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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Febbraio 2011
AGENDA DIGITALE: UN MAGGIOR NUMERO DI CITTADINI DELL’UE SI AVVALE DI SERVIZI PUBBLICI ONLINE  
 
 Bruxelles, 23 febbraio 2011 - La relazione di analisi comparativa sull’amministrazione online (e‑Government Benchmark Report) pubblicata il 22 febbraio indica che un maggior numero di persone nell’Ue può ora accedere a servizi pubblici online. Dal 2009 al 2010 la disponibilità media di detti servizi nell’Ue è passata dal 69 all’82%. Mettendo in linea un maggior numero di servizi pubblici si contribuisce a diminuire i costi della pubblica amministrazione e a ridurre le formalità amministrative per le imprese e per i cittadini. La relazione svela quali Stati dell’Ue sono risultati più efficaci e quali meno in tale ambito, prendendo in esame due servizi pubblici essenziali: “ricerca di un lavoro” e “avvio di un’impresa”. Le amministrazioni pubbliche nazionali in Europa stanno procedendo nella giusta direzione, ma permangono disparità tra i diversi paesi. Inoltre vi è un margine per migliorare la diffusione degli appalti elettronici (eProcurement). Nell’ambito dell’Agenda digitale europea, l’Unione europea intende fare in modo che il 50% dei cittadini e l’80% delle imprese fruiscano dei servizi di eGovernment entro il 2015 (cfr. Ip/10/581, Memo/10/199 e Memo/10/200). Le conclusioni di detta relazione offrono utili informazioni sugli obiettivi dell’eGovernment Action Plan, avviato dalla Commissione nel dicembre 2010 al fine di collaborare con le autorità pubbliche degli Stati membri per ampliare e migliorare i servizi da esse prestati tramite internet (cfr. Ip/10/1718 e Memo/10/681). Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e responsabile dell’Agenda digitale, ha dichiarato: “Sono lieta che un numero sempre maggiore di cittadini europei possa ora utilizzare servizi pubblici online per questioni importanti come la ricerca di un lavoro, la dichiarazione dei redditi o la registrazione di nuove imprese. Gli Stati membri che rendono integralmente disponibili in linea i servizi pubblici fondamentali non soltanto semplificano l’esistenza dei cittadini e delle imprese ma riducono anche i propri costi.” Disponibile online oltre l’80% dei servizi pubblici fondamentali - La disponibilità online di 20 servizi pubblici fondamentali, come il registro automobilistico, la dichiarazione dei redditi o la registrazione di una nuova impresa, ha raggiunto l’82% nell’intera Europa ed è quindi notevolmente aumentata rispetto al 69% del 2009. I migliori risultati sono stati conseguiti in Austria, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo e Svezia, in cui tutti questi servizi fondamentali sono integralmente disponibili online. Nell’ultimo anno sono stati constatati notevoli progressi nella messa a disposizione di servizi elettronici in Bulgaria, Italia e Lettonia. Dalla relazione risulta che i servizi a disposizione delle imprese sono più avanzati di quelli forniti ai cittadini. Qualità dei servizi - Quest’anno la relazione si concentra sulle esigenze dei disoccupati e di coloro che aspirano a diventare imprenditori, prendendo in esame le modalità seguite dagli amministratori per ridurre le formalità burocratiche e per rendere disponibile, in modo semplificato, l’intera gamma di servizi pubblici necessari per avviare un’impresa o per ritrovare un lavoro. Ciò può essere fatto tramite un portale elettronico o in modo automatico, come quando una start-up che chiede un numero di identificazione fiscale riceve automaticamente anche un numero di partita Iva. Dalla relazione risulta che in Austria, Danimarca, Estonia, Irlanda, Svezia e Regno Unito il 55% dei servizi necessari per avviare un’impresa è fornito tramite un apposito portale o in modo automatico. Tuttavia, soltanto il 46% dei servizi utili per i disoccupati viene attualmente prestato tramite un apposito portale. Appalti elettronici - Il 70% delle autorità pubbliche ha iniziato a lavorare con gli appalti elettronici, ma la bassa percentuale di utilizzazione complessiva (pari, secondo le stime più favorevoli, al 5% di tutti gli appalti) non permette ancora di constatare particolari benefici. Se gli appalti elettronici fossero integralmente disponibili e più utilizzati, sugli appalti pubblici si potrebbero realizzare risparmi dell’ordine del 30% circa. Piccoli comuni, meno servizi online - Per la prima volta la relazione si interessa anche alla dimensione regionale e locale dell’eGovernment e mette in evidenza le notevoli disparità esistenti nei diversi paesi. Per i servizi prestati principalmente a livello locale, i piccoli comuni propongono soltanto la metà dei servizi online disponibili nei comuni più grandi. Ad esempio, mentre i siti web di piccole città offrono informazioni sulle modalità da seguire per chiedere una copia del certificato di nascita, quelli di città più grandi contengono anche i formulari da scaricare. Ciò può essere dovuto al fatto che le piccole amministrazioni locali e i loro cittadini preferiscono il contatto personale o altri canali più tradizionali, oppure che le piccole circoscrizioni amministrative risultano meno capaci (per strategia, mezzi, abilità) di offrire servizi online. La Commissione europea continuerà a seguire lo sviluppo dei servizi pubblici online nell’intera Europa e, tramite l’eGovernment Action Plan, collaborerà con le autorità pubbliche degli Stati membri per ampliare e migliorare i servizi offerti tramite internet.  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE IN MATERIA DI INNOVAZIONE NELL´AMBITO DEL PROGETTO ERA.NET RUS  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2011 - I progetti innovativi di cui nell´invito sono progetti di ricerca e sviluppo congiunti progettati per creare prodotti, servizi o processi innovativi di significativo valore economico e/o sociale. L´obiettivo dell´invito è quello di creare una collaborazione di ricerca a lungo termine in materia di innovazione tra gli Stati membri dell´Ue, i paesi associati al Settimo programma quadro e la Russia. I consorzi ammissibili devono comprendere un minimo di almeno tre partner provenienti da tre paesi diversi, di cui almeno una piccola società russa innovativa e almeno una società con sede negli Stati membri dell´Ue o nei paesi associati del 7° Pq. Il Ser.net Rus mira a intensificare e rafforzare la cooperazione scientifica e tecnologica tra la Russia e l´Europa. Il progetto, finanziato nell´ambito del Settimo programma quadro, partirà a febbraio 2009 e si concluderà a gennaio 2012. Il consorzio del progetto comprende partner di diciotto paesi europei e la Federazione russa. Per leggere l´annuncio ufficiale del bando, consultare: http://www.Eranet-rus.eu/en/177.php    
   
   
CONFERENZA SU "CAPITALE INTANGIBILE E INNOVAZIONE: MOTORI DELLA CRESCITA UE"  
 
 Bruxelles, 23 febbraio 2011 - Una conferenza su "Capitale intangibile e innovazione: motori della crescita Ue" si è tenuta il 22 febbraio 2011 a Bruxelles, in Belgio. L´importanza di capitale umano, ricerca e sviluppo, brevetti, software e strutture organizzative nella creazione di innovazione e crescita economica nell´Ue è ampiamente riconosciuta. D´altro canto, rimane ancora da determinare come queste attività immateriali contribuiscono alla crescita economica. Lo scopo di questo progetto di ricerca era quello di fornire nuovi dati sulle attività immateriali e nuove stime sulla capacità del capitale intangibile di generare crescita. Questo evento tentava di migliorare la misurazione del capitale nei beni intellettuali ed esaminerà la possibile crescita associata all´accumulo di capitale intangibile nella produzione industriale, nelle aziende di servizi e in altri settori economici. Il primo dei due giorni della conferenza sarà dedicato a un seminario scientifico con la presentazione e la discussione dei risultati. Il secondo giorno ci sarà un seminario politico volto a trarre e discutere le conclusioni politiche. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Innodrive.org/    
   
   
BOLZANO, PRESIDENTI COMUNITÀ COMPRENSORIALI DA DURNWALDER: BANDA LARGA E MISURE COMENSATIVE LUNGO L´A22  
 
 Bolzano, 23 febbraio 2011 - Il completamento della rete a banda larga, la distribuzione postale, il finanziamento della rete ciclabile e le misure compensative per i Comuni lungo l´asse autostradale del Brennero sono stati i temi al centro dell´incontro avuto nei gironi scorsi dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, con i sette presidenti delle Comunità comprensoriali. Il piano per il completamento entro il 2013 della rete a banda larga e l´allacciamento di tutte le valli laterali, è stato uno degli argomenti in discussione. Durnwalder al termine del colloquio ha riferito di aver informato i presidenti delle Comunità comprensoriali sui contatti avuti con i responsabili di Telecom e Vodafone e sullo stato dei lavori per quanto attiene la posa dei cavi a fibre ottiche. Altro tema trattato l´ampliamento della rete ciclabile di cui sono responsabili del Comunità comprensoriali. Sono stati esaminati i tracciati ed i lavori previsti nel 2011, per i quali sono previsti finanziamenti per 7,5 milioni di Euro. Per quanto attiene l´assunzione della distribuzione postale Durnwalder ha espresso l´intenzione di estendere i rilevamenti a tutte le Comunità comprensoriali per raccogliere nuovi imput. Per ora non vi è ancora un accordo fra Provincia e Ministero delle Posteed in tal modo non è ancora chiarito se il servizio sarà privatizzato o se dovrà essere espletato da strutture pubbliche. Parlando delle misure compensative in campo abientale in favore dei Comuni posti lungo l´autostrada del Brennero, ad esempio a fronte dell´inquinamento acustico o da polveri, Durnwalder ha ricordato di aver sottoposto tale proposta al Ministero per l´ambiente e presso i vertici della società autostradale indicando questo tema come un punto fisso in sede di nuovo appalto della concessione per l´A22. Come ha detto al termine del colloquio, "non è ancora una certezza, ma i nostri sforzi si rivolgono con intensità in questa direzione". Per cinque dei sette presidenti delle Comunità comprensoriali, essendo di nuova nomina, si è trattato di una prima visita di presentazione dal presidente della Provincia Luis Durnwalder. Tra i "nuovi" Peter Gasser (Val d´Isarco), Andreas Tappeiner (Venosta), Armin Holzer (Alta Val d´Isarco), Roland Griessmair (Pusteria), Alois Peter Kröll (Burgraviato); Oswald Schiefer e Albin Kofler, invece, alle ultime elezioni sono stati riconfermati nelle loro cariche.  
   
   
4TECH+ E KTLC MOBILE, STRINGONO UN´ALLEANZA PER FORNIRE SERVIZI DI PAGAMENTO SU RETE MOBILE BASATI SULLA TECNOLOGIA CASH-MOBILE, L´MP3 DEI PAGAMENTI.  
 
 Milano/Barcellona, 23 febbraio 2011 - La società milanese 4tech+ (www.4techplus.Com/ ) e l´operatore telefonico Ktlc Mobile ( www.Ktlcmobile.com/ ), con sede in Austria, hanno siglato uno storico accordo di joint-venture, per fornire al mercato una serie di servizi avanzati per pagamenti unici nel suo genere su rete mobile, sfruttando la solida e sicura piattaforma delle reti Gsm Ktlc Mobile ed utilizzando il brevetto unico mondiale di Cash-mobile, interamente sviluppato da 4tech+. In base all´accordo, 4tech+ renderà disponibile a Ktlc Mobile il know-how per realizzare la piattaforma di pagamento su rete mobile per utenti Dual e Quad Band Signal Mobile, istituzioni finanziarie, strutture di telecomunicazione e nuovi soggetti abilitati a gestire servizi di pagamento in base alla normativa Psd dell´Unione Europea e alle regole in merito vigenti in altri Paesi a livello mondiale. La tecnologia brevettata Cash-mobile rivoluzionerà totalmente i concetti attuali di pagamento, portandoli, in maniera criptata e sicura, all´utente ´´mobile´´. Il servizio è interfacciabile con qualunque infrastruttura di pagamento (banche, società di carte di credito, operatori innovativi come Paypal, Pos) e si basa su un´architettura client-server. Il client, che risiede sul dispositivo mobile dell´utente, si occupa dell´interfaccia e della gestione della cifratura, mentre i server si occupano delle comunicazioni con l´infrastruttura di pagamento. Il funzionamento è semplicissimo e ricorda quello tipico di una carta di credito, con la differenza che nessuna carta, con o senza chip, viene strisciata o letta in altro modo. Tutto avviene via software e con comunicazioni cifrate ad alta affidabilità. Sono già disponibili client per tutte le principali piattaforme di dispositivi mobili, non solo della classe smartphone. Ktlc Mobile enfatizza e mette a disposizione la propria rete sicura ed affidabile con doppio valore aggiunto, fornendo al Servizio Cash-mobile solide basi di servizio con la copertura mondiale Gsm/umts ed i servizi No-roaming Voce E Dati, disponibili, con segnali stabili senza interruzioni e costi contenuti per l´utente mobile. “Questo accordo è un passo fondamentale della nostra strategia, iniziata un anno fa, per portare al mercato le tecnologie e le idee di servizio frutto di investimenti pluriennali – ha commentato Mario Bergantini, Amministratore Delegato di 4tech+. Ktlc è un partner estremamente interessante per noi, per le sue caratteristiche e per la rapidità decisionale, frutto di una struttura snella ed agile, ed abituata ad operare sui mercati globali. Siamo certi che con questa importante alleanza Cash-mobile troverà lo spazio di mercato adatto alle sue enormi potenzialità”. “Abbiamo trovato in 4tech+ il partner adatto a fornire le tecnologie e la visione per servizi a valore aggiunto che completano la nostra offerta di comunicazioni mobili a livello globale – ha aggiunto da Barcellona Erminio Enrico Maruzzi, C.e.o. Di Ktlc Mobile e Telecompanama. ´´Cash-mobile unisce affidabilità, sicurezza e semplicità, fattori essenziali per un successo di mercato nel mondo delle telecomunicazioni, dove contenuti concreti e sicuri sono la chiave per competitività e performance di mercato.” A conferma di quanto sopra, da Milano, Antonio di Fraia, C.i.o. Di Ktlc Mobile, ha concluso: “Cash-mobile è una tecnologia unica per la sua semplicità d´uso ed implementazione, oltre che per la totale smaterializzazione della funzione di pagamento che garantisce. La sua adozione rientra nella nostra strategia di massima valorizzazione del fatto di essere uno dei pochi Full M.v.n.o. Attivi, anche in mercati maturi e apparentemente saturi, come quello europeo ed italiano in particolare. La Nostra è assolutamente una partnership altamente strategica, soprattutto per evoluzioni future.”  
   
   
ALCATEL-LUCENT DI TRIESTE. LA REGIONE FVG INTERVENGA A SOSTEGNO DEI LAVORATORI.  
 
Trieste, 23 febbraio 2011 - Il Consigliere Regionale del Partito Pensionati, Luigi Ferone, ha presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta, Renzo Tondo, per sapere se si intende intervenire presso la sede centrale dell’Alcatel-lucent e presso il Ministero dello Sviluppo Economico, per scongiurare il ridimensionamento dello stabilimento triestino o l’eventuale chiusura dello stesso, difendendo l’occupazione e schierandosi con forza accanto ai lavoratori. “La crisi economica, che ha colpito anche il Friuli Venezia Giulia, appare lontana dall’esaurirsi e continua a provocare la chiusura di attività produttive o una forte riduzione di personale. Grave preoccupazione sta destando a Trieste la situazione dell’Alcatel-lucent – ha sottolineato il rappresentante del Partito Pensionati – una multinazionale che ha sedi negli Usa, a Parigi e in Germania, che produce altissima tecnologia in diversi settori e che a Trieste ha complessivamente 570 dipendenti di cui solo 220 a tempo indeterminato. È in programma un ridimensionamento della presenza in Italia di questa multinazionale con delocalizzazione delle sue attività in Romania. Cresce l’allarme occupazione, dal momento che la riduzione di personale colpisce ben 200 lavoratori precari e questo fa temere per una possibile chiusura dello stabilimento triestino, visti anche i limitati compiti che gli sono assegnati. C’è da sottolineare – ha proseguito Ferone – che fra i lavoratori precari vi sono anche ultraquarantenni e questo rende difficile il loro reinserimento in altre attività lavorative. Indubbiamente, al momento, i lavoratori a tempo indeterminato non sono coinvolti nella riduzione di personale – ha concluso Ferone – ma appare ovvio che c’è il timore di una riduzione generalizzata di personale o, addirittura, di una chiusura dello stabilimento stesso.”  
   
   
TEDXTRIESTE: DALLA RICERCA AL BUSINESS, FUORI DAGLI SCHEMI  
 
 Trieste, 23 febbraio 2011 – Cos’è l’hacking etico? In che modo un approccio non convenzionale ai problemi può essere il modo vincente per affrontare le sfide di tutti giorni, dallo studio al mondo degli affari? E quali sono gli ingredienti per pianificare nuove strategie imprenditoriali? Venerdì 25 febbraio torna Tedxtrieste, la rassegna di incontri per confrontarsi con menti brillanti e conoscere idee ed esperienze di successo che meritano di essere condivise. Alle ore 20.00 la sala Library del Savoia Excelsior Palace Hotel ospiterà l’happening culturale con Stephen Taylor, dirigente del servizio per il trasferimento tecnologico di Area Science Park di Trieste, e Andrea Barisani, esperto di sicurezza informatica e fondatore della società di consulenza Inverse Path. I due relatori saliranno sul palco per confrontarsi, a colpi di 18 minuti, sul tema delle complex actions e raccontare con semplicità, chiarezza ed estrema sintesi le esperienze innovative di cui sono protagonisti: dalla ricerca al business. Taylor, in oltre vent’anni di esperienza, ha affiancato importanti aziende e agenzie di governo in Europa e negli Stati Uniti ricoprendo una grande varietà di ruoli, tutti caratterizzati da un denominatore comune: l’esigenza di comunicare in modo persuasivo ed efficace. A lui il compito di illustrare i segreti per pianificare con successo nuove strategie di business, lo sviluppo di nuovi prodotti e la commercializzazione di tecnologie innovative. Per capire come rafforzare, attraverso il trasferimento tecnologico e le attività di diffusione dell’innovazione, il potenziale competitivo delle imprese e creare un legame tra il mondo della ricerca e il sistema imprenditoriale. Barisani, invece, proporrà al pubblico la forza del pensiero non convenzionale, che «ti spinge a guardare e ad affrontare la realtà uscendo dagli schemi». Fervido sostenitore della ricerca informatica finalizzata a comprendere meglio le tecnologie e a individuarne nuovi usi, Barisani adotta l’insegnamento “conosci il tuo nemico”, espresso dal leggendario generale e stratega cinese Sun Tzu, per la risoluzione efficace dei problemi. «Da quando ho avuto il mio primo Commodore 64 – spiega - non ho mai smesso di studiare le tecnologie informatiche»: a lui dunque la parola per conoscere il pensiero "outside the box", dall´applicazione nel campo della sicurezza informatica alla vita di tutti i giorni. Ai loro interventi seguirà la proiezione di un video tratto dai famosi “Tedtalks” che ormai hanno riscosso fama mondiale. Ted sta per Technology, Entertainment, Design ed è un´organizzazione non-profit che dà voce alle “idee che meritano di essere diffuse” attraverso il coinvolgimento di persone che hanno cambiato il mondo: da Bill Gates ad Al Gore, da Stephen Hawking a Isabell Allende. La rassegna Tedxtrieste è organizzata nell’ambito del Master in Complex Actions (Mca) - gestito dalla Sissa in collaborazione con l’Università di Trieste, Udine e la Parmenides Foundation di Pullach (Monaco) – e proseguirà fino a luglio. L’obiettivo è quello di far conoscere idee ed esperienze vincenti, che possano servire da stimolo e ispirare i più giovani (ma non solo) nell’affrontare nuove sfide della conoscenza. L´ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. Le conferenze sono in inglese. Si consiglia la prenotazione su www.Tedxtrieste.com/  (nella sezione Eventi).  
   
   
CONFERENZA "EUROPEAN EDUCATION RESEARCH QUALITY INDICATORS"  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2011 - Dal 15 al 16 marzo 2011 a Bruxelles, Belgio, si terrà una conferenza da titolo "European education research quality indicators". L´evento è sponsorizzato dal progetto di ricerca "European educational research quality indicator" (Eerqui). Finanziato nell´ambito del tema Scienze socio-economiche e umanistiche (Ssh) del Settimo programma quadro (7° Pq) europeo, il progetto ha lavorato per rafforzare e potenziare la visibilità mondiale e la competitività della ricerca europea. Il suo obiettivo era anche quello di sviluppare nuovi indicatori e metodologie per determinare la qualità delle pubblicazioni di ricerca scientifica a fine educativo. Questo evento segnerà la fase finale del progetto. La conferenza esaminerà i risultati del progetto Eerqui, li presenterà e dibatterà con la comunità scientifica compresi i politici, i partecipanti ai relativi progetti di ricerca e varie parti interessate. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Eerqi.eu/page/about-eerqi     
   
   
TRENTO: LE SFIDE DELL´ACCADEMIA DELLA MONTAGNA PRESENTATO IL DOCUMENTO TRIENNALE DI INDIRIZZO  
 
 Trento, 23 febbraio 2011 - Ad un anno dalla sua fondazione, e dopo un ampio confronto con tutti i soggetti interessati, l´Accademia della montagna, istituita con legge provinciale, ha presentato oggi i propri programmi da qui al 2012, sulla base di un documento di indirizzo elaborato dal proprio Comitato scientifico. Alla presentazione, che ha avuto luogo in Provincia, erano presenti il presidente Lorenzo Dellai e l´assessore all´urbanistica ed entri locali Mauro Gilmozzi, assieme e ai dirigenti e ai tecnici più vicini al mondo della montagna. A presentare l´atto di indirizzo e i programmi futuri dell´Accademia il suo presidente Egidio Bonapace, il direttore Iva Berasi e il presidente del Comitato scientifico Annibale Salsa. "Grazie per il lavoro che avete già fatto in questi mesi - ha detto il presidente Dellai rivolgendosi ai responsabili dell´Accademia - anche perché sappiamo che far nascere cose nuove è sempre la fase più difficile. Sono due sostanzialmente i contributi che ci aspettiamo da questa realtà: in primo luogo un aiuto, alle istituzioni ma anche all´opinione pubblica, al fine di elaborare una nuova cultura della montagna, ugualmente lontana da due tentazioni contrapposte, quella dell´abbandono e quella del puro business, una cultura che faccia perno sui concetti di innovazione e di formazione, avendo nelle Comunità di valle, oltre che nell´amministrazione provinciale, degli interlocutori preziosi. In secondo luogo ci attendiamo un aiuto per valorizzare e mettere in rete le diverse professioni della montagna, cioè chi fa economia. Di nuovo, anche qui, un tema fondamentale è quello della formazione e soprattutto della formazione dei formatori. La scuola su questo versante fa già molto ma possiamo immaginare anche formule nuove, sfruttando la nostra autonomia in campo scolastico." L´assessore Gilmozzi a sua volta ha sottolineato come già ora le Comunità di valle stiano interagendo con l´Accademia, realtà che rappresenta uno degli investimenti più significativi che la Provincia ha deciso di fare in questo campo e che opererà in sinergia con altre realtà come l´Osservatorio del paesaggio, l´Università e naturalmente le scuole. Nel corso della presentazione il presidente Bonapace ha rimarcato con soddisfazione come tutti i principali "attori" della montagna e del suo sviluppo siedano oggi attorno al tavolo dell´Accademia. Sono già operativi alcuni gruppi di lavoro, in particolare, come spiegato dal direttore Berasi, quello sul tema "Formazione e scuola"; il calendario delle attività prevede a breve l´avvio di un corso di formazione in materia di pianificazione e gestione delle aree montane, a cui seguirà a maggio il convegno sui rifugi di montagna fra tradizione e innovazione. E altre attività si susseguiranno nel corso dell´anno. Ciò che conta però soprattutto, come spiegato dal presidente del Comitato scientifico Salsa, è consolidare una rete virtuosa fra i vari soggetti che oggi operano in montagna, istituzionali e non. "Le Alpi non sono marginali del panorama europeo - ha detto Salsa - ma centrali, anche se non hanno ricevuto fino ad oggi la dovuta attenzione da parte del mondo politico. Dobbiamo ribaltare l´idea negativa della perifericità della montagna, anche perché, con la fine del modello fordista, il vecchio dualismo cemtro-periferia non regge più. Oggi le tecnologie dell´informazione e comunicazione rovesciano queste categorie e consentono di lavorare bene ovunque. La montagna deve guardarsi inoltre dalle categorie contrapposte del globalismo e del localismo: la sua dimensione d´elezione è quella glocale." Accademia Della Montagna Del Trentino Documento triennale di indirizzo(2010-2012) a cura del Comitato Scientifico Il presente documento intende delineare gli indirizzi di attuazione della norma istitutiva dell’Accademia della montagna del Trentino. Nella sua stesura si è cercato di prestare particolare attenzione a tutti i soggetti coinvolti. Per questo le linee guida qui tracciate hanno come premessa un’intensa attività di confronto-ascolto dei diversi attori e delle singole personalità del mondo della montagna che ha permesso di evidenziare le criticità e le diverse aspettative nel tentativo di ricondurle ad un quadro unitario. Nello svolgere il proprio compito il Comitato scientifico ha riflettuto anche sulle difficoltà di relazione tra istituzioni provinciali (scolastiche in particolare), gli ordini professionali e le realtà associative e di volontariato, dovute anche alla mancanza di uno strumento (organizzativo e gestionale) in grado di farsi anello di congiunzione e di svolgere un ruolo di sussidiarietà. Accademia della montagna del Trentino può svolgere questo ruolo, con compiti di coordinamento ed indirizzo. Si deve partire proprio dalla particolarità del territorio della Provincia di Trento - in cui le montagne occupano una parte preponderante e centrale, tanto da costituirne un indiscusso “elemento di identificazione”, sia dal punto di vista materiale (fisico), sia dal punto di vista immateriale (simbolico). Per rendere questa realtà territoriale assolutamente unica e identificabile da parte dei residenti, come da parte dei frequentatori fidelizzati o da fidelizzare in termini di consapevolezza, occorre intraprendere un coraggioso sforzo teso al “ri-posizionamento” ed al “ri-pensamento” delle rappresentazioni mentali del Trentino. Nell’immaginario dei residenti e dei turisti spesso, infatti, si intersecano e si sovrappongono logori stereotipi non più adeguati alle repentine trasformazioni alle quali la globalizzazione economica e la mondializzazione culturale ci costringono ogni giorno. La valorizzazione intelligente del Trentino montano dovrà sempre meno tradursi nella costruzione di una “bolla” irrelata ed autoreferenziale, impermeabile a quanto accade su scala globale e su scala locale. Diventa così prioritario comprendere che l’ambiente naturale e sociale che personifica un luogo è invece dato dal sistema di relazioni che si mettono in campo per rafforzare l’unico binomio possibile in un’ottica di promozione qualitativa: l’identità e la differenza. Su tale binomio, declinato in chiave sistemica e multifattoriale, dovranno concentrarsi le diverse progettualità in una prospettiva triennale che sappia intercettare le istanze del cambiamento innestandole nel corredo delle buone pratiche già selezionate da un ineludibile “darwinismo” storico. Occorrerà, anzitutto, evitare facili generalizzazioni legate ad immagini della montagna declinate in forma seriale e buone per tutti gli usi e per tutti i territori. La ricerca degli eccessi, che caratterizza la nostra società del no-limits, mette a dura prova i territori di montagna che sono intrinsecamente fragili e precari. La volontà di meravigliare e stupire a qualunque costo, di assecondare nuovi bisogni modaioli indotti da tecniche di persuasione più o meno occulta, ha prodotto profondi stravolgimenti nei territori alpini, svuotandoli della loro intrinseca specificità. Da una parte si sono costruiti spazi ludici e ricreativi che emulano modelli metropolitani, dall’altra villaggi marginalizzati lontani dai circuiti del turismo “mordi e fuggi”. Le Alpi, nel loro insieme, sono riconducibili ad un “genere prossimo” dai caratteri generali simili. Ma è la “differenza specifica” che ne costituisce il valore aggiunto e che conferisce loro un’anima ed un’aura tutte particolari. Si tratta, perciò, di individuare le pieghe autentiche dell’anima trentina non omologabili o assimilabili ad altri territori, peraltro già a rischio di banalizzazione poiché trasformati in “non-luoghi” nel panorama dell’offerta turistica. La “messa in valore” di potenzialità ancora inespresse deve passare attraverso la ricognizione attenta ed approfondita delle molteplici sfaccettature di un territorio provinciale contraddistinto dall’essere un ponte geografico, storico e culturale fra il mondo latino ed il mondo tedesco. La plasticità adattiva del primo deve trovare un correttivo nel rigore e nel senso di radicamento territoriale del secondo: fattori che possono produrre crescita di appeal e di opportunità per una realtà “ponte” come quella trentina. In tale lavoro di riconversione innovativa, si dovranno individuare le vocazioni immanenti ad ogni ambito comprensoriale, le dinamiche economico-sociali presenti, le micro-identità venutesi a creare attraverso processi trasformazionali a geografia variabile, spesso non percepiti o dati per ovvi sulla base di presunte “tipicità”. Dietro la messa in scena del “tipico”, particolarmente richiesto da una società stanca di una modernità seriale, si nascondono talvolta operazioni di “invenzione della tradizione” che finiscono per ottenere risultati opposti a quelli desiderati. Il trionfo del Kitsch – sia esso “finto tirolese” o “montanaro puro” – può generare disaffezione o desiderio di smascheramento. Il vero problema legato alla valorizzazione di un territorio, oggi, non consiste tanto nel rendere immune una realtà dai rischi dell’ibridazione, quanto nel sapere governare gli inevitabili processi di ibridazione, da sempre motori del cambiamento, al fine di produrre nuovi valori aggiunti. La pianificazione della montagna trentina dovrà tenere presente l’esigenza di salvaguardare la sua unità territoriale complessiva dando voce alle diversità delle singole articolazioni micro territoriali quali tessere multicolori di un unico mosaico da leggere attraverso molteplici angolazioni visuali. Per arrivare a ciò, occorrerà tenere conto delle nuove tendenze della società e dell’economia che vanno nella direzione del superamento del dualismo bipolare fra “aree centrali” ed “aree periferiche”. I nuovi orientamenti in materia di programmazione economica e di ri-tessitura dei tessuti sociali tendono a privilegiare articolazioni strutturali di tipo molecolare del territorio in cui le molteplici realtà possano interagire fra di loro senza generare stratificazioni gerarchiche o sacche di subalternità. Ogni area dovrà rispondere al principio di “ragion sufficiente” secondo il quale essa possiede, in sé, le ragioni del proprio sussistere in termini di vocazione territoriale e di nicchia qualitativa, ma non certamente attraverso percorsi di autosufficienza autarchica. Al contrario, dovrà costituire un reticolo puntiforme in un quadro di complementarietà funzionali e di specificità vocazionali. Le parole chiave di tale processo di riappropriazione cognitiva e di investimento simbolico “auto percepito” da parte dei residenti, in veste di attori del cambiamento, dovranno essere: conoscere – riconoscere – restituire. La conoscenza dettagliata e rigorosa dei luoghi costituisce, infatti, la base di partenza per qualsivoglia operazione di ri-posizionamento e di re-identificazione. Per tutta una serie di motivazioni riconducibili al prevalere di orizzonti meta-locali impersonali e ripetitivi (tendenze al generalismo livellatore, il cui rovescio della medaglia è il localismo strapaesano), si è andato perdendo un tipo di conoscenza posta al crocevia fra saperi tradizionali e sapere scientifico moderno. La frattura ha interessato soprattutto i mondi giovanili, sempre più distratti dalla dimensione dei luoghi in quanto catturati mediaticamente dai “non-luoghi” del cyberspace, poco motivati, quindi, nell’apprezzare i valori ambientali della dimensione nativa. Tale analfabetismo cognitivo di ritorno è all’origine del venir meno della fiducia e dell’orgoglio di appartenenza al luogo, con tutte le implicazioni legate all’abbandono, al pessimismo del possibile riscatto, alla cultura della resa, allo spaesamento, all’angoscia territoriale. Si dovranno dunque intraprendere delle azioni mirate al recupero dei deficit sopra evidenziati, cui dovranno corrispondere adeguate misure quantificabili in tempi e spazi da definire. Le iniziative poste in cantiere da Accademia della montagna dovranno prefiggersi come scopo finale quello di affrontare la sfida dei territori di montagna in una prospettiva di cambiamento. L’obiettivo è quello di raccogliere la posta in gioco del “vivere nelle Alpi” in una nuova epoca, contrassegnata dal superamento delle rigidità proprie dell’economia industriale di tipo fordista che ha portato, nel recente passato, a contrapporre forme di polarizzazione dualistica tra centro e periferia, tra spazi ludici e spazi sociali, tra montagna marginale e montagna-loisir. In un territorio come quello trentino i due concetti di “montuosità” (spazio fisico occupato dalle montagne) e “montanità” (spazio mentale e culturale come sentimento di appartenenza) - che per il resto d’Italia appaiono laceranti e poco interfacciabili - dovranno trovare una declinazione armonica nel superamento di ogni discontinuità. Per il primo triennio di attività il Comitato scientifico ritiene opportuno che Accademia della montagna focalizzi la propria attività in alcuni settori individuati come prioritari. Essi riguardano: a) la formazione dei professionisti della montagna; b) l’introduzione della cultura della montagna nel mondo della scuola; c) la promozione della montanità nella cittadinanza e nei diversi soggetti sociali ed economici. Un nuovo ruolo per i collegi professionali I professionisti della montagna hanno via via visto modificare il proprio ruolo cercando di adattarsi alle richieste provenienti dalle diverse tipologie di utenti. Negli ultimi anni si è assistito ad un mutamento radicale nell’approccio alla montagna, che è passata da una concezione classica ad una prevalentemente ludico-sportiva. Per adattarsi al nuovo tipo di clientela le diverse professioni hanno, nel tempo, ristretto la dimensione che le identificava culturalmente con il loro territorio, privilegiando invece un approccio meramente tecnico o di rincorsa verso le nuove pratiche atletico-sportive che non sempre sono in grado di integrarsi con la tradizione storico culturale dell’alpinismo. Queste scelte necessitate dalla ricerca di legittime fonti di reddito rischiano, se non opportunamente gestite, di far perdere ai professionisti la funzione di presidio culturale del territorio. Conseguenza di questa perdita di identità professionale, parallela all’esaltazione della componente atletico-sportiva, è che spesso l’obiettivo di accedere alle diverse professioni è divenuto non tanto una scelta di vita, quanto il coronamento di un personale curriculum atletico. Ciò ha infine determinato che solo un numero limitato di “titolati” eserciti a tempo pieno la propria professione; ma se la professione diventa part time il rischio è la svalutazione del suo ruolo sociale. Come già detto, un elemento di criticità è costituito dalla crescente propensione al tecnicismo. Rispetto a competenze tecniche d’eccellenza non si assistito ad una pari crescita nelle capacità di rispondere adeguatamente a sollecitazione di tipo culturale, ad offrire una “esperienza della montagna” che permetta uno sguardo più ampio sul significato stesso del vivere in montagna, delle sue peculiarità culturali, del suo essere territorio “altro” rispetto alla aree urbane o di pianura. Gli ordini professionali sono chiamati ad una conoscenza del territorio che non si risolva solo nelle tecniche per affrontarlo, ma che ne illustri anche la storia, gli aspetti naturali, antropologici e sociali capaci di dare conto dell’effettiva particolarità e ruolo delle comunità alpine. Ciò significa far comprendere la peculiarità di un territorio anche nelle sue articolazioni amministrative (leggi Autonomia) che non sono solo arido prodotto legislativo, ma risultato di un lungo percorso storico che ha modellato la struttura sociale e i modi di vivere attuali. Va inoltre sottolineato che, a fronte di una crescita generalizzata del tasso d’istruzione, è necessario che anche le professioni di montagna non restino indietro e si dotino degli strumenti culturali ormai indispensabili nella società globale: si va dall’uso delle tecnologie dell’informazione fino alla conoscenza di almeno una lingua straniera. Propria a queste necessità ha in fondo cercato di rispondere l’istituzione del Liceo della montagna di Tione, che rappresenta un punto di partenza su cui costruire una nuova cultura professionale della montagna. Nel suo primo triennio di attività, Accademia della montagna dovrà anzitutto rivolgersi proprio agli ordini professionali, facendosi promotrice di iniziative volte alla loro crescita culturale nella lunga durata. Tutto ciò richiede una riorganizzazione dei corsi di formazione professionali. In primo luogo va preso atto che un’adeguata formazione culturale deve costituire la base comune di tutti i professionisti della montagna (guide, maestri di sci, gestori di rifugi, accompagnatori di territorio, ma anche guide parco, forestali, guardiacaccia). Tale preparazione deve essere il pre-requisito per l’accesso alla formazione tecnica. Un modello di formazione di questo livello deve essere coordinato da una parte terza rispetto ai collegi professionali, che si faccia tramite con le più importanti istituzioni culturali che operano in Trentino (Università, Sistema museale, Sat, Step) individuando in esse, di volta in volta, gli interlocutori con i quali costruire un percorso formativo articolato e capace di fornire una comprensione della realtà storica, sociale e culturale del territorio provinciale, con particolare riguardo all’ambiente montano. Ciò dovrebbe garantire un processo formativo di qualità e strettamente intrecciato con il sistema culturale trentino. In dettaglio è auspicabile che vengano istituzionalizzati dei “corsi” di natura culturale, prevedendone la stretta obbligatorietà e la verifica tramite esame definito e messo concretamente in essere in collaborazione con gli stessi enti coinvolti nella fase degli apprendimenti. Nella formazione dei professionisti della montagna immaginiamo dunque due “moduli” distinti, gestiti rispettivamente dai Collegi e da Accademia della montagna secondo modalità proprie, prevedendo altresì processi di valutazione distinti ed esclusivi, che solo se sommati, abiliteranno alla professione. Accademia della montagna si assumerà l’onere di ricercare le risorse finanziarie ed intellettuali per svolgere la propria parte ma, in virtù della propria posizione e del suo statuto comprensivo delle rappresentanze dei Collegi stessi, assumerà anche un ruolo di coordinamento e gestione generale. In questo contesto si inseriscono anche le opportunità offerte da un corretto rapporto tra i professionisti della montagna e il mondo della scuola. Ad oggi si registra un relazione spesso episodica e quasi mai affronta con un’impostazione generale finalizzata a creare canali di comunicazione-scambio durevoli nel tempo e rispettosi delle relative necessità e particolarità. La relazione costante di queste due categorie permetterebbe ad entrambe di poter capire quali tipi di domande è possibile porsi reciprocamente e quale potrebbe essere il tipo di relazione efficace da costruire. L’investimento di Accademia della montagna verso il mondo della scuola può costituire, per i diversi professionisti, una importante occasione di lavoro. Anche in questo caso è necessario prevedere una preparazione specifica di cui Accademia dovrà farsi carico, così che la preparazione culturale indirizzata ai professionisti della montagna aiuti anche a rivolgersi alle scuole, acquisendone i linguaggi e le particolarità operative. La Montagna come scuola, ovvero la Scuola in montagna La ricerca di una relazione permanente tra montagna e giovani in età scolare è auspicata e ricercata anche dalla comunità stessa che nella scuola manda i propri figli; questo desiderio soggiace ad un inespressa volontà di tramandare alle generazioni future i motivi (anche affettivi) dell’attaccamento alla montagna, che diviene simbolo delle proprie radici culturali e luogo privilegiato del legame intergenerazionale. È bene non dimenticare che questa appartenenza non è solo espressione di una mera caratteristica fisica ma effettivo moto dell’animo. In questo contesto andrebbe anche rivalutata l’esperienza dell’Autonomia del Trentino “sentita” come appartenente alla cultura materiale, parallela alla storia che ha coinvolto le istituzioni, e figlia di un particolare modo di vivere la propria terra, regolarla e custodirla. In questo primo triennio di attività Accademia della montagna dovrebbe rivolgersi in particolare verso i formatori, affinché la cultura della montagna non sia elemento estraneo introdotto dell’esterno nella scuola. Deve invece diventare a pieno titolo un elemento della formazione curricolare dei ragazzi. Per questo è necessario in primo luogo la sensibilizzazione e la formazione del corpo docente, che nelle diverse esperienze in montagna (gite, settimane bianche, verdi, ecc) deve riuscire a creare occasioni didattiche e non di mero svago. A questo scopo diventa necessario costruire un tessuto, una serie di legami, un “senso” che non si riduca alla gita in montagna fine a se stessa. Agli insegnanti, nei quali la vocazione pedagogica si somma spesso a quella civile, vanno forniti strumenti di conoscenza, interpretazione ed analisi del territorio montano. Si dovrà favorire un apprendimento non generico e semplificante. È necessario organizzare non corsi generalisti ma articolati per aree disciplinari, in modo che ogni docente riesca a fare della montagna occasione didattica per la propria specifica materia. Contestualmente Accademia della montagna deve costruire occasioni per portare gli studenti in montagna. Le iniziative possono essere molteplici e devono essere adeguatamente preparate/costruite con il corpo docente. L’obiettivo ambizioso è quello di inserire - istituzionalmente - nel percorso formativo degli studenti occasioni di approccio diretto con i territori montani in tutti i loro aspetti. Dalla singola giornata si dovrà arrivare alla programmazione di settimane “bianche” o “verdi”, tali da costruire percorsi formativi ad hoc per gli studenti. (Ciò avrebbe, tra l’altro, in diverso ambito una ricaduta virtuosa favorendo la destagionalizzazione del turismo). In questo senso andrebbero valorizzate le strutture, come quella al Tonale, per proporre esperienze dirette della montagna, passando anche attraverso l’esperienza di soggiorno nei rifugi alpini.  
   
   
A SIENA UNA GIORNATA DI STUDIO SUI DOTTORATI DI RICERCA.  
 
Firenze, 23 febbraio 2011 - Una giornata sui dottorati di ricerca in Toscana per studiare le prospettive di internazionalizzazione e di cooperazione regionale. La organizzano, a Siena, le tre Università toscane presso la Scuola Superiore di Santa Chiara. L’appuntamento è per mercoledì 23 febbraio, con inizio alle ore 9.30. Alle 15.30 conclusioni di Stella Targetti, vicepresidente della Regione Toscana e assessore con delega all’Università. Prevista anche la relazione di Alessandro Schiesaro, responsabile della segreteria tecnica per l’Università e la Ricerca del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).  
   
   
BOLZANO, DALLA GIUNTA: NIENTE PONTE SCOLASTICO IL 18 MARZO - MIGLIOR COORDINAMENTO DEI CALENDARI DEGLI ISTITUTI  
 
Bolzano, 23 febbraio 2011 - La Giunta ha deciso che il 18 marzo, il venerdì successivo alla festa nazionale del 17 prevista per Italia 150, le scuole in Alto Adige saranno regolarmente aperte e non ci sarà il cosidetto "ponte." Al lavoro anche per coordinare meglio i calendari dei singoli istituti. Considerando che molte scuole altoatesine hanno lezione anche il sabato e che quindi non tutte osservano il calendario dei 5 giorni settimanali di lezione, la Giunta ha deciso che venerdì 18 marzo - il giorno successivo alla festa nazionale per le celebrazioni dell´unità d´Italia - non ci sarà il cosiddetto ponte. Gli studenti torneranno regolarmente tra i banchi. In tema di organizzazione degli istituti, nell´occasione la Giunta ha discusso e verificato il sussistere di differenze eccessive nel calendario delle diverse scuole. "Sempre nel rispetto dell´autonomia scolastica e delle esigenze dei singoli istituti - ha detto il presidente Durnwalder nella conferenza stampa dopo la seduta - forse é necessario impegnarci assieme per migliorare il coordinamento tra le scuole." Attualmente, all´interno delle date cardine del 1° settembre e del 30 giugno, i singoli istituti possono gestire i 210 giorni del calendario scolastico, le vacanze, gli orari delle lezioni, i pomeriggi, ecc. "Ma spesso con effetti non sempre positivi per l´organizzazione dell´intero sistema, ad esempio nel servizio di trasporto degli studenti. Proviamo a cercare una certa uniformità o quantomeno più punti possibili di contatto tra le varie scuole", ha detto Durnwalder, che ha chiarito subito: eventuali decisioni non saranno calate dall´alto, ma si discuterà con tutte le parti interessate per individuare i passi più adeguati da compiere.  
   
   
FORMAZIONE PROFESSIONALE FVG: PRIMO PROBLEMA LA SOSTENIBILITÀ  
 
 Pasian di Prato, 23 febbraio 2011 - "Le condizioni politiche e istituzionali per scrivere una nuova legge quadro in materia di istruzione e formazione professionale in linea teorica ora ci sono, ma occorre chiarire che la scuola regionale che vogliamo è quella nella quale, al di là della competenza in materia di programmazione della rete scolastica e di diritto allo studio, la Regione abbia in carico anche la responsabilità dell´organizzazione, e quindi, ad esempio, della definizione degli organici". Lo ha chiarito l´assessore regionale all´Istruzione, Roberto Molinaro, in occasione del convegno "Quale modello per l´istruzione e la formazione professionale in Friuli Venezia Giulia?", organizzato dalla Cgil-federazione lavoratori della Conoscenza e dall´associazione "Proteo Fare Sapere" del Friuli Venezia Giulia presso l´Enaip di Pasian di Prato per discutere del futuro dell´istruzione tecnica professionale in regione, alla luce anche delle novità introdotte dall´accordo siglato il 14 gennaio scorso tra la Regione e l´Ufficio scolastico regionale. L´accordo prevede che gli Istituti scolastici professionali della regione possano attivare, a partire dall´anno scolastico 2010/11 e in regime sussidiario rispetto all´offerta regionale erogata dai centri di formazione professionale, specifici percorsi triennali per il conseguimento di un attestato di qualifica regionale. Nel più generale percorso di attuazione della riforma del titolo V della Costituzione in materia di istruzione, il segmento della formazione professionale è, tra l´altro, il più delicato per l´incrociarsi delle due potestà, quella statale e quella regionale. Il settore inoltre è quello che risente al momento della maggiore contrazione in termini di iscrizioni. Se, infatti, in Friuli Venezia Giulia tengono gli istituti tecnici (-2,8 p.C. Delle iscrizioni dall´anno scolastico 2008-09 al 2010-2011) e crescono i licei (più 11,7 per cento) i professionali accusano un calo del 10 per cento (in Italia è del -3,4 p.C.). "Il primo problema da affrontare nel breve e medio periodo - ha indicato Molinaro - è dunque quello della sostenibilità e del riorientamento verso la domanda della prima formazione sulla base delle richieste del mercato. Ciò alla luce - ha precisato - del graduale disimpegno statale per ciò che attiene il sostegno finanziario". Lo scenario prefigurato da Molinaro è quello per cui "già nell´arco di uno o due esercizi finanziari l´intera formazione professionale sarà interamente a carico della Regione". A questo si aggiunge la nuova questione posta dalla scelta di sussidiarietà intrapresa dalla Regione per gli Ips, Istituti professionali di Stato, e il loro ruolo per l´ottenimento delle qualifiche professionali. "Sono realtà radicate sul territorio e sono quindi una risorsa e non un ripiego", ha commentato Molinaro. "L´accordo stipulato va attuato e vanno individuate forme di sperimentazione al di là delle comprensibili difficoltà organizzative". Una delle altre azioni sulle quali si orienterà decisamente l´amministrazione regionale, ha reso noto Molinaro, è la promozione e organizzazione di alcuni poli formativi integrati di percorsi di istruzione e formazione professionale - Iefp - sul modello e delle esperienze già intraprese in regione per gli Its e gli Iftp. "Due settori sono stati già individuati, quelli dell´agricoltura e del mobile-arredo. Coinvolgeremo in modo diretto il mondo produttivo, le fondazioni, tutti i portatori di interessi, per giungere alla creazione di una filiera formativa che riesca ad unire in un unico percorso coordinato la qualifica con l´alta formazione, dal triennale al post diploma". Infine, la Regione procederà nella gestione della competenza che attiene alla programmazione della rete scolastica, adottando criteri più stringenti e lavorando sulla razionalizzazione dei nuovi indirizzi e sulla dislocazione dei poli scolastici. Il convegno, a cui hanno partecipato Anna Maria Santoro della segreteria nazionale Flc e il segretario generale della Cgil Fvg, Franco Belci, che ha sottolineato nel suo intervento come "la formazione sia lo strumento chiave per affrontare la crisi", sono intervenuti, tra gli altri, Natalino Giacomini della Flc Cgil Fvg, Paola Santoro, dirigente dell´Enaip e presidente di Effepi, che riunisce i 13 enti accreditati dalla Regione per offrire formazione agli under 18, Anna Maria Zilli, dirigente dell´Istituto professionale "Stringher" di Udine e Vittorio Brancati, presidente dello Ial.  
   
   
TRA BRANCALEONE E DON CHISCIOTTE RIVIVE AL CINEMA LA BATTAGLIA DI SCANNAGALLO GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO LAPARELLI REGISTI E PROTAGONISTI DEL FILM ‘IL RINALDO FURIOSO’ NEL CONTESTO DEL PROGETTO ALLA SCOPERTA DELLA VALDICHIANA PER LA RASSEGNA 100 ITINERARI + 1  
 
 Firenze, 23 febbraio 2011 – Immaginate il mitico Brancaleone da Norcia. Oppure il favoloso don Chisciotte della Mancia. Quei due celebri intrepidi e un po’ pazzi cavalieri erranti trovano adesso un epigono di razza nel film Il Rinaldo furioso, che una troupe giovane e agguerrita inizia a girare domani mattina a Cortona al Castello del Girifalco. Dietro e davanti la macchina da presa i venti studenti della 4A dell´Istituto Tecnico Commerciale Laparelli di Cortona. Loro regia e sceneggiatura, loro i costumi, loro gli attori. Ad assisterli due professionisti; il regista David Becheri, un veterano di cinema nella scuola, e la sceneggiatrice Ilaria Mavilla. Si tratta di una delle varie iniziative del progetto Alla scoperta della Valdichiana, edizione 2011 del ciclo 100 itinerari + 1, che l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha esportato nell’aretino con la collaborazione della Provincia, dei sette comuni e delle scuole della zona. Protagonisti 1.050 studenti e 50 insegnanti di 57 classi di 24 istituti (elementari, medie e superiori). Lo scopo è di aiutare i ragazzi a conoscere la terra in cui vivono: storia, arte, monumenti, ambiente, paesaggio, economia, mestieri, leggende, cucina, tradizioni da trasformare in film, foto, disegni, racconti, ricerche e quant’altro. Lavori che saranno infine presentati in una mostra multimediale proprio nella Fortezza di Girifalco. Inaugurazione 28 aprile, chiusura 11 settembre. Il Rinaldo furioso è il primo dei vari cortometraggi in programma. Serena Domenici, la docente di Italiano e Storia della 4° dell’Istituto Laparelli spiega che il progetto ha lati positivi straordinari: “Quest’anno abbiamo studiato Ariosto che ha fornito l’idea di questo bizzarro Rinaldo legato a un importante episodio storico locale, la battaglia di Scannagallo. I ragazzi si sono impegnati molto, per di più divertendosi. A ciascuno un ruolo”. Ecco dunque le voci principali del cast. Tre gli attori: Andrea Galli nelle vesti di Rinaldo, Simona Ion (la nipote), Salvatore Sorrentino (il dottore). Regia di Ilaria Rossi, sceneggiatura a molte mani: Rahma Ben Koubi, Gjovana Nika, Federica Marrini, Simona Ion. E veniamo al cosiddetto plot, la vicenda narrata dal film. Tutto nasce dalle fantasie cervellotiche di un nonnetto irrequieto e insonne. Trova per caso in casa un soldatino di piombo e d’incanto si immedesima: ora è il prode Rinaldo, cugino del più noto Orlando (furioso per definizione ariostesca) e nemico giurato del Granduca di Toscana. Come don Chisciotte non ci sta più con la testa: confonde letteratura cavalleresca con la realtà e, in preda all’estasi, si getta nella mischia, scolapasta in capo, un coperchio per scudo e un manico di scopa a mo’ di fiammeggiante Durlindana. Che intenzioni ha così armato? Brancaleone mirava a liberare il Santo Sepolcro, don Chisciotte a salvare pulzelle e redimere torti. Il nostro Rinaldo pensa invece in grande e punta nientemeno che a riscrivere la storia rovesciando il risultato della battaglia di Scannagallo (vicino a Foiano della Chiana) con cui il 2 agosto 1554 Cosimo I° de’ Medici riuscì a sottomettere Siena e a estendere sull’intera Toscana il dominio di Firenze. Ovviamente nonno Rinaldo ne combina di tutti i colori. Ma come si conclude la storia è un segreto che gli autori tengono per sé. Lo sapremo in occasione della prima del film, il 28 aprile, alla Fortezza di Girifalco.  
   
   
UNA VISIONE PIÙ CHIARA DEI DATI SULL´OSSERVAZIONE DELLA TERRA IN STILE UE  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2011 - Fatti rilevanti, prontamente accessibili in un formato facile da usare per l´utente: le decisioni importanti dovrebbero basarsi su informazioni sicure. Il 17 febbraio è stato lanciato a Barcellona in Spagna un progetto finanziato dall´Ue che ha lo scopo di migliorare la fruibilità dei dati globali sull´ambiente. Grazie alla grande attenzione prestata ai metadati di qualità standard, si prevede che questo progetto aumenterà la leggibilità dei database Geoss (Sistema Globale dei Sistemi per l´Osservazione della Terra). Il nuovo progetto, chiamato Geoviqua ("Quality-aware visualisation for the Global Earth Observation System of Systems"), ha ricevuto un contributo da parte dell´Ue di 3,27 milioni di euro al suo bilancio totale di 4,02 milioni di euro. Il supporto dell´Ue a questa impresa triennale viene fornito nell´ambito del tema "Ambiente" del Settimo programma quadro (7° Pq). Il progetto coinvolge partner da Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito, oltre all´Agenzia spaziale europea (Esa), ed è condotto dal Centro di ricerca ecologica e applicazioni forestali (Creaf) presso l´Università Autonoma di Barcellona in Spagna. Annunciandone il lancio, il Creaf ha spiegato che Geoviqua "mira a sviluppare una rigorosa struttura per la valutazione di qualità, incertezza e fruibilità dei dati globali sull´ambiente e a divulgare le informazioni sulla qualità agli utenti via browser e viewer di dati". Nel fare questo, si prevede che Geoviqua contribuisca in modo significativo allo sviluppo del Geoss, un´infrastruttura pubblica internazionale dedicata all´accentramento e alla divulgazione dei dati generati dai sistemi terrestri, marini e aerei per l´osservazione terrestre. Uno degli obbiettivi che danno impulso alla messa in atto di questo network globale di dati è quello di fornire informazioni ai processi decisionali. Geoss si concentra su una serie di questioni complesse in cui dati con una risoluzione spaziale e temporale precisa sono di particolare importanza per la società. Il piano di implementazione di Geoss delinea nove di queste aree: contenimento dei danni provocati dai disastri ambientali; salute e benessere umano; la gestione delle risorse energetiche; variabilità e cambiamento climatico; gestione delle risorse idriche; il tempo atmosferico (informazioni, previsioni e allarmi); la gestione e la protezione degli ecosistemi; agricoltura sostenibile; e biodiversità. Il team di Geoviqua cerca di supportare questo sforzo più ampio allo scopo di gettare nuova luce sui sistemi e le dinamiche ambientali attraverso lo sviluppo di indicatori standard della qualità dei dati e di strumenti di ricerca e visualizzazione basati sulla qualità. L´enfasi sulla standardizzazione della qualità dei metadati è collegata alla preoccupazione che fatti e cifre possono essere divulgati senza spiegazioni esplicite riguardanti accuratezza e fruibilità dei dati; una situazione che si può presentare quando le informazioni vengono scambiate e divulgate in una serie di piattaforme, e che potrebbe portare a delle incomprensioni. "Questi aspetti," dice il Creaf, "sono particolarmente importanti quando le informazioni vengono usate in questioni delicate come il cambiamento climatico antropogenico." Geoviqua accerterà la qualità dei dati sulla base dei metadati, della fonte delle informazioni e sui dati di riferimento, oltre che mediante i commenti degli utenti esperti e la convalida con sensori in situ. Un migliore accesso e varie opzioni di visualizzazione per queste informazioni completeranno il quadro. "Con l´adozione di un´etichetta Geo [Group on Earth Observations] che tiene conto degli indicatori di qualità," conclude il Creaf, "il compito di comunicare e sfruttare l’enorme risorsa di informazioni rappresentata dai database di Geoss sarà più facile. Tutti [componenti sviluppati] in Geoviqua saranno compatibili con gli attuali standard geospaziali, gli strumenti per la visualizzazione di mappe diffusi come Google Earth, altri strumenti di visualizzazione 3D e dispositivi portatili." Progetto Geoviqua: http://www.Geoviqua.org/  Scheda informativa del progetto Geoviqua su Cordis, fare clic: qui Centro di ricerca ecologica e applicazioni forestali (Creaf): http://www.Creaf.uab.es/eng/index.htm  Geoss, fare clic: http://ec.Europa.eu/research/environment/index_en.cfm?section=geo&pg=geoss    
   
   
AMBIENTE: REGIONE SICILIANA PRESENTA ATTIVITA´ 2010 CORPO FORESTALE  
 
Palermo, 22 febbraio 2011 - "Il ruolo di un gruppo di uomini e donne quale e´ quello del Corpo forestale della Regione Siciliana e´ fondamentale, perche´ svolge dei servizi essenziali e produce risultati dal valore inestimabile". Lo ha detto il presidente della Regione Raffaele Lombardo, presentando a Palazzo d´Orleans, con l´assessore regionale al territorio e Ambiente, Gianmaria Sparma ed il dirigente generale del Corpo, Piero Tolomeo, i risultati nell´azione di controllo del territorio del corpo nel corso del 2010. "Nostro obiettivo - ha aggiunto Lombardo - e´ quello di un incremento del corpo attraverso adeguati mezzi e strutture e, soprattutto, di uomini". "Doteremo il corpo di nuove attrezzature e di nuove tecnologie - ha assicurato Sparma - anche satellitari, perche´ questo corpo di polizia e´ l´orgoglio della Regione per la difesa della nostra terra, nel contrasto agli incendi, ai reati ambientali e per la tutela e protezione del nostro patrimonio naturalistico. La sola presenza di un agente nel territorio e´ gia´ un disincentivo ai reati". Il dirigente generale Piero Tolomeo ha annunciato che "e´ allo studio, per far fronte alla riduzione di organico, l´utilizzo tra il personale degli stabilizzati regionali coloro che sono in possesso delle adeguate qualifiche, incensurati e con l´eta´ adatta, per inserirli, dopo la scuola di formazione, senza ulteriori spese negli organici". Lombardo ha spiegato come "sia essenziale la collaborazione tra enti e la sinergia tra chi operare per accrescere la superficie boschiva e chi opera per tutelarla" e ha poi comunicato la necessita´ di un unificazione tra il Dipartimento Azienda Foreste e il Corpo forestale. Nuove funzioni vengono affidate al Corpo forestale della Regione siciliana, con l´approvazione alla Camera in via definitiva il 18 gennaio 2011 del disegno di legge "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualita´ dei prodotti alimentari", che prevede espressamente che il personale del Corpo forestale delle Regioni a Statuto speciale entri stabilmente a far parte delle sezioni di Polizia giudiziaria istituite presso ogni Procura della Repubblica. "Con l´approvazione di questa norma il Corpo forestale della Regione - ha continuato Sparma - diviene a tutti gli effetti la quarta forza di Polizia nel territorio siciliano che, cominciando dalla difesa del patrimonio boschivo, ha con il tempo assunto sempre nuove e piu´ rilevanti funzioni. E´ il definitivo riconoscimento della Forestale - ha concluso Sparma - come prima forza di polizia ambientale specializzata nella tutela del patrimonio naturale e nell´azione di contrasto alle ecomafie. Discariche abusive, inquinamento delle falde acquifere, distruzione e deturpamento delle bellezze naturali, abusivismo edilizio, frodi agroalimentari saranno da oggi ancor di piu´ al centro dell´azione del Corpo, che puo´ essere incaricato di ogni tipo di indagini". Ecco una sintesi delle attivita´ del Corpo forestale della Regione nel corso del 2010. Controllo Del Territorio - Il Corpo, nel corso del 2010 ha effettuato nel territorio regionale 27.734 servizi esterni, con un calo del 10 per cento rispetto all´anno precedente. Infatti il corpo ha visto ridursi i suoi effettivi di circa 150 unita´ nel corso dell´ultimo anno, collocate in quiescenza; a oggi sono circa 800 le unita´ in servizio. Complessivamente ha accertato, tra reati e illeciti amministrativi, ben 2.883 violazioni. Particolarmente rilevante l´azione a contrasto dei reati, 1.448 nel 2010, con una crescita quasi del 20 per cento. Per quanto riguarda le violazioni ambientali (discariche, rifiuti e inquinamento) accertate 239, (235 nel 2009) con una crescita degli illeciti e una riduzione dei reati. Sono cresciuti consistentemente i reati in materia di incendi dolosi cresciuti di circa il 60 per cento( da 462 de l 2009 a 786 del 2010) Quasi quadruplicati gli importi delle sanzioni amministrative elevate passate da 587 mila a oltre 2 milioni di euro, di cui 630 mila per gli incendi. Ispettorati Ripartimentali - Gli ispettorati ripartimentali sono gli organi direttivi periferici del corpo, con compiti di coordinamento dei distaccamenti, che costituiscono le unita´ operative remote del corpo. Hanno il compito di organizzare a livello provinciale il servizio antincendio e di protezione civile. Al loro interno vi e´ una sala operativa e un servizio di pronto intervento. L´attivita´ degli ispettorati soffre di carenza d´organico, soprattutto nei piccoli distaccamenti. L´ispettorato di Palermo e´ quello che ha effettuato piu´ servizi esterni (5.951), quello di Catania ha riscontrato piu´ violazioni (374 reati, 59 sequestri, 309 illeciti amm.), quello di Ragusa il miglior rapporto tra servizi esterni e infrazioni riscontrate (una ogni 4,5 servizi). Indagini Delegate Dalle Procure - Il Nor, il nucleo operativo regionale del Corpo, al comando di un commissario capo, interviene, su delega delle procure, su reati penali riguardanti: Abusivismo edilizio, incendio doloso, lottizzazione abusiva, truffa all´Ue, riciclaggio di denaro, maltrattamento di animali, inquinamento atmosferico, acustico al soprasuolo e alle acque marine, macellazione clandestina, frodi in commercio, vinicole e alimentari, tutela della fauna, discariche abusive, traffico illecito di rifiuti. Deferiti all´autorita´ giudiziaria nell´ultimo quinquennio 304 soggetti e 43 societa´. 14 sono stati gli arresti effettuati e sono state poste in sequestro 15 strutture alberghiere e 1.200 abitazioni.  
   
   
TRENTINO, AMBIENTE E TERRITORIO: A COMUNI E COMUNITÀ PRESENTATO IL PIANO DEGLI INTERVENTI  
 
Trento, 23 febbraio 2011 - Presso il Consorzio dei Comuni Trentini è stato presentato ai presidenti delle Comunità e ai sindaci dei comuni trentini il piano di intervento in materia di foreste, di sistemazione idraulica e di conservazione della natura e valorizzazione ambientale. Ad illustrarlo il responsabile del Dipartimento Risorse Forestali e Montane Romano Masè con i suoi collaboratori. E´ intervenuto anche il vice presidente Alberto Pacher. " La tutela del territorio, ha sottolineato il vice presidente Pacher - ha sempre avuto un’importanza centrale anche in termini di sicurezza e la avrà ancora di più man mano che l´ambiente sarà sottoposto a stress climatici crescenti. Pioggia fuori stagione, frane, smottamenti sono un´esperienza vissuta anche da noi e per questo vogliamo investire per poter vivere in un ambiente tutelato, per la nostra sicurezza ma anche per rendere sempre più attrattivo il nostro territorio". Investire nella manutenzione del territorio, ha aggiunto il vice presidente, crea anche opportunità occupazionali rilevanti anche nelle zone più decentrate della provincia. Complessivamente le risorse previste dal piano, che ha una durata temporale dal 2010 al 2013 con aggiornamenti annuali, superano i 40 milioni di euro: circa 20 milioni di euro per i Bacini Montani, circa 10 rispettivamente per il Servizio Foreste e fauna e per il Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale. Attualmente sono 475 gli operai appositamente assunti dalla Provincia, con contratto di diritto privato, per svolgere i lavori di manutenzione e prevenzione, nel 2000 erano circa 600. Il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Marino Simoni ha evidenziato con orgoglio come molta strada sia stata fatta in tema di manutenzione del territorio anche se c´è ancora molto da fare. "Mettere in sicurezza e valorizzare il territorio - ha aggiunto - sono gli obiettivi finali di un percorso a cui partecipa l’intero sistema delle autonomie". Attraverso il piano degli interventi sono individuate e programmate opere e interventi sostanzialmente in tre ambiti di attività: sistemazione idraulica e forestale, miglioramento ambientale, vie ciclopedonali. Sono chiamati a realizzare questi interventi di interesse pubblico Provincia, comuni e comunità. La legge provinciale 11 del 2007 ha introdotto lo strumento del piano degli interventi e delle opere di sistemazione idraulica e forestale, di miglioramento ambientale e quelli relativi ai percorsi ciclopedonali. Il piano viene predisposto dal Servizio Bacini montani, dal Servizio Foreste e fauna e dal Servizio Conservazione della natura e Valorizzazione ambientale del Dipartimento Risorse forestali e montane. Il primo piano è stato approvato dalla Giunta provinciale nel 2010 ed ora, a seguito della manovra di bilancio, si rende necessaria un’azione di aggiornamento. In considerazione del fatto che nel corso del 2010 vi sono stati il rinnovo degli organi dei comuni e l’attivazione degli organi delle neoistituite comunità, è stato organizzato questo incontro informativo rivolto agli amministratori di questi enti per condividere contenuti e potenzialità dei piani di intervento in materia ambientale. L’organizzazione forestale, è stato spiegato durante l´incontro, si caratterizza per modalità di intervento che fanno riferimento in via prevalente, ma non esclusiva, ai lavori in economia, con il sistema dell’amministrazione diretta, che assicura gradualità e continuità nella realizzazione dei lavori, rapidità e flessibilità di intervento, qualità e specializzazione nei lavori sui terreni difficili di montagna, efficacia nel pronto intervento in caso di calamità, risposte occupazionali nelle aree periferiche e, inoltre, un indotto significativo sull’economia locale grazie al ricorso a medie e piccole imprese territoriali. A questa modalità si aggiungono il sistema dell’appalto e dei cottimi, in particolare per le piste ciclabili, per i grandi interventi sulle aste fluviali principali e per alcuni interventi antincendio. Gli interventi previsti nel piano sono coerenti con le priorità e gli indirizzi formulati dalla Giunta provinciale con particolare riferimento alle forme di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Il mantenimento degli equilibri idrogeologici, della stabilità dei versanti e dei popolamenti forestali, la lotta agli incendi boschivi, il mantenimento della qualità dell’ambiente e del paesaggio e gli investimenti per la mobilità alternativa di tipo ciclopedonale sono considerati presupposti essenziali per il mantenimento di un territorio stabile, sicuro, di qualità ed economicamente competitivo. L’obiettivo della legge provinciale 11, è stato spiegato, è quello di evitare il rischio dell’abbandono del territorio. Per scongirare questo pericolo si deve governare capillarmente il territorio, investendo in conservazione e sviluppo sostenibile. Ambiente, società ed economia sono i tre pilastri fondamentali di questo percorso. Il mantenimento di un’economia vitale della montagna è considerato infatti un elemento fondamentale in questo campo. Il rapporto tra territorio e uomo si declina attraverso i principi della qualità del territorio, dello sviluppo socio economico sostenibile e della stabilità e sicurezza del territorio.  
   
   
APPROVATA IN PUGLIA LEGGE BENZOAPIRENE"  
 
Bari, 23 febbraio 2011 - Questa mattina il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato all’unanimità il disegno di legge, proposto dalla Giunta Regionale su iniziativa dell’Assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, finalizzato ad assicurare alla popolazione pugliese più elevati livelli di tutela della salute e della salubrità dell’ambiente, attraverso azioni di contenimento dei valori di concentrazione in aria ambiente del benzo(a)pirene, pericoloso inquinante, appartenente alla famiglia degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), altamente nocivo per la salute umana. La legge stabilisce che nel territorio regionale in cui viene rilevato il superamento del valore medio annuo di concentrazione di tale inquinante ed in “presenza di un pericolo di danno grave per la salute”, la Regione adotta tutte le misure necessarie ad intervenire sulle principali sorgenti emissive, in modo da contrastare efficacemente i fenomeni di inquinamento sanitario ed ambientale prodotti da tal inquinante. In tali aree il raggiungimento del valore obiettivo di un nanogrammo al metro cubo deve essere raggiunto nel più breve tempo possibile. In tal senso la legge regionale esprime un forte indirizzo all’azione di governo sul territorio, ritenendo doveroso attuare interventi volti a salvaguardare concretamente la salute della popolazione esposta, senza dover attendere il termine del 31 dicembre 2012, previsto dal legislatore nazionale. L’assessore Nicastro, nell’esprimere “grande soddisfazione” per il risultato ottenuto, evidenzia che “tale iniziativa si pone in continuità con i provvedimenti sinora adottati dalla Giunta regionale per le aree ed i territori maggiormente compromessi, come l’area di Taranto, nella quale da mesi è in corso il monitoraggio diagnostico in continuo sul benzo(a)pirene”. “L’iniziativa - riferisce Nicastro - conferma sempre più il ruolo di avanguardia della nostra Regione nella tutela, in concreto, della salute umana e della salubrità dell’ambiente. L’ auspicio è che anche il governo ed il parlamento nazionali vogliano rivedere la propria posizione, ripristinando termini più cogenti per il rispetto dei valori di legge”. “Voglio cogliere l’occasione - prosegue l’assessore - per ringraziare i consiglieri tutti che, con grande senso di responsabilità e di amore per la Puglia, hanno partecipato attivamente ai lavori delle commissioni consiliari, offrendo il proprio contributo per il miglioramento del testo di legge e per la realizzazione di questo importante risultato. Ringrazio anche i dirigenti del Servizio Ecologia e dell’Ufficio Inquinamento e Grandi Impianti, nonché i funzionari dell’Assessorato all’Ambiente, che con professionalità e dedizione hanno lavorato al nostro fianco per rendere possibile tutto questo”.  
   
   
AMBIENTE: A PASIANO OLTRE 4,5 MLN EURO PER SISTEMAZIONE FIUMI  
 
Pasiano di Pordenone, 23 febbraio 2011 - Ammontano a 4,5 milioni di euro i fondi previsti dall´accordo di Programma per il recupero dei fiumi regionali dedicati alla zona del comune di Pasiano. Lo ha confermato il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, nell´incontro con il sindaco, Claudio Fornasieri, e la giunta di Pasiano, svoltosi in municipio, alla presenza anche del consigliere regionale Paolo Santin. "L´accordo di programma - ha spiegato Ciriani - prevede l´allocazione di circa 4,5 milioni di euro per la sistemazione e la messa in sicurezza degli argini del Livenza in località Traffe, e della sponda sinistra del Meduna in località Visinale. Si tratta di interventi che la Protezione civile regionale ha considerato prioritari". Si tratta ora di attendere lo sblocco dei fondi da parte del Governo. Intanto il sindaco ha provveduto a inoltrare al vicepresidente altre richieste: riguardano la sistemazione del sistema idraulico del Livenza in località Cecchini e ulteriori lavori idraulici relativi al Rugo Comugna e al Rio Pontal. Assieme, i due interventi necessitano di oltre 1 milione di euro. "Saremo in grado di finanziare a stretto giro l´ulteriore intervento sul Livenza - ha detto Ciriani - attraverso l´intervento del Consorzio di bonifica Cellina-meduna, mentre ci poniamo l´obiettivo di calendarizzare l´altra azione entro l´anno". "Non siamo più la cenerentola della zona - ha dichiarato il sindaco di Pasiando, Claudio Fornasieri - in passato il nostro territorio aveva ricevuto sostegno economico limitato rispetto ai comuni limitrofi. Ora, grazie all´impegno del vicepresidente Ciriani, questa condizione è stata annullata"  
   
   
VENETO: PRONTI I DISEGNI DI LEGGE PER ABOLIRE GLI ATO. PER I RIFIUTI COMPETENZA ALLE PROVINCE, PER L’ACQUA UN’UNICA AUTORITA’ COORDINERA’ 8 CONSIGLI DI BACINO  
 
Venezia, 22 febbraio 2011 - Rispettando quanto imposto a livello nazionale con il termine del 31 marzo, la Regione del Veneto si avvia ad abolire gli Aato, enti di gestione degli Ambiti territoriali ottimali per la gestione dell’acqua e per i dei rifiuti, ma lo farà salvaguardando il lavoro di coinvolgimento e di responsabilizzazione degli enti locali faticosamente costruito in questi anni. Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte presentando i due disegni di legge per rivedere l’organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio gestione integrata dei rifiuti approvati oggi dalla Giunta regionale del Veneto. “Questi progetti di legge – ha aggiunto l’assessore Conte – che ora verranno inviati alle Commissioni consiliari e poi dovranno essere esaminati dal Consiglio, sono aperti alla discussione. Il nostro obiettivo è garantire la massima partecipazione del territorio”. Il ddl sulla gestione dei rifiuti prevede che le autorità d’ambito soppresse siano sostituite da bacini di utenza provinciali e che le funzioni amministrative delle Autorità d’ambito siano attribuite alle Province, che già hanno competenze sulla localizzazione degli impianti e sulle relative risorse finanziarie. Le Province dovranno adottare il regolamento di gestione dei rifiuti solidi urbani, individuare e disciplinare i rapporti con il gestore, individuare i criteri per la determinazione della tariffa e stabilire, assieme ai Comuni, obiettivi di raccolta differenziata e le modalità per raggiungerlo. Il personale addetto agli enti sarà assorbito dalle Province. Il ddl riguardante la gestione del servizio idrico integrato prevede un’unica autorità che coordini il lavoro di otto Consigli di bacino che gestiranno otto “sub-ambiti” corrispondenti agli ambiti territoriali ottimali attuali e ai bacini idrografici, con compito di gestione e di pianificazione. Le funzioni amministrative, di gestione, di pianificazione e di controllo degli ambiti ottimali saranno esercitate dai Consigli di bacino, dove saranno rappresentati i Comuni. Il Coordinamento regionale dei Consigli di bacino dovrà monitorare i livelli di servizio, controllare il rispetto delle normative e della pianificazione regionale e vigilare sulla corretta determinazione delle tariffe. “Abbiamo fatto di tutto - ha detto l’assessore Conte - per rispettare la scadenza di fine marzo imposta a livello nazionale. I tempi sono stretti ma il lavoro di confronto con il territorio è già stato fatto. Le condizioni richieste erano la tutela dei bacini idrografici e la tutela del ruolo delle amministrazioni locali per non disperdere il patrimonio tecnico/infrastrutturale ma anche culturale raggiunto in questi anni. Nel testi elaborato questi due pilastri sono garantiti. Spero che il Consiglio regionale si renda conto che non è possibile lasciare una tematica così importante all’improvvisazione del legislatore nazionale”.  
   
   
RIFIUTI: AZZERATE LE GIACENZE A NAPOLI CITTÀ, BENE DISPOSITIVI UFFICIO FLUSSI REGIONE, MA STIR ANCORA IN SOFFERENZA  
 
Napoli, 23 febbraio 2011 - "Possiamo affermare che è stato risolto il problema relativo alle giacenze di rifiuti in strada a Napoli città, ma permane lo stato di sovraccarico di lavoro degli impianti Stir". Lo sottolinea l´assessore all´Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano. "Stiamo garantendo, con molta fatica, i conferimenti necessari ad assicurare la pulizia quotidiana della città di Napoli, ma l´equilibrio resta sempre molto fragile. Le criticità sono rappresentate dalla ‘sofferenza’ degli impianti di selezione e tritovagliatura di Giugliano e, soprattutto, di Tufino a causa del rallentamento dei trasferimenti verso le discariche provinciali di Napoli e verso gli impianti di smaltimento ubicati fuori Regione. "Al momento - aggiunge ancora l´assessore - permangono in città cumuli isolati di rifiuti in via Don Bosco, in Viale Umberto Della Maddalena e in altre limitate zone periferiche della città. Si tratta, in ogni caso, di accumuli di tipologie diverse di materiale (rifiuti solidi urbani, cartoni, sacchi neri pieni di carta, gomme, materassi, elettrodomestici ed altro) che necessitano di interventi mirati da parte di Asìa, con mezzi tipo bobcat e personale addetto alla raccolta a supporto dei compattatori che, come è noto, si occupano esclusivamente del prelievo dei rifiuti dai cassonetti. "La rimozione di tali cumuli - precisa l’assessore Romano - nulla ha a che vedere con i dispositivi dell´Ufficio Flussi della Regione Campania che ha assicurato un azzeramento delle giacenze e che continua a garantire al Comune di Napoli e alla provincia non solo il completo smaltimento della produzione generale di rifiuti, ma anche quantitativi aggiuntivi qualora si rendesse necessario. "La situazione sta tornando alla normalità anche nei comuni dell’area flegrea dove stiamo consentendo lo smaltimento di quote extra di rifiuti, come a Quarto: al Comune è stata data la possibilità di conferire 100 tonnellate al giorno di rifiuti, pari al doppio della produzione. Confidiamo molto sull´avvio delle nuove attività di raccolta differenziata che Asia ha organizzato a partire dal prossimo mese di marzo in tre quartieri della città e che ridurranno sensibilmente la quantità di rifiuti prodotti quotidianamente. In tal senso stiamo definendo il piano di azione che, d´intesa con il Ministero dell´Ambiente ed il Conai ci consentirà di intervenire, già dal prossimo mese di aprile, con nuovi e più efficaci sistemi di raccolta differenziata nei Comuni che sono ancora al di sotto della soglia del 35%", conclude Romano.