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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 11 Gennaio 2010 |
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STUDIO RIVELA DIFFERENZE DI GENERE NELL´ATTIVITÀ CEREBRALE |
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Bruxelles, 11 gennaio 2010 - Alcuni scienziati della facoltà di medicina dell´Università Jagelloniana, in Polonia, hanno scoperto che i pattern cerebrali differiscono tra uomini e donne a seconda degli stimoli positivi o negativi. I risultati sono stati presentati in occasione del meeting annuale della Radiological Society of North America (Rsna), tenutosi a novembre. Il team che ha condotto la ricerca ha utilizzato la tecnica della risonanza magnetica funzionale (fMri) per osservare da vicino in che modo determinati stimoli sono in grado di attivare le diverse aree del cervello. "Sembra che gli uomini dedichino maggiore attenzione agli aspetti sensoriali degli stimoli emotivi e tendano ad elaborarli rispetto alle implicazioni delle azioni che è necessario intraprendere, mentre le donne sembrano prestare maggiore attenzione alle sensazioni generate dagli stimoli emotivi", ha spiegato il dottor Andrzej Urbanik, direttore della facoltà. I ricercatori hanno analizzato un campione composto da 40 volontari destrimani, di età compresa tra i 18 e i 36 anni: 21 uomini e 19 donne. I soggetti coinvolti sono stati chiamati ad osservare alcune immagini appartenenti all´International Affective Picture System, un sistema di test standardizzato che consente una valutazione oggettiva delle emozioni (ad es. Piacere, eccitazione, dominazione) legate a una serie di fotografie a colori che determinano stimoli emotivi standard. Questo sistema viene utilizzato per l´analisi sperimentale delle emozioni e dell´attenzione. Il dottor Urbanik, insieme ai suoi collaboratori, ha organizzato la proiezione delle immagini in due fasi distinte: una prima fase in cui si è proceduto esclusivamente alla proiezione delle immagini negative, e una seconda dedicata alle immagini positive. Negli uomini è stata rilevata un´attività accentuata a livello della corteccia insulare destra, coinvolta nei processi decisionali e in grado di innescare sensazioni individuali che sfociano in azioni. Nelle donne, invece, è stata evidenziata un´attività accentuata a livello del talamo destro. Il talamo è un´area che unisce la corteccia cerebrale ai centri del dolore e del piacere. "L´attivazione cerebrale registrata nei soggetti femminili potrebbe indicare un maggiore coinvolgimento del circuito neurale, associato all´identificazione degli stimoli emotivi", ha affermato il dottor Urbanik. "L´attivazione più spiccata della corteccia insulare nei soggetti di sesso maschile potrebbe invece essere correlata a elementi automatici, quali, ad esempio, un battito cardiaco elevato o una sudorazione consistente, a loro volta associate all´osservazione di materiale in grado di indurre emozioni", ha aggiunto. "Negli uomini, le immagini caratterizzate da una connotazione negativa hanno dimostrato una maggiore efficacia nell´attivazione del sistema automatico. Una tale peculiarità potrebbe indicare che in situazioni di pericolo è più probabile che siano gli uomini, e non le donne, a reagire". Per quanto riguarda invece le immagini con una connotazione positiva, le donne hanno mostrato un´attività più accentuata degli uomini nel giro temporale superiore sinistro, una sporgenza posta sulla corteccia cerebrale coinvolta nei processi uditivi e mnemonici. Negli uomini è stata evidenziata una più spiccata attività nei lobi occipitali bilaterali, associati all´elaborazione visiva. "Le immagini positive vengono divorate dal sistema visivo e motivazionale dei soggetti maschili", hanno concluso i ricercatori. Per maggiori informazioni, visitare: Facoltà di medicina dell´Università Jagelloniana: http://www. Cm-uj. Krakow. Pl/index. Php?w=a Radiological Society of North America: http://www. Rsna. Org/ . |
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SOVVENZIONE DI 2 MILIONI DI EURO PER LA RICERCA SUI BIOFILM |
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Bruxelles, 11 gennaio 2010 - Il Consiglio europeo della ricerca (Cer) ha assegnato una Sovvenzione a favore di ricercatori avanzati (Advanced Investigator Grant) a una scienziata della Freie Universität Berlin, in Germania, per un nuovo progetto per lo studio dei biofilm batterici. Il progetto è stato selezionato tra 1. 584 proposte e 513 progetti nel campo delle scienze biologiche. La professoressa Regine Hengge del dipartimento di biologia, chimica e famacologia riceverà una sovvenzione di 2 milioni di euro per il suo progetto di ricerca "Cyclic-di-gmp: new concepts in second messenger signalling and bacterial biofilm formation". L´obiettivo del progetto è di approfondire le conoscenze sui biofilm, gruppi di microrganismi resistenti sia agli antibiotici che al sistema immunitario che si aggregano sulle superfici e possono causare infezioni e malattie. I biofilm si possono trovare sugli strumenti medici, come ad esempio i cateteri. In bocca essi possono provocare il deterioramento dei denti e patologie gengivali. I biofilm si sviluppano rapidamente sulle superfici che sono costantemente umide, come i sistemi di fornitura idrica, gli ambienti marini e gli impianti per il trattamento dei liquami. Possono bloccare i tubi e causare corrosione, con conseguenti danni di milioni di euro. Spesso le superfici infettate sono trattate con la semplice pulitura o verniciatura con prodotti contenenti metalli tossici. La professoressa Hengge spera di contribuire ai tentativi di sviluppare sostanze per prevenire la formazione dei biofilm, cercando di scoprire come avviene la loro formazione. I finanziamenti per il progetto si estendono su un periodo di cinque anni e saranno usati per occupare dottori di ricerca e laureati, nonché per acquistare attrezzature per i laboratori e allargare la collaborazione internazionale. Si terranno anche due conferenze internazionali alla Freie Universität di Berlino. La ricerca sarà concentrata sui meccanismi di controllo genetico-molecolari che sono alla base dei biofilm e sull´elaborazione di vari segnali ambientali per determinare l´origine, la formazione e le proprietà dei biofilm dell´organismo modello: il patogeno Escherichia coli. In questo gruppo di finanziamenti, il Cer ha rilasciato fino a 490 milioni di euro di sovvenzioni per gli scienziati impegnati negli istituti di ricerca europei. Le svovvenzioni sono assegnate a scienziati con un curriculum orientato alla ricerca scientifica innovativa nei 10 anni precedenti. Per maggiori informazioni, visitare: Freie Universität Berlin: http://www. Fu-berlin. De/en/index. Html . |
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MILANO: NUOVO NIGUARDA, CONCLUSI LAVORI DEL PRIMO LOTTO FORMIGONI: OPERA INNOVATIVA REALIZZATA IN SOLI TRE ANNI |
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Milano, 11 gennaio 2010 - Si sono conclusi i lavori del primo lotto del nuovo ospedale Niguarda di Milano, che hanno portato alla realizzazione del "Blocco Sud" (destinato ad attività sanitarie), di un parcheggio a più piani, di un polo logistico, di un polo tecnologico attrezzato con tre gruppi di cogenerazione e di tre cunicoli che saranno utilizzati per gli impianti, per i trasporti e per il passaggio pedonale. I lavori sono durati meno di tre anni, un tempo estremamente ridotto considerata la complessità dell´intervento e il fatto che l´attività dell´ospedale non è mai stata interrotta. Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, hanno visitato oggi il nuovo complesso, accompagnati dal direttore generale dell´ospedale, Pasquale Cannatelli. Alla cerimonia, cui hanno partecipato diverse centinaia di persone, era presente anche l´assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo. "La presenza così numerosa di persone che hanno voluto partecipare a questa visita - ha detto Formigoni nel suo intervento introduttivo - testimonia il legame che ognuno sente verso questo ospedale che rappresenta una parte importante della nostra storia, in grado però di rinnovarsi e cambiare e dice che il percorso avviato da Regione Lombardia per fare in modo che i luoghi di cura siano sentiti come patrimonio dell´intera comunità funziona e sta procedendo". Dopo aver rivolto un particolare ringraziamento a tutto il personale che lavora a Niguarda, il presidente ha sottolineato la forte carica innovativa del nuovo ospedale sotto molti punti di vista. "Questo è un intervento realizzato in project financing - ha detto il presidente - che quindi ha raccolto per un´opera pubblica finanziamenti dall´esterno, il che ci permette di spalmare le risorse anche su altre opere come i 10 nuovi ospedali che stiamo realizzando che sono sempre più moderni, confortevoli e accoglienti". "Anche da un punto di vista architettonico - ha aggiunto Formigoni - abbiamo voluto dare il segno di una sempre maggiore apertura verso l´esterno per superare il vecchio concetto di ospedale come luogo di chiusura e di separazione, costruendo strutture improntate alla bellezza e alla funzionalità. Infatti, sarà nuovo anche il modello organizzativo per cui non sarà più il paziente a dover girare per l´ospedale ma in qualche modo sarà la struttura a ruotare attorno alle esigenze delle persone". Formigoni ha infine fatto notare come i tempi di realizzazione siano stati particolarmente ridotti, meno di tre anni a fronte di una media nazionale di dodici. "Questo - ha detto l´assessore Bresciani - è il segno di una sanità che ha uno sviluppo dinamico, in grado di adeguarsi alle nuove esigenze e di realizzare un miglioramento continuo. Il nostro impegno va in due direzioni: la crescita della sanità ospedaliera con tutti i suoi punti di eccellenza e allo stesso tempo una sanità più orientata al territorio per raccogliere la sfida della cronicità e della continuità delle cure". Blocco Sud - Il Blocco Sud è costituito dal Padiglione Ponti (ristrutturato integralmente) e da un blocco di nuova costruzione così articolato: due edifici a corpo quintuplo di 6 livelli complessivi, una galleria coperta a doppia altezza (hall di ingresso e distribuzione posta tra Ponti e nuovo blocco), edificio "Piastra" di 5 livelli, edificio "avancorpo Piastra" di 5 livelli, corpi di collegamento orizzontale e verticale tra tutti gli edifici del Blocco (sia nuovi che ristrutturati). Nel Blocco Sud, detto anche High Care, troveranno collocazione le discipline per l´alta intensità di cura: oncologia, ematologia, tutto il dipartimento cardiologico con la cardiochirurgia, tutta l´attività dei trapianti e la chirurgia, anche robotica (chirurgia generale, chirurgia toracica, chirurgia plastica, ortopedia, ginecologia, urologia, terapia del dolore). Il Blocco Sud è autosufficiente dal punto di vista diagnostico e assistenziale. Ci saranno anche l´area di radiologia, radiologia interventistica, endoscopia, e i servizi ambulatoriali e di day hospital. L´idea fondamentale è il superamento del concetto di reparto, puntando invece sulla qualità e sull´articolazione in diversi gradi di intensità e specificità dell´assistenza. Nella ampia hall troveranno spazio 28 sportelli di prenotazione e accettazione: per favorire l´accoglienza e l´accessibilità ai servizi è prevista una organizzazione progettata per ottimizzare il tempo di attesa degli utenti, che deve rimanere tra i 5 e 10 minuti. Sono previsti anche sistemi di gestione dei flussi mediante "totem elimina code" e accesso a prestazione per colore. Nella hall ci saranno anche alcuni negozi e servizi di pubblica utilità. Questi i numeri: 469 posti letto; - 27 postazioni di terapia intensiva; - 77 ambulatori; - 17 sale operatorie; - 6 sale interventistica cardiovascolare - 2 risonanze magnetiche; - 2 Tac; - 7 radiologie. Parcheggio Sud - È´ il nuovo ampio parcheggio a servizio dell´Ospedale, collocato nelle immediate vicinanze del nuovo Blocco Sud, a servizio dei pazienti e dei visitatori che affluiranno alla nuova struttura. E´ costituito da sei semipiani e uno a raso per un totale di 727 posti auto. Polo Logistico E Polo Tecnologico - Nel polo logistico sono collocati i servizi di supporto alle attività sanitarie, tra cui: una grande cucina centralizzata; farmacia centralizzata; magazzini economali; magazzini automatizzati centralizzati; piazzale di carico/scarico merci. Il polo tecnologico accoglie le centrali energetiche (la cogenerazione, la centrale termica, la centrale frigorifera, la centrale idrica con le relative vasche di accumulo). La cogenerazione è costituita da 3 motori a gas in grado di erogare circa 12 Mwe. Cunicoli - I cunicoli interrati (2,2 km su due livelli) sono destinati alla circolazione di personale e pazienti diretti alle varie destinazioni ospedaliere e di servizio (circa 550 m di camminamento interrato e riscaldato), oltre che al trasporto delle merci (cunicoli predisposti per sistemi automatizzati per circa 550 m di lunghezza) e al passaggio delle reti impiantistiche (circa 1050 m di cunicolo interrato percorribile ed ispezionabile dedicato alle principali dorsali impiantistiche). Visite Alla Nuova Struttura - Sabato 9 e domenica 10 gennaio, dalle 10. 00 alle 17. 00, sarà possibile visitare con ingresso libero l´ospedale e incontrare tecnici e operatori sanitari che daranno informazioni sulla struttura e sul modello organizzativo. La visita durerà circa 30 minuti e, per ragioni di sicurezza, si snoderà lungo un percorso guidato. L´accesso è da via Zubiani. . |
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CENTRO NERVIANO, 15 MILIONI PER FARE BIOBANCA IL RILANCIO GRAZIE A PROGETTO REGIONALE PER CURA DEI TUMORI |
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Milano, 11 gennaio 2010 - "Regione Lombardia mantiene l´impegno ad accompagnare il salvataggio e il rilancio del Nerviano Medical Center: la Giunta regionale gli ha appena affidato un progetto triennale da 15 milioni per realizzare una biobanca in connessione con la rete oncologica regionale". Lo ha annunciato il 19 dicembre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Il finanziamento - 5 milioni all´anno - decorrerà già dall´inizio del 2010. E´ destinato alla realizzazione a Nerviano di una "Banca virtuale di materiale biologico", attraverso la costituzione di "una rete di biobanche" in Lombardia. In una biobanca vengono conservati campioni di tessuti utilizzati per ricerche di diverso genere in campo medico. In questo caso la costituzione della "rete di biobanche" servirà per sviluppare ulteriormente la ricerca per la cura dei tumori, attraverso la realizzazione di nuovi e più efficaci farmaci. Capofila del progetto è l´Istituto Nazionale dei Tumori, che attiverà appunto da subito una collaborazione triennale con il Centro di ricerca di Nerviano per portare a compimento il programma. La Rete Oncologica Lombarda è il network di patologia, ormai collaudato, che lega le strutture che si occupano della ricerca e assistenza in questo ambito. "Abbiamo dato corso - commenta Formigoni - a quanto dichiarato l´8 maggio, assicurando che avremmo garantito un futuro al Nmc (ricapitalizzato con 60 milioni) e, più in particolare a quanto annunciai il 10 novembre scorso quando, proprio nella sede di Regione Lombardia, la proprietà del Nerviano Medical Sciences illustrò alla Regione e alle organizzazioni sindacali il Piano industriale per il rilancio del centro di ricerca: in quella occasione parlai appunto di una collaborazione strutturata per i prossimi tre anni con il sistema sanitario lombardo a partire da una collaborazione con la Rete Oncologica Lombarda". . |
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LASCIATE CHE PARLINO LE VOSTRE MANI |
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Bruxelles, 11 gennaio 2010- In molte culture indicare, gesticolare e altre espressioni del linguaggio corporeo vengono considerate un segno di maleducazione e cattive maniere. I risultati di un nuovo studio - pubblicato sulla rivista Psychological Science - indicano che il fatto di gesticolare mentre si parla rappresenta il modo migliore per riuscire a trasmettere il proprio messaggio. Un team di ricercatori dell´Università Radboud nei Paesi Bassi e della Colgate University negli Stati Uniti hanno eseguito una serie di esperimenti per analizzare il collegamento tra il linguaggio e i gesti. Hanno guidato la ricerca il professor Spencer Kelly del dipartimento di psicologia presso la Colgate University, insieme ai dottori Asli Özyürek e Eric Maris dell´Università Radboud. I ricercatori hanno svolto esperimenti in cui i partecipanti guardavano brevi filmati di persone che svolgevano attività quotidiane, come ad esempio tagliare le verdure o lavare i piatti. I filmati erano seguiti da video della durata di un secondo in cui appariva una parola. In alcune prove le azioni e le parole mostrate coincidevano, in altre no. I partecipanti dovevano poi decidere quante erano le coppie che coincidevano. I risultati hanno mostrato chiaramente che le persone capiscono il significato più velocemente e chiaramente quando parole e gesti coincidono. I partecipanti erano in grado di capire il significato di una parola molto più rapidamente durante le prove di congruenza (in cui le due azioni coincidevano) rispetto alle altre (le prove incongruenti). I risultati erano gli stessi quando veniva chiesto ai partecipanti di concentrare l´attenzione soltanto sulla parola e non sul gesto. Le scoperte fatte dai ricercatori indicano che è molto più facile capire ciò che una persona intende dire con le parole, quando queste coincidono con il linguaggio corporeo del locutore. I risultati indicano altresì che i gesti e il linguaggio rappresentano un insieme integrato che rende più facile la reciproca comprensione. "Questi risultati hanno implicazioni sulle situazioni comunicative giornaliere, come ad esempio in contesto didattico (sia insegnanti che studenti), nei messaggi persuasivi (discorsi politici, pubblicità) e in situazioni di urgenza (come le conversazioni nel pronto soccorso o tra i piloti)", spiegano i ricercatori. Essi suggeriscono inoltre che il modo migliore per il mittente di trasmettere il suo messaggio è di "coordinare ciò che dice in parole con quello che fa con le proprie mani". In altre parole, concludono gli autori: "Se volete veramente chiarire il vostro concetto e renderlo immediatamente comprensibile, lasciate parlare mani e parole". Per maggiori informazioni, visitare: Psychological Science: http://www. Wiley. Com/bw/journal. Asp?ref=0956-7976 Università Radboud: http://www. Ru. Nl/english/ Colgate University: http://www. Colgate. Edu/ . |
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SANITA’: OK GIUNTA VENETA A CITTADELLA SANITARIA ULSS 9 TREVISO. |
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Venezia, 11 gennaio 2010 - Via libera da parte della Giunta regionale al progetto per la cittadella sanitaria dell’Ospedale di Treviso. L’esecutivo veneto ha infatti approvato 29 dicembre 2009 una specifica delibera, proposta dall’Assessore alla Sanità Sandro Sandri, di concerto con il collega ai Lavori Pubblici Massimo Giorgetti, con la quale si definisce “ammissibile e realizzabile” anche con il concorso di capitali privati la proposta avanzata dal Direttore Generale dell’Ulss 9 Claudio Dario e si approva lo studio di fattibilità dell’opera già approvato con delibera del Dg il 27 novembre scorso. Il provvedimento è stato trasmesso alla Quinta Commissione del Consiglio regionale per acquisirne il parere. L’investimento totale previsto è di 224 milioni di euro, dei quali 11 milioni assegnati con una delibera regionale del luglio 2007, 50 milioni ricavati dai fondi Cipe ex articolo 20 (edilizia sanitaria), 40 milioni quale mutuo a carico dall’Ulss 9, 25 milioni ricavati da alienazioni patrimoniali, 98 milioni di finanziamento privato in cambio del quale il concessionario potrà gestire servizi non sanitari, come ristorazione, pulizia, lavanderia, sterilizzazioni, manutenzione delle apparecchiature, gestione energetica. Con altri 9 milioni di euro della Regione è già stato dato corso alla ristrutturazione del Pronto Soccorso, al restauro di Villa Carisi destinata a sede amministrativa, e alla progettazione del nuovo Distretto di Treviso. “Questo – ha sottolineato Sandri - è un progetto di rilievo storico per l’infrastrutturazione della sanità trevigiana che viene così proiettata al futuro, costruito in intelligenza e lungimiranza, e capace di rivoluzionare in positivo l’organizzazione e la qualità dell’assistenza fornita ai cittadini”. In sintesi, lo studio di fattibilità conferma la destinazione futura del Cà Foncello mediante un primo intervento per realizzare un monoblocco per le sale operatorie, 600 posti letto chirurgici, il Dipartimento materno-infantile, la centralizzazione dei servizi di diagnostica per immagini ed endoscopia, le terapie intensive, la realizzazione di un nuovo edificio tecnologico vicino al polo della logistica recentemente realizzato. . . |
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FORMAZIONE: APPROVATI 46 CORSI PER OPERATORE SOCIO-SANITARIO E LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE DEI LAVORATORI SENZA QUALIFICA. LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA METTE A DISPOSIZIONE 4 MILIONI E 200 MILA EURO |
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Bologna, 11 gennaio 2010 – La Regione Emilia-romagna ha approvato, il 18 dicembre 2009, un’azione straordinaria per incrementare la qualificazione degli Operatori socio-sanitari mettendo a disposizione 4 milioni e 200 mila euro di risorse del Fondo sociale europeo. Saranno realizzati 46 corsi di formazione iniziale, mentre un’azione non corsuale sarà finalizzata all’accertamento delle competenze già possedute dai lavoratori che, pur essendo privi della qualifica, esercitano da tempo attività di assistenza di base all’interno dei nostri servizi. La qualifica, infatti, è ritenuta un elemento fondamentale per garantire la qualità del servizio e, in base alle nuove regole sull’accreditamento recentemente deliberate dalla Giunta regionale, rappresenterà d’ora in poi un requisito prioritario per accedere al mercato del lavoro. L’operatore socio sanitario è la figura professionale che in case di riposo, case protette, residenze sanitarie assistite, centri diurni, strutture per disabili, strutture ospedaliere, svolgendo attività di cura e di assistenza alle persone in condizione di disagio o di non autosufficienza sul piano fisico o psichico per soddisfarne i bisogni primari e favorirne il benessere e l’autonomia, oltre che l’integrazione sociale. “Una figura professionale di cui è in crescita la domanda – spiega l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Giovanni Sedioli – e che anche in questo periodo di crisi del mercato del lavoro offre sicure opportunità occupazionali”. Ai percorsi di formazione iniziale, che avranno una durata di 1000 ore e saranno fortemente finalizzati all’inserimento lavorativo, potranno partecipare 1. 150 persone disoccupate o inoccupate e residenti in Emilia-romagna, mentre saranno 1. 800 i lavoratori già impiegati nel territorio regionale che potranno accedere al servizio per la formalizzazione e l’eventuale certificazione delle competenze possedute. Il termine per la presentazione delle iscrizioni è stabilito al 29 gennaio 2009, e l’ammissione ai corsi sarà preceduta da una selezione di carattere attitudinale e motivazionale che si svolgerà entro la fine di febbraio. I corsi saranno realizzati da un’ampia rete di soggetti formativi, riuniti in un’associazione temporanea di impresa. L’elenco dei corsi attivati e delle sedi di svolgimento saranno visibili dalla prossima settimana sul sito della Regione www. Emiliaromagnasapere. It . |
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DISABILI: CONTRIBUTI REGIONALI VENETI DI 560 MILA EURO DESTINATI A METODO DOMAN, MODIFICA STRUMENTI GUIDA E CENTRALINISTI NON VEDENTI” |
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Venezia, 11 gennaio 2010 - La Giunta veneta, su proposta dell’Assessore regionale alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, ha deliberato di impegnare la spesa complessiva di 560 mila euro, a valere sul bilancio regionale 2009, per le persone disabili aventi i requisiti previsti da alcune leggi statali e regionali, nello specifico la legge 104 del 1992, la legge 113 del 1985 e la legge regionale n. 6 del 1999. “Si tratta – spiega Valdegamberi – di contributi che riguardano in particolare per 400 mila euro i cittadini veneti portatori di handicap psicofisici che applicano il metodo Doman o Vojta o Fay (tutti per la terapia dei bambini cerebrolesi) o Aba (terapia per bambini autistici); per 60 mila euro gli enti pubblici o privati che adeguano le postazioni telefoniche usate da centralinisti non vedenti; 100 mila euro di contributi destinati alla modifica del sistema di guida a favore dei titolari di patenti speciali. Nell’area della disabilità – puntualizza l’Assessore – coesistono una serie di interventi dedicati alla risoluzione di situazioni e problemi specifici, frutto di normative e provvedimenti assunti nel corso di anni e di contesti diversi, con procedure diversificate, il cui comune denominatore è costituito dalla raccolta di domande nel corso dell’anno di esercizio. Dal 2008, per sveltire e semplificare le procedure, la Giunta veneta ha deciso di assegnare all’Osservatorio regionale sulla condizione della persona anziana e disabile (affidato all’Azienda Ulss 12 Veneziana) la gestione operativa di queste diverse linee d’intervento nel settore della disabilità, istruendo le domande pervenute in Regione, individuando i beneficiari e provvedendo alla liquidazione dei contributi, in questo caso entro giugno 2010. E’ una linea d’azione intrapresa nel binario della nostra consolidata politica di attenzione alla condizione delle persone con disabilità e di promozione dei loro diritti di cittadinanza”. . |
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STAZIONE UNICA APPALTANTE, IN CALABRIA SI PARTE DAL SETTORE DELLA SANITÀ |
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Reggio Calabria, 11 gennaio 2010 - Parte a regime la Stazione unica appaltante e parte assumendo la responsabilità di gestire tutti gli appalti della Sanità, il settore che negli anni ha mostrato più crepe, il settore che sta più a cuore al presidente della Regione, Agazio Loiero. Acquisito l´importante risultato di evitare il commissariamento della sanità con il piano di rientro, procedono adesso a pieno ritmo i lavori per rinnovare un comparto afflitto da troppe criticità; per questo Loiero, insieme al commissario della Sua Salvatore Boemi, ha voluto che l´attività della stazione unica appaltante cominciasse proprio dal settore più delicato. “Una decisione non soltanto simbolica - ha spiegato il commissario Boemi - perché il settore sanitario rappresenta il 75% dell´intero volume di appalti della regione. Certo è significativo che si parta proprio da questo comparto per mettere a regime un organismo che mira a favorire una cultura del controllo e della trasparenza nella gestione degli appalti pubblici, ma è evidente che la determinazione del presidente Loiero, mia e di tutto il Comitato di Sorveglianza di cominciare dalla sanità per introdurre la novità anche culturale che porta la Sua nel territorio calabrese, ha anche ragioni ´pratiche´, concrete. Dovendo procedere per gradi si è ritenuto assolutamente necessario come atto iniziale mettere a regime la stazione a partire dalla Sanità. ” “Dal 7 gennaio – ha continuato Salvatore Boemi – tutte le gare della sanità che rientrano da un punto di vista economico nella previsione della legge numero 27 sono gestite dalla Sua. Si tratta di un primo passo, ovviamente, perchè nel corso del 2010 noi contiamo di mettere a regime l´intero comparto degli appalti degli enti regionali e sub regionali. ” Tornando al volume degli appalti nel comparto sanità, Boemi ricorda che “ogni 100 milioni di euro spesi, 75 sono riconducibili al settore sanità. Sono numeri impressionanti, dati che fanno comprendere l´importanza dell´azione che ci apprestiamo a svolgere. Si pensi che in un solo anno, nel periodo maggio 2008 – maggio 2009, si è speso, per appalti sanitari, 500 milioni di euro. Se poi al 75% della sanità aggiungiamo la spesa degli altri dipartimenti regionali arriviamo al 90% del volume di appalti. ” “Questo significa – ha concluso Boemi – che se nel 2010 riusciremo a mettere a regime i dipartimenti e la sanità l’operatività della stazione potrà ritenersi estremamente positiva e competitiva. Questo è il progetto, è la scommessa del 2010”. . |
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INAUGURATA NUOVA EMODINAMICA A CHIOGGIA: PRESTO IL NUOVO OSPEDALE |
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Chioggia (Venezia), 11 gennaio 2010 - “Chioggia è la sesta città del Veneto e deve avere un ospedale all’altezza dell’eccellenza del sistema sanitario veneto”: così il presidente della Giunta regionale del Veneto, Giancarlo Galan, ha annunciato l’ 8 gennaio che tutto è pronto per la progettazione del nuovo ospedale di Chioggia, in provincia di Venezia. L’occasione è stata l’inaugurazione della nuova sala di emodinamica che completa l’offerta della Cardiologia e di una nuova sala per l’accoglienza dei pazienti al Pronto soccorso dell’ospedale clodiense. “Il nuovo ospedale - ha spiegato Giancarlo Galan - sorgerà nel terreno indicato dal Comune nella frazione di Sant’anna. Alla Regione spetterà decidere in che modo costruirlo. Il Veneto - lo ricordo - detiene il ‘record’ italiano per la celerità nella costruzione di un ospedale: con una media nazionale di 21 anni, abbiamo costruito il nuovo ospedale di Mestre in quattro anni, e il bando di assegnazione per quello della Bassa padovana prevede che venga consegnato in due anni. Ce ne andiamo con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di buono e utile per la nostra Regione”. La nuova sala angiografica inaugurata all’ospedale di Chioggia, alla presenza del direttore generale dell’Ulss 14 Antonio Padoan e del sindaco di Chioggia Romano Tiozzo, consentirà all’Unità operativa di Cardiologia di svolgere un servizio completo per la diagnostica gli interventi programmati di emodinamica. Il servizio sarà organizzato nell’ambito dell’”area vasta di emodinamica” che prevede - secondo un nuovo modello operativo applicato per la prima volta nel Veneto - che sia un’unica équipe di specialisti a spostarsi tra gli ospedali di Mestre, Mirano, Chioggia e San Donà di Piave per garantire un servizio di qualità e vicino al cittadino. Le unità operative di Mestre e Mirano saranno operative per le urgenze ed emergenze 24 ore su 24, mentre negli ospedali di Chioggia e San Donà si potranno eseguire procedure elettive di diagnostica e interventi programmati. La Cardiologia di Chioggia, inaugurata nell’ottobre del 2008, è dotata di quattro posti letto in terapia intensiva, sei letti di terapia post-intensiva e due sale angiografiche. . |
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CEINGE, 3 MILIONI E 600 MILA EURO ANNUI DALLA REGIONE CAMPANIA PER IL TRIENNIO 2010 – 2013 |
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Napoli, 11 gennaio 2010 - E´ stato sottoscritto il 7 gennaio a palazzo S. Lucia un protocollo d´intesa con cui vengono assicurate al Servizio Sanitario Regionale le attività svolte dal Ceinge nell´ambito della biologia molecolare clinica-genetica di laboratorio e delle malattie congenite del metabolismo. L´intesa è stata sottoscritta dal presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e dal presidente del Centro di Biotecnologie avanzate Francesco Salvatore. Era presente l´assessore alla Sanità Mario Santangelo. Con questo protocollo, vengono rafforzate le attività del Ceinge, volte a garantire assistenza e supporto alle aziende ospedaliere universitarie, a quelle sanitarie locali, alle aziende ospedaliere ed istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) della Regione Campania. Sarà altresì potenziata la ricerca finalizzata allo sviluppo e alla validazione clinica di metodologie diagnostiche basate su biotecnologie avanzate. La Regione eroga, a favore del Ceinge, un finanziamento annuo di 3 milioni e 600 mila euro per il triennio 2010 – 2013. "Si tratta - ha sottolineato il presidente Bassolino - di una scelta giusta e importante a favore di una struttura scientifica che rappresenta un grande patrimonio della nostra città e della nostra regione. "Per questo il Ceinge, insieme ad altri centri di eccellenza, sarà protagonista del grande progetto europeo <Cam Bio>, Campania Biotecnologie, sul quale investiamo almeno 50 milioni di euro per mettere in rete i Centri di Competenza e realizzare un’autentica filiera della biotecnologia", ha concluso Bassolino. "Con quest´accordo consolidiamo i già forti rapporti esistenti tra la Regione Campania e il Ceinge. Mettiamo a disposizione ulteriori strumenti e risorse per fare in modo che questa realtà sia sempre più un centro d´avanguardia. L´atto sottoscritto oggi, infatti, dà al Ceinge possibilità di finanziamenti almeno per tre anni. Si tratta di un elemento indispensabile per dare continuità e portare risultati nel lavoro di ricerca medica", ha detto l´assessore regionale alla sanità Mario Santangelo. "Dobbiamo lavorare per creare una rete tra tutti i nostri centri di ricerca regionali. In questo modo, la Campania può essere sempre di più un punto di riferimento nazionale, ma anche internazione nel campo della medicina", ha concluso Santangelo. "La programmazione triennale darà al nostro centro maggiori possibilità di programmazione nel lavoro che stiamo portando avanti. E´ una diversa e migliore modulazione delle attività che ci consentirà di monitorare al meglio tutti i risultati", ha dichiarato il presidente del Centro di Biotecnologie avanzate Francesco Salvatore. . |
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OSPEDALE DI COMO,CONCLUSI LAVORI DI COSTRUZIONE FORMIGONI: MODELLO ORGANIZZATIVO S. ANNA ALL´AVANGUARDIA BRESCIANI: STRUTTURA MODERNISSIMA PROIETTATA NEL FUTURO |
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Como, 11 gennaio 2010 - Un nuovo ospedale con 589 posti letto, realizzato in meno di 3 anni, dotato delle migliori tecnologie, oltre che di strutture confortevoli e accoglienti, pienamente integrate con l´ambiente circostante. Sono queste alcune delle principali caratteristiche del nuovo ospedale di Como, i cui lavori di costruzione si sono conclusi lo scorso 30 novembre. Per la realizzazione dell´opera Regione Lombardia ha mobilitato risorse pari a 260 milioni di euro (che comprendono anche l´acquisto dei macchinari e degli arredi). "Si tratta - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, visitando il 18 dicembre il nuovo S. Anna insieme all´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani - di un ospedale moderno, aperto, luminoso e spazioso. Lo abbiamo voluto così per fare in modo che i malati non si sentano ´reclusi´ ma si possano invece sentire il più possibile come a casa loro". Alla visita di oggi hanno partecipato anche, tra gli altri, il sindaco di Como, Stefano Bruni, il presidente della Provincia, Leonardo Carioni, e l´assessore regionale Raffaele Cattaneo. "Qui a Como - ha proseguito Formigoni - sperimentiamo un nuovo modello di sanità, che penso si potrà chiamare proprio ´modello S. Anna´. Non sarà più il malato a dover girare per l´ospedale ma in qualche modo sarà l´ospedale a girare attorno al malato e alle sue esigenze di cura". Il presidente ha anche sottolineato la rapidità nella realizzazione della struttura, "meno di tre anni quando la media italiana è di dodici anni", e ha ricordato che, oltre agli importanti reperti archeologici rinvenuti negli scavi e che saranno esposti al pubblico, nell´ospedale ci saranno anche delle opere d´arte. Parte dell´immenso patrimonio artistico degli ospedali (oltre 20. 000 pezzi di cui 8. 000 quadri) è esposto in questi giorni al Palazzo Pirelli, in occasione della mostra "La Regione dà luce all´arte", e rappresenta "una testimonianza del legame tra la gente e i propri ospedali, legame che spero possa tornare a essere forte come un tempo". Le Strutture - L´ospedale si sviluppa su cinque piani (due interrati e tre fuori terra). I piani interrati costituiscono la piastra principale; i tre piani superiori si scompongono in cinque corpi di cui quattro disposti a ventaglio. Al secondo piano interrato sono situate le aree di servizio (l´area logistica, la mensa, i guardaroba e gli spogliatoi), oltre alla morgue e alle sale dei dolenti. Al primo piano interrato si trovano il servizio diagnostico, il blocco operatorio e il pronto soccorso. Il piano terra ospita l´accesso dei visitatori, l´accettazione, i negozi, la nursery, le aree di day hospital e le aree di consultazione. Il primo piano è destinato, oltre che alle aree di degenza, al servizio dialisi e all´amministrazione. Il secondo piano ospita le aree di degenza, il reparto neonatale con le sale parto e l´amministrazione. Organizzazione - Le attività saranno organizzate secondo il nuovo modello dell´intensità di cura e non più sulle funzioni specialistiche. In questo senso sarà centrato sulla persona e sulle sue esigenze. In più sarà finalizzato allo sviluppo della ricerca e della cultura sanitaria perché permetterà la realizzazione delle attività di ricerca clinica, epidemiologica e di base e svilupperà programmi di formazione e aggiornamento continui. Tecnologie - L´ospedale avrà a disposizione tutte le più avanzate tecnologie biomediche e macchinari all´avanguardia (l´80% sarà nuovo di zecca con un investimento di circa 60 milioni). Il fiore all´occhiello sarà l´apparecchio "Vero", un acceleratore lineare per la cura dei tumori, costato 8 milioni e disponibile per la prima volta in Italia (è il secondo in Europa e il sesto al mondo). "Il S. Anna è un ospedale proiettato verso il futuro. Grazie a questo strumento - ha sottolineato Bresciani - si potranno curare alcune patologie oncologiche che non è possibile trattare con altre apparecchiature. L´ospedale di Como diventerà dunque un punto di riferimento per le malattie oncologiche per tutta la fascia alpina e prealpina". Il nosocomio è dotato anche di un impianto di cogenerazione alimentato a gas che garantisce la completa copertura dei fabbisogni di energia elettrica. Il Cantiere - All´inizio dei lavori sono state rinvenute alcune tombe di epoche differenti (dall´età del ferro all´epoca romana); è stata inoltre portata alla luce una struttura circolare di 70 metri di diametro, realizzata con due file di sassi paralleli, probabilmente con funzioni collegate a riti religiosi o astronomici, per la quale si ipotizza una datazione all´età del ferro. Al termine dei lavori, la zona archeologica sarà visibile al pubblico. Con il progetto del nuovo ospedale Sant´anna di Como, Infrastrutture Lombarde - che ha svolto la funzione di stazione appaltante - ha ottenuto nel 2008 il Mattone d´Oro alla serata di gala dei Real Estate Award nella categoria "miglior progetto in project financing". I Numeri - L´ospedale avrà a disposizione 589 posti letto, 46 ambulatori per le prestazioni specialistiche, 15 sale operatorie (13 per le branche specialistiche, 2 destinate alle emergenze ostetriche). . |
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TOSSICODIPENDENZE, DOPO 10 ANNI SARÀ RECEPITA L’INTESA STATO-REGIONI |
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Palermo, 11 gennaio 2010 – E’ finalmente arrivato al traguardo, dopo addirittura oltre dieci anni di attesa, il provvedimento con cui l’assessorato regionale alla Salute recepisce “l’Atto di intesa Stato – Regioni” del 5 agosto 1999, riguardante la determinazione dei requisiti minimi standard per l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento di Enti e Associazioni che svolgono attività per la cura e la riabilitazione di persone dipendenti da “sostanze d’abuso”. La situazione di stallo è stata sbloccata dall’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, con una nota inviata il mese scorso ai dirigenti generali dei due dipartimenti dell’assessorato in cui si chiedeva di “proporre tempestivamente un provvedimento congiunto per il recepimento dell’atto di intesa”. “Non è possibile che trascorra tanto tempo prima dell’adozione di un provvedimento che oltretutto riguarda argomenti delicati come la tutela delle fragilità – ha spiegato Russo -. La credibilità di un’amministrazione passa anche dal rispetto delle scadenze e degli impegni presi e ho ritenuto doveroso e civile imprimere una forte accelerazione al provvedimento. Credo che sia stato fatto un buon lavoro soprattutto perché ancora una volta abbiamo messo al centro del sistema la persona umana, con forti bisogni e con altrettanto forti aspettative di recupero fisico e sociale: ecco perché abbiamo voluto dare attenzione al carattere interdisciplinare degli interventi e al confronto costruttivo e di reciproca integrazione tra servizio pubblico e privato”. Il documento, adesso alla firma dell’assessore, è stato elaborato nei giorni scorsi dopo le opportune conferenze di servizio con i responsabili dei dipartimenti dipendenze patologiche delle Asp e dopo un’altra conferenza di servizio con i rappresentanti del Cears (Coordinamento Enti Ausiliari Regione Sicilia) e della Federserd. Nelle 13 pagine del documento vengono fissate le linee di indirizzo con la specificazione dei requisiti soggettivi, strutturali e funzionali che le strutture debbono avere per ottenere o mantenere l’accreditamento al servizio sanitario regionale. Viene sottolineata, in particolare, la necessità che gli Enti e le Associazioni devono cooperare al raggiungimento degli obiettivi del servizio sanitario “nell’ottica dell’integrazione socio – sanitaria ed interistituzionale dei servizi, della pari dignità e della valorizzazione del volontariato”. . |
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TOSCANA, PROGETTO DI RILANCIO AL CTO: AUMENTANO SEDUTE OPERATORIE E INFERMIERI E LA TRAUMATOLOGIA SARÀ DISTRIBUITA EQUAMENTE TRA TUTTI GLI OSPEDALI |
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Firenze, 11 gennaio 2009 - Oltre 70 sedute operatorie, mattina e pomeriggio, ogni settimana (finora erano 55), 15 tra infermieri e operatori socio-sanitari in più, e nuove attrezzature. Queste le misure immediate varate per il rilancio del Cto da Valtere Giovannini, commissario straordinario nominato dall´assessore Enrico Rossi. «Un aumento immediato di oltre il 20% della disponibilità delle sale operatorie, 400. 000 euro per l´incremento del personale, 100. 000 euro per l´acquisto di nuove tecnologie per le sale operatorie. Questo è solo un primo intervento di normalizzazione - chiarisce Giovannini, che dal 1° febbraio sarà direttore sanitario di Careggi - poi costruiremo un progetto di ampio respiro per affrontare tutte le criticità e restituire il Cto al suo ruolo. Su un sistema che funziona è anche più facile costruire progetti innovativi». Giovannini, responsabile area di coordinamento sanità del Dipartimento per il diritto alla salute, ci tiene a sottolineare il significato di questa attenzione della Regione per il Cto: «La Regione è consapevole del ruolo che il Cto, con le sue competenze specialistiche ortopediche, rappresenta nell´ortopedia toscana; e intende confermare e promuovere ulteriormente questo ruolo. La Regione è entrata dentro il Cto per raccogliere i contributi che il dipartimento di ortopedia, coordinato dal professor Gensini, aveva già espresso, e organizzarli in un progetto operativo che possa traghettare definitivamente il Cto verso questo suo ruolo». Dappertutto, fa notare Giovannini, si assiste a una privatizzazione dell´ortopedia. «La Toscana, invece, vuole riconfermare la sua vocazione a una funzione pubblica. Il privato si è organizzato, mentre l´ortopedia pubblica non è stata ancora in grado di organizzare una risposta adeguata. La crisi dell´ortopedia pubblic a è una sfida che la Toscana vuole raccogliere». Il commissario straordinario tenta un´analisi di ciò che è avvenuto al Cto, «una struttura nata negli anni Cinquanta, che si trova ad affrontare tutte le innovazioni a cui questa disciplina è sottoposta negli anni Duemila. Nel tempo si è assistito a un calo di produttività: nel Cto convivono interventi di natura programmata e interventi di tipo traumatologico. Ma mentre di solito la traumatologia è il 30% dell´ortopedia, al Cto sale al 50%: 40. 000 accessi l´anno di natura traumatologica. Così il Cto ha perso molta parte del suo mandato originario». Insomma, secondo la lettura di Giovannini, per rispondere a un eccesso di domanda traumatologica, il Cto si è trovato a dover sacrificare gli interventi programmati, con il conseguente allungamento dei tempi di attesa. «Ma è bene chiarire - precisa - che i "disastri" attribuiti al Cto non sono certo di natura clinica: riguardano, appunto, i tempi di accesso e di attesa. Non è in gioco la qualità e la competenza degli specialisti». Il problema è che per qualsiasi trauma si corre al Cto, che «viene vissuto come risposta più immediata e qualificata. Invece la risposta e l´accoglienza deve essere ridefinita con le altre aziende dell´area metropolitana, Firenze, Prato, Pistoia, e il carico traumatologico deve essere distribuito in ugual misura tra tutti i presidi ospedalieri che hanno l´ortopedia». Sulla riorganizzazione in corso al Cto interviene anche il direttore generale dell´Azienda ospedaliero universitaria Careggi, Edoardo Majno: «In considerazione dell´attenzione e tensione riferita al Cto in questo periodo, la Direzione aziendale di Careggi, unitamente all´Area coordinamento sanità della Regione Toscana, si è adoperata in un impegno di eccezionale intensità al fine di intraprendere una completa riorganizzazione dei servizi, così come indicato dalla task force recentemente insediata. L´operatività immediata nell´aumento della produzione sarà già riscontrabile dalla prossima settimana, con un incremento compreso fa il 15 e il 20 per cento degli spazi operatori, così come è avvenuto già dall´ultima settimana«. «Il programma riorganizzativo - continua Majno - è reso possibile dall´intervento di sostegno economico disposto dall´Assessorato alla salute della Regione Toscana, una parte dei 5 milioni di euro conferiti a Careggi nel suo complesso. Questo impegno, unitamente a un riequilibrio delle rispose umane, sarà oggetto della contrattazione professionale e sindacale delle prossime settimane«. «L´obiettivo della task force - chiarisce Majno - è incrementare la capacità delle 8 sale operatorie del Cto dalle attuali 55 sedute operatorie settimanali a 73. Nelle more di questi fondamentali passaggi la Direzione auspica la piena e responsabile collaborazione di tutto il personale. Va sottolineato che da diversi mesi è allo studio il piano di riorganizzazione del Cto e che l´attivazione della task force ne ha accelerato la realizzazione proprio in un momento critico causato dalle avverse condizioni atmosferiche che, nel periodo festivo hanno provocato un incremento , in particolare delle fratture da caduta». I punti essenziali del progetto, spiega il direttore generale di Careggi, riguardano riorganizzazione del Pronto soccorso, separazione dei percorsi emergenza/programmato, assistenza per intensità di cura. «Per far fronte a questa emergenza - precisa Majno - è stato necessario, secondo quanto stabilito dai protocolli terapeutici del trauma ortopedico, ridefinire temporaneamente i criteri delle liste di attesa a tutela dei pazienti più gravi. Le risorse delle sale operatorie sono state concentrate in primo luogo sulle fratture agli arti inferiori, in quanto traumi con rischio accentuato di trombosi. Per questo le fratture agli arti superiori, anche se urgenti, laddove era possibile, sono state differite sia pur nel pieno rispetto della sicurezza dei pazienti, tuttavia con evidenti disagi di cui l´Azienda si scusa». Alcuni dati possono aiutare a comprendere la situazione. Dal 15 al 31 dicembre 2009 vi è stato un incremento del 30% della sola traumatologia. Rispetto allo stesso periodo del 2008, si è passati dalle 95 alle attuali 125 fratture chirurgiche, questo senza contare l´incremento che, in proporzione, si è avuto per la chirurgia della mano, la traumatologia maxillo-facciale e la neurochirurgia, tutte specialità che si avvalgono delle sale operatorie del Cto. L´aumento non è stato solo quantitativo, ma anche qualitativo con urgenze chirurgiche particolarmente complesse e concentrato in limitato arco temporale. Infine Majno ricorda che «a causa del noto percorso di ricostruzione e messa a norma dell´edificio Cto il lavoro attuale, quantitativamente immutato rispetto all´inizio della ristrutturazione, è svolto in circa la metà degli spazi disponibili». «Rispetto ai risvolti giudiziari riportati dalla stampa - conclude Majno - si conferma la piena trasparenza e disponibilità della Direzione e della struttura a mettere a disposizione ogni dato utile». . |
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HOLDING SANITÀ E SERVIZI DIVENTA KOS |
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Milano, 11 dicembre 2010 - Holding Sanità e Servizi, società del gruppo Cir attiva nella sanità socio assistenziale, 18 dicembre 2009 ha cambiato la propria denominazione in Kos. Il nome Kos, che si ispira all’isola greca in cui nacque Ippocrate, è stato deliberato dall’assemblea degli azionisti in occasione del settimo anno di attività della società. La nuova denominazione è stata scelta in quanto più breve, semplice e in grado di rafforzare ulteriormente la distintività di un’azienda che in pochi anni si è trasformata da start-up a gruppo sanitario integrato, leader nazionale nella gestione di residenze per anziani non autosufficienti e ospedali di riabilitazione. Il gruppo Kos, che a oggi gestisce complessivamente 5. 059 posti letto, ai quali se ne aggiungono 368 in fase di realizzazione, è attivo in tre settori: gestione di residenze per anziani, con 38 strutture gestite (3. 832 posti letto operativi e 328 in fase di realizzazione); gestione di ospedali e centri di riabilitazione, con 6 strutture di riabilitazione (in Lombardia, Emilia Romagna, Trentino e Marche), 8 comunità di riabilitazione psichiatrica (in Liguria, Piemonte e Lombardia) e 13 centri ambulatoriali, per un totale di 1. 107 posti letto operativi e 40 posti letto in fase di realizzazione; gestione di un ospedale e di servizi ad alta tecnologia all’interno di ospedali, con 7 reparti di diagnostica per immagini. . |
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A CONEGLIANO VENETO (TV), A PALAZZO SARCINELLI ATTESA LA PIÙ IMPORTANTE MOSTRA MAI ORGANIZZATA SU CIMA DA CONEGLIANO |
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Milano, 11 gennaio 2010 - Nella sua amatissima città natale, un’esposizione irripetibile proporrà oltre 40 opere, provenienti dai principali musei d’Europa e degli Stati Uniti, di Giovanni Battista Cima (Conegliano, 1459/1460 – 1517/1518) maestro che, nel pur breve arco di carriera, è stato ai vertici della pittura sacra in laguna. Palazzo Sarcinelli a Conegliano (Tv) sarà il centro di uno degli eventi più importanti e attesi del 2010: la mostra dedicata a Cima Da Conegliano, in programma dal 26 febbraio al 2 giugno. A quasi cinquant’anni dall’esposizione allestita da Carlo Scarpa nel Palazzo dei Trecento di Treviso e a oltre un quarto di secolo dalla fondamentale monografia di Peter Humfrey, l’amatissima città natale propone una mostra su Giovanni Battista Cima (Conegliano, 1459/1460 – 1517/1518) maestro che, nel pur breve arco di carriera, per un ventennio è stato ai vertici della pittura sacra in laguna. L’iniziativa, prodotta e organizzata da Artematica, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Comune di Conegliano, della Provincia di Treviso e della Regione Veneto e la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico e etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei Comuni della Gronda Lagunare e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio e Varese - main sponsor Fondazione Antonveneta, sponsor Stefanel - curata da Giovanni Carlo Federico Villa, coadiuvato da un comitato scientifico che comprende i maggiori studiosi italiani e stranieri su Cima da Conegliano, quali Peter Humfrey, David Alan Brown, Mauro Lucco e Matteo Ceriana, presenterà oltre 40 opere, provenienti dalle maggiori istituzioni pubbliche mondiali, come la National Gallery di Londra, la National Gallery di Washington, l’Ermitage di San Pietroburgo, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, in grado di ricostruire la vicenda artistica di Cima, uno dei geni sublimi della storia dell’arte, uno degli interpreti più alti del fare artistico, autore di dipinti entrati nei manuali anche per la stupefacente sapienza tecnica e la meticolosa descrizione oggettiva di una realtà vissuta concretamente. “Desidero sottolineare – dichiara Alberto Maniero, sindaco di Conegliano - l´eccezionalità di un evento di una così grande portata dedicato, per la prima volta, al Cima nella sua città natale. Siamo riconoscenti all´artista e alla sua opera che ha reso internazionale la fama della nostra città e che abbiamo voluto, con determinazione, in occasione della particolare ricorrenza. Si tratta di un evento straordinario anche perché coincide con la riapertura al pubblico di Palazzo Sarcinelli, uno dei palazzi comunali più prestigiosi del centro storico, per decenni sede di mostre d’altissimo livello e recentemente oggetto di un impegnativo intervento di restauro conservativo. La storia di questo Palazzo si incrocia dunque con quella del celebre artista coneglianese a distanza di quasi 500 anni dalla sua edificazione (1518) dai nobili Sarcinelli da Ceneda e dalla morte del Cima (1517)”. Dopo la mostra dedicata a Canaletto e alla grande stagione del vedutismo veneziano del settecento di Treviso – sono parole di Andrea Brunello, amministratore delegato di Artematica – la nostra società si fa promotrice di un altro grande evento. Quella di Cima da Conegliano è una mostra che conferma la bontà del nostro metodo di lavoro che mira a conseguire il massimo valore qualitativo. L’esposizione è, infatti, solo l’ultimo passo di un programma che nasce e si costruisce negli anni, e che parte dall’imprescindibile formazione di un comitato scientifico di grande spessore. Per quest’iniziativa, inoltre, è già stato studiato un accurato piano di promozione che fungerà da volano per la valorizzazione di tutto il territorio”. Le prime due sale del percorso espositivo consentiranno di irrompere nel paesaggio veneto del Quattrocento, una delle chiavi di lettura privilegiate dell’opera del coneglianese. Si scoprirà così come Cima sia stato il primo artista che ha lasciato l’utopia del paesaggio ideale per restituire invece, in scenari incantati, una resa topografica e concreta dei colli trevigiani, di Conegliano e delle sue terre. Nell’umanesimo risiede una delle letture privilegiate dell’arte di Cima. Infatti, il genio coneglianese può essere considerato il solo artista che a Venezia potesse considerarsi ‘umanista’ nel vero senso della parola. E questo lo si intuirà, ammirando la sua tecnica sopraffina, esaltata nelle successive due sale con alcuni tra i maggiori restauri effettuati negli ultimi anni. Da qui, il percorso seguirà cronologicamente la storia artistica di Cima. Ogni sala sarà così caratterizzata da una focale centrale, un altare che presenterà la pala di riferimento di ogni stagione della sua pittura. Si comincerà dalla Madonna in trono con il Bambino tra i santi Giacomo e Girolamo della Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati di Vicenza – ove appare “l’indimenticabile pergolato di vite” tanto caro a Roberto Longhi – per andare poi all’Annunciazione dell’Hermitage di San Pietroburgo – con la mosca a trompe l’oeil posata sul cartiglio con la firma del pittore – e quindi lo stupefacente Riposo nella fuga in Egitto con i santi Giovanni Battista e Lucia della Fundaçao Calouste Gulbenkian di Lisbona, dove l’uomo e la natura sono ormai un tutt’uno. E poi, tra gli altri, la Madonna con il Bambino e i santi Michele arcangelo e Andrea della Galleria Nazionale di Parma, con i suoi frammenti di marmi antichi a far da tappeto ad alcune tra le figure più intense e statuarie delle pittura padana del Quattrocento o l’Incredulità di San Tommaso delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, colma di poesia di luce e d’immanenza. Accanto alla decina di grandi pale, si troverà una scelta dei prototipi principali della devozionale Madonna con il Bambino; esemplari ammirati e copiati da generazioni intere di pittori – si pensi tra gli altri ai dipinti provenienti dalla National Gallery di Londra, dagli Uffizi di Firenze, dal National Museum of Wales di Cardiff – e poi temi sacri e profani in cui si scorge la formidabile ascesa nell’empireo dei grandi operata da Cima. Ammirando la serie completa dei San Girolamo nel deserto – provenienti da Harewood (Yorkshire, The Earl of Harewood), Milano (Pinacoteca di Brera), Washington (National Gallery of Art), Londra (National Gallery) e Firenze (Uffizi) – si scopriranno le radici di Giorgione e di Lorenzo Lotto. Di grande importanza saranno i cassoni ricostruiti grazie a recuperi eccezionali, come il Teseo alla corte di Minosse finalmente rintracciato in una collezione svizzera che verrà posto accanto al Teseo e il Minotauro della Pinacoteca di Brera, mentre il Bacco e Arianna del Museo Poldi Pezzoli di Milano si ricongiungerà con il Sileno e Satiro del Museum of Art di Philadelphia. Una pittura profana che sottolinea il ruolo di prestigio ricoperto da Cima a Venezia e nei territori della Serenissima. È lui infatti l’interprete principe di un nuovo sentire, di una riscoperta della classicità portata avanti da Aldo Manuzio e dalla sua cerchia. Tanto che sarà lo stesso Cima a eseguire le pale per il Cardinal Montini e Pio da Carpi, oggi a Parma e Parigi, andando a incidere con la sua arte fin in Emilia e germinando poi nella pittura di Correggio. Di Cima da Conegliano, molti aspetti sono ancora avvolti in un cono d’ombra, e solo la possibilità di porre a confronto le sue opere può consentire di risolverli, soprattutto alla luce della scarsità di documenti emersi nel corso dei secoli. Se la sua data di nascita (1459 o 1460) è desumibile dall’estimo coneglianese del 1473, ove lo si identifica in un Joannes Cimator, immaginandolo dunque circa quattordicenne, età in cui si cominciava, secondo la normativa veneta, a pagare le tasse in proprio, le prime testimonianze artistiche sono quelle che narrano di un Magister Zambatista pictor pagato nel 1486 per un gonfalone della Scuola dei Calegheri di Conegliano, oltre all’orgogliosa firma e data Joanes Baptista de Conegliano fecit 1489 adì primo marzo, apposta sulla pala per la chiesa di San Bartolomeo a Vicenza. Proprio questa grande tela aprirà la mostra, andando a sottolineare immediatamente il problema della formazione di Cima. L’assenza di fonti, infatti, non chiarisce questa questione prima del 1489, anno in cui si trasferisce da Conegliano a Venezia, dove apre una bottega autonoma. Nella città lagunare sarà pagato per varie pale d’altare nel 1494, nel 1499, nel 1504 e nel 1510. Tra il 1500 e il 1515, alternerà il soggiorno veneziano a frequenti viaggi in Emilia, tra Parma, Bologna e Carpi, dove riceverà numerose commissioni per altari. Documentato per l’ultima volta a Conegliano nel 1516, quando effettua la dichiarazione delle tasse, muore tra il 2 ottobre 1517 e il novembre 1518, come desumibile dagli ultimi due certificati conosciuti. La penuria di documentazione archivistica è in parte risarcita dalla grandezza assoluta di un artista che fin dagli esordi riuscì magistralmente, in uno stile di raffinato classicismo, a combinare la lezione pittorica di Giovanni Bellini con quella scultorea dei Lombardo, declinando poi la lezione di Antonello da Messina giuntagli per il tramite di Alvise Vivarini. Già Vasari, nell’edizione delle Vite del 1550, ne esaltava le doti, sottolineando come “Fece anco molte opere in Venezia, quasi nei medesimi tempi, Gio. Batista da Conigliano, discepolo di Gio. Bellino [. ] e se costui non fosse morto giovane, si può credere che avrebbe paragonato il suo maestro”. “E negli anni Novanta del Quattrocento è Cima, accanto a Giovanni Bellini, il grande inventore dei cieli e del paesaggio italiano. Reso con una poesia capace di valicare i secoli ed essere ancora attualissima, in valli e rocche definite dall’intensità di albe e tramonti che saldano uomini e natura in indissolubile unità. Da qui nasceranno Giorgione, Tiziano e la fondamentale stagione del Cinquecento veneto” racconta Giovanni C. F. Villa. Catalogo Marsilio editori. . |
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NIZZA: ANTONELLA MAGLIOZZI IN MOSTRA CON SALVATORE FIUME VIAGGIO NEL COLORE ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE COLLETTIVA DI ARTE CONTEMPORANEA DAL 6 DICEMBRE 2009 AL 4 FEBBRAIO 2010 |
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Nizza, 11 gennaio 2010 - Il Graffialismo approda a Nizza imponendosi nel contesto della programmazione culturale francese. Fino al 4 febbraio la storica dimora settecentesca Villa Magdalena, situata in prossimità dell’antico porto, ospiterà all’interno degli eleganti saloni finemente affrescati un’innovativa opera di Antonella Magliozzi intitolata “Corteggiamento”, già esposta presso la Galleria Il Borgo di Milano. Il nome della giovane artista Antonella Magliozzi figura accanto a quello di uno dei più celebri maestri dell’arte contemporanea del Novecento, Salvatore Fiume, in mostra con la nota scultura “L’etiope”. Tale traguardo della pittrice nativa di Formia è l’attestazione non soltanto dell’ottimo lavoro di ricerca artistica condotto dalla stessa in questi anni di intensa attività creativa in Italia, ma è anche il riconoscimento internazionale del talento innato di Antonella Magliozzi che ha gettato le radici di una nuova metodologia pittorica: il “Graffialismo”. Il termine è stato coniato dall’autrice nel 2009 in occasione della prima Mostra Personale di Pittura “Graffi di Memoria” di Antonella Magliozzi, che si svolse dal 22 agosto al 6 settembre presso il famoso Museo Diocesano di Gaeta (Lt) riscuotendo un incredibile successo di pubblico e di critica, come anche la recente esposizione “Graffi tra sogno e realtà” alla Galleria Corte Comunale di Formia, sua città natale, che ha avuto luogo nel mese di dicembre, attirando notevolmente l’attenzione mediatica. E’, infatti, disponibile un servizio televisivo su Tele Monte Orlando ( si veda il link: www. Youtube. Com/?v=vp7s5udpwx8 ) che illustra l’intervista rivolta ad Antonella Magliozzi in occasione del vernissage. Analizzando a fondo le motivazioni che hanno determinato il successo e i positivi riscontri a favore dell’artista occorre menzionare, in primo luogo, la novità tecnico-stilistica del Graffialismo, che si sta imponendo in Italia e ora anche all’estero con un nuovo sguardo sui procedimenti astratti dell’arte contemporanea, improntati ad una sorprendente rapidità esecutiva e ad un’amplificazione del pathos attraverso la forza comunicativa del colore. Inoltre, il pubblico deve aver senza dubbio percepito l’immediatezza e la spontaneità del modus pingendi di Antonella Magliozzi che arriva dritto all’anima. Sono graffi sulla realtà alla scoperta dell’altro e di sé, una pittura carica di vibrazioni intimistiche che non potevano restare in silenzio. . |
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SONJA QUARONE. “SE TI RICORDI BENE.” UNA MOSTRA A CURA DI ANTONIO D’AVOSSA NEL CASTELLO DI VIGEVANO, SALA DELLA CAVALLERIZZA - VIGEVANO (PAVIA) DAL 31 GENNAIO |
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Milano, 11 gennaio 2010 - La mostra personale Sonja Quarone. Se ti ricordi bene nei prestigiosi e storici spazi del Castello di Vigevano è la perfetta sintesi della sua opera. Questa significativa esposizione, nella Sala della Cavallerizza dal 31 gennaio al 14 febbraio 2010, pone la giovane artista come una delle più interessanti presenze nell’intero panorama della nuova arte italiana. Dopo il Castello di Vigevano dal 16 febbraio al 2 marzo la rassegna dal titolo Sonja Quarone. Se ti ricordi bene – opere selezionate è accolta presso l’associazione culturale Scoglio di Quarto di Milano. Resine trasparenti rivestono e legano abiti e accessori, fotografie e ritagli glamour, peluches e giocattoli, lingerie e parole scritte a mano, intrecciandosi con l’orizzonte del femminile. La creatività di Sonja Quarone si incentra da anni sui temi dell’infanzia, del ricordo, delle inquietudini che attraversano il suo mondo di donna. Con questi oggetti l’artista ricompone l’universo di una memoria perduta dove l’“antigraziosità” collega il passato al presente. Al centro dello spazio espositivo spiccano due imponenti installazioni inedite, create appositamente per l’occasione: una gabbia luminosa in metallo contiene peluches plastificati e 12 box illuminati, che compongono un’unica opera, racchiudono bambole. Collocate lungo un’intera parete di circa 30 metri, si ammirano inoltre 40 opere bidimensionali, realizzate tra il 2007 e il 2009, che offrono un esaustivo racconto della sua ultima produzione. I lavori sono contraddistinti da quei dati simbolici che rimandano sia alle esperienze personali dell´artista sia a quelle vissute da ognuno di noi: la sua indagine si basa sulla trasformazione di oggetti d´uso quotidiano, come foto di famiglia o tratte dalle riviste, in immagini reali che sono al tempo stesso icone della modernità. Si segnalano, in tal senso, Femmine di ferro del 2007, E’ mio e Vissuti con le ossa, entrambi del 2008. Un interessante video, realizzato per l’occasione da Umberto Corni, consente di vedere l’artista al lavoro all’interno del suo studio. Antonio d’Avossa, curatore della mostra, commenta: “oggetti d’affezione e d’infanzia si accumulano per attivare la narrazione di un percorso a ritroso, di una storia che è quella di tutte le donne e di tutte le bambine e adolescenti. In questa ‘ricerca del tempo perduto’ le opere di Sonja Quarone danno voce e visione a tutti i ricordi che abbiamo dimenticato. Tra immagini che riaffiorano e parole che ricostruiscono la scena della memoria, le sue opere restituiscono un percorso intimo e inquieto dove la memoria diventa visionaria e alterata, chiara e confusa, leggera e fissa”. La rassegna “Sonja Quarone. Se ti ricordi bene” è realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia - Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e della Provincia di Pavia, in accordo di collaborazione con Istituzione Cultura Città di Vigevano e con l’associazione culturale Scoglio di Quarto di Milano con il coordinamento di Gabriella Brembati. Accompagna l’esposizione un catalogo bilingue, in italiano e inglese, edito da Silvana Editoriale con un testo critico di Antonio d’Avossa. . |
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ANTONIO GALLONE TENSIONI CROMATICHE MOSTRA PERSONALE D’ARTE CONTEMPORANEA A MILANO FINO AL 18 GENNAIO 2010 |
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Milano, 11 gennaio 2010 - La prima mostra inaugurata nel 2010 dalla Galleria Il Borgo di Milano si intitola “Tensioni cromatiche” ed è dedicata alle opere artistiche di Antonio Gallone, autore di origini pugliesi ma romano di adozione che si è distinto nel panorama nazionale per una spiccata originalità creativa e la straordinaria novità dell’esecuzione pittorica, ben distante dalla tradizionale pittura su tela. A seguito dell’interesse riscontrato la scorsa stagione estiva nel Palazzo Comunale di Moniga del Garda, l’autore si affaccia sul capoluogo lombardo con un corpus di trenta opere realizzate ad acrilico su fili metallici, che il critico Sabrina Falzone ha definito “satelliti ideali di una geografia estetico-concettuale in grado di scandagliare le innumerevoli traiettorie della psiche umana”. Antonio Gallone si configura come una personalità poliedrica che consolida un nuovo modus operandi nell’ambito di una personalissima ricerca artistica incentrata sullo studio delle tensioni formali e sulla sequenza cromatica da intendersi come linguaggio intellettuale nonché libera espressione del pensiero. In questa rassegna emerge il dualismo esistenziale tra la ragione e il sentimento, tra il caos formale dei “Grovigli” e il rigore della sequenza della serie “Tensioni cromatiche” o del geometrismo cromatico dei “Rettangoli” in un affascinante percorso sulla mente. . |
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FINO AL 6 FEBBRAIO PASSEGGIATE E VISITE GUIDATE PER SCOPRIRE LA MILANO DEL LIBERTY. |
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Milano, 11 gennaio 2010 - Saranno imperdibili passeggiate gratuite ad accompagnare i milanesi e i numerosi turisti alla scoperta delle più eclettiche e fantasiose testimonianze dell’Art Nouveau a Milano. Fino al 6 febbraio 2010 sono gli appuntamenti con “La Milano del Liberty” il nuovo percorso turistico realizzato dall’Assessorato al Turismo, Marketing Territoriale, Identità in collaborazione con l’Associazione Culturale Opera d’Arte e inserito nel più ampio progetto di valorizzazione dell’offerta turistica cittadina denominato 100Milano, www. 100milano. Com, per scoprire i tanti aspetti insoliti e poco noti della città. “Un nuovo itinerario turistico che spaziando tra le imponenti dimore della città ornate da stucchi, ferri battuti e colorate maioliche illustra il fascino immutato del Liberty a Milano: palazzi e monumenti che meritano di essere riscoperti e raccontanti” così l’Assessore al Turismo, Marketing Territoriale, Identità Massimiliano Orsatti. “Un percorso – continua Orsatti - che non è solo un omaggio al ricco e variegato patrimonio architettonico di Milano, ma il suggerimento ad alzare gli occhi mentre si passeggia per scoprire in prima persona i tratti più riconoscibili della Milano dei primi del’900”. Ricco il programma offerto da “ La Milano del Liberty” che propone per ogni data due interessanti visite, una al mattino alle 10. 30 e una pomeridiana alle 15. 00. Il primo appuntamento è per 16 gennaio, con partenza da Viale Piave angolo Via Mascagni, con “Il liberty tra sacro e profano” una passeggiata dall’Hotel Diana al Santuario del Sacro Cuore, la zona più intensamente Liberty della città che presenta l’unico esempio di architettura religiosa in stile. Sabato 23 gennaio sarà invece la volta di “Liberty: architettura e alta borghesia” una insolita camminata, con partenza da Via Bellini 11, per scoprire le case più belle e bizzarre del Liberty milanese progettate senza limite di spesa per l’agiata borghesia dell’epoca, come Casa Campanini e Casa Tosi. Sabato 30 gennaio, con partenza da via Carducci angolo via S. Vittore, si verrà condotti alla scoperta della raffinata zona di corso Magenta dove, oltre ad osservare numerose testimonianze dell’epoca come il Castello Cova e Casa Frisia, si potrà visitare anche l’unica attività commerciale in stile ancora in attività: la farmacia S. Teresa. A conclusione, Sabato 6 febbraio una inusuale visita al Cimitero Monumentale per scoprire la più grande e affascinante galleria d’arte a cielo aperto della città. Tutti gli eventi della Milano del Liberty sono a ingresso libero previa prenotazione obbligatoria, per informazioni Opera d’Arte, tel 02. 45487400 o su info@operadartemilano. It . |
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