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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 25 Marzo 2013 |
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MANO ROBOTICA |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - Perdere l´uso di un arto - o perdere l´arto
completamente - può avere un impatto enorme sulla qualità della vita di una
persona. Fare i conti con una menomazione o una disabilità può essere
un´esperienza ugualmente traumatica e la strada per la guarigione è spesso
lunga e molto difficile. Cambiare la propria vita per fare spazio alla nuova
realtà non è una cosa che si può fare facilmente o velocemente.
Tutte le cose che una volta si davano per scontate improvvisamente
diventano più difficili. Anche se si è perso il braccio più debole, per
esempio, il braccio più forte adesso deve svolgere i suoi compiti da solo. Ma
la capacità di svolgere il lavoro di tutti i giorni non è l´unica cosa a essere
compromessa. Ne soffre anche l´indipendenza. Immaginate di dover guidare la
macchina con una mano sola. Non si può tenere il volante e usare la leva del
cambio contemporaneamente. Improvvisamente spostarsi diventa molto più
complicato.
Tutti i cambiamenti della propria vita in seguito alla perdita di un
arto possono avere effetti emotivi oltre che fisici. In passato questi effetti
rendevano la vita di una persona molto più difficile e faticosa. Oggi però non
è necessario che la qualità della vita venga compromessa dopo una tale perdita.
Adesso ci sono molti progressi tecnologici che possono aiutare una persona a
riacquistare la propria sicurezza e indipendenza. La robotica aiuta le persone
a riappropriarsi della propria vita.
I robot hanno lo scopo di renderci la vita più facile, ci aiutano a preparare
la cena, a controllare i bambini o a ricevere gli ospiti. Ma per darci una mano
i robot hanno bisogno essi stessi di mani eccezionali in grado di tenere un
uovo, giocare a palla o versare il caffè. Gli ingegneri hanno accettato questa
sfida e negli ultimi anni hanno sviluppato mani robotiche con una destrezza,
forza e sensibilità senza precedenti.
Tra coloro che hanno lavorato in questo campo ci sono dei ricercatori
europei come quelli che lavorano al Centro di ricerca "E. Piaggio"
dell´Università di Pisa e all´Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che
hanno creato una mano robotica che è destinata a rivoluzionare il mondo delle
protesi intelligenti.
La nuova mano, semplice e robusta e che costa molto meno di una mano
robotica tradizionale, è capace di riprodurre quasi tutti i movimenti naturali
della mano. La maggior parte delle azioni robotiche di afferrare si basano
sulla presa di un oggetto fermo o fisso. La nuova mano riesce a fare molto di
più.
La mano del progetto è robusta e ubbidiente e capace di afferrare quasi
tutti i tipi di oggetti guidata da un solo motore, al costo di un paio di
centinaia di dollari. Grazie alla sua semplicità ed estrema versatilità
potrebbe essere usata sia come mano robotica che come protesi della mano molto
facilmente. Le sue dita sopportano "abusi" fisici come forti impatti
e disarticolazione.
Questa incredibile convergenza di prestazioni, robustezza e convenienza
- spiega Antonio Bicchi, coordinatore del Gruppo di ricerca robotica presso il
Centro di ricerca "E. Piaggio" e scienziato anziano all´Istituto
Italiano di Tecnologia - è stata possibile grazie al rivoluzionario progetto
della mano.
"Le falangi sono costituite da due coppie di cilindri che rotolano
l´uno sull´altro imitando le articolazioni del corpo umano", spiega.
"Le dita sono collegate con legamenti elastici, senza elementi meccanici
di collegamento, come viti, che conferiscono alla mano una struttura elastica e
più semplice".
"Ma non si tratta semplicemente di copiare la struttura della mano
umana", aggiunge. "Dobbiamo piuttosto capire i meccanismi del
movimento e della percezione alla base delle prestazioni della mano e sviluppare
una struttura artificiale in grado di funzionare allo stesso modo".
Il progetto ha deciso che per capire completamente l´intelligenza,
dovevano prima analizzare e capire i dettagli del sistema senso-motorio della
mano umana. Il team ha basato il progetto della Pisa-iit Softhand sulla teoria
secondo la quale le sinergie senso-motorie hanno le radici nella neuroscienza.
La teoria delle sinergie analizza tutti i movimenti complessi che
possiamo effettuare come sono prodotti da una combinazione di poche
configurazioni di movimenti di base, come la chiusura delle dita per afferrare
un oggetto. Queste unità di movimento, o sinergie, generate da una precisa
configurazione dei muscoli, sono determinate dalle nostre caratteristiche
anatomiche. Comprendono movimenti innati o movimenti imparati nella prima
infanzia. Così per riprodurre il movimento dell´afferrare un oggetto in una
mano meccanica, non è necessario fornire ogni dito di un motore, come avviene
nelle mani robotiche tradizionali. Invece deve essere determinata la
configurazione della sinergia responsabile del movimento e il suo schema deve
essere quindi riprodotto in modo che un singolo motore sia in grado di
controllare l´intero movimento.
Il risultato è la prima mano artificiale in grado di effettuare quasi
tutti i diversi tipi di presa sugli oggetti quotidiani con un singolo motore e,
grazie alla semplicità, la robustezza e il basso costo della sua struttura, è
destinata a rivoluzionare non solo il mondo delle protesi e delle mani
robotiche ma anche altre tecnologie.
Capire le sinergie sensoriali e motorie del corpo umano, compresi i
principi di sensibilità a basso livello e controllo nella progettazione di mani
meccaniche, avrà un ruolo enorme nello sviluppo di intelligenza artificiale in
generale.
L´iniziativa di ricerca, che ha ricevuto un finanziamento Ue di 2,5
milioni di euro attraverso una sovvenzione "Erc Advanced Grant"
assegnata al professor Bicchi, è una collaborazione tra gruppi di neuroscienza,
matematica e ingegneria. La mano sarà usata come piattaforma di studio per
mappare le sinergie e per studiare aspetti della presa robotica in progetti
futuri.
La mano ha già guadagnato un vasto consenso, essendo stata riconosciuta
come il più innovativo progetto presentato alla Conferenza internazionale
"Humanoids" a Osaka, in Giappone, a dicembre 2012. Questo
riconoscimento seguiva il premio ricevuto in occasione della Conferenza
internazionale sui robot e sistemi intelligenti (Iros2012), in Portogallo.
Il progetto è un altro esempio di come l´Ue stia sviluppando una solida
base nel campo della robotica industriale, ma soprattutto costituisce per le
persone le cui funzioni delle mani sono menomate, a causa dell´età, di una
lesione o di una malattia, un altro passo avanti verso una vita indipendente
nonostante la disabilità.
Per maggiori informazioni, visitare:
Centro di ricerca "E. Piaggio"
http://www.Centropiaggio.unipi.it/research/robotics.html
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SECONDO SUMMIT ONE HEALTH DEL GRF |
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Davos, 25 marzo 2013 - Dal 17 al 20 novembre 2013 si
svolgerà a Davos, in Svizzera, il secondo summit One Health del Grf (Global
Risk Forum).
One
Health promuove un approccio integrato alla salute pubblica, che riflette
l´interconnessione di un sistema ecologico più grande. Si tratta di una
strategia mondiale per espandere le collaborazioni interdisciplinari e le
comunicazioni in tutti gli aspetti della sanità per esseri umani, animali e
l´ambiente. Si prevede che le sinergie ottenute facciano progredire la sanità
per il Xxi secolo e oltre, accelerando le scoperte della ricerca biomedica,
potenziando l´efficacia della salute pubblica, espandendo tempestivamente la
conoscenza scientifica di base, e migliorando l´istruzione medica e le cure
cliniche.
La
conferenza sarà un´opportunità per discutere il progresso necessario per un
approccio globale integrativo della gestione del rischio. Inoltre individuerà
dei modi per ottenere un valore aggiunto attraverso cooperazioni
multisettoriali e con molte parti interessate e per promuovere migliori modelli
di partenariato pubblico-privato per strumenti di finanziamento basati sul
rischio. Le conclusioni dovrebbero essere usate per fare delle raccomandazioni
su politica e cambiamenti organizzativi e per stimolare una più efficiente
collaborazione tra le parti interessate.
Per
ulteriori informazioni, visitare:
http://onehealth.Grforum.org/
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"BIOMICROWORLD 2013" |
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Madrid,
, 25 marzo 2013 - Dal 2 al 4 ottobre
2013 si svolgerà a Madrid, in Spagna, la quinta conferenza internazionale su
microbiologia ambientale, industriale e applicata (Biomicroworld2013).
I
microbi (o microrganismi) sono troppo piccoli per essere visti a occhio nudo.
Essi comprendono batteri, funghi, protozoi, microalghe e virus. Si prevede che
la biotecnologia microbica, che usa questi microbi ed è resa possibile dagli
studi genomici, porti a scoperte decisive come vaccini perfezionati e migliori
strumenti diagnostici, agenti microbici migliorati per il controllo biologico
di parassiti vegetali e animali, modifiche di patogeni vegetali e animali per
virulenza ridotta o nuovi agenti microbici per il biorisanamento del suolo e
dell´acqua contaminati da deflussi agricoli.
La
conferenza vedrà ricercatori, ingegneri e scienziati attivi in microbiologia industriale,
biotecnologia, scienze ambientali, agricoltura, microbiologia alimentare e
medica, e altri campi correlati, comunicare le attuali priorità della ricerca e
i progressi in questi settori. Insieme tenteranno di individuare nuovi approcci
di ricerca.
Per
ulteriori informazioni, visitare:
http://www.Biomicroworld2013.org/
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STAMINALI: ZAIA, “IN VENETO MOLTI CENTRI PRONTI ALLE CURE, IL GOVERNO CI METTA NELLE CONDIZIONI DI EROGARLE” |
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Venezia, 25 marzo 2013 - “In Veneto abbiamo già molti centri e
strutture pronti a somministrare trattamenti con le staminali. Non credo sia
giusto che un servizio sanitario fra i primi in Europa per qualità ed
efficienza costringa alcuni suoi pazienti (come la piccola Celeste) a sorbirsi
viaggi della speranza in cerca di cure che non trova”.
Lo dichiara il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in
relazione alle decisioni assunte il 21 marzo dal Consiglio dei Ministri in
materia di utilizzo delle cellule staminali
“Chiedo quindi formalmente al Governo – aggiunge Zaia - che metta il
servizio sanitario veneto rapidamente nelle condizioni di erogare terapie anche
sperimentali”.
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LA SOMMINISTRAZIONE PRECOCE DI LAQUINIMOD, GARANTISCE UNA RIDUZIONE SIGNIFICATIVA DEL RISCHIO DI PROGRESSIONE DELLA DISABILITÀ, RISPETTO ALLA SOMMINISTRAZIONE RITARDATA. I RISULTATI A TRE ANNI DELLO STUDIO ALLEGRO SULLA SCLEROSI MULTIPLA RECIDIVANTE-REMITTENTE. |
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Gerusalemme, Israele e Lund, Svezia, 25 marzo 2013 - Teva
Pharmaceutical Industries Ltd. E Active Biotech annunciano i principali risultati ottenuti
dall´estensione open-label dello studio Allegro, di fase Iii, che valuta sia la
progressione della disabilità, sia la sicurezza di laquinimod orale attraverso
il confronto tra la somministrazione precoce e quella ritardata, nel
trattamento della Sclerosi Multipla Recidivante-remittente (Rrms). Lo studio
mette a confronto l´efficacia di laquinimod nei pazienti che lo hanno assunto
per 36 mesi (early-start) con quella rilevata nei soggetti cui è stato
somministrato per 24 mesi (delayed-start).
Laquinimod è un farmaco orale, da assumere una volta al giorno, , oggetto di studi di fase Iii per il trattamento della Rrms.
Degli 864 pazienti che hanno partecipato alla fase iniziale in
doppio-cieco del trial Allegro, il 97% ha partecipato all´estensione open-label
e l´87% ha completato un anno della fase open-label. Per l´intera durata dello
studio (in doppio cieco e open-label), i soggetti trattati precocemente con
Laquinimod avevano un minor rischio di progressione della disabilità, rispetto
ai pazienti che avevano iniziato tardivamente il trattamento(rischio di
progressione della disabilità dell’11.8% vs 16.7%, Hr = 0.62, p < 0.0038).
“I risultati dello studio a lungo termine su laquinimod suggeriscono
rilevanti benefici sia in termini di
trattamento precoce della Rrms, sia nel ritardare potenzialmente la
disabilità, obiettivo primario per la cura di questa malattia” ha detto Michael
Hayden, President of Global R&d e Chief Scientific Officer di Teva
Pharmaceutical Industries, Ltd. “Il processo di sviluppo del profilo clinico di
laquinimod ha fatto emergere importanti evidenze sull’unicità del suo
meccanismo d’azione. Siamo stati anche incoraggiati dai dati preclinici che
hanno dimostrato un potenziale effetto diretto di laquinimod sui processi
neurodegenerativi”.
Lo studio, inoltre, supporta un favorevole profilodi sicurezza e
tollerabilità di laquinimod nei pazienti affetti da Rrms. Nel corso della fase open-label
non sono emerse nuove informazioni sulla sicurezza di laquinimod.
Inoltre, uno studio pre-clinico, condotto su modelli animali, ha
dimostrato la capacità di laquinimod di aumentare la mielinizzazione degli
assoni e gli oligodendrociti maturi. Queste evidenze suggeriscono le potenziali
proprietà rigenerative e anti-infiammatorie di laquinimod.
I risultati di entrambi gli studi saranno condivisi con la comunità
scientifica in seguito a un´attenta analisi dei dati.
Gli Studi
Altri dettagli possono essere scaricati direttamente dal sito web
dell´Ann:
http://www.Abstracts2view.com/aan/
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SANITA´:BOCCONI;CHIODI,RIDOTTI DEBITO E TASSE.ORA QUALITA´ IL COMMISSARIO ANALIZZA I DATI DEL RAPPORTO OASI 2012 |
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Pescara, 25 marzo 2013 - L´abruzzo è tra le "cinque Regioni con i
conti sanitari in attivo, ed è anche l´unica che ha ridotto le tasse e non ha
aumentato i ticket per propria scelta". Lo chiarisce il commissario ad
acta per la sanità, Gianni Chiodi, analizzando le risultanze del "Rapporto
Oasi 2012", realizzato dall´Universita´ Bocconi di Milano. "Il
Rapporto - chiarisce Chiodi - evidenzia che prima di chiedere nuovi sacrifici
fiscali ai contribuenti, hanno chiuso il bilancio con leggeri attivi solo Lombardia,
Veneto, Umbria, Marche e Abruzzo. Tutte le altre sarebbero andate in rosso. La
nostra regione nel 2006, in sede di verifica dei conti della sanità da parte
dei Ministeri è rientrata tra quelle non in grado di assicurare stabilità ai
conti della sanità e con la legge finanziaria dello stesso anno, in seguito
alla procedura di diffida ed affiancamento gestionale è stata obbligata
all´aumento automatico massimo dell´aliquota Irap che dell´addizionale
Irpef".procendendo nella sua analisi, il Commissario aggiunge che secondo
l´osservatorio Uil sulle politiche territoriali a livello di singole regioni, a
causa dei conti non in ordine della sanità in tre Regioni (Campania, Calabria e
Molise) l´aliquota dell´addizionale Irpef è al livello massimo ovvero il 2,03per
cento, mentre in altre regioni (Lazio, Abruzzo e Sicilia) e all´1,73per cento.
L´abruzzo è l´unica regione che ha attuato la riduzione delle addizionali
fiscali regionali a partire dall´anno d´imposta 2012, per un importo
complessivo stimato in 40 milioni di euro, di cui 22 relativi all´Irpef e 18
all´Irap. Per l´Irpef è prevista una riduzione dello 0.23 per cento
(dall´attuale 1.73 per cento all´1.50 per cento) per i redditi fino a 15mila
euro, e dello 0.11 per cento (dall´attuale 1.73 all´1.62) per quelli compresi
tra i 15 e i 28mila euro. Per l´Irap, invece, è previsto un taglio dello 0.22
per cento per tutti i settori, fatta eccezione per il comparto agricolo, per
cui la riduzione è fissata all´1 per cento."Nonostante la nostra regione
sia in piano di rientro - commenta il commissario Chiodi - siamo stati
autorizzati dal Ministero dell´Economia dopo che si è proceduto al controllo
dei nostri conti e della appropriata erogazione dei Livelli essenziali di
assistenza, a ridurre le tasse dei cittadini abruzzesi, mentre le altre regioni
con i conti in rosso le hanno dovute aumentare. Fra l´altro - continua Chiodi -
avendo messo a posto i conti, nel 2015 quando avremmo finito di pagare i debiti
di una cartolarizzazione, faremo un ulteriore riduzione fiscale: a quel punto
l´Abruzzo diventerà un faro nazionale per quanto riguarda le politiche di
gestione della finanza pubblica. Inoltre, è in diminuzione il debito che pesa
sulle spalle degli abruzzesi, l´indicatore, dato dal rapporto tra i disavanzi
maturati dalle Aziende e la popolazione residente nel 2011 per la prima volta,
dopo oltre un decennio, torna positivo. Globalmente da -68,78 euro pro capite
nel 2009, già notevolmente diminuito rispetto agli esercizi precedenti, nel
2011 l´indicatore è positivo: si maturano 35 euro pro capite di avanzo".
La Regione Abruzzo, proprio perché interessata all´opinione dei suoi
cittadini, sta partecipando come regione pilota in una Ricerca promossa
dall´Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali finanziata dal
Ministero della Salute sulla "Sperimentazione e trasferimento di modelli
di empowerment organizzativo per la valutazione ed il miglioramento della
qualità dei servizi sanitari", al fine di realizzare un´indagine
conoscitiva nazionale sulla qualità delle strutture ospedaliere secondo la
prospettiva del cittadino. Hanno preso parte all´iniziativa 16 Regioni e sono
state analizzate 54 strutture sanitarie a campione sia pubbliche che private e
nel 2013 tale analisi riguarderà tutte le strutture dell? intero territorio
nazionale. I quattro fattori dell´umanizzazione analizzati sono: Processi
assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della
persona che come media dei 54 ospedali delle 16 Regioni è pari a 6,2 su un
punteggio massimo di 10 e per le strutture abruzzesi analizzate la media è pari
a 5,56 con un punteggio di 7,54 dell´Ospedale Santo Spirito di Pescara;
Accessibilità fisica, vivibilità e comfort dei luoghi di cura, la media dei
risultati dell´intero campione è 7,0 e per le strutture abruzzesi è 6,96;
Accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza a livello di intera
ricerca la media del campione è 6,7 ,per le strutture abruzzesi analizzate è
7,3, quindi superiore alla media derivante dai dati ottenuti dai 54 ospedali;
Cura della relazione con il paziente/cittadino come risultato della media di
tutte le strutture prese ad analisi è 6,9 per le strutture abruzzesi è 5,74.
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RIABILITAZIONE NEUROLOGICA SI FA SENZA DOLORE |
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San Pellegrino Terme (Bg), 25
marzo 2013 – Nelle patologie cerebro-vascolari, post-traumatiche e
neurodegenerative, come la malattia di Parkinson e la sclerosi multipla, il
dolore affligge il 30% dei pazienti durante la terapia riabilitativa ed è già
presente in circa la metà delle persone trattate. Per questo motivo alla Casa
di cura D.ri Quarenghi di San Pellegrino Terme (Bg), specializzata nella
riabilitazione cardiologica, respiratoria, ortopedica e neurologica, sono stati
implementati specifici trattamenti volti a un’efficace gestione della
sintomatologia dolorosa. Presso la clinica vengono seguiti mediamente ogni anno
fino a 1400 pazienti, di cui 800 in ambito neurologico e ortopedico.
“L’équipe riabilitativa della nostra struttura, composta da neurologi,
fisiatri, ortopedici e internisti, si è arricchita della figura del medico
anestesista, dedicata proprio alla diagnosi e alla terapia del dolore”,
illustra il dottor Pietro Salvi, neurologo riabilitatore presso la clinica di
San Pellegrino Terme. “Per un corretto approccio al problema della sofferenza,
il primo step da seguire riguarda la sua misurazione, che eseguiamo utilizzando
la scala internazionale Vas (scala visiva analogica): uno strumento
unidimensionale che quantifica ciò che il malato soggettivamente percepisce
come sintomo doloroso, attraverso un righello numerato da 0 (nessun dolore) a
10 (massimo dolore). L’intensità algica è ormai riconosciuta quale parametro
vitale del paziente, alla stregua di temperatura corporea e pressione
arteriosa, pertanto viene costantemente monitorata dal personale
infermieristico di reparto”.
Sul fronte delle terapie farmacologiche, la struttura applica le
raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: laddove si evidenzia
un dolore lieve vengono impiegati paracetamolo e Fans (farmaci
anti-infiammatori non steroidei) da usare per brevi periodi, passando poi a
oppioidi deboli quando il dolore diventa lieve-moderato. Infine, se il dolore
si presenta come moderato-grave, il trattamento prevede oppioidi forti. Grande
attenzione viene dedicata anche alle terapie fisiche a scopo antalgico. La
struttura è infatti dotata di un reparto che esegue onde d’urto, laser, tens,
vibrazioni, campi magnetici ed è munito di una vasca terapeutica per la
riabilitazione in acqua. Il dolore è poi affrontato dai fisioterapisti con
tecniche antalgiche, come il trattamento manuale dei trigger point, il
kinesiotaping, la riflesso-terapia auricolare e plantare.
Dato lo specifico focus dedicato all’analgesia, la clinica Quarenghi
partecipa a un innovativo studio scientifico multicentrico sul trattamento del
dolore in pazienti in corso di riabilitazione dopo artroprotesi di ginocchio, i
cui dati preliminari sono stati presentati all’ultimo convengo Simfer (Società
Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa). “Dallo studio, che ha visto
l’impiego di oppioidi durante il trattamento riabilitativo, – commenta Salvi –
è emerso un buon controllo del dolore con conseguente miglioramento
dell’articolarità, un rapido recupero della stazione eretta e della velocità
del cammino. Gli effetti collaterali sono stati poco significativi, con una
buona aderenza alle cure da parte del paziente e il recupero di una migliore
qualità di vita”.
La Legge 38 del 2010 ha sancito per tutti i cittadini il diritto a non
soffrire e si è proposta di garantire nel nostro Paese un equo accesso a
un’assistenza qualificata e un approccio terapeutico più appropriato. L’impegno
dimostrato dalla clinica Quarenghi sul fronte della terapia antalgica risponde
proprio a quanto richiesto dalla recente normativa. “É indubbio che in seguito
alla Legge 38 l’approccio al dolore sia cambiato, perché si è posta maggior
attenzione al problema. Sono stati così implementati protocolli validati per
gestire in modo appropriato la sofferenza ed è stata potenziata la formazione
periodica del personale sanitario. Per una migliore sinergia tra ospedale e
territorio, occorre ora una più stretta collaborazione tra il medico
ospedaliero e il medico di famiglia, con l’organizzazione di corsi di
aggiornamento sul problema dolore. Un ulteriore sforzo riguarda, inoltre,
l’informazione presso la cittadinanza, che va sensibilizzata sul suo diritto a
non soffrire; solo così potremo veramente realizzare un ospedale-territorio
senza dolore, così come auspicato dalla normativa”, conclude Salvi.
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ABRUZZO: CHIODI,40 MLN PER NUOVE ATTREZZATURE SANITARIE RIDURRE TEMPI ATTESA E REFERTI SEMPRE PIU´ DETTAGLIATI |
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Pescara, 25 marzo 2013 - Nuove attrezzature a beneficio dei presidi ospedalieri
delle Asl Abruzzesi, più di 40 milioni di investimenti nel 2012, molte sono già
in funzione e per le altre sono in corso di ultimazione in questi giorni le
gare d´acquisto. Nel dettaglio, nella Asl di Avezzano Sulmona L´aquila nel 2012
sono stati acquistati quasi 4 milioni di attrezzature sanitarie e per altri 4
milioni e 600 mila sono in corso le gare per l´acquisto, tra cui tre nuove Tac,
di cui una a 128 strati, ecografi, ecocardiografi, nuova strumentazione
endoscopica e un nuovo Fibroscan. La nuova Tac a 128 strati è la più potente
nel mondo, essa permette di "scannerizzare" l´intero corpo umano in
circa 3 secondi, fornendo ai sanitari una visione completa ad altissima
definizione, che agevolerà notevolmente i chirurghi, abbattendo contemporaneamente
il tempo necessario per definire le condizioni del paziente e i traumi
presenti. Nella Asl di Lanciano Vasto Chieti nel 2012 sono stati acquistati più
di 6 milioni di attrezzature tra cui Mammografi, Pet-tac e nel primo trimestre
2013 sono già state avviate gare per 5 milioni per l´acquisto anche di 24
Ecografi per i Presidi Ospedalieri e di un acceleratore per radioterapia. La
Asl di Pescara nel 2012 ha acquistato più di 2 milioni di attrezzature tra cui
2 risonanze magnetiche nucleari e un miscroscopio ad alta risoluzione.La Asl di
Teramo nel 2012 ha avviato gare per l´acquisto di più di 18 milioni di
attrezzature tra cui Tac, Ecografi, Ecocolordoppler, apparecchiature per
l´oculistica, cardiologiche, endoscopiche e polmonari. "In questi anni
come commissario alla Sanità - commenta il presidente della Giunta regionale,
Gianni Chiodi - il mio primo obiettivo è stato il risanamento dei conti, dato
che il nostro sistema sanitario presentava disavanzi da più di 300 milioni
l´anno, poi il recupero di una credibilità a livello ministeriale e nazionale,
ora la nostra frontiera è quella di garantire un sistema sanitario di qualità,
fatto di ricoveri appropriati, di eccellenze, di personale qualificato e di
attrezzature d´avanguardia. L´arrivo programmato di nuovi macchinari ci
permetterà di soddisfare la maggiore richiesta dell´utenza sia interna che
esterna e di puntare alla riduzione delle liste d´attesa. Sarà possibile così
eseguire più velocemente gli esami e aumentare il ventaglio delle prestazioni,
migliorando l´efficacia della prevenzione grazie alla presenza nei nostri
ospedali di macchinari d´avanguardia".
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FETO IN BICOCCA: TOTALE ESTRANEITÀ DELL’ATENEO AI FATTI |
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Milano, 25 marzo 2013 – «Prendiamo
atto delle dichiarazioni della dottoressa Paola Leoni – dice il rettore Marcello
Fontanesi -. Come già annunciato e come concordato con la magistratura, il 21 marzo è
stata costituita la nostra commissione di inchiesta ma aspetteremo la
conclusione formale delle indagini per avviare i lavori. Tuttavia, poiché gli
elementi che sono emersi mettono in luce fatti rilevanti sul fronte disciplinare
interno, è necessario un nostro intervento per appurare come si sono svolti i
fatti e se sono state rispettate le regole procedurali. Se sarà accertato che
chi è coinvolto nella vicenda non ci ha detto tutta la verità o non ha
rispettato le regole andrà incontro a sanzioni
disciplinari».
Allo stato dei fatti, gli sviluppi
dell’indagine della magistratura, sembrano confermare quanto emerso dai primi
rilievi e cioè che l’Ateneo non è stato coinvolto in alcun modo nelle ricerche
relative all’utilizzazione dei tessuti fetali. Il professor Vescovi e i suoi
collaboratori non hanno mai sottoposto alcun protocollo di ricerca al Comitato
Etico di Ateneo per una valutazione o approvazione in tal senso.
«L’introduzione del feto – continua
Fontanesi – non era autorizzata, vi sono leggi e regolamenti che vanno
rispettati, non solo dal punto di vista “burocratico” ma anche e soprattutto
sotto il profilo etico-giuridico. Noi siamo profondamente convinti
dell’importanza delle ricerche finalizzate alla cura delle malattie. Al tempo
stesso riteniamo debbano sempre essere rispettate l’etica e le buone pratiche di
ricerca. Il mancato rispetto delle regole, purtroppo, discredita la ricerca, ne
ritarda gli sviluppi e allontana il conseguimento dei suoi
obiettivi».
Il professor Vescovi è stato
convocato, insieme ai suoi collaboratori, dal rettore per essere risentito sulla
vicenda.
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TOSCANA-CINA, LA COLLABORAZIONE SI RAFFORZA E SI ALLARGA |
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Firenze, 25 marzo 2013 – “E’ per noi un onore e un piacere ricevere
questa delegazione. Le relazioni col vostro grande Paese rivestono
un’importanza enorme per la strategia della nostra Regione. L’accordo di
cooperazione siglato nel 2009 ha dato grandi soddisfazioni e prodotto buoni
risultati nel campo della ricerca e della formazione in sanità. Ora abbiamo in
discussione l’estensione di questo accordo, sia nel tempo che nei contenuti.
Siamo molto interessati e onorati di poter concludere questo nuovo accordo, ci
auguriamo di poterlo fare entro la fine dell’estate”. Con queste parole
l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha accolto il 21 marzo in
Palazzo Strozzi Sacrati una delegazione cinese della provincia di Guangxi,
venuta in Toscana per discutere l’ampliamento dell’accordo concluso nel 2009 in
materia di sicurezza alimentare. Sulla base dei risultati positivi raggiunti e
a seguito di contatti intercorsi negli ultimi mesi, anche in occasione di
missioni toscane in Cina per altre attività, le due Regioni hanno deciso di rinnovare
l’accordo, ampliandone l’ambito al turismo, al settore agro-alimentare, alla
formazione manageriale in sanità, all’alta teconologia e all’innovazione.
Con l’assessore Marroni, hanno accolto la delegazione, capeggiata da
Zhou Xinjian, direttore generale del Comitato del Guangxi del Partito Comunista
Cinese, Andrea Leto, dirigente dell’assessorato che da anni segue i rapporti
con la Cina, Stefano Giovannelli, responsabile di Toscana Promozione, e
Alessandra Guidi, pro-rettore dell’Università di Pisa per i rapporti
internazionali. Dopo i saluti, le presentazioni e la proiezione di un breve
video sul sistema sanitario toscano, i presenti sono entrati nel merito
dell’accordo. “La nostra Provincia ha fatto con la Regione Toscana accordi su
tanti aspetti – ha sottolineato Zhou Xinjian – Vogliamo sviluppare ancora
questi accordi, e per questo vi invito a venire in Cina a visitare la nostra
Provincia”. “Saremo onorati di venire – ha risposto l’assessore Marroni –
Potremo definire tutti gli aspetti dell’accordo entro la fine dell’estate, e
poi venire da voi per firmarlo”.
“La Provincia del Guangxi è in grande cambiamento ed evoluzione – ha
ricordato Andrea Leto – e ci fa molto piacere avere degli scambi con voi.
Svilupperemo i temi comuni che già abbiamo affrontato: lo scambio di studenti,
la formazione per il management e per i professionisti, la ricerca nel campo
degli alimenti e della salute”. “La Toscana ha avviato da diversi anni
un’azione precisa per sviluppare i rapporti
con la Cina – ha detto Stefano Giovannelli, di Toscana Promozione – La
Toscana è molto conosciuta in Cina. Un mese fa, in occasione di una visita che
abbiamo fatto con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi a Roma,
l’ambasciatore cinese ci ha detto che la Toscana è la regione italiana con cui
la Cina ha rapporti più forti”.
L’incontro si è concluso con uno scambio di doni. Nel pomeriggio, la
delegazione cinese sarà ospite dell’Università di Pisa.
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POLITICHE PER LA SALUTE - MEDICI DI FAMIGLIA E REGIONE EMILIA ROMAGNA INSIEME PER AFFRONTARE LA CRISI |
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Bologna,
25 marzo 2013 - Una intesa straordinaria
per far fronte a questo periodo di crisi economica senza intaccare la qualità
dell’assistenza è stata siglata ieri
tra la Regione, con la firma dell’assessore alle politiche per la salute Carlo
Lusenti, e tutti i sindacati dei medici di medicina generale
con la firma dei segretari di Fimmg Renzo Le Pera, di Snami Francesco Biavati,
di Smi Alessandro Chiari, di Intesa Sindacale Pasquale Ortasi.
“Per
mantenere la qualità dell’assistenza in
questo difficile momento – ha dichiarato l’assessore Lusenti ricordando che oltre ai 150 milioni di euro
da bilancio regionale, il sistema sanitario nel 2013 deve reperire 260 milioni
per mantenere l’equilibrio di bilancio - abbiamo chiesto il contributo anche
dei medici di medicina generale che ringrazio per la disponibilità dimostrata e
per il contributo che hanno dato in questi anni: è anche grazie al loro lavoro
abbiamo raggiunto buoni risultati sia riguardo alla appropriatezza
prescrittiva, sia riguardo al corretto utilizzo del ricovero in ospedale e alla
presa in carico delle cronicità.”
“Con
questa intesa - ha continuato Lusenti - abbiamo condiviso la necessità di
lavorare per ottimizzare al massimo l’utilizzo delle risorse migliorando ancora
l’ appropriatezza nella prescrizione di farmaci ed esami specialistici,
per costruire assieme un sistema di
monitoraggio sui risultati raggiunti e per iniziare il confronto sulla istituzione di
uno specifico Fondo regionale da dedicare alla cronicità, da proporre poi per l’inserimento nei nuovi
accordi sulla medicina generale di cui si comincerà a ragionare prima
dell’estate”.
In
particolare, dal punto di vista economico, l’intesa siglata in viale Aldo Moro 21 prevede un
risparmio complessivo di 15 milioni di
euro da ottenere “senza intaccare la qualità dell’assistenza” . Le risorse potranno arrivare, in minima parte
(quantificata in 4,5 milioni), dal
miglioramento dell’appropriatezza nella prescrizione di esami specialistici e, in gran parte,
dall´utilizzo, nelle cure, di farmaci "equivalenti o generici" al
posto di farmaci "di marca". Come noto. I farmaci "equivalenti o
generici" sono farmaci che hanno lo stesso principio attivo - e quindi la
stessa efficacia terapeutica - dei farmaci coperti da brevetto, ma costano meno
al Servizio sanitario proprio perchè non sono più coperti da brevetto.
A
sostegno della diffusione dell’utilizzo dei generici al posto dei farmaci di
marca, l’intesa prevede che la Regione, attraverso le Aziende sanitarie,
promuova campagne informative per invitare i cittadini a sceglierli e i medici a proporli al momento della
prescrizione.
L’intesa,
nel ribadire la validità del modello organizzativo delle cure primarie basata
su una forte integrazione della medicina generale nelle attività distrettuali,
prevede anche , come ricordato dall’assessore, l’avvio di un confronto per la
costruzione di un Fondo regionale per la gestione delle cronicità, necessario
per rafforzare, all’interno della
medicina generale, l’attenzione alla gestione delle patologie croniche. L’emilia-romagna, come noto, si caratterizza per una elevata percentuale
di persone anziane (il 22,5% di over65enni contro il 20,8 nazionale al
31.12.2011) e, inevitabilmente, questo comporta anche un elevato numero di
persone affette da una o più malattie croniche:
investire risorse umane ed economiche nella presa in carico di queste
persone rappresenta uno degli obiettivi
prioritari di sistema.
Il
modello organizzativo delle cure primarie in Emilia-romagna è basato sulla integrazione della medicina
generale anche a livello della
programmazione. L’impegno e gli
investimento della Regione, con il
fattivo impegno dei medici di medicina generale, è ricordato nell’intesa
sottoscritta, ha permesso il
raggiungimento di importanti obiettivi: presa
in carico di persone con patologie croniche, istituzione dei Nuclei di cure
primarie (strutture organizzative dei Distretti che riuniscono tutti i
professionisti che operano nel territorio, a cui i medici di famiglia
obbligatoriamente aderiscono), realizzazione della rete telematica Sole (che
permette lo scambio tra professionisti del territorio e dell’ospedale di
informazioni sugli assistiti nel rispetto della privacy), la diffusione dei
profili dei Nuclei di cure primarie (report annuali, su modello condiviso, con
dati epidemiologici ed analitici sulle condizioni di salute e sull’utilizzo dei
servizi della popolazione di riferimento utili per valutare e programmare
servizi), la realizzazione delle Case
della salute (strutture fisiche che assicurano alla popolazione le attività
assistenziali che non necessitano di ricovero).
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MELANOMA: ECCO COME RIDURRE IL TUMORE NEL 50% DEI PAZIENTI “LA RICERCA ITALIANA APRE LA VIA ALLE TERAPIE COMBINATE” |
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Milano, 25 marzo 2013 – L’associazione delle terapie è la nuova via per
sconfiggere il melanoma. La combinazione di un innovativo anticorpo
monoclonale, ipilimumab, disponibile in Italia da pochi giorni, con la
chemioterapia tradizionale a base di fotemustina, riduce questo tumore della
pelle in misura significativa nel 46,5% dei pazienti e ha mostrato risultati
incoraggianti anche in caso di metastasi cerebrali. La svolta nella lotta al
melanoma è frutto di una ricerca guidata dal Nibit, il Network Italiano per la
Bioterapia dei Tumori, e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica
“Lancet Oncology”. I promettenti risultati dello studio (“Nibit M1”), l’unico
al mondo di questo tipo, iniziato nel luglio 2010 e terminato nell’aprile 2011
su 86 pazienti, permettono di dare il via ad un nuovo studio, il “Nibit M2”,
presentato oggi a Milano. L’obiettivo è quello di paragonare l’efficacia della
combinazione dell’ipilimumab con la fotemustina, rispetto alla fotemustina
utilizzata da sola, in termini di sopravvivenza globale in pazienti con
melanoma metastatico che presentino anche metastasi cerebrali. Si tratta di uno
studio di fase Iii che coinvolgerà un maggior numero di pazienti (146) con
melanoma avanzato e metastasi cerebrali, che non hanno ricevuto precedenti
trattamenti. “Il melanoma è un tumore della pelle particolarmente aggressivo
che ogni anno nel nostro Paese provoca 7000 nuove diagnosi e 1500 decessi –
afferma il prof. Michele Maio, presidente Nibit e direttore dell’Immunoterapia
Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena-istituto Toscano
Tumori -. L’incidenza della malattia è in costante crescita e l’età di
insorgenza si sta abbassando. Con le due terapie combinate in alcuni casi si è
osservata una regressione completa del tumore, in altri la risposta è stata
parziale oppure abbiamo registrato una stabilizzazione della malattia. I
risultati sono così promettenti che, a gennaio 2013, abbiamo avviato la nuova
sperimentazione ‘Nibit M2’, promossa dalla Fondazione Nibit. Proseguiamo sulla
strada aperta da ‘Nibit M1’, per dimostrare che la combinazione di ipilimumab
con fotemustina ha un’efficacia superiore, in termini di sopravvivenza globale,
rispetto alla chemioterapia da sola quando somministrata in questa specifica
categoria di malati, di solito esclusa dagli studi a causa delle metastasi
cerebrali. Sono coinvolti 10 centri italiani e il lavoro terminerà nel 2015”. È
la prima volta al mondo che viene avviata una ricerca di questo tipo, a
conferma dell’eccellenza raggiunta dai ricercatori del nostro Paese. L’italia è
un punto di riferimento negli studi sull’immunoterapia. “Il melanoma, per le
sue caratteristiche biologiche, è il candidato ideale per l’applicazione di
questo approccio, che cambia i criteri di valutazione della risposta al
trattamento - sottolinea il prof. Giorgio Parmiani, direttore dell’Unità di
Immuno-bioterapia del Melanoma e Tumori Solidi dell’Istituto Scientifico
Fondazione San Raffaele -. Le risposte cliniche possono richiedere anche alcuni
mesi, ma in genere durano più a lungo. Nel melanoma metastatico non si
registravano progressi significativi da decenni. Ma oggi abbiamo a disposizione
nuove armi”. In particolare ipilimumab, un innovativo anticorpo monoclonale
sviluppato da Bristol-myers Squibb, è il primo farmaco negli ultimi tre anni ad
aver ottenuto dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) il riconoscimento come
importante innovazione terapeutica.
“Un altro aspetto rilevante di ‘Nibit M1’ – sottolinea la dott.Ssa Anna
Maria Di Giacomo dell’Immunoterapia Oncologica di Siena, principal investigator
dello studio ‘Nibit M2’ – è costituito dalla sopravvivenza, pari, a un anno
dalla conclusione del lavoro, al 52,6% contro il 25% del trattamento standard
riportato in letteratura. Va considerato che il dato medio nei pazienti con
melanoma avanzato è di circa 6-9 mesi. Non solo. La percentuale ha raggiunto il
54% nelle persone con metastasi cerebrali. Da qui l’idea di approfondire, con
‘Nibit M2’, l’efficacia della combinazione terapeutica solo nei malati con
queste caratteristiche, arruolati in maggior numero rispetto a ‘Nibit M1’ che
includeva una popolazione eterogenea colpita dalla malattia. Ricordiamo che
circa il 50% dei pazienti con melanoma in fase avanzata presenta anche
metastasi cerebrali”.
Il Nibit riunisce in rete le più importanti strutture italiane, circa
50, che si occupano di bioterapia dei tumori. Da una costola del network è nata
nel 2012 la Fondazione Nibit. “Vi sono strutture nel nostro Paese in grado di
competere a livello mondiale – conclude il prof. Maio -. Anche all’interno di
sperimentazioni cliniche internazionali i centri italiani hanno spesso un ruolo
preminente per la qualità del lavoro svolto. L’obiettivo della Fondazione è
promuovere studi clinici sull’immunoterapia del cancro, anche partendo dai
rapporti che il Nibit è riuscito a consolidare in questi anni. Il Network
infatti è parte integrante del World Immunotherapy Council (Wic), che racchiude
18 organizzazioni nazionali. Wic è stato istituito per riunire in rete i gruppi
che nei diversi Paesi d’origine si sono strutturati per lavorare nell’ambito
dell’immunoterapia”.
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DISABILITA’. GIORNATA MONDIALE SINDROME DOWN. CONVEGNO ASSOCIAZIONE MARCA TREVIGIANA |
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Venezia, 25 marzo 2013 - L´Onu ha fissato il 21 marzo di ogni anno la
Giornata Mondiale della Sindrome di Down, per creare una nuova cultura della
diversità e per promuovere il rispetto e l’integrazione nella società di tutte
le persone con sindrome di Down. Ma qual è il futuro che aspetta questi giovani?
Se ne è parlato il 21 marzo nel convegno
organizzato dall’Aipd Sezione Marca Trevigiana presso la sede della Provincia
di Treviso. “2060. E io come sarò? La Sindrome di Down nell´età adulta e
anziana”, questo il titolo dell’incontro a cui ha partecipato anche l’Assessore
ai Servizi Sociali della Regione del Veneto Remo Sernagiotto.
“Il mio grazie alle associazioni – ha commentato l’Assessore - che
dedicano il loro tempo alle persone con disabilità e alle loro famiglie: il loro
lavoro è prezioso per tutta la società. L’aipd in particolare ha tutto il mio
sostegno per l’impegno con cui aiuta nel percorso di crescita le persone con
Sindrome di Down”.
“Mi auguro che i giovani che si trovano a vivere questa realtà – ha continuato - abbiano una lunga vita
consentita loro dai progressi della medicina e da una sempre migliore
integrazione sociale, occupazionale e culturale ma soprattutto abbiano una
‘buona’ vita: l’obiettivo deve essere quello di permettere loro di inserirsi
nella società e di riuscire a costruire la propria indipendenza. Il loro modo
di guardare il mondo è un valore per tutti noi. Come Regione puntiamo a
sostenere con forza e convinzione i progetti di autonomia sociale ed economica
per le persone con sindrome di down che sono nati da questa realtà
associativa”.
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A PALAZZO STROZZI UNA MOSTRA CHE RACCONTA LA PRIMAVERA DEL RINASCIMENTO ATTRAVERSO 140 CAPOLAVORI DELLA SCULTURA E DELLA PITTURA: DA DONATELLO A MASACCIO, DA BRUNELLESCHI A PAOLO UCCELLO |
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Firenze, 25 marzo 2013 - Dal 23
marzo al 18 agosto 2013 Palazzo Strozzi, a Firenze, sarà sede della mostra La
Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460,
concepita e realizzata in stretta collaborazione con il Museo del Louvre. In
dieci sezioni tematiche, la rassegna illustrerà quel momento “magico” che a
Firenze ha dato il via al Rinascimento all’aprirsi del Quattrocento, attraverso
140 opere, molte delle quali di scultura: l’arte che per prima si è fatta
interprete di quella ‘rivoluzione’. Dopo la sede fiorentina, l’esposizione si
terrà a Parigi, al Museo del Louvre, dal 26 settembre 2013 al 6 gennaio 2014.
La rassegna riunisce una gran quantità di capolavori assoluti,
provenienti da musei di tutto il mondo: opere di qualità straordinaria che
illustrano come il Rinascimento in scultura preceda e influenzi, a Firenze,
tutte le altre arti, compresa la pittura. Attraverso opere del Ghiberti, di
Donatello, di Nanni di Banco, Luca della Robbia, Nanni di Bartolo, Agostino di
Duccio, Michelozzo, Desiderio da Settignano, Mino da Fiesole, ma anche
attraverso dipinti di artisti come Masaccio, Filippo Lippi, Andrea del
Castagno, Paolo Uccello – la mostra mette in luce il ruolo guida che la
scultura ha avuto nella prima metà del Quattrocento per la nascita e lo
sviluppo del linguaggio rinascimentale e la sua incidenza soprattutto sulla
pittura fiorentina contemporanea.
Opere celeberrime, che sono da sempre nell’‘immaginario collettivo’,
dalle formelle del Brunelleschi e del Ghiberti per il concorso della seconda
porta del Battistero di Firenze (1401), alle sculture monumentali di Donatello
per Orsanmichele e per il Campanile, fino ai primi splendidi saggi di terrecotte
invetriate di Luca della Robbia, mettono in luce anche la costruzione del
“mito” di Firenze, che in quegli anni si propone con orgoglio non solo come la
“nuova Roma” e la “nuova Atene”, ma anche come la “nuova Gerusalemme”: il suo
primato artistico intende infatti riflettere la bontà del suo governo
repubblicano e l’armonia del vivere civile, sotto il segno della solidarietà e
del sentimento cristiano. Un modello di “bellezza universale” che mantiene
tuttora, nel mondo, il suo richiamo.
Curata da Beatrice Paolozzi Strozzi, direttore del Museo Nazionale del
Bargello, e da Marc Bormand, conservateur en chef al dipartimento di Scultura
del Museo del Louvre, la rassegna ha permesso un’ampia e fondamentale campagna
di restauri in Italia e in Francia – finanziata congiuntamente dalla Fondazione
Palazzo Strozzi e dal Museo del Louvre – che permetterà al visitatore di
ammirare molti capolavori rinascimentali, tornati a ‘nuovo splendore’: su
tutti, il San Ludovico di Tolosa di Donatello, in bronzo dorato, smalti e
cristalli di rocca, simbolo del genio sperimentale di Donatello, che fu anche
nella tecnica un precursore della modernità.
La mostra
Divisa in dieci sezioni, l’esposizione inizia con una suggestiva
panoramica sulla riscoperta dell’Antico, attraverso esempi illustri della
“rinascita” fra Due e Trecento, con opere di Nicola e Giovanni Pisano, Arnolfo
di Cambio, Giotto, Tino di Camaino e dei loro successori, che assimilano anche
la ricchezza espressiva del Gotico, in particolare di origine francese (Sezione
1. L’eredità dei padri). L’“età nuova” si apre assieme al nuovo secolo: il 1401
è l’anno della realizzazione dei due rilievi con il Sacrificio di Isacco di
Lorenzo Ghiberti e Filippo Brunelleschi per la seconda Porta del Battistero
(dal Bargello), che insieme al modello della Cupola brunelleschiana (dal Museo
di Santa Maria del Fiore) riassumono al più alto vertice espressivo il momento
fondante del primo Rinascimento (Sezione 2: Firenze 1401. L’alba del
Rinascimento).
In quegli anni, i successi politici della Repubblica fiorentina, la sua
potenza economica e la pace sociale diffondono attraverso gli scritti di grandi
umanisti il mito di Firenze come erede della Repubblica romana e come modello
per gli altri stati italiani. La scultura pubblica monumentale, con i
capolavori di Donatello, Ghiberti, Nanni di Banco, realizzati per i grandi
cantieri della città – la Cattedrale, il Campanile, Orsanmichele – è la prima e
più alta testimonianza della creazione di un nuovo stile, di questa
trasformazione in atto e dell’esaltazione di Firenze e della sua civiltà.
(Sezione 3: La romanitas civile e cristiana).
La scultura, e in particolare la statuaria, eserciterà perciò una
profonda influenza sulla pittura dei massimi artisti del tempo come Masaccio,
Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Filippo Lippi (Sezione 6: “Pittura
scolpita”).
La mostra illustra inoltre altri temi significativi dell’antichità
classica, che tramite la scultura (specialmente donatelliana) vennero
assimilati e trasformati nel nuovo linguaggio rinascimentale, a testimonianza
del clima spirituale e intellettuale della città, oltre che del suo fervore
creativo (Sezione 4: “Spiritelli” fra sacro e profano; Sezione 5: La rinascita
dei condottieri).
Le ricerche di uno spazio “razionale” e le indagini sulla prospettiva
del Brunelleschi e dell’Alberti trovano proprio nella scultura le loro
formulazioni più avanzate – in particolare, nei bassorilievi donatelliani, come
la predella del San Giorgio, dal Bargello, e il Banchetto di Erode dal Museo di
Lille – con un seguito che tocca la metà del secolo in opere di Desiderio da Settignano
o di Agostino di Duccio, a confronto con la pittura, anche antica (Sezione 7:
La storia in prospettiva). Fin dagli anni Venti del Quattrocento, i nuovi
canoni della scultura, messi a punto dai grandi maestri e illustrati da alcuni
capolavori, anche da musei stranieri – come le donatelliane Madonna Pazzi, dal
Bode Museum di Berlino, la Madonna in terracotta policroma del Louvre e la
Madonna Chellini, dal Victoria and Albert Museum; o la ghibertiana Madonna
Kress, dalla National Gallery di Washington – si moltiplicano attraverso una
produzione sconfinata di rilievi (in marmo, stucco, terracotta policroma e
invetriata), destinati alla devozione privata: questo consente tra l’altro una
capillare diffusione del gusto per la bellezza “nuova” in ogni strato sociale
(Sezione 8: La diffusione della bellezza). Allo stesso tempo, Firenze vede
concentrarsi la committenza artistica più prestigiosa, quasi sempre pubblica,
nei luoghi di solidarietà e di preghiera (chiese, confraternite, ospedali),
dove è ancora la scultura a tenere un ruolo di primo piano (Sezione 9: Bellezza
e carità. Ospedali, orfanotrofi, confraternite). Attorno al simbolo assoluto
della città, rappresentato dal modello ligneo della Cupola di Santa Maria del
Fiore, si presenta dunque una rassegna di tipologie e di tematiche scultoree
determinanti anche per l’evoluzione delle altre arti figurative, a diretto
confronto con i precedenti classici: dalle tombe degli umanisti, alle
desunzioni dai sarcofagi antichi, alla rinascita del monumento equestre e del
ritratto scolpito. Attorno a quest’ultimo, che vede la sua genesi verso la metà
del secolo nei busti marmorei di Mino da Fiesole, Desiderio da Settignano,
Antonio Rossellino, si prefigura il passaggio dalla florentina libertas,
rappresentata dalla committenza pubblica, a un mecenatismo privato, che porta
già il segno dell’egemonia medicea (Sezione 10: Dalla città al palazzo. I nuovi
mecenati). In questa prospettiva, la mostra – che si apre con l’evocazione
della Cupola brunelleschiana – si chiude significativamente con quella della
più illustre dimora privata del Rinascimento, il Modello ligneo di Palazzo
Strozzi.
La mostra è promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi,
dal Museo del Louvre, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla
Soprintendenza Psae e per il Polo Museale della città di Firenze e dal Museo
Nazionale del Bargello, con la partecipazione del Comune di Firenze, la
Provincia di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze e l’Associazione
Partners
Palazzo Strozzi e Regione Toscana. Con il contributo dell’Ente Cassa di
Risparmio di Firenze.
Di particolare rilievo, per l’entità e l’importanza dei prestiti
concessi, è stata la collaborazione di molti grandi musei europei e americani,
in particolare, oltre al Louvre, del Musée Jacquemart-andré e del Musée de
Cluny di Parigi; del Victoria and Albert e del British Museum di Londra; del
Bode Museum di Berlino; della National Gallery of Art di Washington; del
Metropolitan Museum of Art di New York; dei Musei Vaticani; del
Kunsthistorisches Museum di Vienna; del Philadelphia Museum of Art di
Filadelfia. Opere importanti giungono anche da Avignone, Cleveland, Dresda,
Detroit, Lille, Lione, Segovia, e ancora da istituzioni, chiese e musei di
tutta Italia. Prestiti particolarmente significativi sono inoltre stati
concessi dal Museo Nazionale del Bargello, dall’Opera di Santa Maria del Fiore,
dall’Opera di Santa Croce e dal Museo di Orsanmichele che, in occasione della
mostra, costituiranno altre tappe indispensabili per il percorso dei visitatori
attraverso la storia e l’arte del primo Rinascimento a Firenze.
Al catalogo, a cura di Beatrice Paolozzi Strozzi e Marc Bormand (in tre
lingue: italiano e inglese edito da Mandragora Firenze, e francese edito da
Éditions du Louvre e Officina Libraria), hanno contribuito molti dei più noti
specialisti dell’arte del Quattrocento, italiani e stranieri, con numerosi
saggi tematici e schede scientifiche di tutte le opere. La collaborazione della
Fondazione Palazzo Strozzi con il Museo del Louvre, per la prima volta messa in
atto in questa occasione, conferma la reputazione di eccellenza a livello
internazionale di Palazzo Strozzi e delle sue mostre.
L’allestimento
Palazzo Strozzi: quale miglior sede espositiva per una mostra come La
Primavera del Rinascimento. La scultura e le arti a Firenze 1400-1460, del
grandioso edificio fatto costruire a partire dal 1489 da Filippo Strozzi.
L’esposizione si sviluppa in nove grandi sale del Piano Nobile, con un
allestimento, dell’architetto Luigi Cupellini, caratterizzato da toni cromatici
differenti: si gioca infatti su due tonalità di grigio, uno scuro, e quello più
chiaro della pietra serena, che è lo stesso degli elementi architettonici del
palazzo stesso (portali, peducci, scalini). Un gradino che corre sotto le
opere, rievoca la “panca da via” all’esterno dei palazzi rinascimentali
fiorentini. Le pareti grigio chiaro sono segnate da fasce più scure che nella
prima sala hanno un andamento più frequente con riferimento all’architettura
gotica toscana, mentre nelle sale centrali le fasce si rarefanno, per
scomparire del tutto nelle due ultime: dalle opere di destinazione pubblica
della prima metà del secolo, si entra infatti nei palazzi dei grandi mecenati.
Le didascalie, grandi e leggibili, rappresentano una costante delle
mostre di Palazzo Strozzi, e in questa occasione hanno il formato e
l’impostazione grafica di un’epigrafe. Le didascalie per famiglie sono invece
caratterizzate da una grafica scura, con illustrazioni riferite al tema della
tattilità: la mostra accoglie infatti un percorso per conoscere alcuni
materiali e oggetti attraverso il tatto.
L’illuminazione, che si deve a tecnici che lavorano anche per il mondo
teatrale, valorizza le opere, non creando ombre e permettendo un’adeguata
lettura dei testi in mostra, che sono in italiano e inglese, e tradotti anche
in francese, russo e cinese in appositi booklet distribuiti gratuitamente.
L’ascensore è “arredato” con immagini della mostra e persino nei bagni è
possibile trovare riferimenti all’esposizione, con la famosa citazione di Leon
Battista Alberti sulla Cupola del Duomo di Firenze – «erta sopra e’ cieli,
ampla da coprire con sua ombra tutti e’ popoli toscani», accompagnata da una
evocativa foto di James O’mara.
Dal 29 marzo al 28 luglio 2013 il Centro di Cultura Contemporanea
Strozzina di Palazzo Strozzi ospiterà la mostra Un’idea di bellezza che propone
un percorso di ricerca tra le opere di otto artisti contemporanei di
provenienza internazionale – Vanessa Beecroft, Chiara Camoni, Andreas Gefeller,
Alicja Kwade, Jean Luc Mylayne, Isabel Rocamora, Anri Sala, Wilhelm Sasnal –
per ripensare oggi l’esperienza della bellezza da diversi punti di vista:
quello di ciascuno degli artisti, che entra in dialogo con la sensibilità dei
visitatori attualizzando domande di carattere universale.
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SPORT, LA CARTA ETICA DELLA REGIONE TOSCANA ADESSO HA IL SUO SPAZIO SUL WEB |
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Firenze, 25 marzo 2013 – Uno spazio sul web, ancora in fase di
costruzione e sviluppo, dedicato interamente alla Carta Etica dello sport. Un
punto di riferimento sul documento lanciato dalla Regione nel 2011 dove poter
consultare documenti, guardare immagini e filmati e trovare tutte le notizie ed
informazioni sul modo di intendere lo sport secondo i valori e principi
stabiliti dalla Carta.
Il sito, consultabile all’indirizzo http://www.sportetica.it/ , è stato creato
dall’Ufficio Sport della Regione in collaborazione con il Csen Toscana (Centro
Sportivo Educativo Nazionale), ma si avvale del contributo di altri importanti
organismi che operano nel mondo dello sport: Coni, Comitato Paralimpico, Museo
del Calcio, Sporthabile ed il Gruppo Toscano dell’Unione Stampa Sportiva
Italiana.
Attraverso il sito si potranno seguire tutti gli appuntamenti, le
manifestazioni ed i progetti che hanno per tema l’etica sportiva ed il suo
sviluppo, sfogliare l’archivio con tutti i documenti relativi al tema
dell’etica nello sport, guardare immagini e ascoltare testimonianze video di
atleti che hanno aderito al progetto. Ci si potrà anche iscrivere alla
newsletter ed avere un aggiornamento continuo sul numero di enti ed
associazioni sportive che hanno deciso di aderire ai valori e principi della
Carta. Fino a questo momento hanno aderito 4 Comuni (Cutigliano, Prato,
Fucecchio e Sesto Fiorentino), 2 Province (Lucca e Pisa), un istituto
scolastico, 52 società ed associazioni sportive dilettantistiche e 9 tra
Comitati regionali di federazioni sportive, discipline sportive associate ed
enti di promozione sportiva. Ma nel frattempo sono arrivate un’altra ventina di
adesioni che, dopo la necessaria valutazione, saranno presto rese pubbliche.
“Siamo oramai a quasi 2 anni dal lancio della Carta – ha dichiarato
l’assessore al welfare e allo sport Salvatore Allocca durante la conferenza stampa
di presentazione del sito – e, a giudicare dalle adesioni e dalla diffusione
all’interno del panorama sportivo toscano, si può parlare di vero e proprio
successo. Un successo che testimonia la voglia e la volontà degli sportivi
toscani, e soprattutto di tanti dirigenti di società dilettantistiche, di voler
riportare lo sport ad una dimensione più vera e lontana da quelle esasperazioni
ed esagerazioni che non hanno niente a che fare con i fondamenti della Carta.
Si tratta di percorso ancora molto lungo ma i risultati che stiamo ottenendo ci
riempiono di soddisfazione”.
In chiusura sono stati resi noti i nomi dei 7 atleti che hanno superato
la prima scrematura del Pegaso per lo sport 2013: Matteo Betti (scherma,
disabile), Leonard Bundu (pugilato), Edoardo Gori (rugby), Luca Tesconi (tiro a
segno), Sara Turrini (nuoto pinnato), Andrea Baldini (scherma) e la società Tau
Altopascio (calcio). Nei prossimi giorni verranno resi noti i tre finalisti che
si contenderanno il titolo.
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SPORT E IMMIGRAZIONE IN UN PROGETTO EUROPEO |
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Bolzano, 25 marzo 2013 - In
collaborazione con l’Ufficio sport della Provincia, il Coni altoatesino
partecipa al progetto europeo Match sul valore dello sport per affrontare le
problematiche connesse alll’immigrazione.
Gli altri partner del progetto vengono dall´Austria, la Croazia, il
Portogallo e il Regno Unito. In particolare, il progetto vuole rappresentare un
valido aiuto per allenatori e dirigenti sportivi in vista di una società sempre
più multiculturale.
Dopo un primo incontro a Bolzano cui ha fatto seguito un questionario
somministrato a varie associazioni sportive delle cinque realtà coinvolte, la
settimana scorsa i responsabili del progetto si sono incontrati a Lousada in
Portogallo per discutere dei risultati dei questionari e condividere alcune
cosiddette best practices messe in atto dai diversi partner.
In particolare, dai questionari è emerso che la partecipazione degli
immigrati alle attività dei club sportivi passa attraverso il contatto con le
loro famiglie e comunità locali e la conoscenza e la comprensione delle diverse
realtà socio-culturali cui essi appartengono. Tutto questo richiede ai tecnici
competenze interculturali e linguistiche specifiche, per tenere conto sia delle
esigenze della popolazione locale sia di quelle degli immigrati.
Le prossime tappe del progetto Match saranno incentrate sulla
discussione delle best practices e sulla compilazione di un vademecum per chi
opera nello sport associativo in una realtà multiculturale. La conferenza
finale è prevista in Stiria per la metà del prossimo anno.
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