Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE
Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Aprile 2011
SERIE DI INCONTRI DI THEINER A BRUXELLES IN MERITO ALLA MOBILITÀ DEI PAZIENTI NELL’UE  
 
Bolzano, 18 aprile 2011 - Le direttive dell’Unione Europea per quanto riguarda la libera circolazione dei pazienti sono state al centro di una serie di incontri che l’assessore provinciale alla famiglia, sanità e politiche sociali, Richard Theiner, il direttore del Dipartimento, Florian Zerzer, e l’eurodeputato, Herbert Dorfmann, hanno avuto nei giorni scorsi a Bruxelles con esperti europei della sanità e con membri della Commissione Ue. Riguardo alla sua visita a Bruxelles l’assessore Theiner ha dichiarato che “Già a partire dal 2013 l’Unione Europea ha intenzione di dare avvio alla libera circolazione dei pazienti e riguardo a ciò è necessario che ci prepariamo con molta attenzione”. In sostanza la libera circolazione dei pazienti nell’ambito dell’Unione Europea significa che le casse malati ed i sistemi sanitari nazionali dovranno farsi carico e provvedere ai relativi rimborsi dei pazienti degli altri Stati membri come fossero pazienti nazionali. Sono da prevedere, secondo Theiner, nuovi flussi di pazienti dalle regioni limitrofe e difficoltà nel calcolo dei costi delle prestazioni, soprattutto per quanto riguarda il sistema sanitario italiano, dove, dal 1978, non esistono più le casse malati. Secondo Theiner i singoli Paesi che aderiscono all’Unione Europea dovrebbero effettuare una ratifica graduale della libera circolazione dei pazienti recependo le norme europee nelle rispettive leggi nazionali. È comunque opportuno, secondo Theiner, attrezzarsi per tempo per far fronte ai nuovi flussi di pazienti ed alle prestazioni mediche che essi richiederanno.  
   
   
UN INTERRUTTORE MOLECOLARE INFLUENZA IL DISTURBO DI PANICO  
 
Bruxelles, 18 aprile 2011 - Chi soffre di attacchi di panico dice che si tratta delle esperienze più improvvise, spaventose e spiacevoli mai provate. Ma cosa rende alcune persone suscettibili a tali attacchi mentre altre non ne sono affette? Studi condotti su gemelli indicano che i fattori ereditari hanno un ruolo importante nel 40% dei casi. Non è però chiaro in che modo i geni siano coinvolti nel disturbo di panico. Un gruppo di ricercatori europei ha collegato un tipo di interruttore molecolare, piccole molecole di acido ribonucleico (miRna), al disturbo del panico. La ricerca, finanziata in parte dall´Ue, è stata presentata sulla rivista Biological Psychiatry. Studi precedenti avevano scoperto che variazioni in un sempre maggiore numero di geni hanno conseguenze sul rischio del disturbo del panico, ma l´effetto di ogni singolo gene non è vasto. I ricercatori si sono chiesti se gli "interruttori" molecolari potrebbero influenzare il modo in cui gruppi di geni funzionano in maniera coordinata. Ciò che hanno scoperto potrebbe fare luce sulla genetica del disturbo di panico. In questo recente studio, ricercatori provenienti da Estonia, Spagna, Finlandia e Regno Unito hanno scoperto che un tipo di interruttore molecolare, miRna, influenza il disturbo di panico. L´rna è il prodotto diretto dell´acido deossiribonucleico (Dna) e le proteine sono i più discussi prodotti dell´Rna. È da qui che viene il detto "il Dna fa l´Rna e l´Rna fa le proteine". Le miRna sono però piccolissimi pezzi di Rna che si legano al Dna e controllano l´espressione genetica. Secondo gli esperti diverse miRna sono interessate da vari effetti di influenza dell´espressione genetica. "Sempre più prove sostengono la tesi secondo la quale le miRna sono i contributori principali della diversità fenotipica e potrebbero quindi avere un ruolo nella patofisiologia di diversi disturbi," scrivono gli autori. "Le Microrna sono già state collegate a disordini che interessano il sistema nervoso centrale, come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la schizofrenia e il comportamento umano aggressivo, il che indica che le miRna sono validi candidati per la suscettibilità genetica a disturbi psichiatrici." Ai fini di questo recente studio di ricerca, il team ha condotto case study di controllo in tre diverse popolazioni: Estonia, Spagna e Finlandia. Gli scienziati hanno scoperto non meno di 4 miRna che potrebbero essere responsabili di influenzare la patofisiologia del disturbo del panico. "Questi dati forniscono importanti nuove prove che la variazione dei geni che codificano le miRna potrebbe coordinare il coinvolgimento di una serie di geni di rischio e quindi contribuire allo sviluppo del disturbo del panico," dice il dott. John Krystal, curatore di Biological Psychiatry. Il finanziamento dell´Ue a questo studio proveniva dai progetti Sirocco, Enagage, Ecogene e Opengene. Sirocco ("Silencing Rnas: organisers and coordinators of complexity in eukaryotic organisms") ha ricevuto quasi 12 milioni di euro nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Enagage ("European network of genetic and genomic epidemiology") ha ricevuto 12 Mio Eur 12 nell´ambito del Tema Salute del Settimo programma quadro (7° Pq). Ecogene ("Unlocking the Eu convergence region potential in genetics") e Opengene ("Opening Estonian genome project for European Research Area") sono sostenuti nell´ambito della linea di bilancio dell´azione per il potenziale regionale del 7° Pq con 1,09 e 1,33 milioni di euro rispettivamente. Per maggiori informazioni, visitare: Biological Psychiatry: http://www.Elsevier.com/wps/find/journaldescription.
cws_home/505750/description#description
 Ricerca sulla salute nell´ambito del 7° Pq: http://ec.Europa.eu/research/fp7/index_en.cfm?pg=health  Azione per il potenziale regionale del 7º Pq: http://ec.Europa.eu/research/regions/index_en.cfm?pg=potential  
 
   
   
LA SELEZIONE EMBRIONALE POTREBBE AIUTARE I GENITORI A PREVENIRE LA TRASMISSIONE DI MALATTIE EREDITARIE  
 
Bruxelles, 18 aprile 2011 - Sviluppato da un´équipe di genetisti spagnoli, un nuovo metodo di screening genetico permette di controllare gli stadi dello sviluppo infantile, a partire dall´embrione prima dell´impianto nell´utero, per aumentare le possibilità di avere un bambino sano. Oggi la maggior parte delle donne istruite tende a riservare maggiore attenzione all´istruzione e alla carriera di quanto facessero quelle delle generazioni precedenti. Spesso restano più anni all´università e si dedicano per molto più tempo alla propria progressione di carriera, una volta nel mondo del lavoro. Molte si sposano tardi e hanno bambini in età più avanzata. È noto che, a misura che le donne invecchiano, i loro ovuli diventano sempre meno fertili. Tuttavia, la genetica può talvolta venire in aiuto in caso di infertilità. Le anomalie genetiche possono compromettere la capacità di crescita di un embrione, il che, a sua volta, può causare aborti ricorrenti. La scienza può aiutare le donne che hanno problemi riproduttivi con terapie dell´infertilità, come la fecondazione in vitro. Con tecnologie più avanzate, la scienza può anche aiutare le donne ad assicurarsi che un neonato sia sano e non affetto da malattie genetiche. Questa procedura è generalmente nota come selezione genetica preimpianto (Pgs). Con la Pgs i medici esaminano le aneuploidie (variazioni anomale del numero di cromosomi) che sono strettamente legate ad aborti spontanei. In particolare, l´ibridazione genomica comparativa (Cgh) è una procedura assodata che consente di studiare tutti i cromosomi simultaneamente. La Cgh è generalmente indicata per le donne che si sono sottoposte alla fecondazione in vitro non andata a buon fine poiché consente di osservare lo sviluppo dell´embrione a partire dallo stadio a otto cellule. Se il medico è sicuro che non è a rischio di malattie gravi, l´embrione può essere impiantato in sicurezza nell´utero. Ora, nella sua tesi di dottorato, Mariona Rius dell´Unità di biologia cellulare e genetica medica della Universitat Autónoma de Barcelona, Spagna, ha messo a punto la cosiddetta Cgh breve che consente lo studio completo dei cromosomi delle cellule embrionali in un tempo significativamente ridotto. Il valore del nuovo metodo risiede nel fatto che non è necessario che l´embrione sotto analisi sia crioconservato. In un embrione geneticamente sano dovrebbero esserci due cromosomi per ognuna delle 22 coppie di cromosomi, oltre che un insieme di cromosomi femminili Xx o maschili Xy. La presenza di più di due cromosomi può portare a embrioni difettosi. Questo problema può dare adito alla formazione di un embrione che potrebbe non essere in grado di svilupparsi e impiantarsi, oppure a un aborto spontaneo. Armati di queste cruciali informazioni genetiche, i medici possono accertare con un livello di affidabilità alquanto ragionevole che gli embrioni reimpiantati nell´utero sono quelli che offrono alla donna una buona probabilità di portare a termine una gravidanza regolare. Il tasso di impianto con il metodo della Cgh breve può raggiungere fino al 60%. Finora è stato usato con successo in una coppia in cui l´uomo era portatore di due traslocazioni cromosomiche. Nello specifico, in tre cicli consecutivi di fecondazione in vitro, un embrione senza "anomalie" cromosomiche è stato impiantato in una donna che, attualmente, si trova nel terzo trimestre di gravidanza. Per maggiori informazioni, visitare: Universitat Autónoma de Barcelona: http://www.Uab.es/english/  Fertility and Sterility: http://www.Fertstert.org/home    
   
   
FONDO SANITARIO:LA BASILICATA SCONGIURA TAGLIO DI 13 MILIONI  
 
Potenza, 18 aprile 2011- Nonostante il calo di 1800 residenti e le inevitabili ripercussioni legate al principio della suddivisione pro capite, la Basilicata è riuscita a confermare la propria quota di riparto del Fondo Sanitario Nazionale come definito nell’intesa della Conferenza delle Regioni. Il risultato si è avuto a margine di quasi tre giorni di intenso lavoro a cui ha partecipato per la Regione Basilicata l’assessore alla Salute Attilio Martorano. La proposta di ripartizione che rappresentava la base di discussione della Conferenza delle Regioni, frutto della diretta applicazione del criterio della quota capitaria, vedeva la Basilicata scendere dai 1.024 milioni ottenuti per il 2010 ai 1.011 per l’anno in corso. L’esponente della giunta De Filippo, invece, aveva chiesto che la ripartizione avvenisse dopo aver “pesato” anche altri fattori, come quelli geografici e di densità abitativa, che pure influiscono notevolmente sull’organizzazione dei servizi e, conseguentemente, sui loro costi. Una richiesta che configgeva con le necessità delle regioni demograficamente più pesanti, premiate, invece, proprio dal criterio che attribuisce i fondi con una suddivisione procapite. Ma l’assessore Martorano, in costante contatto con il presidente Vito De Filippo, si è opposto con determinazione ad ogni ipotesi che penalizzasse la Basilicata facendo venire meno l’intesa anche su altre ipotesi di riparto che avevano trovato larga condivisione in sede di Conferenza. Alla fine, invece, pur senza aver modificato i criteri di ripartizione la Conferenza ha deciso di applicare dei correttivi alle cifre che risultavano dall’applicazione della quota capitaria restituendo alla Basilicata i 13 milioni di euro di differenza rispetto all’anno passato. “Abbiamo ottenuto un risultato importante – ha spiegato l’assessore Attilio Martorano – che non riteniamo essere un risultato di parte poiché siamo convinti che il solo criterio della ripartizione pro capite non sia sufficiente ad assicurare ugualmente il diritto alla salute su tutto il territorio nazionale e siano necessari alcuni correttivi se non si vogliono lasciare gli amministratori al bivio tra il deficit di bilancio o il mancato riconoscimento di un reale diritto alla salute. Ma al tempo stesso non possiamo non prendere atto di come il quadro attuale sia sfavorevole alla Basilicata e in generale alle piccole regioni sotto il profilo economico-finanziario e come sia più che mai indispensabile non arretrare dalla linea del rigore”. L’intesa siglata dalle Regioni, tuttavia, è soggetta alla richiesta di un’ulteriore dotazione del Fondo Nazionale pari a 70 milioni di euro e all’effettiva disponibilità di tutte le risorse indicate nella programmazione per l’anno corrente. Temi che saranno ora posti dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al Ministro della Salute Ferruccio Fazio, per poter dare il definitivo via libera all’intesa.  
   
   
SANITA´: FSN; PRESIDENTE, AUTOREVOLE IL RUOLO DELL´ABRUZZO  
 
Roma, 15 apr. - "Esiste un´ipotesi di lavoro su cui le Regioni hanno dato il loro apprezzamento. Il resto dovrebbe arrivare in serata con la verifica che speriamo di poter avere dopo l´incontro con il ministro della Salute". Lo ha detto il 15 aprile il presidente della Regione Abruzzo e commissario per la Sanità al termine della riunione della Conferenza delle Regione sul piano di riparto del Fondo sanitario 2011. "E´ stato un lavoro molto impegnativo “ ha aggiunto il Presidente “ che ha richiesto uno sforzo politico rilevante da parte di tutte le regioni". Per l´Abruzzo, in attesa dell´ufficializzazione delle risorse che verranno assegnate, si è trattato di un riparto particolare, come conferma il presidente della Regione. "Dopo anni l´Abruzzo si è seduto al tavolo della Conferenza delle regioni per il riparto del Fondo sanitario con uno spirito diverso e con una maggiore autorevolezza, figlia dei risultati che stiamo ottenendo in chiave di risanamento dei conti della sanità regionale. Siamo, cioè, nelle condizioni di non dover chiedere solidarietà alle altre regioni, perché i conti del nostro sistema stanno procedendo nel verso giusto". In quest´ottica, il presidente della Regione ha voluto chiarire che il "federalismo solidale lo può pretendere e invocare chi ha i conti a posto, e l´Abruzzo è una di quelle regioni che ha rimesso a posto la barra dei conti pubblici. Negli ultimi due anni “ ha insistito il presidente della Regione “ quello che ha fatto l´Abruzzo deve essere d´esempio per tutti, perché l´aver ridotto il debito del 14% e aver portato il debito annuale della sanità a 7 milioni di euro, significa aver lavorato in favore del risanamento. Solo così si può chiedere e pretendere il federalismo solidale".  
   
   
RIPARTO DEL FONDO SANITARIO NAZIONALE: IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE, GIAN MARIO SPACCA.  
 
 Ancona, 18 Aprile 2011 - ´Stiamo ricercando un orizzonte di riferimento per programmare le risorse finanziarie del 2011. Con il confronto che sta avvenendo in queste giornate tra le Regioni sul riparto del Fondo sanitario nazionale, dovremmo forse riuscire per lo meno a limitare il taglio delle risorse che temevamo ammontasse a 80 milioni di euro, e speriamo di ridurlo a circa la meta`´. Cosi` il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca a margine della Conferenza delle Regioni riunita per discutere il riparto del Fondo sanitario nazionale. ´Questo ´ prosegue Spacca - ci impone di continuare un´azione rigorosa di riorganizzazione in termini di qualita`, appropriatezza e produttivita` dell´organizzazione della sanita` regionale al fine di evitare ogni ipotesi di commissariamento che sta sfiorando non piu` soltanto il Veneto ma anche altre Regioni che negli anni scorsi venivano portate ad esempio di virtuosita`. Riuscire comunque ad avere, dopo un lungo confronto, un dimezzamento del taglio previsto delle risorse disponibili, ci consentirebbe di organizzare sia la programmazione degli interventi sia le azioni operative che ne conseguono, ricercando un confronto propositivo con la comunita` regionale e le organizzazioni sindacali e di categoria´.  
   
   
FVG, SALUTE: DA CRO-BIOBANCA IMPULSO ALLA RICERCA  
 
 Aviano (Pn), 18 aprile 2011 - La Biobanca del Cro nasce nel 2007 con l´obiettivo di collezionare un´ampia casistica di campioni biologici (come sangue e tessuti), rappresentativi di molteplici patologie oncologiche, da destinare alla ricerca scientifica. Gli studi che potranno essere effettuati grazie al suo contributo, aiuteranno a scoprire nuovi metodi per una diagnosi sempre più precoce e cure personalizzate per ogni paziente. Il 16 aprile al Cro sono stati inaugurati - alla presenza dell´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, e con un convegno scientifico - i locali adibiti alla conservazione di questi preziosi materiali. Gli interventi dei relatori hanno avuto lo scopo di far conoscere l´importanza delle Biobanche, toccando diversi aspetti e problematiche, passando dalle Reti Nazionali e Internazionali, per concludere con la realtà della Biobanca del Cro. Da parte della Regione è venuto l´apprezzamento per questa nuova realtà scientifica, che se da un lato non fa che aumentare il ruolo del Cro a livello ben superiore di quello meramente regionale, dall´altro dà un impulso notevolissimo alla ricerca. Una ricerca - è stato sottolineato - che accanto agli aspetti scientifici ha anche aspetti etici e giuridici, ha necessità di sostegno da parte di tutti - istituzioni pubbliche e organismi privati - con l´unica e comune finalità di alleviare la sofferenza, di trovare nuove cure alla malattia, di dare nuove prospettive alla vita. Si tratta, insomma, di far nascere una nuova alleanza tra tutti i soggetti sociali per condividere una "mission" contro la malattia e per capitalizzare la banca della vita.  
   
   
L’INSUFFICIENZA RENALE CRONICA: UN KILLER SILENZIOSO CHE SI COMBATTE CON LA PREVENZIONE  
 
Napoli, 18 aprile 2011 - E’ la disinformazione più costosa per la collettività e più dannosa per la salute e la qualità della vita delle persone: riguarda la malattia renale cronica, definita "killer silenzioso" perché non presenta sintomi, opera per anni indisturbata e, quando si manifesta, è in genere troppo tardi per affrontarla efficacemente. Mentre invece una diagnosi precoce, effettuata con esami semplici, poco costosi e assolutamente non invasivi, presenta ottime possibilità di cura. Le patologie renali e quello che la comunità scientifica da un lato e le istituzioni, dall’altro, fanno per accelerare sulla prevenzione, hanno caratterizzato l’incontro svoltosi di recente a Napoli promosso da Value Relations in collaborazione con Abbott e con il patrocinio della Regione Campania, della Sin (Società Italiana di Nefrologia) e della Sifo (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera). La malattia renale cronica rappresenta una reale emergenza di salute e di politica sanitaria, costituisce un rischio di vita analogo ad un tumore e peggiora gravemente la qualità di vita per il paziente e per i familiari. Colpisce un grande numero di persone: un italiano su 10 ha un certo grado di riduzione della funzione renale e 1 su 1000 è in trattamento sostitutivo, dialisi o trapianto. In Campania sono circa 220mila le persone affette da insufficienza renale cronica (Irc). La spesa nel 2009 è stata pari a 266 milioni di euro, riferita ai soli trattamenti dello stato più grave della malattia; tale cifra, senza una tempestiva presa in carico del paziente da parte dello specialista nefrologo con un’adeguata somministrazione delle terapie appropriate, è destinata a lievitare a 372 milioni di euro tra meno di 10 anni. Queste le cifre elaborate dall’Osservatorio di Sanità e Salute, rese note al Convegno dal responsabile Studi Economici Alessandro Ridolfi. L’antidoto consiste nella prevenzione. Che può essere estremamente efficace, se la diagnosi avviene nei tempi giusti. Solo ritardando l’entrata in dialisi del paziente di 5 anni, per la sola Regione Campania, il risparmio di risorse da destinare ad altre cure sarebbe di circa 23 milioni di euro l’anno - afferma Ridolfi -. Altri 29 milioni di euro potrebbero essere risparmiati se si intervenisse in modo tempestivo solo sul 10% dei pazienti nei primi stadi di progressione della malattia. Le cure ci sono, fondamentale è il network fra medici di medicina generale e specialisti per procedere ad una corretta e tempestiva diagnosi, ma il vero e primo nemico è la disinformazione. “Gli italiani hanno scarsa conoscenza delle malattie renali e non sanno che un intervento tempestivo le può guarire o migliorare - sostiene Rosanna Coppo, Presidente della Sin, che illustra i risultati dell’indagine Eurisko promossa dalla Società Italiana di Nefrologia su un campione di 1400 individui rappresentativo della popolazione italiana adulta per avere riscontro delle conoscenze sulle malattie renali -. Il 90% degli intervistati ha sentito parlare di malattia renale cronica, ma non ne conosce le cause: il programma Sin 2010-2012 punta a migliorare la diagnosi precoce delle malattie renali attraverso un aumento di consapevolezza nella popolazione e con la collaborazione dei Medici di medicina Generale per stabilire percorsi diagnostico-terapeutici.” Di rilievo quanto sta facendo la Regione Campania, che, con un provvedimento adottato a gennaio di quest’anno, ha varato uno specifico piano d’azione mirato alla prevenzione delle Irc. L’obiettivo è sviluppare una rete assistenziale territoriale adeguata e l’assistenza integrata fra ospedale e territorio, con particolare riferimento al rapporto, fondamentale, fra nefrologi e medici di medicina generale.  
   
   
FVG, WELFARE: PRESTO STUDIO FATTIBILITÀ SU FONDO INTEGRATIVO SOCIOSANITARIO  
 
 Udine, 15 aprile 2011 - Per settembre prossimo dovrebbe essere reso pubblico lo studio effettuato dalla direzione regionale Salute e Protezione sociale in merito alle modalità integrative per la costituzione di un Fondo sociosanitario regionale. Ad annunciarlo è stato lo stesso assessore regionale, Vladimir Kosic, nel corso del convegno organizzato dal Gruppo finanziario Unipol presso Confindustria Udine sul tema "Per un nuovo welfare di comunità. Le opportunità della contrattazione di secondo livello ed i nuovi scenari del welfare aziendale", moderato dal vicedirettore del Messaggero Veneto, Giuseppe Ragogna, ed introdotto dal presidente degli industriali della Provincia di Udine, Adriano Luci. Nella logica di ampliare e rendere sempre più articolati i livelli di assistenza sociosanitaria, pur in un sistema universalistico la prospettiva epidemiologica (basti pensare al parametro dell´invecchiamento della popolazione: gli over 65 anni nel 2051 saranno il 32 per cento in più) impone una riflessione sull´individuazione di modalità di estensione delle risorse disponibili anche attraverso forme di contribuzione integrativa. Il Piano sociosanitario regionale 2010-2012, è stato ricordato, pone in particolare la lente di ingrandimento sulla presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e con disabilità. La scommessa per diffondere la necessità di un´assicurazione integrativa deve però passare, ha rilevato l´assessore Kosic, attraverso la costituzione di un patto tra ente pubblico, organizzazioni sindacali, imprese, lavoratori. Si tratta di superare una barriera culturale ed orientare - sulla scorta di quanto stanno già facendo le regioni contermini come Veneto, e, a livello transfrontaliero, il Land Carinzia - le risorse disponibili anche nel welfare integrativo. In questo senso, secondo l´Amministrazione regionale, l´esperienza decennale maturata da Unipol nel settore (in regione, secondo i dati 2010 illustrati dal direttore operativo Fiammetta Fabris, Unisalute spa conta 37.800 assicurati e amministra premi per 17.700 sinistri) potrebbe essere utilmente trasmessa e fare massa critica ai fini della diffusione di un modello innovativo di welfare che abbia come obiettivo la sostenibilità e la qualità.  
   
   
PARTONO GLI SCONTI IN FARMACIA PER I FARMACI GENERICI  
 
Lecce, 18 aprile 2011 - Finalmente l’Italia si adegua alla media dei prezzi europei dei farmaci generici. Dal 15 aprile infatti, più di 4.000 farmaci equivalenti costeranno di meno per iniziativa dall´Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) che Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” ritiene utile riportare per favorirne la divulgazione. Come è noto, infatti, i medicinali generici sono quelli definiti come "bio-equivalenti" (cioè con un comportamento nell´organismo del tutto simile a quella originale) ad un prodotto il cui brevetto è scaduto e del quale ha il medesimo comportamento. Le conseguenze dell’operazione “sconto in farmacia”, così la potremmo definire, saranno sia indirette in quanto ci potrà essere un risparmio totale stimato in oltre 700 milioni di euro per lo stato, sia dirette per gli evidenti vantaggi immediati per i cittadini che potranno avere gli stessi benefici dai farmaci generici, ma a prezzi più bassi. Chiaramente in tutto ciò sarà importante una campagna informativa adeguata per spingere i consumatori realmente bisognosi all’acquisto dei medicinali equivalenti che spesso vengono ritenuti, a torto, come meno sicuri o efficaci. La prova della disinformazione viene direttamente dalla statistica. Infatti, se nel Unione Europea la percentuale di vendita dei farmaci si assesterebbe intorno al 50%, arrivando a punte del 70% in paesi come la Germania, nel Belpaese vi è un crollo di tale percentuale che arriverebbe solo al 12%. Per un utilità dei cittadini di seguito riportiamo il link www.Agenziafarmaco.gov.it/it/content/elenco-dei-nuovi-prezzi-di-riferimento-vigenti-dal-15-aprile-2011  dove è possibile conoscere la lista di tutti i farmaci soggetti a sconti ed addirittura sarebbe disponibile un´applicazione gratuita chiamata Wikipharm da cui è possibile accedervi direttamente.  
   
   
I PREZZI DI RIFERIMENTO PER I MEDICINALI FUNZIONANO. MA E´ SUFFICIENTE?  
 
Milano, 18 aprile 2011- Secondo stime dell’Ocse, la spesa farmaceutica pro capite nei paesi avanzati è aumentata del 50% nel decennio 1995-2005. Al fine di controllare una crescita che, visto l’invecchiamento della popolazione e il continuo sviluppo delle tecnologie mediche, non accenna ad esaurirsi in modo naturale, vari approcci regolamentativi sono stati proposti e applicati in vari paesi. Molto si gioca su come si debbano considerare e rimborsare i farmaci innovativi. Altrettanto importante, però, è cercare di regolamentare quella parte di mercato che utilizza prodotti “storici”, spesso universalmente conosciuti e riconosciuti, ma ormai con brevetto scaduto. Queste arene competitive sono caratterizzate dall’entrata dei farmaci cosiddetti “generici”, che, riproducendo il farmaco a brevetto scaduto, possono entrare sul mercato senza investimenti in R&s e competere sul prezzo. In questo contesto, negli ultimi venti anni si è particolarmente diffusa una forma di regolamentazione dei prezzifarmaceutici che cerca di sfruttare le forze competitive per ridurre i prezzi di rimborso, e quindi la spesa pubblica: il prezzo di riferimento (Pr). Con questo meccanismo, il prezzo massimo di rimborso da parte dell’assicurazione (per lo più, lo Stato) di un prodotto farmaceutico è determinato come funzione dei prezzi dei vari prodotti inseriti nello stesso gruppo omogeneo. Ogni paese definirà la funzione del Pr e i gruppi omogenei in modo diverso. Una volta definito il Pr, ogni produttore è libero di applicare il prezzo che preferisce, ma il paziente dovrà pagare di tasca propria l’eventuale differenza fra il prezzo effettivo e il Pr precedentemente fissato. Numerosi studi in questi anni si sono occupati di valutare l’impatto del Pr sui prezzi e sulla spesa farmaceutica globale. Data la varietà delle metodologie applicate e dei contesti istituzionali presi in considerazione, però, è difficile trarre conclusioni solide dall’esperienza internazionale. Eppure, conoscere a fondo i pro e i contro di questo strumento di regolamentazione potrebbe aiutare non poco i policy makers. Per questa ragione, Simone Ghislandi (Dipartimento di Analisi Istituzionale e Management Pubblico), Matteo Galizzi (Università di Brescia) e Marisa Miraldo (Imperial College Business School) hanno valutato i risultati di più di 460 articoli sul Pr in Effects of Reference Pricing in Pharmaceutical Markets: A Review (Pharmacoeconomics 2011; 29 (1): 17-33). La revisione ha portato alla selezione di 35 studi “superiori” per metodologia applicata e robustezza dei risultati. In generale, la letteratura scientifica sembra concorde nell’identificare il Pr come uno strumento efficace di riduzione dei prezzi, soprattutto nel primo anno di applicazione. La domanda di prodotti farmaceutici si è dimostrata in molti paesi più elastica del previsto e il mercato dei prodotti generici si è generalmente ingrandito laddove forme di prezzo massimo di rimborso sono state introdotte.Allo stesso tempo, però, le strategie adottate dai farmaci di marca si sono in molti casi dimostrate efficaci nel ridurre i benefici potenziali del Pr. Per esempio, un farmaco di marca può competere sul prezzo direttamente con i generici, “svuotandone” il potenziale di mercato; oppure, si possono lanciare prodotti molto simili che, in quanto coperti da brevetto, non sarebbero sottoposti a competizione diretta. In ogni caso, un po’ per i limiti del meccanismo di regolamentazione, un po’ per le strategie adottate, l’effetto del Pr nel lungo periodo è molto più ambiguo. Rimane molto dubbio, in particolare, l’effetto che il Pr può avere sulla spesa pubblica negli anni successivi alla sua introduzione e sembra piuttosto difficile al momento affermare che i meccanismi competitivi siano stati sufficientemente sfruttati. Dal punto di vista dell’industria, un meccanismo come il Pr è stato storicamente associato allo sviluppo del mercato dei prodotti generici.L’industria a questo proposito ha sempre lamentato un’eccessiva aggressività del Pr, che riducendo i prezzi riduce i profitti e, teoricamente, anche gli incentivi alla R&s. In realtà, la revisione della letteratura ha evidenziato l’esistenza di almeno un paper empirico rilevante, che mostra come l’introduzione di una forma particolarmente aggressiva di Pr in Canada non sia stata associata ad alcuna significativa riallocazione delle risorse in R&s. Infine, va sottolineato come il Pr, incentivando il paziente a modificare la scelta del farmaco, potrebbe potenzialmente portare a conseguenze negative in termini di salute. Anche in questo caso, però, studi condotti su grandi campioni in Canada e in Germania non hanno evidenziato significativi legami fra la regolamentazione e gli indicatori sanitari di riferimento.  
   
   
TRENTO: SANITÀ, ADEGUATE LE TARIFFE RICONOSCIUTE AGLI OSPEDALI PER LE PRESTAZIONI  
 
Trnto, 18 aprile 2011 - Aumentano in Trentino le tariffe riconosciute agli ospedali pubblici e privati per le prestazioni sanitarie. Si tratta di un aumento dell´1,5 per cento, in linea con il tasso programmato di inflazione. Un aumento maggiore è stata riconosciuto alla prestazioni riabilitative (3%) in quanto queste ultime erano inferiori a quelle di altre Regioni italiane. La delibera, approvata il 15 aprile dalla giunta provinciale su proposta dell´assessore alla Salute Ugo Rossi, adegua le tariffe riguardanti le prestazioni di assistenza sanitaria ospedaliera erogate dalle strutture pubbliche e private nell’anno 2011. Rispetto al 2010, le tariffe sono state incrementate dell’1,5%, L´aumento corrisponde al tasso programmato di inflazione, con due eccezioni: le tariffe per la riabilitazione e per le prestazioni in regime di day hospital. In particolare, la prima eccezione riguardale tariffe per la riabilitazione, che sono state aumentate del 3%, in considerazione del fatto che esse sono, attualmente, più basse rispetto alla tariffa unica convenzionale, che fa da riferimento per la valorizzazione della mobilità attiva e passiva fra le Regioni. L´altra eccezione riguarda le prestazioni “108 Drg ad alto rischio di inappropriatezza”, ossia le casistiche per le quali i tecnici della sanità hanno individuato la necessità di porre particolare attenzione alle politiche tariffarie, al fine di favorire l’assistenza in regime di day hospital, di day surgery oppure in regime ambulatoriale. Per questi casi la tariffa è rimasta invariata, in attesa delle decisioni in merito della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Province autonome, che saranno adottate a breve.  
   
   
SALUTE: DAL FVG PROGETTI E SINERGIE PER ABOLIRE I MANICOMI NEL MONDO  
 
 Trieste, 18 aprile 2011 - Incentrata sullo sviluppo internazionale di progetti mirati al superamento delle grandi istituzioni psichiatriche, ha avuto inizio il 14 aprile la conferenza organizzata nell´ambito del meeting "Beyond The Walls - il passaggio dall´ospedale ai servizi territoriali". L´avvio ai lavori, che si sono conclusi nella mattinata di sabato ed hanno visto la presenza di specialisti di settore provenienti da una trentina di nazioni, è stato dato da Giuseppe Dell´acqua direttore del Dipartimento di salute mentale dell´Ass1 (dallo scorso settembre collaboratore per la ricerca e la formazione in salute mentale dell´Organizzazione mondiale della sanità), dal direttore generale dell´Ass1 Fabio Samani e dall´assessore regionale alla Salute, Integrazione sociosanitaria e Politiche sociali Vladimir Kosic. "Noi siamo qui oggi - ha detto Giuseppe Dell´acqua - perché il manicomio di Trieste non c´è più, perché stiamo desiderando che non ci siano più manicomi in tutto il mondo e perchè oggi c´è una grande rete che unisce tutti i Paesi, un network di persone (operatori, individui che hanno vissuto e vivono l´esperienza del disturbo mentale, familiari) che sono protagonisti di questo cambiamento e cercano di costruire politiche di salute e di speranza". Obiettivi dell´evento sono infatti la formulazione di una dichiarazione congiunta sul superamento delle istituzioni psichiatriche, il programma di lavoro del Centro collaboratore Oms per i prossimi 4 anni e lo sviluppo di progetti relativi a partenariati e all´offerta di servizi efficaci di comunità, così come previsto del Piano di azione di Helsinki 2005 sulla salute mentale per l´Europa. Un´occasione in cui, ha ricordato Teresa di Fiandra del ministero per la Salute, il Consiglio d´Europa citò l´esperienza basagliana come un sogno che si stava trasformando in realtà ed aveva ormai gambe per attraversare l´intera regione europea dell´Oms. Concetti condivisi da parte regionale con una precisazione: posto che il pensiero di Basaglia è diventato realtà e modello organizzativo ed il lavoro fatto sino ad oggi ha dimostrato che la cura va ben oltre le mura di un ospedale, adesso le sfide da affrontare riguardano le nuove situazioni in cui si manifesta ogni forma di disagio sociale, a partire da quello giovanile. All´epoca della stesura del Piano di Helsinki (al quale ha fatto seguito, nel 2008, il Patto europeo per la salute mentale ed il benessere) fu evidenziato che l´85 per cento dei fondi spesi per la salute mentale veniva destinato al mantenimento di strutture inadeguate ad accogliere i pazienti. Dati rimasti pressoché invariati se, come è stato rilevato, in Europa il 70 per cento dei posti letto è tuttora all´interno degli ospedali psichiatrici. Il piano del Centro prevede pertanto la cooperazione per lo sviluppo dei servizi territoriali soprattutto verso quei Paesi che hanno intrapreso (o intendono intraprendere) processi di riforma psichiatrica quali la Serbia, dove è stato creato il Centro di salute mentale pionieristico di Nis attraverso la deistituzionalizzazione del locale ospedale psichiatrico. Su richiesta dell´Oms Europa, sarà avviata anche una collaborazione con Paesi dell´Est come la Bulgaria e la Romania, nonché con le repubbliche asiatiche dell´ex-Urss come l´Azerbaijan, dove andranno sostenute esperienze pilota e cambiamenti legislativi. Inoltre, nell´ambito del programma Mental Health Gap promosso dall´Oms di Ginevra, si stanno già sviluppando programmi di cooperazione con la Turchia, l´Iran, la Palestina, l´Argentina e il Brasile.  
   
   
ALBERTO BIASI RICERCA DAL GRUPPO ENNE ALL’OTTICO-CINETICO MILANO DAL 6 MAGGIO AL 30 GIUGNO 2011  
 
 Milano, 18 aprile 2011 - La figura artistica di Alberto Biasi è una delle più coerenti e autorevoli nel campo di quella che in Italia è stata definita “arte programmata”, e altrove “optical art”, o che viene anche qualificata sotto il termine di “cinetica”. Dal 1959, quando il giovanissimo Biasi formava il Gruppo Ennea a Padova con Manfredo Massironi, Gaetano Pesce e altri sei coetanei studenti di architettura - successivamente Gruppo N con Massironi, Landi, Chiggio e Costa - ad oggi, la sua attività artistica si è mossa costantemente all’insegna dell’indagine percettiva, attraverso cicli di lavori, ciascuno dei quali ha affrontato poeticamente e scientificamente alcuni problemi legati alla visione: dalle prime “trame” alle famosissime “torsioni” (molte delle quali firmate collettivamente dal gruppo), dai “light prisms” agli “ottico-dinamici”, l’attività di Biasi si è infatti dispiegata attorno ai concetti di cinetismo ottico, cioè di un movimento che si produce nella mente di chi guarda grazie alle sollecitazioni messe in atto dalla forme scelte dall’artista. In questo senso, il lavoro di Biasi appartiene alla grande stagione della Modernità e delle neoavanguardie, ed è coevo – se non addirittura antecedente – alle esperienze gestaltiche europee, soprattutto francesi e tedesche, mentre è certamente in anticipo sulla cosiddetta “Op Art” americana: di più, la volontà iniziale di operare in gruppo, il desiderio di rendere “misurabile” la percezione, l’anelito a fare dell’opera d’arte un sistema percettivo universale aggiungono alla sua opera – e a poche altre di quegli anni – una valenza utopica che la rende ancor più emblematica di un mondo di valori legati alla costruzione di un modello di percezione del mondo, di cui la percezione gestaltica era una sorta di metafora, una prova linguisticamente settoriale di come avrebbe potuto e dovuto essere il nuovo orizzonte artistico e umano. La mostra, pensata in stretta collaborazione con Alberto Biasi, presenta lavori selezionatissimi – molti dei quali “storici” e dunque rari - che esemplificano alcuni temi centrali della sua ricerca, portati avanti con continuità per quasi mezzo secolo: ad alcune “Trame” del 1959 sono affiancati i “Light Prisms” del 1965-67, ( e il lavoro sulla luce è rappresentato anche da una proiezione di texture il cui primo prototipo è del 1961), mentre la ricerca più propriamente percettiva iniziata con le “torsioni” – di cui è esposta un’opera risalente agli anni Sessanta, oltre ad altre più recenti – si completa nei cosiddetti lavori “ottico-dinamici”, il cui sviluppo è ancora in corso, e di cui sono presenti ben tre esemplari scelti dall’artista tra i più significativi. Nota biografica Alberto Biasi, nato a Padova il 2 giugno 1937, inizia l´attività di pittore e scultore nel 1959. Nel 1960 Biasi forma il Gruppo N e nel 1961 è fra i promotori del movimento europeo Nuove Tendenze, nel ´62 fra i fondatori di Arte Programmata. In quel periodo lavora collettivamente e firma Gruppo N opere come le "trame", i "rilievi ottico-dinamici"ottenuti per sovrapposizioni di strutture lamellari, le "forme dinamiche"ottenute per torsioni, le “fotoriflessioni”in movimento reale, gli “ambienti” a percezione instabile. Dopo lo scioglimento del Gruppo N "si riscopre solista" e inizia a lavorare sulle forme e spazialità cangianti e sui movimenti armonici realizzando un numero consistente di opere dal titolo "politipo". Negli anni settanta abbina elementi lamellari in torsione e parti in movimento reale, mentre intorno agli ottanta e novanta arricchisce ulteriormente i “politipi” con inserimenti di forme e cromatismi di forte suggestione figurale. In questi ultimi, per contrasto tra la plasticità cangiante del minirilievo e la bidimensionalità della pittura, le nuove immagini vivono con e per chi le guarda e appaiono evocative di un continuo divenire. Nel 1988 una sua antologica al Museo Civico agli Eremitani di Padova ha raggiunto un´affluenza di 42.000 visitatori. Importante l’ultima evoluzione del suo lavoro: nel passaggio del 2000 Biasi elabora una sintesi delle ricerche precedenti e crea gli “assemblaggi”, soprattutto dittici e trittici prevalentemente monocromatici, d’impressionante effetto plastico e coloristico. Grande successo ha riscosso nel 2006 l’esposizione di trenta sue opere storiche nelle Sale dell’Hermitage di San Pietroburgo. Oltre a dodici esposizioni con il Gruppo N, Biasi ha allestito più di cento esposizioni personali, delle quali alcune recenti in sedi prestigiose quali il Palazzo Ducale di Urbino, la Casa del Mantegna a Mantova, il Wigner Institute di Erice, il Museo della Cattedrale di Barcellona, il Palazzo dei Priori a Perugia, il Museo Nazionale di Villa Pisani e ultima, in ordine di tempo, la Galleria Nazionale di Praga. Ha inoltre partecipato a quasi cinquecento collettive, fra cui la Xxxii e la Xlii Biennale di Venezia, la Xi Biennale di San Paolo, la X, Xi e Xiv Quadriennale di Roma e le più note Biennali della grafica, ottenendo numerosi e importanti riconoscimenti. Sue opere si trovano al Modern Art Museum di New York, alla Galleria Nazionale di Roma e nei Musei di Belgrado, Bolzano, Bratislava, Buenos Aires, Ciudad Bolivar, Epinal, Gallarate, Guayaquil, Hermitage di San Pietroburgo, Livorno, Lodz, Ljubljana, Middletown, Padova, Praga, Rovereto, San Francisco, Saint Louis, Tokio, Torino, Ulm, Venezia, Wroclaw, Zagabria ed in numerose collezioni italiane e straniere.  
   
   
MONDIALI CANOA, RIZZI: VITTORIA PER IL TERRITORIO PER LA PRIMA VOLTA INSIEME ATLETI DIVERSABILI E NORMODOTATI L´ASSESSORE: APPUNTAMENTO STORICO CHE VALORIZZERÀ L´IDROSCALO  
 
 Milano, 18 aprile 2011 - "Una vittoria significativa per il capoluogo Lombardo, ancora più in vista di Expo 2015. Aggiudicandosi i Campionati mondiali di canoa sprint 2015, l´Idroscalo di Milano godrà di un primato che mi rende particolarmente orgogliosa: sarà infatti qui che, per la prima volta nella storia di questo sport, gli atleti diversamente abili gareggeranno insieme agli atleti normodotati, a testimonianza di come davvero lo sport rappresenti un fondamentale veicolo di abbattimento di barriere e inclusione sociale". Così l´assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia Monica Rizzi commenta la notizia della scelta dell´Idroscalo quale sede della competizione, da parte del Board of directors della Federazione internazionale canoa. "Una decisione - ha concluso l´assessore Rizzi - che valorizza la sensibilità e l´attenzione che la struttura dell´Idroscalo ha per le persone diversamente abili, all´insegna di uno sport davvero per tutti, senza limite alcuno. L´idroscalo è attrezzato per consentire a chiunque un accesso agevole a impianti e servizi ed è uno dei centri più avanzati d´Europa per la pratica sportiva delle persone diversamente abili. Una garanzia di successo per la prima edizione di questa competizione iridata anche per questo destinata a entrare nella storia".  
   
   
COALESCE FREDDY CHANDRA - CLAUDIO CITTERIO MILANO, 11 MAGGIO-18 GIUGNO 2011  
 
 Milano, 18 aprile 2011 - La galleria Fabbri Contemporary Art presenta Coalesce: doppia personale di Freddy Chandra e Claudio Citterio. La parola inglese Coalesce significa combinarsi, fondersi insieme, crescere insieme, unire insieme elementi diversi. La mostra propone, infatti, un dialogo partecipativo tra i lavori dei due giovani artisti, accomunati dall’utilizzo maieutico di luce, ritmo, colore, plasticità. Di formazione e provenienza diversa, entrambi orientano la loro ricerca alla sperimentazione delle potenzialità intrinseche della luce, del colore e della plasticità dei supporti ottenendo un incanto ritmico su materiali sensibili e versatili. Freddy Chandra costruisce installazioni da parete (“wall panel”) con parallelepipedi di plexiglas, intervenendo con resine e colori acrilici che creano trasparenze e sfumature luminescenti. La superficie fisica dell’opera diviene una sorta di finestra traslucida che conduce lo spettatore in un luogo di ascolto dell’opera simile al “sentire” che emerge durante l’ascolto di un brano musicale. Claudio Citterio utilizza la luce come strumento creativo e d’indagine percettiva. Sceglie la malleabilità e la flessibilità della carta o del plexiglas, la trasparenza del cristallo oppure pigmenti di colore fluorescenti. Le sue opere sembrano flussi di materia in movimento in un’elaborazione reale di una sensazione cromatica. I lavori esposti in mostra saranno documentati da un catalogo con testo critico a cura di Giorgio Bonomi e Simona Vigo. Freddy Chandra nasce a Jakarta, Indonesia, nel 1979. Vive e lavora a Oakland, in California. Nel 2002 completa il B.a. In Architecture& Art Practise presso l’Università di Berkeley in California. Nel 2004 consegue il Master of Fine Arts presso il Mills College di Oakland, dove è professore aggiunto. E’ rappresentato da Brian Gross Fine Art a San Francisco, Margaret Thatcher Projects a New York, Walter Maciel Gallery a Los Angels, Galerie Bernd A.lausberg a Duesseldorf dove espone in mostre personali e collettive. E’ stato presentato a Miami Basel. Claudio Citterio nasce a Varese nel 1975, dove tutt’ora vive e lavora. Diplomato presso l’Accademia di Brera di Milano, dal 1998 espone in Italia e all’estero. Ha collaborato e partecipato a progetti editoriali ed espositivi con J. De Sanna, J. Gachnang, L. Fabro e B. Corà. Tra le sue mostre più importanti ricordiamo la partecipazione alla Xv Quadriennale Di Roma e la collettiva Luciano Fabro e amici alla galleria Lelong di Zurigo.  
   
   
GUIDO GIACOMELLI SIGNORE DELLE PALE E RE DI COPPA AL PALARONDA FEMMINILE VINCE ROBERTA PEDRANZINI  
 
Pale di San Martino, 18 aprile 2011 – Ieri un grande Guido Giacomelli ha centrato l´en plein, ottenendo la quarta vittoria su quattro gare di Coppa delle Dolomiti, aggiudicandosi così l´edizione del 2011 del circuito, grazie ad una superlativa prestazione nella terza edizione del Palaronda Ski Alp, chiusa con il strepitoso tempo di 1h52´19”. Tutto ha funzionato al meglio nella gara che ha avuto come teatro le Pale di San Martino e il suo suggestivo altopiano, con un dislivello di 1970 metri e uno sviluppo di circa 15 chilometri. Percorso apprezzato da tutti i 110 partecipanti, tanti big al via e condizioni meteo finalmente ottimali dopo due edizioni segnate dal maltempo. Giacomelli signore delle Pale e re di Coppa, Pedranzini e Martinelli regine del primo circuito di sci alpinismo in Italia. Questi i responsi della gara organizzata dallo Ski club San Martino, che aveva il compito anche di assegnare i titoli di campioni trentini, vinti dal fiemmese Thomas Trettel e dalla fassana Nadia Scola. Causa le elevate temperature delle scorse settimane gli organizzatori hanno previsto la partenza a piedi dal centro di San Martino di Castrozza e già nel primo tratto Giacomelli è riuscito ad allungare sugli avversari. Sci ai piedi sulla pista Colverde e subito dopo il tratto più impegnativo di tutta la gara, ovvero la parte attrezzata da fare con i ramponi ai piedi in un tecnico canalino che ha portato i concorrenti a sbucare sull´altopiano delle Pale di San Martino. Proprio in questo passaggio Giacomelli ha praticamente inferto l´attacco decisivo agli avversari, transitando nei pressi della Funivia Rosetta (2622 metri) con oltre un minuto di vantaggio sul sorprendente Thomas Trettel in forma straordinaria, quindi a una ventina di secondi Alessandor Follador e subito dietro Matteo Pedergnana, Friedl Mair e più staccato Daniele Pedrini. In testa alla gara non è cambiato nulla, con Giacomelli a gestire il vantaggio, grazie a sensibili allunghi nei tratti in discesa e con un passo tranquillo nei falsipiani che hanno portato i concorrenti sino al Passo Pradidali Alto (2716 metri). Nell´impegnativa e tecnica discesa che si gettava a capofitto verso i 2254 metri del rifugio Pradidali Giacomelli va come un missile, mentre Trettel ha qualche difficoltà anche per un problema tecnico e così viene superato dal falcadino Alessandro Follador e viene affiancato da Daniele Pedrini che nel tratto con pendenza alternata aveva ritrovato il ritmo dopo qualche sofferenza nella fase iniziale. Giacomelli si arrampica come un camoscio nell´utima salita impegnativa fino ai 2654 metri di Passo Pradidali Basso e si invola verso l´ennesima straordinaria affermazione di questa stagione. Follador a sua volta proprio in salita consolida la sua seconda piazza, chiudendo al traguardo di Funivia Rosetta con un ritardo di 36 secondi, quindi sul terzo gradino del podio si piazza Pedrini che riesce a resistere negli ultimi 2 km dal ritorno di Thomas Trettel, ottimo quarto e campione trentino, staccati fra di loro di soli 5 secondi. A seguire Friedl Mair a quasi 3 minuti da Giacomelli, quindi Matteo Pedergnana e Alex Salvadori. La gara femminile ha invece avuto l´identico copione delle altre quattro gare alle quali hanno partecipato, ovvero con le valtellinesi Roberta Pedranzini e Francesca Martinelli a fare praticamente gara a coppia, quasi un allenamento in vista del Mezzalama previsto fra 15 giorni. Transitano assieme alla Funivia Rosetta, in ventiquattresima posizione assoluta, e proseguono la loro marcia trionfale sino al traguardo, dove per una punta di sci si impone Roberta Pedranzini con la prestazione di 2h12´55” (ventitresima posizione assoluta). Con lo stesso tempo Francesca Martinelli che così condivide la classifica finale di Coppa delle Dolomiti, indossando entrambe il pettorale rosso Haglofs e dividendosi così il montepremi finale. Il terzo gradino del podio è della fassana Nadia Scola, giunta in 2h26´52” e campionessa trentina. In occasione del Palaronda Ski Alp ha funzionato l´esperimento di apertura e gratuità delle funivie Colverde Rosetta, che hanno portato in quota circa 500 persone che hanno assistito alla gara. Classifica Maschile: 1. Guido Giacomelli (Sc Alta Valtellina) 1h52´19”; 2. Alessandro Follador (Dolomiti Ski Alp) 1h53´43”; 3. Daniele Pedrini (Sc Alta Valtellina) 1h55´01; 4. Thomas Trettel (Bogn da Nia) 1h55´06; 5. Friedl Mair (Mountain Ski Taufers) 1h55´13”; 6. Matteo Pedergnana (Alta Valtellina) 1h55´26”; 7. Alex Salvadori (Alpin Go Val Rendena) 1h59´38”; 8. Roberto De Simone (Asv Gossensass) 2h00´49”; 9. Thomas Martini (Brenta Team) 2h01´18”; 10. Ivo Zulian (Bogn da Nia Val di Fassa) 2h01”45. Classifica Femminile: 1. Roberta Pedranzini (Alta Valtellina) 2h12´55”; 2. Francesca Martinelli (Alta Valtellina) 2h12´55”; 3. Nadia Scola (Ski Team Fassa) 2h26´52”; 4. Andrea Innerhofer (Mountain Ski Taufers) 2h30´25”; 5. Cecilia Defilippo (Dolomiti Ski Alp) 2h45´52”; 6. Ketty Margoni (Dolomitica) 2h47´53”; 7. Sabrina Zanon (Asd Cauriol) 2h50´21; 8. Paola Dellavedova (Corrado Gex) 2h54´45”; 9. Francesca Rossi (Ponte nelle Alpi) 2h57´49”; 10. Stefania Zanon (Dolomiti Ski Alp) 3h20´40”. Coppa Delle Dolomiti Maschile: 1. Guido Giacomelli punti 400; 2. Daniele Pedrini 270; 3. Matteo Pedergnana 236. Coppa Delle Dolomiti Femminile: 1. Roberta Pedranzini punti 360; 1. Francesca Martinelli 360; 3. Andrea Innerhofer 196. Campionato Trentino Senior Maschile: 1. Thomas Trettel; 2. Alex Salvadori; 3. Thomas Martini. Campionato Trentino Senior Femminile: 1. Nadia Scola; 2. Ketty Margoni; 3. Sabrina Zanon. Le Interviste Guido Giacomelli: “Proprio una bella gara e sono particolarmente felice per la duplice vittoria. Oggi a dire il vero non era il mio terreno, anche se nei tratti di corsa a piedi riesco sempre ad esprimermi al meglio e così ho subito fatto la differenza. In pista mi hanno recuperato, ma nel tratto tecnico con i ramponi, fra l´altro molto bello, ho staccato nuovamente tutti guadagnando poi ancora nella discesa al rifugio Pradidali e nella successiva salita”. Roberta Pedranzini: “Abbiamo gareggiato come se fosse una gara a coppie ed abbiamo apprezzato molto il panorama delle vette delle Pale di San Martino che abbiamo ammirato per la prima volta. Sul traguardo poi eravamo d´accordo che per uno sci Francesca mi avrebbe lasciato vincere, dividendo così il montepremi”. Thomas Trettel: “Sono proprio felice della mia prestazione condotta per metà gara in seconda piazza, anche se nel finale ho pagato un po´ lo sforzo”. Nadia Scola: “Le vincitrici erano già anticipate, non mi è restato che interpretare la gara con il mio ritmo, godendomi le suggestioni del paesaggio e facendo mio il titolo trentino”. Mariano Lott (presidente Comitato Organizzatore): “Una gara strepitosa. Non potevamo chiedere di più, anche perché il tempo finalmente si è schierato dalla nostra parte. Non nascondo che abbiamo passato qualche notte insonne, ma alla fine è andato tutto bene, con una neve meravigliosa in quota e un percoso in tutta sicurezza. A fine gara abbiamo ricevuto solo complimenti da parte degli atleti e questo è il riscontro più importante”.  
   
   
CONVEGNO "GIOCO PULITO-BATTI IL DOPING"  
 
Bari, 18 aprile 2011 - Si intitola "Gioca Pulito. Batti il doping" il convegno che si terrà Lunedì 18 Aprile, alle ore 9.00 - presso il Cinema Paolillo (sala Manfredi) di Barletta, organizzato dalla Regione Puglia - Assessorato allo Sport, con il contributo operativo del Circolo Arci "Carlo Cafiero". Il convegno si inserisce nel quadro del percorso istituzionale che l’Assessorato Regionale allo Sport ha già da tempo avviato sui temi della salute, della prevenzione e dell’etica nello sport. Infatti, il fenomeno del doping e dell’uso di sostanze anabolizzanti non intercetta più solamente l’ambiente sportivo, fatto di atleti professionisti e non, ma si è molto diffuso fra la popolazione che non pratica sport ma che è attenta alla “cultura fisica”, che non si associa ad alcuna federazione o ente di promozione sportiva, ma che frequenta palestre e circoli privati, lontano da controlli e verifiche sanitarie. Un tema molto sentito, dunque, dove l´emergenza e le problematiche relative all´uso delle sostante dopanti necessitano di informazioni e di strumenti che consentano di decifrarne i rischi connessi. “Per discutere dei rischi e per inquadrare le potenzialità di intervento - dice l’assessore Regionale allo Sport, Maria Campese, che parteciperà all’iniziativa insieme alla dirigente Usr Anna Cammalleri - abbiamo voluto portare, fra gli altri, il qualificato contributo di atleti olimpionici come Pietro Mennea e Rachid Berradi che da anni si spendono in favore dei giovani e della loro formazione, contro il doping e per l’educazione al rispetto delle regole. Valori importanti e positivi, infatti, che devono essere condivisi e diffusi soprattutto con e tra i giovani, sicuramente i più esposti a suggestioni e promesse di performance eccellenti, a fronte molto spesso di esercitazioni stressanti e forzose, poco rispettose dell’individuo e delle sue potenzialità, per i quali la scuola e le organizzazioni sportive divengono le risorse informative più importanti”.