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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 20 Gennaio 2015
LOMBARDIA: 235 MILIONI PER EFFICIENTAMENTO ENERGETICO  
 
Milano, 20 gennaio 2015 - "Nei prossimi anni verranno stanziati 235 milioni di euro dai fondi regionali del periodo di programmazione comunitaria 2014-2020 e saranno dedicati alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici, al risparmio energetico delle nostre reti di pubblica illuminazione secondo una nuova concezione smart del servizio, alla promozione della mobilità elettrica e della banda larga". Ad annunciarlo l´assessore regionale all´Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia Claudia Maria Terzi, nel corso del suo intervento alla Seconda Conferenza di Valutazione ambientale strategica del Programma energetico ambientale regionale, a Palazzo Lombardia. Pear E Vas - "Con l´appuntamento di oggi - spiega Terzi - trova compimento una componente fondamentale del processo di costruzione del nostro Programma energetico ambientale regionale (Pear), ovvero la partecipazione, che nella Vas è lo strumento che garantisce qualità ambientale alle nostre decisioni e alle politiche che ne discendono. Nella Seconda Conferenza e nel Secondo Forum plenario si discute e ci si confronta sulla nostra proposta di Pear, lo strumento di pianificazione strategica della nostra Regione, che si pone come principale obiettivo la riduzione di energia da fonti fossili". Solide Basi - "Sono molto orgogliosa del documento che abbiamo composto - prosegue la titolare regionale dell´Ambiente -, che poggia su solide basi di raccolta e analisi di informazioni e dati, ricco di spunti ma concentrato sulla riduzione dei consumi di energia da fonti fossili tradizionali, con una non meno importante riduzione delle emissioni di gas climalteranti". "Questa è la nostra idea di sviluppo sostenibile - aggiunge Terzi -, improntato sulla produzione, non sulla riduzione della stessa, ma in maniera più efficiente. Una nuova economia, in grado di creare nuovi valori occupazionali sul territorio, rilanciando il settore edilizio, esaltando il contributo delle fonti rinnovabili e diffondendo servizi innovativi per l´efficienza energetica". Risorse E Corresponsabilità - "Il Pear, per raggiungere questi obiettivi, - chiosa ancora Terzi - ordina la propria piattaforma di intervento e concentra un importante portafoglio di risorse economiche: oltre 150 milioni di euro verranno messi in circolo nei prossimi anni dai fondi regionali del periodo di programmazione comunitaria 2014-2020. Queste risorse rappresentano l´impegno consistente della Regione Lombardia ad affermare un´azione guida, che deve stimolare l´emulazione da parte di tutti i settori chiave della vita sociale ed economica delle nostre comunità". "La corresponsabilità, e con essa la compartecipazione agli obiettivi e agli sforzi per il loro raggiungimento, - conclude Terzi - è la chiave di volta del Pear e la condizione necessaria per la concreta realizzazione di un futuro di sostenibilità energetica e di green economy per la Lombardia".  
   
   
TOSCANA: BANDI PER L´EFFICIENTAMENTO ENERGETICO: IL 26 UN INCONTRO PER ILLUSTRARLI  
 
Firenze 20 gennaio 2015 - Dopo la pubblicazione dei bandi che anticipano la programmazione Por Fesr 2014-2020 per la promozione di azioni per l´efficientamento energetico delle imprese, la Regione, in collaborazione con Sviluppo Toscana, ha organizzato un incontro per illustrare i bandi stessi e le modalità operative per la presentazione delle domande sul portale dedicato. L´incontro si svolgerà nella mattinata di lunedì 26 gennaio con inizio alle ore 9,30 presso la Sala Auditorium del Consiglio regionale (via Cavour, 4 – Firenze). Parteciperà l´assessore regionale all´ambiente e all´energia Anna Rita Bramerini. I bandi si possono trovare ai seguenti indirizzi: http://www.Regione.toscana.it/-/por-creo-2014-2020-contributi-per-l-efficientamento-energetico-degli-immobili  http://www.Regione.toscana.it/-/por-creo-2014-2020-contributi-per-efficientamento-energetico-della-produzione    
   
   
SFRATTI PER MOROSITÀ INCOLPEVOLE AL VIA LA RACCOLTA DELLE DOMANDE DEGLI INQUILINI CON CONTRATTO DI LOCAZIONE SUL LIBERO MERCATO, MOROSI INCOLPEVOLI, PER ACCEDERE AI CONTRIBUTI STANZIATI APPOSITAMENTE DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE, DALLA REGIONE LOMBARDIA E DAL GOVERNO  
 
 Milano, 20 gennaio 2015 - A partire dal 19 gennaio, i nuclei familiari titolari di contratto di locazione sul libero mercato che per una sopravvenuta impossibilità non hanno provveduto al pagamento del canone locativo, a ragione della perdita o della consistente riduzione della loro capacità reddituale, possono presentare domanda per l’erogazione di un contributo messo a disposizione dalla Regione Lombardia, a valere sull’annualità 2014. Per accedere al contributo in questione è necessario presentare apposita domanda, tesa a individuare gli inquilini morosi che siano in possesso dei requisiti e della condizione di incolpevolezza secondo gli specifici criteri definiti dal Decreto Ministeriale n. 202/2014 e dalla Deliberazione della Giunta Regionale X/2648/2014, riportati nell’Avviso. Il modello della domanda e l’Avviso sono scaricabili nella sezione “Allegati” . La domanda, debitamente compilata e sottoscritta dal richiedente, deve essere presentata presso il Settore Zona del Decentramento Cittadino del Comune di Milano dove il richiedente ha la propria residenza. Per il Settore Zona 5 la domanda può essere presentata, solo ed esclusivamente previo appuntamento telefonico, nei giorni ed orari di seguito indicati, a far data dal 19 gennaio 2015 e fino al 30 aprile 2015. Non è ammessa nessun’altra modalità di presentazione della domanda. Non saranno prese in considerazione le domande consegnate dopo il suddetto termine, essendo il 30 aprile 2015 termine perentorio di presentazione. Per concordare un appuntamento o per ricevere informazioni è possibile rivolgersi ai numeri di telefono: 02.884.54128 / 02.884.58534  
   
   
FVG: APPROVATO REGOLAMENTO RECUPERO EDIFICI AREE URBANE  
 
Trieste, 20 gennaio 2015 - La Giunta regionale, su proposta dell´assessore regionale all´Edilizia, Mariagrazia Santoro, ha approvato il 18 dicembre 2014 il regolamento per l´erogazione dei contributi a favore di interventi di recupero, riqualificazione o riuso del patrimonio immobiliare privato in stato di abbandono o sottoutilizzato. "Oggi - ha affermato Santoro - si perfeziona il percorso di attuazione delle politiche per la riqualificazione delle aree urbane. Con questo provvedimento diamo concretezza al principio del consumo zero di territorio, incentivando gli interventi di recupero del patrimonio esistente, per i quali abbiamo già messo 3 milioni di euro nell´assestamento di bilancio e altri 10 sono previsti nella finanziaria in approvazione". "Il Friuli Venezia Giulia - ha aggiunto - sarà un esempio nazionale di riconversione delle politiche della casa, capace di invertire la rotta sul consumo del territorio e fare del contenimento del consumo di suolo la leva per un rinnovato sviluppo dell´economia del settore edile". "Con questa politica - ha evidenziato Santoro - promuoviamo la valorizzazione e razionalizzazione del territorio regionale, migliorando le condizioni di vivibilità dei centri abitati con beneficio anche per l´economia produttiva, commerciale e turistica". Il regolamento stabilisce che sono finanziabili gli interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo volti al recupero, riqualificazione e riuso del patrimonio immobiliare privato, all´interno delle zone classificate A e B0 o su singoli edifici a queste equiparati. I contributi sono assegnati con procedimento a bando e formazione di graduatoria in base a punteggi assegnati secondo diversi criteri premiali quali l´incremento della classe energetica dell´edificio, l´aumento della sicurezza sismica, la destinazione di prima casa dell´immobile su cui si prevede l´intervento o la realizzazione di alloggi di edilizia convenzionata e il numero di alloggi da realizzare. Beneficiari del contributo possono essere sia le persone fisiche sia i soggetti privati diversi dalle persone fisiche titolari del diritto di proprietà, anche pro quota, sui beni immobili che rientrano tra quelli definiti in stato di abbandono o in sottoutilizzo. Sono esclusi dal finanziamento gli interventi che ricadono in aree ad alta pericolosità idraulica e idrogeologica. Il regolamento definisce edifici in stato di abbandono gli immobili, con qualunque destinazione d´uso, non utilizzati alla data di entrata in vigore della legge regionale 15/2014 (8 agosto 2014) e in possesso del certificato di inagibilità; sono invece "edifici in stato di sottoutilizzo" gli immobili con destinazione residenziale che, alla medesima data, risultano non occupati o occupati da un numero di soggetti minore al 30 per cento rispetto a quello massimo insediabile in base ai parametri di legge. Il contributo per gli interventi attuati da persone fisiche è pari al 50 per cento della spesa; per gli interventi che prevedono la realizzazione di alloggi residenziali, non può superare l´importo di 40mila euro per alloggio. Il contributo per gli interventi attuati da soggetti privati diversi dalle persone fisiche è pari al 50 per cento della spesa; per gli interventi che prevedono la realizzazione di alloggi residenziali, il contributo non può superare l´importo di 30.000,00 euro per alloggio. Il 40 per cento delle risorse disponibili è destinato a finanziare le domande presentate da persone fisiche, il restante 60 per cento è destinato a finanziare le domande presentate da soggetti privati diversi dalle persone fisiche.  
   
   
UE: ASSESSORE VENETO PRESENTA A COMMISSIONE EUROPEA PROPOSTA DI ESTENSIONE MARCHIO IGP A PRODOTTI NON AGRICOLI  
 
Venezia, 20 gennaio 2015 - Estendere la protezione delle indicazioni geografiche dell’Unione Europea ai prodotti non agricoli: è quanto propone il parere predisposto per il Comitato delle Regioni dall’assessore della Regione del Veneto Marialuisa Coppola, che lo ha presentato oggi a Bruxelles, nel corso di un convegno internazionale organizzato dalla Commissione europea. Il parere è già stato approvato all´unanimità dalla commissione affari economici del Comitato delle Regioni lo scorso dicembre e sarà approvato in via definitiva a febbraio. Poi il documento sarà inviato a nome di tutte le istituzioni regionali e locali dell´Ue al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio dell´Unione Europea. L´assessore Coppola ha sottolineato diversi elementi a sostegno dell’estensione della protezione delle indicazioni geografiche ai prodotti non agricoli. “Le regioni europee – ha fatto rilevare - sono ricche di prodotti non agricoli legati al saper fare tradizionale, spesso mantenuto in vita dalle micro e piccole imprese, come in Veneto. Un’adeguata valorizzazione e protezione di questi prodotti potrebbe contribuire allo sviluppo dell’Ue locale e regionale, soprattutto dal punto di vista economico e sociale, preservando il patrimonio artistico e culturale, arginando deprecabili fenomeni di contraffazione ed imitazione. Per questo ho proposto, con l’appoggio del Comitato delle Regioni, che si intervenga per uniformare in un unico regime europeo i regimi oggi presenti in maniera non uniforme in alcuni Stati membri”. “Una protezione armonizzata delle Ig per i prodotti non agricoli – ha aggiunto l’assessore veneto - contribuirebbe a rafforzare il mercato interno all´Unione europea, grazie a diversi effetti positivi diretti (tra cui la possibilità di accedere a fondi di promozione e preservare l’occupazione nelle aree economicamente fragili) e indiretti, come le possibili ricadute turistiche. L’estensione della protezione delle Ig ai prodotti non agricoli racchiude inoltre potenziali benefici per i consumatori, che avrebbero uno strumento in più per compiere scelte di consumo consapevoli, potendo meglio individuare autenticità, originalità e qualità dei prodotti. Va considerato anche che avere una posizione unitaria rafforzerebbe l’Ue nella negoziazione di accordi commerciali o in azioni di protezione dei propri prodotti nei mercati stranieri”. L´assessore Coppola ha auspicato che si possa raggiungere un regime di protezione delle Ig dei prodotti non agricoli più semplice rispetto a quello esistente per i prodotti agricoli, prevedendo non più di due livelli distinti di legame con il territorio, corrispondenti all’attuale differenziazione tra prodotti agricoli Dop (legame più forte) e Igp (legame meno forte). A differenza di quanto avviene per i prodotti alimentari, tuttavia, la proposta ipotizza un regime di protezione più semplice tramite etichettature facilmente riconoscibili nella lingua d’origine e/o in inglese, evitando un eccessivo proliferare di marchi che potrebbero creare confusione. "Il livello di protezione concesso alle Ig non agricole deve permettere di tutelare i diritti dei nostri produttori, troppo spesso danneggiati dalle imitazioni", ha sottolineato. “Ora resta più che mai centrale – ha concluso l’assessore Coppola - continuare a lavorare con la Commissione su questo tema per arrivare a un risultato concreto. Si tratta di un provvedimento strategico che può aiutare non poco moltissime imprese locali. Pensiamo, solo in Veneto, ai benefici che potrebbero trarne produzioni artigianali di eccellenza, che proprio recentemente hanno visto anche nel riconoscimento dei distretti produttivi una prima parte di questa positiva ed innovativa filosofia di valorizzazione".  
   
   
ILVA, MINISTRO GUIDI RICEVE AZIENDE FORNITRICI: MASSIMA ATTENZIONE DURANTE AMMINISTRAZIONE STRAORDINARIA  
 
Roma, 19 gennaio 2015 - Il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha ricevuto nella tarda serata i rappresentanti delle aziende fornitrici dell´Ilva. Durante l´incontro il Ministro ha assicurato, anche durante l´imminente avvio della fase di procedura di amministrazione straordinaria del Gruppo siderurgico di Taranto, la massima disponibilità a tutelare i crediti maturati dalle aziende dell´indotto attraverso tutte le forme che potranno essere attuate.  
   
   
NASCE LA CAMERA DI COMMERCIO DEL MOLISE  
 
Campobasso e Isernia, 20 gennaio 2015 - Il 29 dicembre 2014 i Consigli delle Camere di Commercio di Campobasso ed Isernia hanno deliberato l’accorpamento dei due enti camerali con la costituzione della Camera di Commercio del Molise. Tale unificazione permette di: rendere il sistema più vicino alle nuove esigenze delle imprese e dei territori, garantendo lo stesso standard e il livello dei servizi a favore delle imprese su tutto il territorio regionale; garantire una maggiore efficacia ed efficienza dei servizi; essere disponibili a gestire nuove funzioni delegate nell´ambito del turismo, trasporto, ambiente, agricoltura e mercato del lavoro; concentrare le attività promozionali e le risorse delle Camere sulle priorità strategiche quali "Agenda digitale", "Interventi per l´occupazione" "Accesso al credito non bancario per le pmi", "Infrastrutture e logistica", "Efficientamento e riduzione dei costi energetici per le imprese"; Ancor di più, la nascita della Camera di Commercio del Molise risponderà ad un disegno strategico per lo sviluppo dei territori, garantendo la presenza di un unico soggetto istituzionale a livello regionale in grado di fornire adeguate risposte alle esigenze delle imprese molisane. La Camera unica regionale consente infatti di avere un unico interlocutore nei confronti delle imprese della Regione e, concentrando le risorse a disposizione, di mettere in campo iniziative promozionali ed interventi a favore delle imprese con un maggiore impatto sul territorio. La mission del sistema camerale è da sempre quella di essere vicini a imprese e consumatori, qualificandosi come il soggetto pubblico che affianca, accompagna, aiuta e stimola l’impresa in tutte le fasi della vita aziendale. In un contesto come quello attuale è necessario rendere il sistema ancora più efficiente al fine di liberare maggiori risorse per il nostro territorio e la creazione della Camera unica regionale punta proprio a valorizzare tutti quegli aspetti che negli anni hanno fatto delle Camere di Commercio “la casa delle imprese”, anche attraverso approcci personalizzati con le imprese stesse che consentano di intercettare al meglio i fabbisogni e promuovere i servizi richiesti. Con questo processo di autoriforma la Cdc del Molise si candida a diventare un nuovo modello di istituzione – vitale, dinamica, propositiva, semplice e “amica” – al servizio delle imprese e della Regione.  
   
   
SAN MARINO – ITALIA: FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA PER PARCO SCIENTIFICO TECNOLOGICO  
 
 Roma, 20 gennaio 2015 - Il Ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi e il Segretario di Stato per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio Marco Arzilli hanno firmato il 18 dicembre 2014, presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, un Protocollo d’Intesa per “l´implementazione di un sistema strutturato di rapporti volto allo sviluppo dell´innovazione, in particolare la realizzazione del Parco scientifico tecnologico San Marino-italia a sostegno della competitività e dell´internazionalizzazione delle imprese”. Con questa firma il Mise e la Segreteria Industria “si impegnano a consolidare il reciproco operato per intensificare le relazioni commerciali e favorire la cooperazione economica ed industriale fra i due Paesi, soprattutto nei settori innovativi ed ad alto contenuto tecnologico attraverso l´utilizzo delle rispettive risorse e potenzialità, nell´obiettivo di un reciproco interesse”. Innovazione e internazionalizzazione sono due ambiti di immediata e concreta collaborazione tra il Titano e l´Italia, previsti dall´Accordo di collaborazione del 2009 e ricordati dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano nel corso della sua visita a San Marino. Dopo l´incontro del luglio scorso tra il Segretario Arzilli e il Ministro Guidi, si è giunti alla stesura del Protocollo che definisce obiettivi e metodologia di lavoro, introducendo la costituzione di un Comitato permanente di collaborazione. Una formula che supera quindi la componente politica, destinata a continui avvicendamenti, ma si affida a un tavolo tecnico permanente, cui si demanda la realizzazione di quanto previsto dal protocollo, in particolar modo – come previsto dall’articolo 3 - la realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico San Marino-italia e le azioni volte alla internazionalizzazione delle imprese. “Quella di oggi è una firma molto importante – ha commentato il Segretario Arzilli – che sancisce la volontà dei nostri due Paesi di lavorare insieme sulla strada dello sviluppo economico, dell’innovazione tecnologica e dell’internazionalizzazione, aiutandosi e supportandosi a vicenda. Una volontà sottolineata dalla scelta di creare il Comitato permanente di collaborazione, di affidare quindi ai tecnici e non alla politica la realizzazione degli obiettivi prefissati”.  
   
   
TRENTINO: TIENE L´OCCUPAZIONE, STRATEGICO INVESTIRE IN CAPITALE UMANO E INNOVAZIONE  
 
Trentino, 20 gennaio 2015 - In Trentino l´occupazione tiene, anche se la disoccupazione giovanile è in crescita; il Pil cala per effetto della crisi e delle dinamiche demografiche, in linea con il resto del Nord-est; la distribuzione del reddito rimane stabile, con una lieve crescita dei redditi da lavoro dipendente e da pensione ed un calo dei profitti da impresa e del reddito da lavoro autonomo; calano anche le iscrizioni dei giovani trentini all´università, considerando sia l´ateneo trentino sia quelli esterni. Quello che emerge dal Rapporto sulla situazione economica e sociale del Trentino 2014 (con dati riferiti agli anni immediatamente precedenti) elaborato dall´Irvapp, l´Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche della Fbk, esaminato oggi dalla Giunta provinciale assieme al direttore dell´Istituto Antonio Schizzerotto, ordinario di Sociologia presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell´Università di Trento, è un Trentino che "tiene" sul versante del sociale e dell´equità complessiva del sistema, e che deve "spingere" di più sulla crescita economica e l´imprenditorialità. Fra i suggerimenti alla classe dirigente, mantenere alta l´attenzione sulle politiche per il diritto allo studio, indirizzate a chi frequenta la scuola superiore, per contrastare la tendenza non iscriversi all´università, che alla lunga potrebbe generare dei problemi sul fronte del capitale umano. Infine, strategico si conferma l´accesso alla banda larga da parte delle imprese (fattore che può generare un +15% del fatturato). Vediamo più da vicino alcune delle evidenze contenute nel rapporto. Innanzitutto, la variazione del Pil, prendendo come riferimento iniziale l´anno 2007: ovviamente c´è stato un calo dall´inizio della crisi, una leggera ripresa nel periodo 2010-2011, e poi un ulteriore declino (fatto 100 il 2007, nel 2013 l´indice Trentino è a 93,6 , quello del Nord Est a 91,9 e quello dell´Italia a 91,5). L´indice del pil pro capite mostra un declino più accentuato, ma dovuto solo in parte agli effetti della crisi; qui a pesare è anche il trend demografico che vede in crescita da un lato gli ultrasessantacinquenni e dall´altro le persone fra i 15 e i 24 anni, ovvero le fasce della popolazione meno produttive, più "esterne" rispetto al mercato del lavoro. Invecchiamento della popolazione e fenomeni determinati dalla mobilità geografica hanno comportato insomma una crescita della popolazione più giovane e più anziana, mentre la fascia mediana è rimasta sostanzialmente stabile, e in assenza di crescita del Pil generale, era inevitabile un calo del valore medio del Pil pro-capite. La disuguaglianza fra i redditi (misurata con l´indice di Gini e per il periodo 2007-2012) non conosce grandi variazioni e soprattutto non cresce: in Trentino, insomma, rispetto al altre realtà, non accade che i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri più poveri. Salgono un po´ i redditi da pensione e da lavoro dipendente, mentre calano i profitti da imprese (a causa fra le altre cose del calo di produttività per addetto e della difficoltà ad acquisire nuove quote di mercato) le rendite da capitale e, sensibilmente, il reddito prodotto dal lavoro autonomo. Sul versante occupazionale, come dicevamo, il Trentino tiene meglio rispetto al resto dell´Italia, anche se rimane sotto i valori della Germania. Anche in Trentino, però, cresce la disoccupazione giovanile, che sale a quasi il 15%, per quanto questa percentuale sia comunque a circa un terzo della media nazionale. Va detto che molti dei giovani inattivi, almeno fino ai 18 anni, sono ancora alle prese con il loro percorso di formazione. Rimanendo in tema, gli indici di scolarità media in Trentino rimangono alti; la quota di giovani che ha abbandonato anzitempo gli studi nel 2012 è del 12%, più bassa della media italiana (17,6%), del Nord Est (14,7) e anche di Bolzano (19,5). Insomma, i giovani trentini a scuola ci vanno e anche, si può immaginare, volentieri. La situazione si complica al passaggio all´università: il dato 2012 registra un ulteriore sensibile calo delle iscrizioni rispetto all´anno di riferimento, in questo caso il 2003; si è passati quindi in 10 anni da una percentuale del 69% (ma nel 2004 era salita ad oltre il 71%) ad una percentuale attorno al 60%. A cosa può essere dovuto questo calo? In parte, certo, ancora una volta, agli effetti della crisi, che riduce le disponibilità economiche delle famiglie e spinge alla ricerca di un lavoro, ma in parte, secondo il professor Schizzerotto, anche a fattori extralocali, in particolare alla crisi che sta attraversando la laurea triennale, che non offre ai giovani un grande valore aggiunto per il loro ingresso nel mondo del lavoro. Per contrastare questa tendenza, che a lungo andare potrebbe porre un problema di capitale umano, il Trentino dovrà continuare ad investire nelle politiche di diritto allo studio e anche "irrobustirle", e questo fin dalle scuole superiori, ovvero nella fase precedente al passaggio all´università. Un ultimo sguardo infine al panorama imprenditoriale. La fotografia dell´imprenditore medio in Trentino è: di sesso maschile, di età avanzata (la classe d´età compresa fra i 18 e i 39 anni esprime il 21% degli imprenditori), con un titolo di studio non molto alto. Questa situazione può comportare problemi sia sul versante della produttività del lavoro sia su quello dell´innovazione e della competitività. In generale il sistema delle imprese in Trentino si regge ancora molto sulle "catene familiari", su una attività che passa di padre in figlio. I soggetti che hanno meno chance di aprire un´attività imprenditoriale? Le donne e i giovani, anche se laureati. Per quanto riguarda gli investimenti pubblici in innovazione, in particolare della banda larga, essi si confermano invece un fattore determinante. Le imprese che hanno accesso alla banda larga registrano una crescita media del fatturato del 15%. Anche qui, però, va detto che le imprese condotte da imprenditori anziani e con un basso titolo di studio l´effetto non beneficiano di questa opportunità.