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Notiziario Marketpress di
Venerdì 22 Marzo 2013 |
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VENEZIA (FLORIAN): OMAR GALLIANI E IL SOGNO DELLA PRINCIPESSA LYU JI - DAL 30 MAGGIO AL 30 SETTEMBRE |
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Dura un po´ più di una sola notte d´estate il Sogno della Principessa Lyu Ji al Florian di Venezia. Dal 30 maggio al 30 settembre gli storici arredi della Sala Cinese del più antico e famoso Caffè veneziano saranno arricchiti dalla sua meravigliosa presenza. Al posto delle esotiche e sensuali figure femminili dipinte dal Pascutti ci sarà solo Lei, evocata da una immagine doppia, anzi siamese. E tutto intorno, dal pavimento al soffitto, tavolini, divanetti e sedie comprese, una pioggia di simboli, il regno di una Principessa da sogno: fiori, libri, pergamene, strumenti musicali, carte di un regno di terra e di acque, insieme all´occorrente per rendere ancora più affascinate una bellezza che è già assoluta perfezione. A creare questa magia è Omar Galliani, artista scelto per l´esposizione "Temporanea - Le realtà possibili del Caffè Florian", il raffinato appuntamento con un grande interprete dell´arte contemporanea internazionale che il Caffè Florian propone ad ogni cadenza di Biennale. Un legame, quello tra il Florian e la Biennale, davvero profondo dato che è proprio sui divanetti di questo Caffè che alla fine dell´800 Riccardo Selvatico e i suoi amici maturarono l´idea di organizzare a Venezia un´esposizione d´arte biennale come omaggio al Re Umberto e alla Regina Margherita. Idea che portò, nel 1895, alla prima Esposizione Internazionale d´Arte, divenuta poi famosa nel mondo come La Biennale di Venezia. L´istallazione dedicata a Lyu Ji è un vero atto d´amore da parte dell´artista. Ecco come lo stesso Galliani descrive questo suo Omaggio alla meravigliosa Principessa d´´Oriente: "nell´ultima notte delle nove rose bianche i tuoi capelli d´ebano si sono intrecciati alle mie cento matite che ho consumato sulle quattro pareti e un soffitto nella sala ad oriente dell´ unica città d´acqua d´occidente. Il tuo volto si specchia tra cristalli e stucchi di un tempo che galleggia su stesso nell´attesa del the verde del pomeriggio o nell´ultimo calice di cristallo della notte. Nel riflesso dei tuoi occhi si specchiano gli oggetti di una geografia senza nome . Alle latitudini si accendono e sovrappongono i riti dell´ ospitalità tra il tuo soffitto dei sogni e la tua cosmesi nascosta. Su piccoli tavoli di marmo ho inciso il tuo nome dove i calici di mille cristalli hanno baciato le tue labbra di porpora pallida treccia d´oriente. La mia matita ha cercato nella notte dei tuoi sogni il contorno del tuo profilo. Dimora d´eleganza e fragranza tra oriente e occidente il Florian custodirà il tuo respiro. Muta bellezza senza nome" . In Lyu Ji Omar Galliani focalizza i suoi ricorrenti personaggi femminili e, insieme, la sua passione per l´Oriente. L´istallazione al Florian è un sublime, intenso omaggio alla femminilità, alla magia di uno sguardo dagli occhi color della notte, all´immagine reale e a quella evocata, potremmo dire all´aura, di ogni donna. Un atto d´amore sensualissimo, pregnante e insieme etereo di ogni uomo innamorato per la sua donna. E insieme un omaggio all´Oriente e alla Cina, territorio dove l´artista è da anni protagonista con mostre nei grandi musei dei diversi Paesi. Niente meglio di Venezia e dell´unico Caffè che negli anni di Casanova e Goldoni ammetteva anche le donne, per dar conto di questo profondo innamoramento, del legame tra l´artista e il femminino, tra l´uomo e quel meraviglioso, eterno mistero che è la donna. Ogni donna, "muta bellezza senza nome", al di là dell´anagrafe, archetipo di un sentimento assoluto. Per lo meno finché dura il sogno. La magica stanza " disegnata " avrà come destino il viaggio in quanto si sposterà poi negli altri Florian del mondo. Lyu Ji continuerà il suo viaggio quale ambasciatrice tra oriente e occidente. In posizione privilegiata sotto i portici delle Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia, il Caffè Florian fu aperto il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome di "Alla Venezia Trionfante", ma ben presto la clientela prese l´abitudine di chiamarlo "Florian". Da allora il locale rappresenta un ritrovo per artisti, intellettuali, politici e personaggi illustri nonché punto di incontro di svariate realtà. La mostra è a cura di Stefano Stipitivich. Info: Piazza San Marco, Venezia - orario 10/24 - tel. 041 5205641 - fax 041 5224409 - info@caffeflorian.Com - www.Caffeflorian.com |
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MILANO (GALLERIA GRUPPO CREDITO VALTELLINESE): NEL SEGNO DEL SEGNO. DOPO L´INFORMALE - QUELLI DEL CENOBIO A CURA DI LUCIANO CARAMEL - DA VENERDÌ 26 MARZO FINO AL 27 APRILE |
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È la prima mostra organica sul sodalizio artistico che, preparato e in gestazione dalla metà degli anni cinquanta del Novecento, si formò e si sciolse a Milano giusto mezzo secolo fa, tra il 1962 e il 1963, e i cui presupposti si sono poi sviluppati nelle esperienze individuali dei singoli artisti. Il Gruppo prese il nome, che si prestava ai loro obiettivi di ricerca e produzione comune, dalla galleria milanese il Cenobio di Cesare Nova e Rina Majoli situata in via San Carpoforo, nei pressi di Brera, che, con ambizioni culturali e non solo mercantili, dal 12 dicembre 1962 ospitò la prima mostra di un nucleo di giovani pittori nati tra la fine degli anni venti e quella dei trenta - Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Ettore Sordini, Angelo Verga, Arturo Vermi e Raffaele Menster, che presto abbandonò il gruppo, - che vivevano le aperture e le difficoltà del "dopo l´Informale", comportanti cambiamenti epocali, in un contesto di ridiscussione statutaria dei linguaggi artistici che li segnarono profondamente. Accompagnavano in catalogo il sestetto poesie di Alberto Lùcia e una singolare pagina tratta da "L´isola dei Beati" di August Strindberg scelta, a sottolineare metaforicamente la loro autonomia, dagli stessi artisti. Che si ripresentarono l´anno successivo, ancora con un testo di Lùcia, prima ancora a Milano, dal 15 al 31 maggio nella Galleria L´indice, titolazione che consentì ai cinque di ribadire ironicamente la loro posizione alternativa ("Il Cenobio All´indice", appunto), e subito dopo, dal medesimo 31 maggio del 1963, a Firenze alla Saletta del Fiorino, ultima mostra del gruppo ancora unito, che chiude una esperienza breve e intensa, per aprire vie diverse e parallele, che in molteplici casi sono riuscite a intersecarsi, segnando ulteriori tappe sul percorso, mai interrotto, della ricerca del loro ideale di concezione dell´arte. Itinerari che la mostra presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese seppur sinteticamente documenta con 7 opere per ciascuno dei cinque artisti, datate dal 1964 ad oggi, esposte accanto a quelle, 5 per ognuno del biennio comunitario e a quelle, in numero di 3, sempre per artista, relative ai loro avvii nella seconda metà degli anni cinquanta, per un totale di 15 opere per artista e di un totale generale di 75 lavori. Inoltre, per dare il sapore della particolare Milano di quegli anni, irripetibile per fermenti e voglia di rompere gli schemi, sarà presentato, con immagini fotografiche storiche, un video realizzato appositamente per questa esposizione da Lucio La Pietra. Info: Galleria Gruppo Credito Valtellinese - Corso Magenta n. 59, Milano - tel. +39 0248.008.015 - www.Creval.it |
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TORINO (INGENIO ARTE CONTEMPORANEA, CORSO S. MAURIZIO 147E): FOSSI NUDO MI DIVERTIREI UN MONDO, MA PURTROPPO SONO NATO VESTITO - MOSTRA DEL LABORATORIO ZANZARA - DAL 22 MARZO AL 10 APRILE 2013 |
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Da venerdì 22 marzo, giorno dell’inaugurazione, fino a mercoledì 10 aprile, Ingenio Arte Contemporanea di corso San Maurizio 14/E, ospiterà una mostra con l’attività del Laboratorio Zanzara: sculture in cartapesta e immagini grafiche dal forte impatto comunicativo, specchio delle persone che quotidianamente anima il centro. Ingenio Arte Contemporanea apre nel settembre 2011 anche se già in funzione dal 2006 per Ingenio, bottega d’arti e antichi mestieri come luogo di stage per il pubblico. Ingenio Arte Contemporanea è un laboratorio/galleria orientato soprattutto verso attività e sperimentazioni artistiche che utilizzano i linguaggi della contemporaneità. Una distinzione che sottolinea l’apertura di Ingenio al mondo della cultura per incrementare le esperienze con artisti e personaggi del mondo dell’arte contemporanea e dell’arte irregolare, anche attraverso l’interazione con istituzioni scolastiche, università, musei e fondazioni offrendo loro uno spazio non convenzionale. Un progetto a cura di Enzo Bodinizzo e Tea Taramino. --- Laboratorio Zanzara - Nasce nel 1998 a Torino, come progetto d’integrazione per persone con disagio mentale. Le motivazioni che animano il laboratorio si basano su due principi elementari: creare un ambiente che rispetti i tempi creativi e lavorativi dei soggetti che vi partecipano e riconoscere le persone patrimonio attivo in ogni realizzazione. La creatività diventa la base dell´azione lavorativa e l´agire attraverso il lavoro si trasforma in elemento essenziale per un ritrovato diritto di cittadinanza. Questo è stato possibile grazie alla miscela tra la consolidata esperienza in ambito sociale e il coinvolgimento di professionisti del settore della comunicazione visiva, del design e dell’arte. I prodotti realizzati dai ragazzi e dalle ragazze, rappresentano l´esempio tangibile di un´esperienza allargata e condivisa da tutti i partecipanti, in un percorso incentrato sul riconoscimento reciproco. Il Laboratorio Zanzara, per volontà della Città di Torino, cura la comunicazione e la creatività del Torino Jazz Festival. L’occasione è di dimostrare come una realtà sociale può essere parte attiva della vita culturale della città, dove la diversità è patrimonio comune e restituisce ricchezza in termini d’integrazione sociale e culturale, per un rinnovato senso di cittadinanza. Info: Ingenio Arte Contemporanea - corso San Maurizio 14/E, 10124, Torino - Tel. 011 883157 - Apertura dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00 orario continuato - ingenio@comune.Torino.it - www.Comune.torino.it/pass/ingenio |
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CAMOGLI (FONDAZIONE PIER LUIGI E NATALINA REMOTTI): PERSONALE DELL’ARTISTA MARTA DELL’ANGELO - 23 MARZO 2013/26 MAGGIO 2013
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La Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti ha annunciato la personale dell’artista Marta Dell’angelo con un progetto appositamente pensato per questa occasione. Un gruppo di dipinti allestiti al primo piano sarà in dialogo con la performance. E arrivarono..., che avrà luogo nello spazio principale al piano terra e che sarà realizzata insieme a un gruppo di donne di Camogli. In questo modo emerge il legame tra la visione pittorica al secondo piano dell’edificio e l’aspetto performativo che sta alla base dell’osservazione dalla quale l’artista trae i soggetti dei suoi quadri. Marta dell’Angelo fin dall’inizio ha messo al centro della propria ricerca il corpo umano. Ha dipinto moltissimi quadri con figure reali, dai colori nitidi, forti, dai profili netti, con campiture levigate, a volte luminose, a volte ombrose. Figure tagliate in modi arbitrari che pongono al centro un’indagine sulle posture, sulla tensione dei muscoli, sullo sforzo, l’estensione, sulla quotidianità complessa della “macchina” entro cui viviamo. Il fondo è monocromo, vuoto, non c’è paesaggio. E’ un piano, piatto, un luogo sconfinato e indescrivibile. Il corpo e le sue infinite emozioni è ciò che ha portato Marta Dell’angelo a pubblicare un libro, “Manuale della figura umana” e ad accostarsi alle neuro-scienze. A Camogli l’artista si ispira a una quadreria rinascimentale, allestendo quadri dai fondi bianchi, splendenti, che costituiscono, come lei stessa dice “una sorta di raduno di figure e posture antieroiche dipinte, che, attraverso il bianco del fondo, si integrano nello spazio come se lo occupassero a livello strutturale, quasi delle sculture portanti. Allo stesso tempo penso al racconto di una creazione, ovvero qualcosa che è stato prodotto e ha cominciato ad essere, come scrive Mircea Eliade”. Si crea un ponte ideale con l’allestimento al piano terra, dove in un percorso sincronico, centinaia di appunti (disegni, stampe, oggetti, ritagli, fotografie, testi e parole) su supporti cartacei differenti, si srotolano nello spazio in un percorso atemporale. Un’eco di memorie che vanno e ritornano risuonando tra di loro. Mentre segni e disegni avvolgono le pareti, al centro dello spazio un altro “raduno” di donne, residenti o legate a Camogli, vestite in abiti scuri prenderà posto su sgabelli diversi, posizionati vicini, ma in modo sparso. Sedute in cerchio, con le schiene ricurve, un po’ accovacciate, con i capelli che cadranno per gravità nascondendo i loro volti, creeranno la visione di un”grumo” di schiene ricurve di donne di diverse età, dal quale emergerà un coro vocale che reciterà l’elenco di aggettivi sostantivati che compongono il testo di E arrivarono... Al termine, le donne si alzeranno mescolandosi tra il pubblico. Una performance che, accadendo all’interno di una chiesa sconsacrata, ricorda altri momenti rituali (i rosari, le preghiere), e fa nello stesso tempo da pendant ai quadri del secondo piano che interagiscono con lo spazio come figure scultoree di cariatidi o di dee laiche. E arrivarono… è un work in progress, realizzato a partire dal 2004 in varie lingue a seconda del luogo e dell’occasione. Il numero dei sinonimi cambia in base alla lingua. Tutte le parole, disposte in ordine alfabetico, sono il risultato di una catena di sinonimi, che si legano tra loro per appartenenza. Il risultato è una lettura ritmica, lenta, ripetitiva, che si ispira alle cantilene (mantra, rosari, nenie). Info: Marta Dell’angelo a cura di Francesca Pasini - sabato 23 marzo 2013, ore 18.00 inaugurazione mostra e ore 18.45 performance E arrivarono... - dal 23 marzo 2013 al 26 maggio 2013 - Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti - tel + 39 0185 772137 - info@fondazioneremotti.It - www.Fondazioneremotti.it |
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UDINE (PALAZZO GIACOMELLI): BAMBOLE E COSTUMI POPOLARI, AL MUSEO ETNOGRAFICO |
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Fvg non è solo la sigla per indicare la regione Friuli Venezia Giulia, ma anche l’acronimo per “Fogge antiche, Vesti preziose, Genti diverse”, titolo della prossimo esposizione temporanea allestita al Museo Etnografico del Friuli del Comune di Udine. L’esposizione, che apre i battenti a palazzo Giacomelli in via Grazzano venerdì 22 marzo alle 17, presenta la prestigiosa collezione Redri, la raccolta di bambole di grande pregio, vestite con i costumi popolari di tutte le regioni italiane, a testimonianza della varietà delle tradizioni che concorrono alla ricchezza culturale dell´Italia unita. La collezione privata della signora Renata Dri di Cassacco è formata da un centinaio di esemplari raccolti nell’arco di oltre vent’anni: le bambole, ognuna diversa dall’altra, hanno corpi costituiti da materiali eterogenei, dalla porcellana al tessuto, dalla cartapesta al legno e risalgono agli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. I costumi tradizionali che indossano sono stati realizzati nel rispettivo luogo d’origine da artigiani capaci, sensibili, scrupolosi, che hanno riprodotto fedelmente gli abiti, curando al massimo la scelta delle stoffe, dei ricami e dei merletti eseguiti a mano, la confezione delle calzature e, in molti casi, anche la realizzazione dei gioielli in filigrana d’argento e d’oro. La collezione Redri è stata presentata per la prima volta nel 2011 a Turriaco (Go) e Grado (Go), in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia; nel 2011 la mostra Fvg è stata allestita presso la sede del Consiglio Regionale a Trieste e presso il Museo Etnografico Nazionale di Plovdiv (Bulgaria); l’evento è stato premiato con la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La mostra resterà aperta ad ingresso libero fino al 28 aprile negli orari di apertura del museo, ovvero da martedì a domenica dalle 10.30 alle 17.00 (chiuso il lunedì). Per informazioni: 0432.271920 - seoetnografico@comune.Udine.it |
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GERUSALEMME: TERRA SANCTA MUSEUM - CONVENTO DELLA FLAGELLAZIONE - MUSEO ARCHEOLOGICO. I LUOGHI EVANGELICI IN PALESTINA - MUSEO MULTIMEDIALE. GERUSALEMME E IL SANTO SEPOLCRO: DA ERODE AI GIORNI NOSTRI - CONVENTO DI SAN SALVATORE
MUSEO STORICO. LA CUSTODIA FRANCESCANA IN TERRA SANTA |
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Nel 2015, nel cuore della Città Vecchia di Gerusalemme, nascerà il Terra Sancta Museum, l’unico museo al mondo sulle radici del Cristianesimo e la conservazione dei Luoghi Santi. Un’esposizione permanente, voluta dalla Custodia di Terra Santa, per scoprire la storia di questa terra straordinaria in cui da millenni s’intrecciano, in modo misterioso, i destini di molti popoli che convivono nei luoghi sacri delle tre grandi religioni monoteiste. In questo particolare e delicato momento storico è di fondamentale importanza far conoscere al mondo intero la storia della presenza cristiana in Terra Santa; per favorire una maggiore consapevolezza delle nostre radici, contribuire all’unità della “famiglia umana” e diffondere un messaggio di pace nel mondo. Domenica 10 marzo Fra Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, ha rilasciato al Franciscan Media Center, centro multimediale della Custodia, la prima intervista relativa alla nascita del Museo, spiegando le molte e profonde ragioni che hanno spinto i frati della Custodia a sostenerlo e promuoverlo. “Il Terra Sancta Museum vuole ripercorrere le radici del cristianesimo e di questa terra, perché questo paese ha una storia in cui la presenza cristiana è evidente, come quella ebraica ed islamica, ma ha bisogno di essere mostrata e fatta conoscere meglio, in maniera organica. I cristiani pur essendo una piccola minoranza sono sempre stati e sono ancora oggi una presenza culturalmente molto vivace e ricca, che ha contribuito in maniera enorme a costruire relazioni, non soltanto con la popolazione locale, ma anche con le tante società nel mondo. Questa realtà è giusto che oggi venga è conosciuta e divulgata. Il progetto nasce dal desiderio più generale, di investire sulla cultura e sulla storia, ma anche da un desiderio più nascosto di conoscere il nostro passato, per avere un migliore senso di appartenenza, una identità più definita. A Gerusalemme questa necessità si percepisce in maniera evidente. Abbiamo bisogno di rileggere e di conoscere la nostra storia per poter vivere il presente in maniera più serena. Se ci rendiamo conto di come gran parte dei fenomeni attuali – sociali, politici, religiosi – siano già stati vissuti dai nostri padri e dai nostri nonni, possiamo ridimensionare i problemi, metterli nelle giuste dimensioni, prendere le distanze, in modo da trovare la forza per costruire e investire nel futuro. Il Museo sarà fonte di sviluppo sociale o economico anche per la popolazione locale. Musei, archivi, biblioteche, non sono solo depositi dove si mette materiale, ma sono istituzioni culturali che hanno una conseguenza economica e creano opportunità di lavoro anche per la comunità residente, non solo di religione cristiana. Questo d’altro canto è uno dei compiti che la Custodia assolve da diversi secoli in questo territorio. Nei luoghi dove sorgerà il Museo un tempo vi erano la calzoleria, la falegnameria, la ferreria ecc. Oggi queste realtà non esistono più perché sono cambiati i tempi, ma l’idea è di continuare, di crearne altre, di portare avanti questo legame, questa relazione – anche economica – con questa terra.” (Segui l’intervista sul sito: www.Custodia.org, www.Fmc-terrasanta.org) Il Progetto Un complesso espositivo in due sedi e tre musei Il Museo affronta il tema della storia cristiana e francescana in Terra Santa. Agli innumerevoli pellegrini e visitatori, provenienti dal mondo intero, è proposto un percorso culturale flessibile, metodologicamente rigoroso e suddiviso in tre distinti momenti, distribuito nella Città Vecchia di Gerusalemme e, in futuro, esteso ad altre sedi in Terra Santa. Un unico complesso espositivo di 2.573 m2, composto da tre musei (Archeologico, Multimediale e Storico) con differenti obiettivi informativi e distribuiti in due sedi esistenti, distanti tra loro circa 1500 metri e vicini alle principali mete di pellegrinaggio e turistiche di Gerusalemme (La Spianata delle Moschee, Il Muro del Pianto e il Santo Sepolcro). Convento Della Flagellazione 1. Museo Archeologico. I luoghi evangelici in Palestina 2. Museo Multimediale. Gerusalemme e il Santo Sepolcro da Erode ai giorni nostri Convento Di San Salvatore 3. Museo Storico. La Custodia francescana in Terra Santa Terra Sancta Museum si connota per un forte intento didattico, ma anche per la ricchezza di contenuti e tesori artistici di grande impatto estetico ed emotivo. La volontà dei promotori è quella di valorizzare il loro patrimonio storico, archeologico e artistico di valore inestimabile, di renderlo accessibile a tutti e allo stesso tempo di evitarne la dispersione, favorendone il restauro e la conservazione. Gli scavi archeologici condotti nei Luoghi Santi nel corso degli ultimi 150 anni e moltissime donazioni avvenute nei corso dei secoli, hanno contribuito a creare straordinarie e rare collezioni di scultura, dipinti, oreficeria, libri miniati, paramenti liturgici e preziosi documenti d’archivio, che spaziano cronologicamente dall’epoca cananea (circa 2000 a.C.) ad oggi. Il criterio-guida espositivo prescelto dal Comitato scientifico è di tipo geografico-evangelico per il museo archeologico, determinato in parte dalla storia e dalla natura stessa degli scavi archeologici che qui vengono documentati, ma anche dall´interesse del pubblico cui si rivolge il museo. Per quello storico si è scelto un criterio storico-tematico, assecondando ed evidenziando le missioni storiche della Custodia di Terra Santa e le sue relazione con gli Stati Europei. Ente Fondatore è la Custodia di Terra Santa, fraternità di religiosi (Frati Minori) che da oltre 800 anni custodisce i luoghi della Redenzione, in concerto con lo Studium Biblicum Franciscanum, Istituzione scientifica per la ricerca e l’insegnamento accademico della Sacra Scrittura e dell’archeologia dei paesi biblici, con sede sempre a Gerusalemme. Quest´ultima ha fornito la consulenza tecnica e scientifica al progetto grazie al supporto di un comitato guidato da Eugenio Alliata, Direttore Museo Archeologico Studium Biblicum Franciscanum, e composto da professori dell´Istituto biblico, Ibrahim Nahib, Tomislav Vuk, Stephane Milovitch e Massimo Pazzini. Ats Pro Terra Santa, Onlus-ong riconosciuta dal Ministero Affari Esteri, associazione a servizio della Custodia di Terra Santa, è incaricata di realizzare il progetto e coordinare le azioni di fund rasing. La fase di analisi e studio delle collezioni e la progettazione, durate oltre un anno, si sono concluse alla fine del 2012. In questi mesi si avvieranno i lavori di ristrutturazione architettonica degli spazi e di allestimento che termineranno nel 2015. Il direttore del progetto museologico è Gabriele Allevi, il quale ha curato l’ordinamento, individuato la metodologia espositiva e un rigoroso linguaggio stilistico nell´allestimento che ha tenuto conto di diversi presupposti: le finalità culturali dettate dalla committenza, i patrimoni a disposizione, gli ambienti architettonici destinati ad accogliere i musei e i diversi pubblici a cui il Museo si rivolge. La progettazione architettonica e la direzione lavori di allestimento, sono a cura dello Studio Gtrf Tortelli e Frassoni Architetti Associati di Brescia che ha portato all’impresa la sua enorme esperienza nel campo della musealizzazione dei siti archeologici in Italia. Deloitte Financial Advisory Services, una tra le più grandi realtà nei servizi professionali alle imprese in Italia e nel mondo, ha predisposto uno studio di fattibilità per la realizzazione del progetto, al fine di fornire indicazioni in merito alla evoluzione economico-finanziaria delle iniziative ad esso correlate. Dall´attenta e approfondita analisi è emerso come il progetto di Terra Sancta Museum soddisfi realisticamente i requisiti di sostenibilità economico-finanziaria. Dal prossimo mese si terrà al Chateau de Versailles una grande mostra dal titolo Le Trésor du Saint-sépulcre (16 aprile - 14 luglio 2013). La maggior parte delle opere prestate dalla Custodia di Terra Santa, torneranno a Gerusalemme per essere esposte in maniera permanente nell’erigenda sede museale. A metà maggio i padri francescani e i consulenti, architetti, museologi che hanno dato vita al progetto lo presenteranno in maniera istituzionale in Italia a Milano. L’evoluzione dei lavori potrà essere seguita sul sito www.Terrasanctamuseum.org attivo da fine marzo 2013. Altri siti utili: www.Custodia.org , www.Proterrasancta.org , www.Fmc-terrasanta.org |
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SIENA (CATTEDRALE): LA PORTA DEL CIELO - DOPO LUNGHI RESTAURI SARÀ POSSIBILE AMMIRARE IL ‘CIELO’ DEL DUOMO, UNA SERIE DI LOCALI MAI APERTI AL PUBBLICO - 6 APRILE/27 OTTOBRE 2013
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Il Duomo di Siena non finisce di sorprendere. Dopo la scopertura del pavimento che ha fatto conoscere a un pubblico numeroso di visitatori italiani e stranieri le tarsie disegnate dagli antichi maestri raffiguranti un percorso di sapienza e di fede, la cattedrale apre ora la sua porta alle sommità della fabbrica. Dopo lunghi restauri, a partire dal 6 aprile, sarà possibile ammirare il ‘cielo’ del Duomo, una serie di locali mai aperti al pubblico, in cui per secoli nessuno è potuto accedere, se si eccettuano le maestranze dirette dai grandi architetti che si sono avvicendati nei secoli, di cui recano testimonianza progetti e schizzi effigiati talvolta direttamente sui muri. La magnifica facciata del Duomo è fiancheggiata da due imponenti torri terminanti con guglie di svariate forme che si proiettano verso l’alto, al cui interno si inseriscono scale a chiocciola, quasi segrete perché nascoste alla vista dei visitatori, che conducono verso il ‘cielo’ del Duomo. Una volta giunti sopra le volte stellate della navata destra si inizia un itinerario riservato a piccoli gruppi, accompagnati da un’esperta guida, che riserva una serie di scoperte ed emozioni. Sarà infatti possibile camminare ‘sopra’ il sacro tempio e ammirare suggestive viste panoramiche ‘dentro’ e ‘fuori’ della cattedrale. Saranno aperte al visitatore le multicolori vetrate di Ulisse De Matteis con la rappresentazione degli Apostoli, dalle quali il visitatore si affaccerà all’interno della cattedrale con la vista del pavimento, dei principali monumenti scultorei e dell’interno della cupola con il ‘Pantheon’ dei santi senesi, i quattro Patroni, santa Caterina e san Bernardino, i ‘giganti’ dorati che proteggono dall’alto la comunità dei fedeli. Si percorre dunque il ballatoio della cupola dal quale sarà possibile contemplare l’altar maggiore, la copia della vetrata di Duccio di Buoninsegna, con al centro la mandorla di Maria Assunta, e i capolavori scultorei. Dall’affaccio della navata sinistra è possibile ammirare uno splendido panorama sulla Basilica di S. Domenico, la Fortezza Medicea, l’intera cupola della cappella di S. Giovanni Battista, il paesaggio circostante fino alla Montagnola senese. Si entra infine dietro il prospetto della facciata nel terrazzino che si affaccia su Piazza del Duomo con la vista dello Spedale di S. Maria della Scala e si accede al ballatoio della controfacciata da dove si ha una vista generale sulla navata centrale e lo sguardo è accompagnato dal ritmo scandito dalle teste dei papi e degli Imperatori, attraverso le tarsie con i filosofi del mondo antico che proferiscono sentenze. La “porta del cielo” si apre dunque ai visitatori come salissero attraverso la scala apparsa in sogno a Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli angeli di Dio salivano e scendevano (Genesi 28,10-22). Nel sogno Dio promette a Giacobbe la terra sulla quale egli stava dormendo e un’immensa discendenza. Al suo risveglio Giacobbe esclama «Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo», verso utilizzato dalla liturgia nella messa della dedicazione delle cattedrali L’iniziativa, fortemente voluta dall’Opera della Metropolitana di Siena, è organizzata da Opera – Civita Group. Opera Civita Group gestisce il servizio prenotazioni, informazioni e visite guidate per il Complesso del Duomo di Siena e, in occasione delle aperture straordinarie Porta del cielo, propone pacchetti culturali che arricchiscono l’offerta turistica della città. Per maggiori informazioni visitare il sito: www.Operaduomo.siena.it |
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ROMA (EXPOSTIA): MOSTRA DI FABIO LOVINO - VENERDÌ 22 MARZO/DOMENICA 16 GIUGNO 2013
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Venerdì 22 marzo 2013 alle ore 18, inaugura presso Exp’ostia, la grande mostra personale "An instant out of time. Ritratti di Fabio Lovino dal cinema contemporaneo” che rimarrà aperta al pubblico dal 23 marzo al 16 giugno 2013. La mostra, promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Attività Produttive, al Lavoro e al Litorale è curata da Roberta de Fabritiis, ed è un progetto di Officine International in collaborazione con Zètema. An instant out of time è una galleria di circa 60 fotografie, tra i lavori più famosi di Fabio Lovino, un racconto tra cinema e musica, attimi in cui lo spettatore si ferma e si abbandona alla bellezza e alla magia dell’immagine fuori dal tempo. Fotografo di celebrities, Lovino è conosciuto e apprezzato soprattutto nel mondo del cinema e della musica. E’ il ritrattista preferito di molti attori e musicisti che si affidano a lui per presentarsi al proprio pubblico, per raccontarsi e per costruire la propria immagine.Fabio Lovino è sempre e da sempre sui palcoscenici di teatri, sui set cinematografici, in studio e in tour: per lui il lavoro quotidiano è riuscire a catturare “quello sguardo”, “quell’espressione” che poi diventa il tratto distintivo e la vera immagine del personaggio. E questo il segreto di un bravo ritrattista: contribuire a costruire il personaggio consegnandone al pubblico un’immagine, instant out of time . Da qui il titolo della mostra, che riprende una definizione della grande reporter Dorothea Lange sulla fotografia: Photography takes an instant out of time, altering life by holding it still Un ritratto, istante fuori dal tempo, altera la realtà fermandola in uno scatto. E così l’immagine viene affidata alla memoria collettiva e diventa, in alcuni casi, icona superando la notorietà del personaggio stesso. Proprio come è accaduto per alcuni illustri fotografi del passato le cui fotografie sono diventate così famose da acquisire una vita propria, consacrando così l’artista ad eterna memoria. Fabio Lovino nasce a Roma nel 1963. Durante l’università comincia a lavorare come fotografo per pubblicità, ritratti di rockstar e jazzisti. Successivamente al lavoro di ritrattista si affianca il reportage di cinema, i ritratti di scrittori e di artisti visuali contemporanei e realizza numerose copertine di CD per artisti italiani ed internazionali, collaborando con le più importanti case discografiche. Solo in ordine di tempo, gli ultimi album di Mark Knopfler e Morrissey in Inghilterra, Elisa, Caparezza, Subsonica, Marina Rei, Alex Britti, Cammariere, in Italia. Colleziona nel portfolio personale artisti italiani ed internazionali come Robert De Niro ed Al Pacino, Benicio del Toro, Terry Gilliam, Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Isabelle Huppert, David Cronemberg, David Lynch, Marco Bellocchio, Bertolucci, Moretti, Morante, Castellitto. Molti di questi ritratti sono diventati le copertine e servizi dei più famosi magazine italiani ed esteri, come Io Donna, Max, Elle, Vogue Pelle, Vanity Fair, Il Venerdì, Rolling Stone, Studio e l’Espresso. Scheda info Mostra: An instant out of time. Ritratti di Fabio Lovino dal Cinema Contemporaneo Info: Spazio Polivalente EX [DE] PO’ - Corso Duca di Genova, 22 - Ostia - martedi-domenica 10.00-18.00 - Ingresso gratuito - tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00–21.00) - www.expostia.it - www.060608.it |
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COLORNO (PARCO DELLA REGGIA): NEL SEGNO DEL GIGLIO - EDIZIONE DEL VENTENNALE
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Elisa Campari e Isabella Geminiani sono all´opera per offrire la manifestazione del ventennale de Nel segno del Giglio , la mostra - mercato del giardinaggio di qualità che si terrà nella tradizionale sede del Parco della Reggia di Colorno, nel parmense. Bocche cucite sul programma. Ciò che le organizzatrici fanno trapelare è la volontà di fare della Mostra di Colorno la vetrina più ampia del giardinaggio qualificato italiano, individuando espositori che sappiano proporre collezioni particolari, originali, inconsuete per visitatori che, anno in anno, sono cresciuti numericamente ma soprattutto come competenza e curiosità. Lo spazio del Parco è ideale per bellezza ed ampiezza, la Reggia riapre totalmente le porte dopo le apprensioni causate dai danni del terremoto dello scorso anno, a voler anch´essa partecipare alla grande festa del Ventennale di Nel segno del Giglio. Non solo: in Reggia i visitatori dell´assise del giardinaggio troveranno ad accoglierli una grande mostra storica di affiches, dipinti e sculture intitolata "Stile italiano". L´esposizione, che giunge a Colorno dopo la grande "prima" di Montecarlo, racconta la nascita e l´imporsi nel mondo del Made in Italy. La stessa originalità ed eccellenza che Elisa ed Isabella vogliono proporre ai pollici verdi di tutta Italia nella mostra del Ventennale. Accanto a novità ed innovazioni, una conferma: quella del Premio Ippolito Pizzetti che, anche quest´anno, sarà assegnato da una giuria di specialisti tra gli espositori presenti. Le coccarde del Premio, ambitissime, segnaleranno ai visitatori e compratori le eccellenza della mostra-mercato. "Nel segno del Giglio" è organizzata e curata da Artour s.C., con il patrocinio della Procincia , in collaborazione con il Comune di Colorno. Info: I.a.t Colorno - 0521 313790; I.a.t Parma - 0521 218889; Parma Point - 0521 931800 - www.Artourparma.it - www.Portale.parma.it - www.Turismo.parma.it - www.Turismocolorno.it |
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PISTOIA (PALAZZO SOZZIFANTI): GRANDI MAESTRI, PICCOLE SCULTURE. DA DEPERO A BEVERLY PEPPER - DAL 6 APRILE AL 30 GIUGNO
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Dal 6 aprile al 30 giugno 2013 sarà aperta al pubblico a Pistoia, a Palazzo Sozzifanti,la mostra “Grandi maestri, piccole sculture. Da Depero a Beverly Pepper”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e curata da Lara-Vinca Masini,con opere tratte dalla collezione di arte di Loriano Bertini. In mostra la parte più recente della raccolta del collezionista: circa 200 sculture, quasi tutte di piccole dimensioni, per un excursus lungo la storia dell’arte del XX secolo. Il percorso espositivo si snoda attraverso le principali correnti del periodo, ciascuna testimoniata dai maggiori artisti del secolo scorso e di oggi. Per citarne alcune, Cubismo (con anche opere di Pablo Picasso) Futurismo (con lavori di Fortunato Depero), Surrealismo (tra gli artisti, Salvador Dalì e Giorgio De Chirico) Spazialismo (Lucio Fontana); e ancora, Noveau Réalisme (con Christo), Fluxus (rappresentato da Joe Jones), New Dada (tra gli altri, Jasper Johns)Pop Art (ad esempio, Roy Lichtenstein), Arte povera (in mostra con Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto);per giungere, infine, alla Transvaguardia italiana (con anche Mimmo Paladino) |
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PISTOIA (PALAZZO SOZZIFANTI): GRANDI MAESTRI, PICCOLE SCULTURE. DA DEPERO A BEVERLY PEPPER" - DAL 6 APRILE AL 30 GIUGNO |
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Dal 6 aprile al 30 giugno 2013 sarà aperta al pubblico a Pistoia, a Palazzo Palazzo Buontalenti-sozzifanti, la mostra “Grandi maestri, piccole sculture. Da Depero a Beverly Pepper”, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e curata da Lara-vinca Masini, con opere tratte dalla collezione di arte di Loriano Bertini. In mostra la parte più recente della raccolta del collezionista: circa 200 sculture, quasi tutte di piccole dimensioni, per un excursus lungo la storia dell’arte del Xx secolo, con nomi quali Pablo Picasso, Salvador Dalì, Fortunato Depero, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Christo, Roy Lichtenstein, Jannis Kounellis, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino |
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BOLOGNA (PALAZZO D´ACCURSIO ): MOSTRA DI ANDREA BENETTI E FRANK NEMOLA - 13/30 APRILE
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Sabato 13 aprile sarà inaugurata a Bologna presso Palazzo D’Accursio il progetto artistico “Colori e suoni delle origini”, una mostra che vedrà la collaborazione tra Andrea Benetti, artista conosciuto a livello internazionale e autore del Manifesto dell’Arte Neorupestre presentato alla 53. Biennale di Venezia, e Frank Nemola, figura di primo piano nel panorama musicale italiano, nonché polistrumentista di Vasco Rossi.
“Colori e suoni delle origini”, curato da Silvia Grandi, è un progetto promosso da Friends of the Johns Hopkins University/Associazione di cultura e di studio italo-americana “Luciano Finelli” e dal “DAR Dipartimento delle Arti Visive Performative Mediali” dell’Università degli Studi di Bologna. Silvia Grandi, curatrice della mostra e docente di Fenomenologia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna, riscontra nel progetto dei due artisti una forte complementarietà: nel suo testo sottolinea come “l’improvvisazione musicale-sonora di Nemola, abbinata alle icone e ai colori dei quadri di Benetti, renda possibile, in chiave attuale e assolutamente contemporanea, il ritorno a quella sensorialità primigenia e originaria predicata oltre quarant’anni fa da McLuhan il quale, con le nozioni di “spazio visivo” e “spazio acustico” (The Medium is the Message, 1967), aveva teorizzato il ritorno dell’uomo ad una struttura sensoriale primordiale, piena di emozioni e di facoltà sinestetiche proprio grazie alla diffusione dei media elettronici”.
“Colori e suoni delle origini” nasce dalla ricerca creativa di Benetti e Nemola, che, attraverso l’unione di due mezzi espressivi quali pittura e musica, riescono a creare un progetto di “arte acustica”.
I due artisti creano un ponte ideale tra le origini dell’uomo e la contemporaneità, tra le forme antiche ed essenziali di espressione e le odierne esemplificazioni dei sistemi digitali di comunicazione di massa utilizzando i due sensi per eccellenza dei due periodi: udito e vista.
La mostra si compone di trenta opere di pittura neorupestre di Andrea Benetti e della performance musicale/vocale composta ed eseguita appositamente per le tele dell’artista dal musicista Frank Nemola. Il live della performance, della durata di una ventina di minuti, sarà eseguito durante l’inaugurazione e fungerà da accompagnamento sonoro e parte integrante del progetto espositivo durante tutto il periodo di apertura della mostra. L’ultima collaborazione tra Andrea Benetti e Frank Nemola, musicista che da sempre svolge un’intensa e colta ricerca sulla musica e sulla sua traduzione scenica, studiando la sonorità delle origini unite ai rumori e suoni elettronici, risale al settembre 2011, anno in cui i due artisti presentarono un progetto di enorme successo all’interno delle Grotte di Castellana. Il progetto a cura del Prof. Massimo Guastella, per la sua innovazione è rientrato nel programma universitario di Storia dell’Arte dell’Università di Lecce. Andrea Benetti, che da molti anni esprime col favore di critica e pubblico le proprie idee e la propria pittura nell’ambito dell’arte contemporanea, presenterà la sua ricerca sulle qualità simboliche e astratte della pittura neorupestre. Nei suoi quadri, trattati spesso in modo da simbolizzare al massimo la vicinanza ai dipinti delle caverne preistoriche, ma elaboranti e raggianti di colori ad olio, si ritrovano forme ed oggetti che riportano ad un passato antico, oltre che ad un futuro ipertecnologico. Benetti ha esposto in molti luoghi di grande prestigio ed è presente con le proprie opere all´interno di importanti Musei e Collezioni Internazionali (ONU, Vaticano, Quirinale, Camera dei Deputati, ecc.). La mostra “Colori e suoni delle origini” gode del Patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Bologna. Il catalogo è edito da “qudulibri”Info: Culturalia - Bologna, Vicolo Bolognetti 11 - Tel. 051 6569105 - fax 051 29 14955 - info@culturaliart.com - www.culturaliart.com |
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MUSEO DELLE CAPPELLE MEDICEE: NELLO SPLENDORE MEDICEO -
PAPA LEONE X E FIRENZE - 26 MARZO/6 OTTOBRE 2013
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Il Museo delle Cappelle Medicee celebrerà la figura di Leone X, primo papa di Casa Medici, a cinquecento anni dall’elezione al soglio pontificio.
Dall’angolo visuale fiorentino, la mostra dedicata a papa Leone X seguirà la vita di Giovanni, figlio secondogenito di Lorenzo il Magnifico, dalla nascita a Firenze nel 1475 fino all´11 marzo 1513, quando venne eletto papa, e al suo breve ritorno in patria nel 1515.
Una sezione introduttiva alla mostra dedicata alla stirpe dei Medici espone, fra le altre opere, un Doppio ritratto di personaggi della famiglia (forse Piero e Giovanni) di Andrea del Castagno, dal Kunsthaus di Zurigo, e un ritratto marmoreo di Giuliano de´ Medici attribuito a Michele Marini e conservato al Museo del Bargello.
Nella prima e seconda sezione, ci si sofferma sulla nascita ed educazione di Giovanni, e le numerose opere esposte hanno soprattutto lo scopo di ricreare il clima culturale in cui si formò il futuro pontefice, fra le altre il Busto del Magnifico della National Gallery di Washington così come il Vaso con stemma Medici-Orsini di Detroit (Institute of Art) che testimonia delle nozze fra Lorenzo e Clarice Orsini da cui nacque il primo papa della dinastia fiorentina.
Con il ritratto di Agnolo Poliziano di Cristofano dell´Altissimo degli Uffizi, e vari manoscritti (fra gli altri l´Anthologia Graeca di Demetrio Calcondila) si dà conto di coloro i quali si presero cura della prima educazione del giovane Medici; è in quel clima colto e raffinato che egli poté frequentare i maggiori artisti del tempo (i Ghirlandaio e Botticelli), alcuni dei quali ospitati dal Magnifico presso il giardino di San Marco: fra questi il giovane Michelangelo di cui si espone il calco della Centauromachia (l´originale si ammira presso una sede distaccata della mostra a Casa Buonarroti), Andrea Sansovino rappresentato dal Galba del Museo di Casa Vasari di Arezzo, e poi Giovanfrancesco Rustici, e Francesco Granacci.
Eletto cardinale in tenera età, Giovanni, di cui si espone il Busto assegnato ad Antonio di Orsino Benintendi del Victora and Albert Museum di Londra, visse fino alla cacciata dei Medici da Firenze, anche nel palazzo Medici di via Larga, dove una “camera” a lui assegnata in quella magione, è evocata in mostra attraverso opere quali una Madonna col Bambino di Andrea della Robbia e l´Ercole e Anteo di Antonio del Pollaiolo, mentre le passioni giovanili del giovane prelato, la caccia e la musica sono testimoniate, fra le altre opere, da uno Schioppetto del XV secolo dalla Villa medicea di Cerreto Guidi e da due Olifanti del Museo degli Argenti di Firenze.
Alla cacciata dei Medici da Firenze nel 1494 Giovanni seguì le drammatiche sorti della sua famiglia e le sue vicende di quegli anni si possono seguire in mostra attraverso le incisioni di Pietro Santi Bartoli con i Fatti della vita di Leone X, mentre i contemporanei avvenimenti fiorentini sia politici che artistici sono sintetizzati dalla tavola con il Supplizio del Savonarola attribuito a Francesco di Lorenzo Rosselli e al Cristo in pietà del Perugino della Collezione dell´Ente Cassa di Risparmio di Firenze, come pure dal Busto già ritenuto ritratto di Pier Soderini e da una derivazione su tela della Battaglia di Anghiari del Museo Horne. Con il ritorno dei Medici a Firenze nel 1512 e con le testimonianze pittoriche di quel momento e del tempo subito successivo che coincise, fra l´altro, con l´elezione al soglio pontificio di Giovanni che prese il nome di Leone X, si conclude la terza sezione della mostra affidata, fra gli altri, al Pontormo: Due guerrieri; Porta armi con putto; i pannelli del Carro della Moneta e ad Andrea del Sarto, Due figure con armatura e armi.
La quarta sezione è dedicata al pontificato di Leone X e ai riflessi che ebbe nell’Urbe. I Ritratti del Papa di Ludovico Buti e di Giuliano Bugiardini (rispettivamente agli Uffizi e alla Galleria Nazionale di Roma) e il medaglione con l´emblema leonino di Luca della Robbia il giovane (Roma, Museo di Castel Sant´Angelo) sono giustappunto affiancati da un affresco di Raffaello, il Putto dell´Accademia di San Luca di Roma, e da disegni architettonici sempre dal Sanzio, come quello della Veduta del Pantheon, e pure agli Studi per San Pietro, di Antonio da Sangallo il giovane, e alla Pianta di Villa Madama di Giovan Francesco da Sangallo.
Per Firenze l’occasione di celebrare il pontefice fu data agli artisti dal ritorno di Leone X nella sua città natale, il 30 novembre del 1515, avvenimento di cui si dà conto nella quinta sezione della mostra. Il papa (rilevante il suo Ritratto marmoreo della collezione Pandolfini) infatti, entrò in città attraverso un itinerario reso suggestivo dai numerosi apparati effimeri (oggi perduti) posti in luoghi simbolo del percorso viario e che furono realizzati dai più celebrati artisti, di alcuni dei quali, per esempio di Ridolfo del Ghirlandaio, di Francesco Granacci e del Rosso Fiorentino, si dà conto in mostra, di quest´ultimo esponendo l´Angelo musicante degli Uffizi. Del seguito del papa, cardinali e personalità che furono con lui a Firenze in quel tempo, si dà testimonianza attraverso numerosi ritratti fra questi l´inedito Ritratto del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena. Alle opere pittoriche e scultoree si affiancano le numerose oreficerie (per esempio il Pastorale del Museo delle Cappelle medicee ma anche il Secchiello per aspersioni del Museo degli Argenti) e i parati quali il Coprileggio facente parte del Parato Passerini del Museo Diocesano di Cortona che, raffinatissimi, furono realizzati a Firenze per celebrare il pontificato leonino. E non di meno i molti manoscritti miniati che stanno ad evocare la Biblioteca medicea di nuovo ricomposta.
La sesta sezione della mostra ripercorre con disegni e manoscritti le vicende della Sacrestia Nuova di San Lorenzo mentre nella settima si ritesse, per via grafica, la storia della facciata, mai realizzata, della chiesa di San Lorenzo.
Promotori dell’esposizione il Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, il Museo delle Cappelle Medicee, Firenze Musei con l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Enel sostiene “Un anno ad arte 2013” confermando l´attenzione per la valorizzazione culturale e artistica del patrimonio culturale e artistico della città di Firenze. Enel opera sul territorio fiorentino per coniugare l’innovazione tecnologica con la tradizione della cultura fiorentina e italiana, di cui questa iniziativa è espressione di grande spessore |
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CANOSA DI PUGLIA: MOSTRA DI DIORAMI PASQUALI - “NAZARENVS REX IVDAEORVM“ - 25/27 MARZO
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La Mostra di Diorami Pasquali “ Nazarenvs Rex Ivdaeorvm “nasce a scopo religioso-didattico e sono di tradizione prettamente tedesca, sono costruiti con le consuete tecniche presepistiche e raffigurano, appunto, scene e simboli della Santa Pasqua. A partire da questa nuova idea la Sede Locale di Canosa di Puglia dell’Associazione Italiana Amici del Presepio, che da molti anni si sta diffondendo questa tradizione, per dare un’impronta diversa e particolare alle varie manifestazioni religiose per la Santa Pasqua. I diorami esposti nella mostra canosina sono stati realizzati con la stessa tecnica che di solito usano per la costruzione della maggior parte dei loro presepi, quella del polistirolo gessato, di derivazione Catalana. Le statuine, invece, sono costruite artigianalmente con argilla, resina o anche realizzate trasformando quelle di serie, mentre per gli accessori vengono di solito utilizzati i materiali più disparati, spesso anche di riciclo. Una mostra suggestiva, che sarà allestita presso l’Androne del Palazzo De Muro Fiocco in Piazza della Repubblica, 2 , è sarà aperta da Domenica 25 Marzo a Lunedì 1 Aprile 2013, con seguenti orari di apertura da Domenica 24 Marzo a Mercoledì 27 Marzo dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.00 alle ore 20.00 , Giovedì 28 e Venerdì 29 Marzo dalle ore 10.00 alle 12.00 , Sabato 30 Marzo dalle ore 10.00 alle ore 12.00, infine Domenica 31 Marzo dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.00 alle ore 20.00 e Lunedi 1 Aprile dalle ore 18.00 alle ore 20.00. La Mostra è con organizzata dalla Associazione Culturale Settimana Santa Canosa e dalla Associazione Culturale Circolo Al Corso , con il Patrocinio del Comune di Canosa di Puglia Assessorato alla Cultura, Provincia Barletta Andria Trani Assessorato alla Cultura, Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo e Fondazione Archeologica Canosina, durate le apertura al pubblico della Mostra di Diorami Pasquali, le offerte volontarie raccolte durante l’esposizione saranno devolute all’Associazione Indipendente per la Lotta ai Tumori Sezione “Assunta Di Benedetto “ di Canosa di Puglia, per la diffusione della cultura della prevenzione di tumori in maniera da organizzare visite di prevenzione gratuite. Una nuova iniziativa quanto mai ricca di fascino e di pathos, dunque, questa dei Diorami pasquali, che, al piacere di apprezzare il certosino lavoro artigianale dei Presepisti Canosini, unisce anche un particolare momento di cristiana riflessione legata appunto alla Santa Pasqua e nelle tradizioni della Settimana Santa, con un avvenimento fondante, insieme al Natale, del Cristianesimo e delle nostre millenarie tradizioni popolari |
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CATANZARO (MARCA): MICROCOSMOS A CURA DI ALBERTO FIZ E SERENA CARBONE - FINO AL 14 APRILE |
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Venerdì 22 marzo alle ore 18.00 s’inaugura, nella sede del Marca di Catanzaro, Microcosmos, una mostra che ha l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulle più innovative esperienze artistiche del territorio. L’esposizione, organizzata dalla Provincia di Catanzaro in collaborazione con la Dena Foundation for Contemporary Art, a cura di Alberto Fiz e Serena Carbone, si può visitare sino al 14 aprile. “Il nuovo progetto del Marca dimostra il costante impegno della nostra istituzione nel valorizzare la creatività e prosegue la linea di collaborazione iniziata nel 2011 con la Dena Foundation, una delle più importanti strutture internazionali impegnate nell’arte contemporanea a sostegno dei giovani artisti italiani all’estero in una prospettiva di scambi con gli altri paesi”, afferma Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro. Gli artisti scelti per questo viaggio nel microcosmo sono Santo Alessandro Badolato, in arte Bado, Paola Ascone, Leonardo Cannistrà e Roberta Mandoliti. Il primo, nel 2012, è stato il vincitore della Ii edizione del concorso per la Borsa di studio internazionale per un giovane artista calabrese e ha partecipato al Programmi di Residenza d´Artista della Dena Foundation presso l’Omi International Arts Center nello Stato di New York. Ascone, Cannistrà e Mandoliti, invece, sono stati finalisti del concorso. Gli artisti, tutti con meno di trent’anni, si sono formati all´Accademia di Belle Arti di Catanzaro e questa loro provenienza consente di delineare i tratti comuni di una generazione dall´identità complessa e sfaccettata. Come affermano Alberto Fiz e Serena Carbone “nella mostra al Marca emerge una specifica attenzione verso le questioni più attuali dove lo spazio urbano, il sistema dell´usa e getta, la bulimia del possesso, la vita artificiale, sono trattati dagli artisti senza facili estetismi, a conferma di un rinnovato impegno dell’arte nei confronti della società.” Ognuno degli artisti, infatti, ha scelto il proprio approccio alle problematiche della quotidianità, utilizzando, di volta in volta, linguaggi differenti, dall´installazione al video, dalla fotografia al disegno, sino alla performance, tutti rappresentati nell’inedito progetto del Marca. La ricerca di Bado si caratterizza per una riflessione critica e ironica sull´impatto che le nuove tecnologie hanno sulla vita quotidiana. In mostra viene presentato il progetto Urbanizzazioni che crea un vero e proprio cortocircuito tra il paesaggio e la rete digitale rendendo inscindibile le informazioni. Bado, inoltre, presenta due lavori realizzati durante la residenza ad Omi: Coperta per senza tetto, già esposta alla mostra Primavera presso la Galleria Immanence di Parigi e il video della performance European football championship dove un avvenimento gioioso come i campionati europei di calcio del 2012 sono l’occasione per denunciare il maltrattamento degli animali. In Paola Ascone e Roberta Mandoliti, la logica del riciclo s’inserisce in una più ampia riflessione sulla società degli sprechi e dell´abbondanza. Ascone presenta, tra l’altro, il video Food Fiction e un ciclo di foto, Food, che hanno per soggetto un banchetto solitario ed un taciturno quanto falso consumo. La ricerca di Mandoliti, invece, si indirizza verso la catena di mercificazione dell´oggetto-prodotto, con una particolare attenzione verso l´aspetto etologico ed ecologico. Raccolta Multimendiale risulta così un´installazione dal sapore giocoso che nasconde, sotto vivaci colori di superficie, le insidie che il meccanismo di serializzazione genera quando viene trasferito al mondo dell’arte e l´immaginazione stessa diviene oggetto di consumo. Leonardo Cannistrà, infine, espone l´intero Fabbricazione Vite, un progetto che riflette sulle procedure della procreazione assistita. L’artista mette in scena la trafila per una richiesta di maternità senza svelare la sua vera natura e, in tal modo, evidenzia l’infinita burocrazia di un meccanismo che spesso esula dalle componenti umane e psicologiche facendo prevalere procedure farraginose e spesso inquietanti. In occasione della presentazione di Microcosmos, verrà annunciata la terza edizione della Borsa di Studio Internazionale che nasce anche quest’anno dalla collaborazione tra il Marca, la Dena Foundation for Contemporary Art e la Provincia di Catanzaro. Dopo Domenico Cordì e Santo Alessandro Badolato, il progetto consentirà ad un altro giovane artista l´accesso all´International Artists Residence, presso l´Omi International Arts Center dello Stato di New York per una fondamentale esperienza di formazione e di confronto. --- Brevi note biografiche sugli artisti in mostra: Paola Ascone nasce nel 1982 a Catanzaro, dove attualmente vive e lavora. Nel 2004 si Diploma in Scultura e nel 2007 si specializza in “Arti e discipline dello spettacolo”, presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Santo Alessandro Badolato, in arte Bado nasce nel 1985 a Catanzaro, dove vive e lavora. Frequenta l´Accademia di Belle Arti della sua città, e nel 2009 si specializza in Scultura. Nel 2012 ha vinto il premio Limen Arte Iii edizione nella sezione calabresi emergenti e la Borsa di studio per un giovane artista calabrese che gli ha consentito di accedere all’Omi, International Art Center. Leonardo Cannistrà nasce nel 1989 a Catanzaro, vive e lavora a Fossato Serralta (Cz). Attualmente frequenta la Specializzazione di Ii livello in Pittura presso l´Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Nel 2012 ha realizzato disegni, soggetto e scenografia per “Mimmo Rotella. Uno strappo alle regole”, pubblicazione realizzata dall´Associazione Mythos e dalla Regione Calabria. Roberta Mandoliti nasce nel 1985 a Cosenza, attualmente vive e lavora a Roma. Dopo il diploma di Specializzazione in Scultura presso l´Accademia di Belle Arti di Catanzaro, nel 2012 ha conseguito il master in “Educazione all’immagine e pedagogia della lettura e della scrittura” all´Università Uniroma3. Info: Marca - Via Alessandro Turco 63, Catanzaro - info@museomarca.Com - www.Museomarca.info |
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OLANDA (MUSEO FRANS HALS): FACCIA A FACCIA CON REMBRANDT, RUBENS E TIZIANO - DAL 23 MARZO AL 18 LUGLIO 2013
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Per festeggiare il suo centenario che ricorre proprio quest’anno, il Museo Frans Hals dedica una mostra all’artista da cui prende il nome: il grande pittore olandese del Secolo d’Oro Frans Hals. Per la prima volta, le opere più importanti di Frans Hals saranno esposte accanto a quelle di famosi suoi contemporanei quali Tiziano, Rembrandt, Van Dyck, Jordaens e Rubens, con diversi lavori provenienti da alcuni dei più grandi musei al mondo. La mostra vuole porre i capolavori di Hals e la schiettezza del suo approccio artistico in un contesto più ampio, gettando nuova luce sulle sue ambizioni e la sua posizione nel Xvii secolo, un periodo in cui l’affermazione dello stile individuale e il superamento degli altri artisti costituivano importanti aspirazioni per i maestri della pittura. La maggior parte dei dipinti proviene dalla National Gallery di Londra, dal museo El Prado di Madrid, dal Louvre di Parigi, e da diverse collezioni private. Museo Frans Hals Groot Heiligland 62 2011 Es Haarlem www.Franshalsmuseum.nl |
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VIENNA (MUSEO TECNICO): ROBOT - L’UOMO E LA MACCHINA |
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Arrivano i Robot o sono già da qualche tempo onnipresente? In tutti i casi si trovano nel Museo Tecnico di Vienna. Esplorate la storia, le tendenze attuali e le visioni della robotica su oltre 1000 m² di esposizione. Cosa rende una macchina un vero “individuo” e quando consideriamo un robot solo come macchina? Su quali basi tecniche sono basate i “robot umani”? Quale è il ruolo della fantascienza per la robotica? Cos’hanno in comune gli automatici dei tempi barocchi con gli umanoidi di oggi? Grazie agli straordinari oggetti, trovate una risposta per queste e tante altre domande: uomini futuristici di latta, giocattoli robot, distributori automatici storici e robot industriali giganti si danno l’appuntamento. La mostra si occupa del rapporto tra uomo e macchina, con l’importanza di scienza e finzione e la realtà e visione per la robotica. Prende sotto il microscopio lo sviluppo storico dei robot, il loro uso quotidiano cosi come utopie ed emozioni degli stessi. Allo stesso tempo vengono illuminati gli aspetti delle visioni future di persone artificiali e macchine umane. I robot hanno preso il sopravvento della vita moderna e lavorativa delle persone: come potenti robot industriali per il montaggio di automobili, ma anche giocando a calcio, nella ricerca medicinale e nei lavori di casa. Da secoli la letteratura e l’arte hanno dipinto le visioni di umanoidi artificiali come sogno. Nel frattempo la fantascienza è diventata realtà. Capire i robot giocando! Scoprite i robot da una prospettiva completamente diversa nel Robolab interattivo. Dal robot me allo robot zoo: Per tutti coloro che piace andare a fondo di una questione si trovano al posto giusto nel Robolab. Divertitevi programmando e controllando un robot e scoprite le sue funzionalità. Provate a fuggire da un robot industriale, trasformatevi virtualmente in una macchina e innamoratevi nella piccola foca robotizzata Paro. Il nuovo Robolab nel museo Tecnico di Vienna, sviluppato dall’Ars Electronica Futurelab di Linz, offre un’affascinante visione nella centrale automatica sensoriale e dei processori di questi assistenti macchinari da toccare e provare a piacere. Le sette stazioni nel Robolab vi permettono di imparare in modo divertente e comprendere il funzionamento tecnico del robot esdplorando la congiunzione di uomo e macchina. Dalla sperimentazione di “organi sensoriali” in oggetti intelligenti alla guida di robot a forma di ragno, c’è tanto da scoprire, talvolta anche con un occhiolino. Trasformatevi nell’ambiente interattivo del Robolab in una macchina ibridi, anche se solo per il tempo di una foto da spedire via e-mail. Info: Technisches Museum Wien - Mariahilfer Strasse 212, A-1140, Wien - Tel.: 0043 (0) 1 899980 - Fax: 0043 (0) 1 89998 1111 - www.Technischesmuseum.at |
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CORTINA D´AMPEZZO PROTAGONISTA AL GALA´ DELLO SCI. OSPITI D´ECCEZIONE L´INDIMENTICABILE GIULIANA MINUZZO E DEBORAH COMPAGNONI PER UNA SERATA DEDICATA ALL´INCONTRO TRA LO SPORT E LA SOLIDARIETA´. |
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Cortina D´ampezzo/san Giovanni
Lupatoto (Vr) - E´ scesa fin dalla sua Val d´Aosta Giuliana Minuzzo, veterana di
Cortina ´56, colei che pronunciò il giuramento della squadra italiana prima
delle gare dell´Olimpiade invernale. E´ scesa arzilla e in perfetta forma
indossando la divisa azzurra di oltre cinquant´anni fa e lo ha fatto per
stringere ancora una volta la torcia olimpica originale del 1956 ed abbracciare
un´altra atleta azzurra che fatto grande lo Sport italiano: Deborah Compagnoni.
L´occasione è stata il Galà dello Sci offerto dal ristorante - e ormai museo di
cimeli sportivi - il Pepperone di San Giovanni Lupatoto, vicinissimo a Verona,
nella serata di ieri. Ospiti insieme alle due azzurre c´era Cortina d´Ampezzo
con il Sindaco Andrea Franceschi e il Comitato di Cortina 2019. "Lo sport come
sempre in maniera molto pura e semplice dimostra di sapersi sposare benissimo
con la solidarietà" ha commentato la Compagnoni, ringraziando il Pepperone e la
famiglia Zanini per la donazione fatta alla sua associazione Sciare per la vita,
impegnata nella ricerca per la cure delle leucemie e dei linfomi infantili. Sul
palco le due torce - Cortina 1956 e Torino 2006, anch´essa acquistata per scopi
benefici - hanno visto l´incontro delle due grandi atlete azzurre arricchendo
con la loro presenza "una serata bellissima" ha detto il Sindaco di Cortina
Andrea Franceschi "in cui abbiamo ripercorso la storia dello sci; in cui abbiamo
unito tutto questo con la solidarietà e parlato di cosa significhi oggi Cortina:
montagna innanzitutto, declinata in varie forma come il benessere la cultura e,
naturalmente lo sport". E se si parla di sport, ha aggiunto il primo cittadino
della Regina delle Dolomiti, si parla anche della candidatura di Cortina
d´Ampezzo ad ospitare i Mondiali di Sci 2019. "Abbiamo presentato il nostro
progetto con occhi particolare alla sostenibilità ambientale e alla crescita
professionale dei nostri ragazzi". Diversi di quei ragazzi, manager del team
operativo, hanno voluto essere presenti alla serata. "Cortina d´Ampezzo "
raccontano "ha bisogno di una squadra di professionisti capaci di gestire grandi
competizioni sportive e i grandi eventi che sempre più spesso li accompagneranno
in futuro. Noi vogliamo essere quella squadra e, anche grazie a continue
esperienze formative e stage all´estero, lo stiamo diventando". Ora, conferma
il Sindaco, che è anche presidente del Comitato promotore Cortina 2019, "non è
tempo di proclami ma di lavorare pancia a terra incrociando le dita per il
Giugno 2014, data di assegnazione del Mondiale". "Cortina nel rimane ferma
nel frattempo, ma continua a espandere la sua offerta sportiva" aggiunge Igor
Ghedina presidente dello storico Cortina Sci Club e anch´egli membro del
Comitato Cortina 2019. "A Cortina d´Ampezzo, il prossimo 6 e 7 aprile 2013 si
terrà il primo campionato italiano di categoria riconosciuto dalla Fisi. 600
piccoli sportivi - tra cui, ne sono sicuro, tantissimi futuri campioni -di età
compresa tra gli 11 e i 12 anni, si cimenteranno in una due-giorni di gioco e
sport". Un appuntamento che segue una stagione ricchissima di eventi sportivi
- dalla Coppa del Mondo alla Coppa Euro di Snow Board - e anticipa un´estate
altrettanto ricca -si passa dalla Lavaredo Ultra Trail alla Coppa d´Oro delle
Dolomiti "a dimostrazione del fatto che a Cortina d´Ampezzo lo sport si pratica
a 360 gradi e per tutto il periodo dell´anno. Siamo una Comunità di montagna"
conclude il Sindaco Franceschi: "Lo sport fa parte della nostra cultura e
abbiamo imparato a conoscere tutti i valori che porta con sé. A partire dalla
solidarietà". |
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