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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 22 Marzo 2011
RINNOVABILI DI NUOVO AL CENTRO DELL’ATTENZIONE. L’EUROPA RIPENSA IL MIX ENERGETICO. E L’ITALIA?  
 
 Bruxelles, 22 marzo 2011 – Sicurezza energetica di nuovo al centro della discussione. L’instabilità nord-africana e il disastro giapponese sono un forte invito a riflettere sul mix energetico: nello stesso momento emergono dubbi sulla promessa nucleare mentre le rinnovabili mostrano un potenziale inatteso. Alla conferenza, svoltasi il 15 marzo, “Renewable Energy Strategy for Europe”, organizzata da Aper, sono state presentate e messe a confronto diverse esperienze nazionali, discusse con il Vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani in merito alla politica industriale ed energetica di lungo termine. Gli esempi di Spagna e Germania hanno mostrato come le rinnovabili possano risolvere il “dilemma del mix di approvvigionamento” ma anche che esiste un potenziale di crescita ulteriore inatteso. Il caso Germania evidenzia due concetti: certezza delle regole e visione di lungo termine, mentre la Spagna mostra l’interessante reazione di un Paese energicamente dipendente che è riuscito a creare indipendenza e ricchezza. Per quanto riguarda l’Italia, Carlo Durante, Consigliere Aper, ha dichiarato: “L’ue non ha ancora completato il suo lavoro, per quanto ci riguarda. L’adozione della Direttiva 28/09 è un fallimento: l’Italia è e resta un Paese non in grado di raggiungere gli obiettivi né di essere fra i leader nella rivoluzione energetica. Il nostro è un ritardo non governato: ci candidiamo ad essere eternamente alla rincorsa, senza né dominare né capire le nuove tecnologie” Patrizia Toia, Vicepresidente della Commissione Itre del Parlamento Ue ha invece riportato le più recenti posizioni della Commissione in conseguenza dei recenti avvenimenti e pertanto la convinzione della necessità di ripensare il mix energetico in maggior favore per le rinnovabili, mentre Antonio Tajani ha riconosciuto il ruolo crescente delle rinnovabili nel futuro mix e dichiarato la necessità di dotarle di adeguato supporto per garantirne lo sviluppo.  
   
   
APER SPIEGA IL DECRETO RINNOVABILI INCONTRO INFORMATIVO SUI CONTENUTI DEL TESTO E SUGLI EFFETTI DELLE PRINCIPALI DISPOSIZIONI IN ESSO CONTENUTE  
 
Milano, 22 marzo 2011– Le novità del decreto legislativo di recepimento della direttiva 28/2009/Ce sono state tali da destare comprensibile preoccupazione negli operatori del settore e nelle varie Associazioni di categoria. Al fine di comprendere i perché di questo decreto, le sue premesse, le controproposte che sono state discusse e le conseguenze della sua adozione, Aper organizza giovedì 31 marzo 2011, presso la sala Maggiore del Centro Congressi Fast, un pomeriggio con gli operatori del settore. Saranno dapprima illustrate le proposte che Aper ha preparato e discusso con il Governo e le altre Associazioni di categoria e descritte le azioni intraprese al fine di evitare impatti negativi sugli operatori, sugli investimenti, sui lavoratori. Per ciascuno dei settori delle rinnovabili (fotovoltaico, bioenergie, eolico, idroelettrico) saranno analizzati i nodi ancora da sciogliere e le principali criticità che emergeranno post-decreto. Un focus specifico sarà dedicato alla modifica della struttura degli incentivi, con particolare attenzione ai Certificati Verdi e al loro periodo transitorio. Inoltre, saranno prese in esame le criticità giuridiche del decreto e le azioni che Aper potrà intraprendere a difesa del settore e degli operatori. L´incontro aperto al pubblico e gratuito per gli Associati Aper, ma con obbligo di registrazione. Per i non Associati è prevista una fee d’ingresso di 360 euro iva inclusa. Formazione@aper.it    
   
   
TOSCANA, ROSSI SU RINNOVABILI: “PROROGARE GLI INCENTIVI PER TUTTO IL 2011”  
 
Firenze, 22 marzo 2011 - La proroga degli incentivi alle rinnovabili fino al 31 dicembre di quest’anno, tutelando gli investimenti in atto , e un rientro “scalare” del sistema degli incentivi come praticato dagli altri paesi europei. Questa la proposta avanzata dal presidente Enrico Rossi e fatta propria in maniera unitaria e condivisa dai tanti partecipanti – più di un centinaio di persone tra amministratori, consiglieri regionali, imprenditori, sindacalisti, lavoratori e quattro parlamentari – intervenuti all’incontro convocato dal presidente per discutere gli effetti preoccupanti del decreto legislativo sugli incentivi alle rinnovabili in vista del tavolo in programma domani col governo. All’incontro la Regione sarà rappresentata dall’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini. L’ altra richiesta che verrà avanzata al governo è, come ha annunciato Rossi, “la riattribuzione della potestà sulle concessioni per la geotermia, che il decreto ci ha sottratto pur essendo l’energia una materia concorrente. Su questo punto siamo pronti a ricorrere alla Corte costituzionale. Peraltro le concessioni geotermiche andrebbero ricontrattate e dovrebbe esserci un maggiore riconoscimento del contributo importante che questa fonte di energia toscana dà al raggiungimento dell’obiettivo europeo del 20/20/20”. “Le vicende di questi giorni – ha proseguito Rossi – con il rischio nucleare da un lato e i pericoli per l’approvvigionamento delle energie fossili dalla Libia e dal Mahgreb, confermano quanto la scelta delle rinnovabili sia una scelta saggia, strategica e condivisa, una scelta di futuro per l’economia toscana. Per questo chiediamo, ed è la nostra linea del Piave, che il governo confermi gli investimenti in corso almeno per tutto quest’anno, anche se conveniamo che è necessario un riequilibro del mercato, ma sulla base di una diminuzione progressiva programmata dei supporti statali. E’ quanto hanno fatto gli altri paesi in Europa”. Rossi ha anche ribadito che la Regione Toscana sta lavorando per inserire nel Piano regionale di sviluppo un distretto delle energie rinnovabili, che si affianchi agli altri distretti innovativi della Regione, come quello delle scienze della vita o quello ferroviario. All’incontro in sala Pegaso è intervenuto anche il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, affermando che “purtroppo anche per le rinnovabili assistiamo ad un percorso tipico nei rapporti del Governo con le Regioni e i Comuni, con un uso stressato della delega sulla legislazione concorrente, nella quale ricade la politica energetica. In Conferenza unificata Stato-città avevamo chiesto chiesto alcune modifiche al decreto ed erano state accolte. Nelle sue scelte finali il Governo, invece, le ha completamente stravolte nei termini che conosciamo e di cui oggi siamo qui a chiedere il ritiro.Il settore delle energie rinnovabili è quello dove si sono orientati tanti giovani imprenditori, togliere gli incentivi tout court significa affossare uno dei pochi settori innovativi che attraggono le nuove generazioni e che sono in fase di sviluppo”. Tra i tanti che hanno preso la parola dichiarandosi contrari a un decreto “cervellotico” e “ammazza pannelli” e condividendo in pieno le richieste formulate dal presidente Rossi, numerosi sindacalisti, rappresentanti di Confindustria, Cia e Cna, imprenditori. Come il direttore di Power One, Giuseppe Ricci, e come Sebastiano Gattorno della Easy Green che dovrebbe rilevare la Isi di Scandicci coi suoi 370 lavoratori in cassa integrazione, ma chiede al governo “certezze per uno dei pochi settori industriali che funzionano”. Per l’Upi è intervenuto il vicepresidente della provincia di Grosseto Marco Sabatini. Consenso all’iniziativa di Rossi è stato espresso anche dal consigliere Pdl Nicola Nascosti che ha partecipato all’incontro.  
   
   
APER ESPRIME LA PROPRIA POSIZIONE DOPO L’INCONTRO CON IL GOVERNO SUL DECRETO RINNOVABILI  
 
 Milano, 22 marzo 2011 - Aper ritiene l´incontro del 18 marzo con i Ministri Romani, Prestigiacomo e Galan sul decreto rinnovabili, svoltosi a Roma dalle 15,30 alle 17,30 e convocato con particolare riferimento alla revisione delle norme sul fotovoltaico, un primo punto di partenza, ancora interlocutorio. L’associazione sospende il giudizio in attesa di meglio comprendere nei tavoli tecnici dei prossimi giorni - a cui chiederà di partecipare - la volontà reale del Governo ad accogliere i principi ancora una volta con fermezza ribaditi da Aper nel suddetto incontro: la tutela del legittimo affidamento del terzo  
   
   
NUOVE ENERGIE DAL BOSCO: PRESENTAZIONE DELLO STUDIO SUL POTENZIALE PRODUTTIVO DEI BOSCHI DELL’APPENNINO PARMENSE  
 
 Parma, 22 marzo 2011 – Uno studio sul potenziale produttivo dei boschi dell’Appennino Parmense. È quanto è stato presentato ieri nel corso dell’incontro dal titolo “Nuove energie dal bosco”, organizzato dall’Ente di piazza della Pace, in collaborazione con Agriform, in occasione dell’anno internazionale delle foreste. Lo studio, realizzato con i finanziamenti della misura 341 del Piano di Sviluppo rurale (Psr), fa il punto sull’attuale utilizzo della risorsa forestale e stima il potenziale di biomassa legnosa ritraibile, attraverso un uso sostenibile del bosco e quindi un uso calibrato sul ciclo di accrescimento dei boschi che non intacchi il capitale naturale. In particolare, dallo studio emerge un potenziale produttivo consistente che potrebbe essere valorizzato attraverso filiere corte legno-energia a servizio di utenze termiche del territorio montano, con benefici a livello locale sul piano dell’occupazione, della riduzione del consumo di combustibili fossili e della gestione e fruibilità dei boschi. Filiere che potranno trovare opportunità di sostegno e finanziamento già nel corso di quest’anno, grazie alle misure 311.3 e 321.3 del Piano di sviluppo rurale. L’incontro di lunedì si è aperto con i saluti del presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli e l’introduzione del vicepresidente Pier Luigi Ferrari. A seguito diversi interventi: Stefano Zanzucchi dello Studio Zanzucchi interverrà su “Il potenziale produttivo delle biomasse forestali dell’Appennino parmense”, Nicola Dall’olio del Servizio Agricoltura e Risorse naturali della Provincia approfondirà “Le potenzialità locali della filiera forestale legno-energia”, Giovanni Pancaldi del Servizio Aiuti alle imprese della Regione Emilia Romagna parlerà delle “Misure del Psr a sostegno del settore forestale”, mentre Bruno Giau della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino illustrerà le “Prospettive del settore forestale di fronte alle nuove opportunità”.  
   
   
EDISON: BILANCIO DI GRUPPO 2010 IN PAREGGIO PER MERCATO GAS E SVALUTAZIONI  
 
Milano, 22 marzo 2011 – Il Consiglio di Amministrazione di Edison, riunitosi ieri, ha esaminato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2010. Andamento della gestione del Gruppo - Nell’anno appena trascorso la domanda di energia elettrica è cresciuta dell’1,8%, quella di gas del 6,6%, attestandosi tuttavia su livelli ancora inferiori a quelli pre-crisi del 2008 (-3,9% per l’energia elettrica e -2% per il gas). Le previsioni, ipotizzano un ritorno della domanda energetica ai livelli pre-crisi soltanto nel medio termine, prospettando per i prossimi anni il permanere di una fase di incertezza. Nel settore elettrico gli effetti negativi del rallentamento della domanda sono stati ulteriormente amplificati dall’ingresso nel mercato di nuova capacità produttiva. L’entrata in esercizio di nuove centrali a ciclo combinato e a carbone, frutto di decisioni di investimento elaborate in uno scenario di riferimento strutturalmente diverso rispetto a quello attuale, ha determinato una forte pressione competitiva sui prezzi di vendita dell’elettricità e sulla relativa marginalità. Il mercato del gas sta vivendo una fase ancor più delicata e imprevedibile, che ha le caratteristiche di una vera e propria bolla e che interessa tanto l’Italia quanto l’Europa. La forte riduzione del livello di domanda è stata aggravata, da una parte dall’aumento, avvenuto nell’ultimo quinquennio, di circa il 25% della capacità complessiva di importazione sia in Europa sia in Italia e dall’altra dall’arrivo sui principali hub europei di considerevoli quantitativi di gas spot (soprattutto Lng). Lo sviluppo della produzione di gas non convenzionale negli Usa ha infatti reso autosufficiente l’economia statunitense, rendendo disponibili ingenti quantitativi di gas liquefatto (Lng) sui mercati internazionali. L’afflusso di questi quantitativi di gas spot sugli hub europei ha determinato un progressivo e radicale disallineamento fra il prezzo del gas spot ed il costo di quello legato ai tradizionali contratti di acquisto di lungo termine, correlati all’andamento delle quotazioni del brent. Sul fronte delle vendite al mercato civile e industriale, ciò ha comportato una drastica riduzione dei prezzi allineatisi al ribasso rispetto al livello dei citati prezzi del gas spot. Tutto ciò ha determinato una fortissima riduzione dei margini di commercializzazione per tutti gli operatori con forniture a lungo termine. Al fine di ristabilire la redditività, Edison ha avviato rinegoziazioni o arbitrati con i propri fornitori, che stanno proseguendo con l’obiettivo di far valere il diritto di ottenere margini adeguati agli impegni di take or pay assunti. Edison farà valere le proprie ragioni senza l’urgenza di ottenere risultati di breve che potrebbero rivelarsi penalizzanti nel medio periodo. In un contesto così complesso Edison ha conseguito risultati positivi e in crescita in tutti i settori di business ad eccezione di quello dell’importazione e vendita di gas. In particolare sono da segnalare: - la buona performance commerciale, con volumi in crescita sia nel comparto elettrico (+17%) sia in quello del gas (+20%) - la piena operatività del terminale di rigassificazione di Rovigo che ha permesso di ottimizzare il costo medio del gas acquistato - la buona performance dell’attività di Esplorazione e Produzione di Idrocarburi sia in Italia che all’estero - la massimizzazione del ritorno economico (173 milioni) derivante dalla risoluzione anticipata, su base volontaria delle convenzioni Cip 6 degli impianti di produzione di Jesi, Milazzo, Porto Viro, Porcari che ha più che controbilanciato il calo di redditività dovuto alla naturale scadenza di alcune concessioni - l’ampliamento della capacità prodotta da fonti rinnovabili che è arrivata a coprire il 15,5% della capacità di generazione elettrica complessiva di Edison. Questi fattori positivi sono riusciti a mitigare solo in parte l’impatto dell’azzeramento dei margini - divenuti negativi a partire dall’ultimo trimestre 2010 - dell’attività di importazione e vendita di gas. L’esercizio 2010 si è chiuso così per Edison con i ricavi di vendita cresciuti del 17,8% a 10.446 milioni grazie al buon andamento della Filiera Energia Elettrica (+12,8%) e della filiera Idrocarburi (+21,2%). L’incremento registrato dalla vendita di energia elettrica è stato trainato soprattutto dai volumi venduti ai clienti finali (+9,2%) e ai grossisti (+74,5%). Nella filiera idrocarburi l’aumento dei volumi è stato del 19,9% soprattutto per usi termoelettrici (+26,3%) e industriali (+6%). Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) si è attestato a 1.369 milioni, facendo registrare una flessione del 6,9% rispetto ai 1.471 milioni dello stesso periodo del 2009. Questo calo della redditività va ascritto alla diminuzione del Margine Operativo Lordo adjusted della filiera idrocarburi (-30,7% a 338 milioni di euro rispetto al 2009) che è stato causato dall’azzeramento dei margini dell’attività di importazione e vendita del gas come analizzato in precedenza. Tale contrazione è stata solo parzialmente mitigata dalla buona performance dell’attività di Esplorazione e Produzione Idrocarburi (+7,2% volumi gas e +31,2% volumi oil rispetto al 2009) che ha beneficiato del contributo crescente delle concessioni estere di Abu Qir e Rosetta e della ripresa dell’attività della piattaforma petrolifera Vega in Sicilia. È invece aumentato il Margine Operativo Lordo adjusted della filiera energia elettrica (+4,1% a 1.130 milioni) sia per la sostanziale tenuta dell’attività merchant, ove l’incremento dei volumi e l’ottimizzazione del portafoglio hanno bilanciato la riduzione dei margini di generazione, sia per il contributo una tantum (173 milioni di euro) della risoluzione anticipata delle convenzioni Cip 6 per alcune centrali termoelettriche del Gruppo, che ha permesso di compensare il calo della redditività provocato dalla naturale scadenza di alcune concessioni Cip 6. Il Risultato Operativo Netto (Ebit) è stato di 273 milioni rispetto ai 699 milioni del 2009 (-60,9%) a causa dell’effetto congiunto del calo della marginalità sopra illustrato a cui si aggiungono svalutazioni per oltre 400 milioni di euro (56 milioni di euro nel 2009). Tali svalutazioni si riferiscono, tra l’altro, per 213 milioni di euro agli asset Egiziani e riflettono sia la riduzione delle riserve stimate (72 milioni) nella concessione di Abu Qir sia la valutazione del rischio (130 milioni) legato al particolare contesto del Paese Nord Africano. Per quanto riguarda gli asset elettrici, le svalutazioni, pari a circa 140 milioni, tengono conto della minor redditività attesa di alcuni impianti termoelettrici che dopo la risoluzione anticipata delle convenzioni Cip 6 verranno dispacciati sul mercato libero. Infine è stato svalutato per 40 milioni di euro un impianto termoelettrico di cui è prevista la dismissione. Tale svalutazione è evidenziata nel risultato netto delle “attività in dismissione”. Il Risultato Ante Imposte passa da 529 milioni nel 2009 a 172 milioni di euro, in seguito alla riduzione del Risultato Operativo Netto (Ebit) illustrata precedentemente, parzialmente bilanciata dalla riduzione di 12 milioni di euro (144 milioni rispetto ai 156 milioni del 2009 ) degli oneri finanziari, soprattutto per proventi di copertura dei differenziali di cambio euro/dollaro e dal minor costo del denaro, e da altri proventi netti per 44 milioni a seguito della definizione transattiva di alcune vertenze e alla proventizzazione di fondi rischi e oneri esistenti a seguito dell’estinzione delle garanzie ad esse connesse. Il Risultato Netto di Gruppo è in sostanziale pareggio a 21 milioni di euro rispetto ai 240 milioni del precedente esercizio. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2010 è risultato pari a 3.708 milioni di euro dai 3.858 milioni rilevati a fine dicembre 2009. Il rapporto debito/patrimonio netto pari allo 0,46 rispetto allo 0,47 registrato al 31 dicembre 2009, rimane uno dei migliori del settore. Con riferimento ai prestiti in scadenza entro 18 mesi si segnala che in data 19 luglio 2011 scadrà il prestito obbligazionario a tasso variabile emesso nel 2004, di nominali 500 milioni. Previsioni per l’esercizio 2011 - Come già comunicato al mercato in data 14.03.2011, l’Ebitda dell’anno 2011 risulta esposto a un impatto negativo ad oggi stimabile in circa 200 milioni di euro, che porterebbe l’Ebitda atteso a circa 900 milioni. Ciò alla luce della prevedibile durata dei procedimenti arbitrali per i contratti gas di lungo termine, che plausibilmente per alcuni di essi si concluderanno dopo la fine dell’esercizio 2011, e della possibilità di raggiungere accordi extra-giudiziali per altri. L’obiettivo della società continua comunque a essere quello di ottenere nei prossimi esercizi sia una ragionevole redditività dei contratti gas che i riconoscimenti una tantum relativi agli esercizi precedenti, recuperando di conseguenza l’impatto negativo di cui sopra. Risultati della Capogruppo - La capogruppo Edison Spa chiude un risultato netto negativo per 86 milioni di euro (utile di 423 milioni di euro nel 2009): sul risultato hanno inciso essenzialmente la riduzione dell’Ebitda per 279 milioni di euro ( 368 milioni nel 2010 a fronte di 647 milioni nel 2009), e la svalutazione di partecipazioni industriali in società controllate che ammontano a 360 milioni di euro a fronte dei 21 milioni del 2009. Destinazione del risultato - Il Consiglio di Amministrazione proporrà all’assemblea degli Azionisti il ripianamento della perdita di Edison Spa di 86 milioni di euro utilizzando integralmente la riserva sopraprezzo azioni, di euro 1,3 milioni di euro e, per la differenza, parte della riserva utili portati a nuovo. Convocazione dell’Assemblea degli Azionisti - Il Consiglio ha integrato l’ordine del giorno dell’assemblea già convocata per il 26 aprile 2011 in prima convocazione e per il 27 aprile 2011 in seconda, per includervi l’approvazione del bilancio dell’esercizio 2010 e il ripianamento della perdita.  
   
   
DECRETO RINNOVABILI: I PRODUTTORI DI IMPIANTI TERMICI REAGISCONO  
 
Milano, 22 marzo 2011 - “Quando si parla di solare si pensa che ci sia solo il fotovoltaico. - afferma Paola Ferroli, Presidente di Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici) - La nostra Associazione, invece, rappresenta anche il solare termico, che è una tecnologia italiana, efficiente e ben adattabile a tutte le realtà costruttive. Gli obblighi sulle rinnovabili di cui si parla nello schema di decreto e i relativi tempi e modalità di adozione metterebbero in seria difficoltà l’industria italiana del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria (prevalentemente rivolta alla tecnologia delle caldaie a gas di ultima generazione abbinate al solare termico), a favore di tecnologie da f.E.r. (fonti energetiche rinnovabili) per le quali la leadership è in mano a realtà extra-europee. Assotermica da tempo propone di spalmare l´obiettivo nazionale su una base più ampia di edifici, con interventi più facilmente realizzabili, proposta che assicurerebbe una crescita armoniosa del mercato per le aziende nazionali. Dal punto di vista economico, le attuali soluzioni utilizzanti f.E.r. In grado di garantire le coperture proposte dal decreto risulterebbero un impegno eccessivo per l’utente finale. La soluzione proposta dall’industria di settore, che prevede di dare continuità alla legislazione vigente mantenendo un requisito combinato con un importante vincolo sulla copertura del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria (almeno al 50% con rinnovabili) e un ulteriore requisito più realistico sul totale Res per la somma dei fabbisogni annui di energia primaria ( dal 20% al 25% ), garantisce invece un impegno economico più contenuto per il singolo utente, oltre che essere di più facile applicazione e penetrazione nel mercato con gli stessi risultati finali. Da ultimo segnaliamo che, ad oggi, non sono richiesti agli impianti di teleriscaldamento alti valori di efficienza degli impianti di incenerimento. Non sono calcolate nemmeno le perdite della rete di distribuzione del calore agli utenti che devono sostenere tutte le tipologie di teleriscaldamento, anche non alimentate da fonti rinnovabili attraverso un fondo alimentato da una voce della bolletta del gas”. Assotermica - Associazione produttori di apparecchi e componenti per impianti termici - Nel 1993, dalla trasformazione dell´Unione Calore fondata nel 1972, viene costituita Assotermica, come Associazione autonoma federata ad Anima. Assotermica rappresenta 60 industrie produttrici di apparecchi ed impianti termici e componenti destinati al comfort climatico ambientale. Un settore che in Italia occupa circa 11.500 addetti e fattura oltre 2 miliardi di euro. L’associazione dei costruttori di pompe di calore accoglie con favore il Decreto Rinnovabili - “Il recepimento della direttiva relativa alla promozione dell´uso delle rinnovabili – dichiara Bruno Bellò Presidente Coaer (Associazione costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici) - “è un atto dovuto e necessario al nostro Paese per sviluppare finalmente una politica seria e concreta sull´uso delle rinnovabili che al di là degli impegni presi (20/20/20) è una decisione indispensabile considerata la situazione negativa relativa all´approvvigionamento energetico del nostro paese. L´attuazione di queste misure potrà, in particolare, incrementare l´uso delle fonti rinnovabili termiche, fra le quali le pompe di calore che sono più promettenti ed adatte al nostro territorio, ed evitare le speculazioni economiche legate all’impiego di alcune tecnologie di rinnovabili elettriche. Ora finalmente abbiamo uno strumento legislativo che sancisce il criterio d´integrazione fra le politiche a sostegno delle fonti rinnovabili e quelle per l´efficienza energetica. Evidenziamo tuttavia che l´atto di recepimento lascia in sospeso alcuni punti importanti che rimandono ad alcuni decreti attuativi, senza i quali non è possibile fare una completa valutazione del decreto. In particolare le maggiori criticità riguardano: - l’esclusione degli edifici esistenti ristrutturati di superficie inferiore di 1000 m2, dagli obblighi di integrazione delle rinnovabili negli edifici, - la mancanza di flessibilità fra l´obbligo per le Fer termiche e quello per le Fer elettriche. Ma le maggiori criticità riguardano gli strumenti di sostegno per le rinnovabili termiche dove per gli interventi di piccole dimensioni si dice solo che saranno finanziati tramite le tariffe del gas naturale, ma non si dice come, mentre per gli altri interventi saranno incentivati mediante Titoli di Efficienza Energetica che fanno riferimento solamente all´efficienza senza indicazioni di raccordo con la produzione di energia rinnovabile. Ci auguriamo quindi che in fase di stesura dei decreti applicativi si possa introdurre una norma che consenta la gestione degli incentivi sotto forma di “conto energia per le rinnovabili termiche”, che premi l’impiego di energia rinnovabile e che i Titoli di Efficienza Energetica possano svolgere la nuova funzione di certificati bianchi come incentivo per le Fer termiche con riferimento agli obiettivi contenuti nel Pan (Piano di Azione Nazionale).” Co.aer - Associazione Costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici – Il comparto rappresentato da Co.aer occupa 7.250 addetti per una produzione di 1.400 milioni di euro e una quota export/produzione del 38%. La produzione merceologica si articola in diversi gruppi di specializzazione, comprendenti: ventilatori - componenti per la distribuzione e la diffusione dell´aria - impianti per il disinquinamento atmosferico - filtri d´aria - unità di trattamento aria - gruppi refrigeratori d´acqua - motocondensanti - pompe di calore - aerotermi - ventilconvettori - condizionatori autonomi - scambiatori di calore - torri di raffreddamento. Decreto rinnovabili: la cogenerazione reagisce - “Per il settore industriale si sono succedute regolamentazioni disorganiche e disarticolate che, seppur presentate come favorenti l’efficienza, hanno invece colpito proprio la possibilità di svilupparne la parte riferita alla cogenerazione diffusa, scenario particolarmente penalizzante per gli imprenditori industriali di taglia medio-piccola che vedono quindi diminuire, in tale periodo di crisi, l’auspicio di abbattere i propri consumi e costi produttivi dando nel contempo un forte contributo per la salvaguardia dell’ambiente. – dichiara Silvio Rudy Stella, Presidente Italcogen (Associazione dei costruttori e distributori di impianti di cogenerazione) - In questo quadro si è posizionato ultimamente il testo del recepimento 2009/28/Ce - atto 302 del governo ormai approvato - sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili che inusitatamente ha “invaso” il campo della Efficienza Energetica e della Cogenerazione creando volutamente sovrapposizioni con le “rinnovabili” e quindi peggiorando ulteriormente lo scenario e la chiarezza oltre che dal punto di vista dei processi autorizzativi anche delle direttrici di sviluppo nel settore dell’Efficienza Energetica/cogenerazione che, ritengo, deve essere ben distinto dalle rinnovabili. Si crea inoltre in tal modo ulteriore confusione nel sistema degli incentivi e si impone una forte, tecnicamente improponibile e poco chiara, estensione della applicazione delle rinnovabili negli interventi di ristrutturazione immobiliare che difficilmente potranno essere realizzati”.  
   
   
EDIFICI A BASSO CONSUMO, IL PREMIO DELL´APE AL PROGETTO DI UNA CASA DI SPIAZZO  
 
Trento, 22 marzo 2011- E´ "Casa Alimonta" di Spiazzo il progetto vincitore della seconda edizione del concorso "Costruire edifici a basso consumo" organizzato dall´Ape, l´Agenzia provinciale per l´energia. Lo scorso 19 marzo, presso la Sala convegni di Trento Fiere,si è svolta la cerimonia di premiazione con il vicepresidente ed assessore all´ambiente della Provincia autonoma di Trento, Alberto Pacher. "Questo premio - ha detto Pacher - ha certamente un valore simbolico per chi ha voluto investire in questa direzione, ma indica anche la strada di una vocazione economica. La Provincia punta fortemente in un settore decisivo quale è quello del risparmio energetico. Metteremo in campo mezzo miliardo di euro per la riqualificazione energetica del nostro patrimonio edilizio proprio per avere strutture virtuose che emettano di meno e consumino di meno. Risorse importanti per sostenere l´economia di un settore produttivo che speriamo sappia specializzarsi sempre più. Ci siamo posti l´ambizioso obiettivo di ridurre del 50 per cento le emissioni entro il 2020 e in questo senso l´impegno dell´Ape non è soltanto uno sforzo amministrativo ma si pone come punto di riferimento giustamente ambizioso per queste politiche". Accanto a Pacher il presidente dell´Associazione artigiani e piccole imprese, Roberto De Laurentis; Giacomo Carlino, dirigente del Servizio Pianificazione Energetica e Incentivi e Roberto Bertoldi dell´Agenzia Provinciale per l´Energia. L’obiettivo del concorso è la conoscenza e la divulgazione delle buone pratiche progettuali e realizzative di edifici costruiti in provincia di Trento che presentino le migliori prestazioni di tipo energetico, unitamente a caratteri formali coerenti con le architetture del territorio. Nel corso della premiazione c´è stata l’illustrazione del progetto vincitore e dei progetti maggiormente significativi. Gli elaborati dei progetti sono in esposizione alla Fiera Domo 2011 presso lo stand dell´Agenzia provinciale per l´energia. Ecco i progetti vincitori e segnalati alla seconda edizione del concorso "Costruire edifici a basso consumo - Conoscenze tecniche, integrazione delle competenze, comunicazione del progetto". Progetto Vincitore - Casa Alimonta – Spiazzo, Committente: arch. Raffaele Alimonta, Progettista: arch. Raffaele Alimonta, p.I. Walter Dallago, Impresa esecutrice: Valentini e Terzi snc, F.lli Borghesi snc. Il progetto ha riportato complessivamente il miglior punteggio, derivato da un edificio di buone prestazioni in tutte le aree di valutazione con particolare riguardo alla performance energetica e ambientale. Progetto Segnalato Per La Prestazione Energetica - Casa Perlot – Fai della Paganella, Committente: sig.Ra Caterina Perlot., Progettista: arch. Paolo Bertotti, p.I. Lorenzo Piazzera, Impresa esecutrice: Ille Prefabbricati spa, Mottes Luca-impianti termoidraulici. Il progetto ha guadagnato la menzione nel settore della Prestazione energetica per aver realizzato una serie di interventi coordinati, energeticamente molto efficaci e ben integrati nell´organismo edilizio. Progetto Segnalato Per L’innovazione Tecnologica - Caserma Vv. Ff. Volontari – Fai della Paganella, Committente: Comune di Fai della Paganella, Progettista: Studio Bbs, ingg. Grisenti e Guzzi, Impresa esecutrice: Impresa Caliari Giuseppe e C. Snc, Impianti Elettrici Giacca srl, Il progetto ha guadagnato la menzione nel settore della Innovazione tecnologica per aver realizzato una forte integrazione fra le esigenze funzionali e impiantistiche attraverso un sistema avanzato di telegestione e telecontrollo. Progetto Segnalato Per L’architettura E La Comunicazione - Ristrutturazione edificio ex colonia - Zambana , Committente: Comune di Zambana , Progettista: arch. Beltrami e Dellanna, p.I. Lorenzo Piazzera , Impresa esecutrice: Legno Piu’ Case S.p.a. Ll progetto ha ottenuto la menzione per aver realizzato l´edificio rispettando i valori architettonico - identitari originari della preesistenza ed averne reso con convincente modernità le coerenze figurative. Il progetto ha guadagnato altresì la menzione nel settore della Comunicazione per l´illustrazione completa ed efficace dell´insieme degli interventi realizzati. Progetto Segnalato Per La Qualita’ Realizzativa Delle Imprese - Casa Rossi – Commezzadura, Committente: sigg. Vilma e Domenico Rossi, Progettista: arch. Chiara Bertoli, p.I. Walter Dallago, Impresa esecutrice: Fanti Davide snc, Termoidraulica Rossi, Il progetto ha meritato una menzione particolare in virtù di una elevata qualità realizzativa delle soluzioni edilizie ed impiantistiche, rappresentativa del livello raggiunto dalle imprese più avanzate.  
   
   
RIQUALIFICAZIONE URBANA : FIRMATO ACCORDO PER PALERMO  
 
 Palermo, 22 marzo 2011 - E´ stato siglato ieri mattina, all´assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilita´, l´Accordo di programma per la riqualificazione urbana dei quartieri palermitani San Filippo Neri, Borgo Nuovo e Sperone. A siglare il documento, che sblocca 47 milioni di euro gia´ stanziati nel 2000 con una delibera della giunta regionale, l´assessore Pier Carmelo Russo e il sindaco di Palermo Diego Cammarata. Lunedi´ scorso, nell´aula magna della scuola "G.falcone" , allo Zen, il progetto - che prevede, tra l´altro, la realizzazione di alloggi per l´emergenza abitativa e interventi per il verde attrezzato e la viabilita´ - era stato presentato alla stampa dal presidente della Regione Raffaele Lombardo. "E´ un accordo - ha sottolineato Pier Carmelo Russo - che Regione e amministrazione comunale sottoscrivono, con reciproca soddisfazione, ad esclusivo beneficio della citta´ di Palermo ponendo fine, grazie ad uno sforzo comune, ad un ritardo certamente non commendevole che purtroppo ha provocato la riduzione, in termini di valore reale, dell´intervento finanziario destinato a migliorare la qualita´ di alcuni quartieri che ancora accusano un grave degrado. Abbiamo individuato altri fondi per l´edilizia sociale: vedremo adesso come distribuirli, tenendo presente che proprio Palermo costiuisce, da questo punto di vista, una delle emergenze che esistono in Sicilia". Per il sindaco Diego Cammarata, "si tratta di importanti interventi di riqualificazione che potranno partire in brevissimo tempo, poiche´ i progetti esecutivi sono gia´ pronti". "Vorrei - ha sottolineato il primo cittadino di Palermo - che tra governo regionale e amministrazione comunale ci fosse sempre questa sinergia, a dimostrazione che le istituzioni sanno collaborare nell´interesse della collettivita´".  
   
   
BASILICATA: 100 ALLOGGI A BUCALETTO, INTERVENTO PRESIDENTE DE FILIPPO A TRENT’ANNI DAL TERREMOTO DOBBIAMO RICERCARE UNA SOLUZIONE DEFINITIVA AI PROBLEMI ABITATIVI DELLA CITTADELLA  
 
 Potenza, 22 marzo 2011 - “Nonostante i tagli del Governo, che hanno colpito duramente anche le risorse per l’edilizia residenziale agevolata, la Regione Basilicata è riuscita a garantire al Comune di Potenza i finanziamenti per la realizzazione di 56 alloggi di edilizia sovvenzionata. Grazie all’Ater abbiamo messo in campo un’importante azione che consentirà l’assegnazione preventiva di un alloggio a diversi nuclei familiari residenti a Bucaletto”. E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, nel corso della presentazione di un progetto per la realizzazione di 100 alloggi di edilizia residenziale sovvenzionata, tenutasi oggi a Potenza nel quartiere Bucaletto. “Giunge in porto – ha aggiunto De Filippo - un intervento significativo voluto dal Consiglio Regionale e dotato di una significativa posta finanziaria pari a circa sette milioni di euro. Bucaletto – ha aggiunto De Filippo - a trent’anni dal terremoto, costituisce una priorità per tutti, non a caso già nei mesi scorsi abbiamo sollecitato a gran voce una soluzione definitiva condivisa in un tavolo congiunto Ministero, Regione, Comune. La Regione Basilicata - ha concluso De Filippo – ha sempre tenuto in gran conto le necessità dell’edilizia popolare della città di Potenza, senza per questo dimenticato i piccoli Comuni per i quali sono state messe in campo azioni per il recupero abitativo dei centri storici”.  
   
   
CROAZIA, TASSI AGEVOLATI PER ACQUISTO PRIMA CASA  
 
Zagabria, 22 marzo 2011 - Dopo l´incontro con i rappresentanti delle banche, il Premier croato Jadranka Kosor ha annunciato che sarà del 4,95 per cento il tasso d´interesse per gli appartamenti il cui acquisto sarà sovvenzionato dal Governo. Il modello è stato presentato recentemente al Governo durante la sessione ordinaria. Con i rappresentanti delle sette banche, Kosor ha discusso dell´´´A plus´´, il modello di credito per gli imprenditori per il quale la prima asta si svolgerà questa settimana. Altrettanto intensamente si lavorerà sul modello ´´B´´, per l´aiuto ai piccoli imprenditori. Infine, Jadranka Kosor ha annunciato che le banche seguiranno i grandi investimenti messi in moto dal Governo.  
   
   
CITTADINANZATTIVA SU RISCHI MUTUI A TASSI VARIABILI E COSTI ALLO SPORTELLO: APPREZZABILE APERTURA DA PARTE DELL’ABI  
 
Roma, 22 marzo 2011 - Cittadinanzattiva apprezza l’apertura dimostrata in data 16 marzo dall’Abi in tema di rischi legati a mutui a tassi variabili e contenimento dei costi sul prelievo allo sportello del denaro, e conferma la propria disponibilità ad un confronto costruttivo con l’Associazione bancaria. “Nelle dichiarazioni del Presidente Mussari” dichiara Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, “cogliamo quel necessario senso di responsabilità proprio di chi non può far pesare le esigenze di salvaguardia dei ricavi delle banche sulle spalle dei cittadini. La vera sfida è ora tradurre in fatti concreti da parte dei singoli istituti di credito la raccomandazione del comitato esecutivo dell’Abi, specie per quanto riguarda la volontà di mantenere a disposizione della clientela almeno una tipologia di conto corrente senza commissioni di prelievo allo sportello”. “Il coinvolgimento delle Associazioni dei Consumatori ad un tavolo di lavoro con l’Abi” conclude Gaudioso, “non può prescindere da una comune volontà di contenere al massimo i costi sopportati dai risparmiatori, ponendo come possibile obiettivo condiviso la lotta al contante ed un uso responsabile della moneta elettronica”.  
   
   
EDILIZIA, CASE PIÙ CARE D´ITALIA GIOVEDÌ AL PORTO ANTICO DI GENOVA IL REPORT DELL´OSSERVATORIO REGIONALE IN UN CONVEGNO SUL SISTEMA ABITATIVO. AL VIA RECUPERO CASE SFITTE E NUOVI ALLOGGI DI SOCIAL HOUSING E A CANONE MODERATO  
 
Genova, 22 Marzo 2011 - È della Liguria il record delle case più care d´Italia. È quanto emerge dal primo rapporto dell´Osservatorio regionale del sistema abitativo presentato in Regione Liguria, un organismo per la raccolta, l´elaborazione e la diffusione dei dati sulle condizioni abitative e sulle attività del comparto edilizio. L´indicatore delle quotazioni immobiliari (un indice elaborato a marzo 2010 dal Ministero dell´Economia e delle Finanze e compreso tra 0 e 1) è, infatti,< per la Liguria, pari a 0,3441, contro un valore di area (nord ovest) pari a 0,2211. In Liguria esiste, inoltre, uno dei 5 comuni italiani con indice massimo (Portofino) ma, elemento ancora più caratterizzante, oltre il 62% della popolazione vive nei 51 Comuni (su 235) dove l´indice è superiore a quello medio regionale. L´alto valore delle case, unito ad un reddito inferiore alla media, porta ad un’oggettiva difficoltà ad accedere alla proprietà di un´abitazione per la quale sono necessarie in Liguria quasi dieci anni di stipendio contro i circa sei dell´Italia. Lo squilibrio tra reddito e valore delle abitazioni ha portato nel tempo ad una proporzione tra patrimonio immobiliare e ricchezza prodotta in Liguria (Pil) pari a 7, valore doppio rispetto all´area Nord Ovest. "L´accesso alla casa - spiega l´assessore alle politiche abitative Giovanni Boitano - è da sempre una delle principali criticità del nostro territorio a cui la Regione Liguria è impegnata a fornire risposte adeguate, anche attraverso la ricerca di soluzioni concertate con i comuni e i privati, tenendo conto che il fabbisogno di casa è in aumento perché sono in aumento le povertà". "Come Regione – continua Boitano – cerchiamo di dare una risposta lavorando sull´eliminazione degli alloggi sfitti, abbiamo finanziato il recupero di case di edilizia residenziale pubblica e 1000 nuovi alloggi entreranno sul mercato nel 2011. A questi se ne aggiungeranno altri 1000 di social housing e a canone sostenibile realizzati attraverso interventi pubblici e privati". Quel che emerge dal primo rapporto, è una situazione di particolare tensione con un territorio complesso, a tre velocità. I comuni della costa sono interessati da problemi legati alla saturazione degli spazi disponibili, al progressivo aumento della popolazione in età avanzata, legato all’incremento del numero di famiglie di una sola persona e da un mercato immobiliare con valori molto alti, dovuti anche alla presenza del fenomeno delle seconde case, che rappresentano circa il 40% dello stock abitativo ,con punte di oltre il 70% in alcuni centri rivieraschi. I comuni della fascia intermedia rappresentano il motore, demografico e sociale della Liguria, dove si insediano le famiglie di nuova formazione, ai margini dei "costosi" mercati immobiliari delle Riviere e con una significativa presenza percentuale di stranieri e di famiglie numerose. Nell´entroterra non si manifestano situazioni di disagio abitativo, ma di spopolamento e, quindi, case vuote, persone anziane, con un saldo migratorio e naturale negativo. "In questo contesto - aggiunge Boitano - l´intervento pubblico si era finora indirizzato verso le realtà territoriali in cui maggiore si presentava la tensione abitativa e, quindi, lungo la costa dove si concentra l’offerta di alloggi di edilizia residenziale pubblica e, conseguentemente, la domanda. È nella fascia intermedia, invece, che si potrebbe giocare la scommessa per il rilancio del territorio con la risposta al fabbisogno abitativo”. Le dinamiche reddituali rendono ancora più critica la situazione. Ci sono sempre più poveri in Liguria: nel periodo 2004–2008, il numero di contribuenti che ha dichiarato un reddito fino a 5 mila euro è aumentato quasi del 70%, a fronte di un gettito reddituale, al netto dell´inflazione, praticamente costante: +0,5%. Non va meglio per la locazione. Da uno studio svolto sul capoluogo di Regione dall´Osservatorio su dati Assimil (Associazione per lo Studio sui Mercati immobiliari Locali), emerge che, per i nuclei con un reddito fino a 10 mila euro non esiste mercato. Scarse anche le possibilità di accedere al libero mercato per chi ha un reddito pari a 15 mila euro l´anno. Con un affitto corrispondente stimato pari a circa 450 euro è possibile trovare casa a Genova sul libero mercato quasi esclusivamente nei quartieri di Rivarolo, Sestri Ponente, Pontedecimo e Staglieno. Se è difficile accedere al mercato della locazione, altrettanto arduo è mantenere la casa. Il dato medio indica che sono circa il 14% le famiglie morose nel pagamento del canone, e tale percentuale sale al 22%, nel caso dei redditi più bass. Un valore che ha fatto aumentare gli sfratti di circa il 20% negli ultimi due anni, soprattutto a causa della morosità che è passata dal 26% del 2000 a circa l´85% del 2010. Sul fronte dell´offerta di edilizia residenziale pubblica, lo scenario non è migliore. In Liguria (dato pressoché analogo a quello italiano) sono circa il 4% gli alloggi in affitto a canone sociale, a fronte del 34% dell´Olanda e del 20% del Regno Unito. In Liguria si registra una richiesta di sostegno pubblico all´abitare da parte di almeno 3 nuclei familiari su 100 con un trend in aumento. Ciò comporta un fabbisogno a livello regionale stimabile in oltre 25.000 unità immobiliari. Tale dato è anche conseguenza delle insufficienti risorse allocate sulle politiche abitative sociali a livello nazionale: da un rapporto della competente Commissione Europea si evince che, per incidenza della spesa per il social housing rispetto al Pil nazionale, l´Italia, con lo 0,6%, precede solo Lussemburgo, Portogallo e Grecia, con dato medio a livello europeo pari ad oltre l´1%. Tutti questi dati saranno presentati nel corso del Convegno Abitare in Liguria in programma giovedì 24 marzo, con inizio 9,30, all´hotel Nh Marina, nel Porto Antico. I lavori saranno introdotti dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. Al´iniziativa parteciperanno, oltre ai curatori del Rapporto di Arred S.p.a, su incarico della Regione Liguria, l´assessore alle Politiche Abitative Giovanni Boitano, i rappresentanti dei comuni capoluogo e delle Aziende Regionali Territoriali per Edilizia.  
   
   
EDILIZIA IN CADUTA LIBERA A VENEZIA: UN TERZO DELLE AZIENDE FALLITE IN PROVINCIA L’ANNO SCORSO NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI TRA GLI ALTRI COMPARTI IN CRISI, IL MANIFATTURIERO ED IL COMMERCIO.  
 
 Venezia, 22 marzo 2011 - Edilizia in caduta libera a Venezia: quasi un terzo delle aziende fallite in provincia l’anno scorso appartiene al settore delle costruzioni. Il dato emerge da uno studio del Cesdoc (Centro Studi dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Venezia) sui fallimenti nella circoscrizione di competenza del Tribunale di Venezia nell’anno 2010. Nel dettaglio sono 227 le aziende che hanno dichiarato bancarotta +33,53% rispetto al 2009 (170 fallimenti), un dato che diventa allarmante se paragonato al 2008, con una crescita del +77,34% (128 fallimenti). Tra i comparti produttivi ad avvertire maggiormente la crisi, oltre alle costruzioni che con 64 fallimenti coprono il 28,19% del totale, le attività manifatturiere (25,55%) ed il commercio all’ingrosso e al dettaglio (22,91%). Da soli questi tre settori equivalgono ad oltre tre quarti delle aziende fallite. Analizzando il segmento dell’edilizia, (che rispetto al 2009 ha registrato un incremento dei fallimenti del +25%) tra le imprese fallite la maggioranza è in forma di società a responsabilità limitata, con 29 imprese fallite su 64 (pari al 45,31%), seguite dalle ditte individuali (29,69%), dalle società in accomandita semplice (15,63%), dalle società in nome collettivo (4,69%) ed infine dalle srl uni personali (4,69%). Un trend che si ripercuote anche a livello globale con le società a responsabilità limitata a detenere la quota più alta (61,23%) del totale fallimenti, con 139 imprese su 227. Per quanto riguarda gli altri due settori, nel confronto con il 2009, i fallimenti nel commercio crescono addirittura del +126%, mentre quelli nel manifatturiero del +57%. Dallo studio del Cesdoc, che ha rilevato i dati direttamente presso la Cancelleria Fallimentare del Tribunale Ordinario di Venezia, emerge che quest’ultimo, nel 2010, ha dichiarato inoltre 25 concordati preventivi, di cui la maggioranza (44%) sono imprese in forma di società a responsabilità limitata. Rispetto al 2009 tale procedura concorsuale è aumentata del +31,58% (19 concordati preventivi), mentre rispetto a due anni prima si registra un vero e proprio boom: +212,50% (8 concordati preventivi nel 2008). Per Massimo Miani, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili della Provincia di Venezia: “Non si ferma l’emorragia di aziende. Il 2010 ha registrato il valore più alto dell’ultimo triennio. La crisi economica ha pesantemente falcidiato il tessuto imprenditoriale oltre ad investire i tribunali. La mole di lavoro alla quale devono far fronte giudici e personale giudiziario, insomma, cresce sempre di più. Lo stesso dicasi per i concordati preventivi. L’aumento di questi ultimi è però da leggersi in chiave positiva equivalendo di fatto in molti casi ad un salvataggio di posti di lavoro e di aziende che rischierebbero la fine. Per Massimo Da Re, Coordinatore Cesdoc “ Se un’azienda fallita su tre nella nostra Provincia appartiene ad un settore strategico per l’economia quale l’edilizia, vuol dire che la crisi si è fatta davvero sentire. Soprattutto ha evidenziato come l’ottimismo del passato si sia rivelato incauto. Dopo un lungo periodo di boom ha lasciato come strascico fenomeni preoccupanti che investono l’intera filiera produttiva, dalle grandi infrastrutture ferme alla considerevole quantità di immobili invenduti. La spregiudicatezza di alcuni operatori ha finito per coinvolgere inevitabilmente anche le aziende sane”.  
   
   
COMMERCIO ESTERO, ASSOCAMERESTERO: SVENTOLA IL TRICOLORE NEI MERCATI EXTRA-EUROPEI SPRINT DI INIZIO ANNO PER L’EXPORT ITALIANO (+25,1% RISPETTO A GENNAIO 2010). SCATTO DELL’EXTRA-UE (+35,3%), MENTRE L’EUROPA TIENE BENE IL PASSO (+18,8%). AL DI FUORI DELL’UE SI CONCENTRA IL 70% DELL’ATTIVO MADE IN ITALY.  
 
 Roma, 22 marzo 2011 – Il 2011 si apre nel segno della crescita per le esportazioni italiane, che aumentano di un quarto in valore a livello complessivo (+25,1% su gennaio 2010), trainate dagli ottimi risultati in ambito extra-europeo (+35,3%), un incremento quasi doppio rispetto a quello registrato in Europa (18,8%). A gennaio, la performance italiana (nei dati destagionalizzati) è la migliore anche a confronto con i principali competitor europei, Germania e Francia, che segnano rispettivamente +21,4% e +13,5% nelle vendite all’estero, contro il +23,5% dell’Italia. Il confronto è ancora più significativo per l’Extra-ue: l’Italia infatti inizia il nuovo anno da secondo esportatore europeo al di fuori dell’Unione, con una crescita del 31,5% (per un valore di 13,8 miliardi di euro), superando i “cugini francesi”, fermi al +16,7% (13,6 miliardi di euro), mentre la Germania, con il +30,7% e un valore di 30,2 miliardi di euro, mantiene saldo il suo primato. Si conferma dunque il progressivo spostamento delle imprese italiane verso i Paesi che stanno trainando la ripresa mondiale, tendenza, questa, che già nel 2010 aveva portato al 70% il contributo dei Paesi extra-europei al surplus Made in Italy (+11,4 punti percentuali in due anni). “Cambiano le rotte del Made in Italy, tant’è che dal 2008 ad oggi si modifica la classifica delle principali destinazioni dell’export. – sottolinea Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, in seguito alla pubblicazione dei dati Istat – A fianco di tradizionali mercati di sbocco, come Germania, Francia e Stati Uniti, che detengono il podio con quote del 12,8%, 11,6% e 6,2% sulle esportazioni complessive, troviamo new entry come la Cina, che solo in un anno guadagna tre posizioni e diventa il nostro terzo mercato extra-europeo di riferimento (con una quota del 2,5%), il Brasile (in settima posizione) e, per il Mediterraneo, la Tunisia, che nella graduatoria generale approda al 22esimo posto, ma diventa nostro decimo mercato extra-europeo”. Se si guarda alle tipologie di beni esportati, l’Italia sta passando da esportatore beni di consumo a beni di investimento, infatti nel 2010 la velocità di crescita dell’aggregato beni strumentali e intermedi è pari al 14,7% su base annua, contro il +12,8% dei beni di consumo. “L’aumento delle esportazioni di beni di investimento, ovvero di beni per produrre altri beni, testimonia il processo di riorganizzazione e riposizionamento produttivo del Made in Italy, che grazie a questa componente può trarre un forte impulso dalla ripresa della crescita in primo luogo sui mercati “lontani”. – prosegue Esposito – Ciò è evidenziato anche dal rapporto dell’export di beni strumentali e intermedi rispetto ai beni di consumo, che nel 2009 era di 2,19 e lo scorso anno ha raggiunto il 2,23”.  
   
   
BIC LAZIO E CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA PRESENTANO A FORMELLO IL ‘CONTRATTO DI RETE D’IMPRESA’ OGGI UN WORKSHOP RIVOLTO ALLE IMPRESE DEL CONSORZIO INDUSTRIALE ROMA NORD  
 
Roma, 22 marzo 2011 - Bic Lazio, in quanto membro della rete Een (Enterprise Europe Network), e Camera di Commercio di Roma, organizzano il 22 marzo a Formello, una iniziativa per la presentazione del “Contratto di Rete d’Impresa”. Il workshop che si svolgerà alle ore 15.00 presso lo Sportello informativo di via degli Olmetti, 39 (sede del Col), è rivolto in particolare alle imprese del Consorzio industriale Roma nord, alle quali verranno illustrate le caratteristiche e i vantaggi del contratto di rete; seguirà poi una parte di confronto-dibattito fra aziende, esperti ed istituzioni con lo scopo di ricavare modelli e metodologie immediatamente applicabili. Il seminario rientra nelle attività previste dal progetto di Bic Lazio e Camera di Commercio di Roma “Nuove Energie per Nuove Imprese”. Il contratto di rete è effettivamente un innovativo contratto di impresa, capace, forse meglio di altri, di consolidare e ufficializzare presenti o pregresse relazioni aziendali, creando un reale valore aggiunto per le imprese sul mercato. Le aziende (in base alla Legge 33 del 9 aprile 2009 e alle modifiche apportate dalla Legge 122 del 30 luglio 2010), possono costituire una “Rete d’Impresa” attraverso la formalizzazione appunto del ‘contratto di rete’. Grazie a tale strumento si possono dar vita a collaborazioni tecnologiche e commerciali, acquisire maggiori livelli di competitività e capacità di fare innovazione, accedere inoltre ad agevolazioni e semplificazioni amministrative, finanziarie, per ricerca e sviluppo. Alla Rete d’Impresa si applicano le disposizioni concernenti i distretti produttivi, il che comporta, per esempio, la possibilità di presentare istanze e avviare procedimenti amministrativi mediante un unico procedimento collettivo o la stipula di convenzioni con istituti di credito. Al’incontro prenderanno parte Barbara Paoli consigliera delegata al Lavoro del Comune di Formello, Luca Polizzano coordinatore dell’Incubatore Bic Lazio di Bracciano e Massimiliano Bellavista consulente di Keirion.  
   
   
UN UNICO SOGGETTO PER LO SVILUPPO ECONOMICO E IL SOSTEGNO DELLE IMPRESE LIGURI  
 
Genova, 22 Marzo 2011 - È stato firmato ieri l´accordo che avvia operativamente il processo di fusione dei confidi liguri in un unico soggetto regionale, che svolga il ruolo di consorzio di garanzia collettiva fidi di primo grado per i settori industria, artigianato, commercio, cooperazione ed agricoltura della regione. La firma di oggi, si inserisce nella strategia portata avanti negli ultimi anni dalla Regione di concentrazione dei confidi in un unico organismo, lungo un percorso articolato che dovrebbe concludersi nell´anno. Il nuovo Confidi regionale, messo a punto da Filse d´intesa con la Regione, Unioncamere e le associazioni di categoria dei cinque settori interessati, costituisce un´importante risposta ai requisiti richiesti da Basilea 2 e 3 ed ha per effetto il rafforzamento e la razionalizzazione del sistema dei confidi liguri, ottenuto tramite il superamento degli effetti della attuale situazione di frammentazione in differenti organismi di garanzia di primo grado per i diversi settori produttivi. Con la firma dell´accordo viene quindi perfezionato il meccanismo di fusione ed incorporazione dei singoli confidi. Toccherà poi alla Banca d´Italia che dovrà valutare il nuovo "confidone" per il mantenimento dell´iscrizione dello stesso all´art. 107 Testo Unico Bancario. Operativamente viene individuato Fidimpresa, in quanto primo confidi ligure ad aver ottenuto l´iscrizione all´elenco di cui all´’art. 107 T.u.b., quale confidi "veicolo" in cui verranno fusi per incorporazione Mediocom, Unicom e Rete Fidi Liguria; Confart apporterà garanzie proprie e garanzie ad esso trasferite da Coarge ed in fine Cooperfidi apporterà le garanzie in essere. Il sistema economico ligure al termine di questo processo avrà a disposizione un soggetto unico nel prestare garanzie agli associati che partirà da una base di garanzie in essere di circa 254 milioni e oltre 4.000 imprese associate (pari a circa il 55 % del mercato ligure delle garanzie sui finanziamenti), articolato per business units operative e che agirà come confidi di primo grado polisettoriale rilasciando garanzie a favore di pmi su finanziamenti di importo superiore ad euro 75.000 (segmento corporate). Per l´Assessore allo Sviluppo Economico, Renzo Guccinelli "La crescita dei confidi verso questo nuovo ruolo istituzionale e di mercato ha richiesto in questi anni e richiederà ancora nei prossimi mesi, un grande impegno da parte di tutti i soggetti che oggi hanno sottoscritto l´accordo, sia per il rispetto dei tempi previsti, che dovranno essere i più rapidi possibili, che per la definizione del progetto guida e delle linee organizzative che verrà messo in campo nei mesi prossimi per tracciare al meglio lo sviluppo del nuovo organismo". "Questa iniziativa è importante – prosegue Guccinelli - come momento di rafforzamento da un lato degli interventi della Regione volti al miglioramento dell´ambiente finanziario delle pmi liguri, dall´altro per la tenuta col sistema bancario del finanziamento per lo sviluppo. Attraverso un organismo che "parla ligure" disporremo di un soggetto in grado di competere con pari dignità con le altre principali realtà regionali e nazionali ma soprattutto che sarà in grado di conoscere meglio le problematiche del territorio e potrà essere indirizzato nella strategia anche dalle politiche regionali". Abbiamo lavorato, ha concluso Guccinelli, in questo come in tutta una serie di altri campi, per aiutare le imprese, anche di piccole dimensioni, a reggere le sfide di mercati che conoscono evoluzioni sempre più rapide, trasformando situazioni di rischio potenziale e di crisi economica, in opportunità di sviluppo. In un periodo di crisi come quello attuale i confidi giocano infatti un ruolo importante: aa un lato rappresentano i soggetti alleviatori di rischio nei confronti del sistema bancario, dall’altro rivestono quali soggetti no profit e grazie agli interventi pubblici dello stato e per quota parte della nostra Regione, un ruolo anticiclico importante, compensando con le garanzie quelle imprese che diversamente ricadrebbero nelle strette del credito bancario.  
   
   
EURALLUMINA, INCONTRO AL MISE FISSATO PER 31 MARZO"  
 
Cagliari, 22 Marzo 2011 - E’ stato fissato il 31 marzo alle ore 12, presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, l’incontro per la vertenza Eurallumina. Ad annunciarlo sono il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e l’assessore all’Industria, Oscar Cherchi. "Dopo l’indicazione della data per il vertice - hanno commentato i due esponenti della Giunta -, prosegue l’impegno per una questione fondamentale per il territorio e per l’intera Sardegna". "La Giunta - hanno concluso Cappellacci e Cherchi - continuerà a seguire passo dopo passo gli sviluppi della vertenza, facendo la sua parte e adoperandosi affinché l’attenzione sul futuro di Eurallumina e dei lavoratori resti sempre alta.  
   
   
OMSA, INCONTRO A ROMA  
 
Bologna, 22 marzo 2011 - “Oggi abbiamo registrato una forte chiusura al dialogo da parte dell’azienda, a fronte di legittime richieste presentate dal Ministero, dalla Regione e dalle altre Istituzioni, dal sindacato. E’ necessario un impegno aggiuntivo da parte della proprietà per mettere al primo posto l’obiettivo del lavoro e della reindustrializzazione del sito con nuove e vere soluzioni industriali. In linea con quanto previsto dall’accordo del 18 febbraio che va rispettato in ogni sua parte.” Lo ha detto l’assessore regionale alle attività produttive Giancarlo Muzzarelli al termine dell’incontro svoltosi ieri a Roma presso il Ministero dello sviluppo economico sull’Omsa di Faenza. Obiettivo dell’incontro, verificare lo stato di attuazione dell’accordo dello scorso 18 febbraio, in particolare per quanto riguarda il percorso incentivante alla mobilità, le prospettive di reindustrializzazione e la continuità produttiva del sito industriale. “Abbiamo dovuto constatare – sottolinea Muzzarelli – che ad oggi non esiste alcuna concreta ipotesi di reindustrializzazione. L’azienda si è impegnata ad individuare rapidamente un nuovo advisor, ma la volontà non basta, il tempo corre ed è necessaria una maggiore concretezza”. Chiusura da parte dell’azienda anche sul fronte della concessione della mobilità retribuita ad ulteriori 25 dipendenti (oltre agli 80 posti già previsti dall’accordo del 18 febbraio e tutti coperti) che ne avevano fatto richiesta. Per quanto riguarda la cassa integrazione la proprietà ha annunciato che presenterà domanda al Ministero del lavoro per ottenerne la prosecuzione per un altro anno a beneficio dei 242 dipendenti rimasti.  
   
   
INCONTRO IN REGIONE BASILICATA SU REINDUSTRIALIZZAZIONE SITO EX RCI SUD INTERESSATI DALLA DEFINIZIONE DELL’INTERVENTO PRODUTTIVO GLI EX DIPENDENTI DELLA MISTRAL  
 
Potenza, 22 marzo 2011- Si è svolto ieri presso il Dipartimento Attività produttive, Politiche dell’Impresa e Innovazione tecnologica un incontro per la verifica del processo di reindustrializzazione del sito ex Rci Sud che interessa gli ex dipendenti della Mistral (21) collocati in mobilità, in scadenza per un terzo al 31 marzo 2011, al quale hanno partecipato le Organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil), il commissario straordinario del Consorzio Asi Donato Salvatore, il titolare dell´Azienda Industrie Leghe Leggere Srl Vito Tarricone, ed il consigliere regionale Giannino Romaniello. Nell´incontro si è preso atto che la Giunta Regionale ha provveduto con apposito atto deliberativo a modificare le regole di assegnazione dei lotti ex 219/81, recependo il principio già sancito nella legge di riordino dei Consorzi S. I. Del giugno scorso e che pertanto ora l´Ente Consortile ha tutti gli strumenti a disposizione per poter decidere nel merito tecnico, attraverso i propri organi, le proposte avanzate dalla società che intende rilevare il sito produttivo inattivo e ricollocare i 21 lavoratori. Il Commissario ha assicurato che nei prossimi otto giorni provvederà ad esaminare la questione attraverso gli organi interni del Consorzio e ad assumere le relative decisioni. L´assessore Restaino auspica che, superate le difficoltà burocratiche, si possa in tempi rapidi giungere a conclusione della lunga e tormentata vicenda al fine di assicurare un futuro di lavoro agli ex dipendenti della Mistral che a partire dal prossimo 1 aprile sarebbero privi di ogni forma di sostegno al reddito. L´incontro è stato aggiornato alla settimana prossima.  
   
   
LA PUGLIA INCONTRA ASSOCIAZIONI MOVIMENTO COOPERATIVO  
 
 Bari, 22 marzo 2011- “La Puglia punta a sostenere il mondo della Cooperazione”, ha dichiarato ieri Loredana Capone, vicepresidente e assessore allo sviluppo economico con delega alla Cooperazione durante un incontro tenutosi presso l’Assessorato allo Sviluppo Economico con i rappresentanti delle associazioni del Movimento Cooperativo. "Abbiamo fissato una serie di tappe fondamentali attraverso le quali spingere verso l’attivazione di un movimento culturale e progettuale teso alla promozione e organizzazione della cooperazione. La cooperazione è uno strumento straordinario per valorizzare le specificità di ciascuno rendendo più forte e competitivo il gruppo“. Prima tappa: già la prossima settimana con l´incontro della Consulta Regionale della Cooperazione, costituita con Delibera di Giunta regionale n. 476 del 15/3/2011, coinvolgeremo tutte le parti sociali e istituzionali per l´organizzazione di studi, analisi e progetti sui temi di maggiore interesse per la Cooperazione. L´occasione sarà utile per valutare la nascita di un "Osservatorio regionale della cooperazione" a cui l´assessore Capone e le centrali cooperative tengono molto. Un osservatorio che costituisce non solo un centro di documentazione e monitoraggio del fenomeno, ma anche il centro di diffusione dei principi della cooperazione e della promozione del notevole contributo che il mondo cooperativo offre all’intero sviluppo economico della Regione.  
   
   
CONVEGNO PROMO_LEGNO A NAPOLI “CASE ED EDIFICI IN LEGNO. SPAZI INVENTATI, SPAZI RITROVATI”  
 
Milano, 22 marzo 2011 - Venerdì 08 aprile 2011 promo_legno - associazione per la promozione del legno in Italia - organizzerà a Napoli il convegno “Case ed edifici in legno. Spazi inventati, spazi ritrovati”. Al centro del programma, le molteplici possibilità offerte dalle nuove tecnologie del legno nella costruzione di edifici e nel recupero di strutture preesistenti. Il convegno rappresenta un interessante punto di partenza per avvicinarsi a questo straordinario materiale naturale, che grazie ai progressi della tecnica può essere convenientemente impiegato nella costruzione di ogni tipo di edificio, anche multipiano, nel pieno rispetto dell’ambiente e garantendo un comfort abitativo straordinario. Il programma prevede la presenza di alcune relazioni tecniche, come quella del Prof. Ing. Andrea Bernasconi, che illustrerà i materiali e i prodotti di legno per la realizzazione di edifici all’avanguardia e di Peter Erlacher, esperto di fisica tecnica ed edilizia sostenibile, che inquadrerà il tema dal punto di vista del comfort termico degli edifici in legno nei climi caldi. La parte tecnica sarà completata da alcune relazioni di architettura, come quella dello svizzero Luca Deon, professore di architettura e titolare di uno studio di progettazione a Lucerna, che illustrerà alcune possibilità del costruire in legno “tra vecchio e nuovo”, mentre l’architetto Ulrich Seum dello Studio Cervellati di Bologna presenterà l’affascinante opera di restauro dell’auditorium San Filippo Neri di Bologna. Il convegno sarà moderato dall’arch. Alberto Alessi, direttore della rivista materialegno, che esporrà una relazione introduttiva sull’uso del legno nell’architettura contemporanea fra nord e sud. Il seminario ha ricevuto il patrocinio dell’Ordine degli Architetti Ppc della provincia di Napoli, dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli e del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della provincia di Napoli. In una sala adiacente si terrà una rassegna che offrirà ai partecipanti l’occasione di incontrare alcune delle principali aziende del settore legno. Il convegno si terrà presso l’Hotel Ramada di via Galileo Ferraris 40, a Napoli ( www.Ramadanaples.it/ ) dalle ore 15:00 alle ore 19:00. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione attraverso il sito www.Promolegno.com/  Milano, 16.03.2011