sezioni, volto a studiare l’originale e rigoroso rapporto dei Macchiaioli con “i principi del vero". La prima sezione (Origine e affermazione della "macchia") esemplifica con noti capolavori di Telemaco Signorini (Pascoli a Castiglioncello, Ritorno dalla capitale e Giovani pescatori) di Serafino De Tivoli (Una pastura), di Vito D´ancona, di Giovanni Fattori, di Raffaello Sernesi, l´invenzione della "macchia", strumento ed emblema del movimento dei realisti toscani. La seconda sezione (Castiglioncello e Piagentina, realtà e lirica del paesaggio) introduce al momento più poetico della storia dei Macchiaioli come movimento unitario. Nel corso degli anni sessanta infatti tali artisti alternarono la loro presenza tra la villa del critico e mecenate Diego Martelli a Castiglioncello e la campagna fiorentina di Piagentina: le splendide predelle di Odoardo Borrani, di Raffaello Sernesi, di Giuseppe Abbati (di quest´ultimo in particolare si segnala l´inedito Paese di Vada nella Maremma toscana), straordinari capolavori di Fattori (Riposo in Maremma, Criniere al vento, Pasture in Maremma, Diego Martelli a Castiglioncello), di Signorini (I renaioli sull’Arno), di Silvestro Lega (La visita in villa), attestano un nuovo modo di rapportarsi con il paesaggio. La terza sezione (L´epica del quotidiano) ruota attorno al ritrovato capolavoro di Telemaco Signorini L´alzaia, oggi proprietà di una collezione inglese, e raggruppa splendidi dipinti (di Fattori, Le macchiaiole e Raccolta del fieno in Maremma, di Borrani Cucitrici di camicie rosse, di Abbati L’orazione, di Lega Educazione al lavoro) esemplificativi di quella sublimazione del tema lavoro e della realtà della vita quotidiana italiana del tempo, che è dimensione primaria di questi pittori. La quarta sezione (Presagi di Naturalismo nella pittura dei Macchiaioli) si raccoglie attorno al magnifico Ave Maria di Fattori, non più visto da oltre cinquant’anni, attestando l’insinuarsi nella poetica dei Nostri di inevitabili influenze internazionali, che contemperano da un lato la pittura dei campi di Jules Breton (Cristiano Banti, Confidenze), e dall’altro il caldo olandesismo degli interni di Alfred Stevens e di James Tissot (Signorini, Non potendo aspettare, Borrani, Una visita al mio studio, D’ancona, Signora in conversazione). La quinta sezione (La declinazione “gentile” del vero) documenta l’impegno di artisti macchiaioli della seconda generazione ad una trascrizione “oggettiva” del vero che, depotenziando i valori di sintesi e di tensione etica della precedente produzione macchiaiola approda dopo il 1870 ad un fare più piacevolmente narrativo. Sono esposte le opere di Francesco Gioli (Il Monte di Pietà e Boscaiole di San Rossore), di Niccolò Cannicci (Il girotondo e Primi raggi), di Egisto Ferroni. A partire dagli anni Ottanta i capiscuola macchiaioli, pur rimanendo fedeli ai temi precipui del Realismo, tendono a sviluppare percorsi individuali, Fattori esprimendo con rigore nel verismo integrale dei grandi quadri maremmani, il sentimento di appartenenza alla civiltà della sua terra (Sesta sezione: la “verità” di Fattori) Signorini privilegiando il “carattere” nella tipizzazione dei volti di Riomaggiore (Settima sezione, Il “carattere” di Signorini); Lega accentuando la spiritualità delle sue donne del Gabbro (Ottava sezione, il “Sentimento” di Lega). E’ attraverso questi tre grandi maestri che l’eredità dei Macchiaioli si consegna al Novecento. .  
   
   
NEPENTE ART GALLERY PAOLO BERNABINI CAHIER DE VOYAGE DAL 2 AL 24 MARZO  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Lo sguardo di Paolo Bernabini si posa sul paesaggio italiano. Indugia sui panorami. Delinea gli orizzonti. Come un fotografo d’altri tempi percorre il territorio che gli appartiene, lo studia, attende il momento opportuno. Fino a comporre una ponderata scenografia, in cui ogni cromatismo è attentamente bilanciato. Ogni tinta accesa è negata o quantomeno sedata. Il colore dipinge un’atmosfera sospesa, talvolta incantata che induce lo spettatore a fermarsi e a osservare. Ad aspettare che accada qualcosa all’interno dell’immagine. Qualsiasi cosa, seppur impercettibile. Invece, nulla si muove e una sottile sensazione di sospensione persiste, immutata, accomunando paesaggi distanti tra loro. Luoghi sempre disabitati dove si immagina un’umanità che ha appena abbandonato la scena, solo un istante prima dello scatto. Perché spesso si intravedono, nelle fotografie di Paolo Bernabini, i segni della civiltà. Ma si tratta di segni pressoché atemporali. Di oggi forse, o forse di trent’anni fa. Spesso vi si ritrova una connotazione geografica, tuttavia la persistente indeterminatezza cronologica non fa che enfatizzare un magico presentimento di attesa. Cahier de Voyage, Diario di viaggio, appunto, propone una selezione di opere inedite, che ritraggono molti luoghi comuni tipici dell’immaginario collettivo, che il fotografo ha realizzato lungo un percorso iniziato una decina di anni fa e che continua a portare avanti. Luoghi che rivelano spesso una sensibilità romantica e allo stesso tempo l’eredità di una lunga tradizione: la rappresentazione del paesaggio italiano. Paolo Bernabini (Cervia, 1961) vive e lavora a Imola. È uno dei nuovi rappresentanti della fotografia di paesaggio italiana contemporanea. Dal 1999 è il fotografo ufficiale della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna. Negli anni recenti ha preso parte a diverse mostre collettive e personali in tutta Italia tra le quali: Mediterranea (Bari, Pinacoteca Provinciale, 2006), Da Guarene all’Etna 04 (Palermo, Galleria Civica, 2004), Modena per la fotografia, l’idea di paesaggio nella fotografia italiana dal 1850 ad oggi (Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini, 2003), Immagini del nostro tempo (Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, 2003), Exit (Torino, Fsrr, 2002), Da Guarene all’Etna 02 (Padiglione Italia, Venezia, 2002), Paesaggi fluttuanti (Santuario di Oropa 2001), 900km (Prato Galleria Dryphoto, 2001). .  
   
   
AI CONFINI DELLA CITTA’ SOTTO IL VIADOTTO, NIENTE? UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DI MASSIMO PRIZZON PRESSO IL CENTRO CULTURALE CASCINA GRANDE A ROZZANO (MILANO)  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Si inaugura il prossimo 3 febbraio presso il Centro Culturale Cascina Grande a Rozzano (Milano) la mostra fotografica di Massimo Prizzon “ Ai Confini Della Citta’. Sotto il viadotto, niente?”, a cura di Roberto Mutti. Parte della mostra sarà ospitata in contemporanea anche presso Art Book Milano in Via Ventura, Lambrate. La mostra è il primo evento nato in seno al progetto Fotofilia che intende promuovere la fotografia italiana d’autore. «Talvolta la fotografia sa indagare nella realtà fino a farne emergere quegli aspetti che a un primo sguardo potevano essere sfuggiti. Massimo Prizzon ha cercato un punto di osservazione decisamente insolito, quello posto al di sotto dei viadotti delle tangenziali milanesi, dove ci immaginiamo che i piloni di sostegno affondino nel nulla, i guard rail e i muretti di protezione ci dividano dall’indefinito. Trasformando strade e ponti in trampolini di una bellezza ardita, strutture portanti in colonne di moderne cattedrali, il fotografo ci fa scoprire un mondo diverso e nascosto dove crescono gli alberi, si snodano le piste ciclabili, si allargano i prati». Roberto Mutti In particolare, nello spazio espositivo Cascina Grande saranno visibili 60 fotografie dell’autore e un corner video con circa 250 immagini in bianco e nero, sincronizzate con una colonna sonora di brani tratti dalle esperienze musicali giovanili metropolitane. Presso Art Book Milano verranno esposte altre 17 stampe di grande e medio formato sullo stesso tema. La mostra si colloca all’interno della rassegna culturale “La nuova scena urbana” – mutamenti, trasformazioni, riqualificazioni e riconversioni: città, periferia, hinterland fra evoluzione, progresso e degrado. La rassegna è incentrata su una serie di manifestazioni culturali che si pongono l’obiettivo di discutere e approfondire problematiche relative ai temi della città, delle periferie e di una nuova urbanità. Le periferie, definite come “luoghi d’attraversamento” o, addirittura, veri e propri “non luoghi”, corrispondono paradossalmente, nell’era delle comunicazioni ultraveloci, a una condizione di incomunicabilità e di solitudine assoluta. L’arte dimostra ormai da tempo una notevole attenzione verso queste problematiche, su cui ha riflettuto generando numerose testimonianze espressive e sollecitando l’interesse di innumerevoli artisti oggi impegnati nell’elaborazione di una nuova, inedita rappresentazione della scena urbana. Massimo Prizzon Nel 1973, anno in cui consegue la laurea in architettura, riceve dalla madre un regalo che sembra un segno del destino: una Nikon F2. Da allora, infatti, pur avendo lavorato professionalmente nel campo dell’architettura, del marketing, dell’editoria, della comunicazione e della pubblicità, Massimo Prizzon continua a fotografare spinto da quella passione che caratterizza ogni non professionista. Nel 2003, dopo trent’anni, decide di non accontentarsi della sola passione: legge libri e frequenta mostre più di quanto non facesse prima, segue dei corsi per migliorare sia la tecnica sia l’espressività e decide di intraprendere la carriera di fotografo professionista. Il ritratto e il paesaggio – naturale e urbano – sono i temi che più lo affascinano L’incontro con Lanfranco Colombo, avvenuto nel 2004, è determinante: il “grande vecchio” della fotografia italiana – fondatore nel 1967 del Diaframma, la prima galleria al mondo dedicata interamente alla fotografia – vede i suoi lavori, lo incoraggia e gli organizza la prima mostra personale nello spazio espositivo Giovenzana Images on the Road a Milano. Da qui la realizzazione di una nuova mostra, grazie all’incontro con il fotografo Gianni Maffi, che da anni si occupa dello spazio espositivo del Centro Culturale "Cascina Grande" di Rozzano, organizzando mostre e iniziative dedicate alla divulgazione del linguaggio fotografico e audiovisivo. Centro Culturale Cascina Grande Inaugurato nel 1999, il centro culturale Cascina Grande è un modello di riscoperta e riutilizzo di beni ambientali finalizzato alla fruizione artistica e culturale. Concepito come un sistema di spazi coperti e aperti dedicati alla cultura e all´incontro, ospita regolarmente mostre d´arte e di fotografia. Www. Cascinagrande. It .  
   
   
DEBUTTA IL 1 FEBBRAIO AL TEATRO DELLA LUNA DI MILANO CABARET, IL MUSICAL CON MICHELLE HUNZIKER PRODOTTO DALLA COMPAGNIA DELLA RANCIA CON LA REGIA DI SAVERIO MARCONI.  
 
 Milano, 29 gennaio 2007 - Rappresentato un po’ ovunque in Europa e attualmente in scena in Inghilterra e in Francia, dopo i recenti successi in Germania, Spagna e Olanda, non poteva mancare in Italia per la stagione 2006/2007. La prima rappresentazione risale al 1966, quando il musical debuttò a Broadway, al Broadhurst Theatre, dove rimase per ben 1166 repliche. Da allora è stato rappresentato in tutto il mondo con enorme successo, favorito dalla popolarità della versione cinematografica di Bob Fosse del 1972 con protagonista Liza Minnelli. Cabaret vanta una colonna sonora eccitante, giustamente entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani intramontabili come “Mein Herr”, “Money money” e “Life is a cabaret”. La Compagnia della Rancia presenta una versione italiana frizzante che accompagnerà con leggerezza gli spettatori a un finale di grande emozione. Michelle Hunziker, affiancata da un grande cast e da un’orchestra dal vivo, torna in teatro, dopo il grande successo di “Tutti insieme appassionatamente”, con un personaggio accattivante: Sally Bowles, una ragazza ingenua e piena di sogni, ma anche frivola ed eccentrica. Al suo fianco, nel ruolo del Maestro delle Cerimonie, Christian Ginepro, attore di musical, vincitore del premio Nazionale Massimini nel 2005, che aveva debuttato nel 1998 proprio con la Compagnia della Rancia dapprima nel musical “A chorus line” e poi in “Sette spose per sette fratelli”. Una grande storia d’amore ambientata nel fascino sognante del mitico “Kit Kat Klub” nell’Europa degli anni ‘30. In occasione di questo speciale musical, lo spazio della platea del Teatro della Luna, nelle immediate vicinanze del palcoscenico, entrerà a far parte dello spettacolo: le prime quattro file di poltronissime, infatti, saranno sostituite dai tavolini del “Klub”, ricreando fedelmente la magica atmosfera del locale. Sui tavolini del “Kit Kat Klub” spiccherà l’inconfondibile rosso brillante di Sanbittèr che, in qualità di main sponsor, ha scelto di far parte del mondo di Cabaret che, come il suo, è spensierato e ricco di musica. Dopo Milano, Cabaret sarà in scena a Roma dal 17 maggio al Teatro Sistina. .  
   
   
AL TEATRO LEONARDO UBU RE DI ALFRED JARRY  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - La storica compagnia di Quelli di Grock porta in scena al Teatro Leonardo, dopo il felice debutto dello scorso anno, Ubu re, di Alfred Jarry, scandaloso testo rappresentato per la prima volta presso il Theatre de l´Oeuvre di Parigi nel 1896. L’opera di Alfred Jarry, icona del teatro contemporaneo, commedia satirica originariamente concepita come spettacolo di marionette, colpisce la stupidità e la violenza delle convenzioni sociali in maniera dissacrante, rivoluzionaria, priva di qualsiasi psicologismo, scardinando le regole del teatro romantico e borghese. «Eccoci alle prese con un testo che è una straordinaria provocazione, per chi lo fa e per chi lo riceve, e che ancora maledettamente racconta tanto di noi e della nostra modernità. È stata questa la principale motivazione nel voler mettere in scena Ubu re, seguita immediatamente dopo dalle grandi potenzialità attoriali e registiche che l’opera offre. Un insieme di brandelli di storia, un’accozzaglia di cose, un mondo di rifiuti, una discarica magica. Magica esattamente come la scenografia, dove attore e oggetto lavorano insieme in un’inarrestabile trasformazione di se stessi e dello spazio; un gioco patafisico, appunto, in cui al grido del tutto è possibile, vagabondando in luoghi reali e metaforici, divertendosi e divertendoci, si racconta una vicenda epica che assomiglia ad una parodia, ad una farsa dove la forza del dramma sta fuori dall’opera, nell’inquietante realtà che ci circonda. Ecco perché fa bene ridere con l’Ubu re, prima di piangere nel renderci conto che, nonostante il suo debutto sia datato 1896, siamo ancora accerchiati da tiranni delinquenti. Speriamo che la nostra scelta di seguire registicamente il taglio fiabesco, il ritmo da burattini, il tono ludico e goliardico dell’opera, restituisca la bellezza di un testo che è sì un’icona per i teatranti, ma che è ancora sconosciuto alla maggior parte del pubblico. » Susanna Baccari, Claudio Orlandini L´allestimento punta ad affastellare oggetti su oggetti, un´accozzaglia quasi indistinguibile che richiama l´immagine di una discarica. Ma una discarica magica, dove poltrone, tavoli, sedie, ombrelli, scale e materiali riciclati non esitano a trasformarsi in troni, castelli, carri armati, grotte, colline da scalare, all´inseguimento del mito del possesso. Lo stile clownesco di Quelli di Grock ha a che fare con il “mito” dell’attore - marionetta e dunque è “naturalmente” idoneo a interpretare l’immortale farsa patafisica. Subumani i personaggi, stravolti in nani e giganti; il regno di Ubu una discarica dove i rifiuti riciclati diventano parti di una scenografia in surreale trasformazione. Marco Oliva e Manola Vignato (la coppia ottusa e criminale) sono in scena con Pietro De Pascalis e Max Zatta, esagerati, grotteschi e ottusi ma nella levità di uno spettacolo ludico: più che mai oggi, la mostruosità di Ubu ha bisogno, per essere ancora dirompente e morale, di sconfinare nell’assurdo. Ugo Ronfani, Il Giorno Riecco Ubu Re messo in scena dai simpaticoni di Quelli di Grock in un allestimento colorato, festoso e molto naif… Un taglio ludico e molto goliardico, che spinge a tratti verso la commedia musicale, che funziona bene e dà i suoi frutti. … Molte sono le trovate originali e buffe, il gioco dell’immaginazione, e delle clownerie (perché si sa Quelli di Grock nascono soprattutto clowns) mai venendo meno. Ben aiutata o soprattutto aiutata da una scenografia e più ancora dai costumi che sanno di fiaba. Non è al risparmio infatti la fantasia di Carlo Sala che mette in campo poltrone, tavoli, sedie, ombrelli fatti con stracci, scale da clowns, materiali da riciclo, tutti oggetti pronti a diventare il castello, il trono, l’interno di una casa, il carro armato, la grotta, la barca sulla quale alla fine fuggiranno via Ubu e i suoi grotteschi accolti dopo aver sparso tanta ilarità e tanta stupidità. Ma non sono al risparmio neanche i quattro attori impegnati nel gioco della demistificazione. A cominciare da Marco Oliva che è un Ubu forse più bonario che terribile e da Manola Vignato che cavalca con incisivo spirito comico il personaggio della mère Ubu. E poi ancora dai bravi, divertenti Pietro De Pascalis e Max Zatta che, ricomprendo tutti gli altri ruoli, prendono parte al gioco in continui travestimenti. Domenico Rigotti, Avvenire Lo spettacolo della storica compagnia milanese si inserisce a pieno titolo nello stile riconoscibile che caratterizza le produzioni di Quelli Grock. In questo caso appare felice la scelta di sottolineare l’invenzione linguistica di Jarry con le musiche originali di Gipo Gurrado: le sonorità elettroniche e le voci metalliche degli interpreti ci ricordano a tratti le composizioni anni ’70 dei Kraftwerk. Una ripetizione incalzante, ossessiva delle esclamazioni di Ubu accanto a una regia giocata su toni grotteschi, con l’intuizione del ralenty su alcune scene di violenza che sembra un rimando ad Arancia Meccanica di Kubrick. Un brivido. Marco Oliva è un padre Ubu beffardo che acquista spazio e confidenza in scena minuto dopo minuto, divertiti e divertenti Pietro De Pascalis, Manola Vignato e Max Zatta. Paolo Bignamini. Www. Elfo. Org .  
   
   
AL TEATRO CARCANO DI MILANO ANTIGONE DI SOFOCLE  
 
 Milano, 29 gennaio 2007 - Torna al Carcano per due settimane di repliche straordinarie dopo il debutto nazionale dello scorso aprile l’ultima produzione della Compagnia del Teatro Carcano, Antigone di Sofocle per la regia di Giulio Bosetti, anche interprete nel ruolo di Creonte. Lo spettacolo, unanimemente apprezzato per l’intensità dell’interpretazione e la suggestiva severità dell’allestimento, oltre che per la poetica versione di Giovanni Raboni, tutta incentrata sulla valorizzazione della parola, sarà a Milano dal 31 gennaio all’11 febbraio a conclusione di una tournée che ha toccato, tra le altre città, Firenze, Bologna, Roma, Bolzano, Padova. Antigone racconta l’ultimo atto del mito tebano che. Insieme a quello argivo, fu oggetto di ispirazione per Eschilo I Sette contro Tebe, Sofocle Edipo re, Edipo a Colano. Antigone e Euripide Le Fenicie. Come è noto, Edipo, del tutto inconsapevole, si unisce incestuosamente alla madre Giocasta e da questa unione nascono due femmine (Antigone e Ismene) e due maschi (Eteocle e Polinice). Già in Edipo a Colono risulta chiaro il rapporto radicalmente diverso che si instaura fra Edipo e i suoi quattro figli nati dall’incesto: di amore e dolcezza per le due figlie, che si occupano amorosamente di lui fino alla sua scomparsa. E di odio e disprezzo per i due figli maschi che, essendo bramosi solo di ottenere il potere in Tebe, egli non esita a maledire per sempre. Tuttavia, nonostante il loro desiderio di ascendere al trono, né Eteocle nè Polinice vi riusciranno perché si uccideranno vicendevolmente in duello. Nel corso di questa lotta fratricida Creonte, fratello di Giocasta e quindi in qualche modo zio dei quattro giovani, aveva preso il potere in Tebe nell’intento di sostenere Eteocle contro il fratello Polinice. Pertanto. Alla loro morte, Creonte non esita a far seppellire Eteocle con tutti gli onori e maledice invece Polinice per essere andato contro la sua stessa città spalleggiato da un manipolo di sette eroi della città di Argo. Creonte dunque ordina che il corpo di Polinice, che giace fuori dalle mura di Tebe, resti insepolto e sia dato in pasto agli uccelli rapaci e ad altri animali bramosi di carogne umane. A questo punto della vicenda interviene Antigone, che non accetta Le disposizioni di Creonte e, a insaputa di quest’ultimo, seppellisce il fratello Polinice sottraendolo allo strazio che ne avrebbero fatto cani e uccelli. Come sempre nella tragedia greca, i fatti non sono mai da interpretare letteralmente. Ma emblematicamente. La sepoltura o non sepoltura di Polinice, che era andato contro la sua stessa città pur di ottenere il potere, diventa metafora di un quesito che accompagna da sempre l’uomo durante la sua esistenza: è giusto o no sovvertire le leggi dello Stato? Facendolo. È giusto o no proporre nuovi ordinamenti che si sostituiscano ai precedenti? Creonte e Antigone si scontrano violentemente su questo tema e tutta la vicenda, con quanto di tragico essa comporta, prenderà spunto proprio da questo loro insanabile contrasto. .  
   
   
STORIA STRANA SU UNA TERRAZZA NAPOLETANA COMMEDIA IN DUE PARTI DI LUIGI DE FILIPPO PROSSIMAMENTE AL TEATRO SAN BABILA  
 
 Milano, 29 gennaio 2007 - Luigi De Filippo nasce a Napoli da Peppino e Adele. E’ nipote di Edoardo e Titina, ma anche di Vincenzo Scarpetta. Inutile quindi dire quanto l´ambiente familiare lo abbia condizionato e influenzato nelle scelte. Il suo debutto avviene infatti, giovanissimo, nella compagnia del padre, col quale istaura un lungo e proficuo sodalizio. Parte così una carriera quanto più ricca di successi che lo vede approdare nei teatri più importanti d’Italia e anche al Teatro San Babila di Milano, dove l’anno scorso la sua interpretazione di “Non ti pago” fu accolta in modo addirittura trionfale. Per la Stagione 2007 Mario Maramotti e Gennaro D’avanzo ospitano quindi “Storia strana su una terrazza napoletana”, di cui Luigi De Filippo è anche autore. E’ questa una divertente commedia – originariamente recitata da Peppino e Luigi assieme – che, pur restando profondamente radicata nella tradizione della sottile ironia defilippiana, è anche una piéce anticonformista e originale dove si ride, si riflette, si sogna e si spera. Al debutto di allora, al teatro Parioli, la critica scrive che Luigi e Peppino “gareggiano in bravura”. Ambientata su una di quelle terrazze situate nel centro storico di Napoli e dalla quale si gode il magico panorama del Golfo, la commedia snoda la sua trama attorno alle vicende causate da uno spettatore apparentemente innocuo e insospettato delle azioni, anche più segrete, dei protagonisti: lo strabiliante cane “Scugnizzo”. Che parla, o meglio abbaia, in maniera incomprensibile per tutti, ma non per il padrone Luciano. E “parla” in maniera talmente loquace da mettere a nudo scottanti verità che indispettiscono tutti, diventando, dalla terrazza di famiglia, il testimone di un campionario umano di personaggi surreali eppure autentici che rivelano gli istinti meno nobili e più nascosti, i peccati veniali, le tentazioni e i desideri. Gli insoliti avvenimenti danno vita a situazioni comiche e paradossali che portano allo spassoso finale a sorpresa. La terrazza diventa quindi teatro e palcoscenico prediletto da De Filippo, maestro di quell’arte che fa del riso un invito alla riflessione, e che anche in questa sua commedia dimostra di avere appreso il segreto di costruire situazioni, comicità e caratteri in un mix di sempre vera e genuina umanità, rivelandosi degno erede e interprete moderno di una grande e quanto mai storica tradizione teatrale italiana. .  
   
   
AL TEATRO CIAK DI MILANO FABIO DE LUIGI IN IL BAR SOTTO IL MARE  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Dal 6 al 18 febbraio 2007 il palcoscenico del Teatro Ciak di Milano si trasformerà in un “bar sotto il mare”, gestito da un unico one man show, Fabio De Luigi. Il testo nasce dall’elaborazione teatrale dei racconti e delle poesie di Stefano Benni, scrittore, giornalista, umorista e poeta, che ha “prestato” i suoi materiali alle folli contaminazioni del comico romagnolo e del regista Giorgio Gallione. I personaggi evocati raccontano, giocano con le loro avventure fidando sulla complicità degli abissi. Sono stati trascinati lì da una affascinante sirena, che li ha imprigionati sul fondo del mare trasformandoli nella più strana ciurma del più assurdo bastimento sottomarino, prigionieri di un sogno. Le loro storie, in forma di ballata, di poesia comica e graffiante, di catastrofica pantomima da cinema delle comiche, diventano i numeri di un varietà ghignante, di uno show paradossale dove tutti, dall’emulo di John Belushi al Folle Lupo Solitario in cerca di Cappuccetto Nero, rivivono le loro deliranti vicende. A evocare queste storie surreali c’è un marionettista di anime, un narratore, un performer bizzarro che reinventa fiabe arcaiche o travolgenti racconti di vicende metropolitane (la storia di Pronto Soccorso e Beauty Case: “Pronto Soccorso aveva il pallino dei motori. Già a sei anni si costruì da solo un triciclo azionato da un frullatore. Faceva venti chilometri con un litro di frappè), carnevalesche gare di parolacce rabelaisiane (“Gran figlio della tua mamma che munge i cavalli e la dà in giro nei campi come il verderame e di tuo babbo che lo mette nel didietro alle anatre crude e cotte e di tua nonna che se la gratta nelle pannocchie…”) in un luogo immaginario, ai confini della realtà, parente del sogno e della visione "Sono sempre stato un lettore di Benni” – afferma De Luigi – “e interpretare i suoi personaggi è stato un onore. All´inizio avevo tutte le paure del caso, non tornavo al teatro con un monologo da almeno cinque anni e questo spettacolo era stato prodotto una prima volta nel 1992 per cinque interpreti, i Broncoviz. La sfida era affascinante e riuscire a caratterizzare in maniera efficace i diversi avventori di questo strampalato Bar sotto il mare , dopo il primo impatto, è stato e continua ad essere anche molto divertente. " .  
   
   
BELLO DI PAPA’ UNA COMMEDIA SCRITTA E DIRETTA DA VINCENZO SALEMME IN ARRIVO AL TEATRO MANZONI  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Dopo il grande successo di pubblico de “La gente vuole ridere ancora”, che nella scorsa stagione teatrale ha annoverato numerosi sold out in molti teatri italiani e un posto d’onore nella top ten degli spettacoli più visti, Vincenzo Salemme torna sulle scene italiane con un nuovo lavoro dal titolo “Bello di papà”. Anche questa volta, il commediografo partenopeo - premiato in passato con ambiti riconoscimenti come il Premio Totò, Premio Vittorio Gassman e con una menzione speciale lo scorso settembre alla Xxii edizione del Premio Sele d’Oro Mezzogiorno per aver saputo portare il teatro napoletano al cinema e in tv, trattando temi d’impegno sociale e di profondità psicologica con impronta comica - riveste le triplici vesti di autore, regista e attore, con un testo teatrale che racconta in maniera surreale il difficile rapporto tra genitori e figli. In “Bello di papà” Vincenzo Salemme, fiancheggiato dalla sua compagnia - che vede la presenza di Massimiliano Gallo, Antonella Elia, Marcello Romolo, Biancamaria Lelli, Adele Pandolfi, Rosa Miranda, Domenico Aria, Roberta Formilli, Antonio Guerriero, si cimenta nel complesso mondo dei rapporti generazionali, giostrando abilmente tra la personalità di figli che non sono più figli e di padri che hanno paura di essere padri, concedendosi vibrazioni sentimentali sui bisogni contemporanei di paternità, di familiarità e di affetto, giocando su una girandola di colpi di scena con scambi di ruolo. Tutto questo viene, ovviamente, raccontato con lo stile che da anni contraddistingue i lavori di Vincenzo Salemme, dove il ritmo della farsa si affaccia continuamente a disturbare il veloce ritmo della commedia. Una nuova avventura di palcoscenico d’autore che arricchisce ulteriormente il repertorio teatrale dell’artista napoletano, accolto sempre con successo dal pubblico e che arriva dopo un anno contraddistinto anche da importanti impegni cinematografici quali “Baciami piccina” con Neri Marcorè, e “Olè” con Massimo Boldi, diretto dai fratelli Vanzina. .  
   
   
AL TEATRO FRANCO PARENTI TRITTICO DI SPETTACOLI E UN CICLO DI RIFLESSIONI CORPO A CORPO  
 
 Milano, 29 gennaio 2007 - Interrogare la domanda Spettacoli teatrali, lezioni e dialoghi filosofici Un progetto teatrale di Andrée Ruth Shammah Con chi è impegnato a mantenere fino alla morte la sua promessa, Andreas, il clochard ubriacone toccato dalla grazia? A cosa dice no Gyorgy, lo scrittore che si è rifiutato di dare la vita a un figlio in questo mondo che ha ospitato i Lager e i loro volenterosi carnefici? Contro chi combatte la sua ultima battaglia Rakover, l´unico superstite del ghetto di Varsavia? Da dove arriva il progetto che attraversa le quattro lezioni di Haim Baharier sulla Genesi? A quali domande il filosofo cerca di trovare un metodo di risposta? Ci sono domande che l’uomo pone a se stesso e alle quali rispondere è doveroso. Ma la risposta spesso acquieta la fame di senso, la seda. Il senso del ‘corpo a corpo’ è quello di interrogare la domanda, spingerla all’angolo, prima che essa porga l’alibi della risposta. Come nelle “Emozioni della complessità”, Andrée Ruth Shammah utilizza un trittico di spettacoli (qui completati da due cicli di riflessione), per riaffermare un´idea di teatro che guarda le questioni contemporanee in una diversa profondità. Qui ci si confronta con l´assoluto, non con l´attualità, ma c´è sempre una ferita insopportabile da cui sgorga la necessità di cercare il senso delle cose, attraverso personaggi esemplari, impegnati in un confronto estremo, decisivo per la propria e altrui esistenza. .  
   
   
AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO DI MILANO COMPAGNIA VIENTOS DEL SUR DE BUENOS AIRES IN PASIONES TANGO Y MUSICAL  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Uno spettacolo in cui movimenti e melodie segnano l’inizio di una nuova forma di musical argentino. Dal 13 al 25 febbraio 2007 il palco del Teatro Ventaglio Smeraldo di Milano accoglierà tutta la sensualità del tango argentino in uno spettacolo che non sarà solo una performance di danza, ma un vero e proprio musical all’insegna dello “spirito argentino”. Amore, seduzione, notte, incontri, feste, calcio: questo è Pasiones. Uno spettacolo che rompe definitivamente con lo schema tradizionale delle rappresentazioni del Tango, trasformandosi in un musical capace di conquistare, coinvolgere, commuovere. Non solo tango, ma danza moderna e musical, luci suggestive e coreografie spettacolari, per uno show che unisce all’emozione e alla magia del tango, l’energia e la forza dello spettacolo di strada. Erica Boaglio e Adrian Aragon, ideatori dello spettacolo, materializzano le storie del cuore dell’Argentina, svelandone l’anima più popolare e affascinante attraverso il racconto della vita quotidiana, fatta di sogni ma anche di miseria e, naturalmente, di tango. Nella prima parte dello spettacolo venti ballerini offrono un assaggio dell’estetica che regnerà in tutto lo show nonché della delle coreografie che si succederanno sul palco. Al grido di Permiso serenata! si apre la seconda parte dello spettacolo che inscena una serata argentina qualsiasi: il palco si anima così di balli tradizionali e costumi argertini. Alle luci festose e all’allegria si alterna il romanticismo di un vals, grazie al quale il serenatelo, colui che canta la serenata, di certo conquisterà la sua ragazza. Il climax dello spettacolo è la noche porteña, popolata da donne seduttrici e uomini pronti alla sfida e alla conquista, secondo i codici della cultura argentina: l´uomo avvicinerà la sua dama nell´encuentro e insieme si abbandoneranno al tango. Li accompagneranno le note suadenti di Oblivion, l´intensità di Zum - capolavori di Astor Piazzolla come Libertango - e di altri brani della miglior tradizione di Buenos Aires. Nel finale una nuova scenografia rappresenta uno scorcio di città: un marciapiede, dal quale parte il racconto della storia di un ragazzo di strada che diventerà una stella del calcio. Prima però lotterà contro l’indifferenza della gente e conoscerà la miseria, fino a quando il destino lo porterà al centro dello stadio di Chiquilin a disputare la finale del campionato insieme alla sua squadra. La tifoseria lo incita al suono di un’indiavolata murga e la partita si svolge al ritmo di Libertango per concludersi con un magnifico goal che “segna” il finale dello spettacolo. .  
   
   
AL TEATRO FILODRAMMATICI I CONCERTI DELLA DOMENICA ITALIANA  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Domenica 4 Febbraio – ore 11 “Una Domenica A Corte Nel ‘700” Immaginate una domenica mattina nel tardo Settecento, a Vienna dove dominavano le figure musicale di Mozart e Haydn, o a Madrid, dove l’italiano Luigi Boccherini era tra i più apprezzati compositori nella corte spagnola. Una proposta di brani rari e raffinati da un quintetto di Boccherini a un quartetto di Haydn, alla riscoperta di un bellissimo e inedito Quintetto con chitarra di di Süssmayr, in prima esecuzione moderna. L´ensemble Duomo nasce nel 1996 su iniziativa di Roberto Porroni. Il gruppo, composto da affermati solisti, si propone la valorizzazione del repertorio poco eseguito con una particolare attenzione verso proposte particolari ed innovative. In quest´ottica vanno visti i programmi su cui si incentra l´attività concertistica del gruppo: "Una chitarra per Vivaldi" (inciso in un Cd di vivo successo) e "Un Haydn inedito", dedicati a pagine di rara esecuzione e proposti in una versione vicina alla sensibilità e al gusto dei nostri giorni, cui si aggiungono i programmi "La Musica al Cinema" e “Le Americhe in Musica”, dedicati ad alcune delle più belle colonne sonore rivisitate in una nuova dimensione timbrica, incisi in tre Cd che hanno riscosso unanimi consensi di pubblico e di critica. L´ensemble Duomo si sta affermando a livello internazionale come uno dei più originali ed interessanti gruppi da camera, ha tenuto concerti in vari paesi europei interessanti gruppi da camera, ha tenuto concerti in vari paesi europei (Austria, Svizzera, Italia, Germania, Francia, Grecia), in Turchia, in Medio Oriente, in Africa, in America Centrale e in America Latina, in Australia ed è stato invitato più volte in tournées in Estremo Oriente (Giappone, Corea, Singapore, Vietnam), suonando per importanti istituzioni concertistiche, quali il Seul Arts Center, la Oji Hall di Tokyo e l´Alti Auditorium di Kyoto, riportando sempre un grande successo e l´invito a rappresentare l´Italia per l´anno "Italia in Giappone" in una lunga tournée nel settembre 2001 seguita da altri concerti nel 2003. Nel maggio 2004 ha tenuto una applaudita tournée in Argentina, dove ha suonato al Teatro Colon e al Teatro Gran Rex di Buenos Aires e in altre città. Nel giugno 2006 ha debuttato con successo in Brasile. Nel dicembre 2006 ha iniziato una collaborazione con il baritono Renato Bruson, con un concerto dedicato alle romanze di Tosti. L´ensemble Duomo si è in concerti in onore di Lorin Maazel e Josè Carreras, che ne hanno molto apprezzato le qualità artistiche. .  
   
   
AL TEATRO MANZONI PRIMA EUROPEA DI DIAVOLO DANCE THEATER  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Lunedì 12 febbraio, alle ore 21. 00, presso il Teatro Manzoni di Milano, “Aperitivo in Concerto” presenta, in prima europea, una fra le più affascinanti e coinvolgenti compagnie di danza contemporanea, il già acclamato Diavolo Dance Theater, uno fra i due spettacoli di danza (l’altro, il 12 marzo 2007, prevede la fenomenale Hubbard Street Dance Company) che la rassegna, allo scopo di illustrare -come da sua tradizione- il meglio della contemporaneità musicale senza confini, ha incluso in un cartellone in costante rinnovamento. ” Diavolo crea danza, spettacolo, tensione, coinvolgimento, dramma per un pubblico moderno che vuole vivere a teatro le stesse forti emozioni che lo spettacolo cinematografico riesce a suscitare. Ensemble californiano fondato nel 1992 da Jacques Heim, già coreografo del Cirque du Soleil, Diavolo Dance Theatre combina tra loro diverse influenze: dalla street dance parigina al cinema hollywoodiano, all’estetica coreografica dei Pilobolus. Con il suo ricchissimo repertorio e utilizzando in chiave scenografica il materiale scenico (ruote, pareti da climbing, ecc. ), Diavolo ha ridefinito la danza in rapporto al suo luogo d’elezione, il teatro, trasportando lo spettatore “in un regno dove gli umani possono realmente volare”. Sospeso tra danza, acrobazia e circo contemporaneo il lavoro di Diavolo Dance Theater è assolutamente inclassificabile e inconfutabilmente innovativo. Già il nome è un “programma”: Diavolo nella nostra lingua rimanda a Lucifero, scorporato diviene ´dia-volo´, ovvero ´giorno´ (´dia´ in spagnolo) del ´volo´ (dal latino), ricomposto allude alla parola francese ´diablerie´, ma per i più attenti, la sillaba iniziale può addirittura rimandare a Diaghilev, il grande impresario di inizi Novecento patron dei Ballets Russes. Così sostiene Jacques Heim, il quale continua: Il nostro lavoro non è definibile né inquadrabile come “modern dance”. E’ un mix di atletismo e acrobazia, “physical dance” e movimenti quotidiani, una nuova forma di “teatro di movimento”. Non ha intento narrativo, ma è astratto, viscerale, corporeo. E’ diretto ad un pubblico moderno, che ama nuove forme di movimento, e cui lascia piena libertà di usare la propria immaginazione e creare la propria storia. La Compagnia, come già detto, è stata fondata nel 1992 da Jacques Heim, coreografo di uno degli spettacoli di maggior successo de Le Cirque du Soleil, Ka, diretto da Robert Lepage. Fin dalle prime creazioni, Heim definisce chiaramente un suo stile che sarà il “marchio” originale della Compagnia: estetica coreografica moderna e contemporanea, tensione acrobatica del movimento e uso coreografico di peculiari materiali di scena. Il lavoro di Heim combina tra loro diverse influenze, dalla street dance parigina (da cui egli stesso proviene), al cinema hollywoodiano, all’estetica coreografica degli americani Streb e Pilobolus, la pittura di Roberto Longo, la spettacolarità del Cirque du Soleil e l’immaginario della quotidianità, per dare vita a rappresentazioni interdisciplinari che, attraverso la mediazione del linguaggio teatrale, “esaminano il rapporto ad un tempo divertente e drammatico dell’individuo con il suo ambiente”. Questa combinazione originale, che pone Diavolo a metà tra una compagnia di danza e una di circo contemporaneo, ha fruttato alla formazione californiana un crescendo di consensi a livello internazionale e il riconoscimento di Heim tra i coreografi più promettenti degli ultimi anni. Come ha scritto il New York Times: Il virtuosismo e la spettacolarità sono ritornati di moda. Diavolo, adrenalinica e fresca compagnia, cattura l’attenzione anche del più scettico spettatore. Jacques Heim si fa promotore di una primitiva voglia di giocare servendosi di materiale scenico che entra a far parte della coreografia, così come la grande preparazione atletica dei ballerini: tutto questo raccoglie grandi applausi dal pubblico”. .  
   
   
LA DAMNATION DE FAUST PROTAGONISTA SU RAITRE DI PRIMA DELLA PRIMA  
 
Parma, 29 gennaio 2007 - Sull´onda del trionfale successo che sta accompagnando le recite al Teatro Regio di Parma, Prima della prima, la trasmissione di Raitre di Rosaria Bronzetti che conduce i telespettatori nei luoghi sacri della musica colta italiana, martedì 30 gennaio 2007 alle ore 1. 15 sarà interamente dedicata a La damnation de Faust di Hector Berlioz, nell´allestimento firmato da Hugo De Ana, di cui le telecamere di Rai Tre hanno seguito le prove di regia, di assieme e la prova generale. Dopo il Faust di Charles Gounod, Hugo De Ana si cimenta ora con il capolavoro visionario del musicista francese, firmando regia, scene, costumi e luci di uno spettacolo di grande suggestione, realizzato in coproduzione con la Fondazione Arena di Verona, che vede impegnato un cast di straordinario prestigio, con Giuseppe Sabbatini (Faust), Stephen Mark Brown (Faust, il 28 gennaio), Nino Surguladze (Marguerite), Michele Pertusi (Méphistophélès) e Paolo Battaglia (Brander), diretti da uno dei più apprezzati interpreti di questo repertorio, Michel Plasson. “La musica detta le leggi dell’intreccio – spiega il regista Hugo De Ana - tanto è vero che la vicenda può svolgersi in Ungheria se serve per poter aggiungere una marcia ungherese. La damnation de Faust funziona come un accumulo di materiali, come un bricolage. In questa condizione ho liberato il mio istinto creativo e non ho fatto altro che tenere dietro al bombardamento di immagini a cui Berlioz obbliga l’attenzione dello spettatore. Il mio approccio sarà molto crudele perché è crudele l’approccio di Berlioz a questo soggetto. Come sono violenti i passaggi da una scena all’altra, implicanti cambi di registro stilistico ed una profonda ironia, che confina con questa spinta verso l’astrazione dei sentimenti. È un’opera dalle mille sfaccettature. Visivamente il grande cerchio in cui è iscritta la scena finisce per assomigliare a quelle antenne paraboliche usate dalla Nasa per captare i segnali dallo spazio. Io la uso per captare le mille immagini provocate dalla musica di Berlioz”. La regia televisiva della puntata è di Francesca Nesler. .  
   
   
IL DIAVOLO TORNA AL REGIO DI PARMA NE LA DAMNATION DE FAUST DI BERLIOZ  
 
Parma, 29 gennaio 2007 - Il nuovo allestimento de La damnation de Faust di Hector Berlioz firmato dal regista Hugo De Ana, secondo titolo della Stagione Lirica 2006/2007 del Teatro Regio di Parma in scena il 25 gennaio alle ore 20. 00, (recite s martedì 30 gennaio ore 20. 00, giovedì 1 febbraio 2007, ore 20. 00), prosegue un avvincente itinerario fra le opere ispirate al mito goethiano di Faust. Dopo il clamoroso successo riscosso la stagione scorsa dal Faust di Charles Gounod, Hugo De Ana si cimenta ora con il capolavoro visionario del musicista francese, firmando regia, scene, costumi e luci di uno spettacolo di grande suggestione, realizzato in coproduzione con la Fondazione Arena di Verona, che vedrà impegnato un cast di straordinario prestigio, con Giuseppe Sabbatini (Faust), Stephen Mark Brown (Faust, il 28 gennaio), Nino Surguladze (Marguerite), Michele Pertusi (Méphistophélès) e Paolo Battaglia (Brander), diretti da uno dei più apprezzati interpreti di questo repertorio, Michel Plasson. “La musica detta le leggi dell’intreccio – spiega il regista Hugo De Ana - tanto è vero che la vicenda può svolgersi in Ungheria se serve per poter aggiungere una marcia ungherese. La damnation de Faust funziona come un accumulo di materiali, come un bricolage. In questa condizione ho liberato il mio istinto creativo e non ho fatto altro che tenere dietro al bombardamento di immagini a cui Berlioz obbliga l’attenzione dello spettatore. Il mio approccio sarà molto crudele perché è crudele l’approccio di Berlioz a questo soggetto. Come sono violenti i passaggi da una scena all’altra, implicanti cambi di registro stilistico ed una profonda ironia, che confina con questa spinta verso l’astrazione dei sentimenti. È un’opera dalle mille sfaccettature. Visivamente il grande cerchio in cui è iscritta la scena finisce per assomigliare a quelle antenne paraboliche usate dalla Nasa per captare i segnali dallo spazio. Io la uso per captare le mille immagini provocate dalla musica di Berlioz”. Fra i tanti artisti ossessionati dal Faust di Goethe, Hector Berlioz, il più visionario dei musicisti romantici, compose la leggenda drammatica La damnation de Faust che fu eseguita per la prima volta a Parigi in forma da concerto e che in Italia approdò per la prima volta in forma scenica nel 1902, alla Scala di Milano, affidata alla direzione del giovane Arturo Toscanini. Il nuovo allestimento, con le coreografie di Leda Lojodice, vede impegnate al gran completo i complessi artistici del Teatro Regio di Parma: il Coro diretto da Martino Faggiani a cui si unirà il Coro di Voci Bianche diretto da Sebastiano Rolli e l’Orchestra affidata alla bacchetta di Michel Plasson. L´opera sarà presentata al pubblico nell´ambito di Prima che si alzi il sipario sabato 20 gennaio alle ore 17. 30 eccezionalmente presso la Sala dei concerti dell’Istituzione Casa della Musica, che si ringrazia per la disponibilità. Le telecamere di Prima della prima, la trasmissione di Raitre di Rosaria Bronzetti che conduce i telespettatori nei luoghi sacri della musica colta italiana, hanno seguito le fasi di tutto l´allestimento. La trasmissione, realizzata negli spazi del Teatro Regio di Parma nel corso delle prove di regia, di assieme e della prova generale per la regia di Francesca Nesler, andrà in onda martedì 30 gennaio 2007 alle ore 1. 15. La Stagione Lirica2006/2007 del Teatro Regio di Parma è realizzata anche grazie al contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Fondazione Parma Capitale della Musica, Arcus, Reggio Parma Festival e con il sostegno di Banca Monte Parma, Barilla, Enìa, Consorzio del prosciutto di Parma, L’albero d’Argento, Melegari Home, Terme di Tabiano, Ideal Standard. .  
   
   
NEFER LA DONNA NELL’ANTICO EGITTO A MILANO PALAZZO REALE  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Milano ospita, a distanza di dieci anni, una grande mostra inedita sull’Antico Egitto. Nella prestigiosa sede di Palazzo Reale, Nefer propone al pubblico un viaggio affascinante alla scoperta dell’universo femminile che condurrà i visitatori a conoscere il ruolo della donna nell’antica civiltà, svelandone la sua straordinaria ‘modernità. Colta, ‘in carriera’, emancipata; ora ‘signora della casa’, ora donna ‘manager’, considerata alla pari dell’uomo. Una mostra che offre per la prima volta un profilo a tutto tondo della donna egizia nei diversi aspetti sociali e quotidiani attraverso l’esposizione di oltre 200 reperti archeologici di grande valore storico ed artistico, tra i quali spiccano vere opere d’arte che restituiscono ed esaltano la bellezza femminile dell’antico Egitto e tutto il suo misterioso fascino. Dodici musei italiani ed internazionali hanno aderito all’iniziativa offrendo l’occasione di realizzare un percorso affascinante e in gran parte inedito. Importante l’intervento della Soprintendenza e della Fondazione al Museo Egizio di Torino che per la prima volta espongono una cinquantina di reperti inediti provenienti dai depositi vastissimi e sconosciuti al grande pubblico. Tra gli altri saranno assolutamente imperdibili venti sarcofagi di grande valore artistico e archeologico, del Museo Egizio di Torino, quindici dei quali esposti per la prima volta al pubblico. Il tema della donna egizia e della sua vita quotidiana è poco conosciuto dal grande pubblico pur essendo un argomento affascinante ed educativo per tutti i risvolti sociali, storici e politici che contiene a tratti fortemente e incredibilmente attuali, come i diritti civili, la personalità giuridica, l’indipendenza economica di cui godeva. Argomenti che ne fanno ai nostri giorni un interessante spunto di riflessione per la valutazione storica di conquiste sociali al femminile. Regina, sacerdotessa, moglie e madre. E’ una donna emancipata quella dell’Antico Egitto, estremamente moderna . Primario il suo ruolo nella società dell’epoca: proprietaria di beni e di terre, aveva un notevole potere temporale, ed esercitava funzioni di controllo politico. Colta e “in carriera”, ma non solo. Anche eterna seduttrice, secondo il canone della bellezza egizia: una donna snella, dalle membra minute ma i fianchi ampi, i seni rotondi e piccoli. Una figura femminile di primo piano che anche nell’ambito della vita privata e del focolare domestico è in grado di esercitare il suo fascino, in particolare attraverso l’uso di monili e gioielli, in un raffinato gioco di ori e pietre preziose con particolare cura alla composizione e al gusto cromatico. La mostra si presenta al pubblico anche come rara occasione di incontro con la ‘Storia’ raccontata attraverso la ‘storia femminile’ e non come sempre è accaduto attraverso le personalità maschili. La donna nel passato ha lasciato poche tracce di sé, emarginata dai ruoli di maggior visibilità. La civiltà egizia è certamente privilegiata rispetto ad altre culture del passato, perché ricca di documenti scritti, iconografici e, più in generale. Di una vasta gamma di reperti che in altre condizioni ambientali non si sarebbe conservata. Un percorso espositivo di oltre mille metri quadrati, allestito al piano nobile di Palazzo Reale, articolato in 10 sezioni che partendo dal femminile nel divino in cui il medesimo concetto egizio di ordine cosmico, armonia ed equilibrio è impersonato da una ‘dea’, cattura l’attenzione e lo sguardo del visitatore verso le meraviglie del passato. La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Dnart di Milano in coproduzione con Palazzo Reale di Milano, grazie al sostegno scientifico della Soprintendenza per le Antichità Egizie del Piemonte e alla Fondazione del Museo delle Antichità egizie di Torino e alla collaborazione dei Musei Egizi di Vienna, Monaco, Berlino, Firenze, Bologna e Roma. Di grande rilievo, inoltre, la partecipazione di quattro Musei lombardi: un prestigioso e ricco coinvolgimento della Regione Lombardia che per la prima volta ha visto il suo sistema museale dialogare in sintonia per valorizzare l’esposizione al grande pubblico delle collezioni d’arte egizie. Dal Museo Civico Palazzo Te di Mantova con la preziosa Testa femminile di Arsinoe in bronzo proveniente da Alessandria d’Egitto, al Civico Museo Archeologico “Paolo Giovio” di Como, presente a Milano con una bellissima Statua di concubina del defunto; dal Museo Archeologico di Milano ai Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia che espone ai visitatori una Statua di Iside dell’Epoca Tolemaica. . .  
   
   
VEDERE I SUONI LE MUSICHE DEL MONDO AL CINEMA DAL 30 GENNAIO AL 4 FEBBRAIO CINEMA GNOMO  
 
 Milano, 29 gennaio 2007 - Il termine “world music” (musiche del mondo) definisce lo sfaccettato insieme di musiche che va dai suoni tradizionali alle rielaborazioni sempre più meticce che, nel corso degli anni Novanta, hanno rotto i confini col passato e si sono imposte a un pubblico sempre più ampio. Questa diffusione è legata al mischiarsi delle culture e al fenomeno delle migrazioni; a Milano il Festival “La Notte di San Lorenzo” ha seguito l’evolversi di queste sonorità a partire dal 1988. Anche il cinema ha raccontato e descritto le musiche “etniche” e il loro evolversi. La rassegna che si propone presenta alcuni dei film più interessanti che, in questi anni, hanno presentato e narrato artisti, contesti e storie, tenendo conto di un adeguato equilibrio tra spettacolarità e documento. Nell’ambito della rassegna si segnalano inoltre eventi e incontri con registi. La rassegna è un progetto del Comune di Milano-milano Cinema, a cura di Arci Milano in coproduzione con Associazione Culturale Arci Variazioni. Collaborano al progetto: Istituto Culturale Svizzero, Istituto Culturale Brasiliano, Unione Circoli Cinematografici Arci www. Comune. Milano. It .  
   
   
MUSEO SETA GARLATE (LC),ZANELLO:SOSTEGNO A RECUPERO  
 
 Milano, 29 gennaio 2007 - "Il recupero conservativo e l´ampliamento del Museo della Seta Abegg stanno procedendo secondo i tempi previsti, nel pieno rispetto del progetto concordato con gli enti interessati e approvato dalla Regione Lombardia". Lo ha dichiarato oggi l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie, Massimo Zanello, nel corso di una conferenza stampa a Garlate (Lc), presenti il sindaco Lucia Tammi, e il Conservatore dei Musei Civici di Lecco, Barbara Cattaneo. Zanello ha quindi sottolineato l´importanza data dall´Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie nel valorizzare al massimo questi musei "apparentemente piccoli". "E´ qui che si conserva e si rende fruibile al pubblico, in particolare ai più giovani, una parte importante della storia del territorio lombardo - ha spiegato - come può essere la prima industrializzazione legata alla produzione della seta. Anche se è una memoria relativamente vicina nel tempo, ha inciso in maniera così profonda nel nostro vissuto che non può essere trascurata in alcun modo". "Se poi c´è stata qualche polemica sullo svolgimento dei lavori - ha concluso Zanello - oggi abbiamo dimostrato con i fatti la sua inconsistenza, e che quello che si sta facendo qui a Garlate è un lavoro corretto e trasparente". Il Museo della Seta Abegg di Garlate è dal 2004 uno dei 117 musei riconosciuti dalla Regione Lombardia. Il progetto di ristrutturazione e di nuovo allestimento (condiviso e sottoscritto anche dai Musei Civici di Lecco, dal Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Lecco e dalla Comunità Montana Lario Orientale e Parco Adda Nord) presentato nel 2005 dal Comune di Garlate ha ricevuto un finanziamento regionale di 390. 000 euro a fronte di un costo complessivo di quasi 560. 000 euro. .  
   
   
MILANO,ALL´ACQUARIO UN "ASSAGGIO" DEI NOSTRI PESCI LUNEDI´ E MERCOLEDI´ INCONTRI-DEGUSTAZIONE SUI PRODOTTI ITTICI  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Due giornate mirate a favorire la conoscenza del patrimonio ittico lombardo e, soprattutto, a fare assaggiare ai cittadini i prodotti della pesca e dell´acquacoltura, settore nel quale la Lombardia, pur senza sbocchi sul mare, occupa i primi posti in Italia per produzione e indotto. Nel contesto dell´Acquario Civico di Milano, si terranno lunedì 29 e mercoledì 31 gennaio, con inizio alle 17. 30, due incontri con degustazione a buffet dei prodotti ittici lombardi. Renato Malandra, responsabile del Mercato Ittico di Milano, introdurrà l´evento presentando al pubblico alcuni aspetti conoscitivi e dati nutrizionali dei pesci allevati e pescati in Lombardia. L´iniziativa chiude idealmente una campagna promozionale iniziata a novembre che ha visto Regione Lombardia, Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all´Agricoltura e alle Foreste), e Irealp, Istituto di Ricerca per l´Ecologia e l´Economia applicate alle Aree Alpine, in prima linea per far conoscere ai lombardi le qualità di storioni, trote e anguille. "La Lombardia - ricorda Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore regionale all´Agricoltura - è all´avanguardia nel settore sia per le tecniche utilizzate negli allevamenti sia per la salvaguardia della sicurezza alimentare. Nella nostra regione sono circa 70 i siti produttivi che, con oltre 6000 tonnellate annue, il 13% a livello nazionale, fa della nostra Regione una delle maggiori produttrici nazionali". "Inoltre - conclude Viviana Beccalossi - è lombardo il 100% del caviale nazionale d´allevamento, il 20% della produzione nazionale di trote e la più importante produzione nazionale di anguille. A questi si aggiungono i più tipici pesci pescati nei nostri laghi e fiumi che, nonostante non raggiungano le quantità di quelli allevati, contribuiscono a portare sulle tavole un prodotto sano, controllato e nutrizionalmente valido". Pesci come la trota, infatti, hanno un buon contenuto proteico, un basso contenuto di sodio e un´elevata presenza di omega-3, utili per contrastare il colesterolo e migliorare la fluidità del sangue. Sul fronte della prevenzione e della salvaguardia degli habitat naturali nei laghi e fiumi lombardi continua il lavoro coordinato da Ersaf per tutelare le specie autoctone e favorirne il ripopolamento. "I pesci lombardi - ricorda Francesco Mapelli, presidente Ersaf - sono al centro di numerose azioni mirate alla salvaguardia e all´incremento delle popolazioni. Lo storione, ad esempio, vanto della nostra produzione da allevamento, rischiava però di scomparire dai suoi ambienti naturali, il Po e gli affluenti. Oggi, grazie al progetto Life Natura Cobice, la sua presenza nelle nostre acque è monitorata e protetta da interventi di limitazione della pesca e di recupero degli habitat". .  
   
   
DAL PRIMO FEBBRAIO “ALL THAT MUSIC!”, OVVERO COME FAR CONOSCERE LA “MUSICA DI CONSUMO” DEL NOVECENTO  
 
Perugia, 26 gennaio 2007 – Come far conoscere e stimolare l’ascolto della cosiddetta “musica di consumo” del Novecento (blues, swing, bebop, jazz, black music, rock’n’roll, fusion, pop, psichedelia, rock, punk, etnica, grunge,. )? Ci hanno pensato la Fonoteca regionale “Trotta” di Perugia (del Servizio Attività culturali e spettacolo della Giunta regionale) e la Fonoteca “Bct” di Terni con una nuova iniziativa dal titolo “All that music!”, ciclo di audio e video-conferenze che si terrà a Perugia e Terni, con cadenza bisettimanale, tra il primo febbraio e la prima metà di maggio (il giovedì a Terni, presso la sede della fonoteca “Bct” all’interno della biblioteca comunale, e il venerdì a Perugia, in zona universitaria, nei locali di “100dieci Cafè”). Si tratta – è stato detto durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi alla Sala Fiume di Palazzo Donini, con la partecipazione dell’assessore regionale alla cultura Silvano Rometti, dell’assessore alla cultura del comune di Perugia Andrea Cernicchi, di dirigenti dell’Ufficio cultura e spettacolo della Regione Umbria e privati coinvolti nell’iniziativa -, di una vera e propria stagione di “ear training” per gli appassionati di musica della nostra regione, già tradizionalmente ricca di festival e rassegne, da “Umbria Jazz” a “Rockin’umbria”, da “Gubbio no borders” a “Terni in jazz”, fino a “Trasimeno Blues” e “Narni Black Festival”. L’obiettivo è, anzi, quello di farne in futuro un appuntamento fisso in concomitanza di questi eventi. Il ciclo di appuntamenti, dieci in tutto, con ingresso libero, oltre che dell’esperienza di “Luciano Vanni Editore” e dell’associazione “Charlie” di Terni (che da molti anni si occupa di corsi di formazione per creare figure professionali in campo musicale), si avvale delle consulenze di Vincenzo Martorella (direttore di varie riviste e docente all’Accademia della critica musicale di Roma) e di Valerio Corzani (giornalista di testate nazionali e autore di Radiorai), ma soprattutto si fa forte dell’enorme patrimonio delle due fonoteche, in particolare della storica “Oreste Trotta”, attiva sul territorio regionale dal 1977 con il suo lavoro di acquisizione, conservazione e diffusione della letteratura musicale e di materiali audio e video, di molti generi musicali e su ogni tipo di supporto: “fonoteca per la quale - ha ricordato l’assessore alla cultura della Regione Umbria Silvano Rometti - la Giunta regionale ha fatto molto, anche contribuendo alla ristrutturazione della futura sede, all’interno dell’ex ospedale ‘Fatebenefratelli’”. “All that music!”, realizzata in collaborazione con gli assessorati alla cultura dei Comuni di Perugia e Terni e con il sostegno di “Apm” e “Atc” (“a conferma – ha sottolineato Rometti - di come si possano mettere a sistema, nel campo della cultura, le risorse di enti pubblici e di soggetti privati”) “è pensata per i giovani ed è un percorso di generi solitamente snobbati dalla cultura musicale accademica, su cui però c’è sempre più richiesta di approfondimento e riflessione, come testimonia la crescita della stessa stampa di settore e la vendita nei vari punti specializzati, ma - ha ricordato ancora - coinvolge tutte le fasce di età, neofiti ed esperti, in linea con il principio del ‘life-long learning’, cioè dell’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, di cui il Consiglio d’Europa (e la Giunta regionale nei vari documenti di programmazione) ha più volte ribadito l’importanza in una società di ’informazione diffusa’ come la nostra”. “All that music!” – è stato detto durante l’incontro con i giornalisti - potrà avere anche una seconda direttrice di intervento. La legge regionale n. 17/2004 (la stessa che delinea il ruolo regionale della fonoteca “Trotta”) prevede, infatti, che la Regione, in collaborazione con comuni e province, istituisca l’”Archivio dei giovani artisti umbri”, con funzioni di supporto, documentazione e promozione della creatività giovanile in tutte le discipline artistiche, e favorisca il raccordo con strutture analoghe già operanti sul territorio nazionale e negli altri paesi d’Europa. “Una struttura dinamica - ha ricordato l’assessore del Comune di Perugia Andrea Cernicchi -, sorta di vetrina virtuale, in collegamento con il circuito del ‘Gai’ (Giovani artisti italiani) del quale Perugia da tempo fa parte, i cui uffici hanno collaborato con il ‘Servizio Attività culturali e spettacolo’ della Giunta regionale per una prima immissione di dati consultabili sul sito ‘Umbria2000’”. .  
   
   
GOLF – QATAR MASTERS: GRAN FINALE DI RETIEF GOOSEN EMANUELE CANONICA SI CLASSIFICA AL 22° POSTO  
 
Milano, 29 gennaio 2007 - Retief Goosen ha vinto con 273 colpi (65 68 71 69) il Commercialbank Qatar Masters, torneo dell´European Tour disputato sul tracciato del Doha Golf Club nel piccolo Emirato Arabo. Il trentottenne sudafricano ha superato di un colpo l´australiano Nick O´hern (274 - 66 69 69 70) e di due il connazionale Ernie Els (275 - 69 71 68 67). Al quarto posto con 276 Stuart Appleby, Graeme Mcdowell e Richard Green, che divideva la leadership con Goosen e O´hern dopo 54 buche. Settimo con 277 il campione uscente Henrik Stenson, 11° con 279 Chris Dimarco, 19° con 281 Sergio Garcia. Buona prestazione di Emanuele Canonica, 22° con 282 (70 68 72 72), che tuttavia nel turno conclusivo ha disceso la classifica i sette gradini dopo un 72. Non ha superato il taglio dopo 36 buche Francesco Molinari, 89° con 146 (74 72) e out per due colpi. Emozioni forti nel finale. A due buche dal termine il mancino trentaseienne Nick O´hern sembrava sul punto di poter conquistare il primo titolo nel circuito continentale, avendo un colpo di vantaggio su Ernie Els, autore di un ottimo 67 e comunque ormai in club house con "meno 13", e due su Retief Goosen che in sedici buche aveva messo insieme due birdie e due bogey senza peraltro brillare. A quel punto il vincitore di due major ha fatto appello a tutta la sua classe: si è avvicinato al leader con un birdie alla buca 17 e poi ha rischiato il tutto per tutto alla 18, mentre O´hern pensava di poter ottenere il titolo limitandosi a un par senza rischi. Goosen effettuava un gran secondo colpo con il legno e poneva la palla sul bordo superiore del green per un putt in discesa di una decina di metri, mentre il suo avversario con il terzo piazzava la pallina a centro green e poi con il primo putt si avvicinava al bersaglio assicurandosi il par cercato. Goosen studiava per qualche istante la linea, poi colpiva la palla che disegnava sul green un ampio arco prima di infilarsi nella buca per uno spettacolare eagle. Sorpasso dell´avvilito O´hern e dodicesimo successo nell´European Tour per il sudafricano. Canonica ha iniziato male con due bogey nelle prime sei buche. Dopo un birdie e un altro bogey ha evitato una penalizzante posizione in classifica, che sarebbe stata del tutto immeritata, recuperando due colpi nelle ultime tre buche. U. S Pga Tour: Tiger Woods A Due Colpi Dalla Vetta - Decisa reazione di Tiger Woods, al debutto stagionale, che con un giro in 69 colpi e lo score complessivo di 207 (66 72 69) si è portato al quarto posto nel Buick Invitational (Us Pga Tour), che termina al Torrey Pines Gc di San Diego in California con in palio 5,2 milioni di dollari dei quali 918. 000 destinati al vincitore. Il numero uno mondiale è a due colpi dal duo di testa composto da Brandt Snedeker (205 - 61 70 74), leader sin dall´inizio, e da Andrew Buckle (66 71 68), che lo ha raggiunto dopo 54 buche. Al terzo posto Kevin Sutherland con 207, mentre Woods è alla pari con Charles Howell Iii, Troy Matteson e Bill Haas. In bassa classifica Phil Mickelson, 40° con 213 (73 di giornata), e Vijay Singh, 60° con 215 dopo un 75. Il Fenomeno, che ha realizzato tre birdie nelle prime sette buche e poi ha proseguito in par, ha l´occasione per bissare il successo dello scorso anno e di allungare la sua striscia di vittorie consecutive nel circuito che si è fermata a sei al termine del 2006. E´ un record personale che il campione ha eguagliato (lo aveva già conseguito tra il 1999 e il 2000) e che condivide con Ben Hogan, ma entrambi sono al secondo posto di questa speciale classifica capeggiata da Byron Nelson, recentemente scomparso, con undici titoli di fila. .  
   
   
VELA: ALCEA DEBUTTA SUL GARDA CON IL MELGES 24  
 
 Luino, 29 gennnaio 2007 – Prime uscite di esordio per il Melges 24 Alcea timonato daEnrico Negri (portacolori del Circolo Caldè): infatti il timoniere luinese ha preso parte alla terza giornata di regate del Campionato Invernale 2006-2007 organizzato sul lago di Garda dal Circolo Nautico Brenzone. Una flotta di una ventina di imbarcazioni hanno dato vista a quattro prove in due fine settimana, tutte disputate con venti deboli e instabile da sud: Alcea dopo le regata è posizionata al quarto posto della classifica, un risultato di tutto risposto per un equipaggio alle prime uscite in questa classe. Ricordiamo che Negri con l’Ufo 22 Alcea nella passata stagione conquistò il titolo tricolore di classe. L’equipaggio di Enrico Negri era composto dall’armatore Tino Brianza con Paolo Cordiglio, Federico Valenti e Simona Prina. I prossimi appuntamenti con il Melges 24 Alcea per la nuova stagione sono per ora fissati a Marsiglia all’inizio di aprile (6-9) in occasione della Snim 2007 Semaine Nautique Internationale de Méditerranée e per le tappe Volvo Cup di Scarlino e Gaeta, rispettivamente all’inizio di maggio e all’inizio di giugno. .  
   
   
DISABILITA´´ E´´ CENTRALE PER POLITICHE FVG  
 
Trieste, 29 gennaio 2007 -  Le politiche della Regione Friuli Venezia Giulia considerano fondamentali e centrali gli interventi nei confronti della disabilità, molto spesso esempio cristallino della migliore volontà civile, di una forza morale che i normodotati troppe volte dedicano a preoccupazioni frivole, dimenticando ciò che davvero è importante nelle nostre vite. L´intervento dell´assessore allo Sport del Friuli Venezia Giulia, Roberto Antonaz, incentrato soprattutto sull´attenzione che la Regione dedica alle politiche di integrazione dei disabili, ha aperto il primo convegno nazionale "Disabilità e Sport - Il ruolo delle Regioni nei confronti della disabilità", organizzato dallo Sci club Due di Ronchi dei Legionari al Centro congressi della Stazione Marittima di Trieste. Secondo Antonaz, la civiltà di un popolo si misura dalla disponibilità nei confronti dei temi sociali, veri e propri temi nodali di una società evoluta. La Regione, ha ricordato l´assessore, cerca di fare il possibile nel campo dell´istruzione per favorire la pari dignità anche nell´attività sportiva di base. Non a caso, si è intervenuti a correggere la legge regionale sullo sport, prevedendo nel comitato regionale la presenza di un rappresentante dei diversamente abili, segnale evidente di un coinvolgimento integrato al pari dei finanziamenti. Il convegno triestino, compresa la proiezione del film Kill Gil del regista Gil Rossellini, paraplegico dal novembre 2004 a causa di una grave infezione ed oggi ospite d´onore della manifestazione, è una vera e propria anteprima di un grande evento sportivo, la finale di Coppa del Mondo di sci alpino disabili in programma dal 12 al 14 marzo sullo Zoncolan. .