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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 17 Dicembre 2014 |
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COMBATTERE GLI ACARI PER AIUTARE I PRODUTTORI DI UOVA
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Per essere una creatura così piccola, l´acaro rosso del pollo (Dermanyssus gallinae) rappresenta una grande sfida economica per l´industria redditizia del pollame e delle uova in Europa. Questo parassita, che succhia il sangue e che si trova nella maggior parte dei paesi europei, può trasmettere il colera aviare e altre malattie, che possono devastare intere greggi. È infatti il parassita principale delle galline ovaiole in Europa. È per questo motivo che è stata formata una nuova piattaforma di collegamento in rete, creata per incoraggire la cooperazione europea nella ricerca sull´acaro del pollame. Il progetto, finanziato dall´Ue e chiamato Coremi ("Improving current understanding and research for sustainable control of the poultry red mite Dermanyssus gallinae"), fa parte del programma di Cooperazione nei settori della scienza e della tecnologia (Cost). Si tratta del quadro intergovernativo europeo più duraturo per la collaborazione nei settori della scienza e della tecnologia. Coremi, che è stato lanciato a Bruxelles a novembre 2014, attualmente coinvolge membri di oltre 17 paesi europei. Si rivolge a un settore economico chiave, in quanto l´Ue è uno dei principali produttori di pollame del mondo e un buon esportatore di prodotti avicoli. È anche il secondo produttore di uova al mondo ed esporta uova e prodotti a base di uova. Si è lavorato per migliorare l´organizzazione del mercato in modo costante sin dall´introduzione della Cap (Politica agricola comune) con lo scopo di migliorare la qualità dei prodotti e armonizzare il mercato. I consumatori – insieme ad altri importanti settori dell´industria alimentare – dipendono da un´approvvigionamento stabile e garantito di uova di qualità. Lo scopo generale di Coremi è quindi generare un approccio olistico per migliorare la salute, il benessere e la produttività dei 350 milioni di galline ovaiole dell´Ue mediante una più efficace prevenzione e controllo degli acari. Questo sarà ottenuto per mezzo della collaborazione e del collegamento in rete multidisciplinare tra scienziati e altre parti coinvolte di diversi Stati membri e di diverse discipline. Consolidando le competenze e le conoscenze attuali su come si diffondono gli acari – insieme al loro impatto economico e sociale – si spera che gli scienziati siano in grado di implementare procedure di controllo più efficienti e sostenibili. Cost, che è finanziato con 250 milioni di euro per mezzo del Settimo programma quadro dell´Ue, ha istituito numerose reti simili nei settori della scienza e della tecnologia in 40 anni. Ci riesce grazie a reti di finanizamento cooperativo chiamate Cost Action – come Coremi – che promuove la mobilità e la cooperazione della ricerca tra progetti di ricerca finanziati a livello nazionale. Il finanziamento copre attività di networking, come incontri (per esempio fornendo un aiuto per viaggi, sussistenza e organizzazione locale), conferenze, workshop, scambi scientifici a breve termine, corsi di formazione, pubblicazioni e attività di divulgazione. Cost non finanzia direttamente la ricerca. Il programma è uno degli strumenti finanziari europei che contribuiscono alla costituzione dello Spazio europeo della ricerca (Ser). Oltre ai 28 Stati Membri dell´Ue, i paesi di Cost comprendono anche Bosnia ed Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Islanda, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia. Israele è uno degli stati cooperanti. Nel suo impegno per aprire lo Spazio europeo della ricerca alla collaborazione internazionale, Cost ha permesso anche il coinvolgimento attivo in varie Cost Action di ricercatori di paesi confinanti. Per ulteriori informazioni, visitare: Cost http://www.Cost.eu/ |
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BRUXELLES, CONCENTRAZIONI: LA COMMISSIONE APRE UN´INDAGINE APPROFONDITA DEL CAFF¨¨ JOINT VENTURE DI DEMB E MONDELEZ |
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La Commissione europea ha avviato uno studio per valutare se una joint venture proposta tra due dei leader torrefazione al mondo del caff¨¨, la societ¨¤ olandese Douwe Egberts master Blander 1753 Bv ("Demb") e la societ¨¤ statunitense Mondel¨¥z International Inc. ( "Mondelez"), ¨¨ coerente con il regolamento comunitario sulle concentrazioni. Entrambe le societ¨¤ hanno marchi ben noti (Demb: L´or, Douwe Egberts, Senseo e Merrild; Mondelez: Carte Noir, Jacobs, Gevalia e Tassimo). La Commissione ¨¨ preoccupata che la concentrazione proposta ridurrebbe la concorrenza in diversi tipi di caff¨¨ in Austria, Francia, Danimarca e Lettonia, cos¨¬ come i sistemi monodose in diversi Stati membri. La procedura di prova l´esito finale. La Commissione dispone ora di 90 giorni lavorativi, cio¨¨ adottata entro il 6 maggio 2015, decisione. Il caff¨¨ ¨¨ disponibile per i consumatori in varie forme. Pu¨° essere venduto come un caff¨¨ in grani, macinato che per l´impiego nelle macchine da caff¨¨ filtro convenzionali, come il caff¨¨ istantaneo in varie forme quali cuscinetti monodose o capsule per macchine Senseo o Nespresso. La concentrazione proposta sarebbe sostanzialmente controllate operanti e fuse tutte le attivit¨¤ fisiche di Demb e delle sue controllate e divisioni di caff¨¨ Mondelez in una joint venture, che opera sotto il nome di Jacobs Douwe Egberts. L´indagine della Commissione ha rivelato che molte grandi marche che sono attualmente in competizione nelle varie forme di caff¨¨ insieme, sarebbero uniti sotto un unico tetto dalla fusione. Come risultato del concorso, ridurrebbe significativamente in terra caff¨¨ tostato in Francia, Danimarca e Lettonia, cos¨¬ come pastiglie in Francia e Austria. Demb e Mondelez sono leader nella produzione di capsule compatibili macchine Nespresso sono venduti in un certo numero di paesi di rivenditori. (Le capsule di Nespresso essere venduti dai rivenditori.) Questa concentrazione di importanti marchi locali nelle mani di una societ¨¤ aumenta la probabilit¨¤ di aumenti di prezzo per i rivenditori e, infine, ai consumatori. La concentrazione proposta, il numero dei principali fornitori di sistemi monodose risale. Due dei quattro sistemi principali (Con questi sistemi, che includono la macchina e il materiale, il consumatore pu¨° a portata di mano preparare una tazza di caff¨¨.) Nella joint venture, il sistema Senseo della Demb e del sistema Tassimo di Mondelez sarebbero introdotti in Europe. (Gli altri due sono Dolce Gusto e Nespresso Nestl¨¦.) La Commissione ¨¨ preoccupata che questo avrebbe un aumento dei prezzi meccanici e materiali per i clienti e meno risultati dell´innovazione. Sebbene Demb e Mondelez vendono s¨¦ senza macchine da caff¨¨, ma sostengono l´acquirente per l´acquisizione di apparecchiature (ad es. Da B. Cashback o quote a titolo gratuito) di garantire vendite lucrative di piazzole di connessione e capsule. Per affrontare i problemi di concorrenza individuati dalla Commissione, le societ¨¤ hanno proposto impegni. Secondo un sondaggio di partecipanti al mercato a questi impegni, la Commissione ¨¨ giunta alla conclusione che questi non sono sufficienti a risolvere i problemi. La Commissione ¨¨ la concentrazione proposta sarebbe ora sottoposto ad un esame approfondito e poi decidere se confermare queste preoccupazioni iniziali. In particolare, la Commissione esaminer¨¤ la concorrenza nei sistemi monodose. L´operazione ¨¨ stata notificata alla Commissione il 27 ottobre 2014. |
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IMU AGRICOLA: PAGHI TASSE CHI CONSUMA IL SUOLO
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"Questo governo nazionale non perde occasione per dimostrarsi forte con i deboli e zerbino con i potenti. Il caso dell’Imu agricola in questo senso ricalca tutti i recenti provvedimenti di questo esecutivo rivolti guarda caso alle categorie più deboli: lavoratori dipendenti e agricoltori". Così l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia e coordinatore nazionale degli assessori regionali al ramo in Conferenza Stato-regioni, Fabrizio Nardoni, che di fronte ai rumors relativi alla proroga al 25 gennaio per il pagamento dell’Imu destinata ai terreni agricoli aggiunge: “Ci rendiamo conto che urge una politica di rigore che restituisca fiato alle casse dello Stato – dice – ma si comincia dalla parte sbagliata. Il patrimonio agricolo e rurale della nostra nazione ha bisogno di essere tutelato e non ulteriormente impoverito da provvedimenti che inevitabilmente spingono i nostri agricoltori, già in gravi condizioni di criticità, a lasciare le campagne. In questa maniera si agevola il consumo del suolo per uso agricolo e la deprecabile pratica della speculazione edilizia che rischia di incidere ancora di più e in maniera irreversibile anche sul nostro paesaggio, sulla eco-sostenibilità delle nostre città e sullo sviluppo urbanistico dei nostri territori”. Nardoni che proprio questa settimana aveva incontrato a Roma il Ministro dell’agricoltura, annuncia anche la netta opposizione all’introduzione definitiva dell’Imu agricola da parte del sistema delle Regioni. “Siamo completamente contrari e non è una questione di criteri – aggiunge – si colpiscano quelli che usano i terreni ad uso agricolo per finalità differenti e non i veri agricoltori” |
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PUGLIA: RILANCIO COLTURE CEREALICOLE E TUTELA AMBIENTE CON PROGETTO REACT |
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“Il progetto React mi pare un progetto meritorio, nel momento in cui si tenta di recuperare le conoscenze tradizionali e di limitare l´uso del suolo nelle aree agricole”. Lo ha detto oggi, l´assessore regionale all´Ambiente, Aldo Berlinguer, intervenendo alla presentazione del progetto “React: rivisitazione e validazione di conoscenze tradizionali per la conservazione del suolo nelle aree cerealicole”. Il programma - che è finanziato con la misura 124 del Fesr Basilicata 2007-2013 e che coinvolgerà nei prossimi dodici mesi una cooperativa ed un´azienda agricola, entrambe lavellesi - è stata illustrato nel corso di un incontro nell´aula consiliare del Comune di Lavello. “In Italia - ha proseguito l´assessore Berlinguer - non facciamo un buon uso del suolo: ne consumiamo un quantitativo folle, pari a circa otto metri quadrati al secondo. Stiamo divorando il nostro territorio. In Italia abbiamo 20 mila chilometri quadrati di frane, solo in Basilicata abbiamo chiesto quasi un miliardo di euro al Ministero per l´Ambiente per il dissesto idrogeologico”. Secondo Berlinguer “il recupero di alcuni strumenti tradizionali per un uso del territorio più appropriato è un intendimento da sposare. Dovremmo saper fare a meno - ha sottolineato - di quell´economia industriale dei processi agricoli che ci rende dipendenti dal petrolio. Basti pensare al consumo di combustibili fossili per il funzionamento dei mezzi agricoli. Quest´iniziativa è quindi un´ottima occasione di confronto per un migliore utilizzo del nostro suolo”. L´iniziativa, alla quale hanno partecipato esperti ed operatori del settore, è organizzata da una rete di soggetti, fra cui Legacoop Basilicata, Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), Istituto di metodologie per l´analisi ambientale del Cnr di Tito e Dipartimento di matematica, informatica ed economia dell´Università degli Studi della Basilicata (ente capofila). L´obiettivo, si è detto nel corso dell´incontro è quello di “rispondere alle emergenze del settore cerealicolo, puntando su innovazioni collegate al recupero di tecniche tradizionali che siano capaci di preservare il territorio”. Tra i presenti, il sindaco di Lavello, Sabino Altobello, ed i rappresentanti delle organizzazioni di categoria. “C´è grande interesse da parte degli operatori e delle organizzazioni - ha commentato il commissario dell´Alsia, Andrea Freschi - su un tema che è particolarmente interessante e stimolante, perché il capitale suolo non è riproducibile, ed utilizzarlo bene e al meglio significa mantenerne la fertilità nel tempo, con un equilibrio complessivo che può solo giovare all´ambiente. Il recupero delle tecniche tradizionali, che include l´osservazione degli ecosistemi - ha aggiunto Freschi - è la vera innovazione in agricoltura. La grande proliferazione della potenza dei motori in agricoltura ha prodotto più danni che benefici: spesso - ha spiegato - converrebbe quasi non lavorare il terreno per la coltivazione dei cereali. Molto spesso infatti, lavorazioni profonde nelle nostre terre portano alla desertificazione”. “I punti di forza - ha detto Rosanna Salvia, dell´Università degli studi di Basilicata - stanno nel tentativo di integrare l´agricoltura ambientale con quella economica. Quello agricolo è un settore che soffre della globalizzazione, e che allo stesso tempo è fortemente utilizzatore di risorse. Proprio per la sua pervasività nel contesto regionale, l´agricoltura può trovare una sua multifunzionalità: produttiva ma anche di preservazione della matrice ambientale. Il progetto prevede anche una fase conoscitiva, con prove sperimentali per mettere a confronto le tecniche tradizionali con quelle convenzionali attualmente in uso. Questo confronto - ha aggiunto - avverrà sia in termini agronomici, con la verifica dell´impatto delle diverse tecniche sul suolo e sull´acqua, che dal punti di vista economico”. “Con i partner del progetto React - ha evidenziato Paolo Laguardia, presidente Legacoop Basilicata e Aci Basilicata - stiamo tentando di rivalorizzare il comparto agricolo e agroalimentare: ma per farlo dobbiamo partire dalla conoscenza del territorio e dalla sua salvaguardia, dalla tutela della matrice ambientale attraverso il connubio tra mondo della ricerca e mondo produttivo. Proprio per questo abbiamo voluto la presenza dell´assessore regionale all´Ambiente e al Territorio, Aldo Berlinguer. Da questa opportunità - ha concluso - dobbiamo ottenere il rilancio della produzione cerealicola, ma soprattutto la conservazione del territorio”. |
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PSR, LOMBBARDIA: OBIETTIVO COMUNE OTTENERE APPROVAZIONE UE |
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Milano - L´assessore all´Agricoltura della Lombardia Gianni Fava ha scritto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina per ottenere "l´approvazione del Programma di sviluppo rurale entro le prossime settimane. Regione Lombardia lo scorso 5 dicembre ha provveduto "a completare il proprio percorso di redazione del Psr", che è già consultabile sul sito dell´Assessorato all´Agricoltura. Una data, tuttavia, successiva al 24 novembre, termine posto "dalla Commissione, nella totale ignoranza e inconsapevolezza da parte delle Regioni, come data limite per accedere al cosiddetto ´carry-over´", che consente il via libera di Bruxelles "entro i primissimi mesi del 2015, senza attendere il passaggio parlamentare di approvazione del bilancio comunitario che porterebbe, ben che vada, nell´estate la conclusione del percorso". Urge Approvazione - L´appello dell´assessore Fava a Martina fa leva su "quanto peraltro già assicurato pubblicamente e in più occasioni" dal ministro "sia singolarmente che insieme, ossia il fatto che Regione Lombardia, che allo stato mi risulta essere comunque l´unica Regione ad aver completato il percorso, assieme eventualmente ad altre che dovessero in tempi rapidi raggiungere il medesimo obiettivo, debba vedere il proprio strumento di programmazione settennale approvato il più velocemente possibile". Se così non fosse, per la Lombardia si realizzerebbe una situazione paradossale, con "una Regione che, avendo tempestivamente e totalmente esaurito la propria disponibilità di risorsa a valere sulla passata programmazione, si troverebbe senza alcun margine di manovra o intervento, contrariamente ad altre che, meno efficienti, residuano risorse da poter utilizzare. Il tutto in un territorio ´leader del settore´". Ritardo Non Sarebbe Compreso - "Il disallineamento temporale sopra descritto - scrive l´assessore Fava al ministro -, che potrebbe essere invocato dalla Commissione come elemento formale di ostacolo a una rapida approvazione, necessita del tuo autorevole e incisivo supporto, al fianco di Regione Lombardia, nelle modalità che la tua sensibilità e il tuo ruolo meglio individueranno, per evitare che si consumi nei confronti della nostra Regione quella che non potrebbe che essere percepita come una profonda e incomprensibile ingiustizia dai nostri operatori". Motivi per cui dall´assessore Fava e dalla struttura regionale è assicurata "la disponibilità totale per ogni attività di supporto o accompagnamento ritenuta utile e proficua per il raggiungimento dell´obiettivo comune". |
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ECONOMIA: DALLA CAMPAGNA 200 MILA POSTI DI LAVORO ENTRO IL 2030 |
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Bologna - A Bologna il primo appuntamento del ciclo di iniziative “Il territorio come destino”. Tre incontri pubblici sul ruolo e il futuro dell’agricoltura organizzati dalla Cia in previsione di Expo 2015. “Nei prossimi 15 anni gli italiani torneranno a sfruttare meglio la terra, tra innovazioni e multifunzionalità dell’impresa agricola, esiste un potenziale economico ancora inespresso di oltre 40 miliardi di euro all’anno” L’agricoltura e l’agroalimentare producono ogni hanno un fatturato vicino ai 300 miliardi di euro. Sono oltre 20 mila gli agriturismi disseminati sul territorio e oltre 80 mila le aziende che sviluppano molteplici attività, dalla produzione di energie alla manutenzione delle aree verdi anche urbane. Già oggi questo “movimento” multifunzionale produce molto, ma ci sono ampi margini di crescita economica. E’ ragionevole stimare che nei prossimi 10/15 anni le attività connesse all’agricoltura sposteranno più di 40 miliardi di euro l’anno con la prospettiva di garantire circa 200 mila nuovi posti di lavoro. Questi dati e considerazioni sono emersi nel corso del convegno nazionale promosso dalla Cia-confederazione italiana agricoltori sul tema: “Verso il territorio come destino”, che si è svolto a Bologna. “Anche se il Paese continua a respirare una crisi persistente -ha evidenziato il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, nel suo intervento- nell’agricoltura e nel territorio rurale ci sono sempre nuove idee ed energie per superare l’impasse e creare ulteriori occasioni di reddito e sviluppo. E infatti nelle aziende diversificate il contributo della multifunzionalità sulle entrate complessive arriva al 25%, superando il 30% nel caso delle imprese agricole “under 40”, grazie anche a una maggiore attitudine al rischio e propensione a fare innovazioni di processo e di prodotto. Ma anche grazie a una più elevata sensibilità per le tematiche sociali e ambientali”. Secondo l’analisi della Cia, supportata da un’indagine recente realizzata in collaborazione con il Censis, “l’impresa agricola recupera vigorosamente una dimensione sociale, culturale, che si affianca a quella puramente economica: propone e influenza stili di vita e di consumo, fa innovazione sociale, produce esternalità positive nella società e nel modo di concepire l’impresa, il territorio, il mercato, le relazioni umane e famigliari. Basti pensare al fenomeno della multifunzionalità dell’agricoltura, e in particolare agli agri-nidi, alle fattorie sociali e didattiche, agli agriturismi, ma anche alla crescente attenzione verso la responsabilità sociale d’impresa all’interno del comparto: fenomeni, questi, che insieme al fermento economico, rappresentano i principali fattori di mutamento all’interno del nostro patrimonio agroalimentare, e dai quali il 39,7% degli italiani, e specialmente quelli del Centro (44,5%) - dove queste dimensioni sono ben più radicate - si aspetta che possa derivare l’impulso al cambiamento della vita materiale, e non solo. Soltanto dalla riqualificazione del patrimonio artistico e architettonico (55,3%) sembrano derivare potenziali d’impatto ancora più profondi, anche per via della situazione più complicata che esso attraversa, e che rappresenta ormai un problema strutturale per il nostro Paese”. Quindi -sottolinea la Cia- la multifunzionalità prima di tutto. Infatti, il segreto del successo delle imprese agricole più competitive è la valorizzazione delle attività connesse, associate a quelle classiche, che in 7 casi su 10 sono interpretate in chiave innovativa. Ma sempre nel solco delle tradizioni, delle tipicità locali e dell’ecosostenibilità. Alla domanda -rivela la Cia- di indicare in quali settori incentiverebbero un figlio, nipote o conoscente a puntare per il futuro nella scelta degli studi e del lavoro, se il 48,2% degli italiani si orienta verso le nuove tecnologie (nanotecnologie, biotecnologie, bioingegneria), il 16% propende per l’agricoltura, nonostante in più casi questa contempli la necessità di assumersi il rischio d’impresa e resti un mondo complesso, in cui accedere non sempre è semplice. Peraltro, se si aggrega il dato riferito all’agricoltura a quello riportato dalle nuove energie (32,3%) e dal turismo (21,8%), attività strettamente interrelate alla prima, in un’ottica di multifunzionalità che sempre più trova spazio nel settore primario, la soglia riferita alle nuove tecnologie -conclude la Cia- è largamente superata. |
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LO SCOIATTOLO COMPIE 10 ANNI |
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Il Festival dell’Economia nel 2015 compirà dieci anni. Una scommessa partita nel 2006 che è andata assumendo, nel corso delle varie edizioni, una dimensione sempre più internazionale. Seguitissimo dai media e da un pubblico eterogeneo, molto attento e protagonista indiscusso, il Festival ha saputo, di volta in volta, alzare il tiro e proporre con versatilità temi sempre più impegnativi e originali, richiamando a Trento innumerevoli premi Nobel e personalità del mondo economico, politico, imprenditoriale e culturale. "Ricchezza e povertà", fu questo il tema scelto per la prima edizione del Festival dell´Economia, nel lontano 2006, quando l´Italia vinceva i mondiali di calcio in Germania e le inquietudini portate negli anni successivi dalla crisi economica sembravano ancora lontane. In quell´anno, il Festival iniziava il suo cammino, offrendo all´Italia un luogo di confronto e discussione in materia economica e portando a Trento Zygmunt Bauman, uno fra i più conosciuti pensatori al mondo. La seconda edizione, nel 2007, fu dedicata al tema "Capitale umano, capitale sociale", per una riflessione, assieme al premio Nobel per l´economia 1982 Gary Becker, sull´importanza che ogni società deve dare agli investimenti sulle persone. Nel 2008 il Festival si dedicò ad approfondire le relazioni fra “Mercato e democrazia” con la partecipazione dell’amministratore delegato del Gruppo Fiat Sergio Marchionne, Paul Krugman, Nobel per l´economia nel 2008 e Benjamin Friedman. Esplode la crisi finanziaria mondiale, partita dagli Stati Uniti ed il Festival dedica la sua quarta edizione, quella del 2009, al tema “Identità e crisi globale”, evidenziando il pericolo di chiudersi, di fronte alle difficoltà economiche internazionali, in una sorta di localismo contrario a tutto quello che sta al di fuori della propria comunità. I premi Nobel per l’economia ormai sono di casa al Festival e in quell’edizione ne arrivano a Trento ben tre: i professori Michael Spence e George Akerlof, premiati insieme nel 2001 e il professor James Heckman, che ricevette il Nobel nel 2000. Nel 2010 il Festival spostò il tiro sul rapporto fra media ed economia, dedicando quell’edizione al tema “Informazione, scelte e sviluppo”. Molti i giornalisti che parteciparono come relatori alla quinta edizione, fra cui Milena Gabanelli, Gian Antonio Stella e Rachel Donadio del New York Times. Nel 2011 il Festival si interrogò sul tema “I confini della libertà economica” per definire, in tempo di crisi, fino a dove poteva spingersi la libera iniziativa privata. L’edizione 2011 segnò il ritorno di Zygmunt Bauman a cui si deve la folgorante definizione di “modernità liquida” e la presenza a Trento di Vaclav Havel, drammaturgo e politico ceco, ultimo presidente della Cecoslovacchia e primo presidente della Repubblica Ceca nel 1993. Nel 2012 il Festival volle indagare sulla relazione fra giovani e anziani, riassunta nel tema “Cicli di vita e rapporti tra generazioni”. Fra i protagonisti della settima edizione, i Nobel per l’economia 2007 e 2010 Eric S. Maskin e Dale T. Mortensen e il filosofo Serge Latouche, teorico della “decrescita serena”. “Sovranità in conflitto” fu il tema dell’ottava edizione, quella del 2013, in cui il Festival dello scoiattolo invitò il pubblico ad una riflessione sulla crisi delle sovranità nazionali, soprattutto nell’eurozona, con il premio Nobel per l’economia 1996 James A. Mirrlees. L’ultima edizione del Festival andata in scena fa parte della cronaca di pochi mesi fa. La nona edizione è stata dedicata al tema “Classi dirigenti, crescita e bene comune”, con l’arrivo a Trento del premier Matteo Renzi e del consulente per l’economia del presidente Obama, Alan B. Krueger, per una riflessione complessa sul ruolo e sulle modalità di selezione delle classi dirigenti. L’edizione del decennale, quella 2015, si occuperà di “Mobilità sociale”, con due premi Nobel che hanno già annunciato la loro presenza, Paul Krugman e Joseph Stiglitz. Lo scoiattolo compie 10 anni. |
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AGRICOLTURA, DA LIGURIA 1,5 MILIONI PER BANCA DELLA TERRA
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Genova - 1,5 milioni di euro, nel corso del 2014, dalla Regione Liguria, per le misure di attuazione della Legge sulla Banca della Terra approvata per promuovere il recupero produttivo delle superfici agricole e forestali abbandonate, incolte o sottoutilizzate, il cui stato di degrado rappresenta, com´è noto, un grande fattore di rischio per l´integrità del territorio. "Tra queste misure, due bandi in particolare, hanno registrato un grandissimo interesse da parte del mondo delle imprese, con molte istanze presentate", afferma l´assessore all´Agricoltura Giovanni Barbagallo. "Si tratta dei bandi approvati rispettivamente a giugno e a ottobre, che assegnano contributi agli imprenditori agricoli per l´acquisto di terreni che servono a incrementare la superficie agricola utilizzata. Sul primo bando sono giunte in Regione oltre 120 domande, una settantina quelle ammesse e finanziate. Per il secondo bando le domande sono state 110. "Un riscontro positivo che dimostra come l´iniziativa della Regione rispondesse ad una effettiva esigenza delle aziende agricole Liguri ", ha commentato l´assessore. |
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SARDEGNA, NEL 2015 IL BANDO PER ASSEGNARE LE TERRE INCOLTE REGIONALI |
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Cagliari - "Accolgo con soddisfazione la proposta di legge illustrata dal gruppo di Sel in Consiglio per l´assegnazione, con contratti di locazione temporanei e agevolati, delle terre di proprietà della Regione Sardegna. Le strutture dell’assessorato e le Agenzie sono al lavoro su questo tema già dalla scorsa estate e prevediamo di pubblicare il bando nelle prime settimane del prossimo anno". Lo ha detto l´assessore dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale, Elisabetta Falchi, commentando la proposta di legge presentata alla stampa dai consiglieri regionali di Sinistra ecologia e libertà. "Ad agosto siamo partiti con un’azione di monitoraggio delle terre disponibili - ha spiegato l’esponente della Giunta Pigliaru - poi ci siamo concentrati nel definire le caratteristiche che dovrebbero avere le nuove imprese agricole e gli spazi di mercato su cui dovrebbero puntare. Si tratta di un progetto ambizioso che vuole dare risposte ai tanti giovani che vogliono investire in questo settore: il ritorno alla terra non deve apparire come un miraggio romantico, ma deve creare economia e occupazione". Le strutture dell´assessorato, incaricate di seguire la stesura del bando, assicurano che il progetto punterà da un lato sul ricambio generazionale, favorendo quindi i giovani imprenditori, dall´altro sulla valorizzazione dell´esperienza e dei saperi di chi giovane non è più. "Aiuteremo la nascita di queste nuove imprese - ha aggiunto Falchi - favorendo l’aggregazione, l´iscrizione alle organizzazioni di produttori e alle cooperative. Chi si assume la responsabilità di intraprendere questa strada lo dovrà fare come primo impegno occupazionale, perché la Regione Sardegna non è interessata a sostenere imprenditori part-time". Il bando, che riguarderà inizialmente i terreni delle Agenzie regionali, è inquadrato all’interno di un piano più ampio che, oltre a incoraggiare l’insediamento dei giovani in agricoltura, ha come obiettivo la razionalizzazione delle aziende agricole sarde. |
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IL FOOD INCONTRA LE INDUSTRIE CREATIVE: NUOVI ECOSISTEMI PER COMPETITIVITÀ
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La nuova sfida dei mercati per combattere la crisi passa anche dal cibo e dal mondo della creatività. Pare un assunto formidabile che questa mattina a partire dalle 9.30 sarà reso plastico e raccontato nell’ambito della Tavola Rotonda che si terrà nella sede dell’Università degli Studi di Bari (aula 4) nell’ex Convento di San Francesco nella città vecchia di Taranto, su “Il food incontra le industrie creative: nuovi ecosistemi per la competitività territoriale”. Il primo appuntamento del programma di “Campi Creativi” sviluppato grazie al progetto “Fooding – Valorization of traditional food products for competitiveness and innovation of Italiana n Greek Smes” cofinanziato dal Programma Interreg Grecia – Italia 2007-2013, punta dunque sulla cross-innovation. In poche parole – dice l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni - una innovazione che non nasce più solo dai processi produttivi di una singola azienda, ma fermenta nell’intreccio di esperienze e nelle partnership tra imprese a volte anche concorrenti. Una idea che abbiamo sviluppato anche nell’ambito più specifico dell’agricoltura pugliese spesso piacevolmente contagiata dalle dinamiche del turismo o dell’arte. E’ il caso, quello promosso dall’appuntamento di domani, di due segmenti importanti dell’industria pugliese e su cui si registra un gran fermento: l’industria della creatività e quella dell’agroalimentare. Un modello di business che ormai richiede ai manager e ai capi di impresa di non guardare più solo al settore specifico, ma di avere una capacità più ampia di osservazione che possa permettere contaminazioni vincenti. Il programma di domani, prevede la presentazione di casi di successo, brainstorming tra rappresentanti dei due settori e alcuni interventi istituzionali. L’iniziativa si svolge sotto l’egida della Regione Puglia Assessorato alle Risorse Agroalimentari, del Ciheam Istituto Agronomico del Mediterraneo di Bari, delle Province di Foggia e Taranto, delle Camera di Commercio di Bari e Achaia, delle Regioni greche dell’isole ioniche, dell’Epiro e del Western Greece e del Tecnological Educational Institute of Ionian Islands. |
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PRESENTAZIONE DELLA PIATTAFORMA ROBOTIZZATA DI PLANT PHENOMICS E DEL PROGETTO BIOGREEN. |
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La Basilicata torna sulla mappa delle eccellenze del mondo scientifico e della ricerca Sarà ospitata all´Alsia, Centro di Ricerche Metapontum Agrobios, a Metaponto, mercoledì 17 dicembre, la seconda giornata della conferenza internazionale dedicata alla bio-economia. I lavori inizieranno alle 9.00 con un focus sull´innovazione nel sistema agro-industriale e sugli esempi di connessione tra ricerca e impresa per la bio-economia, coordinato da Francesco Cellini, dirigente Alsia Crma. In programma, oltre la visita ai laboratori del centro di ricerca, gli approfondimenti dedicati al Cluster Biogreen della Basilicata e alle iniziative del Cnr in campo alimentare: l´Urtdi Metaponto e l´iniziativa National Plant Phenomics con Giuseppe Vendramin, direttore dell’ Istituto di Bioscienze e Bio Risorse del Cnr. Seguirà la relazione di Fabrizio Trigila del Parco Tecnologico Padano sul primo Parco Scientifico italiano nella bio-economia e il ruolo nello sviluppo di cluster, e sull´esperienza del Csagri dedicata all´intermediazione tra domanda e offerta di innovazione a cura di Massimo Iannetta, responsabile dell´unità tecnica "Sviluppo Sostenibile e Innovazione del Sistema Agro-industriale” del centro di ricerca Enea. Antonio Catalani, amministratore delegato Agroalimentare Sud, illustrerà il caso delle produzioni agricole sostenibili nella filiera orzo e birra, seguito dall´intervento di Alberto Paggiesi, responsabile Ricerca e Sviluppo di Valagro Spa, dedicato al tema "Global R&d networking to lead innovation in plant nutrition". In conclusione, le testimonianze di imprenditori agricoli lucani, tra cui Andrea Badursi, direttore generale dell´Op Assofruit che interverrà sul ruolo dell´innovazione nelle produzioni ortofrutticole, seguito da Giovanni Di Renzo dell´Università degli Studi della Basilicata sull´innovazione nella filiera lattiero-casearia nei Progetti Integrati di Filiera realizzati nell´ambito del Psr Basilicata 2007/2013. Dopo il dibattito, chiuderà i lavori Michele Ottati, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione Basilicata. |
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SCUOLA DELL´OLIO: A VILLA MONTEPALDI SEMINARIO SULLA MOSCA DELL´OLIVO |
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Firenze - "Andamento climatico e infestazione di mosca olearia: effetti sulla campagna olearia 2014 e considerazioni per il 2015": questo il tema del seminario che si terrà il 19 dicembre a villa Montepaldi di San Casciano Val di Pesa. L´iniziativa, rivolta ai tecnici che operano nella filiera olivicola-olearia, è della Regione Toscana ed è organizzata con il contributo del Servizio Fitosanitario Regionale, del Lamma e delle Istituzioni Scientifiche toscane che si occupano di entomologia, agronomia e meccanica agraria, relativamente alla coltivazione dell´olivo. L´obiettivo è quello di fare chiarezza su quanto è successo nell´annata 2014 e di affrontare con rigore scientifico il tema della lotta preventiva e curativa nei confronti della mosca delle olive. "Il 2014 – spiegano infatti gli organizzatori del seminario - verrà ricordato infatti come l´annus horribilis della produzione olivicola toscana. Altre annate in passato hanno manifestato criticità più o meno evidenti dovute alla infestazione di mosca olearia ma mai, a memoria di olivicoltore, si era materializzato un attacco così dannoso e diffuso su tutto il territorio regionale. Solo le aziende che dalla fine di giugno sino ad ottobre sono state in grado di effettuare correttamente tutti i trattamenti necessari a combattere il parassita, hanno potuto conseguire una produzione che, in base agli assaggi ed alle analisi di laboratorio, dimostra una buona qualità dell´olio. Gran parte delle aziende toscane invece hanno perso l´intera produzione o hanno interrotto la raccolta dopo le prime frangiture che hanno evidenziato caratteristiche chimiche ed organolettiche dell´olio non confacenti ai parametri dell´olio extravergine di oliva. Questa situazione ha determinato un fermento di idee e affermazioni tese a dare spiegazione al fenomeno e a fornire soluzioni per evitarne il ripetersi nel prossimo futuro, tra queste anche la necessità di ipotetici trattamenti invernali contro le forme svernanti dell´insetto." Di qui la giornata di lavoro nella quale saranno affrontati una serie di temi importanti. Sarà analizzato l´andamento meteo-climatico della stagione vegetativa 2013/2014 a confronto con quello degli ultimi 60 anni e verrà fatta l´analisi e il confronto dei dati della infestazione di mosca rilevati nella campagna 2014. Inoltre si affronterà il tema della bioecologia della mosca alla luce anche dell´annata olivicola 2014. Si illustreranno i fattori agronomici e la difesa fitosanitaria dell´oliveto e le tecniche di applicazione degli antiparassitari in olivicoltura, facendo il punto della situazione attuale e delle prospettive. L´iniziativa si colloca nel programma 2014 della Scuola dell´Olio, progetto che nasce da un protocollo di intesa sottoscritto da Regione e Unioncamere Toscana, e che affronta a 360 gradi i temi propri dell´olivo e dell´olio di qualità. La Scuola dell´Olio ha anche un sito internet: http://www.Scuoladellolio.it/. Ulteriori iniziative dedicate alle aziende e agli olivicoltori saranno realizzate sul territorio in forma diffusa attraverso l´attività della Scuola e delle Organizzazioni dei Produttori olivicoli toscani. Il seminario inizierà intorno alle 9,30 per concludersi intorno alle 13.30 |
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PRESENTATO IL PROGRAMMA DELLE INIZIATIVE DEL VENETO A EXPO 2015. ZAIA: “A QUESTA ESPOSIZIONE UNIVERSALE UNA REGIONE COME LA NOSTRA PUÒ SOLO ESSERE PROTAGONISTA” |
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Venezia - “Il Veneto sarà attore protagonista a Expo 2015”: non è una promessa, è una certezza quella espressa stamane a Venezia dal presidente della Regione, Luca Zaia, nel corso della presentazione del programma degli eventi che caratterizzeranno la presenza e la partecipazione del Veneto all’Esposizione Universale in programma a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre 2015. “Su un tema come ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ – ha detto Zaia – la nostra regione, il nostro territorio, per i valori che esprime, si candida naturalmente a un ruolo di primo piano in questa kermesse mondiale. E non solo dal punto di vista agroalimentare, settore nel quale con 160 mila aziende agricole e 350 prodotti tipici ha ben pochi rivali, ma anche per quello che riguarda il patrimonio culturale, storico e artistico, la vasta e consolidata esperienza produttiva e imprenditoriale, i grandi flussi turistici che il Veneto è in grado di attrarre”. “La Villa Veneta, uno degli elementi principali su cui è stata costruita l’immagine e che ha ispirato i contenuti della nostra presenza a Expo – ha sottolineato il Governatore – rappresenta perfettamente la grande laboriosità dei veneti, la voglia di fare che abbiamo, la forza con la quale affrontiamo la crisi a cui non ci vogliamo in alcun modo assoggettare: è il Veneto delle 600 mila imprese, dei 170 miliardi di euro di fatturato, di province come quella di Vicenza che esporta da sola più dell’intera Grecia. Per tutti questi motivi il Veneto, tra tante comparse, si candida a essere protagonista, anche per la contiguità territoriale, e non solo, alla Lombardia”. E’ stato ricordato che la spesa prevista per la partecipazione a Expo ammonta complessivamente a 5 milioni di euro, spalmati nel biennio 2014-2015, molti dei quali, circa la metà, serviranno per acquisire strutture e per creare infrastrutture che rimarranno anche dopo il grande evento, come le piste ciclabili, gli interventi sui siti museali, ecc. “Expo significa 20 milioni di visitatori – ha evidenziato Zaia – e si tratta di presenze qualificate di un pubblico interessato e attento che cercheremo di intercettare, ai quali si aggiungono le 250 delegazioni estere che significano contatti unici e preziosi. Un palcoscenico unico, insomma, che ci permetterà di presentare il Veneto nella sua interezza, cercando di vincere anche la sfida che risiede proprio nel riuscire a proporre l’intero, enorme patrimonio che offre la nostra terra. Una grande opportunità promozionale che non ci lasceremo sfuggire”. Dopo Zaia è intervenuto il presidente Luigi Brugnaro, presidente del comitato Expo Veneto, che ha illustrato le caratteristiche del portale in 25 lingue www.Expoveneto.it, già operativo, nel quale sono contenuti eventi, proposte e offerte, pubbliche e private, istituzionali e delle imprese, uno strumento informativo e promozionale, realizzato dal sistema produttivo, dagli enti e dalle associazioni del Veneto. “Una piattaforma che rimarrà aperta anche dopo la chiusura dei padiglioni milanesi – ha precisato Brugnaro –, perché vogliamo che l’Expo non sia un punto d’arrivo ma di partenza”. Infine, Matteo Zoppas, presidente delegato del Comitato Expo Venezia e di Confindustria Venezia, ha annunciato il taglio del nastro venerdì prossimo del nuovo padiglione espositivo e polifunzionale, un importante spazio permanente per congressi e manifestazioni, costruito in prossimità del Parco Scientifico Tecnologico Vega, che da maggio a ottobre prossimi ospiterà “Aquae Venezia 2015”, uno dei più importanti eventi collaterali di Expo. |
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