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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Gennaio 2013
HPV: SCREENING E VACCINAZIONE UOMO DONNA, COME E PERCHE’ RAPIDA EVOLUZIONE SCIENTIFICA NECESSITA DI MASSIMA ATTENZIONE DA PARTE DEI CLINICI PER DARE CORRETTE INDICAZIONI AI CITTADINI  
 
Roma, 22 gennaio 2013 – Il Centro Multidisciplinare per lo studio dell’infezione da papilloma virus attivo presso gli Istituti Regina Elena e San Gallicano Non nasce a caso. E’ una realtà polispecialistica che può avvalersi di elevate competenze presenti in entrambi gli Irccs e che si occupa di prevenzione, diagnosi e terapia ma soprattutto di corretta informazione rivolta a medici e cittadini. L’infezione da Hpv è molto comune e frequente, può regredire spontaneamente come può dar luogo a lesioni pre-cancerose. Sebbene l’avvento dei vaccini rendono possibile una prevenzione primaria “ l’arma più efficace – ha sottolineato Jack Cuzick, epidemiologo e capo del Centro per la Prevenzione del Cancro in Inghilterra – resta lo screening eseguito con test convalidati scientificamente”. Al papillomavirus umano (Hpv) sono correlate varie forme tumorali e non, nella donna come nell´uomo. Si osserva negli Usa così come in Italia un aumento di casi di tumore orofaringeo e anale associati all’Hpv. Gli uomini non sono solo ´portatori´ di Hpv, "ma soffrono di tumori associati all´Hpv prettamente maschili” per questo è importante focalizzare l’attenzione anche sulla vaccinazione maschile nonché sulla prevenzione. “L’ informazione dell’opinione pubblica è abbastanza confusa e la formazione delle figure mediche è ancora insoddisfacente- spiegano i coordinatori dell’Hpv Unit Luciano Mariani, ginecologo e Aldo Venuti, Virologo. - Negli ultimi 20 anni si è verificata una vera e propria esplosione di studi e ricerche scientifiche in merito al virus Hpv, ma all’incessante sforzo clinico e scientifico che ha prodotto una enorme mole di informazioni, peraltro in continuo divenire, non corrisponde una capacità di trasferimento di conoscenze chiaro e puntuale alla classe medica.” Riesce difficile infatti , anche per gli specialisti, rimanere al passo con le nuove scoperte scientifiche e di conseguenza è imperativo un costante aggiornamento in questo campo in modo da assicurare un miglioramento dei livelli di assistenza, un supporto ai programmi di prevenzione ed un incremento dell’aspetto comunicativo legato all’infezione da Hpv in modo da dare all’utenza, attraverso una formazione specifica del personale, un’informazione completa, corretta, non allarmistica. “I costi-benefici della vaccinazione ai maschi, che è uno degli argomenti cui la comunità scientifica sta ponendo la massima attenzione,- sottolinea Mariani - devono tenere conto non solo degli effetti indiretti sulla patologia femminile ma anche i possibili vantaggi diretti derivanti dai potenziali risparmi di spesa generati nelle lesioni ano-genitali e nei tumori maschili correlati all’Hpv.” “L’hpv Unit è uno esempio vincente di collaborazione continua – sottolineano Aldo Di Carlo e Ruggero De Maria, Direttori Scientifici rispettivamente Isg ed Ire - tra i laboratori di ricerca e una rara molteplicità di strutture cliniche, dalla ginecologia alla virologia, alle malattie sessualmente trasmissibili alla dermatologia, dall’otorinolaringoiatria alla proctologia, dall’anatomia patologica alla citopatologia e microbiologia, da anni impegnate nello studio, diagnosi e terapie delle patologie Hpv correlate. Obiettivo prioritario del gruppo multidisciplinare è quello di fornire percorsi clinico-diagnostici e terapeutici di elevata eccellenza, nonché pianificare studi scientifici ed epidemiologici. “ Il Comitato Scientifico è composto da : Amalia Allocca (Roma), Xavier Bosch (Barcellona), Jack Cuzick (Londra), Ruggero De Maria (Roma), Aldo Di Carlo (Roma), Ian Frazer (Australia), Sergio Pecorelli (Roma), Silverio Tomao (Roma), Barbara Suligoi (Roma), Enrico Vizza (Roma), Mario Sideri (Milano), Patrizia Vici (Roma). Interpretare per comunicare a cura di Luciano Mariani, Ginecologia Oncologica Ire - In Italia circa 26 milioni di donne da 15 anni in su sono a rischio di sviluppare il carcinoma del collo dell’utero e 2880 l’anno ricevono tale la diagnosi. Attraverso i controlli di routine ginecologici o programmi di screening, nel nostro paese si riscontra, in donne tra i 17 e i 70 anni, una prevalenza per tipo di Hpv pari a 7-16%. La prevalenza cambia con l’età e si riduce tra i 25 e i 39 anni, ma la tipologia di Hpv 16 resta il tipo più comune. Uno dei problemi centrali del “fenomeno Hpv” riguarda la comunicazione, ed è legata all’interpretazione che lo specialista dà dei dati clinici a disposizione. L’esperienza maturata in questo ambito ci dà la consapevolezza che il destinatario della comunicazione è, molto più spesso di quanto non si pensi, un soggetto perfettamente sano, portatore di un virus in quel momento assolutamente innocuo. La materia è resa più complicata da alcuni fattori: 1- l’Hpv è estremamente comune e frequente e la sua presenza non si traduce nell’avere “lesioni pre-tumorali” destinate alla progressione e ancor meno avere il cancro. Anzi, sappiamo che la stragrande maggioranza delle infezioni da Hpv (>80%) regredisce spontaneamente, specie in giovane età. 2- Numerosi test di screening sono in grado di identificare la presenza del virus, ma solo la valutazione clinica dello specialista potrà spiegare alla donna “cosa vuol dire” essere affette dall’infezione da Hpv e indirizzare verso la terapia più idonea. 3- La comunicazione dell’infezione da Hpv, in analogia con altre malattie a trasmissione sessuale, risente di filtri culturali, soprattutto in termini di sessualità e mortalità legata al cancro, che innescano di frequente delle dinamiche di grave disagio della coppia. 4- Si assiste spesso ad uno “smarrimento” del professionista di fronte alle specifiche richieste dell’utenza, che ne esce quindi disorientata. In pratica, c’è la sensazione che una significativa parte di figure professionali (ginecologi generalisti, medici di medicina generale) non abbia seguito con attenzione la straordinaria e rapidissima evoluzione scientifica che ha portato alla messa a punto del vaccino e dei test virali. 5- I problemi legati ad Hpv sono interpretabili e correttamente comunicabili solo attraverso un costante aggiornamento e confronto multispecialistico, cioè con un team pluridisciplinare, capace di fornire delle prestazioni evidence-based a 360 gradi. Contrariamente a quanto si pensa, i periodi di crisi economica, come quella in cui viviamo, possono essere una preziosa occasione di ri-allocazione delle risorse e ottimizzazione dei percorsi preventivi. Uno strumento di prevenzione, come il vaccino Hpv, acquista maggiore significato proprio nei periodi di spending-review, poichè contribuisce a ridurre nel tempo il carico economico regionale per le numerose patologie Hpv-correlate. Hpv come health priority a cura di Aldo Venuti, virologo Ire - Lo scenario - L’human Papilloma Virus (Hpv), è considerato uno dei principali virus coinvolti nella trasformazione neoplastica in diversi distretti anatomici. All’hpv non è correlato solo il cancro del collo dell´utero, ma anche altre forme tumorali e non, nella donna come nell´uomo. Dagli anni ’90 fino ad oggi, si assiste ad una vera e propria esplosione di studi e ricerche scientifiche in merito a questo virus. Negli ultimi tempi ci si interroga sul ruolo emergente dell’ infezione nel sesso maschile e sulle ricadute in termini di infezione, di neoplasie e, benché al momento solo in ipotesi, di sterilità. In Italia si registrano 1717 casi di tumori orofaringei, 273 anali e 129 tumori del pene. Ma anche i condilomi genitali, pur non essendo tumori, sono dovuti all´Hpv e hanno un impatto importante sulla qualità di vita. In Italia dal 2003 si è riscontrato un continuo aumento di questa patologia rispetto ad altre di origine virale quale l’Herpes genitale. Inoltre i maschi ne sono più colpiti delle femmine: rispettivamente 41.930 casi di sesso maschile contro 37.629 casi femminili. L’aumento dell’incidenza dei tumori dell’orofaringe, potrebbe derivare dalle infezioni avvenute negli anni ‘50-‘60 durante il boom demografico. Quindi gli effetti della vaccinazione preventiva aiuteranno le future generazioni a ridurre l’incidenza di questo tipo di tumori. Il fatto che i tumori orali si sviluppano prevalentemente negli uomini, rispetto alle donne (2-3:1) dimostra l’importanza della vaccinazione anche nel sesso maschile. La prevenzione - La chiave per prevenire la neoplasia da Hpv, è l´immunizzazione anti-Hpv con coperture almeno del 70%. In questo modo, anche chi non si vaccina potrà giovare della protezione dal virus con un “effetto gregge” ben conosciuto per tutti i vaccini. I vaccini attualmente in uso hanno mostrato dati di sicurezza ed efficacia fino a 45 anni nelle donne e a 26 anni nei maschi, valori paragonabili a quelli di tutti gli altri vaccini. Sebbene il nostro paese si collochi al terzo posto fra i paesi europei, con una copertura media nazionale della coorte 1997-1998 per le tre dosi di vaccino pari al 65%, dietro Regno Unito (81%) e Portogallo (80%), la copertura vaccinale a livello regionale, non risulta omogenea. Il dato, emergente anche in altri paesi occidentali, è in contrasto con la necessità di garantire in modo uniforme un uguale diritto di accesso agli interventi di prevenzione. Hpv ed Hiv - Esiste una pericolosa relazione fra Hpv ed Hiv. Nei pazienti Hiv positivi il rischio di tumori Hpv-associati è aumentato, ed il vaccino tetravalente ha dimostrato la sua efficacia nel prevenire le infezioni da Hpv che sono alla base di questi tumori. Vaccinazione maschile - Oggi in Italia il vaccino quadrivalente può già essere somministrato nei maschi. Le autorità pubbliche italiane devono decidere se estendere la vaccinazione solo ad alcune categorie di sesso maschile particolarmente a rischio, tra cui gli omosessuali, oppure a tutti gli adolescenti maschi. In questa logica i costi-beneficio di una estensione della vaccinazione ai maschi deve tenere conto non solo degli effetti indiretti sulla patologia femminile, ma anche dei vantaggi diretti dei potenziali risparmi di spesa che derivano dalla diminuzione dei tumori ano-genitali maschili correlati all’Hpv. Hpv test: performances a confronto a cura di Jack Cuzick - Il riconoscimento che l´infezione da alcuni tipi di Human Papilloma Virus è causa necessaria del cancro cervicale ha aperto nuovi fronti per la prevenzione di questa malattia. La prevenzione primaria è ora possibile tramite l´immunizzazione con vaccini altamente efficaci contro l´Hpv e la prevenzione secondaria ha guadagnato slancio con l´avvento di sensibili test Hpv- Dna, che danno risultati migliori rispetto al tradizionale Pap-test, nei programmi di screening citologici. E’ improbabile che si possa osservare nei prossimi 10-15 anni una sensibile riduzione dell’incidenza del cancro del collo dell´utero, anche se la copertura vaccinale fosse elevata e uniforme. Migliorare lo screening è il modo più promettente per ridurre l´incidenza sulla mortalità nel breve e medio periodo. Il vantaggio di usare test Hpv come modalità di screening primario è ottimizzato dall’attuale gamma di test disponibili, compresi i test di tipizzazione Hpv e quelli basati su Rna. Va tuttavia sottolineata l´importanza di usare solo test convalidati per applicazioni cliniche. Jack Cuzick è a capo del Centro per la Prevenzione del Cancro a Londra. Egli è anche Professore di Epidemiologia al Wolfson Institute of Preventive Medicine della Queen Mary, University of London. Si occupa di epidemiologia del cancro con particolare interesse in materia di prevenzione e di screening. Attualmente è Presidente del Gruppo Internazionale Breast Cancer Intervention Study Steering (Ibis), per lo studio Atac (Arimidex and Tamoxifen Alone or in Combination). E’ coinvolto in studi sull´uso di test Hpv per lo screening cervicale, l´uso di sigmoidoscopia per lo screening del cancro del colon-retto e marcatori per il comportamento di cancro alla prostata.  
   
   
RICERCA E INNOVAZIONE: PRESIDENTE, ABRUZZO PRIMA REGIONE 100 MLN EURO DA RICOSTRUZIONE PER RILANCIO POLO FARMACEUTICO  
 
L’ Aquila, 22 gennaio 2012 - "Siamo la prima regione d´Italia, secondo una recente ricerca del Sole 24 Ore, per investimenti, nel campo della ricerca e dell´innovazione, pari a 80 milioni di euro. Altri 100 milioni di euro, destinati alla ricostruzione per ricerca e sviluppo, sono già stati stanziati". Sono parole del Presidente della Regione che, ieri mattina, all´Aquila, ha partecipato alla presentazione del polo chimico-farmaceutico nella sede di Confindustria, all´Aquila, creato su iniziativa di Capitank e della Regione Abruzzo cui hanno preso parte tutte le aziende associate, il presidente e direttore del Consorzio Capitank, rappresentanti di Confindustria e sindacali. "Il rilancio del polo farmaceutico - ha aggiunto il Presidente - è tra le cinque priorità fissate dalla Regione Abruzzo per il rilancio economico e sociale del cratere insieme al consolidamento e rafforzamento del progetto Gran Sasso Institute che riteniamo basilare per esaltare le eccellenze scientifiche e di ricerca del territorio. Inoltre, tra le priorità, figurano un´adeguata rete viaria al servizio delle attivita´ produttive in modo che queste ultime siano connesse e collegate con il tessuto produttivo nazionale, il finanziamento dei contratti di sviluppo e la creazione di un centro mondiale sulla sicurezza alimentare che si farà all´Aquila. Dopo aver finanziato la costituzione del Consorzio di imprese con fondi Fesr - ha proseguito - la sfida è quella di creare un indotto. Promuovere l´innovazione all´interno della filiera è fondamentale così come stiamo facendo per favorire la competitività delle aziende ma occorre l´implementazione di progetti di ricerca e sviluppo. Solo con progetti affidabili, infatti, possiamo favorire la crescita economica. Le condizioni attuali spingono le imprese italiane a delocalizzare i propri centri di produzione. Un problema che l´Italia deve affrontare con urgenza perché la crisi che stiamo attraversando è una crisi industriale e di sistema. Le imprese italiane perdono quote di mercato e la strada per ridare speranze di lavoro è quella di affrontare i nodi strutturali che danneggiano la competitività del sistema. Pensiamo ai costi dell´energia che si debbono sostenere nel nostro Paese, di gran lunga più alti rispetto agli altri Paesi europei e agli oneri fiscali. Questa cultura ci sta portando ad un declino inevitabile. Ecco perché è fondamentale puntare sulla ricerca e l´innovazione, come sta avvenendo in Abruzzo con questo network costituito da aziende, istituti di ricerca e università che operano con il comune intento di valorizzare le eccellenze, stipulare accordi di collaborazione, favorire l´accesso ai finanziamenti europei e infine, creare servizi con ricadute sulla realtà economico produttiva del territorio". La società consortile Capitank ha raccolto le adesioni di 36 aziende del settore che operano sul territorio abruzzese tra cui tra cui le 4 maggiori case farmaceutiche situate in Abruzzo: Dompé, Menarini, Sanofi e Alfa Wassermann, l´Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo, 2 centri di ricerca, Consorzio Mario Negri Sud e Cotir, l´Università degli Studi di L´aquila e Chieti-pescara, spin-off universitari, e numerose imprese dei settori chimico, farmaceutico, biomedicale, ambientale, logistico, informatico e tecnologico.  
   
   
ASL 4 PRATO: QUATTRO NUOVI OSPEDALI DELLA TOSCANA, SI AVVICINA IL TRAGUARDO  
 
 Prato, 22 gennaio 2013 - Audizione sullo stato di avanzamento dei lavori dei quattro nuovi ospedali della Toscana (Prato, Pistoia, Lucca e Apuane), sul loro modello organizzativo e il loro funzionamento nella rete di cura e assistenza. Si è tenuta stamani alla Quarta commissione consiliare permanente del Consiglio regionale. Il presidente del Sior Bruno Cravedi ha presentato una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori. Fra il 2013 e il 2014, con tempi diversificati per ogni struttura ospedaliera, sono previsti ultimazione dei lavori, collaudi e agibilità. Per l’ospedale di Pistoia, lo stato di avanzamento dei lavori è al 95,2%, per quello di Prato all’84,9%, per Lucca al 76,0% e per Apuane il 41,8%. La nuova rete ospedaliera sarà dotata complessivamente di 1710 posti letto articolati per diversi livelli di intensità di cura (intensiva, sub intensiva e medio e lungo termine). Sono stati illustrati lo stato dell’arte nell’acquisizione di beni e servizi (apparecchiature biomedicali, mobili, arredi, servizi tecnici ed economali e altri servizi vari) realizzata attraverso una operazione congiunta tra Aziende Sanitarie, Estav Centro ed Estav Nord Ovest. I nuovi ospedali sono organizzati per livelli di intensità di cura in un sistema sanitario articolato ed integrato della rete di servizi territoriali. Questo modello organizzativo ha richiesto la sperimentazione e il monitoraggio di percorsi assistenziali, già avviati da qualche anno e ancora oggetto di continuo aggiornamento. Nella realizzazione delle nuove strutture ospedaliere è stata rivolta particolare attenzione al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale (ottimizzazione spazi, impianti fotovoltaici, limitazione rumorosità, utilizzo acque di riuso, arredo esterno e verde). Sono state illustrate le caratteristiche e gli interventi strutturali adatti ad accogliere le persone con disabilità sensoriali e motorie e per agevolare l’accesso e l’orientamento degli ipovedenti attraverso apposite cartellonistiche e mappe tattili. Un piano di comunicazione con l’utilizzo di molteplici strumenti informativi ( brochure, depliant, Totem, shopper, video…) ha accompagnato ed accompagnerà tutte le fasi di realizzazione del progetto. Per quanto riguarda Prato, confermata la data di fine lavori prevista per marzo 2013 e l’inizio dell’attività il 27 settembre 2013. Confermato inoltre, che nell’area del vecchio ospedale l’attuale palazzina ovest ospiterà la struttura per le cure intermedie ed ambulatori specialistici. L’attuale palazzine delle medicine sarà la sede del Dipartimento di salute mentale con un centro per la salute mentale ed una struttura residenziale psichiatrica. Per il trasferimento delle attività, Prato, nel marzo dello scorso anno ha costituito ed attivato un comitato di progetto per il trasferimento del nuovo ospedale con una cabina di regia dei diversi gruppi di lavoro. Nell’ottobre dello stesso anno è stata sperimentata la simulazione del trasferimento dei pazienti attraverso l’esercitazione P.e.tra.  
   
   
SENTENZA TAR INTRAMOENIA: REGIONE UMBRIA SOSPENDE APPLICAZIONE TICKET  
 
 Perugia, 22 gennaio 2013 - In seguito alla sentenza del Tar dell´Umbria con la quale si annulla la misura di compartecipazione alla spesa per l´attività libero professionale di intramoenia dei medici dipendenti del servizio sanitario, l´Assessorato regionale alla sanità, ha inviato una lettera ai Direttori generali delle Aziende sanitarie della Regione, con la quale "si dà indicazione di provvedere, con decorrenza immediata, alla sospensione dell´applicazione del ticket sulle prestazioni rese in libera professione intramoenia del 29 per cento rispetto al valore tariffario delle prestazioni stesse". E´ quanto comunica l´Assessorato alla sanità precisando che rimane ferma la decisione della Giunta regionale di presentare ricorso al Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar. Nel frattempo - ha spiegato l´Assessorato - si sta riavviando un confronto con il Ministero dell´Economia e Salute per stabilire la modalità di spostamento del ticket su altre parti del servizio sanitario nazionale. Ad ogni modo, la Giunta regionale intende mantenere, fino in fondo, la sua posizione di difesa delle fasce più deboli dal punto di vista economico, garantendo, attraverso un´azione di equità e responsabilità, il diritto alla salute e ad un servizio sanitario pubblico.  
   
   
SOCIALE: PRESENTATO IL PROGETTO S.L.A OLTRE 2 MLN PER POTENZIARE PRESTAZIONI E SERVIZI ASSISTENZA  
 
Pescara, 22 gennaio 2013 - Assegni di cura per prestazioni e servizi di assistenza domiciliare, corsi di formazione e qualificazione per familiari e operatori assistenziali, attività di ricerca e mappatura dei casi per assicurare servizi mirati e maggiormente qualificati e azioni di informazione e sensibilizzazione. Sono le quattro linee di intervento in cui si articola il Piano esecutivo che dà attuazione agli indirizzi contenuti nel "Progetto per l´assistenza alle persone affette da S.l.a.", approvato dalla Regione e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Nello specifico il piano esecutivo mira ad attivare ed implementare percorsi assistenziali tarati sui bisogni dei malati nelle differenti fasi di evoluzione della malattia, riconoscere e valorizzare il lavoro di cura del familiare-caregiver e degli assistenti familiari, realizzare iniziative formative rivolte ai familiari-caregiver ed agli assistenti familiari, incrementare le conoscenze sull´epidemiologia della Sclerosi Laterale Amiotrofica in Abruzzo ed infine ad attuare iniziative mirate di comunicazione e di informazione sugli interventi e servizi previsti dal progetto. L´importo complessivo per la realizzazione delle linee di intervento è pari a 2 milioni 340 mila euro. Secondo l´assessorato alle Politiche sociali, l´Abruzzo si pone in linea con i modelli più avanzati di assistenza domiciliare, offrendo la libertà di scelta tra l´acquisto di prestazioni assistenziali da parte di assistenti familiari o il riconoscimento economico dell´impegno assistenziale del familiare caregiver. La prima linea di intervento riguarda l´erogazione di assegni di cura alle persone malate di S.l.a. Per una spesa pari a poco più di 2 milioni in un biennio. Importo che verrà ripartito tra gli ambiti sociali territoriali (Eas). Il termine ultimo per la presentazione delle istanze è il prossimo 11 febbraio. La seconda linea prevede un programma formativo per assistenti familiari e familiari caregiver per 250 mila euro. La terza linea destina la somma di 23 mila 400 euro alla ricerca epidemiologica. L´ultima linea riguarda azioni di divulgazione e promozione ed intende fornire informazioni sulle modalità di accesso ai contributi e presentare la ricerca ed i risultati del progetto.  
   
   
MARCHE: PAOLO ALETTI DIRETTORE DELL’ARS FINO AL 31 DICEMBRE 2013.  
 
 Ancona, 22 gennaio 2013 - Paolo Aletti è il nuovo direttore dell’Agenzia regionale sanitaria delle Marche (Ars). Ricoprirà l’incarico fino al 31 dicembre 2013. È stato nominato oggi dalla Giunta regionale, nella seduta convocata a Fano, prima dell’incontro con l’amministrazione comunale della città. Aletti era già un dirigente dell’Ars, dove seguiva il settore relativo ai “sistemi di governo” della sanità. Nel corso della seduta, la Giunta ha ribadito che il modello funzionale della sanità marchigiana prevede una “netta separazione delle funzioni di programmazione e di gestione”: alla Giunta regionale competono le decisioni in materia di governo; al servizio Sanità (diretto da Pierluigi Gigliucci) e al Comitato di coordinamento (composto dai direttori dell’Azienda Ospedali Riuniti, Paolo Galassi; dell’Asur, Pietro Ciccarelli; dell’Azienda Marche Nord, Aldo Ricci, e dell’Inrca, Giuseppe Zuccatelli) quelle della gestione, mentre all’Ars il supporto alla programmazione in materia di sanità. Tutta la materia verrà disciplinata nell’ambito della riorganizzazione del sistema sanitario, in corso di definizione da parte della Giunta regionale. Aletti ha lavorato sia all’Asur che all’Ars. Ha collaborato alla stesura del Piano sociosanitario 2011-2013, ha partecipato al gruppo di lavoro per predisporre le linee attuative del Patto per la salute 2010-2012 e del Patto di stabilità 2011. Ha collaborato allo studio di prefattibilità per la realizzazione del nuovo Ospedale Salesi di Ancona. È un esperto delle strategie di gestione delle organizzazioni a rete in sanità.  
   
   
ANCORA UNA VITTORIA MONDIALE PER GLI AZZURRI DEL DELTAPLANO  
 
Torino, 22 gennaio 2013 - Dopo dieci giornate di gara, arrivano ancora medaglie dalla nazionale italiana di deltaplano. Impegnata nei campionati del mondo finiti il 18 gennaio a Forbes, località australiana nello stato del New South Wales a circa cinque ore di auto da Sydney. La squadra azzurra ha inanellato il terzo titolo mondiale consecutivo che va ad aggiungersi ai due titoli europei ed altri tre mondiali vinti in precedenza. Dopo gli azzurri si sono classificati Stati Uniti e Gran Bretagna. La graduatoria individuale è tutta di Manfred Ruhmer, campionissimo austriaco che vanta cinque titoli mondiali ed una quantità di successi in ogni parte del mondo. Questo avveniva dopo una lotta appassionante contro Alessandro Ploner (San Cassiano, Bolzano), campione del mondo uscente ed oggi medaglia d´argento, che è stato sul punto di sorpassare l´asso austriaco, recupero mancato per una manciata di punti. Un altro azzurro, Filippo Oppici di Parma, perdeva prima, e riconquistava poi definitivamente una meritata medaglia di bronzo. In campo femminile è emersa la tedesca Corinna Schwiegershausen davanti all´inglese Kathleen Rigg ed alla australiana Tove Heaney. Tutta la squadra italiana ha dimostrato la massima coesione superando momenti difficili, come la penalità inflitta a Christian Ciech, trentino di Varese, che si è ampiamente riscattato vincendo due prove. Invece, il bresciano Tullio Gervasoni con la prestazione nell´ultimo volo ha permesso al team azzurro di acquisire i punti necessari alla vittoria. All´affermazione azzurra ha dato grande apporto anche il resto della comitiva: Suan Selenati di Arta Terme (Udine), Davide Guiducci di Villa Minozzo (Reggio Emilia), il Ct Flavio Tebaldi di Venegono Inferiore (Varese) e gli accompagnatori Sabrina Ranzoni di Luino (Varese) ed Andrea Bozzato di Verbania. Infine è quello australiano un successo anche per il deltaplano Icaro 2000 Laminar che conquista il titolo mondiale proprio in Australia, la terra di Bill Moyes, inventore di questo mezzo per il volo libero e dove opera l´azienda che porta il suo nome. All´evento hanno partecipato 23 nazioni per un totale di 105 piloti che hanno affrontato percorsi tra 127 e poco meno di 250 chilometri dopo il decollo al traino di velivoli ultraleggeri, un sistema utilizzato dove non esistono pendii dai quali questi mezzi privi di motore possano involarsi.  
   
   
SPORT: MASTERPLAN DELLA REGIONE SARDEGNA PER L´IMPIANTISTICA SPORTIVA  
 
 Cagliari, 22 Gennaio 2013 - "In un momento caldo per lo scenario politico, noi continuiamo a parlare solo di Sardegna e lo facciamo con un tema che coinvolge i giovani e le amministrazioni locali di tutta l’Isola con una programmazione di interventi sull´impiantistica sportiva." Lo ha detto ieri il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nel corso della presentazione del programma di interventi sull’impiantistica sportiva in Sardegna con l’utilizzo delle risorse residue del Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc) 2007-2013. "Sarebbe forse il caso di parlare di "cultura sportiva" perché è vero che facciamo riferimento ad un attività fisica, ma lo sport è anche salute, educazione, senso di appartenenza, sana aggregazione intorno a valori positivi." "Si usa dire che lo sport tenga i ragazzi lontano dalla strada. Credo che faccia molto di più e che li metta sulla strada giusta. Ecco perché deve essere un parte importante del nostro modo di "pensare la comunità". "Quella che presentiamo oggi è un´azione che interviene capillarmente nel territorio e che parte proprio dal contributo dei Comuni e delle Province, che hanno segnalato le priorità sulle quali intervenire. Ed è questo un altro cardine dell´azione politica: il pieno coinvolgimento della comunità sarda nel momento in cui si formano le decisioni e non solo nella fase attuativa delle stesse." Con l´approvazione di una apposita Delibera la Giunta Regionale ha concluso la programmazione degli interventi relativi agli impianti sportivi, già avviata alla fine del 2011. Si è così proceduto, con il pieno coinvolgimento delle Provincie, dell’Unione dei Comuni e delle Comunità Montane e dei privati, alla raccolta delle diverse istanze dei territori, nelle forme di rito (bandi pubblici),avendo riguardo alle priorità. In totale sono stati destinati alla riqualificazione ed al completamento degli impianti sportivi, 51 milioni di euro. Circa 10 milioni previsti dalla legge finanziaria del 2011, di cui 3 destinati a privati e 7 per 44 interventi nei comuni. Altri 21 milioni sono stati destinati ai palazzetti dello sport di Nuoro (9 milioni), Oristano (6 milioni) e Cagliari (anche se ha riprogrammato gli interventi). Altri 20 milioni di Fondi per le aree sottosviluppate sono stati destinati agli impianti sportivi di oltre 120 comuni di tutta la Sardegna. L´assessore regionale dello Sport Sergio Milia ha poi citato alcuni degli interventi più importanti, tra cui quelli per gli stadi di Nuoro e Sassari, gli impianti di tennis a Cagliari, con la copertura dei campi di Monte Urpinu, adattandoli così alle grandi manifestazioni internazionali e Arzachena. I palazzetti dello sport a Oristano e ancora a Nuoro. Milia ha si è soffermato sull´autodromo di Mores che potrà ospitare qualsiasi manifestazione motoristica, compreso un gran premio automobilistico di Formula 1". Con i fondi Fas, sono 26 interventi nella Provincia di Cagliari, 12 nel Sulcis-iglesiente, 13 nel Medio Campidano, 17 nel Nuorese, 8 in Ogliastra, 15 nell´Oristanese, 13 nella provincia di Olbia-tempio e 16 nel Sassarese. "Quando si ha la buona volontà - ha sottolineato ancora Milia - si ottengono ottimi risultati. Noi siamo per la politica del fare e questo, crediamo sia un segnale forte. Le risorse raggiungeranno ogni zona dell´isola e coinvolgeranno tutte le discipline sportive.” Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente regionale del Coni, Gianfranco Fara che ha ringraziato il presidente Cappellacci e l’assessore Milia per la grande attenzione e le ingenti risorse finanziarie messe in campo per lo sport in Sardegna. La Regione ha effettuato, in collaborazione con il Comitato Regionale del Coni, il monitoraggio degli impianti sportivi esistenti nel territorio regionale col fine di conoscere la consistenza del patrimonio di impianti sportivi, le attività praticabili, i modelli gestionali, lo stato di conservazione e la necessità di eventuali interventi. I risultati del censimento rappresenteranno per la Regione, una base conoscitiva importante che ha orientato la programmazione regionale in base alle problematiche e alle specificità del territorio.