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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 02 Luglio 2009
BRUXELLES: TORNANO SUI BANCHI DEGLI ORTOLANI I CETRIOLI STORTI: FRUTTA E ORTAGGI « IMPERFETTI » DI NUOVO IN VENDITA DAL 1° LUGLIO  
 
Le norme dell´Unione europea sulle dimensioni e la forma di numerosi ortofrutticoli non saranno più applicate dal 1° luglio , quando saranno revocate le norme di commercializzazione di ventisei tipi di frutta e ortaggi. L´iniziativa della Commissione di eliminare queste norme costituisce un elemento portante dei suoi sforzi di razionalizzazione e semplificazione della normativa Ue e di snellimento di inutili formalità burocratiche. Per dieci tipi di frutta e verdura, fra cui mele, fragole e pomodori, le norme di commercializzazione restano in vigore. Ma anche per questi dieci prodotti ortofrutticoli gli Stati membri potranno per la prima volta autorizzare i negozi a vendere prodotti fuori norma purché siano etichettati in modo da distinguerli dai prodotti delle categorie extra, I e Ii. In altre parole, la nuova normativa conferisce alle autorità nazionali la facoltà di autorizzare la vendita di tutti i prodotti ortofrutticoli, indipendentemente dalla loro forma e dimensione. «Il 1° luglio segna il ritorno sugli scaffali di negozi e supermercati dei cetrioli storti e delle carote nodose» ha dichiarato a questo proposito Mariann Fischer Boel, Commissaria all´agricoltura e allo sviluppo rurale. «Parlando seriamente, si tratta di un esempio concreto dei nostri sforzi di eliminare adempimenti burocratici inutili. Non abbiamo certo bisogno di legiferare su questo tipo di questioni a livello europeo: molto meglio lasciare quest´incombenza agli operatori del mercato. Questi cambiamenti significano inoltre che i consumatori saranno liberi di scegliere fra la più vasta gamma possibile di prodotti. È assurdo buttar via prodotti perfettamente commestibili semplicemente perché non hanno dimensioni e forma perfette». Durante le trattative svoltesi nel 2007 sulla riforma dell´organizzazione comune del mercato nel settore dei prodotti ortofrutticoli la Commissione si è impegnata a ridurre la burocrazia inutile eliminando una serie di norme di commercializzazione per determinati frutti e ortaggi. Il cambiamento di domani significa che saranno eliminate le norme di commercializzazione per ventisei prodotti: albicocche, carciofi, asparagi, melanzane, avocado, fagioli, cavoli di Bruxelles, carote, cavolfiori, ciliegie, zucchine, cetrioli, funghi coltivati, aglio, nocciole in guscio, cavoli cappucci, porri, meloni, cipolle, piselli, prugne, sedani da coste, spinaci, noci in guscio, cocomeri e cicoria witloof. Saranno mantenute le norme specifiche di commercializzazione per dieci prodotti che rappresentano il 75% del valore degli scambi nell´Unione europea: mele, agrumi, kiwi, lattughe, pesche e pesche noci, pere, fragole, peperoni dolci, uve da tavola e pomodori. Tuttavia, gli Stati membri possono esentare questi prodotti dall´applicazione delle norme se sono venduti con un´etichettatura appropriata. In pratica ciò significa che le mele fuori norma potranno essere vendute in negozio purché provviste di un´etichetta con la dicitura "prodotto destinato alla trasformazione" o una dicitura equivalente. .  
   
   
AGRICOLTURA DI MONTAGNA: LE REGIONI DELL’ARCO ALPINO PRENDONO POSIZIONE CONCORDATA UNA RISOLUZIONE CHE SARA’ PRESENTATA UFFICIALMENTE ALL’UNIONE EUROPEA  
 
Una risoluzione in difesa dell’agricoltura di montagna è stata concordata dai rappresentanti politici e tecnici delle regioni dell’arco alpino riuniti, l’ altro ieri pomeriggio e ieri mattina, presso la sede della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Sarà ufficialmente sottoscritta nel corso della Conferenza Internazionale della Montagna che si terrà a Garmisch, in Germania, il 9 e 10 luglio prossimi. L’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini ha aperto i lavori evidenziando che “la montagna va difesa perché oltre all’agricoltura, alla zootecnia e alla silvicoltura, determinanti sono anche le ricadute su altri settori economici quali quello turistico così come le azioni di tutela e sicurezza esercitate dalle attività estensive tipiche della montagna. Siamo fiduciosi che questa nostra proposta possa trovare accoglimento in sede europea. L’atteggiamento recentemente mostrato dalla Commissaria europea Fischer Boel lascia ben sperare in questo senso. La montagna ha bisogno infatti di una specifica attenzione e di interventi ad hoc da parte dell’Unione Europea per evitare che questo particolare ambito sociale ed economico possa andare in difficoltà e subire anche più di altri territori gli effetti della congiuntura negativa. ” Al tavolo, oltre alla Provincia autonoma di Trento, erano presenti Baviera, Tirolo, Vorarlberg, Provincia autonoma di Bolzano, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Regione autonoma Valle d’Aosta. Tra le principali richieste contenute nel documento vi sono la garanzia di un adeguato sostegno economico all´agricoltura di montagna in tutte le aree in cui viene esercitata, l´introduzione di uno specifico premio per le vacche da latte, il rafforzamento degli aiuti compensativi previsti dalle politiche di sviluppo rurale, maggiori aiuti per gli investimenti strutturali, contributi per il trasporto dei prodotti, regole semplici e chiare per la certificazione di qualità dei prodotti di montagna e l´investimento in ricerca e sviluppo. Dopo l´incontro con la Commissaria Fischer Boel a Bruxelles del 31 marzo scorso, prosegue quindi il confronto tra le realtà territoriali dell´arco alpino su un tema, quello della montagna, ritenuto strategico e bisognoso di una posizione comune nei confronti dell´Unione Europea. Il documento redatto a San Michele all´Adige definisce i caratteri fondamentali dell´attività agricola nei territori svantaggiati di montagna, ne mette in evidenza i numerosi aspetti positivi in funzione del mantenimento dell´ambiente alpino spiegando anche quali sono le difficoltà che gli agricoltori devono affrontare. Con questa proposta si vuole sensibilizzare la Commissione Europea perché nei documenti di programmazione tenga in considerazione le esigenze dell´agricoltura di montagna. “L’agricoltura di montagna - si legge nel preambolo del documento - oltre alla produzione di alimenti di alta qualità, fornisce molteplici servizi per la comunità, come il mantenimento di un paesaggio aperto e fruibile, la conservazione della biodiversità, la protezione delle risorse naturali, il mantenimento di un livello minimo di popolazione in tali particolari aree rurali, la salvaguardia delle infrastrutture e la conservazione della cultura e delle tradizioni delle zone alpine. A causa dei limiti posti alla produzione dalle condizioni naturali nelle zone montane, queste ultime non sono in grado, attraverso i normali processi di crescita e razionalizzazione, di fronteggiare la sempre maggiore concorrenza delle altre zone. Per assicurare un futuro all’agricoltura di montagna è necessario riconoscere una compensazione che sia adeguatamente elevata e che corrisponda alle molteplici funzioni svolte dall’agricoltura in tali aree montane. ” L’assessore Mellarini ha rimarcato anche l’importanza specifica della ricerca per le aree di montagna e in particolare per l’agricoltura che potrebbe trovare spazio nel quadro di riferimento comunitario ed essere condivisa attraverso una piattaforma internet, appositamente dedicata. La seduta si è conclusa in un clima di fattiva collaborazione, con l’assessore Mellarini, di concerto con il collega altoatesino Berger, che ha rimarcato l’esigenza che la Comunità europea sostenga con specifiche risorse finanziarie l’agricoltura di montagna, proposta prevista nella risoluzione e sulla quale si sta giungendo ad una condivisione totale tra tutte le regioni presenti. .  
   
   
FVG: NO A IMMEDIATO COMMISSARIAMENTO COMUNITÀ MONTANE  
 
 Trieste - "L´immediato commissariamento delle Comunità montane annunciato dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo è il risultato del pressing della Lega Nord e conferma il ruolo di dominus assunto da questo partito in seno alla maggioranza". Il commento è dell´intero gruppo consiliare di Idv-citt, che così continua nella sua nota: "Tondo, dopo aver dichiarato in Aula solo pochi giorni fa che entro il 31 dicembre si sarebbe proceduto alla cancellazione delle Comunità montane, ora, consapevole dell´impossibilità di procedere in questa direzione (anche per garantire il flusso dei contributi previsti nei programmi comunitari), ripiega sul loro commissariamento a opera di tecnici, ovvero di funzionari regionali scelti dall´assessore alle Autonomie locali, la leghista Federica Seganti". Per i consiglieri di Idv-citt si tratta di una decisione gravissima sul piano politico, ma anche e soprattutto sul piano strettamente istituzionale perché azzera, in attesa di una legge di riforma che verrà (tra un anno, due anni?) gli organi di autogoverno della montagna calpestando l´autonomia delle nostre comunità, la loro libertà di organizzarsi e di decidere a casa propria. Con questa scorciatoia, brutale sul piano delle regole, le Comunità montane diverrebbero uffici di mero disbrigo delle pratiche riguardanti i programmi comunitari, per di più sotto il diretto controllo dell´assessore. Se così non fosse, perché decapitarne gli organi elettivi? Noi, fanno presente i consiglieri di Idv-citt, non ci sottrarremo a un dibattito franco, aperto e senza pregiudiziali sulla riforma strutturale delle Comunità montane, che giudichiamo necessaria, e sul concetto stesso di montanità, ma non accettiamo e non accetteremo colpi di mano. Pertanto, concludono, invitiamo sin d´ora il presidente Tondo a dare un segnale costruttivo rinunciando a presentare gli emendamenti per il loro commissariamento in occasione dell´assestamento di bilancio". . .  
   
   
CONSORZI DI BONIFICA, DALLA GIUNTA DELLA SARDEGNA UN MILIONE DI EURO  
 
Cagliari - Arriva 1 milione di euro per il personale stagionale e occasionale assunto dai Consorzi di bonifica della Sardegna. Su proposta dell’assessore dell’Agricoltura, Andrea Prato, la Giunta regionale ieri pomeriggio ha approvato una delibera che stanzia la somma, come contributo del 75 per cento, per la copertura dei maggiori oneri derivanti dall’attuazione di due commi della legge quadro approvata nella scorsa legislatura. Commi che obbligano i Consorzi ad assumere per almeno sei mesi all’anno personale già impiegato dagli enti e a stabilizzarne altro impegnato nell’elaborazione dei piani di riordino fondiario. Il milione di euro sarà ripartito tra i Consorzi proporzionalmente al personale che deve assumere nel 2009, anche perché la somma disponibile (già prevista nella legge Finanziaria regionale) non è sufficiente a coprire interamente i costi previsti dalla legge quadro. Intanto, ieri mattina una delegazione dei lavoratori stagionali e occasionali dei Consorzi di bonifica ha manifestato sotto il Consiglio regionale, a sostegno delle azioni intraprese dalla Giunta regionale e dall’assessore Prato, che assieme al presidente Cappellacci nei giorni scorsi ha ribadito il proprio impegno per portare presto alla discussione dell’esecutivo e dell’assemblea regionale un testo di riforma dell’attuale legge quadro approvata dal centrosinistra. . .  
   
   
MARCHE: ULTERIORI 30 MILIONI SUL PSR, ECCO COME SPENDERLI.  
 
Si e` svolto l’ altro ieri a Fermo a Palazzo Romani Adami, la riunione del Comitato di Sorveglianza del programma di Sviluppo rurale della Regione Marche. La principale questione oggetto dell´incontro, al quale hanno partecipato oltre che l´assessore Paolo Petrini e i partner della Regione anche il ministero dell´Agricoltura e i rappresentanti della Commissione europea, era scegliere gli obiettivi su cui indirizzare i nuovi fondi che proprio con il Psr (Piano di Sviluppo Rurale) la Regione potra` mettere a disposizione. La scelta dovra` orientarsi su alcuni temi che la Comunita` Europea specificatamente indica. Dalla tutela della biodiversita` alle energie rinnovabili, dalla miglior gestione delle risorse idriche fino ai cambiamenti climatici e il rispetto del Protocollo di Kyoto. Per questo la Regione Marche dovra`, attraverso l´indicazione del Consiglio regionale e un negoziato successivo con la Commissione europea, allocare circa 30 milioni di euro. Nella discussione, durante il Comitato di Sorveglianza, si e` anche espressa l´esigenza da parte dell´Assessorato di concentrare una parte importante dei fondi alla migliore gestione delle risorse idriche, sia permettendo agli agricoltori di modernizzare i loro impianti di irrigazione o realizzare nuove infrastrutture di accumulo dell´acqua, sia trasformando nelle zone irrigue tutti gli impianti a scorrimento in impianti a pressione. In particolare quest´ultimo intervento permettera` di abbattere il prezzo dell´acqua eliminando gli alti costi di manutenzione attuali. Piu` attenzione verra` certamente riservata alla biodiversita` attraverso un ulteriore potenziamento delle misure agroambientali. Parte di queste risorse poi verranno utilizzate per le energie rinnovabili, in particolare impianti a biogas. Ulteriori 4 milioni sono stati poi messi a disposizione dalla Ce per completare definitivamente in tutte le aree rurali il progetto banda larga. Rammarico e` stato espresso dall´assessore riguardo all´atteggiamento del Governo che ridurra` in maniera drastica la percentuale di cofinanziamento che aveva sempre garantito a tali interventi. ´Un atteggiamento ´ ha detto Petrini ´ che dimostra miopia relativamente al miglior utilizzo che le risorse europee possono avere in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, in cui tutto puo` essere tagliato, tranne che la spesa pubblica utile alla ripresa dell´economia´. .  
   
   
PRIMA COLAZIONE: DOCUMENTO DI CONSENSO SCIENTIFICO NE CERTIFICA I BENEFICI PER LA SALUTE. UNA RICERCA CON IL CONTRIBUTO DI AIIPA-ASSOCIAZIONE ITALIANA INDUSTRIE PRODOTTI ALIMENTARI  
 
La prima colazione a base di latte o yogurt, frutta fresca o spremute, cereali sotto forma di pane o fette biscottate o cereali pronti per la prima colazione o biscotti o prodotti da forno, è fondamentale, se consumata con regolarità tutti i giorni, per mantenere lo stato di benessere e buona salute – I consigli degli esperti, in un documento scientifico realizzato da Società Italiana di Pediatria (Sip), Società Italiana di Medicina Generale (Simg), Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi), Società Italiana di Nutrizione Pediatrica (Sinupe), Associazione Medici Diabetologi (Amd), Società Italiana di Nutrizione Umana (Sinu), Società Italiana Obesità (Sio), Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp), Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp), con il coordinamento di Nutrition Foundation of Italy (Nfi), e il contributo non condizionato di Aiipa-associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – Divisione Cereali pronti per la prima colazione. Un caffè e via (15 italiani su 100), cappuccio e brioche di corsa al bar (25 su 100), nulla (8 su 100). Nonostante 9 connazionali su 10 dichiarino di fare colazione regolarmente, a guardare con più attenzione i dati delle ricerche Eurisko sugli “Italiani e la prima colazione”, 1 su 2 non può dirsi propriamente in linea con le raccomandazioni dei nutrizionisti. Se non altro sulla necessità di mangiare con calma e tranquillità: il 66% degli Italiani dice, infatti, di dedicare alla prima colazione meno di 10 minuti, e in solitudine (il 55% mangia da solo). I virtuosi, che considerano la prima colazione “uno”, se non forse “il” pasto più importante della giornata sono solo il 15%, che si siede a tavola con tutta la famiglia, anche se il 30% dichiara di fare una prima colazione qualitativamente e quantitativamente adeguata. “Eppure, sono ampiamente dimostrati i benefici della prima colazione sulle abitudini alimentari e quindi sulla prevenzione di numerose malattie, tra cui l’obesità, le malattie cardiovascolari, il diabete”, ha detto Andrea Poli, Direttore scientifico di Nutrition Foundation of Italy (Nfi), che ha coordinato il lavoro di un nutrito gruppo di società medico-scientifiche interessate ai temi della corretta alimentazione e degli stili di vita negli adulti e nei bambini, nel redigere il primo “Documento di consenso sul ruolo della prima colazione nella ricerca e nel mantenimento della buona salute e del benessere” realizzato in Italia. Il lavoro sarà pubblicato a luglio sulla rivista scientifica Acta Biomedica. Secondo gli esperti, i benefici della prima colazione sono in parte attribuibili al consumo regolare del pasto in sé, in parte alle caratteristiche dei suoi componenti. La prima colazione fornisce, al termine del periodo di digiuno notturno, l’energia necessaria per affrontare le attività della mattina, favorendo le performance intellettuale e fisica, e di tutta la giornata perché migliora la qualità nutrizionale complessiva della dieta. Il consumo regolare della prima colazione è associato al miglioramento di molti parametri metabolici, correlati essenzialmente al rischio cardiovascolare (riduzione del colesterolo Ldl “cattivo” e dei trigliceridi, controllo dei processi ossidativi e del metabolismo del glucosio e dell’insulina, minor rischio di sovrappeso). Ciò si riflette in una significativa riduzione del rischio di malattie cardiovascolari e di diabete mellito tra i soggetti che consumano con regolarità questo pasto. Inoltre, i carboidrati complessi consumati a colazione col pane, le fette biscottate, i biscotti, i cereali pronti per la prima colazione, le proteine e i grassi (apportati principalmente dal latte e dai derivati) conferiscono un indice glicemico ridotto al pasto, modulano la sazietà e controllano l’appetito, permettendo una maggiore regolazione delle calorie assunte ai pasti successivi. La varietà dei componenti della prima colazione garantisce l’apporto dei diversi nutrienti: le proteine, i lipidi e il calcio del latte o dei suoi derivati, i carboidrati semplici, che forniscono energia facilmente disponibile, e complessi, a più lento assorbimento, contenuti rispettivamente nella frutta e nei cereali, soprattutto integrali, la fibra e i micronutrienti associati ancora a frutta e cereali. I consumatori regolari di una prima colazione completa presentano livelli di assunzione più elevati di fibra, calcio, vitamine, minerali, e più bassi di grassi, colesterolo e calorie totali. “Regolarità, completezza, varietà, equilibrio e piacevolezza sono le cinque regole d’oro della prima colazione. Risulta, tuttavia fondamentale, nel nostro Paese, contribuire a rinforzare un’abitudine - quella della prima colazione, appunto - il cui effetto positivo sembra addirittura superare quello legato alla sua sola composizione”, ha aggiunto Poli. Per ottenere questo risultato, il panel di esperti che ha lavorato al Documento di consenso ritiene necessario promuovere un numero ampio di modelli di prima colazione, di composizione il più possibile varia, che permetta di combinare le indicazioni che vengono dalle evidenze sperimentali disponibili con le tradizioni alimentari prevalenti nel nostro Paese. Ecco quindi che il documento suggerisce alcuni esempi di menù per la prima colazione, interscambiabili tra loro, la cui rotazione nei diversi giorni ne facilita l’abitudine, con conseguenti effetti favorevoli per la salute e il benessere sia a breve sia a lungo termine. Il Documento di consenso è stato realizzato grazie al contributo non condizionato di Aiipa-associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari – Divisione Cereali pronti per la prima colazione. .  
   
   
ASSOBIRRA APRE AI MICROBIRRIFICI  
 
Assobirra annuncia l´ingresso nell´associazione di nove microbirrifici: nove esponenti della nouvelle vague della birra italiana che siederanno allo stesso tavolo dei grandi gruppi birrai. All´insegna di una sempre maggiore attenzione al gusto e al consumo responsabile della birra a pasto: una strategia che servirà anche a contrastare i segnali di contrazione dei consumi di questi mesi, effetto della crisi economica. Il 2009 porta nove graditissime new entries in Confindustria: Assobirra, l´associazione che riunisce gli industriali della birra e del malto, annuncia l´ingresso nell´associazione di Atlas Coelestis, Birradamare, Birra del Borgo, Birrificio Baladin, Birrificio Lodigiano, Birrificio Turbacci, La Petrognola, Maltovivo e Stazione Birra. Un fecondo microcosmo di eccellenza del comparto che va ad aggiungersi ad aziende storiche e grandi gruppi internazionali come Birra Forst, Birra Menabrea, Birra Peroni, Carlsberg Italia, Castello di Udine, Hts 1892 - Theresianer, Heineken Italia, e Inbev Italia, più le aziende maltarie Agroalimetare Sud e Saplo. “L´associazione - spiega Piero Perron, presidente di Assobirra – ha a cuore gli interessi di tutti coloro che con passione producono e vendono birra in Italia. Fedeli ad una decisione già assunta in assemblea lo scorso anno, abbiamo creato le condizioni per creare un´unica casa dei produttori della birra. Assobirra ha così aperto le porte ai microbirrifici, che, pur costituendo una pagina recente nella centenaria storia della birra in Italia, stanno contribuendo in modo importante a promuovere la conoscenza del prodotto e il consumo della birra a pasto. ” Ciascuno dei nuovi associati racconta una storia personale fatta di passione per la ricerca, sperimentazione e impegno nella promozione della cultura della birra a tavola. E fa capire quanto variegato e maturo sia ormai il settore birrario italiano nel Duemila. È il caso del Birrificio Baladin di Piozzo (Cn), ai vertici del mondo della birra artigianale italiana per volumi produttivi, attestati ormai su quasi 4. 000 hl annui. Il suo creatore Teo Musso è conosciuto in tutto il mondo per le birre di altissima e riconosciuta qualità, decantati perfino dal New York Times, e le iniziative culturali e promozionali in favore di una sempre maggiore cultura di prodotto, non ultima la creazione del primo consorzio di produttori artigianali italiani di birra, Consobir. Punta oltre che sul mercato nazionale anche sull´export, soprattutto verso i mercati Usa e Russia, Birra Del Borgo di Borgorose (Ri). Qui il proprietario Leonardo Di Vincenzo produce una vasta gamma di stili e di aromatizzazioni, mettendo in pratica i segreti appresi dai mastri birrai tedeschi e belgi. Birrificio Turbacci di Mentana (Rm) è, per anzianità, il primo brewpub del Lazio, nonché terzo microbirrificio italiano. Fondato nel 1995, è famoso per l´etichetta del “gallo nero” e per il gusto ricercato della sua birra rifermentata in bottiglia. La cultura del “bere bene” guida anche Atlatis Coelestis di Roma, che ha sposato in pieno la filosofia della birra nell´alta ristorazione proponendo le sue etichette solo in abbinamento al menu creativo del ristorante annesso al birrificio: un indirizzo fidato per i gourmet della Capitale dove sperimentare anche un´originale birra al cardamomo. Il binomio birra artigianale e eventi musicali è invece l´elemento cardine di Stazione Birra, che dal 1998 affianca all´impianto produttivo della “Birra Gladiatore” uno dei palcoscenici più caldi di Roma. Mentre operano ad Ostia i giovani mastri birrai di Birradamare – Boa (Birrificio Artigianale Ostiense), che hanno recentemente ristrutturato gli impianti produttivi per far fronte alla crescente domanda e conquistare il settore Ho. Re. Ca e la Grande Distribuzione. Dal Lazio alla Toscana, La Petrognola a Petrognola (Lu) rappresenta, fin dal nome, una realtà fortemente legata al territorio e ai prodotti tipici regionali: l´azienda si avvale infatti della sua posizione strategica per produrre una birra 100% farro ed un´altra aromatizzata con le castagne della Garfagnana, considerata tra le migliori d´Italia. Inizia nel 2004 la storia di Giovanni Balderacchi e del suo Birrificio Lodigiano di Casalpusterlengo (Lo). Rinomate le note di cioccolato che caratterizzano la tanto apprezzata “Via Lattea” e lo stile boemo che dà corpo alla pilsner “704”. E anche il Sud della Penisola può raccontare delle interessanti storie di birra: qualità e varietà degli stili sono anche il leit-motiv di Maltovivo, di Capriglia Irpina, in provincia di Avellino. L´apertura ai microbirrifici è un ulteriore e importante segnale dell´evoluzione del settore della birra in Italia, dove tutte le realtà, dalla grande industria al microbirrificio, puntano in questi ultimi anni sulle stesse carte, come la sicurezza per il consumatore, le caratteristiche organolettiche e le qualità gustative del prodotto. Non a caso, l´ultima indagine Makno-assobirra “Gli italiani e la birra” rivela che la prima motivazione al consumo di birra rimanda ormai per oltre il 64% degli italiani al gusto gradevole di questa bevanda, legato ai concetti di bontà, naturalità e sicurezza. Un trend in evidente ascesa soprattutto per il consumo a pasto, dove questo fattore tocca il 72%. E pensare che nel 2000 solo il 35,4% degli italiani sceglieva la birra per il suo gusto particolare. Ma altri segnali evidenziano il “rinascimento gourmet” della birra nel nostro Paese: si moltiplicano feste, degustazioni e eventi a lei dedicati, la Carta delle birre è un must nei ristoranti di tendenza e, negli ultimi due anni, ne è cresciuto il consumo in ristoranti, bar e pizzerie, dove, per la prima volta, si confronta da pari a pari con il vino. E l´ultima novità è la scoperta degli abbinamenti tra le birre e i piatti che, a casa, portiamo in tavola tutti i giorni. Perron: “per uscire dalla crisi incentiveremo il consumo moderato della birra a pasto” E, se è vero che oggi la crisi sta colpendo anche questo settore, puntare sul “gusto birra” e sul suo posizionamento a pasto (o a ridosso del pasto) è la ricetta di Assobirra per rilanciare il mercato. “Dopo il trend positivo degli ultimi anni, con il picco di oltre 31 litri procapite consumati nel 2007, nella seconda metà del 2008 - spiega Piero Perron - c´è stata una frenata, soprattutto nei consumi fuori casa. La strategia per uscire dalla crisi ruota attorno allo sviluppo di una sempre maggiore cultura di prodotto e sul consumo della birra a pasto, strettamente correlata ad un approccio di responsabilità, autoregolazione e moderazione. Questo processo è già in atto e l´adesione ad Assobirra dei microbirrifici – da sempre mossi dalla passione per la sperimentazione e la reinterpretazione all´italiana degli stili birrari – costituisce un ulteriore, importante passo in avanti. E conferma che un riposizionamento ´alto´ della bevanda è un obiettivo comune a chi in Italia produce birra. ” .  
   
   
RENZINI LANCIA SOUVENIR D’ITALIE, I PRODOTTI DELL’ALTA NORCINERIA E DELL’ENOLOGIA DI PREGIO  
 
Chi ha paura della migliore produzione alimentare made in Italy? Certamente non i “Grandi” della terra che parteciperanno al G8 a L’aquila, dall’8 al 10 luglio, dove verranno deliziati con le specialità preparate dall’Ambasciatore dell’Alta Enogastronomia italiana Dante Renzini, titolare dell’omonimo Salumificio umbro e della Cantina Albea, ad Alberobello, in Puglia. Il sospetto di “lesa maestà” nei confronti dei nostri prodotti potrebbe ricadere con ogni probabilità sui nostri cugini d’Oltralpe: la supposizione è lecita, vista la “particolare” accoglienza riservata ad alcune Aziende tricolori da Vinexpo, il Salone specializzato di Bordeaux, che si è svolto nei giorni scorsi. Testimone e tra le “vittime” dell’increscioso fatto, Mastro Dante racconta: «A Vinexpo, il Padiglione “Italissima”, allestito per 40 marchi italiani, era situato sulla sponda di un laghetto, dalla parte opposta degli altri. Per raggiungerlo, era necessario attraversare una passerella che però è stata chiusa. L’inspiegabile provvedimento ha reso impossibile la visita ai nostri stand da parte di un pubblico numeroso e ben disposto, forse troppo, a incontrare le produzioni italiane. Non voglio pensare a un boicottaggio messo in atto da Vinexpo a nostro danno, tuttavia dell’accaduto si è occupata la stampa locale che ha sollevato seri dubbi in proposito, parlando di “paura dei francesi verso gli italiani”». Presa coscienza dell’inconveniente, i padroni di casa hanno cercato di rimediare con un invito al cavalier Renzini a Parigi, per esibire ad una cena i suoi prodotti… Ben altro palcoscenico attende “Lui riserva Igp” (prosciutto crudo di Norcia), insieme all’altro “Lui Igt Puglia” (vino Rosso Nero di Troia), a “Lei” (mortadella tipica) e alle tante bontà che escono dai cinque stabilimenti umbri e dalla cantina barese, a marchio Renzini. Nell’ambito del G 8 dell’Aquila, i prodotti di Mastro Dante saranno presenti in un angolo espositivo e di degustazione, dedicato alle eccellenze enogastronomiche d’Italia e gestito da Gambero Rosso. La saporita Mostra, alla quale la Renzini è stata invitata da Paolo Cuccia in persona (presidente del Gambero Rosso), verrà allestita in un’area riservata che accoglierà 3. 000 delegati provenienti da tutte le Nazioni del mondo. Durante il summit (8-10 luglio p. V. ), nelle pause dei lavori, i partecipanti potranno godere nella sala-gourmet di momenti golosi e di relax, rifocillandosi con food&wine simboli del Belpaese, come i salami al Sagrantino di Montefalco, all’olio extravergine d’oliva umbro, al tartufo nero di Norcia e al Parmigiano-reggiano e i calici di Raro Igt Salento (Negroamaro e Primitivo), di Il Selva Doc Locorotondo (Verdesca, Bianco di Alessano, Fiano) e della linea enoica Terre del Sole. L’idea che i suoi prodotti saranno degustati dal presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, e da altri autorevoli palati internazionali rende particolarmente orgoglioso Dante Renzini, che da norcino umbro globe-trotter non si stanca mai di portare nel mondo l’arte della salumeria e dell’enologia italiane, come sottolinea: «Dopo l’episodio di Bordeaux, che conferma la nostra “temibile” abilità e competenza nel settore, il summit de’ L’aquila è un’occasione straordinaria per far conoscere a opinion leader eccezionali la qualità dell’enogastronomia del Paese. I salumi di Renzini e i vini di Albea saranno inseriti anche in un menu, che verrà distribuito a tutti i protagonisti del G8. L’unico vincolo che dobbiamo rispettare, per poter accedere alla tavola dei “Grandi”, è quella di non portare coltelli, considerati un’arma potenziale, insomma un rischio per la vita dei vip !». L’esclusiva Mostra a L’aquila, che comprende una zona per i prodotti abruzzesi, permetterà una visibilità planetaria ai “frutti” del lavoro di Renzini, diventati portabandiera del made in Italy alimentare. Consapevole dell’importanza del suo ruolo, Mastro Dante è però anche curioso di sapere le preferenze, i gusti e i commenti degli illustri commensali del G8 in merito ai suoi prodotti che potrà monitorare durante l’evento e che promette di rivelare a missione compiuta. .  
   
   
COMODITA’, QUALITA’ E GUSTO CON LE CIALDE BIO ALCE NERO DI ORZO E CAFFÈ, QUEST´ULTIMA EQUOSOLIDALE CERTIFICATA FAIRTRADE  
 
Per chi apprezza la comodità della macchina espresso, Alce Nero propone due diverse alternative da agricoltura biologica: le cialde di caffè e quelle d´orzo, per colazioni e pause buone, sane e giuste. Il nuovo caffè bio 100% arabica in cialde infatti proviene da coltivazioni sopra i 1. 500 metri di altitudine. Frutto del lavoro dei soci di La Alianza in Costa Rica, di Prodecoop nel nord del Nicaragua e di Cepicafè in Perù, è certificato biologico da Ccpb ed equosolidale da Fairtrade. Grazie infatti al sistema internazionale di certificazione Flo-fairtrade, si garantiscono prezzi equi, contratti pluriennali, prefinanziamenti e sostegno a progetti locali di sviluppo ambientale e sociale, consentendo un miglioramento della qualità della vita alle famiglie e comunità. Specializzati nella coltivazione di caffé biologico, i soci delle cooperative raccolgono i chicchi maturati sotto l’ombra degli alberi. Ed è proprio l’altitudine e la miscela di chicchi del Centroamerica e peruviani (questi ultimi con caratteristiche diverse) a fare di questa pregiata combinazione un caffé dall’aroma gradevole e dal gusto morbido. I chicchi vengono poi sottoposti a macinazione specifica per le macchine espresso ed Alce Nero li propone in comode cialde monodose. Le nuove cialde d’orzo biologico per macchina espresso, dedicate a chi ama gustare il caffè come al bar mantenendo intatto il gusto delicato dell’orzo, sono realizzate solo con orzo mondo coltivato sulle colline marchigiane nel rispetto dei metodi della agricoltura biologica, che non prevede l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi. Il sistema di confezionamento, del tutto naturale, rimuove dal prodotto ossigeno e umidità, cause prime del suo invecchiamento. Con le nuove cialde biologiche Alce Nero anche la pausa-caffè in casa può diventare, quindi, un appuntamento con l´alimentazione sana, pulita e giusta. .  
   
   
IL NOBILE IN VETRINA A VINEXPO PER PRESENTARE LE ULTIME ANNATE  
 
 Il Vino Nobile A Bordeaux Conquista Il Mercato Internazionale La Docg toscana protagonista di una seguitissima degustazione organizzata dalla Provincia di Siena e presentata da Dubourdieu e Desseauve. Il Consorzio del Vino Nobile presente con il proprio stand all’interno dell’importante fiera internazionale. Il Vino Nobile di Montepulciano è stato protagonista a Vinexpo, l’importante fiera vinicola che si sta tenendo in questi giorni a Bordeaux. Lunedì 22 giugno si è svolta la degustazione orizzontale unica di Nobile delle annate 2005 e 2006. A condurla due nomi illustri del mondo dell’enologia: il luminare dell’Università di Bordeaux, Denis Dubourdieu e il giornalista Thierry Desseauve dell’agenzia Bettane&desseauve. Gremita la sala dove si è svolta la degustazione che ha contato oltre 60 partecipanti ed è stata un’importante occasione per la Docg toscana, che si è trovata al centro dell’attenzione di operatori provenienti da tutto il mondo ed in particolar modo dai Paesi dell’Asia, a dimostrazione dell’interesse crescente per il prodotto anche nei cosiddetti mercati emergenti. Il Vinexpo giunto alla sua 15° edizione è per la Docg toscana una vetrina di fondamentale importanza, come ha già ricordato il Presidente del Consorzio del Vino Nobile Federico Carletti, «un momento in cui il nostro prodotto sarà al centro dell’attenzione di esperti e buyers all’interno di uno dei templi del vino, riferimento internazionale per il settore dal quale ci aspettiamo di poter ribadire il concetto di produttività a Montepulciano». Il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è stato presente con il proprio banco d’assaggio all’interno dell’area della Toscana. Sono 20 le aziende rappresentate per un totale di 39 etichette delle ultime annate in commercio (il Nobile 2006, le Riserve 2005 ed il Rosso 2007) in degustazione. Dopo la Prowein, il Vinitaly e Londra, la fiera di Bordeaux è un’altra occasione internazionale per misurare quelle che sono le evoluzioni di un mercato che in tutto il mondo del vino sta rappresentando delle frenate, soprattutto proprio verso l’estero, fetta che per il Vino Nobile nel 2008 ha toccato il 71% della produzione. L’export si rivolge ai paesi europei (circa il 70% della quota), dove Germania (30 per cento), Svizzera (27%) restano i principali mercati, ma crescono le quote destinate a Gran Bretagna (4% nel 2008) e paesi nordici. Si riconferma in forte crescita anche il mercato Usa che nel 2008 ha assorbito il 14% delle esportazioni. Continua la conquista anche per i mercati emergenti dove il Nobile esporta circa il 15% del prodotto in particolare in Asia (10 per cento). Con 2. 400 espositori provenienti da ben 48 Paesi, Vinexpo si conferma una delle maggiori fiere del settore enologico. L’italia con i suoi 4. 050 mq di superficie espositiva si trova al secondo posto in termini di spazio espositivo, preceduta solo dalla Francia, a dimostrazione dell’importanza che il nostro paese riveste nel panorama vitivinicolo internazionale. .