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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Dicembre 2009
RELAZIONE SULLO STATO SANITARIO DEL PAESE 2007-2008  
 
Roma, 16 dicembre 2009 - Il 10 dicembre 2009 presso il Ministero della Salute, il ministro Sacconi ed il vice ministro Fazio hanno presentato la “Relazione annuale sulla stato sanitario del Paese”. Ci limiteremo qui a dar conto, dopo un sommario approccio alla “Struttura e dinamica demografica”, solo dei punti fondamentali relativi, soprattutto, alla diffusione delle malattie in Italia. A) Al 1° gennaio 2009 si stima che la popolazione residente in Italia abbia superato il traguardo storico dei 60 milioni. Assai positiva la componente migratoria del 2008, grazie a oltre 2 milioni di iscrizioni contrapposte a 1 milione e 600 mila cancellazioni. Il saldo migratorio è pertanto di poco superiore alle 400 mila unità, per un tasso pari a 7,3 per mille abitanti. L’indice di vecchiaia (cioè il rapporto tra popolazione di ultrasessantaquattrenni e quella con meno di 15 anni) nel 2009 è pari a 143%. Il processo di invecchiamento investe tutte le regioni d’Italia, ma più quelle settentrionali e centrali. Si è passati da una speranza di vita che era (nei primi anni ’90) di circa 74 anni per gli uomini e di 80 per le donne a 78,4 e 84 anni, rispettivamente per gli uomini e per le donne nel 2006. I termini di mortalità, dal punto di vista territoriale, si conferma il primato della Campania per la quale si registra la situazione più svantaggiata sia per gli uomini che per le donne. Il quadro migliore appartiene invece alla Marche, che nel 2006 registra il tasso di mortalità più basso per uomini e donne. La mortalità infantile è in continua diminuzione dal 2001 al 2006, passando (a livello nazionale) da 4,9 decessi per mille nati vivi del 2001 a 4,1 nel 2006 per i maschi e da 4,2 a 3,2 decessi per mille nati vivi per le femmine, rispettivamente dal 2001 al 2006. Circa lo stato di salute percepito, si stima che nel 2005 circa il 61% della popolazione si considera in buona salute, mentre il 6,7% dà una valutazione negativa delle proprie condizioni di salute. Lo scenario che si configura invece in termini di aspettativa di vita libera da disabilità è migliore di quello delineato dall’indicatore della speranza di vita in buona salute: in questo caso emerge un vantaggio femminile. Se passiamo alle condizioni di cronicità e di disabilità, vediamo che le più diffuse patologie croniche sono, nel 2004-2005, sono l’artrosi e le artriti (18,3%), l’ipertensione arteriosa (13,6%) e le malattie allergiche (10,7%). Cause prevalenti di morte: le malattie del sistema circolatorio e i tumori, a cui seguono le malattie dell’apparato respiratorio. Cause predominanti - tra i bambini e gli adolescenti (maschi e femmine): le condizioni che hanno origine nel periodo perinatale (malformazioni congenite e anormalità cromosomiche, i tumori e le cause violente), - tra i giovani adulti (maschi e femmine di 15-44 anni): le morti violente e i tumori, - tra le persone di mezza età (45-64 anni): i tumori, seguiti dalle malattie del sistema circolatorio, - tra gli anziani (65-84 anni): i tumori e le malattie circolatorie (per gli uomini), le morti causate da malattie (per le donne). B) Malattie Malattie cardiovascolari. Le malattie del sistema circolatorio hanno provocato, nel 2003, 240. 253 morti (140. 987 uomini e 135. 266 donne). Negli uomini la mortalità è trascurabile fino all’età dei 40 anni, emerge fra i 40 e i 50 anni e poi cresce in modo esponenziale con l’età. Nelle donne il fenomeno si manifesta a partire dai 50-60 anni e cresce rapidamente. Tumori. Nel 2006 si sono registrati oltre 168 mila decessi per cancro. Nell’ultimo decennio la mortalità per cancro è diminuita, per effetto soprattutto della migliore sopravvivenza dei malati. La mortalità per tumore del colon-retto ha registrato, a partire dai primi anni ’90, una costante riduzione in entrambi i sessi. Il cancro del polmone è in diminuzione fra gli uomini e in aumento fra le donne; La mortalità per tumore della mammella dall’inizio degli anni ’90 è diminuita di circa il 2% all’anno. Malattie metaboliche. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un inarrestabile aumento della prevalenza di diabete. In Italia, nel 2005, l’Istat stima una prevalenza del diabete noto pari al 4,2% (4,4% nelle donne e 4,0% negli uomini). La prevalenza è più bassa al Nord 3,9%) rispetto al Centro (4,1%) e al Sud (4,6%). La prevalenza della malattia aumenta con l’età (dal 2,5% nella fascia d’età di 45-54 anni, al 16,3% nelle persone con età superiore a 75 anni). 4) Malattie respiratorie. Tra le patologie più diffuse: le malattie respiratorie e allergiche, che hanno un elevato impatto socio-economico. Tali patologie sono tra quelle maggiormente prevenibili. L’asma, assieme all’obesità, è la patologia cronica più diffusa nell’infanzia. Bronchite cronica ed asma colpiscono oltre il 20% della popolazione anziana (con più di 64 anni). Malattie reumatiche e osteoarticolari. Le patologie dell’apparato muscolo-scheletrico sono la causa più comune di malattie croniche ad alto potenziale di disabilità ed handicap. Le malattie reumatiche rappresentano la condizione cronica più diffusa. L’artrite/artrosi colpisce il 17,9% della popolazione. La prevalenza dei disturbi per artrite/artrosi è maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Demenze. Le demenze comprendono un insieme di patologie (demenza di Alzheimer, vascolare, fronto-temporale, a corpi di Lewy ecc) di grande impatto socio-sanitario, sia per il numero di soggetti e di famiglie coinvolte sia perché le risposte al problema richiedono una qualificata rete integrata di servizi sanitari e socio-assistenziali. Il maggior rischio associato alle demenze è l’età. Numerosi studi conducono ad una stima complessiva di circa 1 milione di persone affette da demenza (circa il 60% delle quali, da demenza di Alzheimer). Tuttavia, una regolare attività fisica ed una intensa attività sociale, produttiva e mentale possano ridurre il rischio delle demenze in un arco temporale di 4-5 anni anche del 40%. Disturbi psichici. In Italia non si hanno sufficienti informazioni sulla salute mentale della popolazione generale, tuttavia alcuni studi recenti dimostrano che la prevalenza dei disturbi mentali più comuni (depressione, distimia, ansia generalizzata panico, agorafobia, disturbo post-traumatico da stress ecc. ) non è inferiore al 7%. I dati relativi alle situazioni di acuzie, fanno emergere un tasso di 26,7 ricoveri psichiatrici per 10. 000 abitanti. I Trattamenti Sanitari Obbligatori (Tso) rappresentano il 9% di tutti i ricoveri annui in Italia, ed il tasso per 10. 000 abitanti è pari a 2,5, con una marcata variabilità regionale. Malattie rare. Sono caratterizzate da una bassa occorrenza nella popolazione, definita secondo il limite di prevalenza inferiore a 5 casi ogni 10. 000 abitanti. Si tratta di forme morbose che possono colpire diversi organi ed apparati ed insorgere in tutte le fasce d’età. Ad oggi diverse regioni inviano dati aggregati al Registro Nazionale Malattie Rare dai rispettivi registri regionali, e 300 presidi della rete nazionale accedono direttamente al sistema web reso disponibile dal Centro nazionale per le Malattie Rare per l’invio dei dati al Registro. A febbraio 2009 risultano presenti nel registro Nazionale Malattie Rare 26. 592 schede di arruolamento. Malformazioni congenite. Le Malformazioni Congenite (Mc) hanno un ruolo predominante come causa di mortalità infantile, determinano l’incremento della morbosità infantile. Nel periodo 1996-2003 sono stati rilevati, dai registri regionali che afferiscono al network Eurocat, 24. 897 difetti congeniti su 1. 427. 921 nati vivi e morti sorvegliati per una prevalenza totale di 174,36 per 10. 000 nati. Emerge il peso dei difetti cardiovascolari (32,5% dei difetti congeniti totali), seguiti dai difetti degli arti (14,9%), le anomalie cromosomiche (13,7%) e i difetti del sistema nervoso (8,6%). Hiv/aids. Nel periodo 1982 al 2007 sono stati rilevati 59. 106 casi di Aids (45. 780 cioè il 77,4% di sesso maschile, 765 casi pediatrici (1,3%) e il 7,2% stranieri. Al dicembre 2007 risultano deceduti 35. 358 (59,8%) pazienti. Nel corso degli anni, si è verificato un costante aumento dell’età mediana dei casi di Aids; nel 2007 essa è stata di 43 anni per gli uomini e di 40 anni per le donne. Malattie professionali. Dai dati rilevabili nell’ultimo rapporto annuale Inail, risultano pervenute 28. 497 denunce di malattie professionali manifestatesi nel 2007, con un aumento rispetto all’anno precedente pari al 7%, a fronte di un aumento del numero degli occupati dell’1%. Al primo posto troviamo l’ipoacusia, mentre è da registrare un notevole incremento delle tendiniti, le patologie muscolo-scheletriche e le malattie respiratorie. Per le patologie tumorali, relativamente all’anno 2007, la rilevazione alla data di aprile 2008 evidenzia 1. 700 casi, di cui la metà circa è costituita da neoplasie da asbesto, seguite dai tumori di trachea, pleura e laringe e dai mielomi multipli. Malattie della bocca e dei denti. Le patologie più diffuse sono la carie e la malattia parodontale. Il quadro epidemiologico non è omogeneo a livello nazionale: dai dati disponibili si riscontra un Nord più sano, seguito dal Centro. Quasi il 60% degli individui di età compresa tra i 13 ed i 18 anni ha già avuto almeno una lesione cariosa. Negli individui di età compresa tra 19 e 25 anni c’è una prevalenza di patologia superiore all’80%. Mortalità e disabilità dovute a cause esterne. Mentre il numero degli occupati è aumentato, il numero di denunce di infortuni pervenute all’Inail al 31/10/2008 (relative all’anno 2007) evidenzia una flessione dell’1,7% rispetto ai dati del 2006. La fascia di età più coinvolta negli infortuni, inclusi quelli con esito mortale, è quella tra i 35-49 anni. I lavoratori stranieri rispetto ai lavoratori italiani risultano più esposti ad infortuni. Incidenti stradali. Ogni giorno in Italia si verificano, in media, 633 incidenti stradali che provocano la morte di 14 persone e il ferimenti di altre 893. Nel 2007 sono stati rilevati 230. 871 incidenti che hanno causato il decesso di 5. 131 persone, mentre altre 325. 850 hanno subito lesioni di diversa entità. Incidenti domestici. Gli incidenti domestici hanno coinvolto nel 2006 circa 3,2 milioni di persone, per un complesso di 3,7 milioni di casi. Oltre il 60% di questi hanno riguardato le donne. Cause più frequenti: le cadute. Fasce di popolazione più a rischio: i bambini al di sotto dei 6 anni e gli anziani (gli infortuni a danno degli ultra 65enni rappresentano un terzo del totale). Suicidi. Oltre il 90% dei suicidi rimanda alla presenza di un disturbo mentale (specie il disturbo depressivo). I maschi commettono il suicidio più frequentemente rispetto alle donne, con un rapporto complessivo di circa 3 a 1: è un primato particolarmente evidente nella fascia di età 18-24 anni. A livello territoriale si hanno valori in genere più elevati nelle regioni del nord e del centro e più bassi al sud. .  
   
   
RICERCATORI FINANZIATI DALL´UE FANNO CHIAREZZA SULLA GENETICA DELLA FUNZIONE POLMONARE  
 
Bruxelles, 16 dicembre 2009 - Uno studio compiuto su larga scala ha individuato cinque nuovi loci genetici (punti sul genoma) associati alla salute e alla funzione polmonare umana. In un articolo pubblicato sull´ultimo numero della rivista Nature Genetics, il team di ricerca - in parte finanziato dall´Unione europea - spiega che le scoperte gettano nuova luce sulle basi molecolari delle malattie polmonari e potrebbero condurre a trattamenti migliori per la malattia ostruttiva polmonare cronica (Copd), l´asma e patologie simili. I ricercatori hanno studiato campioni prelevati da oltre 20. 000 persone, creando la mappa dei loci specifici legati a due misurazioni della funzione polmonare clinicamente rilevanti: il volume espiratorio massimo in 1 secondo (Fev1), ovvero la quantità di aria espirata durante il primo secondo, e il rapporto del Fev1 rispetto alla capacità vitale forzata (Fvc). La Fvc è il volume d´aria espirata forzatamente dopo un´inspirazione massimale. Da un punto di vista clinico, entrambe le misurazioni sono indicatori importanti della morbosità e mortalità della popolazione, e rappresentano una base diagnostica per la Copd. È comunemente riconosciuto che la funzione polmonare è in parte determinata da fattori genetici. La ricerca, condotta da 96 scienziati in Europa e Australia, e stata guidata dal dottor Martin Tobin dell´Università di Leicester (Regno Unito) e dal professor Ian Hall dell´Università di Nottingham. Essa ha individuato cinque loci genetici che rivestono un importante ruolo nella funzionalità dei polmoni e che sono stati osservati nell´intera popolazione, ovvero non soltanto in determinate categorie come i fumatori, ad esempio. Inoltre, tre dei loci sono stati individuati anche tramite un secondo studio, pubblicato nella stessa edizione di Nature Genetics. Il lavoro del consorzio Charge ("Cohorts for Heart and Aging Research in Genomic Epidemiology") si basa su una serie di campioni diversi, ma ugualmente consistente, e coorbora quindi alcune delle scoperte fatte dal dott. Tobin e dai suoi colleghi. "Questo lavoro è importante perché finora sapevamo molto poco riguardo ai fattori genetici che determinano la funzione polmonare di un individuo", dicono i ricercatori. "Adesso che sono stati individuati i geni determinanti per la funzione polmonare, possiamo cercare di chiarire i meccanismi che regolano lo sviluppo e il danno polmonare. Ciò ci permetterà di capire meglio le malattie come la Copd e l´asma. Soprattutto, potrebbe aprire la strada a nuove modalità di gestire e trattare i pazienti con patologie polmonari". Gli scienziati aggiungono: "Si ha un´importante riduzione della funzione polmonare nella Copd, che colpisce circa un adulto su dieci al di sopra dei 40 anni ed è ritenuta la quarta causa di morte più comune a livello mondiale. Il fumo è uno dei maggiori fattori di rischio per sviluppare la Copd. L´accoppiamento funzione polmonare e Copd all´interno delle famiglie, indica che anche le variazioni genetiche predispongono ad una ridotta funzione polmonare. Entrambi gli studi sono stati in parte finanziati dall´Ue attraverso i seguenti progetti: Euro Blcs ("Biological, clinical and genetic markers of future risk of cardiovascular disease") e Genomeutwin ("Genome-wide analyses of European twin and population cohorts to identify genes in common diseases"), finanziati nell´ambito del Quinto programma quadro (5° Pq), Gabriel ("A multidisciplinary study to identify the genetic and environmental causes of asthma in the European Community") e Eurospan ("European special populations research network: quantifying and harnessing genetic variation for gene discovery"), sostenuti dal Sesto programma quadro (6° Pq) e Gefos ("Genetic factors for osteoporosis"), un progetto che fa parte del Settimo programma quadro (7° Pq). Per ulteriori informazioni, visitare: Nature Genetics http://www. Nature. Com/ng/ University of Leicester: http://www2. Le. Ac. Uk/ .  
   
   
SCIENZIATI CHIARISCONO IL MISTERO DELLA SINTESI DELLA GUAINA MIELINICA  
 
 Bruxelles, 16 dicembre 2009 - Una nuova ricerca dimostra che una serie di processi proteici necessari nella prima fase della conversione del glucosio in acidi grassi rivestono un ruolo centrale per la formazione e la stratificazione corrette della guaina mielinica. I risultati fanno parte dei progetti comunitari Axon Support e Neuromics, che hanno ricevuto rispettivamente finanziamenti per l´ammontare di 1,3 milioni e 1 milione di euro. I risultati, presentati nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), mostrano come l´utilizzo dei raggi X evidenzino il modo in cui le mutazioni influiscono sulla struttura della guaina mielinica, un aspetto cruciale della ricerca dedicata alle patologie neurologiche. I ricercatori del Boston College, negli Stati Uniti, hanno collaborato con colleghi italiani, giapponesi, olandesi e svizzeri per valutare come i lipidi mielinici influiscano sulla struttura e sulla stabilità della guaina mielinica. Il funzionamento corretto del sistema nervoso dipende dagli strati mielinici che avvolgono gli assoni dei neuroni. "La mielinazione richiede un aumento della sintesi della membrana delle cellule gliali. Ed è qui che dimostriamo che la fase acuta della sintesi dei lipidi mielinici è regolata dalla proteina Scap (cleavage activation protein) della Srebp (sterol regulatory element-binding protein), un attivatore della proteina Srebp," questo quanto scrivono gli autori dello studio. Daniel Kirschner, professore presso il Boston College, ha affermato: "La guaina mielinica è composta da più membrane che isolano l´assone e proprio questo isolamento consente una conduzione nervosa rapida. La compromissione del funzionamento della guaina mielinica determina un indebolimento dell´isolante della membrana e il conseguente deterioramento della conduzione nervosa. Se la guaina mielinica è completamente assente lungo una parte dell´assone, la conduzione nervosa ne risulta completamente inibita". Il team ha utilizzato la diffrazione ai raggi X per osservare il processo dinamico di assemblaggio della membrana in campioni nervosi completi prelevati da topi in cui è stato indotto lo sviluppo delle malattie che colpiscono la guaina mielinica". Secondo il professor Kirschner, dal confronto della diffrazione ai raggi X con altre tecniche microscopiche risulta che la prima tecnica fornisce risultati rapidi, precisi e chiari sull´integrità strutturale intermodale della guaina mielinica. "Siamo stati in grado di evidenziare che l´assembramento delle membrane era anormale: una peculiarità che poteva influire sulle proprietà elettrofisiche della guaina" hanno affermato i biologi del Boston College. "Abbiamo visto, inoltre, che l´assembramento dei lipidi nei doppi strati lipidici avveniva in modo più disordinato nei campioni prelevati dai topi geneticamente modificati". I ricercatori hanno poi continuato affermando che sono in fase di valutazione altre tecniche microscopiche che determinerebbero modifiche chimiche a livello tissutale. La struttura molecolare può essere alterata da questi agenti e dal tempo utilizzato per preparare e analizzare i campioni e può succedere che questi fattori mascherino le interazioni dinamiche della mielina. "La diffrazione a raggi X non richiede trattamenti di natura chimica e può essere effettuata nell´arco di circa un´ora" ha detto. "I vantaggi della diffrazione a raggi X sono i seguenti: permettono di esaminare e analizzare interi frammenti di tessuto e forniscono informazioni sull´effetto della mutazione sulla struttura originaria e sulla stabilità della guaina mielinica". Il team che ha condotto la ricerca ha utilizzato topi modificati geneticamente per circa quattro anni nel quadro della ricerca sul ruolo della degenerazione della guaina in varie patologie a carico del sistema nervoso centrale e periferico. Il progetto Axon Support ("Axonuclear communication in health and disease") è stato finanziato in riferimento all´area tematica dedicata a scienze e tecnologie nuove del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Unione europea. Il progetto Neuromics ("Functional genomics of the brain") è stato invece finanziato nell´ambito delle Azioni Marie Curie per la formazione iniziale del 6° Pq. Per maggiori informazioni, visitare: Pnas: http://www. Pnas. Org/ .  
   
   
PREVENZIONE ONCOLOGICA: 4 MILIONI GLI ESAMI DI SCREENING EFFETTUATI IN ITALIA NEL 2008 IN PIEMONTE INDIVIDUATI 750 CARCINOMI AL SENO E 800 LESIONI AL COLLO DELL´UTERO  
 
Torino, 16 dicembre 2009 - Sono stati circa 4 milioni gli esami di screening oncologici effettuati in Italia nel 2008 e quasi 8 milioni e mezzo gli italiani invitati a prendere parte a uno dei tre programmi di prevenzione previsti, quello mammografico, quello della cervice uterina e quello colonrettale. I tumori individuati sul territorio nazionale sono stati 11. 500, dei quali 5500 alla mammella, 2700 al colon retto e 3300 alla cervice uterina. I numeri sono stati resi noti ieri in occasione dell’ottavo convegno dell’Osservatorio Nazionale Screening (Ons), realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte e il Centro di Riferimento per l´Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (Cpo), presso il Centro Incontri a Torino. In Piemonte i programmi di screening “Prevenzione Serena” hanno consentito di individuare, nel 2008, 750 carcinomi al seno, 800 lesioni preinvasive al collo dell’utero, 123 adenomi e 556 carcinomi avanzati al colon retto. Le donne invitate a sottoporsi alla mammografia sono state 204 mila, quelle invitate a fare il pap-test 396 mila e l’adesione è stata rispettivamente del 64% e del 44%. Per quanto riguarda il cancro al colon retto, hanno ricevuto l’invito a sottoporsi alla sigmoidoscopia flessibile 22. 200 piemontesi (adesione del 29%) e al test del sangue occulto delle feci 48. 654 persone (adesione del 33%). Tra il 2003 e il 2008, in Italia, l’estensione teorica dello screening mammografico (che esprime il rapporto fra la popolazione che vive in un’area dove è attivo un programma di screening e l’insieme della popolazione italiana) è cresciuta dal 56,2% al 87%, pur permanendo uno squilibrio fra nord e centro da un lato e sud e isole dall’altro. Nel 2008, inoltre, l’estensione effettiva (cioè la percentuale di donne di età compresa fra i 50 e i 69 anni effettivamente invitate) è pari al 69% (88% al nord, 77% al centro e 38 % al sud). Per quanto riguarda lo screening della cervice uterina, nel 2008 il 75% del territorio nazionale è coperto da programmi organizzati. La differenza fra nord, centro e Italia meridionale e insulare è in questo caso meno marcata. Infatti, nel 2008 si passa dal 68% circa del nord al 86% del centro al 77% del sud. Il 63% delle donne residenti nella fascia di età 25-64 anni ha ricevuto effettivamente la lettera di invito (65% al centro, 76% al nord, 54% nel sud e nelle isole). Cinque anni fa la percentuale di copertura effettiva era solo il 43%. I programmi di screening del carcinoma colonrettale italiani, anche se di più recente attivazione, rappresentano una delle realtà più importanti a livello internazionale. Mentre prima del 2004 praticamente non esistevano programmi organizzati di diagnosi precoce per questo tumore, nel 2008 risulta coperto dallo screening del carcinoma colonrettale (mediante ricerca del sangue occulto fecale, nella grande maggioranza di casi, o mediante rettosigmoidoscopia) circa il 51% del territorio nazionale. La copertura riguarda essenzialmente il nord (73%) e il centro (56%), mentre questo screening è meno diffuso al sud (16%), dove però è cresciuto rispetto all’anno precedente. Nella grande maggioranza dei casi l’indagine si effettua mediante la ricerca del sangue occulto fecale e in Piemonte anche mediante rettosigmoidoscopia Le persone effettivamente invitate (donne e uomini fra i 50 e i 70 anni nella maggior parte delle Regioni, donne e uomini di 58-60 anni invitati alla rettosigmoidoscopia in alcuni programmi) sono il 36% della popolazione target, con una grande differenza fra nord (oltre il 60%) e centro (oltre il 30%) rispetto al sud (5%), dove questo tipo di prevenzione interessa ancora oggi una piccola minoranza delle persone che ne avrebbero diritto. L’ons nasce nel 2001 con il nome di Osservatorio Nazionale per la Prevenzione dei Tumori Femminili, come rete dei centri di screening, grazie al supporto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Nel 2005 l’Ons ha assunto la denominazione attuale, ampliando le sue competenze in funzione delle crescente attivazione dei programmi di screening colonrettale. Nel 2004 è stato individuato quale strumento tecnico a supporto sia delle Regioni per l’attuazione dei programmi di screening, sia del Ministero per la definizione delle modalità operative, monitoraggio e valutazione dei programmi. .  
   
   
CALENDARIO DELLE RIUNIONI DI APPROVAZIONE DEI RESOCONTI FINANZIARI PER L’ANNO 2010 DI TELECOM ITALIA MEDIA  
 
Roma, 16 dicembre 2009 - Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia Media, riunitosi l’ 11 dicembre sotto la presidenza di Berardino Libonati, ha esaminato l’andamento della gestione che prosegue nel percorso di miglioramento della redditività operativa rispetto al 2008. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre esaminato le linee guida per l’aggiornamento del Piano Industriale 2010-2012 che sarà approvato e presentato al mercato in occasione della prossima riunione del Consiglio che discuterà il progetto il Bilancio dell’Esercizio 2009 in coerenza con il calendario di pianificazione del Gruppo Telecom Italia. Si riporta inoltre il calendario delle riunioni di approvazione dei resoconti finanziari per l’anno 2010 di Telecom Italia Media: 24 febbraio – mercoledì: Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del progetto di bilancio di esercizio e del bilancio consolidato al 31 dicembre 2009; 8 aprile – giovedì: Assemblea (prima convocazione) per l’approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2009; 4 maggio – martedì: Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2010; 29 luglio – giovedì: Consiglio di Amministrazione per l’approvazione della relazione semestrale 2010; 29 ottobre – venerdì: Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2010. Nel caso in cui dovessero verificarsi variazioni delle date sopra indicate, le stesse saranno tempestivamente comunicate. .  
   
   
BRAIN IMAGING: UNO SGUARDO NEL CERVELLO GIOVEDÌ 17 DICEMBRE ALLA SISSA SI DISCUTE DI METODOLOGIE E TECNOLOGIE INNOVATIVE UTILIZZATE NELLA RICERCA IN NEUROSCIENZE  
 
Trieste, 16 dicembre 2009 - È davvero possibile leggere nella mente altrui mediante la misurazione dell’attività cerebrale? E come devono essere gestiti e interpretati i risultati di esperimenti neuroscientifici? Negli ultimi decenni, le tecniche di visualizzazione cerebrale hanno favorito un enorme progresso degli studi sul cervello, sollevando contemporaneamente, però, non pochi interrogativi sugli aspetti etici e filosofici connessi alla gestione delle informazioni derivate dalle ricerche di brain imaging. Delle prospettive e delle problematiche connesse alle nuove metodologie e tecnologie di indagine del cervello se ne discute giovedì 17 dicembre alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, nel corso di un dibattito con Raffaella Rumiati, docente di neuroscienze cognitive alla Sissa, Stefano Cappa, professore di neuropsicologia all’Università Vita-salute San Raffaele di Milano, e Rossella Panarese, autrice e conduttrice del programma “Radio3 Scienza”. Dalle 14. 30 alle 17. 30 in aula D, presso la sede della Sissa in via Beirut 2/4. Le metodiche di neuroimmagine funzionale consentono di indagare l’attività cerebrale in soggetti impegnati nello svolgimento di compiti cognitivi. “La risonanza magnetica funzionale, che consente per esempio di localizzare le aree coinvolte in un compito cognitivo – come spiega Raffaella Rumiati –, è stata utilizzata per cogliere eventuali differenze tra il cervello maschile e quello femminile nello svolgimento di prove di matematica o di cognizione spaziale, per studiare i correlati cerebrali dei pregiudizi razziali, delle scelte economiche e politiche, delle esperienze spirituali, dell’orientamento sessuale. Noi neuroscienziati cognitivi dobbiamo renderci conto che ciò che facciamo ha implicazioni morali ed etiche e di conseguenza dobbiamo chiederci come interpretare e diffondere i risutati di tali ricerche”. Uno degli aspetti più discussi in relazione alla sempre maggiore diffusione delle metodiche di neuroimmagine cerebrale riguarda proprio la possibilità da parte di soggetti esterni di accedere direttamente ai contenuti mentali di un altro soggetto, mediante la “lettura” dei correlati neurali delle attività mentali. Le prospettive “applicative” di questo tipo di studi, con tutte le implicazioni etiche e sociali connesse, appaiono ancora lontane dalla loro effettiva realizzabilità, a causa soprattutto di limitazioni di tipo metodologico. Tuttavia, la possibilità di analizzare in gruppi di soggetti impegnati in compiti cognitivi l’attività cerebrale correlata, da un lato, sta fornendo una massa di informazioni che consentono di ipotizzare la presenza di processi di cui il soggetto non è necessariamente consapevole. E dall’altro, determina scenari futuri in cui è plausibile supporre che queste metodiche possano essere applicate in contesti di vita reale, a partire dal marketing e dall’economia. La psicologia sociale studiata con l’imaging: problemi etici e metodologici Raffaella I. Rumiati. Laurea in filosofia all’Università di Bologna, dottorato in psicologia all’Università di Birmingham, post-doc alla Sissa di Trieste. Attualmente è professore di neuroscienze cognitive alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, dove si occupa soprattutto del rapporto tra sistemi motori e cognizione, in particolare di imitazione e uso degli oggetti. Ha circa 70 lavori tra articoli scientifici, capitoli, review e commentaries. Lettura della mente/lettura del cervello Stefano F. Cappa. Si è laureato in medicina e specializzato in neurologia presso l’Università degli Studi di Milano. È attualmente professore ordinario di neuropsicologia presso l’Università Vita-salute San Raffaele di Milano, dove è stato uno dei fondatori del Centro di neuroscienze cognitive, e dirige la Divisione neurologica del San Raffaele Turro. I risultati delle sue ricerche, dedicate in particolare alle basi neurologiche del linguaggio e alle malattie neurodegenerative sono stati pubblicati sulle principali riviste neurologiche e neuropsicologiche internazionali. .  
   
   
MILANO, PSICHIATRIA, FORMIGONI: 20 MIL. IN PIU´ NEL 2010  
 
Milano, 16 dicembre 2009 - Nel 2010 Regione Lombardia metterà a disposizione 20 milioni di euro in più rispetto al 2009 per l´area psichiatrica, destinando dunque a questo ambito il 5% delle risorse del Fondo Sanitario Regionale. Lo ha annunciato oggi il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo, insieme all´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, al convegno "Lombardia per la salute mentale - Sviluppo e innovazione dei modelli clinico-organizzativi in psichiatria". L´incontro è stato organizzato per discutere e approfondire le più importanti azioni realizzate negli ultimi anni, a partire dal Piano Regionale Salute Mentale del 2004, che ha poi portato ad approvare norme attuative per gli anni successivi e le "Linee di indirizzo regionali per il triennio 2009-2011". Due i "punti cardine" indicati da Formigoni come riferimenti per l´azione in questo campo: la centralità del cittadino e il sostegno al tessuto di relazioni in cui vive. "Il percorso legislativo seguito da Regione Lombardia - ha aggiunto Formigoni - ha disegnato una nuova politica di assistenza psichiatrica finalizzata a facilitare l´accesso ai servizi e a favorire lo sviluppo di una psichiatria di comunità, che non abbandoni i malati, ma li renda, al contrario, protagonisti delle terapie, grazie al ricorso a sistemi innovativi come i contratti di cura e i trattamenti individuali". "Abbiamo sviluppato il tema dell´integrazione - ha proseguito il presidente - in una logica di sussidiarietà tra i diversi soggetti, istituzionali e non, coinvolti nella tutela della salute mentale. Proprio la capacità di coinvolgere nell´assistenza dei nostri concittadini più fragili non solo le istituzioni, ma anche il vasto mondo del privato sociale rappresenta un grande risultato". Per offrire un servizio migliore e sempre più adeguato la Regione ha inoltre, perseguito la riorganizzazione dei percorsi di cura. Bresciani ha sottolineato che "l´orientamento alla territorialità è una conquista importante ma è un percorso da sviluppare ulteriormente". Altro tema toccato dall´assessore è stato quello della prevenzione: "Non è facile - ha detto - prevenire il disagio sociale ma questo è sicuramente un ambito da sviluppare maggiormente in una logica di concerto e di sussidiarietà orizzontale e verticale, unendo anche le forse e le competenza di diversi assessorati regionali". .  
   
   
SANITÀ: STATI GENERALI PREVENZIONE RILANCIANO SICUREZZA FORMIGONI E MAULLU: TEMA CHE I CITTADINI SENTONO PRIORITARIO IMPEGNATI 17.000 VOLONTARI, 10.000 VIGILI, EROGATI 60 MILIONI  
 
Milano, 16 dicembre 2009 - La prevenzione è il primo passo per garantire la sicurezza dei cittadini in tutte le situazioni di rischio, non solo naturali ma anche collegate alle molteplici attività umane presenti sul territorio lombardo. E´ quanto emerso agli Stati generali della Prevenzione, "Per una Lombardia più sicura", che si sono svolti ieri a Milano nella sede di Palazzo Mezzanotte. I lavori sono stati aperti dall´assessore alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia locale, Stefano Maullu, e conclusi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "Con 17. 000 volontari della Protezione civile, 10. 000 agenti di Polizia locale e 60 milioni di euro impegnati nel corso del 2009 - ha detto l´assessore Maullu - Regione Lombardia assicura un impegno costante per tutelare e preservare il diritto alla sicurezza, un diritto che i cittadini percepiscono come irrinunciabile". La sicurezza è una tematica che va di pari passo con la prevenzione. "La sicurezza deve essere promossa e sostenuta da tutti - ha aggiunto l´assessore Maullu - quindi sia con politiche mirate, provvedimenti e strumenti anche legislativi, sia attraverso la legalità e la collaborazione dei cittadini con la Polizia locale in primis e più in generale con tutte le Forze dell´Ordine". La sicurezza, quindi, come un prisma a più facce che comporta il saper affrontare tematiche molto differenti tra loro, che vanno dal controllo dell´ambiente e del territorio alla pubblica sicurezza, dalla sicurezza stradale al disagio sociale, e che richiedono l´acquisizione di competenze e responsabilità comportanti una formazione solida e costante. "Il punto di arrivo di tutte le iniziative di formazione- ha ricordato il presidente Formigoni - che da anni Regione Lombardia ha attivato per la Polizia locale coinvolgendo circa 45. 000 tra agenti e ufficiali, è l´Accademia per ufficiali e sottufficiali della Polizia locale inaugurata meno di un mese fa e per la quale Regione Lombardia ha investito finora 400. 000 euro". Regione Lombardia, in tema di sicurezza urbana, si è mossa anche attraverso i Patti locali, nati per favorire il coinvolgimento degli organi decentrati dello Stato, i finanziamenti (4,5 milioni di euro nel 2009) a favore di Province, Comunità montane e Comuni singoli o associati per l´acquisto di nuove tecnologie, mezzi e straordinari della Polizia locale, e con Accordi di programma quadro siglati con Ministeri e Comuni interessati per la costruzione di 23 nuove caserme dei Carabinieri in cinque Province lombarde. I finanziamenti complessivi sono stati di oltre 42 milioni di euro. "Il tema della sicurezza urbana - ha concluso il presidente Formigoni - è quello più sentito dai cittadini ma non possiamo dimenticare il ruolo svolto da Regione Lombardia per la mitigazione dei rischi di diversa natura, come quello idrogeologico, quello industriale e quello relativo alla sicurezza stradale e al trasporto merci pericolose. In tutti i casi Regione Lombardia si avvale delle migliori e più avanzate tecniche di monitoraggio e della collaborazione delle Forze dell´Ordine, delle Prefetture, degli enti locali e della sala operativa di Protezione civile regionale per garantire, in caso di necessità, interventi tempestivi". .  
   
   
SANITA’, NASCE IN SICILIA LA RETE DELLE FATTORIE SOCIALI  
 
Palermo, 16 dicembre 2009 – Le fattorie sociali come strumento di contrasto all’obesità infantile, come supporto a percorsi terapeutico – riabilitativi o come strumento per favorire l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale: è questa l’idea a cui sta lavorando l’assessorato regionale alla Sanità che vuole sfruttare l’esperienza già maturata in questo campo in tre comuni siciliani, Scordia, Lentini ed Acireale. L’obiettivo è quello di estendere l’iniziativa ad altre province siciliane, creando in Sicilia una vera e propria rete delle fattorie sociali che si è ufficialmente costituita ieri con l’adesione di venti aziende. La fattoria sociale è un´impresa agricola economicamente e finanziariamente sostenibile che svolge l´attività produttiva in modo integrato con l´offerta di servizi culturali, assistenziali, educativi, formativi ed occupazionali a vantaggio di soggetti deboli, in collaborazione con istituzioni pubbliche e con il mondo del terzo settore. “E’ un programma ambizioso – spiega l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo - al quale vogliamo dedicare attenzione perché la promozione della salute, l’inclusione sociale e lo sviluppo sostenibile sono argomenti che stiamo portando avanti nell’ambito della prevenzione. I dati ci confermano che in Sicilia siamo ancora indietro rispetto ad altre regioni e dobbiamo recuperare il terreno perduto”. Di biofattorie didattiche e di fattorie sociali si è parlato oggi all’assessorato regionale alla Sanità nel corso di un incontro dal titolo “Promozione della salute ed inclusione sociale” “al quale hanno partecipato i rappresentanti dell’Aies Sicilia (associazione italiana educazione sanitaria), del Cnca Sicilia (coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza), dell’Aiab (associazione italiana agricoltura biologica) e quelli di alcune associazioni di genitori di persone diversamente abili. “Abbiamo l’ambizioso obiettivo – ha detto il dirigente generale del dipartimento attività sanitarie, Antonella Bullara, che ha aperto l’incontro – di moltiplicare queste esperienze e di promuovere la cultura delle aziende biologiche. Collaboreremo con le Asp per stimolare la crescita di questa rete che potrà dare nel tempo frutti importanti”. “Il progetto – ha aggiunto Salvo Cacciola, presidente regionale dell’Aies - intende rispondere anche alla necessità di una adeguata educazione alimentare, rivolta soprattutto ai giovani, in considerazione degli allarmanti dati sull’obesità infantile che sono emersi nel corso dell’ultimo rapporto del Ministero della salute. Secondo i dati, infatti, circa la metà dei bambini siciliani è sovrappeso a causa soprattutto di una scarsa attività fisica e di una non corretta alimentazione”. Il progetto di sviluppo delle fattorie sociali verrà portato avanti in collaborazione con l’assessorato regionale all’Agricoltura e quello alla Famiglia e alle Politiche sociali. .  
   
   
CONVEGNO FIDAPA IN BASILICATA SUI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE  
 
Potenza, 16 dicembre 2009 I dati sono allarmanti e indicano un fenomeno che si delinea come la vera malattia sociale della nostra epoca storica . I disturbi alimentari secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità, colpiscono 10 ragazze su 100 in età adolescenziale (alcuni casi più gravi come l’anoressia e la bulimia) ma a soffrirne in Italia sono complessivamente 2 milioni di giovani, mentre decine di milioni si ammalano in tutto il mondo. Cifre spaventose che sottolineano l’insofferenza verso un corpo che si vuole trasformare in una macchina perfetta che risponda alle sollecitazioni che giungono dai media. La Basilicata non è immune da questo disagio sociale. “Si tratta di un problema che queste cifre descrivono in tutta la sua drammaticità – spiega Giuseppina Berardi, presidente della sezione di Matera della Fidapa. Non possiamo sottovalutare il costo sociale che le famiglie lucane sono chiamate a sopportare e che la presenza del centro di riferimento di Chiaromonte contribuisce a ridurre. Ritengo si tratti di un segnale che sotto il profilo sociale assume un valore molto importante». Nasce con questo spirito l’incontro-dibattito che la Fidapa, sezione di Matera, organizza il 16 dicembre, a partire dalle 16,30 alle Mediateca provinciale il convegno sul tema: “I disturbi del comportamento alimentare: attualità, conoscenza e modelli di cura”. A parlarne saranno i medici del Centro di riferimento regionale per la cura dei disturbi del comportamento alimentare e del peso “G. Gioia” di Chiaromonte, la psicoterapeuta Rosa Trabace, responsabile del centro e Antonio Santochirico, medico nutrizionista dello stesso centro. La struttura, che mette in pratica un vero e proprio programma terapeutico, garantisce un’unità di degenza residenziale a riabilitativa, inserita in una rete di tipo dipartimentale per una degenza di tre mesi con 20 posti letto, un’unità ambulatoriale e day hospital e un’unità semiresidenziale con 10 posti letto. Convegno fidapa sui disturbi dell’alimentazione I dati sono allarmanti e indicano un fenomeno che si delinea come la vera malattia sociale della nostra epoca storica . I disturbi alimentari secondo i dati diffusi dal ministero della Sanità, colpiscono 10 ragazze su 100 in età adolescenziale (alcuni casi più gravi come l’anoressia e la bulimia) ma a soffrirne in Italia sono complessivamente 2 milioni di giovani, mentre decine di milioni si ammalano in tutto il mondo. Cifre spaventose che sottolineano l’insofferenza verso un corpo che si vuole trasformare in una macchina perfetta che risponda alle sollecitazioni che giungono dai media. La Basilicata non è immune da questo disagio sociale. “Si tratta di un problema che queste cifre descrivono in tutta la sua drammaticità – spiega Giuseppina Berardi, presidente della sezione di Matera della Fidapa. Non possiamo sottovalutare il costo sociale che le famiglie lucane sono chiamate a sopportare e che la presenza del centro di riferimento di Chiaromonte contribuisce a ridurre. Ritengo si tratti di un segnale che sotto il profilo sociale assume un valore molto importante». Nasce con questo spirito l’incontro-dibattito che la Fidapa, sezione di Matera, organizza il 16 dicembre, a partire dalle 16,30 alle Mediateca provinciale il convegno sul tema: “I disturbi del comportamento alimentare: attualità, conoscenza e modelli di cura”. A parlarne saranno i medici del Centro di riferimento regionale per la cura dei disturbi del comportamento alimentare e del peso “G. Gioia” di Chiaromonte, la psicoterapeuta Rosa Trabace, responsabile del centro e Antonio Santochirico, medico nutrizionista dello stesso centro. La struttura, che mette in pratica un vero e proprio programma terapeutico, garantisce un’unità di degenza residenziale a riabilitativa, inserita in una rete di tipo dipartimentale per una degenza di tre mesi con 20 posti letto, un’unità ambulatoriale e day hospital e un’unità semiresidenziale con 10 posti letto. .  
   
   
SANITA´: CONSIGLIO MINISTRI, CHIODI NUOVO COMMISSARIO AD ACTA PIANO RIPARTO, ABRUZZO AL TERZO POSTO PER INCREMENTO  
 
 Pescara, 16 dicembre 2009 - Il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, è stato nominato nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri, commissario ad acta per l´attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario. Chiodi sostituisce il commissario Gino Redigolo, già dimissionario. Intanto l´Abruzzo ha ottenuto dal Fondo di riparto nazionale per la Sanità, 62 milioni 470 milioni di euro, il 2,8 per cento in più rispetto allo scorso anno. Tale risultato colloca la nostra regione, in termini percentuali, al terzo posto, dopo Lombardia, Veneto e Lazio, per incremento rispetto al 2009. "Abbiamo colto un risultato tanto difficile quanto importante per la nostra attività amministrativa", ha commentato il presidente Chiodi, che ha anche ringraziato gli assessori alla Sanità, Lanfranco Venturoni e al Bilancio, Carlo Masci. "E´ il segnale inequivocabile che siamo riusciti a difendere bene le ragioni del nostro territorio e delle nostre popolazioni. Con una dotazione più ricca - ha aggiunto il Presidente - contiamo di migliorare i servizi e di continuare l´azione di risanamento della sanità per dare risposte a tutti i cittadini". In ordine al suo nuovo ruolo di commissario ad acta, Chiodi ha spiegato che con la nomina governativa "l´Abruzzo si riallinea con il sistema delle regioni italiane, e con la norma dello Stato che fa coincidere presidente dell´Esecutivo e commissario ad acta per il piano di rientro". Il Presidente, nel corso del Consiglio dei ministri, ha ringraziato il commissario Gino Redigolo per il lavoro svolto ed ha chiesto, ottenendolo, di potersi avvalere di uno o due sub commissari ad acta che provvederà ad individuare al più presto. L´anomalia abruzzese è legata al vuoto istituzionale che la scorsa estate obbligò il Governo nazionale ad una scelta esterna. "Anche in questa direzione- ha concluso Chiodi - "il mio impegno e quello dell´intero Esecutivo sarà riconsegnare presto l´Abruzzo nel novero delle regioni più virtuose". .  
   
   
SANITA´:ABRUZZO OTTIENE 2MLD 306MLN,62 MLN IN PIU´  
 
Pescara, 16 dicembre 2009- La somma totale assegnata alla Regione Abruzzo per la sanità dalla Conferenza Stato-regioni è di 2 miliardi 306 milioni di euro. Quindi la Regione ha ottenuto 62 milioni in più rispetto ai 2 miliardi 244 milioni ottenuti nel riparto per il 2009. .  
   
   
SANITA’: APPROVATA REVISIONE PIANTA ORGANICA FARMACIE VERONESI.  
 
Venezia, 16 dicembre 2009 - La Giunta regionale, nella sua seduta di ieri su proposta dell’Assessore alla Sanità Sandro Sandri, ha approvato la revisione delle piante organiche delle farmacie operanti nelle Ullss 20 di Verona, 21 di Legnago e 22 di Bussolengo. “Le variazioni più significative – sottolinea Sandri – riguardano Verona Capoluogo, Bovolone, Vigasio e Sommacampagna, ma l’intero provvedimento punta a rendere migliore, ovunque possibile sulla base delle regole vigenti, il servizio offerto ai cittadini. Tutte le richieste e le situazioni aperte sono state valutate con la massima attenzione”. Per quanto riguarda Verona capoluogo, è stata accolta la richiesta formalizzata dal Comune di rideterminare le circoscrizioni delle sedi farmaceutiche esistenti, mantenendo invariato il numero complessivo di 68, ma con il trasferimento di una sede farmaceutica nella zona del Quartiere Sacra Famiglia. Nel Comune di Bovolone le farmacie passano da 3 a 4, con l’istituzione di una nuova farmacia nella zona a sud est del Paese, a partire dall’incrocio di Via Garibaldi con Via Pio X° fino all’uscita dell’abitato sulla direttrice che porta ad Oppeano. Una nuova farmacia è stata riconosciuta anche nel Comune di Vigasio, che passa da una a due strutture. Da 3 a 4 farmacie passa invece il Comune di Sommacampagna. L’area della nuova struttura è quella denominata “Zona D Custoza”. .  
   
   
SALUTE FVG: FONDO PER GRAVISSIMI EROGABILE TRA UN MESE  
 
Udine, 16 dicembre 2009 - Potranno essere a disposizione tra circa un mese nelle mani delle famiglie dei 169 disabili gravissimi, 15 dei quali bambini sotto i dieci anni, i contributi previsti dal nuovo Fondo regionale per persone in coma, stato vegetativo o di minima coscienza a seguito di cerebrolesioni, pazienti con mielolesioni o patologie neurologiche involutive, che richiedono assistenza a domicilio integrata e continuata su tutte le 24 ore. Presentato l’ 11 dicembre a Udine dall´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale, Vladimir Kosic, il fondo, finanziato per quest´anno con 1 milione e 273 mila euro (dei quali 375 mila euro messi a disposizione delle Fondazioni bancarie) e che verrà raddoppiato nel 2010, darà dunque risposta ai bisogni di 169 persone (i casi segnalati in regione erano in tutto 262, dei quali 93 sono stati giudicati inammissibili) che potranno ricevere un contributo annuo di 12. 240 euro, cumulabile anche con i benefici previsti dal Fap, Fondo per l´autonomia possibile e per l´assistenza a lungo termine fino ad un massimo di 20 mila euro annui. "Il Fondo per gravissimi è un esempio concreto del cosiddetto welfare di comunità, ossia la presa in carico da parte di un intero sistema - economia, politica, associazioni, famiglie - dei bisogni ineludibili e crescenti della comunità. Un sistema che porterà un valore aggiunto non solo ai servizi sanitari ma all´intero welfare del Friuli Venezia Giulia, regione che si pone all´avanguardia nella risposta ai bisogni dei gravissimi", ha commentato Kosic, inquadrando l´iniziativa nata sperimentalmente, "ma che - ha assicurato - diverrà stabile", in un settore in cui finora l´assistenza era per il 90 per cento a carico delle famiglie, come denunciato dal Libro bianco sul welfare del Ministero. Il ringraziamento di Kosic è andato al presidente della Regione Renzo Tondo, per aver sostenuto politicamente in ogni sede l´intervento - la cui cronistoria parte il 3 dicembre 2008 e si conclude a tempo di record con la delibera di Giunta del 26 novembre 2009 -, alle Fondazioni Crtrieste, Carigo e Crup Udine e Pordenone, per "aver sostenuto nella sua fase di avvio un progetto sperimentale", al mondo delle associazioni, in primis la Consulta regionale dei disabili, e infine alle famiglie. "Questo fondo non è solo un investimento di risorse economiche, ma è la somma di responsabilità condivise tra famiglie, le istituzioni, il mondo economico. La dimostrazione che la solidarietà che le comunità possono esprimere non è un´emozione ma un fatto concreto", ha affermato Kosic. Il Fondo, è stato spiegato, è concesso agli enti gestori del servizio sociale dei Comuni secondo criteri stabiliti con regolamento che prevede come soglia di ammissibilità al beneficio un Isee del nucleo familiare di 60. 000 euro. Ad avere segnalato il maggior numero di persone ammesse ai contributi- nella metà dei casi, giovani (17 per cento) o anziani (32 per cento) - è la Ass Triestina (45 casi, ossia il 26 per cento), a seguire il Medio Friuli (17 per cento), Bassa Friulana (20 per cento), Friuli occidentale (17 per cento), Isontina (8 per cento) e Alto Friuli (7 per cento). Alla presentazione sono intervenuti anche il presidente della Carigo, Franco Obizzi, il segretario generale della Fondazione Crtrieste, Paolo Santangelo, il presidente della Fondazione Crup, Lionello D´agostini e Mario Brancati, presidente della Consulta regionale delle persone disabili. .  
   
   
SALUTE FVG: QUESTE LE ESATTE CIFRE DEL RIPARTO 2010  
 
Udine, 16 dicembre 2009 - "Nella cornice del 2,1 per cento, pari a 51 milioni e 550 mila euro, di aumento destinato al Fondo sanitario e sociale, l´1,8 per cento, pari a 40 milioni e 470. 000 euro, è stato devoluto alla continuità del fondo sanitario regionale, il 5,4 per cento, ossia 10 milioni e 808 mila euro, andrà al sociale; il rimanente, ossia 271 mila euro, alla veterinaria". Le esatte cifre sui riparti della Finanziaria 2010 sono state ribadite l’ 11 dicembre, a margine della conferenza stampa di presentazione del Fondo per i gravissimi, dall´assessore regionale alla Salute e Protezione sociale del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic. "Nella quota del 5,4 per cento per il sociale - ha precisato Kosic - abbiamo aumentato di 3 milioni il Fap, Fondo per l´autonomia possibile, più che raddoppiato il Fondo gravissimi da 900 mila euro a 2 milioni, e destinato 8,6 milioni per l´abbattimento delle rette nelle case di riposo". L´aumento pari a 10. 808. 000 euro in aggiunta alla riduzione di piccole percentuali ad altre voci del sociale - principalmente finanziamenti alle attività associative, come per esempio la Consulta per i disabili, che ha avuto una diminuzione di finanziamento di 5 mila euro - ha permesso di raggiungere la quota complessiva di 12,6 milioni di euro. .  
   
   
PUGLIA: ECCO GLI ACCORDI DI PROGRAMMA PER INFRASTRUTTURE SOCIALI  
 
Bari, 16 dicembre 2009 - Il finanziamento verrà destinato alla creazione di nuove strutture e servizi sociali nel territorio. Ogni Ambito territoriale usufruirà di un contributo di 3 milioni per realizzare il proprio piano di investimenti. L’assessore alla Solidarietà Gentile: “Un aiuto vero ai Comuni” Trentuno milioni 935mila euro per arricchire la rete delle strutture sanitarie e sociosanitarie dei territori della Puglia. E’ la cifra che la Regione ha deciso ieri di stanziare per iniziare a finanziare gli accordi di programma con gli Ambiti territoriali sociali. La copertura finanziaria è garantita dal Programma operativo Asse 3 Fesr 2007-2013, che prevede interventi per l’infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale. Le risorse in questione serviranno a realizzare i Piani di investimento progettati da ciascun Ambito con l’obiettivo di incrementare e migliorare l’offerta dei servizi stessi. All’inizio del 2010 verranno attivate tutte le altre risorse (circa 100 milioni di euro) per finanziare i restanti ambiti territoriali. Ogni Ambito avrà a disposizione un contributo massimo di 3 milioni di euro. La Giunta regionale ha anche approvato alcuni indirizzi attuativi, che forniranno criteri e modalità per la selezione degli interventi prioritari da inserire nei rispettivi Piani di investimento. Sono richiesti Piani con progettazione definitiva. Avranno priorità gli interventi già previsti dai Comuni con l’avviso pubblico 2008 oppure già previsti dalle Aree vaste strategiche nei programmi stralcio. Ogni Piano dovrà essere trasmesso al Servizio programmazione sociale e integrazione sociosanitaria della Regione Puglia entro 30 giorni dalla data di pubblicazione sul Burp del provvedimento, che avverrà entro fine anno. “Completiamo con questa delibera gli indirizzi di programmazione regionali riguardanti gli ambiti territoriali per i piani sociali del triennio 2010-2012 – afferma l’assessore regionale alla Solidarietà Elena Gentile - la nostra soddisfazione deriva dall’aver consentito, con una perfetta sincronia temporale, agli ambiti territoriali l’utilizzo delle risorse Fesr insieme ai fondi ordinari per il finanziamento dei piani sociali di zona. Con questa direttiva i Comuni potranno costruire i propri Piani di investimento per infrastrutture sociali mentre programmano la gestione degli stessi servizi”. Infine, con questa delibera l’Assessorato alla Solidarietà, sottolinea Gentile, “raggiunge per primo il livello del 100% degli impegni delle risorse Fesr disponibili sulla linea 3. 2 del programma operativo”. .  
   
   
SARDEGNA: NESSUN RISCHIO CHIUSURA PER IL CENTRO TRAPIANTI DEL BINAGHI  
 
Cagliari, 16 Dicembre 2009 - Nessun rischio di chiusura per il Centro regionale trapianti del Binaghi. Lo afferma l´assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, commentando le dichiarazioni della Cgil-funzione Pubblica, apparse oggi sui quotidiani regionali. "Infatti, questa mattina - spiega l´esponente dell’Esecutivo - gli otto dipendenti, tra biologi e tecnici, hanno sottoscritto il rinnovo del contratto". "La struttura non poteva assolutamente rinunciare a queste elevate professionalità ed alle competenze acquisite, perciò - conclude Liori - non era sfuggito il problema dell´imminente scadenza. Si è trattato di un allarme ingiustificato e comunque ci adopereremo per trovare una soluzione per la riconferma di queste professionalità". .  
   
   
PRESENTATA A CREMONA L´ESPERIENZA DELL´ASP DI POTENZA  
 
Potenza, 16 dicembre 2009 - L’esperienza maturata dall’Asp di Potenza nel campo degli impianti Picc a domicilio e nel campo dell’ impiantistica per accessi venosi centrali su pazienti geriatrici è stata presentata al Congresso Nazionale “Giornate Cremonesi sugli Accessi Venosi”, organizzato dal Gavecelt e tenutosi a Cremona nella Sala Congressi della Camera del Commercio. Tra i momenti più qualificanti del convegno il “Iii International Picc day” e il corso su “Risk management e cost management nell´impianto e nella gestione dell´accesso venoso centrale”. In tale contesto, il dr. Gianvito Corona, Direttore dell’Unità di Oncologia Critica Territoriale e Cure Palliative, con specifiche e apprezzate relazioni ha descritto le iniziative assunte e il percorso effettuato dall’Asp di Potenza per migliorare la qualità della vita dei pazienti sia nella fase acuta delle malattie sia nella gestione di patologie croniche, oncologiche e terminali. “Il convegno ha consentito di effettuare un approfondito aggiornamento su questa specifica tipologia di accessi vascolari, che sta cambiando molte acquisizioni precedentemente ritenute immutabili- sottolinea il dr. Corona- L’obiettivo è quello di fornire un ulteriore strumento di cura, che, se ben gestito, promette di essere tra i più utilizzabili nei diversi ambiti, sia nelle malattie in fase acuta che nella gestione delle patologie croniche, oncologiche e terminali” . “Relazioni di luminari, universalmente riconosciuti come i massimi esperti dell´argomento, ed esperienze maturate da alcuni centri italiani, che hanno già una nutrita casistica- conclude il dr. Gianvito Corona- hanno consentito a medici ed infermieri di percepire la giusta e corretta dimensione dell´impatto di questa innovativa tecnologia nella cura del paziente”. . .  
   
   
A MELFI UN CORSO SULLE CURE PALLIATIVE  
 
Melfi, 16 dicembre 2009- Sabato 19 dicembre , con inizio alle ore 8. 00, presso il Centro Culturale Nitti di Melfi, si terrà la Iv edizione del corso di aggiornamento su “Dolore: il quinto segno vitale”. L’iniziativa rientra nell’ambito delle attività di Aggiornamento in Cure Palliative, realizzare dall’ Unità di Oncologia Critica Territoriale e Cure palliative dell’Azienda Sanitaria Locale Provincia di Potenza (Asp) . Il programma, indirizzato a medici e infermieri, svilupperà i temi riguardanti la Terapia antalgica e avrà un taglio teorico-pratico Il Corso intende, infatti, Migliorare la conoscenza di aspetti di farmacologia degli analgesici per un loro utilizzo razionale; fornire informazioni e far acquisire comportamenti prescrittivi che mirano alla corretta gestione di una terapia antalgica nel dolore acuto e cronico; razionalizzare la spesa farmaceutica relativa alla prescrizione degli analgesici. Alla base dell’attività di aggiornamento la consapevolezza che l’Italia è il fanalino di coda per consumo di oppiacei in ambito di terapia antalgica. “La prescrizione di analgesici in Italia è tra le più basse d’Europa: per questo il nostro Paese si colloca agli ultimi posti per consumo di oppiacei- sottolinea Gianvito Corona, Direttore del Corso- Tutto questo fa presupporre larghe fasce di inappropriatezza prescrittiva di tali risorse terapeutiche e determina l’aumento di casi di dolore cronico. Un trattamento, adeguato e precoce, di questi casi consentirebbe, invece, una migliore qualità di vita dei pazienti e un importante risparmio di risorse della collettività. Diminuirebbero, infatti, i giorni di malattia, diminuirebbe il consumo di farmaci costosi di secondo livello, le consultazioni specialistiche e gli accessi alle strutture ospedaliere”. Aggiunge Pasquale Amendola, Direttore Generale Asp “Occorre favorire la prescrizione di analgesici da parte del Medico e far acquisire ai nostri operatori maggiore consapevolezza delle possibilità e dei limiti di questi farmaci rimuovendo una serie di luoghi comuni, spesso ingiustificati, sulle limitazioni al loro impiego”. Il programma di aggiornamento si ispira alla filosofia della “inaccettabilità del dolore inutile” e si pone l’obiettivo di rimuovere il retaggio culturale che considera ineludibile il dolore. In Tale ottica la giornata di aggiornamento si articola in 1. Un “Corso, rivolto a Medici di medicina Generale e medici ospedalieri, caratterizzato da un elevato grado di interattività, impostato in lavoro di piccoli gruppi sulla gestione di casi clinici, discussi con l’aiuto di un animatore di formazione, un farmacologo clinico e terapisti del dolore; 2. Un “Simposio”, rivolto a infermieri, caratterizzato da lezioni frontali, con lavori di gruppo e discussione su temi quali: fisiopatologia, diagnosi e misurazione del dolore (Saverio Glisci) · analgesici periferici (Vincenzo Palmieri) · analgesici centrali (Marcello Ricciuti) · farmaci non analgesici nella terapia del dolore (Gianvito Corona) · vie alternative di somministrazione ai farmaci (Enzo Calmieri) Il Corso sarà dedicato alla memoria della Dott. Ssa Marina Sinigaglia, recentemente scomparsa, per ricordare il suo impegno nel sociale e la sua dedizione al lavoro di psicologa. .  
   
   
OGGI A GENOVA CORSO DI FORMAZIONE SU PREVENZIONE INFERTILITÀ E PROCREAZIONE ASSISTITA  
 
Genova, 16 Dicembre 2009 - Oggi dalle 9 alle 17. 30 presso l´Ac Hotel di corso Europa si terrà il corso di formazione su "Salute riproduttiva. Dall´informazione alla procreazione medicalmente assistita" organizzato dalla Asl 3 Genovese. Introduce l´evento l´assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo e il direttore generale della Asl 3 Genovese, Renata Canini. Il problema dell´infertilità in Liguria dove si è assistito ad un progressivo calo delle nascite, deriva non solo dall´età avanzata in cui oggi le donne arrivano a procreare, ma anche da altri fattori, quali le malattie a trasmissione sessuale, l´inquinamento, le scorrette abitudini di vita. Da qui l´esigenza di fornire risposte sia alla fascia giovanile della popolazione in termini di educazione alla salute, sia alla fascia adulta con programmi di counseling e valutazione delle coppie non fertili. .  
   
   
SOTO I PORTEGHI, PADOVA: 18 DICEMBRE 2009 AL 23 GENNAIO 2010, COLLETTIVA GIUSEPPE BIASIO, LEO BORGHI, GIOACCHINO BRAGATO, PAOLO MENEGHESSO, FULVIO PENDINI, TONO ZANCANARO  
 
Padova, 16 dicembre 2009 - Anfiteatro Arte dedica il suo racconto natalizio al proprio territorio con una mostra collettiva che propone sei artisti nati e cresciuti nella tanto amata città del Santo. Le opere di Giuseppe Biasio, Leo Borghi, Gioacchino Bragato, Paolo Meneghesso, Fulvio Pendini e Tono Zancanaro riempiono così le sale di Anfiteatro costituendo un romantico percorso, tra amicizie e conoscenze, contaminazioni e divergenze. Storie di vite vissute vicino a noi, a volte incrociate proprio sotto i caratteristici “porteghi” di Padova e del Portello in particolare. Una mostra semplice, fatta di quadri veri e di piccoli pensieri,a volte strappati alla critica del passato, a volte trascritti dopo una chiacchierata con gli stessi artisti. Un colore, scelto con cura, è stato abbinato ad ognuno di questi grandi interpreti del nostro tempo e della nostra città. Il viola per Giuseppe Biasio, unico rappresentante informale della collettiva. Colore dell’estro che ritroviamo nelle sue opere più gestuali, arricchite da frammenti del suo vivere contemporaneo. L’arancione accompagna Leo Borghi, raffinato testimone del nostro tempo. Colore della storia e della poesia. Il verde non poteva che rappresentare Gioacchino Bragato. Eterno bambino travestito da pittore naif. Colore dei prati, della libertà e della semplicità. Paolo Meneghesso è azzurro, come lo sono i cieli dei suoi angeli. Come è il colore della spiritualità insita nella sua opera. Rosa è Fulvio Pendini, per il calore della sua pittura, geniale e metafisica tanto negli scorci urbani quanto nelle nature morte. L’indimenticato Tono non poteva che essere giallo, perché colore primario, quindi insostituibile. Colore nettamente diverso da tutti gli altri che associamo al suo essere anticonformista, sempre lontano da ogni tipo di convenzione. Biografie Giuseppe Biasio è nato a Padova nel 1928, dove vive e lavora. Fin da bambino manifesta il suo talento artistico così che l´artista Dino Lazzaro lo porta con sé e gli insegna le basi dell´arte pittorica. Frequenta l’Istituto d’Arte Pietro Selvatico di Padova dove, Amleto Sartori, suo docente di Plastica, gli fa capire che la sua vocazione è quella di fare l´artista. Ben presto le circostanze lo spingono ad andare in Venezuela in cerca di lavoro. Al rientro in Italia viene affascinato dai Grandi Maestri, guarda al Caravaggio, ma sempre con una sua singolare interpretazione. Frequenta gli ambienti veneziani dove conosce Rauschenberg nel 1964. Questo incontro risulta importante perché fin da subito Biasio assimila e interpreta a modo suo la lezione del Maestro, traducendola nel suo linguaggio pittorico. Nel 1969 espone a Milano presso la galleria "G 15". In seguito espone a Padova presso la Galleria "Jaccarino" e "La Chiocciola". La sua passione per le culture orientali lo porta a a vivere importanti esperienze all´estero. Soggiorna per otto mesi in Arabia Saudita ed espone a Theran e a Shiraz. Durante questa esperienza si mantiene esclusivamente vendendo le sue opere. Partecipa a numerose mostre, in particolare alle Biennali di Arte Triveneta e al Premio Pettenon. Nel 1981 con Guglielmo Capuzzo, Guido Dragani, Antonio Sassu, Maurizio Stefanato e Antonio Zago fonda il Gruppo Veneto di Promozione Artistica “La Matita”. Leo Borghi è nato a Montagnana nel 1937. Dal 1950 vive e lavora a Padova. Nel periodo tra gli anni Sessanta e Ottanta partecipa a numerose mostre di prestigio come Biennale Nazionale di Verona, Biennale Triveneta di Padova, Premio Città di Imperia, Premio Suzzara, Quadriennale Nazionale di Roma, Premio Bassano, Premio Giorgione a Castelfranco Veneto, Premio Sironi a Napoli, Mostra Internazionale Antoniana alla Basilica del Santo, Premio Industrie Modenesi, Premio Nazionale Pettenon a San Martino di Lupari, Premio “Il lavoro artigiano” a Taranto, Trent´anni di pittura veneta ad Arzignano e Lonigo, “pittori veneti” a Piazzola sul Brenta, Villa Contarini, Biennale dell´Acquerello di Albignasego, “Artisti Italiani Contemporanei” a Montebelluna. Dal 1961 sono un centinaio le mostre personali allestite in gallerie pubbliche e private in varie città d´Italia: Padova, Bassano, Mestre. Verona, Como, Mantova, Oderzo, San Bonifacio, Este, Pordenone, Milano, Venezia, Firenze, Genova, Belluno, Trento, Udine, Ferrara. Dal 1990 è presente nelle Fiere d´Arte di Padova, Bologna, Vicenza, Forlì, Milano, Bari. Sue opere si trovano nelle collezioni di Enti Pubblici e privati. Dipinti murali sono nella Chiesa si Santa Maria Assunta a Piove di Sacco, nella chiesa di S. Rita a Padova, nella chiesa di San Giuseppe a Padova nei sottoportici di Piove di Sacco. Gioacchino Bragato è nato a Saonara nel 1940. Vive e lavora a Padova. Ha iniziato a dipingere nel 1964 “rubando” letteralmente il tempo serale e notturno al suo mestiere di cuoco nella nota trattoria “Il Pero”, situata nel centro storico di Padova. Proprio in questo crocevia di artisti avvengono numerosi incontri significativi che lo spronano alla pittura. Stringe amicizia con Tono Zancanaro, Antonio Fasan e Antonio Morato tra i pittori, Paolo Rizzi e Giorgio Segato tra i critici e soprattutto con il collezionista e ristoratore Deana del ristorante La Colomba a Venezia. Inizia ad esporre regolarmente dalla fine degli anni Sessanta, partecipando alle principali manifestazioni nazionali e internazionali di arte Naïf. Nel 1969 viene selezionato per la Biennale Triveneta del Palazzo della Ragione di Padova. Nel 1970 la sua prima personale a Venezia alla Galleria in Calle dei Fabbri. Nel 1973 espone a Luzzara al caffè Zavattini dove conosce Cesare Zavattini. A Luzzara partecipa ad alcune rassegne presso il Museo. Al di fuori dell´Italia, il Prof. Zuccalà lo presenta al direttore del Museo Jagiellonskiego, Stanislaw Waltos che nel 1992 allestisce una personale a cura di Lucyna Beltowska la quale nel 2004 pubblica il libro “Briciole dal cuore” con sue illustrazioni. Viene invitato al Museo Villa Ciani in Svizzera, dove espone con i maggiori maestri del secolo quali Antonio Ligabue, Metelli, Henry Rousseau. Il 6 gennaio 2004 il Gazzettino gli dedica una intera pagina: “Le nazioni unite della Patavinitas” di Paolo Dona. Tra gli scritti a lui dedicati: Aldo Comello, Maria Grazia Bocci, Maria Pia Codato, Virginia Baradel, Camillo Semenzato e Paolo Tieto. Paolo Meneghesso è nato a Padova nel 1932, dove vive e lavora. Nel 1953 si iscrive all’Accademia di Venezia dove segue il corso di Bruno Saetti con cui collabora a opere di decorazione muraria. Nelle prime opere, di impronta espressionista, l’artista predilige i soggetti religiosi, con uno stile vicino all’espressionismo mitigato dalla lezione del maestro. Dal 1955 partecipa a numerose mostre ottenendo premi e riconoscimenti quali nella Biennale Triveneta di Padova dal 1953 al 1967, il premio Trissino del 1973, nella Biennale di La Spezia del 1980. Dal 1958 al 1990 insegna Disegno dal vero all’Istituto d’Arte Pietro Selvatico continuando la sua attività espositiva. Dalla prima metà degli anni Sessanta assorbe le strutture cubiste e dalla metà degli anni Settanta una più diretta adesione alla realtà fino ad approdare alla figurazione memore del colorismo veneto. Negli anni Ottanta e Novanta nella sua pittura appaiono riferimenti ad artisti del presente e del passato, in particolare a Carmelo Zotti, artista triestino nato nel 1933, e a Johann Heinrich Füssli, letterato e pittore svizzero del Settecento. Fulvio Pendini è nato a Padova nel 1907. Ha studiato pittura nell’Istituto d’Arte Pietro Selvatico di Padova diplomandosi “maestro d’arte” nel 1923. Ha lavorato di affresco con Achille Casanova al Santo, con Cesare Laurenti , con Gino Severini e con Giò Ponti all’Università di Padova. Nel 1946 fondò con alcuni artisti il circolo del Coccodrillo, iniziando così nella sua città i primi movimenti dell’arte nuova che si stava affermando in Italia nell’immediato dopo guerra. Dal 1940 al 1954 partecipa a tutte le edizioni della Biennale di Venezia e dal 1951 al 1965 alle Quadriennali di Roma. Nel 1950, col concorso dell’Associazione Pittori e Scultori promosse e organizzò la Biennale di Arte Triveneta e il Concorso Internazionale del Bronzetto di Padova. Il suo amore per l’Arte lo porta a spaziare anche nella musica e nella poesia. La sua pittura ha un inizio naturalistico orientato però a semplificare le forme come accade a molti rappresentanti della pittura italiana tra le due guerre. Con i tagli geometrici e le luci oblique delle sue rappresentazioni approda al cubismo. In seguito arrivano le gabbie, le ceste e i reticoli. Sul finire degli anni Cinquanta aderisce all’arte astratta spaziale, ma ben presto passa alla rappresentazione delle città illuminate da una luce metafisica. Muore colpito da una malattia nel 1975. Antonio Zancanaro, più noto come Tono, è nato Padova nel 1906. Nel 1930 frequenta corsi serali presso l´istituto d´Arte Pietro Selvatico e nel 1935 viene introdotto dal critico Mario Tinti nello studio fiorentino di Ottone Rosai che Tono riconobbe come Maestro. In Rosai Tono ritrovò il suo stesso interesse per gli emarginati e i diseredati, e approfondì l´uso del carboncino. Nel 1937 tiene la sua prima importante personale a Padova nel Palazzo dell´Economia con 244 opere. La mostra è presentata da Ottone Rosai e recensita da Carlo Carrà. Nel 1941 realizza la sua prima incisione all´acquaforte, scoprendo una tecnica che continuò ad affascinarlo per tutta la vita. Nel 1943 partecipa alla Quadriennale d´Arte di Roma e conosce tra gli altri, Maccari, Guttuso, Moravia, Elsa Morante, Carlo Levi, persone con cui manterrà sempre rapporti. Negli anni Quaranta inizia a viaggiare all´estero, con soggiorni a Parigi, completa il ciclo del “Gibbo” e inizia quello intenso dei “Demopretoni”, oltre 1300 fogli violentemente anticlericali ed antisocialisti. A questo seguirà un ciclo poetico dedicato alla “Levana”. Nel 1952 vince il primo premio per l´incisione alla Biennale d´Arte di Venezia. Nel 1956 è in Cina con Agenore Fabbri, Turcato e Sassu. Nel 1964 l´editore Neri Pozza pubblica la prima monografia sul Gibbo. Ottiene la cattedra di incisione presso l´Accademia di Belle Arti di Ravenna che terrà da 1970 al 1977. Il 17 dicembre 1972 inaugura a Palazzo dei Diamanti di Ferrara la prima vera antologica dell´opera di Tono. In breve tempo seguono molte altre importanti esposizioni, come quella nel 1974 presso la Civica Galleria d´Arte contemporanea di Palermo; nel 1976 l´antologica a cura del comune di Giulianova; nel 1977 presso il Palazzo Pretorio di Certaldo; nel 1978 la grandiosa antologica, con oltre 1200 opere esposte, nel salone del Palazzo della Ragione a Padova e nel 1982 le antologiche a cura del comune di Capo d´Orlando e al Castello Sforzesco di Milano. Negli anni Ottanta lavora al ciclo delle “Leopardiane”. Muore a Padova nel 1985. .  
   
   
I MERCOLEDI’ DELLE AVANGUARDIE PERCORSI DI GRAFICA FUTURISTA  
 
Trieste, 16 dicembre 2009 – Ottima accoglienza, con centinaia di visitatori nei primissimi giorni di esposizione, per la mostra “Futurismi al confine orientale. Avanguardie di regime”, allestita dall’Irci e dalla Famiglia di Grisignana negli spazi del Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata, a cura del direttore Irci Piero Delbello, su progetto e allestimento di Athos Pericin. In esposizione oltre trecento opere di un centinaio di artisti che si sono formati negli anni fra il 1920 e il 1940 al confine orientale, in un’area che abbraccia la Venezia Giulia, Gorizia e il Friuli, l’Istria, Fiume e la Dalmazia. - Pittori, grafici, illustratori che hanno profondamente ispirato e innovato la grafica dei primi decenni del Novecento, nel segno della creatività futurista e di una concezione grafica fatta di linee ardite, ascrivibili più alle circostanze del regime che alla dimensione commerciale della loro committenza. E dal 16 dicembre la mostra – in cui spiccano opere del pittore futurista Tullio Crali, degli scultori Ugo Carà e Marcello Mascherini, dell’architetto Bruno Angheben, del fotografo Ferruccio Demanins, dei grafici Urbano Corva ed Edoardo Ricci, e dell’eclettico Guido Marussig – si aprirà ai “Mercoledì delle Avanguardie”, un ciclo di percorsi e visite guidate settimanali che verranno proposti gratuitamente al pubblico della mostra, ogni mercoledì alle ore 16. 30 (con il solo biglietto di 2 € per l’ingresso alla mostra). A guidare ogni mercoledì il pubblico, in un coloratissimo itinerario di suggestioni futuriste, sarà lo stesso curatore della mostra, Piero Delbello, che appunterà di volta in volta traiettorie di matrice futurista (Emilio Caucigh, Eligio Finazzer Flori, Ugo Carà, Bruno Angheben), immagini e cubature in grafica, giustapposizioni di colori (Omero Valenti, Marcello Claris), suggestioni decó (Popi – Mariella Polli), superomismo fumettoso (Marcello Mascherini), costruzioni e sovracostruzioni novecentiste (Guido Marussig, Nino Ferenzi), tratti di primitivismo (Sante Bidoli), semplificazione (Tullio Crali, Urbano Corva) e linearizzazione del disegno (Marino Spadavecchia, Lea Battigelli D’orlandi). Un’occasione preziosa per visitare la mostra con un’autorevole guida artistica, gustando la cifra stilistica di personalità di “avanguardia”: grafici e pittori capaci di imprimere nuove rotte per le successive generazioni artistiche del Novecento. Info: irci@iol. It, tel. 040/639188, fax 040/639161 .