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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Giugno 2007
UE: PROGETTO ALTER-ENERGY DA FRIULI VENEZIA GIULIA AD EST EUROPA  
 
Il Friuli Venezia Giulia al servizio dello sviluppo agricolo dell´Est europeo. Questo il messaggio emerso con forza dalla presentazione di un innovativo progetto, voluto e realizzato nella regione ma destinato alle grande aree agricole della Moldavia e della Romania, dove le dimensioni medie di un´azienda agricola sono di 1500 ettari. Nell´azienda agraria "A. Servadei" di Udine, alla presenza del Rettore Furio Honsell, dell´Assessore regionale Enzo Marsilio e del Preside della facoltà udinese di Agraria, Angelo Vianello, si è svolta infatti l´illustrazione delle caratteristiche tecniche di un macchinario destinato alla produzione di "bio-diesel", realizzato nel quadro delle attività progettuali rivolte allo sfruttamento delle colture agri-energetiche. Il progetto, "Alter-energy", è co-finanziato dall´Unione Europea e la Regione Friuli Venezia Giulia vi riveste il ruolo di capofila di un parternariato costituito anche dall´Università degli Studi di Udine (facoltà di Agraria), dal Distretto di Falesti (Moldavia) e dall´Istituto di ricerca "Selectia" (Moldavia), dalla Contea di Iasi (Romania) e dalla facoltà di Agraria e di Medicina Veterinaria dell´Università di Iasi (Romania). Alla presenza anche di funzionari e tecnici dell´Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa), sono state presentate due tipologie di attrezzature ed in particolare un trans-esterificatore utilizzato per la produzione di "bio-diesel" ed un gruppo elettrogeno che può essere alimentato attraverso l´impiego dello stesso bio-carburante. Entrambe le attrezzature stanno per essere trasferite presso un´azienda agricola del Distretto di Falesti, Repubblica Moldova, nell´ambito del piano di attività del progetto "Alter-energy" allo scopo di fornire la corrente elettrica necessaria al funzionamento di celle frigorifere per la conservazione della frutta. L´uso di bio-masse per la produzione di energia è di particolare interesse negli scenari attuali e può rappresentare una valida opportunità di diversificazione nell´utilizzazione delle coltivazioni agricole, contribuendo altresì al contenimento dei costi delle aziende anche grazie all´utilizzo di risorse energetiche rinnovabili. Il progetto è una dimostrazione pratica della realizzazione della filiera corta nell´ambito dei bio-carburanti, obiettivo comune sia alle regioni in via di sviluppo, in particolare nell´Est Europa, sia per il Friuli Venezia Giulia, che intende avviare le filiere agro-energetiche a livello aziendale. La presentazione delle attrezzature tecnologiche è stata curata dalla Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna, dall´Università degli Studi di Udine e da Informest che collabora con la Regione stessa per lo sviluppo del progetto "Alter-energy". .  
   
   
CONFERENZA DELLA RETE EUROPEA DEDICATA ALLA COMBUSTIONE COMBINATA DELLA BIOMASSA  
 
Dal 2 al 4 luglio si terrà a Budapest (Ungheria) la prima conferenza della rete europea dedicata alla combustione combinata della biomassa. Lo scopo della conferenza è riunire scienziati, ingegneri e rappresentati delle istituzioni pubbliche per presentare lo stato dell´arte della combustione combinata della biomassa. I partecipanti discuteranno altresì di tendenze e orientamenti futuri che favoriscano la conoscenza di questa tecnologia come mezzo di approvvigionamento energetico sostenibile in grado di diminuire la dipendenza dai carburanti fossili e garantire una fonte di energia decentralizzata in Europa. La conferenza riceve il sostegno del progetto Netbiocof (Integrated European Network for Biomass Co-firing) finanziato dall´Ue. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Netbiocof. Net/conference. Html .  
   
   
ENERGIA, CONVEGNO SU BIOMASSE A SASSELLO E PONTINVREA  
 
 In programma da venerdì 22 a domenica 24 giugno a Sassello e Pontinvrea l´evento "Ener Legno Expò - Biomasse una risorsa sostenibile per l´entroterra ligure". L´iniziativa, organizzata dalla Comunità Montana del Giovo, e co-finanziata dalla Regione Liguria attraverso il Progetto europeo Robinwood - che nasce per sostenere lo sviluppo socio-economico delle aree rurali attraverso la rivitalizzazione della filiera del legno - comprende un convegno, seminari tecnici, esposizione di caldaie, stufe, generatori di calore funzionanti a biomasse, e macchine ed attrezzature forestali. La Comunità Montana del Giovo, infatti, in collaborazione con le Comunità Montane Valli Stura e Orba, Alta Val Polcevera, e Argentea, con l´Ente Parco del Beigua, il Comune e la Provincia di Genova, partecipa a Robinwood, attraverso il sottoprogetto Ladymarian (Land use Dynamic control Management Rivitalization and Improvement of Appeninic Normal forest). Ladymarian si propone di migliorare il funzionamento idrogeologico delle aree boschive, adottare forme innovative di pianificazione e gestione del bosco, e diffondere, anche tra i privati dotati di piccoli impianti, l´energia da biomassa. "Ener - Legno Expò" rientra tra le attività previste dal progetto Ladymarian. . .  
   
   
UNIONE EUROPEA, BEVANDE ALCOLICHE: NUOVE INDICAZIONI GEOGRAFICHE ITALIANE  
 
 In base a un compromesso con il Consiglio, l´Aula ha approvato un regolamento sulla definizione, designazione, presentazione e etichettatura degli alcolici. Oltre ad attualizzare le norme sulle indicazioni geografiche, è anche integrato l´elenco di quelle già registrate che salgono a 329, di cui 39 italiane: esordio per due limoncelli campani (Sorrento e Costa d´Amalfi), il Mirto di Sardegna, il Nocino di Modena e due grappe siciliane, nonché per il Genepì del Piemonte e della Val d´Aosta. La proposta della Commissione è stata dettata principalmente dall´esigenza di migliorare l’applicabilità, la leggibilità e la chiarezza del regolamento sulla base della vigente normativa in materia di bevande spiritose. Ma ha anche l´obiettivo di fondere i due attuali regolamenti in materia, istituire una politica chiara per le bevande spiritose, adeguare i regolamenti ai nuovi requisiti tecnici e alle disposizioni dell’Omc, compreso l’accordo Trips sulle proprietà intellettuali, e definire criteri per il riconoscimento di nuove indicazioni geografiche. Adottando un maxiemendamento di compromesso con il Consiglio, sostenuto dal relatore Horst Schnellhardt (Ppe/de, De) e dai principali gruppi politici, il Parlamento ha dato il via libera alla nuova normativa. Sono stati respinti gli emendamenti presentati dai numerosi deputati nordici (deputati baltici, finlandesi e polacchi) che intendevano limitare a cereali e patate le materie prime da utilizzare nella produzione di vodka. Con 522 voti favorevoli, 148 contrari e 15 astensioni, i deputati hanno deciso infatti di sottoscrivere l´emendamento di compromesso che distingue tale bevanda in due categorie: quella ottenuta dalla fermentazione di patate e/o cereali e quella ricavata d altre materie prime agricole. Nel secondo caso, l´etichetta dovrà specificare di quali derrate si tratta. Il regolamento entrerà in vigore sette giorni dopo la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Definizione Accogliendo la richiesta dei deputati, il compromesso intende con “bevanda spiritosa” il liquido alcolico destinato al consumo umano, avente caratteristiche organolettiche particolari e avente un titolo alcolometrico minimo di 15% vol. Tali bevande devono essere prodotte o direttamente mediante distillazione, in presenza o meno di aromi, di prodotti fermentati naturalmente. Oppure tramite macerazione o trattamento simile di materiali vegetali in alcole etilico e/o distillati di origine agricola e/o bevande spiritose definite dallo stesso regolamento. Ma anche con l´aggiunta di aromi, zuccheri o altri prodotti edulcoranti elencati da un allegato del regolamento e/o di altri prodotti agricoli e/o alimentari all’alcole etilico di origine agricola e/o a distillati di origine agricola e/o a bevande spiritose definite dal regolamento. Possono inoltre essere il frutto di una miscelazione di una bevanda spiritosa con una o più altre bevande spiritose e/o alcole etilico di origine agricola o distillati (di origine agricola), e/o altre bevande alcoliche, e/o con bevande. E´ anche precisato che l´alcole etilico deve essere esclusivamente di origine agricola e un allegato ne precisa le caratteristiche. Niente aromatizzanti né alcole etilico, ma tutela dei metodi tradizionali Come richiesto dai deputati, un emendamento sopprime la proposta dalla Commissione di distinguere le bevande alcoliche in tre categorie: "acquaviti", "bevande spiritose specifiche", e "altre bevande spiritose". Le prime due sono infatti unificate, mentre l´ultima riguarda solo un prodotto tedesco e uno ceco. Viene così meno il timore espresso dai deputati di lasciare intendere che i prodotti inclusi nella prima categoria fossero di migliore qualità rispetto a quelli delle altre. Tuttavia, non è stata accolta la proposta dei deputati di trasferire dall´allegato all´articolato le definizioni delle varie bevande imponendo così la procedura di codecisione per ogni loro modifica, che quindi potrà avvenire tramite il comitato di esperti governativi. L´allegato Ii del regolamento distingue più di quaranta tipologie di bevande spiritose e, per ognuna di esse, indica il metodo di produzione e le condizioni alle quali tali bevande possono fregiarsi del nome corrispondente, come ad esempio Rum, Whisky, Brandy, Acquavite (di vino, di vinaccia, di frutta o di genziana), Sidro, Vodka, Gin, Bitter, Liquore, Sambuca, Maraschino e Nocino. In forza al compromesso, e fatte salve le norme specifiche dei singoli prodotti, la maggioranza delle acquaviti deve essere prodotta mediante fermentazione alcolica e distillazione esclusivamente di materie prime previste dalle disposizioni stabilite per le singole tipologie di prodotti. E´ inoltre posto il divieto generale di addizionare alcole etilico o distillati di origine agricola, diluiti o meno, così come il divieto di ricorrere ad aromatizzanti. Il caramello può essere utilizzato solo come colorante. Tali bevande possono essere edulcorate esclusivamente per «arrotondare il sapore finale», nel rispetto delle disposizioni fissate per i singoli prodotti e della normativa specifica degli Stati membri. Per le acquaviti di vino e di vinaccia (Grappe) e per i brandy, tuttavia, è precisato che il divieto di aromatizzare «non esclude i metodi di produzione tradizionali». Per quanto attiene ai metodi di produzione delle acquaviti, come richiesto dai deputati, quelle di uve secche potranno essere ottenute anche dalla distillazione del prodotto risultante dalla fermentazione alcolica di uve secche dei vitigni di Moscato di Alessandria (chiamato anche "zibibbo" a Pantelleria), oltre che dal "nero di Corinto". In linea generale, senza pregiudizio delle disposizioni specifiche, le altre bevande alcoliche (le ex "bevande spiritose specifiche"), tra cui il bitter e i liquori a base di uova, possono essere ottenute da qualsiasi materia prima agricola, comportano l´aggiunta di alcole etilico o distillati di origine agricola e possono contenere aromi naturali o sostanze aromatizzanti identiche a quelle naturali. Possono inoltre contenere coloranti ed essere edulcorate «per rispondere alle particolari caratteristiche di un prodotto», nel rispetto dei requisiti tecnici definiti dal regolamento e della normativa specifica degli Stati membri. Tuttavia, le acquaviti di frutta ottenute da macerazione e distillazione e la genziana non possono però essere aromatizzate. D´altra parte, nella preparazione di taluni liquori di frutta o di piante, come quelli a base di mirtilli, agrumi, ciliegie, menta, genziana e genepì, possono essere utilizzate solo sostanze aromatizzanti e preparazioni aromatiche naturali. Lo stesso vale per la Sambuca, il Maraschino e il Nocino. Denominazioni di vendita, presentazione e etichettatura Le bevande spiritose che soddisfano i requisiti definiti dal regolamento, nella loro designazione, presentazione ed etichettatura, dovranno recare la denominazione indicata dall´allegato. Le denominazioni di vendita potranno essere completate o sostituite da una indicazione geografica, purché ciò non induca in errore i consumatori. Un emendamento di compromesso prevede che, con la procedura del comitato, potranno essere adottate disposizioni intese a risolvere problemi pratici specifici, ad esempio «rendendo obbligatoria in alcuni casi l´indicazione del luogo di produzione sull´etichetta», per evitare che i consumatori siano indotti in errore. Invece, gli alcolici che non soddisfano i requisiti, non potranno essere designati, presentati o etichettati associando espressioni quali “genere”, “tipo”, “modo, “stile”, “marca”, “gusto” o altri termini simili. Le denominazioni di vendita non possono inoltre essere sostituite da marche o marchi commerciali né da nomi di fantasia, ma possono essere inserite in un elenco di ingredienti per prodotti alimentari, «purché tale elenco sia utilizzato in conformità alla direttiva concernente l´etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari (2000/13). Inoltre, sarà vietato l’uso dei termini utilizzati per gli alcolici descritti dal regolamento o di un’indicazione geografica registrata in un termine composto, o l’allusione a un siffatto termine o indicazione, nella presentazione di un alimento, «tranne se l’alcole proviene esclusivamente dalla bevanda spiritosa cui è fatto riferimento». Anche in questo caso restano salve le disposizioni stabilite dalla direttiva 2000/13. Resta inoltre impregiudicata la possibilità di usare i termini o “amaro” o “bitter” per prodotti non contemplati dal regolamento. Infine, le bevande che non soddisfano i requisiti del regolamento potranno continuare ad essere prodotte per un anno a partire dalla sua entrata in vigore e continuare ad essere commercializzate fino a esaurimento delle scorte. Delle disposizioni particolari sono previste per le miscele di bevande alcoliche o per gli assemblaggi, nonché per la lingua da utilizzare nella descrizione, presentazione e etichettatura. Politica di qualità e indicazioni geografiche Un emendamento di compromesso precisa che, nell´applicare la politica di qualità per le bevande spiritose prodotte nei rispettivi territori (in particolare riguardo alle indicazioni geografiche registrate o che si intende registrare), gli Stati membri possono stabilire norme più severe di quelle indicate nell´allegato del regolamento per quanto riguarda la produzione, la designazione, la presentazione e l´etichettatura, purché ciò sia compatibile con la legislazione Ue. Tuttavia, gli Stati membri non potranno vietare o restringere l´importazione, la vendita e il consumo di bevande che rispettano le disposizioni del regolamento. Per “indicazione geografica” si intende un’indicazione «che identifichi una bevanda spiritosa come originaria del territorio di un paese, o di una regione o località di detto territorio, quando una determinata qualità, la rinomanza o altra caratteristica della bevanda spiritosa sia essenzialmente attribuibile alla sua origine geografica». Il regolamento prevede anche la futura adozione di un simbolo comunitario per le indicazioni geografiche e dispone tutta la procedura per portare a termine la registrazione di una nuova indicazione geografica (molto simile a quella delle indicazioni geografiche alimentari). Nel suo allegato Iii contempla tutte le indicazioni geografiche europee da considerare già registrate per le quali, tuttavia, gli Stati membri dovranno presentare alla Commissione una scheda tecnica (disciplinare di produzione), accessibile al pubblico, non oltre sette anni dopo l´entrata in vigore del regolamento, pena la cancellazione dal registro. Il rispetto del disciplinare dovrà essere verificato da un´autorità di controllo delegata a questo compito. Le indicazioni geografiche elencate nell’allegato sono protette «da qualsiasi impiego commerciale diretto o indiretto per prodotti che non sono oggetto di registrazione, nella misura in cui questi ultimi siano comparabili alla bevanda spiritosa registrata con tale indicazione geografica o nella misura in cui l’uso di tale indicazione consenta di sfruttare indebitamente la rinomanza dell’indicazione geografica registrata». Sono anche protette da «qualsiasi usurpazione, imitazione o evocazione, anche se la vera origine dei prodotti è indicata o se l’indicazione geografica è usata in forma tradotta o è accompagnata da espressioni quali “genere”, “tipo”, “modo”, “stile”, “marca”, “gusto” o altri termini simili». Così come da «qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole in relazione alla provenienza, all’origine, alla natura o alle qualità essenziali dei prodotti nella designazione, nella presentazione e nell’etichettatura dei medesimi, tale da indurre in errore sull’origine», nonché da «qualsiasi altra pratica che possa indurre in errore il consumatore sulla vera origine dei prodotti». Le indicazioni geografiche registrate nell’allegato non potranno "diventare generiche" e quelle già ritenute tali non potranno invece essere registrate. Per “denominazione divenuta generica” si intende il nome di una bevanda spiritosa che, pur collegato al luogo o alla regione in cui il prodotto è stato inizialmente ottenuto o commercializzato, è diventato il nome comune di un prodotto nella Comunità. Il regolamento contempla inoltre le disposizioni applicabili in caso di omonimia e le relazioni tra indicazioni geografiche e marchi registrati. A quest´ultimo proposito è indicato che la registrazione di un marchio deve essere rifiutata o invalidata se contiene o consiste in un´indicazione geografica già registrata. D´altra parte, non potrà registrarsi un´indicazione geografica se, alla luce della reputazione e rinomanza di un marchio registrato usato da lungo tempo nell´Ue, vi è il rischio di indurre in errore il consumatore in merito alla vera identità del prodotto. I marchi registrati prima di un´indicazione geografica omonima o prima del 1° gennaio 1996, potranno continuare ad essere usati nonostante la registrazione dell´indicazione geografica. Le 39 denominazioni italiane che figurano nell´allegato Iii sono le seguenti (con l´asterisco sono indicate le nuove): - Brandy: Brandy italiano - Acquaviti di vinaccia o marc: Grappa*, Grappa di Barolo, Grappa piemontese / Grappa del Piemonte, Grappa lombarda / Grappa di Lombardia, Grappa trentina / Grappa del Trentino, Grappa friulana / Grappa del Friuli, Grappa veneta / Grappa del Veneto, Südtiroler Grappa / Grappa dell’Alto Adige, Grappa siciliana*, Grappa di Marsala*. - Acquaviti di frutta: Südtiroler Williams / Williams dell’Alto Adige, Südtiroler Aprikot / Aprikot dell’Alto Adige, Südtiroler Marille / Marille dell’Alto Adige, Südtiroler Kirsch / Kirsch dell’Alto Adige, Südtiroler Zwetschgeler / Zwetschgeler dell’Alto Adige, Südtiroler Obstler / Obstler dell’Alto Adige, Südtiroler Gravensteiner / Gravensteiner dell’Alto Adige, Südtiroler Golden Delicious / Golden Delicious dell’Alto Adige, Williams friulano / Williams del Friuli, Sliwovitz del Veneto, Sliwovitz del Friuli-venezia Giulia, Sliwovitz del Trentino-alto Adige, Distillato di mele trentino / Distillato di mele del Trentino, Williams trentino / Williams del Trentino, Sliwovitz trentino / Sliwovitz del Trentino, Aprikot trentino / Aprikot del Trentino, Kirsch Friulano / Kirschwasser Friulano, Kirsch Trentino / Kirschwasser Trentino, Kirsch Veneto / Kirschwasser Veneto - Acquaviti di genziana: Südtiroler Enzian / Genziana dell’Alto Adige, Genziana trentina / Genziana del Trentino - Liquori: Mirto di Sardegna*, Liquore di Limone di Sorrento*, Liquore di Limone della Costa d´Amalfi*, Genepi del Piemonte*, Genepì della Valle d´Aosta* e Genepì delle Alpi* (nome condiviso con la Francia) - Nocini: Nocino di Modena* . .  
   
   
UNIVERSITA´´: NASCE A UDINE L´´AGRONOMO DI MONTAGNA  
 
"E´ importante guardare alle opportunità del territorio e lavorare per il futuro dei giovani in montagna": con queste parole l´Assessore regionale Enzo Marsilio ha voluto sottolineare lo stretto legame che unirà la montagna friulana, con tutte le sue straordinarie caratteristiche, al mondo della formazione prima e del lavoro poi, nel progetto presentato a Udine assieme al Rettore dell´Università del capoluogo friulano, Furio Honsell. Si tratta infatti del primo curriculum dell´Ateneo udinese - "Sistemi montani e forestali" questo il suo nome - interamente dedicato alla montagna, che prevede, soprattutto a partire dal secondo anno, una forte caratterizzazione verso le esigenze agro-ambientali di questo particolare ambiente naturale, così da formare una nuova figura professionale, quella di "agronomo di montagna", come ha evidenziato il Preside di Agraria, Angelo Vianello. Un curriculum destinato a trasformarsi presto in vero e proprio corso di laurea, se l´interesse che già si manifesta verso l´iniziativa si concretizzerà nei prossimi mesi: in ogni caso da luglio gli studenti potranno iscriversi ad un corso di studi caratterizzato dall´innovazione e dal forte legame con il mondo della produzione, e per di più "l´unico che si può fare veramente solo in montagna", come ha ribadito lo stesso Honsell. Infatti nel terzo anno è prevista un´esperienza del tutto originale, con un semestre interamente dedicato alle attività di campo da effettuarsi presso la rinnovata struttura di proprietà regionale del Centro servizi per le foreste e le attività della montagna (Cesfam) di Paluzza, dove gli studenti saranno in stretto contatto con il mondo imprenditoriale montano, e dove, oltre alle lezioni tradizionali, i boschi alpini della Foresta di Pramosio rappresenteranno i "laboratori a cielo aperto" di un´esperienza didattica che si preannuncia unica. Il corso di studi, fin dall´inizio caratterizzato da forti collegamenti con le Università centro-europee, intende formare una figura innovativa di operatore professionale destinato a valorizzare il patrimonio della montagna friulana, con particolare riferimento all´allevamento del bestiame, al settore lattiero-caseario, alla frutticoltura e alla produzione di biomasse forestali, in un contesto di gestione e manutenzione del territorio e di conservazione dei valori ambientali. La collaborazione tra Regione e Università di Udine che ha portato alla realizzazione di questa particolare offerta formativa non è un episodio isolato ma "un ulteriore tassello di eccellenza", ha affermato Marsilio, che si inserisce in un rapporto molto stretto, caratterizzato da progetti concreti non solo per la montagna, ma anche per l´ambiente, la fauna selvatica, la vitivinicoltura, lo sviluppo rurale in generale. .  
   
   
UN PIANO STRATEGICO PER L’AGRICOLTURA DI SALERNO  
 
 Incentivazione dei percorsi di efficienza delle aziende, azioni di marketing territoriale ed interventi mirati per il miglioramento dell´efficienza complessiva del sistema territoriale locale, sono alcune delle priorità individuate dal Piano Agricolo Strategico per la provincia di Salerno redatto da Nomisma e Fondazione Metes. La parte di Nomisma, curata Fabio Lunati dell´O. A. I. È il risultato di una metodologia di tipo "bottom up" applicata alle principali filiere agro-alimentari del territorio salernitano. Il piano è stato illustrato nell´ambito della "Conferenza provinciale per l´agro-alimentare salernitano", alla presenza del sottosegretario all´agricoltura Guido Tampieri. .  
   
   
LA CATENA DEL VALORE NEL SETTORE DEI MANGIMI  
 
Il 26 e 27 giugno a Copenaghen (Danimarca) si svolgerà un seminario dal titolo «The feed value chain» (La catena del valore nel settore dei mangimi). L´iniziativa fungerà da forum per mettere in comunicazione operatori europei pubblici e privati nella catena del valore mangimi-bestiame. È prevista la stesura di un libro bianco che descriva lo stato dell´arte del settore e definisca gli obiettivi delle attività di ricerca interdisciplinari sulla catena del valore mangimi-bestiame in Europa. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Epsoweb. Org/catalog/epso%20workshops/feed_workshop. Htm . .  
   
   
ORTOFRUTTA: DE CASTRO, BENE INDAGINE ANTITRUST SULLA FILIERA. NUOVA OCM VA IN GIUSTA DIREZIONE: RINFORZARE LE ORGANIZZAZIONI PRODUTTORI PER CONTENERE I PREZZI  
 
“La riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato dell’ortofrutta appena varata dall’Unione Europea va nella giusta direzione, indicando la strada del contenimento della frammentazione produttiva e di una maggiore aggregazione dell’offerta. Una svolta necessaria, nella quale le organizzazioni dovranno rappresentare uno strumento attivo nell’accorciamento della catena di commercializzazione e quindi nel contenimento dei prezzi anche nelle fasi finali”. Lo ha detto il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali on. Paolo De Castro, commentando l’indagine conoscitiva sulla struttura della produzione e distribuzione ortofrutticola italiana condotta “con estrema capacità di analisi e sintesi” dall’Antitrust presieduta da Antonio Catricalà. Un’indagine per la quale l’Autorità per la concorrenza si è avvalsa anche della collaborazione del Mipaaf. “Il rapporto ha messo in luce i riflessi negativi di una filiera troppo lunga – ha sottolineato De Castro – evidenziando rincari che dal produttore al consumatore arrivano a percentuali insostenibili. Noi riteniamo che quest’andamento sia assolutamente da correggere. Se la grande distribuzione, i supermercati e i mercati rionali devono potenziare il proprio ruolo, come suggerisce l’analisi Antitrust, anche alcuni aspetti della produzione vanno rivisti – ha detto il Ministro - combattendo la frammentazione e preferendo forme consortili o societarie, sistemi di aggregazione di produttori. Tra l’altro proprio la Finanziaria 2007 promuove la creazione dei cosiddetti “mercati degli agricoltori” (farmers markets), meccanismo di vendita diretta senz’altro capace di dare efficaci risposte”. “Anche la borsa merci agroalimentare, il cui inizio di attività abbiamo tenuto a battesimo pochi mesi addietro – ha concluso il Ministro – è uno strumento sul quale puntiamo molto. Lavoreremo per rafforzarne il ruolo e l’ampliamento dei generi quotati”. .  
   
   
FALSO OLIO D’OLIVA ITALIANO: ISPETTORATO CENTRALE CONTROLLO QUALITA’ SCOPRE IN PUGLIA FRODE DA OTTO MILIONI DI EURO. DE CASTRO: CONTINUEREMO SENZA SOSTA A CONTRASTARE CHI INGANNA I CONSUMATORI  
 
Valeva milioni di euro l’olio d’oliva vergine ed extravergine venduto illecitamente come italiano da un grossista pugliese. Ma gli accertamenti dell’Ispettorato centrale controllo qualità, dopo lunghe e complesse indagini condotte in collaborazione con la Guardia di Finanza, hanno scoperto la frode portando alla denuncia di un commerciante del nord della Regione. L’uomo, attraverso l’emissione di documentazione falsa, commercializzava come “prodotto italiano” ingenti quantitativi di olio extravergine d’oliva in realtà proveniente da Spagna, Grecia e Tunisia. Su mandato del sostituto procuratore di Trani, dott. Ruggiero, sono state sequestrate circa 1700 tonnellate di olio già immagazzinato, per un valore commerciale di circa otto milioni di euro. L’operazione è stata svolta nell’ambito di un’azione straordinaria di controllo nel settore oleario avviata lo scorso febbraio su tutto il territorio nazionale - su esplicito mandato del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali on. Paolo De Castro – dall’Ispettorato centrale controllo qualità dei prodotti agroalimentare del Mipaaf. Un’azione in concorso con tutti gli altri organismi di controllo operanti nel comparto agroalimentare, finalizzata a contrastare i fenomeni fraudolenti nel settore, con particolare riferimento alla corretta commercializzazione dei prodotti di provenienza estera. “E’ divenuto più che mai indispensabile – ha dichiarato il Ministro De Castro – assicurare il rispetto delle regole di mercato. Continueremo con forza in quest’opera di contrasto. Non possiamo tollerare in alcun modo – ha sottolineato il Ministro – l’operato di chi, utilizzando pratiche fraudolente, incrementa i propri profitti a pesante danno e dei consumatori e delle imprese concorrenti”. “ Mi congratulo - ha concluso De Castro - con l’Ispettorato e la Guardia di Finanza per un’operazione brillante che testimonia la capacità di integrare le rispettive competenze dando un fondamentale contributo alla salvaguardia e valorizzazione del comparto agroalimentare italiano”. .  
   
   
MELLARINI IERI IN VALLE DI SOLE PER LA PRESENTAZIONE DELL’ASSE LEADER DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE 2007-2013  
 
L’assessore all’agricoltura, commercio e turismo Tiziano Mellarini, insieme ai dirigenti e ai tecnici della Provincia, si è recato il 18 giugno in serata in valle di Sole per illustrare prima ai sindaci della zona e poi - nel corso di un incontro pubblico nella sala del Comprensorio, a Malé – all’intera comunità i contenuti del programma europeo Leader, all’interno del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. Il Leader in valle di Sole gestirà risorse pubbliche per un ammontare di circa 17 milioni di euro (6 milioni di provenienza comunitaria a cui si affiancheranno risorse statali e provinciali), con uno sviluppo potenziale in termini di investimenti sul territorio per oltre 20 - 25 milioni euro. Tutto ciò naturalmente in aggiunta a quanto previsto dal Piano di sviluppo rurale, che in totale mobilita risorse per 253 milioni di euro circa. L’incontro, apertosi con i saluti del presidente del Comprensorio Carlo Dal Doss, ha visto la presenza, in qualità di relatori, oltre che dell’assessore Mellarini, anche del dirigente del Dipartimento Agricoltura e Alimentazione Mauro Fezzi e di Riccardo Molignoni del Servizio Aziende Agricole e Territorio Rurale; in sala numerose autorità in rappresentanza del mondo politico ed economico di tutta l’area (valle di Sole e valli di Pejo e Rabbi). In apertura Mellarini ha illustrato brevemente gli obiettivi strategici del Piano, corrispondenti ad altrettanti assi: miglioramento della competitività del settore agricolo; qualità ambientale; diversificazione e qualità della vita (artigianato e turismo integrati con l’attività agricolo-forestale); progetto Leader. L’asse Leader riguarda un’area ben definita – la Valle di Sole – che in passato non ha beneficiato di contributi analoghi – e si svilupperà in maniera più “trasversale” rispetto agli altri assi: in particolare investirà le iniziative concernenti la competitività e la diversificazione (la politica ambientale necessita di una programmazione su scala provinciale). A carico di Leader sono in generale le misure di attuazione delle strategie di sviluppo locale, la cooperazione fra territori e transnazionale, la gestione del Gal (Gruppo di azione locale), la gestione delle competenze e l’animazione del territorio. In pratica si va dai progetti di formazione a quelli per l’ammodernamento delle aziende o per lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla creazione di nuovi servizi e a molto altro ancora. Leader deve rappresentare un importante momento di confronto e consultazione tra gli operatori e le istituzioni alfine di promuovere un vero motore di sviluppo per il territorio della Valle di Sole. Le preoccupazioni di garantire il raggiungimento degli obiettivi finanziari non deve indurre questo importante contesto territoriale della nostra montagna alpina a redigere semplici liste di spesa ma a perfezionare occasioni di crescita socio economica che possano tradursi in prospettive per le future generazioni. Abbiamo menzionato i Gal: è infatti il Gruppo di azione locale, composto sia da rappresentanti pubblici sia da soggetti economici del mondo agricolo in primo luogo e della società civile, che avrà il compito di elaborare una sorta di piano di sviluppo locale, con un approccio quindi “dal basso”, anche se in sinergia con la Provincia autonoma. Spetterà dunque al Gal selezionare i progetti, adottare i relativi impegni di spesa e istruire i bandi dei diversi progetti ascrivibili all’asse Leader. Ma perché per il progetto Leader è stata scelta la Valle di Sole? Come accennato poc’anzi, il territorio prescelto, oltre a presentare caratteristiche di omogeneità, non deve essere stato precedentemente interessato da iniziative Leader o da Patti Territoriali, e deve vedere al suo interno una più elevata presenza di “comuni montani a bassa performance” (secondo la suddivisione adottata anche dal Programma di sviluppo provinciale per la Xiii legislatura). In totale, lo ricordiamo, il Piano di sviluppo rurale prevede risorse per 253 milioni di euro in 7 anni (di cui un centinaio di provenienza europea), ripartite su quattro assi. L’asse Leader, compreso al suo interno, prevede risorse per 17 milioni di euro circa, concentrate però in un’unica zona. .  
   
   
ISTITUITI DUE NUOVI DISTRETTI AGROALIMENTARI PIEMONTESI: PER RISO E ORTICOLTURA  
 
La Giunta Regionale, nell’ambito della normativa sui distretti agroalimentari di qualità, ha individuato territorialmente, nella seduta del 18 giugno sera, il “Distretto del riso del Piemonte”, esteso nelle province di Vercelli (che farà da capofila), Alessandria, Biella e Novara, e il “Distretto Agroalimentare di Qualità del Settore Orticolo” nella provincia di Alessandria. La deliberazione è stata assunta sulla base di progetti territoriali già presentati dalle province interessate - malgrado sia al momento in discussione la riforma della legge regionale sui distretti (la n. 26 del 2003) - per consentire alle aree in questione di definire propri programmi in vista dell’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, prevista entro fine 2007. La legge attualmente in vigore (come per altro la legge di modifica) prevede che i distretti agroalimentari siano individuati su proposta delle Province e si caratterizzino per la specializzazione produttiva e la concentrazione di filiera, ove le relazioni tra imprese e contesto locale discendono sia dal processo produttivo che dallo sviluppo economico e culturale del territorio. La modifica della normativa regionale sui distretti agroalimentari di qualità, approvata dalla Giunta il 21 maggio e che sarà ora sottoposta all’approvazione del Consiglio Regionale, è una riforma importante della politica di distretto, rurale e agroalimentare: il disegno di legge è infatti finalizzato a ristrutturare, in forme omogenee e flessibili, le modalità di gestione delle aggregazioni territoriali, riconducendo tra l’altro a linee di indirizzo omogenee i Distretti del Vino, tradizionalmente regolati da una normativa specifica. “La vera novità che il disegno di legge sui distretti introduce - dichiara l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco - è un diverso approccio culturale alla politica di distretto, che deve fare sistema sul t Territorio Distretto del riso del Piemonte Provincia Di Alessandria Comuni di: Balzola, Borgo San Martino, Casale Monferrato, Frassineto Po, Giarole, Morano Po, Occimiano, Pomaro, Ticineto, Villanova Monferrato. Provincia Di Biella Comuni di: Brusnengo, Castelletto Cervo, Gifflenga, Cavaglia’, Cossato, Dorzano, Massazza, Masserano, Mottalciata, Salussola, Villanova. Provincia Di Novara Comuni di: Barengo, Bellinzago Novarese, Biandrate, Borgolavezzaro, Briona, Caltignaga, Cameri, Casalbeltrame, Casaleggio Novara, Casalino, Casalvolone, Castellazzo Novarese, Cerano, Galliate, Garbagna Novarese, Granozzo Con Monticello, Landiona, Mandello Vitta, Momo, Nibbiola, Novara, Recetto, Romentino, San Nazzaro Sesia, San Pietro Mosezzo, Sillavengo, Sozzago, Terdobbiate, Tornaco, Trecate, Vaprio D’agogna, Vespolate, Vicolungo, Vinzaglio, Carpignano Sesia, Fara Novarese. Provincia Di Vercelli Comuni di: Albano, Arborio, Asigliano, Balocco, Bianze’, Borgo Vercelli, Buronzo, Caresana, Caresanablot, Carisio, Casanova Elvo, Cigliano, Collobiano, Costanzana, Crescentino, Desana, Fontanetto Po, Formigliana, Gattinara, Ghislarengo, Greggio, Lamporo, Lenta, Lignana, Livorno Ferraris, Motta Dei Conti, Olcenengo, Oldenico, Palazzolo, Pertengo, Pezzana, Prarolo, Quinto, Rive, Roasio, Ronsecco, Rovasenda, Salasco, Sali-crova, San Germano, San Giacomo, Santhia’, Stroppiana, Tricerro, Trino, Tronzano, Vercelli, Villarboit, Villata, Saluggia. Erritorio, coordinare le iniziative di promozione, sostenere progetti integrati non solo tra soggetti diversi, ma anche in ambiti diversi, dalla produzione, alla commercializzazione, dalla tutela del paesaggio al turismo. Con il riconoscimento dei due distretti del riso e dell’orticoltura, intendiamo dare anche a queste produzioni la possibilità di strutturarsi sul territorio e di avanzare progetti di valorizzazione e di integrazione. ” Il Distretto del Riso è stato individuato per i vantaggi competitivi naturali della zona, con potenzialità di crescita future, per lo sviluppo di economie esterne importanti e di cooperazione locale. Le dimensioni produttive e le caratteristiche del settore rivestono rilievo nazionale e comunitario, oltre a rappresentare una tradizione storico-culturale del territorio. La Provincia di Alessandria si caratterizza invece per la produzione orticola, fortemente orientata alla lotta integrata e biologica, ricca di numerose certificazioni (Pat, Dop, certificazioni di qualità) e una forte identità di filiera. Si tratta di un’area che ha fatto della qualità un obiettivo strategico e che valorizza i prodotti tradizionali, innovando tecniche e metodologie produttive. Territorio Distretto Agroalimentare di Qualità del Settore Orticolo Provincia Di Alessandria Comuni di: Acqui Terme, Alessandria, Alfiano Natta, Alice Bel Colle, Alluvioni Cambio´, Altavilla Monferrato, Alzano Scrivia, Balzola, Basaluzzo, Bassignana, Bergamasco, Bistagno, Borgo San Martino, Borgoratto Alessandrino, Bosco Marengo, Bozzole, Camagna Monferrato, Camino, Carbonara Scrivia, Carentino, Carpeneto, Casal Cermelli, Casale Monferrato, Casalnoceto, Cassine, Castellar Guidobono, Castellazzo Bormida, Castelletto Merli, Castelletto Monferrato, Castelnuovo Bormida, Castelnuovo Scrivia, Castelspina, Cella Monte, Cereseto, Cerrina Monferrato, Coniolo, Conzano, Cuccaro Monferrato, Felizzano, Frascaro, Frassinello Monferrato, Frassineto Po, Fresonara, Frugarolo, Fubine, Gabiano, Gamalero, Giarole, Guazzora, Isola Sant´antonio, Lu, Masio, Mirabello Monferrato, Molino Dei Torti, Mombello Monferrato, Moncestino, Montaldo Bormida, Montecastello, Morano Sul Po, Morsasco, Murisengo, Novi Ligure, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Orsara Bormida, Ottiglio, Oviglio, Ozzano Monferrato, Pecetto Di Valenza, Pietra Marazzi, Piovera, Pomaro Monferrato, Pontecurone, Pontestura, Ponzano Monferrato, Pozzolo Formigaro, Predosa, Quargnento, Quattordio, Ricaldone, Rivalta Bormida, Rivarone, Rocca Grimalda, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, Sale, San Giorgio Monferrato, San Salvatore Monferrato, Serralunga Di Crea, Sezzadio, Solero, Solonghello, Strevi, Terrugia, Terzo, Ticineto, Tortona, Treville, Trisobbio, Valenza, Valmacca, Vignale Monferrato, Viguzzolo, Villadeati, Villalvernia, Villamiroglio, Villanova Monferrato, Volpedo. .  
   
   
SPECK ALTO ADIGE, 700MILA CONTROLLI DI QUALITÀ CON IL SOSTEGNO DALLA PROVINCIA  
 
Sono state circa 700mila, nel corso del 2006, le baffe di speck che riportano l’indicazione geografica tipica “Alto Adige” sottopposte ai controlli dell’Ineq (Istituto Nord Est Qualità). Le spese sostenute per affidarsi a quest’organo indipendente, come previsto dall’Unione Europea, sono state in parte finanziate dalla Provincia Autonoma di Bolzano. “La decisione di sottoporre lo speck altoatesino alle procedure di controllo qualità tra le più minuziose d’Europa – sottolinea l’assessore Werner Frick – fa parte della strategia portata avanti dall’amministrazione provinciale, che punta ad una sempre maggiore attenzione alla qualità. Affidarsi ad agenzie di controllo indipendenti significa una spesa aggiuntiva di 15 centesimi per ogni baffa, ma in questo modo possiamo garantire ai consumatori che acquistano lo speck con il marchio di qualità, o con l’Igp Alto Adige, un prodotto di qualità elevata e certificata”. Nel corso del 2006 l’Ineq ha effettuati oltre 1. 500 controlli tra i produttori altoatesini, passando al vaglio 700mila baffe di speck. Rispetto all’anno precedente, i controlli sono aumentati del 5%. A livello finanziario, un quinto delle spese sono state riservate ai controlli sulla materia prima, che hanno riguardato 491mila cosce di maiale, il 14% in più rispetto all’anno precedente. Inoltre, i tecnici dell’Ineq hanno passato al setaccio il 37,3% della quantità di materia prima acquistata dalle imprese altoatesine produttrici di speck, in modo tale da garantire il rispetto delle procedure di produzione. Attualmente sono 29 le aziende altoatesine che producono lo speck contrassegnato dal marchio Igp. La produzione totale del più famoso insaccato altoatesino, nel corso del 2006, è cresciuta del 9,5%, raggiungendo quota 5,5 milioni di baffe, più del doppio di 10 anni fa. Il 39% dello speck prodotto in Alto Adige, circa 2,2 milioni di baffe, è contraddistinto dal marchio di qualità. .  
   
   
IL QUADERNO SUI PRODOTTI AGROALIMENTARI DELLE “ALPI DEL MARE”  
 
Cuneo –All’interno del Piano di Marketing per il lancio dei prodotti agroalimentari “Le Alpi del Mare”, è stato presentato il quaderno sui prodotti agroalimentari, una miniera di risorse, regalate da un territorio racchiuso nel cuore dell’Europa, tra mare e montagne, profumi rivieraschi e cime innevate, aree poco conosciute o località note, colline e pendii assolati o fertili pianure. Questo quaderno alza il sipario su un tesoro fatto di mille sfumature, una tavolozza di colori, di profumi straordinari e di gusti legati alla tradizione. L’obiettivo è puntato verso i prodotti tutelati presenti nelle cinque regioni delle Alpi del Mare, dalla Liguria al Piemonte, alla valle d’Aosta, sino al dipartimento francese Rhône-alpes ed al Paca (Provence-alpes-côte d’Azur). Complessivamente, su un’area tanto articolata, le voci che hanno cercato tutela in ambito europeo, sono più di 200: un elenco di nicchia, espressione di un’agricoltura dalle radici profonde e di un’arte della trasformazione affinatasi nei secoli. Il tutto senza doppioni, senza fenomeni concorrenziali assurdi, sull’onda di una selezione naturale avvenuta nel tempo. Vini, formaggi, frutta ed ortaggi, specialità irripetibili hanno trovato, nel riconoscimento Ue, il loro elemento ufficiale di distinzione, la grande opportunità di salvaguardia, la difesa di filiere corte o cortissime che hanno il loro asso nella manica non già nelle quantità, ma nella qualità. La miriade delle Doc, Docg, Dop, Igp, Igt per il “made in Italy” e delle Aoc (nell’articolazione riservata ai vini ed all’agroalimentare), Aovdqs ed Igp per l’area francese evidenzia la strabiliante capacità di utilizzo delle risorse locali, siano esse il latte o la carne e la scelta intelligente di colture che ben si adattano alle condizioni pedoclimatiche, quali la frutta, la vite, l’ulivo, le noci. Nell’elenco il Beaufort e il Reblochon si affiancano al Castelmagno, al Bra, al Raschera, l’olio della Riviera Ligure di Levante o di ponente a quello dell’alta Provenza, il Barolo ed il Barbaresco al “Côtes de Provence” o al Bellet. Ogni angolo della grande regione delle Alpi del Mare ci mette qualcosa di suo, quel tocco di unicità che non può essere riprodotto altrove, quel fascino locale che è parte integrante di una storia unica. Sulla varietà delle proposte giocano l’eterogeneità del territorio, la sua ubicazione, la sua storia. Il Piemonte scende in campo con 66 voci sottoposte a tutela (altre attendono il completamento di un iter burocratico lungo e complesso), la Liguria con 13, la valle d’Aosta con 5. Altrettanto ricca l’offerta nel Rhône-alpes e nel Paca di cui si sono censite 133 voci, 68 delle quali rappresentate dai vini Aoc (Appellation d’origine contrôlée). .  
   
   
ATTIVO IL NUCLEO REGIONALE PER IL COORDINAMENTO DEI CONTROLLI SULLA SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Roma, - Si è insediato il Nucleo regionale per il coordinamento dei controlli sulla sicurezza alimentare che insieme al Comitato consultivo e al Centro studi per la valutazione del rischio alimentare dell’Istituto Zooprofilattico costituisce il nuovo assetto regionale per i controlli sulla sicurezza alimentare. Del Nucleo di coordinamento fanno parte le componenti mediche e veterinarie del Servizio sanitario Regionale che operano nel campo della Sicurezza Alimentare, i Servizi dell’Assessorato all’Ambiente e dell’Agricoltura, i rappresentanti dei laboratori dell’Istituto Zooprofilattico, dell’Arpalazio e i Nas. Con la definizione dell’organizzazione dei controlli su tutta la filiera alimentare il Lazio è la prima Regione in Italia a dotarsi di un modello organizzativo per la sicurezza alimentare in linea con i dettami della normativa comunitaria. .  
   
   
MAMME IN VIAGGIO: IL LATTE MATERNO È IL MIGLIOR DISSETANTE PER IL BAMBINO  
 
 In alternativa o a supporto dell´allattamento al seno, il latte materno precedentemente tirato rimane il miglior alimento. I consigli di Maria Ersilia Armeni, pediatra, neonatologa e Consulente Professionale per l’Allattamento Materno Ibclc, per organizzare al meglio la trasferta d’Agosto al mare. Durante il viaggio e il soggiorno nei luoghi di villeggiatura, grazie a pratici tiralatte come Swing di Medela, la mamma potrà raccogliere il latte materno e portare scorte in apposite borse frigo. Per informazioni sui dispositivi per la conservazione e raccolta del latte materno, visitare il sito www. Medela. It Lunghe code in autostrada, soggiorni lontano da casa, giornate in spiaggia e luoghi affollati: le ferie d’Agosto comportano alcune situazioni non proprio confortevoli e apparentemente poco compatibili con l’allattamento al seno. Ma è proprio così? Le neomamme devono forse rinunciare alla vacanza o, peggio, interrompere prematuramente l’allattamento al seno? ‘In realtà – spiega la dottoressa Ersilia Armeni, pediatra, neonatologa e Consulente Professionale per l’Allattamento Materno Ibclc – nessuna di queste rinunce è necessaria. Anzi. L’allattamento al seno risulta la forma di nutrizione più comoda e pratica anche nei momenti di estrema calura o in condizioni di temporaneo disagio, come capita, per esempio, durante i lunghi viaggi in macchina per raggiungere le case di villeggiatura. Se poi la mamma ha scorte di latte materno, potrà portarle con sé durante la trasferta. Le scorte di latte sono molto utili anche nel caso di allattamento di gemelli, se la mamma era già abituata a utilizzare questo sistema di alimentazione che le rende possibile farsi aiutare da un’altra persona. ´ Il latte materno è biologicamente il miglior alimento che si possa fornire al proprio figlio, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di allattare al seno in maniera esclusiva per almeno i primi sei mesi di vita del bambino e in maniera non esclusiva successivamente allo svezzamento. È sempre pronto, alla giusta temperatura ed è composto per il 98% di acqua: garantisce dunque l’idratazione ottimale anche in condizioni di estremo caldo, senza bisogno di far bere al bambino acqua o altri liquidi. ‘Questo aspetto è molto importante – spiega Armeni - perché d’estate le mamme con bambini di età inferiore ai sei mesi potrebbero essere tentate di dare dell’acqua al bambino, invece di offrire più spesso il seno, interferendo di fatto con l’allattamento a domanda, raccomandato invece da Unicef e Oms per garantire una crescita adeguata del bambino’. Ma come affrontare un lungo viaggio in macchina con un bambino piccolo? Ecco 5 suggerimenti che possono aiutare a organizzare il trasferimento: anzitutto, com’è ovvio, è bene programmare un viaggio in orari meno caldi, anche di notte. In alternativa, l’aria condizionata in macchina, dosata con buon senso, non darà problemi al bambino il bambino in viaggio in auto deve rimanere seduto nell’apposito seggiolino di sicurezza: è necessario pianificare soste ogni 2-3 ore per permettergli di interagire con la mamma e, se lo desidera, di attaccarsi al seno se il bambino è allattato esclusivamente al seno, non somministrare acqua, nemmeno nei momenti più caldi della giornata la mamma bene idratata garantisce, tramite l’allattamento, l’idratazione al figlio. È dunque necessario portare scorte di acqua e bevande durante il viaggio Infine, se la mamma ha scorte di latte materno in freezer che desidera o deve utilizzare per scadenza di termini di conservazione, può anche portare con sé il latte già raccolto, da utilizzare in viaggio o successivamente Naturalmente, quando voglia portare scorte di latte materno in viaggio, la mamma dovrà organizzarsi per la conservazione, munendosi di apposite borse frigo e ghiaccio per mantenere la giusta temperatura del latte. ´Questi strumenti possono essere utili anche se vorrà raccogliere il latte durante la vacanza, portando con sé il suo tiralatte. Potrà così, per esempio, allattare al seno quando sta in spiaggia sotto l’ombrellone ma anche partire per una nuotata o un’immersione sapendo che, in caso di necessità, il bambino verrà alimentato in tutta sicurezza con il suo latte. ’ – commenta Armeni. Oggi in farmacia sono disponibili tiralatte e borse frigo particolarmente adatte ai viaggi. Tra questi, il tiralatte Swing, piccolo e pratico da trasportare, e la borsa frigo Medela, completa di elementi refrigeranti, che permette di conservare 4 bottigliette di latte alla temperatura ideale per l´utilizzo nelle ore successive. La borsa è munita di uno scomparto per trasportare il tiralatte Swing. Per raccogliere altri suggerimenti sull’allattamento al seno e informarsi sui dispositivi per la raccolta del latte, consultare il sito www. Medela. It. .  
   
   
IL MERCATO DEGLI ALCOLICI IN ITALIA DOVE, COME E COSA CONSUMANO GLI ITALIANI SECONDO L’ANALISI CONDOTTA DAL CONSORZIO DISTRIBUTORI ALIMENTARI  
 
Si sa, gli italiani non sono grandi bevitori, eppure alcolici e superalcolici ricoprono un ruolo fondamentale nel mercato italiano delle bevande consumate nel canale Horeca (il circuito dei consumi fuori casa). E’ quanto emerge dai dati presentati da Cda, (Consorzio Distributori Alimentari) - il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, con una quota di mercato che sfiora l’11% - nel corso del meeting dedicato proprio a questa categoria di bevande. Gli italiani consumano ogni anno fuori casa circa 19 miliardi di litri di bevande (circa 328 litri pro capite), di cui “solo” l’1,2% (235 milioni di litri) di alcolici, eppure questa categoria merceologica, che comprende birra, vino e superalcolici, è di primaria importanza per l’intero mercato. Produce infatti da sola ben il 63,8% del fatturato dei distributori di bevande: vale a dire oltre 2,7 miliardi di euro nel 2006 su un totale di circa 4,3 miliardi (realizzato per oltre il 75% nel canale Horeca). Un dato che non stupisce se si considera che il valore di mercato di questi prodotti è nettamente superiore rispetto a quello di acqua minerale e soft drink. Ma quanto incidono gli alcolici sui consumi fuori casa? Birra, vino e superalcolici incidono per oltre il 60% sul consumo totale di bevande nei pubblici esercizi italiani, mediamente così ripartito: 24,9% alcolici, 23,7% (in costante crescita) birra e 13,5% vino. Gli analcolici rappresentano invece il 21,3% (in calo) dei consumi, mentre l’acqua minerale si attesta attorno al 16% in leggera salita. Se è vero quindi che da un lato birra e vino ricoprono un ruolo fondamentale, dall’altro il resto del mercato si presenta estremamente frammentato fra le varie categorie di superalcolici, oltre che tra un numero elevatissimo di marchi e referenze. Solo all’interno di Cda, il comparto dei superalcolici risulta infatti così ripartito: il 26,31% è rappresentato dagli aperitivi (con 29 referenze differenti), vengono poi gli amari con il 12,95% (e 89 referenze), i liquori dolci con l’11,22% (e ben 796 marchi diversi), la vodka con il 9,33% (per 208 referenze), il rhum con il 9,02% (397 referenze), il vermouth con il 7,01% (34 referenze), le grappe con il 5,38% (e ben 805 referenze) e quindi, a seguire gin (4,21% per 65 referenze), whisky (4,15% per 225 marchi), sambuca (3,88% per 34 referenze), brandy e cognac (3,24% per 125 referenze), limoncello (2,68% con 77 referenze), tequila (0,50%) e alcol (0,10%). Oltre il 33,5% dei consumi di alcolici avviene, come prevedibile, nella fascia serale dell’after dinner, registrando una tendenza in netta crescita (si prevede un +6% nel 2007). Altrettanto considerevole la quota dei consumi nelle ore dei pasti (33,1%); l’aperitivo si attesta invece intorno al 12%, mentre il 14,2% dei consumi avviene in altri momenti della giornata (metà mattina o metà pomeriggio). Eppure quello che manca in Italia sembra essere una vera e propria cultura del bere, messa in luce anche dalla scarsa incidenza dei cocktail sui consumi di alcolici fuori casa: la loro quota supera infatti di poco il 17% e le previsioni li vedono addirittura in calo nel corso di quest’anno. “Il comparto degli alcolici sta registrando in questi anni soddisfacenti livelli di crescita e dalla nostra analisi è evidente come esso giochi un ruolo fondamentale per i bar italiani – spiega Lucio Roncoroni, direttore di Cda – che si affidano a noi grossisti per i loro approvvigionamenti. E’ compito nostro quindi lavorare in stretta collaborazione con l’industria per favorire il sell-out di questi prodotti e contribuire ad accrescere la cultura nel settore, sia nei confronti dei baristi che dei consumatori finali, da un lato attraverso iniziative di formazione professionale, dall’altro appoggiando la realizzazione di campagne di sensibilizzazione sul bere consapevole”. Il Consorzio Distributori Alimentari nasce nel 1988 in Lombardia, dal desiderio di alcuni imprenditori locali operanti nel settore della distribuzione di bevande. Scopo del consorzio era, da una parte, quello di ottenere tramite l´associazionismo un potere contrattuale maggiore nei confronti del mondo della produzione; dall´altro, quello di operare in termini mutualistici su di una categoria che è sempre stata storicamente molto disaggregata. Da gruppo regionale, nel giro di pochi anni, Cda si è consolidato in una struttura dal carattere nazionale in un continuo crescendo di adesioni: il consorzio infatti conta oggi ben 91 associati distribuiti in tutte le regioni italiane, per un fatturato di 450 milioni di euro nel 2005, ottenuto per il 75% nel canale Horeca. Cda vanta un quota di mercato pari al 10% e serve, grazie ai suoi 600 venditori, oltre 40. 500 pubblici esercizi su tutto il territorio nazionale. In un mercato che vede sempre più le Aziende di Produzione essere anche Aziende di Distribuzione, chi desidera mantenere la propria indipendenza di mercato ed i valori imprenditoriali su cui ha basato la propria attività, ha sempre più bisogno di operare in un contesto di confronto e di servizio adeguato, propulsivo ed aggiornato. Ciò è possibile solo stando insieme ad altre Aziende che hanno le stesse motivazioni e che perseguono gli stessi obiettivi, supportati da una centrale che aiuta a sviluppare l´identità e l´indipendenza aziendale come valori positivi da offrire al mercato assieme a innovazione, assortimento, servizi e rapporto. Per informazioni: www. Cdaweb. It .  
   
   
VITAMINE E SOLE: MEDICI E PEDIATRI DI FAMIGLIA DELL´OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO HANNO ANALIZZATO I ‘PROFILI VITAMINICI’ DI OLTRE 12.000 ITALIANI PER VALUTARE L’ASSUNZIONE DI QUELLE IMPLICATE NEI PROCESSI DI ESPOSIZIONE AL SOLE.  
 
I principi da seguire per una "buona esposizione" riguardano in modo particolare l´assunzione quotidiana di alimenti ricchi di antiossidanti, partendo dalla prima colazione. Fotoinvecchiamento, ossidazione, rugosità, aumentato rischio di tumori cutanei, sono solo alcuni dei termini legati alla salute che diventano di uso comune con l’avvicinarsi del sole estivo. Con le conseguenti discussioni e promozioni di soluzioni ‘artificiali’ miracolose – come integratori di vitamine e schermi solari - spesso utilizzate in maniera non razionale. Ma gli italiani in media assumono già naturalmente con la dieta un quantitativo più che sufficiente delle vitamine indispensabili per diminuire i rischi legati al sole. Un discorso a parte spetta alla vitamina D. A rivelarlo è l’indagine dell’ ‘Osservatorio nutrizionale Grana Padano’ compiuta da pediatri e medici di base di Simg e Fimp effettuata su oltre 12. 000 italiani. Vitamine A ed E: antiossidanti naturali Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Grana Padano la quasi totalità della popolazione italiana copre il fabbisogno raccomandato di vitamina A con l’alimentazione abituale; lo stesso vale per la vitamina E. Il ‘profilo vitaminico’ degli italiani, insomma, appare ben equilibrato soprattutto se confrontato con quello delle popolazioni nord-europee. “L’uso di integratori è quindi superfluo nel caso si segua già un’alimentazione equilibrata e ricca di antiossidanti naturali provenienti che assicurano varietà, ricchezza e ed equilibrio dei nutrienti in essa presenti” afferma Maria Luisa Bianchi, ricercatrice del Laboratorio sperimentale di ricerche endocrino-metaboliche dell’Istituto Auxologico Italiano. “L’assunzione di antiossidanti già a dosaggi quali quelli reperibili nella dieta appare essere di beneficio nella prevenzione del danno da raggi Uv e del photoaging” afferma Vincenzo Bettoli, Clinica Dermatologica dell’Università di Ferrara “I nutrienti, infatti, tra cui le vitamine A, E e D, contenuti negli alimenti assunti in modo equilibrato proteggono la pelle esposta al sole in tre principali modi: regolando il giusto assorbimento dei raggi ultravioletti, come antiossidanti nella protezione dai radicali liberi oppure stimolando le difese della cute nei confronti dei raggi ultravioletti”. “La vitamina A – prosegue Bettoli - rappresenta la vitamina più importante per la pelle perchè ha un ruolo fondamentale per la normale funzione delle cellule cutanee. Quella contenuta negli alimenti di origine animale, il retinolo, è in grado di proteggere la cute in tutte e tre le modalità sopradescritte: permette il completo sviluppo dello strato corneo dell’epidermide, utile nel fronteggiare gli effetti degli Uvb, contrasta l’azione ossidante da parte dei radicali liberi che si formano durante l’esposizione al sole, favorisce la produzione di melanina. La vitamina E protegge la pelle dall’effetto delle radiazioni ultraviolette a causa delle sue proprietà antiossidanti”. Vitamina D: quando - e per quanto - abbassare lo ‘schermo solare’ “Affinché vi siano assorbimento ed utilizzo ottimali del calcio introdotto con la dieta è necessaria la vitamina D, che aiuta anche la funzione muscolare e sembra proteggere da diversi tipi di tumore sia negli uomini che nelle donne” spiega la Bianchi. I dati sulle abitudini alimentari degli italiani elaborati dall’Osservatorio Grana Padano confermano che la dieta media degli italiani non copre il fabbisogno di vitamina D: la maggioranza infatti assume con gli alimenti meno della metà di tale fabbisogno, che deve essere quindi ‘completato’ mediante una giudiziosa esposizione alla luce solare. La vitamina D si forma nella pelle per azione della luce del sole durante la vita all’aria aperta, i raggi ultravioletti, infatti, trasformano il precursore (7-deidrocolesterolo) in provitamina D per azione della luce solare. La produzione dipende dallo spessore e dalla pigmentazione della pelle, dal tipo ed intensità delle radiazioni Uv e soprattutto dalla superficie esposta e dalla durata dell’esposizione. Le pelli più chiare necessitano di una esposizione minore al sole per produrre quantità adeguate di vitamina D rispetto alle pelli più scure. La vitamina D può essere sintetizzata ed accumulata nei mesi estivi così da mantenere un adeguato livello circolante di vitamina D attiva Le Regole Di Buona Esposizione A tavola: Colora la tua tavola A partire dalla prima colazione cercare di nutrirsi con frutta e verdura di colori diversi. I carotenoidi sono i pigmenti che danno il loro colore a frutta e verdura. Contrariamente a quello che si pensa, non soltanto frutta e verdura di colore arancione, ricca in beta-carotene, la forma vegetale di vitamina A, ma anche frutta e verdura di colore giallo, rosso e verde scuro che contengono altri carotenoidi favoriscono l´abbronzatura. Tutti i carotenoidi sono in grado di prevenire l’eritema solare e l’invecchiamento cutaneo contrastando l’azione ossidativi dei radicali liberi: in particolare il licopene (presente in frutta e verdura di colore rosso) e la luteina (presente nella verdura di colore verde scuro) appaiono avere un effetto protettivo equivalente se non superiore al beta-carotene. Per condire: olio d’oliva Attenzione alle diete tutte frutta e niente grassi: i carotenoidi, essendo liposolubili, necessitano di una giusta quantità di condimento per essere assorbite, l’olio di oliva ha anche il vantaggio di apportare altri antiossidanti, i flavonoidi, anche essi fortemente benefici per proteggere la pelle dall’invecchiamento da eccessiva esposizione al sole ma anche la vitamina E. Assumere le diverse varietà di carotenoidi con una sana alimentazione permette di avere un risultato ottimale di protezione sulla pelle evitando sia lo sgradevole colorito giallastro od arancione della pelle che i potenziali rischi sulla salute di una eccessiva assunzione di beta-carotene quale quella conseguente ad un abuso di integratori Alimenti ricchi di acqua e molti liquidi Frutta e verdura, in particolare angurie e melone, oltre ad essere ricchi in carotenoidi contengono anche molta acqua indispensabile per idratare la cute. Nel corso dell’esposizione al sole la cute infatti va incontro a disidratazione ed il fabbisogno di liquidi aumenta notevolmente, generalmente non è inferiore ai 2,5-3 litri al giorno. Per questo, durante l’estate, è consigliabile bere molto e arricchire la dieta con alimenti ‘succosi’. Esposizione al sole: Utilizzare schermi solari con giudizio. Per attivare la giusta quantità di vitamina D il sole è essenziale. E’ quindi necessario proteggersi ma evitando eccessi. La regola minima di sicurezza per prevenire carenze è quella di esporre almeno viso, collo e braccia (o gambe) alla luce solare, non filtrata da vetri e filtri solari almeno 5-10 minuti al giorno due volte la settimana in estate e almeno 3 volte la settimana d’inverno e discutere col proprio medico l’opportunità di una supplementazione di vitamina D se non si riesce ad assicurarsi tale esposizione. Questi tempi di esposizione si riferiscono a persone di pelle molto chiara ed in assenza di protezione solare (in questi casi occorrerà tassativamente evitare di esporsi nelle ore centrali del giorno per limitare a lungo termine il rischio di tumori cutanei). In chi ha la pelle più scura che tende ad abbronzarsi facilmente senza scottarsi oppure se viene utilizzata una protezione solare (escluso lo schermo totale) i tempi minimi di esposizione devono aumentare a circa 10-20 minuti d’estate e 20-30 minuti in inverno Chi ha i capelli rossi e la pelle chiara dovrebbe stare al sole il meno possibile, o comunque proteggersi quando lo fa, fatta salva la esposizione minima per sintetizzare una sufficiente quantità di vitamina D a livello della cute. Anche per i bambini, l’esposizione dovrebbe essere effettuata nelle ore meno calde, dalle 8. 30 alle 11. 00 e dalle 16. 00 al tramonto. Non fumare. L’associazione fumo di sigaretta più esposizione al sole costituisce un micidiale cocktail per la salute della pelle: se proprio non si riesce a smettere di fumare durante le vacanze è necessario almeno dimezzare il numero delle sigarette fumate e seguire con estremo scrupolo le raccomandazioni sul consumo giornaliero di frutta e verdura ricca in vitamine ed antiossidanti. Le fonti alimentari di Vitamine: Vitamina A: Tra gli alimenti più ricchi di vitamina A ci sono il fegato e l´olio di fegato di merluzzo, le uova e i latticini per quanto riguarda quella di origine animale. Il beta-carotene, la vitamina A di origine vegetale, si trova abbondantemente in frutta e ortaggi giallo-arancioni (es. Carota, peperone, zucca, albicocca, melone). Tra gli altri carotenoidi, il licopene si trova in quantità particolarmente elevate in frutta e verdura di colore rosso quali pomodoro (anche in forma di conserva) ed anguria; stesso dicasi per la luteina negli ortaggi a foglia verde (es. Spinaci, lattuga, catalogna) . Vitamina E: Tra gli alimenti che contengono maggiori quantità di vitamina E vi sono gli oli vegetali (di arachide, di semi di girasole, di germe di grano, di oliva, di albicocche), il grano intero e alcuni tipi di frutta secca (mandorle, noci, nocciole). Vitamina D: Il pesce, soprattutto quello a maggiore contenuto in grassi (es. Tonno, salmone, sgombro) rappresenta la principale fonte alimentare di vitamina D (una porzione di pesce copre circa metà del fabbisogno giornaliero di vitamina D nell’adulto). Fonti minori sono rappresentati dagli altri alimenti di origine animale, quali carni, latticini, uova. .  
   
   
E’ ON-LINE IL NUOVO, IRRESISTIBILE SITO LEERDAMMER WWW.LEERDAMMER.IT  
 
Spunti, ricette, test interattivi e una divertentissima sit-com per conoscere il fascino irrinunciabile e la versatilità del dolce formaggio con i buchi Dedicato a chi vuole trasformare l’ordinario in extra-ordinario, a chi vuole lasciarsi tentare dalle forme seducenti, dai dolci buchi e dal sapore intenso e inconfondibile. È il nuovo sito Leerdammer, on line da pochi giorni all’indirizzo www. Leerdammer. It. Giovane, dinamico e colorato il sito è pensato per un pubblico giovane e per tutti coloro che ricercano e sanno apprezzare la versatilità e la varietà di Leerdammer: dalle forme al Carpaccio, dai Cubetti alle Dolcifette. La grafica punta sul colore di Leerdammer: il giallo, con qualche tocco di verde e rosso in linea con i colori del brand. L’obiettivo del sito è quello di comunicare attraverso un linguaggio insolito, frizzante e spiritoso il mondo del brand Leerdammer, fornendo informazioni istituzionali, di prodotto e di servizio. Il risultato è un utile strumento capace di comunicare ed esaltare tutte le caratteristiche del prodotto e di dialogare con il target giovane: uno strumento attivo, teso a sollecitare la curiosità del navigatore e stimolare l´interazione. Ai lati delle pagine ammiccano alcuni link alle sezioni ludiche e ai segreti da scoprire. La navigazione nel sito avviene quindi non solo tramite un classico menù per macrosezioni, ma anche grazie a questi spunti disseminati ovunque nel sito. Una delle sezioni centrali del sito è quella dedicata al suggerimento d´uso del prodotto: le ricette suddivise per tipologie "Le urgenze", "Tutti i giorni", "Le occasioni speciali", per evidenziare la versatilità di Leerdammer, perfetto in molte situazioni, compagno ideale di pasti veloci o elaborati. Il sito permette di condividere ricette con gli amici, oppure partecipare inviando i propri originali suggerimenti, nonché iscriversi alla newsletter per essere puntualmente informati su novità, promozioni, nuove puntate della Sit-com… Oltre alle ricette, infatti, il sito ospita una Sit-com a puntate in versione fumetto: le straordinarie avventure di una famiglia ordinaria che risolve molte situazioni grazie alla bontà e alla varietà di Leerdammer, che riesce a mettere sempre tutti d’accordo. Il progetto è stato ideato e realizzato dalla web agency Mediattiva di Brescia con uno staff composto principalmente da: David Borselli (account), Lorenzo Biggi (art director) e Lara Fontana (copywriter). .  
   
   
ALL’AZIENDA AGRICOLA TRAVAGLINO NELL’OLTREPO PAVESE UNA DOMENICA PARTICOLARE UNA GARA DI LANCIO DEL FORMAGGIO, PESCE DI MARE PER TUTTI, VISITA ALLA CANTINA E DEGUSTAZIONI  
 
Domenica 24 giugno all’Azienda Agricola Travaglino nell’Oltrepo Pavese torna per il quarto anno consecutivo un’iniziativa divertente e senza dubbio molto originale: una domenica all’aperto che offrirà ai visitatori della storica cantina un programma ricco e ghiotto. Stiamo parlando dell’ormai consolidato Trofeo Nazionale “Rolling Cheese Cup”. Teatro della manifestazione sarà la maison Travaglino, tra le cantine simbolo di quella zona storicamente votata alla viticultura che è l’Oltrepo Pavese, un’imponente tenuta le cui fondamenta risalgono addirittura al 1111, completamente immersa nel verde, circondata dalle dolci colline impreziosite dai vigneti e da un parco maestoso. La gara, organizzata dall’associazione sportiva Ruzzola Pavia e da Uisp, la lega sport e giochi tradizionali, prenderà il via alle 14. 30 e vedrà confrontarsi concorrenti provenienti da molte regioni dell’Italia. Il gioco è estremamente semplice e avvincente; bisogna lanciare delle forme di formaggio, un cacio pecorino toscano prodotto espressamente per questo scopo, facendo loro compiere un percorso preciso, tracciato lungo le tortuose e ripide stradine che circondano la tenuta, nel borgo di Calvignano. Per il secondo ann consecutivo, si segnala la collaborazione con il Consorzio Linea Azzurra di Rimini che ha arricchito la giornata di un aspetto estremamente goloso. Per tutti i visitatori che accorreranno per assistere alla gara di Lancio del Formaggio, lungo tutta la giornata, ci sarà infatti la possibilità di degustare pesce azzurro alla griglia e tenere seppie con i piselli e la piadina romagnola, il tutto ovviamente accompagnato dai prelibati vini di Travaglino. Al termine della gara anche i formaggi verranno “spaccati” e distribuiti ai presenti. Dalle 11. 00 alle 18. 00 infine i visitatori avranno la possibilità di effettuare delle visite guidate nelle storiche cantine dell’Azienda Agricola Travaglino, risalenti al 1868, dove ogni anno vengono prodotte circa 250. 000 bottiglie suddivise tra le tipologie di Riesling Italico e Renano, Chardonnay, Pinot Grigio e Moscato per i vini e spumenti provenienti da uve di varietà a bacca bianca e Barbera, Bonarda, Pinot Nero, Uvarara e Cabernet Sauvignon per quanto riguarda quelle a bacca nera. Sarà inoltre aperto il Wine Show Room, dove si potranno acquistare i vini Travaglino. .  
   
   
DA COIN SCOPRI LA CUCINA DELL´ESTATE A TORINO, IN COLLABORAZIONE CON CONGUSTO  
 
Coin propone ai propri clienti di dare spazio alla creatività in cucina organizzando, presso il negozio in via Lagrange, corsi per scoprire ricette gustose e decori di effetto. Dal 13 giugno, per un mese, sarà, infatti, possibile sperimentare le sfiziose proposte di Congusto, partner dell’iniziativa, e appassionarsi a una cucina di grande espressività, per stupire i propri ospiti. Congusto, titolata scuola di cucina e fisiologia del gusto, ha pensato in esclusiva per i clienti Coin un interessante percorso tematico, per portare in tavola con semplicità la vivace intensità di profumi e sapori della stagione più calda dell’anno. La proposta è assolutamente variegata ed è possibile scegliere il corso che maggiormente interessa per arricchire la propria cucina di specialità e di decori originali. Il programma prevede corsi di intaglio di frutta e verdura per addobbare per la tavola nelle piccole e grandi occasioni, la preparazione di specialità estive per menu freschi e appetitosi, l’apprendimento della cucina di pietanze esotiche con il wok e dell’utilizzo dei fiori eduli in cucina. Il prezzo promozionale è di 50 euro a corso (inclusa la quota d’iscrizione annuale al Club Congusto). Per i titolari della Coincard è previsto uno sconto del 50% e a tutti i partecipanti verrà consegnato il “Kit Congusto”. Lo store torinese si trasforma in un laboratorio creativo che combina sapori, colori e tanta fantasia. Coin diventa sempre più luogo “multiesperienza”, si conferma promotore di interessanti iniziative coniugando la qualità dell’accoglienza di una boutique con una ricca proposta di prodotti e servizi. I corsi si terranno presso il negozio Coin via Lagrange 47, Torino. Tel 011. 5623354 Orario corsi: dalle 14. 30 alle 17. 00. Per informazioni ed iscrizioni: info@congusto. It – tel. 02. 66102704 .  
   
   
LA LINEA GAGGENAU GOURMET SI ARRICCHISCE DELL’ESCLUSIVO OGGETTO “SPAGHETTIZ”  
 
Gaggenau rappresenta da sempre, in termini di estetica e performance, l’esclusività in cucina: apparecchiature uniche studiate per un pubblico esigente, attento ai valori, ai modi di vivere e di condividere il gusto. Il design di Gaggenau è l’espressione di un’immagine di altissimo profilo, sinonimo di valori ed eccellenza: una ricerca verso la fusione ideale tra forma e funzione, tra estetica e praticità. Nel mese di aprile, è stata presentata la Gaggenau Platinum Collection: la nuova serie di forni Global Oven dall’estetica completamente rivisitata, e il rivoluzionario sistema modulare del freddo Vario Cooling. La prestigiosa location che ha ospitato l’evento è stata quella di Zagato, atelier per auto di prestigio e moderno Designcenter, per l’occasione aperta al pubblico. Per questo particolare evento, la divisione prodotto di Designzagato ha disegnato appositamente per Gaggenau l’esclusivo oggetto “Spaghettiz”. Un ricercato oggetto in acciaio dove i cerchi interni sono da un lato un misura-spaghetti, che diventano poi sul retro un simbolico tachimetro e contachilometri. Utilizzando il discreto taglio finale, l’oggetto diventa un assaggia-spaghetti dal design tutto particolare che, grazie al gancio situato dalla parte opposta, è anche facile da appendere. Per una volta la cucina mediterranea, da gustare con lentezza, si unisce attraverso la forma ai concetti di velocità delle auto. Anche il prestigioso oggetto “Spaghettiz” si inserisce nel progetto del mondo Gaggenau Gourmet. Infatti fino alla fine del 2007, tutti gli acquirenti di una confezione Vip del “Exclusive Selection Gaggenau Gourmet” potranno trovare all’interno anche l’esclusivo “Spaghettiz”. “Exclusive Selection Gaggenau Gourmet” è una selezione di alimenti tipici della nostra cultura e tradizione: vino, pasta, olio, pomodoro, tonno e caffè, scelti dopo un’accurata ricerca, e firmati Gaggenau. Prodotti attraverso i quali, Gaggenau desidera riportare l’attenzione verso il valore della semplicità e della genuinità, per sottolineare come è proprio nelle cose in apparenza più semplici che spesso si nasconde il reale valore aggiunto. Lo stesso accade nel design, lineare ed essenziale delle apparecchiature Gaggenau, che celano sotto forme essenziali un altissimo contenuto tecnologico e funzionale. Info@gaggenau. It – www. Gaggenau. It - Numero Verde 800 125566 .  
   
   
CHIANTI: CONTROLLI E QUALITÀ FANNO "VOLARE" IL GRANDE ROSSO DI TOSCANA  
 
È un bilancio eccellente quello che il Consorzio del Vino Chianti può fare oggi, a circa due anni dall´inizio della campagna di rilancio, di riposizionamento e di sempre maggiore attenzione alla qualità del prodotto. Una campagna che ha riaffermato il valore e l´internazionalità del Chianti, un vino versatile ma dalla personalità decisa, con un ottimo rapporto tra qualità e convenienza. Sul piano istituzionale, va sottolineata l´importante attività del Consorzio, al quale è stato confermato con decreto legge l´incarico di "autentico controllore" della denominazione Chianti Docg. Con questo provvedimento, ricordiamo, si conclude la fase sperimentale della delibera "Erga omnes" (dal latino "verso tutti"), iniziata nel 2003, che investiva in fase sperimentale 28 consorzi vinicoli delle funzioni di controllo. Il Consorzio del Vino Chianti ha dunque ricevuto l´incarico ufficiale di definire un preciso e meticoloso Piano dei Controlli, approvato dal Ministero, e di dotarsi di un efficiente apparato ispettivo per verificare l´effettiva capacità produttiva del Chianti. In sintesi, sono stati affidati al Consorzio tutti i poteri per esercitare il controllo sull´intera filiera produttiva. Controllo esercitato indistintamente su tutte le aziende, socie e non socie. In base al piano approvato dal Ministero, il Consorzio deve vigilare affinché il processo produttivo e il prodotto certificato con la Docg Chianti rispetti i requisiti stabiliti dal relativo disciplinare di produzione. Come ricorda il presidente Nunzio Capurso "agendo sui controlli sarà possibile intervenire per ´tagliare´ tutto ciò che non è adeguato. Il nostro obiettivo è quello di mantenere alto il livello qualitativo del prodotto finale". Tra le iniziative del Consorzio va ricordata inoltre la firma dell´importante accordo tra il presidente Capurso, i delegati della Regione Toscana e i rappresentanti di una ventina di grandi banche nazionali e locali. L´accordo, siglato a fine marzo, concede finanziamenti per oltre 250 milioni di euro alle aziende del Consorzio, rimborsabili in un periodo tra i 15 e i 20 anni. Potranno accedere al credito le 2. 600 aziende che aderiscono al Consorzio, che rappresentano più della metà dei produttori e oltre un terzo della superficie complessiva dei vigneti da cui si ottiene il Chianti. La convenzione, denominata Progetto Chianti, è una delle più grandi mai siglata nel settore in Italia e concede prestiti per la riconversione di vigneti o per la realizzazione di nuovi, favorisce la razionalizzazione e la crescita dimensionale e/o produttiva delle imprese, agevola il ricambio generazionale, riequilibra la struttura finanziaria assicurando la necessaria liquidità. Sono inoltre finanziabili le iniziative di sostegno all’acquisto di macchinari e impianti, diritti di reimpianto, la costituzione di scorte per affinamenti nonché i costi per ricerche di mercato, ideazione e progettazione del prodotto, introduzione di norme di assicurazione della qualità e costi di certificazione relativi, compresi quelli per il controllo dei metodi di produzione biologica. Una conferma che i più prestigiosi istituti di credito nazionali e regionali investono nel pieno rilancio del grande "rosso" toscano e credono nelle sue enormi potenzialità di crescita qualitativa e commerciale. Strategico nell’attenzione al posizionamento del prodotto sui mercati, si è rilevato anche il patto di stabilità sui prezzi: accordo importante che coinvolge l’intera filiera, dalla produzione, alla commercializzazione che impedisce fughe verso l’alto, ma anche svalutazioni eccessive dei prezzi. Più stabilità, maggiori garanzie per tutti. Sul piano della comunicazione, nei prossimi mesi sono in programma azioni di coinvolgimento dirette agli "addetti ai lavori" e ai giornalisti. In particolare sono previste degustazioni in Italia e all´estero, a cominciare dalla Germania, tradizionale mercato del Chianti. .  
   
   
4A EDIZIONE DEL PREMIO SIGISMONDO DOUGLAS ATTEMS DI PETZENSTEIN  
 
 Nella sua quarta edizione il Premio Sigismondo Douglas Attems di Petzenstein, intende valorizzare le attività che abbiano portato un valido contributo, sul piano scientifico, applicativo e divulgativo, nei settori della viticoltura, dell’enologia e della valorizzazione del territorio attraverso un’efficace comunicazione, vettore indispensabile a rendere più accattivante la proposta del vino della zona Collio. I vincitori del concorso che si articola in tre sezioni - una dedicata alla tesi di laurea, una al dottorato di ricerca e l’altra ad un articolo giornalistico-divulgativo – saranno premiati dal Consorzio Collio venerdì 29 giugno 2007 presso Palazzo Locatelli, sede del Municipio di Cormons a partire dalle ore 18. 00. Al Premio Sigismondo Attems sono stati ammessi gli studenti delle facoltà universitarie europee che hanno discusso la tesi nel periodo dal 01. 10. 2005 – 30. 04. 2007. Ha costituito titolo, nella valutazione degli elaborati, la trattazione di argomenti relativi alla ricerca viticola o enologica sui vitigni o vini bianchi, con particolare riferimento alle aree collinari del Friuli Venezia Giulia o meglio della denominazione Collio, nonché tematiche relative alla valorizzazione del territorio. Al Premio Sigismondo Attems sono stati ammessi a partecipare i giornalisti che hanno realizzato un articolo divulgativo sulla carta stampata o un servizio radiotelevisivo o su Web, nell´Unione Europea nell’ultimo anno solare (marzo 2006 – marzo 2007), sugli argomenti già indicati nella sezione delle tesi di laurea. La commissione giudicatrice del prestigioso concorso intitolato al primo presidente del Consorzio Collio fondato nel 1964, è composta da Paolo Caccese, Presidente del Consorzio Collio, dal Preside della Facoltà di Agraria di Udine prof. Angelo Vianello, dal Responsabile della Formazione manageriale in Wine Business di Mib School of Management Trieste, prof. Francesco Venier e dal Presidente dell’Associazione Regionale dei Giornalisti Agricoli, Agroalimentari, Ambientali e del Territorio del Friuli Venezia Giulia, dott. Carlo Morandini. Durante la serata saranno presentati i risultati della ricerca “Il vino nell’economia del Collio”, a cura del Prof. Francesco Marangon dell’Università di Udine. Il progetto è nato dalla necessità di avere una conoscenza completa dei parametri economici del territorio del Collio. L’elaborazione dei dati è stata affidata al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Udine. .