Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PRODOTTI E NOVITA´ ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 09 Ottobre 2007
BECCALOSSI: 400.000 NUOVE PIANTE IN FORESTE PIANURA E INTANTO LA VICEPRESIDENTE SIGLA A LODI ACCORDO SU AREE RURALI  
 
"Da circa quattro anni Regione Lombardia, riconoscendo l´importanza strategica degli interventi di forestazione, lavora per il completamento e la manutenzione delle otto grandi ´Foreste di pianura´ realizzate nelle province di Brescia (San Gervasio), Cremona (Area del Casalasco e del Po), Milano (Pioltello e Parco Agricolo Vettabbia), Mantova (Bigarella - Carpaneta), Pavia (Travacò Siccomario) Sondrio e Lodi. Otto realtà, che occupano una superficie complessiva di circa 400 ettari, due terzi dei quali saranno dedicati a nuovo bosco. Ad oggi, grazie ai nostri interventi, abbiamo già messo a dimora circa 400. 000 piante di vario genere e differenti dimensioni". Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore all´Agricoltura è partita da questo dato per spiegare lo spirito che ha portato Regione Lombardia a sottoscrivere il 4 ottobre a Lodi, con la Provincia e il Consorzio di Bonifica "Muzza Bassa Lodigiana", un Protocollo d´intesa che prevede una serie di iniziative ad ampio raggio volte a ripristinare e riaffermare le caratteristiche paesaggistiche del territorio. Il documento individua nella piantumazione di nuovi filari, boschi e siepi, nella realizzazione di piste ciclabili, e più in generale nella valorizzazione del territorio rurale, gli strumenti fondamentali per realizzare una concreta salvaguardia ambientale. Il tutto, ovviamente, senza trascurare, quello che la vicepresidente Viviana Beccalossi non ha esitato a definire "un aspetto fondamentale, ovvero l´attenzione verso i settori della ricerca e della didattica e quindi del mondo delle scuole e delle università". "Regione Lombardia - aggiunge Viviana Beccalossi, che ha siglato l´intesa di oggi insieme all´assessore provinciale all´Agricoltura, Fabrizio Santantonio, e al presidente del Consorzio, Ettore Grecchi - ha sempre guardato alla salvaguardia del territorio rurale con particolare attenzione e ponendo in essere interventi concreti. Un´azione, la nostra, che ha ottenuto riscontri favorevoli in tutte le province lombarde grazie alla fattiva collaborazione intercorsa tra Enti locali, Consorzi e Associazioni del territorio. Tutti soggetti che hanno saputo cogliere in maniera estremamente positiva il modello di federalismo, e quindi di delega di competenze, per il quale si batte da anni Regione Lombardia". Il Protocollo è improntato, oltre che sulla definizione degli aspetti strategici, anche su una concreta sinergia tra gli attori interessati. "Il documento - conclude Viviana Beccalossi - va proprio in questa direzione. Condividere traguardi comuni di assoluto livello, come quelli presenti in questo accordo, significa affermare in maniera chiara e forte una volontà comune che mira sempre al bene della collettività". .  
   
   
LA SVIZZERA APPROVA TRE SPERIMENTAZIONI IN CAMPO CON GRANO GENETICAMENTE MODIFICATO  
 
 L’agenzia Svizzera per l’Ambiente, le Foreste e il Paesaggio ha approvato i protocolli per tre prove sperimentali in campo aperto con grano geneticamente modificato. Le sperimentazioni si svolgeranno tra il 2008 e il 2011 vicino a Zurigo e Losanna. Due delle sperimentazioni saranno condotte dall’Istituto di Biologia Vegetale dell’Università di Zurigo e valuteranno la resistenza del grano gm alla fusariosi, un fungo che attacca le colture. L’obiettivo è valutare il grado di resistenza della nuova pianta in condizioni di campo aperto e i possibili effetti della stessa sul terreno: per questo motivo i ricercatori sperimenteranno anche degli ibridi di grano geneticamente modificato con l’erbacea Aegilops cylindrica. La terza sperimentazione sarà condotta dall’Istituto di Scienza delle Piante dell’Istituto Federale per la Tecnologia di Zurigo e avrà come obiettivo quello di valutare la resistenza di una diversa pianta di grano geneticamente modificata per resistere ad un ampio spettro di patogeni di natura fungina. Le sperimentazioni si pongono come obiettivo quello di valutare gli aspetti di biosicurezza delle nuove piante e per questo motivo sono permesse nonostante sia in vigore in Svizzera una moratoria sugli Ogm della durata di 5 anni. La Confederazione Elvetica infatti aveva votato nel 2005 per vietare per un periodo di 5 anni la coltivazione a scopi commerciali di piante geneticamente modificate. “In un paese particolarmente sensibile ai temi dell’ambiente come la Svizzera dove vige una moratoria sulle coltivazioni ogm, la ricerca prosegue a pieno ritmo. Questo a differenza dell’Italia ostaggio di una classe politica incapace di guardare oltre la prossima votazione al Senato e di forze oscurantiste che mirano a distruggere le conoscenze acquisite dai nostri ricercatori in questo settore strategico. Oltre che a privare i cittadini della libertà di scegliere quali prodotti acquistare”, ha commentato Patrick Trancu, coordinatore del Cedab. .  
   
   
OZONO E INDUSTRIA ALIMENTARE  
 
Bremerhaven (Germania),  Il 7 novembre si svolgerà un seminario sull´utilizzo dell´ozono nell´industria alimentare. L´iniziativa è organizzata nell´ambito del progetto Ozonecip, finanziato a titolo del programma comunitario Life. Le presentazioni in programma verteranno sui temi seguenti: sviluppo di una tecnologia Cip (Cleaning in Place) basata sull´ozono; analisi dei costi della sostituzione dell´ozono quale disinfettante nei processi Cip; regolamenti Ue concernenti la sostituzione dell´ozono nell´industria alimentare; utilizzo dell´ozono in vari settori dell´industria degli alimenti e delle bevande. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Ttz-bremerhaven. De .  
   
   
FORUM IMPRENDITORIALE SULL´ACQUACOLTURA INTERNAZIONALE  
 
 Il 27 e 28 novembre si svolgerà a Madrid (Spagna) un forum imprenditoriale sull´acquacoltura internazionale. Il forum riunirà ricercatori e rappresentanti dell´industria provenienti da Europa, America Latina e Canada, che avranno la possibilità di ottenere maggiori informazioni su progetti di cooperazione tecnologica e imprenditoriale. Saranno inoltre organizzate riunioni faccia a faccia per i partecipanti interessati a sessioni di incontro bilaterali. Per ulteriori informazioni visitare: http://acuabrokeragemadrid. Com .  
   
   
VINO, BISTECCA, AGRITURISMO, PREMIATA LA QUALITÀ TOSCANA  
 
 “Questa pioggia benefica di buone notizie per l’agricoltura toscana non è frutto del caso ma della costanza e della determinazione con cui il nostro comparto persegue politiche di qualità”. Così l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni commenta le tre notizie che tra il 4 e 5 ottobre hanno dato alla nostra regione un ruolo di rilevanza in ambito nazionale: la presentazione delle guide sul vino de l’Espresso e di Slow food Gambero rosso che in entrambi i casi assegnano il massimo dei riconoscimenti alla Toscana, la presentazione dell’indagine di Agriturist, che colloca la Toscana ampiamente al primo posto fra le regioni preferite come meta agrituristica, il ritorno dal 2008 della bistecca alla ‘fiorentina’ ottenuta da bovini di 30 mesi (fino a oggi il limite era dei 24). “Il filo comune di queste notizie – ha aggiunto l’assessore - è il riconoscimento del valore dei nostri prodotti, e anche la dimostrazione della disponibilità dei nostri agricoltori a investire su se stessi. Sono risultati che oggi vogliamo gustarci, consapevoli però che su questi temi da domani dobbiamo lavorare con più decisione di prima”. “Mi auguro – ha proseguito - che questi esempi possano trainare tutto il comparto, per affrontare al meglio le sfide di una fase davvero importante. A fine mese, vorrei ricordarlo, partiranno i primi bandi del nuovo piano di sviluppo rurale: 840 milioni di euro in sette anni di risorse pubbliche rivolte in gran parte a chi produce nel segno della qualità, dell’innovazione, della sostenibilità. E’ una grande opportunità per mantenere e migliorare i nostri risultati in termini di qualità e di competitività”. Vino: così come era avvenuto un anno fa la Toscana primeggia nelle classifiche delle più importanti guide. Oggi sono stati anticipati i risultati della Guida edita da Slow food e Gambero rosso: Il massimo punteggio dei tre bicchieri è stato attribuito a ben 65 vini toscani (10 in più del 2006) contro i 61 del Piemonte e i 28 del Friuli Venezia Giulia. Per la guida dell’Espresso, presentata ieri, è ancora la Toscana a vincere il derby del vino col Piemonte: 37 i vini giudicati con il massimo dei voti rispetto a 35. Agriturismo: Un quinto dei nostri connazionali che decidono di far vacanza in campagna si orienta verso la Toscana. E’ quanto emerso dall’indagine di Agriturist: la nostra regione è stata nettamente prima tra le scelte degli italiani nell’estate del 2007: si sono indirizzati verso i nostri agriturismi il 18,5% degli italiani, il 9,7 invece hanno optato per la Sicilia, il 6,1 per la Sardegna. Bistecca: Il Comitato Permanente per la Catena Alimentare dell’Unione Europea ha deciso di innalzare il divieto di utilizzo della colonna vertebrale ai soli bovini con età superiore ai 30 mesi. Se l’iter procederà speditamente a gennaio risulterà completo il ritorno della ‘Fiorentina’, dopo il suo atteso, ma parziale rientro nel gennaio 2006 (il limite era dei 24 mesi). La nuova decisione modifica quanto stabilito nel 2001 dalla Commissione Europea per l’emergenza “mucca pazza”. “Oggi – ha detto l’assessore - possiamo festeggiare la fine dell’emergenza Bse e il ritorno a pieno titolo di una bandiera della nostra gastronomia. Un riconoscimento all’operato degli uffici regionali per superare il divieto ma, soprattutto dei nostri allevatori che nonostante le difficoltà imposte dal divieto sono riusciti a mantenere e migliorare le loro posizioni sui mercati grazie ad un costante impegno su qualità, tracciabilità e genuinità dei prodotti”. .  
   
   
TRACCIABILITÀ OLIO A SOSTEGNO DI PRODUTTORI E CONSUMATORI  
 
Si è svolto il 5 ottobre presso l’Abbazia di Farfa (Ri), il workshop, organizzato da Arsial, ‘Individuazione di un modello operativo per la tracciabilità nella produzione dell’olio extravergine di oliva del Lazio’. L’incontro, che ha registrato un’ampia ed interessata partecipazione del mondo produttivo laziale, è stato l’occasione per dibattere sul progetto, realizzato dall’Agenzia con il contributo del Mipaaf, orientato ad offrire alle imprese uno strumento agile, allo scopo di ottimizzare la gestione del processo produttivo, sia a livello di produzione agricola sia di trasformazione, tramite l’introduzione di un sistema gestionale per la tracciabilità di prodotto. Un’iniziativa che ha condotto alla realizzazione di un modello pilota di rintracciabilità in grado di rispondere alle prescrizioni di legge relative alla tracciabilità di prodotto ed alle norme obbligatorie sull’etichettatura degli oli, con l’obiettivo principale di supportare le aziende che dovranno adeguarsi alla recente normativa in materia. “La produzione oleica di qualità del Lazio - ha commentato il Commissario straordinario Arsial, Fabio Massimo Pallottini intervenuto al workshop - è riconosciuta a livello nazionale dalle principali guide di settore. L’impegno di Arsial è rivolto proprio a far conoscere ai consumatori questa qualità e diffondere la consapevolezza del valore di un prodotto in cui tutte le fasi di produzione sono tracciabili e certificate. Il nostro è un progetto pensato con i produttori ed i trasformatori, per sostenere le aziende che inseguono la qualità ed aiutare, nel contempo, i consumatori a conoscere le qualità dei nostri oli”. L’adesione alla tracciabilità di filiera offre alle aziende l’opportunità di assicurare trasparenza e garanzie al consumatore; di valorizzare il proprio prodotto, fornendo in etichetta informazioni sul luogo di produzione, la varietà di olive coltivate, la modalità di coltivazione e trasformazione, nonché le caratteristiche qualitative dell’olio stesso e di migliorare l’efficienza della filiera, grazie al consolidamento del rapporto cliente-fornitore. Nel 2008, già alcuni produttori e frantoi della regione sperimenteranno il modello proposto da Arsial. .  
   
   
FILIERA E SICUREZZA ALIMENTARE, DUE GIORNI DI CONVEGNO A GENOVA LUNEDÌ 8 E MARTEDÌ 9 OTTOBRE AL JOLLY MARINA DI GENOVA  
 
Due giorni di convegno, lunedì 8 e martedì 9 ottobre, al Jolly Marina di Genova dedicati al progetto Promstap - Promotion the Stable to Table Approach dell´Unione Europea sulle filiere alimentari e l´approccio "dalla stalla alla tavola" per ottenere produzioni sicure e di qualità e favorire la sicurezza alimentare. Il progetto coinvolge la Regione Liguria attraverso l´assessorato all´Agricoltura ed enti e istituzioni di vari Paesi, fra cui Germania, Olanda, Danimarca, Svizzera, Francia e Bulgaria. Lunedì mattina, alle 12,30, le conclusioni dei lavori, cui parteciperanno tecnici, esperti, docenti universitari, saranno svolte dagli assessori regionali all´Agricoltura e alla Salute Giancarlo Cassini e Claudio Montaldo. Il convegno si concluderà martedì pomeriggio alle 18. .  
   
   
FORMIGONI E BECCALOSSI:DIFENDERE E TUTELARE PRODOTTI LOMBARDI OGGI L´INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI,SERGIO MARINI PIENA SINTONIA E AZIONI CONDIVISE PER VALORIZZARE MADE IN ITALY  
 
 Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e la vicepresidente e assessore all´Agricoltura, Viviana Beccalossi, hanno incontrato il 5 ottobre il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, a Milano dove si è svolto il vertice dei responsabili provinciali e regionali della maggiore organizzazione degli imprenditori agricoli. Al centro dell´incontro l´individuazione di iniziative condivise per la difesa del Made in Italy, la trasparenza nella formazione dei prezzi dal campo alla tavola e nell´informazione sulla provenienza dei prodotti ed il riconoscimento del ruolo centrale della concertazione territoriale per lo sviluppo sostenibile del Paese. "Il dialogo tra Coldiretti e Regione Lombardia - hanno detto Formigoni e Beccalossi - continua ad essere positivo e propositivo. Nel pieno rispetto delle singole autonomie, abbiamo convenuto quanto sia importante affermare il ruolo strategico dell´agricoltura italiana ed in particolare di quella lombarda, che detiene il primato nazionale, con una produzione pari al 14% del totale del nostro Paese". "Nell´incontro di oggi - hanno concluso Formigoni e Beccalossi - abbiamo inoltre condiviso con il presidente Marini la necessità di porre in essere tutte le azioni utili per affermare, in maniera forte e decisa, il valore dei prodotti lombardi e più in generale di quelli italiani". "Il valore del made in Italy - ha detto il presidente di Coldiretti, Sergio Marini - nasce e si difende nel territorio, sul quale le Regioni hanno grandi responsabilità per valorizzare i primati qualitativi ed ambientali conquistati dall´agricoltura italiana. Particolarmente importante è in tal senso il ruolo svolto da Regione Lombardia nel panorama agroalimentare nazionale". .  
   
   
AUMENTA IL CONTRIBUTO REGIONALE SUI PRESTITI DI CONDUZIONE PER L’IMPRESA AGRICOLA  
 
Dal 2008 la Regione Piemonte interverrà in maniera più consistente, e con criteri in parte differenti, nell’erogazione di contributi sugli interessi per i “prestiti di conduzione”, ovvero i prestiti attivati dagli imprenditori agricoli per far fronte ai costi di gestione corrente dell’attività. In conformità con gli orientamenti comunitari, si applicherà la normativa cosiddetta “de minimis”, che consente alle Regioni di erogare in forma diretta contributi sui prestiti agevolati a breve termine, purchè essi si riferiscano a spese di gestione correnti e che non superino determinati massimali che, a dal 1 gennaio 2008, sono stati aggiornati a 6. 000 euro per singola azienda in un triennio e a 265. 470. 000 euro per l’insieme delle aziende italiane sempre nel triennio. La Regione erogherà i contributi a favore delle imprese cooperative e delle altre forme associate, per le quali i nuovi prestiti assorbono anche il cosiddetto anticipo ai soci conferenti, non più previsto dalle norme comunitarie; sarà delegata alle Province la facoltà di erogare gli stessi contributi alle aziende singole. Per le imprese ubicate in pianura e in collina il contributo a carico della Regione e delle Province sarà pari al 40% del tasso di riferimento in vigore, a condizione che l’imprenditore si rivolga a un consorzio fidi almeno per il 50% del prestito, godendo così di specifiche garanzie; in caso contrario, il contributo sarà ridotto di 0,3 punti percentuali. Per le imprese situate in zona montana, il contributo è incrementato di 1 punto percentuale. Per accedere alla concessione degli aiuti, le aziende dovranno dimostrare di possedere alcuni requisiti, così come prevede il nuovo Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013: essere imprenditori agricoli professionali, essere in regola con i versamenti contributivi, con la normativa in materia di quote latte, e con il versamento di somme dovute per sanzioni nei confronti degli enti pubblici e di Agea. “Con questo provvedimento – sottolinea l’assessore all’Agricoltura della Regione, Mino Taricco – abbiamo voluto dare un sostegno concreto e immediato alle aziende, che spesso sono costrette a sostenere i costi per il funzionamento corrente della propria attività in anticipo rispetto al momento in cui ne ricavano i maggiori introiti, ovvero i periodi di raccolta o di vendemmia e così via. In particolare, favorendo chi si rivolgerà a un confidi, crediamo di poter garantire agli agricoltori un maggior potere contrattuale rispetto al sistema bancario. ” .  
   
   
FORLÌ CESENA: L’AUMENTO DEI PREZZI DEI CEREALI  
 
Nel giro di pochi mesi aumenta considerevolmente sul mercato mondiale il prezzo dei cereali – anche sulla piazza di Forlì-cesena sono riscontrati incrementi, come si riscontra dal Listino dei prezzi pubblicato sul sito della Camera di Commercio di Forlì-cesena – frumento, mais, orzo e avena: questi i prodotti più rappresentativi con quotazioni in aumento – diversi i fattori che influenzano il prezzo Come da più parti rilevato, il prezzo dei cereali ha subito aumenti considerevoli nel giro di pochi mesi . I dati parlano chiaro: la produzione è in calo, i consumi sono in aumento e di conseguenza i prezzi salgono. Questi tre fenomeni stanno interessando il mercato dei cereali a livello mondiale e le ripercussioni si sentono anche sul piano locale. Sulla base dell’analisi condotta partendo dalle quotazioni settimanali dei prezzi alla produzione (prezzi medi espressi in euro a tonnellata, al netto dell’Iva) sulla piazza di Forlì, rilevati dalle Commissioni Prezzi della Camera di Commercio di Forlì-cesena e pubblicate nel Listino settimanale, appare evidente come alcune voci della categoria “cereali” abbiano avuto, soprattutto nel corso del 2007, una brusca impennata: frumento tenero e duro, avena, orzo e mais. Tutte queste voci presentano aumenti in maniera quasi uniforme. Nel listino del 24 settembre 2007 il frumento tenero fino n. 1 (il frumento tenero viene quotato con cinque voci ad ognuna delle quali corrispondono determinate caratteristiche merceologiche quali ad esempio il peso specifico e il contenuto in sostanza secca e una numerazione progressiva) ha raggiunto un prezzo medio di 288,00 euro a tonnellata; la quotazione dei primi 9 mesi del 2007, rispetto alla media del 2006, ha subito un aumento del +24,1%, ma se si considera l’ultima rilevata, al 24 settembre 2007 appunto, la crescita è pari al +76,9%. Aumenti ancor più consistenti si rilevano per il frumento tenero n. 3 (questa è la voce considerata più rappresentativa fra le varie tipologie di frumento tenero); nei primi 9 mesi del 2007, rispetto al 2006, vi è stato un incremento del 52,0%, ma a fine settembre 2007 il prezzo aveva raggiunto quasi i 280,00 euro a tonnellata (+94,5% rispetto al 2006 e ben +124,8% rispetto all’anno 2005). Anche il frumento duro fino presenta aumenti rilevanti già a partire dal 2006. Nell’ultima settimana di settembre la quotazione media è stata di 330,50 euro a tonnellata con un incremento, rispetto al 2006, del +92,6% e, rispetto al 2005, del +137%. Gli aumenti rilevati sono ancor più eclatanti se si considera che sono seguiti ad anni nei quali le oscillazioni dei prezzi si erano mantenute in una fascia abbastanza contenuta o, per lo meno, con picchi che duravano solo qualche settimana. Nel periodo 1987-2004 la fascia di oscillazione del frumento tenero n. 3 si è collocata tra i 180,67 del 1993 fino ai 136,27 euro dell’anno 1999, quindi in accentuata diminuzione; anche il prezzo medio del frumento duro fino, nello stesso periodo, ha avuto una oscillazione dai 227,12 del 1989 ad un minimo di 147,11 del 1999. In relazione alle altre voci prese in considerazione - mais, orzo e avena - per il 2005, 2006 e i primi 9 mesi del 2007, sono stati registrati, specialmente per il mais nei mesi estivi del 2007, aumenti abbastanza simili a quelli descritti per il frumento. Il mais nel mercato del 24 settembre 2007 ha raggiunto i 235,00 euro a tonnellata con un aumento, rispetto alla media del 2006, del 69,9% e, rispetto al 2005, del 97,9%. Anche il prezzo dell’orzo pesante, quotato alla stessa data 246,50 euro/tonnellata, ha avuto, per certi aspetti, un andamento analogo. L’avena rossa è stata influenzata dall’andamento generale, ma in modo più lieve: infatti la quotazione, pari a 195,00 euro, del mercato del 24 settembre 2007, ha visto un aumento del 33% rispetto al 2006. Evento congiunturale o strutturale? E quali sono le possibili cause? A detta degli operatori, il fenomeno dovrebbe essere non solo di tipo congiunturale, ma destinato a permanere abbastanza a lungo nei prossimi anni. Sulle cause che farebbero propendere per una spiegazione di tipo congiunturale pesano ovviamente le condizioni climatiche: le eccessive piogge della primavera europea del 2007 e la siccità in alcune aree nord-americane ed australiane hanno determinato un brusco calo delle rese produttive col conseguente rialzo dei prezzi. Occorre comunque considerare anche altri elementi, come il fatto che nel mercato delle materie prime agricole - a cui appartengono i cereali - sono in atto cambiamenti tali da mantenere relativamente alti i prezzi nominali di molti prodotti nel prossimo decennio. Il Rapporto Ocse-fao sulle prospettive agricole 2007-2016 mette in evidenza però anche un altro fattore: “Contribuiscono a determinare questi cambiamenti di lungo termine anche la riduzione dei surplus di produzione ed il calo dei sussidi alle esportazioni. Ma il fattore più importante è l’impiego crescente di cereali, di canna da zucchero, di semi oleosi e di oli vegetali per la produzione di etanolo e bio-diesel, sostituti dei combustibili fossili. Questo sta sostenendo i prezzi agricoli ed indirettamente provoca anche un aumento dei prezzi dei prodotti animali, a causa dei costi più alti del foraggio e dei mangimi”. Non bisogna dimenticare inoltre le nuove necessità dei Paesi emergenti, l’India ad esempio ha ripreso le importazioni di frumento dopo anni di autonomia. A proposito di monitoraggio dei prezzi delle materie prime agricole, è stato creato, nel 2006, dal Club Commodity con sede in Milano, il paniere denominato “Agricommin”, un indice, con osservazioni quotidiane, basato sulle materie prime di origine agricola che comprende dieci dei più importanti prodotti agricoli, fra i quali il frumento, il mais, l’avena e la soia, che pesano, sull’indice, per oltre il 60%: tale indice, dal 1 agosto 2007 al 13 settembre 2007, ha avuto un balzo del +8,2%. Riguardo al fenomeno il Presidente dell’Ente Camerale, Sergio Mazzi, ha dichiarato: “Una ulteriore causa, a mio avviso, dell’aumento dei cereali è quello dell’entrata nella contrattazione delle Commodities del mondo della Finanza che rischia di provocare speculazioni ed aumenti indiscriminati, anche in presenza di un equilibrio di mercato tra domanda ed offerta. Comunque l’aumento dei cerali, in particolare del grano, non deve necessariamente essere causa di indiscriminati aumenti del prezzo del pane e dei prodotti finiti; infatti negli ultimi decenni non c’è mai stata una relazione tra andamento dei prezzi dei cereali alla produzione e il prezzo del pane, perché, se così fosse stato, avremmo dovuto avere momenti di calo nel prezzo dello stesso, cosa che non si è mai verificata. ” .  
   
   
“FIORENTINA”: PREMIATO L’IMPEGNO DEGLI ALLEVATORI ITALIANI  
 
La Cia giudica positivamente la decisione del Comitato permanente per la catena alimentare Ue che permette di consumare la “bistecca” ottenuta da bovini fino a 30 mesi (prima era di 24). Finalmente i consumatori italiani potranno mangiare la “fiorentina” ottenuta da bovini di 30 mesi. La decisione del Comitato permanente per la catena alimentare Ue, che ha innalzato da 24 a 30 mesi l’età dei bovini ai quali è consentito mantenere la colonna vertebrale, premia così l’impegno e gli sforzi compiuti degli agricoltori italiani che si sono orientati sempre di più alla qualità, alla sicurezza, alla genuinità. E’ quanto sostiene la Cia-confederazione italiana agricoltori la quale saluta con soddisfazione il provvedimento che entrerà in vigore dal prossimo gennaio. In questo modo -ricorda la Cia- si potrà consumare la “vera” fiorentina. E finisce, pertanto, in maniera definitiva l’emergenza Bse che tanti problemi ha causato alla nostra zootecnia, con particolari riflessi negativi per i redditi degli allevatori. La Cia, nel ribadire che da tempo aveva sollecitato la decisione dell’ innalzamento a 30 mesi per i bovini, sottolinea che i nostri allevamenti sono assolutamente garanti, grazie soprattutto alla tenace e costante azione svolta in questi anni dai produttori. I dati dei controlli ne sono la più chiara testimonianza: dai 50 casi di Bse riscontrati nel 2001 si è passati ad appena 2 di quest’anno. La “fiorentina” -rileva la Cia- dà vita ad un fatturato di oltre 200 milioni di euro, circa il 5 per cento del totale complessivo della carne bovina italiana. Un fatturato al quale contribuiscono quattro milioni di turisti stranieri che, in vacanza in Italia, consumano ogni anno almeno una “bistecca con l’osso” a testa. Il settore delle carni in Italia Allevamenti bovini: 90. 000 Imprese di macellazione: 2. 200 Occupati nell´allevamento e nella macellazione: 80. 000 Valore della produzione agricola di carne bovina: 4. 200 milioni di euro (8 per cento produzione agricola). La carne nel suo complesso (bovina, suina, avicola, ovicaprina, cunicola) è al primo posto nei consumi alimentari delle famiglie italiane: il 21,7 per cento della spesa alimentare complessiva, pari a 26 miliardi di euro. Gli acquisti domestici di carne bovina delle famiglie italiane sono pari a oltre 400. 000 tonnellate per un importo di 3,5 miliardi di euro. Http://www. Cia. It/cia/svl/documentiread?doc_id=17048&tpl_id=7 .  
   
   
NON SOLO BIANCO: IL PIEMONTE GIOCA LA “CARTA” DEL TARTUFO NERO CONVEGNO AL LINGOTTO DI TORINO NELL’AMBITO DELLA BIENNALE DELLE MONTAGNE ALPI 365 EXPO  
 
Sabato 6 ottobre 2007, a Torino, al Lingotto, ad Alpi 365 si è svolto il convegno, promosso dalla Regione Piemonte, dal titolo: “Non solo bianco… la “Ri” cerca continua - Tartuficoltura in Piemonte”. Al convegno, organizzato nell’ambito della biennale delle montagne “Alpi 365 expo”, in programma al Lingotto dal 4 al 7 ottobre, l’Assessorato allo Sviluppo della Montagna della Regione Piemonte, l’Ipla, Istituto per le piante da legno e l’ambiente, il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul Tartufo, il Cnr e l’ Università di Torino, hanno presentato le nuove carte di attitudine alla produzione e alla coltivazione del tartufo a scala regionale realizzate dall’ Ipla, grazie alle conoscenze acquisite con il Progetto “Verchamp”. Ne è emersa, in particolare, la potenzialità del territorio pedemontano piemontese alla produzione di tartufo nero estivo, detto “scorzone”. Coordinati dal direttore dell’Ipla Mario Palenzona, sono intervenuti l’ Assessore allo Sviluppo della Montagna Bruna Sibille, il Presidente dell’Ipla Lido Riba, Agostino Aprile, presidente dell’Associazione trifulau piemontesi, Matteo Giovannozzi dell’Ipla, Isabella Granicolo del Centro nazionale studi tartufo, Antonietta Mello del Cnr- Istituto per la protezione delle piante, Angela Mosso dell’Università di Torino, Francesco Tagliaferro e Federico Mensio dell’Ipla. Il Piemonte e in particolare l’Astigiano, l’Alessandrino, il Cuneese sono rinomati per il tartufo bianco. Ma la regione piemontese può vantare anche la produzione di altre due specie di tartufo che meritano crescente attenzione e che possono essere potenziate: quello nero pregiato (Tuber melanosporum) e lo scorzone (Tuber aestivum), che normalmente si trovano in aree diverse da quelle del più celebre bianco (Tuber magnatum), consentendo produzioni complementari e “di valore” in terreni difficili di montagna e di collina. A differenza del bianco, che è un prodotto spontaneo, il tartufo nero, meno costoso e molto usato nell’industria di trasformazione, è coltivabile nelle tartufaie di impianto, con ritorni economici che possono dimostrarsi interessanti. La Regione Piemonte nell’ambito del progetto europeo Verchamp, per dotarsi di specifici strumenti di conoscenza e gestione, ha promosso la realizzazione di una cartografia “al semidettaglio” (scala 1:50. 000) per identificare le zone a maggiore vocazione tartufigena in cui investire, in particolare nei territori del Cuneese, delle colline Torinesi, dell’Astigiano e dell’Alessandrino, notoriamente vocati. L’evoluzione di queste carte è rappresentata dalla nuova cartografia di livello regionale alla scala 1:250. 000, presentata oggi al convegno, da cui emerge più nettamente, rispetto ai precedenti strumenti, che l’intero territorio pedemontano piemontese è candidato alla coltivazione del tartufo nero estivo noto, una varietà più adattabile delle altre alle diverse condizioni dei suoli. Una interessante potenzialità evidenziata dalle nuove carte attitudinali. “Il tartufo- ha detto l’Assessore Bruna Sibille- è un prodotto di nicchia con evidenti potenzialità, legate alla crescente domanda di prodotti di qualità per il turismo enogastronomico, e possiede le caratteristiche di una risorsa strategica per l’economia delle zone marginali montane e collinari. Abbiamo deciso di puntare anche sul nero, che nulla toglie al tartufo bianco, a differenza del quale è coltivabile. Per le attività, le ricerche, gli studi di filiera e le azioni di sviluppo e promozione nel campo della tartuficoltura la Regione Piemonte ha investito dal 2004 a oggi complessivamente quasi 2,7 milioni di euro. In questo quadro, fondamentale, per mirare gli investimenti e gli interventi, è proprio il supporto tecnico e scientifico che le carte di attitudine possono fornire, anche in una logica di recupero delle tartufaie naturali, così importanti dal punto di vista ambientale”. Le carte d’attitudine, realizzate dall’Ipla, si riferiscono ai tre tartufi: Tuber magnatum, il tartufo bianco pregiato, Tuber melanosporum, il tartufo nero di pregio e Tuber aestivum, il tartufo nero detto anche “scorzone”. Le carte non sono un censimento delle zone in cui i tartufi “crescono” sicuramente, bensì delineano sul territorio le aree dove si trovano suoli intrinsecamente più o meno vocati alla produzione, ottenibile nel caso del nero attraverso piante tartufigene (micorrizate). “Le carte – ha spiegato il Presidente dell’Ipla Lido Riba – realizzate dall’ Istituto piante da legno e ambiente, braccio operativo della Regione Piemonte nella ricerca e nella gestione in campo di risorse ambientali forestali e anche nella valorizzazione del legno e dei tartufi, rappresentano pertanto uno strumento indispensabile alla pianificazione territoriale in un’ottica di salvaguardia e di recupero del patrimonio tartufigeno regionale e un utile documento di indirizzo per la collocazione e realizzazione di nuovi impianti. La logica che punta anche su tartufo nero è quella di una new economy della montagna, declinata sulle esigenze del territorio”. La metodologia di riferimento per le carte di attitudine è quella della Land Suitability adottata dalla Fao, sul cui schema l’I. P. L. A ha individuato le qualità e le caratteristiche, chimiche, fisiche, intrinseche, delle terre che identificano le indispensabili esigenze pedo-ecologiche per lo sviluppo della singola specie di tartufo: substrato, morfologia, quota, pendenza, umidità, Ph, ecc. Alla gamma dei possibili intervalli di valori di ogni caratteristica corrisponde una differente classe di attitudine (alta, media, bassa, nulla), in base a informazioni desunte dalla Carta dei Suoli a scala 1: 50. 000 e da altre fonti. La tartuficoltura in Piemonte - Qualche dato In base a uno studio condotto dal Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria Forestale e Ambientale (Deiafa) dell’ Università di Torino, le ricadute economiche locali della produzione di tartufo in Piemonte sono rilevanti nel complesso, ma appaiono soprattutto legate agli aspetti di immagine e di capacità di attrazione turistica per il territorio. Il fatturato tartuficolo- in base alle stime dell’Università di Torino– rappresenta di per sé il 2-3 per mille del fatturato agricolo regionale. Ma le opportunità economiche offerte da nuove colture di tartufo nero diventano particolarmente interessanti, se si considerano le possibili ricadute in termini di indotto turistico e di valorizzazione del territorio. Le valutazioni economiche relative alle tartufaie coltivate piemontesi sono state analizzate, nell’ambito del progetto Verchamp, in riferimento a due tipologie di impianto: una più intensiva per la produzione di “nero pregiato” (T. Melanosporum) e una più estensiva per la produzione di “nero estivo” (T. Aestivum), entrambe risultate sostenibili dal punto di vista economico, oltre che tecnico. Per quanto riguarda la filiera del nero in Piemonte si conferma, inoltre, la possibilità di utilizzare nell’industria di trasformazione anche le specie di tartufi meno pregiati, scorzone, e le qualità inferiori di quelli di maggior pregio, nero pregiato e bianco d’Alba. In generale il settore del tartufo è connotato da una scarsa trasparenza: quantificare il valore di questo mercato è quindi piuttosto difficoltoso, come lo è stimare il quantitativo di tartufo bianco “cavato” in Piemonte. Si aggiunga il fatto che nella nostra regione viene anche commercializzato il prodotto proveniente da altre regioni italiane e dall’estero. L’ultimo dato ufficiale disponibile riferito al 2002 (Istat, 2006) parla di 25 quintali di bianco e di 10 quintali di nero: è presumibile che si riferisca al solo prodotto che transita sui mercati e che quindi sia un valore sottostimato. In Piemonte i cercatori ufficiali, cioè quelli abilitati alla cerca, avendo sostenuto l’esame e pagato il tesserino annuale, sono circa 4mila. Un’altra caratteristica del mercato dei tartufi è la forte fluttuazione dei prezzi nel corso della stagione in dipendenza della quantità presente. Fenomeno che si accentua per il bianco pregiato, la cui produzione è in costante diminuzione, a causa dei cambiamenti climatici e delle mutate pratiche agricole. .  
   
   
CON IL CESANESE DEL PIGLIO PARTE LA PRIMA PROPOSTA DOCG DEL LAZIO  
 
Attraverso una specifica azione del progetto ‘Agricoltura Qualità’, l’Arsial ha presentato, nell’ambito di un incontro tenutosi al Comune del Piglio, l’intero dossier tecnico-storico per il riconoscimento Docg dell’attuale Doc Cesanese del Piglio. Viste le peculiarità organolettiche del vino, il notevole aumento della superficie rivendicata a Doc e le critiche positive del vino da parte del mercato, l´Arsial lo presenterà alla Regione Lazio ed al Comitato Tutela vini Doc e Igt del Mipaaf per il parere definitivo. “Un ulteriore traguardo raggiunto dal progetto ´Agricoltura Qualità´ di Arsial" – ha commentato il Commissario straordinario Arsial, Fabio Massimo Pallottini - "che si inserisce nelle logiche di valorizzazione e tutela delle risorse agroalimentari proprie della nostra regione". "La crescita e l’apprezzamento di questa Doc " - ha aggiunto Pallottini - "viene, infatti, confermata dal trend positivo, costante negli anni, di rivendicazione della denominazione, e dal notevole incremento in termini di superficie e qualità, oltre che dai numerosi riconoscimenti ottenuti da questo vino a livello nazionale”. Storicamente, la presenza della vite nella zona del Piglio è attestata in epoca romana e ancora nel medioevo: i contratti agrari e i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi monastici, ne confermano la diffusione. Successivamente, con la caduta dell´impero romano e la fine delle invasioni barbariche, la viticoltura in queste terre, nonostante i danni subiti, non solo non perde la sua continuità con il passato, ma mantiene sempre un ruolo importante. .  
   
   
CENTRO SPERIMENTALE LAIMBURG: APPROVATO PROGRAMMA DI RICERCA 2008  
 
Bolzano - Il nuovo programma di ricerca del Centro di sperimentazione agraria e forestale Laimburg è stato approvato oggi, venerdì 5 ottobre, dal Consiglio di amministrazione presieduto dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder. Il programma comprende 421 fra progetti ed attività, di cui un´ottantina completamente nuovi. Un punto focale del programma, come sottolinea il presidente Durnwalder, resta la ricerca sul colpo di fuoco che incide sulla coltivazione delle mele in modo tale da giungere in un secondo momento all´individuazione di metodi per combattere questa malattia delle piante. Nel settore della frutticoltura la ricerca degli esperti del Centro di sperimentazione Laimburg si concentrerà, tra l´altro, sui danni invernali negli impianti giovani. Inoltre sarà ulteriormente sviluppato il metodo di stoccaggio Dca avviato dalla Laimburg. Come spiega il direttore del Centro sperimentale, Josef Dalla Via, intendiamo estendere il suo utilizzo alle ciliegie. Un altro punto della ricerca consiste nel verificare le conseguenze sulla crescita della piante da frutta, agli ortaggi ed al mais a causa dell´ombra dovuta agli impianti fotovoltaici installati nei campi. Un sfida per il Centro di sperimentazione Laimburg è costituita dalla tendenza in atto nelle aziende del settore vitivinicolo di optare sempre più per la coltivazione biologica. Come sottolinea Dalla Via, il centro intende potenziare il comparto per contribuire ad una produzione il più possibile sostenibile e naturale. Nel settore dell´agricoltura di montagna, l´obiettivo del Centro, avvalendosi dei dati raccolti, è quello di giungere ad un modello che aiuti i contadini delle aree montane ad incrementare la produzion e la qualità del mangime. .  
   
   
LAZIO E TOSCANA INSIEME PER CONSERVAZIONE BIODIVERSITÀ  
 
“Regione Lazio e Regione Toscana in prima fila per contrastare il fenomeno del bracconaggio. A breve sarà siglato infatti un protocollo d’intesa tra i due enti e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, per l’attivazione di un’unità specialistica di medicina forense e veterinaria, con il compito di adempiere alle attività diagnostiche e ricerca su specie selvatiche, sia terresti che marine, e di fornire supporto tecnico e scientifico alle indagini medico legali promosse dalle autorità giudiziarie per la repressione di atti di bracconaggio e uccisione illegali di animali domestici”. Lo annunciano in una nota Filiberto Zaratti e Marco Betti rispettivamente Assessore all’Ambiente della Regione Lazio e Assessore alle Aree Protette e Biodiversità della Regione Toscana. “La tragica morte di cinque esemplari di Orso Marsicano nel parco Nazionale d’Abruzzo e Molise - ricordano i due assessori regionali - pone l’urgenza di adottare strumenti efficaci per contrastare fenomeni come il bracconaggio e per la conservazione di specie animali protette minacciate”. “Non dobbiamo dimenticare che Lazio e Toscana vantano un sistema di aree naturali protette tra i più vasti e articolati dell’intero territorio nazionale - aggiungono Zaratti e Betti - e per questo le due regioni hanno fissato come obiettivi strategici della programmazione economica 2007-2013 la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità con azioni mirate al contrasto della perdita di biodiversità”. “Il protocollo d’intesa per il progetto di attivazione dell’unità specialistica – concludono Betti e Zaratti - sarà uno strumento importante per perseguire questi obiettivi e rafforzare il sistema delle tutele ambientali dei parchi”. .  
   
   
PROGETTO VALORIZZAZIONE SUINO FVG  
 
Nel corso dei lavori della Giunta regionale ad Udine, l´assessore alle Risorse agricole Enzo Marsilio ha illustrato un progetto di valorizzazione della produzione suinicola del Friuli Venezia Giulia, già oggetto di discussione al "Tavolo Verde", organismo creato dall´Amministrazione regionale per avviare un continuo confronto con le organizzazioni di categoria, promosso negli scorsi giorni nel capoluogo friulano. Il progetto, oggetto della comunicazione dell´assessore Marsilio, prende le mosse dall´analisi della situazione attuale della suinicoltura friulana, caratterizzata dalla presenza di 151 allevamenti, riconosciuti ai fini della Denominazione di origine protetta (Dop) "Prosciutto di San Daniele", e dalla forte specializzazione degli allevatori friulani nella produzione di suinetti, circa 450 mila capi all´anno. A fronte di questa situazione, poco meno della metà dei suini nati in Friuli Venezia Giulia trova posto negli allevamenti locali per l´ingrasso, mentre - altro punto critico - sono anche pressoché assenti le strutture di macellazione con dimensioni sufficienti a garantire il servizio per l´attuale quantità di suini prodotti ed ingrassati in Friuli. La filiera suinicola integrata regionale, primo obiettivo del progetto, dovrà quindi essere realizzata a partire da una selezione genetica specialistica, conforme alle prescrizioni della Dop "Prosciutto di San Daniele", di suini nati in Friuli Venezia Giulia, alimentati con prodotti locali di qualità. Fondamentale anche il coinvolgimento del territorio, al fine di individuare le aree vocate all´allevamento da un punto di vista ambientale così come qualificante sarà garantire al consumatore un percorso di qualità grazie alla tracciabilità dei prodotti. La prima azione da compiere, per la realizzazione del progetto, dovrà essere quella di recuperare, in tempi brevi, l´attuale produzione suinicola friulana attualmente fuori regione per occupare con suini autoctoni tutti i posti ingrasso disponibili, utili alla trasformazione degli animali in prodotti Dop "Prosciutto San Daniele" e "Gran Suino Padano". La valorizzazione delle carni e dei prosciutti regionali potrà avvalersi poi di un´adeguata campagna di informazione e di promozione - sia nei confronti dei consumatori che presso la grande distribuzione - sull´opportunità di acquistare un prodotto locale di qualità, direttamente collegato alle caratteristiche di eccellenza del territorio regionale e realizzato nel rispetto degli equilibri ambientali. Il progetto integrato di filiera per la valorizzazione del suino regionale attende ora il confronto tra le parti interessate per un´ulteriore definizione degli obiettivi e degli strumenti anche finanziari. .  
   
   
BENEVENTO: IGP CARNE BOVINA, NASCE IL TAVOLO DI FILIERA  
 
Un tavolo di Filiera per la Igp della carne bovina che mette assieme allevatori, macellai, cooperative di produttori, associazioni di categoria, Università e Camera di Commercio di Benevento, verso un Progetto Integrato di Filiera. Un partenariato che dovrebbe portare a Bovinsannio, struttura che coinvolge tutta la filiera. È quanto è stato detto il 5 ottobre nel corso di un incontro, promosso dall’Ente camerale sannita, presieduto da Gennaro Masiello. Vi hanno preso parte Giuseppe Marotta ed Ettore Varricchio dell’Università degli studi del Sannio, Luigi Auriemma della Coldiretti, Giuliano Martino della Cia, Manfredi Pascarella di Confagricoltura, Antonio Paradiso della Cooperativa produttori, Carmine Agostinelli della Cooperativa Santa Lucia, Rocco Messere della Cooperativa Aprozis, nonché Agostino Frusciante e Aldo Giangregorio, rappresentanti del comparto della macellazione. “Una grande opportunità – ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Gennaro Masiello – che, alla vigilia dell’attuazione della programmazione comunitaria può rappresentare un momento importante, per la Igp Vitellone bianco dell’Appennino centrale di marchigiana, chianina e romagnola e per il sistema Sannio. Il Pif, progetto integrato di filiera, sarà una struttura di partenariato, uno strumento di organizzazione nell’Ambito Territoriale Provinciale che vedrà attori del percorso gli allevatori-produttori, il settore della trasformazione e, quindi, della commercializzazione e vendita. Tra gli obiettivi principali del tracciato progettuale vi è il rilancio della filiera carne e, in generale, della zootecnia che attraversa un momento difficile di posizionamento sui mercati”. “Gli allevatori della provincia sannita – ha sottolineato Giuseppe Marotta dell’Università del Sannio – hanno raggiunto una qualità apprezzabilissima della carne bovina Igp, una della criticità del comparto è che il valore aggiunto non rimane sul territorio. Senza considerare un sistema di produzione frammentato. Il meccanismo di governo della filiera – ha aggiunto Marotta – dovrà avere obiettivi, azioni e comportamenti comuni”. .  
   
   
8° CONGRESSO MONDIALE DEL BUFALO – UN LAVORO ITALIANO APRE LA PORTA ALLA RINTRACCIABILITÀ DEL LATTE DI BUFALA SULLA BASE DELLA POPOLAZIONE DI APPARTENENZA GRAZIE AL TEST DEL DNA.  
 
 Caserta – All’8° Congresso Mondiale del Bufalo - che si terrà a Caserta tra il 19 ed il 22 ottobre - saranno presentati oltre 400 lavori di ricercatori di tutto il mondo. Uno su tutti interessa molto l’Italia e la produzione della Mozzarella di Bufala Campana a denominazione di origine protetta: sarà possibile d’ora in poi garantire anche su basi scientifiche e non solo sugli attuali riscontri cartolari, la provenienza del latte bufalino, sulla base dell’identificazione del Dna della popolazione di provenienza. Un gruppo di ricercatori, coordinati da Michele Blasi del Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona, in collaborazione con i ricercatori dell’Associazione nazionale allevatori specie bufalina Luca Gubitosi e Angelo Coletta, presenteranno il lavoro “Tracciabilità genetica dell’origine geografica di differenti popolazioni di bufalo d’acqua (Bubalus Bubalis) attraverso marcatori molecolari” La ricerca - effettuata nella sede di Potenza dell’ Lgs - verte sul Dna estratto da diversi gruppi di bufale, appartenenti ad altrettante diverse popolazioni di bufalo d’acqua, sempre della stessa specie: Bubalus Bubalis. Il Dna estratto dal tipo genetico autoctono “Bufala mediterranea italiana”, rispetto alla popolazione cinese, ad una africane ed a due popolazioni est europee, è apparso chiaramente diverso, a testimonianza della purezza della popolazione di bufala mediterranea italiana, conseguenza del suo ormai lungo isolamento. La novità del lavoro è che fino ad oggi non esistevano metodiche standardizzate, che attraverso il deposito del Dna potessero individuare differenti razze bufaline all’interno della medesima specie. Tale messa a punto rappresenta una svolta strategica non solo per distinguere con una semplice analisi l’appartenenza ad una certa razza, ma sicuramente potrà essere utilizzato per la ricerca di quei latti di bufalo o carni di bufalo non appartenenti alla Mediterranea Italiana. Le analisi possono essere effettuate, grazie alla comune presenza dei linfociti, su campioni delle matrici latte, carne e mozzarella. Pertanto, il metodo messo a punto dal gruppo di ricerca del Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona e dell’Associazione nazionale allevatori bufalini di Caserta apre la porta alla vera rintracciabilità del latte bufalino su base nazionale e internazionale. “Si tratta di un passo avanti senza precedenti – sottolinea Angelo Coletta, direttore dell’Anasb e membro del gruppo di ricerca – da questo momento non solo sarà possibile garantire alimenti made in Italy ma addirittura certificare che siano fatti con prodotti del made in Italy – con tale sistema abbiamo la possibilità di garantire ancora di più il consumatore” “Da sempre l’Anasb ha lavorato nell’intento e nella convinzione di evitare le contraffazioni sui prodotti bufalini, ricercati sulle tavole nazionali ed internazionali – afferma Raffaele Garofalo Presidente dell’Anasb e del Comitato Organizzatore del Congresso, che aggiunge - anche un alimento tipico come la Mozzarella Dop “al 100% di latte di bufala” potrà fruire di questa metodica per la rintracciabilità dalla sala di mungitura alla tavola del consumatore. ” Il fine di tale strumento può essere utile per escludere la provenienze da popolazioni diverse da quella italiana: ”Tale strumento potrà essere di ausilio agli organi di controllo antifrode, che oggi devono unicamente basarsi sul riscontro dell’autenticità dei documenti di accompagnamento del latte bufalino – sottolinea Garofalo, che sottolinea - questi ultimi sono ovviamente suscettibili di falsificazione. ” Il test del Dna, tratto dai linfociti e dalle radici dei peli delle bufale, è stato compiuto con due metodiche diverse. Con il sistema Genetix sono state calcolate le frequenze degli alleli, il numero degli alleli per ogni locus, la media osservata ed attesa di eterozigotia, le distanze genetiche e l’equilibrio di Hardy – Weinberg. Altri gruppi di popolazioni sono state analizzate con il sistema Geneclass 2, basato su un altro approccio. L’affidabilità della corretta assegnazione del campione alla popolazione si attesta per la Bufala Mediterranea Italiana al 98%. ”Ovviamente con questo lavoro si apre la porta al progressivo riconoscimento del latte di bufala e della mozzarella sulla base della popolazione di provenienza in tutto il mondo – osserva Coletta – e pensiamo di essere, se pur con qualche piccolo accorgimento, già oggi nelle condizioni di identificare con elevato livello di affidabilità la provenienza del latte dei gruppi di popolazioni oggetto dello studio. ” .  
   
   
UN CONCORSO PER CREARE NUOVE FORME DEL PANE DI MATERA SONO APERTE LE ISCRIZIONI PER PRENDERE PARTE A QUESTO INTERESSANTE LABORATORIO DI DESIGN ALIMENTARE CHE SI SVOLGERÀ DAL VIVO IL 3 E 4 NOVEMBRE NELLA CITTÀ DEI SASSI  
 
 Sono aperte le iscrizioni al concorso “Pane in Arte” il primo laboratorio creativo per dare vita a nuove idee sul pane di Matera. Il concorso che si rivolge a creativi, artisti e panificatori italiani e stranieri ha come obbiettivo quello di inventare una nuova forma per il pane di Matera. I partecipanti potranno dare forma alle loro idee per creare un nuovo prodotto alimentare che allarga la tradizionale sfera dei consumatori e degli estimatori del rinomato pane di Matera. Una forma che potrebbe portare con se nuovi modi di consumare il pane o essere motivo di ulteriore promozione della città o di attrazione per i turisti. Al concorso possono partecipare anche gli alunni delle scuole o degli istituti di arte e design che intendono cimentarsi in questo originale progetto alimentare che utilizza il tradizionale impasto del Pane di Matera. Il concorso Pane in Arte si svolgerà dal vivo durante le tre sessioni aperte al pubblico previste a Matera nei giorni 3 e 4 novembre 2007 presso gli Ipogei di Piazza San Francesco dove saranno allestiti i forni per la cottura. Il vincitore sarà premiato con un trofeo scultura e fine settimana per due persone in un residence nei Sassi di Matera. Le opere migliori potranno essere messe in produzione dal “Consorzio per la Promozione e la valorizzazione del Pane di Matera” e diventare un nuovo simbolo alimentare per la città dei Sassi. La scheda di partecipazione e il regolamento possono essere scaricati dal sito internet www. Paneinarte. It. Le iscrizioni termineranno il giorno 26 ottobre 2007. Tutti i prodotti realizzati per il concorso saranno esposti a Matera dal 5 all’11 novembre 2007 in una mostra presso gli ipogei di Piazza San Francesco. La manifestazione nata da un’idea del poeta Roberto Linzalone è promossa dall’associazione culturale Poliedrica in partnership con il Comune di Matera e prevede una serie di eventi collaterali che animeranno il centro cittadino con musica, spettacoli e stand di degustazione di prodotti tipici. Info al n. 328/4623037 .  
   
   
OGM? NO GRAZIE CIRCA MILLE FIRME CONTRO GLI OGM RACCOLTE NEL WEEKEND  
 
Quasi mille firme sono state raccolte contro gli Ogm durante il weekend da Aiab Umbria (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) Legambiente, Coldiretti e Coalizione Italia-europa Liberi da Ogm per l’Viii edizione di Biodomenica. Gli appuntamenti sono stati sabato 6 e domenica 7 ottobre, in Piazza Italia e Largo della Libertà a Perugia, in occasione di “Vai con Bio”, il mercato annuale di prodotti biologici e naturali organizzato da Bioumbria Art e Umbria Terra Viva. In contemporanea domenica 7 ottobre, diverse postazioni e banchetti informativi per il diritto di tutti i popoli alla sovranità alimentare erano presenti lungo il percorso della Marcia della Pace Perugia-assisi. Un risultato soddisfacente – ha sostenuto Vincenzo Vizioli, Aiab Umbria - che da risalto alla volontà dei cittadini (e non solo, visto che all’appuntamento ha aderito anche il Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio) e al loro interesse a salvaguardare la qualità degli alimenti, bandendo di fatto gli Ogm dalle proprie tavole. Le risposte e le adesioni che si avranno su tutto il territorio nazionale dovranno essere tenute in considerazione dal legislatore prima di approvare la direttiva 2001/18/Ce e di introdurre in maniera irreversibile organismi geneticamente modificati nell’ambiente. .  
   
   
CENNI, “È ORA CHE IL PANE TOSCANO ABBIA LA SUA DOP” IN UN CONVEGNO, L’ASSESSORE CONFERMA IL SUO SÌ ALLA CERTIFICAZIONE COMUNITARIA ANALIZZATI I TEMI DELLA FILIERA: DAL CALO DI COLTIVAZIONI AL RINCARO DEL PANE  
 
Firenze - “Il pane toscano ha tutti i requisiti per ottenere la certificazione comunitaria. Per questo la giunta regionale ha confermato il suo parere favorevole all’istituzione di una Dop, Denominazione di origine protetta per il pane”. Lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni intervenendo al convegno sul pane organizzato nell’ambito di Boccaccesca, rassegna sui ‘prodotti e piaceri del gusto’ in corso a Certaldo. La Toscana aveva già pronunciato il suo sì alla Dop per il pane nel 2002, ma di recente è stata chiamata a confermare il suo parere a seguito di una modifica del quadro normativo comunitario. “Ci sono – ha spiegato - tutti i requisiti fondamentali per ottenere la certificazione: dalla peculiarità delle sue caratteristiche (è il cosiddetto pane ‘sciocco’), al nesso con il territorio che lo esprime. Non solo: il pane toscano rientra a pieno titolo tra i nostri prodotti di eccellenza ma con la peculiarità di riuscire a esaltare il sapore di tutti gli altri prodotti che fanno parte della grande tradizione toscana, dall’olio, al prosciutto al pecorino, cioè a molti fra i 19 prodotti toscani che già si fregiano della Dop. ” L’assessore ha anche colto l’occasione per fare il punto sulla situazione della filiera che conduce al pane a partire dall’ingrediente base, il grano: nel 2007 in Toscana sono stati coltivati circa 22mila ettari a grano tenero, per una produzione complessiva di circa 822mila quintali di granella e una resa di circa 37 quintali a ettaro. Numeri che continuano a indicare una diminuzione rispetto al passato: “Questo settore – ha detto - vive ancora un periodo di forte transizione tra un sistema molto condizionato dagli aiuti comunitari e un sistema, quello nato dal cosiddetto disaccoppiamento, più orientato al mercato. E’ una fase delicata, ma che potrebbe comunque produrre risultati positivi specie se, invece che in una logica di settore, si lavorerà di più in un ambito di filiera, realizzando accordi tra le fasi della produzione, della molitura, della trasformazione e della commercializzazione. E’ a questo obiettivo che abbiamo destinato importanti fondi nell’ambito del nuovo Piano di sviluppo rurale”. Per quanto riguarda il capitolo aumenti del prezzo del pane, l’assessore ha evidenziato come effettivamente vi sia stata anche come componente, un aumento del prezzo dei cereali che però, a suo avviso, ha inciso in minima parte sui rincari. “Occorre evidenziare – ha spiegato - che il costo della materia prima incide mediamente sul prezzo del pane e della pasta solo per il 10-13%: un chilo di grano tenero costa 29 centesimi di euro, la stessa quantità di farina 45-50 centesimi, mentre un chilo di pane, a seconda dei punti vendita e in base alla qualità del prodotto tra 1,5 e 3 euro”. .  
   
   
DALL’ IVSI UN DOSSIER SCIENTIFICO IN COLLABORAZIONE CON L’UNIVERSITÀ “LA SAPIENZA” DI ROMA SALUMI ITALIANI: LA TRADIZIONE AL SERVIZIO DELL’ALIMENTAZIONE MODERNA CHI? COME? DOVE? QUANDO? PERCHÉ?: TUTTE LE RISPOSTE A 5 SEMPLICI DOMANDE  
 
 Milano, - Una nuova pubblicazione arricchisce la biblioteca scientifica dell’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani (Ivsi): si tratta del libro “Salumi Italiani, la tradizione al servizio dell’alimentazione moderna” che l’Ivsi ha realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Carlo Cannella, Professore ordinario di Scienza dell´Alimentazione nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università "La Sapienza" di Roma e Presidente dell’Inran, (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) e di Elisabetta Bernardi, Docente di Nutrizione, Sport e Salute nella Scuola di Specializzazione in Medicina dello Sport dell’Università di Roma, “La Sapienza”. “Salumi Italiani, la tradizione al servizio dell’alimentazione moderna”, con un linguaggio semplice e diretto, fornisce preziose informazioni sul rapporto tra i salumi e uno stile di vita moderno. Il libro si articola in 5 capitoli che rispondono alle fatidiche domande: Chi? Come? Dove? Quando? Perché?. In ognuno di essi si affronta uno specifico argomento. In “Chi” troviamo i salumi nelle diete di diversi soggetti: dai bambini agli adolescenti, dagli anziani alle donne in gravidanza; in “Come” si affrontano temi quali la conservazione, la produzione, le denominazioni di vendita. “Dove”, elenca le occasioni di consumo dei salumi spesso “fuori casa”; “Quando” tratta principalmente della storia. Ci sorprenderemo nel leggere che le più remote indicazioni sui salumi si trovano in Egitto e risalgono a circa 3400 anni fa. Infine “Perché” analizza le principali caratteristiche nutrizionali di questi prodotti, dalle proteine ai grassi, dal ferro al selenio, dalle vitamine al sale. “Il nostro dossier scientifico, – ha affermato Nicola Levoni, Presidente dell’Ivsi - nasce con l’intento di sfatare i pregiudizi nutrizionali ancora esistenti sui salumi, di valorizzare le nostre produzioni salumiere facendo conoscere le loro valenze qualitative, il ruolo che devono avere in una corretta ed equilibrata alimentazione e le garanzie in termini di sicurezza alimentare offerte dai salumi italiani” “Salumi Italiani, la tradizione al servizio dell’alimentazione moderna”è uno strumento molto utile in una fase in cui nutrizione, salute, alimentazione sono concetti fondamentali di cui si deve sempre più tenere conto. Inoltre nel libro – afferma il Professor Carlo Cannella - si evidenzia come i salumi siano anche un alimento sano – e non solo gustoso - e in linea con le tendenze nutrizionali più moderne, grazie ai cambiamenti introdotti nelle tecniche di allevamento dei maiali e alle modifiche nei processi di lavorazione”. “Sono molte le occasioni di consumo dei salumi perché sono alimenti pronti per essere mangiati e il loro sapore ricco li fa diventare un ottimo “companatico” per il pranzo fuori casa o uno snack veloce all’ora di pranzo – continua Cannella. Ma i salumi sono anche alimenti della tradizione gastronomica italiana, basti pensare allo zampone a capodanno, al prosciutto crudo che in estate si abbina al melone o con i fichi fino ad arrivare al guanciale del sugo all’amatriciana e alla pancetta che nella versione affumicata, diventa “bacon” e conquista le tavole di tutto il mondo”. Il libro non è in vendita in libreria, ma può essere richiesto all’Istituto scrivendo una e-mail a ivsi@ivsi. It .  
   
   
LUCCA: L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA VA A CHICAGO  
 
 Lo stile lucchese sbarca a Chicago: successo per la partecipazione di Lucca Promos, l´azienda presieduta da Osvaldo Bertuccelli, costituita dalla Camera di Commercio e dall´Amministrazione provinciale per promuovere l´internazionalizzazione dell´economia lucchese, a Italian Style 2007, il salone espositivo dello stile Italiano che si è tenuto dal 21 al 23 settembre nella "città del vento", la terza per popolazione di tutti gli Stati Uniti dopo New York e Los Angeles. A Chicago, Lucca Promos, era presente insieme all´Apt per promuovere, in una metropoli che conta molti cittadini di origine lucchese, i prodotti tipici dell´agricoltura, i vini doc di Montecarlo e delle Colline lucchesi e l´olio extravergine di oliva, che, da poco più di un anno, vanta l´unica Dop della costa toscana. Accanto ai prodotti tipici, a rappresentare il "Lucca´s style", c´era anche l´artigianato tipico di Pietrasanta che, attraverso un gruppo di imprese riunite nel Consorzio Artigianarte, si sta affermando per la ricerca dello stile e dell´alta qualità. Ma insieme ai prodotti enograstronomici e alle altre varie eccellenze della produzione lucchese, l´iniziativa ha voluto promuovere, anche a fini turistici, un po´ tutto il territorio della nostra provincia, a cominciare dalla ristorazione, considerata un elemento di grande attrattiva per il turismo americano. Non a caso Osvaldo Bertuccelli e il suo staff hanno pensato di affiancare alla partecipazione a Italian Style 2007 anche l´organizzazione, in collaborazione con Vinolia, di cene di gala, seminari e degustazioni guidate, mirate a diffondere la cultura dell´olio di qualità nei ristoranti del Middlewest statunitense. In particolare nei ristoranti di proprietà o gestiti da lucchesi o figli di lucchesi emigrati a Chicago. Tra questi i locali di Phil Stefani, un imprenditore di origine lucchese che in poco più di vent´anni ha saputo creare un vero e proprio impero della ristorazione: 10 ristoranti, 5 bar stagionali, un dipartimento catering per organizzazione di banchetti, nonché il prestigioso bar del Golf Club di Chicago. Una vicenda iniziata nel 1980, quando Phil e suo zio aprirono la prima trattoria con tipica cucina toscana. Nel 1988 l´azienda ha fondato Stefani Children´s Charities, con la quale, attraverso donazioni, ha realizzato numerosi progetti nel campo della sanità infantile. I complimenti più autorevoli per la qualità dei prodotti tipici dell´agricoltura lucchese, soprattutto per l´olio dop e i vini di Montecarlo e delle Colline Lucchesi, protagonisti all´Italian Style 2007, sono arrivati da Joe Gray del Chicago Tribune, uno dei più noti giornalisti del Middlewest, titolare di una storica rubrica di enogastronomia e considerato uno dei "guru" del mangiar bene a stelle e strisce. Joe Gray è stato uno degli ospiti d´onore, insieme con il console Alessandro Motta e i dirigenti della sezione locale dell´Associazione Lucchesi nel Mondo, alla cena organizzata da Lucca Promos al Phil Stefani´s Restaurant. Cena - come riferiscono gli "inviati" della Camera di Commercio di Lucca - rigorosamente a base di menu tipico lucchese, con pane fritto e misticanza, tortelli di fagioli borlotti e gamberi, cavolo nero e olio crudo, tagliata e crema di cannellini all´olio. Il tutto accompagnato con bianco della Fattoria La Badiola e rossi doc delle Colline Lucchesi (azienda agricola Il Colle di Montrasio e Fattoria Montechiari). .  
   
   
LA 42^ FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO PREGIATO DI ACQUALAGNA PRESENTA VIVERE IN CAMPAGNA 10-11 NOVEMBRE 2007 1° FIERA DELL’ACCOGLIENZA DI NUOVI RESIDENTI ED INVESTIMENTI ESOGENI NEI TERRITORI RURALI E MONTANI  
 
La Fiera Vivere In Campagna nasce dalla esigenza di affrontare due aspetti molto importanti che sono : 1. Il continuo spopolamento dei territori rurali e montani che impedisce un corretto sviluppo socio-economico delle popolazioni residenti 2. Dare una concreta opportunità alle tante persone che vivono in città e che desiderano trasferirsi con un nuovo progetto di vita ed imprenditoriale nei territori rurali e montani, alla ricerca di una migliore qualità della vita Questi due aspetti vengono pienamente affrontati nella strategia della Politica dell’Accoglienza che alcuni territori nazionali e tutte le Regioni rurali Francesi hanno già adottato con successo. La fiera Vivere In Campagna è pensata e costruita per le persone che vivono nelle città e desiderano trasferirsi, per le imprese, gli enti pubblici e privati e i singoli cittadini che offrono opportunità di creazione di impresa e/o una offerta di lavoro dipendente nei territori rurali e montani. Infatti, la fiera Vivere In Campagna unica nel suo genere, mette in collegamento e fa incontrare i visitatori che desiderano trasferirsi in campagna e cercano quindi opportunità di lavoro, con i territori rurali e gli attori locali che offrono opportunità di creazione di impresa e di impiego. Durante lo svolgimento della prima Fiera nazionale Vivere In Campagna saranno organizzati spazi tematici per fornire la più ampia e qualificata informazione ed assistenza tecnica. Come è organizzata la Fiera: Lo spazio per i territori, composti da stand gestiti dai Comuni, Comunità montane, Centri per l’impiego che hanno offerte di immobili, di impiego da lavoro dipendente e progetti concreti per creare nel proprio territorio attività commerciali e imprenditoriali. Lo spazio per i privati, composto da stand gestiti da imprese, agenzie di sviluppo locale, associazioni di categoria, agenzie immobiliari, con offerte concrete per nuovi investimenti e per l’attrazione di capitali, offerte immobiliari, imprese da rilevare o da sviluppare. Lo spazio di accompagnamento in cui esperti forniranno specifiche informazioni e suggerimenti a coloro che desiderano trasferirsi in campagna per i finanziamenti, gli strumenti per la creazione di impresa, i servizi di accompagnamento ecc. Lo spazio per i forum e tavole rotonde in cui verranno affrontati tutti gli aspetti del vivere in campagna, di come trasferirsi, di come creare una impresa nei territori rurali e montani e delle esperienze già esistenti sia a livello nazionale che europeo. Lo spazio per la Banca delle Idee attraverso incontri mirati e pianificati fra le imprese della costa e della pianura e le imprese dei territori rurali e montani, per creare opportunità di collaborazione e di scambio di prodotti e servizi. Www. Atsr. Net .  
   
   
CONCORSO RICETTE "UN MARCHIO DEL BUONGUSTO": PREMIAZIONE IL 12 OTTOBRE  
 
 Venerdì 12 ottobre 2007, alle ore 18. 00, presso la Scuola professionale alberghiera "Kaiserhof", in corso Libertà 155 a Merano, saranno premiati i vincitori del concorso ricette "Un marchio del buongusto" indetto dal Dipartimento provinciale artigianato, commercio e industria che fa capo all´ass. Werner Frick e dell´Eos della Camera di Commercio di Bolzano per propagandare il marchio di qualità. Sono oltre 150 gli appassionati di cucina ad aver partecipato al concorso-ricette "Un marchio del buongusto" indetto dal Dipartimento artigianato, commercio e industria e dell´Eos della Camera di Commercio di Bolzano per propagandare il marchio di qualità inviando un coupon con una ricetta a bse di prodotti di qualità alotatesini. Fra questi la giuria del concorso presieduta dallo chef Heinrich Gasteiger nei giorni scorsi ha provveduto a selezionare 30 delle ricette spedite; tra coloro che hanno inviato le 30 ricette selezionate sono quindi estratti e premiati i 10 fortunati vincitori. La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 12 ottobre alle 18. 00 presso la Scuola professionale alberghiera "Kaiserhof" in Corso Libertà 155 a Merano. Tutte e 30 le ricette selezionate saranno pubblicate in un volume. Nell´ambito della cerimonia di premiazione sarà possibile assaggiare i piatti preparati con queste ricette. Già alle ore 15. 00 gli allievi della scuola "Kaiserhof" ne inizieranno la preparazione sotto la guida dello chef Reinhard Steger. .  
   
   
ANTICA GELATERIA DEL CORSO SOSTIENE ASPI, LA NUOVA ASSOCIAZIONE DELLA SOMMELERIE PROFESSIONALE ITALIANA  
 
Antica Gelateria del Corso è tra i Soci Sostenitori della neonata Associazione della Sommelerie Professionale Italiana, di cui Giuseppe Vaccarini, star della sommelerie internazionale, è Presidente e Fondatore. Una serie di Aziende Alimentari sono state selezionate e scelte dallo stesso Vaccarini e dai membri del Consiglio Direttivo dell’Associazione in qualità, appunto, di Soci Sostenitori. Antica Gelateria del Corso, da sempre attenta a supportare nuovi fenomeni e tendenze della gastronomia e già dal 2004 impegnata con diversi sommelier per suggerire abbinamenti tra vino e gelato di qualità, è stata ammessa a pieno titolo a sostenere e supportare l’Associazione nello svolgimento dell´attività di promozione della cultura del vino, delle bevande e del cibo nei confronti del pubblico. Un ulteriore passo con cui Antica Gelateria del Corso conferma il suo ruolo di precursore nell’esplorazione ed approfondimento degli aspetti che legano il mondo del gelato al vissuto eno-gastronomico italiano. “L’obiettivo è quello di fondere culture gastronomiche differenti, sottolineando gli aspetti polisensoriali della degustazione”, afferma Roberto Pregnolato, Brand Manager. Inoltre, credendo molto nell’importanza e nella funzione della formazione, ci sentiamo vicini ad Aspi e all´Accademia della Sommelerie e non possiamo che supportare lo spirito di intraprendenza dell´Accademia nell’ interpretare e suggerire nuovi accostamenti. Il risultato di queste ricerche e di questa collaborazione sarà per noi importante per integrare i corsi nel nostro ateneo del gelato, La Scuola De L´alta Gelateria di Parma". .  
   
   
BAR D’ITALIA DEL GAMBERO ROSSO 2008 PER LA PRIMA VOLTA AL VERTICE LIGURIA E FRIULI VENEZIA GIULIA IL FUTURO DEL BAR AFFIDATO A GESTORI INTELLIGENTI ED ESPERTI CAPACI DI RINNOVARE LA FORMULA  
 
Aprire un bar sembra a tutti l’operazione vincente. Poliedrico, versatile, è il vero locale jolly capace di un’offerta sfaccettata ad ogni ora del giorno. Tutto vero, a patto di una gestione intelligente ed esperta, capace di fare del bar un luogo di aggregazione vera proponendo spazi diversificati e intelligenti contaminazioni (dal bookshop alle spa, dalle creazioni floreali a pezzi di design). Si veda il caso delle felici aperture di bar da parte di alcuni dei più creativi cuochi italiani (Cedroni e Alajmo, ad esempio). Altrimenti il rischio è quello di ritrovarsi davanti a tanti locali fotocopia che non regalano alcuna emozione al cliente. Neppure quella di un ottimo espresso, a volte. È questo uno dei dati più interessanti che emergono da Bar d’Italia del Gambero Rosso 2008, la prima guida che dà i voti ai bar. Oltre 1500 indirizzi frutto di attente selezioni lungo la penisola da parte degli ispettori del Gambero Rosso che hanno percorso chilometri alla ricerca di caffè e cappuccini a regola d’arte (prima di partire la squadra ha fatto un corso specifico per poter giudicare al meglio), di lieviti fragranti, di tramezzini e panini appetitosi e “sani”, di grandi cocktail. Senza dimenticare che spesso grandi bar e grande pasticceria coincidono e quindi si ritrovano anche gli indirizzi più ghiotti per dolci, biscotteria e pasticceria mignon. C’è ancora da lavorare perché il bar italiano possa trasformarsi nella punta di diamante di un’offerta moderna, aperta, in sintonia con i gusti di una clientela sempre più attenta ed esigente. Ma gli esperimenti felici non mancano. Il mondo dei bar è in grande fermento, ha voglia di divertire e di stupire ma, al tempo stesso, ha la profonda consapevolezza che dalla qualità non si può prescindere. A cominciare dal caffè che torna protagonista più che mai sia nei locali classici che in quelli innovativi. L’espresso rimane il biglietto da visita del bar. E ora veniamo ai numeri e alle classifiche. Venti quest’anno i bar che raggiungono il traguardo dei tre chicchi e delle tre tazzine (vedi allegato) fra i quali due inseriti all’interno di grandi alberghi (da quest’anno i bar dei grandi alberghi sono segnalati in una sezione a parte). Esercizi molto diversi (ci sono i caffè storici, i più alti esempi di pasticceria, i campioni del bere miscelato, i maghi dei grandi numeri che mettono d’accordo qualità e quantità) che rispecchiano i mille volti del bar di oggi. Regione leader il Piemonte (6 locali premiati), stabili la Lombardia, il Veneto e la Sicilia, (3 locali sul podio), per la prima volta nell’Olimpo Liguria e Friuli Venzia Giulia, 1 locale di eccellenza ciascuno anche per Toscana, Lazio e Abruzzo. I 20 locali premiati rappresentano la punta di diamante ma gli ottimi indirizzi sono moltissimi. Basti pensare ai bar a un passo dall’eccellenza: tre tazzine e due chicchi (56 locali) e due tazzine e tre chicchi (58 locali). Il premio innovazione, riservato al bar che presenta la formula innovativa complessiva più interessante viene assegnato quest’anno all’Acrilico di Ancona. Il premio consiste nella possibilità di seguire un corso a scelta presso l’Università del Caffè di Trieste, centro di divulgazione della cultura del caffè istituita da illycaffè con l’intento di contribuire all’internazionalizzazione dell’espresso italiano. Il premio illy – giunto quest’anno alla Vi° edizione – si propone di valorizzare e promuovere la cultura del bar italiano. Il premio consiste in un viaggio in Brasile alle origini del caffè, alla scoperta della coltivazione del caffè verde. .  
   
   
DISTILLERIE FRANCOLI: UNA GIORNATA DEDICATA AD AMBIENTE E BENESSERE LA NOTA DISTILLERIA DI GHEMME OSPITA UN EVENTO ORIGINALE PER GRAPPERIE APERTE  
 
La salvaguardia dell’ambiente e la salute del corpo e dello spirito. Saranno questi, oltre naturalmente alla protagonista della giornata, la Grappa vera e propria, gli argomenti centrali che Distillerie Francoli proporrà per Grapperie Aperte. L’azienda, prima distilleria in Italia ad aderire al progetto Impatto Zero, aggiungerà nuovi contenuti al cammino verso l’ecocompatibilità, intrapreso in questi anni. Per la giornata Distillerie Francoli offrirà ai visitatori non solo un viaggio alla scoperta della Grappa ma anche momenti originali ed educativi. Verrà anzitutto presentato il progetto Pellet: ideale proseguimento del cammino intrapreso con Impatto Zero per la tutela ambientale, Francoli mostrerà in anteprima come gli scarti di lavorazione della Grappa possano diventare un apprezzato combustibile. In un´area appositamente dedicata verrà quindi spiegato il metodo di produzione e le caratteristiche tecniche del Pellet ottenuto dalle vinacce; i visitatori potranno così conoscere, vedere e toccare con mano il prodotto. Il Pellet Francoli in futuro sarà disponibile anche per i consumatori, che potranno acquistarlo e utilizzarlo nelle normali stufe a pellet per il riscaldamento di casa. Durante la giornata il pubblico potrà poi conoscere una parte della vinaccia poco usata: il vinacciolo. L’azienda, infatti, è sempre stata attenta a valorizzare le proprietà del seme d´uva, generalmente poco note. Ai visitatori verranno spiegate le proprietà termiche del vinacciolo e le caratteristiche che rendono l´olio di vinacciolo un alleato indispensabile per la salute dell´organismo. Ed i più curiosi potranno provare personalmente tutte le virtù di questo piccolo seme. Grapperie Aperte sarà anche l´occasione per capire come la Grappa possa far bene alla salute: dopo il successo ottenuto durante Vinitaly, verrà infatti riproposto il massaggio alla Grappa. L’uso cosmetico degli estratti concentrati dell’uva è già noto da tempo, ma l´utilizzo del distillato e dei composti della vinaccia per un gradevole massaggio può essere una piacevole scoperta. La Grappa, in particolare, migliora la microcircolazione capillare, permettendo così un maggiore e più rapido assorbimento cutaneo delle sostanze attive contenute nella vinaccia. Durante tutta la giornata esperti dell’Anag (Associazione Nazionale Assaggiatori Grappa) accompagneranno i nasi e le bocche dei visitatori nella degustazione delle varie tipologie di Grappe Luigi Francoli. Infine Distillerie Francoli riserverà un’area alla cultura della Grappa, grazie alla mostra di libri e documenti storici sulla distillazione che nel corso dell’anno sono custoditi nella biblioteca Francoli di Ghemme. Nino Ferrari, responsabile della biblioteca, sarà a disposizione dei visitatori per rispondere alle domande e fare rivivere tutto il fascino di questi testi. Già lo scorso anno Distillerie Aperte è stato un successo per l’azienda, che in un solo giorno ha ospitato più di 1. 500 visitatori. Distillerie Aperte infatti è ancora l’evento nazionale più importante per fare conoscere al grande pubblico come si produce e si degusta la Grappa. Grapperie Aperte sarà dunque un vero e proprio viaggio alla scoperta del mondo della distillazione, alla sua gente ad alla sua storia. Un mondo indubbiamente affascinante, interamente costruito intorno all’acino d´uva. .  
   
   
GRINZANE CINEMA 2007 CONCORSO “SCRIVERE IL CINEMA, SCRIVERE IL CIBO” STRESA 12 OTTOBRE 2007  
 
Nell’ambito del Grinzane Cinema 2007 venerdi 12 ottobre alle ore 12,30 nella Sala De Sica verra’ presentato il Concorso “Scrivere il cinema, scrivere il cibo” dedicato agli studenti degli Istituti superiori e Corsi di Laurea in Cinematografia. Presenteranno l’iniziativa: Alfredo Antonaros del Gambero Rosso Channel; Franco Bergamino, coordinatore del Progetto Stelle del Piemonte; Giuliana Manica, Assessore al Turismo, Sport e Pari Opportunita’ della Regione Piemonte; Giuliano Soria, presidente Premio Grinzane Cavour. Il Concorso e’ diviso in due sezioni, una nazionale ed una regionale, e vuole essere un’opportunita’ per quanti si affacciano al mondo della cinematografia ed al tempo stesso, in linea con la filosofia del Premio Grinzane Cavour, uno strumento per valorizzare la cultura materiale e il patrimonio enogastronomico piemontese ed italiano. I partecipanti dovranno scrivere una sceneggiatura inedita della lunghezza di 15 cartelle. Per la sezione regionale le opere dovranno essere ambientate nelle cucine e nei ristoranti degli chef del gruppo Stelle del Piemonte dedicando maggiore attenzione alla cultura materiale del territorio e del paesaggio piemontese. Per la sezione nazionale l’opera creativa si focalizzera’ sull’alta ristorazione e sull’enogastronomia italiana per valorizzare il patrimonio di sapori e tradizioni del nostro Paese. I diversi elaborati dovranno pervenire alla segreteria del Premio Grinzane Cavour entro il 30 giugno 2008; il bando completo sara’ pubblicato sul sito www. Grinzane. It. La giuria,composta da personalita’ del mondo del cinema, della letteratura e dell’enogastronomia, selezionera’ l’opera migliore in termini di originalita’ del soggetto, attinenza al tema proposto e qualita’ tecnica della sceneggiatura. La premiazione avra’ luogo nel corso di una cerimonia ufficiale prevista entro la fine del 2008. Il Concorso e’ organizzato dal Premio Grinzane Cavour in collaborazione con le Stelle del Piemonte, progetto promosso dall’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte. .  
   
   
AZIENDA AGRICOLA ADAMO: DALLA CAMPAGNA DI ALLISTE, IN PROVINCIA DI LECCE, ELEVATA QUALITÀ DELL´OLIO, RISPETTO DELLA TRADIZIONE E TANTA PASSIONE  
 
È nella fertile campagna di Alliste, in provincia di Lecce, che fratelli Adamo, titolari dell’Azienda Agricola Adamo, hanno fatto crescere l´azienda di famiglia, una delle più antiche produttrici di olio del Salento, puntando sulla qualità e valorizzando l´intera filiera: dalla pianta dell´ulivo, alla raccolta, all´estrazione e alla presentazione elegante sulla tavola. Dalla conduzione degli uliveti, di cui circa la metà condotti con metodi biologici, all´estrazione dell´olio, ogni passaggio può contare su una lavorazione artigianale nel rispetto della tradizione. La sinergia tra qualità dell´olio, innovazione tecnologiche, ma soprattutto tenacia hanno permesso all´Azienda Agricola Adamo di raggiungere traguardi importanti e vari riconoscimenti. Nel rispetto della tradizione, l’azienda produce da cinquant´anni un pregiato olio extra vergine, dalle caratteristiche inconfondibili, determinate da particolari accorgimenti in fase di raccolta e di molitura. Le olive vengono staccate dalla pianta a mano, quando non sono ancora completamente mature: ciò consente di ottenere un prodotto di eccellente gusto fruttato e di bassissima acidità. Entro poche ore dalla raccolta le olive vengono frante in una vasca con macine in pietra: la pasta così ottenuta viene distribuita, attraverso il dosatore, su filtri di fibra naturale. L´estrazione dell´olio avviene con il tradizionale sistema delle presse: le olive vengono spremute una sola volta, senza ricorrere al calore. Solo tale procedimento, detto “prima spremitura a freddo”, permette all´olio di conservare inalterate tutte le caratteristiche di profumo e sapore del frutto e di rendere l´olio Adamo un Extra Vergine dalle eccellenti proprietà organolettiche. Il colore, verde intenso con riflessi dorati, è determinato dalla decantazione naturale. Colore, gusto e soprattutto digeribilità sono le carte vincenti dell´Olio Extra Vergine Adamo, ottimo su ogni piatto, su verdure, legumi, patate lesse, carni rosse e pesce. L’extra Vergine "Le Chianche" D. O. P. (Denominazione d´Origine Protetta) nasce dalla miscela equilibrata di alcune varietà degli oliveti dell´Azienda. Si presenta di colore giallo oro con riflessi verde oliva. All´olfatto si apre fragrante e armonioso, ricco di toni verdi di foglia e delicati sentori di pomodoro verde, dotato di eleganti note vegetali e di mandorla amara. Ottimo sulle minestre tradizionali e su zuppe varie, verdure amarognole, carni equine e suine. Dei 100 ettari di superficie aziendale totale, 50 sono destinati ad oliveto specializzato, controllato e condotto con metodi biologici. Da queste piante (Ogliarola Leccese e Cellina di Nardò) nasce l´Extra Vergine "le Chianche" da agricoltura biologica, dal gusto armonioso e al tempo stesso deciso. Rispetto a "Le Chianche" D. O. P. , questa qualità è ottima per la dieta nella prima infanzia grazie al suo alto valore nutrizionale. Il "Fior d´Olio" nasce da una tradizione radicata nell’azienda e tramandata con paziente cura e rispetto da tre generazioni. L´estrazione avviene in modo del tutto artigianale senza contatto alcuno con macchine da trasformazione; infatti il fior d´olio affiora spontaneamente dalla pasta di olive scelte, raccolte a mano prima della completa maturazione dei nostri uliveti e frante con macine in pietra. Basta lasciare riposare la pasta di olive per circa tre ore in contenitori di acciaio e raccogliere con appositi mestoli la piccola quantità di olio che vi affiora. È una selezione limitata dalle caratteristiche peculiari, in cui si riconoscono la corposità e la robustezza della Cellina e la dolcezza mandorlata dell´Ogliarola, componenti che si amalgano armonicamente per raggiungere un esemplare equilibrio di pienezza ed eleganza gustativa. Ottimo su insalate, carpaccio, pesce lesso e carni bianche. Nel 2005 la famiglia Adamo ha aperto "Pane, Olio e Fantasia", un luogo in cui far incontrare i piatti tipici della tradizione locale con la fantasia degli chef e soprattutto con l’olio salentino di qualità. Un ristorante dove per passione si seguono i profumi e i sapori delle stagioni da coniugare sempre e rigorosamente con la carta degli Oli Extravergini d´Oliva pregiati di casa Adamo. Nello stesso anno la famiglia Adamo ha inaugurato a Capilungo di Alliste una “friseria” che è anche pizzeria con forno a legna ed arrosteria: "a Frisara", un locale tipicamente estivo (aperto da giugno a settembre) con tanti sapori semplici della più radicata tradizione rurale salentina. Le pietanze servite sono semplici ma ricche di gusto e tradizione, come il piatto più povero della cucina contadina locale, la frisa, di grano e di orzo, da condire in svariati modica sempre con Olio Extravergine di Oliva Adamo. Un mezzo interessante per la diffusione della cultura dell´abbinamento dell´olio è la "Guida ala condimento", un libro inedito realizzato dall´Azienda Agricola Adamo con la preziosa consulenza della Dott. Sa Oretta Zanini De Vita e del Prof. Ian Dagata. È una raccolta di ricette della tradizione orale salentina e per ogni piatto viene consigliato il condimento giusto per esaltarne i sapori e valorizzarne il risultato finale. Indirizzo dell’Azienda Agricola Adamo: Via V. Emanuele Ii, 48 - 73040 Alliste (Le) - tel. +39 0833 584346 / 553912, fax +39 0833 550582, sito internet www. Agricolaadamo. It , e-mail info@agricolaadamo. It .  
   
   
LA STELLA DI NEGRONI COMPIE 100 ANNI: CREA LA “PAUSA SALATA” A EUROCHOCOLATE  
 
All’insegna dello slogan “Salumi & Baci”, la Negroni, storico marchio della salumeria italiana, in occasione del centenario della sua fondazione, sarà protagonista della “pausa salata”, assoluta novità della kermesse “’Eurochocolate 2007”, che si terrà dal 13 al 21 ottobre a Perugia. La Negroni presenterà infatti un insolito intermezzo di gusto (salato) in un mare di dolcezze all’insegna del cioccolato. Per l’occasione lancia una “Negronetto limited editon”, che affianca il celebre salamino a una sua riproduzione di cioccolato. All’insegna della curiosità, dell’innovazione e della trasgressione… Lo slogan recita “Salumi & baci”. E la “pausa salata” si annuncia come la vera novità di Eurochocolate 2007. Ad idearla la Negroni s. P. A, marchio noto e caro a tutti gli italiani, che in questo modo vuole festeggiare i cento anni dalla sua fondazione nella prestigiosa cornice della kermesse perugina dedicata al cioccolato, realizzando un innovativo momento di “relax salato”. Come? Attraverso “trasgressivi” abbinamenti gastronomici tra i propri prodotti di punta e il cioccolato, padrone di casa della manifestazione perugina. “Rispettare il salume nella sua veste naturale e tradizionale, ma sperimentare allo stesso tempo nuovi utilizzi. In linea con l’evoluzione dei gusti e delle tendenze”: è questa la filosofia che ha portato la Negroni s. P. A - che dal 1 gennaio 2007 identifica la Divisione Salumi del Gruppo Veronesi, alla quale fanno capo tutti i marchi di salumi ad essa appartenenti: Negroni, Montorsi, Fini Salumi e Daniel - a diventare la grande protagonista della “pausa salata”, proprio nel regno dei puristi del cioccolato. Le Iniziative Negroni: Salumi & Baci Tour E Il Museo Del Salume Negroni Molte le iniziative rivolte al pubblico e agli esperti gastronomi che la Negroni ha ideato per l’occasione. Durante i due weekend di Eurochocolate (13-14 ottobre, 20-21 ottobre) l’azienda di Cremona ha organizzato un coinvolgente e gustoso “Salumi & Baci Tour” per le vie di Perugia, percorso gastronomico aperto a tutti e sviluppato lungo 4 tappe, ognuna dedicata ad un salume, rendendo protagonisti della degustazione vari prodotti (dalla mortadella al prosciutto, dal salame al prosciutto cotto) in abbinamento con i vini eccellenti del territorio di Montefalco e altri prodotti. Partendo dalla prima tappa il pubblico di Eurochocolate riceverà 4 voucher ed un kit di degustazione. E potrà dare vita a una passeggiata… all’insegna della migliore salumeria italiana. Inoltre, presso la suggestiva location della Rocca Paolina, storico emblema di Perugia, per l’intera durata dell’evento verrà allestita un’area espositiva - un vero e proprio museo del salume Negroni, con macchine antiche e altri emblemi della storia di questo marchio prestigioso - dove sarà creata un’ambientazione che riproduce una sala di stagionatura dei salumi, arredata con fascino ed autenticità. Una location ideale per offrire alti “momenti di cultura del salato”: nei fine settimana verrà proposto un calendario di degustazioni guidate grazie alla presenza di un tecnico esperto di salumi Negroni e di un sommelier per gli abbinamenti tra salumi e vini. Qui sarà possibile degustare gli storici prodotti Negroni: dal culatello di Zibello Dop al prosciutto cotto Stella, dalla mortadella Igp al mitico Negronetto, senza dimenticare i prosciutti crudi di Parma e San Daniele. Magari per scoprire che i termini “orizzontale” e “verticale”, utilizzati in genere per le grandi degustazioni di vini, si possono applicare anche al mondo dei salumi… Inediti Abbinamenti Trasgressivi: Dal Pane Al Cioccolato Con Un Salume Classico, Al Pane Tradizionale Con Prosciutto Arrosto E Salsa Topping Cacao Al fine di offrire a tutti visitatori di Eurochocolate la tanto attesa pausa salata delle kermesse, verrà allestito inoltre presso Piazza Italia uno stand gastronomico che darà vita a un appuntamento quotidiano per degustare i salumi Negroni non solo nella versione panino classico (con mortadella, crudo, eccetera) ma anche con due abbinamenti studiati assieme agli organizzatori di Eurochocolate (un panino al cacao e salume classico e un pane classico con prosciutto cotto e salsa topping cacao). All’interno di questo spazio sarà anche possibile acquistare quello che si annuncia come un vero e proprio oggetto cult della manifestazione: una confezione di “Negronetto limited edition” (un cacciatorino insieme a un salamino di cioccolato), appositamente creata per celebrare il centenario della Negroni, che non mancherà di appassionare i collezionisti e i golosi. Dal 1907… “la stella di Negroni vuol dire qualità” Che quello di Negroni sia un nome noto e caro a tutti gli italiani, lo confermano anche le indagini di mercato: secondo una ricerca condotta dalla Swg, emerge che il marchio è conosciuto dal 95% dei consumatori italiani di salumi, con un vissuto di qualità autenticità ed esperienza patrimonio delle grandi marche. E ancora. Su Top Brands 2005 Negroni figura tra i marchi d’eccellenza dell’intera industria italiana. Una qualità frutto di cento anni di attività imprenditoriale svolta da tre rappresentanti della famiglia Negroni, che con il loro impegno hanno segnato da protagonisti il mondo dei salumi e, in generale, il panorama alimentare italiano. Lungo questo cammino la pubblicità con quel “jingle” ben memorizzato nella mente di chiunque abbia più di trent’anni (“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni vuol dire qualità”), ha costituito un tassello indispensabile per la ricostruzione di una storia aziendale. La comunicazione pubblicitaria rappresenta nel caso della Negroni la testimonianza d’una capacità d’anticipare i tempi in anni in cui la cura dell’immagine e la costruzione di un marchio ben identificabile costituivano degli aspetti accessori collaterali all’attività produttiva. I Tre Protagonisti Che Hanno Fatto La Storia Della Negroni La prima “stella” è Pietro Negroni, classe 1884, che nel settembre del 1907 – un secolo fa, dunque – crea la “Società di fatto Pietro Negroni e Fratello” per produrre salumi di qualità a livello industriale, unendo tradizione e innovazione tecnologica (lo stabilimento di Cremona è il primo salumificio a rendere continuo il ciclo produttivo, slegato dai tempi rigidi della stagionalità). A lui si deve la firma Negroni, primo segno distintivo del prodotto, sorta di brandizzazione ante litteram: Subito dopo la prima guerra mondiale arriva la Stella che serve a rendere ancor più riconoscibile il prodotto e che finisce per rappresentarne lo stendardo di qualità. Dentro il perimetro della stella, vengono aggiunte due indicazioni (sopra salami, sotto Cremona) che indicano il prodotto e il suo luogo d’eccellenza. Nel 1937 a Pietro succede il figlio Paolo, inventore del celebre Negronetto che punta sempre di più sull’innovazione e sui nuovi mezzi di comunicazione di massa: la radio e, soprattutto, la televisione. All’una di ogni domenica Negroni offre un programma musicale con l’orchestra Rai. E fin dalla nascita del piccolo schermo l’azienda di Cremona ne sfrutta le potenzialità, puntando su quel contenitore di spot televisivi passato alla storia con il nome di Carosello. Nella celebre vetrina pubblicitaria Negroni punta su uomini immagine amati dal grande pubblico, come Ugo Tognazzi, impiegato imbranato e pigro (ex dipendente della Negroni), oppure da vita a storie di successo, è il caso de “Lo sceriffo della Valle d’Argento. ” Nel 1977 prende le redini della società Pietro Negroni Ii, figlio di Paolo, che punta su nuove filosofie gestionali, dando vita ad un intenso programma di ammodernamento degli impianti di produzione e affiancando, a ciò, un’organizzazione manageriale dell’azienda. Dal 1990 al 1999 entra a far parte del Gruppo Kraft Jacobs Suchard, segue quindi l’acquisizione da parte del Gruppo Malgara Chiari & Forti. A partire dal 2002 ancora una svolta: la Negroni torna nella mani di una grande azienda italiana, entrando a far parte del Gruppo Veronesi, quarto gruppo alimentare italiano, con un fatturato 2006 di 1. 744 milioni di €uro e 6. 400 dipendenti, ed un presidio diretto su tutta la filiera suinicola dagli allevamenti, alla macellazione e trasformazione della carne. E’ sempre nella logica dello sviluppo che dal 1° gennaio 2007, nasce la Negroni s. P. A, che raccoglie tutti i marchi dei salumi del Gruppo Veronesi: Negroni, la stella dei salumi, Montorsi, il professionista dei moderni stili alimentari, Fini Salumi, il cultore della gastronomia modenese, e Daniel, lo specialista dei Prosciutti di San Daniele. .  
   
   
VAL DI FASSA LA GASTRONOMIA LADINA: TRA PASSATO E PRESENTE DELLA CUCINA LOCALE, VARIOPINTO CALEIDOSCOPIO DI PIATTI DAL SAPORE SCHIETTO ED INCONFONDIBILE  
 
Gustosa ed abbondante è la definizione che fa da denominatore comune alla cucina delle Dolomiti ovvero un variegato insieme di sapori italiani, mitteleuropei e tradizioni alpine. La cucina delle valli dolomitiche si differenzia a seconda della vicinanza con la tradizione culinaria tedesca oppure trentina e veneta, forse più povera, ma ugualmente saporita. Poi ogni valle ha le proprie varianti che a loro volta si modificano a seconda delle stagioni e quindi degli ingredienti a disposizione. Questo tipo di cucina, lontana dalle elaborazioni eccessive è rimasta soprattutto una gastronomia schietta, basata su piatti come si usava un tempo composti da pochi ingredienti, semplici ma accostati con gusto, riscoprendo i dettami delle vecchie ricette tradizionali. Infatti il cibo tra queste montagne ha lo stesso rituale delle altre attività umane, richiede tempo per la preparazione, sagacia nella scelta degli ingredienti. Il simbolo di questa filosofia fa da cornice al ricettario di Sergio Rossi, chef e gestore del rinomato Rifugio Fuchiade ubicato nell’omonima conca, poco oltre il Passo San Pellegrino, “La Ola e la Segosta” -Vivalda Editore. Il libro è dedicato al grande paiolo e alla catena che scendendo dal camino lo sosteneva e che si usava per cuocere sia la polenta che le zuppe di verdura accompagnate da qualche pezzetto di carne a seconda della disponibilità. Ma la cucina ladina, quella tradizionale, è soprattutto una cucina di profumi. Inconfondibile per esempio quello della padella dove si stufano i crauti, che si abbinano con la salsiccia, le costine, le braciole oppure il profumatissimo carré affumicato. I crauti, cavoli cappucci, sono una pietanza antica, una volta raccolti e tagliati con un apposito attrezzo venivano messi a macerare in salamoia nei barili dove una volta scolato il liquido in eccesso erano pronti per essere utilizzati. Infatti gli abitanti delle valli dolomitiche sono sempre vissuti isolati, nutrendosi di quel po’ che i campi e la natura offrivano. Quindi cereali ovvero segale e avena ingredienti base per la preparazione del pane, cavoli , patate, rape, cipolle, funghi, frutti di bosco e naturalmente tutti i derivati del latte. La carne soprattutto di maiale si mangiava solo in occasione di alcune festività oppure si contava sulla selvaggina di cui sono sempre stati ricchi i boschi. Basilare, invece, il pane anche quello avanzato, che ammorbidito nel latte costituisce da sempre l’ingrediente base dei “Knödel” o canederli, i famosi gnocchi di pane preparati in molte varietà dagli spinaci, al fegato, al formaggio, che vengono serviti come primo asciutti o in brodo, come contorno per accompagnare crauti e carni e nella versione dolce anche come dessert. Ingrediente insostituibile dei tradizionali canederli allo speck è appunto il caratteristico salume ottenuto dalla coscia del maiale sapientemente aromatizzata e affumicata. I “cajoncìe”, la pronuncia varia di valle in valle, sono uno dei simboli della cucina ladina. Erano un tempo il mangiare dei giorni di festa ovvero ravioli ripieni di patate e di altri ingredienti come ricotta, spinaci, frutta essiccata per esempio le pere selvatiche. Ogni vengono conditi con burro e ricotta stagionata. Un altro primo che proviene dall’originaria civiltà montanara è la zuppa d’orzo, “orc” in ladino, che era uno degli unici cereali che cresceva sino ai 1700 m. I secondi piatti sono sempre robusti, sia che si tratti di selvaggina che di carne di maiale. Molto gustoso ed apprezzato lo stinco. Immancabile il capriolo, lo spezzatino di capriolo accompagnato dalla polentina, non manca nemmeno mai lo spezzatino tradizionale di manzo, variante più delicata del gulasch. Ma se un pranzo tradizionale che si rispetti si apre sempre con un tagliere di profumati affettati che vanno dallo speck ai saporiti salamini di cacciagione, altrettanto si dica per il finale che è dedicato a seconda dei gusti ai formaggi o ai dolci. Qui brillano due stelle della produzione casearia locale ovvero il “Puzzone di Moena” a pasta morbida e fondente, dall’odore profumato e dal sapore forte oppure il suo concorrente diretto il “Nostrano Val di Fassa” prodotto dal Caseificio Sociale di Campitello a pasta semidura, dal sapore delicato, gradevole e tendente al dolce. Tra i dolci le “fortaes” sono i deliziosi dolci fritti dalla caratteristica forma a chiocciola che accompagnano tutte le feste tradizionali. E non si può certo dimenticare lo strudel di mele che si usa ordinare in tranci per accompagnare in modo più dolce il ritorno a casa. Parlando di cucina ladina va ricordato che ormai da alcuni anni quattro ristoranti di Moena (Foresta, Tyrol, Malga Panna, Rifugio Fuchiade) hanno dato vita alla fortunata rassegna eno-gastronomica “A Cena con Re Laurino” (25 - 30 marzo 2008). Immancabile l’abbinamento dei migliori piatti della tradizione locale con i vini più rappresentativi della produzione trentina: il teroldego ed il marzemino tra i rossi , il delicato nosiola tra i bianchi ed infine gli spumanti. Altra perla della produzione vitivinicola è sicuramente la grappa che non manca mai a conclusione di un convivio alpino che si rispetti, le più apprezzate e con ottime caratteristiche digestive quelle alle erbe aromatiche alpine come la genziana, l’asperula, il mugo e la ruta che nelle produzioni più artigianali vengono lasciate macerare al sole. .  
   
   
MENU MEDITERRANEO E INFLUENZE INTERNAZIONALI NELLA CENA ALL’EXPLOIT DI MILANO  
 
Aria coloniale, sculture luminose, materiali naturali, piante esuberanti, spazio morbido e avvolgente affacciato sullo splendido colonnato di San Lorenzo, all’interno del quale ci si può dare appuntamento, per il lunch, l’aperitivo, la cena, o il dopocena, tra sottofondo di raffinate note di lounge, jazz, latin jazz. Nell’after dinner di questo locale, aperto sino alle 2, dove i soci sono Fabio Acampora, Sebastian e Alejandro Bernardez, da segnalare è la selezione di rum agricoles pregiati, cognac, whisky, vodka e ampia scelta di cocktail. Durante l’aperitivo dalle 18,00, alle 21, vengono proposti sushi, sashimi e tempura, da accompagnare ai cocktail internazionali preparati dagli esperti barman. Grazie alla collaborazione con gallerie e singoli creativi, alcune aree dell’Exploit, nato nel ’99, sono ritmate dalla presenza di opere e oggetti pregiati valorizzati e posti in raffinate teche. Nel menu della cena, sformatine di carciofi su crema di pecorino di Fossa, pendette al ragù d’anatra, angus argentino in crema di limone e zenzero, orecchio d’elefante con pomodorini e rucola, filetto di manzo alla Richelieu, dolci della casa, da gustare all’interno o nel dehor avvolto da tende bianche, circondato dal verde, tra luci soffuse delle candele, tavoli, o angoli salotto. La domenica brunch a la carte dalle 12 alle 16,00. .  
   
   
TUTTI I SAPORI DELLA VALLE D’AOSTA ALLA QUARTA EDIZIONE DEL MARCHÉ AU FORT A BARD DOMENICA 14 OTTOBRE  
 
Il 14 ottobre, nella suggestiva cornice del borgo medievale di Bard, ai piedi dello storico Forte, torna l’appuntamento con il Marché au Fort, la più importante e vasta rassegna enogastronomica dedicata alla degustazione e vendita dei prodotti tipici della Valle d’Aosta. La manifestazione, giunta quest’anno alla quarta edizione, è promossa dall’Assessorato all’Agricoltura e Risorse Naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, dall’Associazione Forte di Bard per la valorizzazione del turismo culturale del Forte di Bard, dalla Camera valdostana delle imprese e delle professioni, dal Comune di Bard. Le scorse edizioni hanno fatto registrare ogni anno oltre 25. 000 visitatori. E’ infatti nell’enogastronomia e nelle sue espressioni più genuine che si conserva ancor oggi l’identità più autentica della comunità valdostana, nonostante la forte tendenza all’omologazione dei sapori che la nostra economia porta con sé. Un’occasione preziosa quindi per conoscerne i prodotti, la sua cultura e la sua storia. Una tradizione, quella valligiana, particolarmente affascinante, perché fortemente determinata dalle caratteristiche climatiche e morfologiche di questa terra, che da sempre ha chiesto all’uomo un grande sforzo di adattamento. La splendida e a lungo inaccessibile catena alpina ha isolato per secoli la Valle, provocando lo sviluppo di una cucina quasi esclusivamente basata su prodotti locali. A questa con il tempo si sono aggiunte influenze francesi e svizzere. Terra di confine, la Valle d’Aosta da sempre vive di legami e scambi fondamentali, lungo l’arco alpino, con la Svizzera e la Francia. La montagna è all´origine della particolarità dei prodotti regionali. Sono i profumi delle sue erbe a dare a carni e formaggi sapori inconfondibili e ricchi di aromi, è la pendenza dei suoi terreni a permettere all´uva di acquistare il carattere che contraddistingue l´ormai pregiata produzione di vini valdostani, è la varietà del polline della flora montana ad aiutare le api a produrre il miele di rododendro e di millefiori. Il contesto naturale spesso incontaminato, accompagnato dalla sapienza che i montanari hanno sviluppato nei secoli, offre un panorama di prodotti tipici ampio e variegato. Panorama fatto di molti prodotti Dop, primi tra tutti la Fontina e gli altri formaggi, la cui varietà soddisfa intenditori e avvicina la tradizione valdostana a quella francese. Passando ai salumi, si può ricordare il lardo di Arnad e il Jambon de Bosses, che non possono mancare nel tipico tagliere valdostano. E poi i prodotti della terra: mele, castagne, noci, frutti di bosco, miele ed erbe officinali. La coltura di quest’ultime, usate poi nelle zuppe e nei bolliti, è stata negli ultimi anni valorizzata. Anche il settore viticolo, da sempre presente ma un tempo legato ad una produzione familiare, ha ricevuto negli ultimi tempi importanti riconoscimenti. La vite viene coltivata fra i 300-400 metri della Bassa Valle e i 1. 225 metri sul livello del mare di Morgex, in Alta Valle: i più alti vigneti d´Europa. La scarsità delle piogge, il clima secco e le forti escursioni termiche tra il giorno e la notte durante il periodo di maturazione accentuano l´intensità dei profumi dei vini valdostani. Domenica 14 ottobre dalle 9. 00 alle 18. 00 il Marché au Fort si svolgerà tra le antiche dimore e le tipiche case rurali che si affacciano sulla via principale del Borgo, che ricalca il tracciato dell’antica strada romana delle Gallie. Un centinaio di grandi e piccoli produttori della Vallée presenteranno i loro prodotti Doc, Dop, tradizionali e “tipici” di tutti i settori della tradizione gastronomica valdostana. Per l’occasione resteranno aperti alcuni locali e cantine delle tipiche case rurali e delle dimore del Borgo medievale. In questi suggestivi spazi, un gruppo di esperti e tecnici illustreranno i prodotti cardine della produzione valdostana, le proprietà nutrizionali e alcune tecniche di lavorazione, anche grazie al supporto di materiali illustrativi. Visitatori grandi e piccini verranno coinvolti in degustazioni e percorsi guidati tra i sapori della produzione enogastronomica valdostana, accompagnati da animazioni lungo le vie e le piazze del borgo. Per tutta la giornata saranno in funzione diversi punti ristorazione, allestiti per l’occasione nel borgo e all’interno del Forte, dove ha sede il ristorante-caffetteria La Polveriera. Ad accogliere il visitatore due info-point turistico-culturali, situati nei punti di accesso alla via principale del borgo. E-mail: info@fortedibard. It www. Fortedibard. It .  
   
   
SABATO 13 E DOMENICA 14 OTTOBRE A FORLIMPOPOLI: DUE GIORNI DI GUSTO, SAPORI E PIADINE  
 
Disfida del gusto, con confronto di menù e di piadine tra territori romagnoli, ma non solo. Il centro di Forlimpopoli nel weekend del 13 - 14 ottobre sarà interessato da iniziative che “parleranno” di gusto, di piadina, di prodotti del territorio e di fattoria. Sabato 13 ottobre, Casa Artusi Si comincia sabato 13 ottobre, alle ore 18 presso Casa Artusi, dove avrà luogo una interessante tavola rotonda sul tema “Le piadine della Romagna”, con la partecipazione di esperti, giornalisti , opinion leader : il “pane nazionale dei romagnoli” verrà analizzato nelle sue varie sfumature e versioni, che tenteranno di inquadrare e (forse…) rispondere alle mille domande che i “forestieri” sempre ci rivolgono : come deve essere larga la piadina ? è meglio spessa o sottile? quali gli ingredienti che si possono aggiungere a quelli “cardine” ? E soprattutto : di quale area , contrada, territorio di Romagna, si può considerare la piadina più buona, più vicina alla “tradizione” ?? Dalle parole all’assaggio : alle ore 19,00 la Associazione delle Mariette metterà le mani in pasta, dando vita al laboratorio didattico ed ad una degustazione della mitica creatura della “teglia” , quell’impasto straordinario per la semplicità di preparazione e di ingredienti, che cotto e consumato caldo al momento, risulta portatore di una fragranza ed un gusto unico ed imparagonabile ! Alle ore ore 20 la cena di Disfida , tra i menù dei territori delle Strade dei vini e dei sapori dei Colli d´Imola e di Rimini (in abbinamento ai vini di Forlì-cesena) : e tra le otto portate del sontuoso banchetto , la differenza tra le piadine delle due aree romagnole non potrebbe risultare più evidente, alla vista ed al palato . Ai commensali l’ardua sentenza ! Domenica 14 ottobre, Piazza Pompilio (Mura nord della Rocca) Si svolgerà qui, tra le ore 10 e le 19, in contemporanea col tradizionale Mercato dell’Antiquariato, anche il Mercatino dei prodotti tipici, con la partecipazione di associati delle Strade dei vini e dei sapori dell´Emilia Romagna e di altri produttori del territorio romagnolo : vino , prodotti tipici del territorio , specialità alimentari della tradizione emiliana e romagnola. Non mancheranno anche due stand , simpaticamente contrapposti, che proporranno la piè fritta della tradizione della collina imolese (Fontanelice) , e la piadina romagnola del territorio di Forlì-cesena. Ma nel pomeriggio saranno addirittura Sindaci del territorio a sfidarsi …alla teglia. “Mariette per un giorno” , alcuni Primi cittadini di Romagna (per ora accuratamente segreti, “selezionati” personalmente dal Sindaco Zoffoli, padrone di casa) si contenderanno il premio per la migliore e più fragrante piadina .  
   
   
PANE KIDS E RATATOUILLE DISNEY: LA PROMOZIONE CHE STUZZICA PER GUSTO E SIMPATIA  
 
Novaterra, azienda italiana che fa capo alla multinazionale Zeelandia e che produce mix e preparati per panificazione e pasticceria, propone un´originale e gustosa promozione che abbina Pane Kids al lancio di Ratatouille, il nuovo film d´animazione firmato Disney-pixar in programmazione nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 19 ottobre. Fino alla fine di dicembre tutti i panifici, le rivendite e i corner della Gdo che aderiscono alla promozione, saranno riconoscibili oltre che per l’esposizione della locandina dell´ultimo film Disney all’interno del proprio spazio, per la personalizzazione di tutti i sacchetti Pane Kids con l’immagine di Remy, il vivace topolino protagonista del cartoon. Una simpatica iniziativa promozionale rivolta non solo ai consumatori, che attraverso la raccolta punti potranno vincere gli esclusivi astucci brandizzati Ratatouille, ma anche ai fornai che, in base alla quantità di Mix Pane Kids acquistata, avranno diritto da uno a tre voucher fruibili sino al 15 gennaio 2008 per un ingresso nelle sale convenzionate Hollywood Movie Money. Questa attività inoltre valorizza ulteriormente il connubio vincente tra Novaterra Zeelandia e The Walt Disney Company nato in occasione del progetto Pane Kids, il panino morbido, ricco di calcio e di fibre, che attrae e diverte i bambini grazie all´inconfondibile silhouette di Topolino impressa sulla crosta, invogliandoli a nutrirsi con un alimento sano, completo e gustoso. Sono infatti proprio l´alimentazione e la cucina a fare da fil rouge tra Pane Kids e la trama di Ratatouille, che si snoda intorno alle peripezie del simpatico topo Remy, intenzionato a diventare un grande chef. Pane Kids continua così ad essere protagonista di una filosofia aziendale capace di fare della sana alimentazione e del divertimento un originale mix di successo. . .  
   
   
HAUSBRANDT SI VESTE DI NUOVO  
 
Per il prossimo Natale nasce un nuovo look per le confezioni regalo Hausbrandt: forme morbide, grafiche emozionali, colori eleganti: nuovo packaging per i panettoni, nuove proposte di prodotto, tra cui la nuova linea Armonie di sapori. I panettoni, raffinate creazioni proposte dal pasticciere Iginio Massari, create in esclusiva per Hausbrandt, sono impreziositi da linee armoniose nei caldi colori del rosso, panna e oro. Hausbrandt intrattiene da anni un importante rapporto di collaborazione con Iginio Massari, considerato uno dei più grandi pasticceri al mondo e che ha dedicato proprio ad Hausbrandt queste due ricette. Soffici, fragranti, esclusivi. Per assaporare il piacere della tradizione in due versioni: Panettone Glassato, il classico panettone, e Specialità Delice, senza uvetta e canditi che si caratterizza per il raffinato aroma di arancio e, come il Glassato, è ricoperto da una glassa di mandorle e nocciole. Una presentazione esclusiva per il panettone Specialità Delice, proposto anche nell’edizione limitata del Glassato d’ Epoque, racchiuso in una particolarissima scatola in latta. Forme che richiamano la tradizione, caratteri e parole che accompagnano in un viaggio di atmosfere, profumi e delicate sensazioni, il tutto brillantemente interpretato dai Colori, i colori per eccellenza, quelli dell’eleganza, della semplicità, gli unici che possono essere contemporaneamente contrasto e armonia: il bianco e il nero. Per gli amanti del caffè è stata realizzata un’esclusiva versione da 500 g, sempre del panettone Specialità Delice, dal delicato profumo di arancia, impreziosita da una croccante glassa di nocciole e mandorle intere. Inserito nella confezione “Moka Delice”, viene abbinato ad una confezione di caffè Moka: dall’aroma dolce e avvolgente, con note di frutta secca; uno dei caffè più pregiati in una miscela 100% arabica. Una raffinata confezione regalo per tutti coloro che amano abbandonarsi alla dolcezza del Natale! Hausbrandt “Armonie di Sapori”, le nuove ed esclusive confezioni, in tre varianti, offrono ricercati abbinamenti di pregiate miscele di caffè 100% Arabica e cioccolato fondente, in una sinfonia di sapori. Non un cioccolato al caffè ma, un cioccolato per il caffè, per catturare l’aroma e il piacere di questi due prodotti e lasciare che la pura piacevolezza del cioccolato interpreti la complessità di aromi, profumi e gusti del caffè. Armonie di Sapori – Moka Piacere armonioso. Dolce evasione La confezione contiene un barattolo di caffè macinato Moka, pregiato caffè in una miscela 100% Arabica di aroma e gusto impareggiabili e una confezione di pregiati cioccolatini 70% fondente. Un caffè dal gusto dolce e dalle spiccate note di cacao; il suo aroma dolce si unisce al cioccolato fondente, regalando un abbinamento deciso, che esalta la sintonia delle pregiate monorigini. Armonie di Sapori - Gourmet Piacere esclusivo. Ricercata evasione Un barattolo di caffè macinato Gourmet, l´eccellenza del caffè in una miscela di qualità superiore selezionata nelle migliori piantagioni viene abbinato a particolarissimi cioccolatini di cioccolato fondente all’arancio e cannella. La miscela di selezionate monorigini conferiscono al Gourmet vivaci note agrumate e regalano caldi richiami alle spezie, per un caffè assolutamente ricercato. L’aroma dolce di questo caffè, avvolto da un raffinato cioccolato fondente all’arancio e cannella crea un abbinamento speziato, dolce ed esclusivo. Armonie di sapori – Decaffeinato Piacere puro. Naturale evasione Squisiti cioccolatini di cioccolato fondente alla vaniglia fanno parte della confezione che contiene anche un barattolo di caffè macinato Decaffeinato, dall´inconfondibile aroma e dal perfetto equilibrio di gusto, con un contenuto di caffeina non superiore al 0,10% Il Decaffeinato Hausbrandt, particolarmente delicato, presenta caldi sentori di frutta secca e una morbida dolcezza. L’aroma di questo caffè abbraccia la naturale piacevolezza, leggermente esotica, di un cioccolato fondente alla vaniglia: un abbinamento delicato, semplice ma dai risvolti sorprendentemente piacevoli. Confezione regalo Bierbrand Theresianer Bierbrand Theresianer è un’acquavite limpida e cristallina, frutto della distillazione a bagnomaria in alambicchi di rame, di una birra speciale ottenuta da materie prime attentamente selezionate secondo una preziosa ricetta artigianale, tramandata dai migliori Maestri birrai, che ne garantiscono la qualità. Caldo ed elegante, è un distillato di rara personalità, dal carattere nordico e dal cuore mediterraneo. La confezione regalo contiene, oltre al particolare distillato di birra Bierbrand, due calici da degustazione. Un dono speciale per festeggiare il Natale con un brindisi esclusivo. .  
   
   
LINDT PRESENTA: LINDOR 40° (1967-2007) E GRAN FESTIVAL LINDOR  
 
Questo è un anno davvero importante per Lindor perché la boule al latte festeggia 40 anni di presenza sul mercato italiano! 40 anni di Boule diventata ormai un mito, 40 anni di irresistibile scioglievolezza, 40 anni di successi ed opportunità per tutti coloro che hanno creduto e credono in questo prodotto! La Boule Lindor festeggia il suo quarantesimo anniversario sul mercato italiano con la riedizione della grafica originale, con cui nel 1967 venne presentata al pubblico per la prima volta la famosa pralina. A partire dal 20 settembre presso le migliori pasticcerie e negozi dolciari d’Italia sono a disposizione e acquistabili i nuovi prodotti Lindor ideati appositamente per il 40°! Gran Festival Lindor 2007 Il 2007 segnerà un’edizione davvero speciale della promozione. Il tradizionale appuntamento Gran Festival Lindor di quest’anno sarà un’edizione particolarmente ricca e gustosa. Infatti, il 10 novembre sarà il momento in cui si celebrerà e festeggerà il 40° compleanno della pralina più amata di Lindt, Lindor! Sono previsti sia premi immediati, sia ad estrazione, un kit per il punto vendita fortemente impattante e ovviamente tutti saranno invitati a degustare l’irresistibile scioglievolezza di Lindor: un mix di ingredienti che renderanno il Gran Festival Lindor 2007 davvero unico!! Il consumatore potrà: degustare gratuitamente le boules Lindor al Latte e Fondentissimo; giocare con il gratta e vinci grazie ad un acquisto minimo di 6,00 € di Lindor; vincere tantissimi premi immediati: tante esclusive stampe d’epoca in raffinata carta pergamena, tante borsette/shopper, contenenti 300 gr. Di boules Lindor al latte, partecipare all’estrazione finale di 10 bellissimi Scooter Piaggio e 100 Radio Brionvega! A supporto dell’attività uscirà in contemporanea la campagna pubblicitaria televisiva Lindor sulle principali emittenti nazionali. Inoltre sul sito www. Lindt. It saranno segnalati tutti gli indirizzi dei punti vendita che parteciperanno alla manifestazione. .  
   
   
CONTROLLI NEI VIGNETI – ZAIA INCONTRA PREFETTO TREVISO  
 
“I continui controlli nei vigneti nelle colline trevigiane, specie di Prosecco D. O. C. Conegliano Valdobbiadene, nel corso della recente vendemmia, mi sembrano la testimonianza di una sorveglianza fatta con un certo accanimento, che finisce con il creare scompiglio durante un’operazione molto difficile e che non consente distrazioni”. Lo ha ribadito il Vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, che sulla questione ha chiesto uno specifico incontro a livello provinciale con il prefetto di Treviso Vittorio Capocelli. “Vorrei verificare l’entità dei controlli e le ricadute sui cittadini – ha spiegato Zaia – tenuto conto delle innumerevoli ispezioni avvenute nei vigneti da parte dell’Ispettorato del Lavoro, Inps, Inail e altri, a carico dei vendemmiatori. E’ un problema che ho spesso segnalato, spiegando che da noi la vendemmia è un rito antico, una festa che coinvolge dai parenti, agli amici, ai vicini di casa, che si aiutano tra di loro non per guadagno, ma perché è questa la tradizione delle nostre genti, sorretta anche dal fatto che da noi le dimensioni delle aziende produttrici si aggirano attorno ad un ettaro ciascuna. E’ una gioia, quella della vendemmia, alla quale vorrebbero partecipare persino molti turisti, soprattutto stranieri. Insomma in un clima di solidarietà e amicizia, i controlli finiscono per determinare disagio e apprensione”. “Non è mia intenzione che vengano premiati quelli che sfruttano il lavoro altrui – ha concluso il Vicepresidente della Giunta veneta – ma non voglio neppure che i nostri viticoltori vengano tormentati quando sarebbe sufficiente che le norme tenessero conto della diversità delle situazioni locali e delle realtà aziendali”. .