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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Luglio 2014
PATTO DELLA SALUTE, SAITTA: ´MANCANO ANCORA ELEMENTI PERCHE´ IL PIEMONTE POSSA APPROVARE QUESTA BOZZA´ LA BOZZA DEL PATTO DELLA SALUTE CHE A ROMA I TECNICI DEL MINISTERO HANNO ILLUSTRATO AI 20 ASSESSORI REGIONALI ALLA SANITA´ NON CONVINCE ANCORA IL PIEMONTE.  
 
Torino, 1 luglio 2014 - "Mancano ancora elementi perchè da parte nostra si possa approvare questo testo - spiega l´assessore alla sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta - che è frutto del lavoro di un tavolo tecnico composto da sole otto Regioni: la prossima settimana, mercoledì 2 luglio, tutti gli assessori alla sanità si ritroveranno per esaminare le posizioni delle Regioni escluse dal tavolo dei decisori, in modo che l´indomani i presidenti delle Regioni possano interloquire nel merito con il ministro. E´ una questione di forma e di sostanza: personalmente oggi ho chiesto che questa bozza sia considerata un primo punto di arrivo da completare con le nostre posizioni". "Purtroppo il Piemonte - conclude Saitta - non era stata inserito in passato nel gruppo delle otto Regioni che hanno lavorato al patto della salute, ma la Giunta di Sergio Chiamparino ha oggi il diritto di dire la sua su una tematica che impatterà sull´´80% dell´intero bilancio".  
   
   
LA PRIORITÀ DEL DIABETE IN PUGLIA: UNA ROAD MAP REGIONALE PER UN’EFFICACE GESTIONE DELLA MALATTIA ISTITUZIONI, ESPERTI E PAZIENTI A CONFRONTO SU STRATEGIE E POLITICHE OTTIMALI PER PROMUOVERE OMOGENEITÀ E CONTINUITÀ ASSISTENZIALE DELLA MALATTIA DIABETICA SUL TERRITORIO.  
 
Bari, 10 giugno 2014 – Sono 260mila i pugliesi affetti da diabete: colpito il 6,7% della popolazione, contro il 5,4% della media nazionale.La Puglia si colloca quindi alsecondo posto nella classifica nazionale– a pari merito con la Basilicata – perprevalenza della malattia diabetica, che colpisce in Italia oltre 3.000.000 persone, di cui il 90% con diabete di tipo 2 (dati Istat 2013). Numeri destinati ad aumentare anche a causa dell’alto tasso di obesità, soprattutto tra giovani e giovanissimi, che in Puglia fa registrare un’incidenza del30% per la fascia di età compresa tra 6 e 17 anni, contro una media nazionale del 25%. La priorità del diabete in Puglia è inoltre confermata dal primato in Italia per numero di ricoveri per diabete come diagnosi principale, che nel 2010 sono stati 960 contro i 314 della media nazionale. Di diabete si discute oggi a Bari, in occasione della prima tappa del ciclo di incontri regionali dal titolo“Il Piano Nazionale per la Malattia diabetica al banco di prova dell’attuazione regionale: una valutazione di sistema”,promosso da Aboutpharma, con il patrocinio dell’Ares Puglia e il contributo di Astrazeneca. L’incontro, a cui partecipano rappresentanti delle Istituzioni regionali, clinici e pazienti, intende fare il punto sullo stato dell’arte dell’implementazione del Piano nazionale per la Malattia diabetica (Pnd) nella Regione Puglia, con l’obiettivo di definire un’agenda operativa regionale di lotta al diabete che favorisca l’adozione di modelli assistenziali di gestione integrata della malattia per migliorare la qualità dell’assistenza e gli esiti clinici, e per ridurre l’impatto significativo della patologia e delle sue complicanze in termini di costi sociali ed economici. “Il diabete rappresenta una delle principali sfide di salute per il territorio pugliese, sul quale investire per promuovere una maggiore consapevolezza da parte degli stessi pazienti nella gestione della malattia” – afferma Francesco Giorgino, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’Università di Bari e membro del Comitato scientifico Sid. “E’ importante andare sempre di più nella direzione della personalizzazione della terapia, intesa nel suo senso più ampio di educazione alla cura, adesione alla terapia e, non ultimo, accesso equo e tempestivo all’innovazione farmacologica, con il fine ultimo di garantire le più favorevoli risposte terapeutiche e di armonizzarle con le migliori tollerabilità e compliance possibili” – aggiunge Giorgino. “Le caratteristiche epidemiologiche della malattia diabetica in Puglia, le tematiche gestionali e l´impatto in termini di costi per il Sistema sanitario regionale, hanno reso necessaria l’implementazione del Pnd, avvenuta lo scorso febbraio con delibera della Giunta”, dichiara Francesco Bux, Direttore Generale Ares Puglia. “Già con il progetto “Care Puglia” dell’Ares, iniziato nel 2013 e tutt’ora in corso – prosegue Bux – la Regione aveva riconosciuto la necessità di implementare un modello assistenziale di gestione dei percorsi diagnostico-terapeutici e di presa in carico di persone con patologie croniche, tra cui il diabete”. “Riconosciamo l’impegno della Regione nella lotta al diabete, testimoniato dal recepimento del Pnd”afferma Giuseppe Traversa, Coordinatore regionale Fand - Associazione Italiana Diabetici Puglia. “Si pone tuttavia – aggiunge Traversa – la necessità di avviare una serie di azioni concrete, con provvedimenti mirati e risorse certe, per garantire che gli obiettivi del Piano vengano portati a compimento. Tra questi, il coinvolgimento delle Associazioni pazienti nell’identificazione dei reali bisogni di ogni “cittadino paziente” e delle criticità dell’assistenza, con l’obiettivo di raggiungere quei livelli di assistenza appropriati che costituiscono la condizione preliminare essenziale per migliorare la qualità di vita delle persone”.  
   
   
PUGLIA: LA PRESIDENTE F.F. STASI HA PARTECIPATO ALL’INAUGURAZIONE DEL CENTRO DIALISI DELL’AO PUGLIESE-CIACCIO  
 
Catanzaro, 1 luglio 2014 - La Presidente facente funzioni della Regione Antonella Stasi ha partecipato all’inaugurazione del nuovo Centro dialisi dell´Azienda ospedaliera Pugliese-ciaccio, alla presenza del direttore generale Elga Rizzo. Sono intervenuti alla manifestazione anche il direttore dell’Unità operativa nefrologia-dialisi Luigi Lombardi, Elena Bova, figlia di Carmelo Bova, già primario del reparto, a cui è stato intitolata la struttura, Pasquale Scaramozzino del Comitato regionale Aned (associazione nazionale dializzati e trapiantati) e la responsabile del tribunale per i diritti del malato Emilia Celia. “Inaugurare un reparto – ha evidenziato la presidente f.F. Stasi - in un periodo in cui la sanità è caratterizzata da tagli e revisione della spesa, con forti ripercussioni sul reclutamento del personale, è la dimostrazione che quando si vuole, se si hanno le competenze e le professionalità, le cose si possono realizzare. Si tratta di un fatto eccezionale che conferma che la sanità in Calabria è migliore rispetto a tre anni fa, con risultati che ci hanno consentito di attestare il debito a trenta milioni di euro. Continuando su questa strada, nell’arco di un anno, potremmo raggiungere – ha rilevato Antonella Stasi - la parità di bilancio ed uscire dal Piano di rientro che, in termini pratici, significa nuovi investimenti e nuove assunzioni. Oggi inauguriamo un’eccellenza nel campo delle malattie renali, ma le strutture – ha dichiarato ancora la presidente - hanno bisogno di personale per poter funzionare. Perciò chiediamo da tempo, con forza, lo sblocco del turnover. Nel frattempo stiamo predisponendo un missiva da presentare al tavolo ministeriale attraverso la quale chiediamo l’assenso ad assumere personale sanitario a tempo determinato, per affrontare le difficoltà legate alla stagione estiva e, contemporaneamente, intervenire sulla situazione drammatica che stanno vivendo nei “pronto-soccorso” della nostra regione. L’inaugurazione dei nuovi locali di dialisi – ha infine affermato la presidente Stasi - è il frutto dell’interazione tra parte medica e parte istituzionale. Noi ce la stiamo mettendo tutta e anche sui Livelli Essenziali di Assistenza abbiamo recuperato 43 punti, attestandoci tra le migliori Regioni d’Italia”. Il direttore generale Rizzo ha parlato di “Un’operazione complessa ma che – ha detto - tra le tante ristrutturazioni che il management ha assicurato all’ospedale “Pugliese Ciaccio”, questa del Centro dialisi mi riempie di particolare soddisfazione e vera gioia, che oggi ci ripaga di tutte le asperità incontrate. La dedica di questo Centro – ha proseguito Rizzo - ad un’altra indimenticabile colonna del “Pugliese-ciaccio”, il Carmelo Bova, è un atto di doverosa sensibilità che prosegue la filosofia di questa gestione. E la presenza della presidente Stasi accresce l’importanza di questa inaugurazione”. “Era una sistemazione attesa da oltre trent’ anni – ha affermato Lombardi – che finalmente si realizza. L’inaugurazione del nuovo centro dialisi è da considerarsi quale concreta espressione di buona gestione sanitaria e rappresenta un’ indubbia conquista per l’Ao “Pugliese-ciaccio” e per la sanità catanzarese. Si tratta – ha infine specificato Lombardi - di una struttura che rappresenta un punto di riferimento costante per il territorio provinciale e regionale grazie alle precipue caratteristiche di completezza strutturale tipiche un Hab ed alle competenze professionali di tutte le componenti operative”. La Soc (struttura operativa complessa) di nefrologi e dialisi assicura un servizio di guardia medica e l’assistenza ventiquattro ore al giorno. Nel 2013 la sezione dialitica ha effettuato circa 12.409 interventi di cui oltre 1170 per casi acuti. In ogni turno sono presenti sessanta pazienti cronici, dieci nel turno aggiuntivo serale, nove in dialisi peritonale. Le consulenze specialistiche sono state 1.166, le visite ambulatoriali 3.251. I pazienti trapiantati seguiti settantatre.  
   
   
SALUTE: INCONTRO SERRACCHIANI E TELESCA CON SINDACO GORIZIA  
 
Udine, 1 luglio 2014 - "Non eliminiamo alcun servizio all´ospedale di Gorizia, non stiamo assolutamente smantellando il nosocomio goriziano", hanno ribadito il 27 giugno ad Udine la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, e l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, al sindaco di Gorizia, Ettore Romoli. "Viene invece chiuso il Punto nascita, per motivi di sicurezza e di qualità d´intervento, in quanto non esiste alcun paramento o margine che giustifichi una possibile prosecuzione dell´attività di questa struttura", hanno indicato Serracchiani e Telesca, che ha aggiunto: "non possiamo far correre dei rischi a mamme e bambini". Vengono nel contempo confermati tutti i servizi dell´ospedale goriziano, compresi quelli di Ginecologia e Pediatria, e Gorizia e l´Isontino manterranno la propria autonomia dal punto di vista sanitario, ha assicurato la presidente della Regione: "Gorizia dunque - ha sottolineato Serracchiani - avrà una propria Azienda per i servizi sanitari assieme al Palmarino, mentre dovrà proseguire la sinergia con l´ospedale di Monfalcone, "con pari dignità tra le due sedi", ha indicato l´assessore Telesca. Nel capoluogo inoltre verrà insediato il centro amministrativo complessivo che guiderà la nuova Azienda sanitaria, frutto dell´aggregazione delle Sanità dell´Isontino e della Bassa Friulana. Per quanto inoltre riguarda il progetto di una "Casa del parto" transfrontaliera (inserita nei programmi del Gect, il Gruppo europeo di cooperazione territoriale in corso tra Gorizia e Nova Gorica), Serracchiani a Telesca hanno confermato al sindaco Romoli che questa progettualità va avanti, "legandola a quel ´percorso nascita´ sul territorio che deve venire incontro alle esigenze delle madri e dei bambini nelle fasi pre- o post-parto: si tratta di uno sviluppo sul quale l´interesse della vicina Slovenia è significativo e quindi anche questa progettualità potrà essere oggetto di importanti accordi con la vicina Repubblica", ha detto l´assessore alla Salute. Per il sindaco Romoli la chiusura del Punto nascita goriziano appare invece del tutto inopportuna, anche alla luce delle possibili attività sanitarie di collaborazione transfrontaliera con la Slovenia. Secondo il primo cittadino, negli anni passati, si è fatto di tutto per creare le condizioni atte alla chiusura del Punto nascita cittadino.  
   
   
DIPENDENZE PATOLOGICHE: SI STA RIDUCENDO IL GAP TRA UOMINI E DONNE  
 
 Torino, 1 luglio 2014 - Le donne sono complessivamente meno esposte al consumo di sostanze psicotrope illecite e alle dipendenze tradizionali, così come manifestano meno frequentemente degli uomini, già dall’adolescenza, comportamenti a rischio indotti dalla ricerca di emozioni forti. Questa constatazione, però, tanto vera quanto generica, nasconde significativi elementi di complessità e problematicità. È quanto emerge da una ricerca svolta dal Dipartimento Patologia delle Dipendenze “C. Olievenstein” dell’Asl To2 per conto della Commissione regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità tra uomo e donna, presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa. In particolare dallo studio è emerso come i mercati, legali e non, di prodotti e offerte che possono potenzialmente generare dipendenza cerchino costantemente di diversificare i loro target, coinvolgendo fasce di popolazione, tra cui le donne, mostratesi finora meno permeabili. Inoltre, le trasformazioni sociali e culturali in corso, per cui la sempre maggiore partecipazione delle donne alla vita sociale e lavorativa è ancora scarsamente accompagnata da un bilanciamento dei ruoli familiari, determinano non una ridistribuzione, ma un accumulo sulle donne di responsabilità, impegni e, presumibilmente, fattori stressanti. Infine, esistono specifiche vulnerabilità delle donne, i cui comportamenti di addiction, per quanto apparentemente meno frequenti, possono avere conseguenze più gravi, sia per loro stesse, sia per il loro sistema di riferimento ristretto e allargato, sia per l’intera collettività. Dato ancora più grave, rivelato da molti studi, è come il gap nelle prevalenze di consumo tra uomini e donne si stia progressivamente riducendo, soprattutto per quanto riguarda le fasce giovanili e alcune manifestazioni di abuso caratterizzate, per esempio, da ‘abbuffate’ contemporanee di più sostanze. Le differenze tra i generi si riducono ulteriormente se si considerano il consumo di sostanze legali e i comportamenti non sanzionati dalla legge, come quelli riguardanti l’alcol, il gioco d’azzardo e gli psicofarmaci. Rispetto agli psicofarmaci, e in particolare ai gruppi degli ansiolitici e degli antidepressivi, nelle donne si rilevano tassi di consumo superiori agli uomini ed è stato evidenziato come i consumi giovanili e quelli senza prescrizione medica, o con dosaggi superiori a quelli prescritti, nel nostro paese siano superiori a quelli registrati mediamente in Europa. Se in futuro si allargherà, come sta avvenendo a livello internazionale lo spettro dei comportamenti che possono configurarsi come dipendenza (cibo, acquisti, social network, ecc.), è probabile che la presunta maggiore immunità delle donne dovrà essere ridiscussa. Appare quindi urgente che le evidenze convergenti provenienti dalla letteratura e dall’esperienza diretta assumano centralità nel dibattito scientifico e nella programmazione di servizi di cura che, sul piano strutturale e organizzativo, hanno progressivamente differenziato i propri interventi per tipologia di dipendenza (servizi di alcologia, per il cocainismo, per il gioco d’azzardo ecc.), per fasce d’età (giovanissimi, adolescenti, adulti) e per fasi operative (prevenzione, riduzione dei rischi, trattamento, reinserimento), ma che ancora non presentano significative differenziazioni rispetto alla dimensione di genere. Tale processo di evoluzione organizzativa, che non avvallerebbe soltanto le sempre più numerose evidenze scientifiche, potrà accompagnare e stimolare un processo culturale in atto ed essere collegato a programmi di collaborazione con i servizi sociali, i consultori, la medicina di base, la salute mentale, diversi ambiti della medicina ospedaliera, i diversi attori scolastici e ulteriori realtà istituzionali. “Non dobbiamo sottovalutare l´importanza di valutare il tema della lotta alle dipendenze patologiche partendo dall´approccio di genere – ha dichiarato l’assessore alle Pari Opportunità, Monica Cerutti - Sarebbe fondamentale comprendere le dimensioni del fenomeno considerando anche il sommerso ed è per questo che dobbiamo avere dati che ci aiutino a fare riflessioni sulle diverse incidenze che ci sono tra uomini e donne. La Regione per le proprie politiche deve considerare anche la dimensione di genere, e questa era la logica del bilancio di genere di cui tanto si è parlato, ma sul quale poco si è fatto. Probabilmente non è stato considerato un elemento utile per le politiche regionali. In un momento di crisi economica le sostanze che creano dipendenza possono essere viste come una valvola di sfogo. Sarebbe necessaria una maggiore attenzione in merito sul fronte medico. Nel passato piano sanitario, anche se all´opposizione, sono riuscita a fare inserire un capitolo sulla medicina di genere. Dobbiamo continuare a investire su questo fronte anche per mettere in evidenza come l´effetto dei farmaci possa essere differente tra uomo e donna, cosa che i test medici non tengono spesso in conto. Lo stesso vale per le reazioni che creano le sostanze per la dipendenza. Anche le malattie hanno un´incidenza diversa tra uomini e donne. Su questi elementi debbono essere elaborate le politiche di prevenzione di competenza regionale. Le pari opportunità non servono solo a fare convegni, ma servono a indirizzare le politiche delle diverse istituzioni”.  
   
   
ASSESSORE PIEMONTE INCONTRA IL DIRETTORE DELL´ASL DI ALESSANDRIA: RIBADITA LA VALIDIT DEL COORDINAMENTO E DELLE DECISIONI DELLA RETE ONCOLOGICA PIEMONTESE  
 
Torino, 1 luglio 2014 - L´assessore Saitta incontra il direttore dell´Asl di Alessandria Marforio: ribadita la validità del coordinamento e delle decisioni della rete oncologica piemontese. Procedura sulla dose unica del farmaco e gestione dei farmaci antiblastici per i pazienti affetti da forme tumorali sono stati tra gli argomenti al centro del colloquio tra l´assessore alla sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, e il direttore dell´Asl di Alessandria, Paolo Marforio. "Ho ribadito al dottor Marforio la centralità del ruolo di coordinamento delle rete oncologica piemontese guidata dal dottor Oscar Bertetto - dice l´assessore - che aveva da molto tempo fornito indicazioni diverse da quanto si è poi verificato ad Alessandria. Venerdì 4 luglio, subito dopo un incontro di presentazione che avrò con tutti i vertici di Aso e Asl piemontesi in assessorato, torneremo ad approfondire le questioni collegate alla preparazione dei farmaci antiblastici, per capire se centralizzare ad Alessandria appaia con i dati alla mano la soluzione più corretta sia per ragioni economiche sia per tutelare la salute dei pazienti, che restano al centro delle nostre preoccupazioni prioritarie. Per quanto riguarda la procedura sulla dose unica del farmaco, ho chiesto a Marforio una pausa di riflessione in attesa di verifiche sui reali risparmi che l´attuale gestione comporta o meno. Esiste una commissione regionale istituita da tempo e mai finora convocata, alla quale ho già chiesto di valutare il caso di Alessandria, un caso unico e che non intendiamo estendere come sperimentazione ad altre Asl fino a quando non sarà dimostrata con certezza una reale convenienza".  
   
   
PRESENTAZIONE DEI BILANCI DI SOSTENIBILITÀ 2013 DELL´OSPEDALE GALLIERA E DELL´ISTITUTO G. GASLINI  
 
 Genova, 1 luglio 2014 - L´istituto Giannina Gaslini e l´Ospedale Galliera hanno deciso di intraprendere insieme la progettazione dei rispettivi Bilanci di sostenibilità per l’anno 2013 sulla base di un comune percorso finanziato dalla Regione Liguria con il supporto tecnico di Confindustria Genova, tramite la sua società di servizi Ausind: un’iniziativa dettata dalla volontà di rispondere ai crescenti bisogni di trasparenza, informazione e verificabilità dell’operato dei due ospedali, allo scopo di rafforzare il rapporto fiduciario con i propri interlocutori sociali. Il bilancio di sostenibilità costituisce, infatti, la testimonianza di ciò che quotidianamente gli ospedali realizzano per i cittadini e per la società, rendendo trasparenti e comprensibili, all’interno e all’esterno, i programmi, le attività e i risultati raggiunti. Il documento, realizzato secondo i più consolidati modelli nazionali e internazionali di rendicontazione sociale, tra i quali in particolare le linee guida del Global Reporting Initiative (Gri), racconta le attività svolte e i risultati sociali dell’Istituto Gaslini e dell´Ospedale Galliera nel corso del 2013, sul piano economico, sociale, clinico e scientifico. Il documento è stato presentato oggi presso la sede di Confindustria Genova alla presenza dei vertici aziendali dei due ospedali genovesi, di Confindustria Genova e di S.e. Il Cardinale Angelo Bagnasco, che è Presidente dell’Ospedale Galliera e Presidente della Fondazione Gerolamo Gaslini. “Nel Bilancio di Sostenibilità- sottolinea Adriano Lagostena, Direttore Generale dell´Ospedale Galliera – il concetto di rendicontazione non è estemporaneo ma segue precise modalità tecniche che sono generate e mosse da una logica di base: la responsabilità sociale nei confronti delle persone oltre che del sistema. E´ molto più di un report. I numeri in questo caso esprimono infatti eticità, valori e umanizzazione. Si tratta di un lavoro che sarà ancora più evidente con il passare degli anni e con i relativi aggiornamenti si potrà tracciare il percorso di trasparenza e di responsabilizzazione dell´azienda su efficienza economica, compatibilità ambientale ed equità sociale. Un documento che consente alla comunità di verificare il valore del nostro operato in termini qualitativi e quantitativi”. “Siamo sicuri che questa iniziativa troverà positiva accoglienza tra tutti i soggetti che hanno interesse nei confronti dell’attività ospedaliera erogata, i quali, grazie a questo strumento, potranno anche contribuire a migliorarne efficacia ed efficienza - spiega Paolo Petralia, Direttore Generale dell’Istituto Giannina Gaslini. - Il simbolo delle mani unite – leitmotiv della grafica della pubblicazione- vuole proprio significare l’intenzione che questo bilancio sociale possa rendere sempre più stretto e costruttivo tale rapporto di collaborazione”. “È un motivo di orgoglio – ha aggiunto Giuseppe Zampini, Presidente di Confindustria Genova – che gli ospedali Galliera e Gaslini abbiano scelto le competenze di Confindustria Genova per l’impostazione del loro bilancio di sostenibilità. Siamo convinti che gli strumenti della rendicontazione siano sempre più necessari per qualsiasi organizzazione, pubblica o privata che sia, orientata a esercitare responsabilmente il proprio ruolo nella società”.  
   
   
PRESIDENTE FVG, INCONTRA SINDACO CIVIDALE SU RIFORMA SANITARIA  
 
Udine, 1 luglio 2014 - Proseguendo gli incontri con i sindaci dei Comuni dove hanno sede le strutture cardine del sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia, la presidente della Regione Debora Serracchiani ha incontrato ieri ad Udine il sindaco di Cividale, Stefano Balloch. Assieme all´assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, la presidente ha illustrato al sindaco le linee principali della riforma della sanità, che saranno sottoposte entro breve al Consiglio regionale. Nel corso dell´incontro, franco e costruttivo, la stessa assessore Telesca si è poi soffermata sul ruolo che la Regione ha delineato per l´ospedale di Cividale, sostenendo che tale struttura dovrà continuare a rappresentare un presidio sanitario per il territorio e prevedere tutte le attività di diagnostica e di cura, orientando la propria attività sempre di più verso i settori della post-acuzie e della lungodegenza. E´ poi stata colta con interesse la proposta avanzata dal sindaco Balloch di poter prevedere il collegamento tra i posti letto di degenza disponibili ad attività di ricerca e di tirocinio, raccordate con la funzione universitaria di Geriatria, creandovi un´apposita sede di studi. L´ospedale di Cividale, ha proseguito Telesca, dovrà entro breve implementare le funzioni necessarie sul territorio e già dal prossimo mese di settembre potrà disporre di almeno quattro posti di hospice. All´interno dell´ospedale verrà inoltre attivato un Centro per le cure primarie, che accoglierà i medici di famiglia e altre figure professionali atte a garantire continuità assistenziale; per quanto riguarda le urgenze, esse dovranno trovare risposta nell´ambito dell´apposito Piano regionale. Balloch, dopo avere manifestato le esigenze del territorio, con particolare riferimento alle Valli del Natisone e alle peculiarità dell´area, ha ricordato che la razionalizzazione della struttura è già avvenuta in passato. Mentre la messa in rete con l´ospedale di Udine favorirà lo sviluppo del percorso indicato dalla Regione, assicurando il dialogo tra la struttura periferica di Cividale e l´ospedale di riferimento. Il sindaco ha infine chiesto che si tenga conto della necessità di assicurare l´attività delle emergenze al Pronto Soccorso nell´arco delle ventiquattro ore, per poter assicurare un servizio efficace. A tal proposito, Serracchiani e Telesca hanno espresso la volontà di garantire la sicurezza per la salute dei cittadini e l´emergenza attraverso un Piano regionale che copra tutte le aree del territorio del Friuli Venezia Giulia, assicurando che i cittadini che necessitino di cure appropriate vengano condotti nelle strutture in grado di risolvere ogni specifico problema.  
   
   
LIGURIA, AL VIA DAL 1 LUGLIO LA SPERIMENTAZIONE DELLA RICETTA DEMATERIALIZZATA. NESSUNA MODIFICA SU ESENZIONE  
 
Genova, 1 luglio 2014 Dall´ 1 luglio in Liguria è in programma l´avvio della sperimentazione della ricetta dematerializzata che viaggia cioè in modo informatico, che coinvolgerà i medici di base e le farmacie. Lo comunica l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo. La nuova procedura, stabilita a livello nazionale, non comporta alcuna modifica nel sistema delle esenzioni, ma prevede la verifica da parte del medico prescrittore, in tempo reale, dei dati, incluso il codice di esenzione. "Al momento si tratta di una sperimentazione che coinvolgerà solo 10 medici di famiglia in tutta la Liguria – spiega l´assessore Montaldo - per poi estendersi a tutti i medici di base e agli specialisti, sia per le ricette di farmaceutica, sia per quelle di specialistica ambulatoriale. In questo modo eventuali errori e inesattezze potranno essere corretti immediatamente a beneficio del cittadino". I liguri non devono però fare nulla, a meno che la situazione economica individuale non abbia subito variazioni e allora, solo in questo caso, sono obbligati a comunicarlo alla Asl di appartenenza. È infatti responsabilità dei singoli fornire alla Asl informazioni accurate e veritiere sulla situazione economica, tenendo conto che verranno effettuati controlli sul 100% delle autocertificazioni. "Quando i cittadini vanno dal medico di base – spiega Montaldo – devono verificare la loro eventuale presenza sugli elenchi degli esenti e chiedere al medico di scriverlo sulla ricetta, perché solo chi è presente negli elenchi degli esenti sull´anagrafe sanitaria ha diritto all´esenzione e deve richiedere al medico prescrittore l´indicazione di esenzione sulla ricetta, sia rossa o dematerializzata".  
   
   
MONDIALI ANTIRAZZISTI, DAL 2 AL 6 LUGLIO LA DICIOTTESIMA EDIZIONE: TORNA LA FESTA DELLA UISP, CON IL SOSTEGNO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, CONTRO TUTTE LE DISCRIMINAZIONI. APPUNTAMENTO AL PARCO DI BOSCO ALBERGATI A CASTELFRANCO EMILIA (MO)  
 
Bologna, 1 luglio 2014 – Dai grandi stadi del Brasile al parco di Bosco Albergati a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, per un nuovo appuntamento con i Mondiali. Dallo spirito completamente diverso, però: contro ogni forma di discriminazione e di esclusione sociale, rispettosi dell’ambiente e di una sana cultura sportiva. Tornano, dal 2 al 6 luglio, i Mondiali Antirazzisti: ospiteranno squadre da tutto il mondo impegnate nei tradizionali tornei di calcio a 7 (già circa 160 le squadre iscritte), basket, pallavolo, cricket e rugby, e alcune nuove proposte sportive. “Per noi è motivo di grande soddisfazione, oltre che di orgoglio, sostenere come Regione quest’appuntamento – ha sottolineato stamani, in occasione della presentazione dell’edizione 2014, l’assessore alla Cultura e sport Massimo Mezzetti – . Un appuntamento di carattere culturale e sociale, che ‘celebra’ lo sport come veicolo di valori autentici, di incontro e di riconoscimento delle origini e dei linguaggi altrui. Sport, quindi, come pieno rispetto dell’altro”. Teresa Marzocchi, assessore alle Politiche sociali, ha ricordato “la piena sintonia dei Mondiali Antirazzisti con l’impegno e le strategie del mio assessorato, e dunque l’integrazione, il rispetto di tutte le culture e il pieno riconoscimento dei diritti”. La giunta regionale, inoltre, “ha approvato recentemente le Linee per la strutturazione e l’operatività della rete regionale contro le discriminazioni – ha aggiunto Marzocchi – , e la manifestazione di Bosco Albergati è un modo bello e festoso per fare antidiscriminazione”. Quella del 2014 è la diciottesima edizione dei Mondiali Antirazzisti che, per festeggiare la raggiunta “maggiore età”, hanno invitato Cécile Kyenge Kashetu, ex ministra all’integrazione: quest’anno interverrà per consegnare formalmente la cittadinanza alla festa della Uisp. L’edizione 2014 avrà poi un ospite particolare: la Football Supporters Europe, che ha scelto i Mondiali Antirazzisti per celebrare lo European Football Fans’ Congress (Effc). Il congresso per le elezioni dei rappresentanti dell’organizzazione dei tifosi europei rappresenta anche un modo per rilanciare il progetto originario dei Mondiali Antirazzisti, e cioè creare uno spazio di rappresentanza per i tifosi consapevoli e portatori delle più sane e vitali istanze del calcio popolare. Come da tradizione ci sarà tanta musica indipendente, gratuita e per tutti; in particolare giovedì 3 luglio, con “We Love Freak”, Skiantos e Mondiali Antirazzisti omaggeranno il leader e storico fondatore della band, esponente di punta del rock demenziale italiano, Roberto “Freak” Antoni, recentemente scomparso. Non mancheranno gli incontri e i dibattiti, tra cui “Mega-eventi sportivi e diritti umani” (venerdì 4 luglio), nella “Piazza Antirazzista”. Anche quest’anno, infine, verrà promossa la raccolta differenziata, che da anni supera il 70% e l’anno scorso ha toccato il record del 76%. Sarà confermata anche la distribuzione di acqua di rete per ridurre la plastica. Il programma su: www.Mondialiantirazzisti.org/new/    
   
   
TENTO: OLTRE 2.800.000 EURO PER LO SPORT  
 
 Trento, 1 luglio 2014 - Su proposta dell’assessore Tiziano Mellarini, competente in materia, la Giunta provinciale ha deciso il riparto dei fondi destinati al sostegno delle attività sportive per il 2014. La somma destinata a questo scopo è di 2.891.000 euro. Con queste risorse vengono finanziate queste attività: organizzazione di manifestazioni sportive di interesse provinciale, nazionale o internazionale (800.000); realizzazione di campagne di promozione (406.000); organizzazione di convegni, corsi di formazione e aggiornamento per dirigenti, tecnici e personale medico-sportivo (5.000); spese di funzionamento dei comitati provinciali delle Federazioni sportive e degli enti di promozione che operano a livello provinciale nel settore dell’attività dilettantistica (331.000); spese per assicurazione obbligatoria degli atleti di età inferiore a 25 anni, dei tecnici e dei dirigenti sostenute dalle società sportive affiliate (445.000); spese per progetti del Coni per servizi di supporto, coordinamento e promozione (50.000); spese di associazioni sportive in ambito interregionale, nazionale o internazionale (770.000) ; finanziamento di manifestazioni straordinarie (24.000) ; borse di studio per giovani atleti (60.000). La legge provinciale che disciplina la materia è la n.21 del 1990.