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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 28 Marzo 2011
CLASS ACTION CONTRO MICROSOFT: PRIMA UDIENZA  
 
Il prossimo 19 maggio, presso il Tribunale di Milano, si svolgerà la prima udienza della class action che l´Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (Aduc) ha promosso lo scorso 24 gennaio 2011 contro Microsoft sulla “obbligata” accettazione del software preinsatallato sul pc. L’aduc chiede alla compagnia di rimborsare i consumatori che restituiscono le licenze per il sistema operativo Microsoft Windows preinstallato sui computer appena acquistati e non utilizzate. Nonostante quasi tutti i nuovi computer portatili e desktop siano venduti con un sistema Windows preinstallato, Microsoft si è ripetutamente rifiutata di rimborsare il costo delle licenze software a quei consumatori che non volessero utilizzare il sistema. Non vi è alcuna trasparenza su quanto gli utenti paghino per la licenza e quanto per l´hardware. L’udienza riguarderà l’ammissibilità dell’azione  
   
   
CLASS ACTION CONTRO MICROSOFT: ADESIONE DELLA FREE SOFTWARE FOUNDATION EUROPE  
 
La Free Software Foundation Europe (Fsfe) ha accolto favorevolmente l´azione di classe intrapresa dell´Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (Aduc) contro Microsoft. La Fsfe considera l´azione intrapresa da Aduc un passo importante per raggiungere maggior chiarezza per i consumatori e per render possibile agli acquirenti di restituire le licenze inutilizzate. "Questo abuso è andato avanti per troppo tempo", dice Giacomo Poderi, coordinatore Italiano di Fsfe. "I consumatori soffrono di una mancanza di informazioni, le procedure per il rimborso sono per lo più incerte o completamente mancanti, mentre i distributori software ed hardware giocano a scarica barile quando è ora di prendersi le responsabilità per questa confusione. Come risultato i consumatori sono tagliati fuori da ciò che spetta loro." Carlo Piana, consulente legale Fsfe e parte del gruppo di avvocati rappresentanti le parti di Aduc nell´azione di classe, dice: "E´ ora che i consumatori abbiano una scelta reale. Un meccanismo di rimborso funzionante di per sè non è sufficiente per una libera competizione nel mercato dei sistemi operativi, ma è un primo passo necessario che va preso il prima possibile."  
   
   
NEW YORK TIMES ONLINE A PAGAMENTO  
 
Dal 17 marzo in Canada e dal 28 marzo negli Usa il New York Times online è a pagamento. Il New York Times, il maggiore quotidiano generalista, propone tre tipi di abbonamento che vanno da 15 e 35 dollari al mese, a seconda della quantità di servizi ai quali si vuole accedere, ferma restando la possibilità di consultare 20 articoli al mese gratis  
   
   
L´ANSA È ANCHE SUI TABLET  
 
I testi e le immagini dell´Ansa sono disponibili anche su I Pad e su Iphone. Tutti i clienti, che già oggi hanno l´Ansa sul loro computer, possono estendere l´abbonamento per essere aggiornati in tempo reale ovunque si trovino. Info e attivazione della password: 800 422 433. Collegandosi all´indirizzo www.Ansa.it/iansa/webapp/  o direttamente dal sito Ansa.it l´utente accede ad una home page free dove trova: un Primo piano, con le quattro notizie più rilevanti del momento, aggiornate in tempo reale ma anche la possibilità di accedere a tutte le notizie più importanti corredate di foto; i dodici principali, Foto racconti che descrivono per immagini la giornata, espandibili in un mosaico che raccoglie anche quelle dei giorni precedenti, sfogliabili a pieno schermo; lo Sport, con le notizie principali di calcio ma anche degli altri avvenimenti sportivi, ognuno con la sua foto; una galleria di video, aperta sempre dal tg Ansa dell´ultim´ora; una selezione di tre notizie accattivanti e curiose aggiornate costantemente. E poi le rubriche: Italia, Mondo, Sport, Calcio, Economia, Cultura, Scienza, Internet, Spettacolo, Moda, Musica, Cinema con notizie corredate di foto; Regioni, con i fatti più importanti di tutte e 20 le realtà locali italiane; il Meteo, che con una grafica accattivante e di facile lettura permette di consultare la situazione in tempo reale e le previsioni per i giorni successivi città per città e regione per regione in Italia ma anche paese per paese in Europa e nel mondo  
   
   
ANES: ALESSANDRO CEDERLE NUOVO PRESIDENTE  
 
L’assemblea dei Soci dell’Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata (Anes), riunitasi il 24 maggio a Milano, nella sede di Assolombarda, ha eletto con la stragrande maggioranza dei voti il nuovo Presidente: Alessandro Cederle, che ha voluto come vice-Presidenti Antonio Greco, del Gruppo Sole 24 Ore, e Roberto Pissimiglia, di Edizioni Esav. Cederle viene da una lunga esperienza in aziende nazionali e multinazionali, prima nel campo del Business Information (Dun & Bradstreet) e poi nell’editoria B2b (Direttore Generale di Kompass Italia e per sette anni Amministratore Delegato di Reed Business Information). “Ringrazio l’Assemblea per la fiducia dimostrata nell’affidarmi questo incarico, che considero un privilegio, un onore, ma soprattutto una responsabilità” ha commentato a caldo il neoeletto. Ha poi presentato il suo programma di lavoro per il prossimo biennio 2011-2012. “La sfida più impegnativa”, ha affermato, “sarà traghettare l’associazione nel delicato passaggio verso il digitale, bilanciando accuratamente tradizione e innovazione”. Sarà anche necessario modulare gli interventi in relazione alle diverse dimensioni delle aziende associate e conservare in ogni momento la consapevolezza dell’assoluta centralità del ruolo che l’editoria cartacea mantiene nell’industria e nell’economia italiana in generale. Cruciale è il nodo della distribuzione, con particolare attenzione al tema delle tariffe postali, che occorrerà affrontare nei termini del confronto con un mercato in procinto di liberalizzarsi. Uno dei metodi di approccio a questi problemi sarà la creazione e l’alimentazione di una fitta rete di relazioni privilegiate con le Istituzioni, con il mondo di Confindustria e con le altre associazioni di categoria nazionali e internazionali. Parte importante del programma sarà lo sviluppo dei servizi ai Soci, tramite partnership e convenzioni, e il potenziamento della presenza dell’associazione sul territorio, in modo che Anes diventi un imprescindibile punto di riferimento per gli editori tecnici professionali e specializzati, sia per le esigenze di routine, sia come luogo di formazione, aggiornamento, dialogo e confronto. L’ambizione è quella di fare di Anes un’associazione dinamica, concreta, moderna e capace di rappresentare al meglio quella parte dell’editoria italiana più aperta al futuro. Il nuovo Presidente succede a quattro anni di presidenza di Gisella Bertini Malgarini, applaudita dall’Assemblea per l’attivismo e la determinazione con cui ha affrontato un periodo così complesso per tutto il comparto editoriale  
   
   
MEDIA DIGITALI: +10% (5 MILIARDI DI EURO)  
 
Lo scorso 22 marzo 2011, a Milano, presso l´Aula Carlo de Carli del Politecnico di Milano si è svolto il Convegno “New Media & Tv: tante novità, ma quali strategie?” con la presentazione dei risultati dell’Osservatorio su New Media & Tv, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Cefriel. Il settore dei Media (stampa, radio, tv, Internet e Mobile), dopo un 2009 da dimenticare in cui, a causa della crisi economica mondiale, aveva perso circa il 10% del giro d’affari, nel 2010 fa registrare una crescita positiva superiore al 3%, sfiorando quota 17 miliardi di Euro, anche se i numeri rimangono lontani da quelli del 2008. La componente digitale, aumentando del 10% circa, vale nel 2010 quasi 5 miliardi di euro, pari al 29% del mercato complessivo dei Media. Buona la crescita della pubblicità su tutti i mezzi digitali - Internet +13%, Sofa Tv digitali +26%, Mobile +15%. Il Pay continua a crescere (+5%), ma a tassi inferiori rispetto all’anno precedente. Tantissime le novità del 2010. Il lancio dell’iPad e degli altri Tablet “inventa” una nuova famiglia di terminali pensati per la fruizione di contenuti da Internet. La fruizione di Internet da Smartphone esplode. Il concetto di Application Store dagli Smartphone contagia Tablet, Pc e Tv, dando il via alla sperimentazione di nuovi modelli di ricavi, Pay e Advertising. Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dai canali digitali, agli Editori serve un cambiamento culturale, che faccia interpretare loro in modo corretto la propria vera identità all’interno del nuovo mondo digitale. Rifuggire dall’effetto moda, cercare la propria identità digitale dentro se stessi, innovare value proposition e fonti di ricavi, puntare su una strategia multicanale, costruire un’organizzazione flessibile fondata sulla sperimentazione e sull’apprendimento sono alcuni dei principi che li possono guidare nell’affrontare questa sfida. In aumento sia la pubblicità che i ricavi pay. Sulla crescita della pubblicità (+4%) incidono diversi fenomeni di segno opposto: un buon aumento della raccolta televisiva sia sui canali tradizionali sia su quelli “all digital” (+5%), una nuova contrazione (seppur più contenuta rispetto a quella dell’anno precedente) della raccolta sulla Stampa (-4%) e un’ottima performance della Radio (+12%). Sul fronte dei ricavi pay, la Stampa recupera poco più dell’1% rispetto al 2009, mentre i ricavi delle pay Tv aumentano del 6%. Focalizzando l’attenzione sui Media Digitali (Sofa-tv, Internet e Mobile) emerge una crescita complessiva del 9%. E’ il risultato di diversi fattori: una buona crescita della pubblicità su Internet (+13%, in linea con il risultato del 2009); un aumento del 9% dei ricavi da Sofa-tv, grazie soprattutto all’importante crescita della raccolta pubblicitaria; una sostanziale stabilità del canale Mobile. “Il 2010, tuttavia, non sarà ricordato come l’anno della ripresa ma come l’anno delle novità. Mai in passato si erano, infatti, concentrate in un solo anno così tante innovazioni: - commenta Giovanni Toletti, Responsabile della Ricerca Osservatorio New Media & Tv- il lancio dell’iPad e degli altri Tablet, che “inventa” una nuova famiglia di terminali pensati appositamente per la fruizione di contenuti multimediali da Internet; la proliferazione delle Mobile Application per Smartphone (si parla di oltre 700 mila applicazioni); l’introduzione anche nel mondo dei Pc del rivoluzionario concetto di Application Store; la diffusione delle Connected Tv che consentono, in modo nativo e con specifici widget, di accedere ai contenuti della Rete. In questo contesto a dir poco turbolento, la Ricerca ha provato anche a suggerire alcune linee guida alle Media Company per affrontare in maniera corretta i trend in atto e gli snodi per il futuro. “Siamo convinti che non sia sufficiente cercare di interpretare in modo “corretto” le molteplici potenzialità offerte da tutte queste novità, ma che occorra qualcosa di più. Di più complesso e di più profondo, che va al di là delle “mode” e delle innovazioni del momento - afferma Andrea Rangone, Coordinatore degli Osservatori Ict & Management della School of Management del Politecnico di Milano. - Innanzitutto, occorre saper scoprire la propria vera identità digitale, comprendere il proprio Dna in termini di risorse e competenze core (testate, posizionamento, capacità di produzione di contenuti, base utenti e così via) e, coerentemente, inventare una propria strategia digitale, capace di identificare nuove proposizioni di valore e nuove fonti di ricavi. In secondo luogo, occorre creare un’organizzazione flessibile, capace, in questo scenario digitale così imprevedibile, di sperimentare velocemente e di apprendere criticamente dalle esperienze e anche dai fallimenti per mettere a punto continuamente nuove azioni.” In sintesi, la vera risposta alle sfide del nuovo mondo digitale si trova in un profondo cambiamento culturale: che l’Osservatorio New Media & Tv ha battezzato “da Media Company a Media Entrepreneur”. Il mercato dei Media Digitali L’osservatorio adotta una prospettiva sistemica che cerca di comprendere tutti i molteplici e turbolenti fenomeni che stanno accadendo nei Media digitali. Per Media Digitali si intendono tutti quei Media che si basano su reti distributive digitali e vengono fruiti dagli utenti tramite terminali digitali. Più precisamente, i Media Digitali possono essere raggruppati in tre macro-categorie: · Sofa-media, quelli basati sulle piattaforme televisive digitali (Sat Tv, Dtt, Iptv e Connected Tv) e fruiti mediante schermo televisivo “tradizionale” (che chiamiamo mondo Televisore-centrico); · Internet-media, quelli fruibili da un qualsiasi Pc (Laptop, Desktop o Netbook, che costituiscono il cosiddetto mondo Pc-centrico) e dai nuovi Tablet; escludendo quindi i Media fruiti attraverso telefoni cellulari, Smartphone e Connected Tv anche se basati su protocollo Ip; · Mobile-media, quelli fruibili tramite Telefoni cellulari o Smartphone (il cosiddetto mondo Cellulare-centrico). Tra i Media digitali, i Sofa-media rimangono dominanti, con un peso pari al 73% circa, mentre gli Internet-media arrivano al 22% e i Mobile-media coprono il 5%. Ma cosa è accaduto nel 2010 su queste piattaforme da un lato così eterogenee tra loro e dall’altro sempre più “vicine” grazie ad Internet? · Sofa-media: un’offerta sempre più ricca Subisce un’accelerazione la diffusione del Digitale Terrestre (Dtt) che, a fine anno, ha raggiunto il 64% della popolazione italiana. In parallelo i broadcaster hanno aumentato significativamente la propria offerta sul Dtt, passata in un anno da 53 a 92 canali unici nazionali. Cresce anche l’offerta di Sky sulla piattaforma satellitare, che punta soprattutto sull’Alta Definizione: sono ben 36 i canali in Hd sul satellite, contro i 7 che può vantare - a causa dei limiti di banda - il digitale terrestre. Continua sul mercato dei contenuti premium la “iper-competizione” fra Sky e Mediaset che si manifesta sia con una forte battaglia sul prezzo sia con il continuo arricchimento dell’offerta. Il 2010 ha visto anche l’evolversi di due fenomeni particolarmente innovativi: l’introduzione delle televisioni 3D e la diffusione delle Connected Tv, cioè quelle televisioni che consentono di fruire di contenuti multimediali provenienti dal mondo Internet. Per quanto riguarda il 3D, nonostante la notevole portata innovativa del fenomeno, ad oggi due importanti restrizioni lo limitano: l’esigenza di indossare appositi occhiali e il numero limitato di contenuti 3D disponibili. Il 2010 ha, invece, visto una buona diffusione, quasi inconsapevole agli occhi del consumatore, delle Tv intrinsecamente connettibili a Internet: a fine 2010 sono, infatti, circa 2,7 milioni i televisori con questa possibilità nelle case degli Italiani, ma in realtà un numero limitato è effettivamente connesso. Per ora comunque entrambi questi fenomeni, anche se hanno contribuito a spingere le vendite di nuovi televisori e decoder, hanno avuto una ripercussione marginale sul mercato dei Media. · Internet-media: la rivoluzione è in atto Sono quattro i trend principali che hanno caratterizzato il mondo Internet nel 2010: due all’insegna dell’evoluzione rispetto al 2009 e due portatori invece di un’importante discontinuità paradigmatica. I due trend di natura evolutiva sono la diffusione dei Social Media e la proliferazione dei contenuti Video. Nel 2010 si è assistito ad un notevole sviluppo dei Social Media anche in Italia. Sono circa 21 milioni gli utenti registrati ad almeno un Social Network, pari ad oltre l’80% di tutti gli utenti Internet attivi italiani. Il ruolo dominante è svolto ovviamente da Facebook che, a fine 2010, ha sfiorato i 18 milioni di utenti. Significativo anche il tempo speso sui Social Media mensilmente dall’utente medio italiano, pari a poco più di 7 ore ed è secondo - a livello mondiale - solo all’utente australiano. Il secondo fenomeno di natura evolutiva che ha caratterizzato il Web nel 2010 è la proliferazione dei Video, oramai utilizzati da qualsiasi Editore presente online per arricchire la propria offerta. Gli utenti unici mensili che fruiscono in Italia di Video online erano a fine 2010 quasi 15 milioni, pari al 60% degli utenti Internet attivi in Italia. Nel 2010 si sono però innescate anche due dinamiche completamente innovative e dalla portata rivoluzionaria: il lancio dell’iPad, che “inventa” una nuova famiglia di terminali pensati per l’accesso ai contenuti Internet, e - strettamente connessa - la trasmigrazione repentina del concetto di Application Store dal mondo degli Smatphone al mondo dei Pc. Questi due fenomeni - insieme - stanno portando ad un cambiamento paradigmatico del concetto stesso di Internet, che si allontana non poco da quello a cui siamo stati abituati fino ad oggi, portando l’utente ad una nuova user experience, abilitata da una nuova architettura (Application-based e non più Browser-based) e da una nuova infrastruttura (Tablet-based e non più Pc-based). Tutti e quattro i trend hanno avuto per ora effetti molto limitati sui numeri del mercato 2010. I ricavi pubblicitari derivanti, infatti, dai due fenomeni “evolutivi” principali - diffusione dei Social Media e proliferazione dei Video - pari ad alcune decine di milioni di euro in tutto, rimangono ad oggi una componente abbastanza contenuta del complessivo mercato pubblicitario online, anche se in forte crescita. Relativamente ai due fenomeni più discontinui - l’introduzione dei nuovi Tablet e del paradigma delle Applicazioni - è evidente che i ricavi da essi generati sono marginali nel 2010, essendo entrambi i fenomeni avviatisi solo nella seconda parte dell’anno. · Mobile-media: la parola d’ordine è sperimentazione Il mercato dei contenuti Media sulle piattaforme Mobile è stato caratterizzato nel 2010 da due significativi fenomeni di segno opposto. Da un lato, continuano a soffrire i contenuti più tradizionali (servizi informativi via Sms, video e musica in streaming, Mobile Tv, ecc.) che calano, complessivamente, del 4%. Dall’altro lato, cresce in maniera significativa l’offerta di contenuti Media sui nuovi canali legati alla piattaforma cellulare – il Mobile Web, ma soprattutto gli Application Store - che fanno registrare un incremento dei ricavi del 191% ma che, in valore assoluto, rimangono ancora abbastanza contenuti e non in grado di controbilanciare la contrazione dei ricavi generati dai servizi più tradizionali. Si registra comunque una forte propensione alla sperimentazione da parte degli Editori tradizionali soprattutto nell’ambito delle Applicazioni, ritenuto particolarmente adatto alla fruizione di contenuti editoriali arricchiti. Da ultimo, la crescente diffusione di Smartphone e lo sviluppo dei nuovi canali (Mobile Web e Application Store) hanno finalmente creato i presupposti anche per una reale ed efficace esperienza utente nella fruizione Mobile di contenuti Video. A distanza di quasi 5 anni dal lancio della Mobile-tv si stanno, quindi, finalmente, gettando le basi - tecnologiche e di business - per la nascita di un ecosistema che farà del cellulare un’importante porta d’accesso ai contenuti Video.  
   
   
PARTITA LA NUOVA CONCILIAZIONE OBBLIGATORIA  
 
Lunedì scorso, 21 marzo 2011, ha avuto inizio la procedura di conciliazione obbligatoria delle controversie civili e commerciali. La mediazione civile è favorita da organismi di conciliazione, (autorizzati e vincolati al Ministero della Giustizia). Se la mediazione tra le parti non dovesse avere buon esito entro il termine di 120 giorni, le parti andrebbero in tribunale. Ricordiamo che la conciliazione è stragiudiziale quando le parti in contrasto raggiungono un accordo "amichevole" con l´aiuto di un terzo senza dover così poi avviare una procedura giudiziaria. La conciliazione è invece giudiziale quando l´accordo arriva nel corso di una causa ed il terzo è il giudice adito. Il terzo, quando non è il giudice, può essere un professionista, abilitato da uno specifico corso ad essere "mediatore" o "conciliatore". Il terzo deve essere indipendente e collocarsi in posizione imparziale rispetto all´argomento discusso. Il terzo deve essere trasparente comunicando alle parti i limiti della sua competenza, le caratteristiche del procedimento, i suoi costi, ecc. Nel corso del procedimento le parti devono poter esprimere tutte le proprie ragioni e presentare dichiarazioni di esperti esterni. Le parti possono agire anche senza avvocato, i costi devono essere ridotti e la durata breve. La decisione viene proposta dal terzo ed è vincolante solo se accettata da tutte le parti. La conciliazione obbligatoria è regolata, nel rispetto dei dettami europei, dal Decreto legislativo n. 28/2010 e dal Decreto attuativo 18/10/2010 del Ministero di Giustizia. Le materie per le quali è entrata in vigore l´obbligatorietà della mediazione civile riguardano: diritti reali (distanze nelle costruzioni, usufrutto e servitù di passaggio ecc.), divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento danni da responsabilità medica e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. L’obbligatorietà per le controversie in materia di condominio e risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti è stata differita al 20 marzo 2012 per consentire un avvio graduale del meccanismo. "La mediazione? Semplice ed efficace" recita lo slogan della campagna di comunicazione finalizzata a far conoscere alla cittadinanza lo strumento giuridico della mediazione civile per la risoluzione delle controversie, come alternativa al processo ordinario. Obiettivo del nuovo istituto giuridico è disincentivare il ricorso in tribunale, con la conseguenza di veder ridurre progressivamente l’arretrato che grava sul sistema giustizia. La mediazione civile, infatti, è lo strumento scelto per ´´deflazionare il sistema giudiziario italiano rispetto al carico degli arretrati e al rischio di accumulare nuovo ritardo´´, ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri del 29 ottobre 2009 che ha visto l’approvazione dello schema di decreto legislativo. Il decreto legislativo è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri del 19 febbraio 2010, dopo aver acquisito i prescritti pareri da parte delle commissioni parlamentari. Il procedimento di mediazione, non è soggetto ad alcuna formalità ed è protetto da norme che assicurano alle parti del procedimento l’assoluta riservatezza rispetto alle dichiarazioni e alle informazioni emerse. Tali informazioni non possono essere utilizzate in sede processuale, salvo esplicito consenso delle parti, e il mediatore è tenuto al segreto professionale su di esse. Inoltre, il mediatore è nominato non oltre quindici giorni dal deposito della domanda presso l’organismo di mediazione e il procedimento di mediazione ha una durata non superiore a quattro mesi, trascorsi i quali il processo può iniziare o proseguire. Sono previste agevolazioni fiscali per coloro che ricorrono alla mediazione. Tutti gli atti relativi al procedimento di mediazione sono, esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura. In particolare, il verbale di conciliazione sarà esente dall’imposta di registro sino all’importo di 50.000 euro, altrimenti l’imposta è dovuta per la parte eccedente. In caso di successo della mediazione, le parti avranno diritto a un credito d’imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità complessivamente dovute all’organismo di mediazione. In caso di insuccesso della mediazione, il credito d’imposta è ridotto della metà  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: ANNULLATE AMMENDE PER INTESE NEL SETTORE DEL RAME  
 
Il Tribunale annulla le ammende inflitte a talune imprese per la loro partecipazione all’intesa nel settore dei raccordi in rame. Con decisione 20 settembre 2006, la Commissione ha inflitto ammende per un importo complessivo di Eur 314,76 milioni, a 30 società per aver partecipato, nel corso di vari periodi compresi tra il 31 dicembre 1988 ed il 1° aprile 2004, ad un’intesa nel settore dei raccordi in rame. L’infrazione consisteva nella fissazione di prezzi, nella conclusione di accordi su sconti e riduzioni, in meccanismi di applicazione degli aumenti dei prezzi, nella spartizione dei mercati nazionali e dei clienti, nello scambio di altre informazioni commerciali nonché nella partecipazione a riunioni regolari. La Commissione ha inflitto le seguenti ammende: - Viega Gmbh & Co. Kg: Eur 54,29 milioni, - Legris Industries Sa: Eur 46,80 milioni (di cui Eur 18,56 milioni da pagare in solido con la Comap Sa), - Imi: Eur 48,30 milioni, di cui è responsabile in solido con: -Yorkshire Fittings per Eur 9,64 milioni -Vsh Italia per Eur 0,42 milioni -Aquatis per Eur 48,30 milioni -Simplex per Eur 48,30 milioni - Fra.bo Spa: Eur 1,58 milioni, - Advanced Fluid Connections: Eur 18,08 milioni (di cui Eur 11,26 milioni in solido con Ibp e Eur 5,63 milioni con Ibp France), - Kaimer: Eur 7,97 milioni (di cui Eur 7,95 milioni in solido con Sanha Kaimer e Eur 7,15 milioni con Sanha Italia), - Tomkins plc: Eur 5,25 milioni in solido con Pegler, - Aquatis e Simplex: Eur 2,04 milioni, - Aalberts: Eur 100,80 milioni (di cui Eur 55,15 milioni in solido con Aquatis e Eur 55,15 milioni con Simplex). Alcune di queste imprese hanno chiesto al Tribunale l’annullamento della decisione della Commissione o la riduzione delle loro ammende. Il Tribunale respinge gli argomenti addotti da Viega, Legris Industries, Comap, Imi, Fra.bo, Ibp e mantiene fermo l’importo delle loro ammende. Nondimeno, il Tribunale reputa che, nella causa Ibp, la Commissione abbia erroneamente ritenuto che sussistesse una circostanza aggravante consistente nella comunicazione di informazioni ingannevoli. Tuttavia, tale constatazione non si traduce in una riduzione effettiva dell’importo dell’ammenda. Infatti, tale riduzione viene effettuata prima dell’applicazione del limite del 10% del fatturato globale che la Commissione è tenuta a prendere in considerazione per determinare l’importo massimo della sanzione pecuniaria. Per quanto riguarda le altre imprese, il Tribunale decide di annullare le ammende irrogate o di ridurne l’importo. Infatti, per quanto riguarda, da un lato, Kaimer, Sanha Kaimer e Sanha Italia e, dall’altro, Tomkins e Pegler ‑ sua controllata all’epoca dei fatti ‑ il Tribunale considera che la durata della loro partecipazione all’infrazione è inferiore a quella accertata dalla Commissione. Di conseguenza, riduce l’importo delle loro ammende. Pertanto, l’ammenda inflitta a Kaimer è fissata a Eur 7,15 milioni (in solido con Sanha Kaimer per l’intero importo e con Sanha Italia per Eur 6,33 milioni). L’importo dell’ammenda irrogata a Tomkins è stato ridotto in quanto essa è stata ritenuta responsabile della partecipazione all’intesa di Pegler, sua controllata, soltanto in qualità di società controllante. Il Tribunale considera che la responsabilità di una società controllante non possa superare quella della sua controllata. Conseguentemente, in mancanza di un comportamento illecito della controllata, non può esservi né un’imputazione alla società controllante di suddetto comportamento, né una condanna in solido della società controllante con la sua controllata al pagamento dell’ammenda. Peraltro, per quanto attiene specificamente a Pegler, il Tribunale decide altresì che, in sede di calcolo dell’ammenda, la Commissione non poteva applicare un coefficiente moltiplicatore a fini deterrenti. Di conseguenza, l’ammenda di Tomkins è fissata in Eur 4,25 milioni (di cui Eur 3,40 milioni in solido con Pegler). Per quanto concerne Aalberts, Aquatis e Simplex, il Tribunale decide che la Commissione è incorsa in un errore considerando che tali imprese avessero partecipato all’intesa nel periodo compreso tra il 25 giugno 2003 e il 1° aprile 2004. Pertanto, il Tribunale annulla la decisione della Commissione e le ammende inflitte a suddette imprese a tale titolo. (Tribunale dell’Unione europea, Lussemburgo, 24 marzo 2011, sentenze nelle cause T-375/06 Viega/commissione, T-376/06 Legris Industries/commissione, T-377/06 Comap/commissione, T-378/06 Imi e a./Commissione, T-379/06 Kaimer e a./Commissione, T-381/06 Fra.bo/commissione, T-382/06 Tomkins/commissione, T-384/06 Ibp e International Building Products France/commissione, T-385/06 Aalberts Industries e a./Commissione, T-386/06pegler/commissione)  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: LIBERTÀ DI STABILIMENTO E APERTURA DI ESERCIZI COMMERCIALI  
 
Uno Stato membro non può subordinare l’apertura di grandi esercizi commerciali a considerazioni economiche quali l’incidenza sul commercio al dettaglio preesistente o il livello d’insediamento dell’impresa sul mercato. Considerazioni di tale genere non sono idonee a giustificare una restrizione alla libertà di stabilimento Considerando che la libertà di stabilimento osti alla normativa che fissa le condizioni d’insediamento dei grandi esercizi commerciali nel territorio della Comunità autonoma di Catalogna, la Commissione europea ha deciso di proporre il presente ricorso per inadempimento contro la Spagna. La normativa spagnola instaura un regime di autorizzazione previa che si applica a qualsiasi apertura di un esercizio commerciale di grandi dimensioni nel territorio della Comunità autonoma di Catalogna. In forza di esso si limitano le zone d’insediamento disponibili per nuove strutture e le superfici di vendita. Inoltre, l’autorizzazione ai nuovi esercizi è concessa unicamente qualora sia stato verificato che non vi siano ripercussioni sui piccoli esercizi preesistenti. Nella sua odierna sentenza la Corte dichiara che la normativa spagnola, considerata nel suo insieme, costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento. Essa, infatti, ha l’effetto di ostacolare e di scoraggiare l’esercizio, da parte di operatori economici di altri Stati membri, delle loro attività nel territorio della Comunità autonoma di Catalogna, e pertanto di incidere sul loro stabilimento nel mercato spagnolo. La Corte ricorda tuttavia che restrizioni alla libertà di stabilimento, come quella in discussione, possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale, a condizione che siano atte a garantire la realizzazione dell’obiettivo perseguito e non vadano oltre quanto necessario al raggiungimento dello stesso. Fra tali motivi imperativi figurano, tra gli altri, la protezione dell’ambiente, la razionale gestione del territorio, nonché la tutela dei consumatori. Per contro, finalità di natura puramente economica non possono costituire un motivo imperativo di interesse generale. Ciò premesso, la Corte procede a verificare se talune delle disposizioni spagnole possano essere giustificate. Le limitazioni attinenti all’ubicazione e alle dimensioni dei grandi esercizi commerciali La Corte dichiara che la Spagna è venuta meno agli obblighi derivanti dal principio della libertà di stabilimento avendo adottato e mantenuto in vigore le disposizioni della disciplina catalana che: 1) vietano l’insediamento di grandi esercizi commerciali al di fuori degli agglomerati urbani di un numero limitato di comuni; 2) limitano l’insediamento di nuovi ipermercati alle province nelle quali l’offerta commerciale esistente non sia ritenuta eccessiva, e 3) impongono che tali nuovi ipermercati non assorbano oltre il 9% della spesa per beni di largo consumo o oltre il 7% della spesa per beni non di uso corrente. Sebbene restrizioni concernenti la localizzazione e le dimensioni dei grandi esercizi commerciali appaiano mezzi idonei a raggiungere gli obiettivi di razionale gestione del territorio e di protezione dell’ambiente fatti valere dalla Spagna, la Corte constata ciò nondimeno che lo Stato non ha esposto elementi sufficienti per illustrare le ragioni per le quali le restrizioni sarebbero necessarie per raggiungere gli obiettivi perseguiti. Pertanto, tenuto conto dell’assenza di spiegazioni e della significativa incidenza delle limitazioni sulla possibilità di aprire grandi esercizi commerciali in Catalogna, la Corte stabilisce che le restrizioni all’ubicazione e alle dimensioni dei grandi esercizi commerciali non sono giustificate. Le condizioni per ottenere l’autorizzazione all’apertura di grandi esercizi commerciali A tale riguardo, la disciplina nazionale prevede l’obbligo per le autorità pubbliche di tenere conto dell’esistenza di strutture commerciali nella zona interessata, nonché degli effetti dell’insediamento di un nuovo esercizio commerciale sull’assetto commerciale di tale zona. La normativa catalana impone del pari alle autorità pubbliche di redigere, nel contesto della procedura di rilascio dell’autorizzazione, una relazione sul livello d’insediamento del richiedente l’autorizzazione sul suo mercato. Imponendo i due requisiti, l’autorizzazione è subordinata al rispetto di soglie massime attinenti al livello d’insediamento e all’incidenza sugli esercizi commerciali al dettaglio preesistenti, al di là delle quali è impossibile aprire grandi esercizi commerciali. Considerazioni di questo genere, di natura puramente economica, non possono, a giudizio della Corte, costituire un motivo imperativo di interesse generale e, pertanto, giustificare una restrizione alla libertà di stabilimento. Di conseguenza, relativamente alle condizioni per ottenere l’autorizzazione necessaria per l’apertura di grandi esercizi commerciali, la Corte conclude che il principio della libertà di stabilimento non ammette le disposizioni nazionali e catalane che richiedono il rispetto di soglie massime attinenti al livello d’insediamento dell’impresa richiedente l’autorizzazione e all’incidenza del nuovo esercizio commerciale sugli esercizi al dettaglio preesistenti. Infine, nell’iter della procedura per l’autorizzazione all’apertura di grandi esercizi commerciali, la normativa impone di consultare il Comitato per le strutture commerciali, incaricato di stilare una relazione che tenga conto in particolare della razionale gestione del territorio e della protezione dell’ambiente. Riguardo a tale questione, la Corte dichiara che il principio della libertà di stabilimento non ammette la previsione catalana che disciplina la composizione del Comitato per le strutture commerciali in modo tale da garantire la rappresentanza degli interessi del commercio al dettaglio preesistente, ma non prevede la rappresentanza delle associazioni attive nel settore della protezione dell’ambiente e dei gruppi d’interesse per la tutela dei consumatori. (Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 24 marzo 2011, sentenza nella causa C-400/08, Commissione / Spagna)  
   
   
CCIAA-FEDERLAZIO: TRACCIABILITA’ PAGAMENTI E FLUSSI FINANZIARI, CONFRONTO TRA IMPRESE E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE  
 
La tracciabilità dei pagamenti e dei flussi finanziari con la Pubblica Amministrazione è stato il tema del seminario organizzato da Federlazio Rieti e Camera di Commercio reatina, svoltosi giovedì 24 marzo presso la Sala Conferenze dell’Ente Camerale. Un tema di grande attualità in quanto l’entrata in vigore della Legge n. 136/2010 ha imposto a carico delle Pubbliche Amministrazioni e della filiera delle imprese per ciascuna commessa pubblica il rispetto degli obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari. I lavori sono stati aperti dal Prefetto di Rieti, Chiara Marolla, seguita dal presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, e dal presidente della Federlazio di Rieti, Carmine Rinaldi. I relatori sono stati Giuseppe Del Vecchio, specialista e-banking Cassa di Risparmio di Rieti Gruppo Intesa San Paolo, Annalisa Messina, esperto Diritto Amministrativo Unioncamere, ed il Comandante della Guardia di Finanzia di Rieti, Vincenzo Tedeschi  
   
   
COLLEGIO SINDACALE: CONFRONTO SULLE NUOVE NORME DI COMPORTAMENTO  
 
“Vigilanza e controllo del collegio sindacale secondo le nuove norme di comportamento” è stato il tema del X Forum della Saf Luigi Martino dell’Odcec di Milano che si è tenuto il 22 marzo 2011 in Assolombarda. Le nuove norme di comportamento - in vigore dall’1 gennaio 2011 - costituiscono una delle novità più significative e sono destinate a promuovere un ampio dibattito per l’accentuata importanza che assumono i ruoli di vigilanza e di controllo. Soprattutto se si considera che il Collegio sindacale è oggi presente in oltre 76.600 società italiane. I nuovi principi – di carattere deontologico – hanno valorizzato la funzione che il Collegio sindacale assume non solo per la gestione e la riduzione dei rischi ma soprattutto per la loro prevenzione. La nuova disciplina assume una rilevanza ancora più forte nella attuale congiuntura economica: una sfida ai professionisti coinvolti che opereranno in un sistema di scelte condivise per un più corretto ed efficiente governo societario. “L’attuale contesto economico ha visto fortemente deficitari i sistemi di controllo organizzati prevalentemente sul modello anglosassone.” Si è espresso così, in apertura dei lavori, il presidente dell’Odcec di Milano Alessandro Solidoro, ricordando “la rilevanza che assume l’attività del Collegio sindacale che da inutile e costoso orpello è divenuto un esempio di studio internazionale. Il “modello Italia” – che prevede la condivisione di standard tecnici coerenti - è quindi motivo di soddisfazione poiché consente di operare con efficacia e serenità, all’interno di chiari paletti metodologici. A queste convinzioni si sovrappongono tuttavia preoccupazioni di tipo tecnico relative al corretto svolgimento di questa funzione professionale.” Il presidente Solidoro ha assicurato che Il Consiglio dell’Ordine di Milano continuerà a promuovere “una intensa attività informativa e formativa in materia”, consapevole dell’importanza di una adeguata divulgazione. Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei Commercialisti, ha illustrato l’azione del Cndcec per la difesa e il rilancio del collegio sindacale: “un modello tutto italiano, che fornisce garanzie di trasparenza e affidabilità che avrebbero contribuito ad evitare gli sconquassi finanziari della crisi degli scorsi anni”. Siciliotti ha ricordato “lo sforzo per far conoscere meglio anche all’estero l’esempio italiano tanto da aver siglato, nel 2010, un documento con i commercialisti spagnoli e francesi per alimentare un confronto su scala internazionale su un sistema di controllo tecnico e indipendente della governance societaria, molto vicino proprio al nostro collegio sindacale”. Con la stesura delle norme di comportamento, ha ricordato Siciliotti, è stato messo a punto un indispensabile strumento di ausilio per tutti i professionisti con incarichi sindacali. Ha infine concluso “Sul tema della qualità dei controlli si gioca una partita importante per il futuro sia della nostra professione che, più in generale, del sistema economico”. Daniele Bernardi, presidente della Commissione Controllo societario dell’Odcec di Milano e coordinatore dei lavori, ha insistito sugli aspetti che riguardano l’indipendenza del sindaco e le norme deontologiche connesse al cumulo degli incarichi, temi importanti e strettamente connessi all’alta qualità delle attività di vigilanza e controllo che una moderna governance della società richiede per una migliore trasparenza della gestione e di tutela del mercato dei capitali. L’incarico di revisione legale al collegio sindacale è stato il tema trattato da Mario Difino, della Commissione Controllo societario dell’Odcec di Milano. L’unione Europea ha profondamente riformato la strategia in materia di informativa finanziaria. In questo senso il collegio sindacale, quale organo di revisione prevalentemente dedicato alle Pmi, deve affrontare le difficoltà suscitate dall’applicazione dei principi di revisione Isa che non sono stati differenziati per le Pmi. Ulteriori problemi sono quelli connessi alla definizione del proprio ambito di intervento e alla propria struttura non gerarchica, anche in relazione al nuovo istituto del controllo di qualità sulla revisione contabile. Nella tavola rotonda Nicola Cavalluzzo, della Commissione Nazionale per le norme di comportamento degli organi di controllo legale delle società, ha rimarcato come le nuove norme di comportamento colmino le carenze della normativa nazionale ed europea in tema di operatività del Collegio sindacale. Le norme, seguendo l’impostazione del codice di autodisciplina delle società quotate (codice Preda) sono suddivise in “principi, “riferimenti normativi”, “criteri applicativi” e “commento”. Secondo Cavalluzzo, tra le novità di rilievo: la puntualizzazione sul contenuto della dichiarazione di trasparenza; l’indipendenza finanziaria che trova un riscontro empirico in una quantificazione degli introiti extra incarico che potrebbero compromettere, in astratto, l’indipendenza del sindaco; la metodologia del risk approach per la valutazione dell’attività di vigilanza; l’operatività immediata delle dimissioni del sindaco  
   
   
AGENZIA DELLE ENTRATE E COMUNE MANTOVA ALLEATI NELLA LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE: CONVEGNO DI FORMAZIONE PER I COMUNI  
 
Si rafforza la collaborazione fra l’Agenzie delle Entrate e il Comune di Mantova. Dopo la sigla della Convenzione per la collaborazione nella lotta all’evasione, si è svolto lo scorso 24 marzo, presso la sala Polivalente di Palazzo Te, a Mantova, un convegno di formazione destinato ai funzionari municipali della provincia di Mantova. Lo scopo della giornata di formazione e approfondimento, in particolare, è di rendere da subito operativa la collaborazione prevista nella convenzione, attraverso un’attività di studio delle casistiche che potrebbero celare fenomeni di evasione fiscale. In concreto, dunque, i funzionari dell’Agenzia delle Entrate hanno fornito agli uffici tributi comunali gli strumenti pratici che consentiranno di far scattare le segnalazioni qualificate. La giornata è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, sezione Lombardia, e l’Associazione Nazionale degli Uffici Tributi degli Enti Locali. Con la giornata di studio si apre una nuova fase nel patto fra l’Agenzia delle Entrate della Lombardia e i Comuni della Provincia di Mantova. Grazie alla collaborazione, infatti, il contrasto ai fenomeni elusivi ed evasivi diventa più capillare grazie allo scambio di informazioni tra l’amministrazione finanziaria e i Municipi. Sono numerose le iniziative realizzate dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia. A livello regionale, hanno già aderito numerosi Comuni e tutti i capoluoghi provinciali. Oltre 900 invece sono state le “segnalazioni qualificate” ricevute dall’Agenzia, per una maggiore imposta e sanzioni accertate che superano i 7milioni di euro. Inoltre, la Direzione regionale ha attivato un tavolo di lavoro con l’Anci lombarda in seno al quale sono stati realizzati quattordici eventi formativi gratuiti sulle metodologie di controllo che hanno già visto la partecipazione di oltre mille tra funzionari e dirigenti comunali incaricati di effettuare le segnalazioni. Frutto del Tavolo di Lavoro congiunto è poi il vademecum sull’attività di controllo destinato ai Comuni della regione interessati alla partecipazione alla lotta all’evasione