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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 28 Gennaio 2009 |
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ALIMENTARE/ NOMISMA MONITORA L’AGROPIRATERIA SUI MERCATI NAZIONALE ED ESTERO |
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Le nostre produzioni alimentari hanno conquistato nel corso del tempo grazie all’ampia varietà, l’elevata qualità e sicurezza ed il legame alla tradizione ed alla cultura italiana una forte riconoscibilità e immagine sia nel mercato interno che su quello internazionale. L’ottima reputazione di cui godono i prodotti alimentari Made in Italy garantisce loro un vantaggio competitivo in termini di prezzo, che alimenta però fenomeni di frode ed imitazione sia in Italia che all’estero. Oggi l’attenzione su questo tema è sempre più elevata. Le preoccupazioni nascono sia per il dilagare di materie prime agricole a basso costo di provenienza oltre-confine (ad es. Pomodoro cinese, olio di oliva del nord-Africa, cagliate dell’est-europeo) utilizzate per produrre alimenti dichiarati italiani al 100%, sia per i fenomeni di imitazione o di vera e propria contraffazione dei nostri prodotti più celebri sui mercati internazionali che cannibalizzano le quote di mercato degli omologhi originali. Nomisma ha già dedicato all’agropirateria uno studio approfondito che ha identificato nel 2003 le dimensioni del fenomeno sul mercato al consumo statunitense, uno dei più ricchi del mondo. Oggi prosegue il suo monitoraggio sulle frodi alimentari sia sul mercato nazionale che su quello estero. La parola d’ordine è non creare facili allarmismi. Grazie, infatti, ad una ramificata rete di ispezione, il controllo dei prodotti alimentari è oggi capillare anche se è indispensabile tenere alto il livello di attenzione: sono poco meno di 39. 500 le ispezioni eseguite dall’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti alimentari nel 2007 e dei circa 92. 000 prodotti controllati, il 5,8% è risultato irregolare. Bisogna quindi puntare l’obiettivo su questi fenomeni di frode, per definire le linee operative di contrasto del fenomeno e tutelare efficacemente la gran parte delle produzioni nazionali originali e di qualità. . |
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BASILICATA, AGRICOLTURA: LA CIA RIPRENDE LA MOBILITAZIONE |
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La ripresa della mobilitazione degli agricoltori lucani, che si è sviluppata in tutto il territorio regionale a partire dallo scorso mese di novembre, attraverso nuovi appuntamenti di lotta già in cantiere a febbraio, è stata ribadita dall’Ufficio di Presidenza della Cia per rispondere all’impellente necessità di dare immediate e concrete risposte agli imprenditori agricoli che non possono continuare ad operare sotto il peso opprimente dei costi e degli oneri sociali e con la mancanza di reali supporti come quello dei finanziamenti contro le calamità naturali. I danni del maltempo di questi giorni, specie nel Metapontino – sostiene la Cia - ne sono la prova eloquente, mentre il Governo non ha rifinanziato il Fondo Nazionale destinato alle calamità naturali e dimostra più attenzione ai problemi della crisi dell’auto come ha già fatto per il salvataggio dell’Alitalia. L’azienda agricola di contrada Calle di Tricarico e di San Giorgio di Pietragalla – a parere della Cia – non sono meno importanti di un’automobile Fiat in più da vendere o di un aereo Alitalia da riempire. Comunque, le nostre richieste non riguardano solo l’emergenza. Quello che sollecitiamo –sottolinea la Cia - è un nuovo progetto di politica agraria. E questo deve essere il compito delle Conferenze regionale e nazionale sull’agricoltura e lo sviluppo rurale che va svolta in tempi rapidi. Di qui la nostra sollecitazione al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia affinché sia coerente e mantenga l’impegno di avviare i lavori preparatori della Conferenza e al neo assessore regionale all’agricoltura di fare altrettanto. Le imprese devono fronteggiare una situazione pesantissima: i costi produttivi sono arrivati a livelli insostenibili, gli oneri sociali sono sempre più gravosi, mentre i prezzi sui campi continuano a scendere in maniera preoccupante e gli adempimenti burocratici creano non poche difficoltà. I redditi, nonostante la crescita del 2008, scontano i crolli registrati negli ultimi anni. Le risposte del governo sono state parziali, riduttive o sbagliate. La proroga di tre mesi degli sgravi contributivi Inps serve a poco. Non solo. Sul settore pende ancora la “spada di Damocle” dell’Ici per i fabbricati rurali che può divenire una pericolosa mina vagante per tantissimi imprenditori agricoli. Insomma – conclude la Cia lucana - siamo in presenza di molti problemi irrisolti e il governo non si è attivato per venire incontro alle esigenze degli agricoltori. Mancano misure adeguate, coraggiose e mirate nei confronti di un’agricoltura che sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia recente”. . |
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SARDEGNA: AGRIS, NUOVO BANDO PER LA STABILIZZAZIONE DI 15 PRECARI |
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Nuovo bando di Agris per la stabilizzazione dei precari. L´agenzia regionale per la ricerca in agricoltura ha pubblicato il 14° avviso per l´assunzione di altri 15 lavoratori, più precisamente di funzionari sperimentatori con competenze specifiche di ricercatore da inquadrare nella categoria D. Possono fare richiesta i laureati che abbiano svolto attività lavorativa per almeno 30 mesi, anche non continuativi, nel quinquennio anteriore al 31 maggio 2007, o che abbiano maturato il periodo di 30 mesi entro il 30 giugno 2007, con rapporto di lavoro instaurato a seguito di procedure selettive di natura concorsuale. Potranno presentare domanda ad Agris coloro che hanno prestato l´ultimo periodo valido, ai fini del computo del periodo di attività, in uno degli ex enti in agricoltura soppressi dalla riforma (Istituto zootecnico e caseario della Sardegna, Centro regionale agrario sperimentale, Consorzio Interprovinciale per la frutticoltura di Cagliari, Nuoro e Oristano, Consorzio provinciale per la frutticoltura di Sassari, Stazione Sperimentale del Sughero, l´Istituto incremento ippico per la Sardegna) entrata in vigore il 1 agosto 2007. Ai fini del calcolo del periodo per il raggiungimento dei 30 mesi, sono considerati validi anche i periodi di borsa di studio fruiti a qualsiasi titolo in uno degli enti confluiti in Agris. "Con questo bando - spiega Giuseppe Pulina, direttore generale di Agris - si conclude la prima fase del processo di stabilizzazione dei precari, che ha già consentito di assumere diverse figure professionali, tra cui 20 ricercatori, 21 tra tecnici e amministrativi e 22 operativi. Molti di loro hanno già preso servizio, gli altri lo faranno entro i prossimi due mesi. Il termine per la presentazione delle domande scade il 24 febbraio 2009 . |
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BOLZANO, 3 FEBBRAIO: PRESENTAZIONE CONVEGNO SULL´AGRICOLTURA DI MONTAGNA |
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Le nuove sfide che l´agricoltura di montagna deve affrontare e le novità a livello europeo saranno al centro del secondo convegno dell´agricoltura di montagna promosso in Alto Adige. Il convegno viene presentato martedì 3 febbraio a Bolzano dall´assessore provinciale all´agricoltura Hans Berger. Una serie di esperti internazionali parteciperanno il 6 febbraio in Fiera a Bolzano al secondo convegno sull´agricoltura di montagna in Alto Adige, iniziativa dell´Assessorato provinciale all´agricoltura in collaborazione con Lub e associazioni di settore. Il futuro dell‘agricoltura di montagna dal punto di vista della Commissione Ue sarà illustrato da Klaus-dieter Borchardt, funzionario di Gabinetto del Commissario Ue all‘Agricoltura Mariann Fischer Boel. L´assessore provinciale Hans Berger presenta la seconda edizione del convegno, le tematiche e i relatori nella conferenza stampa in programma a Bolzano martedì 3 febbraio alle 11 nella Sala stampa della Provincia a Palazzo Widmann, via Crispi 3. Sarà presente anche Claudia Nocker, direttrice della Servizio di consulenza tecnica per i contadini di montagna. . |
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IL CONSIGLIO DI STATO DÀ RAGIONE ALLA PROVINCIA DI PIACENZA NELLA CAUSA SULLA GARA PER L´APPALTO SERVIZI IN AGRICOLTURA |
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Parola fine, con la vittoria a tutto campo della Provincia di Piacenza, nella causa che ha opposto l´ente di corso Garibaldi alla società cooperativa Agrifuturo, in merito ad un contenzioso relativo all´appalto di determinati servizi legati al mondo dell´agricoltura. Nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha comunicato il testo della sentenza definitiva sulla materia, con la quale, ribaltando il giudizio del Tar, si è definitivamente sancita la piena legittimità dell´operato della Provincia nella gestione del procedimento di gara. La vicenda è nota: nel 2006 la Provincia indisse una gara d´appalto per aggiudicare, secondo il sistema dell´offerta economicamente più vantaggiosa, servizi relativi ad attività connesse al piano di sviluppo rurale. La commissione costituita all´uopo dall´Amministrazione provinciale fece la sua scelta, in base a criteri oggettivi, ma contro tale decisione fece ricorso Agrifuturo, per ragioni diverse, tra cui l´illogicità dei punteggi attribuiti e la incongruità economica dell´offerta della società cooperativa D. R. E. A. M. Italia, risultata vincitrice. Il Tar accolse la richiesta di sospensiva della ditta ricorrente, ma il Consiglio di Stato, condividendo le ragioni della Provincia, annullò tale sentenza. Simili percorso ed esito sulle questioni di merito: all´accoglimento del ricorso da parte del Tar, è seguita la decisione opposta del Consiglio di Stato, totalmente favorevole alla Provincia, tanto che la società Agrifuturo è stata condannata al pagamento delle spese relative ad entrambe i gradi di giudizio. “La Provincia esce come vincitore assoluto da questa vicenda - rileva il vicepresidente ed assessore all´agricoltura dell´Ente Mario Spezia -; le due sentenze del Consiglio di Stato confermano come l´Amministrazione provinciale, anche in questa circostanza, abbia seguito un comportamento esemplare, sotto tutti i punti di vista e dimostrano come, nella valutazione delle offerte pervenute, la Commissione giudicatrice, composta da tecnici competenti e preparati, abbia operato con rigore, correttezza e obiettività”. . . . |
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NUOVE OPPORTUNITA’ PER GLI AGRICOLTORI VALDOSTANI |
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L’assessorato Agricoltura e Risorse naturali comunica che, a partire dall’annualità 2009, gli agricoltori aderenti alle misure Indennità compensativi, Pagamenti agroambientali e Pagamenti per il benessere animale relative al Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 dovranno rivolgersi, per la presentazione delle domande, ai Centri di Assistenza Agricola (Caa) che hanno uffici accreditati in Valle d’Aosta. La novità è introdotta da due convenzioni che l’Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura (Area Vda) ha recentemente siglato con il Caa Coldiretti (Epaca) e con il Caa Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). Una terza convenzione, con il Caa Confagricoltura, sarà firmata a breve (è ancora in corso la procedura di riconoscimento di un’unità locale in Valle d’Aosta). Tali convenzioni porteranno alcune interessanti opportunità per gli agricoltori valdostani. Per i servizi delegati dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta all’Area Vda sarà, ad esempio, possibile rivolgersi ai Caa senza versare alcuna quota associativa. Attraverso l’apertura delle sedi periferiche, inoltre, gli utenti potranno beneficiare di un’assistenza ancora più capillare sul territorio, con conseguente maggiore vicinanza alle istituzioni. I Caa assicureranno assistenza agli agricoltori durante tutto l’arco dell’anno, ritirando la documentazione da inserire nei fascicoli aziendali, come contratti d’affitto e altri documenti richiesti, anche relativi all’annualità 2008, o per presentare le dichiarazioni di variazione. L’area Vda resterà l’organismo responsabile dell’istruttoria delle domande, sia in sede amministrativa che tramite i controlli in loco, oltre che del calcolo dei premi. Nei prossimi giorni gli agricoltori valdostani riceveranno una comunicazione contenente maggiori dettagli sul nuovo servizio, come ubicazione e orari di apertura degli uffici, oltre che sulle diverse possibilità di assistenza offerte dai Caa convenzionati. Non appena sarà siglata la convenzione con il Caa Confagricoltura ne verrà immediatamente data notizia agli organi di stampa. Ulteriori chiarimenti potranno essere richiesti agli uffici dell’Area Vda, in località Grande Charrière 64 a Saint-christophe (tel. 0165. 3673101). . |
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FIRMATO L´ACCORDO PER LA STABILIZZAZIONE DEI PRECARI DELL´ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SARDO |
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E´ stato firmato ieri a Cagliari l´accordo tra la Regione, il commissario dell´Izs e le Organizzazioni sindacali per la stabilizzazione degli 86 precari dell´istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna. Dopo anni di incertezza lavorativa, e sbloccata la situazione di stallo nell´amministrazione dell´Izs, è stato tracciato il percorso che porterà all´assunzione definitiva, entro il 10 febbraio (previa proroga dei contratti in essere), del personale precario del comparto, in possesso dei requisiti di legge e inserito nelle relative graduatorie. La stabilizzazione a tempo pieno riguarda il personale attualmente impiegato con contratto a 36 ore settimanali la stabilizzazione e il personale attualmente operante a tempo determinato per un numero di ore pari (o inferiore) a 27 settimanali, con contratto a tempo indeterminato a 32 ore. Regione, commissario dell´Izs e sindacati hanno concordato di valutare entro l´anno la trasformazione del contratto a 32 ore settimanali in contratto a tempo pieno: nel frattempo l´Istituto non potrà procedere all´acquisizione di personale del comparto (con ricorso ad altre forme contrattuali o al rinnovo dei contratti esistenti) fino alla fine del processo di stabilizzazione a tempo pieno del personale, e salvo specifica autorizzazione della Regione. Contestualmente alla stipula dei contratti, verrà definita la procedura di conciliazione per eventuali rivendicazioni sul pregresso. Per il personale precario appartenente all´area della dirigenza, le parti hanno deciso il rinvio ad un successivo accordo. . |
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ACCORDO TRA REGIONE SICILIANA E CONAD PER FAVORIRE L´EXPORT |
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Palermo - Regione Siciliana e Conad hanno sottoscritto un accordo finalizzato a creare sbocchi di mercato per l’ortofrutta isolana di qualità e limitare, nel contempo, gli effetti negativi di situazioni di crisi – peraltro in atto – sull’economia locale. Sono 20 mila i quintali di Arance rosse di Sicilia Igp, di provenienza dalla piana di Catania e dai terreni vocati del siracusano, protagoniste nei 3 mila punti di vendita Conad del territorio italiano dal 28 al 31 gennaio prossimi. Il prodotto, di prima qualità e dalla spiccate salienze salutistiche, sarà posto in vendita in retine da 3 kg, marcate Conad e Regione Siciliana, al prezzo di 0,60 euro al chilogrammo. È la prima concretizzazione degli impegni assunti: seguirà, a marzo, la valorizzazione di un prodotto altrettanto conosciuto e apprezzato, il Pomodorino di Pachino Igp. Entrambe le iniziative saranno sostenute da Conad con un forte investimento sia economico sia di comunicazione sulle principali emittenti locali e nazionali – da Rai a Sky, da Mediaset a La7 –, sui principali network privati, radio e carta stampata. In più saranno esposte 15 mila locandine nei punti di vendita e distribuiti oltre 4 milioni di volantini promozionali. L’accordo tra assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana e Conad nutre, tuttavia, un più ambizioso obiettivo: valorizzare anche in Europa, oltre che in Italia, alcune delle tipicità di Sicilia che incontrano il maggior gradimento dei consumatori. Lo strumento è Coopernic, la più grande cooperativa europea – 18 mila punti di vendita e un giro d’affari di 100 miliardi di euro (il 10 per cento delle vendite in Europa) – fondata da Conad assieme a gruppi della distribuzione leader nei propri Paesi: Colruyt (Belgio), Coop Suisse (Svizzera), E. Leclerc (Francia) e Rewe (Germania). La tipicità, coniugata alla garanzia alimentare e alla territorialità, è una credenziale indispensabile per far conoscere e apprezzare le produzioni di qualità, responsabilizzare gli agricoltori a produrre in tal senso e aiutare il comparto agroalimentare siciliano a prevenire gli stati di crisi o di eccesso produttivo. Nel 2007, nei punti di vendita della rete commerciale Conad sono state venduti 305 mila quintali di arance tarocco di produzione interamente nazionale, tranne minimi quantitativi – 40 mila quintali – “controstagione”, di provenienza Sud Africa, commercializzati durante l’estate per i consumi tipici della stagione. “Sono certo che le iniziative congiunte tra Regione Siciliana e Conad potranno servire per lo sviluppo delle nostre aziende, contribuendo alla promozione e alla conoscenza di un prodotto unico, con caratteristiche eccezionali come l’Arancia rossa di Sicilia Igp”, afferma Giovanni La Via, assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana. “Un prodotto come questo, che è scientificamente provato che fa bene alla salute, non può essere paragonato ad altri. Non possiamo competere per la quantità, ma sulla qualità non abbiamo concorrenti. È vero costano di più, ma perché valgono di più. Proprio per questo motivo, la Regione ha avviato diverse azioni di sensibilizzazione per fare conoscere sempre di più e meglio la nostra arancia rossa. In generale, tutte le produzioni siciliane a denominazione d’origine rappresentano il frutto della tradizione e dell’impegno degli imprenditori agricoli dell’Isola. Vasti territori e processi di produzione che si fondono con la cultura del mangiare sano e sicuro della nostra terra, ma che giungono anche nei mercati globali sostenuti da efficaci azioni di promozione già realizzate dalla Regione. Per questo motivo saremo, perciò, sempre pronti a sostenere le promozioni che mirano alla valorizzazione e alla commercializzazione delle nostre migliori produzioni agroalimentari anche all’estero”. “La Sicilia è terra nota in tutto il mondo anche per le sue eccellenze agroalimentari, per le quali mettiamo in atto, con convinzione, un notevole sforzo promozionale nella nostra rete di vendita”, puntualizza Francesco Pugliese, direttore generale di Conad. “Dagli agricoltori siciliani ci attendiamo la costanza di un prodotto di alta qualità; al resto, a portare i colori e i sapori della Sicilia sugli scaffali italiani e europei ci pensiamo noi, interpretando quel concetto di ‘filiera corta’ di cui tanto si parla ma per la quale si fa ancora poco. Riteniamo che proporsi nei mercati europei in modo più puntuale di quanto fatto sinora possa essere una chiave per arginare la crisi del settore agrumicolo isolano. E recuperare quote di mercato laddove, per molti anni, hanno avuto ‘tradizionalmente’ apprezzamenti le produzioni siciliane, ad esempio la Germania. Lo spirito di collaborazione che è alla base dell’accordo con la Regione Siciliana ci consente di concertare e articolare una serie di azioni che vanno oltre la semplice promozione dei prodotti tipici per portare le migliori produzioni tipiche regionali ad essere protagoniste anche dei canali della grande distribuzione europea, oltre che di quelli italiani”. . |
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UNA PIRAMIDE PER IMPARARE A MANGIARE |
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Nessun alimento è da demonizzare: hanno tutti un loro sostanziale valore nutritivo, sta a noi evitare che danneggino la nostra salute. Bisogno nutrirsi per quanto si consuma: l´eccesso ci rende obesi, favorisce l´insorgere delle malattie cardiocircolatorie, riduce la nostra speranza di vita. Fondamentale, per stare in salute, l´attività fisica. E´ il senso dell´intervento del prof. Eugenio del Toma, presidente dell´Associazione italiana di Dietologia e Nutrizione clinica, il 26 gennaio al Palazzo dell´Agricoltura, al convegno sulla nuova Piramide Alimentare organizzato dalla Provincia di Piacenza in collaborazione con Europass di Parma (istituto creato dalla Regione per tutelare la sicurezza e la qualità dei cibi e al quale fanno riferimento tutte le Province emiliane). Il prof. Del Toma ha sfatato molti luoghi comuni: per esempio, la criminalizzazione della tecnologia nell´alimentazione, tecnologia che può servire, ha detto, per migliorare la qualità dei nostri cibi (ma bisogna andarci piano, ha precisato, con i prodotti Ogm, che vanno studiati a fondo prima di consentirne l´uso). Dal relatore, anche un invito ad evitare il rischio di una “Macdonaldizzazione” del nostro Paese. L´incontro, moderato da Antonio Ubaldi, di Europass, è stato aperto dall´assessore provinciale all´Agricoltura Mario Spezia, che ha soprattutto ricordato come l´appuntamento (tappa piacentina di una serie di consultazioni che ogni anno si tengono, a rotazione, in tutte le province emiliano romagnole) si collochi tra le iniziative che l´Amministrazione provinciale sta organizzando per tutelare la sicurezza e la qualità dei nostri cibi e voglia proporre Piacenza come porta verso la Lombardia e Milano anche nella prospettiva del grande appuntamento di Expo 2015, che sarà dedicato, appunto, al problema dell´alimentazione. Dopo Spezia, Amos Casti, del Dipartimento di Medicina sperimentale dell´Università di Parma, e Alessandro Pinto, dell´Inran, sono scesi nel dettaglio della nuova piramide alimentare, figura geometrica che rappresenta i principi basilari della dietetica moderna in forma, appunto, di piramide, e si basa, fondamentalmente, sulla dieta mediterranea. La posizione sulla piramide indica la frequenza con cui gli alimenti devono entrare nella nostra dieta. Osservando la figura, il consumatore può rapidamente capire e decidere quale sia la dieta più indicata alla sua persona. La piramide pone, alla base, gli alimenti di cui è consentito il più largo consumo, frutta e verdura. Seguono, andando verso il vertice, carboidrati, proteine e grassi. Più un alimento si avvicina al vertice, più il suo consumo deve essere ridotto, Rispetto alla vecchia piramide, la nuova ha due elementi: il ruolo fondamentale attribuito al movimento e lo spazio riservato all´acqua (se ne consiglia un consumo di due litri al giorno). Dopo il prof. Del Toma, Miriam Bisagni, di Federconsumatori, ha illustrato un progetto della sua associazione per garantire la sicurezza alimentare. Il progetto viene attuato, in via sperimentale, proprio sul territorio piacentino e dà al al consumatore la possibilità di conoscere quali sono gli alimenti più sicuri in vendita da noi. Ha chiuso gli interventi il Preside della facoltà di agraria dell´Università cattolica Gianfranco Piva. Affollatissima la sala Bertonazzi del palazzo dell´Agricoltura (molta gente in piedi), a testimonianz adi quanto sia sentito e attuale il problema affrontato. . . |
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AGRICOLTURA: COLDIRETTI DAY; LA VIA, "PRONTO PACCHETTO DI PROPOSTE" |
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Palermo - Un pacchetto di proposte per interventi straordinari a sostegno del comparto agricolo. E’ l’impegno che l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via, ha preso ieri nell’ambito del Coldiretti Day, l’incontro organizzato con deputati, sindaci e presidenti delle Province. “E’ stato sicuramente un momento positivo di richiamo di attenzione per il settore agricolo - spiega La Via - ho illustrato quali sono le proposte contenute nel disegno di legge che stiamo predisponendo, a cominciare dalla ristrutturazione dei debiti e dei premi assicurativi in caso di calamità. Altre norme, come quella sull’agriturismo, che prevedono l’obbligo di utilizzo di una percentuale minima di prodotti locali e regionali, sono già state approvate dalla giunta regionale e sono all’attenzione del Parlamento. Proprio domani, inoltre, sarà esaminato dalla Commissione Attività produttive dell’Ars il disegno di legge sullo smaltimento delle carcasse degli animali”. . |
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CITTA’ DEL VINO: NIENTE ICI? E I COMUNI A PIU’ ALTA VOCAZIONE VITIVINICOLA D’ITALIA FANNO “CRACK”
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Il Presidente Valentino Valentini “E’ il paradosso dei comuni d’eccellenza del vino made in Italy: rappresentano i nostri territori-vetrina agli occhi del mondo, ma arrancano a far quadrare i bilanci” Un futuro tutt’altro che roseo per i “custodi” dell’immagine dell’agricoltura italiana riconosciuta in tutto il mondo. E’ il classico “paradosso all’italiana”: modelli di vita ideali e per questo “vetrine a cielo aperto” del made in Italy, con l’abolizione dell’Ici, e in mancanza di risorse alternative, i comuni d’eccellenza del vino non riescono a far quadrare i loro bilanci, perdendo in funzionalità e in qualità dei servizi ai cittadini. Ecco perché, sostengono le Città del Vino - l’associazione dei comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia - sempre più comuni si avvicinano pericolosamente ad un vero e proprio “crack”. Per scongiurare questa inevitabile sorte, ai comuni, per sopravvivere, non resta che finanziarsi attraverso multe, autovelox e gli oneri provenienti da nuove edificazioni. “Per questo chiediamo al Governo - sottolinea il Presidente delle Città del Vino Valentino Valentini - di affrontare in maniera seria il tema della fiscalità rurale e alle aziende vitivinicole una maggiore responsabilità nei confronti delle rispettive comunità. Vale per tutti, ma in particolare per le realtà più sviluppate e di successo, che l’egoismo, per cui tutto è dovuto senza pagare niente, ha le gambe corte e non porta da nessuna parte. Il convento povero, la città, con i frati ricchi, le aziende, non potrà reggere a lungo per i percorsi in forte salita che la crisi economica e la recessione sicuramente ci presenterà nei prossimi mesi”. L’abolizione dell’Ici rurale (L. 222/2007 art. 42 bis), non compensata da altri introiti, ripropone il tema della disuguaglianza di trattamento fiscale tra le diverse categorie di operatori economici, e la necessità di porvi rimedio. Mentre si allargano le polemiche sul patto di stabilità e sul federalismo fiscale che si allontana, cresce la preoccupazione delle Città del Vino per i comuni italiani. “Ciò che manca - prosegue Valentini - è un adeguato riconoscimento anche economico della funzione che hanno oggi i comuni rurali, la maggioranza in Italia, di piccola e media entità, dove l’agricoltura riveste un ruolo fondamentale, per lo sviluppo dell’economia legata alle produzioni tipiche e per il turismo enogastronomico. Il problema è che gli stessi comuni non dispongono della forza economica per tutelare il paesaggio, per fornire adeguati servizi e per la cura dei centri storici. Il territorio contribuisce in maniera rilevante al valore aggiunto delle produzioni e alla loro percezione nell’immaginario collettivo, in un circolo virtuoso in cui il vino promuove il territorio e viceversa. Ma i comuni, che devono sostenere maggiori costi, stentano a garantire standard qualitativi elevati a causa del taglio delle risorse: alla lunga il rischio è quello di danneggiare irrimediabilmente l’immagine di questi luoghi che il mondo ci invidia”. I dati registrano la crescita del disagio abitativo (indagine Confesercenti 2008) anche tra i comuni con popolazione superiore ai 5. 000 abitanti, e anche nelle Città del Vino diminuisce il reddito procapite. Con l’abolizione dell’Ici sui fabbricati rurali e sulla prima casa, restano di fatto ancora da individuare le risorse alternative per gli enti locali. In questo contesto, potrebbe essere valorizzato e applicato il Decreto Legislativo n. 228/2001 “Legge di orientamento per l’agricoltura”, che definisce la multifunzionalità dell’impresa agricola, che può essere coinvolta nella realizzazione di interventi utili alla tutela e al mantenimento della qualità complessiva dei territori (manutenzione di strade, tutela del paesaggio, salvaguardia dell’ambiente). L’alternativa a tutto questo è soltanto una: cementificazione dei borghi e delle città rurali. Perché le poche entrate possibili per le casse comunali potranno essere quasi esclusivamente i proventi delle opere di urbanizzazione. Non sarebbe male che la tassa di ingresso, prevista dalla riforma del settore vitivinicolo europeo, per gli imprenditori che si insediano in un territorio a denominazione, sia riconosciuta al comune, come detentore di quel patrimonio collettivo a cui fa riferimento. . |
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GRANA PADANO NEL 2008: IL BILANCIO DEL CONSORZIO
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Con le produzioni di dicembre pervenute in questi primi giorni del 2009 e il recentissimo dato Nielsen sui consumi nazionali dell’ultimo bimestre 2008, il Consorzio Tutela Grana Padano tracciare un primo bilancio consuntivo dell’annata 2008. “La produzione 2008 è cresciuta dell’1,96% rispetto al 2007 ma è calata del -0,04% rispetto al 2006, pur avendo il 2008 un giorno in più che incide per uno 0,27% anno – spiega il presidente del Consorzio di Tutela Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi – Il confronto con il dato di tre anni fa è necessario, perché nel 2007 il prezzo molto favorevole del latte spot estivo consentì una vendita insolita e decisamente significativa di latte destinato a formaggi molli o ad essere commercializzato fresco”. Le scorte nel 2008 sono calate del -7,12% rispetto al 2007, attestandosi a 1. 084. 163 forme rispetto a 1. 167. 300 forme dell’anno precedente, cioè il livello più basso degli ultimi dieci anni. Anche per vendite in netta controtendenza rispetto alla situazione generale. “I consumi nazionali dell’ultimo bimestre, secondo i dati Nielsen ottobre/novembre 2008 – precisa il presidente del Consorzio - sono cresciuti del 1,4%, portando l’annata dicembre 2007/ novembre 2008 a registrare un +2,6% rispetto a quella precedente”. L’export sembra invece aver registrato un seppur modesto stop, calando del 3%; ma in questo caso i dati sono ancora riferiti al periodo gennaio/agosto e quindi, al momento, si tratta solo di una tendenza che andrà verificata quando Istat fornirà i dati definitivi export 2008. “In considerazione della crisi internazionale e della costante e vistosa crescita degli ultimi anni, era comunque prevedibile che ci potesse essere una pausa di riflessione – commenta Baldrighi -, sicuramente occasionale e momentanea, del formaggio Dop leader assoluto delle vendite mondiali”. Per quanto riguarda i formati, è ulteriormente cresciuto il segmento grattugiato e bocconcini, attestandosi al 15. 5% del totale; pure i pezzi con crosta crescono leggermente, attestandosi al 35. 9% del totale, e le forme vendute intere alla distribuzione occupano il rimanente 48. 6%. La questione cruciale resta comunque la scarsa remunerazione per i caseifici. “Dopo un andamento altalenante nel primo semestre 2008, dalla metà di luglio si è progressivamente perso 1 Euro al kg, pari al 18% circa del costo di produzione – rileva il presidente del Consorzio di Tutela - Invece il prezzo medio di vendita al pubblico, rilevato da Nielsen, si è attestato sugli 11 euro al kg, rimanendo praticamente costante in ogni rilevazione bimestrale di Nielsen”. Nel 2008, inoltre, il prezzo di vendita all’ingrosso non ha compensato i costi di produzione, rappresentati per circa l’85% dal valore del latte alla stalla, ed i caseifici hanno prodotto in perdita; ciò ha indotto l’Assemblea del 12 dicembre a varare un impegnativo pacchetto di iniziative finalizzata ad un riequilibrio del mercato. “Dall’assemblea di dicembre ad oggi sono stati però troppo deboli i troppi deboli segnali di ripresa che mettono in evidenza, ancora una volta, come il settore sia ormai troppo compresso da due endemici elementi di forte criticità – osserva Baldrighi - Il primo è rappresentato dall’eccessiva frammentazione dell’offerta mensile di prodotto da parte dei caseifici produttori, l’altro dal livello esasperato di concorrenza che i commercializzatori si fanno nel fornire formaggio alla sempre più concentrata Grande Distribuzione Organizzata”. Per il 2009 sarà quindi necessario che ogni attore all’interno dell’intera filiera del Grana Padano, consapevole di tali due criticità, ricerchi i percorsi più idonei ad attenuarne l’impatto negativo. Obiettivo non impossibile per il presidente del Consorzio. “I provvedimenti presi nell’ultima assemblea sottrarranno al mercato circa 200. 000 forme di Padano e Reggiano destinate agli indigenti, ma sposteranno anche dal mercato del 2009 a quello del 2010 70. 000 forme di “Riserva” – rileva il presidente del Consorzio – Inoltre, importanti risorse aggiuntive di Buonitalia incentiveranno l’export. Se poi teniamo conto che la produzione 2009 sarà inferiore a quella del 2008, ritengo sussistano le condizioni per guardare al nuovo anno con maggior fiducia”. Il Consorzio Parmigiano Reggiano ha deliberato negli ultimi giorni del 2008 analoghe iniziative studiate e messe a punto già dalla scorsa estate col supporto del Ministero delle Politiche Agricole. Si tratta di una ritrovata sinergia, che si unisce ad un altro segnale di cauto ottimismo, secondo il Consorzio Grana Padano, che viene dalla lotta alle contraffazioni e alla garanzia per il consumatore. Nel 2009 infatti, praticamente tutto il Grana Padano posto in vendita conterrà il “biotracciante”, scongiurando ogni rischio di frode. Così il Grana Padano venduto e consumato nel mondo sarà solo ed esclusivamente Grana Padano Dop. . |
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STRADA DEL FRANCIACORTA, UNA RETE D’IMPRESA VINCENTE
LO DECRETA IL VOLUME DELL’AIP - ASSOCIAZIONE ITALIANA DELLA PRODUZIONE
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La capacità delle imprese di "fare rete", il coordinarsi in vario modo per raggiungere una determinata finalità come importanza strategica a lungo termine, ma anche come tattica per l´immediato: questa una delle caratteristiche vincenti della Strada del Franciacorta, esempio significativo di impresa che ha saputo discostarsi dal modello di business tradizionale riuscendo a fronteggiare la crisi con successo. Lo decreta la recente ricerca “Reti di impresa oltre i distretti”, realizzata dall´Aip (Associazione italiana della produzione) in collaborazione con la Camera di commercio di Milano, che ha censito e mappato 90 casi di network nazionali nei quali rientrano non solo imprese ma anche istituzioni pubbliche, associazioni e fondazioni, suddivisi in nove tipologie: reti baricentriche; reti orizzontali di condivisione; reti professionali; reti associative; reti distrettuali estese; reti territoriali; reti per l´innovazione; reti epistemiche e culturali; reti generatrici di eventi. L´associazione Strada del Vino Franciacorta - una delle 27 realtà lombarde censite - è presentata come rete di tipo epistemico e culturale che promuove il turismo legato all´eno-gastronomia. Nata nel 2000, punta infatti sull’iniziativa congiunta di operatori privati (aziende vitivinicole, alberghi, dimore storiche, ristoranti, aziende agrituristiche, enoteche, laboratori di prodotti tipici ed agenzie di viaggi) e soggetti pubblici (Comuni, enti e associazioni di categoria) per promuovere le potenzialità turistiche, legate soprattutto al turismo enogastronomico – della Franciacorta. Vini e bollicine di altissimo livello, dunque, ma anche professionalità, rispetto per la cultura e la tipicità e ottima accoglienza fanno della Franciacorta la meta ideale per tutti gli enoturisti. Un esempio, quindi, da seguire,segnalato fra i più interessanti a livello nazionale. Soddisfazione per tale riconoscimento da parte della Presidente della Strada del Franciacorta, Giovanna Sveva Ricci Curbastro, che ha commentato “Sono molto orgogliosa che la Strada del Franciacorta possa essere presa ad esempio come forma di organizzazione produttiva a rete vincente, soprattutto in questo frangente economico particolarmente complesso”. “Si tratta di un successo – ha continuato la Presidente della Strada del Franciacorta – garantito dalla capacità di tutti gli operatori vitivinicoli, turistici e culturali della nostra zona di unirsi per trasmettere e raccontare il carattere del Franciacorta e del territorio in cui nasce puntando sempre sulla qualità”. Tel. 030/7760870, www. Stradadelfranciacorta. It . |
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IL BARDOLINO È IN CRESCITA: VENDITE IN AUMENTO DEL 3% NEL 2008
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Il pubblico torna a premiare i vini bevibili, meno alcolici e più adatti alla tavola, e il Bardolino cresce: 32 milioni e mezzo le bottiglie vendute nel 2008. Boom del Chiaretto, versione rosata del Bardolino: l’incremento delle vendite è del 40% nell’ultimo biennio. Che sia in atto un’inversione di tendenza nei gusti dei consumatori? Se lo stanno chiedendo molti addetti ai lavori nel settore vinicolo. Le evidenze relative all’andamento della denominazione veronese del Bardolino, vino che gioca tutte le sue carte sulla piacevolezza e sulla bevibilità invece che sulla concentrazione e sull’alcolicità, sembrerebbero dire di sì. Nel 2008 la doc del Bardolino ha fatto segnare un incremento del 3% nelle vendite, ed il dato è ancora più significativo se si tiene presente che la vendemmia 2007 aveva visto un calo della produzione del 4%. Variazioni di tutto rispetto, considerando la crisi finanziaria mondiale, ma anche le dimensioni non certo irrisorie del comparto bardolinese: 32 milioni e mezzo di bottiglie. Il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi è ottimista: “Dopo un lungo periodo di dominio dei vini alcolici, strutturatissimi, tannici ed oltretutto costosi, avvertiamo un ritorno ai vini più freschi, adatti alla tavola e che non presentino costi eccessivi, ed il Bardolino indubbiamente risponde in pieno a queste caratteristiche. In più, nel nostro territorio sono entrati in produzione i nuovi vigneti piantati negli ultimi anni, e questo, insieme all’impegno dei produttori, ha contribuito ad una sensibile crescita della qualità dei nostri vini, che nel 2008 hanno finalmente incominciato a ricevere importanti riconoscimenti anche dalla critica”. Andando a vedere il dettaglio delle singole tipologie del Bardolino, il riscontro più eclatante è quello relativo al Chiaretto, la versione rosata, che nel 2008 ha fatto segnare un più 15% annuo nelle vendite, superando gli 8,7 milioni di bottiglie e piazzando sul mercato addirittura un milione di bottiglie in più rispetto all’anno prima. La marcia del Chiaretto è considerevole: nel 2006 se n’erano venduti poco più di 6 milioni di bottiglie, nel 2007 i pezzi commercializzati erano stati 7,6 milioni, ora eccoci a quasi 9 milioni. In due anni l’ascesa è stata superiore al 40%. Oggi il Chiaretto vale il 27% del totale del vino prodotto nel territorio del Bardolino. Regge molto bene il Bardolino tradizionale, quello ovviamente vinificato in rosso dalle uve di Corvina, di Rondinella e di altre eventuali varietà minori: 22,6 milioni le bottiglie vendute nel 2008, un valore uguale a quello del 2007 (le vendite del 2006 erano state pari a 21,7 milioni di pezzi). Il Bardolino “in rosso” ha un peso del 70% sul totale dei vini prodotti nell’ambito della doc rivierasca del Garda. Marginali le altre due tipologie: il Superiore è attorno all’1% soltanto del totale dei vini bardolinesi, con una produzione stabilmente attorno alle 300 mila bottiglie, mentre il Novello, prodotto tipicamente stagionale, è sceso sotto le 900 mila bottiglie complessive. “L’andamento di mercato – commenta il presidente del Consorzio – è incoraggiante. Nel 2008 abbiamo venduto quasi un milione di bottiglie in più rispetto all’anno prima e di noi e dei nostri vini si è ricominciato a parlare con attenzione. Resta il problema dei prezzi delle uve, che sono remunerate a valori ancora troppo bassi. C’è però da dire che già nell’ultima annata la forbice si è aperta significativamente, seppur su quantitativi limitati. Speriamo che questa tendenza, destinata a premiare gli sforzi di chi lavora in campagna, possa diventare strutturale nel 2009”. . |
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TRENTO - I NUOVI APPUNTAMENTI DELL´ENOTECA PROVINCIALE |
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Riprendono da questa settimana i tradizionali appuntamenti dell’Enoteca provinciale del Trentino dedicati ai vini (“I giovedì dell’Enoteca”, ogni giovedì alle 18. 00) e alle cantine del territorio (“Il sabato con il produttore”, ogni sabato alle 18. 00). Il Teroldego rotaliano, in alcune delle sue interpretazioni più significative, sarà protagonista dell’incontro di giovedì, mentre sabato sarà ospite di Palazzo Roccabruna la distilleria dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige – Fondazione E. Mach. Giovedì 29 gennaio alel ore 18,00 appuntamento con il "Teroldego Rotaliano: Un Autoctono Solo Trentino". È il vino simbolo della Piana rotaliana, forte di una tradizione che trova le prime attestazioni intorno al Trecento e che durante il Concilio di Trento (1545 – 1563) si guadagna fama internazionale. Si racconta che la vite “Terodol”, citata in antichi manoscritti sia giunta in Trentino assieme alla pianta del gelso, per secoli usata come sostegno alla vite. Qui in condizioni climatiche miti e favorevoli il vitigno trovò l’ambiente propizio per la sua diffusione e col tempo divenne una varietà autoctona del Trentino. Giovedì sera alle 18. 00 gli ospiti dell’Enoteca potranno degustare alcune fra le più significative interpretazioni del Teroldego rotaliano Doc. (Ingresso libero, è gradita la prenotazione: tel. 0434887101). Sabato 31 gennaio, sempre alle 18,00, è la volta de "Le Grappe E I Distillati Dell’istituto Agrario Di San Miche All’adige", a cura dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige – Fondazione E. Mach (San Michele all’Adige – Tn). Era il 12 gennaio del 1874 quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck decise di attivare a San Michele all’Adige una scuola agraria con annesso centro sperimentale per promuovere la rinascita dell’agricoltura nel Tirolo. Primo direttore della struttura fu Edmund Mach, brillante ricercatore nel campo della chimica, dell’agraria e dell’enologia. Ottimo organizzatore e innovatore, Mach ebbe un ruolo fondamentale nell’imprimere un efficace impulso all’integrazione fra didattica e attività sperimentale. Benché da allora sia trascorso molto tempo, l’Istituto agrario non è mai venuto meno a quel ruolo di riferimento in ambito scientifico che ancor oggi ne fa una delle realtà più dinamiche a livello europeo nelle attività di ricerca, didattica e trasferimento tecnologico. Molto apprezzate sono anche le sue produzioni enologiche. Non manca neppure una moderna distilleria che vanta una gamma di grappe e distillati rappresentativa delle principali tipologie diffuse in Trentino. E sono proprio i prodotti della distilleria che sabato alle 18. 00 l’enologo Bruno Pilzer, responsabile della stessa, proporrà agli ospiti dell’Enoteca di Palazzo Roccabruna. (Ingresso libero, è gradita la prenotazione: tel. 0461887101) . |
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