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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Gennaio 2009
LE MASCHERE TRADIZIONALI TRENTINE IN MOSTRA A ZAGABRIA  
 
“È con la riscoperta delle identità e delle tradizioni che si può costruire l’Europa di domani: l’orgoglio dei propri costumi, infatti, è fondamentale per creare un’Europa dei popoli e delle persone”. Con questa riflessione l’assessore provinciale alla cultura Franco Panizza ha inaugurato nei giorni scorsi a Zagabria la mostra itinerante “Karnival King of Europa – Carnevale, Re d’Europa”, organizzata dal Museo degli usi e costumi della gente trentina di San Michele all’Adige. Alla cerimonia d’inaugurazione sono intervenuti, accanto all’assessore Panizza, Damodan Frlan, direttore del Museo Etnografico di Zagabria, Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Melena Pavicic Vukivecic, assessore alla Cultura del Comune di Zagabria e Nina Obuljen, segretario di Stato croato, responsabile delle politiche culturali presso il Ministero della Cultura. I colori delle maschere tradizionali trentine hanno fatto irruzione in una Zagabria coperta di neve: il Carnevale trentino ha colorato l’inverno croato, con la mostra “Carnival King of Europe”, un’iniziativa del Museo degli usi e costumi della gente trentina che ha coinvolto cinque paesi europei. Italia, Croazia, Francia, Macedonia e Bulgaria: cinque nazioni diverse, eppure accomunate da un retroterra culturale che si riscopre attraverso il rito del Carnevale. Il Carnevale, qui, diventa rituale che richiama la fertilità dei campi, dove la prorompente forza della natura che si risveglia viene incarnata in maschere ora sgargianti, ora inquietanti: spiriti del gregge e della selva, esseri spaventosi, schiamazzanti e questuanti che, rappresentati dai figuranti, coinvolgono l’intera comunità in riti che appartengono ad una cultura mitteleuropea che va oltre i confini nazionali, dai Pirenei alle Alpi, dalla Boemia all’Italia insulare. E proprio questi costumi, queste maschere, ma anche filmati e documentazione fotografica, dopo essere stati esposti presso il Museo di San Michele all’Adige, sono giunti a Zagabria, nel Museo Etnografico Nazionale, che fu di ispirazione a Giuseppe Šebesta, il grande trentino di origine boema, che diede vita al museo etnografico della nostra regione. “È attraverso la riscoperta di queste identità e tradizioni – ha ricordato l’assessore Panizza in occasione della cerimonia di inaugurazione – che si può costruire l‘Europa di domani: l’orgoglio delle proprie tradizioni, dei propri costumi è fondamentale per creare un’Europa di popoli e persone. ” La mostra ha preso vita quando i Matòci e gli Arlecchini di Valfloriana, giunti appositamente a Zagabria, hanno dato inizio alla cerimonia, riempiendo di scampanii e grida le austere scale ottocentesche del museo, seguiti dai colorati e rumorosi Lachè di Romeno. A chiudere la cerimonia gli Zvoncari di Fiume/rijeka: tradizione lontane, eppure così simili. “Carnevale Re d’Europa – ha detto Giovanni Kezich – punta a mettere in luce una piccola e tuttavia inoppugnabile verità dell’etnologia, e cioè che le manifestazioni del Carnevale, i riti mascherati per la fertilità dei campi e la prosperità dei popoli, rispondono ai dettami di una radice culturale comune, di una stessa liturgia, di una stessa ideologia magico religiosa, apparentemente camuffata nel contesto culturale dominante, che appare essere un tema unificante in tutta l’Europa rurale”. Dopo Zagabria, la mostra si sposterà in Ungheria, in Macedonia ed in Francia, toccando così tutti i cinque paesi che hanno dato vita a questa importante ricerca nata a San Michele ed oggi protagonista in Europa. .  
   
   
“FEBBRAIO DI STOFFA” CON TRAPUNTE PATCHWORK E BAMBOLE  
 
Con il primo martedì del prossimo mese ripartono i corsi del Laboratorio di Cucito Creativo del Parco Cinque Terre: per imparare le tecniche base del patchwork e l’arte delle bambole in stoffa. Se desiderate dare un gusto retrò alla casa creando una colorata trapunta fatta a mano come facevano le nostre nonne che, spinte dalla necessità di recuperare tutto il recuperabile, trasformavano ritagli e avanzi di tessuti in spesse e pesanti coltri, o se volete rievocare l’incanto e l’innocenza del mondo di Holly Hobbie - nato nel 1944 dalla penna dell’omonimo scrittore e illustratore americano – dando vita ad una tenera bambola di stoffa, è arrivato il vostro momento. Dal 3 febbraio, gratuitamente e senza vincoli di frequenza per tutti i martedì pomeriggio del mese, il Laboratorio di Cucito Creativo del Parco Cinque Terre organizza due corsi ad hoc grazie ai quali apprendere le tecniche di base del patchwork – partendo dalle famose “nove toppe” per giungere alla realizzazione di un “hivery country” dal fascino senza tempo – o imparare a realizzare le morbide bambole di stoffa che facevano compagnia alla bambine di qualche anno fa. «Recuperare le tradizioni passate e gli antichi mestieri – spiega Stefania Gasparini, docente dei corsi e responsabile del Laboratorio di Cucito – è una delle priorità dell’Ente Parco e il motivo per cui nel 2004 è nato il laboratorio. Tanto meglio se questo nobile obiettivo diventa per noi un piacevole momento di socializzazione e di riscoperta di una manualità che rischiamo di perdere». Bambole e trapunte in patchwork, un tuffo nel passato per regalare all’oggi dolci nostalgie. Per maggiori informazioni e/o iscrizioni: 328/1749157 stefaniadolls@alice. It .  
   
   
QUANDO IL GHIACCIO DIVENTA ARTE  
 
A S. Martino di Castrozza il ghiaccio diventa arte grazie ad un evento capace di trasformare la rinomata località dolomitica in un grande laboratorio all’aria aperta. Ciò avverrà grazie alla 6ª edizione del Simposio Internazionale di sculture su neve, in programma dal 25 gennaio al 1° febbraio. Sarà l’occasione per vedere all’opera scultori professionisti, provenienti da tutto il mondo, che si ritroveranno ai piedi delle famose Pale di S. Martino per creare delle gigantesche opere d’arte bianche. Il pubblico potrà seguire in diretta i lavori e partecipare alla votazione che eleggerà la più suggestiva. A valutare questi monumenti saranno sia i turisti, che si esprimeranno tramite apposite schede, sia una giuria tecnica. Alla manifestazione partecipano appunto dieci squadre provenienti da Italia, Bulgaria, Stati Uniti, Russia, Canada, Francia, Estonia ed Olanda, ognuna composta da due, tre o quattro artisti che di solito scolpiscono marmo, legno o altri materiali e che in Trentino si cimenteranno con la neve, un materiale solo apparentemente facile da lavorare e modellare. Spazio dunque alla creatività e alla fantasia di questi maestri, che avranno carta bianca sul soggetto da creare. Negli anni scorsi si sono potute ammirare opere fra di loro molto diverse: dall’angelo con una candela in mano capace di illuminargli il volto, al giullare medievale. Info: www. Sanmartino. Com .  
   
   
IO SONO TUTTE LE PERSONE CHE HO INCONTRATO DI FRANCESCO ATTOLINI FLUSSI DI MEMORIE, EMOZIONI DANZANTI, CONDIZIONI DI PASSAGGIO...  
 
Milano - Inaugura sabato 24 gennaio alle ore 15 la Mostra di Video arte "Io sono tutte le persone che ho incontrato" dell´artista pugliese Francesco Attolini. Un viaggio attraverso il concetto di identità che prende l´avvio dalla prestigiosa Galleria San Lorenzo di Milano, per portare lo spettatore attraverso il proprio lato oscuro e quello dell´artista. Nei volti dell’altro, Attolini disperde il proprio volto, e nei luoghi più lontani egli ritrova inaspettatamente se stesso. Come in una carezza o in un sorriso del tutto inattesi, a viso aperto, senza intenzioni oblique, che dall’identificazione levino il sospetto del sopruso, della barriera, dell’ostacolo. Un appuntamento imperdibile per chi - sperimentando un’innovativa forma d’arte – vuole, ed è capace, di perdersi dentro se stesso: “Io sono tutte le persone che ho incontrato" di Francesco Attolini. Numeri della mostra: 3 Memori Box; 22 Opere audiovisive; 97 Still; 9 giorni per un unico percorso. Testi di Andrea Sartori (scrittore e saggista); Io sono tutte le persone che ho incontrato. Dell’identità non si può fare a meno, sebbene essa possa anche apparire un atto – ora sottile, ora marcato – di violenza. Se da un lato non si può essere se stessi, senza avere la coscienza di una certezza intima, dall’altro lato identifichiamo chi ci sta accanto apponendogli sulla fronte un marchio di riconoscimento, che ne fissa e ne costringe univocamente, come un pregiudizio, o un’etichetta, le potenzialità visibili ed invisibili. Il «chi» dell’identità è tanto necessario quanto fastidioso: un limite, ma anche una condizione per esercitare la pro- pria libertà, la consapevolezza di sé. Lo sguardo esercitato dal video-artista Francesco Attolini negli ultimi nove anni, sembra sciogliere con naturale leggerezza il peso di questa contraddizione, nella quale l’identità del «sé» adombra anche istanze nascoste ed in- quietanti, da cui altri sguardi, altre riprese, si fanno all’op- posto suggestionare. Quella di Attolini, non è d’altro canto una semplice rimozione del lato oscuro che contrappunta i processi di identificazione, ma una gestualità visiva che rovescia i chiaroscuri nel ritmo delle immagini, nella linearità dinamica delle superfici. Egli, con le sue opere, vuole dirci esattamente questo: «io sono tutte le persone che ho incontrato», nulla di più, ma neppure nulla di meno. Nei volti dell’altro, Attolini disperde il proprio volto, e nei luoghi più lontani egli ritrova inaspettatamente se stesso. Come in una carezza o in un sorriso del tutto inattesi, a viso aperto, senza intenzioni oblique, che dall’identificazione levino il sospetto del sopruso, della barriera, dell’osta- colo. Il ricorso a primi piani, a partire da quelli dei Selfpotraits, indica la volontà di fissare i volti senza catturarli in schemi predefiniti, cogliendoli in un faccia a faccia senza filtri. Nel- le relazioni di prossimità, oltre a quanto tradisce il naturale pudore, non c’è nulla da nascondere. Respect è allora l’unico vincolo delle relazioni dirette in cui si strutturano le identità degli individui: un vincolo etico, non una coartazione. Un vincolo universale quanto un semplice respiro, eppure altrettanto fondamentale. Il tema ricorrente del bacio – Kisssik, ma anche The first Kiss – richiama appunto la necessità di uno stile che non ha bisogno di sovrastrutture concettose, men che meno d’insondabili ed oscuri abissi, per accedere alla purezza del propria esecuzione. I volti che si susseguono in Gli angeli di San Pietroburgo, alter- nati ad immagini di vita quotidiana, stanno tutti anch’essi nella luminosità della loro forma, quasi fossero dei chiari di luce nel bel mezzo di un accidentato tracciato urbano. Il rapporto con la città, con i luoghi, è l’altro aspetto di un’identità che scaturisce dall’incontro, essendo la trama cittadina – anche disabitata, come in Paesi fantasma – lo spazio in cui le identità si guardano, si toccano, comunicano, fino al punto di trasfigurarsi l’una nell’altra, l’una dentro l’altra – Estetica della disparizione. L’identità vive allora grazie al proprio essere un crocevia da sempre con- segnato ad una Condizione di passaggio, ad una caducità inafferrabile, ben resa dallo sguardo acceso sui quotidiani spostamenti di un uomo in metropolitana. O sulle figure intermittenti, come disturbate dalle luci di un neon guasto, di Benedetta’s pig. O ancora sugli entusiasmi di un gruppo di attori e registi che, discutendo delle proprie vite fuori sede, trapassano l’uno nei progetti dell’altro, l’uno nei film dell’altro, come in Bruxelles. Il posto dell’anima. Il volto e la città parlano entrambi, accogliendo in vario modo gli individui, d’una volontà di comunicare, di esprimere, di lasciare una traccia, un segno: il che accade all’uomo possibile, anzi, «esistibile», di 27, che scrive la sua città nei passaggi comuni di un edificio di periferia, portando l’intelligibilità del senso, e la varietà dei colori, là dove sembra esserci solo un rugginoso e malinconico grigiore. La traccia lungo la quale l’identità insegue se stessa, senza rassegnarsi a sopprimere il proprio poter-essere, è d’altra parte non solo traccia scritta, ma anche vocale, fonica, come quella lasciata nella gracchiante segreteria telefonica di Fine messaggi. L’identità caleidoscopica dell’io non potrebbe tenersi insieme, essere un racconto unitario, se non si distendesse lungo una storia, tra eventi individuali e collettivi, lieti e tragici, componendo la distensione della memoria e degli anni. Una memoria, in questo caso, sportiva e giocosa, sebbene colta in contesti diversi: quello dell’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola – Imola Mon Amour – e quello, agro e tragico, degli orrori dello stadio di Sarajevo – Sarajevo Stadion Balkanika. Anche quando tocca il tema della guerra, lo sguardo di Attolini non dismette le sue peculiarità, e non cessa di essere simile a quello del bambino rom di Ciao mistèr, che nel campo nomadi alle porte di Bari, per i suoi sentieri polverosi, esercita la propria curiosità. Un luogo, il campo nomadi, che accoglie ma anche limita il «sé» del bambino, identificandolo come «altro» dal cittadino integrato, senza però poterlo privare della gioia di giocare a palla, e d’interrogarsi sorridente su chi incontra. Biografia Francesco Attolini nato a Bari; artista, video maker e scenografo, vive e lavora tra Milano e San Pietroburgo da 5 anni. Dal 1998 al 2003 è a Bruxelles, dove si forma artisticamente all’Académie Royal de Beaux Arts. Dopo la borsa Erasmus, frequenta un master in teorie e pratiche dell’audiovisivo, e si laurea a Bari in Scenografia nel 2000. Tornato a Bruxelles, vince lo stage in Commissione Europea per il progetto Media Plus, e realizza le prime opere video, tra le quali spicca “Fine Messaggi”, presentato in occasione dell’ Expo Acà, sempre nel 2000. Ora è responsabile ed ideatore del Norman Medialab, e da maggio 2007 creative director di Mandarino, house horgan del Gruppo Norman, oltre che responsabile dell’Osservatorio Brain (Ob) di San Pietroburgo dal 2007. Apprezzato dalla critica internazionale per aver vinto il Festival di Torino, premio Luci di Brindisi con il video “Ciao Mistèr” nel 2002. Sempre con “Ciao Mistèr” vince nel 2003 il premio Tele + Grigio e Canal Plus, e nel 2004 il premio della critica al Festival dei Corti di Bari, “Città Plurale”. 2005 è l’anno della consacrazione a Milano dove espone 3 opere video nella metropolitana di Milano nell’ambito della mostra d’arte Galleria in Galleria diretta da Giacinto di Pietrantonio. Sempre nel 2005 con il Museo d’arte Paolo Pini partecipa al Miart con l’opera Mapperotte. Tra il novembre 2005 e il febbraio 2006 espone alla Triennale di Milano l’opera video 27. Nel 2007 e nel 2008 vince per due anni di fila il festival d’arte internazionale d’arte di San Pietroburgo “Master class” con le opere video “Balkanika” e “Gli angeli di San Pietroburgo”. Balkanika viene selezionata anche nell’ambito di Paratissima 2007. Nell’ottobre del 2008 espone nell’ambito del progetto “stopbreatherespect” l’opera immobility con l’artista Fabio Pietrantonio. L’opera di Attolini è quotata ora dall’azienda leader nel settore delle istituzioni artistiche europee Haunce of Venison, membro a sua volta di Christie. Sempre nel 2008 con Gli angeli di San Pietroburgo partecipa ancora a Paratissima. .  
   
   
MAMMA MIA DAL 22 APRILE AL 3 MAGGIO  
 
Ambientato in una piccola isola greca, “Mamma Mia!” racconta la storia di una ragazza che, alla vigilia del suo matrimonio, desidera sapere chi è suo padre: sbirciando nel diario segreto della madre, scopre che i possibili padri sono in realtà tre e li invita alle nozze, ovviamente all’insaputa della madre che, trovandosi a sorpresa i tre ex fidanzati nel giardino della locanda che gestisce sull’isola, non può che cantare “Mamma Mia! Here I go again”, ossia “Mamma Mia! Comincia tutto di nuovo”. Da qui inizia una travolgente serie di irresistibili e divertentissimi equivoci, che accompagnano i protagonisti all’altare e ad un lieto fine, capace di elettrizzare tutto il pubblico presente in sala. Lo spettacolo, che andrà in scena a Trieste nell’edizione originale diretta da Phyllida Lloyd, avrà un cast di 31 elementi con orchestra dal vivo e sarà presentato con sopratitoli in italiano. Per il teatro si tratta di una produzione molto impegnativa: lo spettacolo viaggia infatti su nove tir e richiede ben tre giorni di preparazione. .  
   
   
SALE&PESCE LA MANIFESTAZIONE DI ANDORA DEDICATA AL PESCATO E ALL’ENOGASTRONOMIA  
 
 Sabato 23 maggio alle ore 10. 00 ad Andora, in provincia di Savona, sarà inaugurata la quinta edizione di Sale&pesce, la manifestazione voluta dal Comune di Andora per valorizzare gli elementi fondamentali della cultura gastronomica del territorio: il pesce ed i prodotti salati da abbinare alle pietanze di terra e di mare. Sale&pesce è una Rassegna gastronomica di due giornate che tende a valorizzare la città di Andora e le attività commerciali attraverso due aspetti che caratterizzano il suo territorio: il mare e l’entroterra. La Rassegna consiste in un percorso gastronomico nel quale le produzioni locali si intersecano con quelle provenienti da altre Regioni Italiane, creando l’interazione di sapori e profumi mediante spazi espositivi nei quali il prodotto (salato e ittico) viene valorizzato. Sale&pesce si svolgerà presso il porticciolo turistico di Andora. La Rassegna è costituita da: una mostra espositiva i prodotti esposti appartengono al mondo gastronomico del salato e del pesce. Ad esempio i formaggi, la focaccia che si abbineranno con conserve salate, specialità sottolio a base di pesce, pesce fresco, prelibatezze come il tonno di Carloforte e il tonno di Favignana, ecc. Non mancheranno i prodotti che si possono abbinare con il pesce e il salato, come ad esempio il basilico, l’aglio, l’olio, le erbe aromatiche. Inoltre sarà allestito un settore dedicato ai servizi per i pescatori e per il turismo legato alla nautica. Tra gli espositori di questo nuovo settore ci saranno aziende produttrici e rivenditrici di accessori per la nautica. Gli eventi collaterali all’esposizione - Enogastronomia e non solo! “Fish Corner” a cura dell’enogastronomo Virgilio Pronzati. Durante l’incontro tematico si parlerà di pesce e tradizioni gastronomiche liguri. Ma soprattutto di parlerà: degli errori in cucina e di cosa non si deve fare con il pesce! durante le due giornate di manifestazione sono previsti una serie di eventi collaterali legati alla pesca: tornano “Il Mercato del pesce e la visita ai pescherecci”, momenti collaterali all’esposizione già molto graditi dal pubblico durante le scorse edizioni. Eventi collaterali all’esposizione legati al mare e alle immersioni. Il pubblico potrà partecipare a lezioni di diving, convegni dedicati al mare, attività legate alla nautica, visitare il santuario dei cetacei ed altre attività che accentueranno il forte legame tra il territorio ed il mare. Tra queste attività segnaliamo: la possibilità di fare immersione con l’attrezzatura da palombaro, le dimostrazioni d’uso di antiche attrezzature da palombaro, il battesimo subacqueo per adulti e bambini a cura del Sport 7 Diving Club di Andora ed altre attività che metteranno a stretto contatto il pubblico con il mare. Novita’ 2009 Nautica & Food. Le aree espositive saranno ampliate con un settore dedicato alla piccola nautica da diporto (imbarcazioni di piccole dimensioni) ed un settore dove si potrà degustare il pesce nella versione non solo fritto –come nelle scorse edizioni-, ma anche alla griglia, in zuppa e abbinato al famoso pesto di Andora. Oltre al Fish corner e alla Sala Meeting del mare Sale&pesce sarà allestita la Sala laboratori di cucina Sale&pesce. Naturalmente la sala sarà animata da corsi di cucina a base di pescato ligure. Al Basilico, il Re delle Erbe Aromatiche (utilizzato per cucinare le migliori specialità gastronomiche liguri), verrà dedicato uno spazio di rilievo, avendo la città di Andora il primato di produzione del basilico in Liguria. Per tutti i visitatori si terrà la quinta edizione della caccia al tesoro “Cattura il Sapore”. Il gioco condurrà i partecipanti alla ricerca del “tesoro “ attraverso un circuito cittadino che porterà alla scoperta di Andora. Il pubblico potrà, inoltre, degustare “Andora nel piatto”, Menù dedicati a Sale&pesce che si potranno degustare presso i ristoranti andoresi. Presso l’infopoint della manifestazione sarà possibile avere l’elenco dei ristoranti che aderiscono all’iniziativa, che saranno on-line sul sito www. Saleepesce. Org .  
   
   
SULLE TRACCE DEL LUPO  
 
Promappennino organizza domenica 25 gennaio nella suggestiva atmosfera del Parco del Frignano (Mo) un´ escursione sulla neve alla ricerca delle tracce lasciate dal lupo. Sarà inoltre possibile ammirare una spettacolare veduta di faggete e abetaie e gustare un bel piatto di polenta fumante. Un´esperienza divertente per grandi e piccoli. Info: 328 9376048 - www. Escursioniemiliaromagna. Com .  
   
   
UN FESTIVAL PER LA FAMIGLIA  
 
Il Gabibbo, Povia e Cristina d’Avena. Non sono gli ospiti di una trasmissione tv targata Rai o Mediaset, ma i protagonisti del Family Festival, che dal 18 al 25 gennaio animerà l’Altopiano della Paganella. Sport, intrattenimento e tanto divertimento, sfruttando anche la presenza di volti noti del piccolo schermo, sono gli ingredienti gustosi della manifestazione. Ad inaugurarla, nel pomeriggio di lunedì 19 gennaio, sarà la fiaccolata di benvenuto in località Laghet, che condurrà fino a Piazza Dolomiti, dove verrà acceso il Falò dell’Amicizia. Alle 21. 15 l’appuntamento è presso il Palacongressi di Andalo con la presentazione ufficiale della rassegna, che avrà come prima ospite la cantante Cristina d’Avena, capace con la sua voce di firmare le sigle dei più importanti cartoni animati. Il calendario del festival è ricchissimo ed in grado di coinvolgere tutti, bambini e genitori, grazie ad un’attività a 360°. Lo sport e la natura, ad esempio, salgono in cattedra grazie alla passeggiata con le ciaspole (racchette da neve) in compagnia delle guide alpine, prevista per martedì 20 gennaio nei boschi di Molveno. L’emozione di condurre una slitta trainata da cani, trasformandosi così in veri e propri musher, costituisce invece l’imperdibile opportunità offerta mercoledì 21 gennaio alle 14, presso il centro polifunzionale di Fai della Paganella. C’è spazio anche per l’enogastronomia nostrana, che il giorno seguente sale in passerella nel caratteristico centro di Molveno con i dolci più gustosi e caratteristici. Un momento di festa che farà da preludio allo spettacolo che andrà in scena la sera stessa al Palacongressi di Andalo e che avrà come grande intrattenitore il Gabibbo, il simpatico pupazzone rosso reso famoso dal tg satirico Striscia la Notizia. Il gran finale è fissato per venerdì 23 gennaio: dopo un’intera giornata trascorsa sulle piste di Andalo e di Fai della Paganella a sancire l’arrivederci al prossimo anno sarà lo spettacolo di Povia, il cantante che nel 2006 vinse il Festival di Sanremo con la canzone “Vorrei avere il becco”, fra i protagonisti della nota rassegna canora anche per l’edizione di quest’anno. Info: www. Esperienzatrentino. It .  
   
   
A CASA OLIMPIA LA WORLD MUSIC DI "EL PORCINO ORGANIC", LA STORIA DELL´ANGELO AZZURRO E IL CONCERTO DI SYRIA  
 
Week-end ricco di musica e letteratura l’ultimo di gennaio a Casa Olimpia Winter Edition, il cartellone di appuntamenti promosso dalla Provincia di Torino e curato dalla Fondazione per il Libro la Musica e la Cultura nell’ex Casa Cantoniera di Sestriere. Venerdì 30 gennaio alle ore 21. 00, l’ex Casa Cantoniera ospiterà nuovamente la contaminazione musicale: si esibirà il quartetto El porcino organic, una formazione di matrice jazz che eseguirà brani originali in stile funk e world reinterpretando per il pubblico di Sestriere canzoni di Kurt Weill e Charlie Chaplin. Il quartetto, composto da Helga Plankensteiner (sax baritono e voce), Mauro Ottolini (trombone e tuba), Michael Lösch (organo Hammond e piano) e Paolo Mappa (batteria), si è esibito in diversi festival jazz (Jazz&other Bolzano, Fiemme Ski Jazz, Venetojazz, Lagarina Festival, Val Badia Jazz Festival, La Carega Jazz Festival) ed ha inciso il cd Smile per la Splash Records. Sabato 31 alle ore 17. 00 il giornalista e scrittore torinese Bruno Babando presenterà il suo libro dal titolo Non sei tu l’Angelo Azzurro. Il rogo da parte del corteo di Lotta Continua del bar L’angelo Azzurro di via Po, nel quale perse la vita lo studente Roberto Crescenzio, segnò il 1° ottobre 1977 la fine del Movimento studentesco e l’escalation del terrorismo. Autore di numerosi saggi su Torino e le sue trasformazioni, Babando è stato direttore di ricerca di Eurispes e di Iter-centro di ricerche. Tra le sue ultime pubblicazioni Torino provincia di Milano (2007) e I ragazzi dello zoo di Torino (2008). L’appuntamento a Casa Olimpia darà modo di rivivere il drammatico periodo degli anni di piombo e fornirà spunti per una lettura inedita di questa tragedia che ancora oggi segna e divide la memoria collettiva di Torino e del nostro Paese. La giornata si concluderà alle ore 21. 00 con il concerto di Syria. Nota al grande pubblico per aver vinto Sanremo Giovani nel 1996, aggiudicandosi il terzo posto nella categoria Big l’anno successivo, nel 2005 esce il suo album dal titolo Non è peccato in cui sfoggia undici brani inediti scritti per lei da diversi artisti e autori (Jovanotti, Tiziano Ferro, Mario Venuti, Le Vibrazioni e Giorgia). In questo lavoro Syria rende omaggio a Loredana Bertè reinterpretando la hit del 1993 Mi manchi. Desiderosa di cimentarsi in nuove esperienze, Syria inizia ad alternare la carriera di cantante con quella di attrice teatrale, nel 2006 collabora con Paolo Rossi al lavoro teatrale Chiamatemi Kowalski, che ottiene novantacinque repliche nei più bei teatri italiani. Sempre nel 2006 Syria assaggia anche il cinema con un cameo nel film Manuale d’amore 2- Capitoli successivi, di Giovanni Veronesi. Sul fronte musicale Syria inizia a sperimentare nuovi orizzonti e collabora con alcuni gruppi della scena indie: inizia quindi un viaggio ricco di incontri, confronti e nuovi mondi da raccontare. Con la collaborazione di Cesare Malfatti dei La Crus vede la luce Un’altra me, un disco contenente pezzi editi di gruppi della scena indipendente italiana come Non Voglio che Clara, Atleticodefina, Deasonika, Blume, Filippo Gatti, Mambassa, Marta sui Tubi, North Pole, Marcilo Agro e i torinesi Perturbazione, con cui si esibisce a Casa Olimpia. Programma completo su www. Casa-olimpia. It .  
   
   
MOSTRA MULTIMEDIALE “AL LAVORO”  
 
"Al lavoro" è una mostra multimediale incentrata sulle problematiche del lavoro e della sicurezza realizzata da Progetto Comunicazione per raccontare la precarietà, la morte, la fatica, nella convinzione che un buon modo per fotografare la nostra società sia capire come essa paga chi lavora, quali condizioni gli impone, quali diritti gli riconosce, quanti lavoratori uccisi è disposta a tollerare. Dal 23 gennaio all´8 febbraio 2009 Spazio Mil, Via Granelli - Sesto San Giovanni - Ingresso libero .