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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Giugno 2008
STUDIO RIVELA CHE LE CELLULE STAMINALI SI RINNOVANO DA SOLE SENZA I MATERIALI NATURALI DI COLTURA CHE GLI SCIENZIATI AVEVANO SINORA USATO PER FARLE CRESCERE E CONSERVARE.  
 
Bruxelles, 16 giugno 2008 - Ricercatori del progetto Eurostemcell finanziato dall´Ue hanno mostrato per la prima volta che cellule staminali embrionali di topo sono capaci di auto-rinnovarsi senza i materiali naturali di coltura che gli scienziati avevano sinora usato per conservarle e far crescere linee di cellule staminali. Questa scoperta, che è stata recentemente pubblicata sulla rivista Nature, contraddice le opinioni precedenti e potrebbe avere significative implicazioni per la ricerca sulle cellule staminali. Le cellule staminali embrionali di topo sono derivate e fatte crescere usando varie combinazioni di materiali di coltura come cellule nutrici, mezzi condizionati, ormoni o estratti del siero. In precedenza si riteneva che questi materiali fornissero i segnali e le istruzioni alle cellule staminali per mantenere il loro stato "vuoto" indifferenziato. Si riteneva che senza questi materiali le cellule staminali si sarebbero specializzate e sarebbero diventate il tipo di cellula che erano destinate a diventare. Le cellule hanno ancora bisogno di essere fatte crescere in una coltura che fornisce gli zuccheri e le proteine necessarie per sopravvivere. Tuttavia, i ricercatori sono riusciti a mostrare che le cellule staminali embrionali producono le proprie molecole per la trasduzione del segnale e che questi segnali sono la principale forza motrice della differenziazione. I ricercatori hanno scoperto che quando una delle molecole di trasduzione del segnale della cellula, Fgf (fattore di crescita dei fibroblasti) 4, viene eliminata o bloccata, le cellule possono rimanere nel loro stato di indifferenziazione indefinitamente. Questo è stato dimostrato applicando piccole molecole in grado di bloccare l´azione del Fgf4. "Il fatto che le cellule Es [staminali embrionali] si possano auto-riprodurre senza istruzioni esterne implica che esse sono intrinsecamente programmate per auto-rinnovarsi. Le nuove condizioni di coltura ci aiuteranno a comprendere la natura dello stato pluripotente e come questo possa essere manipolato per produrre cellule specializzate in laboratorio," ha spiegato Jason Wray del Wellcome Trust Centre per la ricerca sulle cellule staminali, uno degli autori dello studio. Si prevede che la ricerca si dimostri utile per la derivazione di cellule staminali embrionali da altri animali. "Riteniamo che il processo che abbiamo scoperto nei topi possa facilitare la derivazione, mai realizzata prima, di cellule staminali embrionali da altre specie come maiali, mucche o altri grandi animali," ha detto Qi-long Ying, autore principale dello studio e ora ricercatore nel campo della biologia e della neurobiologia presso la University of Southern California (Usc). "Se, ad esempio, è possibile la derivazione di cellule staminali embrionali dalle mucche, allora forse nel futuro le mucche potranno essere in grado di produrre latte contenente farmaci. " Una migliore comprensione di ciò che controlla la differenziazione nelle cellule staminali embrionali nel topo dovrebbe anche permettere di replicare sulle cellule umane questo lavoro finora svolto soltanto sulle cellule staminali embrionali del topo. "Lo scorso anno è stato dimostrato che le cellule "Es" umane formate sono più simili a un tipo di cellule staminali del topo (le "Epi-stem cells"), che corrispondono ad una fase successiva dello sviluppo. Abbiamo ragione di credere che ciò che abbiamo osservato nei topi si possa trasferire ad altri mammiferi e che le nuove condizioni delle colture che abbiamo creato ci permetteranno di trasferire la nostra esperienza e le nostre tecniche dai modelli animali all´uomo," ha spiegato Wray. Si prevede che la scoperta avrà importanti implicazioni per la produzione su larga scala di cellule specializzate, come quelle cerebrali, del muscolo cardiaco e cellule produttrici di insulina, per futuri usi terapeutici. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Eurostemcell. Org/ http://www. Nature. Com .  
   
   
LA SALUTE MENTALE DELL´EUROPA AL CENTRO DEI RIFLETTORI  
 
Bruxelles, 16 giugno 2008 - Androulla Vassiliou Commissario responsabile per la Salute, ha inaugurato il Patto europeo per la salute e il benessere mentale in occasione della conferenza ad alto livello sulla salute mentale che si è tenuto il 13 giugno a Bruxelles. Questa è la prima conferenza a riunire ministri, esperti, pazienti, operatori della sanità, ricercatori e personalità ad alto livello nonché altre persone interessate per concordare future azioni comuni finalizzate a migliorare la salute mentale in Europa. Il Patto costituisce anche un invito ad agire in partenariato. Esso dà atto dei vantaggi sanitari, sociali ed economici derivanti da una buona salute mentale per tutti e della necessità di superare i tabù e il marchio infamante ancora legati alla malattia mentale. Annualmente circa l´11% dei cittadini europei si trova a soffrire di una qualche forma di malattia mentale. Questi disturbi possono indurre al suicidio ed in effetti nell´Ue ogni 9 minuti una persona si toglie la vita. Per affrontare il problema e avvantaggiarsi della messa in comune di esperienze, i ministri e gli esperti di tutta Europa si sono impegnati a lavorare assieme e a concentrasi su 5 ambiti prioritari: prevenzione del suicidio e della depressione; salute mentale tra i giovani e istruzione; salute mentale sul posto di lavoro; salute mentale tra gli anziani; lotta contro la stigmatizzazione e l´esclusione sociale. Androulla Vassiliou Commissario Ue responsabile per la Salute, ha affermato: "Oggi in Europa abbiamo fatto sentire la nostra voce e parlato chiaramente dell´effetto devastante che la malattia mentale ha sulla società. Questo Patto è un segno della nostra determinazione, in Europa, di cogliere la sfida e di agire nei nostri diversi ambiti di responsabilità e nel mondo della sanità, dell´istruzione e del lavoro. Dobbiamo agire in partenariato perché la salute mentale interessa tutti noi". Un invito ad agire in partenariato – Il Patto europeo per la salute e il benessere mentale. Il Patto è un invito ad agire in partenariato. Il Patto è varato dalla Commissione europea in collaborazione con la Presidenza slovena e con l´Ufficio regionale per l´Europa dell´Organizzazione mondiale della sanità. Il Patto prende atto delle sfide che si dovranno cogliere per affrontare il problema della salute mentale e suggerisce di mettere in comune le esperienze maturate in tutta l´Ue per sviluppare raccomandazioni concordate per interventi in cinque ambiti chiave: prevenzione del suicidio e della depressione; salute mentale tra i giovani e nell´istruzione; salute mentale sul lavoro; salute mentale tra gli anziani; lotta contro la stigmatizzazione e l´esclusione sociale. È stata prodotta una serie di 5 documenti di consenso in cooperazione con i ministeri nazionali, gli operatori e i ricercatori di diversi settori. Essi danno rilievo ai dati, alle politiche e allo stato di cose attuali e serviranno da supporto per l´attuazione del Patto. Nell´arco dei prossimi 2-3 anni è pianificata anche una serie di conferenze tematiche. La diversità dell´Europa – Le buone pratiche possono ispirare gli altri - Le politiche e le azioni in materia di salute mentale attuate nei paesi dell´Ue sono diverse. Ad esempio in certi Stati membri i tassi di suicidio sono tra i più alti al mondo mentre in altri sono tra i più bassi. La differenza è di un fattore 12. Le risposte dei governi e degli attori non governativi come ad esempio i gruppi di pazienti e le imprese rispecchiano i loro bisogni specifici, ma anche incoraggiano e stimolano gli altri nei loro interventi. La salute mentale in Europa – i fatti - La depressione è uno dei disturbi mentali più diffusi e gravi. Dati provenienti dagli Stati membri dell´Ue occidentali e meridionali indicano una prevalenza nell´arco della vita di forti depressioni nel 9% degli uomini adulti e nel 17% delle donne adulte. L´impatto di tale disagio sulla qualità della vita può corrispondere a quello di una grave malattia fisica, ad esempio un grave ictus. Il suicidio è una delle principali cause di morte prematura in Europa e nel 2006 è stato all´origine di 58. 000 decessi nell´Ue superando gli incidenti stradali che hanno provocato 50. 000 decessi nello stesso anno. Il 90% dei suicidi è legato a disturbi mentali. Il costo economico della depressione nell´Ue è stato stimato a 235 Eur per abitante nel 2004, pari a € 118 miliardi nell´Ue 25 e nei paesi dell´Efta. I costi diretti a carico dei sistemi sanitari negli Stati membri sono elevati e diventano sempre più problematici, ma la quota maggiore dei costi, pari al 65%, ricade sui settori al di fuori di quello sanitario, in particolare a causa di assenze dal lavoro, inabilità lavorativa e prepensionamenti nell´Ue. Si stima che circa il 50% dei disturbi mentali abbia origine nell´adolescenza ragion per cui le organizzazioni che si occupano dei giovani devono essere attrezzate per riconoscere i sintomi e reagire tempestivamente. Nella nostra società che invecchia è viva l´esigenza di far fronte in modo pianificato alla crescente prevalenza delle malattie mentali nella popolazione anziana causata sia da malattie mentali legate all´età quali demenza senile e depressione sia all´indebolimento della rete di sostegno sociale. . .  
   
   
SANTA RITA, FORMIGONI: REGIONE FA VERIFICHE AMMINISTRATIVE NEL 2007 SONO STATI EFFETTUATI CONTROLLI SUL 6,2% DELLE CARTELLE "SULLA VICENDA TROPPE SPECULAZIONI POLITICHE E PROPAGANDISTICHE"  
 
Milano, 16 giugno 2008 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, hanno tenuto il 12 giugno una conferenza stampa sulla vicenda della clinica Santa Rita per puntualizzare alcuni aspetti, per contrastare "le troppe speculazioni politiche e propagandistiche che oscurano la realtà dei fatti" e per ribadire quanto sta emergendo con sempre maggiore chiarezza e cioè che "le responsabilità sono di tipo personale e vanno ricondotte, se i fatti saranno confermati dalla magistratura, ad un comportamento indegno e forse criminale di persone singole o associate tra loro". Formigoni, nel sottolineare la buona fede e l´affidabilità degli operatori della sanità lombarda, che resta una sanità di assoluta eccellenza, ha ribadito che "alla Regione spettano controlli di tipo esclusivamente amministrativo, così come prevede la legge e che non esiste comunque nessun controllo che possa entrare nella coscienza delle persone". "Non è certo semplice - ha aggiunto Bresciani - prevenire comportamenti criminali". Controlli - Formigoni e Bresciani hanno chiarito che le verifiche avvengono sulla documentazione sanitaria contenuta nelle cartelle cliniche. Non è vero quindi che, se avviene un preavviso, il controllo non serve a nulla. La prova di ciò è rappresentata dal fatto che i consulenti della Procura hanno potuto esprimere senza problemi un giudizio sulla base delle stesse cartelle cliniche. Il preavviso è dato alle strutture solo quando, per motivi logistici, queste tengono le cartelle archiviate non in sede e quindi il preavviso di un giorno permette di spostare le cartelle di un certo periodo (6 mesi interi ad esempio) da una sede all´altra. Gli addetti delle Asl, per legge, non sono degli ufficiali di polizia giudiziaria e quindi devono attenersi ai comportamenti loro permessi dalle norme. A proposito poi di controlli random (casuali) si tratta di un modello superato perché inefficace. E´ inutile cercare a caso se si sa già dal punto di vista tecnico e scientifico quali sono le aree critiche da controllare. I controlli effettuati dalle Asl della Regione Lombardia non sono quindi di tipo casuale ma sono esclusivamente di tipo mirato su tipologie di ricoveri che sono evidenziate in base a scostamenti significativi rispetto allo standard regionale (fornito dalla Dg Sanità alle Asl semestralmente) dei singoli ospedali per alcune fattispecie critiche: Eccesso di ricoveri complicati. Eccesso di ricoveri ad alto valore con degenze brevi. Erogazione di una quantità "anomala" di prestazioni rispetto alla tipologia della struttura. Day hospital di tipo diagnostico su pazienti non complessi, invece di prestazioni ambulatoriali. Prestazioni effettuabili sia in day hospital che in ambulatorio effettuate prevalentemente in day hospital e quindi con costi maggiori per il sistema . -Ripetizioni anomale di ricoveri per lo stesso paziente e per la stessa patologia. "Questi indicatori di allerta - ha spiegato Bresciani - sono frutto dell´esperienza accumulata dalle Asl in Regione Lombardia negli ultimi dieci anni e garantiscono la possibilità di mirare in modo efficace le attività di controllo e di conseguenza a rendere adeguata la percentuale di controllo del 5%". Nel 2007, su oltre 116. 000 cartelle a rischio di inappropriatezza da un punto di vista tecnico scientifico, solo sul 20% e cioè su circa 23. 000 cartelle sono state riscontrate effettivamente inappropriatezze di diversa natura. Il sistema, a fronte di un obiettivo del 5%, ha controllato il 6,2%. Joint Commission - Il 19 aprile del 2006 la clinica Santa Rita è stata visitata dalla Joint Commission. "Su 60 parametri di valutazione esaminati - ha riferito Formigoni - tutti tranne uno sono risultati completamente o parzialmente raggiunti". L´unico parametro non rispettato riguardava la mancanza di un programma per il personale volontario. Va ricordato che gli standard analizzati riguardano le condizioni di tipo organizzativo legate alla qualità della struttura e non l´efficacia degli interventi clinici. "Si tratta di una dimostrazione in più - ha commentato Formigoni - che l´intenzione a delinquere del singolo non può essere prevista". Efficacia Interventi - Sull´efficacia degli interventi, esiste un progetto in corso con il Crisp che permette di valutare le situazioni a maggiore rischio per quanto riguarda la mortalità intraospedaliera ed a trenta giorni dalla dimissione. Questa analisi è stata effettuata su 69 Drg che rappresentano la casistica a maggiore rischio di mortalità. La Casa di Cura Santa Rita, per quanto riguarda questi Drg ha riscontrato un maggiore rischio di mortalità rispetto al confronto regionale solo per i ricoveri relativi a polmonite. Premio - Quello che molti organi di stampa hanno definito "premio" per il Santa Rita altro non è, come ha sottolineato Bresciani, che "una quota, decisa nel 2002 e dovuta per legge, a chi dimostrava di rispettare l´adeguamento ai parametri di accreditamento edilizi". Nel caso della clinica Santa Rita, tale quota è stata erogata solo in parte attraverso una transazione, seguita ad una sentenza del Tar che obbligava la Regione a corrispondere questa somma, che in un primo tempo, per varie ragioni, era stata negata. Commissariamento - Sulla richiesta di commissariamento della clinica Santa Rita avanzata ad esempio dalla Cgil, Formigoni ha ribadito quanto già precisato ieri in una Nota e cioè che l´eventuale nomina di un commissario non è nelle competenze della Regione. Cardiochirurgie - Replicando all´accusa ("una polemica vecchia di 11 anni dell´ex ministro Bindi") secondo cui in Lombardia ci sarebbero troppe cardiochirurgie, Formigoni ha ricordato che l´aumento di questi reparti è stato necessario per fronteggiare una gravissima crisi attorno alla metà degli anni ´90. Dopo questo periodo, il numero degli interventi si è stabilizzato, raggiungendo una quota adeguata ai bisogni della popolazione. A dimostrazione dell´appropriatezza degli interventi delle cardiochirurgie, gli interventi per bypass ogni 100. 000 abitanti sono passati da 73,8 del 1998 a 53,8 del 2007. In ogni caso, i posti letto di cardiochirurgia rappresentano poco meno dell´1% del totale dei posti letto per acuti. .  
   
   
MENO INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE CON UNA MIGLIORE VALUTAZIONE DEI RISCHI  
 
Brussels, 16 giugno 2008 - Secondo i dati pubblicati dall´Eurostat, ogni anno 5. 700 persone muoiono nell´Ue a causa di incidenti sul lavoro. Inoltre, l´Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che altri 159. 500 lavoratori nei paesi Unione europea perdano la vita a causa di malattie professionali. Se si considerano entrambi i dati, si stima che ogni tre minuti e mezzo nell´Ue ci sia un decesso per cause legate all´attività lavorativa. La maggioranza di questi incidenti e malattie può essere prevenuta e il primo passo in tal senso è una valutazione dei rischi. Questo è il messaggio di "Ambienti di lavoro sani e sicuri. Un bene per te. Un bene per l´azienda", la campagna informativa europea sulla valutazione dei rischi, inaugurata dall´Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (Eu-osha). La campagna è dedicata in particolare su settori ad alto rischio quali l´edilizia, la sanità e l´agricoltura, e sulle esigenze delle piccole e medie imprese. L´iniziativa si estende lungo un arco due anni (2008-09). Ai sensi della legislazione Ue(3), tutti i datori di lavoro dell´Unione hanno l´obbligo di svolgere una valutazione dei rischi. La valutazione dei rischi segnala ai datori di lavoro gli ambiti d´intervento necessari per migliorare la sicurezza e la salute nell´ambiente di lavoro. “Nessun infortunio sul lavoro o malattia professionale è un male inevitabile”, afferma Vladimír Špidla, Commissario per Occupazione, affari sociali e pari opportunità. “Anche se non portano alla morte, le loro conseguenze sono intollerabili per le persone colpite e per l´economia intera. Ogni anno, milioni di lavoratori nell´Ue sono vittime di incidenti che li costringono a restare a casa per almeno tre giorni lavorativi, e ciò rappresenta un costo enorme per l´economia. La valutazione dei rischi è la soluzione per ridurre questi numeri. Ma solo il primo passo, cui deve seguire l´atto pratico. ” La campagna per gli ambienti di lavoro sicuri sottolinea la necessità della valutazione dei rischi, in sintonia con la strategia comunitaria per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro (2007–2012), che mira a ridurre gli infortuni sul lavoro in tutta l´Ue del 25 per cento in questo quinquennio. Secondo le parole del direttore dell´Eu-osha Jukka Takala, “con la campagna per gli ambienti di lavoro sicuri vogliamo incoraggiare le imprese a condurre una valutazione dei rischi puntuale, con il coinvolgimento di tutti i lavoratori. E´ nostra intenzione promuovere una buona prassi adattabile anche ad altre realtà professionali. Il direttore dell´Agenzia ha ribadito i messaggi chiave della campagna: "Innanzi tutto, la valutazione del rischio non è necessariamente una procedura complessa, farraginosa o da delegare agli esperti. Tale opinione, sebbene errata, è particolarmente diffusa tra le Pmi. Esistono moltissimi strumenti (ad esempio le liste di controllo) che possono accompagnarvi in questo processo e l´Eu-osha propone un approccio semplice in cinque fasi. In secondo luogo, una buona valutazione dei rischi porta anche alcuni vantaggi all´azienda, poiché un ambiente di lavoro più sano e sicuro contribuisce a ridurre l´assenteismo e i costi assicurativi, oltre ad incrementare la motivazione dei collaboratori e la produttività. ” “In ultima analisi, la valutazione dei rischi consente di alleggerire il carico del sistema sanitario”, dichiara Romana Tomc, Segretario di Stato sloveno per Occupazione, famiglia e affari sociali. La Presidenza di turno attuale e prossima dell´Ue e le parti sociali europee sono tutte fortemente a sostegno della campagna, appoggiata anche dai Focal point nazionali – solitamente le autorità sanitarie e per la sicurezza sul lavoro - di tutti e 27 gli Stati membri. “Questo dimostra che la sicurezza e la salute sul lavoro sono un tema cruciale per il modello sociale europeo. .  
   
   
MOLTE SCIENZIATE SONO D´ACCORDO SUL FATTO CHE LA RICERCA SIA IN MANO AGLI UOMINI  
 
Bruxelles, 16 giugno 2008 - Un sondaggio co-finanziato dalla Commissione europea mostra come la parità tra i sessi nella ricerca scientifica non sia ancora stata raggiunta. Il rapporto è stato pubblicato sulla rivista dell´Organizzazione europea di biologia molecolare (Embo). Il sondaggio "Gender and science", condotto dalla rete di eccellenza Eadgene e dal progetto Sabre, si basa su dati raccolti attraverso un questionario online a scelta multipla. Al sondaggio hanno partecipato 143 soggetti. I dati rivelano che sebbene il numero di donne nella ricerca sia aumentato negli ultimi anni, le donne sono ancora maggiormente rappresentate in alcuni campi e meno in altri. Inoltre, percepiscono stipendi più bassi e hanno meno probabilità di ottenere un contratto permanente o di fare carriera raggiungendo posizioni influenti: i dati mostrano come all´83. 6% degli uomini impiegati a tempo indeterminato corrisponde solamente il 56% delle donne. A quanto sembra, la discriminazione che le donne subiscono è duplice, ovvero è sia orizzontale che verticale: Da una parte, il numero di donne è maggiore in campi come la biologia e la medicina, mentre sono scarsamente rappresentate in altri settori di ricerca. Dall´altra parte, il cosiddetto soffitto di vetro impedisce a molte scienziate di salire oltre un certo livello, dove la maggior parte delle posizioni sono occupate da uomini. Tutto ciò accade nonostante la proporzione di uomini e donne sia abbastanza equilibrata all´inizio della carriera scientifica. Secondo il sondaggio, le ragioni della disparità che si verifica in un secondo momento della vita professionale sono un pò meno chiare. In ogni caso, i ricercatori uomini sembrano percepire la disuguaglianza fra i sessi in modo diverso rispetto alle loro colleghe: il 76. 6% delle donne è d´accordo sul fatto che "la ricerca è in mano agli uomini", ma soltanto il 47. 3% degli uomini giudica la situazione allo stesso modo. Per di più, il 75% delle donne che hanno preso parte al sondaggio pensa che i compiti amministrativi e subordinati siano assegnati più frequentemente alle donne, contro il 33% degli uomini. Allo stesso tempo, il 57. 4% delle donne pensa che alle ricercatrici donne manchi il comportamento competitivo necessario per raggiungere posizioni più importanti. Soltanto il 27. 3% degli uomini intervistati è d´accordo. "I risultati confermano che molte donne partecipano più attivamente all´inizio della loro carriera scientifica, mentre le loro ambizioni lavorative si riducono dopo aver avuto bambini," ha detto Simona Palermo, ricercatrice presso il Parco Tecnologico Pagano di Lodi, in Italia. "Anche oggi, sette ricercatrici donne su dieci e sei ricercatori uomini su dieci pensano che sia molto difficile conciliare una carriera scientifica con la cura dei bambini. " Sia la rete Eadgene ("Rete di eccellenza europea per la genomica delle malattie animali per la salute animale e la sicurezza alimentare") che il progetto Sabre ("Genomica all´avanguardia per allevamenti sostenibili") sono finanziati nell´ambito del sesto Programma quadro dell´Ue (6°Pq). Sia l´Eadgene che il Sabre raggiungono e superano il 40% di partecipanti donne, la quota raccomandata dalla Commissione europea. Anche in questi progetti esemplari però, secondo il sondaggio, ci sono meno donne tra gli scienziati esperti che tra i ricercatori alle prime armi. Per controbilanciare questo effetto, i due progetti hanno (tra le altre cose) introdotto un programma di mentoring per andare incontro alle necessità e alle aspettative delle scienziate. Inoltre, hanno organizzato un evento per mettere in luce gli ostacoli che ancora intralciano l´avanzamento di carriera delle donne nella scienza. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Embo. Org/publications/reports. Html .  
   
   
UN RAPPORTO AFFERMA CHE LA RICERCA COLLABORATIVA È IN CRESCITA  
 
Bruxelles, 16 giugno 2008 - È stato fatto un importante progresso nella collaborazione nel campo della ricerca da quando è partita l´iniziativa di Partenariato responsabile, una serie di linee guida per aiutare il trasferimento di conoscenza tra l´industria, le organizzazioni di ricerca e le università, e il mondo accademico. Questa è la principale conclusione a cui giunge un rapporto congiunto pubblicato da parti interessate provenienti dal mondo dell´industria e da quello accademico. Lanciata nel 2004, l´iniziativa di Partenariato responsabile venne sviluppata da professionisti esperti nel campo della ricerca collaborativa dell´Associazione per la ricerca industriale europea (Eirma), dell´Associazione Europea delle Organizzazioni di Ricerca e Tecnologia (Earto), dell´Associazione delle università europee (Eua) e delle Organizzazioni per il trasferimento delle conoscenza (Proton Europe). L´iniziativa fornisce linee guida pratiche su come creare relazioni durature tra i protagonisti della ricerca, allineando gli interessi, stabilendo un chiaro intento e ottenendo un´efficace gestione della proprietà intellettuale. Mediante un portale web, le parti interessate possono attraversare tutte le fasi necessarie per creare una relazione, a partire dall´identificazione di obbiettivi comuni e dall´individuazione del giusto partner, alla creazione di accordi e alla gestione del progetto. Il rapporto, che si basa sulle conclusioni di una recente conferenza, rivela che, come conseguenza dell´iniziativa, le strutture per la collaborazione si sono arricchite e ora coinvolgono una grande varietà di organizzazioni. Tra gli sviluppi importanti ci sono la creazione di numerose nuove iniziative collaborative tra università, aziende e istituti di ricerca e la presenza di schemi di trasferimento tecnologico nelle università. Il concetto sviluppato nell´ambito dell´iniziativa di "innovazione aperta" (in cui le risorse di ricerca interne ed esterne sono combinate) viene impiegato sempre di più anche nelle università e nel mondo industriale. "Poiché le istituzioni e le aziende sviluppano le competenze per gestire la "innovazione aperta", il valore dei partenariati strategici a lungo termine e della co-innovazione basata su fiducia e professionalità è ampiamente riconosciuto e viene posta maggiore enfasi su "consegna e risultati", piuttosto che su questioni filosofoche," fanno notare gli autori del rapporto. Nel frattempo le discussioni sulla politica pubblica generalmente non trattano più argomenti come "dovremmo incoraggiare questo approccio," ma piuttosto "come possiamo garantire che funzioni efficacemente" e "quali prove abbiamo che la situazione stia funzionando come vorremmo?", si legge nel rapporto. La sfida per l´Europa è quella di creare le condizioni che portino a un ciclo virtuoso di collaborazione produttiva su scala sufficiente. Tuttavia, il rapporto rivela che alcune delle barriere individuate in precedenza esistono ancora. Tra queste ci sono il processo incompleto per la creazione e l´implementazione delle buone pratiche e le opportunità non sfruttate per partenariati e scambi di conoscenza. Altri ostacoli riportati sono la mancanza di supporto governativo alle collaborazioni produttive e di ricerca a lungo termine, e i sistemi di gestione istituzionali (oltre alla mentalità che questi sistemi possono inculcare) che non sono in grado di soddisfare le attuali richieste. Il rapporto suggerisce che l´iniziativa di Partenariato responsabile potrebbe fornire una solida base per superare queste barriere, a condizione che abbia sufficiente visibilità e applicazione. L´iniziativa potrebbe anche fornire una solida base sulla quale sviluppare politiche e linee guida governative. Il rapporto conclude suggerendo una revisione del manuale dell´iniziativa allo scopo di chiarire delle ampie aree grigie riguardanti le pratiche sulla proprietà intellettuale e recenti cambiamenti alle regole sugli aiuti di Stato per la ricerca e lo sviluppo. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Responsible-partnering. Org/ .  
   
   
LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA, UN MEDICO SU DUE NON LA CONTROLLA  
 
Copenhagen, 16 giugno 2008 - La metà dei medici europei non segue le raccomandazioni per un corretto monitoraggio dei pazienti con leucemia mieloide cronica. Nel dettaglio, l’Italia, con una percentuale del 49% di ematologi che si attengono agli standard della European Leukemianet (Eln), si colloca dietro Spagna (71%) e Regno Unito (75%), precedendo di poco la Germania (47%). È quanto emerge da una indagine condotta per la prima volta su 584 specialisti di 10 Paesi e presentata il 14 giugno alla stampa a Copenhagen al Xiii Congresso della European Hematology Association (Eha), il massimo appuntamento continentale sulle malattie ematologiche che dal 12 al 15 giugno vede la partecipazione di oltre 6500 esperti. L’indagine fa parte del programma “It’s best to test”, che mira a colmare le lacune nel monitoraggio della leucemia mieloide cronica: perché non solo vengono disattesi i criteri Eln che consigliano il test molecolare ogni 3 mesi, ma sono anche poco conosciute le modalità con cui effettuare l’altra importante forma di controllo, il test delle mutazioni genetiche. “Con il miglioramento delle opzioni terapeutiche per il paziente con leucemia mieloide cronica – spiega il prof. Michele Baccarani, Direttore dell’Istituto di Ematologia e Oncologia Medica ‘L. E A. Seràgnoli’ del Policlinico S. Orsola di Bologna – le modalità per il trattamento della malattia sono sensibilmente cambiate. I medici oggi sono in grado di gestirla in maniera più mirata conoscendone le basi molecolari. Ma perché ciò sia fatto in modo efficace, è indispensabile un impegno costante nel controllare la risposta alla terapia durante tutto il decorso della malattia. Ma da questa indagine si evince che solo la metà dei medici europei si attiene ai criteri delineati: una situazione a cui si deve porre rimedio nel minor tempo possibile”. Di solito il monitoraggio è condotto a livello ematologico e citogenetico, tuttavia la valutazione molecolare e delle mutazioni permette una visione più accurata di come la malattia stia evolvendo e rende possibile una pianificazione fondamentale per assicurare una gestione efficace della malattia. Come emerge da questa indagine, uno degli ostacoli principali è rappresentato dai costi. Un paradosso, se si considera che il corretto monitoraggio equivale ad una minima percentuale dei costi di terapia (dal 2,5% al 6,4%). In realtà, dall’indagine risulta che la continuazione o la sostituzione del trattamento, senza i dovuti controlli causa uno spreco di risorse. “It’s best to test” è un’importante iniziativa che potrà permettere il ricorso al miglior trattamento per il paziente: dieci anni fa, l’introduzione degli inibitori della tirosin-chinasi ha rivoluzionato il trattamento della leucemia mieloide cronica e oggi grazie ad essi i pazienti hanno più opzioni che in passato. Tuttavia, la resistenza e l’intolleranza alle terapie sono in ogni caso un serio problema che i pazienti e i medici devono affrontare e il monitoraggio appropriato della terapia è fondamentale per ottenere la più lunga sopravvivenza possibile. .  
   
   
TOSSINA ANTI-CEFALALGICA UNA CONFERMA DI EFFICACIA E SICUREZZA NELLA PRODILASSI DELLA CEFALEA  
 
Baveno, Lago Maggiore, 16 giugno 2008 - Al convegno patrocinato dal Besta di Milano Toxins 2008 in corso a Baveno, un ampio studio retrospettivo del Dipartimento di Neurologia del Wilford Hall Medical Center di Lackland indica che sia la tossina botulinica Myobloc del tipo B, sia la formulazione Botox del tipo A sono efficaci nel trattamento profilattico della cefalea. 22 pazienti con età compresa fra 2 e 89 anni affetti da cefalea emicranica o da cefalea cronica quotidiana hanno tratto giovamento da questa terapia (tutti gli 11 trattati con Myobloc e 10 degli 11 trattati con Botox) con riduzione della frequenza e della gravità degli attacchi. Inoltre l’ 81% di quelli trattati con Myobloc e il 45% di quelli trattati con Botox ha avuto una migliorata risposta ai farmaci antiemicranici convenzionali e ciò conferisce alle due tossine un importante ruolo di profilassi nella cefalea. Dall’altra parte del mondo arriva uno studio di Artemenko Ada e Orlova Olga della Sechenov Moscow Medical Academy di Mosca che dimostra come il Botox, oltre alla già dimostrata efficacia nella cefalea di tipo tensivo, possa anche risolvere la cefalea emicranica con l’iniezione di 100 Unità a livello dei muscoli occipitale, temporale, frontale e corrugatore. Tutti e trenta i pazienti hanno avuto una riduzione degli attacchi (passati da 24,6 / mese a 16) e una riduzione del consumo di analgesici (da 21,9 / mese a 12,8), mentre quelli con cefalea tensiva cronica con cui erano confrontati hanno risposto meno efficacemente: il 24% dei pazienti. Il trattamento non è stato anche ben tollerato soltanto dal 3,6% dei pazienti. Lo studio conferma l’utilità dell’associazione della tossina botulinica ai convenzionali trattamenti anticefelalgici nella cefalea emicranica cronica, ma non nella cefalea cronica di tipo tensivo. Il programma scientifico del congresso è reperibile su: http://www. Toxins2008. Org/toxins2008-program. Asp .  
   
   
GIUNTA REGIONALE PUGLIESE: VARATO PIANO SALUTE 2008-10  
 
Bari, 16 giugno 2008 - La Giunta regionale ha approvato il Piano per la Salute 2008. Nella definizione degli obiettivi e delle strategie di intervento si è ritenuto imprescindibile coinvolgere i cittadini quali principali interlocutori delle politiche della salute. “E’ cambiata quindi la metodologia per la costruzione del Piano- si legge nel provvedimento- che, per scelta dell’Amministrazione Regionale, non recepisce solo il contributo di funzionari ed esperti, ma accoglie le esigenze e le aspettative dei cittadini sin dalla fase di impostazione iniziale. ” “Per le principali specialità che saranno meglio individuate- continua la premessa del documento-, si possono già collocare quelle di cardiochirurgia, alta specialità riabilitativa, unità spinale, chirurgia maxillofacciale,chirurgia toracica, grandi ustionati, la programmazione deve articolarsi con riferimento alle seguenti macroaree: area del Salento, corrispondente alle province di Lecce, Brindisi e Taranto(ab. 1. 791. 959) ; area di Bari, corrispondente alla provincia di Bari (ab1. 249. 533); area Puglia Nord, corrispondente alle province di Foggia e Barletta. (ab 1. 028. 377). E’ riservata alla diretta attività di pianificazione regionale quella relativa ai Centri per le Malattie Rare, Trapianti di organo, nonché alle Aziende Ospedaliere Universitarie, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, Enti Ecclesiastici. ” Queste le tipologie assistenziali individuate: Ospedali di primo livello (di base) dotati delle discipline di base: A) Senza posti letto; Direzione medica; Direzione amministrativa; Anestesia e Rianimazione; Medicina e Chirurgia d’accettazione e di urgenza (con letti tecnici di osservazione breve intensiva); Patologia clinica; Radiodiagnostica; Farmacia ospedaliera; Cardiologia (se assente unità operativa di cardiologia o cardiologia Utic). B) Con posti letto: Medicina Interna; Chirurgia generale; Ortopedia e traumatologia; Ginecologia e ostetricia; Neonatologia; Cardiologia con Utic. In assenza di posti letto di Neonatologia devono essere presenti letti tecnici (culle) per garantire l’assistenza neonatale . In assenza dei posti letto di Cardiologia deve essere obbligatoriamente attivo un servizio Ospedale di livello intermedio - Devono essere presenti le specialità di base precedentemente elencate e almeno 4 unità operative complesse con posti letto delle seguenti discipline intermedie per acuti nonché le unità operative complesse di cardiologia-Utic e rianimazione e i servizi di medicina trasfusionale ed emodialisi. I servizi di Anatomia Patologica saranno attivi negli ospedali di riferimento e in più ospedali intermedi da individuare nel piano di riordino ospedaliero. Tabella: specialità di livello intermedio con posti letto: Rianimazione; Psichiatria; Nefrologia; Malattie dell’apparato respiratorio; Gastroenterologia; Geriatria; Neurologia; Oculistica; Otorinolaringoiatria; Urologia; Lungodegenza post-acuzie (Ldpa); Riabilitazione; Neonatologia. Ospedale di riferimento provinciale e/o regionale - Delle discipline di seguito elencate possono essere presenti più unità operative (altri erogatori di assistenza ospedaliera compresi) nell’ambito provinciale; per alcune a larghissimo bacino di utenza si deve programmare una unità operativa di riferimento per macroarea. A) Senza posti letto: Neuroradiologia; Allergologia e Immunologia Clinica; Malattie Metaboliche e Diabetologia; Neurofisiopatologia; Medicina Legale; Microbiologia e Virologia; Radioterapia; Fisica sanitaria; Scienze dell’alimentazione dietetica; Angiologia; Genetica medica; Medicina del lavoro. B) Con posti letto: Cardiochirurgia; Chirurgia maxillofacciale; Odontoiatria; Chirurgia pediatrica; Chirurgia plastica e Centro per grandi ustionati; Chirurgia toracica; Chirurgia vascolare; Dermatologia; Ematologia; Endocrinologia; Malattie infettive; Neonatologia con Utin; Neurochirurgia; Neuropsichiatria infantile; Oncologia; Reumatologia; Unità spinale. Ospedali del territorio. In particolari aree geografiche per garantire alle comunità locali una assistenza ospedaliera minima vengono individuati presidi nei quali devono essere presenti funzioni sanitarie distrettuali, punto di primo intervento/118, un numero minimo di posti letto di area medica per pazienti acuti ed eventualmente post-acuti. Strutture Sanitarie Territoriali Gli stabilimenti, che in sede di applicazione del Piano avranno una dotazione inferiore a 70 posti letto, dovranno essere riconvertiti, nel triennio, in più utili strutture sanitarie territoriali: ospedale di comunità, Rsa, distretti, poliambulatori, casa della salute, Utap. Nella determinazione dell’assetto organizzativo delle discipline, le valutazioni sono effettuate in considerazione dei seguenti criteri: 1. Analisi comparata per disciplina dello standard dei posti letto attivi in ambito nazionale e in ambito regionale; 2. Dotazione di posti letto per mille abitanti, da considerare standard per l’intera regione e per singola azienda, provincia o macroarea con i dovuti adeguamenti motivati anche dalle realtà esistenti; 3. Potenziamento nelle discipline dove maggiore è il saldo di mobilità extra regionale, verificati preliminarmente gli indicatori qualitativi e quantitativi dell’attività già erogata, in quanto alcune situazioni di mobilità extraregionale non sono assolutamente legate a sottodotazione di posti letto della disciplina; 4. Riequilibrio territoriale delle zone più svantaggiate; 5. Indicatori demografici ed epidemiologici disponibili. Il numero dei posti letto proposto è di 17. 637 (4,33 p. L. Per mille abitanti) così suddivisi: posti letto per acuti 15. 196 , posti letto riabilitazione 1. 712, posti letto Lungodegenza post-acuzie 727. La determinazione dei posti letto è stata concordata con le Asl, le A. O. E gli E. E. , gli Irccs pubblici e privati, rispettando anche le preintese 2006 con il privato accreditato. .  
   
   
AVVIATO ACCREDITAMENTO CENTRI TRASFUSIONALI IN FVG  
 
Udine, 16 giugno 2008 - La Regione Friuli Venezia Giulia è la prima in Italia ad aver avviato il percorso di autorizzazione e accreditamento dei propri centri trasfusionali, in applicazione di una specifica direttiva europea. Lo ha annunciato il 14 giugno a Udine l´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, che ha presieduto i lavori dell´assemblea dell´Associazione friulana donatori di sangue, giunta al suo cinquantesimo anno di vita. La scorsa settimana, ha spiegato Kosic, è stata compiuta la prima verifica nelle strutture trasfusionali dell´Isontino (ospedali di Gorizia e Monfalcone), mentre giovedì è stata la volta degli ospedali di Cattinara e Maggiore a Trieste. In tutti i casi gli esiti sono stati ampiamente positivi, in quanto tutte e quattro le strutture che si occupano di raccolta e controllo del sangue umano sono risultate conformi ai 167 requisiti richiesti, finalizzati a garantire che tutti i prodotti (sangue, emocomponenti, emoderivati) siano sicuri, in quanto vengono applicate procedure operative che assicurano la "qualità totale" dell´intero processo trasfusionale. Parallelamente è stato accreditato anche il Laboratorio unico di qualificazione del sangue, di Gorizia, previsto dal terzo piano regionale sangue. Un risultato che non può che infondere ulteriore fiducia all´intero nostro "sistema sangue", dal personale sanitario ai cittadini, ha commentato l´assessore, ricordando che dopo la pausa estiva il procedimento sarà completato anche nel Pordenonese e nella provincia di Udine. L´assessore regionale alla salute ha anche ricordato come in settimana si sia riunita, per la prima volta, la commissione consultiva regionale che riunisce intorno allo stesso tavolo professionisti e rappresentanti delle associazioni dei donatori, e che rappresenta, ha detto, un momento di sintesi straordinaria per ottimizzare il sistema trasfusionale regionale. Una regione che riesce ad esprimere questi livelli di generosità, ha detto Kosic rivolgendosi ai presidenti e ai rappresentanti dei donatori delle oltre 200 sezioni dell´Afds, una regione che porta in sé questi valori, che raggiunge questi risultati professionali e che mette insieme alleanze terapeutiche tra il sistema sanitario e le organizzazioni dei cittadini, ha i migliori requisiti per garantire salute, benessere, sicurezza ad una comunità che chiede garanzie e qualità. L´assemblea dell´Afds ha quindi ascoltato e approvato la relazione morale del presidente Renzo Peressoni, e analizzato e approvato i bilanci. Le donazioni sono in costante aumento negli ultimi anni, ha evidenziato Peressoni, rammaricandosi però di come la situazione del Friuli Venezia Giulia sia ben diversa da quella del resto d´Italia. La nostra è infatti la prima regione in Italia per le donazioni, con quasi 20 litri di plasma raccolti ogni mille abitanti, a fronte di una media nazionale di poco superiore ai 10 litri. Un risultato positivo che non induce però ad abbassare la guardia da parte di un´associazione che rappresenta, da sola, il 50 percento delle donazioni in Friuli Venezia Giulia. Se infatti al momento il ricambio generazionale ha un trend confortante, con duemila nuovi donatori ogni anno a fronte di 1500 persone che devono smettere di donare per il superamento dei limiti di età, la crescente domanda di plasma impone, ha ricordato Peressoni, una continua azione di promozione nei confronti delle giovani generazioni. All´assemblea sono intervenuti, tra gli altri, anche il nuovo primario dei servizi trasfusionali dell´area vasta udinese, Vincenzo de Angelis, il direttore generale dell´Azienda ospedaliero universitaria Carlo Favaretti e, in rappresentanza del sindaco di Udine, Furio Honsell, l´assessore all´efficacia organizzativa Chiara Franceschini. Al termine dell´assemblea, che ha scelto la località di Arta Terme per ospitare il prossimo incontro annuale, è stato inaugurato un nuovo mezzo mobile per i prelievi sul territorio, acquistato grazie al contributo della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e dalla Fondazione Crup. Si tratta di una nuova autoemoplasmoteca, dotata di un ambulatorio e quattro diverse postazioni per il prelievo di sangue e plasma. .  
   
   
I PRODOTTI CHIMICI PER LA CASA POSSONO INFLUIRE SULLA FERTILITÀ?  
 
Bruxelles, 16 giugno 2008 - Attualmente nell´Ue sono in uso oltre 100. 000 sostanze chimiche, che si trovano in una serie di prodotti per la casa. Tra queste ci sono gli ftalati usati in molti prodotti in Pvc (come i giocattoli per bambini a alcuni cosmetici) e i muschi artificiali usati nei deodoranti per ambienti. Fino ad oggi possediamo una conoscenza limitata sugli effetti che questi prodotti hanno sulla nostra salute e sull´ambiente. Un nuovo progetto finanziato dall´Ue con 2,9 Mio Eur e denominato Reef (Reproductive Effects of Environmental Chemicals in Females) intende indagare l´impatto delle sostanze chimiche comuni sulla fertilità femminile. Reef è uno dei tre progetti che fanno parte del gruppo Nectar (Network for Environmental Chemical Toxicants Affecting Reproduction) da poco avviato e che ha ottenuto un contributo dall´Ue di 10 Mio Eur. Il dott. Paul Fowler lavora nel campo della fisiologia della riproduzione presso l´Università di Aberdeeen ed è il coordinatore del progetto. "Per oltre 60 anni c´è stata una crescente preoccupazione riguardo alla possibile interferenza delle sostanze chimiche ambientali sullo sviluppo dei bambini e delle bambine nel ventre materno," ha commentato. "Queste sostanze chimiche derivano da una serie di fonti industriali, commerciali e agricole e possiedono il potenziale di influire sullo sviluppo del sistema riproduttivo maschile e femminile. " Team appartenenti all´Istituto nazionale francese per la ricerca agricola (Inra), all´Università di Nottingham, all´Università di Aberdeen e al Macaulay Institute nel Regno Unito, studieranno l´impatto di piccole quantità di sostanze chimiche ambientali su feti di pecora nell´utero. Queste sostanze si trovano nei liquami umani (che vengono frequentemente sparsi sui campi in cui pascola il bestiame) e vengono assorbite in piccolissime quantità dagli animali. La conseguenza è che la loro presenza può essere difficile da rilevare con i normali test. Mangiare la carne ottenuta da questo bestiame è solo uno dei modi in cui l´uomo può assorbire queste sostanze, che possono avere serie conseguenze per la salute. Queste sostanze chimiche possono bioaccumularsi rimanendo nel nostro organismo per lungo tempo, localizzate principalmente nel tessuto grasso. La conseguenza è che possono essere trasmesse durante la gravidanza. Pertanto, gruppi di ricerca Reef della Martin Luther University in Germania e dell´Università di Milano in Italia studieranno ovuli ed embrioni di topo esposti a queste sostanze chimiche, allo scopo di iniziare a comprendere alcuni dei meccanismi coinvolti. Il dott. Richard Lea della School of Veterinary Medicine and Science, uno dei ricercatori coinvolti nel Reef, afferma che la ricerca contribuirà a colmare una lacuna importante della conoscenza. "Anche se la fertilità maschile è stata molto studiata in anni recenti, questa è la prima volta che verrà presa in esame la fertilità femminile. Attualmente si sa poco circa gli effetti delle sostanze chimiche simili agli ormoni sullo sviluppo del feto femminile, quindi le conseguenze per lo sviluppo riproduttivo delle femmine potrebbero essere maggiori che nei maschi. " Per i prossimi tre anni Reef esaminerà il modo in cui le sostanze chimiche vengono trasmesse dalla madre al feto e in che modo questo influisce sul feto. Anche se queste sostanze chimiche non hanno ancora influenzato la fertilità degli animali in questa generazione, ci sono sempre più prove che la prossima e le future generazioni potranno avere problemi derivanti dall´esposizione a sostanze chimiche ambientali in età intrauterina. Per estensione, questo potrebbe avere serie conseguenze anche per gli esseri umani. Per ulteriori informazioni, visitare: http://ec. Europa. Eu/environment/chemicals/reach/reach_intro. Htm .  
   
   
ENTRO L´ESTATE AL VIA I PROGETTI PER IL NUOVO GALLIERA E IL FELETTINO DELLA SPEZIA  
 
Genova, 16 giugno 2008 - "A pochi mesi dall´approvazione in consiglio regionale della riorganizzazione della rete di ricovero e cura ligure sblocchiamo due dei cinque ospedali di nuova costruzione che avevamo indicato nel piano". Lo ha comunicato il 13 giugno il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando nella conferenza stampa del dopo Giunta. "A partire da luglio - ha aggiunto il presidente - possiamo iniziare le procedure per stipulare le convenzioni e dare il via ai progetti per il nuovo ospedale Galliera a Genova e il nuovo Felettino alla Spezia. Visto che sul miliardo ipotizzato per la realizzazione di tutte e cinque le strutture (nuovo ospedale del Ponente genovese, nuovo monoblocco chirurgico al San Martino di Genova, nuovo ospedale del Ponente ligure) sono stati definiti i primi 300 milioni, d´accordo con il Comune, nella seduta odierna della Giunta". Nella comunicazione presentata infatti dall´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo alla Giunta sono stati individuati 150 milioni per il nuovo ospedale Felettino della Spezia così suddivisi: € 46 milioni (provenienti dai finanziamenti statali derivanti dall´ex art. 20 sull´ammodernamento delle strutture) - € 50 milioni ex art. 20 del 2007 - € 54 milioni derivanti dai proventi della plusvalenza della cartolarizzazione E ulteriori 160 milioni per il nuovo ospedale Galliera così suddivisi: - € 53 milioni di finanziamento pubblico - € 107 milioni a carico del bilancio del Galliera. "Si tratta - ha aggiunto l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - del primo atto concreto di attuazione del programma di modernizzazione delle strutture ospedaliere liguri, attraverso l´individuazione delle risorse che verranno impegnate". " A questo punto per quanto riguarda l´ospedale San Martino di Genova - ha continuato il presidente Burlando - resta aperto solo il problema della valutazione urbanistica nel momento in cui si libereranno le aree dopo la costruzione del nuovo monoblocco chirurgico". Sul fronte del nuovo ospedale di Imperia che dovrebbe accorpare le attuali tre strutture esistenti Burlando ha ricordato che "vi è una sostanziale concordia sulla localizzazione che è stata già individuata dal territorio". Per quanto riguarda il nuovo ospedale del Ponente genovese il presidente ha detto che "è ancora aperta la questione della localizzazione, un processo che riguarda anche altri soggetti. Mi pare giusto infatti che il territorio discuta con il Comune perché serve un ampio dibattito che coinvolga anche la cittadinanza e i Municipi". .  
   
   
SANGUE. A MILANO 12MILA DONATORI ANNO, MA MANCANO 40MILA UNITÀ. NUOVO CAMPER AVIS INAUGURATO DA ASSESSORE LANDI E PRESIDENTE PALMERI CHE FA PRELIEVO PER 5ª GIORNATA MONDIALE  
 
 Milano, 16 giugno 2008 - La nuova Unità mobile di Avis Milano è stata inaugurata in piazza della Scala dall’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna e dal Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, che ha donato il sangue in occasione della 5ª Giornata mondiale della donazione. Per l’occasione, sono stati diffusi alcuni dati riguardanti Milano: 12mila donatori, per un totale di 20mila unità di sangue all’anno con un fabbisogno ulteriore di 40mila unità. Oltre al Presidente Palmeri e all’assessore Landi è intervenuto il Presidente onorario di Avis Milano Sergio Casartelli. “Anche quest’anno ho voluto donare il sangue – ha spiegato il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri – per sensibilizzare i milanesi, soprattutto i giovani, a fare altrettanto con continuità. Si tratta di un gesto di responsabilità e di rispetto verso se stessi e verso gli altri, poiché i bisogni trasfusionali sono in continua crescita, soprattutto in una città come Milano che vede crescere la domanda di cure non solo territoriale”. “La cultura della prevenzione della salute – ha dichiarato l’assessore Landi di Chiavenna – è la speranza della città di Milano. Donare il proprio sangue anche per il bene altrui è atto di altruismo e dimostrazione di senso di responsabilità sociale. Milano capitale della solidarietà è vicina ad Avis e con lei lavora per il bene comune”. La nuova Unità mobile, operativa nei punti strategici della città per almeno 200 giorni all’anno nell’ambito di un progetto di prevenzione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, sarà adibita a visite, donazioni di sangue e screening cardiovascolare con rilascio della carta del rischio e del referto cardiologico. .  
   
   
DISABILITA´´: SPERIMENTAZIONE NUOVI STRUMENTI DI ACCERTAMENTO  
 
Trieste, 16 giugno 2008 - E´ iniziata in questi giorni la fase operativa di un progetto nazionale, finanziato dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e coordinato dall´Agenzia regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia, che mira a mettere a punto una nuova metodologia e nuovi strumenti di valutazione che superino l´attuale sistema di accertamento dell´invalidità civile e della situazione di handicap. Lo rende noto l´assessore regionale alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, che spiega come l´obiettivo sia quello di sperimentare un prototipo di valutazione unica, orientata a definire una profilo della persona che tenga conto non solo delle sue limitazioni fisiche, ma anche delle sue abilità e soprattutto del suo contesto di vita. Infatti è proprio la relazione tra persona e ambiente l´aspetto più innovativo di questa sperimentazione. Da lungo tempo la riflessione scientifica e l´azione delle associazioni delle persone con disabilità pone l´accento sul fatto che occorre superare una lettura che faccia riferimento unicamente alle menomazioni e limitazioni funzionali. Perché la disabilità - mette in evidenza l´assessore Kosic - è il risultato del rapporto tra condizioni personali, da un lato, e ostacoli e barriere ambientali dall´altro. Attraverso questo progetto si vuole portare questa logica nella prassi dei servizi sociali e sanitari, introducendo questo principio per riordinare il sistema di riconoscimento di benefici e l´accesso ai servizi. In questo senso la sperimentazione si pone come possibile laboratorio metodologico e pratico per facilitare anche il progressivo allineamento della valutazione interna ai sistemi socio-sanitari regionali, in modo tale da configurare - come peraltro indicato dai nuovi Livelli Essenziali di Assistenza - la valutazione funzionale come uno dei cardini del sistema dei servizi socio-sanitari. Nel 2007 le valutazioni di invalidità e di handicap nella nostra regione sono state oltre 35. 000. A queste valutazioni vanno sommate quelle derivanti dall´assegnazione di benefici regionali di altro genere o da altre valutazioni collegate all´accesso alla rete dei servizi. L´impegno è dunque quello, dice Kosic, di semplificare, razionalizzare, rendere omogenei criteri è metodologie, ridurre le potenziali sovrapposizioni con altri momenti valutativi interni al sistema regionale. Il progetto coinvolge, oltre al Friuli Venezia Giulia, Veneto, Provincia di Trento, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Marche. Il coordinamento è stato affidato all´Agenzia Regionale della Sanità del Friuli Venezia Giulia, in quanto proprio nel settore della valutazione del funzionamento ha maturato un´esperienza decennale che l´ha portata ad essere riconosciuta come Centro Collaboratore dell´Organizzazione Mondiale della Sanità e riferimento in Italia per lo sviluppo e l´utilizzo della Classificazione Internazionale del Funzionamento, Salute e Disabilità (Icf). E´ proprio l´Icf il fondamento concettuale e metodologico per lo sviluppo della sperimentazione nazionale sulla valutazione unica. L´azione sperimentale coinvolgerà tutte le Aziende sanitarie della regione ed assume una valenza istituzionale specifica perché rientra nel quadro delle azioni previste dalle Linee annuali per la Gestione del Servizio Sanitario Regionale per il 2008. Circa 150 operatori dei servizi sanitari e sociali del Friuli Venezia Giulia saranno specificamente formati all´utilizzo dei nuovi modelli di valutazione. L´obiettivo è di applicare poi questi strumenti ad una casistica rappresentativa dei cittadini che si rivolgono alle Aziende sanitarie per ottenere l´accertamento dell´invalidità o della situazione di handicap. L´intero progetto a livello nazionale punta a raccogliere circa 2000 valutazioni che serviranno da base per ridefinire criteri di giudizio e di allocazione di benefici, prima fra tutti l´indennità di accompagnamento, così da simulare quello che potrebbe essere lo scenario normativo futuro. .  
   
   
MARCHE: NUOVA STRUTTURA OSPEDALIERA -AGENZIA TERZA ETA``: TAVOLO TECNICO VENERDI`` 20 GIUGNO IN REGIONE.  
 
Ancona, 16 giugno 2008 - L´assessore alla Sanita`, Almerino Mezzolani, ha convocato una riunione con i tecnici dei Comuni dell´area metropolitana di Ancona Sud per discutere sulla realizzazione della nuova struttura ´Clinico ospedaliera ´ Agenzia della terza eta`´. Il Tavolo tecnico e` convocato alle ore 9. 00 di venerdi` 20 giugno, presso l´assessorato regionale alla Salute. Parteciperanno i rappresentanti dei Comuni di Loreto, Castelfidardo, Numana, Camerano, Osimo, Sirolo e Ancona. L´incontro segue quello con i sindaci, avvenuto lo scorso 30 maggio, sempre in Regione. .  
   
   
AL VIA NUOVI POSTI IN ASILI NIDO E SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA IN LIGURIA: AUMENTATA LA DISPONIBILITÀ DEL 14% E OFFERTO CONTRIBUTO RILEVANTE ALLA CONCILIAZIONE  
 
Genova, 16 giugno 2008 - Approvata la graduatoria dei progetti che nel giro di un anno aumenteranno di 833 posti l´offerta in tutta la Liguria. Con uno stanziamento di 5. 831. 000 euro, la giunta regionale ha approvato il 13 giugno la graduatoria dei 47 soggetti che daranno vita, tra quest´anno e l´anno prossimo, a 833 nuovi posti bambino in asili nido e servizi per la prima infanzia, come micronidi, nidi inter-aziendali, centri bambini e centri bambini-famiglie. I progetti, presentati da Comuni, associazioni e cooperative, sono così distribuiti: 24 nella provincia di Genova, 15 nel savonese, 6 a Imperia e 2 nella provincia di La Spezia. Per quanto riguarda la tipologia dei servizi programmati, 23 sono nidi, 11 nidi inter-aziendali, 7 micronidi, 4 centri bambini (servizi educativi e ludici per bambini di 18-36 mesi che restano aperti fino a 5 ore al giorno) e 2 centri bambini-famiglie (spazi aperti ai bambini dai 3 ai 36 mesi accompagnati da un genitore o da un adulto di riferimento). "Grazie a questo bando - dichiara il vicepresidente della Regione Liguria Massimiliano Costa - da qui all´anno prossimo in Liguria i posti disponibili per la fascia 0-3 anni ammonteranno complessivamente a 6. 846, che significa una percentuale di circa 20 posti ogni 100 bambini (19,3%) di quella fascia d´età, contro una media italiana che si aggira intorno al 6,3%. Se si pensa che la percentuale richiesta dai parametri europei è del 33%, mi sembra che la Liguria sia ben incamminata sulla via dell´Europa". Attualmente i posti disponibili per l´accoglienza e l´educazione per questa fascia d´età ammontano a 6. 013, pari al 17% della popolazione di bambini di età compresa tra 0 e 3 anni. Le prime aperture dei nuovi servizi sono previste per il 31 agosto di quest´anno e si completeranno il 31 agosto 2009. "Oltre a questa prima tranche di finanziamenti, - spiega Costa - sono previsti ulteriori 5 milioni di euro per i prossimi due anni che permetteranno un incremento di posti pari a 1. 500 unità". "L´ampliamento dell´offerta di servizi educativi per la prima infanzia - conclude il vicepresidente - avrà significativi riflessi anche sull´occupazione, in quanto si stima che potranno essere assunte oltre 200 persone tra educatori e personale ausiliario". .  
   
   
BOLZANO: CONSEGNATI I DIPLOMI A 43 OPERATORI SOCIO SANITARI  
 
Bolzano, 16 giugno 2008 - L’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, ha consegnato il 13 giugno  i diplomi a 43 operatori socio sanitari che hanno concluso il loro iter formativo presso la Scuola Provinciale Superiore di Sanità “Claudiana” di Bolzano. Nel corso della cerimonia l’assessore ha sottolineato che la figura professionale dell’ operatore socio sanitario è sempre molto richiesta anche in seguito alle nuove norme in materia di assistenza alle persone non autosufficienti. La formazione dell’operatore socio sanitario si articola in 1100 ore sia di teoria che di pratica e quest’ultima viene svolta presso ospedali, case di riposo, strutture per lungodegenti. L’assessore ha inoltre espresso la propria soddisfazione per il fatto che poco dopo il termine della formazione circa la metà degli operatori ha già trovato un inserimento lavorativo nel settore socio – sanitario. L’assessorato provinciale ritiene che nei prossimi anni la richiesta di operatori specializzati sarà destinata ad un ulteriore aumento ed a tale scopo il prossimo anno scolastico inizieranno altri due corsi presso la Scuola “Claudiana” in lingua italiana ed in lingua tedesca per complessivi 50 posti. Gli interessati possono contattare la Scuola Provinciale Superiore di Sanità “Claudiana” di Bolzano ai numeri 0471 272141 e 0471 908248. .  
   
   
NUOVI MAMMOGRAFI DIGITALI E ANALOGICI  
 
Pescara, 16 giugno 2008 - In Abruzzo è stata completata l´installazione di quindici nuovi mammografi digitali ed analogici, nell´ambito del progetto "Senesano". L´ultima macchina digitale è stata installata a Pescara, l´ultima analogica a Lanciano. Entro quest´anno si prevede di raggiungere con lo screening il 90% della popolazione femminile compresa tra i 50 ed i 70 anni di età. Lo ha annunciato il 13 giugno l´assessore alla Sanità, Bernardo Mazzocca, inaugurando al Policlinico di Chieti il workshop "Dall´analogico al digitale, nuove frontiere in mammografia digitale". "Questa dell´installazione di mammografi è la conferma che gli obiettivi che ci siamo posti, sebbene ambiziosi, sono raggiungibili ed infatti questi obiettivi vennero fissati con un progetto deliberato dalla Giunta regionale nel 2006 - ha ricordato l´assessore. - Intanto, prosegue il nostro impegno sul Piano di rientro dal deficit della sanità, per evitare inasprimenti fiscali che porrebbero a serio rischio i livelli essenziali di assistenza, uno sforzo di cui tutti dobbiamo essere consapevoli". L´assessore, quindi, ha sottolineato come sia stato posto in essere "un cambiamento culturale con adeguatri provvedimenti legislativi i cui effetti si misurano su obiettivi di salute, in questo modo la sanità abruzzese è in grado di dirigersi verso un´autoriforma". Riguardo al quadro dello screening, nella Asl teatina lo screening è in corso a Chieti, mentre gli ospedali di Guradiagrele ed Ortona avvieranno l´attività entro settembre. Nella Asl di Lanciano-vasto è già attivo l´ospedale di Vasto cui fanno riferimento i comuni dell´area vastese. E´ imminente la partenza dell´attività negli ospedali di Lanciano ed Atessa. Per la zona Sangro-aventino, lo screening si effettuerà su circa 1800 persone. Sull´ospedale di Pescara si stanno valutando tempi e modi per lo screening di 18 mila donne residenti in città, invece sono in attività Popoli e Scafa, mentre Penne si prepara a partire entro l´estate. Nella Asl di Teramo sono già in funziione tutti i centri di screening: nel capoluogo, a Sant´omero, a Giulianova e ad Atri. Nella Asl dell´Aquila l´attività comincerà a settenmbre ed è stata già programmata su tutti i comuni. Nela Asl Avezzano-sulmona è in funzione il centro di Sulmona ed entro l´estate dovrebnbe essere avviata l´attività di screening a Pescina, per settebre dovrebbero riprendere Avezzano e Castel di Sangro. .  
   
   
MASTER EDUCATORI ESPERTI IN DISABILITA’ SENSORIALI: “FIGURA IMPORTANTE PER ACCOMPAGNARE EDUCAZIONE GIOVANI DISABILI UDITIVI O VISIVI”  
 
Venezia, 16 giugno 2008 - “Una figura importante e competente in grado di integrare e rafforzare l’accompagnamento educativo di giovani disabili in età evolutiva con deficit uditivi e/o visivi nella famiglia e negli spazi extrascolastici. Una figura professionale che sicuramente ben si introdurrà nella rete dei servizi sociali ed educativi che la nostra regione e in particolare la provincia di Verona mettono a disposizione dei giovani disabili e delle loro famiglie per facilitarne il percorso di cittadinanza e renderlo davvero effettivo”. Questo il commento dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi sul Master di I° livello presentato stamani a Verona nella sede dell’Amministrazione Provinciale e concernente la figura dell’ “educatore esperto per la disabilità sensoriale” che preparerà un educatore di elevata specializzazione secondo una collaborazione intervenuta – sul fronte della ricerca, della formazione e del diritto alla studio – tra l’Università di Verona e la Provincia di Verona. “Sarà senza dubbio un’acquisizione e un riferimento basilare per i vari enti e le tante istituzioni che si occupano di disabilità sensoriale – afferma Valdegamberi – perché c’è, anche nel settore della disabilità, un bisogno sempre maggiore di acquisire nuove professionalità e strumenti educativi che possano far fare passi in avanti allo sviluppo personale del giovane disabile, alle sue relazioni sociali e familiari, alla padronanza dell’ambiente circostante”. .  
   
   
PROTEZIONE SOCIALE: KOSIC SU LAVORO PERSONE SVANTAGGIATE  
 
Gorizia, 16 giugno 2008 - "L´inclusione delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro rappresenta un tema centrale, soprattutto perché permette di superare una visione ´risarcitoria´ nell´affrontare il problema del disagio, a favore invece di un approccio ´partecipativo´". Lo ha sottolineato l´assessore regionale alla Salute e alla Protezione sociale Vladimr Kosic che il 13 giugno a Gorizia, nell´auditorium dei Musei di Borgo Castello, ha concluso il convegno "L´accesso al mercato del lavoro dei cittadini svantaggiati". Nel corso dei lavori, sono stati presentati i risultati finali del progetto "Equal Iso New", avviato nel 2004 con finanziamenti dell´Unione europea e ormai in fase di conclusione. Ente capofila del progetto, che ha avuto come titolo "Imprese sociali dell´Isontino e network per il welfare", è stata la Provincia di Gorizia che ha avuto a fianco le associazioni della cooperazione sociale, i sindacati e l´ente di formazione Enaip. L´assessore Kosic ha definito "Equal Iso New" una "grande opportunità, che ha permesso non solo di approfondire il tema dell´inclusione delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro, ma anche di creare competenze, servizi e strumenti, un´esperienza che deve ora essere continuata e valorizzata". Con il progetto "Iso New" sono state infatti non solo condotte indagini su questo problema nell´Isontino, ma è stato anche istituito un Servizio inclusione sociale all´interno dei Centri per l´impiego, creata una banca dati delle persone svantaggiate, definiti strumenti per valutare le competenze, organizzati percorsi formativi, promossi tirocini anche nelle aziende private. Secondo Kosic, è necessario anche superare l´equivoco fra "assistenza e occupabilità", perché l´obiettivo dell´inclusione delle persone svantaggiate nel mondo del lavoro deve essere la creazione di reddito, anche di fronte ai costi ormai insostenibili di politiche di welfare basate solo su logiche assistenziali. E infine l´assessore regionale ha voluto sottolineare, del concetto di lavoro, la sua dimensione giuridica come diritto sancito dalla nostra Costituzione, a cui devono poter accedere tutti i cittadini, ma anche il suo "valore terapeutico" per le persone svantaggiate. Nel corso di una tavola rotonda, al convegno di Gorizia si sono confrontati esperti, operatori delle cooperative sociali e pubblici amministratori, coordinati dal sociologo Luca Fazzi, della facoltà di economia dell´Università di Trento. Nell´isontino sono 291 le persone iscritte nella banca dati del Servizio inclusione sociale dei Centri per l´impiego anche se questo dato, è stato rilevato nel corso dei lavori, rappresenta solo la parte visibile di un´area di disagio che va dalle 1. 000 alle 2. 000 persone a rischio emarginazione. Resta fondamentale il ruolo delle cooperative sociali che in provincia di Gorizia occupano per oltre il 40 per cento persone svantaggiate, ben al di sopra della quota obbligatoria per legge del 30 per cento. Il mondo della cooperazione sociale deve però sapersi rinnovare, secondo il sociologo Fazzi, acquisendo sempre di più competenze e capacità imprenditoriali. .  
   
   
ANTITRUST: I MEDICI DEVONO PRESCRIVERE I FARMACI EQUIVALENTI L´AUTORITÀ HA RECEPITO LE OSSERVAZIONI PRESENTATE NEL RAPPORTO ASSOGENERICI  
 
Milano 16 giugno 2008 – La diffusione dei farmaci generici potrebbe essere incoraggiata obbligando il medico a prescrivere la versione equivalente del medicinale “originator”. È questa una delle soluzioni auspicate, dalla nota diffusa dall’Antitrust, che recepisce il documento presentato da Assogenerici per favorire anche in Italia la libera concorrenza in ambito farmaceutico. L’autorità Garante evidenzia inoltre, in riferimento alla prassi prescrittiva, la generale preferenza del medico a prescrivere l’originator, pur in assenza di specifiche e motivate ragioni valide. Per contrastare tale fenomeno, si legge nella nota del Presidente Antonio Catricalà, si suggerisce di introdurre misure volte, in concreto, a favorire lo sviluppo del comparto dei farmaci generici. Il Garante osserva come, nell’attuale sistema di rimborso, il ruolo dei farmaci generici sia limitato essenzialmente a una “funzione deflativa dei prezzi di altri farmaci”. Infatti, una volta scaduto il brevetto, l’immissione in commercio del corrispondente farmaco generico comporta solo un abbassamento dei prezzi, senza che a cio’ faccia seguito un sistema che garantisca un efficace e stabile sviluppo del mercato dei farmaci equivalenti. La situazione attuale, anzi, rischia di tradursi nel breve-lungo periodo in un aggravio di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale. “Siamo particolarmente soddisfatti – dichiara Giorgio Foresti, Presidente di Assogenerici – per la nota ufficiale del Presidente dell’Antitrust Catricalà. In Italia sono in scadenza importanti brevetti e c’è l’opportunità di allineare finalmente il nostro mercato a quello degli altri Paesi europei. Dobbiamo sfruttare l’occasione – conclude Foresti – offerta da queste scadenze, operando con una programmazione di lungo periodo, che inneschi un processo di crescita stabile del generico. Dopo le indicazioni del Garante auspichiamo a breve un intervento normativo da parte del Governo”. .  
   
   
L´INTERVENTO DEL PRESIDENTE BASSOLINO SUI PROVVEDIMENTI SULLA SANITÀ APPROVATI DALLA GIUNTA REGIONALE  
 
 Napoli, 16 giugno 2008 - Presentiamo una serie di azioni riguardanti il settore della sanità che abbiamo approvato questa mattina nella seduta di giunta. La prima e importante iniziativa è rappresentata dall´approvazione delle linee d´indirizzo per il miglioramento ed una più efficace applicazione della legge 194/78. Un atto importante con cui intendiamo: Garantire il rispetto della privacy: la prenotazione infatti avviene su una piattaforma telematica e i soggetti abilitati alla prenotazione accedono soltanto attraverso codice identificativo; Rafforzare l´azione di prevenzione dell´interruzione volontaria di gravidanza con particolare attenzione alle donne a maggior rischio psico-socio-sanitario; Potenziare i consultori delle aree territoriali a maggior presenza di cittadine immigrate assicurando la presenza di mediatori culturali in integrazione con gli ambiti territoriali; Agevolare la donna nella fase di prenotazione in base all´urgenza dell´intervento; Ribadire la centralità del colloquio pre-certificazione con la donna, che ha una funzione di ascolto e rispetto della decisione presa dalla donna e di supporto ed informazione quando ci siano incertezze o cause che possono essere risolte; Rivalutare la centralità dei consultori assicurando, contestualmente alla prenotazione dell´intervento, la visita post-Ivg anche per una contraccezione personalizzata al fine di ridurre la ripetitività dell´aborto. Si tratta di un´altra iniziativa importante volta a: ridurre i tempi di attesa che intercorrono tra il rilascio della certificazione e l´intervento; risolvere le problematiche legate alla possibilità di prenotare l´intervento in più ospedali (doppia prenotazione) con il conseguente ingolfamento delle liste di attesa. Siamo fortemente impegnati nella riduzione dei tagli cesarei, ancora troppo numerosi. Vogliamo rafforzare questo impegno attraverso una intensa campagna di informazione e comunicazione - che partirà entro luglio - su radio, stampa e tv e dentro le strutture ospedaliere. Sarà inoltre creata, sempre entro luglio, una task force che fornirà assistenza psico - sociale e clinica che sarà raggiungibile, attraverso il numero verde della Sanità (800 187 514) che è attivo da ormai 1 anno e mezzo. La task force si muoverà in sinergia con il Servizio Ispettivo Centrale Sanitario e Socio Sanitario che potenziamo per verificare il pieno rispetto delle importanti misure che abbiamo adottato per favorire il parto naturale, a partire dal sistema di disincentivazione tariffaria per il contenimento del parto cesareo. La campagna intende attribuire un ruolo fondamentale ai consultori: per favorire una scelta consapevole da parte della donna attraverso una corretta informazione dei rischi connessi con il parto chirurgico; potenziare i corsi di preparazione al parto favorendo la presa in carico della partoriente anche nelle fasi successive alla nascita per la prevenzione dei disturbi psichici post-partum (es. Depressione post-partum) e la promozione dell´allattamento al seno. Un´altra importante decisione che abbiamo assunto nella seduta di giunta è il rafforzamento del Servizio Ispettivo Centrale Sanitario e Socio Sanitario. Un servizio indispensabile, come dimostra la terribile cronaca di questi giorni, che rafforziamo con la presenza di ulteriori componenti. Il nostro Servizio Ispettivo Centrale Sanitario e Socio Sanitario nel 2007 ha svolto 26 ispezioni nel pubblico e 15 nel privato. Sono già 10 le ispezioni eseguite nel 2008 nel pubblico che hanno mostrato l´efficacia del nostro servizio. Vogliamo fare di più e in questo senso, oltre al potenziamento del Servizio Ispettivo, abbiamo sottoscritto una importante convenzione con la Guardia di Finanza. Per portare avanti, in maniera congiunta e coordinata, controlli a tappeto su tutte le strutture sanitarie regionali. In una giusta e importane direzione si muove l´Accordo preliminare che abbiamo raggiunto con l´Associazione dell´Ospedalità Privata (Aiop). Un´intesa che: favorisce la rinuncia dei creditori alle azioni legali, a fronte del pagamento dei debiti - se i fondi sono già disponibili - e/o della loro certificazione da parte delle aziende sanitarie, in modo che il creditore possa accedere più facilmente e con minor costo alle anticipazioni bancarie; consente alle imprese private operanti nella sanità di ottenere la liquidità necessaria per il loro funzionamento in attesa che si completi a breve l´incasso dei fondi statali attesi per un ammontare di circa 1,6 miliardi a fronte del rispetto, da parte della Regione, dei parametri fissati nel Patto di affiancamento. Un accordo importante che rende possibile un sensibile risparmio di interessi e di spese legali. Stiamo intensamente lavorando affinché questo modello di intesa sia esteso anche ad altre categorie di creditori (Federfarma e Federlab) della sanità. Infine, presentiamo i primi decreti di accreditamento delle strutture sanitarie della Campania. L´accreditamento, come sapete, è un processo attraverso il quale le strutture autorizzate, pubbliche o private, acquisiscono lo status di soggetto idoneo ad erogare prestazioni sanitarie per conto del Servizio Sanitario Nazionale. Costituisce dunque un sistema di certificazione di qualità, di verifica delle prestazioni erogate e, soprattutto, una forma di tutela e garanzia di fondamentale importanza per il cittadino utente. Il percorso di accreditamento è competenza delle Regioni. Noi lo abbiamo disciplinato attraverso due distinti regolamenti del 2006 e del 2007. Il primo diretto alle strutture che erogano attività di assistenza specialistica di emodialisi e di riabilitazione ambulatoriale (Regolamento n. 3 del 31/07/2006). Il secondo dedicato alle strutture che svolgono attività di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, di ricovero e residenziale (Regolamento n. 1 del 22/06/2007). Oggi, dopo un intenso e complesso lavoro condotto dalle strutture dell´assessorato della sanità, abbiamo concluso una prima e importante fase con l´accreditamento istituzionale delle prime 11 strutture sanitarie. I criteri guida cui ci siamo attenuti sono: la funzionalità delle strutture rispetto alla programmazione regionale; forte attenzione alla trasparenza, efficacia e qualità delle prestazioni; la chiara definizione delle responsabilità organizzative e professionali, la centralità dell´utente e dei risultati finali da garantire al cittadino. Si tratta di una svolta, di un primo passaggio di un importante processo che, attraverso un fitto calendario che ci siamo dati, condurrà a nuovi accreditamenti. Infatti, entro settembre 2008 sarà concluso il processo di accreditamento delle strutture pubbliche e private che erogano attività di assistenza specialistica di emodialisi e di riabilitazione. Contestualmente, avviamo il processo di accreditamento per le altre strutture che erogano attività di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, di ricovero e residenziale. Vorrei sottolineare che è la prima volta nella storia della nostra regione che viene avviato un processo così importante, con tutto ciò che comporta in termini di qualità delle prestazioni, di trasparenza e di garanzie per il cittadino utente. Oggi dunque cominciamo a scrivere una nuova pagina del nostro sistema sanitario. Le Prime Strutture Accreditate
Nome Struttura Indirizzo Comune
Gerovit srl Via Madonna dell´Olio, 142 Aversa
Prof. Domenico Cirillo srl Viale Europa, 77 c/o Villa Stabia Castellammare di Stabia
Do. Ma. Srl Via Provinciale per Palma Campania, 3/5 San Paolo Bel Sito
G. A. F. Srl Via Domitiana Km 37. 700 Castel Volturno
Fanus srl V. Le M. Cristina di Savoia, 39/41 Napoli
Nephrocare spa Via Grandifossi Piano Pantano Mirabella Eclano
Ca. Mad. S. N. C. Di Maddaloni Aniello e C. Via San Francesco, 18 Nola
C. R. N. Servizi Sanitari sas di Stasino Rosalia & C. Via Cinthia, Parco S. Paolo, is. 21 /23 Napoli
Fisiodomus srl Via Leonardo Da Vinci, 2/4 Casavatore
Centro Campano - Centro Riabiliotazione Neuromotoria Fisiokinesiterapia sas V ia A . V espucci, 20 M o ndr ago n e
Clinic Center spa Via Cinthia, Parco S. Paolo, is. 31/32 Napoli
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ASSISTENTI FAMILIARI IN ALTO ADIGE, RICERCA DELL´OSSERVATORIO SULLE IMMIGRAZIONI  
 
Bolzano, 16 giugno 2008 - Sono circa 1. 300 le assistenti familiari straniere "regolari", le cosiddette badanti, in Alto Adige. Questo il dato principale che emerge da uno studio realizzato da Synergia su incarico dell’Osservatorio provinciale sulle immigrazioni. Per regolarizzare il fenomeno occorre più formazione e un migliore raccordo tra domanda e offerta. L´indagine, al di là dell´aspetto quantitativo, ha cercato di analizzare anche l´aspetto qualitativo del fenomeno tramite una serie di interviste ad assistenti, datori di lavori e assistiti. La terza età, ovvero la fascia di persone con più di 65 anni, rappresenta ormai il 16,9% della popolazione totale, una percentuale destinata a salire quasi sino al 19% entro il 2020 secondo le proiezioni dell´Astat. Appare dunque fin troppo logico intuire l´importanza del settore assistenziale. Le dipendenti stranieri nel settore domestico, in Alto Adige, hanno toccato quota 1282 nel corso del 2007, con prevalenza di donne dell´Europa dell´Est e del Sudamerica. Dati che si riferiscono, però, alle sole assistenti in possesso di documenti regolari. Le stime più attendibili, che prendono spunto da analoghe indagini effettuate nel resto d´Italia, parlano di cifre destinate a raddoppiare se si tiene in considerazione anche il fenomeno delle lavoratrici irregolari e clandestine. "L´incremento della domanda sociale d´assistenza generato dal progressivo invecchiamento della popolazione - ha sottolineato la direttrice della Formazione professionale italiana Barbara Repetto - , ha trovato risposta anche nelle prestazioni fornite da lavoratrici e lavoratori immigrati, che rappresentano ormai una realtà consolidata per quanto riguarda la cura a domicilio di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti. Insomma, una sorta di welfare integrativo per molte famiglie, ma con un mercato ancora "selvaggio". Oltre alla difficoltà di far emergere coloro che lavorano in nero, si sente la mancanza di una maggiore attenzione alla formazione e alla garanzia, aspetti che non possono prescindere da una istituzionalizzazione del servizio". Altri dati interessanti emergono inoltre dallo sportello di consulenza delle donne "Nissa Carè": quasi tre quarti delle badanti "regolari" hanno un grado di scolarizzazione medio o medio-alto, il 70% delle richieste di assistenza riguarda donne, il 72,4% degli assistiti ha più di 75 anni, e la richiesta di assistenza si divide tra lavoro a ore (44,8%) e lavoro con vitto e alloggio (55,2%). .  
   
   
DAL 21 GIUGNO IN MOSTRA A VENEZIA MAESTRI CONTEMPORANEI  
 
Venezia, 16 giugno 2008 - Sarà inaugurata il 21 giugno prossimo a Venezia, alla Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista, la mostra “Benetton – Brugnera – Rosin, sculture di materia e luce”, che vuol essere un omaggio alla ricerca plastica contemporanea. L’evento è realizzato con il patrocinio e il contributo della Regione del Veneto, con il patrocinio del Comune di Venezia e con la collaborazione dell’Arciconfraternita di S. Giovanni Evangelista, entrambi partner di un più ampio progetto che vede compartecipi anche la Fondazione “G. B. Cima da Conegliano” e l’Associazione Culturale “I Giovani Veneziani”. In mostra sono presenti le opere di tre autori appartenenti a generazioni diverse ma accomunati dalla particolare sensibilità e sapienza nell’uso dei materiali scelti. Simon Benetton (1933) è riconosciuto Maestro del ferro contemporaneo, che si è distinto fin da giovanissimo per il carattere sperimentale della sua opera. Recentemente, la sua ricerca si è rivolta al rapporto fra il ferro e il cristallo, sottoposti a una lavorazione marcatamente originale. Loredano Rosin (tragicamente scomparso nel 1991) è considerato uno dei più grandi innovatori dell´arte del vetro, trovando la sua modalità d’espressione nella lavorazione “a massiccio”. Nelle opere di Angelo Brugnera la compattezza dialoga con la rarefazione, i nuclei chiusi e statici con le proiezioni dinamiche e fluttuanti, gli elementi astratti e geometrici con l’irregolarità dell’elemento organico. “Sculture di materia e luce” è il quarto appuntamento proposto da Fondamenta srl nella Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista. Si inquadra in un progetto pluriennale volto a sottolineare l’effettiva importanza dell´arte veneta contemporanea, valorizzando Maestri conclamati del secondo dopoguerra, e oggi dimenticati, e figure difficilmente inquadrabili in correnti o gruppi. La mostra è stata ideata da Gianni Pizzamano e Fabio Girardello e resterà aperta fino al 7 settembre. . .  
   
   
A VENEZIA, L’ARTE RUSSA DELL’OTTOCENTO E DEL NOVECENTO TESTIMONE DI LIBERTÀ  
 
Milano, 16 giugno 2008 - Venezia è da sempre una realtà in cui Oriente e Occidente si incontrano, si integrano attraverso le combinazioni artistiche più originali, nessun’altra città poteva essere più propizia per ospitare la grande mostra sui Tesori della Russia. Dal 10 luglio al 27 agosto 2008, presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, la Fondazione Museum of The Second Renaissance espone la mostra “I Tesori della Russia”. Patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Provincia di Venezia, dalla Regione Veneto, dall’Ambasciata della Federazione Russa in Italia e dall’Apt di Venezia, la mostra presenta circa 200 opere, provenienti dalla più importante raccolta privata di opere d’arte russe esistente fuori della Russia. L’arte russa dell’Ottocento e del Novecento viene celebrata in tutta la sua varietà di temi e stili con opere di altissima qualità che rendono la mostra un evento di portata internazionale. Si tratta di una raccolta che offre l’opportunità di conoscere e approfondire l’importanza del collezionismo privato, che nell’Ottocento e nel Novecento assunse, tra Mosca e San Pietroburgo, un rilievo tale da contribuire a far nascere veri e propri musei nelle case private. In mostra, opere di Kazimir Malevič, Vladimir Tatlin, Nikolaj Christoljubov, Konstantin Rudakov, Vladimir Lebedev, Konstantin Antipov, Ely Bielutin, Josif Gurwič, Aleksej Lazykin, Andrej Lyssenko, Valentin Tereshenko e Grigorj Zejtlin, che costituiscono un patrimonio artistico e culturale di immenso valore. Artisti fortemente attuali, testimoni del grande spirito di libertà e di indipendenza, che provoca l’uomo alla scrittura dell’inedito, nell’altro tempo, senza assumere nessun regime e nessuna ideologia. Www. Scuolasangiovanni. It .  
   
   
ROBERTO BARNI FERMI TUTTI PITTURA E SCULTURA VERONA: 20 GIUGNO – 9 NOVEMBRE 2008  
 
 Verona, 16 giugno 2008 - “Fermi tutti” è il titolo della mostra che viene inaugurata il prossimo 20 giugno presso la Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti, curata da Giorgio Cortenova e Patrizia Nuzzo. Da tempo attesa dal pubblico e dalla critica, la rassegna è dedicata a Roberto Barni, artista di fama internazionale, nato a Pistoia nel 1939, già presente con due sculture nella collezione della Galleria e con diverse opere in prestigiose collezioni pubbliche italiane ed estere, quali il Gabinetto dei Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, il Queens Museum di New York e la Tate Gallery di Londra. Nelle antiche sale affrescate di Palazzo Forti, la pittura incontra la scultura, creando suggestive e magiche ambientazioni, attraverso settanta opere, realizzate per la maggior parte tra il 2000 e il 2008: un excursus nella poetica dell’artista che testimonia come Barni, fin dagli anni settanta - quando in Italia e nel mondo si consolida l’arte concettuale e minimale - si fa interprete di un linguaggio originale e autonomo. La sua ricerca è incentrata sulla figura dell’uomo che vive un senso di precarietà, in bilico ai margini del mondo, un viandante che non soggiace alle idee correnti e non sopporta gli spazi assegnati, un pedone “curioso di conoscere e non di farsi conoscere”. I dipinti, circa quaranta, realizzati appositamente per questa mostra, sono spazi metaforici da cui scaturisce come un enigma la dimensione del tempo; figure dalle linee eleganti e stilizzate, evocano, nella loro semplicità, le forme di una malinconia quattrocentesca, assolutamente toscana, anche grazie alla cromia che indulge ai grigi, alle terre, ai rosati, accanto ai primari di cui Barni è maestro. Nella sua produzione scultorea più recente, esili figure maschili in bronzo - taciturni veggenti assorti in una loro sfuggente interiorità - sono protagonisti di un mondo dove il paradosso disegna le coordinate di un luogo poetico e metafisico. Non solo la scultura, ma anche la pittura e la letteratura del novecento hanno tracciato i profili di questi nuovi eroi, apparentemente toccati dall’insensatezza, uomini che si tendono le mani sul bordo di una vasca, attorno ad un tavolo, che si fronteggiano alle estremità di un dondolo, senza mai incontrarsi, opponendo, così, ironicamente le loro differenti pulsioni. Ed è proprio in questo incontro tra componenti enigmatiche e contraddittorie, in questa costruzione contrappuntistica, musicale, che si esplica l’essenza tragicomica dei personaggi di Barni che evocano la condizione dell’uomo contemporaneo. L’arte di Barni, attraverso un umorismo lieve, suggerisce una riflessione sulla società di oggi, dove ciò che è accidentale e provvisorio diviene “status” esistenziale immutabile. Il mondo di Barni è commentato da un catalogo edito da Marsilio, con i contributi di Alberto Boatto, Giorgio Cortenova e Alberto Fiz, accompagnato da puntuali apparati storico-critici e da una ricca documentazione fotografica che testimonia la bellezza degli spazi della Galleria che ben si prestano ad accogliere la scultura e la pittura di un grande maestro quale Roberto Barni. .  
   
   
LUCA ALINARI LA PITTURA NON PUÒ SOVRASTARE IL DISEGNO COMBATTIMENTO FRA DISEGNO E PITTURA 18 - 29 GIUGNO 2008 FIESOLE, BASILICA DI SANT’ALESSANDRO  
 
 Fiesole, 16 giugno 2008 – Si inaugura mercoledì 18 giugno la mostra di Luca Alinari. Combattimento fra disegno e pittura a cura di Giovanni Faccenda. Negli spazi della Basilica di Sant’alessando venti opere, alcune delle quali risalenti agli anni Settanta, a delineare una fase fondamentale nell’attività produttiva del maestro Alinari. A sottolineare quello che la mostra propone, opere definite nei loro estremi pittorici affiancate da lavori in cui le figure, le azioni, sono abbandonate a livello di progettazione e dove, a volte, il colore si insinua subdolo in una lotta annunciata sin dal titolo e confermata nel sottotitolo. Molto di quanto caratterizza l’opera di Luca Alinari, almeno in questa sua intensa stagione creativa, deve essere ricondotto alla predilezione che egli ha sempre avuto per l’arte antica e per i maestri dell’arte senese. La lingua di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti riecheggia nella pittura di Alinari. I volti, soprattutto, intesi nella loro metafisica fisionomia, rivelano nobili analogie con taluni ritratti che impreziosiscono l’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, il grandioso ciclo di affreschi realizzato da Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena: visi scolpiti nella luce con sontuosa eleganza plastica. Sebbene nel lavoro di Alinari convivano suggestioni che portano lo spettatore a percepire la stessa immagine in modo continuamente diverso, il valore pittorico dell’opera resta inalterato. Figure, paesaggi, ambienti e persino oggetti appartenenti a un altrove trasfigurato non perdono la solennità che le anima. Alla base di questo singolare processo di metamorfosi le letture che hanno forgiato le cospicue risorse intellettuali dell’artista: filosofi, poeti e scrittori di ogni tempo capaci di rappresentare una realtà «altra», nella quale vedere, o tentare di vedere, l’invisibile. Da Dante a Pirandello, da Omero a Dylan Thomas. Se l’attuale periodo artistico di Luca Alinari è segnato da un’ispirazione feconda di motivi originali, che idealmente rimandano ad alcune dinamiche precedenti, le basi di una pittura abitata da enigmatiche evidenze è sottolineata da complesse elaborazioni che interessano anche il versante puramente tecnico. A conferma di una ricercata struttura iconografica un ponderato modello estetico dettato dall’abilità del gesto pittorico dell’artista. Ecco dunque ad animare i lavori d’artista personaggi allo stesso tempo avvenenti e indifesi, corpi mossi da un egocentrismo quasi ossessivo, volti muti e enigmatici privi di riferimenti. .  
   
   
MOSTRA PERSONALE DELLA PITTRICE LUISA MARIA SGUAZZI  
 
 Trieste, 16 giugno 2008 -Venerdì 27 giugno 2008 alle ore 18. 00 avrà luogo a Trieste nelle sale espositive al 1° piano della Biblioteca Statale (Largo Papa Giovanni, Xxiii, 6) la mostra personale della pittrice Luisa Maria Sguazzi intitolata I quadri della mente. Curata dall’architetto Marianna Accerboni, la rassegna, che propone una cinquantina di opere realizzate ad acrilico su tela, tempere e tecniche miste su carta, incisioni e piccole sculture in terracotta, sarà accompagnata da un concerto breve del compositore e pianista Francesco Biasiol. Visitabile fino al 31 luglio (orario: lunedì – venerdì 8. 30-18. 30/ sabato 8. 30-13. 00). Info: 3356750946. Un universo - indagato attraverso un cono di luce al femminile - qualifica il lungo, approfondito esercizio pittorico di Luisa Maria Sguazzi, artista di grande sensibilità e cultura, che, come tutte le personalità molto elevate sotto il profilo interiore e altrettanto preparate sul piano tecnico, sa porgere con semplicità le proprie creazioni. Un’insistita e intuitiva tenerezza per la condizione umana guida il suo segno, che anche nell’incisione appare così modulato da farsi quasi pittura, traccia antica e in egual modo contemporanea…mentre scorrono, sulla tela e sulla carta, quei racconti al femminile, declinati con delicatezza, con amore, come fiabe riflesse o sciorinate dinanzi a un “fogolar” di cristallo. La sua arte rappresenta un’indagine e una riflessione profonda sulla vita, svolta per immagini, soffusa di emozioni e attraversata da un raggio di luce – quello dell’intelletto – che si esprime attraverso accostamenti cromatici lievi, intensi e sperimentali, a comporre un complesso intreccio di sensazioni e di proposte, nel quale le linee rappresentano il pentagramma dei pensieri, secondo un lieve incedere d’inclinazione prevalentemente espressionista, in cui traspare, in una sorta di contimuum senza sosta, l’emisfero tenero e acuminato delle donne. Affabulazioni visive stilisticamente felici racchiudono una narrazione fantastica e simbolica, che, istintivamente, tiene sempre in serbo una sorpresa…E’ il pensiero la traccia interiore che conduce l’artista, che da anni svolge con passione anche l’attività di psicologa e psicoterapeuta, alla rappresentazione felice e raffinata, intuitiva e sintetica di stati d’animo, atmosfere della mente, fremiti di ideali e sentimenti: un’alchimia tra indagine e intuizione speculativa e azione pittorica, che ha consentito a quest’artista di origine lombarda, trapiantata in Friuli, ma attivissima in tutta Italia e all’estero, di farsi apprezzare costantemente come pittrice e incisore per il suo linguaggio inconsueto e personale nel corso di un’attività espositiva più che ventennale e molto qualificata; e di raccogliere ripetuti consensi anche nell’ambito della grafica editoriale e dell’illustrazione d’arte e scientifica. .  
   
   
JACKIE NICKERSON “FAITH” ROMA – 18 SETTEMBRE - 16 NOVEMBRE 2008  
 
 Roma, 16 giugno 2008 - La Galleria Brancolini Grimaldi presenta “Faith”, la prima mostra personale di Jackie Nickerson in Italia. “Faith” è una rappresentazione avvincente di un mondo nascosto, quello degli ordini religiosi cattolici in Irlanda. Per due anni e mezzo, l’artista ha fotografato chiese, conventi e abbazie dell’Irlanda, garantendosi una accesso senza precedenti al mondo dei religiosi nei loro luoghi di lavoro e preghiera, alcuni dei quali non erano mai stati visti prima dal mondo esterno. Nickerson riflette, “questi sono individui e comunità immersi in un’interiorità, che hanno scoperto essere non la loro ma qualcosa di più esteso e profondo di loro e di cui sono parte”. “Faith” giustappone ritratti di persone religiose con immagini di riti quotidiani e della comune devozione; pavimenti in legno su lunghi corridoi perfettamente lucidati, biblioteche assolate con santini della Vergine Maria- per suggerire un’esistenza austere, basata su ottimismo, forza di volontà e soddisfazione. La semplicità delle immagini di Nickerson invoca la tavolozza mutata e contenuta del Fra Angelico, che spesso dona un’aria beatificata ai suoi soggetti tranquilli. L’artista cerca di presentare onestamente una vita vocazionale guidata da chiarezza di scopi e coraggio personale. Il linguaggio visivo è basato su una ricerca estensiva di arte religiosa e simbolismo cristiano che dà le fondamenta alla serie. Il lavoro non è ne’ concettuale ne’ letterale. E’ pieno di simbolismo che utilizza oggetti, colori, figure geometriche (come si trovano negli scritti delle icone), e composizioni. L’enfasi è la concentrazione dell’impegno e la risultante fisicità di entrambi i soggetti e l’ambiente, che va sotto ogni rito specifico cristiano ma può essere un esempio di ogni vita basata su un totale impegno nella spiritualità. Jackie Nickerson ha vissuto e lavorato a Parigi, Tokio, Londra e New York, e attualmente vive nella campagna irlandese. Ha una reputazione internazionale nel fotografare persone e i loro ambienti. Nel 2002 ha pubblicato Farm, un libro di ritratti scattati in Sud Africa ai lavoratori delle fattorie. Le sue opere sono rappresentate nelle più importanti collezioni pubbliche e private, incluso l’Irish Museum of Modern Art a Dublino, il Santa Monica Museum in California e la Margulies Collection a Miami. Nel maggio 2008, l’artista ha vinto il prestigioso premio Aib in Irlanda, come migliore artista emergente. Dopo le mostre di “Faith” a New York, Irlanda e ora in Italia, le sue opere saranno presentate in autunno al centro culturale irlandese durante il “Mois de la Photo” a Parigi. .  
   
   
GOLF – LET IN PORTOGALLO: VINCE ANNE-LISE CAUDAL, 9ª LUNA E 11ª CROCE  
 
 Roma, 16 giugno 2008 - Diana Luna ha concluso al nono posto con 208 colpi (65 71 72) il Ladies Open de Portugal, torneo del Ladies European Tour disputato sul percorso di Quinta da Ria a Vilanova de Cacela nell’Algarve portoghese. Nel giro finale non sono riuscire ad accelerare anche le altre italiane, che hanno comunque ottenuto una buona classifica: Stefania Croce, 11ª con 210 (66 73 71), Veronica Zorzi 15ª con 211 (66 72 73) e Sophie Sandolo 18ª con 212 (69 69 74). E´ rimasta nelle retrovie Vittoria Valvassori, 54ª con 219 (73 73 73). Ha conquistato il primo titolo nel Let la ventiquattrenne francese Anne-lise Caudal (203 - 64 69 70) dopo una corsa di testa, la quale ha preceduto di un colpo la connazionale Gwladys Nocera (204 - 67 71 66) e l´inglese Georgina Simpson (69 67 68). Al quarto posto con 205 la tedesca Martina Eberl e la svedese Louise Stahle. Non hanno superato il taglio Margherita Rigon, 69ª con 147 (74 73), Isabella Maconi 77ª con 148 (76 72) e Anna Rossi, 99ª con 152 (72 80). La vincitrice ha ottenuto un premio di 30. 000 euro su un totale di 200. 000. European Tour: Buon Finale Di Tadini (14°), Titolo A David Dixon - Il trentunenne inglese David Dixon (279 - 77 67 69 66) si è imposto nel Saint Omer Open, torneo “double badge” ossia facente parte sia dell’European Tour che del Challenge Tour, svoltosi al St. Omer Golf Club, nella città da cui prende il nome in Francia. Dixon, che ha ricevuto un assegno di 100. 000 euro su un montepremi di 600. 000, ha conseguito il primo titolo nel circuito superando con un 66 finale lo svedese Christian Nilsson (280 - 75 64 70 71). Al terzo posto con 281 lo scozzese Steven O´hara, al quarto con 282 gli inglesi Seve Benson e Richard Bland e il francese François Delamontagne. Buon finale di Alessandro Tadini (286 - 73 72 72 69), risalito dal 24° al 14° posto, quindi 28° con 290 Marco Soffietti (72 70 75 73) e 70° con 298 Alessio Bruschi (76 71 75 76). Sono usciti al taglio Paolo Terreni, 92° con 149 (73 76), e Gregory Molteni, 114° con 152 (75 72). Seniors Tour: Costantino Rocca Si Classifica Quarto – Costantino Rocca (219 - 75 73 71) si è classificato quarto, dopo una gara in crescendo iniziata al 20° posto, nel Ryder Cup Wales Seniors Open (Seniors Tour) al Convwy Gc, in Galles. Il cinquantenne inglese Peter Mitchell ha messo il suo primo sigillo nel circuito con lo score di 213 (72 70 71) lasciando a due colpi il gallese Ian Woosnam (215 - 74 68 73) e a cinque lo statunitense Jerry Bruner (218 - 74 76 68). Rocca è stato affiancato da Gordon J. Brand, Martin Gray, Bill Longmuir e Simon Owen. Al 60° posto con 235 Giuseppe Calì (78 82 75). Mitchell ha guadagnato 93. 899 euro su un montepremi complessivo di 632. 000 euro. Challenge Tour: Successo Di Simon Robinson, 42° Marco Crespi - Prodezza dell´inglese ventisettenne Simon Robinson, che con un eccellente 63 e lo score di 271 colpi (73 66 69 63) ha sbaragliato la concorrenza nel Sk Golf Challenge, al St. Laurence Golf di Lohja in Finlandia dove è stato premiato con 24. 000 euro (montepremi 150. 000). Al secondo posto con 277 il connazionale Andrew Willey e l´australiano John Wade, al quarto con 278 lo spagnolo Sebastian Garcia Grout e il finlandese Mikko Ilonen, leader dopo tre giri. In 42ª posizione con 287 Marco Crespi (72 68 76 71), mentre non ha superato il taglio dopo 36 buche Lorenzo Gagli, 70° con 145 (74 71). Alps Tour: Andrea Zanini Terzo Nel Memorial Barras – Ancora una bella performance di Andrea Zanini, terzo con 211 colpi (70 70 71) nel Memorial Olivier Barras (Alps Tour) disputato sul percorso di Crans Sur Sierre, in Svizzera. Il ligure è rimasto fuori per due colpi dal play off nel quale il francese Alan Bihan (209 - 65 68 76) ha battuto alla prima buca lo spagnolo Francis Valera (71 69 69). Così gli altri italiani: 9° con 217 Andrea Maestroni e il paraguaiano Nilson Cabrera, che ha passaporto italiano, 12° con 218 Nicola Maestroni, 15° con 219 Andrea Rota e Matteo Delpodio, 26° con 221 Adriano Mori e Simone Brizzolari, 31° con 223 Andrea Zani e Alessio Mastriforti, 38° con 225 Alessandro Bandini, 44° con 232 Lorenzo Magini. Al vincitore sono andati 5. 437 euro su un montepremi di 37. 500. .