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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Luglio 2009
BOLZANO: BERGER A BRUXELLES E A ROMA: INCONTRI SUL FUTURO DELL´AGRICOLTURA DI MONTAGNA  
 
Sulle misure a favore dell´agricoltura di montagna e per lo sviluppo rurale dopo il 2013 si incentrano gli incontri che l´assessore provinciale all´Agricoltura Hans Berger avrà il 22 luglio a Bruxelles e giovedì 23 a Roma. Concluso l´incontro al Brennero con il ministro alle politiche agricole Luca Zaia, l´assessore provinciale Hans Berger ha proseguito il suo tour alla volta di Bruxelles, dove domani è atteso da colloqui con i funzionari della Direzione generale Agricoltura della Commissione europea. In discussione le misure per uno specifico programma di tutela dell´agricoltura di montagna e dello sviluppo rurale dopo il 2013. Da Bruxelles l´assessore Berger proseguirà per Roma, dove giovedì 23 è fissato un nuovo incontro con il ministro Zaia per approfondire le questioni già accennate al Brennero, prima fra tutte quella dell´etichettatura del latte e dei prodotti agricoli. . .  
   
   
APPENNINO, ANTICIPO DI RISORSE DEL FONDO PER LA MONTAGNA: COMUNITÀ E UNIONI MONTANE POSSONO AVVIARE PROGETTI DI FORESTAZIONE. MUZZARELLI:"COSÌ SI POSSONO REALIZZARE INTERVENTI UTILI SIA ALL´AMBIENTE SIA ALL´ECONOMIA LOCALE".  
 
Bologna - Via libera all’anticipo delle risorse del Fondo regionale per la montagna al fine di consentire a Comunità montane e Unione di Comuni montani di realizzare i progetti di forestazione a loro affidati e finanziati dal Programma di sviluppo rurale. Il provvedimento della Giunta – proposto dall’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli - dovrà essere approvato dall’Assemblea Legislativa affinché autorizzi – in attesa dell’approvazione del Programma regionale per la montagna - l´assegnazione a Comunità e Unioni montane, a titolo di anticipazione dei futuri riparti, di quote del Fondo per la montagna: complessivamente si tratta di un anticipo di 1 milione 735 mila euro. Si tratta delle risorse necessarie a garantire la realizzazione di progetti già ammessi a finanziamento e per i quali debbono essere avviati i lavori entro l´autunno. «La qualità del territorio montano e l´occupazione in ambito forestale – ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale – sono gli obiettivi che si possono raggiungere con i progetti di forestazione della montagna emiliano romagnola. Questa anticipazione di risorse consente a Unioni e Comunità montane di non perdere il treno di questa opportunità di valorizzazione del territorio, di sviluppo del patrimonio naturale e di crescita economica». In ciascuna provincia dell´Emilia-romagna, le anticipazioni per realizzare gli interventi di forestazione riguardano: a Piacenza, la Comunità Montana Appennino piacentino (246. 119 euro) e la Comunità Montana Valli Nure ed Arda (138. 499 euro); a Parma, la Comunità Montana Valli Taro e Ceno (81. 549 euro) e la Comunità Montana Appennino Parma est (485. 506 euro); a Reggio Emilia, la Comunità Montana Appennino Reggiano (229. 427 euro); a Modena, l’Unione dei Comuni Appennino Modena Ovest (75. 759 euro), la Comunità Montana del Frignano (144. 100 euro) e l’Unione Comuni Terre di Castelli ( 103. 484 euro); a Bologna, l’Unione dei Comuni Valle del Samoggia ( 10. 928 euro), l’Unione dei Comuni Cinque Valli Bolognesi (50. 769 euro); a Ravenna, l’Unione dei Comuni Appennino Faentino (57. 928); a Forlì-cesena, l’Unione dei Comuni Acquacheta (24. 859 euro) e la Comunità Montana Appennino Cesenate (55. 845 euro); a Rimini l’Uinone dei Comuni Valle Marecchia (30. 804 euro). . .  
   
   
AGRICOLTURA, FORMIGONI: SI´ A TRASPARENZA PRODOTTI APPOGGIO ALLE ORGANIZZAZIONI PER LA DIFESA DEI NOSTRI PRODOTTI CONFERMATO L´ANTICIPO AD OTTORE DI 280 MILIONI DI PREMI PAC  
 
 Milano - "Sono decisamente al fianco degli agricoltori lombardi e delle loro organizzazioni, con tutta la Giunta regionale, a sostegno della giusta richiesta di norme nazionali per la piena trasparenza dei prodotti agroalimentari". Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, parlando, in via Fabio Filzi a Milano, davanti al Palazzo Pirelli, ai manifestanti della Coldiretti che lo avevano invitato, ricordando che "da sempre Regione Lombardia sostiene queste battaglia". Formigoni, che era accompagnato dal vicepresidente Gianni Rossoni, dall´assessore all´Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi, dal Vicepresidente del Consiglio Regionale, Enzo Lucchini e dal presidente dell´Ersaf, Roberto Albetti, ha anche annunciato di inviato al Governo una lettera di appoggio alle richieste degli agricoltori. "La piena trasparenza sull´origine dei prodotti - ha detto Formigoni - è un diritto sacrosanto di voi produttori e un vantaggio e una garanzia di qualità per tutti i consumatori. Abbiamo la giusta voglia di mangiare bene, di mangiare italiano e lombardo. Sono abituato a dire pane al pane e vino al vino, dico anche latte al latte, il latte deve essere italiano". "Sulle battaglie per la trasparenza e la difesa dei nostri prodotti, così come per la salvaguardia delle aziende e dei posti di lavoro, Regione Lombardia è da sempre al fianco degli agricoltori", ha ribadito Formigoni", il quale ha confermato gli impegni ("anche se molto onerosi") che Regione Lombardia si è assunta al Tavolo verde con le organizzazioni agricole il 9 luglio: "L´anticipo a ottobre, dal nostro bilancio - ha spiegato il presidente - del 70% dei premi Pac, cioè di 280 milioni di euro, e la messa a disposizione di 75 milioni di risorse fresche a sostegno delle nostre aziende". "Regione Lombardia - ha sottolineato l´assessore all´Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi - conferma le linee strategiche presentate alle Organizzazioni Professionali durante il Tavolo Verde. Come sempre siamo al fianco di coloro che lavorano per un´agricoltura di qualità, leader in Italia e in Europa. Le esigenze e le problematiche dell´agricoltura lombarda sono le nostre e, per questo, continueremo ad agire per il loro interesse, in tutte le sedi e con tutti gli strumenti possibili per sostenerne la competitività". . .  
   
   
IL VENETO A FIANCO DEI PRODUTTORI AGRICOLI – IL VICEPRESIDENTE MANZATO AL BRENNERO  
 
“Regolare”, tutto “regolare”, ma anche tutto assolutamente sconcertante: autobotti di latte austriaco dirette a Granarolo, cagliate baltiche con destinazione Napoli, latte crudo tedesco che va ad Ascoli Piceno, latte nordeuropeo Uht parzialmente scremato che viaggia verso Galatina (in provincia di Lecce) già confezionato in italiano. E poi succo d’arancia brasiliano arrivato a Rotterdam e diretto a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, pomodori olandesi sulla strada di Cerignola, prosciutti pure olandesi che viaggiano verso Modena. Al Brennero ieri si è visto davvero di tutto, di più. “E’ per questi motivi che quelle dei coltivatori sono richieste sacrosante, nell’interesse comune di consumatori e produttori: il Veneto è al loro fianco e non solo a parole: bisogna che chi compra sappia l’origine delle materie prime dei prodotti”. Lo ha ribadito il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato, che ha voluto essere anche lui personalmente al valico del Brennero con la Coldiretti dove sono stati fermati e controllati i Tir di derrate alimentari che giungono in Italia, per trasformarsi come per magia in prodotti tricolori. Manzato, che ha fermato personalmente un Tir assieme alla Guardia di Finanza, era affiancato dal presidente della Commissione agricoltura Valdo Ruffato e dal presidente di Coldiretti Veneto Giorgio Piazza. “Gli italiani lo fanno meglio”, recita lo slogan scritto su qualche maglietta gialla: una frase che strappa sorrisi, ma non certo ai produttori, che stanno pagando assieme ai consumatori i veri costi della crisi economica. Chi compra vede infatti i prezzi salire, ma nulla di quello che paga in più finisce nelle tasche di chi produce, che subisce la forza della trasformazione e della distribuzione, le quali impongono prezzi fermi, se non in calo, mentre aumentano i costi di produzione. E questo mentre il consumatore neppure sa se quello che acquista è prodotto davvero in Italia o solo confezionato qui o magari neppure questo. “Gli italiani lo fanno meglio”, appunto: il vino, i formaggi, i salami, la frutta e la verdura, il grano e tante altre buone cose di qualità. “Quello che Coldiretti vuole è assolutamente semplice: che nelle etichette dei prodotti sia indicata la provenienza della materia prima. Sembra una ovvietà, una banalità – ha sottolineato Manzato – e invece è un obiettivo che incontra ostacoli di ogni genere a riprova degli interessi che stanno dietro il made in Italy: i prodotti stranieri che entrano nel nostro Paese cambiano bandiera; non succede che le produzioni italiane vengano spacciate per tedesche, polacche, brasiliane. Vogliamo che il consumatore sappia se sta comprando un prodotto veramente nostrano o un’altra cosa. Come Veneto – aggiunge il vicepresidente – abbiamo predisposto un progetto di legge statale, unica Regione in Italia, perché venga indicata in etichetta l’origine di tutto il latte proposto al consumatore”. L’organizzazione degli agricoltori chiede anche un maggior numero di controlli sulla qualità di ciò che viene dall’estero, che sia almeno statisticamente significativo rispetto allo 0,8 per cento attuale. E che i risultati dei controlli siano resi pubblici. “Anche queste sono ovvietà – ribadisce Manzato – eppure tutto diventa difficile quando si toccano interessi multinazionale. Anche se questo tocca i redditi delle nostre imprese che noi vogliamo invece salvaguardare”. .  
   
   
TUTELA CONSUMATORE. DONAZZAN: “SIAMO EDUCATI MA NON SIAMO DEI ‘MONA’ “REGIONE VENETO SUPPORTA BATTAGLIA COLDIRETTI”  
 
“Siamo educati ma non siamo dei ‘mona’”. Lo ha dichiarato ieri mattina l’assessore regionale alla Tutela del Consumatore e Sicurezza Alimentare, Elena Donazzan, intervenendo al sit in della Coldiretti a Venezia, in occasione della tappa della mobilitazione per la tutela della qualità e della provenienza del prodotto, tenutasi di fronte alla sede regionale dell’ Unità di Progetto Sanità Animale e Igiene alimentare. L’assessore ha anche tenuto a sottolineare che “chi oggi si trova qui a Venezia è gente perbene, discreta e che chiede sempre per favore. Il fatto che l’educazione sia un segno distintivo degli organizzatori e dei protagonisti della manifestazione non significa né debolezza né accondiscendenza, ed è anche per questo che, come Regione, combatteremo questa battaglia a fianco della Coldiretti ”. “Una battaglia- ha aggiunto la Donazzan- che condividiamo, visto che con quella che è stata giustamente denominata ‘operazione verità’ si chiede solo che venga specificato da dove proviene un prodotto, e questo è anche l’obiettivo del Progetto regionale ‘Alimentinsalute’ per la tutela del consumatore e la sicurezza alimentare, che promuove corretti stili alimentari e la salvaguarda le tradizioni locali”. “La battaglia culturale- ha concluso l’Assessore regionale- è quindi stata vinta, ed ora dobbiamo vincere- insieme- quella dei fatti concreti”. .  
   
   
AGRICOLTURA PIEMONTESE: BRESSO E TARICCO AL PRESIDIO COLDIRETTI SULL´ETICHETTATURA: SOSTERREMO UNA PROPOSTA DI LEGGE AL PARLAMENTO INTERVENTI CONCRETI A TUTELA E A GARANZIA DEL FUTURO  
 
La Presidente del Piemonte Mercedes Bresso e l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco hanno incontrato ieri mattina i manifestanti di Coldiretti, nel corso del presidio organizzato in piazza Castello per la campagna sull’etichettatura obbligatoria e la “verità alle frontiere”. “ Condivido come persona e come Presidente le motivazioni della vostra battaglia – ha affermato Mercedes Bresso rivolgendosi ai manifestanti, che hanno accolto la sua presenza e quella dell’Assessore Taricco apprezzandone la sensibilità e la disponibilità al dialogo. “ Anche noi abbiamo fatto della qualità, della tracciabilità, della filiera corta i capisaldi delle politiche regionali per il settore agricolo – ha proseguito la Presidente - e crediamo che queste debbano diventare le modalità normali di consumo. Anche nei periodi di crisi, insistiamo per un prezzo equo che tenga conto della qualità”. “ Ritengo che potremmo adottare presto una proposta di legge, da presentare come iniziativa regionale al Parlamento, che riprenda i contenuti del testo sull’etichettatura obbligatoria attualmente giacente alle Camere e che chiediamo venga finalmente discusso e approvato. E’ chiaro che si tratterebbe di una forma di sollecitazione politica, ma potrebbe essere un passo importante, magari insieme ad altre Regioni, per sostenere formalmente questa battaglia . ” “ Sbloccare il disegno di legge che giace in Parlamento è un passo essenziale, che noi sosterremo con forza – afferma l’Assessore Taricco – renderebbe obbligatoria per tutte le aziende l’indicazione in etichetta dell’origine delle materie prime, che sono la base dell’alimentazione quotidiana per tutti noi. Non bastano evidentemente le certificazioni di livello locale, ma serve un’azione congiunta sul mercato globale. Inoltre, abbiamo ripetutamente sollecitato i Ministeri competenti, e in particolare il Ministero della Salute, affinché fornisca i dati sulle importazioni alle frontiere da parte di aziende italiane: solo in questo modo è possibile esercitare un controllo pubblico, in nome della trasparenza, su ciò che finisce sulle nostre tavole. Infine, abbiamo richiesto di innalzare la soglia dei controlli effettuati dalle nostre autorità di frontiera sull’import-export che, per legge, deve essere caratterizzati da reciprocità: così come noi siamo disponibili al controllo sulla merce in esportazione, che sappiamo essere di qualità, chiediamo che la merce in ingresso sia altrettanto certificata e controllata. Credo si tratti di interventi molto concreti, a tutela e a garanzia del futuro dei nostri agricoltori e del consumatore finale . ” .  
   
   
BERGER AL BRENNERO CON IL MINISTRO ZAIA: "SUL LATTE ALTO ADIGE ESEMPIO VINCENTE"  
 
L´assessore provinciale all´agricoltura Hans Berger, durante la manifestazione della Coldiretti al Brennero, ha incontrato il Ministro Luca Zaia. Al centro del breve colloquio il difficile momento vissuto dal settore lattiero-caseario. "Quello altoatesino - ha spiegato Zaia - è un modello vincente". "Sull´etichettatura dei prodotti - ha aggiunto Berger - la nostra provincia è un passo avanti". Duemila persone, secondo gli organizzatori, hanno partecipato martedì 21 luglio al Brennero alla manifestazione di protesta indetta dalla Coldiretti. Attraverso il valico italo-austriaco, infatti, ogni anno entrano miliardi di litri di latte estero che vengono poi lavorati e rivenduti nel nostro paese senza alcun tipo di indicazione di provenienza sul prodotto finale. La "molla" che spinge questa attività è il minor prezzo che riescono a spuntare i produttori stranieri. Alla manifestazione ha partecipato il Ministro delle politiche agricole Luca Zaia, che ha anche incontrato l´assessore provinciale Hans Berger. "Il problema, in Alto Adige, è sentito meno - ha spiegato Berger - perchè i nostri contadini incassano 48-50 centesimi per chilo di latte, contro i 35 del resto d´Italia. Questo è dovuto principalmente al forte sostegno che l´amministrazione provinciale offre al settore lattiero-caseario e all´ottimo lavoro delle nostre cooperative". "Quello altoatesino - gli ha fatto eco il Ministro Zaia - è un modello vincente da imitare perchè punta sulla qualità". "Siamo solidali con i manifestanti - ha aggiunto Berger - perchè l´etichettatura deve garantire la qualità e la provenienza di un prodotto. Da questo punto di vista, la nostra provincia è un passo avanti grazie al marchio "Qualità Alto Adige" sui formaggi e i latticini che ci caratterizza sia verso i consumatori finali, sia verso il mercato". Quello della tutela dell´agricoltura di montagna rimane un tema comunque molto sentito, che deve forzatamente trovare delle risposte a livello europeo. "La nostra è una battaglia che portiamo avanti da tanti anni - ha spiegato l´assessore Hans Berger - e chiediamo a Bruxelles una seria politica per l´agricoltura di montagna nel dopo-2013. Sappiamo di poter contare sull´appoggio del Ministro Zaia, il quale ha dimostrato di avere una notevole sensibilità verso la nostra realtà". Rientrati, dunque, i timori dei giorni scorsi, quando la proposta dell´Italia di "accompagnare" fuori dal mercato le aziende con meno di venti capi di bestiame aveva fatto tremare il mondo dell´agricoltura altoatesina. "Per un settore come quello locale - ha concluso Berger - strutturato su piccole e piccolissime stalle, sarebbe la fine. Il Ministro Zaia, però, ha confermato che la sua proposta non era di certo riferita all´Alto Adige, ma doveva essere letta in un contesto europeo". .  
   
   
MARTINI HA INCONTRATO IERI I DIRIGENTI DELLA COLDIRETTI TOSCANA SU TRACCIABILITÀ E TUTELA DEI CONSUMATORI, IMPEGNO COMUNE  
 
«Su tutela dei consumatori e tracciabilità dei prodotti alimentari, condivido in pieno la battaglia che Coldiretti sta conducendo e per cui ha indetto anche la manifestazione di oggi, dedicata al tema del latte». Con queste parole il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha accolto ieri a palazzo Strozzi Sacrati la delegazione dell´associazione guidata dal presidente regionale Tullio Marcelli e dal direttore Prisco Lucio Sorbo. «Prendo volentieri l´impegno – ha proseguito il presidente - di attivare da subito un quadro di iniziative per sensibilizzare al problema sia il governo che la commissione europea. Garantire la trasparenza sull´origine dei prodotti è un obiettivo che la Regione si è data nei suoi programmi e su cui la giunta intende proseguire la strada intrapresa». Introducendo i temi che hanno spinto Coldiretti all´azione nazionale di oggi, che vede manifestazioni e incontri con tutti gli amministratori regionali e un blocco al confine per rendere pubblica la provenienza di tante materie prime alimentari, il presidente della Coldiretti Marcelli ha voluto sottolineare a Martini l´importanza della tracciatura dei prodotti agricoli, e in particolare del latte; la Toscana produce 770mila quintali di latte all´anno, e ne importa oltre 2 milioni da vari paesi. «Si tratta di una procedura assolutamente lecita – ha detto Marcelli – ma è altrettanto importante che il consumatore sia messo in condizione di conoscere dall´etichetta del latte o del formaggio con etichetta di ditta toscana la provenienza della materia prima». .  
   
   
AGRICOLTORI COLDIRETTI IN REGIONE MARCHE - IL PRESIDENTE SPACCA: SIAMO DALLA STESSA PARTE. CI SARA´ UNA LEGGE SULLA TRACCIABILITA´ DEL LATTE. SIAMO ATTENTI ALLA QUALITA´ NON SOLO NELL´AGRICOLTURA. IL VICE PRESIDENTE PETRINI: BATTAGLIA COMUNE PER CHIAREZZA E TRASPARENZA.  
 
 ´C´e` assoluta identita` di vedute ´ ha detto Spacca - con le questioni che pone la Coldiretti´. Insomma ´siamo dalla stessa parte´. ´Il governo regionale e` convinto che la crescita qualitativa e la riconoscibilita` dei prodotti, anche per identificare il territorio, debbano riguardare tutta la filiera alimentare. Questo travalica i confini stessi dell´agricoltura, un settore essenziale per valore aggiunto, qualita` della vita, tutela del paesaggio, alimentazione. Quindi anche per il nostro turismo, secondo motore di sviluppo della regione, dopo l´industria. Piu` volte abbiamo portato queste posizioni al Comitato Regioni di Bruxelles, per sensibilizzare il livello europeo sull´importanza di una agricoltura di qualita`. Siamo pronti a dar vita a una legge regionale che preveda la tracciabilita` del latte, e non solo del latte´. Spacca ha aggiunto che la crisi economica ha messo in risalto il valore del lavoro, dell´economia reale, quindi anche dell´agricoltura. Elemento che non e` sfuggito al sociologo Ilvo Diamanti, che in una recente indagine considera gli agricoltori ai primi posti come considerazione sociale´. Il Presidente ha sottolineato che i marchigiani continuano a spendere molto per prodotti alimentari e di qualita` e che questi elementi concorrono anche ai dati positivi sulla qualita` della vita e sulla longevita`. Il vice presidente e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini, ha ringraziato la ´Coldiretti per averci coinvolto in questa battaglia di giustizia, siamo vicini su un tema che consideriamo prioritario nelle Marche, in Italia e in Europa. Le tematiche della sicurezza sanitaria dei cibi che si mangiano, della rintracciabilita` dei prodotti, del legame con il territorio, si abbinano al problema dei ricarichi eccezionali che determinati prodotti subiscono nei passaggi che li portano ai consumatori. Queste questioni non riguardano solo gli agricoltori ma anche altre categorie, ed e` per questo che dobbiamo fare una battaglia comune. La Regione Marche ha adottato e adotta misure dirette a evitare comportamenti truffaldini da parte di ditte non serie, ma un grande ruolo in questo settore lo gioca il governo nazionale e soprattutto l´Europa. Per questo e` importante la costante presenza e rappresentanza dei nostri interessi al livello europeo, affinche` con una continua pressione si possa vincere la battaglia della qualita` e della trasparenza. Oggi in giro per l´Europa, c´e` la sensibilita` giusta per vincere questa battaglia, un battaglia finalizzata a portare chiarezza e trasparenza nei rapporti tra produttori e consumatori´. .  
   
   
PUGLIA, CRISI AGRICOLTURA. STEFÀNO PER IL RILANCIO MONDO AGRICOLO  
 
 L’assessore alle Risorse Agroalimentari, Dario Stefàno, esprime la sua piena soddisfazione per l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale dell’Ordine del giorno “Crisi dell’Agricoltura”. L’assessore, inoltre, in qualità di Coordinatore nazionale della Commissione Politiche Agricole, che raggruppa tutti gli assessori dell’Agricoltura delle Regioni italiane, si farà interprete delle istanze rivolte al Governo nazionale ed in particolare al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera dei Deputati. Per quanto concerne le richieste di competenza del Governo regionale, l’assessore Stefàno assume l’impegno ad adottare tutte quelle Azioni che possano rilanciare il settore agricolo, facendo affidamento all’imminente pubblicazione dei Bandi delle Misure relative all’Asse 1 (Competitività) del Psr Puglia 2007/2013 e ai progetti integrati di filiera quali volàno di sviluppo di una moderna agricoltura, che si presenta in forma aggregata per qualificare l’offerta e raggiungere in maniera efficace e vantaggiosa i consumatori. .  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: GIA’ DISPONIBILI 13 MLN PER CERTIFICARE I PRODOTTI DI QUALITA’ CONTRO LA CONTRAFFAZIONE  
 
Palermo – “Difendere le scelte dei consumatori e l’agroalimentare di qualità a tutela delle nostre produzioni, libere da contraffazioni, è l’obiettivo. Lo stesso obiettivo delle associazioni di categoria, e in particolare della Coldiretti, che oggi protesta davanti alla sede della Regione, fortemente impegnata su questo fronte”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino. “Abbiamo appena aperto un bando – prosegue Cimino - attraverso il dipartimento Interventi strutturali, nell´ambito del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 (Psr), per sostenere i produttori agricoli che aderiscono ai sistemi di certificazione Dop, Igp, Doc e Docg o praticano l´agricoltura biologica con metodo riconosciuto dai regolamenti comunitari (Cee 2092/91 e Ce 834/07)”. Si tratta della misura 132, asse 1, del Psr “Partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità alimentare”, che stabilisce un impegno finanziario di 13 milioni di euro per l’intero periodo di programmazione 2007-2013. “La misura incoraggerà gli imprenditori agricoli – ha spiegato Cimino - ad implementare i loro sistemi di certificazione. Sono sicuro che il numero delle imprese aderenti ai sistemi di qualità riconosciuti aumenterà e la naturale conseguenza sarà un maggiore valore aggiunto delle produzioni dell’Isola, e nuove opportunità per i mercati nazionali, regionali ed esteri”. I beneficiari del bando sono imprenditori agricoli singoli e associati siciliani che aderiscono ai sistemi Igp e Dop per prodotti agricoli e alimentari, a metodi di produzione biologica, o a produzioni di vini di qualità ufficialmente riconosciuti (Doc, Igt e Docg). Secondo Cimino, “la richiesta corale di ‘certificazione’ ha introdotto bisogni nuovi che si sostanziano nella genuinità, salubrità, ecocompatibilità e nel legame con il territorio, tutti elementi strategici di competitività dei sistemi agroalimentari tra Paesi. La Regione, da tempo, ha orientato le sue scelte per garantire sicurezza alimentare ai consumatori e a tutti i soggetti della filiera produttiva e distributiva, assegnando alla ‘qualità’ dei sistemi agroalimentari un ruolo centrale”. Il bando è già pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, e le prime domande di contributo potranno essere presentate dal 25 luglio al 30 settembre prossimi. La procedura valutativa è quella definita a bando aperto, attivata attraverso il meccanismo dello “stop and go”. Le prossime richieste di aiuto potranno essere presentate, per i prossimi tre anni, nelle seguenti sottofasi: dall’1 gennaio al 30 aprile di ogni anno fino al 2012. Gli imprenditori agricoli che vorranno aderire alla misura dovranno presentare la domanda attraverso il sistema informatico Sian. Come previsto dalla scheda di Misura del Psr, le aziende potranno ricevere un contributo che copre i costi sostenuti per la certificazione (iscrizione ai sistemi di controllo, analisi, verifiche ispettive). Il sostegno, concesso sotto forma di contributo in conto capitale, è pari a un massimo di 3 milioni di euro per anno e per azienda, anche nel caso in cui il beneficiario partecipi a più sistemi di qualità. Il bando completo potrà essere consultato e scaricato dal sito www. Psrsicilia. It .  
   
   
WORKSHOP “PRODOTTI DI PUGLIA ”  
 
“La Regione Puglia- dice l’assessore Stefàno- con il marchio ombrello “Prodotti di Puglia”intende sostenere la promozione e garantire la tipicità ed il legame territoriale dei prodotti agroalimentari. “Uno dei prossimi obiettivi, è riaprire il tavolo di lavoro con la Gdo (Grande Distribuzione Organizzata), già convocato nel 2005, con l’intento di chiamare anch’essa a condividere l’opportunità di promuovere e valorizzare i prodotti e le eccellenze pugliesi. “Il marchio “Prodotti di Puglia”- continua l’assessore- consente ai produttori pugliesi di far conoscere sui mercati nazionali ed esteri le peculiarità qualitative dei prodotti e del territorio che per la sua estensione geografica permette di avere tipicità uniche. Per di più- termina l’assessore- nell’ambito del comparto agricolo l’agricoltura biologica si è ritagliata un ruolo importante, tale da vedere la nostra regione in vetta alla classifica nazionale per la produzione e la commercializzazione in Italia e all’estero dei prodotti biologici. ” Al workshop, che si svolge a Bari dal 21 al 24 luglio presso il Grand Hotel D’aragona, partecipano tanto operatori stranieri provenienti da Danimarca, Austria, Germania, Regno Unito, Rep. Ceca, Olanda, Russia che aziende pugliesi. Operatori stranieri e giornalisti visiteranno le strutture produttive e commerciali pugliesi. L’iniziativa fa parte delle attività promozionali previste dalla convenzione 2009 Ice- Regione Puglia e prevede la promozione e commercializzazione dei prodotti pugliesi, attraverso il marchio”Prodotti di Puglia” approvato con Dgr n. 960 del 09/06/2009 nonché della Igp “Uva di Puglia” alla quale con D. M. 30 aprile 2009 è stata accordata la protezione transitoria. .  
   
   
“MACCHINE PROFESSIONALI PER CAFFE´” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Il 2008 si è rivelato un anno positivo per la produzione di macchine professionali per caffè che fa registrare un incremento del 5,4% a valore (350 Mn. Euro) e del 4,1% a volume (178. 000 unità nel 2008). La produzione continua ad essere concentrata sulle macchine tradizionali (semiautomatiche e automatiche), che, con 160. 000 unità prodotte fanno registrare un aumento del 5,6% rispetto al 2007, in calo invece le superautomatiche (-7,7%). La crescita produttiva, diversamente dagli anni passati è stata trainata anche dal mercato interno, incrementato del 5% in termini reali, trainato dal saldo attivo fra aperture e chiusure di nuovi locali, almeno fino al terzo trimestre 2008. Le esportazioni sono concentrate sulle macchine tradizionali (+5,2% pari a 111. 000 unità), mentre fa registrare un ulteriore calo il segmento delle superautomatiche (-6,5% a volume nel 2008). Alcune aziende italiane preferiscono stringere partnership e accordi con operatori esteri specializzati nella produzione di macchine superautomatiche piuttosto che produrle in-house, altre hanno realizzato soluzioni ibride compatte variamente utilizzabili nei canali Vending-ocs-ho. Re. Ca. La domanda di mercato si sta spostando verso macchine compatte con un numero limitato di gruppi erogatori, di prezzo contenuto, e, se vi è necessità di macchine più performanti, spesso si ricorre a soluzioni modulabili, piuttosto che a un’unica macchina a 3 o piu’ gruppi. La competizione fra le aziende si gioca sulla emulazione delle azioni dell’avversario più che sull’innovazione tout-court e questo riguarda tutti gli ambiti di attività: macchine con nomi simili, apertura di filiali negli stessi mercati a poca distanza l’una dall’altra e con modalità similari, finanche acquisizioni di aziende con tipologia produttiva simile. Le attuali condizioni di mercato stanno generando notevoli difficoltà alle imprese di fascia media strette fra la tenaglia composta dalle aziende leader da una parte e dalle aziende di fascia bassa dall’altra che si scoprono competitive per via del repentino mutamento della domanda verso macchine di fascia di prezzo bassa e, mutuando un termine tipico del low cost,”no frills”. Anche le aziende che hanno puntato molto sulla innovazione tecnologica negli anni passati, sviluppando macchine avveniristiche con grande uso dell’elettronica, stanno inserendo in gamma soluzioni più consone alla richiesta della domanda. Per il 2009 è previsto un calo delle esportazioni che riguarderà la totalità degli operatori; stessa tendenza anche sul mercato interno rafforzata dal saldo negativo fra nuove aperture e chiusure di pubblici esercizi; aumenta d’importanza il mercato della ricambistica, viene ulteriormente allungato il tempo di sostituzione delle macchine. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 30
Numero di addetti 1250
Numero medio di addetti per impresa 41,7
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 350,0
Variazione media annua della produzione (a) 2008/2004 (%) 5,6
Fatturato per addetto (‘000 euro) 280,0
Valore aggiunto (Mn. Euro) 91,0
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 72,8
Export/produzione(a) (%) 74,3
Valore del mercato a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 90,0
Variazione media annua del mercato (a) 2008/2004 (%) 5,0
Quota di mercato delle prime 4 imprese/gruppi(a) (%) 55,9
Quota di mercato delle prime 8 imprese/gruppi(a) (%) 68,5
Previsioni di sviluppo del mercato interno(a)
· 2009/2008 calo
· medio periodo stabilità
Previsioni di sviluppo dell’export(a)
· 2009/2008 (%) calo
· medio periodo leggera crescita
a) - in valore Fonte: Databank . .
 
   
   
“CIALDE E CAPSULE PER CAFFE´ ESPRESSO” – EDIZIONE 2009  
 
 Sintesi dell’andamento della domanda Nel 2008 Il mercato del caffè monoporzionato conferma la vocazione di mercato maggiormente performante all’interno dell’industria del caffè facendo registrare una ulteriore accelerazione del trend di crescita. La produzione complessiva (comprese le importazioni) è cresciuta in termini reali del 14,2%, a cui corrisponde un incremento in valore del 18,6%, grazie soprattutto alla domanda proveniente dall’area Famiglie (+19,4% in volume) concentrata in particolare dei sistemi aperti e chiusi (neo-introdotti) in Gdo\gda e al crescente successo dei sistemi chiusi prevalentemente diffusi attraverso altri canali di vendita (negozi monomarca, internet, door to door). La distribuzione extradomestica cresce del 14% in volume. Le esportazioni, distribuite soprattutto in Francia, Svizzera, Spagna, Nord America, Germania, aumentano in volume del 9,8%, mentre le importazioni comprendono esclusivamente le capsule importate dalla Svizzera e commercializzate in Italia dalle società del gruppo Nestlè. In termini competitivi si allarga ulteriormente il divario fra i grandi operatori e le altre torrefazioni; le aziende leader hanno difatto innalzato barriere all’entrata molto elevate grazie alla capacità non solo di fornire un prodotto ad elevato contenuto di servizio, ma soprattutto “deliziando” i consumatori. L’ampio numero di torrefazioni che continuano ad ottenere risultati modesti sembra non avere una strategia alternativa vincente, soprattutto in virtù dell’impossibilità di sostenere i costi necessari per duplicare le attività dei leader. Le torrefazioni più dinamiche si stanno rendendo conto che non basta creare un sistema più o meno chiuso e lanciarlo sul mercato per partecipare alla crescita che il mercato del monoporzionato sta vivendo, ma occorre coinvolgere la sfera emotiva del consumatore e ragionare in termini di sistema-progetto Si moltiplicano le esperienze settoriali legate al web sia in termini di vendite on line che di advertising. Tendenzialmente le aziende maggiori stanno riconoscendo l’importanza che lo strumento telematico rivestirà nel prossimo futuro. Per il 2009 il tasso di crescita dei consumi interni di cialde e capsule a volume dovrebbe rallentare la poderosa crescita degli anni passati, attenuata dagli effetti di una crisi economica che manifesta qualche effetto anche nel settore specifico. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 320
Numero di addetti specifici 670
Numero medio di addetti specifici per impresa 0,5
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 459,0
Variazione media annua della produzione(a) 2008/2004 (%) 16,8
Fatturato per addetto (‘000 euro) 68,5
Valore aggiunto (Mn. Euro) 140
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 208,9
Quota di mercato delle prime 4 imprese(a) (%) 76,1
Quota di mercato delle prime 8 imprese(a) (%) 82,0
Previsioni di sviluppo (%) del mercato interno(b):
· 2009/2008 12-16
· tendenza di medio periodo crescita sostenuta
a) - in valore b) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
APPROVATO IL PROGRAMMA ANNUALE PER LA PROMOZIONE DELLA COOPERAZIONE NELLO SVILUPPO RURALE DELLE MARCHE  
 
Su iniziativa del vice presidente e assessore all´agricoltura, Paolo Petrini, la Giunta regionale ha approvato il programma 2009 per la promozione della cooperazione in ambito rurale, nel contesto della legge regionale 7 del 2005. ´Per il 2009 investiamo quasi 500mila euro ´ commenta Petrini ´ per interventi diretti a favorire qualificazione, sviluppo e competitivita` nella cooperazione rurale. Azioni che vanno a integrarsi con quelle messe a punto nell´ambito del Programma di sviluppo rurale e che hanno come elemento comune la spinta alla crescita dimensionale e all´aggregazione di filiera. In questo modo le imprese cooperative agricole vengono messe in condizione di adattarsi piu` facilmente agli scenari nazionali e internazionali, oltre che proporre modalita` innovative di commercializzazione e produzione´. Il programma 2009 fa proprie le risultanze di un approfondito studio condotto dalla Regione Marche, in collaborazione con le centrali cooperative, negli ultimi tre anni. Lo studio e` stato infatti utile a mettere in evidenza come aggregazione, aumento delle dimensioni e della base associativa, siano processi necessari per poter innovare e competere. Processi che vanno incentivati non solo finanziariamente, ma anche mediante trasferimento di conoscenze e strumenti gestionali. Nelle Marche sono attive 191 cooperative agricole, operanti nei settori dei seminativi, ortaggi e fiori, frutta, allevamento, foreste e boschi, servizi. La provincia con la maggiore incidenza e` quella di Ancona, con 59 imprese cooperative. Particolarmente importante il settore della silvicoltura: qui quasi un terzo di tutti gli addetti regionali impiegati nel comparto e` riconducibile a cooperative rurali, imprese queste che rappresentano quasi il 20 per cento di tutte le imprese attive nel settore. .  
   
   
“CAFFE´ NEL CANALE BAR E HO.RE.CA.” – EDIZIONE 2009 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
Nel 2008 i consumi sul canale Ho. Re. Ca. Sono ulteriormente diminuiti da 60. 500 a 59. 700 tonnellate (-1,3 %), in valore si registra una flessione meno marcata nell’ordine dello 0,5% a 905 Milioni di euro nel 2008 Tale risultato è legato a: ulteriore spostamento del consumo di caffè dal bar al vending e agli uffici, successo del monoporzionato sul canale domestico, che contribuisce alla riduzione dei consumi effettuati al bar, maggior ricorso da parte dei baristi agli acquisti di caffè in grani presso cash and carry, Gdo, piccole torrefazioni locali semiartigianali La concorrenza tra le imprese che operano nel canale Ho. Re. Ca. È elevata e le aziende più dinamiche cercano di aumentare la propria quota alzando le barriere all’entrata sui bar acquisiti e conquistandone di nuovi, offrendo maggiori e/o migliori servizi rispetto alla concorrenza, a parità di prezzo. La polverizzazione e la precaria affidabilità dei nuovi esercizi fa sì che si moltiplichino le spese relative al sostenimento dei nuovi locali con il risultato che a fronte di una riduzione unitaria dei consumi per punto vendita ne venga erosa ulteriormente la marginalità, e risulta sempre più complicato per i torrefattori valutare l’affidabilità gestionale dei nuovi esercizi. Le torrefazioni più attente nel dotarsi di un’immagine di qualità e differenziante sul mercato cercano di decontestualizzare il consumo di caffè nell’arco della giornata proponendo prodotti diversi a base di caffè. Le previsioni per il 2009 indicano un calo dei consumi di caffè nel canale Ho. Re. Ca nell’ordine del 3%. La concorrenza sta diventando sempre più agguerrita, soprattutto ad opera dei piccoli torrefattori locali che utilizzano quasi esclusivamente la leva del prezzo per contenere il calo delle vendite, e proponendo sul mercato miscele a prezzi pari o inferiori a quelli della Gdo. Dati Di Sintesi, 2008
Numero di imprese 580
Numero di addetti specifici 3. 000
Numero medio di addetti per impresa 5
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 905,0
Variazione media annua del mercato(a) 2008/2004 (%) -0,2
Fatturato per addetto (‘000 euro) 301,7
Valore aggiunto (Mn. Euro) 226,3
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 74,4
Quota di mercato delle prime 4 imprese(a) (%) 25,6
Quota di mercato delle prime 8 imprese(a) (%) 35,5
Previsioni di sviluppo del mercato(b):
· 2009/2008 (%) -3,0
· tendenza di medio periodo Stabilità
a) - in valore b) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
COLDIRETTI BASILICATA CHIEDE AZIONI CONCRETE PER L’AGRICOLTURA  
 
Un pacchetto di proposte per il riconoscimento di una filiera agricola tutta lucana per il latte e i prodotti lattiero caseari, per l’ortofrutta, l’olio d’oliva e il grano. Ieri mattina, nel corso della mobilitazione per difendere l’agroalimentare dal falso “Made in Basilicata”, una delegazione della Coldiretti regionale composta dai presidenti delle sezioni e accompagnata dal vice Presidente regionale Piergiorgio Quarto e dal direttore Giuseppe Brillante, ha incontrato il presidente della Giunta, Vito De Filippo e l’assessore all’Agricoltura, Vincenzo Viti. Un documento contenente azioni concrete da adottare come atti amministrativi e come proposta di legge regionale. Cinque gli articoli elencati: l’utilizzo di prodotti locali da parte della ristorazione collettiva pubblica. I gestori dei servizi devono garantire che nella preparazione dei pasti siano utilizzati prodotti agricoli regionali in misura non inferiore al 50%; il valore dei Mercati e dei punti di vendita diretta Campagna Amica per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di prodotti agricoli regionali si propone, altresì, l’introduzione dell’obbligo per i Comuni di riservare aree nell’ambito del proprio territorio su cui gli imprenditori agricoli possano realizzare farmer’s market, all’interno dei quali l’acquisto dei prodotti agricoli regionali è accompagnato da un’adeguata informazione sulla loro origine territoriale e sulle loro peculiarità; il riconoscimento da parte della Regione della riduzione dell’aliquota Irap a favore degli esercizi commerciali operanti nel settore della ristorazione e dell’ospitalità che si approvvigionino per almeno il 50%, rispetto al totale di prodotti agricoli e alimentari acquistati nel corso dell’anno, di prodotti agricoli regionali; l’estensione del diritto allo “spazio scaffale” per i prodotti della filiera agricola tutta italiana con l’obbligo a carico di coloro che fanno richiesta del permesso di costruire per la realizzazione, la ristrutturazione, l’ampliamento di centri commerciali e grandi strutture di vendita di garantire che siano offerti in vendita prodotti regionali in misura non inferiore al 30% dei prodotti agroalimentari complessivamente posti in vendita; per consentire un capillare e diffuso controllo del rispetto della vigente disciplina in materia di etichettatura, origine e presentazione dei prodotti ortofrutticoli freschi, secondo quanto definito dal decreto ministeriale del 1° agosto 2005, si dispone che la Regione, le Province e i Comuni, si avvalgano della polizia amministrativa locale. Altra richiesta dell’Organizzazione agricola è quella di una garanzia per il mondo agricolo. “Vanno bene i sostegni economici da parte della Regione, come annunciato dall’Assessore all’agricoltura, alle industrie di trasformazione – ha dichiarato il vice presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto - ma come condizione vincolante, pena la revoca dei finanziamenti, queste devono assicurare l’approvvigionamento della materia prima agricola esclusivamente dal territorio regionale”. In prosieguo anche un incontro con i capi gruppo del Consiglio regionale a cui è stato chiesto di farsi parte attiva a proporre una legge direttamente al Parlamento italiano per far riportare in etichetta l’origine dei prodotti lattiero caseari e del latte Uht. In Basilicata sono 967 le imprese di allevamento che producono 1. 114. 000 q. Li di latte bovino, oltre 32. 000 le imprese che coltivano a grano duro circa 170. 000 ettari, più di 5. 000 le aziende ortofrutticole del Metapontino, della valle del Bradano e dell’Agri che esprimono oltre 6. 000. 000 q. Li di frutta, agrumi ed ortaggi. Nonostante questi importanti quantitativi di produzione, l’importazione di latte, grano e frutta, sia a livello nazionale che regionale, è sempre molto attiva e di elevate quantità: importiamo latte e “semilavorati”, grano e frutta dalla Lituania, Ucraina, Messico, Cile, Siria, ecc… che troppo spesso e magicamente, ignari i consumatori, diventa tutto Made in Italy. Per ogni litro di latte prodotto negli allevamenti dei nostri territori, ce n’è altrettanto importato dall’estero senza che il consumatore ne sappia niente e quindi possa scegliere in maniera consapevole; lo stesso vale (in quantità diverse) per l’olio, per il grano e per la frutta. Il falso “Made in Italy”, in costante crescita, minaccia prima gli agricoltori e poi i consumatori. Sono a rischio le imprese, la filiera, la genuinità e la sicurezza alimentare del prodotto italiano. Questa situazione di non trasparenza permette a molte industrie di trasformazione lattiero-casearia e, purtroppo, anche ad alcune importanti cooperative, di importare latte dall’estero e trasformarlo poi in prodotto “italiano”, innescando così un sistema di competitività distorto a scapito delle imprese agricole che non vedono riconosciuto il valore del loro prodotto e dei consumatori che pagano molto per un prodotto indifferenziato e del quale non solo non si conosce l’origine, ma neanche il processo produttivo e gli standard di sicurezza alimentare a questo collegati. In ambito cerealicolo solitamente le industrie sostengono che sono obbligate ad acquistare “qualità” dall’estero perché il nostro prodotto non la garantisce in termini di proteine. Ma considerando che tra i primi Paesi esportatori figurano il Messico e l’Ucraina, dove non esistono assolutamente le nostre stesse norme sanitarie, questa affermazione appare quanto meno poco credibile e viene da chiedersi se il concetto di qualità applicato dall’industria sia lo stesso che il consumatore si aspetta quando acquista pasta e prodotti da forno. “La soluzione a questa crisi senza precedenti del settore lattiero caseario, cerealicolo, ortofrutticolo – ha continuato Quarto - passa dalla necessità di riconsiderare la redistribuzione del valore del prodotto tra i vari soggetti della Filiera agroalimentare che oggi riconosce al produttore agricolo solo 17 centesimi contro i 60 appannaggio della Grande Distribuzione. In modo particolare, chiediamo alle catene dei supermercati di separare il falso dal vero “Made in Italy” con spazi adeguati ed informazioni trasparenti sulle produzioni territoriali”. Iranna. Demeo@coldiretti. It .  
   
   
CRISI PESCHE: DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA UN ACCORDO CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE PER GARANTIRE UNA REMUNERAZIONE PIÙ ALTA AI PRODUTTORI E COSTI CONTENUTI AI CONSUMATORI. RABBONI CHIEDE A ZAIA UN PACCHETTO DI MISURE PER SOSTENERE IL SETTORE E STANZIA 500 MILA EURO PER FACILITARE L´ACCESSO AL CREDITO  
 
Bologna - Un accordo per incentivare il consumo di pesche e nettarine dell’Emilia-romagna e far fronte alla crisi che sta colpendo il settore, assicurando ai produttori una remunerazione più alta rispetto all’attuale e ai consumatori un prezzo contenuto per un prodotto di elevata qualità e tipicità quale la pesca e nettarina emiliano-romagnola. E’ quello raggiunto - 1° caso in Italia - a Bologna per iniziativa dell’assessorato regionale all’agricoltura con Coop, Conad, Esselunga e Auchan, al termine di una riunione che ha visto la partecipazione di tutti gli attori della filiera: agricoltori, industria e grande distribuzione. L’accordo, presentato oggi dall’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, permetterà di garantire ai produttori di pesche emiliano-romagnoli un prezzo atto a coprire i costi di produzione (contro i circa 20 centesimi attuali, prezzo questo che costringe, di fatto, a produrre sottocosto), mentre la Grande distribuzione si impegna a vendere il prodotto al pubblico a un prezzo non superiore a 1,20 euro al kg. Due le confezioni previste: il cestino da 1,5 chili con un prezzo massimo al dettaglio di 1,80 euro e il cartoncino da 2 kg a un prezzo massimo al dettaglio da 2,40 euro. Attualmente i costi di produzione in campagna si aggirano tra 0,40/0,45 centesimi al kg, mentre i costi di selezione, confezionamento, etichettatura, spedizione e trasporto incidono per ulteriori 0,40/0,45 centesimi sempre al kg. In Emilia-romagna è prodotto un terzo delle pesche e nettarine italiane. “Ci siamo appellati alla grande distribuzione, che si è dimostrata sensibile, per un’azione di responsabilità”, spiega l’assessore Rabboni. “L’accordo è estremamente interessante. E’ il segno di una solidarietà reale da parte della grande distribuzione nei confronti dei produttori del nostro territorio. L’invito resta aperto, ancora per una settimana, anche agli altri attori della Gdo e a tutta l’industria dei produttori di succhi di frutta. Contemporaneamente abbiamo chiesto al Governo - conclude l’assessore - di costruire con noi una rete protettiva per una coltura di qualità che è la più significativa dell’estate, richiede forte investimenti da parte dei produttori ed è fortemente legata alla stagionalità”. Le altre misure messe in campo dalla Regione per facilitare l’accesso al credito E’ prevista l’attivazione di un pacchetto di misure finanziarie per rendere più facile e conveniente l’accesso al credito dei produttori ortofrutticoli, con priorità ai produttori di pesche e nettarine. Attraverso uno specifico programma saranno stanziati 500 mila euro per abbattere di un punto e mezzo i tassi di interesse sui prestiti a breve termine per le necessità legate alla anticipazione delle spese per la conduzione aziendale. L’iniziativa, attuata in regime de minimis e per il tramite degli organismi di garanzia agricoli, consente di affiancare all’aiuto regionale (fino a 2. 500 euro circa ad azienda per un prestito massimo di 165 mila euro) le altre opportunità offerte dal sistema degli Agrifidi e, in particolare, le garanzie attivate dagli stessi con capitali propri - comprensive anche dei fondi regionali (oltre 5 milioni) trasferiti lo scorso anno a capitale sociale e a fondo consortile - per favorire l’accesso al credito delle aziende agricole e i tassi di interesse inferiori a quelli di mercato che sono in grado di offrire grazie a convenzioni con il sistema creditizio. Inoltre, le imprese - che hanno subito consistenti perdite di produzione (oltre il 30 % della plv) a seguito delle forti grandinate degli ultimi mesi e che, anche in conseguenza della incertezza generata dal mancato stanziamento a livello nazionale dei fondi per il pagamento dei contributi sulle polizze assicurative, non sono sufficientemente coperte con l’assicurazione - potranno accedere, in alternativa al prestito de minimis, a un finanziamento di conduzione di durata quinquennale per le necessità di conduzione derivante dalla perdita del prodotto. Allo scopo la Regione individuerà i territori colpiti. Le aziende ricadenti all’interno degli stessi potranno beneficiare, attraverso le misure e le risorse della legge regionale 43 del 1997, dell’abbattimento del tasso di interesse fino a 3 punti e della garanzia degli Agrifidi. Le richieste al ministro Zaia Queste le richieste di Rabboni al ministro delle Politiche agricole Luca Zaia in una lettera inviata ieri. Innanzitutto, per favorire un recupero di redditività delle aziende, l’abbattimento dei costi attraverso la defiscalizzazione degli oneri contributivi e fiscali a carico dei datori di lavoro; il rifinanziamento del fondo di solidarietà nazionale e una modifica del regolamento comunitario della Organizzazione comune di mercato dell’ortofrutta relativo al finanziamento di fondi comuni di natura mutualistica per consentire interventi a compensazione del reddito degli agricoltori in annate di crisi. Infine, si chiede l’avvio di una campagna istituzionale di promozione dei consumi di frutta estiva, oltre a un aumento dei controlli sulla provenienza geografica della frutta esposta nei punti vendita. .  
   
   
CALABRIA: LOIERO INCONTRA IL PRESIDENTE REGIONALE COLDIRETTI PIETRO MOLINARI  
 
Il Presidente della Regione Agazio Loiero ha incontrato, ieri mattina, il presidente ed il direttore della Coldiretti-calabria Pietro Molinaro e Benedetto De Serio, assieme ad un gruppo di rappresentanti dell’associazione. “Vogliamo dare – ha detto il Presidente Loiero - il nostro pieno sostegno alla battaglia di Coldiretti per la difesa del made in Italy e in particolare del made in Calabria. Una causa a cui ci sentiamo vicinissimi e da condividere in pieno”. Gli imprenditori agricoli sono, infatti, impegnati oggi in una serie di mobilitazioni nazionali e regionali per la difesa della filiera agricola italiana. “Tra Regione Calabria e Coldiretti c’è un rapporto istituzionale forte, sentito ed intenso – ha detto Loiero – e siamo consapevoli del grande valore dell’agroalimentare in Calabria e del fatto che esistono gravi adulterazioni sul mercato. Non a caso abbiamo fatto l’anno scorso una legge, la n. 29, proprio sulla tutela dei nostri prodotti. Vogliamo che il made in Italy resti vivo e soprattutto il made in Calabria abbia un valore sempre più grande”. Loiero ha ricordato, poi, come la valorizzazione dei prodotti locali sia uno dei principali percorsi portati avanti dalla Regione anche in relazione allo sviluppo di un turismo ecosostenibile. “Una delle filiere turistiche che stiamo spingendo avanti - ha aggiunto - è proprio quella dell’ enogastronomico, che nell’epoca dei consumi di massa diventa un elemento sempre più decisivo e caratterizzante per il territorio”. Il Presidente della Regione ha parlato poi della grande importanza del rigassificatore di Gioia Tauro e della piastra del freddo, “strumento fondamentale per la difesa dei nostri prodotti agricoli” e ha fatto riferimento anche al ritorno in Calabria di migliaia di giovani, grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale regionale. Infine, ha auspicato un uso sempre più massiccio anche da parte delle mense scolastiche, aziendali e ospedaliere di prodotti calabresi. Il presidente della Coldiretti Molinaro ha sottolineato l’apprezzamento per il sostegno da parte della Regione e per la legge regionale 29/2008 sulla tracciabilita´ dei prodotti agricoli, evidenziando il lavoro svolto dall’organizzazione per dare un´alternativa ai consumatori rispetto alla grande distribuzione organizzata. .  
   
   
PUNTERUOLO ROSSO: 13 MILA LE PALME ABBATTUTE IN SICILIA LLUSTRATI IERI GLI ULTIMI DATI  
 
Palermo - Prosegue senza sosta la lotta al punteruolo rosso, il coleottero che mette a rischio la sopravvivenza delle palme in Sicilia. L’attuale situazione è stata illustrata ieri mattina nel corso di una riunione che si è tenuta a Palermo, nella sede del dipartimento della Protezione civile regionale. Erano presenti tra gli altri, l’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao, il dirigente generale della Protezione civile, Salvatore Cocina, la dirigente generale del dipartimento Interventi strutturali dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Rosaria Barresi, e l’Ispettore generale dell’Azienda Foreste, Fulvio Bellomo. Fino ad oggi, a causa degli attacchi del punteruolo rosso, sono state abbattute circa 13 mila palme, mentre altri 15 mila e 200 risultano infestate. Le zone della Sicilia dove questo insetto è presente sono il Palermitano, il Trapanese, il Catanese, il Ragusano e una piccola e finora circoscritta area del Nisseno. Il temuto insetto è presente anche a Lampedusa, a Pantelleria e a Favignana. In questa lotta, che si annuncia difficile, sono impegnati i tecnici dell’assessorato regionale all’Agricoltura e dell’Azienda Foreste Demaniali, che si avvalgono della collaborazione delle Università, in particolare delle facoltà di Agraria di Palermo e di Catania. “L’intervento della Protezione civile - sottolinea l’assessore Armao - è necessario perché il coleottero ha attaccato anche le palme presenti lungo i viali di tanti centri abitati della Sicilia. Da qui la necessità di scongiurare i pericoli legati alla possibilità che le palme attaccate dal punteruolo rosso, cadendo, possano provocare danni alle persone e, ad esempio, agli edifici”. .  
   
   
CONVEGNO: L´OLIVICOLTURA TOSCANA: COME CAMBIA IL MODELLO PRODUTTIVO  
 
«L´olivicoltura in Toscana riveste una fondamentale importanza dal punto di vista ambientale, paesaggistico, sociale e culturale, ma risente delle ridotte dimensioni della maggior parte delle aziende, della bassa produttività degli oliveti, degli elevati costi di produzione e dei prezzi di vendita in diminuzione. Il compito della Regione è e sarà quello di creare le condizioni utili alla ripresa della produttività e della convenienza economica; per le piccole imprese marginali occorreràindividuare gli strumenti di sostegno a garanzia del loro ruolo di tutela del territorio e del paesaggio». Lo ha detto ieri il presidente Claudio Martini nel suo intervento al convegno “L´olivicoltura toscana: come cambia il modello produttivo”, in svolgimento presso il frantoio degli Olivicoltori Toscani Associati a Cerbaia. «L’occasione mi sembra utile – ha aggiunto Martini - per ricordare la norma comunitaria che ha introdotto, dal 1° luglio scorso, l’obbligo di indicare l’origine dell´olio in etichetta e che di fatto regolarizza una precedente norma nazionale che aveva anticipato questa tematica. Si rende giustizia al mondo olivicolo che spesso si vede penalizzato in uno dei principali attributi di un prodotto, autentico valore aggiunto: l’origine. Certo contro il rischio di contraffazione i controlli devono essere efficienti. Saremo attenti a un rafforzamento delle attività di controllo svolte sia dall’Istituto Controllo Qualità del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che dagli altri organismi preposti ai controlli». L´olivicoltura interessa in Toscana circa 97. 000 ettari, oltre 15 milioni di piante, 70. 000 olivicoltori, oltre 400 frantoi oleari, numerose imprese di confezionamento e dà luogo ad una produzione media di circa 170-180. 000 quintali annui di olio con forti oscillazioni (nel 2007 138. 000 quintali, nel 2008 circa 180. 000, non sufficiente neppure a coprire gli stessi consumi regionali). E´ una produzione tradizionale, di qualità ma costosa che deve competere con produzioni di qualitàinferiore ma più meccanizzate e quindi meno costose. Proprio per studiare strumenti di modernizzazione e razionalizzazione del settore, quattro anni fa è nato il progetto Mateo (modelli tecnici ed economici per la riduzione dei costi di produzione nelle realtà olivicole della Toscana), coordinato da Arsia e realizzato dalla stessa Ota in collaborazione con le tre università toscane. Costato 180mila euro, di cui 135mila a carico di Arsia e 45mila come cofinanziamento dei partner di progetto, i risultati operativi di Mateo sono stati al centro della discussione davanti alla numerosa platea di addetti ai lavori. Possono essere riassunti in sei punti: rinnovo degli impianti,progettazione e gestione dell’oliveto, diffusione della meccanizzazione, azioni di formazione e divulgazione, compensazione della differenza di reddito nel mantenimento delle forme marginali attraverso la rivalutazione della filiera corta tipica, mantenimento dell’olivicoltura tradizionale per le sue funzioni paesaggistiche, ambientali e sociali da essa rappresentate. Sul fronte della valorizzazione delle produzioni possono inoltre essere citate alcune iniziative utili quali ad esempio quelle volte a favorire la filiera corta, le strade del vino e dell’olio, nonché tutte le campagne informative rivolte ad aumentare la consapevolezza dei consumatori nei riguardi delle caratteristiche delle produzioni di elevata qualità, in particolare quelle rivolte alle giovani generazioni ad esempio attraverso iniziative nelle scuole. .  
   
   
APPROVATO PROGRAMMA VALORIZZAZIONE RADICCHIO DI CHIOGGIA E PRODOTTI DEL DELTA DEL PO  
 
La Giunta Regionale, su proposta del Vicepresidente Franco Manzato, ha approvato il programma di promozione e valorizzazione del radicchio di Chioggia Igp e del territorio di produzione del Delta del Po. Questo programma è parte del più ampio Programma Promozionale del Settore Primario adottato dalla Regione, che ha individuato tra i propri obiettivi principali la promozione, la valorizzazione e il miglioramento delle attività di commercializzazione delle produzioni agroalimentari. “Si tratta – ha detto l’assessore Marialuisa Coppola – del coronamento di un lungo percorso che ha visto l’impegno concreto della Regione per ottenere il riconoscimento del marchio Igp per una produzione di qualità di eccellenza come il radicchio di Chioggia e l’inizio di una nuova fase nella quale si abbina in maniera innovativa la promozione del prodotto e delle altre tipicità locali, a quella del territorio, che coincide in larga parte con l’area del Delta del Po, ampliando così l’offerta gastronomica a quella turistica del territorio”. Il programma è frutto della collaborazione positiva con i produttori locali e le loro organizzazioni loca, in particolar modo la Coldiretti di Rovigo, il Presidente della Cooperativa Ortolani, Stocco, oltre che dell’Apovf, che hanno saputo predisporre un’importante risposta per un settore che ha conosciuto momenti di grave difficoltà, riuscendo a gestire con responsabilità e grande maturità una nuova fase innovativa di produzione e promozione del prodotto. “Abbiamo rispettato, ancora una volta, - ha affermato Isi Coppola - la promessa fatta agli operatori orticoli di Rosolina anche in funzione della valorizzazione del locale mercato ortofrutticolo, mettendo a disposizione una risorsa importante, ben 210. 000 €, che serviranno per far scoprire ad operatori, turisti e consumatori la qualità dei nostri prodotti e la bellezza del nostro territorio”. .  
   
   
ROMA, AL MUSEO BILOTTI È DI SCENA LA CUCINA FUTURISTA  
 
Un aperitivo e una cena creativi e multisensoriali – in una parola, futuristi – alla fine di un percorso tra ricette, degustazioni e letture del "Manifesto della Cucina Futurista" di Marinetti. E´ questo in sintesi il contenuto delle due serate-evento, ideate per il centenario futurista, in programma stasera e domani sulla terrazza del Museo Bilotti a Villa Borghese. Nel ´31 Marinetti dà alle stampe il Manifesto della Cucina Futurista con cui dichiara guerra all´«alimento amidaceo» (cioè la pastasciutta), colpevole di ingenerare «fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo». Oltre all´eliminazione della pastasciutta, il Manifesto predica l´abolizione della forchetta e del coltello, dei condimenti tradizionali, del peso e del volume degli alimenti e della politica a tavola; auspica la creazione di «bocconi simultaneisti e cangianti» e invita i chimici ad inventare nuovi sapori, anticipando di molto le più attuali esperienze di cucina molecolare; incoraggia l´accostamento ai piatti di musiche, poesie e profumi, Al lancio del Manifesto seguono conferenze e banchetti futuristi in Italia e in Francia e la pubblicazione del libro "La cucina futurista" di Marinetti e Fillia. Proprio da questo libro sono tratti alcuni piatti proposti nel corso delle due serate sulla terrazza del Bilotti; inventati dall´"aeropittore" Luigi Fillia, sono stati rivisitati dai professionisti del M. I. C. Ro. , Movimento Internazionale Culturale di Roma, che da anni si dedica alla rivalutazione del patrimonio futurista nella cultura, e soprattutto nella cucina. Sempre a loro si deve il percorso espositivo mobile, con pannelli che mostrano le ricette e gli ingredienti necessari per realizzarle. Animano le due serate le letture del ´fine dicitore´ Giacomo Innocentini, che declamerà brani del Manifesto della Cucina Futurista, e le musiche futuriste di Balilla Pratella e Luigi Russolo. 22 e 23 luglio dalle 20 alle 23 Museo Carlo Bilotti Ingresso gratuito fino a esaurimento posti (80) con prenotazione obbligatoria 06-3244662 .  
   
   
RILEVAZIONE DI CONFARTIGIANATO. IL GELATO ARTIGIANO NON CONOSCE CRISI: BOOM DI GELATERIE ARTIGIANE: + 10,9%% DAL 2004 1,9 MLD LA SPESA ANNUA DEGLI ITALIANI, 82 EURO A FAMIGLIA  
 
Nel Nord Ovest record di imprese (6. 093) e di consumi (94 euro/anno a famiglia). I più golosi: famiglie del Nord Ovest e giovani single. La voglia di gelato degli italiani non conosce crisi e fa crescere il numero dei laboratori artigiani: al 31 marzo 2009 erano 36. 389 con 93. 207 addetti e dal 2004 sono aumentati di 3. 970 unità, con un tasso di sviluppo del 10,9%. La rilevazione è dell’Ufficio studi di Confartigianato che ha analizzato produzione e consumi di gelato in Italia. Il record del numero di gelaterie artigiane è nelle regioni del Nord: in testa la Lombardia con 6. 093 laboratori, seguita dal Veneto (3. 512 imprese), Emilia Romagna (3. 273 imprese) e Lazio (3. 136 imprese). Tuttavia, il maggiore tasso di crescita di gelaterie artigiane tra il 2004 e il I trimestre 2009 si registra nel Centro Italia dove le gelaterie artigiane sono aumentate del 12,9% rispetto alla media nazionale del 10,9%. Le regioni più dinamiche sono il Lazio (+ 15,2%), la Puglia (+ 13,8%), Piemonte (+13,3%), Sicilia e Abruzzo (+12,%). Quanto ai consumi, le famiglie italiane spendono in un anno 1,9 miliardi di euro in gelati artigianali e industriali, pari a 82 euro l’anno per famiglia. I più golosi sono i consumatori del Nord a cui si deve il 52,9% della spesa in gelati. In particolare, il record dei consumi appartiene alle famiglie del Nord Ovest ciascuna delle quali spende 94 euro l’anno in gelati. Nelle regioni del Mezzogiorno si concentra il 29,4% dei consumi mentre il Centro Italia fa registrare il 17,6% della spesa in gelati. A sorpresa sono gli adulti i maggiori consumatori di gelato. Il primato di spesa pro capite in gelato appartiene ai giovani single: 63 euro all’anno. Seguono le giovani coppie senza figli (47 euro pro capite l’anno), mentre le coppie con 1 figlio spendono 33 euro pro capite l’anno. Per quanto riguarda i prezzi dei gelati, Confartigianato segnala una dinamica molto contenuta: la variazione tendenziale rilevata a maggio 2009 è dell’1,4%, inferiore di 1 punto rispetto alla dinamica dei prezzi dei prodotti alimentari. Inoltre i prezzi dei gelati hanno mostrato una decisa frenata: dal 4,5% di crescita tendenziale a novembre 2008 si è passati appunto all’1,4% di maggio 2009. “L’aumento del numero di gelaterie artigiane – sottolinea il Presidente dei Gelatieri di Confartigianato Loris Molin Pradel – conferma che gli italiani continuano a preferire la qualità e la genuinità del nostro prodotto. Non potrebbe esserci risposta migliore ai tentativi di una multinazionale di lanciare il gelato all’Ogm, vale dire il gelato che non si scioglie, sfruttando l’effetto ‘antigelo’ delle proteine del merluzzo ricostruite in laboratorio. Noi artigiani a questa sorta di ‘antigelato’ rispondiamo con il nostro ‘Artigelato’ , un prodotto tradizionale che nasce da prodotti freschi e senza conservanti. E che i consumatori mostrano di apprezzare molto”. .  
   
   
ENERGY DRINK E SUCCHI DI FRUTTA SI CONQUISTANO NUOVI SEGMENTI  
 
A spingere il recupero dei due settori nel consumo fuori casa strategie di posizionamento mirate ed innovazione di prodotto Dalle prime indicazioni emerse dell´indagine del Ii trimestre 2009 condotta da Cda (Consorzio Distributori Alimentari) - il più importante gruppo indipendente italiano di distributori di bevande, che da solo rappresenta oltre l’11% del mercato italiano della distribuzione di liquidi alimentari - emerge un dato significativo: l´inversione di tendenza, con un trend in recupero per il settore degli energy drink e segnali di ripresa per i succhi di frutta, trainati da nuovi segmenti di consumo e dal lancio di nuove linee di prodotto. Due categorie merceologiche che, negli ultimi anni, si sono distinte per le rispettive performance. Gli energy drink - in positivo - con un boom dal loro ingresso sul mercato nazionale, e poi per la prima volta in negativo, lo scorso anno, spinto giù dalla crisi che ha colpito i consumi. I succhi di frutta con un trend degli ultimi anni - in negativo - a sottolineare che il settore necessitava di un rilancio. Dai dati dell´indagine condotta da Cda riferita al Ii trimestre 09 emerge che si stanno accorciando nella classifica le distanze con il segno meno delle due categorie merceologiche, sofferenti di un forte calo di consumi nel primo trimestre Una risalita di 12 punti per gli energy drink che passano dal - 16,5 % del I trimestre ad un - 4,5 % nel Ii trimestre 09. Si attenua il segno meno anche per i trend di consumo dei succhi di frutta che segnano una risalita di oltre 13 punti, passando da - 20,1 % del I trimestre a - 6,6 % nel Ii trimestre 09. Nell´ambito ho. Re. Ca. I consumi degli energy drink segnano il prevalere del canale diurno - con un 49% - seguito, a breve distanza, da quello serale con il 41%. Contenuto il consumo nel canale della ristorazione con un 10% sul totale. I succhi di frutta, come da tradizione, confermano come principale canale di consumo quello diurno, con il 71%, segue la ristorazione con un 17% e, fanalino di coda, il canale serale con il 13%. Una conferma che le strategie messe in atto per le bevande ´energizzanti´ hanno risposto alla crisi, dimostrando una sostanziale tenuta nel consumo fuori casa e sottolineando il successo delle strategie di posizionamento adottate dagli energy drink che, oltre al canale serale (dove il consumo è legato alla preparazione di cocktail) si sta conquistando anche il canale diurno, come bevanda funzionale, per dare la giusta carica, per un target in prevalenza giovane, interessato ed impegnato in attività sportive ´estreme´ e/o alternative. Qui i player sono Red Bull, Burn e Monster, di recente entrato sul mercato italiano. “Se il dato in recupero per gli energy drink significa una conferma del successo degli scorsi anni, per la categoria dei succhi di frutta si tratta invece di un ritorno” sottolinea Lucio Roncoroni, direttore di Cda. “Nel caso dei succhi di frutta il risultato è raggiunto - continua Roncoroni - grazie a tre fattori messi in campo per rilanciare il settore in crisi: diversificazione di gamma, politiche di posizionamento mirate per conquistarsi nuove fasce di consumatori, innovazione di prodotto”. E i consumi segnano il passo di nuove tendenze e stili di vita nel consumo fuori casa degli Italiani. I succhi di frutta - con i nettari, il debutto della frutta frullata (smoothe) e l´ingresso sul mercato di nuovi prodotti - si apprestano a conquistare nuovi spazi tra coloro che sono attenti ad un´alimentazione naturale. A spingere i consumi fuori casa di questa categoria merceologica, sulla base dei consumi del campione di oltre 20 mila esercizi pubblici monitorati, è la crescente attenzione ad uno stile di vita salutistico. Il ritorno dei succhi riguarda anche i gusti, con in pole position ´i tradizionali´ pera, pesca e albicocca. Ed è proprio l´attenzione all´aspetto salutistico che ha guidato le strategie dell´industria alimentare che hanno dato vita a specifiche linee dedicate come Derby 0, la nuova linea Aq e al restyling di linee esistenti come Yoga (Conserve Italia), Vellutata di sola frutta Sanattiva (Spumador) e Santal Smoothie (Parmalat.  
   
   
LE COLLINE DEL PROSECCO FRA I MIGLIORI VINI D’ITALIA E’ STATO PUBBLICATO DAL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA IL DECRETO CHE FORMALIZZA LA NASCITA DEL DOCG CONEGLIANO VALDOBBIADENE – PROSECCO SUPERIORE.  
 
“Oggi con la pubblicazione del Decreto Conegliano Valdobbiadene entra nell’olimpo dei migliori vini d’Italia: le Docg – afferma il Presidente del Consorzio di Tutela Franco Adami. - I numeri parlano chiaro. Nel nostro paese le denominazioni di origine sono 357, di cui solo 41 docg. Il passaggio ai vertici della qualità sarà una grande opportunità perché conferma che Conegliano Valdobbiadene ha tutte le carte in regola per essere uno dei vini più rappresentativi del nostro Paese. ” A conferma di questo, all’inizio del prossimo anno, a New York e Chicago il Consorzio di Tutela organizzerà un grande evento assieme ai colleghi del Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino e Chianti Classico. Vini che, nel mondo, sono sinonimo della eccellenza italiana. Il passaggio a Docg per l’area storica di produzione del Prosecco, quella di Conegliano Valdobbiadene, è stato complesso ma, grazie alla collaborazione di tutti e, in primo luogo, delle istituzioni, si è creato un dialogo comune al mondo produttivo, rappresentato, 2. 913 viticoltori, 454 vinificatori e da 166 case spumantistiche. “Per realizzare il progetto, è stato necessario un forte coinvolgimento di tutti. Per spiegare i perché della scelta il Consorzio di Tutela e i rappresentanti di tutte le Categorie di produttori hanno organizzato più di dieci incontri su tutto il territorio. Essi hanno coinvolto migliaia di produttori. Il confronto ha aperto un acceso dibattito e, talvolta, anche scontri, ma alla fine si è arrivati ad una posizione condivisa. – afferma il Direttore del Consorzio di Tutela Giancarlo Vettorello - Oggi, in corrispondenza dei quaranta anni di anniversario della denominazione, con l’ottenimento della Docg possiamo festeggiare un nuovo traguardo e per questo rinnoveremo la nostra comunicazione. Per farlo nel modo più efficace, abbiamo avviato, fin dall’inizio di questo progetto, uno studio di strategia di comunicazione con la Robilant & Associati di Milano, l’agenzia per intenderci che ha curato il restyling per marchi importanti come Fiat, Ferrari, ecc. ” Obiettivo del lavoro sarà valorizzare gli elementi di identità che accomunano i produttori, lasciando poi ai singoli l’espressione delle differenze che rendono così interessante e ricca la denominazione. Il primo impegno sarà comunicare questa novità sul territorio nazionale, che rappresenta il 65% del mercato. E, anche se “cambiare nome” è una bella sfida, il Conegliano Valdobbiadene ha una forza straordinaria: 57 milioni di messaggi, ovvero il numero delle bottiglie che arriva sul mercato. Se tutti comunicheranno la stessa cosa, in pochi anni si potrà affermare una nuova identità, basata sul territorio. Al lavoro per l’ottenimento della Docg si è affiancato quello per la protezione internazionale del Prosecco, resa possibile grazie al tavolo di concertazione, creato dalla filiera vitivinicola trevigiana presso la Camera di Commercio di Treviso, con il supporto della Regione Veneto. Iniziato dal territorio trevigiano, che da solo ha coinvolto più di 10. 000 produttori, esso è stato poi condiviso con le altre otto province di Veneto e Friuli. Si è trattato di un lavoro eccezionale, che consentirà la protezione del Prosecco come una denominazione. Tutto questo è stato possibile, per la condivisione di un progetto comune da parte di tutti , grazie alla secolare tradizione produttiva delle colline di Conegliano Valdobbiadene e alla presenza, vicino a Trieste, di una località, Prosecco, dove si colloca l’origine del vitigno. Questa la realtà produttiva che ha permesso al Ministero di concludere l’iter con la pubblicazione del Decreto, che darà anche a questa Denominazione italiana una solida tutela internazionale. .