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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Maggio 2010
BOLZANO.UE AVVIA LA DISCUSSIONE SULLA POLITICA AGRICOLA: BERGER INVITA A PARTECIPARE  
 
L´ue vuole sviluppare un´ampia discussione sul futuro della politica agricola europea e ha creato una specifica pagina Internet dove i cittadini possono esprimere la loro opinione. "Non sappiamo ancora fino a che punto questi interventi possano influenzare la futura politica europea, ma in ogni caso è bene sfruttare l´occasione di inserirsi nel dibattito pubblico", sottolinea l´assessore provinciale Hans Berger, che invita gli altoatesini a partecipare sul web. La Politica agricola comune (Pac) dovrà essere riformata entro il 2013. Una consultazione pubblica voluta dalla Commissione Ue inizia con la pubblicazione di un documento di orientamento che espone le diverse opzioni per la Pac futura. "Il futuro dell´agricoltura in Europa - osserva l´assessore Berger - riguarda non solo gli agricoltori ma tutti i cittadini, perché investe la sicurezza alimentare, il paesaggio, l´occupazione, l´ambiente, la lotta al cambiamento climatico." Da qui l´invito agli altoatesini, utenti e organizzazioni, a partecipare al dibattito sul sito http://ec.Europa.eu/agriculture/cap-post-2013/debate/index_it.htm/  avviato dall´Ue prima di delineare il futuro, i principi e gli obiettivi della Politica agricola comune. Da mesi l´assessore Berger è impegnato a sensibilizzare le istituzioni competenti dell´Ue sulla necessità di una particolare attenzione verso l´agricoltura di montagna e le difficoltà di lavoro nelle aree in quota. Quali interventi concreti vengono proposti tra gli altri un aumento delle indennità compensative, un miglioramento del sistema degli incentivi, la riduzione della burocrazia per le piccole imprese.  
   
   
WORKSHOP A BRUXELLES, SULL´USO EFFICIENTE DEI TERRENI AGRICOLI NELL´UE E LE RIPERCUSSIONI AL DI FUORI DELL´EUROPA  
 
L´11 maggio si terrà a Bruxelles (Belgio) un workshop sull´uso efficiente dei terreni agricoli nell´Ue e le ripercussioni al di fuori dell´Europa. I relatori presenteranno le ultime scoperte della ricerca sul tema "Produzione e commercio agricolo dell´Unione europea: Può un uso più efficiente dei terreni agricoli nell´Ue prevenire un aumento del "land-grabbing" dentro e fuori l´Europa". Più nel dettaglio gli argomenti riguarderanno: "Il commercio virtuale dei terreni agricoli nell´Ue per soddisfare la richiesta europea di prodotti alimentari, mangimi e biocarburanti", "Le sue potenziali implicazioni per la futura riforma della Politica agricola comune", "Il ruolo dell´innovazione per la produttività dei terreni e l´efficienza ecologica europea". La presentazione sarà seguita da un pannello di discussione di alto livello con rappresentanti dei media, del Parlamento europeo, della direzione generale dell´Agricoltura e dello sviluppo rurale, dell´Organizzazione degli agricoltori e delle loro cooperative nell´Unione europea (Copa/cogeca) e dell´Ufficio di rappresentanza della Repubblica del Sudafrica nell´Ue. A termine dell´evento i partecipanti saranno invitati ad una cena a buffet. Per maggiori informazioni sull´evento, contattare: http://cordis.Europa.eu/mailanon/index.cfm?fuseaction=hiding.postalform&address=0041006c006500780061006e
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AGRICOLTURA FVG: VIOLINO SU COLTIVAZIONI OGM  
 
Gli agricoltori che nel Friuli Venezia Giulia decidessero di impiantare coltivazioni Ogm, al momento incorrerebbero in pesanti sanzioni penali. Lo ha ricordato il 29 aprile a Udine, nella sede della Regione, l´assessore alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali, Claudio Violino, il quale ha convocato un incontro con i media per chiarire gli aspetti legati alla piantagione di sementi Ogm a titolo sperimentale, paventata da alcuni agricoltori. Quella dell´assessore Violino non intende essere una minaccia, bensì la segnalazione dovuta, e voluta, agli agricoltori, affinché evitino di incorrere, ancorché operando a titolo sperimentale, ignorando le leggi nazionali in vigore in materia di organismi geneticamente modificati, nelle sanzioni dello Stato. Sanzioni che consistono nell´ammenda, prevista fino a 50 mila euro, e nell´arresto, da sei mesi a tre anni. E´ tuttora infatti in vigore un decreto legislativo, il numero 212 del 2001, che impone a tutti coloro che intendano utilizzare nelle loro campagne sementi delle varietà Ogm, di richiedere, e ottenere, una specifica autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Autorizzazione che risulterebbe come una deroga al divieto all´impianto di organismi geneticamente modificati. La Regione, come ha precisato Violino, intende dare in merito una risposta concreta in termini legali e in termini giuridici. Al momento, nel Friuli Venezia Giulia vi sono due iniziative, una favorevole e una contraria all´impiego di sementi Ogm. Una proposta di legge di iniziativa consiliare è infatti stata depositata presso la seconda Commissione del Consiglio regionale. Essa mira a consentire la coesistenza sul nostro territorio di coltivazioni Ogm con quelle tradizionali. Parallelamente un gruppo di 55 associazioni del mondo rurale si sta battendo contro gli Ogm. A livello comunitario, come ha ricordato l´assessore Violino, la Commissione europea si dovrebbe esprimere sull´orientamento relativo al principio della coesistenza di colture geneticamente modificate con quelle tradizionali. Ma attualmente, dunque finché la materia non sarà chiarita definitivamente, anche con iniziative della Regione, gli agricoltori che impiantino Ogm nelle loro campagne rischiano sanzioni pesanti. A vigilare sono chiamati il Corpo forestale regionale, quello dello Stato, gli organismi delle forze di polizia legati alla salvaguardia dell´ambiente. E proprio il Corpo forestale regionale, come ha specificato il direttore centrale delle Risorse Agricole e Forestali, Luca Bulfone, provvederà alla prevenzione e alla repressione degli illeciti in materia. Inoltre anche l´Ersa, l´Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, come ha ricordato il direttore generale, Enzo Mirko Bellini, ha l´obbligo di vigilanza in merito alla produzione di materiali e sementi.  
   
   
OGM: UN AUTOGOL PER L’AGRICOLTURA VENETA E ITALIANA  
 
Venezia - “Gli Organismi Geneticamente Modificati? Per l’agricoltura veneta e italiana e per le nostre aziende agricole sarebbero un autogol economico con ripercussioni pesantissime sul futuro”. Ne è più che convinto l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, che il 29 aprile ribadisce la sua posizione su questo argomento. “Non ne faccio una pregiudiziale ideologica né tantomeno sono contrario alla ricerca e alla sperimentazione in quanto tali, anzi. Osservo semplicemente che la produzione di ogm priverebbe le nostre aziende agricole della proprietà delle sementi e le farebbe produrre le stesse cose che si possono produrre altrove a prezzi più bassi. Sarebbe una resa all’omogeneizzazione dei gusti, che si rifletterebbe a catena sull’intera filiera agroalimentare. Aggiungo che in questi anni di assessorato ho ascoltato tantissime voci, ma alla fine tutto si risolveva nella possibilità per i compratori della materia prima di pagarla di meno, altro che maggiore reddito alle aziende”. “Noi abbiamo una prospettiva economicamente valida nella distinzione e nella qualità dei nostri prodotti di territorio – aggiunge Manzato – dei quali possiamo giustamente vantare varietà del gusto, unicità, squisitezza e qualità. Non abbiamo certo bisogno di omologarci al resto del mondo, con i cui costi di produzione non possiamo competere, condizionando inevitabilmente il futuro delle aziende alle scelte di chi detiene i brevetti delle produzioni geneticamente modificate. Sono invece certissimo, e lo sono anche la grande maggioranza degli imprenditori agricoli che ho incontrato in questi anni, che noi in Veneto abbiamo la più ricca e straordinaria “miniera” di alimenti di qualità ai massimi livelli mondiali in moltissimi settori della produzione agricola. Solo le produzioni mondializzate, e dunque gli ogm, possono toglierci questo primato che in molti ci invidiano e che è anche complementare alla nostra straordinaria economia dell’ospitalità che pure ci vede primi in Italia. Ribadisco quanto già sostenuto a Venezia in occasione della riunione della task force per un’Italia libera da ogm – conclude Manzato – che il futuro della nostra agricoltura non è nel produrre “mangimi” per esseri umani, ma cibo buono, apprezzato, inimitabile. Il nostro futuro è insomma quello di fornire alle persone alimenti sani, buoni, vari e unici e in maniera ambientalmente sostenibile”.  
   
   
SEMINA OGM. MANZATO: UN REATO CONTRO I CONSUMATORI, LA QUALITÀ DEI NOSTRI PRODOTTI TIPICI E L’AGROALIMENTARE ITALIANO  
 
Venezia - “La stupidità non ha limiti e, se potesse essere un’aggravante, coloro che oggi hanno compiuto il reato di piantare semi Ogm contro le nostre leggi dovrebbero per questo vedersi accresciuta la pena. Non esistono i reati “dimostrativi”, ma reati e incitamento a delinquere”. E’ durissimo l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato contro il gesto “sconsiderato” di chi ha volutamente violato la legge piantando alcuni semi geneticamente modificati. “La maggiore responsabilità di questi incoscienti – ha aggiunto Manzato – è quella di avere deliberatamente messo a repentaglio la fama e il buon nome dei prodotti del Nord Est e italiani. Credo che tutti dovremmo costituirci parte civile nei loro confronti per il danno economico e d’immagine che hanno arrecato alla buona e straordinaria agricoltura degli imprenditori che fanno con fatica e coscienza il loro lavoro”.  
   
   
AGRICOLTURA: PROROGATI BANDI PSR SICILIA  
 
Palermo - A causa delle difficolta´ operative del caricamento delle domande informatiche con il sistema Sian - Agea, la data di presentazione delle domande di aiuto per la prima sottofase del bando pubblicato per la misura 311/C del Psr Sicilia 2007/2013 e´ prorogata al 14 maggio 2010. Si tratta della misura di Didattica "Diversificazione verso attivita´ non agricole". Per gli stessi motivi, e´ prorogata sempre al 14 maggio 2010, la data di presentazione delle domande di aiuto del bando per la misura 311/A, Agriturismo "Diversificazione verso attivita´ non agricole". Lo comunica il dipartimento regionale per gli interventi strutturali in agricoltura.  
   
   
ANTONIO DOSI, IMPRENDITORE AGRICOLO DI RAVENNA, È STATO ELETTO PRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI DELL’EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna - Antonio Dosi, imprenditore agricolo di Fusignano (Ravenna), è stato eletto il 30 aprile presidente della Confederazione italiana agricoltori dell’Emilia Romagna. Dosi, 47 anni, conduce un’azienda ad indirizzo viticolo-frutticolo di 12 ettari ed è da 4 anni presidente della Cia provinciale di Ravenna. Succede a Nazario Battelli, che ha concluso i suoi mandati. L’assemblea elettiva, composta da 140 delegati in rappresentanza di oltre 24.000 imprese emiliano romagnole, ha dunque designato l’imprenditore agricolo che ricopre inoltre la carica di vice presidente regionale e nazionale nel sistema dei Condifesa (As.re.co.di e As.na.co.di). Si conclude così l’iter del quinto congresso della Cia che si è svolto in due sessioni dove è stato deciso anche il nuovo statuto in cui viene sancito, tra l’altro, la figura di presidente imprenditore, un percorso già consolidato in Emilia Romagna da molti anni. Nel programma di lavoro del neo presidente regionale sono contenuti diversi passaggi in cui viene riaffermata la centralità dell’impresa e dell’imprenditore agricolo, il ruolo fondamentale delle aziende nel produrre beni di prima necessità, ma anche l’importante ruolo sociale che svolgono nella tutela del territorio. Dosi ha sottolineato con forza la necessità di recuperare reddito per le imprese agricole, riappropriandosi di quella parte di valore aggiunto che ultimamente finisce nelle tasche di intermediari e Grande distribuzione. “Servono regole che controbilancino lo strapotere della Gdo – ha detto - e tempi di pagamento concordati entro un termine massimo, prezzi minimi netti che coprano almeno i costi di produzione, obbligo di contratti scritti con condizioni di fornitura definite in dettaglio, nonché angoli riservati ai prodotti del territorio per valorizzare pienamente le marche dei produttori locali: sono le proposte già avanzate da una gran parte del mondo agricolo organizzato, fatte proprie dalla regione Emilia Romagna e, a breve, oggetto di esame nella Conferenza Stato-regioni”. Regole e accordi – ha aggiunto- in gran parte fatti propri e già condivisi dalla Grande distribuzione francese”. Il presidente Cia conferma la disponibilità nel continuare a collaborare con le altre organizzazioni agricole “ e a proseguire nel programma di massima unificazione possibile dell´agricoltura emiliano romagnola anche in assenza di unanimità avendo per faro il raggiungimento dei risultati che servono agli agricoltori, sia in termini economici che di prospettiva". All’assemblea elettiva ha partecipato, tra gli altri, il presidente nazionale Cia Giuseppe Politi che ha ribadito, in vista delle prossime consultazioni per Bruxelles per il rinnovo della Pac, “l’azione della Cia affinché nei nuovi programmi comunitari e nell’assegnazione degli aiuti si sostengano gli imprenditori agricoli veri e non i soli detentori delle maglie poderali”.  
   
   
PARCO APPENNINO LUCANO PRESENTA PROGETTO DI FILIERA  
 
Il Parco dell’Appennino Lucano, in risposta all’ Avviso pubblico esplorativo della Regione Basilicata finalizzato all´ "Attuazione di Progetti Integrati di Filiera di Prossimità e delle Aree protette", ha presentato alla Regione la richiesta di finanziamento relativa alla “Filiera multi comparto del Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese”. Lo rende noto il commissario straordinario, Domenico Totaro, sottolineando “il lavoro concertativo svolto con gli enti preposti e gli imprenditori interessati, nella logica di una progettazione dello sviluppo mirata a valorizzare le risorse endogene che costituiscono l’identità stessa del territorio”. Totaro, inoltre, si è detto “fiducioso del riscontro positivo che avrà in sede definizione dei bandi da parte della Regione, dal momento che si tratta di istanza che vengono direttamente dal territorio e dal mondo produttivo”. Il documento fornisce "un quadro chiaro delle caratteristiche delle filiere produttive presenti nel territorio dell´area protetta e nelle zone di prossimità, quadro che fa registrare 116 produttori e 32 trasformatori e che comprende filiere importanti come quella del Canestrato di Moliterno, la lattiero casearia, quella delle carni e dei salumi, dei fagioli di Sarconi e del fagiolo rosso scritto di Pantano, quelle delle mele dell’Alta val d’Agri e dell’olio e infine quelle del Vino delle terre dell’Alta val d’Agri. Tutte produzioni di eccellenze relativamente alle quali sono state svolte indagini ed approfondimenti che hanno coinvolto ben 50 imprenditori e che hanno portato ad una stima effettiva delle necessità degli operatori valutata in 4 milioni di euro. Il documento, inoltre, pone in rilievo la necessità di investimenti che permettano il recupero e la conservazione di biodiversità di varietà di piante in via di estinzione, già presenti nell’area Parco e fortemente richieste sul mercato, la cui produzione si intreccia con la riscoperta di antiche ricette e tradizioni culinarie".  
   
   
PIANO CEREALICOLO: QUELLO SARDO ESEMPIO PER LE ALTRE REGIONI  
 
Suelli - Il Piano sementiero e la qualità del grano della Sardegna sono un esempio da seguire anche nelle altre regioni a vocazione agricola. E dall’Isola parte la richiesta di stilare un nuovo Piano nazionale che venga incontro alle esigenze delle Regioni, anche alla luce delle recenti modifiche normative in materia di qualità e di certificazione. È il dato emerso oggi a Suelli, a Casa Ruda, dove erano riuniti gli stati maggiori e tutti gli attori della filiera per fare il punto sul settore e presentare ufficialmente il Piano sementiero regionale e il marchio “Semenadura”. Marchio che contraddistingue le produzioni a filera corta di malloreddus e di pane carasau, derivate dalla trasformazione di varietà locali di frumento duro. Il Piano, voluto dalla Regione e messo a punto dall’assessorato dell’Agricoltura in collaborazione con le agenzie Agris e Laore, ha tra i suoi obiettivi soprattutto una migliore remunerazione di tutti gli operatori interessati. L’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato ha ribadito l’importanza e la strategicità di uno strumento che vuole contribuire a legare sempre di più materia prima di qualità con le produzioni: «Questa è l’unica ricetta per ridare vitalità ed eccellenza al nostro comparto cerealicolo». Nel corso del convegno, aperto dal commissario di Agris Efisio Floris, sono state affrontate le criticità storiche (disaggregazione dell’offerta, limitata competitività e ridotta superficie delle aziende, alta concorrenza estera) ma anche le numerose potenzialità della cerealicoltura isolana. Giovanni Di Genova, del ministero delle Politiche agricole, ha elogiato il Piano cerealicolo regionale e l’alta qualità di grano e dei prodotti derivati della Sardegna. Il rappresentante del dicastero ha poi illustrato il Piano nazionale, che vuole portare equilibrio nel settore, intervenire sui fattori che ancora ostacolano il corretto funzionamento del mercato e favorire contratti di filiera. "Oggi più che mai – ha detto Di Genova – è necessaria una maggiore organizzazione nel comparto, che è poi l’unica arma a disposizione affinché la qualità sia ripagata adeguatamente. La Sardegna, con i progetti presentati oggi, è un esempio virtuoso che va seguito». Di Genova ha poi annunciato che il ministero sta lavorando per arrivare a un listino unico (al quale facciano riferimento tutti i contratti quadro e gli accordi di coltivazione) e alla Borsa merci telematica, istituzione controllata in grado di garantire i pagamenti degli operatori agricoli. Mariano Contu, presidente della Quinta commissione Agricoltura del Consiglio regionale, ha ricordato l’impegno dell’organismo consiliare e i punti chiave della legge 1/2010 che vuole ridare dignità e autorevolezza al settore agricolo per il rilancio dell’economia isolana. La giornata si è conclusa con la premiazione dei produttori di sementi certificate di grano duro, organizzata da Laore in collaborazione con l’Ense (Ente nazionale sementi elette).  
   
   
ZUCCHERO: LA BATTAGLIA CONTINUA A PARMA IN PROVINCIA IL TAVOLO ISTITUZIONALE CON I SOGGETTI DELLA FILIERA METTE A PUNTO LA STRATEGIA PER OTTENERE RISPOSTE POSITIVE E I FINANZIAMENTI ASSICURATI DAL GOVERNO.  
 
 “Non può finire così”. Non ci stanno i rappresentanti della filiera dello zucchero a veder cancellati gli 86 ml di euro del fondo per il settore bieticolo-saccarifero che il Governo si è impegnato a versare. Ieri a Parma, il Tavolo istituzionale coordinato dalla Provincia, che impegna da diversi mesi rappresentanti nazionali del comparto, agricoltori, l’azienda Eridania, il sindaco di Trecasali e le organizzazioni sindacali, ha discusso una serie di azioni comuni finalizzate a ottenere le risorse dovute. Con loro i parlamentari del territorio: i deputati Carmen Motta e Mauro Libè, la senatrice Albertina Soliani, Sandro Mincone presidente nazionale di Cnb. La situazione non è certo delle migliori. L’esito della riunione del Comitato interministeriale del 3 marzo scorso aveva fatto ben sperare perché – come si legge dal verbale sottoscritto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta “ il ministro Zaia conferma che per il finanziamento degli aiuti nazionali al settore bieticolo-saccarifero, di cui è stata individuata la copertura del fabbisogno per le annualità 2009/10 (86 ml di euro)”. Ma due giorni fa la doccia fredda: la Camera dichiara inammissibile l´inserimento, nel cosiddetto decreto "incentivi", di un emendamento relativo allo stanziamento delle risorse previste per il settore bieticolo-saccarifero a cui si aggiunge una dichiarazione di un esponente del Governo che di fatto smentisce quanto promesso dal Ministro Zaia. Nell’incontro di oggi tutti si sono detti concordi nel definire la situazione: a fronte di un atteggiamento dei soggetti del comparto, nonostante i continui rimandi, di grande responsabilità, il Governo ora smentisce se stesso. “ E’ una cosa inaccettabile – dice il sindaco di Trecasali Nicola Bernardi - non posso che prendere atto del fatto che al Governo sembra non interessare la sopravvivenza del settore. E’ una presa in giro per tante famiglie e cittadini che vi lavorano. Qualcuno dovrà venirci a dire, a noi sindaci, agli agricoltori e ai lavoratori che si considera non strategico il comparto dello zucchero”. Dello steso avviso il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari – si sbandiera l’italianità dei prodotti poi quando si arriva al dunque, come in questo caso, il Governo è latitante. C’è ancora qualche residua possibilità e va percorsa e noi ci batteremo non solo per Parma ma per quello che rappresenta la filiera. Non vogliamo sia messa una pietra tombale su una cultura così importante per il territorio. Le istituzioni faranno la loro parte assieme a tutti i protagonisti della filiera. Per noi la battaglia continua”. Al termine dell’incontro si è concordato di procedere con azioni mirate a ottenere una soluzione positiva della vicenda. La prima iniziativa è il coinvolgimento del sottosegretario Gianni Letta. Già in queste ore partirà la richiesta di un incontro teso a chiarire quali siano le scelte del Governo. Intanto a Parma il tavolo istituzionale chiederà di essere ricevuto martedì, in occasione di un presidio, in Prefettura per illustrare gli ultimi avvenimenti al rappresentante locale del Governo. Allo stesso tempo si procederà con una larga iniziativa nazionale: la convocazione degli stati generali dello zucchero, con gli agricoltori, i lavoratori del comparto, le quattro aziende ancora presenti (oltre a quello di Parma gli stabilimenti in provincia di Padova, Campobasso e Bologna) e le associazioni di categoria. Sempre in sede locale è poi in programma un incontro specifico con gli agricoltori, che nel frattempo e nonostante le piogge ricorrenti hanno provveduto alla semina, per informarli di quanto sta accadendo.  
   
   
FINANZIARIA: IN SICILIA SERVONO RISORSE PER AGRICOLTURA  
 
 Palermo - "Tutti conosciamo il dramma della crisi che ha colpito l´agricoltura siciliana. Con questa legge finanziaria dobbiamo dare risposte concrete a un settore strategico per l´economia siciliana, che rappresenta tradizione e cultura". Lo dice Titti Bufardeci, assessore alle risorse agricole, che il 29 aprile ha incontrato a Palazzo dei Normanni una delegazione dei Comitati spontanei per l´agricoltura. "Nel testo di legge sono presenti alcuni provvedimenti necessari e indifferibili per dare sostegno all´ agricoltura siciliana - continua Bufardeci - che servono a rilanciare il settore ed evitare che migliaia di imprese siciliane finiscano sul lastrico". Tra le norme del capitolo agricoltura, sono previsti interventi anticrisi per il consolidamento dei debiti per le imprese del settore, misure finanziarie per ridurre i costi di gestione e interventi per garantire i fidi alle aziende agricole". "Tra le proposte ricevute dai Comitati spontanei - sottolinea Bufardeci - c´e´ anche la richiesta di istituire, sulla base delle normative nazionali, un fondo antiusura per l´agricoltura siciliana. Questa richiesta che arriva dalla base mi riempie d´orgoglio, perche´ e´ la dimostrazione tangibile di come la Sicilia stia cambiando e abbia scelto la strada della legalita´´. D´altra parte, sono preoccupato perche´ la stessa richiesta dimostra in modo inequivocabile la criticita´ del settore che rischia di essere smantellato, a causa della crisi, e diventare preda di speculatori e uomini del malaffare".  
   
   
UNIONE EUROPEA SORDA AGLI APPELLI DEGLI STATI MEMBRI PRODUTTORI DI ORTOFRUTTA LE ORGANIZZAZIONI DEI PRODUTTORI, ASSOCIATE AL CSO, RIVOLGONO UN APPELLO ALLE ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE AFFINCHÉ IL SETTORE SIA SALVAGUARDATO PER CONSENTIRE LA CONTINUITÀ DELLE PRODUZIONI E LA SICUREZZA DEI CONSUMATORI.  
 
Ferrara - Nel comitato di gestione del 28 aprile 2010 la Commissione Europea non ha voluto sentire ragioni, nonostante tutti gli elementi economici forniti, per adeguare il Reg. Ce1580 del 2007 relativamente alla prevenzione e gestione delle crisi e al calcolo del valore della produzione commercializzata. La scarsa sensibilità dimostrata nell’adeguare l’allegato X del regolamento citato, anche in invarianza di bilancio rende oggi la situazione molto critica per il sistema produttivo ortofrutticolo di molti paesi d’Europa. Adeguare i prezzi dei prodotti previsti significava rendere i ritiri un vero strumento di regolazione del mercato, nel caso di produzioni anche leggermente superiori alla media, in una Europa sempre più interessata ad importare prodotti ortofrutticoli da paesi terzi, piuttosto che difendere i propri produttori. Oggi infatti l’Unione Europea si trova con una bilancia commerciale in passivo per quanto riguarda l’ortofrutta. Mentre nei primi anni ’70 il valore dell’import di frutta e verdura eguagliava quello dell’export, oggi le importazioni della Ue a 27 , con circa 85 miliardi di dollari, superano le esportazioni di oltre 15 miliardi di dollari (Fonte Cso -). Ma l’Unione Europea ,pur prendendo atto degli sforzi fatti dai governi dei paesi produttori, in particolare d’Italia, di Francia e di Spagna per difendere il sistema, non ha sentito ragioni nonostante le buone intenzioni che la Commissione si era proposta, nel promuovere una Ocm nuova, che vedeva la compartecipazione finanziaria dei produttori nella realizzazione dei programmi operativi. Dunque nessun adeguamento dei prezzi legati ai ritiri, nessun riconoscimento per il valore della produzione commercializzata , unico risultato ottenuto è una maggiore flessibilità per i ritiri dal mercato che possono passare dal 5 al 10 %. Le organizzazioni dei produttori aderenti al Cso pongono all’attenzione della pubblica opinione, come tale situazione rischi di diventare molto pesante con gravi ripercussioni sul sistema produttivo e su quello dei consumatori. Il presidente del Cso e del Cogeca Paolo Bruni pone in evidenza come restino senza soluzione tutte le istanze presentate a livello europeo e sostenute da istituzioni transnazionali come Copa Cogeca, Arefelh, ed altre, per garantire un futuro ai produttori organizzati , nonché garantire i consumatori della sicurezza delle produzioni e del rischio di trovare sempre meno frutta e verdura nazionale sulle loro tavole.  
   
   
AGRICOLTURA, PIANO CEREALICOLO: QUELLO SARDO ESEMPIO PER LE ALTRE REGIONI  
 
Il Piano sementiero e la qualità del grano della Sardegna sono un esempio da seguire anche nelle altre regioni a vocazione agricola. E dall’Isola parte la richiesta di stilare un nuovo Piano nazionale che venga incontro alle esigenze delle Regioni, anche alla luce delle recenti modifiche normative in materia di qualità e di certificazione. È il dato emerso oggi a Suelli, a Casa Ruda, dove erano riuniti gli stati maggiori e tutti gli attori della filiera per fare il punto sul settore e presentare ufficialmente il Piano sementiero regionale e il marchio “Semenadura”. Marchio che contraddistingue le produzioni a filera corta di malloreddus e di pane carasau, derivate dalla trasformazione di varietà locali di frumento duro. Il Piano, voluto dalla Regione e messo a punto dall’assessorato dell’Agricoltura in collaborazione con le agenzie Agris e Laore, ha tra i suoi obiettivi soprattutto una migliore remunerazione di tutti gli operatori interessati. L’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato ha ribadito l’importanza e la strategicità di uno strumento che vuole contribuire a legare sempre di più materia prima di qualità con le produzioni: «Questa è l’unica ricetta per ridare vitalità ed eccellenza al nostro comparto cerealicolo». Nel corso del convegno, aperto dal commissario di Agris Efisio Floris, sono state affrontate le criticità storiche (disaggregazione dell’offerta, limitata competitività e ridotta superficie delle aziende, alta concorrenza estera) ma anche le numerose potenzialità della cerealicoltura isolana. Giovanni Di Genova, del ministero delle Politiche agricole, ha elogiato il Piano cerealicolo regionale e l’alta qualità di grano e dei prodotti derivati della Sardegna. Il rappresentante del dicastero ha poi illustrato il Piano nazionale, che vuole portare equilibrio nel settore, intervenire sui fattori che ancora ostacolano il corretto funzionamento del mercato e favorire contratti di filiera. "Oggi più che mai – ha detto Di Genova – è necessaria una maggiore organizzazione nel comparto, che è poi l’unica arma a disposizione affinché la qualità sia ripagata adeguatamente. La Sardegna, con i progetti presentati oggi, è un esempio virtuoso che va seguito». Di Genova ha poi annunciato che il ministero sta lavorando per arrivare a un listino unico (al quale facciano riferimento tutti i contratti quadro e gli accordi di coltivazione) e alla Borsa merci telematica, istituzione controllata in grado di garantire i pagamenti degli operatori agricoli. Mariano Contu, presidente della Quinta commissione Agricoltura del Consiglio regionale, ha ricordato l’impegno dell’organismo consiliare e i punti chiave della legge 1/2010 che vuole ridare dignità e autorevolezza al settore agricolo per il rilancio dell’economia isolana. La giornata si è conclusa con la premiazione dei produttori di sementi certificate di grano duro, organizzata da Laore in collaborazione con l’Ense (Ente nazionale sementi elette).  
   
   
AGRICOLTURA: SEMINARIO SU OLIVICOLTURA A CASTIGLIONE DI SICILIA  
 
Palermo - La Soat 92 di Castiglione di Sicilia ha organizzato il seminario sulle "strategia di difesa e valorizzazione dell´olivicoltura etnea". Il convegno si terra´ il prossimo 5 maggio nella sede Centro di Educazione Ambientale del Parco Fluviale dell´Alcantara. Nel corso dei lavori del seminario saranno consegnati gli attestati di frequenza ai partecipanti al corso breve per la formazione di potatori qualificati dell´olivo, che si e´ effettuato a Castiglione di Sicilia nello scorso mese di febbraio.  
   
   
AGRICOLTURA: PARTE BANDO DA 90 MILIONI PER I GIOVANI IMPRENDITORI  
 
Palermo - Con il bando per i giovani agricoltori parte la rivoluzione generazionale delle campagne siciliane. Con una dotazione finanziaria pubblica totale di oltre 90 milioni di euro, la Misura 112 del Piano di sviluppo rurale per la Sicilia 2007/2013 "Insediamento dei giovani agricoltori", si punta a proseguire nell´azione di ringiovanimento del settore agricolo, attuando un ricambio generazionale mediante l´insediamento, per la prima volta, di giovani nel settore agricolo. La misura opera esclusivamente in aggregazione ad altre misure (progettazione integrata) che, nel loro insieme, costituiscono il "Pacchetto giovani". L´obiettivo del "Pacchetto", e´quello di sviluppare una maggiore professionalita´ degli imprenditori, assicurando, nel contempo, che gli interventi finanziati favoriscano la costituzione di nuove imprese competitive e di consentire all´impresa la possibilita´ di pianificare una pluralita´ di interventi tra loro complementari.  
   
   
SARDEGNA: ASSE 2 PSR, L´ATTIVITÀ DI ARGEA AGGIORNATA AL 30 APRILE  
 
Cagliari - Complessivamente a livello regionale, su tutte le misure, si è provveduto a chiudere l´istruttoria e a proporre il pagamento ad Argea (l’agenzia nazionale per le erogazioni in agricoltura) per 1.648 domande così distinte: mis. 211 - 212 indennità compensative (anno 2008) : n. 879 domande per un importo complessivo di € 1.976.000; - mis 215 benessere animale (anno 2007): n. 32 domande per un importo complessivo di € 168.000; - mis. 215 benessere animali (anno 2008): n. 681 domande per un importo complessivo di € 2.079.000; - mis. 214 agroambiente (anno 2008): n. 17 domande per un importo complessivo di € 207.000; - mis. Forestali (anno 2007): n. 18 domande per un importo complessivo di € 389.000; - mis. Forestali (anno 2008): n. 21 domande per un importo complessivo di € 283.000.  
   
   
INIZIATIVE REGIONALI PER L´ANNO INTERNAZIONALE DELLA BIODIVERSITÀ  
 
L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali informa che è stato approvato dalla Giunta regionale il programma delle iniziative per celebrare in Valle d’Aosta il 2010 Anno internazionale della Biodiversità, come dichiarato dalle Nazioni Unite, nell’obiettivo di sensibilizzare la popolazione ai tema della diversità biologica. Gli eventi, coordinati dal Servizio aree protette dell’Assessorato, saranno realizzati in collaborazione con l’Assessorato dell’istruzione e cultura, il Museo regionale di scienze naturali, il Parco naturale Mont Avic, il Parco nazionale Gran Paradiso, l’Institut Agricole Régional e la Société de la Flore valdôtaine. Il programma delle iniziative prevede una serie di incontri di tipo divulgativo-informativo tra ricercatori, tecnici e operatori, con gli studenti e la popolazione locale. Saranno affrontati temi inerenti la protezione della flora, la biodiversità nei sistemi agricoli valdostani, l’importanza dei giardini alpini botanici, il legame tra l’agricoltura di montagna e la biodiversità. In calendario prevede anche corsi per osservatori avifaunistici rivolti a giovani studenti, appassionati o guide escursionistiche, una mostra-laboratorio sulla biodiversità, itinerante in alcuni comuni della regione e la conferenza finale del progetto Econnect sul tema “Strumenti giuridici per la tutela della biodiversità”. È con l’obiettivo di garantire la salvaguardia dell’ambiente naturale e la tutela della biodiversità, anche attraverso la creazione delle aree naturali protette, che la Valle d’Aosta si è dotata, sin dal 1991, di strumenti legislativi adeguati per la tutela, la salvaguardia e la valorizzazione della natura per assicurare il mantenimento e il ripristino, in uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat naturali e delle specie di fauna e flora selvatiche di interesse comunitario e regionale. Le iniziative intraprese nell’aderire all’Anno internazionale della Biodiversità sono finalizzate ad una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale che la biodiversità svolge per assicurare la vita sulla terra, quindi anche nella nostra regione.  
   
   
BOLZANO; "PERCHÉ ANDARE LONTANO....": CAMPAGNA PER I PRODOTTI DI QUALITÀ  
 
"Perché andare lontano? …quando la bontà è di casa!": questo lo slogan della nuova campagna promozionale per i prodotti di qualità dell´Alto Adige. Chi punta sui prodotti locali, sottolinea l´assessore provinciale Thomas Widmann, "va sul sicuro grazie a un adeguato sistema di rintracciabilità del prodotto." Obiettivo della campagna è quello di motivare i consumatori "a privilegiare i prodotti locali con il marchio di qualità rispetto a quelli di Paesi lontani", spiega Thomas Widmann. Per farlo si punta sullo slogan (parafrasando Goethe) "Perché andare lontano? …quando la bontà è di casa!", combinato con l´immagine di un ananas o una noce di cocco e il marchio di qualità. La campagna verrá realizzata attraverso la stampa, internet, le fermate degli autobus e sui bus a metano a Bolzano e Merano, per richiamare sull´alto valore dei prodotti coltivati direttamente in Alto Adige. L´assessore Widmann rileva i vantaggi collegati all´acquisto di prodotti locali, non ultimo sul piano della sicurezza: "Chi compra mele o fragole dell´Alto Adige va sul sicuro, perchè con il marchio di qualità sono garantiti appunto la qualità, i controlli e la rintracciabilità del prodotto." Inoltre vengono a cadere i lunghi viaggi di trasporto della merce e la filiera locale - contadini e produttori di alimentari - viene rilanciata. L´iniziativa è confortata anche dalle ultime tendenze: ad esempio un recente studio sui consumi alimentari in Austria ha dimostrato che 9 cittadini su 10 preferiscono prodotti regionali e sono addirittura disposti a pagare di più. A convincerli sono la freschezza, il gusto, la conoscenza del produttore e l´eliminazione dei lunghi viaggi di trasferimento della merce.  
   
   
PARCO POLLINO: PRESENTATO PROGETTO INTEGRATO DI FILIERA “LE RISORSE NECESSARIE SONO PARI A 20 MILIONI DI EURO”  
 
 “Il Parco nazionale del Pollino ha presentato alla Regione Basilicata il Documento di Progettazione Integrata di Filiera, predisposto dall´Inea (Istituto Nazionale di Economia Agraria) in collaborazione con l´Alsia (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura) per dare vita alla filiera multi comparto del Parco. Le risorse necessarie sono pari a 20 milioni di euro”. A comunicarlo è il Parco nazionale del Pollino. Nei giorni scorsi – legge - a seguito della condivisione del documento con i soggetti invitati a partecipare ad un apposito “tavolo verde”, la Giunta esecutiva dell´Ente, presieduta dal vice presidente Francesco Fiore, aveva approvato il relativo programma. Esso punta al recupero e alla rivitalizzazione di produzioni di nicchia, alla riscoperta di peculiarità e valori propri delle aree rurali del nostro Paese, alla diversificazione delle attività agricole e alla creazione di sinergie tra agricoltura - mondo rurale - turismo. “Per la costruzione della filiera multi comparto del Parco – afferma il vicepresidente del Parco, Francesco Fiore - ci si ispira alle misure del Piano di Sviluppo Rurale, in particolare a quelle che puntano all´ammodernamento delle aziende agricole e all´accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali. La logica che sottende il programma è quella unitaria di interventi e di finanziamenti interni al Piano di Sviluppo Rurale, ed esterni”.  
   
   
PROFICUO INCONTRO TRA SOTTOSEGRETARIO SARRA E PRESIDENTI DELLE COMUNITÀ MONTANE DELLA CALABRIA  
 
Il Sottosegretario alla Presidenza Alberto Sarra ha presieduto il 30 aprile un proficuo incontro con i Presidenti delle Comunità montane calabresi. Un primo passo in avanti verso la risoluzione di un problema che, purtroppo, da qualche anno sta interessando questo settore. L’incontro, cui hanno partecipato diciassette Presidenti su venti, si è articolato in un clima abbastanza sereno. I Presidenti hanno portato all’attenzione del Sottosegretario alle “Riforme Istituzionali con delega alla semplificazione amministrativa” Sarra le diverse istanze che riguardano i ritardi dei pagamenti, fermi allo scorso novembre, e la mancata assegnazione delle deleghe. “La legge regionale in vigore - ha detto Micari coordinatore di tutti i Presidenti delle Comunità Montane - è importante ma ha la necessità di essere rivisitata. Noi chiediamo che ci sia un’ accelerazione, da parte della burocrazia regionale, affinché venga data anche una risposta ai circa quattrocentocinquanta padri di famiglia che rischiano, dopo trent’anni di lavoro, di rimanere a spasso”. Dal canto suo Sarra dopo, aver ascoltato i vari interventi, ha affrontato il problema soffermandosi su due aspetti: Emergenza e prospettive. “Per quanto riguarda il primo aspetto, posso assicurare – ha detto - che già sono stati fatti dei passi importanti ed assieme al Governatore Scopelliti saremo in grado di dare, nell’immediato, delle risposte che, credo, saranno positive. Per quello che concerne invece le prospettive future, penso che è necessario, oltre al dialogo, anche un coordinamento che ho già ho avviato con i colleghi Assessori, all’Agricoltura, Trematerra ed al Personale, Tallini, che si sono dichiarati disponibili ad intervenire con immediatezza in questo settore. Spesso i problemi all’interno della macchina burocratica nascono dall’ incapacità o impossibilità di comunicazione tra un settore e l’altro. Noi renderemo operativo questo concetto con degli strumenti tecnici, non solo giuridici, che renderanno stabili e permanenti il coordinamento tra i diversi assessorati e tra le diverse unità operative della Regione. La soluzione che intendiamo dare ai problemi non partiranno da azioni isolate del singolo ma proprio dal coordinamento dell’esecutivo.”  
   
   
PESCA: RIAPERTI BANDI PER BLUE BOX  
 
Palermo - Il dipartimento regionale per la Pesca ha riaperto i termini per consentire alle imprese siciliane del settore di dotarsi di sistemi di localizzazione satellitare blue box. "Dopo avere provveduto ai pagamenti nei confronti di tutte le imprese in graduatoria - spiega l´assessore regionale alle risorse agricole e alimentari, Titti Bufardeci - sono rimasti in cassa oltre 500 mila euro. Con queste economie e´ possibile riaprire i termini e consentire ai nostri pescatori di dotarsi di un sistema fondamentale per garantire la sicurezza a bordo". Le istanze per il "blue box" dovranno essere presentate entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana.  
   
   
ACQUACOLTURA: CONVEGNO AL MUSEO DI STORIA NATURALE DELLA MAREMMA DI GROSSETO SOGLIOLA E OMBRINA INNOVATIVE E PROMETTENTI IN TOSCANA PRESENTATE INNOVATIVE TECNICHE DI VALORIZZAZIONE DELLE DUE SPECIE ITTICHE  
 
 Argyrosomus regius e Solea solea, ombrina e sogliola, sono attualmente considerate tra le più promettenti delle specie ittiche innovative allevate in Toscana. Questo quanto evidenzia il progetto di ricerca “Tecniche innovative di valorizzazione di due nuove specie ittiche – Argyrosomus regius e Solea solea” presentato oggi a Grosseto, presso la sede del Museo di Storia Naturale della Maremma. «I risultati presentati oggi – ha commentato il 30 aprile il direttore dell´Arsia, Mariagrazia Mamuccini - sono molto significativi e permettono di fare ulteriori progressi nell’allevamento, nella qualità delle carni e nell’individuazione delle forme merceologiche maggiormente gradite dal consumatore di questi pesci. Credo che queste specie siano tra le più promettenti nel panorama delle specie ittiche innovative allevate in Toscana e che sia più che opportuno investire in questo com parto ed in questa direzione.» Il progetto, approvato in seguito al bando di ricerca emanato dall’Arsia nell’anno 2006, per il settore acquacoltura, è iniziato nell’anno 2007 e si è concluso agli inizi del 2010. In questi anni, infatti, l’Arsia, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale, ha promosso e finanziato una intensa attività di ricerca e sperimentazione nel settore dell´acquacoltura con particolare attenzione allo sviluppo delle linee di diversificazione delle attività produttive. Il lavoro sulle due specie ittiche è stato coordinato dal C.i.r.s.pe. (Centro Italiano Ricerche e Studi per la Pesca) sotto la responsabilità scientifica del Professor Stefano Cataudella dell´Università di Tor Vergata di Roma ed hanno partecipato in qualità di partner, il Dipartimento di Scienze Animali dell’Università degli Studi di Udine, l’ Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) e le aziende ittiche Orbetello Pesca Lagunare Società Agricola a r.L., Cosa Società Agricola a r.L., Ittima Società Agricola Ittica Maremmana a r.L. E Coopam (Cooperativa Produttori Acquacoltura Maremmani). La ricerca sull’Ombrina bocca d’oro (Argyrosomus regius) ha prodotto la definizione di un sistema di qualità di allevamento, l’avvio di un processo di industrializzazione per la lavorazione delle carni, con esemplari di taglia di commercializzazione superiore a quella generalmente presente sul mercato per quanto riguarda le altre specie allevate (tra 3 e 5 kg di peso), l’individuazione delle forme merceologiche maggiormente gradite dal consumatore e la valorizzazione del prodotto di grossa pezzatura sul mercato. La sperimentazione che ha avuto come oggetto la Sogliola (Solea solea) ha, invece, prodotto la definizione di condizioni e protocolli di allevamento nella fase di preingrasso ed ingrasso adattabili alle realtà strutturali e operative delle aziende toscane, ed ha portato ad una valutazione della qualità della carne in relazione alle condizioni di allevamento. Questo è stato possibile attraverso l´individuazione di mangimi presenti in commercio, la formulazione di mangimi secchi e la valutazione delle diete più idonee, accompagnate da prove di ingrasso con diverse tipologie di allevamento, e dall´analisi della qualità della carne.  
   
   
MILANO: NON HA UN DEPOSITO E CONSERVA IL PESCE INVENDUTO IN AUTOCARRO, SANZIONATO AMBULANTE  
 
“A seguito di un controllo, agenti del Comando di Zona 9 della Polizia Locale hanno scoperto che un ambulante di pesce utilizzava il proprio autocarro come ‘deposito’ per le rimanenze invendute della giornata. E parcheggiava poi il mezzo principalmente in via Pollini, per tutto il resto del giorno e della notte, infestando la zona con un odore nauseabondo. L’ambulante, fermato in viale Sarca, non potrà utilizzare l’autocarro fino a che non si sarà messo in regola. Ed è stato inoltre sanzionato per oltre mille euro, per cattive condizioni igieniche del mezzo e per possesso di carta Atp (attestazione di idoneità al trasporto degli alimenti) scaduta. Che ha determinato il ritiro la carta di circolazione”. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato. Al momento dell’ispezione, gli agenti, che hanno chiamato anche il personale del Dipartimento Veterinario dell’Asl al fine di verificarne la commestibilità e il grado di conservazione, hanno trovato 40 kg di pesce decongelato, conservato a una temperatura di +4 gradi, anche se il prodotto era conservato sotto ghiaccio. Il titolare è risultato residente in altro Comune. Ha ammesso di non avere più un deposito dove tenere il pesce non venduto. Che così veniva presumibilmente lasciato sul mezzo tante ore sotto il sole. “L’intervento della Polizia Locale – spiega De Corato – è una risposta alle diverse segnalazioni dei residenti che avevano lamentato un odore nauseabondo proveniente da un autocarro parcheggiato ogni giorno in via Pollini. I controlli dei vigili hanno permesso così di fermare questo comportamento delinquenziale che crea disagio alla cittadinanza. A dimostrazione di un’azione ad ampio raggio degli agenti per la sicurezza dei cittadini, anche alimentare”. “Ecco perché – sottolinea De Corato – la Sezione Annonaria e Commerciale della Polizia Locale, in autonomia e insieme all’Asl, esegue dei controlli mirati secondo il progetto Mangia Sicuro. Da inizio anno sono stati 342 gli esercizi commerciali ispezionati: in 183, più della metà dunque, sono state registrate ben 360 violazioni, di cui 176 sanitarie. Verifiche che hanno fatto scattare 17 denunce e 6 sequestri di 275 kg di alimenti”. Agenti del Settore Sicurezza, comunica inoltre il vice Sindaco, a seguito di controlli, hanno inflitto altri 400 euro di multe per violazione ai regolamenti di igiene in tre locali pubblici delle vie Gasparri, Capecelatro e Morgantini.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, BENE RASSICURAZIONI SU RISORSE PER AMMORTIZZATORI SETTORE  
 
“Positive le rassicurazione su una adeguata dotazione finanziaria della cassa integrazione per indennizzare nel 2010 tutte quelle situazioni di inattività forzata della pesca”. Giudica così Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative, quanto emerso nel corso della riunione odierna che si è svolta presso la Direzione generale ammortizzatori Sociali, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, circa gli ammortizzatori sociali per il settore. Nel corso della riunione, rende noto l’associazione, è stata fatta una panoramica sullo stato dell’arte della cassa integrazione guadagni straordinaria (cigs), per il comparto pesca: quasi del tutto assegnati i 10 milioni di euro messi a disposizione nell’annualità 2008-2009; rimangono ancora 10 milioni di euro che potranno essere utilizzati per il 2010 . Nei prossimi giorni dovrebbe essere disponibile un quadro finanziario più dettagliato sui fondi impiegati. Un plafond – spiega la Federcoopesca- che servirà per dare una boccata d’ossigeno a tutte quelle realtà costrette, loro malgrado, come ad esempio in caso di fermo temporaneo, a sospendere per un certo periodo l’attività di pesca. Sciolti anche i dubbi relativi alla possibilità di pagare il fermo pesca 2009 attraverso l’attivazione della cigs. L’inps, infatti, ha chiarito definitivamente che il fermo pesca 2009 sarà indennizzato attraverso l’attivazione della cigs, non essendo stato compensato in altro modo. Nel 2008, invece, i fondi della cassa integrazione vennero utilizzati, per far fronte alle diverse situazione di crisi legate soprattutto all’emergenza gasolio.  
   
   
PESCA: FEDERCOOPESCA, SOLUZIONE EQUA PER AMMORTIZZATORI LAVORATORI TONNO  
 
“Trovare una soluzione equa per i pescatori che a causa della moratoria italiana per la pesca al tonno rosso con il sistema a circuizione quest’anno non potranno lavorare”. Questa la richiesta che la Federcoopesca-confcooperative ha espresso oggi nel corso di una riunione presso la Direzione generale ammortizzatori Sociali, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in merito alla cassa integrazione in deroga per il settore della pesca. “Lo stop forzato - sottolinea Massimo Coccia, presidente Federcoopesca-confcooperative- dell’attività di pesca per il settore tonniero a circuizione lascerà a terra circa settecento pescatori, che in un mese di lavoro all’anno riescono più o meno a sbarcare il lunario anche negli altri periodi in cui questo tipo di pesca non è autorizzata”. Se per loro, però, verrà applicato alla lettera quanto previsto dalla cassa integrazione in deroga, ovvero l’80% del minimo monetario garantito nel periodo di non lavoro, in realtà ad ogni singolo pescatore andranno solamente tra i 700 e gli 800 euro. Secondo l’associazione, invece, va tenuto nella giusta considerazione l’introito effettivo per i pescatori, che è legato alla quantità di pescato e al fatturato. Tema complesso, questo, che sarà nuovamente affrontato nel corso della prossima incontro in programma il 12 maggio.  
   
   
IN SARDEGNA PARTE PUNTUALE LA PESCA DEL CORALLO  
 
Sassari - Quest’anno parte puntuale la pesca del corallo in Sardegna. Da sabato 1 maggio e fino al 15 ottobre è autorizzata la raccolta di una delle risorse più caratteristiche dei mari dell’Isola. Un tempismo che va a vantaggio degli operatori sardi che non devono fare più i conti con un calendario di prelievo “ballerino” e che non consentiva ai corallari di programmare la stagione. La notizia è stata data questa mattina a Sassari dall’assessore regionale dell’Agricoltura Andrea Prato e dal dirigente del servizio Pesca Roberto Doneddu. Per il 2010 le domande ammissibili, a seguito della graduatoria stilata lo scorso 27 aprile, sono state 25 su 29 ricevute (e su un massimo di 30 previste dalla delibera della Giunta regionale). L’avvio della pesca è stata anche l’occasione per dare altre informazioni sullo stato di salute della risorsa nell’Isola. «Intanto, appena qualche settimana fa – ha spiegato l’assessore Prato - abbiamo sventato il pericolo che anche il corallo venisse incluso nelle specie a rischio di estinzione. Al meeting di Doha negli Emirati arabi, è stata respinta per insufficienza di dati scientifici, e il buono stato del corallo in Sardegna è servito come prova, la proposta degli Stati Uniti che volevano l´inserimento anche del corallo rosso nella lista nera del Cites, la Convenzione internazionale per le specie a rischio. Per il nostro comparto sarebbe stato un danno incalcolabile, anche perché noi siamo per una tutela intelligente e non radicale soprattutto quando la scienza sostiene che il prelievo è possibile senza intaccarne la sopravvivenza». L’assessore ha poi ricordato come recentemente anche la Fao delle Nazioni Unite abbia riconosciuto i pregi e la specificità della normativa della Regione Sardegna in materia. Una regolamentazione e una gestione della risorsa prese a modello da parte di altri Paesi del Mediterraneo ma non solo. Prato ha inoltre parlato del programma di ripopolamento, attualmente allo studio sotto la direzione scientifica del Dipartimento di Biologia marina dell’Università di Cagliari, che prevede interventi di ricerca applicata e tesi alla valorizzazione produttiva del corallo. Il piano avrà durata di 36 mesi e sarà realizzato in due aree della Sardegna nord e centro-occidentale. Infine, sulle nuove tecniche e strumentazioni proposte dagli operatori (tra cui mini robot e bracci meccanici), l’assessore ha precisato che sono in corso delle verifiche per accertare il loro utilizzo nei fondali marini: “Fermo restando che in linea di principio non siamo contrari all’innovazione - ha premesso Prato - non vogliamo che tecniche invasive possano danneggiare irrimediabilmente i banchi di corallo. Il servizio Pesca, in collaborazione con Agris, valuterà l´ipotesi di revisione dell’attuale normativa nel rispetto degli equilibri che l´attuale gestione ha finora dimostrato, come ormai riconosciuto nel panorama internazionale”. Altre Informazioni Utili Nella stagione 2009 in Sardegna sono stati pescati circa 2.000 kg di corallo. - Il titolare dell’autorizzazione regionale può pescare giornalmente una quantità di corallo non superiore a 2,5 kg, la cui taglia minima deve avere il diametro basale di 10 mm, con una tolleranza massima del 20% (diametro ricompreso tra 8 e 10 mm.) nel raccolto giornaliero. - La pesca può essere esercitata in tutte le acque territoriali della Sardegna a profondità non inferiori a 80 metri. - Ciascuna imbarcazione di appoggio può essere utilizzata al massimo da due corallari, compreso il corallaro imbarcato per ragioni di sicurezza.  
   
   
BOLZANO: LOTTA AL CINIPIDE DEL CASTAGNO CON UN INSETTO PARASSITOIDE  
 
Nei boschi di castagno dell´Alto Adige il cinipide, una vespa importata dalla Cina, continua a provocare danni. Per combattere questo agente infestante si ricorre ora a un nemico naturale, un insetto parassitoide che riese a controllare biologicamente la diffusione del cinipide del castagno, spiega Konrad Mair del Servizio fitosanitario provinciale. Il cinipide del castagno è una piccola vespa che viene veicolata attraverso piante infestate. Nel maggio 2008 è stato riscontrato per la prima volta un focolaio di infestazione anche in Alto Adige, a Terlano, che però è stato debellato. Nel 2009 l´attacco del cinipide si è riproposto sui castagni di Montefranco sopra Merano, Tirolo, Andriano, Appiano Varna e Aica. In caso di attacco su larga scala, la raccolta delle castagne può far registrare cali anche fino al 70%. Per scongiurare questa diffusione, i tecnici provinciali sono intervenuti con una rapida distruzione delle parti della pianta attaccate dalla vespa. "Ma nel frattempo gli alberi colpiti sono tanti e non è più possibile procedere con la distruzione", spiega Konrad Mair del Servizio fitosanitario provinciale. Si è quindi deciso di affrontare il problema del cinipide con un nemico naturale: si tratta del Torymus sinensis, un insetto parassitoide utile appunto nel controllo biologico del cinipide, come hanno confermato le analisi scientifiche. Originario della Cina e importato, il torimide si è acclimatato in Europa e ha infatti ridotto drasticamente l´intensità degli attacchi del cinipide del castagno nutrendosi delle sue uova. I primi insetti parassitoidi sono stati applicati ieri (giovedì 29) da ricercatori dell´Universitá di Torino in un bosco di castagni di Aica attaccato in massa dal cinipide. "L´accordo siglato con l´Università di Torino prevede un progetto di lotta al cinipide sviluppato lungo tre anni, al termine dei quali misureremo i risultati di questa strategia", spiega Mair. Nel breve periodo, invece, i tecnici proseguiranno nel monitoraggio costante del patrimonio boschivo per bloccare sul nascere nuovi casi di diffusione del cinipide.