Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 12 Aprile 2011
BERGER IN BAVIERA: ALLEANZA EUROPEA PER L´AGRICOLTURA DI MONTAGNA  
 
Bolzano- L´assessore provinciale Hans Berger ne è convinto: si fa strada nella politica agricola Ue un nuovo orientamento a favore delle aree di montagna. "Finora la montagna veniva inserita tra le righe dei regolamenti Ue, ora si è conquistata un peso e un´attenzione significativi", riferisce Berger dopo aver partecipato l’ 11 aprile al vertice sulla politica agricola montana a Oberammergau in Baviera. I ministri dell´agricoltura di Slovenia e Germania, rappresentanti governativi di Italia, Austria, Francia e Svizzera e i responsabili della politica agricola delle Regioni alpine hanno discusso nel vertice in Baviera del futuro dell´agricoltura di montagna nella nuova politica agricola europea. I lavori si sono conclusi con l´approvazione di una dichiarazione congiunta che, anche se limitata a livello di raccomandazioni e intenti, ha trovato conferma nelle affermazioni concrete dei responsabili dei Ministeri e della Commissione Ue. "Una posizione a favore dell´agricoltura di montagna che troverà riscontro nella politica agricola europea dopo il 2013 e che quindi aprirà una nuova fase nella tutela dell´area montana", riferisce Berger. Una nuova era segnata dallo spazio che per la prima volta i regolamenti Ue dedicheranno esplicitamente all´agricoltura di montagna, "finora confinata tra le righe e senza obiettivi mirati." Questa nuova posizione è stata confermata dall´intervento di Klaus-dieter Borchardt, direttore della Direzione generale agricoltura nell´Ue, sulle misure in cantiere dopo il 2013: l´introduzione di un marchio specifico per prodotti dell´agricoltura di montagna, per valorizzarli e tutelarli contro un utilizzo abusivo; la conferma delle misure di compensazione per i disagi nelle zone montane, probabilmente aumentate con pagamenti diretti; la cooperazione tra turismo, agricoltura e commercio per mantere competitive le aree rurali. Tre anni di lavoro di lobby sull´asse Alto Adige-tirolo-vorarlberg-baviera sembrano dunque aver portano buoni frutti: "Ora si tratta di elaborare le proposte legislative e l´attenzione si sposta quindi sul Parlamento europeo, ma continueremo nel nostro impegno", assicura l´assessore Berger.  
   
   
AUSTRIA, INTERESSE RUSSO SUL SETTORE AGRICOLO  
 
E´ stato sottoscritto recentemente un accordo austro-russo per uno scambio di esperienze, innovazioni, modernizzazione e investimenti. Mosca spera che non si tratti di un accordo legato strettamente alle politiche agricole bensì di un modo per ristabilire e migliorare i rapporti bilaterali con l´Austria che finora ha avuto un ruolo subordinato sul mercato russo al contrario di Germania, Francia e Usa. Nei primi nove mesi dello scorso anno l´Austria ha esportato in Russia prodotti alimentari per un valore di 117 milioni di dollari, tra questi specialmente sughi, acqua minerale, mangime e prodotti derivati del latte. Nello stesso periodo venivano importati prodotti russi per 15 milioni di dollari. Il piano russo punta soprattutto alla costituzione di numerose aziende che si concentrino sulla produzione di prodotti biologici. A queste si aggiungono fattorie per la produzione di mangime e colza, un prodotto che si esporterebbe successivamente in Europa come carburante.  
   
   
PARMA: L’ASSIA IN PROVINCIA RICEVUTA UNA DELEGAZIONE DELLA REGIONE TEDESCA. ENERGIE RINNOVABILI E AGROALIMENTARE I TEMI DISCUSSI  
 
 “Un’occasione per condividere obiettivi europei”, questo il senso che il presidente Vincenzo Bernazzoli ha dato all’incontro svoltosi il 6 aprile in Provincia dove è stata ricevuta una delegazione dell’Assia, regione tedesca gemellata con l’Emilia Romagna. Guidata dal consigliere regionale Aloys Lenz, la delegazione era formata dai 17 membri della Commissione consiliare per le politiche europee fra cui vi erano amministra tori che hanno svolto l’incarico di ministri. All’incontro, aperto dal saluto del Presidente della Provincia, sono intervenuti il presidente della Camera di Commercio di Parma, Andrea Zanlari, gli assessori provinciali alle Relazioni internazionali Francesco Castria e alla Scuola Giuseppe Romanini. “E’ stato un incontro molto interessante, con una delegazione molto rappresentativa del governo regionale dell’Assia – spiega Castria - I temi dell’incontro sono stati quelli inerenti le produzioni agricole di qualità e le energie rinnovabili, tutte questioni su cui la nostra Provincia ha un ruolo di eccellenza. I consiglieri regionali tedeschi hanno molto apprezzato il progetto che stiamo completando con i Comuni per la realizzazione di impianti fotovoltaici, dove per alcuni gli investitori sono proprio tedeschi”. Parma, come ha ricordato il presidente della Camera di Commercio Andrea Zanlari ha con la regione dell’Assia una lunga storia di collaborazione nei settori dell’impresa e anche nella vendita di prodotti agricoli di qualità. Francoforte che è una delle città più importanti dell’Assia ospita anche l’enoteca regionale. All’incontro ha inoltre partecipato il sindaco di Collecchio Paolo Bianchi. Dopo lo scambio di opinioni in Provincia la visita è proseguita alle 11:30 all’Efsa. Nel pomeriggio alle 16 la visita alla Scuola di cucina Alma.  
   
   
TOSCANA: I PIF, STRUMENTO INNOVATIVO E PREZZI PI¨´ GIUSTI  
 
¡°I progetti integrati di filiera nel programma di sviluppo rurale 2007- 2013¡å: questo il tema del seminario che si ¨¨ tenuto l¡¯ 11 aprile nella sala ¡°Michelangelo¡± dell¡¯Hotel Baglioni di Firenze. L¡¯iniziativa, realizzata sotto le insegne della Regione Toscana, del Ministero delle politiche agricole e forestali, dell¡¯Unione Europea e della rete rurale nazionale, ¨¨ stata curata dalla task force ¡°progettazione integrata¡± della Rete Rurale nazionale. All¡¯iniziativa, alla quale hanno partecipato esperti, docenti universitari, rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni di categoria e delle imprese, ¨¨ servita per illustrare i nuovi Pif, ¡°progetti integrati di filiera¡±, cui la Regione ha destinato complessivamente 25 milioni di euro. E¡¯ intervenuto anche l¡¯assessore regionale all¡¯agricoltura Gianni Salvadori. L¡¯assessore ha spiegato, tra l¡¯altro, che i nuovi progetti prevedono la sottoscrizione di accordi di filiera tra produttori, trasformatori e commercianti, con obblighi reciproci sia per la fornitura dei prodotti sia per la realizzazione degli investimenti. I soggetti che si mettono insieme potranno usufruire dei finanziamenti previsti dal Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana, per un totale, appunto, di 25 milioni di euro. Sono nove le misure che coprono varie tipologie di investimento per tre gruppi di filiere (cereali, zootecnica, altre), e che sono dedicate all¡¯ammodernamento delle aziende, all¡¯aumento del valore aggiunto dei prodotti, al sostegno alle attivita¡¯ di promozione, agli interventi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Salvadori ha sottolineato la valenza dei Pif per ¡°andare a riequilibrare i rapporti diretti fra i tre passaggi e costruire condizioni di maggiore equita¡¯ per tutelare i nostri agricoltori. Questi passaggi saranno tutti caratterizzati da contratti con una validita¡¯ minima di tre anni. Questo rappresenta un elemento di certezza e di garanzia maggiore in quanto i trasformatori, insieme agli agricoltori e ai venditori, sanno su quali margini possono contare.¡± L¡¯assessore ha sottolineato che ¡±se questa esperienza andra¡¯ bene siamo intenzionati a destinare anche altre risorse a questo importante strumento¡±. Per maggiori informazioni sui Pif in Toscana leggi ¡°Agricoltura: arrivano i ¡°Pif¡±, piani integrati per mercati pi¨´ equi. In dote 25 milioni¡±  
   
   
RIFIUTI AGRICOLI PERICOLOSI, FIRMATO L´ACCORDO SEMPLIFICATA LA PROCEDURA: UNICO DOCUMENTO E SERVIZIO DI MICRORACCOLTA  
 
Firmato l’ 8 aprile in Piazza Dante da Provincia, Federazione Trentina delle Cooperative e organizzazione professionali agricole l’accordo di programma per la gestione nelle aziende agricole dei rifiuti pericolosi dalle stesse prodotti. L´accordo, già approvato in via preliminare dalla Giunta provinciale lo scorso 11 febbraio e sottoscritto oggi per la Provincia dal presidente Dellai, prevede un percorso semplificato di gestione dei rifiuti pericolosi prodotti dalle aziende agricole. Si tratta degli imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose o contaminati da tali sostanze, rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose, assorbenti, materiali filtranti (inclusi filtri dell’olio non specificati altrimenti), stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose” (es. Maschere protettive, tute, guanti). Le semplificazioni si concretizzano nell’utilizzo di un unico documento di registrazione, il "quaderno di campagna", e nella gestione dei rifiuti attraverso un servizio di microraccolta - già avviato nei giorni scorsi - curato direttamente dalle associazioni di categoria con la messa a disposizione, da parte della ditta che effettua il servizio, di appositi contenitori per la raccolta separata dei differenti rifiuti, senza la necessità di iscrizione all’Albo Gestori Ambientali presso la Camera di commercio di Trento. In particolare l’agricoltore potrà conferire al circuito organizzato i rifiuti sopramenzionati nel limite dei 100 kg/litri anno con una frequenza massima di 4 conferimenti di complessivi 30 kg/litri ciascuno. Sul quaderno di campagna dovranno essere annotate le operazione di carico (di norma coincidente con la chiusura del sacco) e di scarico (coincidente con la consegna alla ditta autorizzata), oltre a contrassegnare il codice del rifiuto prestampato, indicare la quantità del rifiuto (espressa in litri, kg o unità); gli estremi del documento rilasciato dai soggetti che effettuano la raccolta il cui nominativo potrà essere anch’esso prestampato dall’associazione di categoria od in alternativa sarà riportato direttamente dall’agricoltore. Ancora una volta - questo l´unanime commento alla firma da parte dei rappresentanti delle organizzazioni agricole - dimostra come il Trentino sappia distinguersi con azioni virtuose sul terreno del rispetto dell´ambiente.  
   
   
AGRICOLTURA: DUE INIZIATIVE EUROPEE PER VINO E OLIO  
 
Pescara - L´assessorato alle Politiche agricole e di Sviluppo rurale, forestale, Caccia e Pesca, attraverso l´Agenzia regionale per i servizi di sviluppo Agricolo (Arssa), organizza due iniziative di valenza europea dedicate al settore del vino e dell´olio. Il giorno 11 aprile 2011, a partire dalle ore 9.30, la suggestiva cornice del Castello di Semivicoli (Chieti) ospiterà un incontro internazionale con funzionari delle amministrazioni pubbliche e agenzie di sviluppo locale delle regioni europee affacciate sul mare Adriatico (Puglia, Molise, Marche, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia per l´Italia, nonché Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia). In questa occasione l´assessore alle Politiche agricole, proporrà la candidatura della Regione Abruzzo ad un ruolo guida nella costruzione di un partenariato d´eccellenza per promuovere due importanti proposte progettuali nell´ambito del Programma Europeo di Cooperazione Transfrontaliera Ipa Adriatico. La principale finalità di questo Programma europeo è quella di rafforzare le sinergie tra le regioni adriatiche, mediante azioni volte a promuovere, migliorare e proteggere le risorse naturali e culturali. L´incontro rappresenterà l´occasione per condividere strategie e attività comuni per la valorizzazione produttiva, ambientale e turistica delle risorse vitivinicole e olivicole delle regioni transfrontaliere. Grazie a questa iniziativa, la Regione Abruzzo si conferma ancora una volta terra capace di proiettare le proprie eccellenze agro-alimentari in uno scenario europeo.  
   
   
SARDEGNA: MODIFICATO IL BANDO DELLA SELEZIONE PER LA BORSA DI RICERCA SUGLI OVINI  
 
Agris Sardegna, l´agenzia regionale per la ricerca in agricoltura, ha rettificato il bando della selezione per il conferimento di una borsa di ricerca finalizzata allo studio delle regioni genomiche associate alla resistenza/suscettibilità ai nematodi gastro-intestinali, alle mastiti e alla paratubercolosi negli ovini da latte. In particolare, la modifica riguarda i requisiti specifici richiesti ai candidati, che sono stati così ridefiniti: - aver conseguito un diploma di laurea vecchio ordinamento o diploma appartenente alla classe delle lauree specialistiche o magistrali in Scienze agrarie, Scienze biologiche o Medicina veterinaria; - possedere un dottorato di ricerca in materie attinenti l´oggetto della borsa (o titolo equivalente conseguito in altro Paese dell´Unione europea o in altre nazioni con le quali sia in vigore una convenzione per il riconoscimento reciproco dei titoli di studio universitari) oppure aver svolto un periodo di attività di ricerca post laurea, documentato da pubblicazioni scientifiche, sempre in materie attinenti l´oggetto della borsa, presso strutture pubbliche o private, con rapporto di lavoro dipendente a tempo determinato o indeterminato, con rapporto di collaborazione e/o con borsa di studio, di durata non inferiore ai trentasei mesi; - conoscenza scritta e parlata della lingua inglese. Le domande di partecipazione già presentate saranno comunque considerate valide. A seguito delle modifiche, l´Agris ha, inoltre, prorogato alle ore 13 del 15 aprile 2011 la scadenza per la presentazione delle candidature, che dovranno essere spedite tramite raccomandata con avviso di ricevimento o consegnate a mano presso l´ufficio protocollo del Servizio affari generali e personale dell´Agenzia, al seguente indirizzo: Agris Sardegna Servizio affari generali e personale Località Bonassai – S.s. 291 – Km. 18,600 07100 Sassari  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO: PRESENTATO A SEMIVICOLI PROGETTO IPA ADRIATICO FINANZIAMENTI DI 12 MLN DI EURO PER IL VINO E 5 PER L´OLIO  
 
 Pescara - "In Abruzzo il comparto vitivinicolo conta circa 32.700 ettari di vigneto e 3 milioni di ettolitri di vino per un giro di affari di 300 milioni di Euro, pari al 20% della Produzione Lorda Vendibile abruzzese e al 6% di quella vinicola nazionale. Per quanto riguarda invece l´olio d´oliva, l´Abruzzo rappresenta la quinta regione di Italia con una produzione di 250.000 quintali". Questi i numeri che l´assessore alle Politiche agricole ha illustrato questa mattina all´apertura dei lavori dell´incontro promosso in collaborazione con l´Arssa nel Castello di Semivicoli (Chieti) per presentare due iniziative di valenza europea dedicate al settore del vino e dell´olio. Il Progetto, di carattere internazionale e che vede la partecipazione di funzionari delle amministrazioni pubbliche e agenzie di sviluppo locale delle regioni europee affacciate sul mare Adriatico (Puglia, Molise, Marche, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia per l´Italia, nonché Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia), svilupperà un finanziamento pari a 12 milioni di euro per il comparto vitivinicolo e 5 milioni di euro per il comparto oleario dove la regione Abruzzo si è candidata ad un ruolo guida nella costruzione di un partenariato d´eccellenza per promuovere due importanti iniziative. "Ho fortemente sostenuto l´idea di lanciare un progetto strategico - ha dichiarato l´assessore - nell´ambito del Programma Europeo di Cooperazione Transfrontaliera Ipa Adriatico, che affrontasse gli aspetti principali della produzione sia del vino sia dell´olio d´oliva, intesi come fondamentali risorse naturali e culturali da proteggere, migliorare e valorizzare". "Non sono da sottovalutare - ha aggiunto l´Assessore - le importanti sinergie esistenti tra la valorizzazione della filiera e promozione del turismo. Tutte le regioni che si affacciano sul Mar Adriatico hanno nell´industria turistica un´importante fonte di reddito ed occupazione e i dati sul "turismo del vino" sono in continua crescita identificando questo segmento come uno dei più attrattivi per destagionalizzare e valorizzare ulteriormente l´offerta regionale. La coltivazione della vite, ad esempio, ha da sempre contraddistinto i paesaggi rurali dell´area mediterranea condizionando gli usi, i costumi e, più in generale, la cultura delle sue popolazioni. L´intera filiera vitinicola rappresenta oggi uno dei principali motori economici delle aree rurali che si affacciano sull´Adriatico. D´altronde, la candidatura della Regione Abruzzo ad un ruolo guida nella costruzione di un partenariato di eccellenza finalizzato al Programma Ipa Adriatico si inserisce organicamente nell´ambito della più complessiva attività dell´Assessorato delle Politiche Agricole. Essa risponde, infatti, ai principi guida ai quali ho inteso ispirare l´azione di governo: la politica del fare e la condivisione delle scelte. Analoghe potenzialità sono riscontrabili nelle altre regioni italiane e nei partner transfrontalieri, anche in quei paesi in cui l´industria enologica non ha ancora raggiunto analoghi livelli di sviluppo. D´altronde il recente Vinitaly ha dimostrato la crescente partecipazione di produttori provenienti da queste regioni". L´abruzzo vanta, infatti, una Denominazione di Origine Controllata e Garantita e otto D.o.c. In gran parte legati alla diffusione dei vitigni a Montepulciano e Trebbiano. Rappresentano, peraltro, motivo di grande interesse per il territorio la presenza e le potenzialità di alcuni vitigni autoctoni quali Pecorino, Passerina e Cocioccola. "Il convegno di oggi - ha rimarcato l´assessore - è l´occasione per condividere strategie e attività comuni per la valorizzazione produttiva, ambientale e turistica delle risorse vitivinicole e olivicole delle regioni transfrontaliere. Grazie a questa iniziativa, la Regione Abruzzo si conferma ancora una volta terra capace di proiettare le proprie eccellenze agro-alimentari in uno scenario europeo".  
   
   
MARCHE: PRIMO FORUM INTERNAZIONALE SULLA PESCA NEL BACINO ADRIATICO IONICO  
 
Ha preso il via l’ 8 aprile alla Fiera di Ancona il primo Forum internazionale sulla Pesca in ambito adriatico ionico. Hanno preso parte all´incontro l´assessore regionale alla Pesca, Sara Giannini, rappresentanti del Ministero degli Esteri, della Regione Marche, l´assessore Adriana Celestini del Comune di Ancona, rappresentanti delle Regioni adriatiche. Erano inoltre presenti Slavica Pavlovic, della Presidenza dell´Iniziativa Adriatico Ionica (Montenegro), l´ammiraglio Giovanni Pettorino, Comandante della Guardia Costiera di Ancona, l´ambasciatore Alessandro Grafini, segretario generale del Segretariato permanente dell´Iniziativa Adriatco Ionica (Iai), Anita Vella, della Direzione generale Pesca della Commissione europea. Per le forti relazioni con la Iai, hanno partecipato Marco Pacetti, in rappresentanza di Uniadrion, il network di 35 universita` in ambito adriatico e Rodolfo Giampieri, in rappresentanza del Forum delle Camere di commercio dell´Adriatico e dello Ionio, che si riuniranno il prossimo maggio in Montenegro per la sessione annuale. ´La pesca ´ ha detto Giannini ´ e` essenziale nella strategia per la Macroregione adriatica a cui stiamo lavorando da tempo. Il presidente Spacca e` stato relatore al Comitato delle Regioni di Bruxelles, per la proposta di istituzione formale della Macroregione, a testimonianza di quanto stiamo investendo nella cooperazione in ambito marittimo. L´attivita` ittica fa parte integrante della nostra storia, ha un indotto economico di rilievo da rilanciare, promuovendo nuova imprenditorialita`. Occorrono modalita` di pesca armonizzate, che consentano il riequilibrio degli stock ittici, soprattutto per certe specie di cui registriamo un calo in Adriatico. La resa economica decresce, inoltre, a causa dei costi di produzione crescenti. Il Forum di oggi e` molto utile a delineare possibili vie d´uscita comuni a queste problematiche. Il sostegno finanziario della Regione, anche attraverso i fondi Fep, dopo il 2013 dovra` fare sempre piu` riferimento a progetti a bando, in cui le proposte interregionali avranno maggiori opportunita` di essere finanziate. Occorrono progetti integrati che ruotino attorno alla pesca, che sappiano valorizzare l´aspetto turistico, enogastronomico e sanitario della risorsa ittica. Il pesce, specie quello azzurro, e` un alimento particolarmente indicato per garantire longevita` attiva, argomento d´attualita` visto che il 2012 sara` l´anno europeo della longevita` attiva e che Ancona, oltre che ospitare la sede Iai, ospita anche il Network nazionale della terza eta`´. Durante l´incontro sono state affrontate problematiche e opportunita` relative alla pesca nel Bacino Adriatico Ionico, con la partecipazione di ricercatori, tecnici ed esperti delle Marche, del Veneto e dell´Emilia Romagna. Piani di gestione, ricerca e riduzione degli stock di pesca, coordinamento dei controlli sono le tematiche approfondita da specifiche commissioni. ´La riforma della politica europea della pesca ´ ha detto Vella ´ e` in fase di approfondimento ed e` quindi presto per i dettagli, ma si puo` anticipare che l´approccio sara` orientato alla sostenibilita` dell´ecosistema. In Adriatico Ionio, dopo la visita ad Ancona dello scorso Febbraio da parte del commissario Europeo alla Pesca, Maria Damanaki, l´idea per l´area adriatico ionica e` di una strategia marittima improntata su quattro priorita`: ambiente, crescita dell´ ´economia blu´, sicurezza e controlli comuni´. Nel corso del comitato di alti funzionari del 28 giugno 2010 a Podgorica, la proposta di realizzare un Forum per la pesca ad Ancona come fase iniziale per l``adozione di un protocollo di cooperazione nel settore, e` stata accettata dai rappresentanti di tutti i Paesi partecipanti all´Iniziativa Adriatico Ionica. Da allora, il Segretariato permanente Iai ha lavorato a livello locale per ottenere informazioni sui problemi della pesca nel mare Adriatico-ionio e individuare le possibili soluzioni al fine di favorire uno sviluppo sostenibile del settore e preparare al meglio i lavori di questo primo Forum.  
   
   
AOSTA: FRUTTICOLTURA: DIVIETO DI TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI SU COLTURE IN FIORITURA  
 
L´assessore all’agricoltura e risorse naturali Giuseppe Isabellon ricorda agli agricoltori, in particolare ai frutticoltori, che durante il periodo di fioritura, dall’apertura del fiore alla completa caduta dei petali, i trattamenti alle colture sono vietati ai sensi della legge n. 313/2004 e della legge regionale n. 56/1982. I trattamenti antiparassitari, se effettuati nella fase della fioritura o in quella immediatamente precedente, uccidono in massa gli insetti impollinatori e in particolare le api, patrimonio prezioso per la qualità dell’ambiente e fondamentali per l’ottenimento di produzioni frutticole abbondanti e di qualità. Solo all’instaurarsi di particolari situazioni tecniche o patologiche l’Assessore, sentito il parere del presidente del Consorzio apistico della Valle d’Aosta e del presidente della Cooperativa Miel du Val d’Aoste, autorizzerà l’effettuazione di trattamenti fungicidi e diradanti su melo e pero durante il periodo di fioritura (ai sensi della l.R. N. 56/1982, modificata dalla l.R. N. 78/1993, recante Provvedimenti per la difesa e l’incremento dell’apicoltura in Valle d’Aosta). I trattamenti fungicidi su melo e pero in fiore che dovessero rendersi necessari potranno essere effettuati solo in seguito agli specifici avvisi diramati dall’Ufficio servizi fitosanitari dell’Assessorato attraverso i consueti canali (sms, indirizzo internet www.Regione.vda.it/agricoltura, comunicati stampa, bacheche della sede e degli uffici periferici dell’Assessorato dell’agricoltura e risorse naturali). In tali casi potranno essere utilizzati esclusivamente i prodotti indicati nelle schede dei trattamenti e approvati ai fini dei pagamenti agroambientali. I trattamenti diradanti sono invece autorizzati nelle fasi fenologiche riportate sull’etichetta del prodotto impiegato, compresa la fase di fioritura, se questa è prevista, e indipendentemente dai comunicati dell’Ufficio competente in materia fitosanitaria. Resta il divieto assoluto di trattare gli alberi in fiore con altri antiparassitari, soprattutto con insetticidi e acaricidi. Per ogni dubbio o ulteriore informazione l’Ufficio servizi fitosanitari (tel. 0165.275405) e l’Ufficio apicoltura (tel. 0165.275297), in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe, sono a completa disposizione.  
   
   
PARMA., SVILUPPO RURALE: CONTRIBUTI PER AUMENTARE IL VALORE ECONOMICO DEI BOSCHI PUBBLICATO IL BANDO DESTINATO ALLE AZIENDE, COOPERATIVE E CONSORZI AGRO-FORESTALI. 591MILA EURO L’INVESTIMENTO.  
 
Parma - Consolidare e stabilizzare la redditività del settore agricolo e forestale attraverso interventi che, valorizzando la multifunzionalità dei boschi, mirino all’accrescimento del valore economico degli impianti forestali e dei loro prodotti e alla crescita economica e sostenibile del territorio. E’ questo l’obiettivo del bando approvato dalla Provincia nell’ambito del programma rurale per la richiesta di contributi a favore delle imprese agro-forestali e di consorzi forestali. Il bando, che dà priorità per le aree collinari e montane, è stato elaborato insieme alle Comunità Montane e mette a disposizione dei beneficiari 591.000 euro, una somma che potrà, nel corso dell’anno arrivare a 850.000 euro, nel caso di nuove assegnazioni di risorse. “Sono oggetto di finanziamento diverse azioni integrate rivolte all’aumento del valore economico dei boschi – spiega il vicepresidente Pier Luigi Ferrari - sia per la produzione di assortimenti legnosi finalizzati all’utilizzo artigianale, industriale ed energetico, sia per l’incremento delle funzioni produttive legate alle produzioni non legnose dei boschi”. Gli investimenti proposti dovranno avere una dimensione economica compresa tra i 50.000, e il 1.000.000 di euro; l´importo minimo è ridotto a 10.000 euro nel caso di investimenti proposti nell´ambito di progetti collettivi. Le spese ammissibili al finanziamento riguardano: investimenti materiali quali interventi di tipo selvicolturale, realizzazione e adeguamento di viabilità forestale ed acquisto di macchine ed attrezzature; investimenti immateriali quali l’acquisto di software, onorari per professionisti, acquisizione di know-how (formazione) ed ottenimento della certificazione forestale. Il contributo concedibile è in conto capitale ed ammonta al 60% dei costi effettivamente sostenuti per la realizzazione dell’intervento nelle zone montane o svantaggiate e nelle aree di Rete Natura 2000 e Direttiva 2000/60/Cee, mentre negli altri territori la percentuale di aiuto ammonta al 50%. Le domande di contributo possono essere presentate fino al 30 giugno 2011, utilizzando l’apposita modulistica scaricabile dal sito di Agrea www.Agrea.regione.emilia-romagna.it/  rivolgendosi preferibilmente ad un Centro di assistenza agricola autorizzato (Caa). Le domande saranno istruite, dalla Provincia o dalla Comunità Montana competente per territorio, per verificare il possesso dei requisiti da parte dei richiedenti nonché dell’ammissibilità degli investimenti proposti. Per eventuali chiarimenti ci si può rivolgere direttamente al Servizio Agricoltura e Risorse Naturali della Provincia, Vittorio Baruffa 0521 931818 v.Baruffa@provincia.parma.it  oppure ai siti www.Provincia.parma.it/  e www.Agriparma.it/    
   
   
SOSTEGNO ALLE IMPRESE AGRICOLE, PROPOSTA DI LEGGE DELLA GIUNTA REGIONALE MARCHIGIANA.  
 
Nuove opportunita` per l´agricoltura marchigiana, a difesa del reddito, del territorio, delle tradizioni rurali. E` quanto prevede una proposta di legge della Giunta regionale, trasmessa all´Assemblea legislativa per l´approvazione. Il testo e` stato presentato dall´assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini. Nasce dall´esigenza di rivedere la normativa sull´agriturismo, a seguito dell´approvazione della nuova legge quadro nazionale e della modifica del Codice civile (articolo 2135) che ha ampliato lo spettro delle attivita` considerate agricole. Sono due le parole chiavi della proposta di legge della Giunta regionale: ´multifunzionalita`´ e ´diversificazione´. ´L´esigenza di rivedere la normativa ´ spiega l´assessore Petrini ´ ha dato l´opportunita` alla Regione di ripensare tutte le attivita` che possono essere intraprese in ambito rurale, comprese quelle a presidio e tutela delle risorse ambientali. Il nostro obiettivo e` di rendere concreti i concetti di multifunzionalita` e diversificazione, puntando sulla promozione e il sostegno di quelle attivita` che possono essere esercitate dagli imprenditori insieme a quella agricola: ambientali, sociali, culturali ed economiche. Settori che vanno a incrementare il reddito delle imprese, contribuendo a mantenere elevata la qualita` ambientale e alimentare, assicurando anche servizi alla persona´. La proposta di legge si compone di 49 articoli, suddivisi in tre Titoli. Le attivita` che possono essere esercitate, insieme a quella agricola, spaziano dall´agriturismo all´agricoltura sociale, prevedendo la vendita diretta, la trasformazione dei prodotti aziendali, la produzione di energia (con fonti rinnovabili, fotovoltaiche, di derivazione vegetale), il contoterzismo, la salvaguardia paesaggistica, l´assetto idrogeologico, la conduzione di aziende faunistico - venatorie. In particolare, rientrano tra i servizi ´sociali´, quelli educativi e didattici, come la costituzione di agri ´ asili, agri ´ nidi, centri per l´infanzia, con ´attivita` ludiche e di aggregazione che mirano alla scoperta del mondo rurale e dei cicli biologici e produttivi agricoli´. Rientrano anche attivita` di riabilitazione, ospitalita` e integrazione sociale, rivolte ad anziani, diversamente abili, dipendenti da alcool o da stupefacenti, traumatizzati psichici, ex detenuti. Cosi` come le terapie assistite con animali e con prodotti agricoli aziendali. Nel settore della ´diversificazione´, vengono citate le attivita` riguardanti i centri benessere, termali, sportivi, ricreativi e culturali, l´utilizzo delle aziende per manifestazioni, l´addestramento degli animali domestici, i laboratori dei mestieri tradizionali e artigianali..  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: INCONTRI SU CAMERA ARBITRALE  
 
Palermo - Il dipartimento Interventi strutturali dell´assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari, diretto da Rosaria Barresi, ha organizzato un ciclo di incontri e seminari informativi sulla "Camera arbitrale in agricoltura", il nuovo strumento per la risoluzione delle controversie alternativo al Tar. L´applicazione di tale istituto di semplificazione, disegna un nuovo rapporto tra Pubblica amministrazione e cittadino, trasformandolo da competitivo a cooperativo. Infatti, ricorrere all´arbitrato o alla conciliazione, e´ vantaggioso per gli utenti che intendono rivendicare i propri diritti in tempi prestabiliti e a un costo accettabile, ed e´ utile per la Pubblica amministrazione, perche´, tra l´altro, si riducono le attese per la risoluzione delle controversie. Oggi, inoltre, e´ possibile risolvere le controversie minori anche attraverso internet, con la conciliazione on- line. Dopo il primo seminario informativo che si e´ svolto lo scorso 1° aprile all´istituto Zootecnico di Palermo, gli altri in programma sono: 8 aprile al Provveditorato agli studi di Caltanissetta (anche per le province di Agrigento ed Enna); 15 aprile a Catania al Palazzo della Presidenza della Regione, per le province di Catania e Messina. Ed infine, il 29 aprile, a Ragusa, all´´Ispettorato provinciale, per le province di Ragusa e Siracusa.  
   
   
UNA CARTA D’IDENTITA’ PER L’EXTRAVERGINE  
 
Presentato il 7 aprile al Salone internazionale dell’olio extravergine di qualità (Sol) di Verona, presso lo stand di Confagricoltura, il progetto ‘Carta di identità per la valorizzazione dell’olio extra vergine di oliva’ (Cdi Oevo), messo a punto dall’Istituto per i processi chimico-fisici del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ipcf-cnr) con il supporto del Ministero per le politiche agricole che ha finanziato in parte lo studio. “Siamo riusciti a creare una carta d’identità per l’olio extra vergine di oliva, con proprietà e finalità del tutto simili al documento di identità che identifica le persone fisiche”, spiega Elpidio Tombari, responsabile dell’unità operativa di Pisa dell’Ipcf-cnr. “Quest’obiettivo è stato raggiunto applicando agli oli la metodologia dell’analisi calorimetrica. Attraverso una serie di riscaldamenti e raffreddamenti si produce una curva caratteristica e specifica che ‘fotografa’ in modo univoco e inalterabile il campione analizzato. Associando questa fotografia alle informazioni di produzione e di origine, il documento permette di riconoscere senza margine di errore l’olio, con le sue qualità e provenienza geografica, attestando la conformità all’originale lungo tutta la filiera di lavorazione, dall’imbottigliamento alla distribuzione. Ogni modifica della composizione chimica provocherebbe immancabilmente un cambiamento della ‘fotografia’ calorimetrica, per cui qualunque caso di tentata contraffazione - apposizione sul prodotto di un’etichetta falsa, sostituzione o adulterazione del prodotto stesso - sarebbe facilmente rilevabile ripetendo l’analisi e confrontando i risultati con quelli sulla carta d’identità che accompagna il prodotto”. La calorimetria non era mai stata utilizzata per realizzare un test di conformità e di origine, applicabile facilmente nell’industria e nel commercio dell’olio d’oliva a costi estremamente più bassi delle tecniche finora utilizzate e a impatto ambientale zero. “Il brevetto ha valenza anche ecologica”, spiega Tombari, “la tecnica calorimetrica, infatti, non prevede l’utilizzo di reagenti chimici di sorta, non inquina e può essere effettuata a un costo veramente contenuto nel giro di qualche decina di minuti a garanzia delle produzioni italiane di qualità. La fase di trasferimento tecnologico è iniziata circa un anno fa, grazie alla collaborazione con produttori, consorzi, associazioni di categoria e il supporto del Ministero delle politiche agricole”. La Cdi consente inoltre di mappare le zone geografiche di produzione degli extravergine. “Dall’analisi dei termogrammi dei prodotti tipici di una certa zona”, conclude Tombari, “si definisce un termogramma medio che, insieme alla composizione varietale e ai parametri chimico-fisici e organolettici di tali prodotti, forma la mappa di riferimento della produzione di una data zona. Disponendo di una mappa rappresentativa delle principali zone di produzione si potrà risalire, con un test appropriato, all’origine geografica”. L’obiettivo del progetto Cdi Oevo è di analizzare, nell’arco di due anni, circa tremila partite d’olio di provenienza certificata. Questo porterà alla creazione di una banca campioni e di una banca dati consultabili online, da mettere a disposizione di tutta la rete di ricerca italiana attiva sull’olio con varie metodologie.  
   
   
VINO, PIÙ 10% L´EXPORT. IL VINITALY PREMIA L´EMILIA-ROMAGNA.  
 
Bologna - Più 10% l’export dei vini emiliano-romagnoli nel 2010, il Lambrusco conquista il titolo di vino più venduto nei scaffali della grande distribuzione con una crescita del 6%, mentre il Pignoletto, un vino fino a pochi anni fa sconosciuto, vede un’impennata degli acquisti pari al 25%. Si apre sotto i migliori auspici per la vitivinicoltura emiliano-romagnola l’edizione 2011 del Vinitaly. Lo ha sottolineato oggi a Verona l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni partecipando all’inaugurazione della manifestazione, che ospita nel padiglione 1 il meglio dei vini emiliano-romagnoli con oltre 100 aziende e 300 vini in degustazione. “Tra i fattori di questo successo – spiega Rabboni – c’è sicuramente l’aumento della personalità dei nostri vini, accompagnata da un rapporto qualità-prezzo che si conferma ancora tra i più convenienti in assoluto e sostenuta anche da nuovi disciplinari di produzione, quali la nuova Docg “Colli Bolognesi Classico Pignoletto” e le due nuove Doc piacentine “Ortrugo” e “Gutturnio . Completano il quadro i nuovi investimenti nei vigneti e nelle cantine resi possibili anche dalle risorse del Piano regionale di sviluppo rurale e le nuove iniziative sul fronte commerciale, come la decisione dei tre Consorzi del Lambrusco di Modena, Reggio Emilia e Mantova di darsi, per contrastare le imitazioni, un marchio collettivo per l’export”. Ma le novità per l’Emilia-romagna del vino non si fermano qui. Al Vinitaly è stata tenuto a battesimo oggi Giove un nuovo Sangiovese Doc superiore di collina realizzato con il contributo di 35 aziende produttrici da Rimini a Imola riunite nel nuovo Consorzio Appennino Romagnolo. Si tratta di un’importante novità nel panorama enologico italiano con un obiettivo ambizioso: quello di realizzare un vino di alta qualità, ma a costi contenuti in grado di affermarsi con successo anche nei mercati esteri. Il Vinitaly premia i vini dell’Emilia-romagna - Non solo campione delle vendite, ma anche sempre più un vino di elevata qualità. Un’ulteriore conferma dei successi del Lambrusco arriva anche dal Vinitaly dove il Lambrusco Marcello 2010 dell’azienda Ariola di Calicella di Pilastro (Pr) e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro doc amabile "Il Fojonco" della società cooperativa agricola Cantine riunite & Civ di Campegine (Re) hanno ottenuto la gran medaglia d’oro, il massimo riconoscimento attribuito dagli esperti della manifestazione vitivinicola. Gianfranco Rossi direttore della storica azienda vitivinicola Casabella di Ziano Piacentino ha ottenuto infine il titolo di “Benemerito della vitivinicoltura italiana” per l’impegno e i risultati conseguiti nel valorizzare le straordinarie potenzialità enologiche del territorio piacentino.  
   
   
PRESENTATO IL RAPPORTO ANNUALE 2010 DEL CENTRO DI SPERIMENTAZIONE AGRARIA E FORESTALI DI LAIMBURG  
 
Nel corso della recente seduta del Consiglio di amministrazione del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg presieduta dal presidente della Provincia, Luis Durnwalder, il direttore della struttura Michael Oberhuber, ha illustrato gli aspetti più significativi del lavoro svolto nel corso del 2010 ed i programmi futuri del Centro. Nel corso del 2010, ha sottolineato Oberhuber, sono stati definiti i quattro settori di attività nei quali si concentrerà l’impegno del Centro nei prossimi dieci anni che sono nel dettaglio la “Salute delle piante”, la “Qualità”, “Varietà ed Agrobiodiversità” ed “Altitudine e Montagne”. In relazione a questa suddivisione dei settori il presidente della Provincia, Luis Durnwalder, ha posto l’accento sull´esigenza che la ricerca svolta nell’ambito del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg offra un concreto servizio alla popolazione locale, sia ai contadini, in relazione alla produzione, che ai consumatori, per quanto riguarda la salute. Nel corso del 2010 un ruolo importante dell’attività del centro è stato svolto dalla ricerca di nuova varietà di mele adatte alle condizioni climatiche dell’Alto Adige ed è stato avviato anche un programma di ricerca per sviluppare una nuova varietà di mele altoatesine. Per quanto riguarda lo stoccaggio grazie allo sviluppo della tecnica di conservazione Dca, che si basa sull’adeguamento dell’atmosfera controllata allo stadio fisiologico della mela, è stato migliorato il mantenimento di una qualità intrinseca ottimale ed è stato altresì arginato lo sviluppo di danni fisiologici da conservazione quali il riscaldo superficiale comune. Nel settore viticolo il Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimburg si è occupato in particolar modo dell’avvizzimento dei grappoli una malattia fisiologica che nel corso del 2010 ha fatto frequentemente la sua comparsa in Alto Adige. Si è concluso inoltre il progetto Elr “Edelbrand” che ha portato, nel febbraio scorso, alla premiazione del concorso “Südtirol Aquae Nobiles”. In merito al settore della tutela delle piante Laimburg ha svolto un’intensa attività per quanto riguarda la prevenzione ed a tale proposito il direttore Oberhuber ha sottolineato che solamente una pianta sana, che si è adattata in maniera ottimale al proprio ambiente è in grado di garantire una produzione di qualità con un limitato impiego di anticrittogamici.  
   
   
INCONTRO SUL TEMA KIWI ITALIANO: COMPETITIVITÀ E PROSPETTIVE  
 
 Giovedì 21 Aprile 2011 Presso la Aula Magna Regione Emilia-romagna Via Aldo Moro, 30 – Bologna si svolgerà un incontro sul tema: Kiwi Italiano: Competitività E Prospettive. Programma h 10.00 Apertura lavori Tiberio Rabboni, Assessore Agricoltura - Regione Emilia-romagna; h 10.20 “Situazione produttiva e commerciale del kiwi in Italia” Elisa Macchi, Cso; h 10.40 “Presentazione dei risultati della ricerca sui costi di produzione e condizionamento del kiwi in Italia e all’estero” Carlo Pirazzoli, Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria - Università di Bologna. H 11.40 “Internazionalizzazione e nuovi mercati: il problema delle barriere fitosanitarie” Simona Rubbi, Cso. H 12.00 “Il punto sulla batteriosi” Alberto Contessi, Servizio Fitosanitario - Regione Emilia-romagna. H 12.20 “Discussione”; h 12.30 Conclusioni : Valtiero Mazzotti, Direzione Generale Agricoltura - Regione Emilia-romagna; Moderatore Luciano Trentini.  
   
   
XVII EDIZIONE DEL SALONE INTERNAZIONALE DELL´OLIO: EDUCARE IL CONSUMATORE AL VALORE DEL PRODOTTO D´ECCELLENZA  
 
La Regione Campania ha preso parte, con un ottimo successo, alla 17esima edizione del Sol, Salone Internazionale dell’olio extravergine di oliva, svoltosi a Verona in occasione di Vinitaly. Sulle 58 aziende presenti allo stand dell´Assessorato all´Agricoltura, quattro, ovvero Fam, Pietrabianca, Torretta e Madonna dell’olio, hanno ricevuto la "gran mensione" al Concorso Sol D´oro nelle categorie fruttato medio e fruttato intenso. Altre sette hanno ricevuto il premio Foglie Gambero Rosso: Torretta, San Comaio, Fam, Fontana Madonna, Madonna dell´Olivo, quest’ultima con tre produzioni diverse d´olio. "Stiamo mettendo in atto - spiega Vito Amendolara, assessore all´Agricoltura della Regione Campania - diverse iniziative rivolte alla qualificazione, alla promozione e alla valorizzazione dei prodotti del mercato olivicolo regionale, che in termini di consistenza e diffusione, è il quarto in Italia e vanta ben 67 varietà di olive e 5 Dop nel comparto. "In particolare, Puntiamo a sensibilizzare i consumatori sull´importanza dell’olio extravergine di qualità. E’ vero che costa di più rispetto a quello normale, ma è anche vero che c’è una notevole differenza di gusto e soprattutto comporta benefici importanti per la salute. Non a caso l’olio extravergine di oliva è un alimento base della Dieta Mediterranea, patrimonio immateriale dell’umanità", ha concluso Amendolara.  
   
   
VERSA IL MELTING POT NEL BICCHIERE: DA MONTALCINO A MONTEFALCO, DA BARBARESCO A MENFI, L’ENOLOGIA MADE IN ITALY PROSPERA ANCHE GRAZIE AL LAVORO DI MIGLIAIA DI STRANIERI. E LE CITTA’ DEL VINO DIVENTANO MODELLI DI INTEGRAZIONE  
 
Questi i risultati di una ricerca di Città del Vino e www.Winenews.it che ha preso in esame alcuni comuni tra i più noti e rappresentativi dell’enologia italiana. Se ne parlerà a Vinitaly Il vino made in Italy nasce nel segno del melting pot: da Montalcino a Montefalco, da Barbaresco a Menfi, da Valdobbiadene a Cormons, da Erbusco ad Alghero, l’enologia del Belpaese prospera anche grazie al lavoro di migliaia di stranieri. Nei luoghi del vino più famosi d’Italia vivono e lavorano persone giunte da decine di nazioni diverse, e le città in cui nascono etichette esportate in tutto il mondo si scoprono modelli di integrazione razziale. Lo dice una ricerca a cura delle Città del Vino, l’associazione che riunisce i Comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia, e di www.Winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, realizzata in occasione di Vinitaly, di scena a Verona dal 7 all’11 aprile. Nei principali distretti del vino italiani l’eccellenza del made in Italy vuol dire integrazione razziale, perché qui vivono persone provenienti da tutti i Continenti, che hanno deciso di trasferirvi le proprie vite, i propri affetti, i propri costumi e le proprie abitudini, per lavorare in tutte le professioni, tra chi lavora in vigna, chi fa il manager, la segretaria, il responsabile commerciale, l’enologo, chi gestisce un’attività di ristorazione o ricettiva e, naturalmente chi fa il vigneron. E’ così che, prima di tutto, attraverso il lavoro, gomito a gomito, avviene l’integrazione razziale. Per scoprire queste “isole felici”, le Città del Vino hanno raccolto le testimonianze relative ad alcune realtà del vino particolarmente significative, scoprendo che sono probabilmente le comunità di piccole e medie dimensioni a vantare una più riuscita integrazione tra italiani e cittadini in arrivo dal resto del mondo. Sono stati presi in esame 16 Comuni: Barbaresco (Cuneo), Guarene (Cuneo), Erbusco (Brescia), Mezzocorona (Trento), Casarsa della Delizia (Pordenone), Cormons (Gorizia), Valdobbiadene (Treviso), Castelvetro di Modena (Modena), Sant’arcangelo di Romagna (Rimini), Montalcino (Siena), Suvereto (Livorno), Montefalco (Perugia), San Martino sulla Marrucina (Chieti), Castiglione di Sicilia (Catania), Menfi (Agrigento) e Alghero (Sassari). La ricerca evidenzia un buon inserimento lavorativo e sociale degli stranieri, che arrivano spesso a costituire il 10% della popolazione totale dei Comuni analizzati (secondo i dati Istat più recenti, relativi al 1 gennaio 2011, sono presenti in Italia 4.563.000 stranieri, pari al 7,5% della popolazione totale). Molti arrivano dall’Europa dell’Est, una percentuale minore dal Maghreb, qualcuno dalla Cina. Tra i Paesi di provenienza spiccano Romania, Moldova, Albania, Marocco e Ghana. La maggior parte degli uomini è impiegata nel settore agricolo e nell’edilizia e solo in terza battuta nel commercio, mentre le donne sono per lo più impegnate nei servizi alla persona. Non mancano piccole imprese edili o artigiane, locali ed esercizi pubblici (negozi, bar, alimentari, ristoranti, affittacamere). “Le amministrazioni locali intervengono attivamente - sottolinea Giampaolo Pioli, presidente delle Città del Vino - organizzando corsi di lingua italiana, incontri di formazione e informazione su tematiche di interesse comune, luoghi (spazi affidati alle associazioni interculturali) e momenti di aggregazione (cerimonie religiose, incontri, feste enogastronomiche). Una grande risorsa è la scuola, dove la giovane età dei rappresentanti delle diverse nazionalità contribuisce al successo delle iniziative organizzate per facilitare il processo di integrazione di genitori e figli”. D’altra parte il settore agricolo ed agroalimentare italiano da anni ormai utilizza una rilevante quota di manodopera immigrata. In particolare nelle produzioni vinicole la partecipazione dei lavoratori stranieri, soprattutto extracomunitari, è molto rilevante. “Nel 2008 - spiega Alessandro Regoli, direttore di www.Winenews.it - è nata l’idea di realizzare come Winenews un’indagine per mettere in luce, attraverso dati e numeri, ma anche e soprattutto raccontando piccole e grandi storie di integrazione lavorativa, come il melting pot nei territori del vino italiani rappresenti una realtà concreta che funziona. Abbiamo iniziato con Montalcino - che si è rivelato un piccolo crogiolo razziale con persone provenienti da 44 diversi Paesi, in una comunità di poco più di 5.000 abitanti, che funziona perfettamente - e oggi presentiamo l’indagine estesa a tutti i principali territori del vino d’Italia, e che dimostra come la città del Brunello sia in buona compagnia”. Il contributo dei lavoratori stranieri si è rivelato decisivo nello sviluppo delle denominazioni di qualità: la valorizzazione dei territori del vino è stata possibile anche grazie alla straordinaria capacità d’integrazione delle comunità straniere che l’industria vinicola - e più in generale quella agroalimentare, di solito strettamente connesse al territorio - hanno promosso e garantito. I lavoratori immigrati svolgono infatti una funzione qualificata nella produzione agricola ed agroalimentare, e parallelamente contribuiscono a compensare il tasso di invecchiamento degli imprenditori agricoli ed arrestare il processo di spopolamento delle aree rurali. Gli alti livelli di specializzazione e il particolare rapporto con il territorio e con gli altri settori socio-economici fanno sì che nella vitivinicoltura più che in altri comparti si ponga il problema dell’invecchiamento dei conduttori agricoli e di conseguenza del ricambio generazionale e del trasferimento generazionale dei “saperi”. “E’ chiaro che gli immigrati potranno essere una vera risorsa per il nostro Paese solo se saranno effettivamente integrati e “partecipi” del sistema in cui vivono e lavorano - dice Simone Vieri, docente di economia e politica agraria dell’Università La Sapienza di Roma, che ha indagato l’impatto del lavoro degli immigrati in agricoltura - E se sono una risorsa, lo devono essere soprattutto nel senso di arrecare nuove energie al nostro sistema socio-economico. Ne deriva la necessità di trasferire anche a loro le competenze che sono alla base dei risultati attuali e che saranno indispensabili anche per il futuro sviluppo del settore vitivinicolo”. Accogliere gli stranieri - in particolare quelli in arrivo dai Paesi più poveri - in maniera dignitosa, offrendo loro una prospettiva (che significa una casa, un lavoro, una scuola per i figli) non è solo una questione etica, ma dunque anche pratica. La crescita dei lavoratori stranieri in agricoltura Secondo i dati raccolti dalle Città del Vino (Alessandra Calzecchi Onesti) ed analizzati dal professor Simone Vieri dell’Università La Sapienza di Roma, il numero di lavoratori immigrati in agricoltura aumenta costantemente. Nel 1989 erano circa 23.000, mentre nel 2007 raggiungono quota 172.000, con una crescita estremamente rilevante in circa tre decenni. Il trend riguarda in particolare il Veneto, il Friuli e tutte le regioni del Nord ad alta intensità di produzione agricola. Secondo una analisi della Coldiretti la forza lavoro estera nelle campagne italiane rappresenta quasi il 9,15% del totale impiegato in agricoltura, in altre parole nei campi quasi 1 lavoratore su 10 è straniero. Tra gli stranieri nelle campagne prevale la presenza dei lavoratori neo-comunitari, di provenienza principalmente rumena, slovacca e polacca. Tra quelli extracomunitari si stabilizza invece il numero di albanesi e cittadini dell’ex Jugoslavia, mentre aumentano gli asiatici (India) e i nordafricani (Marocco). La presenza degli immigrati si accompagna ad un forte incremento delle produzioni agricole ed agroalimentari, incluse quelle di qualità (prodotti Docg, Doc, Dop, Igp ed Igt). In generale l’agricoltura italiana ha vissuto negli ultimi anni uno sviluppo qualitativo decisamente rilevante. Se si escludono gli impatti più recenti della crisi sull’occupazione (nel 2009 è stata tra le più colpite, con 30.000 imprese costrette a cessare l’attività ed un calo della produzione del 3,8%), la leadership dell’agricoltura italiana in Europa in fatto di qualità e tipicità si è notevolmente rafforzata. Con circa 76.000 aziende dedicate alla produzione certificata Dop e Igp ed oltre 300.000 aziende impegnate nella produzione di vini Doc e Igt, il nostro Paese detiene il primato a livello comunitario, sia per superficie agricola utilizzata sia per numero di prodotti a denominazione di origine tutelata. Ci seguono Francia e Spagna. Le produzioni certificate Dop e Igp garantiscono da sole un fatturato al consumo di circa 9 miliardi di euro ed un export di circa 2 miliardi che dà lavoro, tra attività dirette e indotto, a più di 300.000 persone, rappresentando una risorsa insostituibile per l’economia locale. Una delle ragioni primarie che spiegano sia il ruolo degli stranieri nello sviluppo dei comparti agroalimentari sia la forte capacità di integrazione dei lavoratori stranieri nei Comuni dove si concentrano le produzioni agricole di qualità è legata a due fattori: la forte presenza di aziende familiari e la bassa presenza di giovani che intraprendono la professione dei genitori. Le rielaborazioni dei dati Istat proposte dall’Inea - Istituto Nazionale di Economia Agraria mostrano, infatti, che il 60% degli imprenditori agricoli ha un’età superiore ai 55 anni e oltre la metà di questi supera i 65 anni. Circa un terzo degli agricoltori dovrebbe poter andare in pensione, in realtà continua a svolgere l’attività, il più delle volte destinata a terminare nel momento in cui non potrà o vorrà occuparsene. I giovani rappresentano appena il 5% degli imprenditori e gli under 25 non raggiungono nemmeno l’1% della categoria. Al pari degli imprenditori, anche gli occupati agricoli tendono a crescere man mano che aumenta l’età. Se da un lato i giovani rappresentano il 25% della forza lavoro, dall’altro è vero che gli ultra sessantacinquenni sono pari al 5% del lavoro nel settore primario. Il 46% circa degli immigrati che lavorano in agricoltura ha meno di 35 anni incidendo per il 6% sul totale dei giovani occupati nel settore. Riguardo alla composizione per classe di età dei lavoratori stranieri e alla presenza per regione degli stessi, possiamo stimare quale impatto la creazione di opportunità concrete di vita e di accesso ai fattori produttivi potrebbe avere in termini di ricambio ed età media di ingresso in agricoltura. Soprattutto nelle regioni in cui si registrano livelli più alti di senilizzazione e di abbandono delle attività primarie, gli immigrati potrebbero mitigare (di 2-3 punti percentuali) tali fenomeni e generare processi di rilancio socio-economico di queste aree. La forte presenza di occupati agricoli stranieri sotto i 35 anni di età implica una loro presenza in realtà rurali spesso spopolate. Questi occupati, confrontati agli imprenditori agricoli con meno di 35 anni di età, ne rappresentano il 52%. Se solo per la metà degli stessi si aprisse un’opportunità imprenditoriale in agricoltura, potremmo registrare un immediato effetto di crescita dell’indice di ricambio generazionale. Da anni le politiche di sviluppo rurale comunitarie e nazionali hanno come obiettivo il ricambio generazionale e la lotta allo spopolamento dei territori rurali. Vari sono gli strumenti applicati: dall’aiuto all’insediamento alle politiche per la formazione e l’animazione delle comunità locali. Se pur con un effetto contenuto, tali politiche hanno in parte contribuito alla vivacità settoriale e per loro natura non hanno mai agito sui lavoratori stranieri fissi o stagionali. Data l’importanza del fenomeno migratorio, sarebbe auspicabile applicare misure tese ad incentivare, o a premiare, comportamenti virtuosi di inserimento lavorativo e sociale degli immigrati e politiche sociali finalizzate a garantire standard accettabili di vita per questa forza lavoro. In tale contesto, di allentamento per così dire “naturale” della forza lavoro italiana dall’agricoltura, il ruolo giocato dalla manodopera extracomunitaria, accresciutosi in termini di peso percentuale rispetto all’occupazione agricola complessiva non appare competitivo bensì surrogativo alla assenza di lavoratori “autoctoni” in quantità sufficiente. I lavoratori stranieri in agricoltura svolgono dunque due ruoli chiave: da un lato forniscono una manodopera giovane, essenziale allo sviluppo delle produzioni agricole, laddove la presenza di imprenditori agricoli anziani è fortissima, soprattutto dove i giovani non proseguono nella professione dei genitori; dall’altro il fatto che le produzioni agricole si concentrino in zone rurali ad alto invecchiamento e spopolamento fa sì che gli immigrati costituiscano un nuovo importante tessuto sociale e svolgano una funzione di ripopolamento di comuni e comunità che altrimenti rischierebbero di spegnersi  
   
   
ZUPPE CAMPBELL’S: UN MITO AMERICANO SULLE TAVOLE DI TUTTO IL MONDO  
 
La lattina della famosa zuppa condensata Campbell’s, agli inizi degli anni Sessanta, è stata ripresa con straordinario successo da Andy Warhol in uno dei suoi quadri più famosi. Diventato il manifesto della pop art americana e il capolavoro dichiarato dell’artista, l’immagine della minestra in scatola ha fatto il giro del mondo ribadendo - se ve ne fosse bisogno - il forte impatto commerciale di questo marchio leggendario. Era infatti il 1869 quando a Camden, in New Jersey, Joseph Campbell, commerciante di frutta, e Abraham Anderson, rivenditore di frigoriferi, decisero di costituire una società per produrre e distribuire un nuovo prodotto che avrebbe rivoluzionato l’industria alimentare statunitense. Risale infatti alla seconda metà dell’Ottocento la famosa Campbell’s Soup, uno dei simboli della cultura americana più conosciuti al mondo. Originariamente denominata Joseph A.campbell Company, la società commercializzava inizialmente pomodori in scatola, verdure, minestre, carne tritata e condimenti. La svolta si ebbe nel 1897 quando il chimico John Dorrance mise a punto l’invenzione della zuppa condensata. Eliminando l’acqua dalle confezioni, infatti, i costi di imballaggio, spedizione e stoccaggio vennero sensibilmente ridotti: l’idea riscosse un successo tale che nel 1922 la compagnia decise di adottare il termine “soup” come nome centrale della Società. Era nato il mito. Oggi Campbell’s è la maggiore azienda produttrice e distributrice di zuppe al mondo, presente in oltre 120 Paesi, con un ricchissimo portafoglio prodotti dalla famosa etichetta bianca e rossa  
   
   
DAL 21 APRILE LO CHEF ELIO SIRONI AL RISTORANTE MADAI  
 

Il 21 aprile aprirà il ristorante Madai a Liscia di Vacca, nella splendida cornice della Costa

Smeralda. Lo chef Elio Sironi, dopo l’esperienza al ristorante dell’hotel Bulgari a Milano, è pronto per

questa nuova sfida.

Madai è in grado di offrire una cucina basata sulla tradizione e sull’essenza del prodotto,

fatta di sapori semplici, di materie prime eccellenti che appaga gli ospiti, con menù pensati

secondo le esigenze di chi si siede a tavola.

E’ un raffinato ambiente contemporaneo dotato di camino con ampia vista sulla cucina.

Dalla terrazza, un luogo magico che permette di cenare sotto le stelle tra limoni e macchia

mediterranea, si domina l’isola di Caprera.

Al primo piano, un elegante spazio con 30 coperti consente di organizzare cene private,

eventi e meeting.

Accanto al Ristorante Madai, un’enoteca con le migliori selezioni di vini regionali, nazionali

e internazionali assieme a tante golose specialità tipiche del territorio.

Madai è anche bar lounge sulla Promenade du Port, con vista sul porto vecchio di Porto

Cervo, per deliziose proposte durante tutto l’arco della giornata, dal breakfast al light lunch

fino all’happy hour con food e Champagne.

Lo chef Elio Sironi con il suo staff è in grado di organizzare cene e aperitivi in case

private o in barca, matrimoni, eventi, brunch e buffet a tema.

info@ristorantemadai.it

www.ristorantemadai.it

 
   
   
UOVA DI PASQUA PERNIGOTTI NEROGIANDUIA E OROGIANDUIA NOCCIOLATO  
 
Dopo il grande successo dell’anno scorso Pernigotti, lo specialista del pregiato cioccolato Gianduia, quest’anno per festeggiare la Pasqua lancia l’Uovo di Pasqua Nerogianduia e Orogianduia Nocciolato. Il Gianduia si sdoppia in due linee di prodotto Orogianduia e Nerogianduia: la versione classica per gli appassionati della tradizione e fondente per i palati più ricercati e si trasforma, grazie a Pernigotti, in un goloso Uovo di Pasqua ricco di pregiatissime nocciole tostate, dal sapore delicato e la forma tonda tipica delle nocciole Piemonte Igp. 400 gr. Di piacere che coinvolge i 5 sensi e invade corpo e spirito. Il Gianduia è simbolo del cioccolato italiano, una delicata miscela di cacao e nocciole, che caratterizza tutta la produzione firmata Pernigotti. Da 150 anni Pernigotti offre prodotti di altissima qualità, frutto dell’accurata selezione di materie prime, della passione e dell’amore per ogni creazione, che nascono da un’esperienza ultracentenaria. Nata nel 1860, è leader nella produzione del più nobile e rinomato cioccolatino italiano, il Gianduiotto, e specialista assoluto del cioccolato Gianduia che si declina nelle linee firmate Orogianduia (Gianduia classico) e Nerogianduia (Gianduia fondente). Prezzo al pubblico consigliato: € 14.90  
   
   
GRANDI NOVITA’ NEL 2011 NEL MONDO TUC! LANCIO DI UNA NUOVA REFERENZA DI TUC CRACKER, NUOVO PACK PER TUC ORIGINAL E AL VIA UNA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE A 360°  
 
Tuc, il celebre brand del gruppo Kraft Foods, ha in programma grandi novità nel corso del 2011 che coinvolgono sia Tuc Original che la gamma Tuc Cracker: una campagna di comunicazione a 360° supporta il lancio di una nuova gustosa referenza, Tuc Cracker con Pomodoro e Grana Padano, e del nuovo pack “salvagusto” di Tuc Original che rende il consumo del prodotto ancora più facile e pratico. Dopo le varianti Classico e Olio d’Oliva, Rosmarino ed Erbe Aromatiche, Tuc lancia una nuova referenza di Tuc Cracker con Pomodoro e Grana Padano. La nuova variante unisce il gusto mediterraneo del pomodoro al Grana Padano, formaggio della tradizione italiana. Il Consorzio Grana Padano ha creduto nel progetto diventando elemento di grande valore di questo gustoso snack quotidiano. Tuc Cracker è ora disponibile in tre varianti per accontentare tutti i palati, da coloro che amano i sapori semplici e tradizionali a chi preferisce gusti più decisi e saporiti; grazie alle comode monoporzioni è un compagno inseparabile da portare sempre con sé in caso di improvvisi attacchi di fame. Tuc ha scelto inoltre di riprogettare il pack di Tuc Original, lo spezzafame così friabile che si scioglie in bocca, caratterizzato da una forma originale e un gusto unico: il brand ha deciso di creare una nuova confezione “salvagusto” per rispondere alle esigenze dei propri consumatori. Una modalità di apertura facilitata che richiede un solo gesto, un incarto più resistente e una linguetta adesiva “apri&chiudi” permettono un consumo ancora più facile e pratico: il nuovo pack richiudibile consente di conservare nel tempo la friabilità e il gusto distintivo di Tuc, rendendo possibile il consumo del prodotto in momenti diversi della giornata. Grazie a una grafica di alto impatto e a colori più brillanti, il pack diventa ancora più moderno, accrescendo ulteriormente la visibilità del prodotto a scaffale. Tuc ha deciso di comunicare ai consumatori la presenza di una nuova confezione “salvagusto” all’interno del punto vendita e sullo scaffale attraverso un kit di materiali che include stopper, sottoslim, volantini e locandine. Tuc ha in programma un piano di comunicazione a 360°, che prevede l’utilizzo di diversi supporti, per comunicare e dare visibilità alle importanti novità lanciate dal brand nel 2011. Da metà gennaio è on air il divertente spot televisivo di Tuc Cracker con due nuovi soggetti, “Statua” e “Scooter”: continua il tema conduttore della presenza di Tuc Cracker nella vita di tutti i giorni con due nuove simpatiche situazioni nelle quali i personaggi trovano soluzioni davvero singolari per far fronte a un improvviso attacco di fame. La campagna Tv è solo il primo step di una strategia di comunicazione vasta e articolata su tutti i mezzi: sono previsti, oltre all’in store promotion, alla raccolta punti e al sampling, un grande piano di outdoor e station-domination, azioni di guerrilla marketing e una campagna digital. In particolare Tuc vuole raggiungere il proprio target, giovane e in continuo movimento, nella vita quotidiana attraverso una campagna che presidia i mezzi di trasporto: nella seconda metà di febbraio la metropolitana e le sue principali stazioni, i tram, i bus e le pensiline di Roma e Milano hanno ospitato la comunicazione di Tuc Cracker per dare concretezza al claim “il gusto che ti segue ovunque”