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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Dicembre 2010
IL FUTURO È LUMINOSO PER I FARMACI ANTITUMORALI DERIVATI DAL PLATINO  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2010 - Un team di scienziati finanziati dall´Ue ha scoperto una terapia contro il cancro potenzialmente efficace che utilizza la luce blu per attivare un farmaco derivato dal platino. Oltre ad essere più potente rispetto alle altre medicine che si basano sul platino, la terapia attivata dalla luce potrebbe permettere ai medici di uccidere le cellule tumorali in modo più mirato. Le scoperte, effettuate da ricercatori nel Regno Unito, sono pubblicate nella rivista Angewandte Chemie. L´ue ha supportato il lavoro tramite il progetto Photoruacd ("Novel photodissociable ruthenium-based anticancer drugs"), una borsa intra-europea Marie Curie da 178.000 Eur erogata dal programma "Persone" del Settimo programma quadro (7° Pq). Il platino è un metallo prezioso già ampiamente usato nelle terapie contro il cancro, ad esempio nei farmaci cisplatino, carboplatino e oxaliplatino. L´attivazione di un farmaco derivato dal platino con la luce ("fotoattivazione") permetterebbe ai medici di attivare in modo selettivo il farmaco all´interno dei tumori. Questo ridurrebbe i danni ai tessuti sani circostanti, eviterebbe effetti collaterali e forse amplierebbe l´applicazione di farmaci derivati dal platino alle cellule tumorali che sono diventate farmaco resistenti, oltre che ad altri tipi di cancro. Scienziati presso l´Università di Warwick sono già riusciti a creare un complesso di platino che viene attivato dalla luce ultravioletta A (Uva). Tuttavia, secondo i ricercatori, questa lunghezza d´onda ristretta limiterebbe il suo uso in campo medico. In questo recente studio, il team di Warwick , assieme a colleghi del Ninewells Hospital a Dundee e dall´Università di Edimburgo, descrive un nuovo composto di platino che viene attivato da basse dosi di luce visibile blu o verde. Inoltre il complesso, il cui nome completo è trans-trans-trans-[Pt(n3)2(oh)2(py)2], è stabile, facile da lavorare e solubile in acqua, e quindi può essere disciolto ed eliminato dal corpo una volta usato. "Ciò che rende speciale il nostro complesso è che esso viene attivato non soltanto dalla luce ultravioletta, ma anche da basse dosi di luce blu o verde," ha spiegato Peter Sadler del Dipartimento di Chimica dell´Università di Warwick, che ha guidato la ricerca. "L´attivazione con la luce genera un potente composto citotossico che ha dimostrato di essere significativamente più efficace rispetto a trattamenti come il cisplatino." Il team sospetta che il suo nuovo trattamento potrebbe essere particolarmente promettente per la cura di cancri e di precancerosi in organi a parete sottile come la vescica e l´esofago. Test su cellule tumorali dell´esofago fatte crescere in laboratorio hanno mostrato che una volta attivato dalla luce blu, il composto è altamente efficace, e il team sta ora testando l´efficacia del composto su cellule tumorali delle ovaie e del fegato. "Questo composto potrebbe avere un impatto significativo sull´efficacia delle cure future contro il cancro. L´attivazione con la luce fornisce un enorme potere tossico a questo composto e permette anche di dirigere il trattamento in modo molto più preciso contro le cellule tumorali," ha commentato il professor Sadler. "Noi riteniamo che i complessi di platino fotoattivati renderanno possibile il trattamento di cancri che in precedenza non avevano reagito alla chemioterapia con gli altri complessi di platino. I tumori che hanno sviluppato una resistenza ai farmaci tradizionali derivati dal platino, potrebbero rispondere a questi complessi, e con minori effetti collaterali." I ricercatori stanno ora studiando lo sviluppo preclinico del loro trattamento. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Warwick: http://www.Warwick.ac.uk/  Angewandte Chemie: http://onlinelibrary.Wiley.com/journal/10.1002/issn1521-3757    
   
   
VENDOLA ALLA CONFERENZA STAMPA PER IL PREMIO NAZIONALE DELL´INNOVAZIONE LE MIGLIORI IDEE IMPRENDITORIALI NATE DALLA RICERCA SCIENTIFICA PROVENGONO DALLA PUGLIA.  
 
Bari, 14 dicembre 2010 - Al Pni 2010, Premio Nazionale per l’Innovazione giunto all’Viii edizione, tra gli oltre sessanta progetti di impresa in gara, selezionati dalle Start Cup regionali (le competizioni che ogni anno premiano i migliori piani di impresa innovativa), la Puglia ha trionfato aggiudicandosi il primo, il quarto ed il quinto posto. Il Pni 2010 è la più importante competizione nazionale per progetti di impresa ad alto contenuto innovativo nati in ambito universitario e degli enti pubblici di ricerca. In questa gara di enorme prestigio ha raggiunto il gradino più alto del podio “Amolab: Automatic Monitoring of Labor”, progetto presentato dal Cnr di Lecce e selezionato a suo tempo da una Start Cup del Cnr con il Sole 24 Ore, al quarto posto “Type One”, idea di una spin off (cioè da un’impresa proveniente da attività di ricerca) dell’Università del Salento scelta da Start Cup Puglia, la nostra competizione regionale (dove si classificò seconda), quinto posto per “Biofordrug” progetto presentato da una spin off dell’Università di Bari e selezionato da Start Cup Puglia (primo posto dell’edizione 2010), idea vincitrice anche del premio speciale offerto da Uk Trade&investment per l’internazionalizzazione del progetto innovativo. Guardare queste idee nel dettaglio è come fare un tuffo nella scienza che sarà. I progetti - Amolab del Cnr di Lecce, il progetto vincitore, è un dispositivo che permette di monitorare in modo non invasivo l’avanzamento del parto. Una vera rivoluzione che le mamme di ieri, di oggi e di domani, sottoposte in sala parto a tracciati e visite continue, avranno modo di apprezzare. Infatti non esisteva fino ad oggi alcun dispositivo in grado di misurare in modo obiettivo e soprattutto non invasivo i principali parametri relativi al parto di mamma e bambino. Amolab è un sistema che sfruttando le immagini ecografiche effettua tutte le rilevazioni necessarie dall’esterno del pube. Si serve infatti di ultrasuoni ed è in grado di misurare tutti gli indicatori di avanzamento del parto in modo automatico e oggettivo e quindi indipendente dalla sensibilità manuale dell’operatore. Riesce a misurare infatti svariati parametri, tra questi, la rotazione e la discesa della testa del feto, la posizione delle spalle, la dilatazione della cervice e le contrazioni uterine. Amolab si candida dunque a ridurre i rischi per la salute della gestante e del nascituro perché facilita la decisione dei medici mettendo a loro disposizione in tempo reale tutti gli indicatori di cui hanno bisogno. Una condizione tanto più importante se si pensa che gli errori di diagnosi sulla progressione del parto oscillano dal 50% all’80% anche da parte di medici esperti. Con questo dispositivo sarà ridotto il ricorso al cesareo che, con una media italiana del 38%, in alcune regioni arriva a raggiungere picchi di oltre il 60% dei casi. I brevetti di Amolab (uno nazionale e uno internazionale) sono già stati depositati ed esiste il prototipo. Adesso è indispensabile far conoscere la tecnologia e attrarre gli investimenti per arrivare al prodotto commerciale Con il quarto classificato Type One, progetto nato all’interno del Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, transitiamo in uno scenario che fino a qualche anno fa sarebbe sembrato fantascienza e invece appartiene ormai all’immediato futuro. Siamo nel campo dell’ingegneria tissutale. Il gruppo salentino ha elaborato un processo di estrazione del collagene da tessuti animali molto innovativo perché permette di estrarre collagene, utile sia alla cosmesi, sia alla preparazione di prodotti biomedici che servono a rigenerare tessuti umani come nervi recisi e ossa danneggiate da un trauma o dall’asportazione di tumori. Il test è già perfettamente riuscito negli animali. Se si asporta una frazione di nervo dietro la caviglia e si va ad inserire il medical device (dipositivo medico) all’interno di un tubicino collocato alle due estremità del nervo, il pezzo mancante si rigenera e il tubicino viene riassorbito. L’anno prossimo parte la sperimentazione sull’uomo già approvata dal comitato etico dell’ospedale San Raffaele di Milano. Il nuovo processo si applicherà al sistema nervoso centrale e periferico, alle ossa e alle cartilagini. Ma il collagene, che è la principale proteina del tessuto connettivo, è utilizzato anche per la preparazione dei cosmetici e nelle terapie anti-invecchiamento. Si calcola che la domanda di collagene andrà incontro ad un incremento esponenziale passando dai circa 165miliardi di euro nel 2007 ai 250miliardi del 2012 fino a raggiungere 370miliardi nel 2017. Per questo progetto che ha destato enorme interesse da parte delle case farmaceutiche, sono stati depositati già quattro brevetti, di cui tre al Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston (uno già registrato e due in fase di registrazione). Il progetto quinto classificato Biofordrug nato nella Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Bari si occupa di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e di patologie tumorali. L’idea imprenditoriale innovativa consiste nella progettazione e sintesi di radiofarmaci da utilizzare per una diagnosi precoce mediante la Pet. Recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato infatti che l’origine del processo neurodegenerativo dell’Alzheimer ha inizio circa 20 anni prima del manifestarsi dei sintomi e che questo è legato ad un’alterazione numerica e funzionale di una proteina, la glicoproteina-P (P-gp), che svolge un ruolo protettivo nel sistema nervoso centrale. Il progetto dell’Università di Bari ha sviluppato e sperimentato radiotraccianti Pet che permettono di monitorare e studiare, sin dall’inizio, l’attività e l’evoluzione di questa proteina. Il progetto acquista una particolare rilevanza perché il numero di malati di Alzheimer è in forte crescita ed il fenomeno è strettamente legato all’aumento della durata della vita. Se si riesce a fare una diagnosi precoce si ha più possibilità di intervenire per rallentare la progressione della malattia. Il progetto annovera sei brevetti internazionali e numerose pubblicazioni scientifiche. “Suggestioni scientifiche ma anche di grande impatto sulla qualità della vita”. Così il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha definito i tre progetti pugliesi vincitori del Premio Nazionale dell’Innovazione, “tre progetti che sono frutto – ha continuato Vendola – non soltanto dell’eccellenza dei gruppi di ricerca e dei ricercatori ma anche del lavoro ostinato che in questi anni la regione Puglia ha fatto perché l’innovazione fosse un sistema. Solo nel 2005 eravamo agli ultimi posti della classifica europea, eravamo tra regioni più arretrate in termini di investimenti per l’occupazione e la ricerca. Oggi invece noi con il lavoro svolto dall’Arti, con la capacità di far nascere nuove imprese e quindi di organizzare spin off e di mettere in rete il mondo accademico, il mondo della ricerca e quello economico, abbiamo accompagnato tanti laboratori ad essere protagonisti di una rete più grande della modernità e dell’incivilimento. Se ci fosse un patriottismo regionale e se si dovesse sbandierare la bandiera della regione Puglia, il giorno migliore sarebbe proprio questo, quando cioè la Puglia guadagna risultati di eccellenza nel campo dell’avanzamento tecnologico e scientifico”. Per la vice presidente e assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone “questi risultati sono la prova vera di politiche mirate. Possiamo dire che è stato questo governo regionale con la sua attenzione per la ricerca a spingere e accompagnare i progetti premiati al Pni 2010. Un impegno intenso che da solo però non è sufficiente. Adesso tocca al Governo nazionale fare la sua parte ed è indispensabile che anche le banche e le imprese programmino investimenti nell’innovazione. Sarebbe davvero fondamentale poter realizzare incubatori dove gli scienziati possano concretamente lavorare per gettare le basi del futuro. In un periodo in cui si parla di ripensare ai parametri che determinano un indicatore come il Pil, il peso della ricerca e dell’innovazione deve aumentare perché è questo il parametro del vero cambiamento”. “Tre compagini pugliesi tra le prime cinque classificate al Pni 2010 – ha aggiunto la presidente dell’Arti Giuliana Trisorio Liuzzi – sono il frutto di un impegno che parte da lontano. L’agenzia regionale per l’Innovazione ha gestito questo processo, dando corpo al progetto Ilo, un sistema coordinato di azioni a sostegno del trasferimento tecnologico, della nascita e del consolidamento di nuove imprese innovative. Di tale sistema è parte integrante la Start Cup Puglia, organizzata annualmente dall’Arti dal 2008, che ha lanciato a livello nazionale queste nuove figure di ricercatori/imprenditori”.  
   
   
TRE REGIONI ITALIANE INTERESSATE A FONDAZIONE FEGATO  
 
Trieste, 14 dicembre 2010 - Lombardia, Sicilia e Veneto sono fortemente interessate ad entrare a far parte della Fondazione italiana Fegato (Fif), creando i presupposti per la costituzione di un vero e proprio network dell´epatologia gestito dall´onlus creata nel 2008 a Trieste sulla base di un modello quasi paritario tra pubblico e privato. Al termine della visita del 10 dicembre alla struttura triestina, l´assessore alla Salute della Lombardia, Luciano Bresciani, ed i delegati tecnici siciliani e veneti hanno confermato al referente politico settoriale del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, una volontà già anticipata in occasione della presentazione della Fif avvenuta in sede di Commissione nazionale Salute. La Fondazione italiana Fegato, di cui la Regione Friuli Venezia Giulia è tra i soci fondatori, è operativa a livello internazionale in una decina di Paesi (compresi Argentina, Messico, Indonesia ed Egitto) e, grazie al Centro studi ed al Centro clinico fegato collocati nel capoluogo giuliano tra Area Science Park ed Ospedale di Cattinara, è riconosciuta quale punto di riferimento assoluto per le patologie del fegato. Bresciani e Kosic hanno sostenuto l´utilità e la necessità di una Macroregione dello sviluppo sanitario, caratterizzata nei fatti da una costante collaborazione su tematiche di interesse comune e da una visione extraregionale che contribuisca a creare una fondamentale massa critica. A questo proposito, nelle vesti di presidente del Comitato 2 Salute e Politiche sociali dell´Are (Assemblea Regioni d´Europa), l´assessore del Friuli Venezia Giulia vorrebbe raccogliere una serie di proposte condivise già in funzione della prossima riunione del Presidium Are (21 gennaio a Parigi), avviando in questo modo un percorso propositivo nei confronti della Commissione europea. Nel frattempo, dopo la visita di Lombardia, Veneto e Sicilia, il direttore scientifico della Fondazione italiana Fegato, Claudio Tiribocchi, confida di centrare entro i prossimi sei mesi l´importante obiettivo di allargare gli orizzonti nazionali dell´eccellenza epatologica triestina, garantendo nuovi punti di riferimento clinici, convenzioni per i borsisti e, di conseguenza, opportunità di crescita per i giovani. Allo stato attuale, i centri della Fif valutano e curano oltre 6 mila pazienti, numero che potrebbe crescere proporzionalmente nel caso altre Regioni italiane dovessero entrare a far parte della Fondazione.  
   
   
I CANI AIUTANO I RICERCATORI A CAPIRE UNA RARA PATOLOGIA RESPIRATORIA DELL´UOMO DI ORIGINE GENETICA  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2010 - Studiando i cani, alcuni scienziati finanziati dall´Ue hanno scoperto un nuovo gene che innesca la discinesia ciliare primaria (Dcp), una rara malattia respiratoria genetica riscontrata sia negli uomini sia nei canidi. Presentata sulla rivista Nature Genetics, la ricerca è stata in parte finanziata nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. I ricercatori affermano che i risultati dello studio aprono nuove possibilità per lo studio di nuovo terapie per la cura della Dcp nel modello canino e illustrano in che modo i cani possono aiutare gli esperti del settore medico a fare luce sulle patologie genetiche negli umani. Nello specifico la scoperta è stata effettuata dal progetto Lupa ("Unravelling the molecular basis of common complex human disorders using the dog as a model system"), che ha ricevuto un finanziamento di 12 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del 7° Pq. Lo studio è stato sostenuto anche da altri due progetti finanziati dal 7° Pq: Eucilia e Syscilia. Eucilia ("Pathophysiology of rare diseases due to ciliary dysfunction: nephronophthisis, oral-facial-digital type 1 and bardet-biedl syndromes´) ha ricevuto un finanziamento di 2,93 milioni di euro, mentre a Syscilia ("A systems biology approach to dissect cilia function and its disruption in human genetic disease") sono stati assegnati fondi per più di 11 milioni di euro. I dati attualmente disponibili svelano che la Dcp, che provoca infezioni respiratorie croniche, colpisce 1 persona su 20.000. La Dcp è associata a un´anomalia delle ciglia cellulari, appendici simili a capelli preposte a diversi compiti, tra cui la protezione dei polmoni dai germi. I microorganismi presenti nell´aria sono espulsi dal movimento di queste micro-ciglia. La Dcp ostacola questa motilità, consentendo alle infezioni di attecchire nei polmoni. Gli esperti sanno da tempo che dietro la manifestazione di questa patologia si nascondono numerose mutazioni genetiche, ma quasi due terzi dei casi umani restavano senza spiegazione. Per capire meglio l´origine genetica di diverse patologie umane, i ricercatori hanno raccolto e comparato campioni di Dna (acido desossiribonucleico) di cani di razza sani e affetti da patologie simili a quelle umane. Sia gli umani che i cani patiscono di alcune malattie comuni, come il cancro, il diabete e l´epilessia. Un numero sempre maggiore di ricercatori in ambito biomedico si avvale di cani malati per studiare i geni che provocano le patologie riscontrate negli umani. Nel 2007 gli scienziati della facoltà di veterinaria dell´Università di Liegi hanno studiato alcuni cuccioli di Bobtail cui era stata diagnosticata un´infiammazione cronica delle vie aeree. I ricercatori ritenevano che ci fosse un legame tra un gene e l´anomalia e hanno così posto l´attenzione sulla Dcp, soprattutto perché uno dei cuccioli presentava un situs inversus (cioè l´inversione speculare di un organo rispetto alla sua posizione normale nella cassa toracica). Nell´ambito di questo studio, condotto da esperti dell´Unità di ricerca Giga dell´Università di Liegi (Unità Giga-ulg), in Belgio, l´équipe ha valutato il Dna di cinque Bobtail malati e l´ha confrontato con quello di 15 Bobtail sani. Usando 40.000 marcatori genetici, i ricercatori hanno identificato una regione del cromosoma canino 34 collegata alla patologia, insieme a una mutazione nel gene Cdc39. "In questo modo abbiamo potuto identificare 15 diverse mutazioni di questa patologia", afferma la dott.Ssa Anne-christine Merveille dell´Unità Giga-ulg, autore principale dello studio. Queste mutazioni spiegano metà dei casi analizzati, ovvero quasi 5% dei pazienti in tutto il mondo che soffrono di questa malattia". Da parte sua, la coordinatrice del progetto Lupa dott.Ssa Anne-sophie Lequarr, uno degli autori dello studio, aggiunge: "La dimostrazione del fatto che questo gene è responsabile del manifestarsi di questa patologia consentirà alle famiglie affette di essere meglio informate". Parlando dell´impiego dei cani ai fini della ricerca in materia di salute umana e sul pioneristico lavoro del progetto Lupa, il commissario per la Ricerca, l´innovazione e la scienza Máire Geoghegan-quinn sottolinea: "Questo non dimostra solo che i cani sono i migliori amici dell´uomo ma anche che soffrono di molte delle stesse malattie degli umani e ci possono aiutare a conoscerle e a trattarle. Mi congratulo con tutti gli studiosi coinvolti nello studio. Lupa è un esempio straordinario di ricerca innovativa e pioneristica che andrà a beneficio tanto degli umani quanto dei cani e consentirà di approfondire le conoscenze del campo medico". Alla ricerca hanno contribuito in modo significativo esperti provenienti da Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Israele e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Liegi: http://www.Ulg.ac.be/cms/c_5000/home  Nature Genetics http://www.Nature.com/ng/index.html  Progetto Lupa: http://www.Eurolupa.org/  Progetto Eucilia: http://www.Eucilia.eu/  Progetto Syscilia: http://syscilia.Org/    
   
   
LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA: SVOLTA NELLA TERAPIA DOPO 10 ANNI APPROVAZIONE EUROPEA PER L’UTILIZZO DI DASATINIB IN PRIMA LINEA  
 
 Roma, 14 dicembre 2010 – L’agenzia europea per i medicinali (Ema) ha espresso parere favorevole per dasatinib nel trattamento dei pazienti adulti con leucemia mieloide cronica Philadelphia + (Lmc Ph+) in fase cronica di nuova diagnosi. Dasatinib, nato nei laboratori di Bristol-myers Squibb, rappresenta il primo nuovo trattamento per questa malattia approvato in Europa dal 2001, quando fu introdotto imatinib che fino a oggi ha costituito la terapia standard. Si tratta di una svolta per questi pazienti, che ora dispongono di un farmaco più efficace di imatinib, con il vantaggio di poterlo assumere una sola volta al giorno, senza necessità di digiunare. Il via libera dell’Ema si basa sui risultati dello studio internazionale Dasision, pubblicato sul “New England Journal of Medicine”, dove in pazienti di nuova diagnosi con Lmc Ph+ in fase cronica dasatinib ha dimostrato una efficacia superiore nella risposta citogenetica completa confermata al 12mo mese di trattamento rispetto a imatinib. “Il profilo della leucemia mieloide cronica – spiega il prof. Michele Baccarani dell’Università di Bologna, lead investigator di Dasision – è migliorato in maniera sostanziale negli ultimi anni grazie all’introduzione delle terapie mirate; la prevalenza di questa neoplasia sta aumentando perché i pazienti vivono più a lungo. L’autorizzazione dell’Ema e i risultati dello studio Dasision confermano il ruolo di dasatinib nel trattamento di prima linea della leucemia mieloide cronica Philadelphia positiva in fase cronica”. Dasatinib ha avuto un percorso clinico di sviluppo tra i più rapidi della storia della medicina ed è già disponibile in Italia dal 2007 per il trattamento dei pazienti con Lmc Ph + resistenti o intolleranti a imatinib. Dasatinib è già disponibile in Italia dal 2007 con regime di rimborsabilità in classe H; l’estensione dell’indicazione in prima linea passa ora al vaglio dell’Agenzia Italiana del Farmaco per la definizione delle condizioni di rimborsabilità. Lo studio Dasision - Lo studio è stato condotto su 519 pazienti, in 26 Paesi inclusa l’Italia: a 259 è stato somministrato dasatinib e a 260 imatinib. I risultati relativi a 12 mesi di trattamento sono stati presentati al Congresso Asco dello scorso giugno, il massimo appuntamento americano di oncologia, e subito dopo in Europa nella sezione “Best Abstracts” del Congresso della Società Europea di Ematologia (Eha). E al Congresso della Società americana di Ematologia (Ash), che si è appena concluso a Orlando, sono stati presentati i dati a 18 mesi che hanno confermato la superiore efficacia di dasatinib rispetto a imatinib. La Leucemia Mieloide Cronica Ph+ è una malattia rara, ogni anno in Italia si registrano circa 1000 nuove diagnosi. La sua incidenza aumenta con l’età (solo nel 2% dei casi si manifesta sotto i 20 anni d’età), rappresenta il 15% di tutte le leucemie degli adulti e il 4% di quelle dell’infanzia. Le cellule leucemiche sono caratterizzate dalla presenza nel nucleo di un cromosoma anomalo, chiamato cromosoma Philadelphia dalla città dove è stato isolato la prima volta, nel 95% dei casi. Questo cromosoma si forma per fusione di due geni in due cromosomi diversi: il gene Bcr del cromosoma 9 e il gene Abl del cromosoma 22. Il gene ibrido risultante (Bcr-abl) stimola la proliferazione delle cellule leucemiche.  
   
   
LA METÀ DEI MEDICI DEL PRONTO SOCCORSO È A RISCHIO DI ESAURIMENTO  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2010 - Secondo un´indagine sui medici francesi, pubblicata online su Emergency Medicine Journal, uno su due medici del pronto soccorso soffrirà di esaurimento durante la sua carriera. La ricerca è stata in parte finanziata dal progetto Next Nurses´ Exit Study ("Sustaining working ability in the nursing profession - investigation of premature departure from work"), che ha ricevuto oltre 2 Mio Eur nell´ambito del programma "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi" del Quinto programma quadro dell´Ue (5° Pq). I ricercatori hanno chiesto a oltre 3.000 medici stipendiati di completare un sondaggio online per valutare le loro condizioni lavorative, la soddisfazione per il loro lavoro e la salute e il benessere. Di questi, 538 erano specialisti del pronto soccorso mentre gli altri sono stati selezionati a caso in base all´età, il sesso e il profilo regionale dei medici francesi e la loro distribuzione per specializzazione, in modo da avere un campione rappresentativo. Le specializzazioni rappresentate comprendevano terapia intensiva e anestesiologia, medicina, chirurgia, psichiatria, medicina geriatrica, radiologia, medicina preventiva e farmacia. Le risposte hanno mostrato che la prevalenza di esaurimento era alta, con 1 su 2 medici del pronto soccorso identificati come aventi questo problema, rispetto a oltre 4 su 10 del campione rappresentativo. I medici del pronto soccorso presentavano il tasso di esaurimento più alto in due gruppi di età, tra i 35 e i 44 anni e tra i 45 e i 54. Uno scarso equilibrio tra vita privata e lavoro, nonché team inefficienti, sono risultati i fattori maggiormente legati all´esaurimento, entrambi sono risultati più comuni tra i dottori del pronto soccorso rispetto ai medici con altre specializzazioni. La tensione tra la vita a casa e la vita lavorativa era oltre 4 volte più presente nelle risposte di medici esauriti, ma era sei volte più rappresentata nel caso di medici del pronto soccorso che soffrivano di esaurimento. E maggiore era la tensione, maggiore era il grado di esaurimento. Allo stesso modo, uno scarso lavoro di squadra più che raddoppiava il rischio di esaurimento nel campione rappresentativo, ma aumentava il rischio di oltre cinque volte tra i medici del pronto soccorso. Allo stesso modo, i medici poco soddisfatti del loro stipendio tra il campione rappresentativo dichiaravano un maggiore esaurimento rispetto a coloro che si ritenevano soddisfatti, e questo rapporto era ancora più forte per i medici del pronto soccorso. Tra gli intervistati del pronto soccorso c´erano meno donne e i medici erano più giovani rispetto a quelli del campione rappresentativo. Ma un maggior numero di medici donne avevano l´esaurimento rispetto agli uomini. Le donne presentavano un tasso di esaurimento più alto sia nel campione rappresentativo che tra i medici del pronto soccorso: il 49,1% dei medici donna contro il 37,5% dei medici uomini del campione rappresentativo e il 65,5% dei medici donna contro il 43,2% dei medici uomini tra i dottori del pronto soccorso. I medici del pronto soccorso che soffrivano di esaurimento mostravano la tendenza ad avere una vita sociale meno attiva, di fumare di più, di seguire un´alimentazione meno sana e di saltare i pasti durante il giorno più del campione. Il tasso di esaurimento più alto era inoltre associato a meno tempo per continuare l´avanzamento professionale. I risultati hanno mostrato che il 17% del campione aveva intenzione di abbandonare la medicina, valore che saliva al 21% tra i medici del pronto soccorso. In effetti l´esaurimento faceva aumentare il rischio di medici intenzionati a lasciare la professione di più del doppio. Secondo i ricercatori questi risultati sono importanti visto che la Francia sta affrontando una diminuzione dei medici disponibili a causa dell´invecchiamento della popolazione e della mancanza di un aumento in proporzione della formazione di medici. Inoltre i medici del pronto soccorso sono la prima linea di difesa del sistema sanitario. I ricercatori affermano che per evitare l´allontanamento prematuro dei medici francesi è necessario migliorare l´equilibrio tra lavoro e famiglia. Invitano anche a introdurre procedure di lavoro collaborativo e lavoro di squadra multidisciplinare. Per maggiori informazioni, visitare: Emergency Medicine Journal: http://emj.Bmj.com/  Next Nurses´ Exit Study: http://www.Next.uni-wuppertal.de/en/index.php    
   
   
SALUTE FVG: DISTRIBUIRE SERVIZI VALORIZZANDO RISORSE DIPONIBILI  
 
Capriva, 14 dicembre 2010 - Distribuire al meglio i servizi valorizzando le risorse disponibili. Questa la sfida che la Regione intende perseguire anche a fronte della crisi, per rendere la sanità e le politiche sociali più vicine ai bisogni di tutti i cittadini. Lo ha ribadito l´assessore regionale a Salute e Politiche Sociali, Vladimir Kosic, intervenendo l’ 11 dicembre a Capriva al forum "Risorse, professionalità e assistenza per la sanità nel Friuli Venezia Giulia, le sfide sostenibili". Il forum è stato aperto dal professor Cesare Scandellari, di Padova, il quale ha lanciato un messaggio incisivo sulla necessità di adeguare il percorso formativo dei medici all´evoluzione della richiesta di salute. Secondo Scandellari, figura di riferimento del settore, già presidente dell´associazione dei presidi delle facoltà di medicina italiane, tuttora la sanità risente dell´antica suddivisione tra la medicina riservata agli schiavi, di pronto effetto e priva di approfondimenti, mirata a rendere il malato rapidamente operativo, e quella dei liberi, maggiormente vicina alle attese e alla completa guarigione del malato e non vincolata alla semplice cura della malattia. La stessa condizione di salute delle persone si è evoluta nel tempo, proprio in conseguenza delle cure rivolte alla malattia dalla medicina moderna. Ciò ha aumentato l´aspettativa di vita delle persone, trasferendo però l´impegno della medicina alla cura delle cronicità. Medicina che oggi è dunque orientata alla possibilità dell´uomo di convivere in maniera ottimale con gli handicap derivanti dalla malattia. L´attenta analisi di Scandellari ha anticipato l´approfondimento che è seguito, da parte di Umberto Montaguti, già direttore generale dell´ospedale Umberto I, di Roma, sulle risorse, la professionalità e l´assistenza. Secondo Montaguti il sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia risulta particolarmente attraente nei confronti dei cittadini di altre realtà territoriali in conseguenza di scelte efficaci adottate nel tempo. Ciononostante, secondo Kosic, proprio per consentire al Friuli Venezia Giulia di mantenere la qualità nella salute e nell´assistenza vanno intraprese scelte che perseguano il concetto di centralità della persona, prevedano l´adeguamento dei servizi alle esigenze del territorio, e siano adottate secondo il metodo della trasparenza e del confronto. Questo per concretizzare pienamente, a vantaggio dei cittadini, gli effetti del principio della responsabilità, che in questo periodo non facile a livello economico, deve pervadere con ancora maggior convinzione gli amministratori. Kosic ha ricordato che l´Amministrazione regionale ha stabilito di mantenete alto il livello di qualità dei servizi per la salute a favore della comunità, aumentando le risorse destinate alle politiche sociali senza che per questo i costi dell´intero sistema sanitario gravassero ulteriormente sul bilancio. E facendo altresì in modo che la spesa sanitaria del Friuli Venezia Giulia non fosse incrementata in maniera sensibile e con una percentuale sempre più bassa rispetto alle altre Regioni. Non solo, ma la Giunta Tondo ha scelto anche di compensare a spese della Regione i servizi non più garantiti dal Fondo sociale nazionale (pari a 200 milioni di euro) per assicurare una politica sociale sempre vicina a chi ne ha necessità. Al forum sono intervenuti anche il presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz, i consiglieri regionali Franco Dal Mas, Ugo De Mattia, Sergio Lupieri, i direttori generali del Cro di Aviano e del Burlo Garofolo, Piero Cappelletti e Mauro Melato, e Giuseppe Napoli, presidente dell´Anci Federsanità.  
   
   
NAPOLI LANCIA LA SFIDA AL MELANOMA “VOGLIAMO CRONICIZZARE LA MALATTIA”  
 
Napoli, 14 dicembre 2010 – Nasce un ponte tra Napoli e gli Stati Uniti per lo studio e la ricerca sul melanoma. Grazie alla straordinaria capacità di attrarre “cervelli” dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione “G. Pascale”, il 6-7 dicembre si sono riuniti a Villa Doria D’angri più di 150 esperti da tutto il mondo nel convegno internazionale “Melanoma Research: a bridge Naples-usa”, per fare il punto sulle ultime terapie per sconfiggere uno dei tumori più aggressivi. Clinici e ricercatori discuteranno per definire strategie innovative. Ogni anno nel nostro Paese si registrano 7000 nuove diagnosi (in Campania 400) e 1500 decessi per melanoma. “L’incidenza di questa neoplasia – afferma il prof. Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Medica e Terapie Innovative del ‘Pascale’ - è cresciuta ad un ritmo superiore a qualsiasi altra (negli ultimi 10 anni infatti si è registrato un incremento di circa il 30%), ad eccezione di quelle maligne del polmone nelle donne. E l’età dei malati si sta abbassando progressivamente. Le cause sono da ricondurre ad abitudini sbagliate nell’esporsi al sole, agli eritemi accumulati durante l’infanzia e all’uso delle lampade abbronzanti, equiparate al fumo sigaretta per rischio cancerogeno”. Anche negli Stati Uniti, dove ogni anno si registrano circa 68mila nuove diagnosi, questo tumore è uno tra i più frequenti nelle persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Tra i relatori del convegno, il prof. Francesco Marincola, Direttore della Sezione malattie immunogenetiche e infettive presso il National Institutes of Health (Nih) di Bethesda (Usa), il secondo scienziato più citato al mondo per le sue ricerche sul melanoma con oltre 350 pubblicazioni. “Per la prima volta dopo 30 anni – spiega il prof. Marincola -, nel 2010 abbiamo assistito a una svolta nella lotta contro questa forma di cancro grazie alla dimostrazione, da parte di ampi studi di Fase Iii, che l’immunoterapia è efficace nel migliorare la sopravvivenza. È necessario ricorrere alla combinazione di terapie che possano attaccare la malattia da diversi fronti. La sfida da vincere è quella di cronicizzare la neoplasia, così come avvenuto in passato con l’Hiv e con altre patologie infettive come la tubercolosi. Le difficoltà che affrontiamo sono rappresentate da una incompleta e frammentata comprensione del tumore e della sua biologia immunitaria”. L’nih e l’Istituto “Pascale” collaborano da molti anni e questo convegno certifica la convergenza tra le due strutture. Ma quali sono le categorie più a rischio? “Potremmo definirlo la malattia dei ‘colletti bianchi’ – sottolinea il prof. Nicola Mozzillo, Direttore del Dipartimento Melanoma e Tessuti Molli del ‘Pascale’ -, perché si riscontra in particolare tra quelle figure professionali che si espongono al sole per troppe ore e solo in alcuni periodi dell’anno, ad esempio durante la settimana di ferie”. Il Convegno del 6-7 dicembre dimostra il “peso” internazionale del “Pascale”. “Il nostro è l’unico Istituto in Italia suddiviso in Dipartimenti d’organo, proprio partendo dal successo ottenuto dal gruppo che si occupa del melanoma – afferma il prof. Antonio Pedicini, Direttore Generale del ‘Pascale’ -. Con questo tipo di organizzazione si uniscono professionalità che migliorano il trattamento dei pazienti. Avvieremo anche un master in comunicazione istituzionale, perché è importante trasmettere anche all’esterno ciò che si realizza. Da anni l’Istituto è protagonista della ricerca clinica e sperimentale in oncologia sulla scena internazionale, anche se questo risultato non è molto noto a causa di un vuoto di informazione”. Il “Dipartimento Melanoma e Tessuti molli” è una vera e propria task force multidisciplinare composta da specialisti provenienti da diverse aree. “Rappresentiamo una realtà unica nel panorama sanitario nazionale e abbiamo ricevuto prestigiosi riconoscimenti anche al di fuori del nostro Paese – continua il prof. Mozzillo -. Eseguiamo ogni anno 30mila visite per questa neoplasia e 700 nuove diagnosi (da quelle iniziali a quelle avanzate al Iii e Iv Stadio). I nostri più importanti interlocutori si trovano negli Stati Uniti e in Australia. Il John Wayne Cancer Institute di Santa Monica (California, Usa), una delle più prestigiose ‘cattedrali’ per la ricerca sul melanoma, con cui abbiamo una lunga tradizione di collaborazione sul piano scientifico, in una recente Newsletter ha riconosciuto a livello mondiale il nostro Dipartimento come esempio di organizzazione per la gestione di questa patologia”. Il “Pascale” è uno dei centri che ha guidato la sperimentazione in Italia di ipilimumab, un anticorpo monoclonale che ha una modalità d’azione rivoluzionaria (attualmente utilizzato solo per uso compassionevole e in attesa di registrazione). “La molecola – spiega il prof Ascierto - agisce al livello delle cellule del sistema immunitario, attraverso un meccanismo target che rimuove i ‘blocchi’ della risposta immunitaria antitumorale. A un anno sopravvive solo il 25% dei pazienti, con ipilimumab questa stessa percentuale è viva dopo 24 mesi. Un risultato straordinario”. “Si stanno facendo progressi molto importanti anche nella elaborazione di un vaccino che potrebbe bloccare l’insorgenza o la trasformazione dei nei funzionali o di quelli atipici in melanoma – conclude il prof. Aldo Vecchione, Direttore Scientifico del ‘Pascale’ -. Il nostro Istituto è un centro di riferimento non solo per il Mezzogiorno ma anche per tutta l’Italia, perché alcuni dei nostri pazienti vengono dalle Regioni settentrionali. È una delle più importanti strutture nel nostro Paese e fra le prime tre in Europa per il trattamento di questa malattia”.  
   
   
FVG: DISTRIBUZIONE DIRETTA FARMACI NON PENALIZZANTE PER PAZIENTI  
 
Trieste, 14 dicembre 2010 - "La delibera della Giunta che contiene le direttive agli Enti del Servizio sanitario regionale in tema di distribuzione diretta dei medicinali si è posta l´obiettivo di uniformare in tutto il Friuli Venezia Giulia alcuni percorsi legati appunto alla distribuzione, con il preciso intento di garantire un equo accesso alle terapie farmacologiche a tutti i cittadini, ovunque essi abitino. E non certo di creare ticket occulti o provocare disagi". Lo precisa l´assessore regionale alla Salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, in riferimento a notizie di stampa secondo le quali l´associazione sindacale dei farmacisti titolari di farmacia privata Federfarma avrebbe impugnato la delibera, contestandone alcuni aspetti. La distribuzione diretta riguarda farmaci altamente specialistici per la cura di gravi patologie, tra cui ad esempio quelle oncologiche. Precisando che si potrà entrare nel merito della questione solo quando sarà possibile leggere il contenuto del ricorso, che non è ancora stato notificato alla Direzione centrale della Regione, l´assessore spiega comunque di non poter condividere le obiezioni manifestate da Federfarma alle direttive regionali. "In proposito - sottolinea Kosic - è stata scrupolosa volontà della Giunta favorire i pazienti, proprio e soprattutto al momento della dimissione. Altro che una sorta di ticket occulto! Infatti lo specialista ospedaliero, definita la gravità delle patologie, le correla doverosamente all´età e stabilisce la terapia, consegnando direttamente tutti i medicinali di cui il paziente avrà bisogno dal momento della dimissione fino alla visita successiva dal medico curante. Insomma nessuna penalizzazione per l´utente, nessun inutile spostamento, ma anzi una facilitazione per lui e per i familiari". Per Kosic non appare condivisibile in particolare la posizione di Federfarma, quando sostiene che ai pazienti, assieme ai medicinali altamente specialistici, non dovrebbero essere consegnati in ospedale anche gli altri farmaci necessari al trattamento della stessa patologia. "Federfarma sembra non voler tener conto proprio la condizione dei pazienti a cui questi medicinali sono rivolti: si tratta, purtroppo, di persone affette da gravi malattie e per questa ragione costrette a rivolgersi alle strutture specialistiche che li hanno in carico per periodici controlli e per ricevere farmaci molto specialistici. Non riesco a capire quale sarebbe il disagio del paziente che, oltre al farmaco specialistico, riceve direttamente tutti gli altri medicinali di cui ha necessità. Di certo nessuno. Anzi, non dimentichiamo che l´utilità di tale percorso è confermata anche da alcune associazioni nazionali di malati oncologici". In sostanza "il provvedimento della Giunta è tutt´altro che penalizzante per i pazienti - ribadisce l´assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia - i quali proprio grazie ad esso non devono fare spostamenti aggiuntivi, ma semmai ricevono il necessario supporto, anche organizzativo, proprio a fronte di patologie particolarmente severe che necessitano di cure assistenziali complesse".  
   
   
INAUGURATO L´ONCOLOGICO DI BARI  
 
Bari, 14 dicembre 2010 - Il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, insieme con il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna e l’assessore alla salute Tommaso Fiore, ha inaugurato l’ 11 dicembre il nuovo ospedale oncologico di Bari. “Ce l’abbiamo fatta” è stato il primo commento del presidente che ha confessato che nella scorsa legislatura ha pensato più di una volta “di non potercela fare”. E invece ecco il taglio del nastro e la visita nei reparti, ad oggi tutti operativi (128 i posti letto). “Una inaugurazione importante – ha detto Vendola - perché l’oncologico è un punto di eccellenza per la Puglia ma sarebbe fuori luogo lasciarsi andare a celebrazioni retoriche quando viviamo un contesto, quale quello europeo, che sta assistendo alla deflagrazione del modello del Welfare costruito nel dopoguerra. In Italia il modello della sanità che si è voluto costruire contiene il peggio dell’aziendalizzazione - ha proseguito il presidente – e io sono contrario all’aziendalizzazione della sanità che ha trasformato la salute in una merce. In Italia il modello della sanità che si è voluto costruire contiene il peggio dell’aziendalizzazione. Oggi occorre scacciare la politica dalle scelte gestionali della sanità. Noi continueremo rabbiosamente a contrastare la logica della medicina da supermarket”. Sui tagli indiscriminati poi il presidente Vendola ha detto che “sono la peggiore diseconomia possibile perché non producono risparmi ma implementazione della spesa, quale ad esempio quella della mobilità passiva. In nome di un taglio oggi ci toccherà spendere domani dieci volte di più. Così il Sud finanzia la sanità del Nord”. Per Vendola ciò che rende costosa la sanità è l’inappropriatezza perché la domanda di salute del cittadino, se non collocata nei giusti luoghi, “dovrà finire per forza in quelle discariche del dolore che sono gli ospedali”. Poi un passaggio sui criteri del riparto del Fondo nazionale della sanità, il cui unico parametro è sempre stato l’invecchiamento della popolazione mentre l’Organizzazione mondiale della sanità considera “la povertà sorella della malattia”. Ma nonostante ciò gli indici di deprivazione non sono presenti. “Io voglio capire il perché – ha detto Vendola – in Puglia devo avere circa 20mila addetti alla sanità in meno e circa 800 milioni in meno rispetto ad altre regioni”. Inevitabili gli accenni alle carenze del personale dell’ospedale oncologico e le possibili soluzioni da parte dell’assessore alla salute Tommaso Fiore che ha già individuato un percorso di implementazione del personale dal momento che la legge regionale (la 27) sul turn over è stata osservata dal governo e poi abrogata dalla Corte costituzionale. “All’interno della delibera del Dief (che porterò nei prossimi giorni in Giunta) – ha detto Fiore – ci sono dai due ai quattro milioni di euro che possono essere utilizzati per il personale sanitario solo se erogati su progetti ad hoc. Dobbiamo quindi lavorare sui finanziamenti a provvedimenti specifici che possono anche implementare il personale”. All’inaugurazione dell’oncologico era presente anche il presidente del consiglio regionale Onofrio Introna (“aver salvato questa struttura da anni di abbandono è un momento importante per la Puglia, è un capitolo fondamentale della storia dell’edilizia sanitaria e della sanità nel suo complesso”), il prefetto di Bari Carlo Schilardi, il presidente della provincia di Bari Francesco Schittulli, l’Arcivescovo mons. Cacucci e i direttori dell’istituto oncologico (dottori Lovecchio e Paradiso).  
   
   
PREMIO NAZIONALE "VENTAFRIDDA" AL DISTRETTO SANITARIO DI OZIERI  
 
Cagliari, 14 Dicembre 2010 - "Un prestigioso riconoscimento per la sanità isolana ed in particolare per un territorio che ha ancora nella famiglia un importante punto di riferimento, non sufficiente, però, alcune volte a fornire un’assistenza adeguata". Lo ha detto l´assessore regionale della Sanità, Antonello Liori, riferendosi al premio nazionale "Vittorio Ventafridda" (pioniere delle cure palliative e della lotta al dolore inutile), conferito ad una dottoressa del presidio ospedaliero di Ozieri ed a due strutture ozieresi che, in occasione dell’ultimo congresso nazionale della Società italiana di cure palliative a Roma, hanno presentato un progetto di assistenza domiciliare del malato affetto da sclerosi laterale amiotrofica. "Un progetto prezioso riferito ad una patologia con un’elevata incidenza nell’isola - ha proseguito l´assessore Liori - che comporta un prezzo sociale per i malati ed i familiari. La sua riuscita testimonia ulteriormente che nella sanità sarda del futuro per la Sla ci sarà sempre un’attenzione massima".  
   
   
BOLZANO, APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO: "I BISOGNI DELLA PERSONA ALLA FINE DELLA VITA"  
 
Bolzano, 14 dicembre 2010 - Nel mese di gennaio iniziano alcuni nuovi corsi di formazione sul lavoro particolarmente interessanti per gli operatori del settore. Sapere di dover morire, aver paura del dolore e sperare che la medicina palliativa possa alleviarlo, temere la solitudine, temere il peso dell’angoscia dei familiari e per i familiari sono alcune emozioni e stati d’animo che provano coloro che devono affrontare una malattia terminale. Il corso, rivolto ad operatori dei servizi sociali e sanitari, familiari e persone interessate, vuole aiutare a capire quali sono i bisogni di una persona al termine della vita ed a comprendere in che modo farvi fronte. L’azione formativa verrà attivata il 19/01/2011 presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali in via S. Geltrude il 12/01/2011 dalle 17.30 alle 19.30. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, Via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel .0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it/    
   
   
BOLZANO: AD ANTERIVO PROGETTO PILOTA ANTI-FUMO  
 
 Bolzano, 14 dicembre 2010 - S´intitola "Anterivo, un paese senza fumo", il progetto pilota approvato lunedì 6 dicembre dalla Giunta provinciale. Nel paese situato vicino al confine tra Alto Adige e Trentino, verrà sperimentato un modello per la prevenzione, la cura e il controllo del tabagismo. Il fumo, secondo i dati forniti dall´Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è la prima causa di malattia e di morte evitabile, è considerato tra i principali fattori di rischio nell´insorgenza di numerose patologie dell´apparato respiratorio e cardio-vascolare, e produce elevati costi assistenziali sanitari e sociali. Secondo recenti studi, in Provincia di Bolzano si dichiara fumatore il 26% della popolazione tra i 18 e i 69 anni, con picchi addirittura più elevati tra i ragazzi, basti pensare che tra i 15enni i fumatori sono il 31% del campione analizzato. Il servizio pneumologico del Comprensorio sanitario di Bolzano, in collaborazione con il Ministero della salute nell´ambito di un progetto nazionale, ha proposto lo svolgimento di un progetto pilota ad Anterivo. Con un contributo provinciale minimo, pari a 7.800 euro, il progetto prevede la sperimentazione di un modello basato su una serie di azioni di rete per la prevenzione, la cura e il controllo del tabagismo. "Potremmo avere indicazioni molto utili - spiega il presidente Luis Durnwalder - in grado di orientare i provvedimenti che, in futuro, metteremo in campo in questo settore".  
   
   
FORMAZIONE FVG: IL 15 DICEMBRE A TRIESTE SEMINARIO ASSISTENZA ALLA PERSONA  
 
Trieste, 14 dicembre 2010 - Mercoledì prossimo, 15 dicembre, all´hotel Savoia Excelsior di Trieste (riva Mandracchio 4), dalle ore 9 alle 17 si terrà un seminario informativo riservato agli operatori del settore (responsabili dei servizi sociali dei comuni, delle aziende sanitarie, degli enti formativi, delle strutture residenziali per anziani, delle cooperative sociali ed altri) sull´azione pilota regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze nell´assistenza della persona, con riferimento ai profili dell´assistente familiare e dell´operatore socio sanitario Oss. I servizi e gli strumenti presentati, rende noto l´assessore alla Formazione del Friuli Venezia Giulia, Angela Brandi, potranno essere in particolare di supporto nella predisposizione degli interventi formativi riguardanti le tanto attese misure compensative per il conseguimento della qualifica di Oss e per il rilascio delle dichiarazioni di corrispondenza dei titoli riguardanti l´assistenza alla persona conseguiti in altre regioni italiane e all´estero. "Al fine di una migliore programmazione delle misure compensative - spiega Brandi - sarà possibile per gli interessati manifestare il proprio interesse a partecipare ai corsi di misure compensative compilando una scheda che sarà accessibile già da mercoledì sul sito internet della Regione e che verrà presenta agli operatori del settore nel corso del Seminario". Al Seminario interverranno anche i partner del progetto interregionale e transnazionale "Improving qualification for eldery assistants - Iqea Evolution" che ha l´obiettivo di sperimentare in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Sardegna ed anche all´estero (in Germania, Polonia e Romania) il sistema Ecvet (European Credit system for vocational education and trainig ) per il riconoscimento dei crediti e la validazione delle competenze di coloro che privi di titolo assistono le persone anziane sia in struttura che a domicilio.  
   
   
BOLZANO, APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO: "LE CURE PALLIATIVE: PER CHI E CON QUALI FINALITÀ?"  
 
Bolzano, 14 dicembre 2010 - Nel mese di gennaio iniziano alcuni nuovi corsi di formazione sul lavoro particolarmente interessanti per gli operatori del settore. Sono aperte in particolare le iscrizioni al corso "Le cure palliative: per chi e con quali finalità?" In questi ultimi anni si è andata diffondendo una cultura del dolore attenta ad evitare inutili sofferenze ai malati terminali. Sono sorti nuclei - centri per le cure palliative, cui indirizzare le persone una volta accertato il fatto che non è più possibile intervenire per sanare e per curare, in modo da lenire il dolore e garantire alla persona alla fine della vita una qualità di vita accettabile. Ciò che è necessario continuare a migliorare sono in genere le modalità di affrontare, giorno dopo giorno, le sofferenze delle persone. Il corso, aperto a operatori dei servizi sociali e sanitari, familiari e persone interessate, mira a fornire informazioni sulle finalità delle cure palliative e sulle innovazioni in questo ambito, per poter offrire la giusta attenzione per le persone al termine della vita. L’azione formativa si svolgerà presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, in via S. Geltrude a Bolzano, il 12 gennaio 2011, dalle 17.30 alle 19.30. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, Via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel .0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it    
   
   
UNA MOSTRA ITINERANTE RISCOPRE SILONE DOPO IL DEBUTTO A ROMA, L´ESPOSIZIONE SARA´ IN TUTTA EUROPA  
 
L´aquila, 14 dicembre 2010 - "Ignazio Silone - L´arte è un fiore selvaggio, ama la libertà - L´uomo, lo scrittore, l´intellettuale" è il titolo di una mostra itinerante sullo scrittore abruzzese che da Roma (dove sarà dal prossimo 15 dicembre al 15 gennaio 2010), raggiungerà le maggiori capitali europee. L´evento, promosso dal Centro studi siloniani e dal Comune di Pescina, col supporto dell´Archivio di Stato e della Regione Abruzzo, ha l´alto patronato della Presidenza della Repubblica, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Camera dei Deputati. "E´ un´iniziativa molto importante, il cui valore politico e culturale va da sè - ha sottolineato l´assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, Mauro Di Dalmazio, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione - E´ incredibile che uno dei maggiori letterati del Novecento italiano sia stato relegato ai margini della politica e della cultura. Ed è una cosa allucinante perchè l´opera di Silone è straordinaria e se non ce lo diciamo noi, ce lo dice il Mondo". Presenti all´incontro di stamane anche la dirigente del Servizio Politiche culturali, Paola Di Salvatore, il presidente del Centro studi siloniani, Enzo Lombardi, ed il sindaco di Pescina, Maurizio Radichetti. "Silone diceva di se stesso che la sua era una prosa poco fluida perchè veniva fuori dall´emotività, dalla tensione, dalla passione e dall´etica interiori - ha aggiunto Di Dalmazio, che si è autodefinito un ´fagocitatore´ delle opere di Silone - Dobbiamo ad ogni costo rivalutare la figura del grande autore di Pescina, la sua consapevolezza, la sua conoscenza. Come Regione stiamo cercando di essere vicini in ogni modo all´azione di recupero del Centro studi siloniani". Di Dalmazio ha altresì anticipato che "Silone sarà uno dei pochissimi a far parte della mostra allestita dalle Regioni per celebrare i 150 anni dell´unità d´Italia". La mostra itinerante, dopo il primo mese di esposizione presso l´Archivio di Stato centrale, zona Eur, a Roma, sarà ad Assisi, Zurigo, Budapest, San Pietroburgo, Mosca e dovunque vi sia richiesta, visto che Silone è uno degli scrittori in assoluto più tradotti al Mondo. Il progetto di esposizione itinerante è in divenire per cui le varie testimonianze siloniane (scritti, cartelli, anche parte dell´arredamento del suo studio di Pescina) potranno in questo anno di viaggio raggiungere tutti i luoghi in cui l´autore di "Fontamara" ha vissuto nei lunghi anni del forzato esilio. Lombardi si è soffermato sulla verve intellettuale di Silone, sulla sua riabilitazione politica, sulla sconfessione della campagna denigratoria che per tanto tempo lo ha riguardato. La Regione Abruzzo, in memoria di Silone, ha isitutito, con propria legge, un premio ad hoc che, verosimilmente, quest´anno, verrà assegnato in primavera.  
   
   
8½ UN´ANTOLOGIA DI OPERE DALLE MOSTRE DELLA FONDAZIONE NICOLA TRUSSARDI  
 
Firenze, 14 dicembre 2010 - In occasione del Centenario del Gruppo Trussardi, la Fondazione Nicola Trussardi presenta 8½, una mostra a cura di Massimiliano Gioni, realizzata in collaborazione con la Fondazione Pitti Discovery, che apre i festeggiamenti per i cento anni della Maison Trussardi. Prima grande mostra collettiva organizzata dalla Fondazione, 8½ riunisce negli spazi monumentali della Stazione Leopolda le opere dei tredici artisti internazionali a cui a Milano, dal 2003 a oggi, la Fondazione Nicola Trussardi ha dedicato ambiziose mostre personali e spettacolari progetti d’arte pubblica. La mostra inoltre presenta in anteprima in Italia una nuova opera di Maurizio Cattelan. Come in una parata carnevalesca, 8½ presenta per la prima volta insieme le opere di Darren Almond, Pawel Althamer, John Bock, Maurizio Cattelan, Martin Creed, Tacita Dean, Michael Elmgreen & Ingar Dragset, Urs Fischer, Peter Fischli e David Weiss, Paul Mccarthy, Paola Pivi, Anri Sala e Tino Sehgal, artisti che nell’ultimo decennio si sono imposti come alcune delle voci più interessanti e significative del panorama internazionale. 8½ propone un’antologia del meglio della storia recente della Fondazione Nicola Trussardi, ripercorrendo in un lungo piano sequenza i momenti salienti della sua attività che coincide con un importante capitolo della storia dell’arte del nostro tempo. Museo nomade e agenzia per la promozione della cultura e l’arte contemporanea, la Fondazione Nicola Trussardi organizza e produce grandi mostre concepite ad hoc per palazzi dimenticati, architetture monumentali e spazi simbolici di Milano, che vengono in questo modo riaperti e restituiti alla città e al pubblico dell’arte. Con la mostra 8½ per la prima volta la Fondazione Nicola Trussardi organizza una sua mostra a Firenze, dove dall’11 al 14 gennaio 2011 il Gruppo Trussardi sarà l´ospite d’onore di Pitti Immagine Uomo 79 con un progetto che coinvolge i quattro mondi in cui il marchio è da anni impegnato nella ridefinizione del Made in Italy - la moda, il design, l´arte e il cibo – e che ha come suo fulcro principale la Stazione Leopolda. Per l’occasione la Fondazione Nicola Trussardi porta a Firenze alcune delle opere più importanti che ha commissionato e prodotto negli ultimi otto anni e mezzo oltre ad alcuni capolavori indiscussi di maestri dell’arte di oggi. Come evocato dal titolo, preso in prestito dal leggendario film di Federico Fellini, 8½ è un racconto per immagini, un susseguirsi continuo di flash back e di suggestioni, di ricordi e déjà vu. Le opere dei tredici artisti coinvolti si snodano all’interno delle maestose navate ottocentesche della Stazione Leopolda come un carosello fatto di sogni e ossessioni, di desideri e fantasie, che toccano tanto la sfera più intima e personale quanto la dimensione sociale e collettiva. 8½ cuce insieme scene di vita vissuta e stati di allucinazione permanente, dimensione onirica e visioni ai confini della realtà, dando vita a una straordinaria galleria delle meraviglie. Everything is Going to Be Alright (Andrà tutto bene), la scritta al neon di Martin Creed che campeggia sulla facciata della Stazione Leopolda, sembra fare da premessa a questo grande gioco ma è anche un monito: con il suo smaccato entusiasmo l’opera fa da ironico commento a quello che si presenterà ai visitatori una volta varcata la soglia dell’ingresso. All’interno dello spazio della ex-stazione inizia infatti una serie di incontri inaspettati. L’auto bianca con roulotte di Elmgreen & Dragset, come una metafora del turismo globale, spunta dal pavimento dopo un lungo viaggio immaginario al centro della terra, mentre a pochi passi di distanza il gigantesco autoritratto del polacco Pawel Althamer - un pallone aerostatico lungo oltre 20 metri – incombe sulle teste dei visitatori come un insensato e temporaneo monumento pubblico, ipertrofico e carnevalesco. Il surreale lungometraggio Frammenti di un film con un orso e un ratto, di Fischli e Weiss, realizzato a Palazzo Litta durante la grande retrospettiva del duo svizzero organizzata dalla Fondazione Trussardi, sembra fare da contrappunto alla provocatoria e dissacrante rappresentazione di George W. Bush in Static (Pink) di Paul Mccarthy, mentre i ritratti intimi e melanconici di Darren Almond dialogano con la casa di pane di Urs Fischer, che sembra uscita da una fiaba dei fratelli Grimm. Le vicende grottesche raccontate da John Bock nel film Meechfieber – un pot-pourri di macchine irreali, astronavi bric-à-brac, animali travestiti e danze frenetiche - entrano in contrasto con il lamento musicale del sassofonista Jemeel Moondoc - ritratto da Anri Sala nel video Long Sorrow. Le atmosfera silenziose e contemplative di Still Life e Day for Night, due film realizzati da Tacita Dean nello studio di Giorgio Morandi che ne svelano le mille storie rimaste celate per decenni, fanno da perfetta cornice alle riflessioni di Maurizio Cattelan sulla morte e la fragilità della vita, sottolineata in questo caso con distacco, ironia e gusto per il paradosso, con un´opera in anteprima per l´Italia. I visitatori sono immersi in un clima giocoso e insieme tragico: le inquietanti moltitudini di Paola Pivi e le sculture viventi dirette da Tino Sehgal appaiono come presenze aliene che trasformano lo spazio della Stazione Leopolda nello sfondo perfetto per una nuova enigmatica messa in scena. Con 8½ la Fondazione Nicola Trussardi per la prima volta organizza una grande mostra al di fuori di Milano, proprio territorio d’elezione, e approda felicemente nella città di Firenze, da sempre intimamente legata all’arte e alla cultura. Proseguendo in questo modo nella sua attività di divulgazione e promozione dei linguaggi del contemporaneo, 8½ diventa l’occasione per fare un bilancio non solo dell’attività ma delle strategie stesse della Fondazione Nicola Trussardi, che proietta il suo sguardo verso i progetti futuri e offre al pubblico internazionale una nuova imperdibile opportunità per confrontarsi con il meglio dell’arte di oggi.  
   
   
RABBITREVOLVER STUDIO: MOSTRE E ARTISTI TICINESI CONTEMPORANEI  
 
Lugano, 14 dicembre 2010 - Un nuovo spazio espositivo ha aperto nel cuore della città di Lugano. Rabbitrevolver Studio apre la sua prima esposizione di 5 giovani autori ticinesi d´eccezione: Francesco Lorenzetti, Simona Meisser, Céline Meisser, Rachele Masetti e Antoine Déprez. Per l´occasione è stato organizzato un vernissage giovedì 9 dicembre a partire dalle 18.00 e sono inoltre previsti aperitivi in cui sarà possibile incontrare gli artisti i giovedì 16 dicembre e 20 gennaio, sempre alle 18.00. Lo studio, che ha aperto quest´anno, si trova in via Pessina 8 al secondo piano e rimarrà aperto per l´esposizione dalle 14.00 alle 18.00 nelle seguenti date: 11-12 e 18-19 dicembre e 8-9, 15-16 e 22-23 gennaio. Per maggiori informazioni potete visitare il blog su www.Rabbitrevolver.com/ ."  
   
   
LA FESTA DELLO SPORT AL TEATRO DELLA GIOVENTU’ ALLA PLURICAMPIONESSA MONDIALE DI PATTINAGGIO PAOLA FRASCHINI IL PREMIO “LO SPORTIVO LIGURE DELL’ANNO”  
 
 Genova, 14 dicembre 2010. - Affollata Festa dello sport ligure, ieri nel pomeriggio, al Teatro della Gioventù di Genova. Con la campionessa genovese di pattinaggio solo dance Paola Fraschini, della Asd Sportiva Sturla Pattinaggio, alla quale è andato il premio “Lo Sportivo Ligure dell’Anno”, promosso dalla Regione Liguria -assessorato allo Sport- e giunto alla diciottesima edizione- premiati anche un centinaio di giovani atleti liguri. Paola Fraschini, prima classificata al Campionato Mondiale di Pattinaggio assoluto solo dance di Friburgo, in Germania, nel novembre 2009, ha conquistato anche il titolo italiano della specialità nel luglio scorso. La Fraschini ha poi bissato il titolo mondiale nei giorni scorsi a Portimao, in Portogallo. Paola Fraschini, dall’assessore regionale allo Sport Gabriele Cascino, ha ricevuto, insieme con altri sessanta atleti vincitori di medaglie nelle varie discipline, anche il Premio Arte e Sport, un’opera creata dall’artista ligure Massimo Lovati. Un riconoscimento speciale è andato ad Andrea Cadili Rispi, campione d’Italia nella categoria non vedenti ai campionati assoluti estivi di nuoto. L’atleta ha attraversato lo stretto di Messina. Seguono gli altri riconoscimenti agli atleti segnalati dalle federazioni sportive per i titoli vinti. Per la Federazione Italiana Canottaggio: Leonardo Boccuni (1° Class. Ai Campionati del Mondo Universitari di Szeged nella specialità due di coppia cat. Pesi leggeri). Federazione Italiana Canoa Kayak :Alessandro Tixe (Medaglia di bronzo ai Mondiali di Milano con la nazionale senior), Luca Bellini (Medaglia di bronzo Campionati Mondiali di Segrate in Nazionale A) Marco Porzio (Medaglia di Bronzo ai Campionati Mondiali di Segrate). Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (sez. Ju-jitsu): Moreno Manitto (Medaglia di bronzo ai Campionati del Mondo Atene 2009). Federazione Italiana Hockey Pattinaggio: Tiziano Paroldo (3° class. Campionato Mondiale assoluto). Federazione Italiana Nuoto: Giorgia Consiglio (2 Medaglie d’argento Campionati Mondiali in acque libere), Martina Carraro (Medaglia d’argento ai Giochi Olimpici Giovanili). Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee : Andrea Corradini (Campione mondiale al Xvii Mondiale Trota torrente). Federazione Italiana Scherma: Bianca Del Carretto(medaglia d’oro a squadre ai Campionati del Mondo Assoluti). Federazione Italiana Tiro con l’arco Alfredo Dondi (1° class. Campionati Mondiali 3D 2009 – Over 18) Fabio Pittalugai(2° class. Campionati Mondiali 3D 2009 – Over 18) Federazione Italiana Vela Alessandro Solerio e Luigi Rognoni (Campioni Mondiale Classe X 35). Per Special Olympics: Eugenia Rossi (due bronzi ai Giochi Europei Special Olympics di Varsavia nel salto in lungo da fermo e nel lancio della palla) Per il Comitato Italiano Paralimpico Alessandro Cagnino (1° class. Campionati Italiani promozionali giovanili di nuoto), Fulvio D’ippolito (1° class. Campionati Italiani Assoluti 100 stile libero e 1° class 100 delfino) Vittorio Podestà (Vincitore cronometro individuale Coppa del Mondo 2010, Vice Campione Europeo Handbike, Campione Italiano a cronometro 2009). Per la Federazione Ciclistica Italiana Jacopo Malatesta (Campione Italiano di ciclismo su pista specialità Omnium). Per la Federazione Italiana Bocce Gianluca Rattenni (Campione Italiano a coppie 2010), Diego Rizzi (Campione Italiano individuale e a coppie 2010, argento nel titolo di precisione e Medaglia di bronzo agli Europei 2010 sia a squadre che nel tiro di precisione) Alessandro Basso (Medaglia di bronzo Campionato Europeo 2010). Per la Federazione Italiana Canoa Kayak Chiara Sabbatini(1° class. Campionati Italiani slalom C1 junior e 1° class. Campionati Italiani slalom K1 Junior a squadre), Eleonora Tassarotti (1a class. Campionati Europei Junior Discesa sprint K1 a squadre) Viola Risso (1° class. Campionati Italiani U21 e U23) Francesca Capodimonte (1° class. Campionato Italiano Bando spec. Velocità) Stefano Bellotti, Andrea Bertelloni, Lorenzo Marino (Gli atleti liguri della Società Pro Scoglio Canoa polo Chiavari, facenti parte della squadra nazionale Campioni d’Italia). Per la Federazione Italiana Dama: Daniele Bertè e Roberto Tovagliaro (Campioni Italiani a coppie dama italiana Spec. Lampo). Per la Federazione Italiana atletica leggera Silvia Salis (1° Campionati Italiani invernali) Per la Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (sez. Ju-jitsu) Adele Zunino (Medaglia d’oro ai Campionati Europei di Vienna 2010). Per la Federazione Italiana Golf Albert Lavalle (1° class. Campionato Nazionale maschile a squadre). Per la Federazione Italiana Hockey Pattinaggio Silvia Lambruschi (Campionato Europeo 1° classificata Campionato Europeo esercizi obbligatori, 1° class. Esercizi liberi, 1° class. In combinata) Diego Trucco (1° class. Campionato Italiano in combinata) Laura Cecchini (1° class. Campionati Italiani esercizi obbligatori e 1° class. In combinata) Eleonora Gualco(1° class. Campionati Italiani esercizi liberi). Per la Federazione Italiana Motociclismo Francesco Curinga (Ha vinto il Campionato Italiano Velocità in salita sia nel 2009 sia nel 2010) Martina Balducchi (1° class. Campionato Assoluti d’Italia). Per la Federazione Italiana Nuoto (Pallanuoto) Stefano Luongo (Medaglia d’argento Campionati Europei Zagabria) Giulia Emmolo (Ha partecipato ai Campionati Europei Zagabria). Per la Federazione Italiana Pallacanestro Elena Ramò (Ha partecipato ai Campionati Europei Under 16 femminili). Per la Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee Elisa Mammi (1° class. Campionati Europei Assoluti nei 200 m stile pinne) Federica Verdoya (1° class. Campionati italiani primaverili, estivi e di fondo) Diego Rubiera (1° classificato Campionati italiani primaverili di categoria) Antonio Scrufari (Campione italiano Long Casting). Per la Federazione Italiana Scherma Brenda Briasco (Medaglia d’oro a squadre Campionati Europei Giovani specialità spada) Gabriele Bino (Medaglia di bronzo a squadre Campionati Europei Giovani spec. Spada) Davide Massera (Medaglia di bronzo a squadre ai Campionati Europei Giovani). Per la Federazione Italiana Sport Equestri Manuel Riganti (Medaglia d’oro Campionato Italiano S.o. Criterium 2° grado) Per la Federazione italiana tiro con l’arco) Maria Carla Feretti (1° class. Campionati Italiani Indoor – Compound W1) Daniela Caprino, Elisabetta Magri, Rosalba Ricevuto (Prime classificate Campionati Italiani Indoor 2010 a squadre – Master Arco Nudo) Daniele Vincenti, Luca Piccinnini, Nicolò Savi (Primi classificati Campionati Italiani Fita 2010 a squadre – Allievi Compound). Per la Federazione Italiana Taekwondo Veronica Curto (1° class. Campionati Italiani Juniores) Mara Rattone (1° class. Campionati Italiani Assoluti) Clara Cecchetti (Campionessa Europea Forme 2009) Nel corso della cerimonia, sono stati festeggiati anche gli atleti liguri di “accertato talento sportivo”. Sono: Giulia Enrica Emmolo, Martina Cararro, Viola Risso, Ilaria Scarcella, Benedetta Bellio, Eleonora Tassarotti, Rosella Loiacono, Denise Zacco, Gabriele Bino, Margherita Truglia, Andrea Gamenara, Margherita Ramella, Matteo Siccardi, Silvia Lambruschi, Alberto Regazzoni, Federica Torresi, Martina Balducchi, Veronica Curto, Rachele Gerardi, Chiara Sabattini, Davide Re, Mara Rattone, Sara De Alti, Gilulia Gorlero, Federica Santandrea.