Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Ottobre 2013
PROMESSA DI UNA MAGGIORE EFFICIENZA ENERGETICA SULLE ISOLE D´EUROPA  
 
Bruxelles, 16 ottobre 2013 - Anche se l´Ue è composta da 28 Stati membri, il numero di isole all´interno dell´Unione raggiunge le migliaia, sparse nei mari dell´Atlantico del Nord e del Mediterraneo. Anche se il clima e le culture variano, molti dei problemi che queste isole devono affrontare, come quello di raggiungere un´efficienza energetica, sono praticamente gli stessi. Questo è il motivo per cui il progetto europeo Promise, lanciato nel giugno 2011 e finanziato dalla Commissione europea nell´ambito del programma Energia intelligente per l´Europa (Iee), ha provato a promuovere i risparmi energetici tra le famiglie di quattro isole. Condividendo informazioni ed esperienze, le agenzie per l´energia provenienti dai membri dell´Ue Samsø (Danimarca), Rodi (Grecia) e Tenerife (Spagna), insieme all´Islanda, hanno puntato a promuovere metodi provati e testati per ridurre il consumo energetico delle famiglie. I successi del progetto sono stati recentemente illustrati alla Conferenza di consapevolezza europea "Risparmia energia adesso" (Save Energy Now), che si è svolta a Bruxelles ad aprile del 2013. Questo ha aiutato a consolidare una maggiore e più profonda cooperazione tra le isole, e ha dato origine a una stretta cooperazione con sei isole supplementari. Queste nuove "isole amiche" avranno la possibilità di usare gli strumenti sviluppati durante il progetto. Questi strumenti e metodi includono controlli energetici della casa e corsi di studio autonomo, sviluppati in modo che le persone possano imparare come eseguire i controlli energetici della famiglia da sole. Il corso contiene un foglio Excel che le assiste in questo compito. Durante il progetto sono stati anche usati calcolatori dell´efficienza energetica basati sul web. L´agenzia per l´energia islandese ha sviluppato diversi calcolatori in rete per aiutare i consumatori a prendere delle decisioni più efficienti in termini energetici in relazione alle loro case, automobili e trasporti. Alcuni di questi calcolatori sono stati tradotti in inglese, e i loro link accompagnati anche da una breve descrizione si possono ora trovare sul sito web del progetto. Hanno avuto inoltre luogo dei seminari nelle scuole per educare i bambini e i loro insegnanti su come risparmiare energia. Una relazione intitolata "Seminari interattivi sul risparmio energetico nelle scuole" contenente del materiale illustrativo è stata pubblicata. Inoltre, è stata sviluppata una lista di consigli per risparmiare energia mirata per la pubblicazione sui mezzi di comunicazione, ed è stata creata una app per gli smartphone chiamata "Eco Calc". Mediante l´utilizzo di questi strumenti, il progetto è riuscito a registrare costanti risparmi energetici tra 1 000 e 8 000 kilowatt-ora per famiglia, a seconda del clima locale, o risparmi tra il 5 e il 20 % per famiglia. Risparmi significativi sono stati raggiunti anche mediante miglioramenti al rivestimento degli edifici (ad esempio, migliorando l´isolamento) e con la sostituzione degli elementi riscaldanti. Dei risparmi energetici sono stati anche ottenuti con la modifica da parte dei consumatori delle loro abitudini legate al consumo energetico. Nel complesso, il progetto dovrebbe compiere dei progressi per supportare la realizzazione degli obbiettivi energetici fissati dalla Commissione per l´anno 2020: riduzione del 20 % delle emissioni di gas serra, 20 % di energia da fonti rinnovabili, ridurre del 20 % il consumo energetico dell´Ue. Infatti, il consumo di energia elettrica delle famiglie è una delle principali fonti delle emissioni di gas serra. Questa situazione è peggiorata in anni recenti a causa delle crescente domanda di energia da parte delle case, dovuta in parte ad abitazioni più grandi, nuovi elettrodomestici e più dispositivi elettrici. Il metodo e i risultati del progetto Promise, che è destinato a concludersi a novembre del 2013, sono stati divulgati e discussi in numerose conferenze recenti, comprese la 4ª Conferenza internazionale sulle fonti energetiche rinnovabili ed efficienza energetica e la 7ª Conferenza internazionale sull´efficienza energetica negli elettrodomestici e nell´illuminazione domestica. Per maggiori informazioni, visitare: Promise http://ieepromise.Eu/    
   
   
MILANO, OPERE PUBBLICHE. GIUNTA APPROVA IL PIANO TRIENNALE 2014-2016 IMPEGNI PER RESTAURO TEATRO LIRICO, BONIFICA SCUOLE DALL’AMIANTO E RIQUALIFICAZIONE SCUOLA DEL PARCO TROTTER. LE ALTRE PRIORITÀ DA STABILIRE DOPO L’APPROVAZIONE DEL CONSIGLIO  
 
Milano, 16 ottobre 2013 - La Giunta comunale ha approvato il 14 ottobre la delibera di adozione del Programma triennale delle Opere Pubbliche 2014-2015-2016. La previsione è di 1.096.462.334,92 euro per il 2014, di 823.479.371,59 euro per il 2015 e di 1.908.469.395,97 euro per il 2016. “Questo programma - dichiara l’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza è il primo passo per la definizione del piano delle opere pubbliche per il 2014. Confermati in questa delibera gli impegni del Comune per la bonifica dell’amianto nelle scuole elementari e medie statali, la riqualificazione della scuola del Parco Trotter e il restauro del Teatro Lirico. Per quanto riguarda le altre priorità, saranno individuate dopo l’approvazione del Piano da parte del Consiglio comunale e la certezza sulle risorse da impiegare”. Per legge le Amministrazioni comunali devono inserire nel Pto l’elenco delle opere che intendono realizzare. Il documento deve essere adottato dalla Giunta entro il 15 ottobre per poi essere sottoposto all’esame del Consiglio comunale in sede di approvazione del Bilancio di previsione. Lo schema del programma triennale delle opere pubbliche 2014-2015-2016 e lo schema annuale riferito all’anno 2014 verranno pubblicati, per 60 giorni, sull’Albo Pretorio, sul sito Internet del Comune di Milano e, per estratto, su almeno su due quotidiani nazionali. Insieme al Pto è stata approvata anche la delibera che riguarda diversi progetti preliminari di opere pubbliche inseriti nella prima annualità di Bilancio 2014. Si tratta di 45 progetti per un totale di quasi 213 milioni di euro. La parte più consistente riguarda il settore Strade, al quale sono destinati circa 54 milioni di euro per opere di manutenzione e di viabilità, di cui 12 milioni per le segnaletiche. Per il settore Cultura i progetti ammontano a 26,6 milioni di euro, mentre per la Casa e Demanio sono previsti progetti per circa 51 milioni, di cui 28 per le manutenzioni straordinarie degli immobili Erp e 8 per il recupero degli alloggi sfitti. Il capitolo Edilizia scolastica è in gran parte assorbito dalle bonifiche dell’amianto: oltre 35 milioni dei complessivi 42 milioni. Previsti anche 24 milioni di euro per l’Arredo urbano, 14 per gli impianti e 3,5 per le politiche ambientali.  
   
   
DISABILITA’, ABRUZZO: 1 MILIONE PER ABBATTIMENTO BARRIERE  
 
 L´aquila, 16 ottobre 2013 - Su proposta dell´assessore Angelo Di Paolo, il Consiglio regionale, nella sua seduta di ieri, ha approvato all´unanimità la variazione di bilancio per un milione di euro da destinare all´abbattimento delle barriere architettoniche. Lo rende noto lo stesso assessore ai Lavori Pubblici, il quale ha spiegato che questa importante risposta alle necessità dei disabili, è stata resa possibile grazie ad un lavoro di grande collaborazione tra giunta e consiglio regionale. "Con la cifra stanziata" ha commentato Di Paolo, "riusciremo a finanziare una parte di lavori per l´abbattimento delle barriere architettoniche, piaga sociale che non sempre viene tenuta nella considerazione adeguata". Di Paolo: "Desidero ringraziare tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, che si sono impegnati a trovare, seppur nella difficile situazione economica della Regione, una possibile ed efficace soluzione al problema della disabilità". "C´è molto ancora da lavorara in questo delicato settore, ma è importante la dimostrazione di una grande volontà e sensibilità che oggi il consiglio regionale ha mostrato".  
   
   
UNIONCAMERE, "OLTRE LA CRISI. L’ITALIA DEVE FARE L’ITALIA"  
 
Roma, 16 ottobre 2013 - “L’italia è in crisi, una crisi profonda e drammatica. Ma non è un paese senza futuro”. Fondazione Edison, Unioncamere e Symbola non ci stanno a sentir parlare di declino, e a chi sostiene la tesi di un Paese che ha perso competitività rispondono con un manifesto (presentato ieri a Roma): Oltre la Crisi. L’italia deve fare l’Italia. Al quale hanno già aderito esponenti del mondo economico e imprenditoriale. Senza chiudere gli occhi sui mali antichi che zavorrano il Paese - il debito pubblico, le diseguaglianze sociali, l’economia in nero, quella criminale, il ritardo del Sud, una burocrazia spesso persecutoria e inefficace - e sulla crisi che li ha aggravati, Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere, Marco Fortis, vicepresidente Fondazione Edison, ed Ermete Realacci, presidente Symbola, raccontano un’Italia reale che le statistiche e i rapporti sulla competitività spesso ignorano. “Il giudizio negativo sull’Italia nasce da un clima di enorme, e pericolosa, confusione che tocca l’opinione pubblica interna, gli addetti ai lavori, gli osservatori e gli investitori stranieri”, spiega Fortis. “Chi parla di declino lo fa partendo dalle pessime performance del Pil nazionale. Che però non fa distinzione tra un mercato interno prostrato dalla crisi e dall’austerità, e le ottime prestazioni internazionali delle imprese, del turismo e dell’agroalimentare”. Quali? “Nel 1999 – spiega - il nostro Paese era quinto nell’Ue-27 per saldo commerciale normalizzato nei manufatti, nel 2012 è salito al terzo posto”. Mentre la recessione e l’austerità fanno crollare la nostra domanda interna, e con essa Pil e occupazione, le imprese macinano successi: “Tra ottobre 2008 e giugno 2012 il fatturato estero dell’industria italiana è cresciuto più di quello tedesco e francese, lo dice l’Eurostat”. Nel 2012 “siamo stati tra i soli cinque paesi al mondo - con Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud - ad avere un saldo commerciale con l’estero superiore ai 100 miliardi di dollari, per i manufatti non alimentari”. E poi il turismo, altra presunto indicatore del declino nazionale: “Per numero di pernottamenti siamo secondi in Europa soltanto alla Spagna, e siamo addirittura primi per i turisti extra-Ue, con 54 milioni di notti”. Questi dati, si legge nel manifesto, certificano che “l’Italia non è una delle vittime della globalizzazione, anzi: ha profondamente modificato la sua specializzazione internazionale, modernizzandola e ‘sincronizzandola’ con le nuove richieste dei mercati”. Lo spiega Ferruccio Dardanello di Unioncamere: “In questi anni ci hanno dato ripetutamente per spacciati nei settori tradizionali del made in Italy: dal tessile-abbigliamento, alle calzature, ai mobili che avrebbero dovuto essere spazzati via dalla concorrenza dei paesi emergenti”. E invece “in quei settori le nostre imprese sono state in grado di costruire valore aggiunto, spostando la competizione a livelli inarrivabili per Cina e India”. Non solo: l’Italia ha anche conquistato nuove specializzazioni “anche in quei settori ad alto contenuto tecnologico un tempo riservati ad altri. Emerge un nuovo modello di sviluppo orientato alla sostenibilità ed ai mercati internazionali che dobbiamo saper accompagnare sui territori sfruttando nel migliore dei modi, come sistema Paese, l’enorme opportunità dell’Expo 2015”. La bussola che il manifesto Oltre la crisi addita al Paese è proprio questa. “Invece che recitare il mantra del declino – dice Ermete Realacci - dobbiamo prestare attenzione al messaggio e alle richieste dei tanti protagonisti di questo made in Italy rinnovato”. Che stanno affermando “un modello di sviluppo nuovo, ma perfettamente in linea con la grande vocazione nazionale: la qualità. La via italiana alla green economy, dove la bellezza e la sostenibilità ambientale sono fattori produttivi determinanti. Come la qualità della vita, la coesione sociale, il capitale umano, i saperi del territorio. E dove la cultura, sposata magari alle nuove tecnologie, è un incubatore d’impresa”. Allora, continua, “quando si parla di crescita, quando si scrivono misure per lo sviluppo, è da qui che bisogna partire. C’è spazio nel mondo e nel futuro per un’Italia che fa l’Italia”. Quindi - questa la ricetta contenuta nel manifesto di Fondazione Edison, Unioncamere e Symbola – serve “una politica industriale che faccia perno sui nostri pilastri - manifattura, turismo, cultura, agricoltura – e sulla green economy”. E “una politica fiscale che sposti la tassazione dal lavoro verso il consumo di risorse, la produzione di rifiuti, l’inquinamento. Che incentivi la formazione, l’inclusione sociale e il contributo dei giovani e delle donne alla società e all’economia italiane. Che sostenga gli investimenti per competere nell’economia reale a scapito di quelli per fare speculazione sui mercati finanziari”. E’ necessario “incentivare la ricerca, l’Ict e l’innovazione non solo tecnologica ma anche organizzativa, comunicativa, di marketing. Sostenere gli sforzi di internazionalizzazione del manifatturiero, delle filiere culturali e turistiche”. Ancora: “La burocrazia deve essere efficiente e utile. Le aziende più piccole vanno accompagnate a lavorare di più in rete”. Le infrastrutture, anche immateriali: “Migliori reti di trasporto e logistiche, aeroporti italiani meno periferici nelle tratte intercontinentali. Uno sforzo promozionale dell’immagine dell’Italia meno polverizzato e spesso inconcludente. Misure per strutturare reti distributive più forti, anche all’estero”. Poi le regole: “La lotta all’illegalità, alla contraffazione e all’Italian sounding deve diventare una priorità imprescindibile”. Infine, ma non ultimo, la necessità e l’urgenza di “garantire liquidità all’economia nazionale: per sostenere le famiglie e far ripartire i consumi interni. E per garantire alle aziende, anche grazie ad un nuovo ruolo della Cassa depositi e prestiti, il credito necessario a rilanciare gli investimenti”. L’italia, così si chiude il manifesto di Fondazione Edison, Unioncamere e Symbola “ce la può fare: è semplicemente necessario che venga messa nelle condizioni di poter fare l’Italia”.  
   
   
BOLZANO - INIZIATIVE PER ABBATTERE LA BUROCRAZIA  
 
Bolzano, 16 ottobre 2013 - All’insegna dello slogan “Meno burocrazia. Più economia” la Camera di Commercio di Bolzano si impegna intensamente sul fronte dell’abbattimento della burocrazia. In questo contesto evidenzia la necessità di misure urgenti per il consolidamento dei bilanci pubblici locali attraverso la riduzione delle uscite. “La crisi economica e finanziaria tocca anche l’Alto Adige. La politica locale deve ora affrontare grandi sfide: abbattere deficit, tagliare le spese e abbassare il carico fiscale. Allo stesso tempo però bisogna sostenere l’andamento congiunturale e garantire futuri investimenti”, sintetizza il presidente della Camera di Commercio, Michl Ebner. A tal fine occorre ridurre in maniera ponderata l’apparato amministrativo: - le strutture degli uffici vanno verificate in previsione di una maggiore efficienza, con una valutazione critica delle mansioni e la fusione di settori simili tra loro; - occorre più collaborazione tra le amministrazioni locali nell’adempimento delle loro funzioni. Sarebbe inoltre auspicabile una ridistribuzione delle competenze, ad esempio tra Comuni e Comunità comprensoriali; - altro obiettivo è l’approvvigionamento coordinato tra tutti gli enti locali; - vanno prese maggiormente in considerazione le privatizzazioni; - è necessario introdurre nell’amministrazione nuovi elementi di gestione per unire le responsabilità di spesa e di entrata; - negli ultimi anni le amministrazioni locali hanno continuato a crescere. Questa tendenza va fermata. Le imposte possono essere abbassate solamente se si prosegue con il consolidamento dei bilanci. Affrontare nuove sfide quali l’invecchiamento della popolazione, gli adattamenti strutturali e le nuove tecnologie ecc. Richiede ulteriori investimenti. Questi sono finanziabili solamente attraverso un’organizzazione più efficiente delle attuali spese pubbliche. “Il vero obiettivo del consolidamento è la ricostruzione del margine d’azione della politica economica”, sottolinea il presidente della Cdc e aggiunge: “In una fase di consolidamento la prestazione economica e l’occupazione vengono eventualmente limitate solo nel breve periodo. Se il consolidamento viene perseguito in modo credibile e distribuito equamente, a lungo termine porterà soprattutto vantaggi”. Anche una burocrazia ridotta è un punto a favore per un sito economico, siccome le imprese decidono i loro investimenti anche in base ai costi della burocrazia creati dalla mano pubblica.  
   
   
TRIESTE - CERTIFICAZIONI DI QUALITA´ E LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE  
 
 Trieste, 16 ottobre 2013 - Il tema “Le certificazioni di qualità per la tutela internazionale dei prodotti del Made in Italy” è stato affrontato nel convegno organizzato da Aries, Azienda Speciale della Cdc di Trieste in collaborazione con il Comando regionale del Friuli Venezia Giulia della Guardia di Finanza, in partenariato con il Segretariato Generale Oicp-interpol di Lione-gruppo permanente Anticontraffazione e con il sostegno della Provincia di Trieste nell´ambito di Prosecco bubbling style on show. Un tema di particolare attualità in questo periodo. In un momento economico così difficile proprio il valore aggiunto fornito dai prodotti di qualità italiani può fare la differenza in una concorrenza sul mercato mondiale sempre più agguerrita. Solo nell´agroalimentare si calcola che il “supermarket del tarocco” - tra Italiansounding, agropirateria e imitazioni - si traduca in una perdita d´affari di 60 miliardi di euro l´anno, ovvero 7 milioni di euro l´ora. Un valore che, in assenza di ulteriori e più efficaci deterrenti, è destinato a crescere. Basti pensare che nel nostro Paese si realizza più del 21% dei prodotti a denominazione d´origine registrati a livello comunitario. Con 252 prodotti registrati tra Dop, Igp e Stg, 521 tra vini a denominazione di origine controllata e garantita o a indicazione geografica tipica e 4.671 specialità tradizionali regionali, vantiamo il primato di prodotti registrati e siamo il primo paese dell’Ue per numero di operatori biologici (oltre 48 mila). E nel settore agroalimentare, comparto in cui la vocazione alla qualità è evidentissima, il nostro Paese ha una capacità di creare valore aggiunto pari a quasi 2.000 euro per ettaro: il doppio di quando mediamente registrato in Francia, Germania e Spagna, addirittura il triplo se confrontato con la Gran Bretagna. Grande interesse per il convegno da parte delle autorità regionali, provinciali e comunali, che hanno espresso anche il proprio apprezzamento per il Prosecco bubbling style on show. "Un comparto produttivo come quello agroalimentare e vitivinicolo senza la qualità non riesce a stare sul mercato – ha ribadito il vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello - Per avere qualità bisogna però accettare che la certificazione ed i controlli diventino parte del sistema e non controparte. Avere un prodotto di qualità è fondamentale per innestare politiche economiche virtuose. L’agroalimentare è la grande scommessa di questa regione, perché pur essendo già un pilastro del sistema economico esistono ancora grandi potenzialità non esplorate. Dobbiamo pensare in maniera nuova il modo di equilibrare quantità, qualità e promozione". "Bisogna razionalizzare le competenze per evitare sovrapposizioni – ha commentato il vice presidente della Provincia di Trieste, Igor Dolenc - Per dare opportunità agli imprenditori è necessario sviluppare strumenti di sostegno alle imprese, anche a quelle del settore agroalimentare, che premino le produzioni di qualità. Servono inoltre strumenti che diano certezze e garanzie di ottenere i contributi in tempi brevi per venire incontro alle necessità degli imprenditori e del territorio". "Credo che realizzare prodotti di qualità rientri nello spirito di noi italiani e ritengo che puntare sull’eccellenza piuttosto che sulla quantità, soprattutto per il nostro territorio, sia la via giusta per la valorizzazione dei prodotti locali - ha spiegato il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini -. In quest’ottica reputo quindi valida l’organizzazione di un evento come Prosecco bubbling style on show". Protocollo d´intesa tra Unioncamere e ministero dello Sviluppo economico - Nel 2009 è stato siglato uno specifico protocollo d’intesa fra Unioncamere e Ministero dello Sviluppo Economico diretto a potenziare l’attività di vigilanza delle Cdc, accrescere la vigilanza e la qualità delle attività di verifica e controllo su prodotti non alimentari in collaborazione con le diverse autorità, a cominciare dalla Guardia di Finanza. Inoltre, accanto a queste azioni di tutela, le Camere di Commercio sono particolarmente attive nel rafforzare l’internazionalizzazione delle nostre imprese, nella convinzione che questa rappresenti per il nostro sistema produttivo un elemento imprescindibile di sviluppo. Ospitalità italiana nel mondo - Da diversi anni Unioncamere, in collaborazione con Isnart, porta avanti il progetto "Ospitalità Italiana, Ristoranti Italiani nel Mondo". Obiettivo del progetto selezionare e promuovere quei Ristoranti italiani all´estero che garantiscono il rispetto degli standard di qualità dell´ospitalità italiana attraverso un marchio che, dal 1997, é garanzia di qualità dei servizi e prodotti offerti. Per ottenere la certificazione di qualità, i ristoranti italiani all´estero dovranno rispondere ad una serie di requisiti stabiliti da Unioncamere: dalla presenza di almeno una persona che sappia parlare italiano e soprattutto di un cuoco che sappia cucinare i piatti della nostra tradizione, al menú tradotto correttamente in lingua nostrana e composto per almeno il 50% da piatti tricolore. Anche la carta dei vini deve essere Made in Italy almeno per il 20% e in sala non può mancare una bottiglia di olio extravergine di oliva prodotto in Italia. Fondamentale l´uso dei prodotti enogastronomici italiani Dop e Igp che devono essere valorizzati attraverso un apposito elenco. "La tutela e la valorizzazione del made in Italy - ha commentato Antonio Paoletti, presidente della Cdc di Trieste - passa anche attraverso l’organizzazione di iniziative specifiche, quali gli eventi fieristici specializzati. Prosecco bubbling style on show è la terza fiera specializzata organizzata dall’azienda speciale Aries della Cdc di Trieste, assieme a Olio Capitale e Trieste espresso expo. Il Prosecco Doc e l’Olio extravergine di oliva Dop prendono in considerazione prodotti che le denominazioni di origine controllata rendono unici nella loro qualità produttiva. La nostra azione intende, anche attraverso queste fiere specializzate, promuovere e certificare ulteriormente i marchi di denominazione di origine quali strumenti di promozione in ambito internazionale della bontà e unicità dell’agroalimentare italiano, elemento di fondamentale importanza all’interno del nostro Made in Italy". Simile l´opinione di Stefano Zanette presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc: "La denominazione Prosecco, attualmente è riconosciuta a livello europeo; tale protezione è stata estesa anche in altri Paesi grazie al riconoscimento della Do Prosecco all’interno dell’accordo di Lisbona sulla protezione delle denominazioni di origine - ha detto Zanette - Nel 2011 inoltre, la Do Prosecco è stata inserita nell’elenco delle denominazioni europee contenuto nell’accordo bilaterale in essere fra Ue e Usa sul commercio del vino ottenendo protezione anche in tale Paese". Ed il tema delle contraffazioni, non solo alimentari, è stato trattato da Roberto Mariquez del Segretariato Generale Interpol, Operations Coordinator del Traffickingin Illicit Goods and Counterfeiting Programme: "Negli ultimi anni - ha spiegato - le risorse investigative destinate alla lotta alla contraffazione sono costantemente aumentate perchè le contraffazioni non causano solo perdite economiche, ma spesso mettono anche a rischio la vita delle persone. Nel caso dei giocattoli per esempio l’uso di materiali non conformi alle normative può essere pericoloso per la salute dei bambini, mentre i prodotti elettronici non a norma in alcuni casi hanno addirittura causato la morte degli utilizzatori. Nel campo alimentare la lotta alla contraffazione è quindi ancora più importante, basti pensare allo questione del vino al metanolo, che anche in Italia ha mietuto delle vittime". Un focus chiaro sulla normativa è arrivato dal Generale di Brigata Pier Luigi Mancuso, Comandante Provinciale Trieste della Guardia di Finanza. "Il quadro normativo internazionale, comunitario e nazionale e la capillare sistemica e sistematicità dei controlli - con il ruolo di diretta propulsione nella cooperazione anti contraffazione in senso lato affidata alla Guardia di Finanza dal legislatore comunitario e da quello nazionale - presuppone l’applicazione anche di regole non scritte, soprattutto dettate dall’esperienza mercantile e commerciale e dalla nota diligenza del buon padre di famiglia che permea tanti principi normativi concernenti la disciplina civilistica a tutti noi nota, tra cui il commercio - ha ribadito Mancuso - Consentitemi ora tre considerazioni necessarie a tutela dei prodotti. La prima è quella della necessità di una costante e concreta sinergia tra tutti gli attori coinvolti nel sistema produttivo e di commercializzazione delle derrate alimentari e di tutti i loro derivati. La seconda è la totale ed incondizionata consapevolezza della paritetica importanza che una adeguata tutela a tutto tondo del marchio certificato assume, specie in un commercio globalizzato a carattere planetario. In sostanza, mi permetto di notare come, da oltre un lustro, l’atteggiamento che il Corpo si sta sforzando di assumere, è quello di essere inteso come partner degli imprenditori/produttori/commercianti e non come storico nemico operante solo per il recupero di risorse tributarie, più o meno volontariamente sottratte alla misura di tassazione stabilita per quel periodo d’imposta. La terza e ultima notazione è la circostanza che il fenomeno della contraffazione, ivi ricomprendendo anche quella dei marchi Doc, Dop e Igp - al di là delle campanilistiche e, perdonatemi, semplicistiche stereotipizzazioni a livello più o meno locale - è un fenomeno endemico globalizzato, la cui portata è a carattere mondiale, con la conseguenza che le strategie di lotta, affinché siano efficaci, devono necessariamente essere calibrate all’estensione della battaglia legale che si sta combattendo: da ciò discende l’esigenza di adottare molteplici ed ancor più adeguate misure di natura transnazionale e/o internazionale". E sull’argomento contraffazioni è ritornato Stefano Zanette, in qualità di vice presidente di Federdoc. <L’impatto delle contraffazioni e utilizzo ingannevole delle Ig sulla nostra economia legale è devastante - ha commentato -. Le indicazioni geografiche rappresentano un’economia forte legata a gran parte dei paesi europei, il valore complessivo delle Dop e Igp europee, infatti ammonta a 54 milioni di euro mentre in Italia ha un valore complessivo di 12 milioni di euro con 753 Denominazioni di cui 524 Dop/igp>. Simile il tenore dell’intervento di Adolfo Faidiga, Comandante Provinciale di Venezia del Corpo Forestale dello Stato."nelle regioni a statuto speciale c’è una sinergia assoluta tra il il Corpo forestale statale e quello regionale. Ora siamo molto impegnati proprio sulla tutela dei consumatori da possibili comportamenti fraudolenti attraverso la verifica della tracciabilità dei prodotti. Risalendo la filiera produttiva riusciamo infatti a verificare se tutti gli ingredienti utilizzati sono d’origine italiana e quindi a tutelare i consumatori". A chiudere il convegno Simone Frusca, Consigliere Federdop Olio Nazionale. "Ci sono forti cali secondo Coldiretti nel paniere primario, ma ha retto l’alta qualità. Se da un lato ciò dispiace dall’altro possiamo dire che l’alta qualità ancora ci salva. Le Dop tutelano i consumatori perché definire un olio extra vergine è molto facile, ma per ottenere la Dop i parametri sono molto più stringenti. Promuovere le Dop significa quindi anche tutelare la biodiversità, i produttori e il territorio".  
   
   
MONZA - CRISI DEL CREDITO, GLI IMPRENDITORI SI AUTOFINANZIANO  
 
Monza, 16 ottobre 2013 - Più competizione tra le banche: il 15% delle imprese lombarde ha ridotto il numero di istituti di credito con cui ha rapporti. Nonostante la crisi le imprese lombarde provano comunque a investire: circa la metà degli imprenditori lombardi ha dichiarato di aver effettuato un investimento negli ultimi due anni. Si tratta principalmente di imprese di grandi dimensioni (8 su 10 investono), tra le micro imprese solo una su cinque ha fatto investimenti. Sul futuro scommette poco più della metà degli imprenditori lombardi, dichiarando l’intenzione di fare investimenti nei prossimi due anni. Anche in questo caso con le micro più prudenti: il 65,1% non pensa di investire nei prossimi due anni nell’impresa. È quanto emerge dall’indagine “Imprese, credito e finanza” condotta dalla Camera di commercio di Monza e Brianza in collaborazione con Digicamere, attraverso interviste Cati su 925 imprenditori lombardi, condotta nel mese di luglio 2013 e presentata oggi presso la sede della Camera di commercio di Monza e Brianza. La vera preoccupazione è il costo del denaro: se nei prossimi anni raddoppiassero i tassi di interesse, metà delle imprese rischierebbe di chiudere. In media nell’ultimo anno solo il 7% delle imprese lombarde non è stata in grado di far fronte al fabbisogno finanziario per la gestione delle proprie attività. Se il 48,7% dichiara di avere comunque una buona liquidità, il 44,2% riesce a mantenere la situazione solo tra difficoltà e ritardi, dovuti soprattutto al ritardo dei pagamenti. Il recupero dei crediti vantati resta, infatti, la principale ragione per la scarsa liquidità delle imprese: il 46,6% denuncia ritardi nei pagamenti. La mancanza di ordini e fatturato tocca invece il 38,3% degli imprenditori, mentre la difficoltà di accesso al credito è una problematica che riguarda il 5,4% delle imprese. Nell’ultimo anno un´impresa su tre ha richiesto un finanziamento agli istituti di credito e tra chi ha fatto ricorso alle banche il 75,8% ha ricevuto risposte positive, in cambio di garanzie reali fornite dall’impresa (28,9%), dallo stesso imprenditore o dai soci (33,3%). Tra le forme di sostegno, i Consorzi Fidi sono conosciuti da 1 imprenditore lombardo su 2. Chi ha aderito al consorzio ha espresso un giudizio piuttosto positivo: li ritiene in qualche modo utili il 52,7% delle imprese. Tra le altre forme di finanziamento, gli imprenditori lombardi mettono mano ancora al proprio portafoglio: il 16,7% ha fatto ricorso all’autofinanziamento. Tra gli altri strumenti finanziari il leasing è quella più conosciuta (10,6%), molto meno utilizzate il factoring, la quotazione in borsa, il venture capital e i prestiti obbligazionari. “Sistema imprenditoriale e sistema bancario si devono impegnare nel dialogo – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Cdc di Monza e Brianza - E se da parte delle imprese manca una diffusa conoscenza dei nuovi strumenti finanziari e delle modalità con le quali interfacciarsi con gli istituti di credito, da parte del sistema bancario occorre una maggiore condivisione del rischio di impresa”. Le province lombarde Le imprese lombarde negli ultimi due anni, nonostante la crisi, hanno continuato ad investire, in particolare a Milano (54,6%) e a Monza e Brianza (52,7%), mentre a Bergamo si registrano maggiori difficoltà (solo il 38,1% ha effettuato investimenti). E in mancanza di liquidità sono sempre le imprese di Milano quelle che dichiarano di far più ricorso al sostegno delle banche (40%), contrariamente a quanto accade nella provincia di Varese (26,8%). È Brescia la provincia lombarda in cui le imprese hanno aderito in misura maggiore ad un Consorzio Fidi per agevolare l’accesso al credito (il 20,5% contro il 17,9% della media lombarda). A Monza e Brianza invece si fa maggior ricorso ad altre forme di finanziamento (45,1%) tra leasing finanziario e autofinanziamento.  
   
   
OCCUPAZIONE: LA COMMISSIONE PROPONE UN CONTRIBUTO DEL FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE DI € 6.300.000 PER GLI EX LAVORATORI DELLA VESTAS IN DANIMARCA  
 
 Bruxelles, 17 Ottobre, 2013 - La Commissione europea ha proposto ieri di concedere la Danimarca con un budget di € 6.300.000 a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare 611 lavoratori licenziati da Vestas, un produttore di turbine eoliche. L´importo richiesto dalle autorità danesi, contribuiscono a finanziare un pacchetto di misure per aiutare i lavoratori a trovare nuovi posti di lavoro. La proposta sarà ora trasmessa per l´approvazione al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri dell´Unione europea. Il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, László Andor, ha dichiarato: "L´intervento di 6,3 milioni di euro che abbiamo proposto dovrebbe aiutare questi lavoratori sfollati a prepararsi per trovare nuove opportunità di lavoro. " La Danimarca ha chiesto l´assistenza del Feg per 611 persone autorizzate dalle società danese Vestas. Per tutti i lavoratori licenziati, le misure finanziate dal Gef comprendono mentoring e coaching, formazione orizzontale su competenze generali e una serie di corsi personalizzati, assistenza nella creazione di un business, diarie e indennità imprenditorialità. Il costo totale del pacchetto è stimato in 12,7 milioni di euro, per metà a carico del Gef.  
   
   
SARDEGNA: SIGLATA INTESA PER RIQUALIFICAZIONE LAVORATORI POWERCROP  
 
 Cagliari, 16 ottobre 2013- Un programma di formazione e aggiornamento per i 47 lavoratori della Powercrop Macchiareddu S.r.l. E´ questo lo scopo del protocollo d´intesa sottoscritto, ieri nella sede dell’assessorato regionale del lavoro, tra l´assessore Mariano Contu, l´azienda, l´agenzia formativa Ifras S.p.a, le parti sociali e datoriali. "L´obiettivo dell´accordo - ha spiegato l’esponente dell’esecutivo - è la riqualificazione professionale, oltre che lo sviluppo delle competenze e delle capacità necessarie allo svolgimento delle nuove mansioni previste dalla riconversione industriale dell’ex zuccherificio di Villasor. Rispetto al piano di riconversione nazionale dei 5 zuccherifici - ha precisato Contu - questo è l´unico progetto che sarà effettivamente realizzato." I lavoratori, al termine del percorso formativo, secondo la modalità on the job (in azienda) matureranno esperienza nella gestione, conduzione, manutenzione e sicurezza degli impianti di produzione di bio-energia da fonti rinnovabili, dove è previsto l’utilizzo di biomasse, prodotte ex-novo, e la cui coltivazione è associata agli impianti. Dopo due anni di formazione, tutte le maestranze saranno reinserite nel nuovo ciclo produttivo. "La riqualificazione e la relativa riconversione lavorativa segna una pagina importante per il rilancio del territorio dell’area cagliaritana e per l´avvio della green economy, promossa dal presidente Cappellacci e dalla sua giunta".  
   
   
VERCELLI - SEGNI DI RIPRESA PREVISTI PER FINE ANNO  
 
Vercelli, 16 ottobre 2013 - Nuova sinergia in campo per la Camera di Commercio di Vercelli e Confindustria Vercelli Valsesia: a partire dal mese di ottobre 2013, l´ente camerale e l´associazione di categoria del mondo manifatturiero presenteranno insieme le loro indagini congiunturali e previsionali sul settore, mettendo a capitale comune il monitoraggio statistico del territorio. La Cdc di Vercelli proseguirà a fornire trimestralmente i dati a consuntivo del mondo industriale, raccolti ed elaborati dall´ufficio studi di Unioncamere Piemonte, mentre Confindustria Vercelli e Valsesia si occuperà, come di consueto, di comunicare gli scenari futuri che le imprese, in base agli ordini, alle commesse in atto e a tutti i loro contatti, sono in grado di delineare per il trimestre successivo a quello preso in esame. Per quanto riguarda i dati rilevati da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli enti camerali provinciali, l´indagine è stata condotta a partire dal mese di luglio con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2013, e ha coinvolto circa 100 imprese, per un numero complessivo di 5.065 addetti e un valore pari a circa 1 miliardo di euro di fatturato. Entrando dunque nel merito delle cifre presentate oggi in conferenza stampa nella sede della Cdc di Vercelli, il sistema manifatturiero della provincia vercellese, dopo il lieve incremento di fatturato realizzato nel I° trimestre 2013, nel periodo aprile-giugno 2013 ha fatto registra un calo pari al 3,0%. Nel periodo aprile-giugno 2013, la variazione tendenziale grezza della produzione industriale rispetto allo stesso trimestre del 2012 è stata, infatti, di -3,0 punti percentuale, risultato peggiore rispetto a quello registrato sia a livello piemontese (-1,2%) che a livello nazionale (-2,8%). Si segnala che tutte le province piemontesi, ad eccezione di Torino, hanno rivelato variazioni negative.  
   
   
NASCE ASSIMPRESA FIRENZE, ASSISTENZA E SERVIZI PER PROFESSIONISTI E AZIENDE  
 
Firenze, 16 ottobre 2013 - Nasce Assimpresa Firenze, presidio territoriale dell’associazione già attiva in molte altre città d’Italia con oltre seimila associati, che offre a professionisti e imprese assistenza e servizi per “promuovere la solidarietà e la collaborazione fra gli operatori economici, valorizzare il loro lavoro e tutelare la libera iniziativa economica privata”. La nuova sede, che verrà inaugurata ufficialmente giovedì 17 ottobre alle 18, è in via dei Renai 23; presidente provinciale è Giovanni Simonetti (assicuratore), vicepresidente Luigi Laserpe (imprenditore) e segretario Giuseppe Bergamaschi (avvocato). “La nascita di nuova associazione è una buona notizia per la città, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando – afferma l’assessore allo Sviluppo economico Sara Biagiotti – Sono certa che l’attività di Assimpresa Firenze contribuirà a qualificare ed aiutare le imprese del nostro territorio, guardando non solo alla loro tutela ma anche alla promozione e allo sviluppo”. L’associazione, che non ha scopo di lucro, ha come obiettivo quello di “consentire alle imprese di farsi rappresentare dai loro professionisti, offrendo la possibilità di avere quel peso istituzionale che consenta loro di creare valore e fidelizzare la propria clientela; inoltre garantisce alla aziende, in questo particolare momento, un supporto sindacale concepito in maniera innovativa e soprattutto veloce ed immediato”. Assimpresa offre ai suoi associati “servizi, assistenza, consulenza e tutela nell’ambito giuridico, strategico organizzativo, commerciale e delle relazioni esterne”; fornisce i risultati di studi e ricerche “utili ad orientare le loro scelte gestionali e strategiche”; diffonde la cultura della libera iniziativa economica privata “in qualunque forma essa sia svolta, purché nel rispetto dei valori morali, delle leggi e delle Istituzioni”; difende la libera iniziativa economica privata “e i legittimi interessi delle varie categorie di associati dagli attacchi esterni, nominando i propri rappresentanti ovunque ciò sia utile o necessario, anche presso le Autorità e le Istituzioni locali, sia pubbliche che private, le organizzazioni politiche e sindacali e ovunque sia ritenuto opportuno per il conseguimento di tale fine”; supporta e aiuta gli associati “nella ricerca e iscrizione o partecipazione a bandi, concorsi, gare, sia pubblici che privati, nonché nella ricerca delle fonti di finanziamento”; promuovere corsi di aggiornamento normativo e tecnico “al fine di formare il personale da inserire nell’organizzazione aziendale, sia essa imprenditoriale, artigianale, industriale, commerciale o libero-professionale, con il rilascio, se necessario, delle attestazioni di frequenza aventi valore legale”. Info e contatti: www.Assimpresafirenze.it  055 2269229, segreteria@assimpresafirenze.It    
   
   
ACCIAIERIE TERNI; ISTITUZIONI E SINDACATI PER “SUPERAMENTO SITUAZIONE DI STALLO”. AL GOVERNO NAZIONALE RICHIESTA DI RIATTIVAZIONE “TAVOLO AST”  
 
Perugia, 16 ottobre 2013 - La situazione di stallo in cui si trova l´Ast di Terni va assolutamente ed al più presto superata, restituendo alle Acciaierie un assetto proprietario certo. A tal fine sarà chiesto al Governo italiano di riattivare il "tavolo Ast" affinché si intraprendano tutte le azioni necessarie a far sì che la Commissione Europea concluda il processo di cessione della proprietà dell´Ast. E´ questo quanto emerso al termine dell´incontro svoltosi ieri a Perugia, a Palazzo Donini, tra la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il Presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e le organizzazioni sindacali provinciali di Terni e di Ast che avevano chiesto espressamente la riunione per una comune analisi dell´andamento del processo di cessione del sito di Terni da parte di Outokumpu "Dobbiamo mettere in atto tutte le azioni possibili - hanno sostenuto Marini, Polli e Di Girolamo - affinché la Commissione europea, nell´ambito dei poteri assegnati dai trattati comunitari, agisca al più presto nei confronti di Outokumpu per far completare il processo di cessione proprietaria dell´Ast di Terni". Condividendo le preoccupazioni espresse anche dalle organizzazioni sindacali di Terni e di Ast - per le quali va assolutamente superata l´attuale situazione di incertezza - Marini, Polli e Di Girolamo hanno ribadito che "occorre incalzare da subito la Commissione Europea affinché concluda il processo di vendita di Ast per garantire alle acciaierie il mantenimento della capacità competitiva, delle quote di mercato e dell´occupazione del sito industriale di Terni". "E´ auspicio di tutti, e della stessa Commissione europea - hanno aggiunto Marini, Polli e Di Girolamo - che l´acquirente dia precise garanzie rispetto ad un futuro assetto proprietario che deve essere solido, anche finanziariamente, e presenti un piano industriale che consenta di salvaguardare attività produttiva e occupazione all´Acciai speciali Terni". La presidente Marini, il presidente Polli ed il sindaco Di Girolamo non hanno escluso anche una nuova iniziativa formale, a breve, di sollecito alla chiusura della procedura nei confronti delle istituzioni europee che sovrintendono al procedimento di cessione di Ast.  
   
   
OLTRE 3MILA LE IMPRESE DELLA CHIMICA IN LOMBARDIA  
 
Milano - 16 ottobre 2013 – Si svolge oggi alle ore 9,30 presso in via Meravigli 9/b il convegno Reach, organizzato dalla Cdc di Milano, che presenterà le novità introdotte dalla nuova normativa. Sono oltre 3 mila le imprese attive in Lombardia nel 2012 nel settore chimico, tra produzione (1.929 le sedi d’impresa) e commercio all’ingrosso (1.163). La regione rappresenta circa un terzo del settore. Quasi il 60% del settore del commercio all’ingrosso si concentra nella provincia di Milano, con 665 imprese, seguono Varese (85 imprese), Bergamo e Brescia in egual misura (79). Emerge da un’elaborazione della Cdc di Milano su dati del registro imprese al secondo trimestre 2013 e 2012. Domani verrà presentata la quarta edizione della “Guida al Regolamento Reach”, che ha introdotto un sistema integrato per la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche. A distanza di 24 mesi dalla terza edizione della guida e dell’ultimo aggiornamento (agosto 2011) sono intervenuti molti cambiamenti: soltanto nel campo legislativo, sono stati emessi 19 nuovi regolamenti e avviate nuove attività relative a Reach&clp. La Guida si potrà scaricare nei prossimi giorni dai siti della Cdc di Milano da quello di Assicc. “Siamo impegnati per favorire la competitività delle nostre imprese - sottolinea Marco Coldani, presidente di Assicc, l´associazione italiana commercio chimico di Confcommercio Milano - in questo periodo di forte crisi, accanto alla Cdc di Milano, con strumenti operativi come la Guida Reach e con i nostri servizi. Il nostro settore ha infatti una forte componente europea ed internazionale sia nei riferimenti normativi che nel mercato. Per questo, cerchiamo di rispondere a esigenze conoscitive e di aggiornamento utili per l’azione quotidiana delle imprese”. “È importante promuovere un miglioramento della conoscenza del regolamento Reach presso le imprese – dichiara Alessandro Spada, presidente di Innovhub Ssi, azienda speciale della Cdc di Milano – Può infatti divenire un’opportunità funzionale allo sviluppo della ricerca applicata per l’individuazione di nuovi materiali, sostanze ed applicazioni, in altri termini, un’opportunità e non un vincolo per le piccole e medie imprese. Innovhub Ssi - Stazioni Sperimentali per l’Industria, azienda speciale della Cdc opera proprio in questa direzione. Partner della rete Enterprise Europe Network, con altre strutture italiane Een ha siglato dal 2011 un protocollo d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico, che ospita l’Helpdesk nazionale di Reach. Abbiamo così lo Sportello Informativo territoriale (Sit) per Reach con copertura di Lombardia ed Emilia Romagna. I Sit Reach, operando in rete, forniscono un supporto aggiuntivo a quello dell’Helpdesk nazionale Reach ed erogano gratuitamente servizi informativi e di supporto alle imprese”.  
   
   
TORINO_ IL CONSIGLIO PROVINCIALE RICEVE I LAVORATORI ABIT APPROVATA UNA MOZIONE ALL’UNANIMITÀ  
 
Torino, 16 ottobre 2013 - Una delegazione di lavoratori Abit è stata ricevuta ieri in Consiglio provinciale in occasione della discussione di una mozione presentata dai presidenti delle Commissioni lavoro (Roberto Cavaglià) e attività produttive (Raffaele Petrarulo) e da tutti i capigruppo. Alla discussione hanno preso la parola anche, in veste di assessore regionale, Claudia Porchietto, l’assessore al lavoro del Comune di Grugliasco Anna Maria Cuntrò e in rappresentanza dei lavoratori Denis Vayr della Flai Cgil Torino. Ha illustrato la mozione Roberto Cavaglià, manifestando “piena solidarietà ai lavoratori” e invitando il Presidente e gli assessori competenti a proseguire il lavoro fatto sinora in accordo con Regione e Città di Grugliasco, mettendo in campo tutte le soluzioni possibili per la tutela del marchio, della continuità produttiva dello stabilimento di Grugliasco e della salvaguardia dei posti di lavoro. Tema ripreso da Raffaele Petrarulo, che ha posto l’accento sulla salvaguardia urbanistica dell’area in cui è sito lo stabilimento, perché non modificarne la destinazione d’uso aiuterà a garantire il futuro dell’Abit. Hanno quindi preso la parola l’assessore provinciale Carlo Chiama, l’assessore regionale Claudia Porchietto e l’assessore di Grugliasco Anna Maria Cuntrò delineando le strategie intraprese e le strade percorribili per il rilancio produttivo dell’Abit, la tutela del marchio e dei dei posti di lavoro: “Siamo disponibili a lavorare su dei percorsi, ma non a svendere Abit per un pezzo di pane” ha concluso Porchietto. “Condivido le posizioni espresse” ha detto il Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta “e ci tengo a sottolineare che in quella zona il settore agroalimentare svolge un ruolo importante. Oggi il prodotto “a chilometro 0” è un’opportunità da non sottovalutare, come ci ha insegnato l’esperienza del Paniere dei prodotti della Provincia di Torino c’è una buona domanda di prodotti locali e la crescita è possibile: bisogna mantenere il legame con il settore agricolo del territorio”. La mozione è stata approvata all´unanimità.  
   
   
SAVONA - EXCELSIOR: ASSUNZIONI IN CALO DEL 3% NEL 2013  
 
Savona, 16 ottobre 2013 - Nel 2013 le imprese savonesi hanno ridotto il numero di assunzioni e la variazione occupazionale prevista per l’anno in corso, in relazione al numero di dipendenti presenti nelle imprese, corrisponde ad un -3%. Lo rivela Excelsior, l’indagine realizzata annualmente da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del Lavoro. Un calo che evidenzia un netto peggioramento rispetto allo scorso anno, quando la stima era stata pari al -1,5%. I dati relativi alla provincia di Savona risultano ancora più negativi se rapportati sia al trend nazionale (-2,2%) che a quello regionale (-2,1%): nonostante un tasso di entrata piuttosto consistente (7,9%), il tasso di uscita risulta infatti molto elevato (10,9%): di qui la variazione percentuale del saldo che è negativa per il 3%. I dati dell’indagine campionaria Excelsior, che approfondiscono in modo analitico il fabbisogno di occupazione delle imprese, forniscono informazioni ulteriori di grande interesse. In particolare le assunzioni di personale sono state incrociate con alcuni elementi qualitativi delle imprese, come lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi o la presenza sui mercati esteri. Se in provincia le imprese che prevedono assunzioni di personale dipendente nel 2013 sono in media il 15,4% del totale, tale percentuale sale al 24,8% delle imprese che hanno prodotto innovazioni nell’ultimo anno considerato. La percentuale di imprese che prevedono assunzioni sale addirittura al 35,5% nel caso delle imprese esportatrici. Questo dato è particolarmente significativo se confrontato con la media ligure (26,4%) e nazionale (23,2%) per le imprese esportatrici. Il dato conferma come le imprese esportatrici ed innovatrici riescano a fronteggiare meglio la crisi economica: l’azione camerale a sostegno delle imprese risulta dunque in questi casi particolarmente efficace anche a sostegno dell’occupazione.  
   
   
ALMICI/AISEM: IN UNA SITUAZIONE DI MERCATO DIFFICILE LA BUROCRAZIA PUÒ DARE IL COLPO DI GRAZIA AGLI IMPRENDITORI  
 
Milano, 16 ottobre 2013 - Dallo scorso giugno non è più permessa la circolazione su strada dei carrelli elevatori, trasportatori e trattori. Questi strumenti di lavoro devono perciò essere immatricolati e considerati macchine operatrici ai sensi del codice della strada, mentre, fino all’emanazione di tale circolare, i carrelli, anche non immatricolati, potevano effettuare su strada spostamenti brevi e saltuari, purché dotati di apposita autorizzazione annuale alla circolazione. Aisem, Associazione Italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione federata Anima/confindustria, è intervenuta prontamente segnalando al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti i pesanti disagi che la decisione presa porta alle aziende, già messe in difficoltà dall’attuale congiuntura economica. Tale blocco pregiudica pesantemente l’attività delle aziende che, in virtù della propria organizzazione logistica, utilizzano questa pratica, poiché toglie la possibilità della circolazione saltuaria, senza fornire una ragionevole alternativa. Secondo il codice della strada, infatti, l’immatricolazione del carrello come macchina operatrice, determina che lo stesso, possa circolare solo senza carico, rendendolo dunque inutilizzabile per tutte quelle operazioni per la quale era stata pensata la disciplina della circolazione saltuaria. “La maggior parte del tessuto produttivo italiano si è sviluppato nel tempo costruendo un capannone a fianco all’altro, spesso lungo una strada o dall’altra parte della stessa oppure in aree un tempo industriali ma oggi inglobate all’interno di aree cittadine – afferma Pietro Almici, Presidente Aisem - Pensate ai supermercati delle nostre città che spesso non hanno un cortile interno ma effettuano il carico e scarico direttamente dalla strada oppure i tanti laboratori, magazzini e officine presenti in una stessa area industriale ma divise l’un l’altra da poche decine di metri di asfalto. Nessuno potrà più effettuare le operazioni di trasferimento e carico/scarico con i carrelli ma dovrà dotarsi di un mezzo di trasporto dedicato per spostarsi anche solo di 6 metri! La larghezza di una carreggiata stradale” – conclude Almici – “Anche di burocrazia si può morire se non troviamo in fretta una disciplina transitoria”. L’associazione Aisem/anima di Confindustria ha segnalato già nello scorso giugno al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che la decisione avrebbe messo le aziende utilizzatrici nelle condizioni di non sapere come poter continuare a operare secondo le proprie necessità produttive, con il concreto rischio che le stesse possano continuare a farlo nell’illegalità. Il costruttore di tali mezzi, che Aisem rappresenta, si trova nella condizione di non poter fornire soluzioni alternative ai molti clienti che le richiedono. Purtroppo siamo ancora in attesa di risposte e di indicazioni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti al quale rinnoviamo la nostra piena disponibilità per trovare una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti utilizzatori, produttori e Motorizzazione salvaguardando sempre la massima sicurezza degli operatori industriali e della circolazione su strada.  
   
   
VERTENZA OM, REGIONE PUGLIA: DISPONIBILITÀ A RIAVVIARE LO SCOUTING COME SEGNALE  
 
Bari, 16 ottobre 2013 - Svolto presso l’Assessorato al lavoro l´incontro relativo alla vertenza Om Carrelli Elevatori, da mesi in stallo dopo le fallite trattative con l’inglese Frazer Nash. “Convocata di intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico, pur in un contesto generale condizionato dalle vicende giudiziarie che vedono contrapposte l’Azienda e le organizzazioni sindacali, e favorita dal concreto interessamento della Presidente della Camera dei deputati, on. Boldrini, la riunione-ha detto l’assessore al lavoro, Leo Caroli- ha visto per la prima volta la partecipazione del gruppo di cui Om è parte, nella persona del Direttore Operativo della Still, Goran Mihajlovic. “Di fronte alle richieste del territorio di segnali di novità che consentano di normalizzare le relazioni e di provare a reindustrializzare il sito barese, l’Azienda ha dichiarato la propria disponibilità a riavviare l’attività di ricerca sul mercato dando immediatamente mandato ad una società di scouting, chiedendo che i lavoratori rimuovano il presidio di fronte ai cancelli della fabbrica. “La disponibilità di Om a riavviare le ricerche di possibili investitori è sicuramente un segnale positivo – ha sottolineato l’Assessore Caroli - Lo chiedono i lavoratori, lo chiede il territorio. Al contempo, però, l’inasprimento di questi ultimi mesi dei rapporti chiede immediati e concreti segnali per ricostruire una fiducia necessaria utile a immaginare un futuro per i lavoratori.” La riunione si è conclusa con la scelta di un aggiornamento per meglio valutare e definire la proposta; al contempo, l’Azienda ha acconsentito a che quelle Aziende che abbiano già manifestato presso il Mise interesse al sito, possano da subito visitare lo stabilimento.  
   
   
ISOLA VERDE TARANTO, SCONGIURATI GLI ESUBERI.  
 
Bari, 16 ottobre 2013 - Di seguito, le dichiarazioni dell’assessore al Lavoro, Leo Caroli, all’indomani della riunione sulla vertenza “Isola Verde” di Taranto, svoltasi presso la sede dell’assessorato al Lavoro e conclusasi nella tarda serata del 14 ottobre. “Buone notizie per i 250 lavoratori della Taranto “Isola Verde”. Scongiurati i 128 esuberi e la liquidazione della società, già avviata dal nuovo Amministratore Delegato. “Esprimo soddisfazione – ha detto l’assessore Caroli – per la positiva conclusione del Tavolo Isola Verde. Attraverso il contratto di solidarietà sarà possibile superare l’ultimo difficile trimestre 2013 e, soprattutto, determinare nuove condizioni affinché ai 250 lavoratori venga riofferta una prospettiva di lavoro. “In questo contesto occorrerà rendere efficiente la società adottando principi rigorosi di razionalizzazione ed armonizzazione della spesa, l’acquisizione di nuovi diversi affidamenti per la realizzazione di attività pubbliche. “Esprimo anche l’apprezzamento per il grande impegno profuso dal dott. Tafaro, commissario della Provincia di Taranto, per il contributo determinante del sindaco di Taranto, dott. Stefàno, che affiderà nuovi servizi alla società, per lo sforzo compiuto dai sindacati che hanno saputo concorrere con la task force al contenimento delle forti tensioni che hanno caratterizzato la vivacissima e turbolenta riunione di ieri, ed un ringraziamento anche ai consiglieri regionali del territorio presenti all’incontro. “Confermo l’impegno, ha concluso Caroli, a convocare periodicamente il Tavolo regionale di monitoraggio sull’attuazione dell’accordo affinché si giunga a breve all’adozione del condiviso piano industriale di risanamento, tanto da traguardare, da un lato, la stabilità occupazionale di tutti i dipendenti e, dall’altro, la piena soddisfazione dei cittadini per la puntualità e la qualità dei servizi resi dalla società.”