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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Ottobre 2010
TORINO: IL SINDACO INCONTRA UNA DELEGAZIONE DI LAVORATORI RAI: FAREMO DI TUTTO PERCHE’ IL POLO TORINESE NON MUOIA  
 
Torino, 21 Ottobre 2010 - Accompagnati da Enzo La Volta, presidente della terza commissione consiliare, nove lavoratori Rai della sede di via Cernaia hanno incontrato il 18 ottobre il Sindaco Sergio Chiamparino. La delegazione ha rinnovato al Sindaco la richiesta di interessamento affinché il polo Rai torinese, che comprende 4 insediamenti (il Centro produzione con circa 350 dipendenti, gli Uffici di via Cernaia con 450, l’Orchestra con 130 e il Centro ricerche) non sia letteralmente cancellato, come invece prevedono le pesanti esternalizzazioni annunciate nel piano industriale dell’Azienda, deliberato di recente. “Le consegniamo la nostra raccolta firme – hanno detto al Sindaco - perché siamo preoccupati non solo per il nostro futuro, ma per la salvaguardia del servizio pubblico in senso lato. Anche altre Città come Genova hanno un problema analogo, ma è qui che si concentrano funzioni vitali per la Rai nazionale quali la gestione abbonamenti, l’amministrazione e il centro ricerche, per non parlare della qualità e del know-how riconosciuto del nostro centro di produzione. Siamo disposti a discutere e a fare alcuni cambiamenti, ma chiudere tutto per esternalizzare significherebbe dare un calcio ad una tradizione culturale che appartiene a tutta la comunità torinese”. Chiamparino si è detto favorevole ad organizzare quanto prima un incontro, insieme ai presidenti di Provincia e Regione, con i vertici Rai. “Questo come primo passo: chiederemo un piano di sviluppo che non duri soltanto fino a domani”, ha assicurato. I lavoratori lo hanno invitato ad un convegno che sarà organizzato a dicembre su ‘Che cos’è il servizio pubblico’, e hanno illustrato il loro progetto, ad hoc per il polo torinese: “Torino potrebbe diventare anche in questo campo un laboratorio: abbiamo molte idee sulla tv del futuro”.  
   
   
SUCCESSO PER LE FILM COMMISSION VENETE IN OCCASIONE DEL LONDON FILM FESTIVAL  
 
Venezia, 21 ottobre 2010 - Un lusinghiero successo in termini di presenze e di apprezzamento ha ottenuto ieri sera a Londra, presso l’Istituto Italiano di Cultura, in occasione del London Film Festival, la presentazione del sistema veneto delle Film Commission. L’appuntamento è stato promosso dalla Regione nell’ambito delle attività di promozione della cultura veneta all’estero realizzate in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura, attività per le quali si è congratulato anche il ministro degli esteri Franco Frattini. L’incontro a Londra, realizzato sotto l’egida della Veneto Film Commission, è servito ad illustrare a produttori e registi internazionali, presenti per il festival, le attività e i progetti d’intervento della Regione del Veneto nell’ambito della promozione del territorio come set cinematografico ideale e le facilitazioni che il sistema veneto delle Film Commission è in grado di offrire alle produzioni cinematografiche. Tra i registi erano presenti anche gli italiani Daniele Lucchetti e Ferzan Ozptek. Sono state presentate, in particolare, le opportunità del Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo, strumento previsto dalla legge regionale del comparto cinema (n. 25/2009), che prevede la possibilità di concedere contributi regionali fino ad un massimo di 200.000 euro. I rappresentanti della Polesine e della Vicenza Film Commission, che hanno partecipato alla serata durante la quale è stato possibile degustare prodotti agroalimentari veneti, hanno avuto numerosi contatti, prevedendo occasioni di ospitalità per produttori per far conoscere le possibilità di “location” nei rispettivi territori.  
   
   
FESTIVAL DEL LIBRO E DELLA SCRITTURA SEI GIOVANI AUTORI NAPOLETANI CALANO I PROPRI ASSI  
 
Napoli, 21 ottobre 2010 - Otto grandi firme italiane nello scaffale del Festival del Libro e della Scrittura di San Giuseppe Vesuviano. Da Diego De Silva a Peppe Lanzetta, da Pino Aprile a Gaetano Amato, da Enrico Varriale a Maria Pia Ammirati; ed ancora Gaetano Amato ed i giovani Alessandro Fabbri e Andrea De Rosa. Otto nomi prestigiosi che echeggiano nel mondo dell’editoria, del giornalismo, del cinema e del teatro. Saranno loro i protagonisti degli incontri che si svolgeranno il 22 e 23 Ottobre in Piazza Elena d’Aosta, nel comune di San Giuseppe Vesuviano (Na). Al fianco di questi autori di successo, già ottimamente piazzati nel circuito dell’editoria, saranno presenti sei autori emergenti. Tutti napoletani e tutti in fase di esordio. Una possibilità di incontrare un pubblico di lettori quella offerta dal Festival del Libro ai giovani scrittori, con il vantaggio di poter abbattere le barriere della mediazione editoriale e consentire loro di presentarsi e di proporre i propri lavori di persona. La coppia Aurora di Giuseppe e Vincenzo Mazza, Simona Messina, Antonio Mocciola, Antimo Pappadia, Mariagrazia Poggiagliolmi e Vincenzo Torella sono i sei autori che insieme alle case editrici (Millennium, Bompiani, Graus, Cairo, Graf/testepiene, Einaudi, Fabbri, Edizioni Giammarino, Pironti, Mangrovie, Piemme) occuperanno gli stand all’interno della tensostruttura del Festival. In un’apposita area laboratorio, gli autori incontreranno gli studenti delle scuole superiori che parteciperanno all’evento e li guideranno all’interno del mondo dei romanzi e delle tecniche di scrittura. A seguire le schede degli autori emergenti. Aurora Di Giuseppe E Vincenzo Mazza “Enero Amargo” Aurora Di Giuseppe. Ho accettato con gioia di scrivere questo racconto, insieme al mio amico Vincenzo Mazza, con equilibrio e chiarezza, per un unico scopo: farvi conoscere la storia di due persone che si sono amate con tutto il cuore. Per raggiungere questo “obiettivo” abbiamo descritto la vicenda di quest’amore in modo reale e incisivo. Non è stato un compito facile capire e far comprendere i sentimenti che provavano i due personaggi della storia, né sarà immediato accettare la diversità di quest’amore per le varie resistenze presenti in ognuno di noi, nell’ambiente e nella mentalità comune. Ciò non toglie che ci abbiamo provato.Ogni uomo, donna o essere vivente sulla Terra ha qualcosa che lo accomuna, il donare e il ricevere amore. Nella nostra vita ci devono essere amore, sessualità, coraggio. Azioni o sentimenti che compaiono in ogni gesto quotidiano, nei film, nei libri, nei sogni e anche in chi combatte una guerra, poiché lo fa per amore della propria patria. Il sesso è una delle principali parti della vita e può essere vissuto prevalentemente per ciò che è nella sua specificità, che non sempre è rappresentato solo da un rapporto fra uomo e donna. Il coraggio di essere se stessi può essere minacciato o nascosto a causa delle persone che non comprendono, ma noi tutti desideriamo, possiamo e dobbiamo farci accettare per quello che siamo. Spero che quest’opera ci aiuti ad accettare il “diverso” che è in ognuno di noi...In ognuno di loro. Vincenzo Mazza - La storia di Enero Amargo (Trd. Gennaio Amaro) è venuta alla luce come autentica testimonianza umana. L’abbiamo trascritta con la speranza che, trasferendola su carta, sia letta da numerose persone. È un’avventura molto originale e “diversa”, dove due analoghi individui s’inna-morano per poi scontrarsi con la realtà che li circonda. Io e la mia cara amica Aurora Di Giuseppe, combinando la realtà con la nostra fantasia, in questa particolare vicenda abbia-mo, principalmente noi stessi, cercato di comprenderel’effettivo significato di “diversità”, provando, inoltre, a cogliere lo spirito di tante persone messe spesso da parte, e lasciate in un angolo della società e della vita. Ci auguriamo che questo racconto, comunque basato su alcuni eventi reali, possegga la capacità di renderci consapevoli che siamo tutti “uguali” in questo mondo, in ogni dove e che viviamo tutti sotto un unico grande tetto...Il cielo. Simona Messina “Nel desiderio di amarti” - Simona Messina è nata a Napoli dove si laurea in giurisprudenza e si abilita alla professione di avvocato. Pubblica recensioni e articoli per riviste specializzate in filosofia del diritto e diritto sanitario. Compone poesie e piccoli racconti. Il libro: Joan, una giovane donna newyorkese, adotta una bambina e la accoglie in casa, intuendo però la differente forza di sentimento che la lega ai suoi figli naturali. Nel desiderio di amarla tocca il fondo della sua coscienza seguendo la sua verità, tuttavia quando la piccola cresce e si allontana da lei, considerandola l´artefice di tanto dolore, Joan si accorge dell´amore che prova.Capisce così che la verità, che ha dovuto affrontare nella sua dura trasparenza, è servita a una sua crescita personale e non a provare un sentimento che era in realtà già nato e si nascondeva sotto la coperta dei limiti, i limiti della mente umana, quei limiti su cui l´amore vero trionfa sempre. Antonio Mocciola “Le vie nascoste” - Per due anni la rubrica “Italia remota”, su “Il Brigante”, ha condotto i lettori in lungo e largo per la penisola raccontando di paesi abbandonati, svuotati da una guerra, da una frana, da un’epidemia, da un’inondazione, o semplicemente dall’emigrazione, che negli anni sessanta ha assestato il colpo di grazia a centinaia di abitati del Mezzogiorno d’Italia. Dal 5 luglio esce “Le Vie Nascoste” – Tracce di Italia Remota“, per la Giammarino Editore, un libro che raccoglie tutti i frammenti di quell’Italia che non c’è più, e che Antonio Mocciola, giornalista pubblicista, amorosamente raccoglie e descrive. Com’è nata l’idea di scrivere “Le vie nascoste – Tracce di Italia remota”, un libro su paesi dimenticati, disabitati o che ospitano ancora pochissimi abitanti? E’ nata dalla mia passione, ormai ventennale, per i posti “fuori rotta”, che visito regolarmente da solo, o più raramente in compagnia. Quelli disabitati sono particolarmente commoventi. Lei ha già pubblicato una raccolta di racconti dal titolo “La sottrazione”, in questo libro i lettori troveranno sapori tipici del romanzo? Forse in parte si, alla fine sono sempre io… I racconti de “La sottrazione” scandagliano i lati più oscuri dell’anima umana, o almeno ci provano. “Le vie nascoste” sono quelle che passano accanto alle strade principali, e magari sono malamente segnalate. Eppure, proprio come i personaggi del mio libro precedente, possono essere affascinanti in modo diverso. Se Amalfi è la luce, Roscigno può essere la sua ombra. Io amo entrambi i colori, anzi preferisco il colore dell’ombra. Ha più sfumature… In un contesto sociale in cui l’esotico e il mito della città estera sono imperanti, quanto valore può ancora avere la scoperta e la riscoperta di uno stralcio d’Italia così inedito? Può avere un’enorme valore, soprattutto perché la mia speranza è quella di una rinascita, almeno parziale, della nobiltà perduta. Il mio è un grido d’allarme che invoca rispetto, recupero e amore per un’Italia che se ne va, e che tra qualche anno resterà solo nei ricordi. Anche un piccolo libro come questo può aiutare. Quali sono le difficoltà che devono affrontare ogni giorno gli abitanti delle città dimenticate, che non vogliono abbandonare, per affetto, il luogo in cui vivono? Le difficoltà sono enormi, uno stillicidio quotidiano. Si deve essere poeti per amare questi posti, ma solo restando poche ore. In realtà la prova più dura è proprio per il visitatore occasionale. Il cellulare non ha campo, il pc non ha rete, sei costretto a pensare, ad accorgerti che sei solo in questo universo. Non è per tutti. Ma può essere anche esaltante. Dipende dalla tua essenza. Il fascino del luogo dimenticato ha già permesso l’uscita di alcune pubblicazioni sull’argomento: cosa c’è di più ne “Le vie nascoste”? La cosiddetta “Italia Minore” è stata più volte scandagliata, anche ottimamente. Ma qui si parla di paesi abbandonati, di città fantasma, addirittura di poche pietre talvolta. Nessuno ha mai osato raccontarne, che io sappia. E’ in programma un secondo volume che prenda in esami altri paesi dimenticati dell’Italia o del mondo? Perché no, i posti abbandonati sono tantissimi, specie al Sud. Ho in progetto un mediometraggio con l’attore Gianni Del Monte, in cui il protagonista assoluto è il paese lucano di Craco. Un vero e proprio simbolo dell’Italia perduta, quella che ha più bisogno di essere amata. Antimo Pappadia “A Napoli tutti hanno un soprannome” - Nel libro “A Napoli tutti hanno un soprannome!”(sottotitolo “Personaggi e fatti partenopei raccontati da uno scrittore napoletano”), scritto da Antimo Pappadia, edito dal gruppo Albatros, vi sono scene difficili da immaginare senza conoscere il capoluogo campano. Personaggi e situazioni che sono la tela e i colori di una città sempre troppo difficile da raccontare, da disegnare, senza cadere nell’ovvio, nella esagerazione. A Napoli, è vero, il soprannome fa parte della caratterizzazione linguistica; si pensi che perfino a un Re ne affibbiarono uno: Re nasone. Insomma è una sorta di informazione anagrafica aggiuntiva. E intorno al soprannome si srotola la narrazione di Pappadia, piena dell’ironia e dell’ottimismo tipicamente partenopei. Antonio ‘o Luongo, Clementina ‘a bionda, ‘O Milord. Nomi e soprannomi che rappresentano ampie fette di popolazione, un intero tessuto sociale. Concetta detta Rider, ‘o Mallard, ‘O nonno. Quest’ultimo è il protagonista della parte finale del libro, una parte attraverso la quale, a mio modesto avviso, si riesce a conoscere e a comprendere molto di un popolo tanto complesso e vario come quello napoletano. Che ha basato gran parte della sua sopravvivenza, ad esempio, su un istituto che Pappadia nel suo libro chiama “sistema del mutuo soccorso”. Al di là delle situazioni divertenti che vengono narrate, a rendere maggiormente gradevole questo libro sono sicuramente la leggerezza e la spontaneità nella scrittura: caratteristiche che consentono una lettura rilassante. Mariagrazia Poggiagliolmi “Sex and Naples” - Mariagrazia Poggiagliolmi, nata a Napoli, laureata in lettere moderne con una tesi su “La terza pagina del Mattino”, è giornalista e ballerina professionista. Inizialmente scrive per il Corriere dell’Università, poi si trasferisce a Roma dove per due anni si specializza in giornalismo. Nella capitale muove presto anche i primi passi nella televisione. Rientrata a Napoli, dopo uno stage al quotidiano Il Roma, comincia a scrivere per la pagina di spettacolo e costume. Il libro: Da New York di Sex and the city si passa alla ridente e solare Napoli ed al posto di Samantha, Charlotte e Miranda arrivano le amiche di una “Carrie” tutta napoletana. Un viaggio divertente e frizzante nell’infuocato mondo dell’eros, tra vizi e stravizi di uomini e donne di oggi, sotto e sopra le lenzuola. Rivelazioni, confidenze piccanti, giochi d’amore, fusioni appassionate, in un tour dolce-amaro: dal tradimento all’avversione alla monogamia, dalla gelosia al corteggiamento doc, dall’egoismo a letto ai cibi hot, da “quello che non si dice, ma si vorrebbe…” a quello che “non si fa, ma si dovrebbe…”, dai desideri stravaganti, passionali, leciti e non della donna a quelli degli uomini, sarà un susseguirsi di solleticanti, e a volte davvero sorprendenti, curiosità. Quello che potrebbe sembrarvi assurdo, non lo è: è solo la realtà che in alcuni casi si fonde completamente con il paradossale. La prefazione del libro è del Direttore del quotidiano Roma, Antonio Sasso: “Se scorriamo appena i vari capitoli, che spaziano nello sconfinato mondo delle passioni ci accorgiamo che l’autrice ha saputo scandagliare ogni angolo dell’animo, dandoci le risposte più originali e intelligenti, di tale pregnante sincerità da farci risaltare subito l’abisso che c’è tra chi inventa e chi invece racconta e descrive la vita in tutte le sue più nascoste sfaccettature e verità”. Vincenzo Torella “Segni sulla pelle” - Attratto fin da piccolissimo da ogni forma d’arte e dotato di una spiccata creatività, Vincenzo Torella scrive la sua prima favola all’età di otto anni. Durante l’adolescenza si dedica alla stesura di poesie e di romanzi brevi, uno dei quali pubblicato in un’antologia di autori esordienti. Gestisce più tardi vari blog in internet, che ogni volta raccolgono un folto numero di lettori. Si definisce uno qualunque, un ragazzo che preferisce passare inosservato ed entrare in punta di piedi nelle vite altrui. Adora il vento e l’autunno, data la sua timidezza ci si trova meglio. Si laurea in “Sociologia” e, a vent’anni dalla sua prima favola, termina “Segni sulla pelle”, un romanzo cominciato ben otto anni prima. Il Libro: “Sono stata tante di quelle persone. Una visionaria, una donna sposata, una ragazza fidanzata, una traditrice, una sognatrice, una depressa, un’immobile, una puttana, una viaggiatrice. Credo di essere stata anche fin troppe persone. Ho avuto tante di quelle vite. Ho percorso secoli come fossero pochi passi, perdendo continuamente cappelli”. Così scrive Vincenzo Torella, mentre ci prende per mano e ci guida in un lungo viaggio attraverso il tempo e l’amore. Un viaggio che si intitola Segni sulla pelle, un viaggio che è un romanzod’esordio appassionante e appassionato. Nel quale i protagonisti, e il lettore con essi, si muovono agilmente attraverso i secoli più svariati. I toni sono spesso forti. Come forte, fisica (e talvolta, persino crudele) è la tensione d’amore, che altro non è che una testarda ricerca della felicità. Quella che anima la protagonista femminile e la sorregge e la sostiene in ogni pagina del romanzo. Quella che a dispetto di sofferenze e delusioni – rende il nostro viaggio sempre degno di essere compiuto. Tutti gli incontri si svolgeranno nel Gazebo-festival, in Piazza Elena d’Aosta, San Giuseppe Vesuviano. Questa iniziativa è contro il sistema della camorra. Www.comune.sangiuseppevesuviano.na.it/    
   
   
“LA FAUNA ITTICA E I CORSI D’ACQUA DELL’UMBRIA” PRESENTATO VOLUME SU RISULTATI OLTRE VENTI ANNI STUDI  
 
Perugia, 21 ottobre 2010 – “Abbiamo voluto valorizzare e far conoscere i dati raccolti dalla Regione sulla fauna ittica umbra e sullo stato di salute dei corsi d’acqua in cui vive, con l’obiettivo di promuovere e diffondere il rispetto, l’amore e la tutela di questo straordinario patrimonio naturale, elemento costitutivo dell’identità dell’Umbria”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca Fernanda Cecchini, nel corso dell’incontro che si è svolto ieri a Perugia per presentare il volume “La fauna ittica e i corsi d’acqua dell’Umbria”. All’incontro ha preso parte, tra gli altri, l’assessore alla Pesca della Provincia di Terni, Filippo Beco. La pubblicazione raccoglie, sintetizza e rielabora i dati rilevati dal 1999 al 2004, periodo in cui sono stati monitorati 93 corsi d’acqua, con 177 stazioni di campionamento, e sono stati catturati, classificati e misurati 94655 pesci. Più in generale, sintetizza le conoscenze di oltre venti anni di studi, dal 1986 al 2009, rilevate dalla Carta ittica dell’Umbria, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione nel tempo delle comunità ittiche e degli ambienti acquatici, frutto della collaborazione tra Regione, Province di Perugia e Terni e Università degli studi di Perugia. “Con il supporto scientifico della Carta ittica – ha detto l’assessore Cecchini – la Regione sta predisponendo atti e interventi per la nuova programmazione regionale in materia di salvaguardia degli ecosistemi e di esercizio della pesca, professionale e sportiva, che dovrà cogliere le sfide più avanzate per la tutela e valorizzazione ambientale e per lo sviluppo economico del settore”. Il volume è stato realizzato da un gruppo di lavoro composto da Lucia Ghetti, della Regione Umbria, Mauro Natali e Romano Dolciami della Provincia di Perugia, Paolo Viali e Antonella Carosi della Provincia di Terni, Massimo Lorenzoni e Gianni Pedicillo dell’Università di Perugia. “I risultati del monitoraggio ittico e ambientale e il confronto con gli anni precedenti – ha sottolineato Lucia Ghetti - evidenziando le modificazioni delle comunità ittiche che popolano i fiumi umbri, per la loro attendibilità e precisione, rappresentano un patrimonio di altissimo valore scientifico, soprattutto oggi che i pesci sono stati riconosciuti come indicatori dello stato di salute dei corsi d’acqua. I continui aggiornamenti dei monitoraggi consentono di verificare il conseguimento degli obiettivi di tutela, conservazione e valorizzazione della biodiversità negli ambienti acquatici”. Sono 36 le specie ittiche rilevate in Umbria, soltanto 14 delle quali autoctone. La specie più diffusa è la rovella, censita in oltre il 63% delle stazioni di campionamento, seguita dal barbo tiberino (60,19%), dal cavedano comune (57,64%), dalla trota fario (46,50%) e dal vairone (45,54%).In particolare, la rovella è presente soprattutto nel bacino del Nestore (84,85%); il barbo tiberino e il cavedano comune sono le specie più diffuse nel bacino del Tevere (79,81%), mentre la trota fario rappresenta la specie più diffusa nel bacino del Nera (92% delle stazioni indagate). Dalla Carta ittica si osserva un notevole incremento di presenze delle specie esotiche. Attualmente risultano maggiormente diffuse l’alborella (29,94%), la lasca (25,80%) e il carassio dorato (21,97%), specie introdotte da anni e che si sono acclimatate nella maggior parte dei corsi d’acqua. Nel corso degli ultimi anni si è diffusa anche la pseudorasbora (12,10%), in particolare nei bacini del Nestore e del Paglia. È valutato come “preoccupante” il dato relativo alla frequenza del barbo del Danubio (7,01%) e del gobione (5,10%), in rapida espansione soprattutto nel bacino del Tevere. I risultati della ricerca dimostrano che l’azione combinata di inquinamento e introduzione delle specie esotiche ha comportato un progressivo impatto sulle specie indigene, causando una progressiva diminuzione. Le specie esotiche, invece, “si avvantaggiano di una situazione di degrado ambientale, in quanto generalmente contraddistinte da un’ampia valenza ecologica e da una maggiore tolleranza rispetto alle specie autoctone”. Per quanto riguarda l’integrità qualitativa delle acque, risulta più elevata nei settori fluviali montani e pedemontani, caratteristici dei corsi d’acqua di piccole e medie dimensioni. In particolare, i “piccoli corsi d’acqua localizzati nel settore pedemontano del bacino del Tevere costituiscono una zona rifugio per le comunità ittiche indigene, che in molti casi si presentano ancora inalterate”. Ambienti “che possono giocare un ruolo fondamentale per il mantenimento della biodiversità e andrebbero fortemente preservati”. Nei tratti fluviali in pianura, le pratiche gestionali “dovrebbero essere maggiormente indirizzate al controllo delle specie esotiche già esistenti e al risanamento delle condizioni ambientali – si sottolinea - avendo come obiettivi principali il miglioramento della qualità dell’acqua e il ripristino degli habitat naturali”. Il volume, suddiviso in cinque parti, si apre con la descrizione dei sistemi acquatici. Nella seconda parte si occupa della gestione della fauna ittica, affrontando il problema dei ripopolamenti, della conservazione e valorizzazione delle specie autoctone e della gestione delle specie esotiche. La terza parte costituisce una preziosa e originale descrizione delle caratteristiche ambientali e ittiche dei fiumi e corsi d’acqua dell’Umbria. La quarta parte sintetizza i risultati del monitoraggio ittico e ambientale effettuato dal 1999 al 2004 e li confronta con quelli del decennio precedente. Per gli appassionati di pesci, infine, la sezione “Schede” offre una “carta d’identità” delle 36 specie rilevate dalla carta ittica. Uno degli aspetti affrontati in questa sezione è quello della preoccupante diffusione delle specie alloctone, nei confronti della quale si ritiene urgente sensibilizzare e coinvolgere anche i pescatori. Per ogni specie vengono inoltre segnalate “curiosità”, che possono riguardare particolari aspetti della biologia della specie, le modalità di pesca più diffuse o l’eventuale interesse dal punto di vista gastronomico. Per chi desidera approfondire, all’interno del volume, alcuni box offrono un approfondimento di alcuni aspetti più tecnici, mentre nel dvd allegato al volume è disponibile la versione integrale degli studi, con tutti gli approfondimenti scientifici.  
   
   
“SULLE STRADE DI RODARI”, UN OMAGGIO A GIANNI RODARI  
 
Udine, 21 ottobre 2010 - “Sulle strade di Rodari”. E’ questo il titolo del vasto ed articolato progetto, rivolto ai bambini ma anche agli adulti, ideato dalla cooperativa Damatrà, in collaborazione con 60 biblioteche della regione, l’Associazione 0432, la libreria La Pecora Nera, la Cooperativa Giannino Stoppani di Bologna e con la gentile partecipazione del professor Livio Sossi, docente di Letteratura per l’infanzia dell’Università di Udine – facoltà di scienze della formazione, con l’obiettivo di rendere omaggio a Gianni Rodari. Il 2010, infatti, è l’anno delle ricorrenze per questo grande scrittore: 90 anni dalla nascita (23 ottobre 1920, ad Omegna), 30 anni dalla morte (14 aprile 1980, a Roma), e 40 dall’anno in cui Rodari vince il massimo premio internazionale di letteratura infantile, il Premio Andersen (Fiera di Bologna – 3/6 aprile 1970). Cominciò la sua avventura con i bambini facendo il maestro elementare. Alla scrittura per l’infanzia arrivò quasi per caso, ma i suoi libri hanno contribuito a cambiare la storia della letteratura per ragazzi. E’ lui a far irrompere l’immaginazione e la fantasia nei libri per i bambini, svincolandoli dall’intento moraleggiante e pedagogico, senza mai rinunciare a far divertire e a far pensare allo stesso tempo. “Non penso mai prima alla morale: se c’è, la morale verrà fuori da sola, e, anche se il lettore non la vedrà, essa andrà ad abitare dentro di lui e gli farà un po’ di compagnia”. E proprio attorno alla sua figura, alle sue opere che è nato l’innovativo progetto “Sulle strade di Rodari”, che, per la prima volta, unisce attorno ad una metodologia, ad una proposta di promozione della lettura, biblioteche di tutto il territorio regionale, insegnanti, educatori, professionisti, operatori sociali e culturali. L’insieme del programma, caratterizzato appunto per la sua diffusione territoriale, si articola in cicli di letture nelle scuole e nelle biblioteche, in viaggi speciali in treni e autobus rodariani, spettacoli teatrali e seminari tematici di riflessione sulle suggestioni letterarie e fantastiche di Rodari, e si concluderà a maggio 2011. Attraverso queste attività i partecipanti potranno vivere in prima persona l’esperienza della lettura “ad alta voce e in comunità”, proprio come piaceva a Gianni, entrando nell’universo della parola alla ricerca di quell’istante di meraviglia e di quello spazio incantato che un approccio giocoso al libro sa aprire. “Il 2010 – spiega Mara Fabro della Cooperativa Damatrà- è l’anno rodariano. Non abbiamo voluto perdere l’occasione di coordinare e dare visibilità alle azioni che quotidianamente danno valore al nostro lavoro di bibliotecari, librari, alunni, insegnanti, lettori. Per farlo vorremmo seguire la strada della vita raccontata: andare a cercare l’uomo, la sua voce, la sua storia, gli amici, gli eventi della sua storia personale, intrecciandoli con le storie che ha inventato. Più che una biografia, è come il sasso buttato nello stagno citato nella sua Grammatica della Fantasia. Rodari con il suo scrivere invita i bambini a usare le parole in maniera creativa e espressiva, e questo è un incitamento ad appropriarsi della realtà per essere fautori di cambiamento. Non ha mai considerato i bambini attori passivi, ma soggetti attivi nell’immaginare i mondi e i futuri. Il suo non è quindi uno scrivere per scrivere, ma per immaginare il cambiamento e in questo modo renderlo possibile”. Dopo l’anteprima del progetto che ha riscosso un grande successo al Festival Grado Giallo, l’inaugurazione ufficiale è fissata simbolicamente per sabato 23 ottobre, giorno in cui Rodari avrebbe compiuto 90 anni, a San Vito al Tagliamento, con il reading musicale dedicato ai bambini e alle famiglie “Alfabeto Rodari” dell’attore milanese Roberto Anglisani, accompagnato dalle note di Francesco Bertolini , affermato musicista friulano (due le repliche per le scuole: 22 ottobre a Tricesimo; 25 ottobre San Giovanni al Natisone). Da qui Damatrà, come il celebre ragionier Bianchi di Varese protagonista delle Favole al telefono, partirà per un lungo viaggio immaginato dentro l’opera rodariana e attraverso le 60 biblioteche che hanno aderito al progetto, incontrando centinaia di bambini delle scuole primarie e sperimentando la nuova metodologia del laboratorio biografico. Ma i viaggi saranno anche reali sulle ruote del Filobus n.75 che, grazie alla collaborazione dell’associazione 0432, viaggerà tra le biblioteche creando occasioni di scambio e conoscenza. Grazie al sostegno di Saf Autoservizi Fvg il Filobus n.75 sarà anche una corriera speciale che girerà le strade della nostra regione sfoggiando un abito fatto delle storie di Gianni Rodari accompagnate dalle celebri illustrazioni di Bruno Munari per gentile concessione delle case editrici Corraini, Edizioni El, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni.  
   
   
INCONTRI DI LETTURA… A VOCE ALTA IV EDIZIONE NAPOLI, 21, 22 E 23 OTTOBRE 2010 MUSEO DIEGO ARAGONA PIGNATELLI CORTES DI VILLA PIGNATELLI – CENTRO CONGRESSI UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II  
 
Napoli, 21 ottobre 2010 - Tre giorni ed oltre trenta letture di prosa, poesia, opere d’arte e video con autori emergenti, grandi interpreti e una sezione interamente dedicata ai bambini e ai più giovani. Leggeranno a voce alta Elena Sofia Ricci, Lella Costa, Benedetta Tobagi, Marco Baliani, Joumana Haddad. Tema di questa quarta edizione: I sensi. Giovedì 21 ottobre alle ore 17 al Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes si inaugura la quarta edizione degli Incontri di lettura…a voce alta, la rassegna di lettura ideata e promossa dall’Associazione Culturale Soup e dall’Associazione Culturale A voce alta in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Napoletano e l’Università degli Sudi di Napoli Federico Ii. Tre giorni – dal 21 al 23 ottobre - di letture di prosa e poesia, confronti, incontri con gli autori e con interpreti d’eccezione. Il tema prescelto per questa edizione è: I sensi. Dopo “Il tempo e la memoria”, “Il sogno”, “la menzogna”, la rassegna 2010 si concentra su un tema intrigante e dalle infinite interpretazioni coinvolgendo innanzitutto i giovani chiamati a leggere e indicare il testo più vicino al tema prescelto. Ancora una volta le sezioni della manifestazione sono molteplici e pensate per approfondire nell’accezione più ampia il significato e il fascino della lettura: dal testo scritto alla pellicola cinematografica, dallo spartito musicale all’opera d’arte. Tra gli ospiti di questa edizione: Elena Sofia Ricci, Lella Costa, Benedetta Tobagi, Marco Baliani, Joumana Haddad. Il Programma Delle Tre Giornate: giovedì 21 ottobre museo diego aragona pignatelli cortes; ore 17.00 I sensi nella letteratura: Matteo Palumbo; ore 18,30 la pagina più amata: la voce dei lettori; ore 19.30 la poesia: Marco Baliani. Venerdì 22 ottobre museo diego aragona pignatelli cortes: ore 9,00 la pagina più amata. Concorso reading per gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori in collaborazione con la Fondazione Premio Napoli. Ore 10,00 i bambini e la lettura, i Sensi nelle favole: Mauro Giancaspro. Ore 17,00 la pagina più amata: la voce dei lettori. Ore 17,30 gli autori: Benedetta Tobagi. Ore 19,30 gli interpreti: Lella Costa. Sabato 23 ottobre centro congressi università federico Ii: ore 10,30 la pagina più amata: la voce dei lettori; ore 11,30 l’arte: I sensi in Caravaggio: Arturo Fittipaldi ; ore 17,30 gli autori: Joumana Haddad intervistata da Margherita Spampinato letture di Patrizia Di Martino. Violoncellista Chiara Mallozzi. Ore 18,30 la pagina più amata: la voce dei lettori; ore 19,30 gli interpreti: Elena Sofia Ricci; ore 20,30 il cinema: Massimo Andrei presenta un video sui sensi. Gli studenti napoletani che partecipano al concorso reading nella mattinata del 22 ottobre sono chiamati ad una ulteriore sfida : ricercare il tema di quest´anno, i cinque sensi, tra le pagine dei libri selezionati dal Premio Napoli, nell´ambito del concorso reading a loro dedicato. Una sinergia con la Fondazione Premio Napoli per moltiplicare le attenzioni, in tempi di tagli alla cultura, verso la promozione dei libri e della lettura. Sede degli incontri sono il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes di Villa Pignatelli e il centro congressi dell’Università Federico Ii. L’ingresso agli incontri è gratuito. Gli Incontri Saranno Trasmessi In Diretta Dalla Web Tv Della Rassegna Sul Sito www.Incontridiletturavocealta.it/    
   
   
IL MIBAC ALLA VI EDIZIONE DI LU.BE.C. DIGITAL TECHNOLOGY BENI CULTURALI ED ECONOMIA: GLI STRUMENTI PER CRESCERE INSIEME  
 
 Roma, 21 ottobre 2010 - Oggi, Antonia P. Recchia, Direttore Generale per l’organizzazione, innovazione, bilancio e personale (Dg Oagip) coglie l’occasione dell’appuntamento di Lubec per illustrare due rilevanti progetti di ricerca voluti dal Mibac: durante la sessione plenaria (ore 11.00) con la relazione “Beni culturali ed economia: gli strumenti per crescere insieme” illustrerà lo studio recentemente prodotto da Unioncamere - tramite l’Istituto Guglielmo Tagliacarne. L’obiettivo dello studio, fortemente voluto dal Ministero, era di dimostrare che esiste in Italia una vera e propria filiera produttiva connessa al patrimonio e alle attività culturali, insomma alla cultura, corrispondente ad una serie di attività, prodotti, lavori, servizi, il cui ciclo andava perimetrato e valorizzato, al di là delle affermazioni e consapevolezze convenzionali sul valore del patrimonio culturale come asset del sistema Italia in termini di immagine e di attrattività. “Poter documentare i grandi numeri del sistema produttivo che ruota intorno al patrimonio culturale è necessario per dimostrare che le somme impegnate per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio stesso sono degli investimenti e non dei costi per la finanza pubblica” afferma Antonia Recchia. I risultati dello studio, realizzato con l’utilizzo di modelli econometrici rigorosi, documentano che il sistema economico delle attività collegate al patrimonio e alle attività culturali crea un valore aggiunto di 167 miliardi di euro e una occupazione di oltre 3,8 milioni di unità (al 2006). Il nucleo ristretto all’esclusivo intervento sui beni e le attività culturali sviluppa valori superiori al 10% di quelli più generali. Sono dimensioni economiche di tutto rispetto, che devono concorrere a fornire supporto decisionale anche in periodi congiunturali assai critici come quello attuale. L’amministrazione pubblica fa tesoro di questi dati, adeguando al meglio, pur in un contesto di drastiche restrizioni di bilancio, la propria progettualità e la qualità dei sevizi erogati. La progettualità si è incentrata su tematiche di particolare rilevanza che concernono il controllo territoriale, ambientale, locale, la sicurezza, la conservazione, l’organizzazione e i sistemi innovativi di fruizione, la diffusione territoriale. Senza trascurare obiettivi di supporto come l’internalizzazione di capacità, competenze,miglioramenti nella gestione: si va dall’aumento dell’efficienza in un quadro di maggiore economicità alla maggiore qualità ed efficacia nei servizi erogati, sia amministrativi che culturali; dall’innovazione nei sistemi della conoscenza e della conservazione al rafforzamento delle strutture e delle relazioni territoriali correlato all’identificazione di ruoli più efficaci e di riferimento nazionale per le strutture centrali. Durante la sessione pomeridiana (14.30 - 18.00) in “Professionalità per la gestione dei beni culturali, formazione e competenze” il direttore Recchia evidenzierà i risultati emersi dall’indagine effettuata tramite Promo P.a. Relativi alle professionalità coinvolte nella gestione dei beni culturali, con particolare attenzione volta agli enti locali. L’obiettivo del Ministero è, infatti, contribuire a delineare il quadro dei fabbisogni professionali del comparto allargato connesso alla gestione del patrimonio e delle attività culturali, al fine di fornire elementi conoscitivi utili ai soggetti competenti per la definizione di offerte formative coerenti con il mercato del lavoro.  
   
   
“LA VITA DEL TEATRO IN EPOCA FASCISTA FRA COPIONI PRESENTATI ALLA CENSURA, RIVISTE SPECIALIZZATE, PROGRAMMAZIONE TEATRALE E RADIOFONICA” PRESENTAZIONE DELLA BANCA ON-LINE  
 
Roma, 21 ottobre 2010 - Venerdì 22 ottobre 2010 alle ore 17.00, nella sede della Quadriennale di Roma, verrà presentata la banca dati on-line su “La vita del teatro in epoca fascista”. Alla presenza di Gino Agnese, Presidente della Quadriennale di Roma, Luciano Scala, Direttore generale per gli Archivi e Roberto Nicolai, Preside della Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università di Roma “Sapienza”, il progetto della banca dati verrà illustrato dalle curatrici - Patrizia Ferrara per la Direzione Generale per gli Archivi e Antonella Ottai per il Dipartimento di Storia dell’Arte e dello Spettacolo-sezione Spettacolo (ex Dipartimento di Arti e Scienze dello Spettacolo) - nelle sue diverse fasi di sviluppo. Alla base del progetto una convenzione del 2007 fra Dga e Dass, con lo scopo di rielaborare e fondere due data base preesistenti, riguardanti le rappresentazioni teatrali e le trasmissioni radiofoniche di commedie e drammi del periodo fascista: quello conservato dall’Archivio Centrale dello Stato (Acs), relativo ai copioni sottoposti al nulla osta presenti nell’archivio dell’Ufficio Censura Teatrale del Ministero della cultura popolare (circa 13.000 per il periodo 1931-1944), e quello del Dipartimento di Storia dell’Arte e Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza”, inerente ai dati tratti dallo spoglio delle riviste “Il Dramma” e “Radiocorriere” e dal quotidiano “Il Messaggero”. Oltre a integrare le informazioni fornite dai due database originari, la banca dati on line offrirà molteplici prestazioni: d’ora in poi sarà possibile non solo acclarare la destinazione (teatrale o radiofonica) delle opere e date, luoghi o orari delle loro rappresentazioni o trasmissioni, ma anche reperire e incrociare i titoli dei lavori con i nomi degli autori, dei registi, dei riduttori, dei traduttori, dei musicisti, delle compagnie teatrali, degli attori (e viceversa). Si potrà inoltre accedere a biografie, sinossi, recensioni e saggi critici, nonchè all’iconografia (locandine, fotografie di scena, fotografie e caricature di attori e di autori) e a tavole sinottiche relative agli eventi politici, culturali, teatrali e cinematografici, in Italia e nel mondo, corrispondenti alle date di rappresentazione (o trasmissione) delle opere. Dopo la spiegazione delle varie fasi di sviluppo del progetto, durante la presentazione verranno illustrate le fonti e il funzionamento della banca dati e saranno infine tracciati i possibili sviluppi del progetto stesso, sia nella prospettiva della creazione di una banca immagini - frutto della auspicabile digitalizzazione dei testi dei copioni - che in quella di un ampliamento cronologico della banca dati fino agli anni Sessanta e all’era televisiva. A seguire, alla presenza di Lelia Mangano De Filippo, la consegna del Premio “Peppino De Filippo” alla migliore tesi di laurea sul teatro occidentale del ‘900 prodotta nell’ultimo triennio. Il premio, aperto ai venticinque Paesi dell’Unione Europea e giunto alla sua sesta edizione, è stato istituito dalla fondazione Peppino De Filippo in occasione del centenario della nascita di Peppino - del quale nella banca dati sono presenti i copioni dei testi presentati per il nulla osta - e cade quest’anno nel trentennale della morte del grande attore. Chiuderà la manifestazione una breve mise en espace della compagnia Circo Bordeaux basata su brani tratti dai testi censurati e dalla corrispondenza del censore Leopoldo Zurlo con gli autori, al termine della quale i presenti saranno invitati a partecipare al buffet. “La vita del teatro in epoca fascista fra copioni presentati alla censura, riviste specializzate, programmazione teatrale e radiofonica”  
   
   
TEATRO GIROLAMO MAGNANI DI FIDENZA: LEO NUCCI PROTAGONISTA DI UN ATTESO RECITAL VERDIANO IL GRANDE BARITONO INTERPRETERÀ ROMANZE DA CAMERA E CELEBRI ARIE D’OPERA, ACCOMPAGNATO AL PIANOFORTE DA PAOLO MARCARINI  
 
Parma, 21 ottobre 2010 - Sarà il grande Leo Nucci ad impreziosire l’intenso calendario del Festival Verdi con l’imperdibile appuntamento lirico al Teatro Girolamo Magnani di Fidenza, venerdì 22 ottobre 2010, alle ore 20.30. Il grande baritono affronterà varie romanze da camera e celebri arie d’opera verdiane, accompagnate al pianoforte dal Maestro Paolo Marcarini, che di Verdi proporrà inoltre brani tratti dal repertorio pianistico. Totalmente dedicato alle opere del compositore di Busseto, l’atteso recital di Leo Nucci riproporrà, a fianco di una raccolta di romanze da camera, la sua memorabile interpretazione di pagine tratte da Attila, I Vespri siciliani, Otello, oltre all’aria della morte di Macbeth, tratta dall’omonima opera, nella versione della prima stesura. Un programma concepito appositamente per il Festival Verdi. Nato a Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, Leo Nucci, ha studiato canto con Giuseppe Marchesi e si è successivamente perfezionato con Ottavio Bizzarri e Mario Bigazzi. Il suo debutto sulla scena lirica risale al 1967, al Teatro Sperimentale “A. Belli” di Spoleto come Figaro nel Barbiere di Siviglia di Rossini, lo stesso ruolo con il quale debutterà dieci anni dopo al Teatro alla Scala. Nel 1978 è chiamato alla Royal Opera House Covent Garden di Londra in Luisa Miller, riscuotendo consensi a livello internazionale. Oggi è considerato il maggior baritono in carriera e le sue interpretazioni, in particolare nel repertorio verdiano, sono considerate imprescindibile punto di riferimento per l’arte del belcanto. Da molti anni è chiamato a partecipare da protagonista sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma in numerose edizioni del Festival Verdi. Il Festival Verdi è realizzato dal Teatro Regio di Parma - soci fondatori Comune di Parma, Provincia di Parma, Fondazione Cariparma, Camera di Commercio di Parma, Fondazione Monte Parma - con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Major partner Fondazione Cariparma. Main sponsor Cariparma Crédit Agricole. Media partner Mediaset. Il Festival Verdi è realizzato anche grazie al sostegno e alla collaborazione di: Arcus, Reggio Parma Festival, Fondazione Prometeo, Fondazione Arturo Toscanini, iTeatri di Reggio Emilia, Comune di Busseto, Comune di Fidenza, Comune di Fontanellato, Comune di Fontevivo, Comune di Langhirano, Iren, Radio Italia, Ad, Parmaincoming.  
   
   
FRANCO BRANCIAROLI APRE IL CARTELLONE DI PROSA A CHIASSO CON EDIPO RE  
 
 Chiasso, 21 ottobre 2010 - Franco Branciaroli dà il via alla stagione di prosa del Cinema Teatro di Chiasso il 29 ottobre, Venerdì 29 ottobre 2010, ore 20.30 interpretando con la classe che lo contraddistingue la tragedia di Sofocle Edipo Re, per la regia di Antonio Calenda. Branciaroli diventa qui un “mostro a tre teste” in chiave moderna e freudiana, convogliando in sé i ruoli di Edipo, Giocasta e Tiresia, in un itinerario tra le ombre della psiche, tra luce e buio. Il regista Antonio Calenda, lavorando sull’originale, integra i principi teorici di studiosi quali Sigmund Freud e René Girard: disteso sul celebre lettino d’analisi il nostro protagonista ricostruisce e riscrive con parole di atroce verità la sua vita, individuando finalmente le radici del suo conflitto interiore. Il testo di Sofocle è presentato nella traduzione di Raul Montanari. Accanto a Franco Branciaroli, gli attori Giancarlo Cortesi, Emanuele Fortunati, Gianfranco Quero, Alfonso Veneroso, Livio Bisignano, Tino Calabrò, Angelo Campolo,filippo De Toro, Luca Fiorino, Luigi Rizzo. Le scene sono di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Stefano Nicolao. Musiche di Germano Mazzochetti e luci di Gigi Saccomandi. Edipo Re, Un Percorso Nella Coscienza, Dal Buio Alla Luce - «In un mondo smarrito, minaccioso, delle cui ombre sentiamo l´incombere», commenta il regista Antonio Calenda, «è stato emblematico rielaborare il percorso dal buio verso la chiarezza compiuto da Edipo: un percorso nella coscienza che allo stesso tempo è individuale, di intima analisi, e collettivo...In questo Edipo Re, abbiamo voluto tratteggiare il protagonista evocando echi di teoremi freudiani, un viaggio fra le ombre e l´ignoto della psiche: perciò nella nostra visione, in Edipo si condensano, quasi come in momenti di trance, più personaggi della tragedia - Edipo, Tiresia, Giocasta - a dimostrare che nella sua carne si convogliano tutte le radici della colpa. Le radici dell´incesto, del parricidio: canoni del senso di colpa che segnano la civiltà occidentale, su cui si è lavorato soprattutto nel Novecento, da Freud a Lacan, attraverso Guattari, Deleuze, per arrivare a René Girard, un filosofo contemporaneo che ha donato forti induzioni alla nostra interpretazione». Il progetto dello spettacolo si basa su una rilettura dell´originale sofocleo (scritto probabilmente nel 430 a.C.) integrato dai sunti teorici di diversi studiosi, in particolare di Freud e Girard. Freud riteneva che Edipo Re prefigurasse la metodologia della psicoanalisi. Ecco allora che Antonio Calenda evoca nello spettacolo la messa in scena di una ricerca, che ripercorre all´indietro il tempo, per riafferrare il senso vero e profondo di un passato che è stato frainteso. Edipo ci appare freudianamente disteso sul celebre lettino, mentre attraverso indizi disseminati nel suo vissuto, ricostruisce il proprio percorso esistenziale, individuando finalmente le radici del proprio conflitto interiore. René Girard ci illumina invece su certe dinamiche sociali e di gruppo. Gli individui, secondo questo antropologo e filosofo contemporaneo, tendono tutti a desiderare il medesimo oggetto e ciò genera rabbia e scontro. Per uscire da tali dinamiche di rivalità e di crisi, la comunità si unisce contro una vittima sacrificale, un capro espiatorio che, una volta immolato, sarà investito di sacralità. Edipo è un esempio emblematico di tale dinamica. Il sacrificio, l´espulsione dalla comunità, avviene dopo un lungo e sofferto itinerario di conoscenza. Un itinerario che nella messinscena si svolge fra sonno e veglia del protagonista, con il Coro che funge da ponte fra queste due dimensioni, un coro tutto maschile che fa da eco e da moderno, incisivo commento. "Edipo - spiega Branciaroli - è l´eroe tragico che non sa chi è: tutto gli casca addosso perché tutto è già avvenuto. Questa conoscenza di sé avviene attraverso il dolore. Infatti appena conosce Edipo diventa cieco: la cecità, come il dolore, nella cultura greca è strettamente legata alla conoscenza". L´intero spettacolo fonda la propria essenza sul concetto del "vedere": un leitmotiv che diventa paradosso nella conclusione della tragedia (l´accecamento di Edipo) ma che ritorna costantemente durante l´intera messinscena, anche sul piano delle immagini. La scena di Pier Paolo Bisleri cela e rivela personaggi dietro velati neri, una scatola, uno spazio quasi mentale in cui Edipo è rinchiuso, le luci di Gigi Saccomandi ribadiscono la dialettica fra chiarezza e mistero. Significativo l´apporto della traduzione di un autore contemporaneo quale Raul Montanari, che sviluppa la tragedia con precisione, senza retorica e con una forte aderenza a Sofocle. Franco Branciaroli Nato a Milano nel 1947, viene riconosciuto fin da giovanissimo come uno dei maggiori talenti del teatro italiano. Si diploma alla Civica Scuola del Piccolo Teatro di Milano e proprio al Piccolo fa la sua prima vera apparizione diretto da Patrice Chereau. Lavora con Aldo Trionfo al Teatro Stabile dell’Aquila e in seguito con Carmelo Bene. Partecipa al Laboratorio di Prato diretto da Luca Ronconi; lavora con Scaparro e Squarzina; dirige opere di Esenin, Calderon de la Barca, Ibsen. Oltre che in televisione, lavora al cinema con Michelangelo Antonioni e Tinto Brass. Importante anche il suo sodalizio con Giovanni Testori, di cui interpreta molti titoli. Intenso l’impegno shakespeariano, da attore e da regista, accanto a maestri come Giancarlo Sepe e Gabriele Lavia. Interpreta Medea di Euripide per la regia di Luca Ronconi, che, in un allestimento originalissimo in cui Branciaroli è la stessa Medea, viene presentato per oltre 200 repliche nei maggiori teatri italiani. Ancora con Ronconi partecipa al progetto Greci al Teatro di Siracusa dove è Prometeo nel Prometeo incatenato. E’ Galileo in Vita di Galileo di Brecht per la regia di Antonio Calenda. Partecipa ai film I Vicere di Roberto Faenza, con Alessandro Preziosi e Lando Buzzanca, e Bianco e nero, per la regia di Cristina Comencini. Tra i ruoli dell’ultimo biennio, un’originale reintepretazione della figura di Don Chisciotte, oltre naturalmente ad Edipo Re. Lo spettacolo è una coproduzione di: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro de Gli Incamminati, Teatro di Messina.  
   
   
IL CORPO ORGANICO, WORKSHOP DI TEATRO FISICO DAL 21 AL 25 OTTOBRE AL LIV .  
 
Bologna, 21 ottobre 2010 - Dal 21-25 ottobre il Liv, il centro di ricerca e formazione nelle arti performative del quartiere Reno, organizza il workshop di teatro fisico, Il corpo organico.All’interno del workshop i partecipanti apprenderanno alcune tecniche finalizzate a migliorare la presenza scenica e ad acquisire le basi per costruire un proprio training fisico e vocale. Il lavoro comprenderà elementi di coordinazione fisico-vocali, armonia, polifonia, drammaturgia del ritmo, acrobatica, azione e reazione, costruzione delle azioni fisiche e vocali, individuali e collettive. Il laboratorio mira, inoltre, ad amplificare le capacità d’ascolto in rapporto agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e dal gruppo attraverso esercizi individuali, a coppie e collettivi. Il workshop è anche finalizzato alla selezione di attori e danzatori per il progetto di alta formazione Laboratorio Instabili Vaganti, diretto dalla compagnia Instabili Vaganti e fondato su una continua attività di ricerca e sperimentazione teatrale e performativa. Il laboratorio sarà aperto a giovani artisti e a organizzatori e comprenderà oltre al lavoro di ricerca e di produzione artistica, le attività di gestione e di organizzazione di eventi all’interno del Liv, tutte le attività necessarie al percorso di apprendimento del mestiere dell’attore ed al funzionamento di una compagnia teatrale, compresi alcuni elementi tecnici come l’utilizzo di dimmer luci, mixer audio, videoproiettori, etc. Il fine è quello di formare un gruppo di artisti capaci di affiancare la compagnia in alcune produzioni e progetti internazionali ma anche di apprendere tutti gli aspetti organizzativi e gestionali di una compagnia teatrale professionista che opera a livello internazionale. Per info e iscrizioni: Liv centro di ricerca e formazione nelle arti performative Tel. 051/9911785 – 338/3712132 laboratori@instabilivaganti.Com  
   
   
BOLZANO: CON LA TORCIA ELETTRICA ALLA SCOPERTA DEL MUSEO ARCHEOLOGICO 21 E 22 OTTOBRE  
 
Bolzano, 20 ottobre 2010 - Particolare visita guidata giovedì 21 ottobre alle ore 19:30 al Museo Archeologico a Bolzano. Alla luce di una torcia i partecipanti scopriranno i reperti esposti. In lingua italiana, venerdì 22 ottobre replica in lingua tedesca. Sarà un raggio di luce a svelare ai partecipanti gli oggetti conservati nel Museo Archeologico immerso nel buio. Nell’affascinante atmosfera creata dai giochi di luci ed ombre, i partecipanti potranno osservare da vicino una selezione di reperti di diverse epoche. Il Museo Archeologico dell’Alto Adige di via Museo 43 a Bolzano offre questa speciale visita guidata giovedì 21 ottobre alle ore 19,30 in lingua italiana, e venerdì 22 ottobre alla stessa ora in lingua tedesca. Non è necessaria la prenotazione, basta presentarsi alla cassa del museo. La visita è compresa nel biglietto d´ingresso. Museo Archeologico dell’Alto Adige, via Museo 43, Bolzano tel. 0471 320100, web www.Iceman.it/  email museo@iceman.It  
   
   
LA MADONNA DEI POVERI DI SEMINARA. ARTE, CULTO E RESTAURO LU.BE.C. – DIGITAL TECHNOLOGY LUCCA – REAL COLLEGIO  
 
Lucca, 21 ottobre 2010 - La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria partecipa alla sesta edizione del Lu.be.c. Digital Technology, rassegna della innovazione applicata ai beni culturali, con il convegno tecnico La Madonna dei Poveri di Seminara. Arte,culto e restauro. Relazioneranno: Fabio De Chirico, soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria e Giuseppe Mantella, restauratore. L’incontro si terrà il 21 ottobre prossimo dalle ore 12.00 alle ore 13.30 a Lucca presso il Real Collegio. Il restauro della scultura raffigurante la Madonna dei Poveri di Seminara, condotto con l’utilizzo di sofisticate tecnologie, è stato preceduto da un’attenta campagna di indagini diagnostiche (raggi x, infrarossi, ultravioletti Xrf, sezioni stratigrafiche e carbonio14) che ha fornito una banca dati di grande interesse e dettato le linee guida dell’intervento. L’intervento conservativo ha restituito all’opera l’impostazione e l’equilibrio dei volumi originari, la bellezza del volto della Madonna e lo splendore del manto aureo della Vergine e del Bambino.  
   
   
“LUNGA VITA ALLA SCARPA”: ALLA TORRE DAL 22 OTTOBRE AL 28 NOVEMBRE A SAN MAURO PASCOLI LE OPERE DI PAOLA BABINI  
 
San Mauro Pascoli, 21 ottobre 2010 - “Lunga vita alla Scarpa”. È questo il titolo dell’esposizione protagonista della mostra ospitata alla Torre (sala delle Tinaie e delle Colonne), “Scarpe, arte e poesia del quotidiano”, che quest’anno dedicherà una monografica all’artista Paola Babini. La mostra, in programma dal 22 ottobre (inaugurazione ore 18,00) al 28 novembre, è organizzata dall’Associazione culturale Crac (Centro in Romagna Ricerca Arte Contemporanea) e da Sammauroindustria, in collaborazione con il Comune di San Mauro Pascoli, Coop Adriatica, del, Coinè, Zamagni Arredamenti, Federimpresa-confartigianato Forlìcesena, Cna Servizi Forlì-cesena, Locanda dei Fattori, Caffè Torlonia e il patrocinio della Provincia di Forlì–cesena e della Regione Emilia-romagna. Il taglio del nastro è in programma venerdì 22 ottobre alle 18,00. Come già anticipato, protagonista di questa edizione è Paola Babini, artista ravennate che negli anni si è completamente dedicata ad esplorare il senso profondo dell’oggetto scarpa, intrecciando indissolubilmente passato e presente, attraverso i ricordi, il vissuto personale e le fasi della vita incorporati nella calzatura. Per questa edizione sono state realizzate appositamente alcune grandi installazioni. Un catalogo documenterà il lavoro artistico di Paola Babini. Grazie all’importante contributo di Sammauroindustria, un’opera dell’artista andrà a far parte del fondo per il museo d’arte contemporanea sulla calzatura di San Mauro Pascoli. Per le scuole verranno realizzate visite guidate e laboratori didattico-creativi, il cui risultato verrà esposto presso la sede di Coop Adriatica, che collabora agli scopi sociali della manifestazione. Il progetto espositivo prosegue in “Esterno mostra”, dislocato sul territorio sammaurese presso Zamagni Arredamenti, con opere di Daniele Angelini, Rosa Banzi, Riccardo Righini, Loretta Zaganelli. La parte artistica della manifestazione è collegata con la visita agli outlet di prestigiose aziende calzaturiere che hanno sede nel territorio sammaurese (Calzaturificio Zamagni, Ggr, Pollini, Vicini), che collaborano al progetto, hanno ispirato, ed in alcuni casi ispirano, gli artisti nelle realizzazione delle loro opere ed installazioni. L’inaugurazione della mostra è in programma venerdì 22 ottobre alle 18,00 alla Torre alla presenza del Sindaco Miro Gori, del Presidente di Sammauroindustria Werther Colonna, e di Viviana Siviero che presenta Paola Babini.