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Notiziario Marketpress di Mercoledì 27 Giugno 2012
UE: LA SOCIETÀ CIVILE STA APRENDO LA STRADA AL DIALOGO ENERGETICO A BASSE EMISSIONI  
 
Bruxelles, 27 Giugno 2012 - Un futuro a bassa energia di carbonio sta diventando una realtà attraverso migliaia di iniziative in tutta l´Ue, ma un vantaggio più forte da parte degli Stati membri e la Commissione europea sul coinvolgimento del pubblico è necessario per raggiungere gli obiettivi del cambiamento climatico. Questo è stato il chiaro messaggio che è venuto fuori dalla conferenza, "il futuro dell´energia e della società civile nella Ue - costruendo un´alleanza basse emissioni di carbonio ", che ha avuto luogo il 20 giugno. Una serie di iniziative di programmi locali di base di generazione di energia e di efficienza ai principali programmi nazionali sono stati presentati come parte della Settimana europea dell´energia sostenibile. Anna-maria Darmanin, vicepresidente del Cese , ha detto nel suo discorso di apertura che "dibattiti pubblici di energia e coinvolgenti cittadini sono importanti per gli europei per ovvi motivi democratici". Stéphane Buffetaut, presidente della sezione del Cese in carica di energia, ha aggiunto che " tali dibattiti pubblici, deve avvenire a tutti i livelli: comunitario, nazionale, regionale e locale, per garantire la coerenza delle decisioni prese dagli Stati membri dell´Ue nel suo insieme ". Nel riassumere la giornata, la conferenza moderatore Richard Adams (membro del Cese, gruppo Attività diverse, Uk) ha sottolineato il forte messaggio da uno dei relatori, Jean-pierre Coulon (membro del Cese, Lavoratori, Fr) : "T ue cose sono chiare. Dobbiamo imparare gli uni dagli altri e abbiamo bisogno di muoversi insieme verso un approccio comune nel settore dell´energia in Europa. È per questo che noi della commissione ritengono i progressi verso una Comunità europea dell´energia atomica (Cee) è così importante. " La conferenza sentito da 12 relatori tra cui Soren Hermansen, il cui Samso Energy Academy aveva appena vinto il premio 2012 Managenergy per il suo eccellente lavoro svolto in materia di energia sostenibile a livello locale e regionale. Hermansen ha detto: "Samso è diventata il centro di un ampio dialogo con la comunità - tutti sono coinvolti e business ha capito che l´impegno dei cittadini è molto bancabili". Un altro messaggio chiave delle presentazioni era che la speranza offerta per un futuro energetico sostenibile è essenziale. Proprietà dei programmi da parte dei partecipanti è di vitale importanza e l´intero processo dovrebbe essere divertente, per quanto possibile. Ma non si tratta solo di ideali - benefici finanziari e incentivi hanno anche un ruolo da svolgere. Le imprese devono ripensare i loro modelli di business come gli individui hanno dovuto cambiare la loro mentalità. Nelle città, il Patto dei Sindaci programma coinvolge potenzialmente fino a 163 milioni di persone, ma le autorità locali ei governi dovrebbero ricordare che l´energia questioni devono coinvolgere le persone, non solo i decisori. La Commissione europea sostiene già una gamma molto ampia di iniziative tecniche e programmi di cooperazione politica, ma ora sono necessarie risorse per stimolare l´impegno pubblico - un messaggio implicito nella tabella di marcia Energy 2050 e quello che necessita un supporto tangibile. Adams ha commentato: " Abbiamo bisogno di energia basso tenore di carbonio, e ogni governo avrà bisogno del sostegno pubblico per attuare i cambiamenti radicali che questo comporta. Vi sono gravi interrogativi che circondano tutte le forme di produzione energetico a basse emissioni, ma non abbiamo scelta - dobbiamo affrontare e superare questi problemi. Quello che abbiamo imparato oggi è che questo ´può fare´ atteggiamento è evidente in tutta Europa e può essere fonte di ispirazione per i decisori politici. "  
   
   
APER: AUDIZIONE PRESSO L’ VIII COMMISSIONE AMBIENTE DELLA CAMERA  
 
Roma, 27 giugno 2012 - Esame del Ddl di conversione del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012. Proposte Aper per interventi a sostegno degli impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile colpiti dal recente terremoto dell´ Emilia Romagna Onorevole Presidente, Onorevoli, Deputati, desidero ringraziare vivamente la Commissione ottava della Camera per aver voluto ascoltare Aper nell´ambito del ciclo di audizioni in merito al disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 giugno 2012, n. 74, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici che hanno interessato il territorio delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo, il 20 e il 29 maggio 2012. Aper - Associazione Produttori Energia da Fonti Rinnovabili - è l’associazione italiana maggiormente rappresentativa, in termini di anzianità (fondata nel 1987), di numero di aziende associate (oltre 400) e potenza installata (oltre 9.000 Mw), degli interessi delle imprese operanti nel settore della produzione di energia elettrica a mezzo di fonti rinnovabili. Da oltre 20 anni è impegnata in un’attività che si traduce da una parte nell’assistenza e nel supporto tecnico e normativo necessario alla realizzazione e gestione degli impianti e alla commercializzazione dell’energia elettrica prodotta, e dall’altra in azioni di promozione mirate a favorire la formazione e la diffusione di una cultura della sostenibilità ambientale e delle fonti rinnovabili. In virtù di questo ruolo, l’Associazione desidera sottoporre alla Vostra cortese attenzione la situazione critica in cui oggi versano i produttori di energia da fonti rinnovabili nei territori colpiti dal recente sisma dell’Emilia Romagna. Sul territorio interessato dagli eventi, infatti, insistono numerose installazioni per la produzione di energia rinnovabile attualmente costrette al fermo impianto a causa dei danni subiti alle apparecchiature. E anche laddove non si siano verificati danni diretti agli impianti, sussiste di fatto una situazione di crisi che 2/3 coinvolge le strutture connesse, il personale e la filiera di approvvigionamento della risorsa, che comporta l’inoperatività di questi impianti. In condizioni altrettanto critiche versano gli impianti in corso di costruzione e prossimi all’entrata in esercizio. Si tratta in questo caso di impianti, spesso di piccola taglia, per i quali l’imprenditore ha già sostenuto ingenti investimenti, sia ai fini autorizzativi che realizzativi, in previsione dell’entrata in esercizio entro il 31 dicembre 2012, termine ultimo stabilito dal D. Lgs. N. 28/2011 per il mantenimento del vigente regime incentivante. Oltre ai ritardi alla costruzione, poi, vi sono quelli ulteriori che interessano le iniziative in corso di autorizzazione, considerato che, proprio a causa dell’attuale stato di emergenza, il normale svolgimento delle procedure amministrative da parte delle istituzioni preposte (autorizzazioni, connessione, apertura officina elettrica, agibilità ecc…) è compromesso, rendendo impossibile stabilire con certezza la definitiva data di entrata in esercizio di queste centrali. Pur confermando la volontà e l’impegno degli imprenditori coinvolti nel ripristinare il corretto funzionamento degli impianti esistenti e finalizzare quanto prima la costruzione e l’entrata in esercizio di quelli in corso di realizzazione, Aper sottolinea la necessità di intervenire a tutela di questi soggetti. A tal fine Aper sottopone alla Vostra attenzione alcune proposte concrete di intervento, nel seguito illustrate. 3/3 Agli impianti già in esercizio nei comuni per i quali sia stato dichiarato dalle competenti Autorità lo stato di calamità naturale a seguito del sisma e costretti all’effettivo fermo per i danni subiti, venga corrisposto un indennizzo per la mancata produzione pari al valore dell’energia elettrica non ceduta e al corrispondente incentivo non percepito. Per gli stessi impianti, si chiede sia previsto un contributo per la ricostruzione o sostituzione delle parti danneggiate. Agli impianti che alla data di dichiarazione dello stato di calamità naturale avessero richiesto il rilascio del titolo abilitativo alla costruzione ed esercizio, si conceda una proroga della data di entrata in esercizio, decorrente dal 1° gennaio 2013 e pari al periodo di sospensione dei relativi procedimenti abilitativi certificata dalla Amministrazione territoriale competente, ai fini del mantenimento del diritto di accesso al regime incentivante oggi vigente. Per gli impianti in corso di realizzazione nei medesimi comuni che, alla data di dichiarazione di stato di calamità naturale, avessero ottenuto il titolo autorizzativo, si preveda una proroga del termine di entrata in esercizio stabilito dal D. Lgs. N. 28/2011 sino al 30 giugno 2013, per il mantenimento del diritto di accesso al regime incentivante oggi vigente. Per i medesimi impianti inoltre, si preveda un indennizzo commisurato al valore dell’energia non prodotta a seguito della mancata entrata in esercizio, non imputabile al produttore, stimato su un periodo da valutare caso per caso. La valutazione degli impianti ammessi agli interventi proposti, dei danni subiti, nonché delle modalità di corresponsione, dell’entità e della durata dell’ indennizzo, potrebbe essere affidata ad una commissione speciale, incaricata delle istruttorie sulle singole richieste e costituita dal Ministero dello Sviluppo Economico. La Commissione potrebbe essere composta da un rappresentante del Gestore dei Servizi Energetici, dal Commissario Straordinario per la ricostruzione, da un rappresentante della Regione Emilia Romagna, da un rappresentante della Provincia territorialmente competente e da un rappresentante dei Comuni territorialmente competenti.  
   
   
IL PRESIDENTE DEL SENATO INAUGURA IMPIANTO FOTOVOLTAICO A SAN PATRIGNANO SAN  
 
Patrignano, 27 giugno 2012 - Gira fra i ragazzi e, alla fine, si siede a tavola accanto a loro, lasciando interdetti il cerimoniale e gli uomini della sicurezza che avevano programmato un percorso diverso. Il presidente del Senato, Renato Schifani, è arrivato ieri sulla collina di San Patrignano per inaugurare l’impianto fotovoltaico e l’illuminazione ad alto risparmio energetico nella grande sala da pranzo e nel viale che circonda la Comunità. «Sono qui tra di voi per questo evento importantissimo, che contiene anche delle positività come la solidarietà non soltanto fra privati ma anche dalle istituzioni – ha esordito il presidente in un breve discorso, affiancato dal presidente del Gse (gestore servizi energetici), Emilio Cremona e dal direttore di infrastrutture e reti Enel, Livio Gallo. «E’ un momento che dà il senso di un Paese sano, che ha problemi delicati ma anche valori e positività», ha proseguito Schifani. Riferendosi a San Patrignano, che aveva già visitato un anno fa «rimanendo profondamente colpito», ha parlato di «una realtà che cresce: voi stessi vi sostenete e aiutate con le vostre attività e questa è la bellezza di questa comunità, che vi aiuterà anche per il vostro futuro lavorativo». Nel corso della mattinata, si è svolta anche una breve conferenza stampa, che ha visto la partecipazione dei vertici del Gse e dell’Enel, insieme a Enrico Bonali, responsabile del progetto per San Patrignano, e a Marco, uno dei trenta ragazzi che stanno svolgendo il corso di formazione sulle energie rinnovabili organizzato nell’ambito del progetto. «Ci eravamo accorti che le Onlus non approfittavano degli incentivi derivanti da questa tecnologia», ha spiegato il presidente del Gse Cremona - per questo abbiamo spinto per questa iniziativa e grazie ad alcune imprese siamo riusciti a trasformarla in realtà. Abbiamo dimostrato che gli incentivi possono essere un buon sostegno per una realtà come San Patrignano e allo stesso tempo il nostro progetto un buon modo per fare formazione e produrre professionalità». Secondo Livio Gallo (Enel), «San Patrignano è un villaggio moderno, efficiente, che opera nel rispetto dell’ambiente. Attraverso i nostri interventi – ha continuato - ci sarà un 68 per cento di riduzione dei consumi energetici per l’illuminazione della sala da pranzo, il 37 per cento di riduzione dei consumi energetici sui lampioni sostituiti, una mobilità sostenibile per la riduzione delle emissioni di Co2, impianti fotovoltaici che producono una potenza di 50Kw. Siamo davvero contenti di avere affiancato la nostra energia a quella che i ragazzi di San Patrignano mettono ogni giorno nel loro percorso di recupero». L’inaugurazione dei primi interventi di risparmio ed efficienza energetica realizzati con il sostegno del Gse e del gruppo Enel hanno coinciso con la celebrazione della Giornata mondiale contro la droga, “Liberi da tutte le droghe, Liberi da tutte le mafie”, realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Presidente della Camera e del Presidente del Senato e con la condivisione del Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso. Alla ricorrenza si è riferito, nel suo intervento, conclusivo il coordinatore del Comitato sociale della Comunità Antonio Tinelli, che ha ricordato come il “business legato agli stupefacenti ammonti, secondo dati Onu, a 322 bilioni di dollari. In confronto ad esso i 275 miliardi di indebitamento accumulati dalla Grecia sono solo lo 0,10 per cento».  
   
   
BOLZANO: DUE NOVITÀ SULLE CENTRALI IDROELETTRICHE  
 
 Bolzano, 27 giugno 2012 - Piano paesaggistico di Racines modificato per tutelare i corsi d´acqua da nuove centrali idroelettriche, avvio della revoca della concessione alla "Stein an Stein" per l´impianto di Mezzaselva: sono le due decisioni assunte il 25 giugno dalla Giunta provinciale in materia di energia elettrica. Oltre il 90% dei residenti di Racines e frazioni, in alta val d´Isarco, si è espresso a inizio giugno a favore della realizzazione di una centrale idroelettrica a Mareta. Ma l´impianto resterà l´unico di tali dimensioni (produzione superiore ai 30 milioni kw): per tutelare la zona incontaminata dell’Achenrain, la Giunta provinciale ha accolto oggi la proposta del Comune di Racines di modificare il piano paesaggistico e mettere sotto tutela tutti i corsi d´acqua in territorio comunale. Sarà possibile realizzare impianti fino a una produzione di 3 milioni kw, se ritenuti necessari, ma non di più. "Vengono quindi automaticamente respinte le domande, una ventina, già presentate per la costruzione di impianti idroelettrici nel comune di Racines", ha chiarito il presidente Luis Durnwalder al termine della seduta di Giunta. Sempre in tema di energia elettrica, la Giunta provinciale ha avviato la procedura per la revoca della concessione a scopo idroelettrico alla società "Stein an Stein srl", titolare di una centrale di Mezzaselva. Il presidente Durnwalder ha ricordato l´obbligo - per i soggetti partecipati da società fiduciarie o essi stessi società fiduciarie, che abbiano ottenuto una concessione dalla Provincia - di rendere nota l´identità dei fiducianti, pena la revoca della concessione. "Non sono giunte dichiarazioni in tal senso, ma la magistratura inquirente - ha spiegato Durnwalder - sostiene che la Stein an Stein abbia natura di società fiduciaria." Non avendo rispettato i termini e l´obbligo di legge di dichiarare l´identità dei propri fiducianti, la Srl viene quindi sottoposta dalla Giunta provinciale alla revoca della concessione idroelettrica di cui è titolare. I soci, nel caso in cui ravvisino una violazione di legge nei loro confronti, potranno presentare ricorso contro la decisione della Giunta.  
   
   
FIGLINE VALDARNO: PANNELLI SOLARI ALLA SCUOLA PRIMARIA CAVICCHI IL PROGETTO SARÀ REALIZZATO ENTRO L’ESTATE E PREVEDE UN NOTEVOLE RISPARMIO ECONOMICO E AMBIENTALE FIGLINE  
 
Valdarno, 27 giugno 2012 - Sono 84 i pannelli solari che entro l’inizio del prossimo anno scolastico saranno installati sul tetto della scuola primaria Cavicchi. Il Comune di Figline ha infatti espletato tutte le procedure di aggiudicazione della gara, vinta dalla Engineering Costruzioni Gruppo Empoli Luce srl per un importo complessivo di 63.795,24 euro (ribasso d’asta del 26,865%). L’intervento prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 19,74 kW di picco, costituito da pannelli di silicio multicristallino installati sulle falde del tetto: per completare l’opera serviranno 15 giorni per la posa dei pannelli ed altri 15 per collegare gli impianti. Grazie a questo progetto si prevede un ricavo di 13.312 euro l’anno tra il risparmio sull’energia elettrica consumata (4.420 euro) ed un utile di 8.892 euro. Dal punto di vista ambientale le ricadute non sono meno importanti, perché in un anno la previsione è di generare 26.000 kW di energia elettrica dall’energia solare, di produrre 10.400 kg di Co2 in meno e di risparmiare 4,86 tonnellate equivalenti di petrolio. “Risparmio economico e rispetto ambientale sono due punti fermi di questa Amministrazione – commentano il sindaco Riccardo Nocentini e l’assessore alla Scuola, Daniele Raspini – e l’intervento sulla scuola primaria di Cavicchi va proprio in questa direzione. Tanto più che proprio questo istituto nelle scorse settimane si è reso protagonista di un’altra iniziativa dello stesso tenore, il ‘Plesso risparmioso’, ovvero tutta una serie di accorgimenti studiati dai bambini e dai loro insegnanti per ridurre al minimo l’impatto economico e ambientale. L’obiettivo adesso è di estendere questi progetti a tutte le nostre scuole e agli altri edifici comunali”.  
   
   
SFRATTI; CRESCONO QUELLI PER MOROSITÀ ANCHE IN UMBRIA: APPROVARE AL PIÙ PRESTO MODIFICHE A L.R. 23  
 
Perugia, 27 giugno 2012 - "E´ importante che il Consiglio regionale acceleri l´analisi sulle modifiche operate dalla Giunta regionale alla L.r. 23 sull´edilizia residenziale pubblica così da arrivare ad una rapida approvazione. In particolare per quanto riguarda la modifica che prevede l´istituzione di un Fondo regionale per gli sfratti incolpevoli, cioè per tutti coloro che subiscono uno sfratto a causa della perdita improvvisa e non dipendente dalla loro volontà del reddito da lavoro": lo ha detto l´assessore alle politiche abitative, Stefano Vinti, commentando i dati sugli sfratti 2011 del Ministero dell´interno, anticipati sul sito dell´Unione inquilini. "Il 2011 - ha proseguito Vinti - è stato l´anno nero per gli sfratti per morosità in Italia, e l´Umbria non fa eccezione. Lo scorso anno infatti gli sfratti sono aumentati del 12,4% rispetto al 2010, si è passati da 1028 a 1173 provvedimenti di sfratto con una crescita del 16,1% di quelli per morosità". Per Vinti "i dati ufficiali, seppur parziali, confermano quello che da anni è patrimonio comune, la crisi economica e le risposte sbagliate del Governo Monti producono effetti devastanti sulla tenuta dei diritti essenziali. La messa in discussione, anche in Umbria, del diritto alla casa è il frutto di venti anni di politiche abitative nazionali affidate alla speculazione e fondate sulla svendita del patrimonio pubblico". Secondo l´assessore "sul settore abitativo perdura una inquietante continuità tra la politica del Governo Berlusconi e quella del Governo Monti, con l´obiettivo nascosto di dismettere ogni garanzia sociale e della funzione pubblica finalizzata a rendere esigibile il diritto alla casa ed affidarlo al mercato. L´azzeramento delle risorse pubbliche per le politiche di edilizia popolare, abbinate alla crisi che produce disoccupazione, cassa integrazione e precarietà, determinano l´aumento vertiginoso degli sfratti per morosità. Per questo è importante - ha concluso Vinti - che si arrivi presto all´approvazione delle modifiche alla legge regionale 23".  
   
   
BULGARIA, PREZZI ABITAZIONI IN CALO A SOFIA  
 
Sofia, 27 giugno 2012 - Da uno studio dell´agenzia Arco Real Estate, risulta che i prezzi di mercato delle abitazioni a Sofia, a marzo 2012, hanno subito su base annua un´ulteriore riduzione del 5 per cento. I valori arrivano così ad un importo medio di 691 Bgn/mq (poco meno di 350 euro/mq). Prezzi più alti si registrano nelle zone centrali (1.054 Bgn/mq.) e più bassi nei quartieri nord-occidentali della capitale (562 Bgn/mq.).  
   
   
MILANO: UNA NUOVA IMPRESA COME VIA DI OCCUPAZIONE, 27MILA LE START UP  
 
 Milano, 27 giugno 2012 - Professione imprenditore: le start-up milanesi sono più di 27 mila di queste più di un terzo è costituito da giovani di meno di 35 anni (circa 10 mila). Un contributo anche per l’occupazione creata (sono 31 mila le persone che lavorano in start-up milanesi di cui 11 mila per gli “under 35”) e che si trasmette anche alla capacità innovativa e quindi alla competitività del territorio. Il 38% delle start-up degli “under 35” è attivo in uno dei settori più avanzati della nostra economia, quello dei servizi, seguito dal commercio con il 31%, dalle costruzioni con il 23% e dal manifatturiero con il 5%. Circa il 30% di queste imprese è creato da giovani che non sono di Milano, ma che pur essendo lombardi si trasferiscono qui per avviare la loro impresa e nel 20% dei casi provengono da altre regioni. Il 27% sono donne. All’autoimprenditorialità si accompagnano le “partite Iva”: a Milano al primo semestre 2011 risultano attive più di 22 mila partite Iva e il 50% dei titolari ha meno di 35 anni. Ma qual è la loro speranza di vita? In provincia di Milano, circa un’impresa su due supera i primi dieci anni: il 46% delle imprese iscritte nel 2000 sono ancora attive nel 2010. Un dato che si riduce se si considerano le forme giuridiche meno strutturate: il 37% delle ditte individuali arriva al decimo anno di vita. Emerge dai dati per l’anno 2011 elaborati dall’ufficio studi della Camera di Commercio di Milano e si tratta di imprese attive nate in provincia di Milano negli ultimi tre anni. Autoimprenditorialità: confronto internazionale. In Italia ci sono il 3,53% di nuovi imprenditori e il 5,2% di individui intenzionati a creare nuove imprese nei prossimi tre anni. Meno di Cina o Stati Uniti e anche di Francia, Germania e Spagna. Più elevata a livello internazionale l’abilità imprenditoriale percepita, più alta che in Cina: il 41% di italiani si sentirebbe in grado di mettersi in proprio (fonte: “Impresa & Stato” della Camera di commercio). Convegno oggi in Camera di commercio. Se ne è parlato oggi alla Camera di Commercio di Milano in occasione del convegno “Milano Capitale delle Start-up? 40 proposte per sostenere il Decreto sviluppo”. “Milano – ha dichiarato Bruno Ermolli, membro di giunta della Camera di Commercio di Milano - viene scelta come sede da molti giovani e questa attrattività che la città esercita, oltre a essere un riconoscimento, rappresenta anche una responsabilità verso il resto del Paese. Fare impresa oggi significa anche rispondere a un’esigenza occupazionale. Spesso, cioè, è una scelta obbligata per trovare una via d’uscita alla disoccupazione. Questa generazione risponde a un passaggio difficile dell’economia, rischiando in proprio e contribuendo, oltre che alla propria crescita professionale, anche a quella del territorio milanese. L’impegno della Camera di Commercio di Milano insieme alle istituzioni del territorio si concretizza in una pluralità di iniziative focalizzate sulla formazione, sul credito agevolato, sull’innovazione e sull’occupazione”.  
   
   
ITACA PRESENTA FAB! PROGETTI DI SVILUPPO E INNOVAZIONE PER USCIRE DALLA CRISI PRESENTATO A PORDENONE “FABER ACADEMY BOX”, L’INCUBATORE D’IMPRESA RIVOLTO A DISOCCUPATI, PRECARI E PERSONE IN FORTE INSTABILITÀ LAVORATIVA UOMO, AMBIENTE E COMUNITÀ I FILONI SU CUI DOVRANNO PUNTARE LE IDEE IMPRENDITORIALI  
 
Pordenone, 27 giugno 2012 - Uscire dalla crisi attraverso la crisi, scommettendo su menti brillanti con idee innovative, puntando su progetti di sviluppo. Itaca lancia l’incubatore d’impresa e di sviluppo sociale Fab, grazie al quale si potranno sprigionare idee imprenditoriali a 360 gradi su uomo, ambiente e comunità. Completamente finanziato da Itaca, Fab – acronimo di Faber Academy Box - selezionerà progetti innovativi che per la loro realizzazione e trasformazione in impresa verranno affiancati nella fase di sviluppo da uno staff professionisti. Per celebrare in tempo di crisi i 20 anni di fondazione - venerdì 29 giugno alle 17.30 presso l’ex convento di San Francesco a Pordenone la presentazione ufficiale di Fab -, la Cooperativa sociale friulana ha scelto un modo singolare, tendendo una mano alle persone disoccupate, in forte instabilità lavorativa, precarie, ma anche a uomini e donne non più giovanissimi pronti ad investire le proprie professionalità in progetti di sviluppo sociale e ambientale. Presentato ieri mattina a Pordenone, nella sede di vicolo Selvatico della Cooperativa Itaca, Fab – Faber Academy Box. Si tratta di un incubatore d’impresa unico nel suo genere, assolutamente innovativo e diverso dagli altri esempi simili nati in questi anni. “Sviluppo sociale e valorizzazione del territorio è ciò che vogliamo perseguire attraverso Fab, incubatore rivolto esclusivamente a persone disoccupate o in forte instabilità lavorativa”. Lo ha sottolineato il presidente di Itaca, Leo Tomarchio, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto, fortemente voluto dal Consiglio di amministrazione della Coop sociale friulana. Fab è un’idea di Itaca nata in occasione del Ventennale di fondazione (29 giugno 1992 – 29 giugno 2012). “Vogliamo restituire alla nostra comunità di appartenenza un contenitore capace di creare progetti di sviluppo e di occupazione – ha affermato Tomarchio -. Ecco perché il senso primo di Fab è intervenire operativamente sul tema urgente del lavoro e dello sviluppo”. La sfida successiva è fare della crisi una opportunità, “scommettendo sul sapere e sulle potenzialità di persone che nessuno sa più dove “collocare” e impiegare, ma anche sulle idee di giovani professionisti – ha proseguito il presidente - che necessitano di una rete forte di relazioni e di collaborazioni per veder realizzata la propria intuizione e i propri talenti”. Per una Cooperativa sociale come Itaca, che nel 2011 ha sfondato i 34 milioni di euro di fatturato segnando un + 7,8%,, incrementando il numero degli occupati (oltre 1300, l’83% dei quali donne) e dei soci lavoratori (oltre 1000), lanciare un progetto come Fab significa anche altro. “Noi vogliamo proporre un nuovo modello di mondo e di comunità sociale – ha sottolineato il presidente Tomarchio -, coerente con la mutevolezza del contesto economico”. In poche parole “inclusivo e aperto a chiunque, basato sull´idea di valorizzare le caratteristiche che rendono unico ogni essere umano e mirato ad un effettivo progresso sociale”. Cosa sia in concreto Fab lo ha ben spiegato Massimo Tuzzato, responsabile area Ricerca e Sviluppo della Cooperativa Itaca. “Fab si propone come incubatore di innovazione sociale, una officina stabile di innovazione che si mette al servizio non solo dell´intero sistema della Cooperazione (A di servizi alla persona, B di produzione lavoro, ndr) ma anche della comunità nel suo insieme”. In Fab “vogliamo integrare saperi, progettualità, reti di sistema che si allargheranno sul territorio, fino a includere non solo l’universo del sociale, ma anche quello produttivo e industriale, artigianale e dei servizi”. Fab ha già una sede fisica dotata di tutto quello che potrà servire a chi verrà selezionato per portare avanti il proprio progetto, quella storica di Itaca in via San Francesco 1/C a Pordenone. “L’incubatore di Itaca sarà un luogo in cui le persone diventeranno protagoniste con le proprie storie e idee. Abbiamo rovesciato l’approccio top down della progettazione – prosegue Tuzzato - creando un luogo con un appeal in grado di attrarre diverse tipologie di persone. Uno spazio in continuo divenire, con un alto grado di flessibilità e elasticità, capace di accogliere il continuo mutamento e il succedersi di necessità e idee alle quali lo spazio Fab dovrà nel tempo rispondere”. Ciò significa ambienti di lavoro appositamente creati “per incentivare reazioni inaspettate e di sorpresa. Lo spazio diventa un luogo di contrasti e confronti dove si fondono aree di lavoro, collaborazione, di relax e ispirazione. Fab è stato sviluppato pensando all’intero ciclo di vita dei materiali privilegiando quelli prodotti localmente, quelli artigianali e quelli di riuso”. Con Fab si potranno sviluppare idee imprenditoriali suddivise in tre temi principali: uomo, ambiente, comunità. A chi si rivolge lo ha spiegato Paola Ricchiuti, responsabile Progettazione di Itaca: “L’incubatore Faber Academy Box si rivolge a persone e/o gruppi di persone che abbiano un’idea imprenditoriale ad ampio impatto sociale. Fab è aperto a tutte le professionalità, comprese quelle non istituzionalmente legate al settore sociale e si propone come luogo di elaborazione di progetti e sviluppo”. L’idea è quella di scommettere su persone che abbiano un’idea brillante da portare avanti, interessate a sviluppare il potenziale sociale e relazionale del proprio progetto fino a credere di poter cambiare il mondo anche promuovendo nuova cultura d’impresa. Visto il perdurante momento di crisi economica, lavorativa e sociale “Itaca ha inteso dare un segnale forte rivolgendo Fab a persone disoccupate e/o in condizione di forte instabilità lavorativa ha sottolineato Ricchiuti -. Ecco perché Fab accoglierà ed accompagnerà persone non impiegate nel mondo del lavoro e/o fortemente precarie, neolaureati ma anche uomini e donne non più giovanissimi che vogliano investire la propria professionalità ed il proprio tempo in progetti di sviluppo sociale ed ambientale a 360°”. Altro valore aggiunto sarà quello di “The Village Academy” attraverso cui i partecipanti avranno l’opportunità di crescere assieme al loro progetto. Una fase di formazione intensiva e supporto per mettere a punto strategia comunicativa del progetto, chiarire variabili sociali-organizzative e acquisire strumenti tecnici e relazionali per aumentare efficacia e competenza. Il modello di riferimento che verrà adottato è quello di The Village, il social game per lo sviluppo delle competenze sociali messo a punto da Dof Consulting e Coop Itaca. La presentazione di Fab è prevista, in concomitanza con l’anniversario dei 20 anni di fondazione di Itaca, venerdì 29 giugno a Pordenone nella storica ex sede della Cooperativa in via San Francesco 1/c, ora nuova sede di Fab!, nonché negli spazi del Chiostro nell’ex Convento di San Francesco in piazza della Motta a partire dalle 17.30. Fab! è un progetto che gode della collaborazione di Dof Consulting e del supporto di diversi partner, fra cui l’Università degli Studi di Trento, A.i.c.c.o.n. (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit), Dmav. Dalla maschera al volto – Social Art Ensemble, Provincia di Pordenone e Comune di Pordenone, che ha anche concesso il patrocinio all’evento del 29 giugno. Www.itaca.coopsoc.it  www.I-fab.it    
   
   
UNA TAVOLA ROTONDA SULLA “PLASTICA CREATIVA”  
 
 Milano, 27 giugno 2012 – Sarà la plastica, la sua evoluzione dagli anni ’80 ad oggi, l’innovazione tecnologica e il suo crescente potenziale di applicazione nel mondo del design e nell’industria, il tema centrale della tavola rotonda organizzata da Poli.design - Consorzio del Politecnico di Milano, Assocomaplast e Federchimica-plasticseurope in occasione della chiusura della Vi edizione del Corso “Design for Plastics”, che si terrà venerdì 29 giugno dalle 10.45 alle 12 in Via Durando 38/A. Ospite speciale dell’incontro sarà il noto architetto e designer Stefano Giovannoni, artefice di numerosi prodotti in plastica divenuti oggetti di riferimento del design italiano. Industrial e interior designer e architetto di fama, Stefano Giovannoni è specializzato in prodotti in plastica. Nella sua carriera ha collaborato con aziende come Alessi, Amore Pacific, Bisazza, Cedderoth, Deborah, Elica, Fiat, Flos, Hannstar, Hansemm, Helit, Henkel, Iida-kddi, Kokuyo, Inda, Laufen, Magis, Mikakuto, Millefiori, Ntt Docomo, Oras, Oregon Scientific, Pulsar, Seiko, Siemens, Slide, Sodastream, 3M, Telecom, Toto, Veneta Cucine, etc. Oltre a Stefano Giovannoni, interverranno: Francesco Trabucco, Professore e Direttore del Corso Design for Plastics; Sergio Antonio Salvi, Docente ed ideatore del Corso Design for Plastics. Saranno inoltre presenti: Mario Maggiani, Direttore Assocomaplast; Federchimica-plasticseurope Italia. Modererà: Matteo Oreste Ingaramo, Direttore di Poli.design, Consorzio del Politecnico di Milano.  
   
   
GREEN ECONOMY E PROGRAMMA EUROPEO ECO INNOVATION PER IL FINANZIAMENTO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE EVENTO GRATUITO IL 29 GIUGNO, A PARTIRE DALLE 9.30, PRESSO UNIONCAMERE DEL VENETO  
 
Venezia, 27 giugno 2012 - Dai quindici ai sessanta milioni di nuovi posti di lavoro a livello mondiale, venti miliardi di euro di impegni di finanziamento in Italia da parte delle banche nazionali ed estere. Dati decisamente positivi e significativi su quello che potrebbe riservare nell’immediato futuro la green economy, ovvero lo sviluppo sostenibile attraverso le energie rinnovabili, sulla quale è necessaria una riflessione da parte del sistema imprenditoriale e delle Pmi. Al settore “green” l’Unione Europea ha dedicato il programma comunitario «Eco Innovation», che supporta iniziative di marketing e commercializzazione di prodotti, tecnologie, servizi e processi eco-innovativi che contribuiscono al risparmio di risorse e alla tutela dell’ambiente. Per illustrare le opportunità offerte da «Eco Innovation», Unioncamere del Veneto – Eurosportello, in collaborazione con Veneto Innovazione, nell’ambito delle attività di Enterprise Europe Network, la rete della Commissione Europea a supporto delle piccole e medie imprese, organizza un evento informativo gratuito sul programma e relativo bando di finanziamento, che si terrà il 29 giugno 2012 presso la sede Unioncamere del Veneto (Pst Vega - Viale delle Industrie 19/d - Venezia – Marghera) con inizio alle ore 9.30. L’evento, che si rivolge alle aziende che intendono investire nei prossimi anni nella commercializzazione di prodotti, tecnologie e servizi innovativi con rilevanza ambientale, presenterà i settori prioritari a cui il programma si rivolge (riciclo dei materiali, edilizia e costruzioni, industria dei prodotti alimentari e delle bevande, industria “verde” e acquisti “verdi”, gestione dell’acqua) e le modalità per aderire. Il contributo copre il 50% dei costi di realizzazione del progetto, direttamente connessi all’azione innovativa, compresi materiali, attrezzature, infrastrutture come showroom, personale, viaggi, audits, traduzioni, marketing. Programma completo su http://www.unioncameredelveneto.it/  Per ulteriori informazioni contattare Eurosportello del Veneto: 041.0999411 - europa@eurosportelloveneto.It    
   
   
ASSEMBLEA UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE: NEL 2012 L’INDUSTRIA ITALIANA DELLA MACCHINA UTENSILE CRESCE (+4,9%) MA SOLO GRAZIE ALL’EXPORT (+12,3%) PREOCCUPAZIONE PER LA CONTRAZIONE DEL MERCATO DOMESTICO (-4,2%)  
 
 Cinisello Balsamo (Mi), 27 giugno 2012 - Giancarlo Losma: “Bene le riforme messe in atto dal governo per ammodernare e rendere più competitivo il paese. Occorrono però misure specifiche capaci di rilanciare il consumo domestico di macchine utensili: ammortamenti liberi, detrazione dal reddito imponibile pari al 50% del valore degli investimenti effettuati in nuovi macchinari, abbattimento dell’Irap sul lavoro. Mentre le piccole imprese del settore orientate al mercato interno rischiano il collasso, il sistema manifatturiero italiano deve temere, l’arretramento irreversibile della sua capacità produttiva; il mancato aggiornamento degli impianti nel nostro paese coincide, infatti, con la forte spinta allo sviluppo messa in campo dalle economie emergenti. Cinisello Balsamo, 26 giugno. Nel 2011, l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione ha ben risposto alle difficoltà indotte dal contesto, confermandosi ai vertici delle graduatorie mondiali ove occupa la quarta posizione tra i produttori e la terza tra gli esportatori. Il deciso incremento della produzione, cresciuta del 13,5%, a 4.762 milioni di euro, è stato determinato dall’ottima performance delle esportazioni che hanno raggiunto il valore di 3.260 milioni di euro, il 25,2% in più rispetto all’anno precedente. Di differente tenore l’andamento delle consegne dei costruttori sul mercato interno che, scese del 5,7%, non sono andate oltre i 1.502 milioni di euro. Negativa anche la valutazione sull’andamento del consumo domestico, che, nonostante un incremento del 3,4%, resta assai debole fermandosi a quota 2.551 milioni di euro. Questo, in sintesi, il bilancio 2011 che è stato illustrato questa mattina da Giancarlo Losma, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili robot e automazione, in occasione dell’assemblea annuale cui è intervenuto Ferruccio De Bortoli, direttore de Il Corriere della Sera. La discrepanza tra l’andamento della domanda domestica e quello della domanda internazionale emerge ancora più chiaramente dai dati di previsione elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre. Secondo le previsioni, nel 2012, la produzione crescerà, del 4,9% rispetto all’anno precedente, a 4.995 milioni di euro. Le esportazioni raggiungeranno il valore record di 3.660 milioni di euro, il 12,3% in più rispetto al 2011. Al contrario, le consegne dei costruttori italiani sul mercato interno registreranno un arretramento dell’11,1% fermandosi a 1.335 milioni di euro, penalizzate dalla contrazione del consumo che scenderà, del 4,2%, a 2.445 milioni. Con riferimento all’export, nel 2011, la Cina si è confermata primo mercato di destinazione del made in Italy di settore, seguita da Germania, Stati Uniti, Francia, Brasile, Russia. Anche l’ultima rilevazione export disponibile, relativa al periodo gennaio-marzo 2012, vede la Cina stabilmente al primo posto nella graduatoria dei paesi di sbocco dell’export italiano di settore, con un incremento del 30,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Seguono gli Stati Uniti (+96,4%), Germania (-13,3%), India (-2,1%), Russia (+92%), Francia (+0,8%). “Dall’analisi dei dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre – ha affermato Giancarlo Losma – appare evidente che i positivi risultati siano frutto, esclusivamente, dell’ottimo andamento delle esportazioni. Ciò che invece preoccupa i costruttori italiani è la riduzione delle vendite sul mercato interno: le piccole imprese del comparto, quelle dimensionate per operare soltanto sul territorio locale, rischiano il collasso”. “Senza dimenticare – ha proseguito il presidente di Ucimu – che mancato o scarso investimento in tecnologia di produzione nel nostro paese significano arretramento del sistema manifatturiero italiano a tutti i livelli della filiera produttiva. Un fenomeno pericolosissimo anche perché in antitesi con la forte spinta allo sviluppo messa in atto da numerosi paesi emergenti o emersi.” “Per questa ragione accogliamo con favore il corposo programma di riforme varato dal governo così come lo sforzo prestato per la stesura del decreto sviluppo, in particolare ove rende disponibili alle Pmi nuovi strumenti di debito, ma crediamo che quest’ultimo debba essere integrato con misure che possano favorire il rilancio del consumo domestico di tecnologia produttiva”. Consapevoli delle difficoltà indotte dal contesto, i costruttori richiedono comunque l’inserimento nel decreto del provvedimento strutturale di liberalizzazione degli ammortamenti per beni strumentali attraverso il quale le imprese utilizzatrici potrebbero ripartire le quote di ammortamento del bene acquistato in tempi più brevi, posticipando il carico di imposte dovute allo stato. Oltre a ciò sarebbe auspicabile il ripristino temporaneo della misura che permette la detrazione dal reddito imponibile pari al 50% del valore degli investimenti effettuati in nuovi macchinari. Queste misure funzionerebbero quali motori per la ripresa del manifatturiero nel complesso”. “D’altra parte - ha concluso Losma - la forte pressione fiscale rende difficile fare impresa. Comprendendo la necessità di mantenere questa linea per garantire ordine nei conti pubblici (purché essa sia scelta temporanea), i costruttori di macchine utensili propongono l’abbattimento dell’Irap sul personale per una quota pari al rapporto export/fatturato dell’impresa, con l’obiettivo di premiare le imprese più virtuose e di stimolare il processo di internazionalizzazione di quelle che ancora sono fortemente orientate a operare sul mercato nazionale”. L’assemblea coincide con il rinnovo delle cariche associative. Designato a succedere a Giancarlo Losma, alla presidenza di Ucimu è Luigi Galdabini. Amministratore delegato della Galdabini spa, società leader nella produzione di macchine utensili per deformazione del metallo e per prove meccaniche con sede il Cardano Al Campo (Va), Luigi Galdabini, vicepresidente dal 2005, guiderà l’associazione per il biennio 2012-2013.  
   
   
LUIGI GALDABINI È IL NUOVO PRESIDENTE DI UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE CINISELLO  
 
Balsamo 27 giugno 2012 - Chiamata ieri a rinnovare le cariche sociali per il biennio 2012-2013, l’assemblea dei soci di Ucimu-sistemi Per Produrre ha eletto Luigi Galdabini alla presidenza della associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione. Nato nel 1958, laureato in ingegneria meccanica presso il Politecnico di Milano, Luigi Galdabini, dal 1990, è amministratore delegato della Galdabini spa, società leader nella produzione di macchine utensili lavoranti con tecnologia a deformazione e macchine per prove meccaniche, con sede a Cardano al Campo (Va). Nominato, nel 2004, membro del Consiglio direttivo di Ucimu-sistemi Per Produrre, dal 2005 ad oggi, è stato vice presidente dell’associazione. In ambito confindustriale ricopre anche la carica di presidente del Gruppo aziende meccaniche di Univa, associazione degli industriali della provincia di Varese. Luigi Galdabini sarà coadiuvato dai vicepresidenti: Massimo Carboniero (Omera Chiuppano Vi), Giulio Maria Giana (Giuseppe Giana, Magnago Mi), e Riccardo Rosa (Rosa, Rescaldina Mi). I tre vicepresidenti fanno parte del comitato di presidenza che comprende anche l’Immediate Past President Giancarlo Losma (Losma, Curno Bg), e il tesoriere Pier Luigi Streparava (Streparava, Adro Bs), Past President della associazione. Consiglieri della associazione sono: Domenico Appendino (Prima Industrie, Collegno To), Sergio Bassanetti (D’andrea, Lainate Mi), Mauro Biglia (Biglia, Incisa Scapaccino At), Barbara Colombo (Ficep, Gazzada Schianno Va), Stefano Dal Lago (Cms, Zogno Bg), Carlo Garoldi (Colgar, San Pietro all’Olmo Mi), Patrizia Ghiringhelli (Ghiringhelli, Luino Va), Veronica Just (Millutensil, Milano), Luigi Maniglio (Jobs, Piacenza), Giuseppe Sceusi (Marposs, Bentivoglio Bo), Tomaso Tarozzi (Iemca Giuliani, Faenza Ra). Del consiglio direttivo fanno parte anche i Past President: Ezio Colombo (Ficep, Gazzada Schianno Va), Cesare Manfredi, Flavio Radice (Carnaghi Pietro, Villa Cortese Mi), Bruno Rambaudi, Andrea Riello (Gruppo Riello Sistemi, Minerbe Vr), Alberto Tacchella (Imt, Casalecchio di Reno Bo) e il consigliere emerito Dante Speroni (Speroni, Sostegno di Spessa Po Pv). Direttore generale è Alfredo Mariotti.  
   
   
BOLZANO: MENO BUROCRAZIA, SI PUNTA SULLO SPORTELLO UNICO DEI CONTRIBUTI  
 
Bolzano, 27 giugno 2012 - Razionalizzare e armonizzare con una legge unitaria le normative riguardanti il sostegno all´economia, e creare inoltre una sorta di sportello unico al quale le imprese potranno rivolgersi per i contributi. Questo l´obiettivo della Giunta provinciale, secondo il presidente Luis Durnwalder si potrà arrivare a una "semplificazione e ad un risparmio di tempo e denaro". Settimana scorsa era stato dato il via libera ufficiale allo sportello unico per le imprese, questa volta tocca allo sportello unico per i contributi. Il progetto è solo in fase embrionale, ma la Giunta provinciale punta a portarlo a termine "in un´ottica di sensibile riduzione della burocrazia", ha spiegato Luis Durnwalder. "Vogliamo seguire l´esempio lanciato dallo Stato - ha sottolineato il presidente altoatesino - che sta puntando con decisione alla razionalizzazione di tutte le leggi nazionali riguardanti i contributi all´economia. Noi cercheremo di fare lo stesso a livello provinciale accorpando in una legge unitaria tutte le normative, e creando uno sportello unico per i contributi. Le imprese che richiedono un sostegno pubblico, dunque, avranno un referente unico, indipendentemente dal settore di provenienza: dall´artigianato all´industria, dal commercio all´agricoltura". Al momento il progetto è ancora in fase di elaborazione, tanto che l´esecutivo di Palazzo Widmann si è limitato ad incaricare gli assessori competenti ad avviare il confronto per capire in che modo e in che forma far nascere la struttura. "In ogni caso - ha concluso Durnwalder - riteniamo si tratti di un´iniziativa che, se andrà in porto, ridurrà in maniera drastica la burocrazia, e consentirà anche una migliore gestione delle risorse umane all´interno della pubblica amministrazione".  
   
   
SICUREZZA SUL LAVORO, CAMPANIA INSEDIA L´UFFICIO OPERATIVO REGIONALE  
 
Napoli, 27 giugno 2012 - Si è insediato l´Ufficio Operativo Regionale (Uor) della Regione Campania per la Vigilanza e Sicurezza sul Lavoro, previsto nell´ambito del Comitato Regionale di Coordinamento ex art. 7 decreto legislativo 81/2008. "Si tratta di un passo importante compiuto dalla Campania" ha sottolineato l´assessore Regionale al Lavoro Severino Nappi, che presiede il Comitato Regionale per delega del presidente Caldoro. L´uor è composto dai direttori dei Dipartimenti di Prevenzione delle sette Asl campane, dai direttori regionali del Ministero del Lavoro, dell´Inail, dell´Inps, dei Vigili del Fuoco e dell´Arpac, ed ha tra i propri compiti la predisposizione di programmi congiunti e condivisi di vigilanza in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, e la definizione delle priorità di intervento nei settori lavorativi. "Gli obiettivi cui mirerà l´Uor - ha sottolineato l´assessore Nappi - sono quelli di analizzare, confrontare, programmare, coordinare e armonizzare le attività di controllo di formazione e informazione in ambito lavorativo, coniugando la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali con le funzioni riguardanti il controllo delle regolarità dei rapporti di lavoro e il contrasto al lavoro nero e sommerso. Il passaggio successivo sarà quello di istituire, secondo le indicazioni del predetto Dpcm, gli Organismi Provinciali (Op) di coordinamento ed i Nuclei Integrati di Controllo (Nic) a livello della cinque Province campane."  
   
   
BOLZANO, MEMC: VERTICE A ROMA TRA GOVERNO, PROVINCIA E AZIENDA  
 
Bolzano, 27 giugno 2012 - Dal Governo la conferma dell´impegno di dare attuazione al decreto sviluppo che fa beneficiare la Memc di significativi sconti sull´energia, dall´azienda, se messa nelle condizioni di restare competitiva, la volontà di proseguire nella produzione a Merano: con queste assicurazioni si è concluso il 25 giugno a Roma il vertice tra il Ministero dello sviluppo economico, il vicepresidente americano della Memc, settore policristalli, e l´assessore provinciale al lavoro Roberto Bizzo. "Un ulteriore passo avanti per far ripartire la produzione alla Memc di Sinigo", così l´assessore provinciale Bizzo commenta l´incontro a Roma al Ministero dello sviluppo economico con il sottosegretario alle attività produttive con delega sull´energia Claudio De Vincenti, i funzionari ministeriali e il vicepresidente della Memc, settore policristalli, Stephen Wachnowsky. "Il Governo - riferisce Bizzo - ha preso atto dell´importanza strategica dell´azienda nel panorama europeo, unica a produrre silicio per fonti rinnovabili ed elettronica, e ha confermato l´impegno per dare attuazione al decreto sviluppo." Come noto, il decreto legge sulle misure urgenti per la crescita e lo sviluppo identifica le categorie di imprese a forte consumo di energia e fissa i parametri per accedervi a condizioni favorevoli, una norma molto attesa anche dalla Memc. Il passaggio inserito nel testo del decreto potrà infatti mettere la multinazionale in condizione di coprire il suo fabbisogno energetico a costi più convenienti e di proseguire l’attività in Alto Adige, "e il sottosegretario ha ribadito a Roma la tabella di marcia governativa che prevede l´approvazione dei decreti attuativi entro il 2012", spiega Bizzo. Dal canto suo il manager americano ha spiegato che la Memc, se messa nelle condizioni di restare competitiva, ha intenzione di proseguire nella produzione a Merano, "in quanto considerano lo stabilimento altoatesino uno dei loro centri all´avanguardia", aggiunge Bizzo. Solo negli ultimi 3 anni la Memc ha investito 200 milioni di euro per l´ammodernamento degli impianti, 12 milioni in ricerca e sviluppo. "Senza dimenticare - ha aggiunto Bizzo - che la Giunta provinciale ha dato via libera a Terna per il ripristino dell´interconnessione dell´elettrodotto al Brennero, che consentirà alle imprese di importare energia dall´estero a costi inferiori." Stephen Wachnowsky si sposta oggi in Alto Adige, dove avrà incontri con le parti sociali, le istituzioni e domani (mercoledì 27) con il presidente della Provincia Luis Durnwalder.  
   
   
SARDEGNA: "INNOVARE SI PUÒ", WORKSHOP SU RICERCA E IMPRESA PER DAR VOCE ALLE IMPRESE CHE INNOVANO  
 
 Cagliari, 27 Giugno 2012 - Giovedì 28 giugno alle 9,00 al Thotel di Cagliari (via dei Giudicati, 66) si terrà il workshop organizzato dall’Assessorato regionale alla Programmazione insieme con Sardegna Ricerche, dal titolo: "Innovare si può. Buone pratiche dal mondo delle imprese che investono in ricerca per innovare", per mettere in comunicazione il mondo dell’impresa e della ricerca con quello delle Istituzioni. L’obiettivo di questo workshop è prendere in esame la realtà imprenditoriale sarda e misurare i risultati ai quali si è giunti grazie al dialogo tra ricerca e imprese e fornire alle Istituzioni regionali elementi utili per migliorare le politiche su ricerca e innovazione. Testimonial dell’evento saranno 9 aziende: Akhela, Applix-xorovo, Bcs Biotech, Flosslab, Inpeco, La Genuina, Molinas, Primo Principio, Sesco. Interverranno inoltre: il vice presidente della Regione e assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio, Giorgio La Spisa, il presidente di Sardegna Ricerche, Maria Paola Corona, il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, il direttore generale di Sardegna Ricerche, Giorgio Pisanu, il prorettore dell’Università di Cagliari, Francesco Pigliaru, il delegato per la ricerca scientifica e trasferimento tecnologico dell’Università di Sassari, Donatella Spano. Moderatore della tavola rotonda sarà Guido Romeo, giornalista di Wired Italia. Info e registrazione on line sul sito: www.Sardegnaricerche.it    
   
   
INDUSTRIA - EX-ILA PASSA ALLA RENO SRL; CAPPELLACCI E ZEDDA, NUOVA SPERANZA PER IL TERRITORIO  
 
 Cagliari, 27 Giugno 2012 – Passa alla Reno Srl l’ex-Ila, l’azienda produttrice di laminati di alluminio che era fallita cinque anni fa. I termini dell’accordo sono stati illustrati di una conferenza stampa tenutasi il 25 giugno a villa Devoto dal presidente Ugo Cappellacci, dall´assessore dell’Industria Alessandra Zedda e dall´imprenditore, Antonio Deriu. "É un passo in avanti importante e determinante - ha dichiarato il presidente - verso la soluzione di una vertenza cruciale per il territorio e per l´intera Sardegna, che accende una speranza in più per quello che con l´Alcoa e la Portovesme rappresenta un polo strategico per l´economia nazionale. La Regione Sardegna - ha aggiunto l´assessore Zedda - ha svolto un ruolo di garante istituzionale di un processo che dovrà concludersi con il risultato auspicato sul piano produttivo e occupazionale. Nelle fasi della vertenza, soprattutto in quelle più difficili, é stato fondamentale il ruolo svolto dalle forze sindacali in termini di sostegno ai lavoratori, di proposta e di dialogo". L’azienda di Portovesme, che produce laminati in alluminio, era fallita nel 2007 e la vendita all’incanto era partita da una base d’asta di poco più di 9 milioni di euro. Col rogito siglato nel pomeriggio da un notaio, l´ex-Ila diventa Portal e passa per circa 3 milioni di euro (senza contributi pubblici) alla Reno Srl di Antonio Deriu, imprenditore che opera da 40 anni nel Sulcis con un’azienda specializzata nel campo delle manutenzioni per le centrali Enel. Il progetto industriale del nuovo proprietario prevede, tra l’altro, anche la creazione di un’altra azienda, la Consul, costruzione nautiche sulcitane, per la realizzazione di maxi yacht con scafo in alluminio, sfruttando una banchina dedicata assegnata provvisoriamente nel porto di Portovesme. In occasione della firma del rogito la Portal ha proceduta alla riassunzione del primo dei 154 lavoratori e l’accordo prevede che gli altri rientraranno al lavoro entro 18 mesi. Il nuovo proprietario ha anche annunciato che la nuova azienda ha in programma la produzione di manufatti di alluminio più leggeri nei quali intende impiegare maestranze femminili.  
   
   
CAMP DARBY, LA TOSCANA ALL’AMMINISTRAZIONE: APRIRE SUBITO UN TAVOLO CON I SINDACATI  
 
Firenze 27 giugno 2012 – “Abbiamo chiesto all’amministrazione americana di aprire un confronto con i sindacati per cercare di risolvere la vicenda Camp Darby. Le istituzioni sono pronte a fare la loro parte e visto anche il grande senso di responsabilità manifestato oggi dai sindacati, credo che sia possibile trovare una soluzione che salvaguardi i diritti dei lavoratori e le esigenze di ristrutturazione dell’amministrazione militare americana”. Lo ha detto ieri l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini al termine dell’incontro che si è tenuto sui problemi occupazionali dei lavoratori della base americana di camp Darby a seguito dell’annunciata riorganizzazione della presenza americana in Italia e l’apertura della nuova struttura a Dal Molin, in provincia di Vicenza, riorganizzazione che comporterebbe la riduzione di 67 unità, tutti lavoratori toscani dipendenti della base. All’incontro erano presenti il console americano a Firenze Sarah Morrison, i rappresentanti della Base Usa, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle istituzioni dei territori coinvolti: il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà, i rispettivi assessori al lavoro, i rappresentanti dei Comuni di Livorno e Pisa. “Il confronto dovrà avere due obiettivi – ha spiegato Simoncini -: evitare costi sociali rilevanti di fronte alla ristrutturazione annunciata; secondo, fare chiarezza sulle prospettive che si aprono per Camp Darby e soprattutto sul suo futuro. Ho anche chiesto all’amministrazione di valutare attentamente il percorso attivato finora dal punto vista normativo, di fronte alla posizione di Cisl e Cgil, che riterrebbero non rispettate le procedure delle leggi italiane sul lavoro. Tale verifica è da ritenersi utile anche per evitare un contenzioso in sede giurisdizionale che potrebbe penalizzare la stessa amministrazione americana e per certi versi dare anche maggior tempo per la ricerca di soluzione alternative”. “Infine – ha continuato l’assessore – , sulla base di un confronto tra amministrazione e sindacati, le istituzioni si dichiarano pronte a mettere in campo tutti gli strumenti di cui dispongono, sia quelli relativi alla formazione per favorire un eventuale ricollocamento dei lavoratori, sia quelli relativi agli ammortizzatori sociali. La Regione – ha concluso – è disponibile a offrire di nuovo questo tavolo regionale, come ha fatto oggi, per svolgere il suo ruolo istituzionale di supporto quando e se le parti lo vorranno”.