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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 14 Luglio 2008 |
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MEETING DI SAN ROSSORE “CONTRO OGNI RAZZISMO” RADIO DI COMUNITÀ, IL GIORNALISMO DELLE DIFFERENZE UN CONFRONTO SULLE ESPERIENZE DI INFORMAZIONE NON COMMERCIALI |
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San Rossore (Pi), 14 luglio 2008 - La radio come esperienza di comunicazione fuori dai circuiti commerciali, come modo di fare informazione a partire dalla fonte e opportunità per dare voce a tutti (in Inghilterra lo chiamano “giornalismo di prossimità”), mantenendo comunque un buon livello di qualità. Mancava Adulai Bah, cittadino della Sierra Leone, esule a New York, prima tassista, poi giornalista, poi autore radiofonico della radio comunitaria “Wbai”, al quale è stato negato il visto per venire in Italia, ma a parlare dei “Linguaggi contemporanei dell’antirazzismo: radio comunitarie e new media” con Leonardo Sacchetti, direttore di Novaradiocittàfutura, la radio dell’Arci che trasmette dal ’92, c’erano Susana Albarràn Mèndez, giornalista di Radio Vallekas di Madrid, e Diego Rosemberg, anch’egli giornalista, d! ell’Università di Buenos Aires. In Spagna, r! acconta Susana Albarràn, una legge stabilisce che ogni municipio ha diritto ad avere una propria radio: a Madrid funzionano otto radio, in altrettanti quartieri della città (Radio Vallekas è una di queste). Sono in relazione con i movimenti sociali e affrontano i temi dell’immigrazione, del lavoro, della sanità pubblica. «Quello della donna – aggiunge la Albarràn – è un tema molto importante, che attraversa tutta la programmazione». Una particolare attenzione è stata riservata all’esperienza del “giornalismo sociale” maturata in un paese come l’Argentina, proprio in occasione della recente gravissima crisi economica che, inevitabilmente, ha avuto significative ricadute anche sui mass media. «La crisi argentina – ha spiegato Diego Rosemberg – ha prodotto un’immensa frattura tra la società e le sue rappresentanze istituzionali, ma anche una caduta ! di credibilità del giornalismo. Ma quella crisi ha creato anche una grande opportunità per un sistema che aveva smesso di trattare la notizia come un bene sociale, considerandolo solo come un bene politico o sociale. Quello che è successo dopo, anche grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie, ha dimostrato che è davvero possibile promuovere media che non si limitino a rappresentare settori marginali, ma cerchino di dare loro voce, di farli parlare. Un giornalismo delle differenze in grado di dare visibilità a movimenti e realtà finora nascosti». . |
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MARRAZZO: PER LA FICTION UNA FONDAZIONE E L´ASSE ROMA-MILANO |
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Roma, 14 luglio 2008 - “Una fondazione della fiction tv dopo quella della Festa del Cinema, un asse Roma-milano per far rinascere il ´Mifed´ (Mercato internazionale del cinema e del multimediale ndr) trasformandolo in ´Romifed´ e l´impegno per la formazione di chi opera nel distretto dell´audiovisivo, in modo da formare professionalità capaci di essere lette e viste all´estero”. Queste le tre proposte lanciate il 10 luglio a Roma dal presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo, nel corso del convegno ´Fiction italiana: il futuro è un diritto´. “Finanziamo la Festa del cinema e la Romafictionfest - ha precisato - senza però volerle unire, perché bisogna uscire dalla logica che la televisione uccide il cinema”. “Il distretto dell´audiovisivo - ha ricordato - rappresenta una grande risorsa culturale ed economica della realtà laziale. Il mio progetto è che per il prossimo anno ci sia un grande momento di incontro proprio sul settore audiovisivo. Al posto dei film che fino a qualche anno fa occupavano le prime serate, infatti, ora ci sono le fiction”. Commentando poi l´afflusso di pubblico al ´Romafictionfest´, Marrazzo ha affermato: “Sono molto soddisfatto del successo della manifestazione, che dimostra che finalmente si è ragionato senza la paura di una televisione polemica che uccide il cinema”. . |
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UN THRILLER PSICOLOGICO: JOSHUA |
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Milano, 14 luglio 2008 - Joshua Cairn è un bambino di nove anni, con un´intelligenza fuori dal comune, introverso musicista, che detesta qualsiasi tipo di sport ed è molto diverso dai suoi coetanei. I genitori, apparentemente perfetti, sono Brad e Abby Cairn. La benestante famiglia Cairn vive in uno sbalorditivo appartamento dell´Upper East Side a Manhattan. Proprio l´arrivo della secondogenita, Lily, sconvolgerà gli equilibri della famiglia. La bambina è circondata dall´amore, dai giocattoli, da un affezionatissimo zio e da una premurosa nonna, ma Joshua non sembra felice all´idea di avere una sorellina che piange tutto il giorno e gli ruba le attenzioni dei genitori. Abby precipita in un profondo stato di depressione post partum, con conseguente crisi di coppia. Joshua ha un repentino cambiamento caratteriale che rivela la sua personalità inquietante, dando vita ad una escalation di tensione che porterà ad un epilogo inatteso. Protagonisti del film sono Sam Rockwell, Vera Farmiga e il giovane attore Jacob Kogan. Il film, distribuito dalla 20th Century Fox, è uscito l’11 luglio 2008. . |
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UN FILM-DOCUMENTARIO A 45 ANNI DA TRAGEDIA DEL VAJONT |
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Venezia, 14 luglio 2008 - Sono trascorsi 45 anni dall’immane tragedia della diga del Vajont, che provocò quasi duemila vittime, ormai fissata in maniera indelebile nella memoria collettiva. In occasione di questo anniversario, con il contributo della Regione del Veneto e del Comune di Longarone, la Venicefilm Production in collaborazione con Sky-fox Channels Italy (History Channel – Canale 407) sta ultimando la realizzazione del film-documentario “Vajont immagine dell’orrore” che proporrà, insieme a molte testimonianze, materiale di repertorio in buona parte inedito. Il progetto è stato presentato oggi a Palazzo Balbi, a Venezia, dall’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona, dal sindaco di Longarone Pierluigi De Cesero e da Alessandro Centenaro della Venicefilm Production. L’assessore De Bona, motivando il sostegno della Regione a questa nuova iniziativa, ha detto che occorre mantenere vivo il ricordo di questa catastrofe, anche ai fini della prevenzione, perché serva a non ripetere per il futuro gli errori del passato. Il film-documentario sarà inviato in Dvd anche a tutte le nostre comunità di emigrati all’estero, sempre interessate ad avere documentazione e informazioni su quanto è successo e succede nella terra di origine. Da parte sua Centenaro ha detto che il progetto (con la regia di Andrea Prandstraller e Michele Barca) fin dall’inizio si è proposto di entrare in punta di piedi nella comunità dei superstiti di Longarone, rispettandone la sensibilità. Pur non trascurando la rievocazione del tragico evento, il taglio che si è voluto dare è soprattutto mettere in luce l’aspetto umano attraverso una serie di interviste ai sopravvissuti e ai soccorritori, recuperando anche molte immagini di repertorio del tutto inedite, girate dai pompieri intervenuti per primi da tutto il Veneto poche ore dopo. Il progetto non dimentica precedenti produzioni, come il racconto teatrale dell’attore bellunese Marco Paolini (1997) o il fim “Vajont” di Renzo Martinelli (2001). Tra gli intervistati c’è anche il giornalista Giampaolo Pansa che all’epoca fu inviato del quotidiano La Stampa. Il film-documentario andrà in onda su Sky History Channel il 9 ottobre ma la trasmissione sarà preceduta di qualche giorno da una visione in anteprima a Longarone. Il sindaco De Cesero ha fatto rilevare che è la prima volta che molti dei superstiti intervistati hanno accettato di parlare della loro esperienza, del dramma umano e del vuoto interiore provato. Tutto ciò – ha concluso - servirà soprattutto per raccontare alle giovani generazioni anche quel molto di positivo, in termini di solidarietà e di voglia di rimboccarsi le maniche, che ha accompagnato la tragedia che è stata comunque un esempio della forza d’animo di questa gente. . |
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PRESENTATO AL FESTIVAL “ROMA FICTION FEST” IL FILM-DOCUMENTARIO “BUONASERA AROLDO, BUONASERA GIULIANA |
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” Reggio Calabria, 14 luglio 2008 - Per ricordare la carriera di Aroldo Tieri, a poco più un anno dalla sua scomparsa, al festival “Roma Fiction Fest” è stato presentato il film-documentario di Anna Testa “Buonasera Aroldo, buonasera Giuliana”, patrocinato dalla Regione Calabria. Presenti alla cerimonia il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il vicepresidente della Regione Calabria Domenico Cersosimo e Giuliana Lojodice alla quale, il grande e indimenticabile attore di Corigliano Calabro, che quest’anno avrebbe festeggiato settant’anni di spettacolo, è stato legato sentimentalmente e professionalmente. “Ricordare Tieri è stata una scelta giusta - ha detto Cersosimo - anche perché in Italia il genere di film dedicato ai ritratti d’autore è piuttosto raro, mentre è importante storicizzare le qualità artistiche dei grandi maestri, sia per il piacere degli spettatori di ogni età, sia per lasciare un documento alle future generazioni. Il lavoro della regista Anna Testa - ha aggiunto Cersosimo - è stato piacevolissimo ed istruttivo e mi ha particolarmente colpito l’intervista ad Aroldo Tieri quando egli affermava di trovare la forza per affrontare il palcoscenico proprio dalle sue radici calabresi”. Infatti, nel filmato i brani tratti dal repertorio delle Teche Rai si mescolano ad una lunga intervista ad opera della stessa autrice e di Maurizio Costanzo in cui la copia Tieri-lojodice si racconta in prima persona, ricordano la carriera ed il sodalizio artistico e privato. Non mancano le immagini della Calabria e di Corigliano, realizzate da un grande maestro come Folco Quilici, legato nei suoi esordi ad Aroldo Tieri, che scelse come voce narrante del suo primo film “Sesto continente” del 1953. Anche il cinema è presente con alcuni spezzoni tratti dall’immensa cinematografia di Tieri, che ha all’attivo più di 123 film, di cui molti al fianco del grande Totò. “Buonasera Aroldo, buonasera Giuliana” tra alcuni mesi sarà accompagnato anche da un volume che verrà rilegato in un cofanetto destinato alle librerie di tutta Italia. . |
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IN MOSTRA AD ADRO OLTRE 100 DISEGNI, IN BIANCO E NERO E A COLORI, TUTTE OPERE AUTOGRAFE E PER LA MAGGIOR PARTE INEDITE, DI FEDERICO FELLINI DEDICATI A LILIANA BETTI. |
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Milano, 14 luglio 2008 - Fino al 20 ottobre 2008, all’interno delle sale settecentesche del Comune di Adro, si può visitare la mostra Fellini e la sua Musa, che ha ottenuto il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Fondazione Federico Fellini e Teatro Filodrammatici di Milano. A dieci anni dalla scomparsa, Adro rende così omaggio a Liliana Betti (1937-1998), illustre scrittrice, una fra le più importanti figure del cinema italiano del novecento, legata a Federico Fellini da un lungo sodalizio professionale ed umano. La Betti, infatti, collaborò col grande regista affiancandolo sul set – prima come segretaria di produzione e poi come assistente alla regia – in occasione della lavorazione di quasi tutti i suoi capolavori: Giulietta degli spiriti (1965), Fellini Satyricon (1969), Amarcord (1973), Casanova (1976), La città delle donne (1980). Liliana Betti ha anche firmato come sceneggiatrice molte celebri pellicole, fra le quali le due ultime opere di Marco Ferreri, La carne (1991) e Diario di un vizio (1993). Oggetto dell’esposizione è un corpus di oltre 100 disegni, in bianco e nero e a colori, tutte opere autografe e per la maggior parte inedite, di Federico Fellini, finora custodite nella collezione privata di Liliana Betti. I disegni in mostra, caratterizzati da un humour grafico paradossale e grottesco, offrono uno spaccato formidabile del mondo intimo di Fellini e di una stagione importante del nostro cinema e del nostro costume. La mostra, resa possibile grazie a Giuseppe Betti, fratello di Liliana, che ha messo a disposizione la sua collezione di disegni di Federico Fellini e curata da Enrico Ghezzi e Domenico Montalto, è allestita a Palazzo Bargnani Dandolo, via T. Dandolo, 55, oggi sede del Municipio di Adro, accogliente e laboriosa località di Franciacorta. Il catalogo della mostra, edito da Edizioni Skira, ha scritti inediti di Liliana Betti, saggi di Enrico Ghezzi e Domenico Montalto, contributi di Gianfranco Angelucci, Giovanna Bentivoglio, Manuel De Sica, Tonino Guerra, Norma Giacchero, Nino Marino. Ulteriori informazioni: la mostra è visitabile tutti i giorni dalle 16. 00 alle 19. 30 e sabato e domenica dalle 10. 00 alle 22. 00, mentre è chiusa il lunedì. . |
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INAUGURATA "SPILIMBERGO FOTOGRAFIA 2008" |
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Spilimbergo, 14 luglio 2008 - Inaugurata il 12 luglio "Spilimbergo Fotografia 2008", la manifestazione ricca di undici mostre allestite in sedi diverse della Pedemontana pordenonese, per iniziativa del Craf - Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia, con il coordinamento scientifico di Antonio Giusa, in collaborazione con Regione, Provincia di Pordenone e Comunità Montana del Friuli Occidentale. Alla cerimonia, svoltasi sotto la storica Loggia spilimberghese, sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Consiglio Regionale, Edouard Ballaman, l´assessore regionale alla cultura, Roberto Molinaro, il vicepresidente del Consiglio Regionale, Maurizio Salvador, il consigliere regionale Piero Colussi e il presidente del Craf nonché sindaco di Spilimbergo, Renzo Francesconi, con il vicesindaco Bernardino Filipuzzi. Per il presidente Ballaman il Consiglio regionale è stato e sarà vicino al Craf: "vogliamo operare perché questo istituto culturale abbia la stessa dignità di altri. Per questo pensiamo a un disegno di legge che assicuri al Craf - con il quale da settembre sarà avviata la catalogazione del patrimonio fotografico del Consiglio regionale - adeguate condizioni operative". Anche l´assessore Molinaro, da parte sua, ha messo in evidenza la valenza del Craf non solo per Spilimbergo e il Friuli Occidentale, ma per tutta la regione nel campo della fotografia. "Poche iniziative come questa - ha affermato - rispondono ad alcune ambizioni del governo regionale. Essere nelle condizioni affinché il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia non sia solo elemento di identità, ma anche di incontro e di confronto con gli altri. Grazie alle mostre del Craf questo percorso diventa concreto in quanto consentono di conoscere e valorizzare diversi siti". E poi - ha continuato Molinaro - "la possibilità di utilizzare il momento della rappresentazione fotografica come doppio confronto: ciò che ognuno è con ciò che è immagine fotografica; e l´incontro tra maestri della fotografia e i giovani fotografi. Da questa convinzione nasce l´impegno per un sostegno che permetta al Craf di esprimere appieno tutte le sue potenzialità". In occasione della vernice è stato consegnato al fotografo Mario Dondero il premio "Friuli Venezia Giulia Fotografia", promosso dalla Presidenza del Consiglio regionale. Dondero sarà domani, lunedì 14 luglio, alle 20, a Villa Sulis di Castelnovo del Friuli, all´inaugurazione della sua mostra "I rifugi di Lenin", realizzata in collaborazione con la Fondazione Ado Furlan. La mostra nasce dal viaggio che lo scorso anno il fotografo ha compiuto nella Russia putiniana in compagnia del giornalista Astrit Dakli. Al termine della cerimonia inaugurale, nella Corte Europa sempre a Spilimbergo, è stata inaugurata la mostra "Fvg_2008", che riunisce numerosi talenti della fotografia regionale contemporanea: intorno ai molteplici usi che della fotografia si fanno in ambito professionale e artistico presentano i loro lavori, Massimo Crivellari, Stefano Graziani, Isabella Pers, Tiziana Pers, Andrea Pertoldeo, Sergio Scabar, Mario Sillani Djerrahian. Domenica 13 luglio, sono sstate inaugurate a Lestans anche altre mostre di "Spilimbergo Fotografia 2008": a Villa Ciani "Sei fotografi dall´Accademia di Belle Arti di Venezia e Villa Manin"; a Villa Savorgnan, le mostre "Case di cartone", che illustra e ripercorre i prefabbricati costruiti per dare rifugio agli sfollati del Vajont, e "Franco Vaccari. Video e fotografie". . |
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LE TORRI NEI PAESAGGI COSTIERI SICILIANI |
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Palermo, 14 luglio 2008 - “Le torri nei paesaggi costieri siciliani” è il titolo del volume presentato l’ 11 luglio a Palermo, alla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana “Alberto Bombace”. L’opera, edita dal Centro Regionale per il Catalogo e la Documentazione dei Beni Culturali diretto da Sergio Gelardi, è costituita da tre volumi che descrivono attentamente le torri costiere presenti lungo le coste siciliane. L’accurata analisi, condotta sulle fonti bibliografiche e d’archivio, ha permesso di ripercorrere la storia di ogni singola torre e il testo descrittivo è accompagnato da numerose fotografie realizzate a bordo delle motovedette messe a disposizione dal Comando Regionale dei Carabinieri. Il libro è frutto di un lungo ed impegnativo lavoro di ricerca e documentazione, iniziato nel 2002 dall’allora direttore Gioacchino Vaccaro, che ha coinvolto il mondo delle istituzioni, insieme all’Università e all’Arma dei Carabinieri. Alla realizzazione del testo hanno collaborato un folto numero di ricercatori, sotto la direzione scientifica del professore Ferdinando Maurici, mentre il professore Francesco Saverio Brancato dell’Università di Palermo ha permesso d’utilizzare il suo archivio di rilievi e disegni sulle torri costiere. La Regione Carabinieri Sicilia, comandata dal generale Arturo Esposito, ha infine messo a disposizione le motovedette dell’Arma, consentendo così di realizzare un interessante reportage fotografico dal mare. “Si tratta di un’opera completa ed interessante – ha detto l’assessore regionale ai Beni Culturali Antonello Antinoro - che può diventare un biglietto di visita per far conoscere meglio il patrimonio culturale siciliano. Le torri, costruite originariamente per motivi bellici, sono oggi diventate un luogo di grande fascino per i turisti. Un ringraziamento particolare - conclude l’assessore - va ai Carabinieri per l’importante collaborazione, che testimonia l’affetto e l’interesse dell’Arma alle iniziative della Regione e in particolar modo di questo assessorato”. . |
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PROGETTO BIBLIOTECHE DESERTO MAURITANIA |
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Codroipo (Ud), 14 luglio 2008 - Presentato nell´esedra di levante di Villa Manin dal direttore del Centro regionale di catalogazione e restauro dei Beni culturali, Alessandro Giacomello, il progetto "Salvaguardia delle biblioteche del deserto in Mauritania" ha preso avvio ufficiale il 10 luglio in Italia, dopo che si è conclusa la prima fase nella ex colonia fracese che ha coinvolto 12 allievi mauritani da aprile a giugno 2008. "Ora seguirà - ha illustrato Giacomello, presente anche il sindaco di Codroipo, Vittorino Boem e l´assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro - un corso intensivo di 480 ore di studio e laboratori che partirà oggi e si concluderà il 26 settembre, intervallato da visite nelle principali biblioteche e archivi del Friuli Venezia Giulia". Di seguito la scheda del progetto. Trentamila Manoscritti Da Restaurare Nel territorio della Repubblica Islamica di Mauritania sono attualmente conservati oltre 30. 000 manoscritti datati tra il Xviii e Xix secolo, con esemplari che risalgono fino al Xii. La gran parte di essi si trova oggi nelle cosiddette ´villes anciennes´ di Chinguetti, Ouadane, Tichitt, Oualata, un tempo eminenti centri di cultura lungo le piste carovaniere sub-sahariane ora minacciate dallo spopolamento. Citta´ Patrimonio Dell´unesco, Ma Paese Lontano Da Sviluppo Nel 1996, i centri storici delle quattro "ville anciennes" vengono inseriti nella lista del Patrimonio mondiale dell´umanità dell´Unesco. Le autorità della Repubblica Islamica di Mauritania, ex colonia francese, indipendente dal 1960, sono oggi consapevoli del valore del proprio patrimonio e seriamente motivate a difenderlo. Il paese è però ancora lontano da un pieno sviluppo. Nonostante gli introiti della pesca e delle attività estrattive, l´economia dipende fortemente dagli aiuti internazionali, la disoccupazione supera il 20 per cento ed oltre il 40 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Finalita´: Formazione Specialisti Locali Con il progetto in oggetto la Mauritania verrà dotata di un gruppo di specialisti locali nel campo della conservazione dei manoscritti, gruppo che verrà reso pienamente operativo attraverso la messa in funzione di infrastrutture tecniche. La fase iniziale è si è svolta nella capitale della Mauritania, Nouakchott, dove i dodici allievi hanno ricevuto una formazione di base. Essa sarà seguita dal corso intensivo presso la Scuola di restauro di Passariano. Nell´autunno 2008 è quindi prevista una fase teorico-pratica a Nouakchott affidata a specialisti italiani. Laboratorio Nella Capitale Nouakchott Il secondo intervento comprende la creazione di un laboratorio per la conservazione dei manoscritti e di un laboratorio per la documentazione che avranno sede nella capitale Nouakchott, presso l´Institut Mauritanien de Recherche Scientifique. Altri quattro laboratori decentrati verranno allestiti a Chinguetti, Ouadane, Tichitt e Oualata mentre un´unità mobile su un mezzo fuoristrada permetterà di mantenere collegati questi laboratori con quello centrale e di raggiungere anche le località più periferiche. Manoscritti Conservati Nel Luogo Originale I vantaggi di questa soluzione sono diversi. In primo luogo, viene rispettata in modo scrupoloso la proprietà delle raccolte con rifiuto di qualsiasi logica di accentramento: i manoscritti vengono così conservati nel loro contesto originario, esaltandone così il valore di beni culturali. L´approccio decentrato è coerente con la tutela delle singole identità locali, una considerazione di primaria importanza in un paese multietnico come la Mauritania. I Partner Partecipano al progetto, per la parte italiana: la direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari Esteri, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, attraverso il Centro regionale di catalogazione e restauro dei beni culturali; l´Istituto Centrale di Patologia del Libro di Roma (ora Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario). Per la parte mauritana, due istituti dipendenti dal Ministero della cultura: l´Institut Mauritanien de Recherche Scientifique e la Fondation Nationale pour la Sauvegarde des Villes Anciennes. . |
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A “PIPPI CALZELUNGHE” PREMIO “BIGLIETTI D’ORO AGIS-ETI” |
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Venezia, 14 luglio 2008 - Fondazione Aida di Verona, ente sostenuto dalla Regione del Veneto, si è aggiudicata, per lo spettacolo teatrale per bambini e ragazzi “Pippi Calzelunghe” – co-produzione con Glossateatro di Vicenza e Papagena (Norrköping - Svezia) - il premio “Biglietti d’oro per la stagione 2007-2008”, assegnato dall’Agis e dall’Eti allo spettacolo che ogni anno registra il maggior numero di biglietti venduti. Lo spettacolo infatti, dal debutto del 31 agosto scorso a maggio di quest’anno, ha realizzato più di 80 repliche per un totale di più di 18. 000 biglietti venduti. Il Comitato d’Onore del premio “Biglietti d’oro”, presieduto dal Direttore Generale dello Spettacolo dal vivo Salvo Nastasi, ha pertanto deciso di assegnare il premio speciale a Fondazione Aida per il successo di pubblico raggiunto. Il premio sarà conferito domani al Teatro Romano di Spoleto in occasione del Festival dei Mondi e viene a confermare l´impegno della giunta regionale del Veneto a sostegno delle attività culturali e dello spettacolo dal vivo. . |
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MANTOVA E SABBIONETA CON LA FERROVIA DEL BERNINA DICHIARATE PATRIMONIO DELL´UMANITA´ |
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Roma, 14 luglio 2008 - "Siamo orgogliosi di questo grande risultato per il quale abbiamo lavorato con convinzione in sinergia con le istituzioni locali e il territorio. Se i due nuovi siti italiani Patrimonio dell´umanità sono ambedue lombardi, è anche grazie a questo straordinario impegno congiunto nato dal basso, da generazioni e generazioni di amministratori locali e cittadini. Nella lista Unesco la Lombardia è adesso presente con numerosi siti, una presenza importante e diversificata a riprova del fatto che la nostra regione, forse famosa per altre cose, non è seconda a nessuno anche per quello che riguarda il patrimonio culturale". E´ quanto ha dichiarato oggi l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, alla conferenza stampa tenutasi a Roma al Ministero per i Beni Culturali, nel corso della quale è stata illustrata l´iscrizione di altri due siti italiani nella lista del "Patrimonio dell´umanità", decisa ieri in Canada durante la 32° sessione dell´apposito Comitato dell´Unesco. "Si tratta delle città di Mantova e Sabbioneta da un lato, e della Ferrovia Retica dell´Albula e del Bernina dall´altro - ha spiegato Zanello -. Due luoghi diversi, ma egualmente testimoni della grandissima ricchezza culturale, paesaggistica e artistica lombarda. In particolare il riconoscimento di Mantova e Sabbioneta è un tributo al genio di casa Gonzaga, che seppe fare del suo piccolo Stato un esempio straordinario di diplomazia, politica, arte e cultura. Un esempio che dovremmo seguire se vogliamo valorizzare appieno il nostro patrimonio, riconoscendo a ogni città della nostra regione la dignità di una ´piccola capitale´". "Ora si riparte con una nuova candidatura - ha concluso Zanello - quella dei Siti Longobardi, che per il 2009 vede di nuovo in prima fila la Lombardia". Alla conferenza stampa erano presenti anche il sottosegretario ai Beni Culturali, Francesco Maria Giro, e i sindaci di Mantova e di Sabbioneta. . |
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ADESIONE REGIONE FVG PER CIVIDALE PATRIMONIO UMANITA´´ |
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Trieste, 14 luglio 2008 - La Regione conferma formalmente l´adesione del Friuli Venezia Giulia all´atto di intesa, sottoscritto all´inizio dell´anno a Roma, tra il ministero dei Beni e le Attività culturali ed i diversi soggetti coinvolti nell´inserimento nella Lista del patrimonio mondiale culturale dell´Unesco di "Italia Langobardorum, Centri di potere e di culto (568-774 d. C. )" di cui fa parte Cividale. Lo ha deliberato il 10 luglio la Giunta regionale su proposta dell´assessore regionale alla Cultura, Roberto Molinaro, concludendo così un iter iniziato nel 2004 con il sostegno dato dalla Regione alla richiesta del Comune di Cividale per in suo inserimento nell´elenco dell´Unesco quale centro di testimonianze della civiltà longobarda. Di "Italia Langobardorum" fanno parte Brescia e Castelserpio-gornate Olona (Lombardia), Spoleto e Campello sul Clitunno (Umbria), Benevento (Campania) e Monte Sant´angelo (Puglia). La candidatura italiana, completata dal piano di gestione delle località indicate, è stata presentata all´Unesco di Parigi lo scorso 31 gennaio, è stata formalmente accettata il 14 marzo ed è attualmente in fase di valutazione. . |
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“DAI TEMPLARI A LEVI”, LA MOSTRA A GRASSANO DAL 14-7 |
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Potenza, 14 luglio 2008 – Oggi alle 19 a Grassano nella Biblioteca Comunale V. Lorusso si terrà l’inaugurazione della mostra permanente “L’identità Grassanese e Lucana tra arte e letteratura: dai Templari a C. Levi”, promossa nell’ambito del progetto “Cittadinanza Solidale” Laboratorio Formativo dell’Associazione “Santa Maria della Rocca”. La mostra è il risultato di un progetto di riordino della biblioteca comunale di Grassano nel quale sono stati impegnati 6 beneficiari della Misura denominata “Cittadinanza Solidale”. La mostra consta di 30 esemplari realizzati con la tecnica del dècoupage ed è suddivisa in quattro sezioni: I Templari, Il Brigantaggio, Ii Guerra Mondiale –C. Levi, Aspetti Antropologici e Letterari di Grassano. Http://www. Smdr. It/il_progetto. Html . |
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PRESENZE PAESAGGI ITALIANI FOTOGRAFIE DI GEORGE TATGE FIRENZE, VILLA BARDINI, 15 LUGLIO – 28 SETTEMBRE 2008 |
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Firenze, 14 luglio 2008 - Immagini dell’Italia, dall’Alto Adige alla Sicilia, di una terra satura di rimandi mitologici, storici e religiosi. Non immagini che documentano, ma immagini usate come metafore, come pagine di un libro di poesie che raccontano, una per una, storie, frammenti, sensazioni, nel rigore del bianco e nero. Immagini che non proclamano verità, ma che pongono quesiti sull’uomo e sulla sua Presenza su questa terra. Presenze. Paesaggi italiani è appunto il titolo dell’affascinante (e per certi aspetti filosoficamente inquietante) mostra di George Tatge, uno dei più rinomati e apprezzati fotografi italiani, che Villa Bardini ospita dal 15 luglio al 28 settembre, per la produzione di Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la curatela di Walter Guadagnini, con catalogo Polistampa (www. Bardinipeyron. It). E’ un nuovo contributo che Ente Cassa e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron propongono nel contesto di un programma di iniziative che hanno per scopo la valorizzazione del paesaggio e del rapporto tra uomo e natura. “Non si tratta di un esercizio di presunzione”, spiega il presidente Edoardo Speranza, “bensì di un’assunzione di responsabilità, di un sentimento profondo che scaturisce da una radicata cultura ambientale”. Nato a Istanbul, educato negli Stati Uniti, prima giornalista e poi fotografo, Tatge si è stabilito ormai da due decenni a Firenze, dove ha lavorato a lungo come direttore della fotografia della Fratelli Alinari. Ha pubblicato libri, partecipato a una infinità di mostre ed è dunque una star indiscussa dell’obiettivo, oggetto di attento collezionismo internazionale. In questa nuova esposizione presenta un album di 66 scatti quasi tutti inediti, che arricchiscono una serie dedicata al paesaggio, alla quale Tatge lavora da 30 anni, facendone tema di tale primaria importanza da trasformarlo, nell’arco della carriera, in paesaggio interiore. Nella circostanza esamina essenzialmente il modo con cui l’uomo si è fin qui misurato con la terra. E’ un racconto in tre sezioni che inizia dalla preistoria e approda ai residui della società post industriale, ossia ai giorni nostri. La prima è la sezione dei paesaggi incontaminati. Fiumi, boschi, montagne quasi verginali. Una natura che Tatge vede con rispetto e devozione in virtù della sua solidità, della sua Presenza intesa come sinonimo di forza e dignità. La seconda sezione esplora invece i modi in cui l’uomo, con le sue colture e i suoi vari insediamenti, la terra l’ha bene o male trasformata e fatta propria, definendo confini ed erigendo barriere. Nella terza sezione il paesaggio naturale inizia infine a riempirsi delle molte diverse strutture che l’uomo ha costruito intorno a sé. In una sorta di celebrazione della Land Art, ecco anche immagini che ritraggono le tracce dell’uomo, il suo trovarobato. Ad evitare equivoci, va detto che Presenze non è tanto una mostra di denuncia del degrado ambientale, quanto una specie di poema epico. L´artista ci porta quasi antropologicamente per mano in un viaggio dall’Innocenza all’Esperienza, con lo scopo di esplorare i simboli, le sacre geometrie, gli archetipi visivi, ossia le Presenze che animano il mondo e che caratterizzano il lungo e complesso rapporto di convivenza tra Uomo e Terra. Tatge ha sempre prediletto una fotografia ricca di simboli ed epifanie, aperta a più strati di interpretazione: ogni immagine deve quindi esser letta a lungo perché se ne possano cogliere i dettagli fino a entrare sotto la pelle di ciò che essi rappresentano. Peraltro, Tatge stampa da sé e questa sua qualità artigiana contribuisce non poco a dare alle immagini la speciale nitidezza dei particolari e la sicura ricchezza dei toni, che invitano a uno sguardo lungo e meditativo. Poco a poco, diventa chiaro come ogni fotografia, oltre a raffigurare un luogo, può diventare il riflesso dell’anima. Lo specchio, appunto, di un paesaggio interiore. Infine un particolare tecnico che gli appassionati sapranno ben apprezzare: tutte le foto sono state realizzate con una Deardorff, la leggendaria macchina a soffietto capace di produrre negativi di grande formato . |
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IL CAMMEO GONZAGA ARTI PREZIOSE ALLA CORTE DI MANTOVA
MANTOVA, FRUTTIERE DI PALAZZO TE: 12 OTTOBRE 2008 - 11 GENNAIO 2009
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Milano, 14 luglio 2008 - La mostra dell’autunno di Palazzo Te, Il Cammeo Gonzaga. Arti preziose alla corte di Mantova, è un affascinante viaggio a ritroso nel tempo, alla corte dei Gonzaga a partire dal Quattrocento, quando i duchi mantovani cominciano la creazione della straordinaria collezione che diventerà celebre in tutto il mondo e sarà poi purtroppo smembrata con la vendita della maggior parte delle opere a Carlo I Stuart nel 1627-28. Oltre alle magnifiche opere di pittura che ornano Palazzo Ducale, i Gonzaga ricercano oggetti antichi e preziosi e la storia della famiglia diviene nel Quattrocento di importanza fondamentale per il collezionismo dei materiali glittici. Dal cardinale Francesco, instancabile raccoglitore di antichità, che acquista parte del tesoro di papa Paolo Ii Barbo, passando per Isabella d’Este, raffinatissima e colta mecenate, che dichiara di avere un “insaciabile desiderio di cose antique”, fautrice di un considerevole incremento della collezione mantovana e creatrice del celebre studiolo nel Castello di San Giorgio, sino a Vincenzo I Gonzaga, che tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, incrementa ulteriormente la leggendaria collezione, i Gonzaga riescono a portare nella reggia ducale mantovana quanto di meglio viene prodotto all’epoca in materia di oreficeria, pietra dura, vetro, argento, naturalia e mirabilia. Tra le moltissime splendide gemme antiche e moderne acquistate, ci sono anche alcuni preziosi cammei, piccoli gioielli di eccellente perizia tecnica realizzati attraverso l’incisione di una pietra stratificata o di una conchiglia, dove vengono effigiati personaggi storici. Tra questi, spicca per l’eccezionale qualità artistica lo splendido Cammeo Gonzaga, di grandi dimensioni e con doppio ritratto di una coppia imperiale, attualmente conservato presso il museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, appartenente ad Isabella d’Este, come testimonia l’inventario redatto dal notaio Stivini tra il 1540 e il 1542. Questo tesoro d’arte ritorna a Mantova dopo quasi quattrocento anni e rappresenta il fulcro attorno al quale è nata la mostra di Palazzo Te. L’avvincente storia del cammeo e dei suoi innumerevoli passaggi di collezione in collezione, illustrati nel percorso da dipinti e sculture, si snoda nel confronto con altre raccolte italiane ed europee in un percorso di oltre centoventi opere di grande bellezza e qualità formale. Posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio della Regione Lombardia Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, promossa dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te, dal Museo Civico di Palazzo Te, dal Museo Statale dell’Ermitage, dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze - Museo degli Argenti e delle Porcellane e dal Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”, l’esposizione è a cura di Ornella Casazza, Direttore del Museo degli Argenti e delle Porcellane di Firenze, con la collaborazione di Sergej Androsov e Elena Arsentyeva del Museo Statale dell’Ermitage, Silvia Ciappi, Riccardo Gennaioli, Mauro Lucco, Francesco Morena, Elisabetta Nardinocchi. La mostra si apre con il magnifico quadro di Raffaello che ritrae Elisabetta Gonzaga all’inizio del Cinquecento: sulla fronte la duchessa porta un pendente a forma di scorpione e un simile gioiello in vetro proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna è posto accanto al dipinto, in un puntuale confronto tra iconografia e moda dell’epoca. Si passa quindi alla prima sezione, Il gusto collezionistico dei cammei, dedicata a Paolo Ii Barbo, il più importante collezionista di cammei del Quattrocento: un suo ritratto campeggia accanto ai molti cammei in corniola, oro, argento, onice della sua magnifica raccolta, la prima collezione cui hanno attinto tutti gli altri collezionisti di glittica italiani ed europei. Segue la sezione Arti preziose alla corte di Mantova da Isabella d’Este a Vincenzo I Gonzaga. Sono esposti gli oggetti raccolti da Isabella d’Este, rappresentata in un disegno e in una medaglia. Oltre ai bellissimi cammei di proprietà della marchesa, provenienti da Berlino, San Pietroburgo, Firenze, a una insegna raffigurante un “occhio magico” in onice e oro da Amburgo, insieme a preziosi piatti in maiolica, a coppe e vasi e ad una alzata in vetro con lo stemma dei Gonzaga, sono esposte qui varie lettere che testimoniano il clima culturale dell’epoca e i fecondi scambi di notizie tra la corte mantovana e i loro inviati, alla ricerca frenetica dei più begli oggetti su piazza. Isabella, con il consorte Francesco Ii Gonzaga, a partire dal 1490, dà infatti un notevole impulso alla collezione. Mantova in quegli anni, grazie all’arrivo di Giulio Romano alla corte gonzaghesca, diviene una “nuova Roma” come dichiara Vasari nel corso di una sua visita in città. Il collezionismo di antichità e di opere moderne diventa sinonimo di potere all’interno delle vari dinastie nobili e delle corti italiane. Gli Este, i Medici, gli Sforza e appunto i Gonzaga fanno a gara nello strapparsi i pezzi più pregevoli, mandando inviati in spedizioni anche all’estero, scambiandosi notizie e quotazioni. Gli stessi artisti procurano oggetti alle varie corti. Quando muore Lorenzo il Magnifico tutte le corti dell’Italia settentrionale cercano di procurarsi almeno un vaso della sua leggendaria collezione, che viene smembrata: Isabella chiede persino un parere a Leonardo da Vinci, che le consiglia un prezioso vaso in cristallo: parte una serrata trattativa economica per averlo - di cui si ha testimonianza dalle numerose lettere tra Isabella e Francesco Malatesta, agente dei Gonzaga a Firenze. Alla fine Isabella rinuncia per il prezzo esorbitante, ma la vicenda illumina i rapporti tra le due casate; due dei vasi della collezione di Lorenzo il Magnifico sono esposti in mostra. Il potere delle corti e la loro espansione si misurano anche attraverso la proprietà degli oggetti artistici più preziosi. Il collezionismo è però anche un concetto culturale, è sinonimo di gusto e levatura intellettuale. Isabella ha una profonda cultura classica, desidera oggetti di arte antica e moderna comprendendone l’importanza e la bellezza, e diviene in breve un modello da imitare e seguire. Da Isabella a Giulio Romano, architetto e pittore di corte, al quale Federico Ii Gonzaga affida la progettazione e decorazione di Palazzo Te. In questa sezione altri preziosi cammei, incisioni, placchette, argenti, testimoniano il gusto classico del grande artista che incarna il concetto rinascimentale del gentiluomo di corte, collezionando egli stesso e proponendo ai suoi committenti pezzi di sapore classico, ispirati ai miti della Grecia e Roma antiche. Vincenzo I Gonzaga. Ritratto in una medaglia proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, il duca è l’ultimo rappresentante della dinastia mantovana che possiede il Cammeo Gonzaga. In questa sezione dedicata alla sua raccolta di preziosi, è esposto il magnifico cammeo del 1587 con i Ritratti di Tolomeo Ii Philadelphus e di Arsinoé Ii proveniente dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. L’appartenenza di questo pezzo e del Cammeo Gonzaga dell’Ermitage alla collezione gonzaghesca è da lungo tempo oggetto di dibattito: oggi il Comitato Scientifico della mostra assegna entrambi i cammei alla raccolta mantovana. Inoltre, tre splendidi monili in oro, argento, perle e diamanti a forma di lucertola, farfalla e ragno dal Museo degli Argenti di Firenze. Ma soprattutto l’Inventario dei gioielli di Vincenzo Gonzaga, illustrato con bellissimi disegni da Giorgio Ghisi e datato 1577, che permette di avere un quadro completo di quanto raccolto dal duca in materia di preziosi, e tipologie di vasi come La fiasca con medaglione di Limoges dal Louvre. La sezione prosegue con la parte dedicata al Collezionismo esotico, dove trovano collocazione opere molto diverse tra loro, provenienti da varie raccolte italiane ed europee, molto vicine per tipologia a quella dei Gonzaga. L’individuazione di questi pezzi è il risultato di approfonditi studi sugli inventari dei beni e sulle corrispondenze tra le corti. Per esempio accanto ad un Tavolo con fiori, frutta e pappagallo in pietra di paragone dal Museo degli Argenti di Firenze, viene esposto un disegno a olio su cartone di Jacopo Ligozzi, proveniente dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, realizzato come modello per simili suppellettili. In questa sezione troviamo inoltre una nutrita serie di oggetti esotici di provenienza orientale. L’italia, e soprattutto Venezia, è nel Cinquecento il punto di raccordo tra le corti europee e l’Islam. Anche i Gonzaga cercano di acquisire gli oggetti più ambiti dei paesi orientali e sono molto interessati a intrattenere rapporti politici con queste aree. Scorrono così magnifici vetri soffiati veneziani, fiasche in vetro con pietre preziose dalla bottega milanese dei Saracchi, vasi dalle forme più strane, boccali, due turcassi - le tipiche faretre turche - in pelle, velluto e ricami, candelieri, piatti e tazze, stoffe, maioliche, tappeti, coralli. Dall’africa oggetti in avorio e corni commissionati dai portoghesi per il mercato europeo, tra cui un enorme corno in avorio donato dal Re del Congo a Papa Leone X nel 1514, poi confluito nella collezione medicea. E curiosità come un uovo di struzzo con montatura in rame, custodito tra gli oggetti più preziosi. Dall’india una brocca con vassoio di eccezionale bellezza, proveniente da Dresda, con montatura tedesca e base in madreperla indiana. Dalla Cina porcellane raffinatissime bianche e blu che in Europa non esistevano ancora. Un vero cabinet de merveilles che testimonia la sfaccettatura e il gusto del collezionismo cinquecentesco. Si arriva così alla parte dedicata a Rubens e al suo interesse per i cammei, che apre la terza sezione Il Cammeo e la sua fortuna. Oltre al Ritratto di Rubens col figlio Alberto dall’Ermitage, in mostra due importanti olii su tela: Coppia imperiale (Agrippina e Germanico) dalla National Galley di Washington e Coppia imperiale dall’Ackland Art Museum di Chapell Hill (North Carolina), dove il grande maestro fiammingo lascia una testimonianza dell’interesse per la tipica ritrattistica dei cammei che fortemente lo suggestiona. E infine il protagonista della mostra: il celebre e straordinario Cammeo Gonzaga - eccezionalmente prestato dal Museo Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo dove arriva nell’Ottocento entrando nella collezione dello zar Alessandro I di Russia - esposto accanto a cammei che ne sono la derivazione e a incisioni che lo raffigurano. La storia del Cammeo Gonzaga è avventurosa come un romanzo: da Vincenzo I il prezioso oggetto passa nelle mani di Rodolfo Ii di Praga, dal saccheggio di Praga a Cristina di Svezia, poi è in Italia nella collezione di Decio Azzolino a Roma, passa a Livio Odescalchi, a papa Pio Vi, esce dall’Italia per approdare in Francia nella collezione di Napoleone e Giuseppina e infine arriva in Russia dallo zar Alessandro I. In questa ultima sezione, Il viaggio del cammeo in Europa fino all’Ermitage, i numerosi passaggi collezionistici sono testimoniati da dipinti, sculture e incisioni che ritraggono i personaggi che si sono pregiati di annoverare il prezioso pezzo nella propria collezione. Chiude la mostra una sezione ospitata al Museo Diocesano di Mantova, dedicata alle arti preziose sacre. Da segnalare il Piviale del Parato di San Giorgio, rintracciato in Sardegna, prezioso paramento sacro di grandi dimensioni, con tramatura in oro e lo stemma Gonzaga in evidenza. Moltissimi oggetti di straordinaria bellezza dunque, per un viaggio nel collezionismo italiano ed europeo e soprattutto alla corte dei Gonzaga, signori colti e illuminati che hanno dato vita ad una raccolta unica al mondo, celeberrima all’epoca e che ancora fa parlare di sé e merita di essere ammirata e compresa. . |
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MARIA CALLAS “PRENDE CASA” A VENEZIA |
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Verbania, 14 luglio 2008 - “Nel 2009 sarà operativo a Venezia il Museo Maria Callas, il primo museo al mondo dedicato alla divina”, queste le parole di Bruno Tosi, presidente della Fondazione Maria Callas (www. Callas. It), che in occasione dell’inaugurazione della mostra Album Maria Callas, storia di un mito, lo scorso 5 luglio a Villa Giulia ha annunciato la realizzazione di questo importante progetto. La collezione di Bruno Tosi la più completa e ricca al mondo di oggetti, dipinti, gioielli, abiti personali e di scena, accessori, fotografie, riviste e documenti appartenuti e dedicati alla Callas, entro il 2009 vedrà la nascita del Museo Maria Callas, che troverà spazio in un prestigioso e storico palazzo a pochi passi dal Teatro La Fenice e da Piazza San Marco. Con il patrocinio del Comune di Venezia, con il contributo del Casinò di Venezia e in collaborazione con il Teatro La Fenice, entro la fine del 2009 la città lagunare avrà l’onore di ospitare il primo e unico museo al mondo dedicato a uno dei principali personaggi della storia della lirica internazionale. Una donna amata da tutti non solo per la sua eccezionale bravura, ma anche e soprattutto per la sua umanità, per la sua vita ricca di colpi di scena, di grandi successi e amori importanti documentati ampiamente nella mostra in corso a Verbania. La mostra Album Maria Callas, storia di un mito è resa possibile grazie al prezioso contributo di Bruno Tosi che ha recentemente arricchito la sua collezione con le nuove acquisizioni realizzate nelle più importanti aste internazionali tra Milano, Londra e New York. Tra gli altri preziosi pezzi, in mostra sono esposti due dei dodici ritratti a Maria Callas realizzati da Pier Paolo Pasolini durante la lavorazione di Medea. L’amicizia tra la Callas e Pasolini si sviluppò anche attraverso un profondo rapporto epistolare di cui si trovano alcune lettere in mostra. La città di Verbania è la prima tappa di un itinerario internazionale che vedrà nei prossimi mesi gli abiti, i gioielli, le fotografie, i dipinti e i documenti dedicati e appartenuti alla Callas esposti a Lisbona, Bucarest, Los Angeles, Chicago, New York, Tokio e Pechino. Mercoledì 9 luglio alle 20. 30 a Villa Rusconi Clerici, si terrà la premiazione della seconda edizione del Premio Nazionale del disco “Classic Voice - Città di Verbania” che, in collaborazione con l’omonima rivista, aggiudicherà un premio ai musicisti segnalati per le migliori incisioni del 2007. Proseguono fino al 3 agosto le mostre Album Maria Callas, storia di un mito e Hilda Reich Duse, ritmi di forme e colori. Le due mostre in corso a Villa Giulia sono aperte tutti i giorni dalle 17 alle 22, ingresso libero. Fino al 3 agosto nella Sala degli Stucchi di Villa Giulia è allestita, a cura dell’Assessorato al Turismo del Comune di Verbania, da Jupiter Distribuzione una ricca esposizione di Cd di musica classica. Da segnalare le incisioni storiche dell’Istituto Discografico Italiano con la divina Maria Callas e le trasposizioni in Dvd delle opere di Giacomo Puccini con grandi interpreti internazionali. Inoltre una interessante rassegna filmica che vede come protagonista Ludwig van Beethoven, che abbina musica e arti visive dal titolo “La doppia vita di Ludovico van Beethoven, tra cinema e realtà”. . |
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MANTI REGALI A CORTE. DAL CORREDO DELLA REGINA MARIA JOSÉ DI SAVOIA: FINO AL 3 NOVEMBRE L’ESPOSIZIONE NELLA GALLERIA GRANDE DELLA REGGIA DI VENARIA REALE |
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Milano, 14 luglio 2008 - I Manti regali Maria José di Sassonia-coburgo Gotha, figlia del re del Belgio Alberto I, moglie di Umberto Ii di Savoia e ultima regina d’Italia, è stata un personaggio di notevole rilievo della nostra storia nazionale proponendosi come un’intellettuale moderna ed anticonformista. Lasciando l’Italia dopo il referendum istituzionale del giugno 1946 per prendere dimora prima a Cascais in Portogallo, e poi a Merlinge in Svizzera, portò con sé alcuni bauli che custodivano, riposti con cura, una serie di manti e abiti da cerimonia che l’avevano accompagnata negli impegni pubblici previsti dal suo ruolo di principessa di Piemonte. A più di sessanta anni di distanza, il prezioso contenuto rivede la luce e costituisce una testimonianza estremamente importante del gusto di un’epoca e dello stile dell’ultima corte reale italiana. Fino al 3 novembre 2008 la cornice dell’esposizione sarà la straordinaria Galleria Grande della Reggia di Venaria: l’evento è promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Umberto Ii e Maria José di Savoia che ha messo a disposizione gli abiti e i manti. Fra i dieci manti reali presenti alla Reggia, tutti di notevole fattura per la qualità dei tessuti e la raffinatezza dei ricami, si potrà ammirare in particolare il manto della sartoria Buonanno di Napoli, in gros moiré di seta color avorio rosato con applicazione di rose in rilievo in lamé d’oro e argento, confezionato per il battesimo della primogenita Maria Pia e indossato in seguito per il battesimo del principe Vittorio Emanuele e per la proclamazione di Papa Pio Xii in Vaticano nel 1939; è presente anche il manto delle dame di corte in velluto unito di seta blu Savoia, con applicazione di una fascia continua d’argento che contiene i nodi e le rose simboli della casa regnante. Per l’occasione del matrimonio della principessa Maria José con il principe ereditario Umberto di Savoia, celebrato a Roma l’8 gennaio 1930, il principe stesso fece confezionare dalle più importanti sartorie italiane il corredo di abiti e manti per la sposa: segnalare l’ingresso di una sposa straniera in una corte rivestendola di abiti che simboleggiassero l’assunzione della nuova nazionalità, era una sorta di “rito di passaggio” che affondava le sue radici in una tradizione antica. Dei quattro manti confezionati per tale avvenimento, si distinguono il manto di velluto di seta rossa con ricamo di oro e argento e il manto in gros moiré di seta avorio con ricami oro e argento (entrambi della sartoria Gori di Torino) che, abbinato all’abito di raso crêpe di seta avorio, appare nella foto di Ghitta Garrel. Gli abiti di corte Nella suggestiva esposizione, oltre ai manti vi sono anche venti abiti di corte e da sera, testimonianza preziosa del gusto degli anni Trenta sia nella scelta dei tessuti che nelle fogge interpretate dalla nascente sartoria italiana: tra questi, l’abito lungo con strascico color rosa a disegni floreali d’argento con cappa del medesimo tessuto bordata di volpe nera; l’abito da gran sera in taffetas crêpe color arancio con disegni floreali in oro e l’abito da sera in raso di seta color avorio con inserti del medesimo raso usato al rovescio che formano motivo di nastro. Di particolare interesse storico anche l’abito lungo di raso di seta nero con cappa di merletto dello stesso colore indossato per l’ostensione della Santa Sindone a Torino nel 1931. Particolare preziosità riveste il lungo velo da sposa di pizzo confezionato dalle ricamatrici di Bruges e la sua scatola in taffetas con fodera interna di seta avorio su cui sono ricamati gli stemmi del Belgio e dell’Italia. Gli abiti sono stati studiati e catalogati da esperti tessili del Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como e sono stati “restaurati” dalla Sartoria del Teatro Regio. L’allestimento La sede dell´allestimento è la juvarriana Galleria Grande della Reggia di Venaria Reale. Le dimensioni monumentali della Galleria hanno suggerito agli architetti Pagliero e Simonetti un’esposizione concentrata sul suo asse longitudinale, dove i manichini che indossano abiti e manti sono appoggiati in sequenza cerimoniale su un tappeto continuo di velluto verde pallido, interrotto solo in corrispondenza dei due portali centrali per non interferire con le uscite di servizio e permettere un agevole flusso dei visitatori. Sui bordi del tappeto sono posizionate in fila continua alcune consolles trasparenti autoportanti con funzione di dissuasori, sul cui ripiano inclinato continuo sono poste le didascalie e l´apparato didattico. Gli abiti e i manti di corte sono indossati da manichini tipologicamente compatibili con la taglia della regina e con la peculiarità sartoriale della moda degli anni Trenta del Novecento. Il controllo dell´intensità luminosa naturale richiesto a tutela dei tessuti e dei ricami è assicurato dalla posa di tendaggi filtranti su tutte le aperture verso l´esterno della Galleria. Completano l’esposizione due pannelli multimediali che, con filmati e fotografie d’epoca, illustrano la vita di corte dell’ultima regina d’Italia. Manti Regali a Corte. Dal corredo della Regina Maria José di Savoia Galleria Grande, Reggia di Venaria Reale Per informazioni e prenotazioni: tel. +39 011 4992333 – www. Lavenariareale. It . |
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ARCHEOLOGIA, INIZIATIVE COMUNI DI POTENZA E VAGLIO |
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Potenza, 14 luglio 2008 - Nell’ambito del protocollo d’intesa per lo sviluppo turistico sottoscritto dai Comuni di Potenza e Vaglio, oggi alle ore 12 presso la Sala dell’Arco di Palazzo di Città si tiene una conferenza stampa per illustrare il programma di iniziative promosse nel settore archeologico dalle due Amministrazioni. Nel corso della conferenza stampa sarà presentato il progetto di sistemazione della strada di accesso alla Villa Romana di Malvaccaro, ove sono in fase di ultimazione gli scavi della Soprintendenza insieme ad un primo intervento di riqualificazione, e il programma di rappresentazioni teatrali e musicali che si svolgeranno a partire dal 27 luglio prossimo presso l’area archeologica di Rossano di Vaglio. Come si ricorderà il protocollo mira a promuovere lo sviluppo delle due comunità utilizzando al meglio l’enorme patrimonio storico culturale del quale dispongono. Il protocollo d’intesa si prefigge di utilizzare congiuntamente, ai fini turistici e culturali, le aree archeologiche di Serra di Vaglio, Rossano di Vaglio, della Villa Romana di Malvaccaro, del Museo Nazionale Archeologico di Palazzo Loffredo e del Museo Multimediale con annessa sala convegni di Vaglio, nonché degli ulteriori beni storici ed architettonici insistenti sul territorio. Oggetto del protocollo anche la programmazione di manifestazioni artistiche e culturali, il confezionamento di pacchetti turistici da promuovere ai vari livelli, coinvolgendo anche gli altri Enti istituzionali. Alla conferenza stampa saranno presenti, oltre al Sindaco di Potenza, Vito Santarsiero e di Vaglio Giuseppe Musacchio, l’assessore alla viabilità Donato Coviello e la dottoressa Greco, Soprintendente ai Beni Archeologici della Basilicata. . |
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RIAPRE AL PUBBLICO L´AREA ARCHEOLOGICA DI SOLUNTO |
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Palermo, 14 luglio 2008 - Ha riaperto l’ 11 luglio al pubblico l’area archeologica di Solunto. Il sito era stato chiuso a causa di un dissesto della parete rocciosa che sovrasta la strada d’accesso alla città ellenistico-romana scenograficamente adagiata sul Monte Catalfano. L’orario estivo di visita è dalle ore 9 alle 19. “La riapertura si è resa possibile - dichiara l’assessore regionale ai Beni Culturali e Ambientali, Antonello Antinoro - grazie alla sinergia di diverse istituzioni che, generosamente e con impegno, hanno reso disponibili le risorse e le professionalità necessarie alla soluzione del problema: l’immediato interessamento del Dott. Bellomo, dirigente generale dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, ha assicurato il necessario finanziamento per le opere di consolidamento del costone roccioso, progettate e realizzate con la consueta professionalità dall’ufficio del Genio Civile di Palermo”. La riapertura di Solunto, nota per la monumentalità dei suoi resti e per la straordinaria ambientazione paesaggistica e naturalistica che lo rendono uno dei luoghi più suggestivi dell’isola, rappresenta, per la Soprintendenza di Palermo, una tappa importante nel percorso di tutela e valorizzazione dell’area archeologica, tra le più importanti del palermitano e dell’intero comprensorio. In quest’ottica la Soprintendenza sta realizzando, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Comunità Europea (Por 2000-2006), oltre ad alcune indispensabili attività di restauro delle strutture archeologiche e degli apparati decorativi ad esse connesse, anche una serie di opere, in corso di definizione, per dotare l’area archeologica delle infrastrutture necessarie alla fruizione e funzionali a riqualificare, sotto il profilo ambientale, le zone immediatamente circostanti la città antica. . |
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FAÏENCE: 100 ANNI DEL MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE (MIC) IN FAENZA, IN MOSTRA A MILANO |
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Milano, 14 luglio 2008 - nelle Sale Viscontee del Castello Sforzesco fino al 2 settembre si può visitare la mostra Faïence: 100 anni del Museo Internazionale delle Ceramiche (Mic) in Faenza, che rappresenta, attraverso la campionatura di oltre cento opere, l’identità di un museo nato nel 1908 e istituito nel 1913 per volontà di Gaetano Ballardini che ne fu direttore fino al 1953. L’occasione offerta dal suo centenario nel 2008 non è ovviamente solo celebrativa. Basterebbe il suo carattere unico di grande museo mondiale dedicato alla ceramica, dall’antichità alla contemporaneità fra Occidente e Oriente per costituire materiale di per sé singolare. La mostra è una rievocazione della storia della sua origine e dei suoi progressivi arricchimenti fino all’oggi, finalizzata alla valorizzazione della ceramica come linguaggio espressivo dell’arte di tutti i tempi e di tutti i popoli. Se fino al secolo Xix essa è stata produzione funzionale ad usi disparati, dal decorativo alla pompa, dall’arredo al sacro, dal Novecento si è fatto sempre più intenso il suo carattere di mezzo espressivo al pari di altre materie e materiali tradizionalmente connessi al fare artistico, e ciò con la tecnica e la tecnologia specifiche che le appartengono. La mostra, curata da Jadranka Bentini, Direttore del museo faentino; è un viaggio che ripropone, attraverso la scelta di oggetti e opere di grandissima qualità, la produzione dell’arte della terra e del fuoco conosciuta come ceramica, ma declinata in formule specifiche a seconda della loro costituzione e del loro uso: maiolica, terraglia, porcellana, grès ecc. Piccoli e grandi capolavori, dal Rinascimento ad oggi, attesteranno la vitalità della ceramica e degli artisti che l’hanno realizzata, nella catena produttiva del loro farsi come nelle aree manifatturiere di appartenenza, in primis quella faentina che ha dato il nome universalmente accolto a definire la maiolica: “faїence”. Storia di un museo unico, storia di una tradizione che da artigianato artistico si fa arte a tutti gli effetti, storia di un lavoro che da manuale e di gruppo ristretto si fa industriale e allargato ad applicazioni diverse: queste le coordinate della esposizione la cui realizzazione è un’occasione che viene offerta dal Comune di Milano, dopo l’edizione romana allestita presso la Biblioteca della Camera dei deputati nel Palazzo del Seminario. L’iniziativa è realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e della Sacmi. Il catalogo è edito da Allemandi. Www. Micfaenza. Org . |
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"BERTOZZI & CASONI" NULLA È COME APPARE. FORSE. UNA BELLA MOSTRA A MILANO |
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Milano, 14 luglio 2008 - A Milano il 5 luglio 2008, nelle sale Viscontee del Castello Sforzesco è stata inaugurata la mostra di "Bertozzi & Casoni", società in nome collettivo fondata nel 1980 a Imola da Giampaolo Bertozzi (Borgo Tossignano, Bologna, 1957) e da Stefano Dal Monte Casoni (Lugo di Romagna, Ravenna, 1961). Appena terminati gli studi all’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza, Bertozzi e Casoni partecipano alle manifestazioni che tentano di mettere a fuoco i protagonisti e le ragioni di una “nuova ceramica”. I primi momenti espositivi avvengono con “Il Lavoro felice” del 1980, “Faenza ‘82. Il primato dell’artista” del 1982 e “La nuova ceramica” dello stesso anno. Abilità esecutiva e distaccata ironia caratterizzano già le loro prime creazioni in sottile maiolica policroma. Importante è la collaborazione con la Cooperativa Ceramica di Imola dove collaborano come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica. Negli anni Ottanta e Novanta il virtuosismo esecutivo raggiunge nuovi apici tra opere scultoree, intersezioni con il design e realizzazioni di opere di affermati artisti italiani ed europei: Arman e Alessandro Mendini, tra gli altri. Del 1993 è il grande pannello Ditelo con i fiori collocato su una parete esterna dell’Ospedale Civile di Imola. Negli anni Novanta emerge nel loro lavoro un aspetto maggiormente concettuale e radicale: la ceramica assume dimensioni sempre maggiori fino a sconfinare nell’iperbole linguistica e realizzativa. La critica e le più importanti gallerie d’arte nazionali e internazionali si interessano al loro lavoro. Sperone Westwater e Cardi diventano gallerie di riferimento privilegiato con mostre in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Le loro sculture, simboliche, irridenti e pervase da sensi di attrazione nei confronti di quanto è caduco, transitorio, peribile e in disfacimento sono diventate icone, internazionalmente riconosciute, di una, non solo contemporanea, condizione umana. L’ironia corrosiva delle loro opere (il Bambi disneyano sulla tanica di benzina con bomba a mano, la scimmia albina con pala per il pattume seduta su un tavolo di Saarinen ricoperto da una crinolina, i vassoi con gli avanzi di un pasto, il teschio con palle di Natale decorate con scene erotiche orientali) è sempre controbilanciata da un inossidabile perfezionismo esecutivo. Tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, Bertozzi & Casoni indagano i rifiuti della società contemporanea non escludendo quelli culturali: sia quelli del passato che quelli delle tendenze artistiche a noi più vicine. Icone quali la Brillo box passata al vaglio della Pop Art o le lattine di Merda d’artista di Piero Manzoni trovano, in una raffinata versione ceramica che ne indaga l’obsolescenza, sia i segni di un tempo irrimediabilmente trascorso sia un congelamento in assetti che, per converso, li affidano a destini davvero immortali. Negli anni Duemila, Bertozzi & Casoni abbandonano l’uso della maiolica per privilegiare, in una sorta di rinnovata “epopea del trash”, l’utilizzo di materiali ceramici di derivazione industriale che accrescono il potere ipnotico dei loro lavori divenuti tecnicamente perfetti, ben oltre i risultati, già eccezionali, precedentemente acquisiti. Nel 2007 espongono a Cà Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, tre grandi opere in concomitanza con la Biennale: Composizione in bianco (un orso bianco a grandezza naturale realizzato in un solo pezzo che trascina su un pack di diciotto metri quadrati i resti di un pasto a spese di una spedizione artica), Le bugie dell’arte (un Pinocchio che, tramutatosi in bimbo, è divenuto anche scheletro e paradossalmente immortale come sottolinea la patinatura in oro) e Composizione e scomposizione (una serie di pannelli scatolari con uno sviluppo di oltre sette metri lineari che contengono una fitta serie di immagini dalle più varie provenienze sormontate da un coacervo di tubazioni tanto illogiche quanto ancora dedite alla loro funzione di alimentazione, in questo caso estetica). Bertozzi & Casoni espongono i loro lavori più recenti, come Morte al bar o Riflessione della morte: grande composizione con tre tavolini da bar ricoperti da rifiuti e una Morte con scheletro in argento seduta con a fianco la falce, suo quotidiano strumento di lavoro. La Morte riflette, con riferimenti alla Melencolia I di Albrecht Dürer, su se stessa e sul proprio operato. Altre due opere, Tavolino con vaso e due versioni della Brillo box, completano questa prima installazione. Una sala è dedicata alle “sparecchiature”: cestini e vassoi ricolmi di rifiuti e resti di pasti ma anche di mirabili fiori stranamente freschi e vivi. Il tutto in una versione ceramica estremamente attenta a riportare le più sottili e minime caratterizzazioni della realtà (si notino i gusci d’uovo diversamente pigmentati e colorati) come capace di rinvenire anche in questi scarti i segni della bellezza. Opera particolarmente impegnativa sia per dimensioni che per complessità e ricchezza iconografica è Scheletro con tagliaerba. Ultima versione di un tema indagato fin dagli anni novanta con Madonna con il tosaerba, Evergreen e Scegli il Paradiso, l’opera raffigura una scheletro in argento massiccio nell’atto di tosare un prato di magnifici fiori che cresce su una grande zolla dalla quale spuntano, in chiave di moderna archeologia, rifiuti e oggetti gettati. Tra ammonimento e disincanto gli artisti si dedicano con pari impegno a fare coesistere sullo stesso piano, e con la medesima attenzione formale, oggetti e temi della più varia origine innescando spiralici meccanismi di pensiero mai definitivi ma sempre fortemente interrogativi. Infine tre grandi opere: Cicogne su cassette da frutta, alta oltre tre metri, Cassette pronto soccorso con alveare, con uno sviluppo orizzontale di tre metri e Composizione - Scomposizione, sette pannelli che, composti, occupano una parete di oltre dodici metri quadrati. Sfidando convenzioni linguistiche e le tradizionali possibilità di un materiale quale la ceramica, Bertozzi & Casoni sanno, comunque, far sottacere i dati della ricerca tecnica a favore di un dispiegamento formale e visivo di estrema naturalezza. Con Bertozzi & Casoni una delle grandi vie dell’arte della ceramica del novecento, la scultura tout court, trova, dopo Arturo Martini, Angelo Biancini, Leoncillo, Lucio Fontana e Fausto Melotti, nuove, inedite possibilità. La mostra, che a Milano si concluderà il 2 settembre, vedrà come sede anche il Museo Intenazionale delle Ceramiche in Faenza a partire dal 19 settembre 2008 all’11 gennaio 2009. - www. Micfaenza. Org . |
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GAL AKIRIS E GLI ITINERARI NELLA STORIA, PROFUMI E SAPORI |
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Potenza, 14 Luglio 2008 - Il Gal Akiris ha programmato, per oggi alle ore 11, preso la Sala Sinni - Regione Basilicata a Potenza, una conferenza stampa di presentazione del progetto di animazione territoriale “Itinerari nella storia, nei profumi e nei sapori della Valle dell’Agri e dell’Alto Sauro” (Misura 4. 14 del Por Basilicata: Sostegno ai partenariati rurali). Il Progetto, nel perseguire la valorizzare delle peculiarità naturalistiche, storico-culturali ed enogastronomiche del territorio, ha puntato anzitutto a sviluppare la professionalità in termini di risorse umane dell’area: l’obiettivo è quello di specializzare potenzialità emergenti in un settore di importanza cruciale per la Val d’Agri quale quello dell’animazione, al fine di dare continuità ad un certo tipo di iniziative con prospettive interessanti in termini occupazionali. Individuato il team di animatori da coinvolgere il progetto “Itinerari nella storia, nei profumi e nei sapori della Valle dell’Agri e dell’Alto Sauro”, si è andato dipanando in modo progressivo. Dopo una prima fase di formazione volta a specificare e contestualizzare le attività da mettere in campo, le professionalità selezionate hanno avuto modo di essere attivamente coinvolte nei progetti di animazione programmate dal Gal Akiris. Il primo obiettivo perseguito è stato quello di realizzare una calendarizzazione degli eventi estivi del territorio, in accordo con le amministrazioni locali, in modo da evitare sovrapposizioni e garantire un’offerta più variegata e maggiormente fruibile dal punto di vista dei flussi turistici, da integrare, nell’ottica della destagionalizzazione, con la progettazione e la realizzazione di altri eventi ex – novo. Realizzato il programma, si è proceduto a mettere in atto un piano di comunicazione, al fine di promuovere al meglio le attività svolte; i media utilizzati sono stati: poster 6 x 3, spot radio, sito internet (www. Galakiris. It), pubblicità dinamica (vela itinerante), inserzioni pubblicitarie su testate nazionali e locali, manifesti, volantini, locandine. La programmazione delle attività ha già visto lo svolgimento di alcune manifestazioni, come la “Festa della Montagna e della Mietitura”, Domenica 15 Giugno c. Da Rimintiello, Moliterno, volta a recuperare e valorizzare scorci della cultura contadina tradizionale, l’evento “Domenica ti porterò sul Lago”, Domenica 29 Giugno Lago del Pertusillo – Montemurro, organizzato in funzione di promuovere lo sport ed il tempo libero in correlazione con dinamiche ambientaliste e di conoscenza del territorio, o ancora l’iniziativa “Realizzazione della campagna di orientamento alimentare”, le cui finalità sono quelle di “educare” i ragazzi a preferire i prodotti naturali e tipici della propria terra, coinvolgerli nelle fasi di produzioni e lavorazione e a sensibilizzarli al contatto con la natura. Essenziale in tal senso il contributo di Coldiretti Basilicata, partner operativo dell’intero progetto. In programmazione ci sono altre due importanti eventi: “Il Bosco che vorrei - Emozioni tra Arte e Natura” - Sabato 19 e Domenica 20 Luglio Bosco Maglie – Grumento Nova, programmato per un’intensa immersione, da parte dei visitatori, in un contesto fatto di cultura e natura e la “Festa della Mela”, Domenica 21 Settembre a Tramutola, evento che ha l’obiettivo di valorizzare questo prodotto tipico emergente e dalle grandi potenzialità. “La conferenza stampa di lunedì sarà, dunque, l’occasione, da un lato per promuovere il calendario degli eventi e quelli più prossimi in esso contenuti, e dall’altro sottolineare la concretezza delle azioni messe in campo, anche e soprattutto attraverso la valorizzazione delle risorse umane del territorio” dichiara il Presidente del Gal Akiris Angela Latorraca. . |
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MONDIALFOLK: A COREDO LE TRADIZIONI, I COSTUMI LE MUSICHE E LE DANZE DEI POPOLI |
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Trento, 14 luglio 2008 - Il festival delle tradizioni popolari giunge alla nona edizione. Coredo, in Val di Non, si prepara ad accogliere da sabato 12 a domenica 20 luglio, i gruppi e le delegazioni provenienti da Armenia, Russia, Corea, Benin, Perù Venezuela e India. Sono in programma mostre, esibizioni, spettacoli, momenti di reciproca conoscenza per dare voce all’espressione più genuina della cultura popolare. Quest’anno è coinvolto anche il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige che dal 15 al 19 luglio ospiterà alcuni eventi legati alla manifestazione. Questa mattina, nella sala stampa della Provincia, la presentazione del programma con l’assessore Franco Panizza. “La collaborazione con il Museo – ha detto l’ assessore all´artigianato, cooperazione e trasporti Franco Panizza – sottolinea il forte legame che esiste tra folklore e cultura. Anche quest’anno il festival si conferma uno straordinario strumento di conoscenza dell’identità dei popoli che vi partecipano”. “La partecipazione a questa manifestazione – ha detto il direttore del Museo Giovanni Kezich – ci interessa e stimola particolarmente perché lo studio del folklore è nel Dna stesso del nostro museo ed era uno dei grandi interessi del nostro fondatore, Giuseppe Šebesta. Noi, che siamo collocati in valle rispetto a Coredo, saremo un po’ il campo base di un’iniziativa che trova una collocazione ideale anche nei nostri spazi”. Il programma: Sabato 12 Luglio Apertura del 9° “Festival Altopiano Predaia Trentino Mondial Folk”. Ore 10. 00 presso Casa Marta. Le autorità locali incontrano le delegazioni di tutti i gruppi. Presentazione alla stampa. Ore 11. 30 presso Casa Marta, apertura Ufficiale del Museo Dei Costumi Popolari E Folclorici Dal Mondo. Ore 21. 00 Esibizione Folk Internazionale. Domenica 13 Luglio ore 10. 00 Santa Messa celebrata nella Chiesa Parrocchiale e animata dal Coro Alpino Sette Larici. Ore 21. 00 Esibizione Folk Internazionale. Lunedì 14 Luglio Giornata Itinerante Per La Pace “Uniti dal folklore per la pace nel mondo”. Ore 21. 00 Grande Spettacolo Folk Internazionale con la partecipazione di tutti gruppi Ore 23. 30 Fiaccolata Per La Pace. Lungo le vie del paese si canterà e si danzerà insieme per la Pace nel mondo. Martedì 15 Luglio ore 21. 00 Esibizione Folk Internazionale. Mercoledì 16 Luglio ore 21. 00 Esibizione Folk Internazionale. Giovedì 17 Luglio ore 21. 00 Esibizione Folk Internazionale. Venerdì 18 Luglio ore 21. 00 Esibizione di Folk Internazionale. Sabato 19 Luglio ore 21. 00 Esibizione di Folk Internazionale. Domenica 20 Luglio ore 18. 00 Santa Messa per Padre Lino Deromedis, celebrata nella Chiesa Parrocchiale di Tavon con la partecipazione di un gruppo Folk. Ore 21. 00 Esibizione di Folk Internazionale in chiusura del 9° “Festival Altopiano Predaia Trentino Mondial Folk”. . |
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