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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 04 Marzo 2014
AL CAMPO SCUOLA CON IL DIABETE, PER IMPARARE A GESTIRLO  
 
Firenze, 4 marzo 2014 - Una vacanza da solo, senza genitori. Per acquistare autonomia, conoscere altri coetanei, divertirsi, fare sport, stare all´aria aperta, a contatto con la natura. Un progetto possibile per molti ragazzi. Più difficile per quelli affetti da diabete. Per questo dal 2000 la Regione Toscana sostiene progetti di organizzazione di campi scuola per bambini e adolescenti con diabete. Un sostegno che viene riconfermato anche per il 2014: una delibera approvata nel corso dell´ultima seduta di giunta destina 140.000 euro alle aziende che hanno presentato progetti specifici. Ai campi scuola, che sono gestiti dal Centro regionale per il diabete dell´età evolutiva dell´azienda ospedaliero-universitaria Meyer, dalla Asl 6 di Livorno e dalla 9 di Grosseto, i ragazzi imparano, con l´aiuto di medici e psicologi, a gestire il diabete e superare i problemi connessi con la convivenza con una patologia cronica. "Teniamo molto a continuare a garantire il sostegno della Regione a questi progetti - dice l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - Il campo scuola è il primo passo per l´autonomia del ragazzo dalla famiglia. Al campo scuola è il ragazzo ad essere coinvolto e responsabilizzato in prima persona. Le esperienze degli anni passati ci hanno dimostrato l´efficacia e la valenza terapeutica di questi campi e noi, in accordo con le associazioni di volontariato, siamo determinati ad assicurare continuità a questi progetti". I campi per i ragazzi più grandi (11-16 e 14-17 anni) sono rivolti ai soli ragazzi, con la partecipazione di 3-4 ragazzi di età superiore, che svolgono la funzione di "diabetico guida", grazie alle esperienze già maturate nei precedenti campi scuola. I campi per i più piccoli sono rivolti ai gruppi familiari e il bambino (6-10 anni) partecipa con entrambi i genitori. Ai campi sono presenti medici, infermieri, psicologi, pediatri, dietisti, preparatori atletici della facoltà di scienze motorie, personale dell´Associazione diabetici. I campi si svolgono in montagna, in agriturismo, in barca. Tra le proposte di quest´anno, ci sono campi scuola al Dynamocamp di Limestre Pistoiese (21-23 febbraio), una settimana sulla neve (2-8 marzo e Sestola, Modena), una settimana in campagna, in agriturismo (periodo da definire tra maggio e settembre), una in barca a vela, una crociera a bordo di Nave Italia (tra maggio e ottobre), un campo sulle Apuane in collaborazione con il Soccorso Alpino di Massa Carrara, e un campo in Sicilia. Ogni anno nella fascia di età 0-14 anni si verificano 8-10 nuovi casi ogni 100.000 bambini e 6-7 nella fascia di età giovanile tra 15 e 29 anni. E il trend è in aumento, in Toscana come nel resto d´Italia: +3,6% l´anno. Il diabete dell´età evolutiva colpisce in Italia circa l´1 per mille della popolazione ed è pari a circa l´8% di tutti i casi di diabete. Questa patologia a carattere sociale emergente può essere affrontata con la prevenzione primaria e secondaria, ma quando si è ormai evidenziata, diventano fondamentali l´autocontrollo e la capacità di gestione da parte dei ragazzi. Il periodo di vacanza (da 7 a 10 giorni) passato "da solo" rassicura i genitori sulla capacità del figlio di auto gestirsi, e sviluppa nel ragazzo una maggiore sicurezza di sé. Per i medici, vivere in stretto contatto, 24 ore su 24, con i ragazzi, consente loro di osservarli più da vicino a stabilire con loro un rapporto che non è più di dipendenza medico-paziente, ma di collaborazione attiva e diretta. Le lezioni teoriche si alternano a esercitazioni pratiche e ogni ragazzo è stimolato a compiere da solo i controlli e le terapie necessarie.  
   
   
SANITÀ: SERRACCHIANI, NESSUN TAGLIO ALL´AZIENDA "ISONTINA"  
 
Gorizia, 4 marzo 2014 - ´´Non abbiamo imposto alcun taglio alla sanità isontina. Abbiamo invece chiesto all´Azienda per i Servizi Sanitari "Isontina" una riqualificazione della spesa, in termini di gestione manageriale, di 16 milioni di euro lasciando inalterati i servizi ai cittadini´´. Lo ha detto la presidente della Regione Debora Serracchiani incontrando ieri a Gorizia, nella sede della Camera di Commercio, i sindaci della provincia di Gorizia, presenti il presidente dell´Ente camerale Gianluca Madriz, l´assessore regionale Sara Vito, il presidente della Provincia Enrico Gherghetta e alcuni consiglieri regionali eletti nel collegio di riferimento. La presidente ha anche assicurato la disponibilità della Regione di ´´venire incontro´´ all´Azienda sulla base dell´esito finale del processo di riqualificazione della spesa. ´´La sanità isontina, alla quale abbiamo garantito l´autonomia nel processo di riforma che stiamo impostando, rappresenta un modello - ha riconosciuto la presidente - per quanto riguarda l´integrazione fra ospedale e territorio´´. È tuttavia necessario, secondo Debora Serracchiani, un ulteriore sforzo di riequilibrio delle risorse verso l´assistenza territoriale, che risulta ancora carente. ´´La riforma sanitaria che stiamo preparando - ha spiegato la presidente ai sindaci dell´Isontino - non prevede la chiusura di ospedali, quanto piuttosto la riconversione di alcune strutture, rendendo nello stesso tempo più efficaci ed efficienti i servizi ai cittadini´´. ´´Nel processo di riforma - ha detto ancora - è indispensabile un´alleanza con i sindaci e con i territori, purché non prevalga la logica della conservazione dell´esistente. Nelle condizioni del Bilancio regionale, non ce lo possiamo semplicemente permettere´´.  
   
   
ONCOLOGIA, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA ENTRA NELL’IRST DI MELDOLA  
 
Bologna, 4 maro 2014 - La Regione Emilia-romagna entra nell’assetto societario dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) di Meldola per rafforzarne il ruolo pubblico e la responsabilità di nodo delle attività oncologiche di assistenza e di ricerca. Con una delibera della giunta regionale approvata ieri , la Regione acquisisce il 35% (7 milioni di euro) del capitale sociale, portando la partecipazione pubblica, che comprende anche l’Azienda Usl della Romagna e il Comune di Meldola, al 69,62% delle quote sociali. L’ingresso della Regione, che acquisisce la quota di maggioranza relativa, era stato disposto con la legge regionale 22/2013 approvata lo scorso novembre dall’Assemblea legislativa, la legge di istituzione dell’Azienda Usl della Romagna. Per l’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti “con quest’atto si consolida ulteriormente l’integrazione dell’Irst di Meldola all’interno del Servizio sanitario regionale. L’obiettivo è rendere pienamente operativo l’Istituto nel rafforzamento della rete oncologica regionale”. L’ingresso della Regione ha comportato una nuova ripartizione dell’assetto societario che prima prevedeva una partecipazione pubblica pari al 53,27% (tra Aziende Usl di Forlì, Cesena, Ravenna, Rimini e Comune di Meldola). Entro il 31 marzo verrà disposto l’atto formale di liquidazione da parte della Regione.  
   
   
BURLANDO, NUOVO BLOCCO OPERATORIO OSPEDALE GASLINI  
 
Genova, 4 marzo 2014 - "Il Gaslini ha appena ampliato il suo pronto soccorso, che riceve quasi 40 mila bambini all´anno, mediamente più di 100 al giorno. Questo rende l´idea di quanto sia importante il presidio. Nel frattempo l´ospedale ha fatto un grosso intervento di modernizzazione e miglioramento delle sale operatorie che sono già concluse e operative". Lo ha detto venerdì 28 febbraio il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando presentando in conferenza stampa l´intervento di realizzazione delle nuove sale operatorie del blocco chirurgico dell´ospedale Gaslini di Genova, insieme con il vicepresidente e assessore alla Salute Claudio Montaldo. Era presente il direttore generale dell´ospedale pediatrico Paolo Petralia che ha sottolineato quanto "il nuovo blocco chirurgico migliorerà le modalità operative dell´ospedale e i processi organizzativi. Inoltre permetterà a pazienti e operatori di ottimizzare i tempi chirurgici, del risveglio e anche la sicurezza delle prestazioni, in un ospedale che prende in cura bambini da 90 paesi del mondo. La centralizzazione delle attività ha permesso di abbattere le liste di attesa, il personale è l´altra leva che potrebbe ottimizzare questo percorso". Le nuove sale operatorie del blocco chirurgico dell´ospedale Gaslini, commissionate dallo stesso istituto, sono costate 1 milione 345 mila 729 euro provenienti da fondi statali ex art.20 (719 mila 552 euro) e da fondi statali ex art.31 (626 mila 177 euro). I lavori avevano avuto inizio a ottobre 2009 e si sono conclusi nell´aprile 2013. A fine maggio 2013 è avvenuto il collaudo, mentre la struttura è diventata operativa tra luglio e dicembre 2013. L´inaugurazione è prevista il 2 aprile 2014. L´intervento ha riguardato la ristrutturazione di una vecchia sala operatoria, il recupero di altri spazi da destinare allo stesso uso e l´adeguamento delle sale operatorie ai requisiti strutturali e impiantistici stabiliti dalla attuale normativa. Attraverso l´intervento è stato creato al 2° piano dell´edificio 17 un blocco operatorio dove è accentrata parte dell´attività chirurgica dell´Istituto Gaslini. Il blocco è costituito da 4 sale operatorie, di cui due di chirurgia (una per gli interventi più complessi e una interventi di routine quali cistoscopie o laparoscopie) e due di ortopedia (una impiegata da Ortopedia e Traumatologia e una utilizzata da Chirurgia Multidisciplinare anche per le attività di Otorinolaringoiatria). Oltre alle sale operatorie l´intervento ha interessato i locali connessi all´attività chirurgica: lavaggio chirurghi, locale preanestesia, locale risveglio, sub-centrale di sterilizzazione, depositi sporco e pulito, depositi attrezzature, locale caposala, zona filtro. Le strutture sono state realizzate utilizzando materiali tradizionali, escludendo l´impiego di moduli prefabbricati. Le due sale sono state dotate di nuove lampade scialitiche, unità pensili (chirurgo/anestesista), mentre la sub-centrale di sterilizzazione è stata attrezzata con tre nuove sterilizzatrici. Nell´ambito del nuovo blocco operatorio è stato realizzato uno spazio dedicato ai pazienti appena operati ma che necessitano di ulteriore monitoraggio prima di poter essere ricondotti nei reparti di provenienza (Recovery Room). I lavori hanno avuto una durata oltre i termini contrattuali perché sia la ditta aggiudicataria che quella subentrante sono fallite durante il corso dei lavori. Aver concentrato 4 sale operatorie molto attive in un unico blocco ha consentito una ottimizzazione delle risorse a disposizione, sia in termini di personale, sia in termini di tempi operatori.  
   
   
LAZIO, APRE LA PRIMA CASA DELLA SALUTE PER UNA SANITA’ PIU’ EFFICIENTE E VICINA ALLE PERSONE  
 
Roma, 4 marzo 2014 - Apre la prima Casa della Salute nel Lazio, per rilanciare un nuovo modello di sanità più efficiente e vicino alle persone. Si trova a Sezze, in provincia di Latina. Ad inaugurarla, il presidente, Nicola Zingaretti che ha sottolineato come inizi una nuova fase per la gestione della sanità del Lazio - ha spiegato - con la costruzione di una rete di assistenza socio sanitaria accanto agli ospedali sempre più specializzati”. Con le Case della Salute la Regione intende adeguare l´offerta sanitaria ai bisogni e alle necessità delle persone. L´obiettivo è quello di offrire servizi migliori tenendo conto dei cambiamenti intercorsi nei decenni sia per quanto riguarda la medicina che le patologie che colpiscono le persone. Alcuni fattori da tenere in considerazione sono ad esempio l´aumento dell´età media e delle diverse patologie croniche. Il nuovo modello di sanità verso il quale sta andando la Regione è quello in cui i grandi ospedali specializzati coesistono con una rete di assistenza sociosanitaria dove i cittadini possano trovare medici, specialisti e infermieri. L’ospedale ha un’altra funzione. Grazie a questa rete sarà possibile limitare l´accesso al pronto soccorso dell’80% dei codici bianchi o verdi che affollano i pronto soccorso e che potrebbero essere curati altrove. La Casa della Salute è aperta dalle ore 8 alle ore 20, dal lunedì al venerdì. I servizi di urgenza e l’unita di degenza infermieristica sono attivi tutto il giorno. Ecco cosa si può trovare nella Casa della Salute, che porta le cure più vicino a chi ne ha bisogno: • Area dell’accoglienza con lo sportello prenotazioni (Cup) e informazioni e orientamento sociosanitario (Pua) • Assistenza primaria garantita dai medici di medicina generale dalle 8 alle 20 • Ambulatori attrezzati a disposizione dei medici di medicina generale • Area di sorveglianza temporanea • Servizi di urgenza: punto di primo intervento, punto di soccorso mobile 118, continuità assistenziale (ex guardia medica) • Attività specialistiche (Cardiologia, Pneumologia, Diabetologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Chirurgia ecc.) • Prelievi ed esami diagnostici • Presa in carico di pazienti con malattie degenerative La Casa della Salute aperta a Sezze è la prima delle 48 Case della Salute del Lazio. Entro il 2014 ne apriranno 15. L’obiettivo è averne una in ogni distretto sociosanitario del territorio.  
   
   
MILANO: GRAVI DISABILITÀ, STABILITI I CRITERI PER L’ASSEGNAZIONE DEI CONTRIBUTI STATALI  
 
Milano, 4 marzo 2014 - La Giunta ha approvato i criteri per l’erogazione dei contributi economici alle persone con disabilità grave e agli anziani non autosufficienti individuati dall’Unità di valutazione multidimensionale dell’Asl. La delibera è stato varata per eseguire il Programma operativo regionale in materia di gravi e gravissime disabilità, adottato dalla Regione Lombardia secondo le indicazioni per l´utilizzo del Fondo nazionale non autosufficienze ripartito tra le Regioni con un decreto interministeriale del marzo 2013. In particolare, il Piano operativo regionale stabilisce che le misure di natura socio-assistenziale (cosiddetta misura B2) siano riconosciute dagli Enti locali. Al Comune di Milano sono state quindi trasferite, tramite Asl-città di Milano, risorse finanziarie pari a 4,1 milioni di euro. Le modalità di erogazione dei contributi stabilite dall’Amministrazione comunale si riferiscono, così come indicato da Regione Lombardia e dal decreto interministeriale, a interventi che favoriscono la permanenza delle persone nel proprio contesto di vita abituale. In particolare, coloro che non sono autosufficienti e le loro famiglie vengono sostenuti per l´acquisto di servizi di cura e assistenza domiciliari o per la fornitura diretta degli stessi da parte di familiari, nonché per la realizzazione di interventi complementari all’assistenza domiciliare (ad esempio, i ricoveri di sollievo) e per il buono sociale finalizzato a progetti di vita indipendente per le persone con disabilità. Con l’approvazione della delibera, il Comune ha stabilito che per richiedere i contributi economici è necessario presentare l’attestazione Isee. Il buono sociale mensile può così essere di 800 euro (per Isee fino a 30 mila euro), 700 euro (per Isee tra 30 e 35 mila euro), 600 euro (tra 35 e 40 mila euro) e 200 euro (per Isee oltre i 40 mila euro). Nei casi di straordinaria complessità, per le persone con disabilità la misura può arrivare fino a mille euro, ammontare già fissato dalla regolamentazione comunale per misure di sostegno finanziario per i casi veramente complessi. “Siamo insoddisfatti – ha detto l´assessore alle Politiche sociali e Cultura della Salutepierfrancesco Majorino – per quanto messo a disposizione dal Fondo nazionale non autosufficienze in relazione ai fabbisogni di una città come Milano. Anche per questo motivo, nei casi più gravi, abbiamo confermato che i contributi siano di mille euro a fronte degli 800 euro fissati dalla Regione come soglia massima. Questo è un onere a carico del Comune che, del resto, finanzia gran parte della non autosufficienza a Milano. Nel complesso, pensiamo che le soglie Isee individuate dal Comune siano eque e che favoriscano l´accesso alle quote più alte”.  
   
   
ROSSI AD AREZZO: "NESSUN TAGLIO ALLA RETE OSPEDALIERA"  
 
Arezzo, 4 marzo 2014 - La Regione Toscana ha già razionalizzato la propria rete ospedaliera e non ha quindi intenzione di tagliare alcun ospedale, grande o piccolo che sia. Lo ha ribadito il presidente Enrico Rossi nel corso dell´incontro che ha avuto presso l´ospedale San Donato di Arezzo, con gli operatori sanitari, alla presenza del direttore generale della Asl 8, Enrico Desideri e dell´assessore regionale alla sanità, Luigi Marroni. Quindi nessuna contrazione per il presidio del Valdarno e per quelli della Fratta in Valdichiana, di Sansepolcro e di Bibbiena. "Nonostante i pesanti tagli di bilancio - ha spiegato Rossi - che dal 2011 hanno provocato una diminuzione di 600 milioni nei fondi per la sanità toscana, dal 1998 ad oggi abbiamo investito nel sistema sanitario regionale la straordinaria cifra di 3 miliardi di euro. Investire in sanità rappresenta infatti la condizione fondamentale per la qualificazione delle cure. La forza della sanità toscana è stata infatti determinata, oltre che dalla qualità degli operatori, dalla poderosa mole degli investimenti effettuati". Lo stresso ospedale San Donato negli ultimi anni (2007-2013) ha goduto di investimenti per 18,2 milioni di euro che sono stati utilizzati per l´accoglienza post parto, la rianimazione, il polo chirurgico ad alta tecnologia, il pronto soccorso e la medicina d´urgenza, il blocco parto e la neonatologia e il moderno sistema Ris e Pacs per la trasmissione telematica delle immagini diagnostiche. Nello stesso presidio sono previsti e in corso (dovrebbero concludersi entro l´anno) interventi per ulteriori 7.5 milioni di euro, destinati ad anatomia patologica, alla centrale di sterilizzazione, al centro oncologico, al punto prelievi, alla chirurgia ambulatoriale, al poliambulatorio chirurgico, al cogeneratore e all´hospice. Infine, come ha ricordato il direttore Desideri, particolare attenzione è stata riservata anche alla rete di assistenza extra ospedaliera con gli interventi nel distretto per lo sviluppo delle cure primarie, il potenziamento della rete dei consultori e la creazione di quella dei servizi territoriali. Il presidente Rossi, rispondendo alle sollecitazioni che gli sono venute dal rappresentante della Misericordia, ha ricordato che la Regione non ha tagliato un euro ai fondi per il volontariato. "Mi prendo l´impegno - ha concluso Rossi - di costituire un tavolo regionale a cui chiederò di partecipare ai due assessori regionali al welfare e alla salute, Saccardi e Marroni, così da concordare insieme alle associazioni del volontariato un percorso condiviso. Ma a voi chiedo di darvi una rappresentanza regionale riconosciuta perché abbiamo bisogno di un interlocutore che possa parlare a nome di tutto il volontariato".  
   
   
GIORNATA DELLE MALATTIE RARE. VENDOLA: "PASSATI DA MEDIOEVO A MODERNITÀ"  
 
 Bari, 4 marzo 2014 - “Abbiamo fatto un percorso importante insieme. Abbiamo compiuto un cammino storico sul terreno delle malattie rare, dell’organizzazione di una risposta a problemi che sono tanto più drammatici quanto più occultati, non conosciuti, largamente ignorati dai media, dalla grande opinione pubblica e dalla politica”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo a Bari, in occasione della Giornata delle malattie rare, uniti per un’assistenza migliore al workshop dedicato alla “Puglia, una doppia responsabilità: dalla organizzazione sanitaria ai diritti esigibili”. Insieme, in rete, pazienti, famiglie, medici, operatori sociali, ricercatori, istituzioni, per rompere l’isolamento, guadagnare nuovi traguardi, conquistare diritti e scoprire nuove cure per le malattie rare che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono oltre 7mila. Volta si è ferita la trama dei diritti e viviamo questo paradossale momento in cui sappiamo di più sui nostri diritti e abbiamo la sensazione di poterli esercitare sempre di meno”. Il Presidente infine ha voluto ricordare lo sforzo della Regione Puglia che ha deciso di erogare l’assegno di cura, non solo ai malati di Sla e di Alzheimer, ma anche alle persone con malattie rare. “Per noi oggi – ha aggiunto Vendola - non è un momento celebrativo o autocelebrativo, ma è un momento di ascolto per migliorare le nostre politiche pubbliche nei confronti di un pezzo di umanità che ha diritto ad essere guardato non come una cartella clinica, ma ad essere guardato nella sua vita reale. Potersi curare a casa, nel proprio territorio, nella propria regione, avere reti associative e pubbliche amministrazioni che sanno chi sei e che si prendono cura di te, è importante perchè la qualità della vita rappresenta il prodotto finito di una organizzazione sanitaria efficiente”. Per Vendola, la Puglia, anche dal punto di vista della ricerca e dell’assistenza nelle malattie rare, è diventata polo attrattivo per malati che arrivano da altre regioni. “Siamo passati, nel giro di pochi anni, dal medioevo ad una discreta modernità – ha aggiunto Vendola - qui in Puglia oggi ci si unisce per fare ricerca e per scambiarsi notizie sulle buone pratiche. Le reti assistenziali, come quelle della ricerca e della diagnostica, devono evolversi e mirare a dare risposte collegate al network planetario. Dobbiamo poter avere la migliore diagnosi dalla migliore università americana attraverso le moderne tecnologie e possibilmente poi, assistere quel malato a casa sua”. “Credo – ha detto concludendo il suo intervento il Presidente Vendola - che voi aiutiate tutti noi, decisori politici, a tornare a ragionare seriamente di diritti in un paese in cui poco alla volta si è ferita la trama dei diritti e viviamo questo paradossale momento in cui sappiamo di più sui nostri diritti e abbiamo la sensazione di poterli esercitare sempre di meno”. Il Presidente infine ha voluto ricordare lo sforzo della Regione Puglia che ha deciso di erogare l’assegno di cura, non solo ai malati di Sla e di Alzheimer, ma anche alle persone con malattie rare.  
   
   
LA TORRE DELLA ‘CITTÀ DELLA SPERANZA’ DA OGGI TUTTA A DISPOSIZIONE DELL’ISTITUTO DI RICERCA PEDIATRICA. UN’ATTIVITÀ PREZIOSA MA ANCHE UN SIMBOLO DI SOLIDARIETÀ  
 
Venezia, 4 marzo 2014 - “Era l’ultima, importante tessera che completa quel prezioso mosaico chiamato Città della Speranza, una fondazione che è motivo d’orgoglio per l’intero Veneto, non solo per le finalità che persegue, ma anche per la capacità che ha avuto nei suoi vent’anni di vita di promuovere e costruire uno straordinario percorso di solidarietà e volontariato”. Con queste considerazioni il vicepresidente veneto, Marino Zorzato, annuncia la sottoscrizione degli atti, avvenuta stamane a Palazzo Balbi a Venezia, con i quali la Regione ha acquisito dalla Fondazione “Città della Speranza” Onlus una porzione dell’edificio che a Padova ospita l’Istituto di Ricerca Pediatrica, cedendola nel contempo in comodato d’uso gratuito alla Fondazione stessa per lo svolgimento di attività di ricerca scientifica nel campo delle patologie pediatriche, con particolare attenzione alle malattie oncologiche dell’infanzia. L’operazione patrimoniale, per la quale la Regione ha stanziato 3 milioni di euro, è stata conclusa in base alla convenzione stipulata nel 2008 tra Regione del Veneto, Fondazione, Università e Azienda Ospedaliera di Padova e consente ora all’Istituto di Ricerca Pediatrica “Città della Speranza” di disporre dell’intera struttura, inaugurata l’8 giugno 2012, e il cui costo ammonta a complessivi 32 milioni di euro. “Grazie alla firma di oggi, acquisiamo la disponibilità dell’ultimo piano e mezzo mancante dei dieci che compongono la torre – spiega Franco Masello, presidente dell’Istituto di Ricerca Pediatrica –. Nel giro di un mese completeremo l’allestimento di quest’ultima porzione, portando così a complessivi 14 mila metri quadrati gli spazi dedicati ai laboratori, che possono ospitare dai 350 ai 400 ricercatori. Si tratta non solo di un importante stimolo all’attività di ricerca, ma anche un prezioso serbatoio di posti di lavoro. Ci sono, insomma, tutte le condizioni per raggiungere quel prestigioso obiettivo al quale puntiamo: diventare il più importante centro di ricerca pediatrica in Europa, con dotazioni di alta tecnologia”. Ha avuto parole di gratitudine nei confronti della Regione anche Stefania Fochesato, presidente della Fondazione, che ha sottoscritto gli atti: “Sia il Consiglio che la Giunta Regionale hanno creduto da subito a questo progetto – ha detto – e lo hanno sostenuto con grande convinzione. Ma abbiamo potuto raccogliere i 32 milioni che ci sono serviti sino ad ora solo grazie a una solidarietà diffusa, a innumerevoli iniziative partite dalla popolazione, dalle associazioni e dagli Enti che si sono prodigati per raccogliere fondi. Basti pensare che sono 128 i Comuni, prevalentemente veneti, ‘gemellati’ con la Fondazione”.  
   
   
AREA FIRENZE SUD-EST: 50 MILIONI DI INVESTIMENTI SANITARI  
 
 Bagno A Ripoli (Fi) , 4 marzo 2014 - "In quest´area, nei prossimi due anni, abbiamo previsto investimenti nella sanità e nell´assistenza territoriale per oltre 50 milioni di euro. Si tratta di una cifra notevole con la quale continueremo nell´opera di modernizzazione della sanità toscana, per la quale negli ultimi quindici anni abbiamo investito l´eccezionale cifra di 3 miliardi di euro. E´ anche grazie a questo impegno straordinario e costante che il nostro sistema, che abbiamo voluto pubblico e accessibile a tutti, può vantare le migliori prestazioni a livello nazionale". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che , accompagnato dagli assessori regionali al diritto alla salute e alle infrastrutture, Luigi Marroni e Vincenzo Ceccarelli, ha visitato il presidio ospedaliero di Santa Maria Annunziata nel comune di Bagno a Ripoli nel corso della sedicesima tappa del suo "Viaggio in Toscana". Nel corso dell´incontro con gli operatori sanitari, il direttore generale della Asl 10, Paolo Morello, ha parlato di integrazione tra ospedale e teritorio e del progetto legato al rinnovo del pronto soccorso che con i suoi 37.200 accessi nel 2013 è il secondo tra quelli della più grande Azienda sanitaria della Toscana. "Veniamo da anni drammatici – ha aggiunto Enrico Rossi – che per la sanità toscana hanno significato un calo di risorse pari all´8% e a 600 milioni di euro. Nonostante ciò abbiamo raggiunto risultati straordinari che sono stati possibili grazie allo sforzo corale che abbiamo compiuto, a partire da quello profuso (nonostante il loro numero sia diminuito di duemila unità) dagli operatori della sanità, che ringrazio per questo e per i quali mi auguro si possa riaprire a livello nazionale una contrattazione ferma ormai da troppi anni. Nonostante le difficoltà la sanità ce la può fare e faremo ancora molto perché possa migliorare ulteriormente e offrire servizi sempre più qualificati e appropriati". Negli ultimi sette anni sono oltre 25 i milioni di euro investiti nel presidio di Ponte a Niccheri e nel Serristori. Negli oltre 50 milioni previsti dal Pinao di investimenti 2014-2016 è prevista anche la ristrutturazione di tre case della salute, a San Francesco Pelago, Figline e Tavarnuzze, mentre quasi 2,9 milioni di euro serviranno per la realizzazione di quella di Pontassieve.  
   
   
CITTA’ DELLA SPERANZA, ZAIA: “L’ACCORDO E’ UNA PROMESSA MANTENUTA MA ANCHE UNO STIMOLO PER I NOSTRI RICERCATORI”  
 
Venezia, 4 marzo 2014 - “Una promessa mantenuta ma anche la volontà di dare un importante segnale alla voglia e alla volontà di fare ricerca”. Con queste parole il Presidente del Veneto, Luca Zaia, commenta la sottoscrizione degli atti, avvenuta a Palazzo Balbi, con i quali la Regione ha acquisito dalla Fondazione “Città della Speranza” Onlus una porzione dell’edificio che a Padova ospita l’Istituto di Ricerca Pediatrica, cedendola nel contempo in comodato d’uso gratuito alla Fondazione stessa per lo svolgimento di attività di ricerca scientifica nel campo delle patologie pediatriche, con particolare attenzione alle malattie oncologiche dell’infanzia. “Voglio con l’occasione ringraziare tutti i volontari della Città della Speranza per il ruolo insostituibile che svolgono nell’ambito della ricerca e della cura dell’oncoematologia pediatrica”, aggiunge Zaia. “La Torre della ricerca – conclude il Presidente della Regione - rappresenta un grande polo di attrattività per tutti i nostri cervelli e ricercatori veneti sparsi per le università del mondo, apportando il loro straordinario valore, le capacità e l’inventiva”.  
   
   
28 FEBBRAIO 2014 GIORNATA MONDIALE DELLE MALATTIE RARE .  
 
Ancona, 4 marzo 2014 - “In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie rare, riteniamo importante ribadire che da parte della Regione Marche c’è la massima attenzione nei confronti di questo tema. L’impegno si è concretizzato attraverso il consolidamento di un sistema adeguato per la diagnosi e l’assistenza ai pazienti con malattie rare che prevede un collegamento a rete, sinergico, tra il livello centrale, i presidi regionali, il territorio e le associazioni di pazienti stessi”. Così l’assessore alla Sanità Almerino Mezzolani che sottolinea inoltre, come la Regione Marche alimenti da anni il registro regionale delle Malattie Rare che consente di realizzare un’analisi delle informazioni cliniche e assistenziali in esso contenute a supporto delle attività di programmazione e monitoraggio regionali. “Abbiamo avviato lo screening neonatale allargato per malattie metaboliche negli Ospedali Riuniti Marche Nord – prosegue Mezzolani - specificandone mission, modalità organizzative e percorsi assistenziali che dovranno essere garantiti”. Lo screening consentirà la diagnosi precoce di patologie metaboliche che, opportunamente intercettate, cambiano in maniera radicale l’evoluzione clinica delle patologie, migliorando la qualità di vita o addirittura evitando patologie gravi. “Sempre nel 2013 – dice ancora l’assessore - abbiamo rivisto l’organizzazione della rete con un atto che ha predisposto il coordinamento regionale affidandogli come compiti l’inserimento di ulteriori patologie nell’elenco delle Mr, la revisione del percorso diagnostico terapeutico del paziente, l’adozione di specifici protocolli clinici condivisi, l’aggiornamento della documentazione e degli strumenti di lavoro, la formazione degli operatori coinvolti e l’informazione al cittadino ed alle associazioni dei malati e dei loro familiari”. A tal fine si è tenuto il 19 febbraio scorso un incontro con le associazioni di pazienti che ha rappresentato un momento di confronto importante. “La presenza di rappresentanti dei cittadini esprime la volontà di lavorare in sinergia con gli stakeholders del sistema per trovare soluzioni adeguate” conclude l’assessore Mezzolani. Infine la Regione con fondi propri extra-Lea messi a disposizione dall’assessorato al Bilancio ha dato ai cittadini l’opportunità di avere la disponibilità di farmaci di fascia C e di presidi gratis per la cura di malattie che non hanno sempre farmaci prescrivibili.  
   
   
BURLANDO, RESIDENZA PROTETTA OLIVETTA SAN MICHELE  
 
Genova, 4 marzo 2014 - "E´ una struttura della Guardia di Finanza abbandonata da vent´anni, il Comune da allora persegue l´idea di recuperarla a fini sociali. Nel frattempo ne è diventato anche proprietario quindi non ne paga più l´affitto. Si è realizzata una bella struttura per gli anziani della valle, che si inaugura in primavera, in cui ci saranno anche quattro posti di country hospital che, attraverso un progetto europeo di telemedicina, verranno monitorati dall´ospedale francese di Sospel che si trova a soli 10 km". Lo ha detto venerdì 28 febbraio il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando presentando in conferenza stampa l´intervento di realizzazione della nuova residenza protetta e degli spazi per funzioni sociali comunali di Olivetta San Michele (Imperia), insieme con il vicepresidente e assessore alla Salute Claudio Montaldo, l´assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi, alla presenza del sindaco Marco Mazzola. La nuova residenza protetta di Olivetta San Michele, commissionata dal Comune, è costata 1 milione 420 mila euro provenienti da fondi della Regione Liguria (729 mila 100 euro), del Comune di Olivetta (376 mila 900 euro), del programma europeo Alcotra (274 mila euro) e della Fondazione Carige (40 mila euro). I lavori avevano avuto inizio nel novembre 2008 e si concluderanno nel prossimo mese di maggio, quando la struttura verrà inaugurata. L´intervento, attraverso la ristrutturazione di una vecchia caserma della Guardia di Finanza in stato di abbandono dal 1992, ha permesso la realizzazione di una residenza protetta per anziani e i relativi spazi dedicati alle attività socio-sanitarie. L´edificio, di quattro piani, ospita nei due fuori terra la parte residenziale con 24 posti letto ed è servito da un ascensore monta-barelle di nuova costruzione. Ogni camera, a due letti, è dotata di servizi igienici. Nei due piani sono state previste anche le dotazioni di supporto, controllo e i depositi sporco e pulito. Dei 24 posti letto, 4 sono dedicati al "country hospital", divisi in due camere doppie e attrezzati per la non autosufficienza. Al primo piano, collegato con la piazza principale del paese, sarà realizzato un ambulatorio per i medici di base, con locali a supporto, servizi igienici, sala d´attesa e spazi per prenotazione-accettazione ,destinati sia alla struttura che alle comunità circostanti. L´ambulatorio sarà informatizzato e collegato ai centri di prenotazione unificata del servizio sanitario nazionale e alle strutture di Sospel, un piccolo ospedale in territorio francese, che dista solo 10 chilometri da Olivetta San Michele, messo in relazione attraverso il progetto europeo Alcotra. Al primo piano seminterrato si trovano i locali di supporto: l´area di distribuzione dei pasti, l´ambulatorio per la fisioterapia, gli spogliatoi e i locali per il personale. Sarà realizzata una palestra a disposizione degli ospiti e aperta al pubblico in orari definiti con un ingresso indipendente, servito da un ascensore. Al secondo piano seminterrato sono sistemati la centrale termica e gli impianti tecnologici, mentre i restanti spazi saranno destinati a una sala polivalente per riunioni e eventi, in condivisione tra residenza protetta e comune, che sarà realizzata con un successivo finanziamento. L´area esterna sarà sistemata a verde per rispettare la normativa e per filtrare la viabilità. Il recupero e il riutilizzo delle fasce a valle della proprietà è previsto successivamente.  
   
   
SPORT: SOSTEGNO A CAMPIONATO ITALIANO MOUNTAIN BIKE...  
 
Gorizia, 4 maro 2014 - A fine luglio 2014 si svolgeranno a Gorizia i Campionati italiani assoluti di mountain bike. L´evento, che dovrebbe richiamare nel capoluogo isontino circa 800 atleti e fino a 4 mila appassionati, verrà organizzato dall´Unione Ciclisti Caprivesi (Ucc), che è da oltre vent´anni impegnata nella promozione del ciclismo di fuoristrada. Gli assessori regionali allo Sport Gianni Torrenti e all´Ambiente Sara Vito hanno garantito ieri all´incontro che si è svolto con i dirigenti dell´Ucc a Gorizia "il massimo sostegno all´iniziativa, che rappresenta un notevole sforzo tecnico e organizzativo e avrà un notevole impatto sull´economia del territorio". I campionati nazionali di mountain bike ritorneranno così dopo ben 17 anni (nel 1997 si sono tenuti a Tarvisio) in Friuli Venezia Giulia. L´evento rappresenterà un´importante vetrina anche per il Collio e il Carso, che saranno così fruibili dai turisti/ciclisti in occasione delle commemorazioni del centenario della Grande guerra. Vista l´importanza dell´iniziativa, gli organizzatori si aspettano l´arrivo di appassionati anche dalle vicine Slovenia, Austria e Croazia. L´assessore regionale allo Sport Gianni Torrenti si è complimentato con l´Ucc per aver già dimostrato la propria capacità organizzativa in occasione di eventi simili, e il coraggio di accettare nuove sfide.