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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Marzo 2011
UNO STUDIO SCOPRE 13 NUOVI GENI LEGATI ALLA MALATTIA CORONARICA  
 
Bruxelles, 9 marzo 2011 - Un team internazionale di scienziati ha identificato 13 geni che aumentano il rischio di coronaropatia (coronary artery disease, Cad). In precedenza non era noto il coinvolgimento di questi nuovi geni, la cui scoperta potrebbe favorire lo sviluppo di nuove modalità di diagnosi e trattamento delle cardiopatie. Lo studio, cofinanziato dall´Unione europea, è stato pubblicato sulla rivista "Nature Genetics". Le cardiopatie sono una tra le prime cause di decesso nel mondo, e se da un lato esistono comportamenti, quali il fumo e un´alimentazione scorretta, considerati a rischio, dall´altro gli scienziati stimano che i fattori genetici contino tra il 30 e il 60%. Identificando 13 nuovi geni associati alla Cad, lo studio porta a 26 le mutazioni note per il loro coinvolgimento nell´insorgenza della malattia. Inoltre, gli scienziati hanno confermato l´associazione tra 10 geni identificati in precedenza e la coronaropatia. Dei 13 geni scoperti, soltanto 3 sono associati con fattori di rischio noti per la Cad: 2 con i livelli di colesterolo e 1 con l´ipertensione arteriosa. Tutti gli altri si trovano in regioni geniche che non erano mai state associate alle cardiopatie, ma in alcuni casi ad altri disturbi, quali aneurismi cerebrali e aneurismi dell´aorta addominale, celiachia e diabete di tipo 1. "La cosa più eclatante del nostro studio è che abbiamo scoperto diversi nuovi geni di cui non si conosceva il ruolo nello sviluppo della malattia coronarica, che è la prima causa di infarto", ha commentato il prof. Nilesh Samani dell´Università di Leicester (Regno Unito), co-coordinatore dello studio. "Il passo successivo, ovvero comprenderne il funzionamento, ci permetterà di migliorare le nostre conoscenze in merito alle modalità di sviluppo della malattia e potrebbe, in ultima analisi, portare allo sviluppo di nuovi trattamenti". Per ottenere questi risultati, i ricercatori hanno raffrontato i profili genetici di oltre 22.000 persone di origine europea affette da coronaropatia o con una storia di cardiopatie con il profilo di 60.000 persone in salute. L´obiettivo era individuare eventuali cambiamenti nelle singole lettere dei genomi dei partecipanti: queste mutazioni, dette "poliformismi a singolo nucleotide", possono alterare la funzione di un gene aumentando il rischio individuale di cardiopatie. La scansione iniziale ha rivelato 23 regioni geniche che apparentemente potevano predisporre allo sviluppo della malattia coronarica. Successivamente, queste regioni sono state studiate in altri 50.000 genomi, appartenenti per metà a persone affette da cardiopatie e per l´altra metà a persone senza problemi al cuore. Questa seconda scansione ha dimostrato che 13 dei 23 geni erano effettivamente associati a un rischio elevato di coronaropatia. "Il consorzio ha esaminato un numero di campioni dieci volte superiore a quello del più vasto studio mai pubblicato, in modo da amplificare la possibilità di individuare variazioni genetiche anche minime", ha dichiarato il dott. Robert Roberts dello University of Ottawa Heart Institute (Canada). "Ora dobbiamo comprendere come funzionano questi geni, sviluppare una nuova classe di farmaci mirati e identificare le persone che più hanno necessità di ridurre la propensione all´infarto e all´insorgenza di altri problemi cardiaci". Il sostegno comunitario alla ricerca proveniva dai progetti Cardiogenics (Identification of genetic roots of coronary artery disease by combining stepwise genome wide association studies with transcriptomic and functional genomic investigation of relevant genetic variants), Bloodomics (Identification of risk genes for atherothrombosis in coronary artery disease by transcriptome and proteome analysis and high throughput exon resequencing) e Atheroremo (European collaborative project on inflammation and vascular wall remodelling in atherosclerosis). Cardiogenics e Bloodomics hanno ricevuto rispettivamente 10 milioni di euro e 8,9 milioni di euro dall´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6o Pq), mentre Atheroremo ha ricevuto 11,7 milioni di euro nell´ambito del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7o Pq). Per maggiori informazioni: Nature Genetics: http://www.Nature.com/ng  Università di Leicester: http://www.Le.ac.uk/    
   
   
UN TEAM DI RICERCATORI CHIEDE CONTROLLI GLICEMICI DI ROUTINE SUGLI ANZIANI  
 
Bruxelles, 9 marzo 2011 - In uno studio svolto tra Italia e Spagna, un team di ricercatori ha scoperto l´esistenza di un forte nesso tra i livelli elevati di glicemia non diagnosticati in pazienti non diabetici e l´aumento dei tassi di mortalità ospedaliera. Pubblicati sull´"International Journal of Clinical Practice" (Ijcp), i risultati dello studio suggeriscono che i degenti anziani dovrebbero essere sottoposti a controlli di routine dei livelli di glucosio nel sangue, che permetterebbero di identificare i pazienti ad alto rischio e sottoporli a trattamenti intensivi per ridurne il rischio di decesso. Dopo aver esaminato 808 degenti anziani, i ricercatori hanno scoperto che il 25% dei pazienti diabetici non diagnosticati presentava livelli glicemici elevati. L´équipe spagnola ha lavorato con 447 pazienti ricoverati presso un reparto di geriatria, mentre la controparte italiana ha studiato 361 pazienti ultrasessantenni ricoverati in un reparto di medicina interna: escludendo i 206 pazienti ai quali era già stato diagnosticato il diabete, si è scoperto che il 25% dei degenti presentava livelli di glucosio a digiuno pari o superiori a 126 milligrammi per decilitro (mg/dl), cioè il valore soglia per diagnosticare la malattia, mentre in quasi il 20% dei pazienti si superavano i 180 mg/dl. Il tasso di mortalità nei pazienti con livelli di glucosio a digiuno inferiori a 126 mg/dl era di poco superiore all´8% sia per quanto riguarda il totale dei pazienti sia per i degenti ricoverati senza diabete diagnosticato. Quando i ricercatori hanno però esaminato i pazienti non diagnosticati i cui livelli di glucosio a digiuno si trovavano fra i 126 e i 180 mg/dl, il tasso di mortalità è aumentato al 18%, ed è salito addirittura al 31% nei pazienti con livelli superiori a 180 mg/dl. Le percentuali dei pazienti diabetici si sono assestate invece su cifre significativamente più basse: 14% e 23%, rispettivamente. "La nostra ricerca rivela un alto tasso di mortalità e una ridotta sopravvivenza ospedaliera per i pazienti anziani non diabetici con un elevato livello base di glucosio a digiuno, cioè oltre 180 mg/dl", afferma il professor Fabio Monzani del dipartimento di Medicina interna all´Università di Pisa, co-autore dello studio. "Oltre a evidenziare l´importanza di eseguire controlli della glicemia a digiuno sui degenti anziani al momento del ricovero in ospedale per malattie acute, suggeriamo che la presenza di livelli di glucosio nel sangue pari o inferiori a 180 mg/dl potrebbe rappresentare un target adeguato nei pazienti ai quali non è stato ancora diagnosticato il diabete". Il professor Monzani afferma che i risultati "dovrebbero aiutarci a identificare i pazienti ad alto rischio durante la degenza ospedaliera, per poterli sottoporre a un trattamento intensivo al fine di ridurre il rischio di decesso e migliorare la prognosi". L´età media dei pazienti esaminati, per il 57% di sesso femminile, era di 84 anni. Sebbene si siano riscontrate variazioni considerevoli fra i motivi del ricovero nei due reparti, le cinque ragioni principali si sono rivelate le stesse: scompenso cardiaco (19%), infezione delle vie respiratorie (12,5%), ictus cerebrale acuto (12%), broncopneumopatia cronica ostruttiva (9%) e tumore (8%). La degenza ospedaliera calcolata sul totale dei pazienti arrivava in media a 10,5 giorni, mentre la media calcolata dal momento del ricovero al decesso risultava di 11,3 giorni. Il reparto italiano di medicina interna ha riscontrato un tasso di mortalità inferiore (8% rispetto a 14%) e una degenza media più breve (9 giorni invece di 12) nei confronti del reparto di geriatria spagnolo, ma dati simili per quanto riguarda il periodo intercorso dal momento del ricovero al momento del decesso. Per maggiori informazioni: Università di Pisa: http://www.Unipi.it International Journal of Clinical Practice (Ijcp): http://www.Blackwellpublishing.com/ijcp_enhanced/  
   
   
SANITA´, RHO: I CASI DA CHIARIRE SAREBBERO TRE  
 
 Milano, 9 marzo 2011 -  ´I casi di presunta malasanità all´ospedale di Rho sono all´attenzione di questo Assessorato oltre che a quella dell´autorità inquirente´. Lo fa notare l´assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani. ´In pieno accordo con il presidente Formigoni, - prosegue Bresciani - già nella giornata di ieri ho dato mandato alla Ao di Garbagnate e all´Asl Milano 1 di far partire approfonditi accertamenti. Inoltre è stato concordato col Ministro alla Salute Ferruccio Fazio di dare avvio ad azioni comuni coinvolgendo i nostri esperti e gli ispettori ministeriali, nella più completa collaborazione tra Governo e Regione per fare piena luce su tali episodi´. ´Dalle prime verifiche - fa sapere intanto il direttore generale Carlo Lucchina - i casi di presunta malasanità all´ospedale di Rho potrebbero riguardare tre interventi chirurgici, comunque tutti da verificare, che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi due anni. La lunga e non credibile sequenza prospettata da talune voci giornalistiche sembra invece più dettata dall´ansia scandalistica che dalla dall´interesse per un rigoroso accertamento dei fatti´.  
   
   
LA SANITA´ IN SICILIA ADESSO PUNTA SU QUALITA´ E SICUREZZA"  
 
Palermo, 9 marzo 2011 - "La ricerca della qualita´ nell´assistenza dovra´ essere il punto centrale della sanita´ siciliana per i prossimi anni e si articolera´ secondo alcuni principi fondamentali: centralita´ dei bisogni dei cittadini, equita´, efficacia, appropriatezza, sicurezza, efficienza, responsabilita´, onesta´ e trasparenza. Metteremo insieme il mondo dei professionisti, di cui vanno valorizzate competenza e autonomia professionale, degli amministratori delle aziende e degli utenti. Ci attrezzeremo con i sistemi piu´ evoluti che vengono utilizzati a livello internazionale e difatti abbiamo firmato nuove convenzioni con Joint Commission International (l´ente di accreditamento in sanita´ piu´ grande e con piu´ esperienza al mondo) per due progetti che riguardano la gestione del rischio clinico nelle aziende del sistema sanitario regionale e l´analisi dei Pronto Soccorso dell´isola che riguardera´ logistica, costi, personale, organizzazione, percorsi clinico - assistenziali, qualita´ e documentazione sanitaria. Superate brillantemente le oggettive difficolta´ economiche legate al deficit che avevamo ereditato, adesso abbiamo le risorse e l´organizzazione per guardare allo sviluppo della sanita´ in termini di qualita´ e governo clinico". E´ questo il messaggio centrale del discorso con il quale l´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha concluso ieri i lavori del convegno dal titolo "Migliorare la qualita´: un obiettivo di tutti gli operatori della sanita´" che si e´ svolto a Palermo. Si e´ trattato di un convegno estremamente qualificato che ha visto la presenza fra i relatori di Carlo Ramponi, direttore europeo di Joint Commission International (Jci) e del professor Antonello Zangrandi che per Joint Commission segue in Sicilia i progetti di autovalutazione delle performaces di tutte le aziende sanitarie. Proprio da Ramponi, uno dei massimi esponenti internazionali di rischio clinico che ha parlato delle grandi campagne a livello mondiale per l´orientamento sanitario, e´ arrivato un esplicito "complimento alla Sicilia il cui progetto di governo clinico - ha detto - e´ tra i piu´ avanzati d´Italia". L´assessore per la Salute Massimo Russo, al convegno sul rischio clinico, ha anche parlato degli obiettivi per la qualita´ che tra l´altro rappresentano un obiettivo prioritario per i manager delle aziende. "A questo tema - ha detto - abbiamo dedicato molta attenzione nel nuovo Piano regionale della salute. Dobbiamo innanzitutto migliorare l´appropriatezza delle prestazioni e promuovere la sicurezza del paziente, lavorando per identificare e correggere in modo sistematico i comportamenti inadeguati. I cittadini - pazienti vanno coinvolti in modo costante e strutturato attraverso la Consulta regionale, l´audit civico e la "customer satisfaction" che permette di misurare il gradimento dei pazienti per le prestazioni sanitarie erogate. Stiamo introducendo una nuova metodologia di lavoro richiamando ancora una volta concetti quali programmazione, organizzazione e responsabilita´ delle aziende e guardando al soddisfacimento dei bisogni di salute del cittadino in un contesto di sicurezza, partecipazione e responsabilita´ condivisa". I lavori del convegno sono stati introdotti da Lucia Borsellino, dirigente generale del dipartimento attivita´ sanitarie che ha illustrato politiche e strategie dell´assessorato della salute sul tema del rischio clinico. Hanno partecipato ai lavori tutti i "responsabili della qualita´" delle aziende sanitarie pubbliche e di numerose case di cura private.  
   
   
LA SINDROME DEL ’CERVELLO SBRAITANTE’ MOVIMENTI RAPIDI E IMPROVVISI, O, VICEVERSA LENTI E SOSTENUTI, CONOSCIUTI COME TIC.  
 
 Milano, 9 marzo 2011 - Una Sindrome dell’“incomprensione medica e sociale” : colpisce nei rapporti di lavoro, affettivi, a scuola, scatenando ripulse - L’importanza dell’informazione e collaborazione specialisti-pazienti - Un’associazione per ‘espugnare la “Tourette” La Sindrome di Tourette è una condizione caratterizzata dalla presenza di movimenti rapidi e improvvisi, o, viceversa lenti e sostenuti, stereotipati, e da vocalizzi di vario tipo che sono conosciuti come tic. Questi tic possono essere semplici, come uno sbattere delle palpebre, oppure complessi, coinvolgendo un numero maggiore e più articolato di gruppi muscolari, e si presentano quindi con smorfie del viso o di una parte del viso, o con scosse delle spalle, movimenti di torsione delle mani strette fra loro, movimenti che simulano il disegnare, oppure con un picchiettare delle dita su un oggetto, etc. A volte c’è una tendenza a mettersi ad annusare le persone oppure, più spesso, a toccacciarle. I tic vocali possono essere in forma di ‘grugniti’, di colpi di tosse, simili all’’abbaiare’, delle sequenze vocali particolari, oppure possono essere frasi formulate, o ripetendo parole o la parte terminale di parole dette da altri, come in un gioco, o invece di immediato contenuto scurrile, e quindi coprolaliche. Caratteristica di questi tic è il variare per intensità nel corso del tempo, e spesso, il cambiare di forma e di sede : a un certo tipo di tic ne succede un altro in una diversa parte del corpo. Questi tic possono essere di diversa intensità : in alcuni casi, più gravi, interferiscono e danneggiano la vita sociale. E’ un disturbo che colpisce soprattutto i maschi con un rapporto di tre-quattro a uno rispetto alle femmine e inizia prima dei 18 anni, in genere attorno ai 5-6 anni. L’intensità del disturbo spesso aumenta negli anni successivi e raggiunge il massimo nel periodo prepuberale e all’inizio dell’adolescenza. Poi in molti casi c’è una diminuzione di intensità e di frequenza, o addirittura la scomparsa dei tic, ma in alcuni il disturbo persiste nell’età adulta. La Sindrome di Tourette ha una base genetica della quale non si conosce ancora la natura specifica. La prevalenza di questo disturbo è compresa fra lo 0,15 per cento e l’1-3 per cento della popolazione, a seconda delle età prese in esame e anche con una differenza fra le varie statistiche. E’ opinione di vari specialisti che questo disturbo negli ultimi anni sia divenuto più frequente. Vi sono alcuni giovani o persone adulte nelle quali il disturbo si limita alla sola presenza di tic : sono la minoranza, appena il 10-20 per cento. Nella maggioranza (80 per cento) dei casi la sindrome di Tourette va insieme a un disturbo ossessivo-compulsivo che spesso si manifesta con tematiche di tipo violento, aggressivo, sessuale o di mania per le simmetrie con compulsioni a toccare, a mettere in ordine, a controllare, a contare-ricontare e, a volte, con lesioni (pseudopunitive) inflitte se stessi. Anche il Disturbo dell’Attenzione con Iperattività fa parte del quadro nella maggioranza dei soggetti ‘tourettiani’: si tratta di una particolare irrequietezza motoria, evidente soprattutto nei bambini, accompagnata da una facilità a distrarsi, a una difficoltà nel concentrarsi in un compito e a impulsività. Può essere accompagnata da difficoltà scolastiche e sociali dovute a scarsa cognizione e comprensione del problema sia fra la gente sia da parte delle istituzioni : sanitarie comprese. Spesso, anche se con minor frequenza, altri disturbi si associano alla sindrome di Tourette : disturbi d’ansia generalizzata, fobie, attacchi di panico. Inoltre disturbi dell’umore di tipo depressivo o di tipo maniaco-depressivo. Questa varietà di disturbi che possono interferire con un’adeguata crescita sociale e accompagnarsi a numerose frustrazioni contribuisce a spiegare molti disturbi di personalità di tipo socialmente autoescludenti o ‘di rifiuto’ che si riscontrano in adolescenti e adulti, e potrebbero essere evitati riconoscendo e curando la ‘Tourette’. La complessità dei disturbi che si associano, e in gran parte dei casi fanno parte, nella sindrome di Tourette rende la loro cura spesso delicata e complessa. Sul piano farmacologico ci sono varie medicine, come la pimozine, l’aloperidolo, la clonidina, che possono ridurre l’intensità dei tic o eliminarli. Tuttavia, queste medicine possono avere degli effetti collaterali che possono interferire negativamente su altri aspetti del disturbo. C’è quindi un problema di scelta su quali siano i gruppi di sintomi sui quali, di volta in volta, focalizzare la terapia : in alcuni soggetti, per esempio, può essere conveniente intervenire sui sintomi della serie ossessiva. Ci sono anche cure basate sull’uso della tossina botulinica per iniezione che può eliminare per qualche mese (deve poi essere ripetuta) alcuni tic particolarmente disturbanti. Accanto alle cure farmacologiche è spesso utile un intervento su altri aspetti della vita della persona : in particolare sulle abilità sociali, ma in vari momenti della vita ci possono essere altre priorità, come quelle relative a difficoltà di partecipazione all’apprendimento scolastico. Il problema della diagnosi è delicato e importante : spesso la sindrome di Tourette è ignorata o confusa con altri disturbi, più gravi. La sua conoscenza consente in generale di vivere meglio, di usare le medicine quando è necessario, di identificare meglio difficoltà scolastiche o sociali, e di potervi porre rimedio. Ecco perché è stato costituito l’Aist.  
   
   
S’E’ IMITABILE, E’ UN TIC BAMBINI DANNOSAMENTE DERISI E SGRIDATI LA “TOURETTE” VI FA IL VERSO E L’ECO - SENZA SOSTA ANCHE NEL SONNO, PER CICLI DI 6-10 SETTIMANE  
 
Milano, 9 marzo 2011 - Tra i disturbi del movimento, i tic rappresentano l’entità più eterogenea. Consistono di movimenti generalmente improvvisi e di breve durata, stereotipati e di per sé coordinati, che si ripetono ad intensità ed intervalli variabili. Sono più spesso di tipo “clonico”, cioè rapidi e a scatto, ma talvolta possono essere invece più lenti e prolungati, “tonici”. Rispetto agli altri disordini del movimento, i tic hanno la caratteristica di poter essere temporaneamente bloccati con uno sforzo di volontà da parte del paziente, a costo però di una crescente tensione interna, che si attenua solo dopo aver loro permesso di manifestarsi/sfogarsi di nuovo. Il paziente, insomma, prova un bisogno impellente di attuare quel movimento, urgenza che viene alleviata – comunque temporaneamente - solo dall’esecuzione del movimento stesso: spesso egli ammette che il tic e’ attuato volontariamente proprio in risposta ad una “incontrollabile necessità” di produrlo. Il tic è infatti un movimento imitabile e riproducibile anche da altri e non abnorme come i movimenti patologici involontari (coree, distonie, mioclono etc). I semplici tic motorii consistono di rapide contrazioni casuali di alcuni elementi corporei, in particolare degli occhi e degli altri muscoli del viso, del collo e delle spalle. Invece i tic complessi coinvolgono il movimento coordinato di più distretti muscolari, nella loro normale azione sinergica. ‘Psicotic’ - In questo ambito, molte patologie psichiatriche possono essere associate con la presenza di tic complessi: basti pensare a comportamenti ossessivi-compulsivi, gesti osceni o mimici, atteggiamenti lesionistici, ecc. I tic di tipo vocale, anch’essi semplici o complessi, consistono nell’emissione di una grande varietà di suoni, rumori o vocaboli, fino alla possibilità più conosciuta, anche se non così comune, della coprolalia. Come tutte le patologie “ipercinetiche”, i tic sono usualmente aggravati da situazioni di stress sia emotivo che fisico, ma a differenza delle altre ipercinesie, anche situazioni di completo rilassamento possono determinarne un peggioramento, probabilmente per il venir meno della componente di controllo volontario. Inoltre, i tic sono tra i pochi disturbi del movimento che possono persistere anche durante il sonno. Le cause dei tic possono essere varie. Quelli definiti “idiopatici” si manifestano per lo più nell’età infantile, ed in tal caso possono essere transitori (si valuta che circa il 15 per cento, cioè uno su 7, dei bambini possa presentare tic semplici) e scomparire dopo circa un anno dalla comparsa, o cronici, che persistono invece per il resto della vita. La “Tourette” fa l’eco e il verso - Tra i tic cronici complessi si distingue la “sindrome di Gilles de la Tourette”, il medico francese che l’ha descritta nel 1885. E’ caratterizzata da incoordinazione motoria accompagnata a vocalizzazioni involontarie, ecolalia (‘fare l’eco’) ed ecoprassia (‘fare il verso’ coi gesti). L’esordio, in genere intorno ai 7 anni di età e più frequente nei maschi (4 a 1 rispetto alle femmine), consiste inizialmente di tic dei muscoli mimici, soprattutto a carico degli occhi. Solo successivamente si ‘arricchisce’ di tutta una costellazione di tic motori e vocali, con periodiche remissioni ed esacerbazioni a cicli di circa 6-10 settimane. La patogenesi dei tic resta ancora incerta: l’efficacia di farmaci che bloccano i recettori dopaminergici, suggerisce una iperattività del tono dopaminergico centrale responsabile del controllo del movimento. Nel caso della sindrome di Gilles de la Tourette si e’ riscontrata un’alta incidenza di tic e comportamenti ossessivi-compulsivi nei familiari dei pazienti, ad espressione ereditaria dominante sesso-specifica. Odissee fra i medici - Spesso i pazienti con tic giungono all’osservazione del neurologo solo dopo lunghi e fallimentari incontri con altri specialisti: allergologi per il continuo gesto di “fiutare”, otorinolaringoiatri per un reiterante “schiarimento” di gola, oculisti per l’eccessivo ammiccamento, o psicologi e psichiatri per la presenza di più complessi disturbi comportamentali. I bambini, spesso presi di mira e derisi dai compagni (e sgridati dagli adulti ignoranti), possono tendere ad isolarsi per sfogare liberamente i tic, e con difficoltà riescono comunque a concentrarsi sui propri compiti. La costituzione dell’Aist-onlus tende in particolare anche a questo : togliere da umilianti incomprensioni e isolamenti i pazienti di Tourette, e curarli con chiarezza.  
   
   
LA SINDROME DEL ’CERVELLO SBRAITANTE’ L’AGGRAVIO DELL’INCOMPRENSIONE MEDICA E SOCIALE: COLPISCE NEI RAPPORTI DI LAVORO, AFFETTIVI, A SCUOLA, SCATENANDO RIPULSE E MALTRATTAMENTI - L’IMPORTANZA DELL’INFORMAZIONE  
 
Milano, 9 marzo 2011 - Secondo rilievi epidemiologici più attuali la Sindrome di Gilles de la Tourette, cioè la malattia dei tic multipli e complessi – detta cioè “del cervello sbraitante” - in Italia colpisce in misura consistente 600.000 persone, gravemente 30.000, con un rapporto 4 a 1 dei maschi in più rispetto alle femmine e la frequenza massima in età scolastica. La Sindrome di Tourette è una condizione caratterizzata dalla presenza di movimenti rapidi e improvvisi, o, viceversa lenti e sostenuti, stereotipati, e da vocalizzi di vario tipo che sono conosciuti come tic. Questi tic possono essere semplici, come uno sbattere delle palpebre, oppure complessi, coinvolgendo un numero maggiore e più articolato di gruppi muscolari, e si presentano quindi con smorfie del viso o di una parte del viso, o con scosse delle spalle, movimenti di torsione delle mani strette fra loro, movimenti che simulano il disegnare, oppure con un picchiettare delle dita su un oggetto, etc. A volte c’è una tendenza a mettersi ad annusare le persone oppure, più spesso, a toccacciarle. I tic vocali possono essere in forma di ‘grugniti’, di colpi di tosse, simili all’abbaiare, delle sequenze vocali particolari, oppure possono essere frasi formulate, o ripetendo parole o la parte terminale di parole dette da altri come in un gioco, interpretato spesso come una presa in giro, o invece di immediato contenuto scurrile, e quindi coprolaliche. Caratteristica di questi tic è il variare per intensità nel corso del tempo, e spesso, il cambiare di forma e di sede : a un certo tipo di tic ne succede un altro in una diversa parte del corpo. Questi tic possono essere di diversa intensità : in alcuni casi, più gravi, interferiscono e danneggiano la vita sociale. E’ un disturbo che colpisce soprattutto i maschi con un rapporto di tre-quattro a uno rispetto alle femmine e inizia prima dei 18 anni, in genere attorno ai 5-6 anni. L’intensità del disturbo spesso aumenta negli anni successivi e raggiunge il massimo nel periodo prepuberale e all’inizio dell’adolescenza. Poi in molti casi c’è una diminuzione di intensità e di frequenza, o addirittura la scomparsa dei tic, ma in alcuni, il 30 per cento, il disturbo persiste nell’età adulta. La prevalenza di questo disturbo è compresa fra lo 0,15 per cento e l’1-3 per cento della popolazione, a seconda delle età prese in esame e anche con una differenza fra le varie statistiche. E’ opinione di vari specialisti che questo disturbo negli ultimi anni sia divenuto più frequente. Vi sono alcuni giovani o persone adulte nelle quali il disturbo si limita alla sola presenza di tic : sono la minoranza, appena il 10-20 per cento. Nella maggioranza (80 per cento) dei casi la sindrome di Tourette va insieme a un disturbo ossessivo-compulsivo che spesso si manifesta con tematiche di tipo violento, aggressivo, sessuale o di mania per le simmetrie con compulsioni a toccare, a mettere in ordine, a controllare, a contare-ricontare e, a volte, con lesioni (pseudopunitive) inflitte se stessi. Anche il Disturbo dell’Attenzione con Iperattività fa parte del quadro nella maggioranza dei soggetti ‘tourettiani’: si tratta di una particolare irrequietezza motoria, evidente soprattutto nei bambini, accompagnata da una facilità a distrarsi, a una difficoltà nel concentrarsi in un compito e a impulsività. Può essere accompagnata da difficoltà scolastiche e sociali dovute a scarsa cognizione e comprensione del problema sia fra la gente sia da parte delle istituzioni : sanitarie comprese. Spesso, anche se con minor frequenza, altri disturbi si associano alla sindrome di Tourette : disturbi d’ansia generalizzata, fobie, attacchi di panico. Inoltre disturbi dell’umore di tipo depressivo o di tipo maniaco-depressivo. Questa varietà di disturbi che possono interferire con un’adeguata crescita sociale e accompagnarsi a numerose frustrazioni contribuisce a spiegare molti disturbi di personalità di tipo socialmente autoescludenti o ‘di rifiuto’ che si riscontrano in adolescenti e adulti, e potrebbero essere evitati riconoscendo e curando la ‘Tourette’. La “Tourette” fa l’eco e il verso - Tra i tic cronici complessi si distingue la “sindrome di Gilles de la Tourette”, il medico francese che l’ha descritta nel 1885. E’ caratterizzata da incoordinazione motoria accompagnata a vocalizzazioni involontarie, ecolalia (‘fare l’eco’) ed ecoprassia (‘fare il verso’ coi gesti). L’esordio, in genere intorno ai 7 anni di età e più frequente nei maschi (4 a 1 rispetto alle femmine), consiste inizialmente di tic dei muscoli mimici, soprattutto a carico degli occhi. Solo successivamente si ‘arricchisce’ di tutta una costellazione di tic motori e vocali, con periodiche remissioni ed esacerbazioni a cicli di circa 6-10 settimane. Nei casi di sindrome di Gilles de la Tourette si e’ riscontrata un’alta incidenza di tic e comportamenti ossessivi-compulsivi già nei familiari dei pazienti. Odissee fra i medici - Spesso i pazienti con tic giungono all’osservazione del neurologo solo dopo lunghi e fallimentari incontri con altri specialisti: allergologi per il continuo gesto di “fiutare”, otorinolaringoiatri per un reiterante “schiarimento” di gola, oculisti per l’eccessivo ammiccamento degli occhi, o psicologi e psichiatri per la presenza di più complessi disturbi comportamentali. I bambini, spesso presi di mira e derisi dai compagni (e sgridati dagli adulti ignoranti, insegnanti compresi), possono tendere ad isolarsi per sfogare liberamente i tic, e con difficoltà riescono comunque a concentrarsi sui propri compiti. La costituzione dell’Aist-onlus tende in particolare anche a questo : togliere da umilianti incomprensioni e isolamenti i pazienti di Tourette, e curarli con chiarezza.  
   
   
ATTUALITA’ DELLA ‘TOURETTE’  
 
Milano, 9 marzo 2011 - Secondo rilievi epidemiologici più attuali la Sindrome di Gilles de la Tourette, cioè la malattia dei tic multipli e complessi, in Italia colpisce in misura consistente 600.000 persone, gravemente 30.000, con un rapporto 4 a 1 dei maschi in più rispetto alle femmine e la frequenza massima in età scolastica. Ormai molte sono le evidenze scientifiche che permettono di inquadrare questa malattia non più in ambito psichiatrico, bensì neurologico, essendo emerse anche importanti implicazioni immunologiche. E questo aspetto costituisce, per certi versi, un autentico sconvolgimento del panorama medico “tradizionale” : che dunque vede modernamente inquadrata la Sindrome di Gilles de la Tourette tra le malattie aventi una base organica, pur possedendo alcuni aspetti ‘gestionali’ di competenza psichiatrica. Da ultimo va ricordato come essa costituisca un quadro di confine con gli stati di disattenzione/ipermotricità dell’infanzia, assieme alle sindromi ossessivo-compulsive, e i quadri di tic “semplici”. La vetrina dei Tic - Per tic si intende un disturbo costituito da gesti o vocalizzazioni relativamente brevi, intermittenti, di più o meno breve durata, del tutto involontari ovvero semivolontari, quando siano provocati da uno stimolo interno o da una situazione compulsiva. Si tratta di movimenti senza scopo, arrestabili solo con deciso impegno della volontà e solo per un limitato periodo, che presentano andamento variabile nel tempo, e che interessano in maniera mutevole svariati gruppi muscolari : degli arti, del collo, le spalle e compresi quelli respiratori, laringei, faringei, orali e nasali. Così si spiega la produzione di suoni, più o meno articolati, raggiungendo talvolta la formulazione di frasi compiute, in genere a contenuto osceno (per la concomitante “disinibizione” mentale). I tic possono essere distinti in : A) Tic motorii semplici clonici : brevi [di durata fino a 100 millesimi di secondo], a scatto (per es. ‘sbattere’ gli occhi, scuotere bruscamente la testa, etc.). Distonici : [più lunghi di 300 millisec.], che mimano taluni movimenti o posture abitudinari del soggetto, ovvero patologici come digrignamento dei denti (bruxismo): tortacollo o rotazioni delle spalle, etc. Tonici : [prolungati per più di 500 millisec.], consistenti in contrazioni muscolari progressive : per es. Stiramento fin doloroso di un arto, dei muscoli addominali sino a provocare il vomito, etc. B) Tic motorii complessi apparentemente non finalizzati : sono dei movimenti articolati, ma incongrui; finalistici : comportamenti di fatto compulsivi cioè gesti che il soggetto “sente” di dover compiere per raggiungere un determinato scopo (in genere ‘vietato’ : spingere, stringere,toccare al-volo qualcuno/qualcosa) C) Tic vocali semplici - colpi di tosse ‘a vuoto’, emissione di versi gutturali etc D) Tic vocali complessi - sbraitamenti e enunciazioni immotivate di frasi più o meno compiute, assai spesso a contenuto osceno (copro-porno-lalia). La messa a punto di questa classificazione fa cenno anche dei tic “compulsivi”, che nascerebbero in risposta a sensazioni abnormi capaci di “spingere” irrefrenabilmente il paziente di ‘Tourette’ a compiere quei movimenti ovvero ad emettere quei suoni o parole. Il punto di partenza sarebbe dunque un “bisogno” che nasce all’interno del soggetto che “non ha pace” finchè compia quel gesto o dica quella frase.  
   
   
BOLZANO, CORSO: GESTIRE LE EMOZIONI DI CHI ASSISTE PERSONE CON DEMENZA  
 
Bolzano, 9 marzo 2011 - Iniziativa formativa promossa dalla Scuola provinciale in lingua italiana per le professioni sociali che ha sede in via S. Geltrude,3 a Bolzano. Assistere quotidianamente persone con demenza porta spesso con sé un carico emozionale fatto anche di frustrazione, paura, rabbia, di voglia di capire realmente cosa sta succedendo alla persona, cosa prova, perché non capisce, se saremmo in grado di riconoscere e soddisfare qualche suo piccolo bisogno, … Attraverso l’analisi di casi e la presentazione di quesiti, il corso, aperto ad operatori sociali e sanitari, familiari di persone con demenza, propone alcuni strumenti e modalità per gestire le proprie emozioni ed affrontare con maggiore serenità le attività di assistenza alla persona affetta da demenza. Il corso si svolgerà il 21 marzo, dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.30. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, Via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel. 0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it/    
   
   
BOLZANO: LABORATORIO BIOLOGICO PROVINCIALE: NUOVO CALENDARIO SUL VOLO POLLINICO  
 
Bolzano, 9 marzo 2011 - Con l´imminente inizio della primavera torna d´attualità il tema delle allergie provocate dai pollini. Ne soffre il 10-15% degli altoatesini, i quali possono contare su un´efficiente servizio di informazione offerto dal Laboratorio biologico dell´Agenzia provinciale per l´ambiente. Primavera: tempo di fastidiosi problemi di allergia per molti altoatesini, alle prese con raffreddori, asma e lacrimazione degli occhi. I cambiamenti climatici in corso, inoltre, producono effetti anche sulle stagioni dei pollini, che iniziano sempre prima e durano sempre più a lungo. Da più di 10 anni il laboratorio biologico provinciale di Laives studia il volo pollinico, ed effettua continue rilevazioni sulla concentrazione dei pollini nell´aria. Per diffondere una maggiore informazione sul fenomeno pollinico e le sue conseguenze il Laboratorio biologico provinciale pubblica quest’anno per la prima volta un vero e proprio calendario dei pollini che va dal marzo 2011 sino al marzo 2012 dotato di utili indicazioni e di illustrazioni particolarmente interessanti. “Con il nuovo calendario mensile sul volo pollinico e le piante allergeniche si vuole contribuire in maniera incisiva ad informare la popolazione” sottolinea l’assessore Laimer. Il nuovo calendario verrà inviato dal Laboratorio biologico provinciale ai medici di base, ai pediatri, alle farmacie, ai servizi pneumologici, ai distretti sanitari ed al personale sanitario specializzato. Per informarsi tempestivamente riguardo al volo pollinico ed alle piante allergeniche gli interessati possono consultare il sito creato dal Laboratorio biologico all’indirizzo www.Provincia.bz.it/pollini, e-mail: pollini@provinz.Bz.it o contattare i numeri telefonici 0471 – 950431 – 593535.  
   
   
MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE: COMPLESSA COME I TRAPIANTI ‘SOLO UN GINECOLOGO PUÒ GARANTIRE LA SICUREZZA DEI PAZIENTI’  
 
Roma, 9 marzo 2011 – Le Unità Operative di Medicina della Riproduzione (U.o.m.r.) sono strutture complesse e iperspecializzate: le norme comunitarie le equiparano a un centro trapianti. È quindi necessario che il Governo stabilisca, una volta per tutte, che la loro direzione venga affidata a professionisti adeguatamente specializzati in tale campo, anche e soprattutto per una tutela a 360° del paziente. E i ginecologi sono gli unici a possedere le competenze specifiche per la loro gestione. Lo sottolinea l’Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani), che riprende i contenuti di un’interrogazione parlamentare presentata di recente al Ministero della Salute dal prof. Benedetto Francesco Fucci, componente della Commissione Affari Sociali della Camera e della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario. “Le attività delle Unità operative di medicina della riproduzione spaziano dalla chirurgia dell´infertilità all’endocrinologia riproduttiva – sottolinea Fucci – dalla ginecologia dell´adolescenza alla diagnostica ecografica, dalla terapia dell´abortività ricorrente alla genetica riproduttiva: per questo è opportuno che la loro direzione sia affidata a coloro che possiedono il bagaglio di conoscenze necessario per assumersi questa specifica responsabilità, cioè a chi abbia seguito il percorso formativo per la specializzazione in ginecologia ed ostetricia. La medicina della riproduzione, infatti, è una specialità di tipo chirurgico di questo settore”. L’aogoi ricorda come alcune strutture (l’Università di Padova, l’Ospedale S. Paolo di Milano e l’Ospedale di Latina) abbiano già affidato le loro U.o.m.r. A professionisti non in possesso delle competenze specifiche richieste anche dalle norme in vigore (articolo 10, legge 40/2004). “La regione Veneto - continua Fucci nella sua interrogazione – ha deciso di affidare il coordinamento del gruppo di lavoro sulla procreazione medica assistita del tavolo tecnico della Conferenza Stato-regioni a un professionista non ginecologo”. Da una situazione simile potrebbero derivare conseguenze che Fucci definisce “paradossali”. In particolare, “dal tavolo tecnico della Conferenza Stato-regioni potrebbero giungere indicazioni alle singole Regioni per l’assegnazione della gestione delle U.o.m.r. Anche a specialisti in andrologia o embriologia”. L’aogoi invita il Ministro della Salute, prof. Fazio, a intervenire senza indugio per fare chiarezza.  
   
   
NAUSEA IN GRAVIDANZA, NE SOFFRONO SEI DONNE SU DIECI UNA RICERCA TUTTA ITALIANA PROMUOVE I GHIACCIOLI NATURALI  
 
Caserta, 9 marzo 2011 – Liberarsi dal senso di nausea e malessere che accompagna i primi mesi di gestazione oggi è possibile: basta un ghiacciolo. Una tipologia particolare, a base di soli ingredienti naturali e senza zuccheri e conservanti. Sperimentati da una giovane donna inglese, che li ha ideati per se stessa, i Lillipops sono ora un fenomeno in tutta Europa. A Caserta, in occasione del Convegno “Contraccezione e salute riproduttiva” si sono discussi i dati della prima ricerca italiana condotta dall’Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) che ne ha testato l’efficacia: i risultati sono estremamente positivi, il rimedio funziona nel 95% dei casi. Buone notizie, dunque, per fronteggiare un disturbo che dura di solito dai 30 ai 40 giorni, ma che in molte occasioni si prolunga fino alla vigilia del parto, disturbando fisicamente ed emotivamente le future mamme nelle loro attività quotidiane. La sperimentazione nazionale, condotta a ottobre 2010, ha coinvolto 10 centri equamente distribuiti in tutta la penisola e dimostrato che l’utilizzo dei ghiaccioli riduce nella quasi totalità il fenomeno. Non solo, la maggior parte delle donne ha notato fin dai primi giorni un miglioramento concreto della nausea. “Questo nuovo prodotto rappresenta un’importante alternativa non farmacologica per contrastare il malessere che colpisce le donne durante la gravidanza – spiega il prof. Antonio Chiantera, Segretario Nazionale dell’Aogoi –. Dopo le problematiche cliniche relative all’utilizzo di alcuni farmaci che poi si sono dimostrati teratogeni, vi è un’estrema cautela da parte dei medici nel prescrivere medicinali. Per questo la disponibilità di rimedi naturali, che non hanno effetti collaterali, costituisce una novità particolarmente interessante per noi ginecologi”. I “Lillipops”, per la loro peculiare natura, sono assolutamente innocui e quindi adatti per migliorare la sintomatologia “simpatica” e l’idratazione in maniera semplice e gradevole: sono utili, infatti, per reidratare le future mamme che spesso hanno difficoltà ad assumere liquidi. I ghiaccioli, inoltre, contrastano la secchezza della bocca, la comparsa di ulcerazioni del cavo orale e il bruciore di stomaco. Sono in vendita dal novembre scorso nelle farmacie italiane e nella grande distribuzione. La confezione da 20 pezzi costa circa 10 euro e sono disponibili in cinque gusti, senza zucchero aggiunto e a basso impatto calorico: pompelmo e mandarino, limone e menta, camomilla e arancia, lime e vaniglia, zenzero (particolarmente indicato). È possibile acquistarli anche su internet, sul sito www.Lillipops.it/   
   
   
TOSCANA: LATTE MATERNO, UN’OPPORTUNITÀ DI SALUTE CHE VA DATA A TUTTI I BAMBINI  
 
Firenze, 9 marzo 2011 – “La Toscana ha posto l’allattamento materno tra le proprie strategie prioritarie. Il latte materno è molto più di un alimento, è una sostanza che contiene la vita. Ed è giusto che anche le mamme che non sono in grado di allattare possano dare ai loro piccoli latte materno. E’ con piacere che oggi mi unisco al Meyer per festeggiare i 40 anni della Banca del latte”. E’ il saluto che l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia fa giungere al Meyer, in occasione della festa che si è tenuta ieri, per l’intera giornata: la mattina, dalle 8.30 alle 13.30, il convegno sull’esperienza del Meyer e i primi passi della rete regionale delle Banche del latte umano donato; il pomeriggio, dalle 16.30, la festa dedicata alle mamme, ai bambini, alle famiglie. “Dal latte umano, un bambino trae grandi benefici – prosegue l’assessore – Tanti gli studi che hanno dimostrato che per i bambini nutriti con latte materno diminuisce la possibilità di contrarre malattie come diabete giovanile e obesità. Vantaggi che si traducono inevitabilmente anche in un risparmio enorme per la sanità pubblica e la società intera. Il latte materno fresco rappresenta l’alimento ideale nella prima fase della vita, grazie alle sue proprietà nutrizionali e ai suoi effetti protettivi. Quando la madre biologica non può allattare al seno, la prima alternativa dovrebbe essere rappresentata dal latte di una donatrice. In Toscana vogliamo dare questa opportunità di salute al maggior numero di bambini possibile, garantendo qualità e sicurezza”. In Toscana le banche del latte sono 6 (è la regione in cui sono più numerose), un quarto di quelle presenti sul territorio nazionale). Il Meyer ha iniziato la raccolta del latte a domicilio dalle donatrici nel 1971: ogni anno raccoglie in media 2.000 litri di latte, fornito da circa 300 donatrici, e lo distribuisce gratuitamente, oltre che all’interno dello stesso Meyer, ai reparti pediatrici di altri ospedali della Toscana, a pazienti a domicilio e, in qualche caso, anche ad ospedali fuori regione. Solo al Meyer, finora ben 14.695 bambini hanno usufruito della banca del latte materno.  
   
   
BOLZANO, APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO: "DALLA CURA DI SÈ ALLA CURA DELL’ALTRO"  
 
 Bolzano, 9 marzo 2011 - Iniziativa formativa promossa dalla Scuola provinciale in lingua italiana per le professioni sociali che ha sede in via S. Geltrude,3 a Bolzano. Tra quanti operano in ambito assistenziale non è raro riscontrare come la motivazione nei confronti della professione sia frequentemente minata sia da fattori estrinseci, come i risultati che si riesce a raggiungere, sia dalla propria biografia personale. Vi è tuttavia in ciascuno una tensione costante a rinnovare le ragioni di interesse verso il proprio lavoro. Si tratta di un bisogno di senso che interpella ogni operatore e che si appaga quando il soggetto riesce a ridare valore al proprio quotidiano, attraverso processi che sono solo in parte consci. Il corso "Dalla cura di sè alla cura dell’altro" vuole offrire agli operatori strumenti cognitivi, linguistici e affettivi per una lettura più consapevole delle dinamiche insite nella “relazione di cura”. Il percorso avrà inizio con una riflessione sul concetto di Sé e sulla pratica professionale, intesa come un succedersi continuo di occasioni di crescita e di trasformazione. Rivisitare l’esperienza individuale potrà permettere all´operatore di risignificare la propria professionalità, oltre i saperi tecnicistici del proprio lavoro. Il corso si terrà il 24 ed il 25 marzo, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00, presso la Scuola Provinciale per le Professioni Sociali in via S. Geltrude, 3. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni: Scuola Provinciale per le Professioni Sociali, “L. Einaudi” - Bolzano, Via S. Geltrude, 3 - Uff. Formazione Continua tel. 0471/ 414456--4418 – fax 0471/414455. Sito internet: http://www.Sociale-einaudi.fpbz.it/  
   
   
CHRISTIAN HOLSTAD YOU WILL FIND ME IF YOU WANT ME IN THE GARDEN UNLESS IT´S POURING DOWN WITH RAIN MASSIMO DE CARLO - MILANO DAL 24 MARZO AL 23 APRILE 2011  
 
Milano, 9 marzo 2011 - Il 23 marzo Massimo De Carlo inaugura la personale di Christian Holstad You will find me if you want me in the garden unless it´s pouring down with rain. Dopo il successo della mostra I Confess presso la Galleria Civica di Modena del 2010, l´artista espone nuovi collage, sculture sospese e video che dialogano fra di loro nello spazio di via Ventura 5 a Milano. Il titolo della mostra riprende il verso della canzone del 1996 "The Garden" del gruppo tedesco Einstürzende Neubauten, una delle band più importanti e significative per la diffusione dell´industrial rock agli inizi degli anni ´80. Elementi prelevati dalla musica, dalla moda, dal mondo dell´editoria e dalla realtà quotidiana si fondono nelle sculture, nei disegni, nei collage e nei video di Christian Holstad, attraverso un processo di rivisitazione e manipolazione che vede l´artista impegnato in prima persona nell´assemblare, ritagliare e persino cucire. Indumenti, tessuti, oggetti, fino ad arrivare a fotografie e immagini prelevate da quotidiani e riviste, vengono rielaborati per creare nuovi mondi visionari, grotteschi ed esteticamente affascinanti nello stesso tempo. Christian Holstad è nato ad Anaheim, California, nel 1972. Vive e lavora a New York. Fra le sue mostre personali più recenti I Confess presso la Galleria Civica di Modena (2009), Christian Holstad: The Terms of Endearment presso il Museum of Contemporary Art di Miami (2006), Gaity: Discovering the Lost Art (in Absentia) presso la Kunsthalle di Zurigo (2004). Ha esposto in importanti rassegne internazionali come la Triennale di Yokoama (2008), la Biennale di Lione (2007), di Mosca (2007) e la Whitney Biennial (2004). Le sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche del Museum of Modern Art di New York, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, di Miami e di Chicago, l´Astrup Fearnley Museet for Modern Kunst di Oslo, e l´Armand Hammer Museum of Art di Los Angeles.