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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 25 Settembre 2013 |
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CONVEGNO; " IL SETTORE LATTIERO-CASEARIO DELL´UE: LO SVILUPPO DI OLTRE IL 2015 |
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Bruxelles – Di seguito l’intervento di ieri di Cioloþ Membro della Commissione europea responsabile per l´agricoltura e lo sviluppo rurale:” Signore e Signori, Voglio ringraziarvi per aver risposto a questo invito a lungo. Questa conferenza è organizzata in un contesto favorevole, in termini di mercato del latte, che ci permetterà di pensare in modo calmo e raccolto nel futuro del settore in un´Unione di 28 Stati membri. Insisto su questo punto: dobbiamo prendere in considerazione in questa riflessione, la grande diversità delle situazioni, il potenziale di produzione, l´importanza del punto economico del settore di vista, per alcuni settori sociali e ambientali. L´obiettivo della conferenza è quello di creare una espressione di differenti piattaforme idee, fare domande, opzioni su azioni e l´analisi della situazione e delle prospettive. Ciò che emerge da un paio di mesi di discussioni, è che le analisi differiscono sulla situazione del settore, anche se non vi è consenso sul fatto che la fine effettiva delle quote creerà nuove opportunità di produzione in molte aree competitivi che hanno già investito per aumentare la produzione. C´è un potenziale di assorbimento nell´Ue ea livello internazionale. Ma in altri settori, ci sono domande su come mantenere la produzione di latte in termini di eliminazione delle quote. In seguito alla crisi del 2009 che ancora tutti ricordiamo, non possiamo escludere associata ad un aumento dei costi di produzione o ridurre le crisi dei consumi. È quindi importante analizzare, per tener conto della diversità del settore e ad ascoltarsi. Perché agiamo in un mercato unico, così abbiamo bisogno di pensare di azioni coerenti, assicurando che le esigenze di uno non influenzano lo sviluppo degli altri. In breve, se posso riassumere come segue: come rendere il settore lattiero-caseario rimane potente, ma copre anche la sua dimensione territoriale e sociale, soprattutto nelle zone di montagna, ma non solo. In primo luogo, ciò che è già in atto per favorire l´adeguamento del processo di produzione del latte. Il Pacchetto latte è entrata in vigore nel mese di ottobre 2012. La sua attuazione è in corso. 11 Stati membri hanno introdotto contratti obbligatori, quattro hanno in programma di fare - per lo più membri di cooperative in cui gli stati deboli. In parallelo, la Commissione continuerà a lavorare nel più ampio contesto della struttura della catena alimentare per promuovere un migliore equilibrio, trasparenza e correttezza nei rapporti all´interno della catena alimentare. In secondo luogo, la riforma della Pac. Si tratta di una riforma orizzontale. Ma si riferisce anche al settore lattiero-caseario e in grado di fornire alcune risposte. La nuova struttura dei pagamenti diretti: gli Stati membri hanno la possibilità di definire in modo più appropriato per la specificità di alcuni territori agricoli pagamenti diretti, e quindi, la realtà del settore lattiero-caseario. Vi è inoltre la possibilità di concedere pagamenti accoppiati e un migliorato supporto per le zone svantaggiate, sia nel primo pilastro, come il secondo pilastro. Allo stesso modo, i primi ettari bonus possono aiutare le piccole e medie aziende agricole diversificate. Gli Stati membri possono sostenere con tutti questi strumenti, così gli ulteriori aziende lattiero-casearie e fragile in alcune zone. Inoltre, è possibile realizzare programmi di sviluppo sub-rurali. Questi possono colpire un settore che soffre di una ristrutturazione. Penso che questo sia uno strumento molto appropriato per determinate zone con una concentrazione di aziende vulnerabili. Essi possono essere accompagnate da misure di investimento. Ma poi, è importante che gli Stati membri a fare scelte e assumersi la responsabilità in materia. Infine, abbiamo migliorato gli strumenti per gestire le situazioni di crisi, più reattivi e strumenti più flessibili, tornerò. La domanda oggi è se gli strumenti che ho sono sufficienti per il dettaglio intervenire rapidamente con fermezza ed efficace alle crisi di sovrapproduzione, caduta consumo o costi rapidi e improvvisi produzione senza aumentare i prezzi. Abbiamo gli strumenti adeguati per prevenire le crisi, per inviare segnali di allarme al settore di adattarsi in tempo? Il nuovo quadro offre una maggiore ruolo professionale. Se gli strumenti non sono sufficienti, che tipo di strumenti messi in atto senza troppo rigida? Produttori agricoli delle regioni più vulnerabili potrebbero essere il primo colpito da una crisi. Ma non solo coloro che sono in debito di aumentare la loro produzione può diventare fragile in certe situazioni. La fragilità può essere trovato su entrambi i lati: per agronomica un lato o gli altri problemi strutturali dovuti al peso degli investimenti. Come prevenire i fenomeni di crisi? Crisi e se c´è, come agire per evitare che aziende lattiere redditizie scomparire in circostanze normali? Come responsabilizzare gli attori e come garantire che ognuno si prende la responsabilità? In questo contesto, quale ruolo per gli strumenti di gestione tradizionali e quanto sia efficace? Un appello ad una forma di controllo eccezionale per un periodo limitato sarebbe fattibile? Se sì, a quale costo? Dovremmo sviluppare nuove forme di gestione delle crisi che colpiscono più aree di produzione in eccesso per proteggere le zone più sensibili? Come utilizzare gli strumenti strutturali per rafforzare la nostra capacità di rispondere a tali situazioni? Dovrebbe esserci un meccanismo di mirati geograficamente e settorialmente in caso di slittamento di supporto di emergenza eccezionale per proteggere aree sensibili? Qual è il collegamento più efficace su cui dobbiamo concentrare le nostre azioni in aziende agricole o caseifici di avere più efficienza a costo di bilancio inferiore? Oggi abbiamo il fondo di crisi, ma dobbiamo utilizzare il fondo in modo più efficiente, perché non dobbiamo dimenticare che ha un impatto diretto sui pagamenti a causa di disciplina finanziaria. Per questi strumenti per essere efficace, abbiamo bisogno di trasparenza. Abbiamo bisogno di un´analisi più dettagliata della situazione. Non si può venire solo sei mesi dopo che un problema è apparso. Dobbiamo avere una visione mensile o trimestrale di mercato. Nel contesto della fine delle quote, dobbiamo mettere in atto un nuovo sistema di raccolta dei dati per fornire un´analisi del settore in un periodo di tempo più breve. Così, ho intenzione di offrire questo tipo di strumento all´interno della Commissione europea, la creazione di un osservatorio del mercato. Sarà responsabile per l´analisi del breve termine e presentare i dati al settore. Naturalmente, questo richiede il coinvolgimento del settore a livello regionale, il coinvolgimento dei produttori e caseifici. Ma torneremo nei prossimi mesi, con maggiori dettagli sul funzionamento e la struttura dell´osservatorio. Oltre a ciò, ci si presenti con una chiara spiegazione per il settore lattiero-caseario degli elementi forniti nel contesto della riforma, gli strumenti di crisi, in particolare. Si metterà in evidenza ciò che è a disposizione degli Stati membri e delle regioni nel contesto dello sviluppo rurale. Alla fine della conferenza di oggi, il mio obiettivo non è quello di presentare conclusioni, ma per stimolare la discussione, in modo che possiamo costruire qualcosa di più forte. Per raggiungere questo obiettivo, gli studi saranno presentati questa mattina. Poi la discussione si articolerà attorno a due "latte e dei mercati" temi e "latte e territori" per analizzare questi studi in questi due angoli e lasciare che il miglior modo possibile per il dialogo e partecipanti. Sarà fondamentale per mettere in evidenza ciò che è tecnicamente fattibile, economicamente, politicamente e fiscalmente. Per questo motivo è importante avere non solo il parere del settore, ma anche i leader degli Stati membri e del Parlamento europeo che sono qui oggi. I servizi della Commissione con gli esperti e moderatori saranno poi trarre le conclusioni emerse dalla giornata. Essi saranno presentati al Parlamento e al Consiglio. Naturalmente, sono disponibili e la professione possono essere sequestrati. Porterò questo processo di presentare la relazione e, se necessario, ulteriori elementi. Le cose sono ora nelle vostre mani, vi chiedo di analisi, problematiche e idee pragmatiche, realistico data la diversità del settore lattiero-caseario europeo. Grazie.” |
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TROVARE UNA SOLUZIONE AL COLLO DI BOTTIGLIA NELLA PRODUZIONE DI BIOGAS
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Gli impianti ad agro-biogas producono energia rinnovabile, estraendo il gas prodotto nella fermentazione anaerobica di concime animale mescolato con rifiuti organici provenienti dal settore alimentare. Un sottoprodotto di questo processo di fermentazione è un denso rifiuto liquido chiamato "digestato", che è difficile da gestire ma ricco di materia organica e minerali. Il progetto Wavalue ("High added value eco-fertilisers from anaerobic digestion effluent wastes"), finanziato dall´Ue, dimostrerà un processo industriale efficiente in termini di costi per produrre una nuova gamma di fertilizzanti sostenibili, con il digestato come componente principale. "Il volume e il contenuto di azoto del digestato prodotto nel processo di estrazione del biogas sono molto simili a quelli dei rifiuti originali trattati", dice Aritz Lekuona della Ekonek Innovacion en Valorizacion de Subproductos, coordinatore del progetto. "Oggi, malgrado le norme esistenti, questo materiale viene spesso sparso come fertilizzante sui campi agricoli vicino agli impianti a biogas dove è prodotto, ma questa non è sempre la strategia ottimale poiché il suo elevato contenuto di sostanze nutrienti causa l´inquinamento del suolo e dell´acqua, ossia l´eutrofizzazione. Si tratta di una pratica anche relativamente cara, poiché il materiale è per oltre il 90 per cento composto da acqua, e spostarlo a qualsiasi distanza usando dei camion è quindi costoso. Comprendere quindi cosa fare con il digestato è un grave fattore limitante per i nuovi progetti legati al biogas, particolarmente quando non ci sono terre agricole disponibili vicine per la dispersione". Con l´Ue che promuove le fonti energetiche rinnovabili, l´uso del biogas dovrebbe aumentare rapidamente. Ma il problema del digestato sta effettivamente rallentando lo sviluppo di impianti a biogas in molti paesi Ue. Lekuona dice che i ricercatori Wavalue hanno capito che il digestato potrebbe essere usato per produrre fertilizzanti di valore. "Il nostro approccio sarà quello di sviluppare fertilizzanti in forma granulare - spiega - dall´aspetto simile a piccoli fagioli verdi. Il processo prevederà di miscelare il digestato con sostanze nutrienti minerali per ottenere una formula su misura, e poi essiccare la miscela per ottenere piccoli granuli rotondi di dimensioni regolari, con sostanze nutrienti a lento rilascio che possono essere immesse nel mercato dei fertilizzanti speciali." L´impianto pilota di Wavalue sarà il primo del suo genere in Europa, producendo fertilizzanti di alto valore dal digestato e rendendo gli impianti a biogas più redditizi. Inoltre, il sistema per la produzione di fertilizzanti dal digestato sarà facile da integrare negli impianti ad agro-biogas nuovi o già esistenti. "Oggi in Europa ci sono circa 6 000 impianti a biogas - dice Lekuona - ma, con i rifiuti organici disponibili, c´è la possibilità di moltiplicare questo numero parecchie volte. Questo progetto fornisce una nuova soluzione per la gestione del digestato che aumenterà la fattibilità di nuovi impianti a biogas, accrescendo allo stesso tempo il valore aggiunto del digestato prodotto negli impianti a biogas esistenti. "Da un punto di vista ambientale e sociale, l´utilizzo del digestato come base di un prodotto di alto valore chiude il ciclo delle sostanze nutritive, riducendo le emissioni di gas serra, migliorando le prestazioni economiche degli impianti ad agro-biogas e risolvendo un problema ambientale". Il consorzio mira a trattare circa 900 tonnellate di liquame all´anno nel suo impianto pilota. Dopo il progetto, due impianti a grandezza naturale tratteranno 57 000 tonnellate all´anno. In tutto, si stima che il sistema risparmierà 11 tonnellate di emissioni di Co2 all´anno durante il progetto. Lekuona aggiunge: "Gli impianti per la granulazione del digestato possono dare un ragionevole ritorno sugli investimenti, basato sulle vendite del prodotto fertilizzante finale. Si tratta di un´attività relativamente nuova che ha anche il potenziale di generare nuovi posti di lavoro presso gli impianti ad agro-biogas". Wavalue ha ricevuto oltre 900 000 euro di finanziamenti dall´Ue nell´ambito del programma Eco-innovazione e proseguirà per tutto il 2014. Per maggiori informazioni, visitare: Wavalue http://www.Wavalueproject.eu/ Scheda informativa del progetto http://www.Eaci-projects.eu/eco/page/page.jsp?op=project_detail&prid=2197 |
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PRESENTATI ALL’ENEA I RISULTATI DELLE SPERIMENTAZIONI PER LO SFRUTTAMENTO ENERGETICO DI BIOMASSE AGROINDUSTRIALI RESIDUE
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I risultati delle sperimentazioni condotte nell’ambito del progetto V.e.r.o.bio (Valorizzazione Energetica di Residui Organici di attività agroindustriali mediante utilizzo di celle a combustibile del Biogas da digestione anaerobica), relative alla valorizzazione di residui agroindustriali a fini energetici, sono stati presentati il 19 settembre a Roma nel corso di un workshop tenutosi presso la sede dell’Enea. Il progetto, finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è stato sviluppato con un approccio multidisciplinare da Enea, Università “La Sapienza” di Roma, Università di Cagliari e Cra-rps di Torino. La finalità principale di V.e.r.o.bio riguarda la fattibilità di accoppiare il processo di digestione anaerobica ad un sistema di cogenerazione ad alta efficienza come le Celle a Combustibile a Carbonati Fusi (Mcfc), per la trasformazione di alcune tipologie di biomasse di scarto in energia elettrica e termica. Le attività di ricerca hanno offerto informazioni inedite sui processi di co-digestione, sulla compatibilità del biogas prodotto con l’alimentazione di celle a combustibile a carbonati fusi e, viceversa, sulla possibilità di adattare le celle a una diversa qualità di combustibile. Lo studio ha inoltre fornito indicazioni sulla possibilità di riutilizzare il “digestato” anche a fini energetici e ha contribuito ad approfondire la conoscenza degli aspetti meno noti della microbiologia dei processi di digestione, mettendo in luce nuove informazioni sulla composizione delle comunità microbiche che governano le fasi chiave del processo. Il progetto offre una soluzione al problema della gestione dei rifiuti e, contemporaneamente, supporta le azioni per rispondere alle richieste della Commissione Europea sull’incremento della quota di consumi energetici da fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di Co2. Lo sviluppo di processi tecnologici innovativi, basati sulla multidisciplinarietà evidenzia come l’equilibrio tra ricerca di base e applicazioni tecnologiche possa favorire il raggiungimento degli obiettivi della sostenibilità ambientale nei processi di trasformazione e produzione. |
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MICROCREDITO, SOCIAL LENDING, FINANZA ETICA PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA OGGI UN SEMINARIO PROMOSSO DA PROVINCIA DI TORINO, AIAB E MOVIMENTO CONSUMATORI |
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Ci sono strumenti finanziari innovativi - la finanza etica, il microcredito, il social lending- ancora poco utilizzati in Italia, ma che rappresentano una risorsa importante per sostenere le iniziative di autoimprenditorialità e di autoimpiego, che sono modalità di occupazione e sviluppo capaci di cogliere, favorire e accompagnare le risorse e le potenzialità che gli individui, singoli o associati, possono e desiderano esprimere. E vi sono settori, come l’agricoltura biologica, che di questi nuovi strumenti finanziari potrebbero beneficiare in modo particolare. In tale contesto, la Provincia di Torino ha raccolto positivamente la sollecitazione di Aiab (Associazione italiana agricoltura biologica) e del Movimento Consumatori di Torino a organizzare un seminario pubblico con l’obiettivo di proporre una prima ricognizione dei principali strumenti finanziari in uso nel nostro territorio, con specifica attenzione a quelli di più recente sperimentazione. “Attraversiamo una lunga fase di crisi che impoverisce gli individui e le famiglie e impoverisce il tessuto produttivo. Sempre più spesso i servizi sociali, le associazioni di volontariato, gli enti caritativi si trovano ad affrontare la disperazione di persone che, pur avendo saperi e competenze, sono escluse dal mercato del lavoro e rischiano perciò l’esclusione” spiega l’assessore provinciale alla cittadinanza attiva Mariagiuseppina Puglisi “Questa emergenza sfida gli enti locali a promuovere, accanto a indispensabili progetti macroeconomici e di rilancio di uno sviluppo eco compatibile, progetti di comunità, sollecitare la responsabilità sociale di impresa, incentivare l’iniziativa di singoli e di gruppi, favorire opportunità di occupazione legate alla manutenzione del territorio inteso come cura della compagine umana e come cura dell’ambiente fisico”. Il seminario, dal titolo “Strumenti finanziari per l’economia reale e l’ambiente sociale: un’opportunità di sviluppo locale” si svolgerà domani, mercoledì 25 settembre, nella Sala Consiglieri di Palazzo Cisterna, dalle 9.15 alle 16.30. I promotori discuteranno sugli strumenti finanziari di nuova sperimentazione e sulle esperienze maturate con rappresentanti di Altraeconomia, Banca d’Italia, Banca Popolare Etica, Comuni , Federasse, Almamater, Gruppo Azione Locale di Lanzo, Mag4, Movimento Consumatori di Torino, Permico, Prestiamoci, Smartika, Società Mutuo Soccorso, Università degli Studi di Torino-facoltà di Economia |
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I DATI CSO CONFERMANO IL PRIMATO DEL KIWI ITALIANO NEL MONDO E SI MONITORA LA BATTERIOSI CON IL PROGETTO INTERACT |
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Cesena - Le previsioni di produzione 2013 sul kiwi, elaborate da Cso, non mettono in luce particolari criticità sulla campagna che sta per iniziare. Per l’Italia si prevedono circa 400.000 tonnellate di produzione commercializzabile, con valori solo lievemente superiori in termini quantitativi allo scorso anno (+7%). Anche a livello europeo la situazione non si prospetta molto diversa da quella della passata stagione, con circa 582.000 tonnellate. In questo ambito va sottolineata la situazione della Grecia, un paese che notoriamente esercita una certa concorrenza alle produzioni italiane, e che quest’anno però vede scendere i quantitativi di circa il 15% rispetto alla passata annata. Per quanto riguarda la batteriosi che nel periodo primaverile, a causa del clima particolarmente umido e piovoso, aveva allertato i produttori, le conseguenze sulle rese sono state meno negative delle attese, seppur presenti. “Il mondo della produzione – dichiara Elisa Macchi- Direttore di Cso - ha preso maggiore coscienza del problema batteriosi e attua con attenzione le buone pratiche di difesa che riescono a contrastare e limitare la diffusione della malattia. Il Cso – continua il Direttore - è titolare di una serie di attività previste nel progetto Interact gestito dal Cra e finanziato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Tra le attivita´ previste si annoverano: la costituzione del catasto nazionale, lo sviluppo di un sito internet tutto dedicato al kiwi e alla batteriosi, www.Kiwifruitpsa.com, e l´analisi delle ricadute economiche della batteriosi in termine di costi di produzione. Quest´ultima attivita´ si integra in parte con il Progetto messo in atto dal Crpv in Emilia Romagna. E’ chiaro che la batteriosi è un problema – continua Elisa Macchi - a cui è difficile trovare, ancora oggi, una soluzione definitiva se non quella della corretta difesa e della applicazione di pratiche agronomiche atte a contrastare e a limitare la diffusione e i danni conseguenti . Dai dati elaborati da Cso, naturalmente, la difesa e la prevenzione della batteriosi hanno un costo importante che tuttavia può essere in parte compensato dai buoni risultati conseguenti alle tecniche adottate. Mediamente - rimarca Elisa Macchi- a seconda delle aree territoriali, produrre kiwi costa all’incirca 0.45 euro/kg di costi vivi, se aggiungiamo i costi indiretti e i costi figurativi, il costo totale di produzione arriva sui 60 centesimi di euro al kg. Le tecniche di prevenzione e difesa necessarie a contrastare la malattia elevano il costo di qualche centesimo di euro al Kg ma le conseguenze di una mancata prevenzione - conclude il Direttore di Cso - graverebbero sui costi in misura molto superiore". |
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AGRICOLTURA IN VENETO: ALL’ARAV 1,67 MILIONI PER CONTROLLI E SELEZIONE GENETICA IN ZOOTECNIA |
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Venezia - La Giunta regionale, su iniziativa dell’assessore all’agricoltura Franco Manzato, ha impegnato un milione 670 mila euro a favore dell’Arav, Associazione Regionale Allevatori del Veneto come contributo sulle spese per le attività connesse al “Programma dei controlli funzionali - Anno 2013”. “Il programma in questione – ha ricordato Manzato – riguarda la tenuta dei libri genealogici di razza e il controllo delle attitudini produttive in zootecnia finalizzate al miglioramento del patrimonio genetico e dunque della produzione: un’attività cofinanziata da Stato e Regioni sulla base del fabbisogno finanziario calcolato dall’Associazione Italiana Allevatori”. Il provvedimento riguarda l’impegno della quota regionale ed è stato preso per consentire la continuità di questo tipo di controlli e di attività, che stanno regolarmente procedendo, in carenza della assegnazione nazionale nella sua completezza (per ora limitata ad un importo parziale di circa 688 mila euro), a fronte di un previsto contributo pubblico complessivo di oltre 3,2 milioni di euro. “L’attività di miglioramento genetico animale – ha fatto presente Manzato – non è solo un valore aggiunto per il singolo produttore, ma soprattutto, un investimento a lungo termine e quindi strategico per il patrimonio zootecnico nazionale. I risultati raggiunti nell’aumento della quantità e della qualità delle produzioni, della resistenza alle malattie, sulla fertilità, sulla facilità di parto, sulla longevità e sulla capacità di utilizzazione delle risorse foraggere e per quanto riguarda salubrità e sicurezza dei prodotti agroalimentari derivati, giustificano pienamente queste azioni”. Il finanziamento è stato assegnato all’Arav, alla quale dal 2012 sono conferite ed unificate a livello regionale le deleghe precedentemente attribuite alle Associazioni provinciali allevatori Apa.. |
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AVIARIA, REVOCATE GRAN PARTE DELLE RESTRIZIONI PRESE DURANTE I FOCOLAI |
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Bologna – Revocate nel territorio emiliano romagnolo le zone di restrizione istituite a seguito dei focolai di influenza aviaria H7n7, con l’esclusione di quelle in vigore per le zone di protezione e sorveglianza. Lo stabilisce un provvedimento, emanato oggi, del ministero della Salute (Dipartimento sanità pubblica veterinaria) che, in considerazione dell’evoluzione favorevole della situazione epidemiologica, abroga le misure restrittive adottate nelle scorse settimane mantenendo attive però misure di controllo preliminari alla movimentazione di animali allevati nelle province di Ferrara, Ravenna Bologna e Forlì-cesena. La Regione - affinché possa riprendere normalmente l’attività di produzione avicola - dovrà assicurare che gli allevamenti, prima della ri-ntroduzione degli animali, forniscano adeguate garanzie per quanto attiene i requisiti strutturali e gestionali di biosicurezza. |
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GLI SCOPAZZI DEL MELO – UNA MALATTIA COMPLESSA |
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Il Centro di Sperimentazione Laimburg svolge un’intensa attività di ricerca per approfondire la conoscenza riguardo all’insidiosa malattia degli scopazzi del melo. Gli scopazzi del melo sono una malattia causata da un batterio senza parete cellulare (un cosiddetto fitoplasma). La malattia provoca parecchi danni in frutticoltura, perché le piante ammalate devono essere estirpate immediatamente, in quanto fonte di nuove infezioni. L´agente patogeno sta nella pianta e viene diffuso da insetti. Per cui non può essere combattuto con trattamenti fitosanitari. Il nome scopazzi indica un sintomo della malattia, cioè gli affastellamenti dei germogli a forma di scopa. Tra il 207 e il 2011, un progetto di ricerca alla Laimburg ha dato importanti conoscenze sugli scopazzi del melo. Come insetti vettori sono stati identificati le psille Cacopsylla picta e Cacopsylla melanoneura. Oltre a ciò è stato sviluppato un metodo per la diagnostica della malattia. È stato scoperto che la malattia scoppia circa due anni dopo l´infezione e che trattamenti curativi come il taglio degli alberi non porta risultati. Su queste basi si basa il progetto di ricerca Appl 2.0 che mira a rilevare ulteriori conoscenze per lo sviluppo di strategie di arginamento della malattia. Dove e quando compaiono gli insetti vettore? Esistono altri insetti vettore oltre a quelli finora conosciuti? Come agisce l´agente patogeno nella pianta per provocare i sintomi della malattia e ci sono tipi di patogeni più aggressivi rispetto ad altri? Dal 2000 in poi si è osservata una crescita di piante infestate in un ritmo quintennale. La prima ondata degli scopazzi del melo è stata registrata nel 2001/2002. Una seconda forte crescita di piante infestate è apparsa nel 2006. Dal 2011/2012, la malattia cresce ancora. Le zone più colpite in provincia sono il Burgraviato e la bassa Val Venosta. Per capire le ragioni della concentrazione locale della malattia la Laimburg ha iniziato il progetto "Appl Clust". Il progetto è diretto ad elaborare le basi per misure mirate e strategie di combattimento della malattia nelle zone più colpite. |
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A RIETI, SI È PARLATO DI TUTELA DEI PRODOTTI DOP E IGP
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Grande partecipazione al convegno odierno “Tutela dei prodotti Dop e Igp: prevenzione e controllo” organizzato dalla Camera di Commercio di Rieti e dalla Prefettura di Rieti per accendere i riflettori da un lato sulle grandi potenzialità economiche rappresentate per il territorio dalle produzioni di qualità certificate e dall’altro sulla necessità di un’adeguata tutela che veda gli organi di controllo impegnati in un’opera coordinata, efficiente ed efficace. Il convegno, che ha chiuso il percorso di seminari avviato dalla Camera di Commercio di Rieti in collaborazione con la sua Azienda Speciale Centro Italia Rieti nell’ambito del progetto “Potenziamento degli Uffici Brevetti e Marchi delle Camere di Commercio”, è stato accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Rieti ed ha visto ampia partecipazione di istituzioni, imprenditori, professionisti e studenti. Ad aprire i lavori il prefetto di Rieti, Chiara Marolla, che ha illustrato le attività intraprese su input del Governo da parte della Prefettura in termini di coordinamento delle attività di controllo, al fine di ottenere la massima capillarità dell’attività di vigilanza da parte di enti preposti e forze dell’ordine evitando duplicazioni, mentre il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, ed il segretario generale dell’Ente camerale, Giancarlo Cipriano, hanno tracciato una panoramica sul patrimonio italiano e locale dei prodotti certificati Dop e Igp evidenziando la necessità di una tutela che sostenga la competitività degli imprenditori che investono sulla qualità dei propri prodotti a vantaggio dei consumatori contrastando le azioni di contraffazione e di frode alimentare. In particolare è emerso come l’offerta sia attualmente costituita da 780 prodotti italiani Dop, Igp e Stg (252 food e 528 wine). Tra i 252 prodotti (contro 197 della Francia) figurano 44 formaggi Dop (46 se si considerano le ricotte, 1 in meno rispetto alla Francia), 40 tipi di olive da olio, 9 tipi di prosciutto, 9 di castagne marroni, 6 di fagioli, 4 di asparagi, 3 di arance rosse e 3 di aceto balsamico. L’ultimo prodotto ad ottenere il riconoscimento del Marchio Dop è stato la Trota del Trentino. E’ di 12 miliardi il fatturato prodotto dalle prime 20 Dop italiane che da sole raggiungono circa il 97% del mercato, l’80% del fatturato è raggiunto dalle prime 10 Dop. In tema di contraffazione, è di 60 miliardi il giro d’affari dei prodotti falsi italiani, cioè le imitazioni delle Dop italiane che invadono soprattutto i mercati esteri, sull’onda del cosiddetto fenomeno “italian sounding”. Per quanto riguarda il contesto territoriale di Rieti, il settore conta 4016 imprese della filiera agroalimentare registrate (in calo di 22 unità rispetto al 2011 e di 101 unità rispetto al 2008), nelle quali operano 3887 addetti. L’offerta è costituita da 7 prodotti Dop e Igp tra cui l’Olio Sabina Dop e il Prosciutto Amatriciano Igp, 64 prodotti tipici ed in particolar modo, 12 formaggi e 17 salumi e carni, e 2 vini, di cui 1 Igt (Lazio) e 1 Doc (Colli della Sabina). Con riferimento ai principali prodotti Dop e Igp si registrano contrazioni delle quantità di produzione e del fatturato (all’origine e al consumo) rispetto al 2008 (tra il 2% e il 12% per le produzioni; tra il 2% e il 27% per il fatturato al consumo), mentre come mercati di riferimento, tenuto conto delle dimensioni di produzione e delle scelte distributive già adottate dagli operatori negli anni precedenti, si sono individuati il territorio reatino e l’area del Comune di Roma come mercati target. Ad alternarsi in qualità di relatori l’avvocato Alessandro Masetti Zannini De Concina dello Studio Legale Associato Barzano & Zanardo, l’avvocato Pier Maria Saccani, segretario generale dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, ed il dottor Emilio Gatto, direttore generale della Prevenzione e del Contrasto alle Frodi Agro-alimentari del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. I relatori hanno illustrato la normativa nazionale ed internazionale in tema di tutela dei diritti di proprietà industriale e lotta alla contraffazione con particolare attenzione ad alcuni casi di studio, per poi parlare del ruolo dell’Associazione Italiana Consorzi indicazioni geografiche nella promozione dello sviluppo del settore delle indicazioni geografiche, animando un confronto permanente tra i Consorzi di tutela riconosciuti e sostenendo la politica delle indicazioni geografiche in ambito nazionale, comunitario ed internazionale, in collaborazione con il Mipaaf. Un ruolo, quello del Mipaaf, che risulta fondamentale sia per quanto riguarda la valorizzazione dei prodotti, sia nell’ambito dei controlli e delle attività ispettive. |
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CALABRIA: CON IL SECONDO BANDO PIAR EROGATI 41 MILIONI DI EURO PER LE AREE RURALI |
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Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’assessore all’agricoltura Michele Trematerra hanno illustrano in conferenza stampa a Catanzaro il secondo bando dei Piar, progetti integrati per le aree rurali. All’incontro con i giornalisti ha presto parte il dirigente generale del dipartimento Giuseppe Zimbalatti. In pratica oltre 41 milioni di euro riservati a 4 amministrazioni provinciali, l’ente Parco Nazionale d’Aspromonte, sei comunità montale e 243 comuni. I Piar sono progetti che promuovono e realizzano interventi pubblici coordinati destinati ad adeguare e le dotazioni infrastrutturali, a migliorare la dotazion dei servizi essenziali a favore delle popolazioni locali. Tutte le iniziative perseguono il miglioramento della qualità della vita e dell’attrattività delle aree rurali. Il primo bando dei Piar ha finanziato 58 progetti con 192 enti interessati. |
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LOMBARDIA: CON CRISI PERDITA BIODIVERSITÀ ALLARMANTE |
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Solza/bg - "In questi anni stiamo attraversando una profonda crisi, forse meno visibile dell´attuale crisi economica, ma potenzialmente pericolosa nel lungo periodo, rappresentata dalla rapida e progressiva perdita di biodiversità". Così l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi nell´intervento che ha aperto la sessione pomeridiana del convegno ´Tutelare e valorizzare la biodiversità tra Adda e Brembo´, promosso dal Plis (Parco locale di interesse sovracomunale) del Basso corso del Fiume Brembo e cofinanziato nel 2011 da Fondazione Cariplo in base all´Accordo di programma sottoscritto tra una ventina di Comuni bergamaschi (Boltiere, Bonate Sotto, Dalmine, Filago, Madone, Osio Sopra, Osio Sotto, Ambivere, Calusco d´Adda, Chignolo d´Isola, Curno, Mapello, Medolago, Ponte San Pietro, Presezzo, Solza, Sotto il Monte Giovanni Xxiii, Terno d´Isola, Treviolo, Villa d´Adda). Con Uomo Tasso Estinzione Biodiversità Cresciuto 1000 Volte - "Secondo la comunità scientifica - ha dichiarato l´assessore - il tasso di estinzione della biodiversità è di 100-1000 volte superiore a quello precedente la comparsa dell´uomo. E la causa principale di questa alterazione è l´influenza dell´uomo sull´ecosistema terrestre a livello globale. In altre parole, l´uomo ha alterato profondamente l´ambiente, trasformando il territorio". Sul Territorio Livello Di Antropizzazione Allarmante - "Anche nel nostro territorio - ha proseguito Terzi - il processo di riduzione della biodiversità, causato da un processo di antropizzazione eccessivo e da scarsa attenzione ai valori ambientali, sta raggiungendo livelli allarmanti. L´iniziativa del Plis risponde, con azioni concrete e fondate sulla coesione di tutti gli attori, alla riduzione di biodiversità, favorendone invece la conservazione e la valorizzazione". Biodiversità E Tradizioni Locali - "La diversità e la sua conservazione - ha aggiunto l´assessore - rappresentano un valore culturale non indifferente, che non potrà prescindere da un confronto con le tradizioni della cultura locale, delle tradizioni agricole o dell´uso della risorsa acqua, uno dei temi fondanti di Expo 2015". Recuperare Il Rapporto Uomo/natura - "E´ necessario – ha proseguito Terzi - recuperare il rapporto tra uomo e natura, che, nel corso degli anni, si è degradato. Il recupero di questo rapporto ´incrinato´ passa attraverso la conoscenza diffusa e diretta dei valori e delle emergenze ambientali ed ecosistemiche, per favorire azioni virtuose atte alla salvaguardia stessa del territorio". Orgoglio E Valorizzazione Del Territorio - "L´orgoglio di vivere in uno dei territori con la maggior esistenza di biodiversità e un approccio emotivo al proprio territorio - ha detto ancora l´assessore - rappresentano le basi per un sentimento d´identità territoriale, che costituisce il migliore strumento per la conservazione e la valorizzazione di un territorio". Plis, Realtà Importante - "Il Plis - ha concluso l´assessore - dal 2005 rappresenta una realtà importante, che ha saputo catalizzare risorse essenziali, per innescare azioni di valorizzazione e sensibilizzazione del territorio, ampliando la consapevolezza dei cittadini alle emergenze ambientali, storiche, paesaggistiche, ed ecosistemiche". |
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GRANDE SUCCESSO DEL PIEMONTE A CHEESE
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É stata l’area espositiva sicuramente più visitata quella del Piemonte a Cheese di Bra, promossa e organizzata in collaborazione tra Regione Piemonte, Assopiemonte Dop e Igp, Ima Piemonte e Ascom Bra. L’area espositiva di circa 1800 mq ha accolto gran parte dei 250.000 visitatori che dal 20 al 23 Settembre hanno invaso la città di Bra (quasi 100.000 in più della scorsa edizione). Uno spazio di grande interesse poiché ha saputo offrire una rappresentazione emblematica del sistema lattiero caseario e zootecnico del Piemonte. In tal senso si partiva dai box, organizzati in collaborazione con l’Arap, con alcuni capi delle principali razze lattifere bovine, ovine e caprine del Piemonte, animali che hanno fatto la gioia e il piacere della scoperta di decine di migliaia di famiglie con bambini al seguito; numerose, inoltre, le scolaresche giunte in visita nell’ambito di appositi incontri didattici finalizzati alla conoscenza di latte e formaggi piemontesi. Notevole allo stesso tempo lo spazio espositivo dei piccoli produttori delle vallate alpine, promosso dall’Assessorato regionale Economia montana, e dei produttori aderenti all’associazione Casari di aziende agricole. Ad ampio raggio l’azione di Assopiemonte Dop e dei consorzi di tutela dei formaggi che ne fanno parte (Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano, Toma Piemontese), in collaborazione con Ima Piemonte: attività di accoglienza, informazione, di promozione e di appuntamenti gastronomici che proponevano le degustazioni dei formaggi anche in abbinamento con la focaccia di Bra, la Salsiccia di Bra (in collaborazione con Ascom di Bra), e gli altri sfiziosi appuntamenti con il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop e il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese Dop, i cui consorzi di tutela sono entrati a far parte di Assopiemonte. Preziosa e gradita la presenza attiva dell’Enoteca regionale del Barolo. Un pubblico vario e numeroso: grande successo hanno ottenuto gli incontri didattici con le scuole; inoltre semplici consumatori, esperti, professionisti e giornalisti hanno seguito con interesse il programma dello Spazio Incontri. Qui si sono svolti ben 25 appuntamenti con al centro la presentazione e degustazione guidata, in collaborazione con l’Onaf, di tutti i formaggi Dop del Piemonte, compreso il Gorgonzola con il consorzio di tutela, ed una serie di incontri che hanno messo in risalto quello che la Regione, le istituzioni, le organizzazioni professionali ed economiche dei produttori svolgono per la tutela, valorizzazione e sostegno del comparto lattiero-caseario. Di particolare interesse è stato l’incontro su “Formaggi e mercati”, cui hanno preso parte i Presidenti dei consorzi di tutela del Grana Padano, del Gorgonzola e del settore lattiero-caseario di Fedagri Confcooperative. Ed ancora, un interessante convegno sul tema dei Margari con tutti i problemi che affliggono questi eroici allevatori-produttori; i progetti per salvaguardare le razze a rischio estinzione, come la pecora Delle Langhe; i vari progetti per la valorizzazione dei formaggi d’alpeggio, tra cui quelli transfrontalieri Italia-francia; la suggestiva prova dimostrativa di marchiatura pubblica del formaggio Bettelmatt e del formaggio Plaisentif; la presentazione di 4 nuovi formaggi recentemente riconosciuti dalla Regione come Prodotti Agroalimentari Tradizionali del Piemonte; persino, infine, un incontro con filo conduttore il formaggio Murazzano, per dispiegarsi in un omaggio rievocativo allo scrittore piemontese Beppe Fenoglio nel 50° della morte e al tema del ruolo delle donne nel mondo contadino e rurale. Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “Abbiamo appreso con piacere del record di visitatori e del grande successo di Cheese, che ancora una volta rilancia ed esalta il Piemonte come capitale ideale dell’agricoltura e dell’agroalimentare di qualità, grazie al pregevole lavoro della città di Bra e di Slow Food. Ringrazio anche le centinaia di produttori piemontesi espositori, Ima Piemonte e Assopiemonte Dop Igp, con i quali abbiamo realizzato l’area espositiva Piemonte dando spazio e visibilità a tutto il sistema zootecnico e lattiero-caseario piemontese, presentando i progetti, le iniziative, le attività che la Regione, i produttori, le istituzioni, le organizzazioni economiche e professionali svolgono per tutelare e valorizzare questo importante comparto. Il successo di Cheese conferma il trend positivo di questo settore soprattutto sui mercati internazionali, dove si registra un sensibile aumento dell’export di formaggi italiani nel mondo, raggiungendo quasi due miliardi di euro nel 2012 (di cui 250 milioni è la quota piemontese); prendiamo atto, con soddisfazione, dei dati che testimoniano come il primo paese importatore di formaggi italiani sia la Francia. Il Piemonte è parte importante di tale processo e dei grandi livelli di qualità riconosciuti ai formaggi italiani. Una ricchezza che per la nostra Regione, con i suoi 9 formaggi a Dop, i suoi 60 formaggi riconosciuti come Prodotti agroalimenatri tradizionali, con la ricchezza della sua biodiversità, dei suoi pascoli alpini, della bontà dei suoi prodotti esaltanti la cucina piemontese, non è soltanto economica-produttiva, poiché questi suoi prodotti sono un simbolo del made in Piemonte e contribuiscono ad accrescerne l’immagine e l’accoglienza”. |
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ETICHETTATURA, LOMBARDIA: IL SISTEMA INGLESE POTREBBE PREMIARCI
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Londra/gb - "L´indicazione ´a semaforo´ applicata per legge ai prodotti alimentari venduti in tutte le catene della Grande distribuzione organizzata inglese, che segnala il livello nutrizionale e dietetico di un prodotto, potrebbe essere esteso per identificare anche origine e qualità degli stessi. Diventando premiante per i prodotti italiani, che avrebbero il via libera, il verde appunto, sugli scaffali dei supermercati all´estero per l´alto livello qualitativo garantito dai nostri standard tecnologici di produzione". L´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava ha avanzato questa proposta, incontrando a Londra - nell´ambito della missione istituzionale ed economica che vede coinvolte anche 12 aziende lombarde dell´agroalimentare - Richard Chachala, Deputy Director, Obesity & Food Policy Branch, Health & Wellbeing Division, del Ministero per la Salute. Tema dell´incontro, appunto, la normativa inglese sull´etichettatura ´a semaforo´ dei prodotti alimentari, introdotta per fronteggiare le cattive abitudini - e i conseguenti disturbi e patologie - legate a un eccessivo utilizzo di prodotti calorici e ad alto contenuto di grassi industriali. Consumatore Sceglie Informato Se Consapevole - "Sono rimasti sorpresi - ha aggiunto l´assessore Fava -, pensando a una nostra presa di posizione contraria a questo sistema di etichettatura". Ma è stata un´occasione per rilanciare una proposta. "Estendiamo il meccanismo di etichettatura - ha detto Fava - al tema dell´origine dei prodotti e al livello qualitativo degli stessi. In questo modo verrebbero premiate produzioni, come le nostre, assoggettate a un ciclo tecnologico più restrittivo di altri e che vanno nella direzione di una sempre maggior tutela della riconoscibilità attraverso l´etichettatura". Confronto Su Agroalimentare In Vista Di Expo - "Rispetto al passato - ha osservato Fava - abbiamo riscontrato un certo interesse sulle tematiche ´forti´ che caratterizzano il nostro agroalimentare, nonché, per gli eventi che vedranno il nostro Paese protagonista, con Expo 2015. Ma prima di essere una grande kermesse, Expo deve rappresentare l´occasione per un confronto serio con questo Paese, come con altri, su futuro e prospettive del nostro agroalimentare. Per questo ho invitato i responsabili delle autorità sanitarie e dell´agricoltura a venire da noi, la prossima primavera, per conoscere e approfondire i nostri modelli di produzione visitando le nostre aziende. In particolare, a Mantova, per far conoscere a loro il ciclo produttivo del Parmigiano reggiano, che hanno detto di apprezzare, meravigliandosi del fatto, però, che si produca anche in Lombardia". I Contenuti Del Documento - "Ho, quindi, anticipato loro i contenuti del documento sulla tutela dei prodotti agroalimentari - ha aggiunto l´assessore -, che il presidente Maroni illustrerà a breve al presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso". "Estendiamo dunque questo meccanismo di etichettatura anche alla qualità di un prodotto - è il monito, in conclusione, di Fava -: in questo modo il consumatore, consapevole di quale sia l´origine del prodotto e a quale ciclo produttivo è stato assoggettato, potrà scegliere liberamente cosa acquistare". La visita londinese dell´assessore Fava prosegue, dopo aver incontrato le imprese lombarde che partecipano alla missione. |
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VINO: ISTITUTO GRANDI MARCHI CHIUDE LE CELEBRAZIONI PER I 60 ANNI DELL’INSTITUTE OF MASTERS OF WINE.
ANTINORI “RICONOSCIMENTO PER TUTTO IL VINO ITALIANO. SUPERARE PERSONALISMI DEL SETTORE CONTRIBUISCE A CRESCITA DEL BRAND ITALIA NEL MONDO”.
A FIRENZE, DAL 15 AL 18 MAGGIO 2014, L’8° SIMPOSIO MONDIALE DEI MASTERS OF WINE.
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Gran finale con il vino tricolore alle celebrazioni dei 60 anni dell’Institute of Masters of Wine (Imw), che si aprono oggi a Londra. Sarà, infatti, l’Istituto Grandi Marchi a chiudere, il 19 settembre, la quattro giorni di eventi - tra seminari e degustazioni - per la ricorrenza della nascita dell’accademia mondiale che forma i più influenti e preparati esperti del vino dei cinque Continenti. Per l’occasione le 19 cantine icona dell’enologia italiana, divenute simbolo della varietà e della qualità del vino made in Italy con ben 12 regioni rappresentate, saranno protagoniste di un seminario-degustazione di vini da vitigni autoctoni dei rispettivi territori. Un tasting strategico, questo, esclusivamente riservato ai Masters of Wine. Obiettivo: dimostrare la ricchezza varietale del vigneto Italia. La partecipazione dei Grandi Marchi al 60° compleanno dei Masters of Wine, che conta attualmente 312 membri in tutto il mondo (erano solo 6 al debutto dell’Istituto), consolida ulteriormente la partnership siglata nel 2009 quando, per la prima volta, una compagine italiana venne ammessa come major supporter della prestigiosa istituzione londinese. “La nostra presenza a Londra è un riconoscimento per tutto il vino italiano – dichiara Piero Antinori, presidente dell’Istituto Grandi Marchi -. Dal 2009 abbiamo promosso e sostenuto un programma di collaborazione e formazione volto ad accreditare l’Italia del vino presso l’Imw. Questa è una case history importante per tutto il settore – conclude Antinori – che documenta che solo superando i personalismi si può far crescere il brand Italia nel mondo, dal vino fino agli altri settori di eccellenza del nostro Paese”. Tra i principali risultati della cooperazione tra i due istituti, quelli dell’organizzazione dei primi corsi per aspiranti Mw italiani e l’accettazione della candidatura italiana, avanzata sempre dai Grandi Marchi, ad ospitare l’8° Simposio mondiale dell’Imw che si terrà a Firenze dal 15 al 18 maggio 2014. L’organizzazione degli eventi firmati Igm-imw è affidata alla Iem, International Exhibition Management. Istituto del Vino Grandi Marchi: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi |
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2015, A MILANO SCELTE E STRATEGIE PER IL FUTURO DEL SETTORE AGROALIMENTARE CON TUTTOFOOD E EXPO.
250 AZIENDE GIÀ ISCRITTE ALLA KERMESSE MILANESE CHE SI SVOLGE DURANTE L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE A MILANO
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Ottimi risultati dal rebooking per la prossima edizione di Tuttofood, il Salone Internazionale dell’Agroalimentare organizzato da Fiera Milano, in programma dal 3 al 6 maggio 2015. Ad oggi, infatti, sono già 250 le aziende che hanno prenotato uno spazio espositivo per un totale di 40.000 metri quadrati lordi. Dopo l’indiscusso successo dell’edizione 2013, che ha visto crescere a doppia cifra sia espositori che visitatori professionali (rispettivamente a quota 2.000 e 50.210), la macchina organizzativa non si ferma e a meno di due anni dal prossimo evento, Tuttofood annuncia la creazione di tre nuovi settori merceologici, che amplieranno la manifestazione di altri 30mila metri quadri, per una superficie totale di 150 mila metri quadri lordi distribuita su 8 padiglioni (due in più rispetto al 2013). Nello specifico, la riformulazione del lay-out espositivo, si estenderà per la prima volta nei padiglioni adiacenti a Expo Milano 2015, con ingresso da porta Est, e vedrà la nascita del Settore Ittico in cui saranno presenti prodotti freschi, conservati o surgelati, con un’area dedicata alle “Regioni del mare” italiane e collettive internazionali. Nel nuovo settore Green food, invece, confluiranno gli espositori del biologico, insieme ai prodotti per vegani e vegetariani, cibi “free from”, funzionali e baby food. Sarà poi la nuova area Cereal based (prodotti a base di orzo, riso, frumento, mais, farro, etc) ad affiancare lo storico settore dedicato al Multiprodotto. Completano l’offerta espositiva di Tuttofood 2015 i settori Lattiero Casario, Carni e Salumi, Dolciario con Dolceitalia, Ho.re.ca & Beverage, Surgelati. Quello dedicato alle Istituzioni e la neonata Oil Arena, organizzata in collaborazione con Unaprol. La vocazione internazionale di Tuttofood resta al centro dell’attenzione: confermati gli investimenti dedicati all’incoming e Emp, Expo Matching Program, il programma dedicato all’incontro tra domanda e offerta che ha permesso nel 2013 di fissare in anticipo oltre 6.500 appuntamenti tra espositori e buyer. L’edizione 2015 avrà un sapore decisamente speciale, quello di Expo Milano 2015, che avrà inizio due giorni prima di Tuttofood e al quale sarà direttamente collegato. Expo 2015 attrarrà a Milano operatori del settore agroalimentare provenienti da tutto il mondo e offrirà alle aziende una visibilità senza precedenti. Non solo. Grazie agli accordi con Expo 2015, Fiera Milano, in qualità di partner ufficiale dell’Esposizione Universale, godrà di un ampia visibilità per tutto il semestre di svolgimento. Durante i 18 mesi che ci separano dalla prossima edizione di Tuttofood non mancheranno workshop e convegni di approfondimento, che troveranno il loro culmine nei quattro giorni a tutto business di Tuttofood 2015 |
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BOLZANO: SCUOLA DEL GUSTO DELLA SCUOLA PROFESSIONALE ASLAGO -PRESENTATO PROGRAMMA ANNUALE |
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La Scuola professionale Aslago di Bolzano questa mattina, martedì 24 settembre 2013, ha presentato il suo programma annuale "Scuola del gusto". Fra le proposte vi sono anche i "laboratori del gusto" proposti in lingua italiana. La Scuola professionale Aslago di Bolzano da anni punta sulla qualità dei prodotti alimentari ed in particolare dei prodotti regionali e stagionali pondndoli al centro di inizaitive formative e divulgative per mantenere "il buon gusto" fra la popolazione. Saper gustare i cibi è un presupposto importante per il benessere personale che aiuta a restare in salute. Numerose le iniziative della scuola in questa direzione. Fra queste i "laboratori del gusto" che la Scuola professionale Aslago(in piazza Angela Nikoletti 14 a Bolzano) propone anche in lingua italiana, che offrono appuntamenti con frutta, verdura ed erme aromatiche. Il primo appuntamento in lingua italiana è con l´arancia, segue il peperoncino, l´asparago e la menta. I "laboratori del gusto" offrono la possibilità di migliorare le proprie capacità percettive, di scoprire la straordinaria varietà dei sapori e riconoscere le differenze qualitative dei singoli alimenti. Nell´ambito del programma della "scuola del gusto" la Scuola organizza anche presentazioni di prodotti selezionati, in cui - in combinazione con diverse tecniche gastronomiche - si possono affinare le proprie capacità sensoriali. Inoltre vi sono presentazioni di prodotti locali a cura dei produttori altoatesini con degustazioni. Il programma di quest´anno prevede presentazioni di mele, di succhi di meal, del formaggio grigio, il "Graukäse", della Valle Aurina, di carne a filiera corta, di cereali rivisti, nonché di latte e joghurt. Tra le proposte anche consigli e trucchi suggeriti da esperti mentre si cucina un menu stagionale. È raccomandato segnalarsi per tempo, poiché è disponibile un numero limitato di posti. Le iscrizioni ai "laboratori del gusto" in lingua italiana vengono accettate in ordine cronologico di arrivo, con precedenza per le iscrizioni effettuate telefonicamente. Dopo la scadenza del termine di iscrizione, i/le partecipanti ammessi ai corsi riceveranno un invito scritto di partecipazione, con l´indicazione della quota di iscrizione e relative modalità di versamento e con i riferimenti al materiale necessario al corso. È possibile iscriversi telefonicamente, tramite e-mail o internet: Scuola professionale per l´economia domestica e agroalimentare Aslago (da lunedì a venerdì: ore 8.00 - 12.00; giovedì: ore 8.00 - 12.00 e 14.00 - 16.00)tel. 0471 440 990, fax 0471 440 988 fs.Haslach@scuola.alto-adige.it www.Fachschule-haslach.it/it |
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INIZIA DAL RISVEGLIO, TRASFORMANDO LA COLAZIONE NEL MOMENTO CHE ILLUMINA LA TUA GIORNATA: TUTTO QUELLO CHE SERVE È UNA TAZZA DEL NUOVO LIPTON YELLOW LABEL CON ESSENZA DI TÈ, IL MIGLIOR GUSTO DI SEMPRE!
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Lipton Yellow Label, il nostro miglior gusto di sempre per la tua colazione Cosa chiedi alla tua giornata? Intensità, buonumore, gusto? Allora inizia dal risveglio, trasformando la colazione nel momento che illumina la tua giornata: tutto quello che ti serve è una tazza del nuovo Lipton Yellow Label con essenza di tè, il nostro miglior gusto di sempre! Lipton, leader mondiale, ha infatti ancora una volta rivoluzionato il mondo del tè, rinnovando la sua miscela storica nel rispetto della tradizione, per dare al suo blend ‘Quality N.1’ – tè più venduto in Italia** – un gusto ancora migliore. Lipton Yellow Label Con Essenza Di Tè. Illumina La Tua Giornata, Con Il Nostro Miglior Gusto Di Sempre*una tazza di autentico piacere, per festeggiare 90 anni di Lipton in Italia Lipton Yellow Label è la miscela storica creata più di un secolo fa da Sir Thomas Lipton, fondatore dell’azienda. Da allora le sue qualità – un gusto inconfondibile, pieno e raffinato – sono rimaste intatte, grazie all’attenzione con cui gli esperti Lipton selezionano i migliori tè da tutto il mondo per continuare a garantire l’eccellenza dell’infuso. Lipton Yellow Label è anche il tè nero più venduto in Italia***, dove riscuote un successo ininterrotto esattamente da 90 anni: la prima pubblicità di Lipton apparsa nel nostro Paese risale infatti al 1923, quando vi approdò forte dell’apprezzamento dei consumatori di tutto il mondo. Da allora, grazie al mix tra comunicazione e qualità del prodotto, Lipton è sempre presente nelle case degli italiani che amano il gusto e l’aroma del buon tè, a cominciare dal momento della colazione, e che per questo hanno scelto Lipton come marchio di fiducia. Il suo gusto ‘classico’ è perfetto per i momenti in cui desideri goderti tutta l’intensità di un ottimo tè nero, con un’attenzione particolare anche alla sostenibilità: Lipton Yellow Label è realizzato con il 100% di foglie provenienti da piantagioni certificate Rainforest Alliance. E oggi questo piacere diventa ancora più intenso, pur restando fedele a sé stesso e alle sue qualità storiche: Lipton Yellow Label oggi ha il gusto migliore di sempre, grazie all’essenza di tè! Scoprilo a colazione, nelle pause della giornata e quando hai bisogno di una carica speciale, intensa e coinvolgente. *** Fonte: Iri, Totale Italia + Discount, anno 2012 |
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COPPA PIACENTINA E GUTTURNIO VANNO A PALAZZO
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In programma nel weekend 10-13 ottobre il nuovo atteso appuntamento che unisce i sapori e le tradizioni del “Premio Coppa d´Oro” e del “Gutturnio Festival”. Aperto al pubblico per l´occasione lo splendido Palazzo Gotico, nella centrale piazza Cavalli di Piacenza La Coppa “incontra” il Gutturnio e a Piacenza nasce l´evento gourmand più importante dell´anno. A fare da cornice la meravigliosa location di Palazzo Gotico, nella centrale piazza Cavalli, dove è in programma il gustoso weekend all´insegna dei sapori e delle tradizioni più tipiche. Una “quattro giorni” che si apre giovedì 10 e prosegue fino a domenica 13 ottobre, dando spazio a due dei prodotti più famosi e conosciuti. Appuntamento di spicco venerdì 11 ottobre alle ore 17 nella cornice straordinaria di Palazzo Gotico, con la consegna dell´ambito Premio “Coppa d´Oro”, 7ª edizione. Istituito e promosso dalla Camera di Commercio di Piacenza in collaborazione con il Consorzio Salumi Tipici Piacentini per promuovere i concetti di qualità e di eccellenza piacentina in tutto il mondo, consegnerà quest’anno il prestigioso riconoscimento a personaggi di grande valore nel mondo dell’imprenditoria, del giornalismo e della cucina quali Benito Benedini, Diana Bracco e Gualtiero Marchesi. La kermesse inizia la sera di giovedì 10 con l´”Aperitivo con Verdi” nella speciale “Bottega dei Sapori Dop” allestita per l’occasione sotto i portici di piazza Cavalli: è qui che, per celebrare il bicentenario della nascita del grande compositore, il maestro Massimo Cottica interpreta Verdi al pianoforte. Musica per deliziare le orecchie e raffinatezze culinarie preparate dagli chef piacentini per soddisfare il palato (costo € 5). In fatto di gusto, dopo l’assegnazione del Premio Qualità Gutturnio Frizzante 2013 prevista per venerdì 11 sera, un autentico trionfo lo si raggiunge sabato 12 e domenica 13 quando, novità assoluta, arriva in città l´ottava edizione del “Gutturnio Festival”. Anche in questo caso i visitatori possono entrare nello splendido Salone di Palazzo Gotico dove una quarantina di cantine danno vita a degustazioni di vini autoctoni, con il Gutturnio frizzante che interpreta il ruolo di protagonista. L´ingresso è libero e consente di ammirare il palazzo costruito alla fine del Xiii secolo; per le degustazioni e gli assaggi bisogna dotarsi del calice al costo di 12 euro. In programma anche vendita di prodotti tipici piacentini nella “Bottega dei Sapori Dop”. Degustazioni guidate da sommelier professionisti di vini in abbinamento con i salumi tipici sono previste nella sala “Cattivelli” di Palazzo Mercanti (costo 15 euro, prenotazione obbligatoria info@bloomet.It, cell. 336.48.44.84). Segreterie organizzative Premio Coppa d´Oro Consorzio Salumi Tipici Piacentini tel. 0523.59.12.60 salumi.Piacentini@libero.it www.Piacenzafoodvalley.it Gutturnio Festival Bloomet Srl tel. 0523.65.33.26 info@bloomet.It www.Gutturniofestival.it |
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MAIONESE CALVE: IL GUSTO ADATTO PER OGNI PIATTO
È LA SALSA PIÙ USATA E DA OGGI LA MAIONESE CALVÉ È ANCORA PIÙ BUONA E PIÙ RICCA PERCHÉ SI FA IN 3 PER TE, NON PIÙ UNA SOLA MAIONESE MA TRE, OGNUNA CON IL SUO GUSTO, PER ADATTARSI MEGLIO A OGNI PIATTO.
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Classica La semplicità non passa mai di moda, la prima ad essere commercializzata, famosa per lo spot Tv ‘Calvè gusto a volontà’, Calvé Classica è preparata con ingredienti semplici e naturali come olio di semi di girasole, succo di limone e aceto ed è particolarmente attenta alla qualità, per questo usa uova che provengono da allevamenti a terra. Ideale per tutti i piatti, la metti sull’hamburger, nell’insalata di riso e sulle patatine, è perfetta nel panino. Raffinata Calvè Raffinata è preparata con un tocco di olio d’oliva che le conferisce un gusto rotondo e raffinato. il condimento ideale per carne e verdure grazie al tocco di olio d’oliva che esalta il sapore dei piatti senza coprirlo. Prova il suo gusto rotondo sul vitello tonnato e sorprenditi assaggiandola insieme alle verdure grigliate, una novità che saprà subito conquistarti Mayo’ Quella che una volta era innovazione oggi è già una nuova tradizione, così, per chi predilige la leggerezza, c’è Calvé Bontà Fresca Mayò, preparata con lo yogurt magro*, che ha il 55% di grassi in meno rispetto alla Classica. Nel 1996 Calvé lanciava Bontà Fresca Mayò la prima maionese con lo yogurt, un nuovo modo di intendere un classico, ed è subito sbocciato l’amore. Calvé Bontà Fresca Mayò è particolarmente adatta per pasta e insalate, provala nell’insalata di pasta o di riso, perché ha tutto il gusto fresco dello yogurt magro |
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