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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Settembre 2011
RICERCATORI FINANZIATI DALL´UE SVILUPPANO PEPTIDI PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO OVARICO  
 
Bruxelles, 8 settembre 2011 - Un team di scienziati tedeschi e italiani, finanziati dall´Ue, ha progettato dei peptidi capaci di influire sull´interfaccia proteina-proteina di un enzima chiave nella sintesi del Dna, cruciale per la crescita dei tumori. Con un finanziamento di ben 1.902150 euro attraverso il progetto Lights ("Small ligands to interfere with Thymidylate synthase dimer formation as new tools for development of anticancer agents against ovarian carcinoma") nell´ambito dell´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute" del Sesto programma quadro (6º Pq), i ricercatori hanno sviluppato peptidi che agiscono secondo un nuovo meccanismo inibitorio e arrestano la crescita delle cellule umorali del cancro dell´ovaio resistente ai farmaci. Scrivendo sulla rivista Pnas, i ricercatori sperano che la loro ricerca andrà lontano per aiutare le circa 200.000 donne affette da tumore ovarico ogni anno in tutto il mondo. Nei paesi sviluppati il Èècancro ovarico è la principale causa di cancro al quinto decessi nelle donne. Purtroppo, c´è un alto tasso di mortalità per cancro ovarico tra i malati a causa della frequente diagnosi tardiva e il rapido tasso di resistenza ai farmaci. Anche se molti clinicamente importanti farmaci anti-cancro che sono ampiamente utilizzati in chemioterapia inibiscono l´enzima timidilato sintasi, svolge un ruolo chiave che nella sintesi del Dna, si associano i farmaci tesi con resistenza aussi droga. Malthus nuovi composti con diversi meccanismi inibitori sono necessari per combattere la resistenza. Secondo gli scienziati italiani e tedeschi la risposta è ´octapeptides´ che i peptidi si rivolgono specificamente alle proteina-proteina interfaccia di timidilato sintetasi, che si compone di due catene polipeptidiche identiche. I peptidi stabilizza la forma inattiva dell´enzima, mostrano un nuovo meccanismo di inibizione degli enzimi homodimeric e inibire la crescita cellulare in linee tumorali farmaci sensibili e resistenti delle cellule. I ricercatori hanno scoperto Diversi peptidi che inibiscono la timidilato sintetasi da interazioni proteina-proteina modulante. Spiega uno degli autori dello studio, Maria Paola Costi dell´Università di Modena e Reggio Emilia in Italia: "Queste sequenze peptidiche da Avete proteina-proteina interfaccia di inibire l´enzima e lo legandosi ad uno sconosciuto sito allosterico vincolante - Che è, un sito diverso dal sito attivo della proteina - la proteina-proteina interfaccia." Il team ha utilizzato entrambi gli approcci sperimentali e computazionali per dimostrare che il loro meccanismo inibitorio Coinvolgere stabilizzazione anno di catalitico forma inattiva della proteina diversi da quelli di proteina-proteina inibitori interfaccia segnalati fino ad oggi. Farmaci esistenti intese a promuovere l´antipatica timidilato sintasi, peptidi tesi di inibire intracellulare timidilato sintetasi e la crescita delle cellule senza conseguente aumento dei livelli di proteina timidilato sintasi quando somministrato a cellule di cancro ovarico. "Questo valore dell´osservazione Indicare il potenziale di questi peptidi nella resistenza ai farmaci Superare i problemi, anche se gli effetti cellulari Rimane da esplorare pienamente," dice un altro autore dello studio, Rebecca Wade dell´Istituto per gli studi teorici di Heidelberg. La ricerca è stata condotta dall´Università di Modena e Reggio Emilia, in Italia, e dall´Istituto per gli studi teorici di Heidelberg, in Germania. Le altre organizzazioni coinvolte sono state università italiane di Siena, Milano e Ferrara. L´obiettivo generale del progetto luce, che è svolto dal 2006 al 2010, era direttamente per fermare la progressione del tumore e lo sviluppo della resistenza ai farmaci in seguito al trattamento con platino-derivati farmaci inibendo la funzione delle proteine di regolamentazione monomerici Ts-through interruzione piccola molecola cellulare. Il consorzio era composto sia di istituzioni di ricerca che di piccole e medie imprese (Pmi) provenienti da Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto di Heidelberg per gli studi teorici: http://www.H-its.org/english/index.php    
   
   
A VENEZIA RIUNIONE DI EURONANOMED, RETE DI RICERCA INTERNAZIONALE SULLA NANOMEDICINA  
 
Venezia, 8 settembre 2011 - Si è aperto il 6 settembre a Venezia nel Palazzo Grandi Stazioni della Regione del Veneto il “Peer Review Panel Meeting”, fase conclusiva di valutazione delle proposte progettuali ricevute in occasione del terzo bando di Euronanomed. La conclusione è prevista domani presso l’Hotel Hilton Garden Inn a Mestre. Euronanomed è un consorzio per attività di ricerca transnazionale nel campo della nanomedicina avanzata che annovera 24 partner provenienti da diversi Stati/regioni europei e in quest’occasione esamina una serie di progetti di ricerca finanziabili con il terzo bando internazionale 2011. La Regione del Veneto è tra gli enti finanziatori e ricopre il ruolo di “Programme Owner”, mentre Veneto Nanotech S.c.p.a, distretto tecnologico veneto sulle nanotecnologie e partner di Euronanomed, è il soggetto gestore dei bandi. “Euronanomed è una rete di eccellenza – sottolinea l’assessore all’economia, sviluppo, ricerca e innovazione della Regione del Veneto Marialuisa Coppola - che rappresenta un’ottima opportunità per gli enti di ricerca, le imprese e le organizzazioni attive nel settore, che possono presentare proposte in materia di medicina rigenerativa, diagnostica e sistemi terapeutici mirati. Da questo meeting, che siamo orgogliosi di ospitare, ci attendiamo ottimi risultati in termini di qualità delle proposte progettuali da approvare. La Regione guarda con grande attenzione alla nanomedicina, settore innovativo e di alto interesse sul piano scientifico e delle applicazioni industriali e destinato sicuramente ad avere un ruolo sempre più strategico in futuro”.  
   
   
DALLA SCOZIA, LA PRIMA SPERIMENTAZIONE CLINICA AL MONDO DI CELLULE STAMINALI PER IL TRATTAMENTO DI ICTUS. GIÀ PRONTI PER PASSARE ALLA FASE SUCCESSIVA DELLA SPERIMENTAZIONE.  
 
Lecce 8 settembre 2011- Dalla Scozia ed in particolare dalla Glasgow University, arriva la notizia della prima sperimentazione clinica al mondo di cellule staminali sull’uomo per il trattamento di ictus cerebrale già in grado di passare alla sua fase successiva. Una valutazione indipendente dei primi tre pazienti che avevano avuto le cellule staminali iniettate nel cervello presso l´ospedale generale di Glasgow sud ha concluso che non ha avuto alcun effetto negativo. La valutazione apre la strada affinché la terapia possa essere testata su più pazienti per ottenere un nuovo trattamento su scala globale per l´ictus. La speranza della ricerca in questione in uno stadio così avanzato è che le cellule staminali aiutino a riparare il tessuto danneggiato del cervello. La sperimentazione è portata avanti da un equipe della Glasgow University condotta dal Prof. Keith Muir, il quale si è dichiarato soddisfatto dei risultati ottenuti finora. Già lo scorso anno un anziano è stato il primo al mondo a ricevere questo tipo di trattamento. Da allora è stato provato su due altri uomini. In realtà i pazienti hanno ricevuto dosi molto basse di cellule staminali per testare la sicurezza della procedura. Nel corso dell´anno prossimo, saranno date dosi progressivamente crescenti ad un massimo di nove pazienti - ancora una volta principalmente per valutare la sicurezza della terapia - ma i medici utilizzeranno questo studio clinico per valutare anche l´efficacia del trattamento nelle successive prove, che inizieranno non prima di almeno 18 mesi. Nel mondo, in realtà esistono in numero proporzionalmente crescente di studi clinici tutt’ora in corso relativi a trattamenti che si basano sulle cellule staminali, tra cui uno che è stato avviato lo scorso anno dalla società statunitense Geron per sviluppare un trattamento per la paralisi. Lo sviluppo di trattamenti con le cellule staminali sono tutti ancora in una fase iniziale ed è probabile che passeranno molti anni prima di essere disponibili su larga scala. Gli ictus, secondo la Stroke Association uccidono circa 67.000 persone nel solo Regno Unito ogni anno e costituirebbero quindi la terza causa di morte più comune in Inghilterra e Galles dopo le malattie cardiache e il cancro. A differenza degli altri paesi, l’Italia dopo la sciagurata legge 40 del 2004 che ha dato un duro colpo alla ricerca nel settore, appare quindi in notevole ritardo sullo studio delle cellule staminali che alla luce dei costanti progressi della scienza, secondo Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” appaiono non più solo una speranza nella cura di malattie, tipo quelle che colpiscono il cervello e per combattere i tumori. È auspicabile, quindi, che al di là del dibattito etico, anche il Nostro Paese riprenda la strada maestra della ricerca, investendo più risorse anche in questo settore della medicina.  
   
   
UN GENE SCOPERTO NEI CANI DA TARTUFO POTREBBE AIUTARE I BAMBINI CON L´EPILESSIA  
 
Bruxelles, 8 settembre 2011 - Un nuovo gene dell´epilessia trovato da un team internazionale di ricercatori finanziati dall´Ue nei cani Lagotto Romagnolo, famosi per il loro talento nel trovare i tartufi, potrebbe essere un nuovo gene candidato per l´epilessia infantile umana benigna, caratterizzata da remissione delle crisi. Il gene, Lgi2, è stato trovato da un team internazionale coordinato da scienziati dell´Università di Helsinki e del Centro di ricerca Folkhälsan in Finlandia. Anche se i cani sono geneticamente meno complessi degli esseri umani, soffrono delle stesse malattie; qualsiasi scoperta fatta dagli scienziati su un gene canino potrebbe essere rilevante anche per la salute degli esseri umani. Questa scoperta è stata fatta nell´ambito di un progetto di ricerca sostenuto da quasi 12 Mio Eur di finanziamenti della Commissione europea attraverso il progetto Lupa ("Unravelling the molecular basis of common complex human disorders using the dog as a model system"), parte del tema "Salute" del Settimo programma quadro (7? Pq). Il progetto Lupa, che è cominciato nel 2008 e si concluderà alla fine del 2011, riunisce medici veterinari e scienziati di 12 paesi europei. Lo scopo generale del team consiste nel raccogliere campioni di Dna da un gran numero di cani che soffrono di una gamma di malattie alle quali anche gli umani sono vulnerabili. Identificare i geni della vulnerabilità per le malattie umane comuni è difficile a causa della complessità delle cause sottostanti. La popolazione dei cani comprende circa 400 razze purosangue: ognuna di esse è geneticamente isolata con caratteristiche uniche che sono il risultato dell´insistente selezione degli attributi desiderati o dei cambiamenti genetici e degli incroci. In un articolo pubblicato sulla rivista Plos Genetics, il professor Hannes Lohi, uno degli autori dello studio, descrivendo queste recenti scoperte del progetto Lupa, spiega come la scoperta è importante sia per i cani che per gli animali: "Un Lagotto Romagnolo su tre è portatore di questa mutazione genetica del genoma e adesso abbiamo sviluppato un test genetico che gli allevatori possono usare per eliminare la malattia dalla razza. Inoltre il gene non è stato in precedenza legato all´epilessia umana, il che lo rende un candidato nuovo specialmente per l´epilessia infantile." L´epilessia è la malattia neurologica più comune tra i bambini, ne soffre infatti lo 0,5 per cento di tutti i bambini di età compresa tra i 2 e i 10 anni. Durante l´infanzia, lo sviluppo nervoso del cervello è nella sua fase più intensa e l´epilessia è caratterizzata dalla remissione, questo significa che le crisi si presentano e durano per un po´ prima di scomparire completamente. Una crisi epilettica è causata da un disturbo elettronico delle funzioni cerebrali. L´epilessia forma un gruppo eterogeneo di sindromi del sistema nervoso all´interno delle quali le cause, l´età dell´insorgenza e le cure variano significativamente. L´epilessia è più comune tra coloro che si trovano sui lati opposti dello spettro di età: i bambini piccoli e gli anziani. I meccanismi esatti che causano la remissione rimangono sconosciuti e questa scoperta del nuovo gene del cane da parte degli scienziati potrebbe aiutare i ricercatori a capire meglio come si sviluppa il cervello dei bambini e a far luce sui meccanismi di remissione nell´epilessia infantile. "Con questo studio, otteniamo informazioni importantissime sulle vie nervose e sui meccanismi che controllano lo sviluppo del cervello di un bambino, ottimizzando la sua struttura per la stabilità elettrica e per eliminare le crisi per il resto della vita adulta. Questo studio preparerà il terreno per la ricerca volta a scoprire le basi molecolari della trasformazione del cervello dallo stato immaturo dell´infanzia alle sue massime capacità nell´adolescenza e nella prima fase dell´età adulta," dice il dott. Berge Minassian, un altro autore dello studio che lavora presso The Hospital for Sick Children di Toronto, Canada. L´epilessia è la malattia più comune del sistema nervoso nei cani ed esistono diversi tipi di epilessia ereditaria in molte razze. Studi precedenti condotti dal professor Lohi hanno scoperto il primo gene dell´epilessia canina, Epm2b, nel bassotto nano. La mutazione appena identificata nel gene Lgi2 è il primo gene dell´epilessia idiopatica dei cani. Un altro autore dello studio, Eija Seppälä commenta così i risultati ottenuti: "Abbiamo testato la mutazione in circa 40 diverse razze e nei cani che avevano cominciato a soffrire di epilessia in età molto precoce, ma era presente solo nel Lagotto. D´altra parte, lo studio ha rivelato un´altra forma di epilessia in questa razza, non collegata a questa mutazione e che si manifestava in età adulta. Inoltre la razza ha un´atassia (mancanza di coordinazione motoria) progressiva giovanile con insorgenza e sintomi simili all´epilessia giovanile tranne che non mostra remissione - i cuccioli atassici di solito devono essere sottoposti a eutanasia entro il primo anno di età. Sono necessari altri campioni sia per l´epilessia adulta che per l´atassia per poter studiare meglio la loro genetica." Il professor Lohi commenta così le opportunità apportate da questo studio: "Studiamo anche l´epilessia in altre razze e diversi nuovi luoghi genetici sono stati scoperti recentemente. Credo che in futuro ci saranno più storie di successi come quella del cane da tartufo. L´epilessia canina è naturale, spontanea e assomiglia all´epilessia umana, il che ci offre una grande opportunità di fare progressi … la ricerca sull´epilessia a vantaggio di esseri umani e cani." Per maggiori informazioni, visitare: Università di Helsinki: http://www.Helsinki.fi/university/    
   
   
FARMACO “MEDIATOR”: LA PILLOLA KILLER VENDUTA ANCHE IN ITALIA È STATA RITIRATA IN FRANCIA DOPO AVER CAUSATO DA 500 A 2000 MORTI.  
 
Lecce, 8 settembre 2011 - Un’importante inchiesta giudiziaria partita da Parigi sta smascherando uno dei più grandi scandali farmaceutici nel vecchio continente degli ultimi anni: la procura della capitale francese ha infatti incriminato per frode in assicurazione sanitaria sull’imprenditore farmaceutico Servier, patron del temibile farmaco Mediator. Già da tempo, ben due inchieste penali erano partite contro il laboratorio per "omicidio colposo con violazione manifestamente deliberata di un obbligo di sicurezza o di prudenza imposti da leggi o regolamenti e causando disabilità per lesioni involontarie aggravate". Il Mediator, per chi non lo conosca, è un farmaco prodotto dal laboratorio Servier indicato per la cura del diabete e dell´obesità, comunemente usato come un soppressore dell´appetito, che avrebbe causato nella sola Francia la morte da 500 a 2.000 persone che lo avrebbero utilizzato nei 33 anni in cui è stato sul mercato ed in particolare dal 1976 al 2009, anno del suo ritiro dal commercio nel paese transalpino. In realtà al di là delle presunte proprietà anti diabete, lo stesso si è dimostrato quale un potente anoressizzante derivato dall’anfetamina, che ha causato, secondo alcune stime, danni permanenti a 3500 francesi e non si sa a quanti cittadini europei visto che sino a quasi alla metà del 2005 era commercializzato nel resto d’Europa. Vi è da specificare che nel lungo periodo di commercializzazione si sono evoluti anche i sistemi di farmacovigilanza, che hanno consentito anche nel recentissimo passato il ritiro di moltissimi dal commercio, la modifica delle indicazioni terapeutiche, o aggiunti nuovi "warnings" in merito a possibili effetti collaterali, ma il caso del Mediator fa testo a parte. Il farmaco incriminato è basato su un principio attivo denominato benfluorex, che è un derivato funzionale della fenfluramina, la quale riduce l´assorbimento dei grassi e l´iperglicemia. Tali funzioni del Mediator ne hanno stimolato l’impiego anche nel trattamento dell´obesità e sulla base di studi centrati sui problemi legati al diabete di tipo “2” è stato in commercio anche in Italia fino al 2003, data del ritiro da parte della ditta produttrice per il mercato del Belpaese, mentre in Spagna veniva tolto dal mercato nello stesso anno a seguito delle denunce di gravi effetti collaterali di natura cardiovascolare: in particolare, ipertensione polmonare e valvulopatia. Diversamente in Francia, i laboratori Servier sono apparsi quasi intoccabili, tant’è che nonostante le polemiche e le segnalazioni lo stesso è stato commercializzato fino al 30 novembre 2009. Ciò che stupisce è che gli effetti collaterali delle fenfluramine erano noti da prima del 1997 quando, in particolare, nel giugno dello stesso anno la Food and Drug Administration, l’ente americano che si occupa della vigilanza sui farmaci, evidenziò le prime reazioni avverse della molecola in combinazione di altre: si trattava di 24 pazienti che avevano sviluppato patologie valvolari che per la particolare casistica venne associata all´assunzione di fen-phen (fenfluramine-phentermine). Il 15 settembre del 1997 la Fda annunciava l´immediato ritiro della Fenfluramine e Dexfenfluramine. Risulta evidente, quindi, che nonostante tali provvedimenti da parte di un ente di vigilanza così autorevole, tali molecole siano state commercializzate in Europa per ulteriori 13 anni forse per i forti rapporti con il mondo della politica, in particolare transalpina, che avevano permesso a Jacques Servier di godere di una stima ed una reputazione altissime. Nel frattempo, nel luglio 2009, Jacques Servier, soprannominato in seguito da alcuni giornali come “l’imprenditore della pillola killer” aveva ricevuto la Legion d’Onore, la più alta onorificenza della Repubblica francese, dalle mani del presidente Nicolas Sarkozy, già avvocato dell’azienda prima di diventare ministro dell’Interno. Secondo alcuni, gli intrecci tra l’imprenditore e la politica d’oltralpe, in parte potrebbero spiegare l’eclatante ritardo con cui il Mediator è stato ritirato dal commercio, solo alla fine del 2009. Ma Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” si chiede come mai in Italia sia stato consentita la commercializzazione sino al 2003, ossia a circa sei anni di distanza dalla forte presa di posizione della Fda, e quali effetti abbia potuto causare sui pazienti che ne hanno fatto uso sino a quell’anno. Forse le risposte potrebbero essere date da un’inchiesta da parte del Ministero della Salute che ci prepariamo a sollecitare mediante un interrogazione parlamentare da parte dei gruppi di Idv. Nel frattempo, qualsiasi cittadino che può darci la sua personale testimonianza in merito agli effetti anche presunti relativi all’utilizzo del farmaco, può contattare lo “Sportello dei Diritti” agli indirizzi reperibili sul sito www.Sportellodeidiritti.org    
   
   
17º CONVEGNO DELLA SOCIETÀ INTERNAZIONALE DI TOSSICOLOGIA  
 
Valencia, 8 settembre 2011 - Il 17º Convegno della Società internazionale di tossicologia si terrà dall´11 al 15 settembre 2011 a Valencia, in Spagna. L´obiettivo del convegno è quello di facilitare i contatti tra i ricercatori clinici e quelli di biologia molecolare e di ricerca tecnologica proteonica, al fine di sviluppare nuove strategie per affrontare i problemi crescenti di avvelenamento da animali, piante e tossine microbiche. La conferenza verterà su "animali, piante e tossine microbiche dalle basi alla venomica traslazionale". Le discussioni saranno incentrate sui più recenti sviluppi in questo campo, tra cui: aspetti evolutivi dei veleni; approccio di biologia dei sistemi per studiare i veleni e il processo di avvelenamento; gestione degli avvelenamenti; problemi associati agli animali esotici velenosi tenuti in ambienti non naturali; migliorare gli antidoti attraverso la combinazione di tecnologie; venomica traslazionale; approccio di biologia strutturale per stabilire correlazioni struttura-funzione delle tossine; tossine come strumenti; veleni di artropodi e imenotteri; tossine batteriche; tassonomia. Per ulteriori informazioni, visitare: http://istmeetingvlc2011.Ibv.csic.es/    
   
   
NET-VISUALDEA, UN PROGETTO PER RIDURRE I TEMPI DI ATTESA AL PRONTO SOCCORSO  
 
Firenze, 8 settembre 2011 – Si chiama Net-visualdea il progetto sperimentale varato per ora in quattro aziende, per ridurre i tempi di attesa al pronto soccorso e migliorare il flusso dei pazienti tra pronto soccorso e aree di degenza. Il progetto, approvato di recente dalla giunta, verrà sperimentato nelle Asl 10 di Firenze, 2 di Lucca, 4 di Prato, e nell’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, per essere poi progressivamente esteso a tutte le le aziende toscane. Una delle criticità che determinano spesso lunghe attese al pronto soccorso è il “collo di bottiglia” rappresentato dai pazienti in attesa di ricovero, che tardano ad essere accolti nei reparti. Da qui la necessità di ottimizzare questo flusso e accelerare il più possibile il passaggio dal pronto soccorso alle aree di degenza, liberando quindi spazi e letti nel pronto soccorso e riducendo così le attese di tutti i pazienti: quelli che ancora attendono di essere visitati, quelli che, già visitati, devono eventualmente essere ricoverati, e anche quelli che devono essere dimessi. Il progetto Net-visualdea prevede un’attenta pianificazione del percorso dei pazienti dal Dea (Dipartimento Emergenza Accettazione) ai reparti di degenza, attreaverso l’utilizzo di una serie di tecniche di “operation management”, applicate in questo caso alla sanità. Nel Dea, nei reparti, nella direzione di presidio saranno collocati dei pannelli cartacei in cui la situazione dell’occupazione dei letti verrà aggiornata costantemente. Il modello, chiamato “Visual Hospital”, consente una consultazione visiva della situazione dei singoli pazienti nelle varie aree di degenza e in tutto l’ospedale. Alla rilevazione, che avverrà due-tre volte al giorno, seguiranno le immediate decisioni sugli interventi da attuare per velocizzare al massimo tutti i passaggi della “catena”: le dimissioni dei pazienti che devono lasciare i reparti, l’ingresso dei pazienti dal pronto soccorso ai reparti, l’accesso di nuovi pazienti al pronto soccorso. “Negli ultimi anni la Toscana ha promosso fortemente il cambiamento organizzativo all’interno degli ospedali, per dare risposte sempre più adeguate alle esigenze di qualità ed efficienza dell’assistenza – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – Uno degli ambiti in cui maggiormente si sono concentrati gli sforzi è il Dea, che rappresenta la porta di accesso principale dell’ospedale, e come tale risente di più di tutte le criticità che possono verificarsi nella complessa organizzazione dell’ospedale. In molte realtà esistono già le positive esperienze della discharge room. Il progetto varato ora in quattro aziende vuole migliorare ancora il percorso del paziente, accelerando tutti i passaggi e riducendo, tra l’altro, anche i giorni di degenza inappropriati”. In ognuna delle quattro aziende che partecipano al progetto verranno creati altrettanti laboratori in cui avviare la sperimentazione. Tra i quattro laboratori si formerà una comunità virtuale per lo scambio e la condivisione delle rispettive esperienze, e una riflessione attiva che generi azioni di miglioramento. Entro settembre si concluderà la formazione degli operatori, e già entro dicembre si attendono i primi risultati in termini di riduzione delle attese, e anche delle giornate di degenza improprie che finora si verificano a causa di una carente programmazione delle attività. I primi risultati di una fase pilota avviata nella Asl 10 di Firenze sono incoraggianti: eliminando ritardi ed attese per il paziente (attesa della risposta degli esami, attesa dell’ambulanza, del posto in struttura, etc.), si è ridotta di un giorno la degenza media nell’arco di tre mesi.  
   
   
“MILANO HA IL 30% DI PARTI CESAREI, MENO DELLA MEDIA NAZIONALE CHE È INTORNO AL 40%  
 
Milano, 8 settembre 2011 - È stata presentata ieri a Palazzo Marino l’indagine “Naturale o cesareo? Il parto che divide”realizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.n.da), in collaborazione con il settimanale Io Donnae il Dipartimento di salute materno infantile dell’Oms, su un campione di 1000 donne di età compresa fra i 20 e i 40 anni. Dall’indagine emerge che quattro bambini su dieci in Italia nascono con taglio cesareo, confermando il nostro Paese come una fra le nazioni in cui si effettua il più alto numero di parti cesarei, all’incirca il 40% (quando le soglie raccomandate dall’Oms si limitano al 15%), di certo quella con le percentuali più elevate d’Europa. La città di Milano vanta una media del 30% circa di parti cesarei e si attesta, quindi, tra le città con il tasso più basso. A questo proposito l’assessore alle Politiche sociale e Servizi per la salute Pierfrancesco Majorino ha dichiarato: “Sosteniamo, come Amministrazione, per quanto di nostra competenza e comunque come amministratori, sensibili, la natalità e la genitorialità. Siamo lieti di ospitare e sostenere un confronto pubblico su un tema tanto delicato, difficile e bello come quello del parto. Crediamo – ha continuato l’assessore - che la valutazione del parto cesareo e dei suoi effetti sia un´utile occasione di confronto tra istituzioni, città, comunità scientifica. Per quanto riguarda la nostra città emergono dati importanti che vanno valutati con attenzione, anche se sono comunque confortanti rispetto alla media nazionale: alla clinica Mangiagalli, dove va ricordato che si concentrano i parti più complessi, il 41% delle donne effettua il parto cesareo, all’ospedale Sacco il 33%, al San Raffaele il 32%, al San Carlo il 29%. L´amministrazione comunale – ha concluso Majorino - intende quindi sostenere e appoggiare gli ospedali milanesi e le strutture sanitarie che sono impegnate in una campagna di informazione rivolta alle future mamme sui potenziali benefici e danni del taglio cesareo, in modo tale che non si abusi del cesareo ma venga attuato solo laddove le effettive necessità cliniche della donna lo richiedano".  
   
   
FRODI SANITARIE, COSTI STRATOSFERICI ED IN AUMENTO, A DANNO DEI BILANCI DEGLI STATI E DELLA COLLETTIVITÀ. MENTRE L’ITALIA È PERSINO FUORI DALL’”EUROPEAN HEALTHCARE FRAUD AND CORRUPTION NETWORK” (EHFCN), ORGANIZZAZIONE BELGA CHE COORDINA ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE E PRIVATE DELLA SANITÀ IMPEGNATE NELLA LOTTA CONTRO LE FRODI SANITARIE IN 10 PAESI  
 
Lecce, 8 settembre 2011 - I costi della sanità aumentano a dismisura a livello globale ed incidono pesantemente nei bilanci di tutte le organizzazioni che si occupano di assistenza sanitaria a partire dalle Nostre regioni, tanto da costituire la maggiore voce di spesa di questi enti. Da tempo però alcuni stati hanno deciso di indagare sulle ragioni della lievitazione di questa voce dei propri bilanci comprendendo che nessuna nazione è immune da un male: le frodi al sistema sanitario. Per questa ragione e per avviare pratiche virtuose al fine di debellare questa piaga che succhia linfa al bilancio degli stati e delle regioni indebolendo lo stesso concetto di assistenza sanitaria e la loro capacità di fornire le cure essenziali, è stata creata un’organizzazione l’”European Healthcare Fraud and Corruption Network” (Ehfcn) con sede in Belgio, che si occupa principalmente di coordinare 23 organizzazioni pubbliche e private nella sanità impegnate nella lotta contro le frodi sanitarie in 10 diversi Paesi al fine di fornire consulenza e coordinamento negli sforzi antifrode alle organizzazioni che le fanno riferimento, dalla Commissione Europa, all´Organizzazione Mondiale della Sanità, dalle Nazioni Unite alle associazioni antifrode nella sanità del Canada, del Sud Africa e della Banca Mondiale. L’ehfcn unitamente al Centre for Counter Fraud Services (Ccfs) - dell´Università di Portsmouth, in Gran Bretagna e da Maclntyre Hudson Llp, ha stilato persino un rapporto il “Financial Cost of Healthcare Fraud Report” - primo rapporto sui costi globali delle frodi in sanità – che è riuscito a stimare i costi globali delle frodi nella sanità. Secondo quanto rilevato, sarebbero ben 180 miliardi gli euro che verrebbero sottratti per il tramite dei vari tipi di frode nei sistemi sanitari di tutto il mondo, ovvero una media del 5,59% della spesa dedicata all’assistenza sanitaria. L’analisi sviluppata ha documentato una serie di classificazioni di frode: dai farmacisti che dividono una prescrizione di farmaci in più ricette per ottenere soldi extra, alle società farmaceutiche che organizzano cartelli, ai dottori che aumentano i costi di viaggio e abusano dei fondi pubblici, ad esempio con truffe assicurative. Risulta quindi evidente che il problema delle frodi e della corruzione non ha solo implicazioni etiche, ma anche ingentissime ripercussioni finanziarie che determinano pesanti effetti non solo sui bilanci, ma inevitabilmente anche sui singoli cittadini, poiché ogni euro perso determina conseguenze sulla possibilità di curare chi ne ha bisogno. È stato dimostrato, infatti, che una volta che le perdite sono state individuate e le organizzazioni interessate sono in possesso di dati accurati, le stesse possono essere ridotte fino al 40% in un anno. Il denaro che non viene perso a causa delle frodi può essere impiegato per una migliore cura del paziente e i benefici potenziali per il miglioramento della qualità della vita umana sono pacifici. Tale rapporto ha avuto senz’alcun dubbio l’utilità di verificare che è possibile misurare la natura e l’estensione delle perdite dovute a comportamenti fraudolenti al fine di porre i relativi rimedi, sempre che tra gli enti che gestiscono la funzione sanitaria vi sia un’assunzione di responsabilità che passi attraverso l’ammissione dell’esistenza di questo tipo di problema. Cosa che pare non accada in Italia, sottolinea Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, secondo cui sono centinaia le indagini penali e della Corte dei Conti che riguardano le frodi e la corruzione nella sanità, mentre ancora sino ad oggi non si è affrontato globalmente la questione tant’è che non risulta che alcun ente italiano, di diritto pubblico o privato, né tantomeno il Ministero della Sanità abbia aderito all’”European Healthcare Fraud and Corruption Network” (Ehfcn) mentre appare del tutto evidente che nel Belpaese le organizzazioni che si occupano di assistenza sanitaria a partire dalle regioni sino al citato dicastero, non sembra che siano particolarmente concentrate in migliori e più capillari misure anti-frode. Ed allora nasce il sospetto che in Italia questo sistema che fa acqua da tutte le parti vada ancora bene, nonostante i fatti dimostrino il contrario anche perché, purtroppo la sanità rappresenta un fiorente bacino per la politica dove attingere risorse e consensi. Siamo certi però che qualche amministratore illuminato voglia invertire la rotta e cercare di porre un argine a questa piaga foriera di danni per tutta la collettività, avviando tutte le misure necessarie per monitorare e cercare di debellare il fenomeno prendendo spunto da quanto si sta già facendo in altri paesi ove si è presa contezza della dimensione del problema e si è deciso, anche attraverso il coordinamento effettuato dalla citata organizzazione internazionale, di mettere in comune gli sforzi e le conoscenze in materia di lotta alle frodi.  
   
   
SANITA´:ASP AGRIGENTO, CATANIA E MESSINA VERSO IL COMMISSARIAMENTO  
 
 Palermo, 8 settembre 2011 - L´assessore regionale per la Salute, Massimo Russo, ha firmato ieri il provvedimento con cui propone al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, la decadenza immediata del dirigente generale dell´Asp di Agrigento, Salvatore Olivieri, secondo quanto previsto dalla legge di riforma del sistema sanitario. L´assessore ha anche preso atto delle dimissioni presentate dai manager delle Asp di Catania e Messina, Giuseppe Calaciura e Salvatore Giuffrida. "A loro due - ha detto Russo - va il mio piu´ sincero ringraziamento per l´impegno profuso, per la grande carica umana con cui hanno portato avanti la delicata e difficile opera di rinnovamento della sanita´ territoriale e per la sensibilita´ istituzionale che hanno dimostrato con l´atto delle dimissioni. Nonostante non siano riusciti a mantenersi all´interno del budget concordato, sia Calaciura che Giuffrida hanno comunque ottenuto risultati importanti per la riqualificazione della sanita´ nelle due province dove e´ stata avviata una profonda opera di risanamento". Russo ha ritenuto, invece, di non proporre la decadenza del direttore generale dell´Asp di Siracusa, Franco Maniscalco, il cui disavanzo - rispetto al budget concordato - e´ attribuibile a eventi giudicati non riconducibili alla sua responsabilita´. La richiesta dell´assessore giunge dopo un lungo lavoro di verifica portato avanti dal dipartimento "Pianificazione strategica" che ha analizzato i bilanci delle aziende, ha chiesto chiarimenti alle quattro Asp che non erano in regola con il budget concordato, ha valutato le memorie difensive delle aziende e ha poi concluso il complesso lavoro istruttorio. La decadenza dei direttori generali e´ stabilita dalla legge 5 del 2009 che all´articolo 20 (interventi sostitutivi e sanzioni a carico del direttore generale), comma 4, recita: "il mancato raggiungimento dell´equilibrio economico di bilancio in relazione alle risorse negoziate … comporta la decadenza automatica del direttore generale delle aziende del servizio sanitario regionale, dichiarata dal presidente della Regione, su proposta dell´assessore regionale per la Salute". Questa la situazione nelle singole Asp in base alle verifiche effettuate: Agrigento: Il risultato atteso era l´equilibrio del bilancio. Il consuntivo, invece, espone una perdita di 10,8 milioni di euro. Nel contradditorio, il manager dell´azienda ha spiegato le cause che avrebbero provocato il mancato raggiungimento del risultato economico ma soltanto una di queste - quella relativa a una errata contabilizzazione dei costi di assistenza dei cittadini di Lampedusa e Linosa - e´ stata ritenuta pertinente, con una correzione del dato finale di circa 3,8 milioni di euro che ha portato la perdita a circa 7 milioni di euro. Lo squilibrio accertato viene ritenuto riconducibile alla gestione e dunque non ascrivibile a eventi tali da non rientrare nell´ordinaria alea rinvenibile in ciascuna gestione economico - aziendale. Da qui la proposta di decadenza. Catania: Il consuntivo dell´Asp di Catania espone uno squilibrio di 18,4 milioni di euro rispetto al concordato. Il direttore generale ha motivato il passivo con una mobilita´ sanitaria passiva maggiore, rispetto al 2009, di 9,5 milioni di euro e il riconoscimento di oltre 13 milioni di euro al Comune di Catania per debiti relativi a prestazioni socio sanitarie a rilevanza sanitaria per il periodo 1998 - 2009. Il dato della mobilita´ passiva e´ stato ritenuto conseguenza della mancata definizione di appositi accordi con gli erogatori pubblici del proprio ambito territoriale, finalizzati a regolare volumi e tipologie di attivita´ e prestazioni: pertanto, anche "sterilizzando" la posta economica riconosciuta al Comune di Catania, lo "scostamento" sarebbe rimasto comunque negativo per circa 5 milioni di euro. Messina: Il consuntivo dell´Asp di Messina espone una "scostamento" di 18,3 milioni di euro rispetto al risultato negoziato. Anche in questo caso le motivazioni addotte dal direttore generale, dopo gli opportuni approfondimenti, non sono state ritenute sufficienti ad evitare il provvedimento di decadenza poiche´ non attribuibili a eventi imprevedibili. Siracusa: Il consuntivo espone una perdita di 2,7 milioni di euro rispetto al risultato negoziato. Tuttavia e´ stato verificato che nel 2010 la produzione di prestazioni sanitarie erogate a favore di cittadini residenti in altre province era superiore di 1 milione di euro rispetto a quanto contabilizzato in bilancio. L´azienda ha poi motivato il deficit con due precisi eventi: il primo riguarda i problemi nel processo di riorganizzazione funzionale del presidio ospedaliero di Avola - Noto (oltre 2 milioni di euro di maggiori uscite) e l´altro i problemi nell´apertura del nuovo presidio ospedaliero di Lentini (236 mila euro), non ancora attivato a causa del protrarsi di contenziosi amministrativi. Entrambe le motivazioni sono state ritenute fondate e plausibili: in particolare, per il Presidio Avola - Noto era stata disposta la sospensione del processo riorganizzativo in attesa di una valutazione dell´Agenas che solo nel marzo 2011 ha confermato le scelte assunte dall´Asp. Pertanto, l´oggettivo mancato raggiungimento dell´equilibrio economico della gestione non sarebbe riconducibile all´alea gestionale prefigurabile con diligenza. Approfondimenti: Essendo emersa, in sede di istruttoria, un´erronea imputazione dei dati di mobilita´ per le prestazioni sanitarie dei residenti di Lampedusa e Linosa (erroneamente imputati all´Asp di Agrigento) e del comune di Capizzi (Messina), dal momento che i costi vanno correttamente imputati sulle aziende di Palermo ed Enna, il dipartimento per la pianificazione strategica sta verificando l´impatto di tali effetti sui bilanci delle due aziende e ha gia´ avviato le procedure di contradditorio.  
   
   
TONDO RIBADISCE IMPEGNO PER OSPEDALE PORDENONE  
 
Pordenone, 8 settembre 2011 - "A fronte delle continue polemiche sul problema del nuovo ospedale di Pordenone ribadisco ancora una volta - e spero sia l´ultima - che l´impegno assunto da questa amministrazione regionale per quella struttura sarà mantenuto. Non è mia abitudine disattendere promesse e impegni, tantopiù che in questa vicenda sono ben presenti atti concreti che nessuno può ignorare". Con queste parole il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha voluto por fine ai tanti "si dice" che quotidianamente rimbalzano sul tema del nuovo ospedale. L´occasione è stata l´inaugurazione del rinnovato reparto di neurologia nell´attuale ospedale "segno che l´attenzione per una sanità di qualità in questa provincia è continuo e concreto", ha affermato. All´inaugurazione il presidente Tondo era accompagnato dal vicepresidente Luca Ciriani, dall´assessore Elio De Anna e da numerosi consiglieri regionali, presenti anche il sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti, e il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani. Invitando "alla coesione e al senso di responsabilità in un momento così difficile per tutti", Tondo ha ricordato che nel 2008 - quando nessuno parlava ancora di debito - "noi intervenimmo subito per tagliare drasticamente quello regionale ponendo così il Friuli Venezia Giulia nelle condizioni di affrontare meglio di altri la crisi che si è poi manifestata e mettendo in sicurezza il nostro bilancio, cosa che oggi ci consente di guardare con maggiore tranquillità al futuro, compreso il bilancio del 2012". Rispetto alla precedente Amministrazione regionale che aveva previsto un ospedale di Pordenone da 380 posti letto e aveva messo in bilancio 6 milioni di euro, "l´Amministrazione da me presieduta - ha continuato - ha pensato a un ospedale completamente nuovo in un altro sito con 600 posti letto, che con gli altri 200 degli Ospedali Riuniti fa di Pordenone il terzo polo della sanità regionale. A fronte di questa scelta abbiamo reperito e posto a bilancio 110 milioni di euro, altre risorse per la Cittadella della Salute: per l´ospedale mancano ancora 65 milioni di euro, ma se lo Stato non manterrà l´impegno e non li metterà a disposizione, la Regione si assumerà l´intera copertura dell´opera vendendo altri beni". Infine Tondo ha sostenuto che questa Amministrazione ha iniziato l´opera di riequilibrio territoriale nel trasferimento di risorse per la sanità e la perequazione si otterrà nel giro di 10 anni. "La prossima settimana la Giunta regionale si riunirà a Pordenone e in quella occasione intendo incontrare Comune e Provincia per un esame congiunto della situazione. Inoltre il 27 settembre interverrò in Consiglio regionale per un aggiornamento delle dichiarazioni programmatiche del 2008 alla luce della mutata realtà e anche in quell´occasione ribadirò gli impegni assunti". Per concludere il presidente ha espresso compiacimento per il rinnovo di un reparto "che opera per una sofferenza sommersa che coinvolge le famiglie, quella delle malattie croniche e degenerative. È una risposta alle richieste dei cittadini e dimostra l´alto livello di qualità della sanità regionale e provinciale grazie a una classe medica di livello e a strutture adeguate". Le caratteristiche del rinnovato reparto sono state illustrate dal direttore generale dell´Azienda ospedaliere Luciano Zanelli e dal primario dottor Giovanni Masé.  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA A BELLUNO INCONTRO REGIONE CON ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO SU TRASPORTO SOLIDALE: MODELLO ADOTTATO A BELLUNO DIVENTERA’ MODELLO PER TUTTO IL VENETO  
 
 Venezia, 8 settembre 2011 - L’assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto ha incontrato a Belluno, nella sede del Comitato d’Intesa delle Associazioni Volontaristiche della Provincia di Belluno, le associazioni di volontariato del territorio che si occupano di trasporto solidale per persone anziane e disabili. Il direttore del Comitato d’ Intesa Nevio Meneguz ha illustrato all’Assessore il servizio gratuito di trasporto e accompagnamento a chiamata di persone con ridotta mobilità effettuato a livello provinciale (fuorchè nell’ampezzano) che impiega 42 pullmini, 388 volontari, con oltre 15300 ore di volontariato. Promosso dal Comitato d’Intesa delle associazioni di volontariato bellunesi, il sistema di trasporto solidale si è consolidato ormai da alcuni anni e attraverso un sistema organizzativo di tipo telematico instaurato l’anno scorso ha migliorato il coordinamento e il costo dei servizi resi. L’attività di trasporto è dedicata a utenti del territorio montano con oggettive difficoltà motorie e impossibilitati a usare mezzi propri o pubblici per necessità di tipo sanitario o amministrativo quotidiano. “Conoscevo già la positiva attività del volontariato bellunese in questo settore – ha rilevato Sernagiotto - e sappiamo tutti che la richiesta di questi servizi è e sarà in aumento nel prossimo futuro. Ho ascoltato con vero interesse l’esperienza fatta perché sto pensando a un modello unico per tutto il Veneto nel settore dei trasporti per anziani e disabili, basandomi sulle esperienze migliori del territorio. Questa di Belluno mi pare decisamente la migliore e la Regione copierà questo modello e lo porterà in tutto il territorio regionale perché va messo a regime il trasporto veneto delle persone con fragilità che vanno dai malati di tumore a chi è disabile da sempre a chi lo diventa per un periodo. L’ho detto dal primo giorno del mio mandato – ha rimarcato Sernagiotto - guardiamo quello che c’è, le tante eccellenze già presenti, e riferiamoci a queste, non dobbiamo inventare niente in una fase come questa in cui si sono ben pochi soldi, dobbiamo replicare le buone performances e migliorarle. A breve la Giunta deciderà i contributi (in bilancio sono previsti 4 milioni di euro per questa voce) da destinare per l’acquisto dei mezzi e sarà premiata, in modo assolutamente limpido, la qualità delle proposte che arriveranno, la loro efficacia ed efficienza”. E’ intervenuto all’incontro anche il consigliere regionale Dario Bond che ha detto che si deve aprire una stagione di trasparenza sui fondi al trasporto solidale di disabili e anziani, uscendo dalla logica che finora premiava chi tirava la giacchetta dell’assessore di turno e ovviamente la logica dei numeri. Erano presenti alla riunione le associazioni di volontariato bellunesi attive nel settore, i rappresentanti delle conferenze dei sindaci delle aziende Ullss n.1 di Belluno e n.2 di Feltre, il Presidente del Comitato d’Intesa Giorgio Zampieri.  
   
   
VELA/ELBA: CONCLUSO A PORTO AZZURRO IL TROFEO COMITATO CIRCOLI VELICI ELBANI  
 
Marciana Marina, 8 settembre 2011 – Con la nona e ultima tappa in programma si è concluso presso il Circolo Velico Porto Azzurro il Trofeo Comitato Circoli Velici Elbani 2011, manifestazione riservata ai più giovani vlisti delle classi Optimist, L’equipe, Laser Radial, Laser 4.7 e Libera. Il trofeo aveva preso inizio nel mese di giugno presso il Club del Mare di Marina di Campo Circolo continuare poi a Naregno/circolo Velico Capoliveri, Marina di Campo/club del Mare, Marciana Marina/circolo della Vela Mm, Rio Marina/centro Velico Elbano e Magazzini/lni Portoferraio. Due delle prove in programma al Circolo Nautico Cavo e a Procchio/associazione Sportiva Nautica La Guardiola non sono state disputate a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli. La regata di Porto Azzurro ha visto i giovani velisti elbani impegnati in due manche con vento molto instabile e irregolare: non tutti i partecipanti al Trofeo erano in regata, alcuni di loro, portacolori del Cvmm, erano già in trasferta a Venezia per prendere parte ai Campionati Nazionali Under 16 (classe L’equipe:samuel Spada/gian Lorenzo Martiner Bot) e Coppa Primavela (classe L’equipe Under 12: Giulia Arnaldi/ludovica Di Tavi; classe Optimist: Ruben Spechi, Lorenzo Marzocchini, Antonio Salvatorelli, Matteo Pagnini, Lorenzo Sardi, Riccardo Groppi, Dennis Peria) La premiazione avrà luogo il prossimo 18 settembre 2011. Classifica finale del Trofeo Ccve - Classe Optimist Cadetti: 1° Davide Pettorano-cve; 2° Ruben Spechi, Cvmm; 3° Antonio Salvatorelli, seguono gli altri timonieri portacolori Cvmm: 4° Lorenzo Marzocchini; 9° dennis Peria; 10° Matteo Pagnini; 11° Lorenzo Sardi; 24° Paolo Arnaldi; 27° Caterina Romano, 28° Riccardo Rossetti. Classe Optimist Juniores: 1° Jayaram Cattelan, Cvmm; 2° Marcello Palombo, Cdm; 3° Tiziano Nava, Cve, seguono 4° Samuel Spada, Cvmm; 5° Riccardo Groppi, Cvmm Classe L’equipe Cadetti: 1° Giulia Arnaldi-ludovica Di Tavi, Cvmm; 2° Romano-di Pede, Cdm; 3° Riccardo Groppi-dennis Peria, Cvmm, seguono gli altri equipaggi del Cvmm: 6° Lorenzo Marzocchini-antonio Salvatorelli; 8° Matteo Pagnini-lorenzo Sardi; 10° Ruben Spechi-lorenzo Sardi; 13° Fusaro-abruzzini Classe L’equipe Evolution: 1° Conte-conte, Cvpa; 2° Spada-martiner Bot, Cvmm; 3° Cardia-rodriguez, Cvpa. Classe Laser Radial: 1° Francesco Squarci, Cvpa; 2° William Gazzera, Cvmm; 3° Duglio.  
   
   
LIGNANO 2011: L´ORO OLIMPICO DANIELE SCARPA STAR NELLA CANOA  
 
Lignano, 8 settembre 2011 - Tra le stelle dell´European Masters Games in programma a Lignano dal 10 al 20 settembre ci sarà anche il canoista veneziano Daniele Scarpa, campione olimpico ad Atlanta 2006. Scarpa, classe 1964, gareggerà mercoledì 14 settembre a San Giorgio di Nogaro, nella gara di canoa K4 (sulla distanza di 1000 metri). Scarpa è entrato nella storia dello sport italiano ad Atlanta 2006, quando vinse una splendida medaglia d´oro nel K2 1000 metri in coppia con Antonio Rossi e un argento nel K2 500 metri insieme a Beniamino Bonomi. Nel palmares di Daniele Scarpa ci sono anche cinque medaglie ai Campionati mondiali, due d´oro a Duisburg 1995, due argenti, uno a Copenhagen 1993, l´altra a Città del Mesico 1994, un bronzo a Mechlen 1985. Scarpa sarà uno dei 108 concorrenti al via nella disciplina della canoa-kayak: le gare si disputeranno a San Giorgio di Nogaro, a partire da sabato 10 settembre. Aperto Il Game Center, Slovacco Il Primo Atleta - A tre giorni dall´apertura della seconda edizione dei Giochi europei Master, Lignano è pronta ad ospitare gli oltre 4000 atleti master provenienti da 61 Paesi. E´ stato aperto ufficialmente il Game Center, una mega struttura di 3.245 metri quadrati che può ospitare contemporaneamente oltre 1.500 persone e che rappresenta il cuore operativo della manifestazione dove atleti, dirigenti, tecnici e staff passeranno obbligatoriamente per perfezionare la loro iscrizione. Il primo ad accreditarsi è stato il settantenne canoista slovacco Vladislav Rojonov. A colpire, oltre alla grandezza del Games Centre, è l´efficienza, l´organizzazione e la qualità dell´ospitalità: la vasta zona accrediti situata all´ingresso accoglie gli ospiti con ben 14 desk dove, a turno, lavorano squadre di volontari. Nel salone di ingresso trovano spazio anche l´area assicurativa e quella dei trasporti e delle escursioni curate da Turismo Fvg. Il Game center è composto dall´area sportiva, con 20 box, uno per ciascuna federazione internazionale, dagli spazi riservati agli sponsor, l´infopoint di Turismo Fvg e lo spazio per il merchandising. Nella sola prima giornata sono stati acquistati da atleti russi e inglesi cappellini, magliette e tanti Coki, la mascotte di Lignano 2011. Tra i punti di aggregazione, le postazioni internet gratuite che permettono di connettersi e condividere la propria esperienza sportiva a Lignano. Infine, l´imponente area ristorazione, che completa la zona accoglienza ed è già a regime. Arrivate Le Medaglie - Il presidente del Coni Fvg, Emilio Felluga, ha consegnato ieri pomeriggio a Lignano ai responsabili delle diverse federazioni sportive le 7500 medaglie in palio agli European Masters Games: quadrate, con l´effige dell´evento e la rispettiva specialità e piazzamento, le medaglie sono state realizzate dalla Zuzzi di Varmo sulla base del marchio Lignano 2011 predisposto dall´agenzia Loud Advertising di Trieste.