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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 22 Novembre 2012 |
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DISCORSO DEL PRESIDENTE BARROSO SUL QUADRO FINANZIARIO PLURIENNALE 2014-2020 NEL CORSO DEL DIBATTITO IN PARLAMENTO PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO |
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Strasbourgo 22 Novembre 2012 – Di seguito il discorso di ieri del Presidente della Commissione europea Barroso: Signor Presidente, Presidente in carica del Consiglio, Signore e signori, Domani e il giorno dopo la riunione del Consiglio europeo a Bruxelles per discutere il futuro quadro di bilancio dell´Unione europea per il periodo 2014-2020. Il problema è la prosperità e la stabilità dell´Europa, è la competitività economica e la coesione sociale. L´obiettivo è la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Ma tutti sappiamo, la crescita non può essere decretata e posti di lavoro non sembrano una bacchetta magica. Della strategia Europa 2020, le conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2012, le dichiarazioni a favore di una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro sono aumentati. Resta da sapere adesso come i governi vigila sulla coerenza le loro dichiarazioni e le azioni. Le decisioni sul futuro quadro di bilancio dell´Unione europea sono un banco di prova della nostra credibilità. Come il nostro strumento principale per investire nella crescita e la creazione di posti di lavoro è proprio il bilancio dell´Ue. Abbiamo molti altri motori di crescita sul mercato domestico, il commercio internazionale, ma in termini di investimenti, lo strumento principale è il bilancio europeo. Bilancio europeo non può che fornire finanziamenti per una dinamica europea che i bilanci nazionali da sole non potevano finanziare. Dynamics cruciali per la crescita e l´occupazione in Europa, con la creazione di un autentico spazio europeo di coesione economica, sociale e territoriale, l´istruzione, la ricerca e l´innovazione delle infrastrutture. Cerchiamo di essere chiari, i governi si difendono in primo luogo ciò che essi definiscono come il loro interesse nazionale. E le istituzioni comunitarie - la Commissione, il Parlamento europeo - per evidenziare l´intera dimensione europea veramente ciò che è in gioco. La Commissione è convinta che le sue proposte rappresentare l´interesse generale europeo e che di tutti gli Stati membri. Il bilancio dell´Ue non è, come si dice talvolta, un bilancio per Bruxelles o Strasburgo! Oltre il 94% del bilancio sono interamente dedicati ai cittadini europei. Si tratta di un budget da investire nell´economia di tutti gli Stati membri, le nostre regioni, le nostre città, le nostre campagne e un budget per il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e anche migliorare la solidarietà convergenza ed europeo. Il bilancio dell´Ue è essenzialmente permettendo al livello europeo per migliorare la vita dei nostri cittadini. Grazie alla politica di coesione, politica per eccellenza della solidarietà, ma anche la crescita politica, la convergenza economica, creazione di posti di lavoro. Una politica in grado di adattarsi alle circostanze e che era più che mai necessaria in questi tempi di ristrettezze di bilancio. Una politica che incoraggia i paesi beneficiari, oltre a contribuire fondi di fondi. In un terzo dei membri investimenti pubblici degli stati co-finanziati dai fondi della politica di coesione un tasso superiore al 50%. In alcuni paesi tale importo viene raggiunto anche il 75% o 97%. Questi dati mostrano l´importanza vitale di queste politiche. Senza fondi strutturali, questi paesi, tra cui la maggior parte dei nuovi Stati membri, non può garantire del lavoro o proseguire il consolidamento fiscale, o di riforme strutturali. Ma anche a vantaggio dei paesi partecipanti, vale a dire i più grandi contribuenti le cui aziende beneficiano in cambio di significative opportunità di investimento. In molti casi, si può verificare che oltre il 50% dei fondi strutturali nel paese tornerà alle economie di coesione ai principali collaboratori. Perché queste sono le aziende in questi paesi sono in grado di effettuare grandi infrastrutture e portare la loro tecnologia. Questo è veramente un win-win politica. La politica di coesione non è solo una politica per i più poveri. La politica di coesione, conformemente al trattato, è una politica per l´intera Unione europea, la coesione economica, sociale e territoriale. Si tratta di un obiettivo dell´Unione europea nel suo insieme. Il bilancio dell´Unione europea ci permette di avere vere politiche comuni. E grazie alle sinergie e fatto, si salva pur salvaguardando l´integrità del mercato unico. E ´, ad esempio, il caso di agricoltura, dove 27 politiche nazionali distinti costano più della politica agricola comune. E ´che abbiamo davvero pensato a cosa sarebbe successo se non ci fosse una politica agricola comune, e se avessimo la frammentazione del mercato europeo da 27 diverse politiche nazionali per l´agricoltura? La Pac è sempre stata in grado di adattarsi alle nuove questioni socio-economiche. E ´in fase di riforma. Perché l´Europa ha bisogno più che mai di una Pac forte, moderna, competitiva, innovativa e "verde" per soddisfare le aspettative dei cittadini europei nella fornitura di prodotti alimentari e anche la salute. Ma anche per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e la gestione sostenibile delle risorse naturali. E a quelli che dicono che dobbiamo ridurre la nostra proposta per il bilancio Ue deve anche partecipare allo sforzo di consolidamento fiscale in Europa in corso, dico: Questo è esattamente quello che facciamo. Come nelle politiche comuni, la condivisione delle spese è una plusvalenza e quindi una economia reale.E ´principalmente per i contribuenti europei. Dovrebbe essere chiaro che si oppongono, non è di avanzare il consolidamento. È, infatti, rallentare consolidamento fiscale. Si tratta di evitare di spendere più sinergico, più efficiente, più promettente. Il bilancio europeo ci permette di creare un autentico spazio europeo, che è più della somma di queste parti. Attraverso la condivisione delle spese si può sviluppare anche altri progetti, tra cui la libera circolazione della conoscenza, ciò che noi chiamiamo la quinta libertà. E così otteniamo risultati migliori in settori chiave dell´istruzione e della ricerca che sono essenziali per un´Europa competitiva, che mantiene o installa il suo leader alla moda in settori promettenti. Questo è esattamente ciò che offriamo con il programma "Erasmus per tutti", che costerà meno del 2% del bilancio totale, ma fare una grande differenza per milioni di giovani europei in grado di studiare, formarsi e lavorare in un altro paese. Questo è ciò che ci proponiamo con il programma Horizon 2020, in modo che l´Europa resta una terra di innovazione spettacolare e delle scoperte scientifiche. I premi Nobel per la scienza e medaglie Field (in matematica) hanno presentato una richiesta congiunta. Ho ricevuto di recente a Bruxelles. Questa petizione avviata con 44 medaglie europee Nobel campo della scienza e 6 - e aveva già ricevuto più di 130.000 firme di scienziati europei - in particolare i giovani scienziati europei, ci ricorda di un euro investito in ricerca e innovazione , mettendo insieme le migliori capacità a livello europeo, spesso ha più impatto di un euro speso a livello nazionale. Questi scienziati e ricercatori di grandine di successo, di fama mondiale, Consiglio europeo della ricerca creato dall´Unione Europea. E quando l´Unione europea comincia ad attrarre i migliori ricercatori del mondo e che i giovani ricercatori europei a rimanere qui, la cosa peggiore che l´Europa potrebbe fare ora sarebbe quella di tagliare il gas mentre l´aereo europeo, il la ricerca e l´innovazione degli aeromobili è esattamente decollando. Il bilancio Ue può finanziare anche che gli Stati membri non potevano finanziare, ad esempio, le grandi reti transeuropee necessarie per ´collegare´ l´Europa. Tutti voi conoscete la nostra proposta, per collegare l´Europa, un meccanismo per il trasporto di interconnessione europea, l´energia e la tecnologia digitale. Molti imprenditori, tra i più grandi d´Europa, tra coloro che hanno davvero una visione non piccolo, ma una visione europea, una visione globale, hanno firmato una lettera chiedendo il bilancio che supporta il meccanismo di interconnessione. E perché? Perché sanno benissimo che senza il bilancio dell´Ue non avremo questa leva per effettuare gli investimenti in queste infrastrutture critiche per la nostra Europa. E ci sono aree in cui mettere insieme le nostre competenze, siamo in grado di avere risultati migliori, in particolare nel settore della giustizia, della sicurezza e del funzionamento dello spazio Schengen, per esempio, nella lotta contro l´immigrazione clandestina . Non possiamo continuare come ora. Ogni volta che c´è un problema molto serio di immigrazione clandestina, le persone si rivolgono verso l´Europa, chiedendo che cos´è l´Europa. Ma sappiamo bene che l´Europa non ha le risorse per far fronte a questo problema se non condividiamo le competenze nazionali in questo settore. Quello che vi proponiamo è quello di spendere risultati più mirati alle nostre principali priorità. Alcuni suggeriscono di taglio qua e là, dicendo che alla fine non sarebbe fare la differenza per l´Europa. Ma vi posso assicurare che questo è davvero solo per l´Europa nel suo insieme è una grande differenza per alcune delle nostre politiche e alcuni del nostro paese. Ascolto il dibattito preparatorio, il dibattito si concentra su come ridurlo. Noi in realtà non discutere di investment grade, è solo tagliare, tagliare, tagliare ... C ach miliardo ritirato programma Horizon 2020, significa 4.000 finanziamenti privati alle Pmi per le innovazioni che creano crescita e occupazione.Ciò significa che 600 ricercatori ed i loro team di eccellenza che non possono continuare il loro lavoro che la nostra prosperità futura dipende.Significa la fine del programma Imi (Innovative Medicines Initiative) dedicato all´innovazione nel settore della sanità. Le frazioni di punto percentuale in meno per "connect" l´Europa è quello di dare la leadership europea nel settore dei trasporti, abbandonare i nostri progetti per la riduzione di Co2, come il progetto di stoccaggio Carbon Capture and drop lo sviluppo di collegamenti tra orientale verso l´Europa occidentale. Taglia, anche di poco, già nel bilancio relativamente modesto della cultura è quello di privarsi della creazione di posti di lavoro in un settore promettente e la creatività europea amputare noi è più che mai necessaria. Tagliare nella proposta della Commissione di creare un aiuto europeo ai più poveri, non è forse molto a livello aggregato, ma è una differenza drammatica per 116 milioni di europei di cui 25 milioni di bambini a rischio di povertà o di esclusione sociale. E, francamente, signore e signori, come gli europei in grado di capire che quando ci sono picchi a Bruxelles per trovare centinaia di miliardi di dollari per salvare le banche, si arriva a un accordo. Ma quando si tratta di alcuni milioni di euro per aiutare i poveri, si sente molto più voti negativi di voti positivi. Come possiamo comprendere questo? Compromettere europeo di adeguamento alla globalizzazione, mentre l´Europa sta vivendo livelli inaccettabili di disoccupazione, è possibile rimuovere la formazione e trovare un lavoro in m ilioni di disoccupati. Ed è anche priva di uno dei nostri strumenti più innovativi per il sostegno sociale in caso di trasferimento. E pochi millesimi di punto percentuale in meno per il Fondo europeo di sviluppo e l´aiuto umanitario è semplicemente la più vulnerabile del mondo, una questione di vita o di morte. Perché dietro queste cifre ci sono persone della vita reale! Ciò sarebbe in contrasto con i nostri valori e ciò che sarebbe contrario ai nostri interessi, ma io insisto - qui non sto parlando di valori e interessi generali, voglio dire persone reali. Per esempio, io sono già recentemente visitato un campo profughi siriano in Giordania, dove il direttore generale dell´Unicef mi ha detto che senza l´aiuto dell´Unione europea, tutte le ragazze ei ragazzi semplicemente non poteva hanno accesso all´istruzione. Queste ragazze ho visitato là, studiando nelle tende. Le loro città sono state distrutte dal regime di Assad. Arrivano a centinaia di migliaia di persone nei paesi limitrofi. E l´Europa è lì per aiutare. Stiamo andando a ridurre il nostro sforzo ora, prima che queste tragedie? Ieri avete ricevuto dal Presidente di Haiti, Presidente della plenaria. Mi sono già anche ricevuto a Bruxelles. A nome del popolo haitiano, ha detto grazie a l´Europa che, nonostante le difficoltà economiche, non dimenticare Haiti, dove il terremoto ha ucciso più di 300.000 morti, un paese completamente devastato. Ha detto grazie per l´Europa che consente ai bambini di Haiti hanno una speranza per il futuro. E l´Africa, a cui noi europei abbiamo una responsabilità particolare, e molti altri paesi del mondo, l´Europa non può adempia ai suoi impegni per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Questa è l´unica d´Europa che io credo, noi crediamo, un´Europa aperta e solidale, un´Europa che non volterà le spalle al mondo! Signore e signori, Dare il bilancio dell´Ue che merita è quello di dare la possibilità di ricostruire l´economia sulla base Nouv loro. E ´anche il nostro impegno a mantenere la spesa che sono mobilitati a favore della crescita e dell´occupazione, la competitività e la convergenza. Per questo motivo la Commissione resta impegnata alla sua proposta iniziale. Il bilancio dell´Ue deve essere veramente un budget per sostenere il nostro programma di crescita. E sono lieto di vedere che le nostre proposte sono in genere sostenute dal Parlamento e da una maggioranza degli Stati membri. Il 13 novembre ho partecipato al Parlamento europeo a Bruxelles, con il Presidente del Parlamento europeo, al vertice del gruppo degli Amici di coesione co-organizzate dal Primo Ministro della Polonia e il Primo Ministro del Portogallo, con presenza di 16 governi e delle parti sociali, Businesseurope e Confederazione europea dei sindacati. Le parti sociali, che non sono sempre d´accordo, allora sono d´accordo, e che spingono per il bilancio dell´Ue non è ridotto le sue ambizioni in quanto è essenziale per la crescita. Il messaggio era chiaro e unanime. È per questo che ho già chiamato per gli "amici della coesione" e quelli di "meglio spesi" ("spendere meglio") si uniscono in una grande coalizione europea di "amici di crescita." Poiché il rischio principale che vedo oggi è che i tagli sulle aree essenziali per la crescita futura. Quindi, abbiamo un effetto paradossale: proprio perché qualche gruppo di applicazioni "spendere meglio" è di ridurre l´importo totale che sacrificare le politiche più probabili future e rafforzamento della competitività. Per infatti l´ordine del giorno di "spendere meglio" è essenziale e come ho detto prima che i paesi della coesione. Sono un amico di coesione, ma sono anche un amico "spendere meglio". Dobbiamo anche, francamente, essere critici nei confronti europea alcune spese che non hanno sempre un valore aggiunto in termini di competitività. È per questo che vogliamo allineare la politica di coesione con gli obiettivi di Europa 2020 per una crescita intelligente e sostenibile, non solo qualsiasi tipo di crescita, sostenibile e intelligente. Questo è il motivo per cui siamo favorevoli, e so che non è molto popolare tra alcuni, ma devo dire che la condizionalità macroeconomica, in questo settore. Abbiamo bisogno di allineare le nostre politiche in particolare nel contesto degli sforzi fatti per rafforzare la governance economica. L´efficacia dei nostri investimenti è essenziale. Il valore aggiunto di ogni dollaro è essenziale. Ma mi chiedo se coloro che avrebbero anche tagliato profondamente in spese amministrative davvero un problema di efficienza, vale a dire, il desiderio di ottimizzare le risorse per l´attuazione, o se tendono a concentrarsi su indebolire le istituzioni come la Commissione e il Parlamento europeo. Perché un profondo taglio delle spese rappresentano meno del 6% del bilancio avrebbe un impatto minimo sulle economie richiesti. E abbiamo bisogno di un servizio civile indipendente in Europa, a livello pubblico elevato di sviluppare leggi e sviluppare progetti a beneficio di tutta l´Europa. E prima di concludere vorrei aggiungere due punti. In primo luogo, la Commissione si batte per la flessibilità. Infatti, il bilancio deve essere adattato nel corso degli anni, l´evoluzione della situazione economica. Ciò richiede che i contributi sono il arg ento reale e non virtuale, specialmente quando si deve presentare una situazione drammatica in alcuni dei nostri Stati membri che hanno bisogno di investimenti non nel 2020, ma potrebbe già al 2014 nell´ambito del nuovo bilancio comunitario e, prima ancora, nei bilanci del 2012 e 2013. Inoltre, la Commissione ribadisce la sua proposta per l´attuazione di un sistema di risorse proprie più vicino alle norme del Trattato che il bilancio dell´Unione sono finanziati con risorse proprie. E ´importante che nei prossimi giorni il Consiglio europeo segna il suo movimento di apertura in questa direzione. Infine, onorevoli colleghi, la cosa importante è che tutti noi lavorare insieme per questi obiettivi in uno spirito di leale cooperazione. Il corso vero e proprio di una negoziazione è quello di raggiungere un compromesso. E quindi la Commissione in occasione della riunione del Consiglio europeo, con lo spirito di compromesso, ma attenzione - compromessi che dovrebbero essere costruttivo. Compromessi che deve rafforzare l´Europa non contribuiscono a distruggere l´Europa. E tutti devono partecipare. La chiave è che abbiamo un bilancio che è veramente un catalizzatore per la crescita e l´occupazione. Quindi chiedo ai capi di Stato e di governo che si riuniranno a Bruxelles per sentire le voci dei Nobel per la scienza ci ricordano che il futuro dell´Europa dipende in materia di ricerca e innovazione. Ascoltate la voce di un studenti Erasmus che vogliono la migliore educazione. Ascolta il voce ha rispettive regioni, le organizzazioni imprenditoriali e sindacati, che ci dicono come investimento molto è necessario per stimolare la crescita. La voce degli imprenditori che si aspettano gli investimenti in infrastrutture per collegare l´Europa dal trasporto, energia, digitale. La voce delle banche alimentari contro la fame non comprendere che l´emergenza sociale attuale in molti dei nostri paesi, si lascia senza speranza molti poveri. La voce dei disoccupati che l´Europa deve dare futuro. La voce dei nostri partner internazionali, organizzazioni umanitarie, le organizzazioni non governative, che richiedono che l´Europa resta impegnata nel mondo negli aiuti allo sviluppo e di leadership nella lotta contro i cambiamenti climatici e per la lo sviluppo sostenibile. Le voci dei bambini in tutto il mondo, si dice che senza l´Unione europea non avrebbero alcuna speranza. E io invito i governi europei ad ascoltare la voce del Parlamento democraticamente eletto che rappresenta i cittadini dell´Ue. Chiedo loro di ascoltare in modo che possiamo avere un´Europa più forte, un´Europa della crescita e dell´occupazione. Grazie per la vostra attenzione. |
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L´UE DEVE AVERE UN BILANCIO FORTE E FLESSIBILE PER IL 2014-2020
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Strasburgo, 22 novembre 2012 - La maggioranza dei gruppi politici ha affermato, nel dibattito di mercoledì, che l´Ue ha bisogno di un bilancio a lungo termine adeguato e flessibile per rafforzare la propria economia e il mercato del lavoro. Questa è la posizione del Pe alla vigilia del Consiglio europeo straordinario di giovedì, dove si cercherà un accordo politico sul quadro finanziario pluriennale dell´Ue per il periodo 2014-2020. Il Consiglio deve raggiungere un accordo all´unanimità, che poi dovrà ottenere anche il consenso del Parlamento. "Dobbiamo andare al di là della proposta della Commissione", ha dichiarato il viceministro cipriota per gli affari europei, Andreas Mavroyiannis, sottolineando i problemi di bilancio di tutta l´Europa. L´ultima proposta, presentata dal Presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, "comprende tutti gli elementi necessari per un accordo", ha aggiunto. La proposta è di € 80 miliardi in meno rispetto a quella della Commissione europea di € 1.033 miliardi per i sette anni. I negoziati sul bilancio rappresentano "un test per la credibilità dell´Ue", ha dichiarato il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso. "Alcuni dicono ´effettuiamo dei tagli!´ per poi far finta che non fa alcuna differenza. Ma una piccola differenza nel bilancio Ue rappresenta un´enorme differenza per le persone che dipendono dai programmi comunitari. A titolo di esempio, per ogni taglio di un miliardo nel programma Horizon 2020, 4.000 piccole e medie imprese perdono i finanziamenti". Il leader del gruppo Ppe, Joseph Daul, ha affermato che con un bilancio al di sotto dell´1% del reddito nazionale lordo (Rnl) europeo "non possiamo continuare con le politiche attuali". Dopo aver sottolineato che 517 deputati hanno votato a favore di un bilancio forte per l´Ue, ha ribadito che l´Unione europea ha bisogno di un bilancio che permetta di mantenere gli impegni già presi, e ha aggiunto che "investire nel futuro è l´unico modo per uscire dalla crisi". Hannes Swoboda, leader del gruppo S&d, ha fortemente criticato l´"atteggiamento dell´ognuno per sé ", assunto da alcuni Stati membri. "Sentiamo che si parla di € 50 miliardi in meno, 80 miliardi, di 100 miliardi, perfino di 200 miliardi in meno. E´ una vergognosa corsa al ribasso, come se il bilancio dell´Ue fosse solo un gioco di numeri", ha detto, per poi aggiungere che l´Unione europea ha bisogno di risorse "sufficienti per funzionare". Il leader del gruppo Alde Guy Verhofstadt ha confrontato il bilancio dell´Ue con quelli nazionali: "L´intero dibattito è ridicolo. Si parla di circa l´1% del Rnl dell´Ue, che è inferiore al bilancio del Belgio o dell´Austria. I bilanci tedesco e francese sono da 8 a 10 volte più grandi di quello dell´Unione. Abbiamo bisogno di un forte bilancio comunitario, perché la condivisione delle risorse a livello europeo è l´unico modo per risolvere i problemi a livello nazionale. Dovremmo essere pronti a bloccare un accordo inferiore all´importo proposto dalla Commissione". In nome dei verdi, Helga Trüppel ha dichiarato che "la cancelliera Merkel si sbagliava quando ci ha detto due settimane fa che i 27 Stati membri avevano deciso di investire il 3% del Pnl in ricerca e sviluppo. Lei stessa guida una banda di contributori netti che vogliono tagliare il settore del 12% e nascondersi dietro l´attuale presidenza". Il leader del gruppo dei Conservatori, Martin Callanan, ha criticato chi "crede che qualsiasi problema possa essere risolto con ´più Europa´". Ha bocciato l´idea che il bilancio dell´Ue possa essere un bilancio d´investimenti, facendo notare che il 40% va ai sussidi all´agricoltura e il 6% alle spese amministrative. Callanan ha comunque affermato che i fondi di coesione dovrebbero essere mantenuti per quei Paesi membri che ne hanno più bisogno. Per il gruppo Eld, è intervenuto Nigel Farage: "È degno di nota che l´Unione europea stia parlando di prendere altri mille miliardi di euro dalle tasche dei contribuenti europei, nonostante i conti non siano stati chiusi per 18 anni di seguito. Se fosse stata un´azienda, i dirigenti - in questo caso la Commissione - sarebbero tutti in prigione". Per Gabriele Zimmer (Gue/ngl) "I fondi aggiuntivi richiesti dalla Commissione sono un mero riflesso dei maggiori compiti dati all´Unione europea. Non devono essre utilizzati per aumentare l´amministrazione. (...) Ad esempio, in che modo l´Ue può continuare a combattere l´esclusione sociale e la povertà se ci saranno tagli al finanziamento dei poveri tra i più poveri? Un atteggiamento diverso deve trasparire in seno al Consiglio. Ci si deve allontanare dai ristretti interessi parrocchiali nazionali". |
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UE: ALLARGAMENTO: PIÙ PARTECIPAZIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE |
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Bruxelles, 22 novembre 2012 - L´allargamento è lo strumento di politica estera più riuscito, ha indicato Maria Eleni Koppa. La relazione della deputata socialista greca sottolinea l´importanza di richiedere ai nuovi Stati membri di impegnarsi ad una maggiore integrazione, anche rispetto all´uguaglianza di genere e contro le discriminazioni. È inoltre necessaria una strategia per coinvolgere i cittadini in questo processo. La relazione discussa ieri e votata oggi. In che modo la crisi economica ha influenzato il processo di allargamento? L´europa si trova ad un crocevia a causa della crisi economica. Abbiamo bisogno di un´Europa capace di ricevere le candidature dei paesi che vogliono diventare Stati membri. L´allargamento è lo strumento di politica estera più riuscito dell´Ue. Per me, e per il gruppo social-democratico, è importante continuare in questa direzione sull´allargamento. Questo processo non è finito e altri paesi continuano a crederci. È una promessa che l´Europa deve continua a mantenere. La sua proposta prevede una maggior partecipazione da parte della società civile per ottenere un maggiore consenso della popolazione? L´allargamento ha raccolto sempre meno consenso tanto nei Paesi membri quanto in quelli candidati. Abbiamo bisogno di ripensare alla nostra strategia di comunicazione e avvicinare i cittadini, le Ong e i sindacati. L´allargamento non significa trovare accordi tra governi, ma far sentire i cittadini parte di questo processo. Perché inserire in questa relazione l´uguaglianza di genere e le proposte contro le discriminazioni? È un problema per molti dei paesi candidati. Ma ovviamente vogliamo evitare di usare due pesi e due misure. Perciò bisogna essere certi che ciò che richiediamo ai paesi candidati, sia già rispettato all´interno dell´Unione. Per esempio, l´anno scorso alcuni Stati membri hanno avuto problemi a rispettare la libertà di espressione. |
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UE: PROCEDIMENTI PER INFRAZIONE INIZIATI IN NOVEMBRE: PRINCIPALI DECISIONI |
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Bruxelles, 21 novembre 2012 Procedimenti per infrazione iniziati in novembre: principali decisioni
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| Con il suo pacchetto mensile di decisioni nel contesto dei procedimenti per infrazione, la Commissione europea ha deliberato di agire contro alcuni Stati membri che non hanno adempiuto agli obblighi loro incombenti in virtù della legislazione dell´Unione. Tali decisioni, riguardanti molteplici settori, sono finalizzate a garantire la corretta applicazione della legislazione Ue a beneficio dei cittadini e delle imprese. La Commissione ha adottato 199 decisioni, compresi 48 pareri motivati e 7 deferimenti (5 dei quali comprendenti sanzioni pecuniarie) alla Corte di giustizia dell´Unione europea. Si riporta di seguito una sintesi delle principali decisioni adottate. Per maggiori delucidazioni sul procedimento per infrazione si rinvia a Memo/12/12. Deferimenti alla Corte di giustizia con richiesta di sanzioni pecuniarie Mercato interno dell´energia: la Commissione deferisce la Polonia e la Finlandia alla Corte di giustizia per mancata attuazione delle norme Ue La Commissione europea ha deferito la Polonia e la Finlandia alla Corte di giustizia dell´Unione europea per non aver pienamente attuato nel proprio ordinamento giuridico nazionale le norme dell´Ue in materia di mercato interno dell´energia. Finora la Polonia ha recepito solo parzialmente la direttiva sul gas, mentre la Finlandia non ha pienamente attuato nel proprio ordinamento giuridico nazionale né la direttiva sull´energia elettrica né la direttiva sul gas. Tali direttive avrebbero dovuto essere attuate dagli Stati membri entro il 3 marzo 2011. Per la Polonia la Commissione propone il versamento di una sanzione pecuniaria giornaliera di 88 819,20 Eur. Per la Finlandia, la Commissione propone una sanzione pecuniaria giornaliera di 32 140,80 Eur per mancata attuazione della direttiva sull´energia elettrica e di 28 569,60 Eur per mancata attuazione della direttiva sul gas. Le sanzioni dovrebbero essere versate a decorrere dal giorno della pronuncia della sentenza della Corte fino alla data della notifica alla Commissione da parte della Polonia e della Finlandia della piena attuazione di dette norme nel rispettivo ordinamento giuridico nazionale. (per maggiori informazioni: Ip/12/1236 – M. Holzner - Tel. +32 229 60196 - Cell. +32 498 98 2280) Moneta elettronica: la Commissione chiede alla Corte di giustizia di infliggere una sanzione pecuniaria al Belgio per mancata applicazione delle norme Ue La Commissione europea ha deciso di deferire il Belgio alla Corte di giustizia dell´Ue per mancata attuazione da parte di tale paese della direttiva concernente l´avvio, l´esercizio e la vigilanza prudenziale dell´attività degli istituti di moneta elettronica. La Commissione ha deciso inoltre di chiedere alla Corte di imporre al Belgio il versamento di una sanzione pecuniaria giornaliera fino alla data della piena attuazione della direttiva. La Commissione propone una sanzione giornaliera di 59 212,80 Eur, da versare a decorrere dal giorno della pronuncia della sentenza della Corte fino alla data della notifica alla Commissione da parte del Belgio della piena attuazione di dette norme nel proprio ordinamento giuridico nazionale. (per maggiori informazioni: Ip/12/1248 – S. De Rynck - Tel. +32 229 63421 - Cell. +32 498 98 3969) Patenti di guida: la Commissione propone sanzioni limitate per Cipro La Commissione europea ha deciso di modificare la sua decisione di deferire Cipro alla Corte di giustizia dell´Ue per incompleta attuazione da parte di tale paese della direttiva concernente la patente di guida. Dopo la decisione di rinvio della Corte dello scorso giugno (Ip/12/642), Cipro ha notificato disposizioni che recepiscono in parte la direttiva 2006/126/Ce. Per tener conto di tali nuovi sviluppi, la Commissione ha ridotto a 6 504,96 Eur l´importo della sanzione pecuniaria giornaliera proposta. La direttiva avrebbe dovuto essere recepita entro il 19 gennaio 2011. Una mancata piena attuazione della direttiva potrebbe avere ripercussioni sulla sicurezza stradale e rende difficile per i cittadini ciprioti sostituire la propria patente di guida in un altro paese dell´Ue. (per maggiori informazioni: Ip/12/1237 – H. Kearns - Tel. +32 229 87638 - Cell. +32 498 98 7638) Altri deferimenti alla Corte di giustizia La Commissione deferisce il Belgio alla Corte di giustizia per il mancato rilascio di passaporti biometrici con impronte digitali Più di tre anni dopo la scadenza stabilita per il rilascio di passaporti biometrici con impronte digitali, il Belgio non ha tuttora adempiuto a tale obbligo. Di conseguenza, la Commissione ha deciso di deferire tale paese alla Corte di giustizia dell´Ue, chiedendo al Belgio di accelerare il rilascio di passaporti biometrici provvisti della caratteristica di sicurezza concordata. (per maggiori informazioni: Ip/12/1247 – M. Cercone - Tel. +32 229 80963 - Cell. +32 498 98 2349) Appalti pubblici: la Commissione chiede alla Grecia di garantire eque condizioni di accesso agli appalti pubblici per la fornitura di servizi informatici La Commissione europea ha deciso di deferire la Grecia alla Corte di giustizia perché tale paese non ha garantito il pieno rispetto delle norme dell´Ue sugli appalti pubblici per quanto riguarda l´acquisto di un sistema informatico per la Fondazione per la sicurezza sociale (Ika). In particolare nel febbraio 2012 la Grecia è venuta meno al suo obbligo, ai sensi della direttiva 2004/18/Ce, di avviare una nuova procedura per l´aggiudicazione dell´appalto sopracitato senza le clausole illegali inserite nell´originario bando di gara. (per maggiori informazioni: Ip/12/1249 – S. De Rynck - Tel. +32 229 63421 - Cell. +32 498 98 3969) Pareri motivati Ambiente: la Commissione chiede a Austria, Germania e Italia di notificare il recepimento delle norme modificate dell´Ue relative alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili Entro il 10 giugno 2012 gli Stati membri erano tenuti a recepire un emendamento del 2009 alle norme dell´Ue relative alla limitazione delle emissioni di composti organici volatili. L´austria, la Germania e l´Italia non hanno notificato alla Commissione le misure legislative di recepimento delle modifiche apportate alla direttiva sulle vernici. Tale direttiva, limitando le immissioni nell´atmosfera di composti organici volatili, rappresenta uno strumento fondamentale per tutelare l´ambiente e la salute delle persone. Nonostante le lettere di messa in mora della Commissione, l´Austria, la Germania e l´Italia non hanno ancora notificato le disposizioni nazionali di applicazione. La Commissione ha emesso pertanto un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). Tali paesi hanno ora due mesi per rispondere. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Vigilanza dei servizi finanziari: la Commissione chiede a Belgio, Francia, Grecia, Lussemburgo, Polonia e Portogallo di attuare le norme Ue La Commissione ha chiesto al Belgio, alla Francia, alla Grecia, al Lussemburgo, alla Polonia e al Portogallo di notificare entro due mesi le disposizioni per conformarsi alle norme dell´Ue nel settore finanziario (direttiva 2010/78/Ue), in merito ai poteri delle tre nuove autorità europee di vigilanza in campo bancario (Autorità bancaria europea), nel settore delle assicurazioni e delle pensioni (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e nel settore degli strumenti finanziari (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati). La direttiva persegue lo scopo di adeguare le disposizioni delle principali direttive riguardanti i servizi finanziari alla nuova struttura di vigilanza, garantendo così che le autorità europee di vigilanza siano pienamente in grado di assolvere tutti i compiti loro assegnati. Gli Stati membri erano tenuti ad attuare tale direttiva entro il 31 dicembre 2011. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Nel caso in cui gli Stati membri non notifichino entro due mesi alla Commissione le disposizioni adottate per attuare la direttiva, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia europea. (per maggiori informazioni: S. De Rynck - Tel. +32 229 63421 - Cell. +32 498 98 3969) Trasporti: la Commissione chiede a Bulgaria, Cipro e Portogallo di adottare disposizioni nazionali in merito ai sistemi di trasporto intelligenti La Commissione europea ha chiesto alla Bulgaria, a Cipro e al Portogallo di adottare ulteriori misure per facilitare la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti (Its). La direttiva 2010/40/Ue promuove la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto. La Commissione adotta le specifiche necessarie ad assicurare la compatibilità, l´interoperabilità e la continuità per la diffusione e l´utilizzo operativo di tali sistemi. I tre Stati membri in questione non hanno pienamente attuato la direttiva nel proprio ordinamento giuridico nazionale, sebbene fossero tenuti a provvedervi entro il 27 febbraio 2012. Ai sensi della direttiva, gli Stati membri si adoperano per garantire che le specifiche adottate dalla Commissione siano applicate alle applicazioni e ai servizi Its all´atto della loro diffusione. Il mancato tempestivo recepimento della direttiva potrebbe compromettere l´efficacia e l´applicazione di tali specifiche. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Nel caso in cui gli Stati membri non notifichino entro due mesi alla Commissione le disposizioni adottate per garantire la piena conformità alla legislazione dell´Ue, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia europea. (per maggiori informazioni: H. Kearns - Tel. +32 229 87638 - Cell. +32 498 98 7638) Notai: la Commissione interviene per far rispettare la libertà di stabilimento nella Repubblica Ceca e in Lettonia La Commissione europea ha trasmesso alla Repubblica ceca e alla Lettonia un´ulteriore richiesta di rispettare il diritto dell´Ue procedendo al ritiro delle proprie disposizioni sulla nazionalità per i notai. Nel maggio 2011 la Corte di giustizia dell´Ue aveva già sentenziato che tali provvedimenti sulla nazionalità violano il principio della libertà di stabilimento e che alle attività dei notai non si applica l´eccezione di cui all´articolo 51 del trattato sul funzionamento dell´Ue in merito alle attività che partecipano all´esercizio dei pubblici poteri. La Repubblica ceca e la Lettonia hanno sostenuto che tale eccezione si applica ai loro notai, in quanto sono conferiti loro poteri in campo giudiziario. Ai notai non è tuttavia conferito il potere di statuire su controversie. Sebbene nella Repubblica ceca e in Lettonia i poteri conferiti ai notai consentano loro in alcuni casi di prendere decisioni equivalenti a decisioni giudiziarie, a parere della Commissione tale partecipazione all´esercizio dei pubblici poteri non è sufficiente a giustificare il requisito della nazionalità. La nuova richiesta assume la forma di parere motivato complementare nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Entro due mesi i due paesi devono notificare alla Commissione le disposizioni adottate per adempiere agli obblighi previsti dalla legislazione Ue riguardo ai notai. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. Per maggiori informazioni sulla libertà di stabilimento: http://ec.Europa.eu/internal_market/top_layer/living_working/services-establishment/index_en.htm (per maggiori informazioni: S. De Rynck - Tel. +32 229 63421 - Cell. +32 498 98 3969) Fondi di investimento: la Commissione chiede alla Grecia e alla Polonia di conformarsi alle norme Ue La Commissione europea ha chiesto alla Grecia e alla Polonia di notificare le disposizioni nazionali di applicazione delle ultime modifiche alla direttiva sugli organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm) (direttiva 2009/65/Ce - Oicvm Iv), nonché alle due direttive di esecuzione (cfr. Ip/10/869). Il termine ultimo per la notifica dei provvedimenti era il 30 giugno 2011. La direttiva prevede norme comuni in materia di creazione e gestione degli Oicvm e norme che disciplinano le attività dei gestori di tali organismi nell´Ue. I gestori di fondi che adempiono a tali norme possono beneficiare del diritto di offrire i propri servizi oltre frontiera. Gli Oicvm autorizzati ai sensi delle disposizioni della direttiva possono distribuire strumenti finanziari agli investitori nell´Ue dopo aver seguito una determinata procedura di notifica alle competenti autorità. La Grecia e laPolonia devono notificare alla Commissione entro due mesi i provvedimenti adottati per rispettare gli obblighi loro incombenti in forza del diritto dell´Ue. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia del´Ue. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito: http://ec.Europa.eu/internal_market/investment/oicvm-directive/index_en.htm (per maggiori informazioni: S. De Rynck - Tel. +32 229 63421 - Cell. +32 498 98 3969) Energie rinnovabili: la Commissione emette un parere motivato nei confronti dell´ungHeria e del Lussemburgo La Commissione europea ha emesso un parere motivato nei confronti di Ungheria e Lussemburgo per mancata notifica del pieno recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili. La direttiva relativa all´energia da fonti rinnovabili (2009/28/Ce) doveva essere attuata dagli Stati membri entro il 5 dicembre 2010. L´ungheria e il Lussemburgo non hanno tuttavia notificato alla Commissione le disposizioni adottate per attuare pienamente la direttiva nel proprio ordinamento giuridico nazionale. Nel caso in cui i due Stati membri non adempiano entro due mesi agli obblighi loro incombenti, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia. Questi due pareri motivati vanno ad aggiungersi a 11 provvedimenti analoghi adottati per Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Malta, Polonia e Slovenia. Per ulteriori informazioni si rinvia al sito: http://ec.Europa.eu/energy/infringements/index_en.htm (per maggiori informazioni: M. Holzner - Tel. +32 229 60196 - Cell. +32 498 98 2280) Ambiente: la Commissione chiede all´Austria di notificare le disposizioni di recepimento delle norme dell´Ue modificate sul recupero di vapori di benzina La Commissione europea rileva che l´Austria non ha notificato le disposizioni di attuazione della direttiva sul recupero di vapori di benzina durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio. Ai sensi della direttiva, gli Stati membri dovevano mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie entro il 1° gennaio 2012 e informarne la Commissione. Una lettera di messa in mora è stata trasmessa nel marzo 2012, ma l´Austria non ha ancora notificato il recepimento della direttiva. La Commissione ha emesso pertanto un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). L´austria ha ora due mesi per rispondere. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Orario di lavoro: la Commissione chiede al Belgio di applicare correttamente la normativa agli insegnanti nelle scuole con internato La Commissione europea ha chiesto al Belgio di adottare provvedimenti al fine di applicare correttamente nel caso degli insegnanti nelle scuole con internato la direttiva 2003/88/Ce, concernente taluni aspetti dell´organizzazione dell´orario di lavoro. In Belgio il servizio di sorveglianza notturno prestato dagli insegnanti negli internati non è considerato come orario di lavoro al 100%: ad esempio, un servizio notturno di 8 ore è considerato come un orario di lavoro effettivo di 3 ore. Gli insegnanti possono essere obbligati a prestare fino a quattro servizi notturni in una settimana. Inoltre il servizio notturno può essere combinato con un turno giornaliero. Ciò potrebbe configurarsi come una violazione delle disposizioni della direttiva 2003/88/Ce che prevede un limite massimo di ore di lavoro settimanali (48 in media) e periodi minimi di riposo, in particolare un periodo minimo di riposo di 11 ore consecutive nel corso di ogni periodo di 24 ore. Deroghe alle norme sui periodi di riposo sono possibili in alcuni casi, a condizione che un equivalente periodo di riposo compensativo segua immediatamente il periodo di lavoro che è destinato a compensare. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Il Belgio ha due mesi per notificare alla Commissione i provvedimenti adottati per applicare correttamente la direttiva. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di Giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Todd - Tel. +32 229 94107 - Cell. +32 498 99 4107) Ambiente: la Commissione chiede alla Bulgaria di chiudere le discariche La Commissione europea ha chiesto alla Bulgaria di mettere in conformità le proprie discariche alla legislazione dell´Ue. Tale richiesta rientra in un esercizio orizzontale riguardante diversi Stati membri. A norma della legislazione dell´Ue la messa a discarica dovrebbe essere utilizzata come ultima ratio e soltanto a condizioni idonee ad evitare ripercussioni sulla salute delle persone e sull´ambiente. La Bulgaria aveva accettato di chiudere le discariche che non rispondevano ai requisiti della legislazione dell´Ue. Sebbene alcuni progressi siano stati compiuti, sono tuttora 124 le discariche non conformi alla normativa. La Commissione ha emesso pertanto un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). La Bulgaria ha ora due mesi per rispondere. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di Giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Ambiente: la Commissione chiede alla Repubblica Ceca di mettere in conformità la sua legislazione nazionale alle prescrizioni della direttiva sui rifiuti prodotti dalle industrie estrattive La Commissione europea ha chiesto alla Repubblica ceca di mettere in conformità la propria normativa nazionale alle disposizioni della direttiva sui rifiuti delle industrie estrattive, finalizzata a prevenire o a ridurre il più possibile gli effetti negativi per l´ambiente, in particolare per l´acqua, l´aria, il suolo, la fauna e la flora, nonché per la salute umana, conseguenti alla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive. La Repubblica ceca avrebbe dovuto attuare nel proprio ordinamento giuridico nazionale la direttiva su tali rifiuti entro il 1° maggio 2008. La Commissione ha trasmesso alla Repubblica ceca una lettera di messa in mora nel maggio 2012. Poiché la Repubblica ceca non ha ancora adottato i provvedimenti necessari, la Commissione ha emesso un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). La Repubblica ceca ha due mesi per rispondere. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di Giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Trasporti ferroviari: la Commissione chiede alla Francia di recepire la normativa Ue sull´interoperabilità ferroviaria con riguardo al tunnel sotto la Manica La Commissione europea ha chiesto alla Francia di mettere in conformità le proprie disposizioni nazionali alle norme della direttiva 2008/57/Ce sull´interoperabilità ferroviaria, con riferimento in particolare al tunnel sotto la Manica. La legislazione è diretta ad assicurare l´interoperabilità del sistema ferroviario europeo e a consentire al settore ferroviario di competere più efficacemente con altri modi di trasporto. La normativa avrebbe dovuto entrare in vigore entro il 19 luglio 2010. Nel caso in cui la Francia non dia una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia. La Commissione ha iniziato un procedimento d´infrazione contro la Francia a questo riguardo nel giugno di quest´anno e ha emesso ora una parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). La Francia ha ora due mesi per rispondere alla Commissione. In mancanza di una risposta soddisfacente entro due mesi, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: H. Kearns - Tel. +32 229 87638 - Cell. +32 498 98 7638) Fiscalità: la Commissione chiede alla Francia di sottoporre a imposizione il noleggio di panfili di lusso La Commissione ha formalmente chiesto alla Francia di abolire l´esenzione dall´Iva applicata al noleggio di panfili utilizzati per la navigazione da diporto. La direttiva Iva (articolo 148) prevede l´esenzione dall´Iva di talune operazioni relative alle imbarcazioni. Tale esenzione non si estende tuttavia ai panfili di lusso utilizzati dalle persone fisiche a fini di diporto. Ciò è stato confermato anche dalla Corte di giustizia europea (sentenza del 22 dicembre 2010, causa C-116/10, Bacino Charter Company Sa). La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato. In mancanza di una risposta soddisfacente entro due mesi da parte della Francia, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia. (per maggiori informazioni: E. Traynor - Tel. +32 229 21548 - Cell. +32 498 98 3871) Trasporti: la Commissione chiede alla Germania di notificare le disposizioni di attuazione delle norme Ue sull´assicurazione degliarmatori per i crediti marittimi La Commissione ha chiesto alla Germania di notificare le disposizioni nazionali di attuazione in materia di assicurazione degli armatori per i crediti marittimi. Gli Stati membri erano tenuti a recepire le norme Ue dirette a imporre agli armatori, dal 1° gennaio 2012, di provvedere una sufficiente copertura assicurativa per le proprie navi nell´Ue. Venendo meno ai propri obblighi, la Germania non ha notificato alla Commissione alcuno strumento giuridico di attuazione della direttiva. L´obbligo dell´assicurazione garantisce una migliore protezione delle vittime, contribuisce a eliminare le navi non conformi alle norme e permette di ripristinare la concorrenza tra gli operatori. In mancanza di una risposta soddisfacente entro due mesi da parte della Germania, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia. (per maggiori informazioni: H. Kearns - Tel. +32 229 87638 - Cell. +32 498 98 7638) Fiscalità: la Commissione chiede alla Grecia di modificare le proprie norme in materia di noleggio di autoveicoli La Commissione europea ha formalmente chiesto alla Grecia di modificare le disposizioni relative alla tassa di immatricolazione dei veicoli oggetto di noleggio o di leasing. Secondo la legge greca, se un residente in Grecia prende a noleggio o in leasing un autoveicolo da un locatore stabilito in un altro Stato membro, la tassa di immatricolazione va pagata per intero in Grecia. Tuttavia, secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia europea, la Grecia può imporre soltanto una tassa proporzionale alla durata dell´uso del veicolo. Dato che attualmente ciò non avviene, la legislazione greca può agire da deterrente agli scambi transfrontalieri. La Commissione ritiene che ciò si configuri come una violazione del principio della libera circolazione dei servizi sancito dai trattati. La richiesta assume la forma di un parere motivato. Se la Grecia non si conforma alla richiesta entro due mesi, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: E. Traynor - Tel. +32 229 21548 - Cell. +32 498 98 3871) Fiscalità: la Commissione chiede all´Ungheria di modificare la propria imposta speciale sul commercio al dettaglio e l´imposta speciale sulle telecomunicazioni La Commissione europea ha formalmente chiesto all´Ungheria di modificare la propria normativa in merito alle imposte speciali applicate al settore del commercio al dettaglio e al settore delle telecomunicazioni. La Commissione giudica discriminatorie tali imposte perché colpiscono in misura sproporzionata gli operatori non ungheresi. L´ungheria impone aliquote fiscali progressive a carico di tutte le imprese del commercio al dettaglio e a tutte le società di telecomunicazioni sulla base del loro fatturato annuale. Il modo in cui le aliquote fiscali sono concepite e la struttura dei due mercati fanno sì che nella pratica alle imprese nazionali venga attribuito un trattamento preferenziale e che le imposte gravino prevalentemente sulle imprese di proprietà estera. La Commissione ritiene che questo si configuri come una violazione della libertà di stabilimento garantita dai trattati dell´Unione (articolo 49 del Tfue). All´ungheria è stato pertanto chiesto di modificare entro due mesi la propria normativa per conformarla al diritto dell´Ue (seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione). In caso contrario, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. Un distinto procedimento d´infrazione riguardo alla tassa speciale sulle telecomunicazioni, in relazione alla direttiva autorizzazioni, è stato iniziato nel marzo 2012 innanzi alla Corte di giustizia dell´Ue (causa C-462/12, cfr. Ip/12/286). (per maggiori informazioni: E. Traynor - Tel. +32 229 21548 - Cell. +32 498 98 3871) Prestazione di servizi: la Commissione chiede all´Ungheria di assicurare la libertà di stabilimento degli emittenti di buoni pasto La Commissione europea ha deciso di attivarsi per garantire la libertà di stabilimento e di prestazione di servizi degli emittenti di buoni pasto, divertimenti e vacanze in Ungheria. La Commissione ha chiesto all´Ungheria di adempiere agli obblighi che le incombono in forza del trattato sul funzionamento dell´Unione europea e della direttiva 2006/123/Ce relativa ai servizi nel mercato interno (direttiva servizi), rimuovendo le restrizioni ingiustificate e sproporzionate adottate. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato nell´ambito di un procedimento per infrazione. Nel caso in cui le amministrazioni pubbliche nazionali non forniscano una risposta soddisfacente entro quattro settimane, la Commissione può decidere di deferire l´Ungheria alla Corte di giustizia dell´Unione europea. (per maggiori informazioni: S. De Rynck - Tel. +32 229 63421 - Cell. +32 498 98 3969) Salute e sicurezza: la Commissione chiede all´Italia di applicare pienamente la legislazione dell´Ue La Commissione europea ha chiesto all´Italia di adottare le disposizioni necessarie ad assicurare la piena applicazione della direttiva che sancisce i principi generali relativi alla prevenzione dei rischi professionali e alla protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori. La direttiva (89/391/Cee) impone agli Stati membri di adottare provvedimenti legislativi per obbligare i datori di lavoro a procedere a una valutazione dei rischi e a adottare misure di prevenzione al fine di eliminare i rischi, in modo da ridurre gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il nocciolo del problema sta nel fatto che in Italia la legislazione vigente esonera i datori di lavoro dalla responsabilità in materia di sicurezza e salute in caso di delega e di sottodelega di funzioni e pospone l´obbligo di elaborare una valutazione dei rischi in caso di nuova impresa o di modifiche sostanziali. La richiesta assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Nel caso in cui l´Italia non notifichi entro due mesi provvedimenti idonei a garantire il pieno adempimento dei suoi obblighi in virtù della direttiva, la Commissione può decidere di deferire l´Italia alla Corte di giustizia dell´Unione europea. (per maggiori informazioni: J. Todd - Tel. +32 229 94107 - Cell. +32 498 99 4107) Ambiente: la Commissione chiede all´Italia di chiudere o mettere a norma le discariche Ai sensi della normativa dell´Unione, gli Stati membri dovevano assicurarsi che le discariche cui era stata concessa un´autorizzazione o che erano già in funzione al momento del recepimento della direttiva sulle discariche continuassero a funzionare anche dopo il luglio 2009 soltanto a condizione di ottemperare alle disposizioni della direttiva. Secondo la Commissione, diverse discariche erano ancora attive in Italia anche dopo la scadenza del 2009, in violazione delle norme della direttiva. La Commissione ha pertanto trasmesso una lettera di messa in mora. Dopo aver esaminato la risposta fornita dall´Italia, la Commissione ha concluso che, nonostante qualche progresso, alcune discariche non erano ancora state chiuse o rese conformi alle disposizioni della direttiva. La Commissione ha pertanto emesso un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue) e l´Italia ha ora due mesi per rispondere. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Ambiente: la Commissione sollecita l´Italia a modificare la normativa in materia di acque di balneazione La normativa dell´Ue in materia di acque di balneazione obbliga gli Stati membri a collaborare e a scambiarsi informazioni nel caso in cui un bacino idrografico comporti un impatto transfrontaliero sulla qualità delle acque di balneazione. La Commissione europea ritiene che gli strumenti di recepimento italiani di detta normativa non contengano tali disposizioni e ha comunicato all´Italia queste conclusioni in una lettera di messa in mora nel gennaio di quest´anno. La Commissione ha emesso ora un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue) in quanto apparentemente non è stato ancora adottato il pertinente emendamento legislativo. L´italia ha due mesi per rispondere. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Ambiente: la Commissione chiede all´Italia di migliorare il recepimento delle norme Ue in materia di pile e accumulatori La Commissione europea ritiene che la legislazione italiana in materia di pile non sia conforme alle norme europee. In virtù di tale direttiva, i fabbricanti sono obbligati a indicare chiaramente il contenuto di piombo, mercurio e cadmio in maniera visibile, leggibile e indelebile. Le autorità italiane hanno riconosciuto che la legislazione italiana non provvede in tal senso, ma, nonostante una lettera di messa in mora della Commissione al riguardo, l´opportuno emendamento legislativo non è stato ancora adottato. La Commissione ha emesso pertanto un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). L´italia ha ora due mesi per rispondere. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Ambiente: la Commissione chiede all´Italia di migliorare il recepimento della direttiva sulle alluvioni A norma della legislazione dell´Ue, gli Stati membri devono svolgere valutazioni del rischio di alluvioni per i propri bacini idrografici e redigere piani di gestione del rischio. La Commissione ritiene che la normativa italiana di attuazione della direttiva sulle alluvioni sia eccessivamente restrittiva, in quanto esclude le alluvioni provocate da eventi non meteorologici (ad esempio, tsunami) e da cedimenti infrastrutturali quali la rottura di una diga. Le autorità italiane hanno accettato di apportare le opportune modifiche ma, nonostante una lettera di messa in mora della Commissione al riguardo nel marzo 2012, il problema permane. La Commissione ha pertanto emesso un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). L´italia ha ora due mesi per rispondere: in mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Sicurezza sociale: la Commissione chiede ai Paesi Bassi di corrispondere l´assegno per invalidità anche agli assicurati residenti in un altro Stato membro La Commissione europea ha chiesto ai Paesi Bassi di garantire che gli aventi diritto a un assegno per invalidità a norma della legislazione olandese in tema di sicurezza sociale ne fruiscano anche se risiedono in un altro Stato membro. La Commissione ritiene che l´assegno per invalidità corrisposto in forza della legge olandese sulle prestazioni a favore delle persone handicappate e affette da malattie croniche (Wet tegemoetkoming chronisch zieken en gehandicapten – Wtcg) vada riconosciuto agli aventi diritto anche se questi non risiedono nei Paesi Bassi. Negando il riconoscimento di tale assegno ai residenti in un altro Stato membro, i Paesi Bassi violano gli obblighi che incombono loro in forza del diritto dell´Ue, in particolare dell´articolo 48 del trattato sul funzionamento dell´Ue, come applicato dal regolamento (Ce) 883/2004. La richiesta assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. I Paesi Bassi hanno due mesi per notificare alla Commissione le disposizioni adottate al fine di assicurare l´adempimento degli obblighi a norma del diritto dell´Ue. In caso contrario la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Todd - Tel. +32 229 94107 - Cell. +32 498 99 4107) Fiscalità: la Commissione chiede ai Paesi Bassi di modificare le norme fiscali in materia pensioni transfrontaliere La Commissione europea ha formalmente chiesto ai Paesi Bassi di modificare tre disposizioni in tema di tassazione delle pensioni transfrontaliere. In primo luogo, i fornitori di prestazioni pensionistiche stranieri devono prestare garanzie alle autorità olandesi in caso di trasferimento di pensioni all´estero o qualora vogliano svolgere la propria attività sul mercato olandese. In secondo luogo, i lavoratori dipendenti devono fornire garanzie nel caso in cui le proprie pensioni siano trasferite all´estero o nel caso in cui vogliano acquistare servizi pensionistici all´estero. In terzo luogo, i trasferimenti di pensioni ai fornitori stranieri di prestazioni pensionistiche da parte di lavoratori occupati al di fuori dei Paesi Bassi sono esenti da imposte soltanto nel caso in cui il contribuente fornisca garanzie o i fornitori di prestazioni pensionistiche stranieri assumano la responsabilità per qualsiasi credito fiscale. Nessuna di queste condizioni deve essere rispettata dai fornitori di servizi pensionistici olandesi nei Paesi Bassi. La Commissione ritiene pertanto che tali norme rappresentino restrizioni alla libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori, alla libertà di stabilimento, alla libera prestazione di servizi e alla libera circolazione di capitali (articoli 21, 45, 49, 56 e 63 del Tfue). La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato. In caso di mancata risposta soddisfacente entro due mesi, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Unione europea. (per maggiori informazioni: E. Traynor - Tel. +32 229 21548 - Cell. +32 498 98 3871) Ogm: la Commissione chiede alla Polonia di monitorare la coltivazione di Ogm La Commissione europea ha formalmente chiesto alla Polonia di modificare la propria normativa al fine di ottemperare alle norme dell´Ue in materia di monitoraggio della coltivazione di Ogm. La normativa dell´Ue impone che i luoghi in cui sono coltivati Ogm siano notificati alle competenti autorità nazionali, siano iscritti in un registro tenuto dallo Stato membro e siano resi noti al pubblico. Tale processo garantisce che le relative informazioni siano rese pubblicamente disponibili, consente il monitoraggio di eventuali effetti degli Ogm sull´ambiente e permette l´adozione di misure di coesistenza. La Polonia non ha finora provveduto a inserire tali prescrizioni nella propria legislazione nazionale. Nell´ue gli Ogm possono essere coltivati a condizione di essere stati autorizzati previa valutazione dei rischi per la salute delle persone e degli animali e per l´ambiente. Attualmente il mais Mon 810 è l´unico Ogm coltivato nell´Ue. Le autorità polacche hanno due mesi di tempo, a decorrere dalla data della richiesta formale, per adottare i necessari provvedimenti per ottemperare alla normativa Ue e per informare la Commissione europea delle misure adottate. In caso non vi provvedano entro il termine stabilito, la Commissione europea può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Unione europea. (per maggiori informazioni: F. Vincent - Tel. +32 229 87166 - Cell. +32 498 98 7166) Cambiamenti climatici: la Commissione chiede alla Polonia di ottemperare alla normativa dell´Ue sui gas fluorurati a effetto serra Il regolamento (Ce) n. 842/2006 impone alle imprese di adottare una serie di misure per ridurre le perdite da apparecchi contenenti gas fluorurati e per recuperare i gas dai contenitori quando questi sono giunti a fine vita. Il regolamento prevede norme anche in tema di formazione e certificazione del personale incaricato delle riparazioni, di etichettatura delle apparecchiature contenenti gas fluorurati e di comunicazione delle informazioni. I gas fluorurati sono utilizzati negli impianti di refrigerazione e di condizionamento dell´aria, in schiume di isolamento, aerosol ed estintori. Poiché le emissioni di gas fluorurati provocano un riscaldamento fino a 23 000 volte superiore a quello dell´anidride carbonica, la normativa adottata in materia è importante per combattere contro il riscaldamento globale. Finora la Polonia non ha notificato alla Commissione le sanzioni previste in caso di mancata osservanza delle norme. Inoltre la Polonia non ha finora notificato gli organismi nazionali incaricati della formazione e della certificazione delle società e del personale interessato. La Commissione ha emesso ora un parere motivato, chiedendo alla Polonia di ottemperare a tali norme entro due mesi. (per maggiori informazioni: I. Valero Ladron - Tel. +32 229 64971 - Cell. +32 498 96 4971) Ambiente: la Commissione chiede al Portogallo di mettere le valutazioni d´impatto ambientale in conformità con le norme europee La Commissione europea ritiene che la normativa portoghese in tema di valutazione dell´impatto ambientale non sia conforme alle norme europee. La normativa portoghese in materia esclude automaticamente da tali valutazioni i progetti che rientrano in un piano regolatore. Secondo l´attuale legislazione, i progetti di sviluppo urbanistico quali la costruzione di centri commerciali, di parcheggi, di villaggi vacanza e complessi alberghieri e la realizzazione di opere costiere al di fuori delle aree urbane non rientrano nel campo di applicazione della normativa. In diverse occasioni il Portogallo ha informato la Commissione di condividere il suo punto di vista, ma nonostante una precedente lettera di messa in mora in materia, la normativa portoghese non è stata ancora emendata. La Commissione ha emesso pertanto un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). Il Portogallo ha due mesi per rispondere: in mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) Libera circolazione delle merci: la Commissione chiede al Portogallo di applicare le norme Ue sui trattori La Commissione europea ha chiesto al Portogallo di attuare nel proprio ordinamento giuridico nazionale la direttiva 2010/62/Ue della Commissionerelativa all´omologazione dei trattori, che tale paese non ha recepito entro i termini previsti (29 settembre 2011). Il mancato recepimento delle norme dell´Ue ostacola la libera circolazione dei trattori tra gli Stati membri, in particolare l´immatricolazione e le vendite in Portogallo di veicoli omologati in altri Stati membri dell´Ue, pregiudicando il corretto funzionamento del mercato interno. In virtù del sistema di omologazione dell´Ue, i fabbricanti possono ottenere l´omologazione in uno Stato membro di un veicolo, se questo soddisfa i requisiti tecnici previsti dall´Unione, e commercializzarlo successivamente in tutta l´Unione senza bisogno di ulteriori prove o verifiche. L´immatricolazione deve essere quindi concessa su semplice presentazione di un certificato attestante la conformità del veicolo al tipo omologato. In particolare, le norme dell´Ue sui trattori sono ora estese anche ai trattori diversi da quelli per uso speciale e alla categoria di trattori per usi specifici ad altezza libera dal suolo ridotta rispetto agli altri tipi di trattori. Inoltre le prescrizioni sulle zone libere e sulle dimensioni delle prese di forza e del relativo scudo protettivo sono state modificate per consentire livelli più elevati di sicurezza sul luogo di lavoro. Ciò contribuisce a promuovere l´armonizzazione su scala mondiale, aumentando la competitività dei fabbricanti dell´Unione. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Nel caso in cui il Portogallo non informi entro due mesi la Commissione dei provvedimenti adottati per assicurare il pieno adempimento ai suoi obblighi, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Unione europea. Cfr.: http://ec.Europa.eu/enterprise/sectors/automotive/technical-harmonisation/regulatory-framework/index_en.htm (per maggiori informazioni: C. Corazza - Tel. +32 229 51752 - Cell. +32 498 99 2862) Pensioni di vecchiaia: la Commissione chiede alla Slovacchia di corrispondere una gratifica natalizia ai pensionati residenti in altri Stati membri La Commissione europea ha chiesto alla Slovacchia di garantire che i pensionati residenti in un altro Stato membro possano beneficiare di una gratifica natalizia (vianočný príspevok) a integrazione della propria pensione. La Slovacchia corrisponde tale gratifica soltanto ai pensionati residenti sul suo territorio, violando in tal modo gli obblighi che le incombono in forza del diritto dell´Ue (in particolare dell´articolo 48 del trattato sul funzionamento dell´Ue, applicato dal regolamento (Ce) 883/2004). In virtù delle norme dell´Ue, la gratifica natalizia a integrazione di una pensione rappresenta una prestazione di vecchiaia che non può essere negata a motivo del fatto che il beneficiario risiede in un altro Stato membro diverso da quello che la eroga. La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue. Nel caso in cui la Slovacchia non notifichi entro due mesi alla Commissione le disposizioni adottate al fine di garantire il pieno adempimento dei suoi obblighi in virtù della normativa dell´Ue, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Todd - Tel. +32 229 94107 - Cell. +32 498 99 4107) Ambiente: la Commissione chiede alla Slovenia di promuovere la normativa sulla protezione della natura La Commissione europea ha chiesto alla Slovenia di designare un maggior numero di siti per Natura 2000, la rete europea di aree naturali protette. A norma della direttiva sugli uccelli gli Stati membri devono designare i siti più idonei quali zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici. La Slovenia ha designato 27 zone di protezione speciale, ma il loro numero e la loro estensione sono insufficienti in rapporto all´inventario di aree di rilevanza ornitologica utilizzato dalla Commissione per valutare se gli Stati membri adempiono ai propri obblighi. Se la Slovenia è lo Stato membro con la più elevata percentuale di territorio inclusa nei siti Natura 2000, restano tuttavia da designare ancora 8 siti supplementari, mentre 14 devono essere ampliati per adempiere alle disposizioni della direttiva. La Commissione ha trasmesso una lettera di messa in mora nel giugno 2007 senza ottenere progressi nel riesame delle zone di protezione speciale. La Commissione ha emesso pertanto un parere motivato (la seconda fase nell´ambito dei procedimenti per infrazione dell´Ue). La Slovenia ha ora due mesi per rispondere. In mancanza di una risposta soddisfacente, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia dell´Ue. (per maggiori informazioni: J. Hennon - Tel. +32 229 53593 - Cell. +32 498 95 3593) |
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IL PARLAMENTO APPROVA LA CANDIDATURA A COMMISSARIO DI BORG, DOPO UNA SETTIMANA DI TENSIONI |
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Bruxelles, 22 novembre 2012 - Tonio Borg, candidato di Malta per il posto di Commissario per la salute e la protezione dei consumatori, ha ricevuto mercoledì il sostegno di una maggioranza di deputati, con 386 voti a favore, 281 contrari e 28 astenuti. Borg è stato ascoltato la scorsa settimana in un´audizione pubblica durata tre ore dai deputati delle commissioni ambiente, mercato interno e agricoltura. Su richiesta dei deputati, il candidato ha fornito un impegno scritto di rispettare la Carta dei diritti fondamentali Ue e i diritti delle donne e dei Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender). Prima della votazione, il gruppo Ppe ha dichiarato il proprio sostegno al candidato, mentre Verdi, Gue e Alde hanno invece detto che avrebbero votato contro. Procedura - L´articolo 246(2) del Trattato Ue richiede che il Parlamento sia consultato prima che sia nominato un Commissario subentrante: "Il posto divenuto vacante a seguito di dimissioni volontarie o d´ufficio o di decesso è coperto, per la restante durata del mandato del membro, da un nuovo membro della stessa nazionalità, nominato dal Consiglio di comune accordo col presidente della Commissione, previa consultazione del Parlamento europeo (...)". Il regolamento interno del Pe prevede inoltre un voto segreto in questi casi. "Quando la votazione in Aula riguarda la nomina di un unico commissario il voto avviene a scrutinio segreto". |
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AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA APPROVA COMPENSAZIONI PARI A €1,56 MILIARDI PER POSTE ITALIANE PER SERVIZI PUBBLICI EROGATI FRA IL 2009 E IL 2011 |
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Bruxelles, 22 novembre 2012 - La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato, due compensazioni ricevute da Poste Italiane per la fornitura di due servizi pubblici nel periodo 2009-2011, vale a dire una prima compensazione di 1,1 miliardi di euro per il servizio postale universale e una seconda compensazione di 458 milioni di euro per le tariffe postali ridotte offerte, nello stesso periodo, agli editori, alle organizzazioni senza fini di lucro e ai candidati nelle competizioni elettorali. Le misure sono in linea con le norme Ue in materia di compensazione di servizio pubblico in quanto, in particolare, non costituiscono una sovracompensazione per Poste Italiane relativamente alla fornitura di tali servizi e, pertanto, non comportano sovvenzioni incrociate di attività commerciali. Poste Italiane è il principale operatore postale in Italia con 146.014 dipendenti, 14.005 uffici postali e un fatturato di 9,6 miliardi di euro (dati riferiti al 2010). Oltre a fornire i servizi postali di base, Poste Italiane offre prodotti integrati, nonché servizi di comunicazione, logistici e finanziari in tutta Italia. Nel mese di giugno 2012, l´Italia ha notificato compensazioni pari a 1,1 miliardi di euro concesse a Poste Italiane per la fornitura del servizio universale sul territorio italiano fra il 2009 e il 2011. Le autorità italiane hanno inoltre informato la Commissione di aver concesso compensazioni per 458 milioni di euro a Poste Italiane per le tariffe ridotte offerte, nello stesso periodo, agli editori, alle organizzazioni senza fini di lucro e ai candidati nelle competizioni elettorali. Poiché le due misure non sono state notificate alla Commissione prima della loro attuazione, si tratta di aiuti di Stato illegali ai sensi delle norme comunitarie. La Commissione ha valutato le misure alla luce del quadro comunitario sui Servizi di Interesse Economico Generale (Sieg) adottato nel dicembre 2011 (cfr. Ip/11/1571) concludendo che esse rispettano le disposizioni sugli aiuti di Stato illegali concessi prima della sua entrata in vigore. In particolare, Poste Italiane non ha ricevuto una sovracompensazione per la fornitura dei due servizi pubblici. La Commissione ha pertanto concluso che entrambe le misure sono compatibili con le norme sugli aiuti di Stato. |
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UE: PRESIDENTE MARTELLY: "HAITI CHIEDE SPERANZA, AIUTO E INVESTIMENTI"
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Bruxelles, 22 novembre 2012 - Ci sono pochi uomini che possono essere musicisti conosciuti, imprenditori e attivisti. Il presidente di Haiti Michel Martelly é uno di questi. Eletto in maggio 2011 a seguito del disastroso terremoto del 2010. Si é rivolto in sessione plenaria ai deputati mostrando la direzione che vuole prendere Haiti, con l´aiuto dell´Europa. "Sono venuto qui per dirvi che nonostante l´inferno e la violenza dell´acqua, nonostante le ferite, Haiti non ha abbassato la guardia... E lentamente ma senza mollare, Haiti riprenderà a camminare". Anche grazie alla cooperazione con l´Europa. Nel suo discorso Martelly ha espresso la sua gratitudine per il sostegno fornito dall´Unione europea, ma ha sottolineato che gli aiuti umanitari non sono abbastanza: "Nessun paese può davvero risvegliarsi unicamente grazie alla carità. Abbiamo bisogno di lavoro, commercio e investimenti diretti". L´ue, un partner vitale - Haiti é il paese piú povero dell´emisfero occidentale, e il terremoto del 2010 ha peggiorato la situazione. Ha devastato la maggior parte delle infrastrutture dell´isola uccidendo 300.000 persone e lasciando 1 milione di haitiani senza casa. A seguito del disastro, l´Ue ha stanziato 321 milioni di euro in aiuti umanitari. L´unione ha finanziato dei progetti pari a 100 milioni di euro per il 2012 e il 2013. |
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DELLAI: "TRENTINO PONTE TRA LE DUE SPONDE DEL MEDITERRANEO" INCONTRO IERI IN PROVINCIA CON LA DELEGAZIONE DI ACCADEMICI PROVENIENTI DA ALGERIA, MAROCCO E TUNISIA |
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Trento, 22 novembre 2012 - "L´europa ha la tendenza a considerarsi al centro del mondo, ma il mondo ha oggi molti centri ed uno di questi è il Mediterraneo, ed è anche ai Paesi che si affacciano sulla sua sponda sud che noi guardiamo con molto interesse, mettendoci a disposizione come territorio autonomo che crede fortemente nella formazione e nella ricerca per fare da ponte con le opportunità di interscambio e di collaborazione offerta dall´Europa". Questo il messaggio che il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai ha rivolto ieri alla delegazione di Rettori e Prorettori delle Università del Maghreb, in questi giorni a Trento per partecipare al dodicesimo incontro tra i partner del progetto di mobilità internazionale Averroès. Il Progetto Averroès, finanziato attraverso il programma comunitario Erasmus Mundi ed arrivato al suo quarto anno di svolgimento, sono particolarmente importanti perchè incentrati su un aspetto cruciale dei processi di internazionalizzazione in campo universitario, quale quello della mobilità dei ricercatori e degli studenti. Lo scambio di studenti e accademici consente infatti di mettere a fattor comune conoscenze ed esperienze didattiche, scientifiche, educative e sociali a volte assai differenti, consentendo un arricchimento reciproco e un forte sviluppo delo capitale umano presenti nei rispettivi contesti. Un ambito nel quale anche il Trentino vuole giocare un ruolo significativo. Portando il proprio saluto alla delegazione di Rettori, ricevuti nel tardo pomeriggio nella Sala Belli del palazzo della Provincia, il presidente Dellai lo ha voluto riassumere in poche parole, facendo riferimento ad un "territorio molto piccolo e molto autonomo, che investe il 2,2 per cento delle proprie risorse in ricerca e formazione perchè sa che senza di esse non ci potrà essere futuro". A conclusione del breve e cordiale incontro, al quale è intervenuta anche Carla Locatelli, Prorettore dell´Università di Trento con delega alle attività internazionali, Dellai ha espresso l´auspicio che la visita in Trentino della delegazione accademica magrebina possa rappresentare un´opportunità ulteriore sia per gli studenti trentini che per le imprese locali. "Ormai - ha detto Dellai - lo sviluppo economico o è internazionale oppure non è". |
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BILANCIO EUROPEO 2014/2020. VENDOLA: "NO AI TAGLI ALLE POLITICHE DI COESIONE"
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Bari, 22 novembre 2012 - “I fondi europei sono fondamentali per lo sviluppo e la crescita delle regioni del Mezzogiorno e sono vitali per il mantenimento delle Politiche di Coesione. Occorrerà opporsi fortemente a qualsiasi tentativo di riduzione di risorse che l’Unione Europea intenda portare. E fa bene il Ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi a minacciare il potere di veto dell’Italia sul bilancio pluriennale dell’Unione Europea nel caso in cui fosse ridotto il bilancio che la Commissione europea ha proposto lo scorso anno. Una riduzione che inevitabilmente si rifletterebbe sulle Politiche di Coesione che, a questo punto, sarebbero messe seriamente in pericolo. Fesr, Fondi sociali e politiche agricole rischiano di soccombere di fronte allo strapotere di alcuni paesi falchi, fondamentalmente del nord europa, tra i quali la Gran Bretagna e la Svezia”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola riferendosi ai negoziati in corso a Bruxelles per l’approvazione del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (Qfp), il bilancio cioè dell’Unione Europea per gli anni che vanno dal 2014 al 2020. E non sono poche le preoccupazioni sulle priorità da finanziare alla vigilia del vertice europeo di domani e dopodomani, 21 e 22 novembre a Bruxelles, nel corso del quale il Consiglio Europeo dovrà definire la sua posizione negoziale (quindi la posizione ufficiale degli Stati membri) in relazione alle scelte di priorità per il Qfp, posizione che poi successivamente sarà portata in discussione in seno al Parlamento europeo. “L’italia deve opporsi con tutte le sue forze – ha continuato Vendola – perché il riconoscimento alla bontà delle Politiche di Coesione ci può essere solo attraverso un adeguato finanziamento nel prossimo Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione Europea. Vorrei infine ricordare sommessamente al presidente Palese che mi sollecita ad intervenire sulla questione che, al netto di dichiarazioni e prese di posizione ufficiali, la Puglia sta facendo l’unica cosa che deve fare, e cioè sta spendendo bene e nei tempi richiesti dall’Europa; per il prossimo 31 dicembre, la Regione sta lavorando non solo per raggiungere i target previsti ma anche per superarli, così come è accaduto per i target di spesa del 31 ottobre”. |
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AL FORUM SU SVILUPPO ECONOMICO AL PALAZZO DELLA BORSA: RISORSE COMUNITARIE, LIGURIA VIRTUOSAPRONTI ALLA PROGRAMMAZIONE FESR 2014-2020 |
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Genova, 22 novembre 2012 – La Regione Liguria ha impegnato quasi interamente i finanziamenti comunitari a disposizione del Fesr-fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013, pari a 525 milioni di euro. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli in apertura del forum sulle risorse comunitarie “Economia e Sviluppo della Regione Liguria” al Palazzo della Borsa di Genova. “La Liguria sta rispettando la tempistica prevista per quanto riguarda la spesa, avere accelerato al massimo le procedure ha consentito alle aziende liguri di reggere meglio, rispetto ad altre realtà, a una crisi pesante preoccupante”, ha affermato Guccinelli. Per la Regione Liguria comincia ora il lavoro, insieme con le parti sociali e il partenariato, per costruire il nuovo programma comunitario 2014-2020. Per l’assessore, i fondi europei saranno una delle poche risorse” che la Regione Liguria a disposizione, occorre quindi pensare pensare al meglio agli obiettivi da raggiungere e organizzare la spesa”. |
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FONDI EUROPEI PER LO SVILUPPO FESR 2007-2013. IL RIPARTO FINANZIARIO DEI SOSTEGNI ANTICRISI ALLE IMPRESE E AI COMUNI DELLA LIGURIA |
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Genova, 22 novembre 2012 – I dati positivi registrati alla fine di ottobre dei fondi comunitari Por Fesr 2007-2013 della Regione Liguria sono compresi in un piano finanziario articolato in cinque assi: innovazione e competitività, energia, sviluppo urbano, valorizzazione delle risorse culturali e naturali e assistenza tecnica. Le imprese interessate sono circa 1700. Il documento è stato presentato ieri in mattinata al forum su “Economia e Sviluppo della Regione Liguria” al Palazzo della Borsa di Genova. Nell’asse innovazione e competitività, con 300 milioni disponibili, le risorse messe a bando ammontano a 284 milioni, concesse 224 milioni, i pagamento effettuati a 130 milioni. L’asse 2, riguardante l’energia, a fronte di una disponibilità di 28,67 mln, sono stati messi a bando 26 mln, concessi 19 mln e 8 mln i pagamenti fatti. Asse 3, sviluppo urbano, 122,380 milioni di risorse disponibili, 122, 380 mln messi a bando, concessi ai comuni 100 mln, e pagamenti fatti per 24 mln. Per l’asse 4 dedicato alla valorizzazione delle risorse culturali e naturali, dotato di 58 mln, sono stati messi a bando 58 ml, le concessioni sono 32 e i pagamenti effettuati sono pari a 12,7 mln. Infine l’asse 5, assistenza tecnica, a fronte di oltre 20 mln di disponibilità sono stati impegni 13 mln e a 10 mln ammontano i pagamenti effettuati. |
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COMUNI: ZAIA, “SONO CON I SINDACI, LA LORO BATTAGLIA E’ LA MIA” |
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Venezia, 22 novembre 2012 - “Sono con i sindaci: la loro battaglia è la mia”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia esprime la propria condivisione per la protesta dei Comuni italiani contro le decisioni e i tagli del Governo. “E’ una battaglia – prosegue Zaia – che auspico e sostengo da tanto tempo. In questo momento così difficile, nel quale il Governo di Roma colpisce duramente ed indiscriminatamente le autonomie locali, dobbiamo unire le forze aldilà degli steccati politici, perché è in gioco la sopravvivenza delle istituzioni più vicine ai cittadini e la possibilità di dare loro anche i servizi essenziali. Ne sappiamo qualcosa anche noi – aggiunge Zaia – perché anche le Regioni stanno subendo un’aggressione inaccettabile, basti pensare ai tagli alla sanità ed al trasporto locale”. “Dobbiamo proclamare – conclude Zaia – una sorta di rivoluzione ghandiana, che veda protagonisti i territori”. |
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TOSCANA: 2,6 MILIARDI DI INVESTIMENTI REALIZZATI SENZA RICORRERE A MUTUI |
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Firenze, 22 novembre 2012 – Nessun disavanzo, almeno non per quello che l’accezione più comune del termine lascerebbe pensare – ovvero un debito o un buco di bilancio -, quanto semmai investimenti pagati senza ricorrere ai mutui ipotizzati all’inizio. “Il disavanzo tecnico di 2,6 miliardi di euro che figura nella terza variazione del bilancio 2012 approvata dal Consiglio regionale, per 2 miliardi e 49 milioni eredità del bilancio 2011 – chiarisce l’assessore al bilancio Riccardo Nencini -, sono investimenti che sarebbero dovuti venir coperti ricorrendo ad un mutuo ma che alla fine sono stati realizzati contando sulla liquidità di cassa: soldi che la Regione aveva, in qualche caso destinati ad altri progetti al momento rinviati, e che sono stati utilizzati anziché ricorrere ad un prestito, risparmiando dunque sugli interessi”. Chiaramente il mutuo, non acceso ma già autorizzato, potrà essere contratto nel momento in cui per altri e successivi investimenti – o per quelli rinviati – non ci fosse sufficiente liquidità di cassa: uno scenario probabile col taglio che la Regione ha subito sui trasferimenti statali. |
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SEMPLIFICAZIONE. LA GIUNTA DELL’ EMILIA ROMAGNA APPROVA UN PROGETTO DI LEGGE SUI TRIBUTI. LE NOVITÀ PER PROFESSIONISTI E IMPRESE, AUTOMOBILI E MOTO E IN MATERIA DI INQUINAMENTO ACUSTICO |
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Bologna, 22 novembre 2012 - Una sforbiciata a piccoli balzelli in modo da facilitare l’accesso al mondo del lavoro per i giovani professionisti. Chiarezza normativa per ridurre i contenziosi. Un impegno per la qualità acustica dell’aria. La Giunta regionale prosegue nel processo di semplificazione amministrativa approvando un progetto di nuova legge regionale sui tributi che riguarda, tra l’altro, l’accesso alle professioni. “Abbiamo agito pensando soprattutto alle giovani generazioni - spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna - abolendo la tassa regionale di abilitazione, in modo da facilitare l’accesso al mondo del lavoro. Allo stesso modo abbiamo voluto fare chiarezza nel settore delle tasse automobilistiche per ridurre al minimo i contenziosi che costano tempo e danaro tanto ai cittadini quanto all’Amministrazione”. Il provvedimento “snellisce la burocrazia - aggiunge Saliera - e si inserisce a pieno nel processo di semplificazione che la Regione Emilia-romagna sta perseguendo da tempo nell’interesse dei cittadini e delle imprese”. Le imposte abolite Nello specifico, tra le altre cose, la nuova legge prevede l’abolizione dal 2013 dell’imposta regionale per l’abilitazione dell’esercizio professionale (da 50 a 90 euro) e della quota regionale della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche regionali. Auto e moto La nuova legge conferma l’esonero dal pagamento delle tasse automobilistiche per i mezzi storici con più di 30 anni ed estende questa norma anche a quelli tra i 20 e i 30 anni se iscritti nei registri delle associazioni storiche riconosciute dalle norme del Codice della Strada e se utilizzati solo fuori dalle strade o in caso di manifestazioni o rievocazioni. Le automobili e le moto tra i 20 e i 30 anni che, invece, circolano abitualmente su strade pubbliche come mezzi di trasporto di tutti i giorni devono pagare solo una tassa di circolazione forfettaria (25,82 euro per gli autoveicoli e 10,33 euro per i motoveicoli). La nuova legge fa poi chiarezza sui veicoli in leasing mettendo nero su bianco che, conformemente alla normativa statale, i soggetti tenuti a pagare la tassa automobilistica non sono solo i proprietari del mezzo, ma, in solido, anche i detentori di contratti come usufrutti, leasing o patto di riservato dominio. Inquinamento acustico Novità in vista anche per la lotta all’inquinamento acustico: applicando una legge nazionale del maggio 2011, si istituisce l’imposta regionale sulle emissioni degli aeromobili che sarà pagato dalle compagnie aeree per ogni decollo e ogni atterraggio dei veivoli. L’imposta ha l’obiettivo di finanziarie interventi di controllo e contrasto all’inquinamento acustico. La sua entità è determinata in base alla classificazione della Convenzione civile internazionale (che divide gli aerei in tre classi in base all’emissione acustica dei singoli velivoli) e sarà progressiva in base alla quantità di emissioni sonore prodotte. |
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PROVINCE: NENCINI, DECRETO RIFORMA NON RISPECCHIA VOLONTÀ TOSCANA L’ASSESSORE AI RAPPORTI ISTITUZIONALI HA SVOLTO UNA COMUNICAZIONE SUL DECRETO LEGGE APPROVATO DAL GOVERNO. TUTTI GLI INTERVENTI NEL DIBATTITO IN CONSIGLIO REGIONALE |
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Firenze, 22 novembre 2012 - “Il decreto non rispecchia, se non in maniera parziale, le indicazioni uscite dal Consiglio regionale e dal Consiglio delle autonomie locali della Toscana”. Ad affermarlo, nel corso della comunicazione svolta in Aula consiliare sul decreto di riordino delle province approvato di recente dal Consiglio dei ministri, è stato l’assessore regionale ai Rapporti istituzionali, Riccardo Nencini, che ha parlato di “tre province e di un’inedita città metropolitana”. “Dentro i parametri del governo poteva nascere un’altra provincia, quella Lucca e Massa Carrara, così come poteva essere sviluppata in modo assai diverso l’area metropolitana fiorentina, che invece si estenderà dall’Abetone a Greve in Chianti assommando ai poteri delle vecchie province altre prerogative sotto forma di coordinamento”. E ancora: “Ma non è tutto. Nelle pieghe del decreto si intravede anche un’ipotesi di riorganizzazione dello Stato dentro il territorio”. Secondo il decreto governativo, le nuove province toscane saranno tre: Arezzo, Siena e Grosseto, Massa con Lucca e Pisa e Livorno. La città metropolitana di Firenze, che secondo l’auspicio della Regione doveva interessare solo i comuni concentrici al capoluogo regionale, si allargherà invece a Prato e Pistoia. “Arezzo rimane provincia e il giudizio è positivo”, ha detto Nencini. Che ha parlato di “novità anche a livello nazionale” per l’assetto dell’area metropolitana fiorentina ed ha evidenziato che, nel caso di superprovince come quella che nascerà dall’unione di Livorno con Pisa, Lucca e Massa Carrara, “si potrà derogare alle indicazioni contenute nel decreto per l’individuazione del nuovo capoluogo perché esso potrà essere individuato, a maggioranza, da tutti i comuni interessati alla nuova provincia”. (mc) “Prendiamo atto che il presidente Rossi, in quest’aula, non vuole confrontarsi sull’argomento. Preferisce invece parlare altrove. Proviamo per questo forte disagio”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pdl, Alberto Magnolfi, intervenendo nel dibattito sulla comunicazione dell’assessore Riccardo Nencini in merito al decreto legge che ha ridotto il numero delle Province ridefinendone i loro confini. “Ringraziamo Nencini delle sue parole, ma non ha risposto alle nostre richieste, che intendevano chiarire quali siano state le iniziative della Giunta dopo le indicazioni del Consiglio regionale e prima dell’emissione del decreto governativo”. Magnolfi ha lamentato che le indicazioni del governo non hanno tenuto di conto delle indicazioni venute dalla Toscana. “Se il provvedimento sarà convertito in legge”, ha aggiunto, “avremo una configurazione istituzionale che penalizzerà la Toscana”. Antonio Gambetta (Più Toscana) ha definito il decreto governativo “un atto senza criterio, che va contro la volontà dei cittadini, vedi la maxiprovincia della costa o la città metropolitana allargata che mette insieme Firenze, Prato e Pistoia”. Secondo Gambetta, il Consiglio regionale avrebbe dovuto avere “più coraggio nell’indicare una sola proposta al governo, e l’unica buona era quella avanzata dall’Upi”. E ha concluso: “Spero che il Parlamento riesca a modificare i contenuti del decreto”. Secondo Marco Manneschi (Idv), “il decreto rende evidente la portata propagandistica della norma proposta dal governo” e che “va letta come un chiaro disegno neocentralista che metterà in discussione anche il ruolo delle Regioni”. Manneschi ha aggiunto che “anziché questa riformicchia” sarebbe stata necessaria “una riforma seria della Costituzione e dell’interno ordinamento statale”. “Il punto più oscuro”, ha concluso, “resta quale sarà la distribuzione delle deleghe, il chi fa cosa e le funzioni del personale delle Province”. “Io ero per la totale abolizione delle Province, e invece ci troviamo a discutere di questo pasticcio”, ha detto Dario Locci (Misto). Per Locci siamo di fronte “ad un governo inadeguato a mettere mano all’assetto dello Stato” e che ha “un solo obiettivo, quello di impoverire il Paese e consegnare la sua sovranità nelle mani dei potentati finanziari della Ue”. Per questo, ha chiuso, “è necessario che i popoli riprendano in mano i loro destini”. Il capogruppo dell’Udc, Giuseppe Del Carlo, ha definito la discussione “monca” a causa dell’assenza “degli interlocutori della Giunta, che non hanno chiarito i punti evidenziati dalla nostra richiesta di spiegazioni”. Riguardo al decreto governativo, Del Carlo ha parlato di un atto “fatto senza che si sia tenuto conto delle indicazioni del Consiglio regionale e dei cittadini della Toscana” e ha chiesto alla Giunta e alla maggioranza “se esiste una volontà capace di rimettere in discussione il decreto, così da ritrovare un equilibrio territoriale ed economico e sociale che abbia un senso per le realtà regionali”. Il portavoce delle opposizioni, Stefania Fuscagni (Pdl), ha definito “inquietante” quanto avvenuto in aula “per l’assenza dei referenti della Giunta e perché di nuovo facciamo una discussione già fatta senza che ci siano state risposte alle nostre richieste di chiarimento”. Fuscagni ha quindi proposto “di chiudere il dibattito, per non coprirci di ridicolo”. La discussione, però, è continuata. Marco Spinelli (Pd) ha dichiarato “che non c’era altro da aspettarsi dal decreto governativo, visto che il processo di riforma immaginato è sbagliato e impraticabile”. La riduzione delle Province così come è stata concepita, ha aggiunto “è solo l’idea di consegnare il loro scalpo all’antipolitica, non certo l’avvio di un processo di riforma istituzionale serio e necessario”. Spinelli si è detto sorpreso dal fatto “che la Regione non abbia presentato ricorso alla Corte Costtituzionale, visto che il decreto disegna una soluzione inaccettabile creando cittadini di serie A e di serie B. Spero quindi che il Parlamento, o la Corte costituzionale su richiesta di altri soggetti, sappiano modificare il decreto”. “La nostra speranza è che il percorso del decreto governativo finisca in una bolla di sapone”. Lo ha affermato Monica Sgherri (Fds-verdi) sottolinenando che mentre “noi parliamo di architetture istituzionali, a causa della spending review le Province sono avviate verso la bancarotta”. Secondo Sgherri, la via indicata dal governo mette a rischio i servizi ai cittadini, il ruolo del personale delle Province e “toglie ai cittadini il diritto ad esprimere la loro volontà attraverso il voto”. Fabrizio Mattei (Pd), intervenendo a titolo personale, ha dichiarato di “aver colto con interesse il documento con il quale l’opposizione chiedeva chiarimenti alla Giunta per capire come si sia mossa verso il governo e come sia maturata una decisione governativa che non ha tenuto conto delle indicazioni venute dal Consiglio e che ha mutato anche la prima ipotesi di riforma”. Secondo Mattei, “nessun’altra Regione italiana ha avuto un esito così distante dalle aspettative. È un risultato sconcertante, frutto o di troppe indicazioni contradditorie al governo oppure di richieste non coordinate”. Mattei ha concluso confidando che “la Giunta sappia lavorare sul governo e sul Parlamento per una soluzione più razionale”. “Quello che chiedevamo era altro”, ha obiettato Marco Taradash (Pdl), “volevamo che il presidente Rossi venisse a spiegare cosa è avvenuto, come sono effettivamente andate le cose”. Perché sulla vicenda, ha aggiunto Taradash, “il Governo fin dall’inizio era stato chiaro, la Regione aveva deciso di non decidere, poi è andata in ginocchio dal Governo. Ecco quello che avremmo voluto sentire da Rossi qui, in aula, è: la Regione cosa è andata a dire al Governo, cosa diavolo è successo quel giorno? Ma il presidente non si fa trovare”. “La richiesta che proveniva dalla Toscana era chiara, ancorché duplice”, ha osservato il capogruppo Pd, Vittorio Bugli, “il Governo ha scelto, ha accolto gran parte di una delle richieste presentate, decidendo però di allargare l’area della città metropolitana. Mi sembra che nel complesso la scelta del Governo non rompa il principio delle aree vaste. Ora il Parlamento si dovrà esprimere, l’obiettivo dovrà essere quello di mantenere un equilibrio tra i vari assetti istituzionali”. “Non è smantellando le province in una maniera così disastrosa che si danno risposte”, ha detto nel suo intervento in aula Giovanni Santini (Pdl). “Il problema è che dalla Toscana era partito un messaggio ambiguo, che il Governo ha tradotto come ha tradotto. Oggi, in quest’aula, si sarebbe dovuto tenere un dibattito vero, serio, approfondito, ma così non è stato. Il presidente Rossi non risponde, il suo sostituto, l’assessore Nencini dichiara apertamente di non essere addentro alla questione e se ne va. Noi continuiamo a chiedere quello che Rossi avrebbe potuto dirci: com’è andata, cosa ha detto la Regione al Governo? Per recuperare la dignità, l’onore e l’orgoglio di questo consesso”. Di “riforma non gestibile e non presentabile” ha parlato Marco Remaschi (Pd). “Mi trovo sulla stessa posizione della collega Sgherri, quello che dobbiamo augurarci è che il decreto governativo decada, mobilitiamoci con una azione forte a livello di Parlamento. Il Governo non ha assolutamente tenuto conto dell’esito del confronto che c’è stato in Toscana. Nelle Regioni abbiamo assistito ad una inutile discussione all’interno dei Consigli delle autonomie locali, che hanno parlato, non hanno votato, e hanno passato il testimone ai Consigli regionali. Nel frattempo, il Governo cambiava le regole d’ingaggio”. |
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REGIONE: ABRUZZO INTERVIENE SU CIAPI E PROVINCE |
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Pescara, 22 novembre 2012 - Dall´assessore Mauro Febbo riceviamo e pubblichiamo quanto segue: "Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un modo di fare politica volgare, qualunquista e esclusivamente strumentale come dimostrato dalle dichiarazioni del Consigliere regionale Camillo D´alessandro sulle e difficoltà economiche del Ciapi". Così l´assessore regionale Mauro Febbo replica al capogruppo regionale del Partito Democratico che lo ha chiamato in causa in merito alle vicende dell´ente di formazione teatino. "Con le sue affermazioni - sottolinea Febbo - D´alessandro conferma di essere al di fuori dalla realtà in cui viviamo e questo perché o finge di non sapere, cosa ancor più grave, o non sa e in questo caso dovrebbe studiare e aggiornarsi. E´ giusto ricordare che le nuove disposizioni di Legge stabiliscono che gli Enti pubblici e le Regioni non possono avere quote di partecipazione in società o enti in passivo (Legge 78/2010 e Spending review). Le Leggi vanno rispettate fermo restando che è nostra priorità tutelare i dipendenti del Ciapi e le loro preziose professionalità. Il capogruppo del Pd a volte veste i panni del paladino della razionalizzazione e del controllo della spesa pubblica ed altre si erge a difensore dei lavoratori, ma dimentica come si è arrivati alle difficili situazioni di bilancio, leggasi ingenti debiti, che hanno investito quasi tutti gli enti partecipati dalla Regione Abruzzo soprattutto sotto le precedenti amministrazioni regionali. In passato infatti, strutture come Centri di ricerca e i Consorzi ecc. Erano costantemente foraggiati da finanziamenti regionali e nel corso degli anni si è venuto a creare un quadro a tinte fosche con un ingente quota di debito pubblico pari a oltre 4 miliardi di euro che grazie alla nostra azione amministrativa sono stati ridotti a 2.124.000.000 euro. A questo proposito forse lo smemorato D´alessandro dimentica come, e soprattutto grazie a chi è cresciuta la voce debitoria del Ciapi che ammontava a oltre 3 milioni di euro. Inoltre secondo molti, considerando contenziosi e altre situazioni, questa cifra dovrebbe aggirarsi intorno ai 6 milioni (sic!). Forse dovrebbe chiedere ai suoi colleghi che hanno governato, insieme a lui, la Regione fino al 2009. Questa amministrazione regionale - sottolinea Febbo - continua a lavorare con costanza e determinazione per risolvere le ingenti criticità ereditate e a oggi i fatti parlano chiaro. Voglio sottolineare che la Giunta Chiodi preferisce impegnarsi, anche in silenzio, per mettere in campo azioni concrete e risolutive piuttosto che andarsi a cercare spazio e visibilità sui media regionali con dichiarazioni prive di fondamento al solo scopo di screditare gli avversari politici. E questo avviene proprio per l´abitudine di lavorare in silenzio e coerenti con il programma elettorale del nostro partito che riteniamo ancora valido. Prova ne è - prosegue - l´azione amministrativa rispetto al riordino delle Province che è comune a tutti i livelli istituzionali, in una strategia che si basa su due principi chiari e indissolubili: l´eliminazione necessaria delle Provincie prima e, ora, puntando sull´incostituzionalità del Decreto che, così fatto, non tutela molte città e i territori che sono economicamente integrati. A supporto di quanto dichiarato c? è l? ultimo atto in ordine temporale , ovvero la pregiudiziale presentata dal Pdl in Commissione Affari costituzionali del Senato (che porta la firma del Senatore Fabrizio Di Stefano) che punta proprio, come il Governo della Regione Abruzzo ha inteso, all´incostituzionalità del decreto stesso perché non solo contrasta con gli articoli della Costituzione, che disciplinano la materia, ma anche perché produrrà effetti negativi nei confronti della popolazione residente nelle province interessate. Nella pregiudiziale quindi si chiede di non procedere alla conversione del decreto-legge. Contrarietà a questo provvedimento è rintracciabile proprio nel Pdl come si evince anche dall? articolo sul Corriere della Sera di oggi (Mercoledì 21 Novembre) in cui si possono leggere passaggi significativi su tale questione: "[?] Al momento, però, il Decreto non è riuscito a fare il primo passo. E´ fermo in commissione Affari Costituzionali, al Senato. Ieri l´ennesimo rinvio. Una decisione presa dopo la guerra di trincea che si è consumata durante l´incontro tra il ministro della pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi e i capigruppo dei partiti. La Lega non ha mai nascosto la sua contrarietà, specie sullo scioglimento anticipato delle giunte. Il Pd chiede qualche modifica anche se non sembra intenzionato a salire sulle barricate. Il vero scoglio sta dalle parti del Pdl che con il vice capogruppo Oreste Tofani, ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità.[?]". Da qui scaturisce un analisi politica importante - conclude Febbo - in cui solo il Pdl ha avuto coscienza, a tutti i livelli istituzionali, con una visione moderna del sistema-Paese e delle Regioni stesse nell´affrontare questo spinoso argomento. La proposta votata in Consiglio regionale, che prevede anche il ricorso alla Corte Costituzionale, ricalca perfettamente questa visione. Siamo fermamente convinti che questo obbrobrio non debba passare mentre altri partiti, come il Pd e finanche l´Udc hanno dimostrato un atteggiamento opportunistico a secondo della situazione e più volte si sono lavati le mani. Il Partito democratico, determinante nella votazione del Cal, ha abbandonato gli scranni in Regione al momento di fare una scelta salvo poi fare un appello al capogruppo ad Anna Finocchiaro (non raccolto, come sottolineato proprio dal Corriere della Sera) per salvaguardare la Provincia di Chieti. L´udc a livello nazionale non proferisce parola alcuna in merito, in Regione ha presentato, con il consigliere Antonio Menna, un emendamento che mai avrebbe raggiunto la maggioranza dei voti ed infine in Provincia di Chieti, il Presidente Di Giuseppantonio non è riuscito a compattare nessuno dei 103 Sindaci dei Comuni sulle sue posizioni. In definitiva c? è chi fa proclami e propaganda in camaleontici atteggiamenti di convenienza, chi parla il politichese? e non concretizza, chi fa appelli inutili e chi, come il Pdl, il sottoscritto, il Presidente Chiodi e il Senatore Di Stefano, lavora (magari in silenzio) raggiungendo gli obiettivi prefissati". |
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CASSA IN DEROGA, APPELLO DI FORMIGONI AL GOVERNO |
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Milano, 22 novembre 2012 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni lancia un forte appello al Governo, perché faccia la sua parte per assicurare per il 2013 un sostegno concreto a tutti i lavoratori interessati alla cassa in deroga. "Non è possibile - ammonisce Formigoni - lasciare nell´incertezza i nostri lavoratori e le nostre imprese. La crisi colpisce duramente le aziende e i livelli occupazionali della Lombardia e anche delle altre Regioni del Nord. Ma le risorse previste dal Governo per il 2013 non coprono affatto il fabbisogno. Chiedo con urgenza al Governo di sottoscrivere un nuovo accordo con risorse e criteri adeguati". Troppe Risorse Restano A Roma - Per l´anno 2013 è stato stanziato complessivamente, a livello nazionale, per interventi destinati agli ammortizzatori in deroga, 1 miliardo di euro, di cui solo 650 milioni destinati alle Regioni. "La ripartizione di tale fondo nazionale - argomenta il presidente lombardo - sconta il fatto che troppe risorse restano a Roma e questa è una stortura da correggere; e comporterà un´assegnazione di risorse a Regione Lombardia assolutamente insufficiente rispetto alla previsione delle erogazioni. Bisogna dunque che il Governo e il ministro Fornero rivedano in tempi rapidi entità e criteri degli stanziamenti. Regione Lombardia ha fatto sino in fondo la sua parte; altrettanto devono fare le Istituzioni centrali". In effetti Regione Lombardia, dal 2009, ha garantito, sino a tutto il 2012, continuità di protezione sociale ai lavoratori colpiti da sospensioni e cessazioni dell´attività produttiva, contribuendo a finanziare per il 40 per cento, con risorse regionali del Fse, il sostegno al reddito dei lavoratori. Basta Spesa Storica - Formigoni chiede anche nuovi criteri. "Il riparto tra le Regioni - spiega - non deve essere fatto sulla base della spesa storica, ma di una valutazione degli impatti della crisi e del numero di aziende presenti al Nord. Inoltre occorrono criteri più uniformi e oggettivi di accesso agli ammortizzatori (non lasciando tale onere alle singole Regioni negli accordi con le parti sociali)". |
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CENTRI SERVIZI LAVORO, SARDEGNA: DDL DELLA GIUNTA APPROVATO DALLA COMMISSIONE CONSILIARE
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Cagliari, 22 Novembre 2012 - "L´approvazione all´unanimità del disegno di legge, licenziato recentemente dalla Giunta, per il riordino dell´intero servizio dei Centri per il lavoro rappresenta un importante passo avanti verso la soluzione del problema", così l´assessore del Lavoro, Antonello Liori, ha commentato il passaggio in Commissione Lavoro del Consiglio regionale. "Abbiamo realizzato questo ddl in pochi mesi, dopo sette anni di incertezze - ha aggiunto - Ora, è compito del Consiglio regionale approvare la riforma in tempi brevi, annullando così anche l’effetto negativo dovuto all’impugnazione da parte del Governo nazionale di un recente provvedimento del Consiglio regionale sul tema. Se la situazione è stata complicata non è certo responsabilità di questa Giunta, ma il frutto di un provvedimento del 2005, quindi della precedente Amministrazione regionale. Dal giorno del mio arrivo, ho investito questi mesi per realizzare l’indispensabile riorganizzazione del sistema, anche in funzione della valorizzazione delle risorse umane impiegate in questi anni." |
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GIOVANI E LAVORO, CON “CREATIVITY CAMP UMBRIA” AUR E REGIONE PREMIANO LE MIGLIORI IDEE D’IMPRESA |
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Perugia, 22 novembre 2012 - Lo "start up"? "È qualcosa che sta nella testa, prima che nell´impresa, insieme all´orgoglio, alla dignità e alla voglia di fare, perché la creatività è qualcosa che non s´insegna, e semmai può essere insegnata solo in modo inconsapevole, lasciando nel processo formativo la libertà di essere e di scegliere, fuori dagli schemi e dalle regole imposte". Parola di Paolo Crepet, psichiatra, sociologo e scrittore, che stasera a Palazzo Donini, intervistato dal giornalista Federico Fioravanti, ha offerto vivaci spunti di riflessione alla presentazione del progetto "Creativity Camp" Umbria, promosso dall´Agenzia Umbria Ricerche (Aur) e che verrà realizzato con la collaborazione della società Meta Group. Alla presentazione del progetto e del bando, che sarà pubblicato da domani, hanno preso parte il presidente dell´Aur Claudio Carnieri, il direttore Anna Ascani e l´assessore regionale all´economia Vincenzo Riommi. "Oggi la creatività - ha detto Crepet nel corso dell´intervista - è stata bandita dalle scuole, che soffrono del taglio dei finanziamenti. Creatività è insegnare ad un bambino a fare da solo, contro un modello impostosi in Italia negli ultimi decenni di un successo che si può raggiungere senza fatica, e che la crisi ha smascherato. In questo senso la crisi - ha aggiunto - è stato un momento che ci ha portato alla verità". Il progetto "Creativity Camp Umbria" è rivolto a tutti i giovani diplomati o laureati tra i 20 ed i 35 anni, residenti o domiciliati in Umbria, con una priorità per i beneficiari di assegni di ricerca finanziati a valere sul "Por Fse" (Fondo sociale europeo) 2000-2006 e 2007-2013. I "Creativity Camp" sono laboratori propedeutici alla creazione d´impresa, ha spiegato il direttore dell´Aur, Anna Ascani, che servono a stimolare la creatività e l´imprenditorialità dei giovani e avvicinarli al mondo del lavoro, dando "gambe" alle loro migliori e originali idee d´impresa". "La frontiera della creazione d´impresa - ha detto il presidente dell´Aur, Claudio Carnieri - deve necessariamente incontrarsi con un rafforzamento degli strumenti di supporto: di grande importanza sono gli strumenti finanziari, così come gli incubatori in grado di conquistare le frontiere delle nuove tecnologie. La sfida dell´Umbria è pertanto quello di attrezzare la sua ´policy´ e la società regionale per intercettare questa nuova soggettività e passione imprenditoriale, costruita con un percorso mirato". I partecipanti al Creativity camp, insieme ad esperti del settore, prendono consapevolezza della propria motivazione ed attitudine rispetto all´essere imprenditore e vengono stimolati ad avere una visione critica della loro idea d´impresa. Attraverso momenti formativi, lavori di gruppo, sfide e momenti di riflessione individuale, al partecipante vengono forniti i principali ed essenziali elementi decisionali per strutturare ed dare attuazione a una scelta imprenditoriale consapevole e sostenibile, in grado di generare valore per se stessi e prodotti e servizi originali per il territorio, da mettere sul mercato. Tutte le idee d´impresa che saranno presentate, la scadenza è fissata al 19 aprile 2013, verranno valutate e classificate da un "board" di esperti con competenze economiche, di cultura imprenditoriale, di finanza, di gestione risorse umane, di business. Le migliori cinquanta idee d´impresa parteciperanno ai "Creativity Camp" territoriali (cinque le aree che sono state individuate, a coprire tutta la regione) e, successivamente, a un "Creativity Camp" regionale. Alla fine del percorso del "Creativity Camp" regionale, verranno premiate le migliori tre idee d´impresa selezionate dal "board" con una borsa di mobilità, del valore di 5mila euro ciascuna, per la realizzazione di un periodo di affinamento dell´idea imprenditoriale all´estero, presso un´impresa o un incubatore di impresa che svolga un´attività coerente con il progetto di impresa approvato. Saranno messi a disposizione premi in tecnologia e servizi assegnati alle idee selezionate dalle imprese del territorio. Tutti i partecipanti, inoltre, avranno visibilità all´interno della "Global Entrepreneurship Week 2013", la settimana mondiale dedicata alla creazione d´impresa, e l´opportunità di presentare la propria idea a imprese, istituzioni, banche e "business angels" ai fini della loro valutazione e possibile realizzazione. Dal 22 novembre sarà possibile scaricare l´avviso pubblicato sul sito internet dedicato ( www.Creativitycamp.eu ) e sul sito dell´Agenzia Umbria Ricerche www.Aur-umbria.it |
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MONTAGNA: SINERGIE TRA REGIONE FVG, POSTE ITALIANE E ENTI LOCALI |
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Trieste, 22 novembre 2012 - Nuove forme di collaborazione concertate e condivise in partnership tra Regione, istituzioni locali e Poste Italiane, per recuperare alcune delle situazioni più critiche, derivanti dalle annunciate chiusure o razionalizzazioni degli uffici postali in regione. E´ la proposta dell´assessore all´Ambiente e Politiche per la Montagna, Sandra Savino, alla quale la Giunta regionale ha dato, oggi , via libera. Obiettivo, la sottoscrizione di un Protocollo d´Intesa attraverso il quale Poste Italiane si impegna a sospendere immediatamente l´attuazione del piano di chiusura e ridimensionamento degli sportelli in Regione. "Il tema della chiusura degli uffici postali - sottolinea l´assessore Savino - è di grande rilevanza per tutta la regione; pertanto una stretta e proficua collaborazione tra l´amministrazione regionale e Poste Italiane sarebbe auspicabile e vantaggiosa sia per gli uffici stessi che per la comunità locale. In tal senso, infatti, i rappresentanti di Poste Italiane hanno affermato come l´attuazione di tale sinergia tra Regione ed enti territoriali, potrebbe indurre la società a riconsiderare il piano di chiusura e ridimensionamento degli uffici postali. E´ quindi imprescindibile trovare un´intesa con Poste Italiane a sostegno di questa concreta opportunità di collaborazione tesa a favorire tutti quei cittadini che, altrimenti, subirebbero enormi disagi e disservizi ed a rafforzare e sostenere, altresì, le realtà locali". Il primo passaggio consisterà, a breve , in una specifica riunione tra tutte le Direzioni centrali della Regione e Poste Italiane per una prima presa di contatto e disamina della problematica, volta a portare a conoscenza dei soggetti interessati le opportunità ed i vantaggi conseguenti all´attivazione di tale collaborazione ed una contestuale valutazione sulla tipologia di servizi che potrebbero essere forniti al territorio tramite gli sportelli postali in molti ambiti utili ai cittadini quali salute, lavoro, commercio ed istruzione. Nel programma di lavoro ipotizzato è previsto anche l´inserimento di Insiel S.p.a. Per risolvere le problematiche di coordinamento ed interoperabilità dei sistemi informatici regionali. |
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PUGLIA: INIZIATIVE REGIONALI LOTTA CONTRO VIOLENZA ALLE DONNE
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Bari, 22 novembre 2012 - Un pool di donne rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciali ieri in Regione si sono date appuntamento per dire con forza, attraverso iniziative concrete, “No alla violenza contro le donne”. La conferenza stampa indetta dall’Assessore Gentile e dalla Consigliera regionale di parità, Molendini, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, è stato il momento per ribadire l’impegno formale a proseguire il cammino intrapreso e per assumere nuovi impegni vincolanti rispetto al Governo nazionale e al mondo associativo attivamente impegnato nella lotta alla violenza. Durante la conferenza, infatti, oltre a fornire i dati aggiornati sui servizi erogati, sono state presentate le azioni specifiche che saranno adottate per diffondere i principi, gli obiettivi e gli interventi della “Convenzione di Istanbul”, promossa dal Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica” e sottoscritta dal Ministro del Lavoro lo scorso 27 settembre, per la quale la Consigliera nazionale di parità ha coinvolto la rete delle consigliere. Rispetto alle finalità e alle azioni specifiche elencate nella Convenzione, la Regione ha già implementato un sistema di servizi sul territorio, oggi operativo, per l’assistenza delle vittime, la loro presa in carico e il loro accompagnamento alla costruzione di una vita autonoma e senza violenza. Step Fondamentali Realizzati Parte a fine 2008 l’intervento sistematico della Regione Puglia rispetto al fenomeno della violenza contro donne e minori con l’approvazione del “Programma Triennale di interventi 2009-2011”, le cui azioni vengono confermate e rafforzate nel secondo Piano Regionale delle Politiche Sociali (Prps 2009-2011), approvato ad ottobre 2009 nel quale vengono introdotte alcune priorità, veri e propri obiettivi di servizio, che qualificano le attività di prevenzione e contrasto. Ad agosto 2010, un altro passo importante è rappresentato dall’approvazione delle “Linee Guida Regionali per la rete dei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza”, con cui viene definito il modello di governo per la costruzione e il potenziamento della rete dei servizi, vengono attribuiti ruoli e funzioni specifici ai soggetti coinvolti, specificati i requisiti per la composizione e il funzionamento delle équipe integrate multidisciplinari e introdotti alcuni standard qualitativi a cui la rete territoriale dei servizi deve tendere, ad integrazione di quanto già definito dal regolamento regionale n.4/2007. L’attuazione del modello è affidata alle Province che, di concerto con gli Ambiti territoriali, hanno la responsabilità di redigere prima e coordinare poi il Pil - Piano di Interventi locale. Il Pil diviene lo strumento pianificatorio di tutti gli interventi previsti da attivare su un determinato territorio con le diverse fonti finanziarie, regionali, nazionali ed europee. Oltre al coordinamento del Pil, le Province hanno la responsabilità di realizzare gli interventi di animazione, formazione, comunicazione, networking, per le quali vi sono risorse aggiuntive messe a disposizione dalla Regione. I sei Piani provinciali sono stati approvati ad agosto 2011. Il Prps fissa tre obiettivi di servizio da raggiungere entro fine 2012: • il pieno funzionamento di almeno 2 Centri antiviolenza per territorio provinciale • il pieno funzionamento di almeno 1 casa rifugio per vittime di violenza • la costituzione di 1 équipe multidisciplinare integrata per Ambito territoriale (45 ambiti) per la presa in carico delle vittime. A novembre 2012 risultano attivi sul territorio regionale complessivamente 18 Centri antiviolenza (con gli standard di cui all’art. 107 Reg. Reg 4/2007), di cui 10 autorizzati e regolarmente iscritti nel registro regionale e 8 che hanno avviato e/o per i quali sono in corso le procedure di autorizzazione. Distribuzione Territoriale Centri Antiviolenza Titolare Denominazione Sede Comune Sede Prov. Sede 1 Comune di Bari La luna nel pozzo Bari Ba 2 Giraffa Centro Antiviolenza Bari Ba 3 Safya onlus Centro antiviolenza Safya Polignano a Mare Ba 4 Ambito territoriale sociale di Conversano Centro antiviolenza Il Melograno Conversano Ba 5 Coop. Soc.promozione Sociale e Solidarietà onlus Centro antiviolenza Save Trani Bat 6 Osservatorio Giulia e Rossella Centro Antiviolenza Barletta Bat 7 Riscoprirsi Centro antiviolenza Riscoprirsi... Andria Bat 8 Io donna Centro antiviolenza Brindisi Br 9 Aporti coop. Sociale Centro antiviolenza Brindisi Br 10 Cooperativa sociale Onlus Artemide Centro socioeducativo assistenziale La Luna Latiano Br 11 Comune di Brindisi Centro Antiviolenza Crisalide Brindisi Br 12 Comune di Foggia Centro Antiviolenza Foggia Fg 13 Ambito territoriale sociale di Galatina Centro antiviolenza Galatina Le 14 Provincia di Lecce Centro antiviolenza Caia Lecce Le 15 Associazione di Volontariato Donne Insieme Onlus Centro Antiviolenza Renata Fonte Lecce Le 16 Comunità San Francesco coop. Sociale a.R.l. Il Melograno Parabita Le 17 Ambito territoriale di Campi Salentina Centro antiviolenza Squinzano Le 18 Alzaia Sostegno Donna Taranto Ta Rispetto alla previsione dei due Cav per provincia, 12 Cav in totale, il numero è ampiamente al di sopra di quello indicato dalla programmazione regionale. Tuttavia le Province di Foggia e Taranto registrano attualmente la presenza di un solo Cav ciascuna. Rispetto alle strutture residenziali, attualmente sono operative 5 case rifugio sulle 6 previste per vittime di violenza. Anche per la Provincia di Bari è stata già individuata la struttura che dovrà essere autorizzata ai sensi dell’art. 80 del regolamento regionale. Accanto a queste strutture, tuttavia, funzionano ulteriori centri che accolgono le vittime di violenza o di tratta, rispondenti ad altre tipologie di servizi residenziali. Ancora qualche ritardo si registra relativamente alla costituzione e/o all’operatività delle équipe integrate multidisciplinari di Ambito territoriale. Il ritardo rispetto a questo servizio è legato alla complessità dell’integrazione socio-sanitaria che richiede linee guida, protocolli operativi, piani personalizzati di assistenza e l’integrazione interistituzionale con sanità, scuola, giustizia, privato sociale. Oltre ai tre obiettivi di servizio vincolanti, il panorama dei servizi di prevenzione e contrasto alla violenza è arricchito da alcuni sportelli antistalking (presso il Cav Save di Trani, il Movimento internazionale antistalking, antipedofilia di Canosa e presso il Centro Risorse Famiglia della provincia di Brindisi), da Centri di ascolto e da numeri telefonici per il pronto intervento. Relativamente alle prese in carico, i dati riportati di seguito fanno riferimento all’anno 2011 e sono estrapolati dalle relazioni sociali degli Ambiti territoriali dei soli Comuni capoluogo di provincia. I dati sono parziali perché relativi ai soli Cav pubblici e/o privati convenzionati. Bari Cav “La luna nel Pozzo” gestito da una Cooperativa: 111 interventi di cui 14 in favore di minori. Attivata l’equipe multidisciplinare integrata comune/asl. Brindisi Cav “ Crisalide” gestito da una Cooperativa: 209 interventi di cui 75 minori inviati dal Servizio Sociale Professionale. Il Cav opera con i servizi anche per la presa in carico dei minori. Foggia Ha attivato solo nel 2011 un Centro antiviolenza, di intesa con i Servizi Sanitari. Gli interventi realizzati negli ultimi 3 mesi dell’anno sono stati 16. Presso il Cav del Comune opera anche l’equipe integrata multidisciplinare comune/asl. Taranto Cav privato “Sostegno Donna” in convenzione con il comune di Taranto solo dal 2012. Gli interventi nel 2011 sono stati 70. Non ancora attivata l’equipe multidisciplinare integrata comune/asl. Lecce Il comune ha una convenzione con il Cav “Renata Fonte”: 270 interventi. Non ancora attivata l’equipe multidisciplinare integrata comune/asl. Bat Andria: 54 interventi Attivata l’equipe multidisciplinare integrata comune/asl. Le risorse finanziarie programmate dai Pil a valere sui Piani sociali di Zona Alle risorse programmate dagli Ambiti nei Piani di Zona e confermate nei Pil, relative agli obiettivi di servizio (équipe integrate, centri antiviolenza, servizi residenziali) e ad altri interventi di prevenzione e contrasto alla violenza (es. Gli interventi di sostegno economico e/o formativo per l’autonomia e l’indipendenza delle donne che voglio uscire dalla violenza), si aggiungono le ulteriori risorse programmate per la gestione dei servizi sovra ambito pari a €900.000,00 previste dal Ii Piano di azione per le Famiglie e i 2 milioni e 300 mila euro per le attività di animazione, comunicazione e formazione e per il potenziamento delle équipe multidisciplinari la cui gestione è diretta responsabilità delle Province. Sono in fase di realizzazione 16 interventi per la costruzione/adeguamento di case rifugio e di centri antiviolenza per un valore complessivo di circa 5,5 milioni di euro a valere sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). A partire dal 15 novembre, sono tante e di tipo diverso le iniziative che animano il territorio pugliese a testimonianza dell’impegno pubblico e privato sul tema della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere. |
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GIORNATA MONDIALE DELL´INFANZIA: TRA UNA SETTIMANA DIBATTITO INTERNAZIONALE IN CAMPANIA CON IL WORLD FORUM FOR CHILD WELFARE 2012 |
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Napoli, 22 novembre 2012 - "Tra una settimana si terrà in Campania il World Forum for Child Welfare 2012, il forum internazionale sul benessere del bambino che fa ritorno in Italia dopo 21 anni di assenza. Sarà l´occasione per far convergere in quel consesso anche tutte le risultanze delle celebrazioni in corso oggi in diversi parti del mondo in occasione della Giornata mondiale sui diritti dell´infanzia. A partire dal 26 novembre i massimi esperti e studiosi di fenomeni relativi all´infanzia e alla tutela dei minori si ritroveranno alla Stazione marittima di Napoli per dibattere del benessere del bambino tra scenari globali, migrazione e cittadinanza attiva." Lo ha dichiarato Ermanno Russo, assessore regionale all´Assistenza sociale della Campania. "Si tratta - ha aggiunto Russo - di un´opportunità unica per la nostra regione e per il nostro Paese. I delegati di 27 diverse nazioni del mondo (dall´Australia agli Stati Uniti, dal Sud Africa all´Indonesia) saranno a Napoli per discutere di sviluppo sociale, partendo proprio dai temi dell´infanzia, della famiglia e dell´educazione. "Il World Forum for Child Welfare diventerà così un luogo di lavoro allargato, in cui esperienze diverse provenienti da tutto il mondo si fonderanno tra loro per dar vita ad una piattaforma programmatica da cui ripartire per rendere più incisive ed innovative le politiche di welfare in Italia. La Regione ha scelto di sostenere sin dal primo momento il lavoro degli organizzatori, Mentoring Usa/italia onlus e la Fondazione L´albero della Vita, per far sì che le conclusioni degli esperti abbiano una ricaduta anche sulle future politiche per l´infanzia e per i giovani della Campania", ha concluso Russo. |
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LOMBARDIA: LEGGE REGIONALE ANTI-VIOLENZA TUTELA LE DONNE |
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Lecco, 22 novembre 2012 - La Questura di Lecco - Divisione anticrimine ha registrato, dal 1 gennaio al 30 settembre 2012, 7 ammonimenti per stalking, 9 casi di violenze sessuali, 60 di lesioni dolose e 34 di percosse nel territorio provinciale. I dati relativi a questi crimini sono stati resi noti durante il convegno organizzato dalla Provincia di Lecco in occasione della Giornata internazionale per l´eliminazione della violenza contro le donne. Al dibattito ha partecipato anche l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale Carolina Pellegrini. Al centro dell´incontro, la discussione sulla nuova legge regionale, approvata lo scorso luglio, dedicata agli interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore delle donne vittime di violenza. Oltre all´assessore Pellegrini sono intervenuti, fra gli altri, Antonio Conrater (assessore provinciale ai Servizi alla Persona e alla Famiglia, Politiche Giovanili, Lavoro), Giovanna Butta (presidente Commissione Provinciale per le Pari Opportunità), Patrizia Carosi (questore vicario provincia di Lecco), Aldina Orsati (Telefono Donna Lecco), Marinella Pulici (Telefono Donna Merate), Marta Villa (Sportello Antistalking Lecco) e Massimo Giupponi (direttore sociale Asl Lecco). Tavolo Strategico Sui Territori - "Ho seguito questa Legge regionale anche come consigliera di Parità - ha detto l´assessore Pellegrini - e devo dire che questo provvedimento oltre a tutelare le donne, tiene conto anche della presenza dei minori a carico. L´aspetto fondamentale è quello dell´istituzione del tavolo strategico sui territori, a cui parteciperanno le istituzioni e le realtà del terzo settore tenendo conto dell´importanza che esso ricopre per dare risposte reali sul territorio e dei fondi che occorrono. Siamo stati lungimiranti nel decidere che il Piano programmatico di durata quadriennale sia scritto direttamente dal Tavolo e non calato dall´alto in un processo di reale sussidiarietà. In questo modo saranno direttamente i soggetti che si muovono sui territori a decidere, insieme alle istituzioni, gli ambiti d´intervento e le politiche, gestendo in totale autonomia il milione di euro che la Regione ha voluto stanziare sulla nuova legge". Cultura E Presa In Carico - Sono 32 le donne che, dal 1 gennaio al 31 ottobre di quest´anno, hanno chiesto aiuto allo sportello antistalking con sede all´ospedale Manzoni di Lecco mentre, sempre nello stesso periodo, 56 sono state quelle prese in carico dal Telefono Donna di Lecco mentre 53 dal Telefono Donna Merate (Lc). "Credo sia necessario sottolineare l´attenzione su due cose che questa legge evidenzia realmente - ha sottolineato Carolina Pellegrini - Da un lato, va rilevato il discorso culturale: spesso le forze dell´ordine devono far capire cosa sia possibile fare e cosa no; infatti, comportamenti che in alcune culture sono normali da noi non possono essere tollerati. Dall´altro, abbiamo posto l´attenzione al tema della presa in carico complessiva. Questa legge, infatti, tenta di riportare le donne ad un percorso di normalità, sia nell´inserimento familiare sia lavorativo". |
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FVG, PARI OPPORTUNITÀ: INIZIATIVE PER GIORNATA CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE
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Trieste, 22 novembre 2012 - Ab - Le iniziative della Commissione regionale pari opportunità in occasione della "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne", sono state presentate a Trieste dalla presidente Santina Zannier e dalle altre componenti della Commissione. La Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stata designata dall´Assemblea generale dell´Onu con la risoluzione 54/134 del 1999 ed è stata individuata nel 25 novembre per ricordare quanto accaduto i quel giorno del 1960 a Puerto Plata (Repubblica Dominicana), quando le sorelle Mirabal, mentre stavano andando nella locale prigione per far visita ai loro mariti, furono bloccate sulla strada da agenti del Sim (il Servizio di informazione militare) che, dopo averle portate in una vicina piantagione di canna da zucchero, le torturarono e le uccisero a bastonate. Poi simularono un incidente facendo precipitare la loro auto in un dirupo. Così il prossimo 25 novembre sarà l´occasione per ricordare un fenomeno, quello della violenza contro le donne, in preoccupante crescita: 127 casi di omicidio di donne accertati in Italia nel 2011, in gran parte maturati fra le mura domestiche, e già 100 nel 2012. Nella nostra regione, una donna su tre subisce qualche tipo di violenza. La Commissione pari opportunità - ha affermato Santina Zannier - chiede l´impegno di tutti, Istituzioni e cittadini, per debellare questo devastante fenomeno attraverso la diffusione di un nuovo messaggio culturale che sottolinei l´importanza del rispetto della dignità della donna. Manifesti con lo slogan "Il silenzio è tuo nemico, uscire dalla violenza si può" sono stati distribuiti nei quattro capoluoghi di Provincia e nei Comuni sopra i 10.000 abitanti, Sacile, Monfalcone, Tolmezzo e Codroipo, per essere affissi con la massima diffusione come opera di sensibilizzazione al problema. Non solo: entro dicembre sarà distribuita la ristampa aggiornata dell´analogo libretto che contiene, oltre ai dati sulla violenza e la normativa di riferimento, utili indicazioni per chi la subisce. La pubblicazione viene già tradotta in sei lingue oltre all´italiano (sloveno, rumeno, inglese, francese, arabo e albanese, ma altre lingue sono state previste) nella convinzione che le donne straniere, senza un appoggio familiare o vincoli di amicizia, vivono queste situazioni in modo ancora più grave e avrà la massima diffusione attraverso tutti i canali che servono l´universo femminile. E se Annamaria Poggioli, coordinatrice del gruppo sanità e politiche sociali, ha posto l´accento sulla necessità di gestire a partire dalle scuole due aspetti come l´aggressività e la cultura del dialogo, e sul fondamentale ruolo che rivestono i centri antiviolenza, che per questo dovrebbero essere finanziati in modo adeguato, la vicepresidente della Commissione, Anna Maria Mozzi, ha evidenziato l´importanza del ruolo della Magistratura, alla quale è stato fatto un appello affinché siano superate la attuali difficoltà nell´accertamento delle violenze domestiche e ci sia un nuovo approccio verso queste situazioni. |
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IN PIEMONTE FONDI TRIPLICATI PER NIDI E SCUOLE DELL’INFANZIA |
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Torino, 22 novembre 2012 - Proprio in occasione della Giornata per i diritti dell’infanzia, la Regione ha annunciato il 20 novembre di aver triplicato i fondi del bando per i nidi e le scuole materne, che passa così da 500mila a 1,5 milioni di euro. “Nel mondo ci sono tanti, troppi bambini discriminati, oggetto di violenza o coinvolti in guerre e, anche come padre, dico che su questa tematica occorrerebbe un impegno maggiore da parte di tutti - ha dichiarato il presidente Roberto Cota - In Piemonte stiamo cercando di fare il possibile per supportare i minori soprattutto in un momento di difficoltà e di crisi come quello attuale. Sono quindi contento di poter annunciare proprio nella giornata di oggi che siamo riusciti a triplicare rispetto allo scorso anno i fondi del bando rivolto ai nidi e alle scuole dell’infanzia piemontesi con l’aiuto dei fondi per le aree sottoutilizzate. A questa iniziativa vanno poi sommate tutte le altre, come il bonus bebè, attivo dall’inizio della legislatura, oppure gli interventi a sostegno dei minori in difficoltà, che fanno del Piemonte una Regione assolutamente attenta ai diritti dell’infanzia”. Il bando, finalizzato all’attivazione di sezioni primavera per i bambini dai 24 ai 36 mesi, scadrà il 15 dicembre ed è aperto a tutti i nidi comunali o convenzionati e alle scuole dell’infanzia statali o paritarie. “Quello garantito da nidi e materne - dichiara assessore regionale all’Istruzione, Alberto Cirio - è un servizio fondamentale e con questo bando diamo al territorio la possibilità di incrementare l’offerta nei confronti di una fascia d’età che vede spesso liste d’attesa molto lunghe e aiutiamo le famiglie, permettendo ai loro bambini di accedere alla scuola materna già dai due anni, invece che dai tre come previsto per legge. Questo è uno dei tanti modi che la Regione continua a mettere in campo per sostenere la scuola piemontese: dall’edilizia scolastica all’offerta formativa, fino a servizi di base come i nidi e le materne”. Sono ammesse a contributo le spese relative ad interventi strutturali di adeguamento locali e impianti necessari alla funzionalità del servizio, acquisto di arredi, attrezzature e materiale didattico, costi per il personale utilizzato, spese generali strettamente funzionali, Iva realmente e definitivamente sostenuta dal beneficiario, nonché ogni altro tributo o onere fiscale, previdenziale o assicurativo purché non recuperabile. L’entità del contributo per ciascuna sezione è commisurata al numero dei bambini e alla durata del servizio giornaliero e va da 6.000 a 18.000 euro. |
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BOLZANO: LEGGE SULLA FAMIGLIA: DIRETTIVE PER L´ASSISTENZA ALL´INFANZIA, UNIFICARE IL SOSTEGNO FINANZIARIO |
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Bolzano, 22 novembre 2012 - Con la nuova legge la Giunta provinciale sviluppa la sua politica per la famiglia su tre pilastri e delinea una chiara impostazione nei diversi settori, ad esempio quello dell´assistenza all´infanzia. Lunedì prossimo la Giunta chiuderà la discussione sul disegno di legge e, dopo la valutazione del gruppo esterno di esperti, ci sarà l´approvazione formale dell´esecutivo. "Uno degli obiettivi principali della legge è quello di raccogliere organicamente tutte le misure di promozione, non solo quelle di natura finanziaria, e tutte le disposizioni inerenti alla famiglia, in modo da garantire un maggiore coordinamento", spiega il direttore della Ripartizione provinciale Luca Critelli, che in qualità di esperto responsabile per l´Amministrazione provinciale ha elaborato il disegno di legge in collaborazione con tutti i gruppi di interesse. "Proprio di questi tempi, in cui si fa sentire generalizzata l´esigenza di coordinare meglio, di semplificare e di evitare sovrapposizioni, questa funzione della legge non va sottovalutata. È un passaggio di notevole importanza per le famiglie."" Sono tre i punti fondanti del ddl: la famiglia e le competenze genitoriali vanno rafforzate precocemente attraverso un´ampia offerta di misure di accompagnamento e consulenza; la conciliazione famiglia-lavoro va potenziata con interventi a vari livelli; le famiglie vanno sostenute in misura maggiore sul piano finanziario e dei servizi. Nel delicato ambito dell´assistenza all´infanzia la nuova legge provinciale va in una direzione precisa: "L´assistenza fornita da servizi quali le Tagesmütter o le microstrutture per l´infanzia non vanno messe in contrapposizione alla cura dei bambini tra le mura di casa. È una discussione che non serve a nessuno, entrambe le forme sono una necessità della società di oggi ed entrambe vanno sostenute", sottolinea l´assessore Richard Theiner, che ricorda come la Provincia abbia il compito di "offrire le condizioni adeguate allo svolgimento di questi servizi, cosa che si garantisce grazie alla nuova legge." Riguardo all´assegno al nucleo familiare, si va chiaramente verso un accorpamento e rafforzamento delle diverse misure finanziarie oggi esistenti. "Una domanda e una prestazione finanziaria corrisposta in modo omogeneo devono essere il nostro obiettivo, le modifiche necessarie saranno attuate in accordo con la Regione", aggiunte l´assessore. Con la nuova legge sul sostegno alla famiglia verrà introdotta su tutto il territorio anche una Carta famiglia (sulla base della Carta dei servizi) che permetterà alle famiglie con figli di beneficiare di migliori condizioni economiche in strutture pubbliche e private. |
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CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI, IL GENERALE DEI CC. LUSI E L’ASSESSORE CALIGIURI HANNO ILLUSTRATO ALLA STAMPA L’OPUSCOLO CONTRO LE TRUFFE AGLI ANZIANI
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Catanzaro, 22 novembre 2012 - Sicurezza per gli anziani. Prevenire truffe e raggiri. Si tratta dell´opuscolo presentato nel corso di una conferenza stampa a palazzo Alemanni dal Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, dall´assessore alla cultura Mario Caligiuri, dall´arcivescovo di Catanzaro-squillace Monsignor Vincenzo Bertolone e dal generale comandante dell´Arma dei carabinieri in Calabria, Adelmo Lusi. La pubblicazione, stampata in 12.000 copie, sarà distribuita alle persone anziane. L´iniziativa della Regione Calabria, del Comando Legione Carabinieri Calabria e della Conferenza Episcopale Calabria contiene semplici regole per aiutare gli anziani ad affrontare truffe, pericoli, raggiri. “Si tratta di uno strumento che può essere davvero utile – ha dichiarato il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti - e che rappresenta una forma di doverosa attenzione, verso persone che hanno fatto tanto per noi e che abbiamo il dovere di sostenere. Gli anziani rappresentano un valore inestimabile, un tesoro di saggezza per tutti. Proprio per questo, nessuno può permettersi di raggirarli. Questo opuscolo vuole rappresentare un messaggio che intende raggiungere tutti gli anziani del nostro territorio, per dire che la Regione non si dimentica di loro. Si tratta di un’idea brillante che nasce dall’Arma dei Carabinieri e condivisa dalla Conferenza Episcopale Calabra e sostenuta dalla Regione attraverso l’assessorato alla cultura, guidato da Mario Caligiuri. Anche in questo caso, fa piacere constatare il grande gioco di squadra che siamo riusciti a mettere in campo a sostegno, in questo caso, dei nostri anziani”. L´assessore Caligiuri ha sottolineato "il concreto interessamento della politica nei confronti degli anziani e la sinergia tra Regione, Carabinieri e Chiesa". |
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