Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Gennaio 2010
PIATTI TRADIZIONALI PER SOSTENERE LE CULTURE EUROPEE  
 
La British Nutrition Foundation (Bnf) ha di recente pubblicato una relazione dedicata ai piatti tradizionali europei, accompagnata da una serie di schede-ricette. Il lavoro fa parte del progetto Eurofir ("European food information resource network"), finanziato dall´Ue, il cui obiettivo è di sviluppare una fonte di informazioni completa sull´alimentazione. I dati forniti offriranno una panoramica dei cibi consumati nei vari paesi europei. Eurofir è finanziato con 12 milioni di euro attraverso l´area tematica "Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari" del Sesto programma quadro (6° Pq). Secondo i ricercatori, per molti anni i piatti tradizionali sono stati lo strumento su cui si basavano le culture e le regioni per la preparazione e il consumo del cibo. I metodi di preparazione - in particolare - sono spesso legati ad aspetti folkloristici nazionali o regionali. Le tradizioni vengono inoltre tramandate da generazione in generazione, trasformando questi piatti in veri e propri rappresentanti dell´identità culturale. "Purtroppo però, in tutta l´europa, alcuni piatti tradizionali stanno rischiano di sparire a causa dei cambiamenti nel modo di vivere", ha spiegato la dottoressa Helena Soares Costa dell´Istituto sanitario nazionale in Portogallo, che coordina il pacchetto di lavoro relativo ai cibi tradizionali nell´ambito di Eurofir. "Per questo motivo è importante studiare e documentare i piatti tradizionali, per sostenere elementi importanti delle diverse culture europee". È stato creato un gruppo di lavoro nell´ambito di Eurofir per raccogliere informazioni sui piatti tradizionali dei vari paesi europei. Il rapporto contiene i piatti tradizionali di 13 paesi europei (Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Spagna e Turchia) e presenta anche informazioni storiche sui paesi presentati. La relazione cerca di capire se i cibi tradizionali siano considerati più sani di quelli moderni. "Il valore dei piatti tradizionali sta nel fatto che di solito essi vengono preparati con prodotti locali, rendendoli quindi rispettosi dell´ambiente", spiega la dottoressa Elisabeth Weichselbaum del Bnf, coordinatrice della relazione. "I cibi tradizionali non sono comunque necessariamente più sani dei cibi moderni. Il loro impatto sulla nostra salute dipende dalla loro composizione nutrizionale". "Un´alimentazione ricca di carboidrati, frutta e verdura, con un apporto moderato di carne e pesce - come la cucina mediterranea - risulterà più salutare rispetto ad un regime alimentare ricco di carne e grassi, e povero di fibre". Le schede che accompagnano la relazione contengono 60 ricette di 13 paesi e sono bilingui - ogni ricetta è scritta in inglese e nella lingua di provenienza del piatto presentato. Esse contengono anche informazioni riguardo al loro contenuto di proteine, energia, grassi (totali e saturi), carboidrati, zuccheri, sodio e fibre. "Per poter seguire una dieta sana ed equilibrata, è fondamentale conoscere il contenuto degli alimenti", dice l´esperta di nutrizione Bridget Benelam, sottolineando l´importanza di queste informazioni. "Quando prepariamo un piatto tradizionale, spesso non conosciamo il suo contenuto di energia o grasso. Aggiungere queste informazioni alle schede-ricette può aiutare le persone ad avere un´idea [di] quanto il piatto che stanno preparando contribuirà al loro apporto giornaliero di energia e nutrienti". La dottoressa Benelam conclude: "La cosa straordinaria legata alla preparazione dei pasti in casa - usando ad esempio queste ricette - sta nel fatto che si può intervenire sul loro contenuto di nutrienti ed energia. Si potrebbero ridurre alcuni ingredienti ritenuti troppo grassi e sostituirli con versioni a basso contenuto di grassi - ad esempio - o si potrebbe ridurre il sale aggiunto. Ciò può rendere il pasto più sano, anche se - in realtà - non si tratterà più di un piatto tradizionale, dal momento che si cambia la ricetta". I paesi partecipanti al progetto Eurofir sono Belgio, Grecia, Italia, Lituania, Norvegia, Slovacchia e Turchia. Per maggiori informazioni, visitare: British Nutrition Foundation: http://www. Nutrition. Org. Uk/ Eurofir: http://www. Eurofir. Net .  
   
   
LATTE. FORMIGONI E FERRAZZI: BENE PREZZO, RILANCIA SETTORE VIA AL TAVOLO DI FILIERA, IN CAMPO 80 MILIONI DALLA REGIONE LOMBARDIA  
 
 Milano - Soddisfazione è stata espressa dal presidente della Giunta regionale, Roberto Formigoni, e dall´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, per l´intesa raggiunta nella tarda serata dell’altro ieri sul prezzo del latte, fissato per i primi 6 mesi del 2010 a 33,156 euro per 100 litri (Iva esclusa). "La sottoscrizione dell´accordo - ha commentato il presidente Formigoni - è un risultato positivo che premia il paziente lavoro di dialogo cui la Regione ha dedicato un grande impegno. Ed è anche un punto di ripartenza importante per la ripresa economica del settore, perché, da un lato, garantisce certezza agli operatori e, dall´altro, costituisce un riferimento sicuro per le scelte produttive e imprenditoriali da assumere per uscire dalla fase di difficoltà". "Proprio per questo - - ha proseguito il presidente Formigoni - convoco da subito il Tavolo di filiera, strumento permanente di lavoro e confronto, per individuare e accompagnare iniziative di sostegno e di sviluppo del settore. E stanziamo subito 80 milioni di risorse sul cui utilizzo ci confronteremo al Tavolo". "Il prezzo fissato - ha spiegato l´assessore Ferrazzi - consente ai nostri produttori di recuperare ricavi da tempo insufficienti rispetto ai costi e di guardare al futuro con minori apprensioni. Ma ciò vale per tutta la filiera. Tra l´altro - ha annunciato Ferrazzi - ci prefiggiamo di concordare con i rappresentanti dei produttori e dei trasformatori l´opportunità di aprire il confronto anche ai rappresentanti della grande distribuzione". I settori di intervento possibili riguardano il Piano di sviluppo rurale, con l´attivazione della misura 121 dedicata alla ristrutturazione del settore lattiero-caseario (rivolta alle imprese agricole) con una dotazione di 39,2 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi alle risorse ordinarie già previste sulla medesima misura; il bando, già aperto, legato alla misura 123 destinato al comparto dell´agroindustria, con una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro; interventi per la ristrutturazione del settore per le aziende agricole e di trasformazione, interventi a sostegno del credito e finanziamento di progetti di ricerca e di innovazione di processo e prodotto; interventi per la promozione delle produzioni lattiero-casearie; a questi si aggiunge la disponibilità di risorse a livello comunitario, stimabili attorno ai 25 milioni. In totale, quindi, circa 80 milioni. "Entro fine mese dunque - ha aggiunto Ferrazzi - saremo al Tavolo di filiera di settore per dare senza indugio seguito operativo a queste linee di intervento". La Filiera Del Latte In Lombardia - Il valore della produzione lattiera in Lombardia è rappresentato da una produzione annua superiore a 43 milioni di quintali (il 40% del totale nazionale), frutto del lavoro di 6. 000 aziende e oltre 12. 000 addetti, insieme a più di 400 unità locali nei settori del trattamento e confezionamento del prodotto. Il latte lombardo è destinato per circa l´80% alla trasformazione e, per il resto, a uso alimentare; il valore della produzione primaria supera i 1. 500 milioni di euro, circa il 23% della produzione lorda vendibile agricola regionale. Una produzione che si caratterizza per l´elevato livello qualitativo, presupposto fondamentale per il consumo alimentare e le produzioni Dop, che costituiscono oltre il 40% del totale dei formaggi prodotti e per cui viene utilizzato il 50% del latte prodotto. . .  
   
   
TOSCANA: DAI CACCIATORI AL CONSUMATORE BUONA CARNE TUTELATA CINGHIALI, UNGULATI E SELVATICI DI PICCOLA TAGLIA GLI ANIMALI PERMESSI NUOVE NORME REGIONALI PER LA CESSIONE DIRETTA DI SELVAGGINA CACCIATA  
 
 I cacciatori toscani potranno d´ora in poi trattare liberamente la cessione di piccole quantità della selvaggina selvatica da loro abbattuta, anche se di grossa taglia, direttamente al consumatore, macellerie e trattorie o ristoranti; basterà compilare una dichiarazione scritta in cui è indicata la zona di provenienza degli animali (che deve essere compresa nel territorio della provincia in cui insiste la zona di caccia o in quello immediatamente confinante di altre province). E´ quanto indicano le linee guida in materia approvate dalla giunta regionale ieri pomeriggio, che applicano in Toscana la normativa europea tendente soprattutto a tutelare sul versante igienico-sanitario il consumatore. Per questo risulta essenziale garantire la rintracciabilità del prodotto consumato. I cacciatori potranno cedere nell´arco di un anno un capo di grossa taglia (cinghiali o ungulati selvatici) e non più di cinquanta capi di piccola selvaggina selvatica. I singoli capi potranno essere ceduti interi o lavorati; in questo caso dovranno essere trattati in locali rispondenti ai requisiti igienico-sanitari richiesti dalla Ue. Si tratta, sostengono i tecnici, di misure che tendono ad incrementare un uso corretto di un patrimonio alimentare di alto valore nutritivo, fuori da ogni approssimazione gestionale che potrebbe mettere in pericolo la salute pubblica. .  
   
   
LOMBARDIA: APPROVATE LINEE GUIDA PER ALTA PIANURA  
 
Milano - Su proposta dell´assessore all´Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, la Giunta regionale ha approvato le "Linee Guida per lo sviluppo di attività agricole nell´Alta pianura". Si tratta di un provvedimento che riguarda un´area compresa in 415 Comuni, pari al 15% del territorio della Lombardia nel quale vive il 35% della popolazione, e che interessa le province di Varese, Bergamo, Como, Lecco, Monza-brianza e Milano. "L´approvazione delle Linee Guida - ricorda l´assessore Ferrazzi - è il fatto concreto con cui Regione Lombardia mantiene l´impegno, a inizio 2009, per proporre uno strumento operativo concreto e completo per valorizzare l´agricoltura in quel territorio". La nuova normativa consentirà anche al pianalto di accedere ad alcune misure di finanziamento regionali fino ad oggi riservate alle aree svantaggiate di montagna. Nel triennio 2010-2012, oltre ad agevolare l´accesso a risorse finanziarie già disponibili per quanti operano nell´Alta pianura, si prevedono 2,4 milioni di euro in più messi a disposizione dalla Regione, dalle Amministrazioni provinciali e dalle Camere di Commercio. "L´agricoltura dell´Alta pianura lombarda - spiega Ferrazzi - soffre di aspetti strutturali che rendono la pratica di questa attività difficile, cui si affiancano però potenzialità non del tutto sfruttate, come dimostrano casi di successo nell´ambito della filiera bosco-legno, delle agro- energie, nel maggiore sfruttamento sia del mercato locale che di quello della vicina metropoli milanese per prodotti agricoli di nicchia, e dell´agriturismo. Con le Linee Guida interveniamo per tutelare l´agricoltura e mantenere un equilibrio tra le diverse attività produttive e strumenti di tutela dell´ambiente". Le Linee Guida sono il frutto del lavoro congiunto di tre direzioni generali della Giunta regionale (Agricoltura, Qualità dell´Ambiente e Territorio), insieme alle sedi territoriali della Regione, l´Unione delle Province Lombarde, i Comuni (tramite l´Anci), le Camere di Commercio, i Parchi e le Organizzazioni professionali agricole dei territori interessati. "Regione Lombardia - dice Ferrazzi - con le Linee Guida interviene per tutelare l´agricoltura e mantenere un equilibrio tra le diverse attività produttive e strumenti di difesa dell´ambiente. In quest´ottica si deve leggere il sostegno alle aree del pianalto, promuovendo l´associazionismo, salvaguardando i territori rurali, coinvolgendo le aziende nella tutela del suolo e dell´ambiente, migliorando la gestione del patrimonio boschivo nonché degli allevamenti zootecnici e ovi-caprini e valorizzando i settori orto-florovivaistico e delle produzioni tipiche come l´apicoltura". "Aver approvato in Giunta le Linee Guida - aggiunge Ferrazzi - grazie anche alla revisione di norme legislative regionali che attualmente riservano particolari finanziamenti solo alle zone montane, significa aprire la via a diversi interventi e programmi per valorizzare l´Alta pianura e le sue attività agricole". "Le ´Linee Guida´ - sottolinea l´assessore - si inseriscono a pieno titolo nel Programma di sviluppo rurale (Psr) e hanno tre obiettivi generali per l´agricoltura: farne un´attività che produca reddito e occupazione, che difenda qualità e ambiente e che offra servizi alla collettività". "Un modo per favorire maggiore sviluppo per queste zone - conclude Ferrazzi - che offrirà la possibilità di investimenti nel settore agricolo con interessanti prospettive di valorizzazione sia economica sia ambientale". .  
   
   
IL 30 GENNAIO A METAPONTO IL RAPPORTO SULL’AGRICOLTURA  
 
Verrà presentato sabato 30 gennaio, nell’Azienda sperimentale “Pantanello” di Metaponto il “Rapporto generale sull’agricoltura lucana”. Si tratta di una giornata di studi ed analisi nella quale tutte le componenti del mondo agricolo regionale, dagli Enti all’Università, al mondo della ricerca, a quello professionale, tecnico e imprenditoriale si incontreranno per esaminare e discutere le questioni e gli scenari che si apriranno nei prossimi anni nel settore primario lucano. La data dell’evento è stata stabilita stamani nel corso di un incontro presieduto dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, al quale hanno preso parte il dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, Pietro Quinto, e il gruppo di lavoro coordinato da Francesco Contò, docente della Facoltà di Agraria dell’Università di Basilicata che su incarico della Regione Basilicata ha predisposto il documento interdisciplinare di analisi del settore primario che individua le linee strategiche di accompagnamento alla nuova programmazione comunitaria sul territorio. Del gruppo oltre a Contò fanno parte Giovanni Schiuma, dell’Ateneo lucano, Franco Bitetti del Centro Studi Unioncamere, Carmela de Vivo dell’Inea di Basilicata, Paolo Emilio Mistrulli della Banca d’Italia, Gaetano Gentile dell’Abi, Roberto D’auria dell’Ismea, Piermichele Lasala del Distretto agroalimentare del Metapontino e Giulio Sarli del Cnr di Basilicata. “L’appuntamento del 30 – ha dichiarato l’assessore Viti-, che vogliamo far divenire annuale, sarà un modo per affrontare quelli che sono i nuovi scenari del mondo agricolo: dalla green economy alla revisione della Politica agricola comunitaria che sposta l’attenzione sul Secondo pilastro, al nuovo rapporto di riequilibrio che la ruralità, in una dimensione multifunzionale, deve sviluppare con l’industria, i servizi e il territorio. L’intento è quello di rimettere al centro degli interventi regionali il settore primario. In tale quadro – ha aggiunto Viti- il Gruppo di studio, di elevato livello tecnico-scientifico, ha sviluppato una dettagliata analisi sulle necessità dei vari comparti ed ha anche stabilito in quali segmenti sarebbe necessario intervenire. Si vuole così individuare un modello lucano di agricoltura innovativa e competitiva che sappia sostenere le sfide che i mercati e la libera circolazione delle merci ci chiamano ad affrontare ”. Tra i temi previsti nel programma vi sono: il sistema agroalimentare nell’economia regionale e sua internazionalizzazione; il Credito in agricoltura; le innovazioni gestionali per lo sviluppo delle aziende agricole; le filiere, l’aggregazione e la concentrazione di prodotti del mercato tra qualità e sostenibilità,; le agroenergie e la forestazione nello sviluppo rurale; l’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. .  
   
   
AGRICOLTURA: CORSO FORMAZIONE AL SOAT DI MARSALA  
 
Palermo – L’unità operativa 76 (Soat di Marsala) dell’assessorato regionale alle Risorse agricole e Alimentari, ha programmato un corso di formazione rivolto a trenta imprenditori del settore. Le lezioni si svolgeranno dal 21 al 26 gennaio di quest’anno. Le sedici ore del modulo formativo sono dedicate al tema della sicurezza sul posto di lavoro. .  
   
   
SOS ALIMENTARE PER LATTE DI SOIA CONTAMINATO DA IODIO.  
 
Il latte vegetale di soia privo di colesterolo, di grassi saturi, di lattosio e di caseina, viene utilizzato come sostituto del latte vaccino da parte di intolleranti, allergici, e da chi non desidera consumare derivati animali. Oggi il latte di soia è un prodotto comune e diffuso sia nei negozi che nei supermercati. Pochi giorni fa l’Irlanda è diventata l’ultimo Paese ad emettere un avviso di sicurezza alimentare di iodio nel latte di soia contaminato dal Giappone che ha già causato problemi di salute a 10 persone in Australia. I test hanno rivelato che bere una tazza di soia latte potrebbe superare la dose giornaliera tollerabile (Tdi) per lo iodio di più di 34 volte per i bambini fino a tre anni e sette volte per gli adulti. La Food Safety Authority of Ireland (Fsai) ha confermato che le confezioni da un litro di latte di soia Bonsoy che sono state distribuite nel Paese sono le stesse di quelle implicate nelle malattie della tiroide in Australia. I distributori e fornitori di latte di soia irlandesi sono stati contattati al fine di garantire che tutti i prodotti interessati siano ritirati dalla vendita. Le imprese hanno altresì l’incarico di rilasciare degli avvisi nei punti vendita. La Uk Food Standards Agency (Fsa) ricorda che la scorsa settimana dopo aver ricevuto un avviso dalla Food Standards Australia New Zealand (Fsanz) che il prodotto conteneva “Alti livelli di iodio” sta continuamente monitorando la distribuzione britannica del latte di soia ed è in collegamento con i suoi omologhi irlandesi per seguire gli sviluppi. L’agenzia ha aggiunto che mentre la maggior parte delle persone sane non sarebbero interessate da eventuali leggeri eccessi di iodio, coloro che bevono un sacco di questo latte di soia, compresi bambini nutriti con bevande di soia come alternativa al latte, potrebbero essere a rischio. Il latte di soia Bonsoy si arricchisce con la kombu, un prodotto di alghe che contiene naturalmente iodio. Tuttavia, i livelli della sostanza nel latte di soia sono estremamente elevati, ha detto la Fsanz. Lo iodio è un elemento essenziale per gli ormoni tiroidei, ma se i livelli di consumo superano le dosi giornaliere ammissibili, la funzione tiroidea può essere influenzata. Giovanni D’agata Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori segnala che la Fsnaz ha dato l’allarme inizialmente il 24 dicembre dopo aver confermato che un gruppo di nove adulti di età compresa tra 29-47 anni e un bambino nel Nuovo Galles del Sud, hanno avuto problemi alla tiroide, tutti i casi segnalati hanno consumato latte di soia Bonsoy. . .  
   
   
COLDIRETTI BASILICATA: A ROTONDELLA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO  
 
 "Una giornata del Ringraziamento all’insegna dei valori contadini". Con queste parole, monsignor Francescantonio Nolè ha descritto la Giornata del Ringraziamento organizzata dalla Coldiretti Basilicata e svoltasi l’altro ieri pomeriggio a Rotondella. "E’ proprio il sistema di valori rurali – ha affermato il Vescovo di Tursi-lagonegro – che oggi possono essere di riferimento per l’intera società civile come i concetti di sobrietà, di dignità del lavoro e di rispetto e tutela del territorio e dell’ambiente naturale a cui sono legate le produzioni tipiche e di qualità della nostra terra lucana". Un appuntamento molto atteso dai soci dell’Organizzazione agricola e che assume un doppio significato: da una parte il Ringraziamento per i doni della terra raccolti nella passata stagione e dall’altra per invocare la benedizione del Signore per l’annata agraria futura. Dopo la sfilata dei mezzi agricoli per le vie del centro, è stata celebrata la Santa Messa. Diversi i doni offerti alla mensa del Signore che saranno devoluti alle famiglie bisognose dalla Curia Vescovile. "La Giornata del Ringraziamento – ha detto nel suo saluto il vice presidente della Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – è un appuntamento molto sentito dai nostri soci che nonostante le difficoltà di una crisi di mercato, continuano a fare grossi sacrifici e non abbandonano il lavoro nei campi. Il prodotto agricolo è fortemente penalizzato dalla speculazioni e dal falso made in Italy agroalimentare e questo incide notevolmente sul reddito delle nostre aziende. La nostra risposta è una filiera agricola tutta lucana firmata dagli agricoltori e che consente ai consumatori acquisti consapevoli e a prezzi interessanti". Dopo la celebrazione della Messa e la benedizione dei mezzi agricoli, nella palestra comunale si è svolto una ricca degustazione con i prodotti del territorio. .  
   
   
LA SALUTE FUTURA DEI BAMBINI DIPENDE ANCHE DA COSA MANGIANO DA PICCOLI. IL LATTE VACCINO NON DOVREBBE ESSERE INTRODOTTO NELLA DIETA ALMENO SINO AI 12 MESI MA NONOSTANTE I CONSIGLI IL 64% DELLE MAMME LO OFFRE AI BAMBINI ANCHE PRIMA DI QUESTA ETÀ.  
 
Il latte di mucca non è adatto all’alimentazione infantile: troppe proteine e poco ferro, fondamentale allo sviluppo cerebrale. Questa evidenza è una delle scoperte della moderna Scienza della Nutrizione che ha posto come fondamentale l’alimentazione nei primi anni di vita come principale forma di prevenzione primaria. “Le patologie cardiovascolari ad esempio sono come ben sappiamo la prima causa di morte nei paesi industrializzati” spiega il Professor Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università degli Studi di Milano presso l’Ospedale Luigi Sacco “ma possiamo prevenire sin dall’infanzia la formazione di placche aterosclerotiche ad esempio limitando soprappeso, ipertensione e resistenza all’insulina già da bambini”. “Esistono delle ‘finestre critiche’ dello sviluppo durante le quali l’eccesso o il difetto di fattori nutrizionali diversi potrebbe indurre conseguenze a lungo termine, come lo sviluppo di malattie cardiovascolari e obesità, con forti implicazioni biologiche e cliniche sia a livello individuale che per la salute pubblica” sostiene Claudio Maffeis, Professore Associato di Pediatria dell’Università di Verona, responsabile dell’Unità di Nutrizione Clinica e Obesità. “Durante le fasi precoci dello sviluppo, alcuni nutrienti possono non solo avere effetti a breve termine su crescita, massa corporea e risposte funzionali dell’organismo, ma possono anche avere effetti sui rischi di mortalità e morbilità nel corso dell’età adulta. ” La prevenzione inizia subito, già prima della nascita: l’esposizione intrauterina ad una severa malnutrizione, soprattutto nel secondo trimestre di gravidanza e, dal lato opposto, un introito calorico eccessivo durante la gestazione sono entrambi importanti fattori di rischio di obesità nel bambino e nel giovane adulto. “Nei primi anni di vita è necessario proteggere i bambini da carenze di ferro, acidi grassi essenziali e vitamine e da eccessi di proteine e grassi. Per ottenere questo risultato è necessario rimandare il più possibile l’assunzione di latte vaccino e comunque non introdurlo nella dieta prima dei 12 mesi di vita” specifica il Professor Maffeis. Nonostante questa raccomandazione sia ben chiara al 96,2% dei pediatri (fonte: Sip 2008) secondo una indagine Eurisko tra il 6° e il 9° mese di vita assumono latte vaccino tra il 17,5 e il 19,5% dei bambini e il 64% delle mamme a 12 mesi ha già introdotto il latte di mucca. Nel confronto tra latte materno e latte vaccino quest’ultimo ha da perdere nel confronto, è ad esempio troppo carente in ferro, aumenta il rischio di carenza ed anemia e penalizza il sesso maschile. Ma soprattutto non dobbiamo dimenticare il suo ruolo nello sviluppo cerebrale e nella trasmissione dei segnali nervosi: “la crescita cerebrale infantile” spiega il Professor Zuccotti “avviene in maniera letteralmente esplosiva: tra la 24ma e la 40ma settimana di gestazione aumenta di 5 volte il suo peso e prosegue ad una velocità elevatissima sino ai 2 anni quando raggiunge l’80% del peso di un cervello adulto. Questi processi hanno bisogno di particolari sostanze per svolgersi correttamente come iodio, ferro e zinco. ” Una carenza di ferro durante la gravidanza, l’età del lattante e del divezzo si associa ad un basso sviluppo cognitivo e altera il comportamento (a 11-13 mesi i bimbi appaiono più tristi, più paurosi e meno attenti). L’eccesso di proteine del latte vaccino è stato riconosciuto come il maggiore fattore di rischio per il soprappeso e l’obesità infantile. “L’’ipotesi proteica’ dello sviluppo di soprappeso ed obesità in età pediatrica correla l’assunzione eccessiva di proteine con l’aumento dell’insulina e dei fattori insulino-simili che porta a un incremento dei livelli di Igf-1 e quindi del precoce “adiposity rebound”(aumento del Bmi prima dei 5 anni d’età) riscontrabili nei bambini che sviluppano obesità negli anni successivi” continua il Professor Maffeis “Va invece ridimensionato il ruolo dei grassi, spesso demonizzati: non solo rappresentano i principali determinanti dell’intake energetico, ma svolgono anche importanti funzioni strutturali e metaboliche. ” Gli acidi grassi polinsaturi a lunga catena (Lc-pufa) sono fondamentali per una corretta crescita, per lo sviluppo del sistema nervoso, della capacità visiva e hanno un’influenza notevole sulla modulazione della risposta infiammatoria, sull’aggregazione piastrinica, la pressione arteriosa e l’attività cardiaca. Il latte vaccino “fresco” è un alimento validissimo per l’alimentazione di adulti e anziani e per i bambini dopo il 3° anno di vita, ma la sua somministrazione nei primissimi anni di vita, e nel primo anno in particolare, è associata al rischio di provocare eccessi di alcuni nutrienti e carenze di altri. Se il latte materno manca o è insufficiente può essere usato un latte in formula per lattanti che contribuisca a bilanciare l’apporto nutrizionale fino ai 6 mesi di vita e successivamente un latte di proseguimento. Dopo i 12 mesi invece il cosiddetto latte di crescita fornisce tutti i nutrienti chiave per crescere i bambini sino a 3 anni. .  
   
   
DA MONINI UN PUNTO DI VISTA FUORI DAL CORO: PER L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA NON BASTA ESSERE 100% ITALIANO  
 
Monini, marchio umbro dell’Extravergine d’oliva, per i prossimi due anni si impegnerà assieme ai soci del Consorzio di Garanzia dell’olio Extravergine di Qualità affinché il protocollo “Alta Qualità” abbia un riconoscimento dal Ministero delle Politiche Agricole. “L’origine non salva il prodotto: se non viene disciplinata si rischia un autogol” questa la posizione di Zefferino Monini, presidente dell’omonima azienda, espressa nel corso della conferenza stampa che ha dato il via alla promozione dell’iniziativa “Alta Qualità”. Secondo l’azienda spoletina, la nascita del riconoscimento di “Alta Qualità” per difendere l’olio Extravergine, voluta dal Consorzio di Garanzia dell’olio Extravergine di Qualità, sarebbe un importante traguardo per valorizzare questo prodotto troppo spesso bistrattato. La stessa Confagricoltura ha avvallato l’iniziativa in quanto messa in atto da una struttura di filiera integrata, dove la collaborazione tra produttori e grandi marche può assicurare un impatto significativo ed efficace sul mercato mondiale come il Consorzio di Garanzia dell’olio Extravergine di Qualità. Ciò che differenzia il riconoscimento di “Alta Qualità” rispetto ai numerosi progetti analoghi in atto è il coinvolgimento di tutti i protagonisti della filiera nella stesura delle linee guida del nuovo protocollo di produzione dell’olio Extravergine d’oliva, dai produttori alla Gdo. Monini auspica che tale riconoscimento possa essere preso in considerazione dal Ministero delle Politiche Agricole, che a luglio ha approvato il nuovo regolamento sull’origine obbligatoria, affinché si completi l’informazione nei confronti del consumatore in quanto “100% italiano” non sempre è sinonimo di alta qualità. “Il problema è che occorreva produrre di più e meglio – aggiunge Zefferino Monini - e invece si è prodotto meno della metà di ciò che si è avuto bisogno. Ed è per questo motivo che c´è stata la necessità di approvvigionarsi all´estero, con il risultato che abbiamo dato l´opportunità ad altri Paesi di crescere e qualificare il proprio sistema produttivo. Ora non c´è altra strada se non l´alta qualità. Dobbiamo proteggerci, affinché l´immagine italiana resti forte e cresca e si adegui nel contempo il sistema produttivo. Gli spagnoli sono “più audaci” e noi non possiamo più permetterci distrazioni. ” .  
   
   
LA GAMMA KRISPROLLS SI ARRICCHISCE INFATTI OGGI DI UN NUOVO, ESALTANTE CROSTINO. E´ KRISPROLLS CIOCCOLATO, IL CROSTINO CON IL TOCCO IN PIÙ!  
 
Gocce di ottimo cioccolato conferiscono infatti quel gusto pieno ed intenso del cioccolato fondente che si fonde armoniosamente con il crostino di grano tostato al giusto punto di doratura. E qui le Krispirazioni non mancano certo. A colazione per accompagnare una calda tazza di tè, a merenda per un sano e nutriente break con - perché no? - una buona tazza di cioccolata calda con la panna o un caffè, a fine pasto per togliersi quella sana voglia di dolce. Oggi ecco Krisprolls Dorato, un classico, l´inimitabile crostino di grano maturato al sole e tostato al giusto punto di doratura. Da gustare in tutti i momenti della giornata, è prodotto con il 77% di farina di grano tenero, è naturale e leggero, è facilmente digeribile ed è ottimo anche gustato da solo. La Krispirazione più originale? In Svezia Krisprolls Dorato è una sana abitudine che accompagna il caffè del pomeriggio, con marmellata o miele o semplicemente al naturale. La combinazione di grano integrale, avena e semi di lino ha dato vita a Krisprolls Cereali e Fibre, un crostino ricco di gusto e benessere, una ricetta deliziosa che apporta al nostro organismo la corretta quantità di fibre giornaliera. Grazie all´elevato contenuto di fibre (ben il 14%), grazie all´assenza di zuccheri aggiunti, di additivi o di conservanti, grazie alla consistente presenza di ferro e magnesio i Krisprolls Cereali e Fibre sono l´ideale sostituto del pane e dei grissini sulla tavola! Ecco allora l´insolita Krispirazione per gustare i nostri crostini Cereali e Fibre: Krisprolls ci suggerisce di spezzettarli nelle macedonie di frutta. La gamma Krisprolls è distribuita da Eurofood, il marchio leader in Italia che importa e distribuisce solo le più prestigiose specialità alimentari da tutto il mondo. .