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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Maggio 2009
AL VENETO ALTRI 160 MILIONI DI EURO PER LO SVILUPPO RURALE  
 
All’agricoltura veneta arrivano altri 160 milioni di euro per lo sviluppo rurale, che si aggiungono agli quasi 915 milioni disponibili (e in parte in corso di utilizzazione) con il Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013. E’ questo l’esito della Commissione Politiche Agricole, formata dagli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane, riunitasi il 14 maggio a Roma e alla quale per il Veneto ha partecipato il vicepresidente Franco Manzato. All’ordine del giorno c’era la proprio la ripartizione di ulteriori finanziamenti e “il Veneto – ha sottolineato Manzato molto soddisfatto per l’esito del non facile confronto – sono stati assegnati circa 85 milioni di euro di quota comunitaria, ai quali si aggiunge il cofinanziamento statale e regionale, arrivando appunto a quota 160 milioni”. La riunione odierna è “istruttoria” rispetto alla conferenza dei Presidenti che prende atto delle decisioni; il riparto passerà quindi alla Stato – Regioni per la definitiva ratifica e i successivi provvedimenti normativi. I nuovi fondi saranno finalizzati a sostenere le nuove sfide per il settore primario: cambiamento climatico, biodiversità, gestione delle risorse idriche, energia, ristrutturazione del settore lattiero caseario, innovazione, estensione della Banda Larga. “Dovremo ora provvedere a modificare i contenuti del nostro Psr in tempi brevissimi – ha aggiunto Manzato – e già nei prossimi giorni ho messo in calendario verifiche con il partenariato, in modo da inviare i necessari aggiustamenti a Bruxelles entro il 15 luglio”. “Considero questo risultato un successo per il Veneto e per la Regione – ha concluso Manzato – la cui squadra di dirigenti, con il segretario Andrea Comacchio e il responsabile dei piani e programmi del settore primario Pietro Cecchinato , ha lavorare davvero bene per un esito che avrà ricadute positive sulle nostre imprese agricole”. .  
   
   
BOLZANO: BERGER INCONTRA IL MINISTRO ZAIA, PIÙ COLLABORAZIONE CON REGIONI E PROVINCE  
 
Le assicurazioni su una maggiore collaborazione con le Regioni, la previsione concreta di finanziamenti per le assicurazioni anti-grandine, e una proposta di compromesso sulla suddivisione di fondi europei. Sono questi i tre risultati principali dell´incontro del 14 maggio a Roma tra l´assessore all´agricoltura Hans Berger e il Ministro Luca Zaia. Durante l´incontro tra il Ministro delle risorse agricole Luca Zaia e i rappresentanti di Regioni e Province autonome, sono giunte rassicurazioni importanti sulla futura, più intensa, collaborazione tra Stato ed enti locali. "Ci sono stati promessi - commenta Berger - degli incontri a cadenza mensile, in aggiunta a quelli istituzionali, per discutere delle questioni più importanti. In questo modo, Regioni e Province torneranno ad essere coinvolte nel processo decisionale riguardante le politiche agricole". Il Ministro, inoltre, riferendo di un colloquio con il premier Silvio Berlusconi, ha comunicato l´intenzione di istituire un fondo di solidarietà per garantire il finanziamento delle assicurazioni contro la grandine. "Zaia - sottolinea Berger - ha affermato che cercherà di reperire i fondi necessari. L´ipotesi più ottimistica prevede possibili contributi fino al 70% delle spese sostenute dagli agricoltori per stipulare le assicurazioni anti-grandine". Durante il vertice di Roma, inoltre, è emerso come circa 100 milioni di euro del bilancio del settore agricolo, che inizialmente sarebbero dovuti essere distribuiti tra le regioni, verranno invece dirottati sulla ricostruzione delle zone terremotate dell´Abruzzo. Nessuna intesa definitiva, invece, sulla suddivisione degli ulteriori fondi europei liberatisi per lo sviluppo agricolo. Dall´assessore Berger è giunta una proposta, accolta peraltro dalla maggioranza dei partecipanti all´incontro, che garantirebbe un finanziamento di base alle regioni più piccole. "In questo caso - conclude l´assessore all´agricoltura - anche l´Alto Adige potrebbe ottenere qualcosa. Mi aspetto, comunque, una certa resistenza nell´ambito della Conferenza dei presidenti delle Regioni". .  
   
   
PUBBLICATO BANDO PER INTERVENTI INFRASTRUTTURALI NEI SETTORI AGRICOLO E VITIVINICOLO  
 
Venezia - E’ stato pubblicato in data 15 maggio, nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 40, il bando adottato dalla Giunta veneta che fissa criteri, modalità e termini per la presentazione di progetti infrastrutturali nel settore agricolo e vitivinicolo da parte delle Province. Le Amministrazioni provinciali avranno ora 20 giorni di tempo (fino al 4 maggio) per presentare le richieste, secondo lo schema di domanda e con la documentazione previsti, alla Regione del Veneto – Direzione Produzioni Agroalimentari – Via Torino 110 – 30172 Mestre (Ve). “Per queste finalità – ha ricordato il vicepresidente Franco Manzato – sono a disposizione per l’anno corrente un milione 900 mila euro, con i quali vogliamo attivare azioni molto concrete, che abbiano ricadute su più soggetti, siano fruibili dalla comunità e puntino a valorizzare realtà locali che coinvolgono la ruralità del territorio. Sono finanziabili interventi riguardanti la realizzazione, acquisizione, ristrutturazione di strutture e attrezzature finalizzate alla valorizzazione di produzioni locali e di specifiche tematiche agroambientali. Nell’assegnazione del contributo saranno considerati prioritariamente: progetti relativi a produzioni di qualità; progetti riguardanti di sperimentazione finalizzate alla valorizzazione di produzioni autoctone; progetti agro ambientali ad elevato contenuto didattico e divulgativo. L’intensità massima dell’aiuto pubblico coprire il 100 per cento della spesa ritenuta ammissibile, in funzione della disponibilità finanziaria esistente. Come termine ultimo per la realizzazione degli interventi e la rendicontazione alla Regione è stato fissato il 31 dicembre 2012. .  
   
   
REGIONE, FONDI CEE PER L´AGRICOLTURA. RABBONI: "SBAGLIATA LA PROPOSTA DEL MINISTERO DI ESCLUDERE DAGLI INTERVENTI DI SOSTEGNO IL SETTORE BIETICOLO-SACCARIFERO E QUELLO LATTIERO-CASEARIO DI MONTAGNA". DALL´EMILIA-ROMAGNA GIÀ INVIATA UNA PROPOSTA PER INCLUDERE ANCHE QUESTI SETTORI  
 
Bologna - No all’esclusione dagli interventi di sostegno, con fondi Cee, del settore bieticolo-saccarifero e di quello lattiero-caseario di montagna. E’ la posizione dell’Assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, rispetto alla proposta avanzata dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, di ripartizione dei fondi europei destinati, come previsto dall’art. 68 del Regolamento (Ce) 79/2009, al sostegno fino al 2014 di alcuni settori specifici agricoli, delle produzione di qualità e del miglioramento dell’ambiente e della commercializzazione. La proposta presentata dal Ministero destina 147 milioni di euro ai comparti dei bovini da carne ed ovicoli, al latte alimentare alta qualità, alla tabacchicoltura e al grano duro coltivato nel sud italia e nelle aree svantaggiate. Nulla invece per il settore bieticolo-saccarifero e quello lattiero-caseario di montagna. "Dal mio punto di vista – spiega Tiberio Rabboni – trovo incomprensibile che il Ministero escluda dagli aiuti il comparto dello zucchero, che vede oggi attivi in Italia solo 4 dei 19 zuccherifici funzionanti prima dell’Ocm dell’ottobre 2005, con un taglio di produzione pari al 67, 4%”. “I tre zuccherifici presenti nel nord Italia, Minerbio (Bo), San Quirico (Pr), Pontelongo (Pd) – continua l’Assessore – sono collocati nelle aree più vocate del Paese alla coltivazione della barbabietola, e sono stati oggetto di consistenti investimenti per innalzarne la capacità produttiva e ridurne i consumi energetici. Lo zuccherificio del Molise è, d’altra parte, l’unico impianto attivo nel centro-sud Italia” “Questi sforzi rischiano ora di essere vanificati nei loro esiti di medio-periodo, e la coltura di scomparire definitivamente, se non si utilizzano tutti gli strumenti a disposizione per garantire un prezzo remunerativo alle barbabietole e allo zucchero. Purtroppo il Governo sembra invece disinteressarsi delle sorti del comparto, tant’è che la Finanziaria dello Stato 2009 non ha onorato l’impegno sottoscritto nel 2005 dall’allora Ministro Alemanno, con Bruxelles e con i produttori, relativo alla copertura delle spese di trasporto per un onere di 43 milioni di euro all’anno fino al 2011. Dunque, piove sul bagnato!” Anche l’esclusione dai benefici del settore lattiero-caseario di montagna è discutibile. “Il prezzo del latte alimentare - spiega Rabboni - è in picchiata a livello europeo; i formaggi tipici scontano una gravissima crisi di mercato che si protrae ormai da anni. Questa situazione colpisce in modo particolarmente pesante le aziende collocate in montagna. La loro scomparsa avrebbe effetti devastanti dal punto di vista sociale, ambientale e dell’assetto idrogeologico. ” “Per questo - ha concluso l’Assessore regionale – ho già formalizzato al Ministero una proposta emendativa, finalizzate ad includere nei beneficiari dei fondi comunitari anche il comparto bieticolo-saccarifero e il settore lattiero-caseario nelle aree svantaggiate di montagna” .  
   
   
“FERMEZZA CONTRO LE SPADARE E LA PESCA ILLEGALE”. LE ASSOCIAZIONI ESPRIMONO APPREZZAMENTO PER L’INCONTRO CON IL SOTTOSEGRETARIO BUONFIGLIO CHE CONFERMA LA FINE DELLA STAGIONE DELLE DEROGHE AD HOC.  
 
 Roma - All’incontro che si è tenuto, il 12 maggio alla, Direzione Generale pesca con il Sottosegretario Antonio Buonfiglio, neo delegato alla Pesca, le Associazioni Ambientaliste hanno chiesto maggiore rigore nel rispetto delle leggi e uno stop ai decreti stagionali che ampliano le maglie dell’attuale divieto sulle spadare creando di fatto confusione normativa e difficoltà di controlli e sanzioni. “Apprezziamo le parole del Sottosegretario Buonfiglio che ha chiaramente assicurato che la stagione dei decreti e delle deroghe è terminata e che comincia una nuova stagione di confronto e collaborazione con le Associazioni Ambientaliste nel rispetto dell’interesse del settore e delle normative comunitarie”, dichiarano i rappresentanti di Greenpeace, Legambiente, Marevivo e Wwf. Il clima generale di ambiguità legislativa, dato dai decreti approvati negli anni scorsi e dalle deroghe richieste dai pescatori e i gravissimi casi di pesca illegale con spadare fortemente perseguiti anche dalle forze dell’ordine, dimostrano che la pesca illegale condanna il settore alla marginalità sociale e una grave minaccia per il futuro delle risorse. Sono in discussione normative comunitarie come il Regolamento sui Controlli e il bilancio della Politica comune della Pesca (Pcp), appuntamenti ai quali l’Italia non può presentarsi che con un nuovo approccio, una visione a lungo termine che consenta al nostro Paese di farsi capofila tra tutti i Paesi mediterranei per la conservazione delle risorse marine. “Sappiamo tutti infatti che dalla pesca illegale non guadagna nessuno. Né i pescatori onesti che si vedono derubati nei guadagni e nella stessa immagine, né le risorse che vengono depredate senza senso né futuro. La politica è quindi miope se lascia che ci siano margini di spazio per l’illegalità”, ribadiscono i rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste. A causa del fallimento delle politiche di controllo delle spadare, L’italia dovrà infatti versare all’Unione Europea un importo complessivo pari a 15. 524. 012 euro, rischiando inoltre una multa salatissima. Il futuro della pesca deve dunque puntare al rispetto degli habitat, nell’ottica di una gestione che riduca lo sforzo di pesca e consenta di aumentare le rese sia in termini economici che energetici, invertendo la tendenza attuale che ha reso il settore pesantemente dipendente dai sussidi pubblici a favore invece di un’effettiva sostenibilità economica ed ecologica. .  
   
   
IL "POMODORINO DEL PIENNOLO DEL VESUVIO" VERSO LA DOP - SEDICI I MARCHI RICONOSCIUTI FINORA DALLA UNIONE EUROPEA  
 
 E´ stata pubblicata il 15 maggio sulla Gazzetta Ufficiale europea la domanda di registrazione della denominazione "Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop". E´ l´ultimo atto per il riconoscimento del marchio. Trascorsi sei mesi dalla pubblicazione ed in assenza di eventuali opposizioni da parte degli altri Paesi membri, la Commissione europea renderà definitiva la registrazione della denominazione di origine protetta (Dop). Sarà la nona della Campania, la terza tra le produzioni ortive, e la diciassettesima complessiva, compresi i marchi Igp (identità geografica protetta) riconosciuti dalla Ue. I prodotti a denominazione di origine protetta, quelli per i quali l´intero processo di lavorazione si svolge all´interno dell´area di provenienza, sono il caciocavallo silano, il cipollotto nocerino, il fico bianco del Cilento, la mozzarella di bufala campana, l´olio extravergine di oliva Cilento, l´olio extravergine di oliva Colline Salernitane, l´olio extravergine di oliva Penisola Sorrentina e il pomodoro San Marzano dell´Agro Sarnese Nocerino. I prodotti ad identità geografica protetta, quelli per i quali anche una sola fase di lavorazione può essere fatta fuori dall´area di provenienza, sono il carciofo di Paestum, la castagna di Montella, il limone della Costa d´Amalfi, il limone di Sorrento, il marrone di Roccadaspide, la melannurca campana, la nocciola di Giffoni e il vitellone bianco dell´Appennino Centrale. L´area geografica di produzione del Pomodorino del piennolo del Vesuvio è ristretta a 18 comuni della zona vesuviana, quasi tutti ricadenti nell´area del Parco nazionale del Vesuvio. Prodotto tipico napoletano, esso è apprezzato sul mercato sia allo stato fresco che nella tipica forma conservata in appesa o al "piennolo", antica pratica di conservazione delle bacche fino alla fine dell´inverno. La superficie stimata è di circa 480 ettari (10% circa della Sau seminativi dell´area), con produzioni annuali di circa 4 mila tonnellate di prodotto fresco. Difficile determinare un fatturato medio, stante il mercato molto diluito nel tempo (da luglio a maggio dell´anno successivo) che comporta un prezzo di vendita molto diverso del prodotto (da 1 ad oltre 4 euro al chilogrammo). L´assessorato all´Agricoltura della Regione Campania, che ha sostenuto ed affiancato, attraverso il Settore Sesirca e lo Stapa-cepica di Napoli, il Comitato promotore durante tutta la fase preliminare ed istruttoria, ha espresso "ampia soddisfazione per questo ennesimo riconoscimento per i prodotti tipici dell´agricoltura campana. E´ un premio allo sforzo realizzato in questi anni per portare alla ribalta internazionale una produzione importante come il piennolo del Vesuvio". Sarà l´Ismecert di Napoli ad effettuare i controlli per la certificazione del prodotto, così come indicato dal Comitato promotore. .  
   
   
LA REGIONE SARDEGNA INTERVIENE CONTRO I MALFUNZIONAMENTI DEL SIAN  
 
Cagliari, - In più occasioni, l’ultima delle quali durante la riunione a Cagliari con i vertici di Agea (l´organismo pagatore nazionale in agricoltura), l´assessore regionale Andrea Prato ha messo in evidenza come spesso i malfunzionamenti del portale, che gestisce i pagamenti alle aziende agricole, pregiudichino anche il corretto utilizzo del Siar, l’interfaccia web della Regione Sardegna. L’assessore Prato, facendosi portavoce delle lamentele degli imprenditori agricoli e delle associazioni di categoria, ha chiesto ad Agea di agire subito per evitare che il Sian continui a congestionarsi, soprattutto con l’approssimarsi delle scadenze per la presentazione delle domande on line per il premio unico e dei bandi del Psr. I vertici di Agea da parte loro hanno assicurato che interverranno per ridurre al minimo i malfunzionamenti. .  
   
   
CASTELNUOVO: TRENTINO SVILUPPO ACQUISTA PARTE DELLO STABILIMENTO DI FILIERA AGROALIMENTARE TRENTINA SPA  
 
Trentino Sviluppo Spa, rappresentata dal vicedirettore generale Mauro Casotto, e Filiera Agroalimentare Trentina Spa, con il presidente Quirino Purin, hanno firmato nella mattinata del 14 maggio l’atto di compravendita che sancisce la cessione a Trentino Sviluppo di parte dello stabilimento di Castelnuovo Valsugana. L’operazione, che ammonta a 3,8 milioni di euro, vincola Fat Spa al rispetto di precisi parametri economico-finanziari e al mantenimento dei livelli occupazionali. Trentino Sviluppo ha acquisito, attraverso l’apposito fondo provinciale, parte dell’immobile di proprietà di Filiera Agroalimentare Trentina Spa sito nel comune di Castelnuovo, in particolare 14. 642 metri quadrati di terreno di cui 9. 582 mq. Relativi all’immobile e 5. 259 mq. Di fabbricati con un sedime di 3. 805 mq. Il prezzo pattuito, secondo il valore stimato da perizia asseverata, è di 3,8 milioni di euro. Contestualmente, tramite un contratto di locazione ordinaria, Trentino Sviluppo concede tali spazi alla stessa Filiera Agroalimentare Trentina Spa che verserà un canone annuo di 178. 650 euro. L’accordo integrativo che accompagna l’atto di compravendita - firmato anche da Alessandro Olivi, assessore all’Industria, Artigianato e Commercio della Provincia di Trento - vincola Filiera Agroalimentare Trentina Spa al rispetto di precisi vincoli economico-finanziari. Il gruppo imprenditoriale di riferimento ha inoltre previsto un incremento occupazionale sull’intero compendio dagli attuali 32 addetti a circa 60-70 unità, con l’impegno a mantenere nel tempo tali livelli occupazionali. «L’intervento siglato oggi – commenta l’assessore – consente di trasformare una buona idea artigianale in un vero e proprio progetto di filiera industriale, valorizzando ancora meglio le produzioni agroalimentari nostrane ed in particolare delle carni e dei salumi derivati prioritariamente da allevamenti trentini». Tale integrazione della filiera produttiva crea inoltre i presupposti per la realizzazione a Castelnuovo di un Polo di formazione professionale dell’«arte rossa», con il coinvolgimento dell’Istituto di formazione professionale alberghiera di Levico Terme, come previsto dalla dichiarazione di intenti siglata il 20 marzo 2007 tra Provincia di Trento, Patto territoriale della Valsugana Orientale, Associazione macellai, Consorzio produttori trentini di salumi, Associazione ristoratori e Coldiretti. «Il polo produttivo che si va così completando – sottolinea Patrizia Ballardini, consigliere delegato di Trentino Sviluppo e nel Cda anche di Filiera Agroalimentare Trentina Spa – renderà possibile la commercializzazione presso la grande distribuzione di salumi e insaccati di qualità affettati, confezionati e marchiati Trentino. Un importante salto tecnologico ma dal profondo significato anche sotto il profilo culturale e di immagine, in riferimento ad un prodotto che è parte integrante della tradizione economica locale». Previsto dal Piano triennale delle attività ex artt. 33-34 della L. P. 6/99 - il cui terzo aggiornamento è stato approvato con delibera di Giunta provinciale n. 321 del 20 febbraio 2009 - l’intervento siglato oggi permette a Fat di acquisire le risorse finanziarie necessarie per lo sviluppo dell’attività ed il consolidamento della filiera della lavorazione delle carni e dei salumi che vede nascere presso il compendio industriale di Castelnuovo di un vero e proprio polo trentino dell’«arte rossa». La disponibilità di nuovi spazi consentirà infatti l’insediamento presso il medesimo sito produttivo di due nuove iniziative complementari e sinergiche rispetto a Fat Spa e a tutto il comparto cani e salumi del Trentino. In particolare Copackaging Trentina Spa (che sarà partecipata da Trentino Sviluppo per 450 mila euro) avvierà un centro di affettamento e confezionamento al servizio di tutti i produttori di carne fresca e salumi, con particolare attenzione ai produttori medio-piccoli, scrigno della tipicità dei prodotti del nostro territorio, occupando circa 1. 600 metri quadrati della porzione di stabilimento acquisita da Trentino Sviluppo. Nel medio termine la filiera si allungherà ulteriormente grazie ad una new. Co in fase di costituzione che lavorerà i sottoprodotti della macellazione e del sezionamento, con particolare attenzione al confezionamento della trippa, alimento che si sta ritagliando un’interessante fetta di mercato in particolare nell’est Europa. .  
   
   
REQUISITI IGIENICO-SANITARI DELLE TECNOLOGIE PER LA LAVORAZIONE DELLE CARNI E DERIVATI  
 
Tifq, l’Istituto per la Qualità Igienica delle Tecnologie Alimentari, parteciperà a Eurocarne 2009 di Verona con un convegno titolato “Requisiti igienico-sanitari delle tecnologie per la lavorazione delle carni e derivati – Reg. 1935/2004/Cee e direttiva 2006/42/Cee (nuova direttiva macchine)” Venerdì 22 maggio, ore 13,30 -14,30 . Relatrice dell’incontro sarà Vanda Spina, referente tecnico dell’istituto. Le macchine per l´industria lavorazioni delle carni e packaging sono soggette alla nuova direttiva macchine che ne definisce le caratteristiche dei materiali utilizzati per la costruzione e i requisiti della progettazione nel rispetto delle norme di sicurezza igienica. Vengono inoltre fornite precise indicazioni relative ai manuali di uso e manutenzione da fornire agli utilizzatori, che devono mettere questi ultimi in condizioni di effettuare le operazioni di pulizia e sanificazione senza pregiudicare le caratteristiche della macchina e degli alimenti in essa processati. Per quanto riguarda i materiali utilizzati nella costruzione delle macchine alimentari, come previsto dal Reg. 1935/2004/ce, ogni Stato membro deve dotarsi di una adeguata legislazione che, nel caso dell´Italia, è già disponibile sia per quanto riguarda i requisiti generali sia per quelli specifici per la quasi totalità dei materiali utilizzabili (D. M. 21 marzo 1973). Nel 2006 la Commissione Europea ha ritenuto necessario richiamare agli Stati membri l´importanza delle Gmp emanando il Reg. 2023/2006/Ce sulle buone pratiche di fabbricazione dei materiali e delle macchine destinate a venire a contatto con prodotti alimentari. Tale regolamento si applica con decorrenza 1 agosto 2008 a tutti i settori e a tutte le fasi di produzione, trasformazione e distribuzione di materiali e oggetti. Le aziende sono tenute quindi ad assicurare: ì che i materiali e gli oggetti siano costantemente fabbricati e controllati per assicurare la conformità alle norme ed agli standard qualitativi adeguatamente all´uso a cui sono destinati per garantire l´assenza di rischi per la salute umana. Che vengano istituiti e mantenuti sistemi di gestione e di controllo della qualità efficaci e documentati. Che venga elaborata e conservata un´adeguata documentazione riguardante le specifiche, le formulazioni e i processi di fabbricazione che siano pertinenti per la conformità e la sicurezza di materiali e oggetti finiti. Tale documentazione deve essere messa a disposizione delle autorità competenti qualora ne facciano richiesta. L´istituto Tifq si pone quale ente di terza parte in grado di supportare le imprese costruttrici di tecnologie utilizzate per la lavorazioni delle carni, sviluppando le procedure necessarie a consentire di ottemperare alle normative vigenti. Per accedere ai servizi offerti da Tifq occorre compilare la domanda di attestazione, scaricando l´apposito modulo dal sito www. Tifq. It. Le procedure seguite da Tifq si articolano nella verifica documentale e tecnica e nella successiva stesura del "dossier tecnico" per le autorità di controllo. Sono previste inoltre verifiche di carattere igienico-sanitario sul prodotto finito che permetteranno di qualificare ulteriormente la tecnologia garantendo, oltre al rispetto della conformità normativa, l´igienicità della progettazione. Il Marchio di Qualità Igienica permetterà di trasferire al mercato in modo visibile l´idoneità dei materiali e l´eccellenza igienica della tecnologia. Www. Tifq. It .  
   
   
UNIONCAMERE: INTESA CON REGIONE BASILICATA SU PROMOZIONE AGROALIMENTARE  
 
 Il Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata e Unioncamere Basilicata hanno sottoscritto il 15 maggio un accordo operativo - nel solco dell’accordo quadro approvato nel marzo scorso - finalizzato a concordare azioni che favoriscano lo sviluppo economico della regione. Nello specifico, il documento regola i rapporti tra le parti in relazione alla realizzazione di eventi fieristici concordati con il Dipartimento e gestiti direttamente da Unioncamere Basilicata, in regime di cofinanziamento; alla collaborazione del sistema camerale lucano – anche tramite supporto di Retecamere – alla realizzazione di eventi gestiti dalla Regione Basilicata, attraverso l’attivazione di specifici servizi richiesti dal Dipartimento; all’elaborazione, su richiesta del Dipartimento, di studi specifici di settore da parte di Unioncamere Basilicata. L’impegno finanziario da parte del Dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata sarà complessivamente di 700. 000 euro, con riferimento agli esercizi 2009 e 2010. “L’accordo siglato questa mattina consolida la fiducia della Regione Basilicata nei confronti del sistema camerale lucano – dichiara il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte – e sancisce nei fatti l’applicazione di quel concetto di sussidiarietà che talvolta, in passato, era stato soltanto enunciato. Una efficace strategia di valorizzazione delle produzioni tipiche e dell’intera filiera agroalimentare, del resto, oggi, non può che vedere il coordinamento di un’attenta regìa globale e l’azione di interlocutori esperti. Le Camere di Commercio, in questo contesto, rappresentano un punto di riferimento unico sia dal punto di vista della conoscenza diretta del territorio e del suo sistema produttivo che dell’esperienza in tema di marketing territoriale, internazionalizzazione, innovazione e competitività”. Prossimamente un analogo protocollo di intesa verrà sottoscritto tra Unioncamere Basilicata e il Dipartimento Attività Produttive della Regione. .  
   
   
BOLZANO, CONVEGNO: "TUBERCOLOSI BOVINA E BLUE TONGUE NELL’EUROPA CENTRALE" (20 MAGGIO)  
 
Si svolgerà mercoledì 20 maggio, alle ore 9,00, nella sala riunioni del Servizio veterinario provinciale in via Bivio,59/b a Bolzano il convegno organizzato dalla Ripartizione agricoltura e dal Servizio veterinario sul tema: “Tubercolosi bovina e blue tongue nell’Europa Centrale”. Nel corso del convegno, al quale prenderà parte l’assessore provinciale all’agricoltura, Hans Berger, saranno illustrate dagli esperti del settore le specifiche situazioni riguardanti la tubercolosi bovina e la blue tongue in Baviera, Baden-württemberg, Tirolo, Trentino, Germania del Nord, Svizzera, Austria e naturalmente in Alto Adige. .  
   
   
AOSTA: CORSO PER VITICOLTORI SULL´UTILIZZO DEI PRODOTTI FITOSANITARI  
 
L’assessorato dell’agricoltura e risorse naturali organizza due serate rivolte ai viticoltori sul tema Utilizzo razionale dei prodotti fitosanitari per la difesa del vigneto, mercoledì 27 maggio 2009, dalle ore 19,00 alle ore 21,30, nel salone delle manifestazioni della Biblioteca di Châtillon, e venerdì 29 maggio 2009, con lo stesso orario, nella sala riunione della Cave Cooperative des Onze Communes di Aymavilles. I corsi, tenuti da Fabrizio Prosperi, sono inclusi tra le attività formative curate della Direzione produzioni vegetali e servizi fitosanitari. La partecipazione è libera e gratuita, le iscrizioni si ricevono a partire da lunedì 18 maggio fino a martedì 26 maggio e comunque sino al completamento dei 50 posti disponibili per ogni serata. Per informazioni e iscrizioni gli interessati possono rivolgersi all’Ufficio formazione e aggiornamento professionale dell’Assessorato, in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe (telefono 0165. 275294/5201). E’ possibile scaricare il programma dei corsi all’indirizzo internet www. Regione. Vda. It/agricoltura, nella sezione “Formazione”. . .  
   
   
AUSTRIA, CONFETTURE DARBO IN CRESCITA  
 
Il produttore tirolese di confetture e miele Darbo, con sede a Stans, ha aumentato il proprio fatturato nel primo trimestre del 2009 del 9 per cento, a 26,1 milioni di euro. L´impresa spera così quest´anno di superare la barriera dei 100 milioni di euro di fatturato, fermo "a soli" 99,7 milioni di euro durante l´anno precedente, rende noto l´Ice. Negli ultimi 30 anni l´impresa a gestione familiare ha venduto in tutto il mondo più di 210 milioni di vasetti di marmellata Darbo, mentre la quota di mercato in Austria, del solo 12 per cento nel 1981, ammonta oggi al 60 per cento. Lo scorso anno sono stati venduti in Austria 8,3 milioni di kg di marmellata, per un giro d´affari di 38,9 milioni di euro. Darbo esporta oggi le proprie confetture in 62 Paesi del mondo e impiega 300 lavoratori. .  
   
   
BIOERA: NEL PRIMO TRIMESTRE CRESCONO FATTURATO (+5,1%), UTILE ANTE IMPOSTE  
 
 Cavriago - Il Consiglio di Amministrazione di Bioera S. P. A. Ha approvato il 14 maggio i risultati relativi ai primi tre mesi del 2009 che riflettono ricavi totali consolidati in crescita a 27,8 milioni di Euro rispetto a Euro 26,4 milioni del primo trimestre 2008. In lieve incremento il fatturato totale della divisione prodotti naturali e biologici che hanno raggiunto gli 11,9 milioni (11,8 milioni nel 2008), con un’incidenza sul fatturato totale in lieve contrazione al 43%, dal 45% del primo trimestre 2008. Alla performance positiva della divisione ha contribuito l’andamento delle vendite della controllata Ki Group che ha raggiunto risultati in linea con l’ambizioso budget fissato. L’azienda ha iniziato la distribuzione esclusiva dei prodotti a marchio Verde&bio rafforzando la propria posizione nei canali dei negozi specializzati di alimentazione biologica e delle erboristerie in un momento difficile del mercato e del settore. Vendite in salita anche per Organic Oils, la quale nel primo trimestre 2009 ha incrementato i distributori della linea Crudigno in Italia e le vendite alle catene della Gdo in particolare Esselunga. Si rafforza anche la partnership commerciale con Ikea nel campo dell’utilizzo degli oli da agricoltura biologica certificata. Nel primo trimestre, infatti, hanno fatto la loro comparsa negli appositi corner di tutti i ristoranti del gruppo Ikea, l’olio extra vergine di oliva “estratto a freddo” e l’aceto balsamico della linea Crudigno, i prodotti sono offerti in libero servizio alla clientela in tutti i punti di ristoro Ikea presenti nel territorio italiano. Tra gli eventi di rilievo successivi alla chiusura del trimestre si segnala la cessione in data 11 maggio 2009 del 51% della società Erboristerie d’Italia al prezzo di Euro 1,2 milioni. Cresce la contribuzione della divisione fuori casa (57% sul totale dei ricavi di Gruppo) grazie anche al consolidamento integrale della controllata Comers, al 31 marzo 2009 i ricavi totali sono pari a 15,9 milioni di Euro. Prosegue l’intensa attività nello sviluppare nuovi mercati in Italia ed all’Estero, nel primo trimestre dell’anno è stata perfezionata l’acquisizione da parte di General Fruit dell´ ulteriore 50% dell’azienda francese Comers Sarl al prezzo di 443 mila Euro Comers è leader nella distribuzione di succo di limone nella grande distribuzione francese. A questa importante operazione si aggiunge in data 27 marzo 2009 il conferimento nella International Lemon Company Srl (Ilc) del ramo di azienda “limone” con i marchi “ Condinsalata”, “Fior di limone” e “Siracuse”. La controllata Natfood ha continuato nella strategia di presidio diretto della distribuzione ed in tale direzione a fine gennaio è stata costituita la società Natfood Bergamo Srl, controllata da Natfood srl al 51%. Positivo il Margine Operativo Lordo (Ebitda) che si attesta a quota Euro 0,5 milioni rispetto a Euro 1,4 milioni del 2008, in calo di Euro 0,9 milioni per effetto della stagionalità delle vendite, e per una controllata diminuzione della marginalità al fine di aumentare la competitività dei prodotti sul mercato di riferimento e le quote di mercato. Il Risultato Operativo (Ebit) nel primo trimestre 2009 è negativo per 0,9 milioni di Euro (+0,8 milioni nel primo trimestre 2008) e contiene la svalutazione della partecipazione in Erboristerie d’Italia Srl per Euro 0,8 milioni valutata al prezzo di vendita. Il Risultato ante imposte registra un consistente aumento a quota 4,1 milioni di Euro (0,3 milioni quello del 2008), beneficiando della plusvalenza realizzata a seguito del conferimento del ramo d’azienda “limone” in International Lemon Company (attività destinata alla alienazione nel breve periodo). In lieve miglioramento l’indebitamento del Gruppo che si attesta a Euro 41,3 milioni rispetto a Euro 41,5 milioni al 31 dicembre 2008. .  
   
   
FLOROVIVAISMO, DALLA REGIONE TOSCANA L´INVITO AD INVESTIRE SULLA RICERCA TRA I PRO GETTI SEGNALATI UNO SULLA RIUTILIZZAZIONE DEGLI SCARTI ED UNO SULLE PIANTE DA CITTÀ  
 
Investire in ricerca anche nel settore florovivaistico: è questa la strada da percorrere e la via sostenuta dalla Regione per un distretto nato nel 1994, che produce il 35% dell´intero fatturato nazionale e che viaggia come una locomotiva. Un´esperienza da proseguire e da valorizzare. L´ha sottolineato stamani a Pistoia, nel corso di un convegno sul florovivaismo organizzato dal distretto a Palazzo Balì, il presidente della Toscana, che ha ricordato come la Regione abbia già stanziato per il 2009 quasi 400 mila euro e pubblicato un bando. Un modo per aiutare a diversificare le produzioni e rendere più sostenibili i processi produttivi le 500 aziende del distretto vivaistico, che contano oltre 5. 500 addetti ed esportano per 180 milioni (il 60% dell´intero fatturato). La ricerca è per il presidente della Toscana fondamentale e, in tempi in cui si lavora oramai quotidianamente sulla bioingegneria, occorre rimboccarsi le maniche per recuperare il tempo perduto. Ma è necessario, ha aggiunto, anche creare un sistema nazionale per poter meglio competere sui mercati internazionali, dove gli olandesi stravincono. Sul fronte della ricerca e dell´innovazione tra le sperimentazioni più interessanti segnalate dalle imprese pistoiesi c´è la sperimentazione di nuove specie capaci di meglio adattarsi alla città e al verde urbano, ma anche un progetto sulla riutilizzazione degli scarti verdi dei vivai, presentato dalle tre organizzazioni professionali della città e dal Centro sperimentale per il vivaismo che, solo nell´area pistoiese, potr ebbe consentire di ridurre di circa 20 mila tonnellate l´anno i rifiuti portati in discarica. Gli scarti, secondo il progetto già allo studio degli uffici regionali, potrebbero essere in parte trasformati in terriccio e in parte consegnati alle imprese che producono pellets, per trasformare la parte legnosa dei residui in combustibile alternativo. Con un vantaggio per l´ambiente, ma anche per i costi di produzione. Il verde (e soprattutto il verde ben curato) può aiutare peraltro anche a vivere meglio e più sicuri. Il presidente della Toscana ha fatto l´esempio di aree periferiche a volte abbandonate, che contraddicono la tradizione del paesaggio toscano e la vocazione che il mondo riconosce alla nostra regione. La Regione investe naturalmente anche nel settore floricolo, che tra Lucca e Pistoia ha il suo distretto interprovinciale e che in tutta la regione conta circa 1. 000 aziende, spesso piccole e a conduzione familiare, con mille ettari di superficie agricola utilizzata e oltre 1. 300 addetti. La maggior parte viene venduta all´ingrosso e dunque importantissimi sono i mercati dei fiori, a cominciare da quello di Pescia su cui lunedì, comune e Regione, firmeranno un protocollo. Nel 2010 sarà organizzata in Toscana la seconda conferenza regionale sul florovivaismo. .  
   
   
PESCIA: IL CENTRO FIORI VERSO UN RILANCIO MULTIFUNZIONALE SEI MESI PER PRESENTARE PROPOSTE OPERATIVE E FORTE IMPEGNO DELLA REGIONE  
 
Entro sei mesi il Comune di Pescia presenterà alla Regione Toscana “una o più possibili proposte operative per una valorizzazione multifunzionale del complesso immobiliare del Comicent” e per una sua completa utilizzazione. Lo prevede una intesa oggi siglata, in Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze, sede della Presidenza di Regione Toscana, fra il presidente della Regione e il sindaco di Pescia in attuazione di una delibera che il governo regionale aveva approvato lo scorso 27 aprile. Il Centro di commercializzazione dei fiori dell´Italia Centrale (Comicent) venne realizzato dal ministero dell´Agricoltura negli anni Settanta con una gestione affidata, nel 1987 e per trent´anni, a un consorzio a prevalente interesse pubblico. Nel frattempo le competenze, e la proprietà del Centro, sono state trasferite dal ministero alla Regione mentre in quello spazio a tutt´oggi si svolge l´attivit&ag rave; del mercato dei fiori. Su richiesta del cda e alla luce di una gravosa situazione economica del consorzio, nell´estate di due anni fa a giunta regionale deliberò in merito allo scioglimento e alla nomina di un liquidatore stabilendo che fosse il liquidatore a dover gestire il servizio pubblico di mercato fino alla riassunzione di quel servizio da parte del Comune. Il liquidatore gestirà questo servizio fino al prossimo 4 dicembre. Con il protocollo firmato oggi pomeriggio, che regolamenta i reciproci rapporti fra Regione Toscana e Comune di Pescia, si aprono possibili nuove forme per l´utilizzo del Comicent. Tre, nella sostanza, gli obiettivi generali: ridefinire la destinazione del complesso immobiliare Comicent e, in particolare, il passaggio di proprietà dalla Regione al Comune definendo le linee strategiche per garantire la continuità del servizio di mercato di fiori in Pescia; individuare le risorse finanziarie adeguate per il recupero dell´area e dell´immobile (attraverso un progetto che preveda l´utilizzo di fondi dei due enti nonché eventuali risorse di Stato e Ue); favorire il rilancio dei mercati floricoli toscani con uno specifico progetto. Entro sei mesi, dunque, il Comune di Pescia dovrà presentare alla Regione “una o più possibili proposte operative” individuando soluzioni alternative, anche in via temporanea, per l´esercizio del servizio pubblico di mercato dei fiori. Il Comune dovrà adottare piani attuativi, in particolare sotto il profilo urbanistico, congruenti con le proposte operative di valorizzazione del Comicent. Da parte sua la Regione Toscana si impegna a valutare la documentazione presentata dal Comune nonché a procedere – in caso di valutazione positiva - a trasferire la proprietà del complesso al Comune, più risorse finanziarie anche aggiuntive. Entro il passaggio di proprietà la Regione si i mpegna anche ad “attivare le azioni necessarie per garantire la prosecuzione del servizio pubblico di mercato dei fiori presso il Comicent o presso altra struttura più funzionale”. .  
   
   
SUCCESSO PER I VINI DELL’EMILIA-ROMAGNA A LONDRA  
 
Apprezzamento per i vini dell’Emilia-romagna e molte concrete opportunità commerciali per le aziende regionali alla 29° “London International Wine Fair”, la principale rassegna enologica della Gran Bretagna che ha chiuso i battenti dopo tre giorni (12-14 maggio). Una edizione all’insegna di incontri d’affari, workshop tra operatori e seminari sugli scenari futuri del mercato internazionale del vino. Alla fiera londinese, frequentata quest’anno da circa 1. 300 espositori e da oltre 25. 000 visitatori di cui quasi 14. 000 “professionali” (importatori, buyer della distribuzione, catene di ristorazione) provenienti da tutto il mondo, la Regione Emilia-romagna ha partecipato per la quarta volta consecutiva con un stand istituzionale nell’ambito di “Deliziando”, il progetto per la promozione delle eccellenze enogastronomiche sui mercati esteri in collaborazione con Ice (Istituto nazionale per il commercio estero), Unioncamere Emilia-romagna, Enoteca regionale e i principali consorzi di tutela dei prodotti tipici. Una ventina le aziende vitivinicole ospitate nello stand e che hanno avuto l’opportunità di consolidare la propria presenza sul mercato inglese e far conoscere i propri prodotti. Una trentina di importatori del settore hanno manifestato un interesse specifico per i vini made in Emilia-romagna e diverse centinaia tra ristoratori e titolari di enoteche si sono fermati allo stand per assaggiare i vini e prodotti tipici. In più di un caso, i contatti avviati sul posto si sono concretizzati in nuove opportunità commerciali sia con la grande distribuzione organizzata sia con la ristorazione. Ad incidere positivamente sul giudizio degli operatori stranieri soprattutto i due punti di forza dell’offerta vinicola regionale: l’ampia gamma merceologica e il rapporto qualità-prezzo. “I vini emiliano-romagnoli hanno un grande potenziale di crescita sul mercato inglese - ha sottolineato Fabrizio Di Clemente, direttore della sede londinese dell’Ice - soprattutto in abbinamento con le tante specialità gastronomiche regionali di altissimo livello. E’ proprio in questa direzione che stiamo concentrando le iniziative avviate in collaborazione con la ‘Wine and Food Academy’, organizzazione che raccoglie tutti gli operatori della ristorazione e del catering”. Le prossime trasferte all’estero di “Deliziando” sono in programma a Sofia (dal 3 al 5 giugno) e di nuovo in terra inglese, a Oxford, il giorno successivo (6 giugno). In Italia l’appuntamento piu’ vicino è a Parma (il 25 e 26 giugno) per un workshop che vedrà presenti 40 operatori di 12 Paesi stranieri e una cinquantina di imprese emiliano-romagnole del settore alimentare. .  
   
   
RUSSIA, CRESCE APPREZZAMENTO PER IL VINO ITALIANO  
 
Ai russi piace il vino italiano. Nell´ultimo anno sono aumentate del 30 per cento le bottiglie prodotte in Italia ed esportate in Russia, raggiungendo la cifra record di 64 milioni di euro di valore. A rivelarlo è stata la Coldiretti sulla base dei dati forniti dall´Istat. Il 60 per cento del vino consumato in Russia è importato dall´estero e tra i fornitori di vini al primo posto c´è la Bulgaria, seguita da Francia, Spagna e Italia. La Coldiretti ha sottolineato le enormi potenzialità di crescita per il settore, quello che ha ottenuto i risultati più incoraggianti tra i prodotti italiani esportati verso Mosca. Si tratta di un grande passo in avanti rispetto all´andamento generale del commercio, tanto da svolgere una funzione di traino per l´intera produzione nazionale dei diversi comparti produttivi, a partire dall´agroalimentare dove la crescita in valore delle esportazioni è stata del 10 per cento nel 2008, riprende l´Ice. Secondo la Coldiretti si è verificata una rapida ascesa dei consumi di vino che hanno già raggiunto i 7 litri procapite l´anno. Per la Research Agency for Federal and Regional Alcohol Markets, gli acquisti di vino in Russia cresceranno addirittura a ritmi tali da raggiungere in pochi anni i livelli dell´Europa Occidentale, lasciandosi per sempre alle spalle l´idea stereotipata del russo bevitore di vodka. E anche Wine Intelligence, l´agenzia di ricerca che si dedica all´analisi del trend del consumatore, pronostica che il segmento dei bevitori abituali di vino raddoppierà entro il 2010, offrendo importanti opportunità di crescita per i produttori pronti a intercettare questo dinamico mercato. .  
   
   
POSITIVO L´ESITO DELLA DEGUSTAZIONE DEGLI ESPERTI IN VISTA DELLA DOCG PER IL VERDICCHIO.  
 
Ha avuto esito positivo la prova d´assaggio prevista nell´iter di attribuzione della Denominazione di origine controllata e garantita (Docg) dei Verdicchi di Jesi e Matelica, il prestigioso riconoscimento che attesta la massima qualita` del vino. Il vicepresidente e assessore all´Agricoltura, Paolo Petrini, ha preso parte questa mattina alla prova, effettuata presso l´Enoteca regionale di Jesi da dieci esperti degustatori, alla presenza di Alberto Mazzoni, direttore dell´Istituto marchigiano tutela vini e di Roberto Bruchi, presidente della commissione delegata per le Marche e l´Abruzzo del Comitato nazionale vino Doc e Igt. Presenti inoltre rappresentanti del Ministero dell´Agricoltura, della Regione e delle Camere di Commercio di Ancona e Macerata. La prova d´assaggio ha riguardato 23 campioni ed era prevista nell´iter di attribuzione della Docg. Alla prova faranno seguito udienze pubbliche. Il Vicepresidente ha colto con soddisfazione l´esito positivo, sottolineando come il riconoscimento della Docg sia un fatto importante per la Vallesina e per Matelica. Zone queste caratterizzate da tradizionali eccellenze manifatturiere, ma che hanno saputo mantenere e valorizzare la vitivinicoltura, la qualita` ambientale e le peculiarita` paesaggistiche. Un connubio tra terra e industria che e` difficile riscontrare nel paese. La volonta` di far sempre meglio porta a riconosciute eccellenze, come quella del Verdicchio. Un riconoscimento, quello verso il quale si sta andando, che premia la dedizione e il lavoro di operatori, esperti, associazioni e che contribuira` a promuovere l´immagine delle Marche come regione di qualita`, con effetti positivi anche per il turismo. Attualmente i vini delle Marche che godono della Denominazione di origine controllata e garantita sono la Vernaccia di Serrapetrona e il Rosso Conero. Dal primo agosto prossimo, a seguito della riforma europea dell´Ocm ´ organizzazione comune di mercato ´ del vino, non sara` piu` possibile attribuire denominazioni diverse dalla Dop ´ denominazione d´origine protetta ´ e dall´Igt ´ Indicazione geografica tipica. Cosi`, prima di quella data, diventa molto importante il riconoscimento Docg, poiche` i vini che ricevono quest´ultima denominazione potranno continuare a fregiarsene, con un chiaro valore distintivo. Sono 1500 le aziende che producono Verdicchio, prodotto che copre circa il 90 per cento delle esportazioni regionali di vino. Mantenendo cosi` il ruolo di ´ambasciatore delle Marche nel mondo´ che riveste sin dagli anni cinquanta. .