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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Aprile 2015
LA RICERCA FA BENE ALLA SALUTE. E ALL´ECONOMIA  
 
Firenze 9 aprile 2015 - "No health without research". La Toscana ha fatto propria questa parola d´ordine lanciata nel 2012 dalla World Health Organization (l´Organizzazione Mondiale della Sanità) ed ha affrontato la sfida, con gli obiettivi di organizzare la ricerca, promuovere l´innovazione, migliorare l´assistenza. La Regione Toscana ha da sempre posto la promozione della ricerca e dell´innovazione fra i principi caratterizzanti le proprie politiche di sviluppo, in quanto elementi fondamentali nel rafforzare la competitività del sistema produttivo regionale. In particolare, in ambito sanitario, investire in una ricerca di qualità alimenta lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e operative a beneficio dello stato di salute dei cittadini, del servizio sanitario e dell´intero sistema economico toscano. Insomma, investire in ricerca fa bene alla salute dei cittadini. E fa bene anche all´economia, perché la ricerca in sanità è un prezioso volano per gli investimenti. Stamani, nel corso di una conferenza stampa, l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, assieme ai rettori delle tre Università toscane (Alberto Tesi, Firenze; Massimo Augello, Pisa; Angelo Riccaboni, Siena) ha tracciato un bilancio di cinque anni di ricerca nel campo della salute. Un bilancio più che positivo, come si vedrà dalle cifre. "La Regione Toscana - sottolinea l´assessore Marroni - ha individuato nelle Scienze della Vita uno dei settori trainanti per il rilancio e il potenziamento della competitività regionale, guardando al miglioramento complessivo della salute e del benessere dei cittadini attraverso le innovazioni da introdurre nel Servizio sanitario regionale, ma nello stesso tempo anche alla crescita economica del territorio. In particolare in ambito sanitario, investire in una ricerca di qualità alimenta lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e operative a beneficio dello stato di salute dei cittadini, del servizio sanitario e dell´intero sistema economico toscano. E questo - aggiunge l´assessore - lo si può fare solo se le risorse investite in ricerca sanitaria non vengono considerate meramente un costo per il sistema, ma un investimento coraggioso e necessario che sia in grado di attrarre ulteriori risorse a sostegno dello sviluppo del sistema sanitario". "Con i rettori delle tre Università toscane ci presentiamo in modo unito, come abbiamo sempre fatto - ha detto il rettore dell´Università di Firenze Alberto Tesi, che ha parlato anche a nome dei due colleghi - Ciò che è stato fatto in questi cinque anni è molto importante per il sostegno all´attività della ricerca. L´attività di ricerca è un modo per migliorarsi: garantire una formazione sempre migliore e una sempre migliore assistenza ai pazienti. Anche a nome dei miei colleghi voglio ringraziare l´assessore Marroni per questo percorso fatto insieme e per questa integrazione. E´ stato grande l´impegno delle aziende ospedaliere, molti corsi di laurea sono stati fatti con il loro contributo. E´ stata importante questa integrazione, nella quale l´Università si riconosce sempre di più. Noi siamo sempre disponiibli, mi auguro che questo modello di integrazione venga portato anche sul territorio". Nel quinquennio 2010-2015, i progetti toscani finanziati in materia di salute sono stati 245, per un totale di 103 milioni di euro, così suddivisi: 10 milioni circa Ue (cofinanziamento Fesr); 46,5 milioni circa lo Stato (di cui 21 Ministero della salute per progetti vinti da Regione Toscana, 14,9 cofinanziamento Fesr; 10,6 cofinanziamento Fas); 46,5 milioni circa Regione Toscana. Por Creo Fesr: 25 progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale: 32,6 milioni di euro; Programma di ricerca regionale in materia di salute 2009: 65 progetti settore Scienze della vita: 17 milioni; Bando Nutraceutica: 14 progetti di ricerca finanziati, che verranno presentati a Expo 2015: 1,6 milioni; Bandi Ministero della salute: 81 progetti di ricerca sanitaria finalizzata: 26 milioni; Altri progetti vari: 8 progetti di ricerca: 3,5 milioni; Bando Fas Salute: ricerca di base, industriale e sviluppo sperimentale: 14,6 milioni. Bandi Itt (Istituto Toscano Tumori): ricerca in campo oncologico: progetti finanziati 52: 7,6 milioni La performance della Regione Toscana in termini di numero di progetti finanziati è sempre molto buona. Se si considerano i risultati conseguiti negli ultimi tre bandi ministeriali, la Toscana si colloca al primo posto tra le Regioni, con 70 progetti finanziati. I soggetti che fanno parte del sistema regionale della ricerca in sanità: - il Distretto Scienze della Vita (www.Scienzedellavita.it). E´ stato individuato dalla Regione Toscana come essenziale strumento di raccordo tra ricerca pura, impresa, Servizio sanitario regionale, per favorire l´incontro di domanda e offerta di prodotti, tecnologie e know-how. E´ nato nel 2011, su impulso della Regione Toscana. Attori del Distretto sono: 3 Università (Firenze, Pisa, Siena); 3 Scuole Superiori (Sant´anna e Normale di Pisa, Istituto di alti studi di Lucca); 15 Istituti del Cnr; 4 aziende ospedaliero-universitarie; 12 aziende sanitarie locali; fondazioni, centri servizi, altre strutture di ricerca pubbliche e private; 196 imprese del settore. Qualche numero del Distretto: 11.971 addetti; 823 brevetti; 5,5 miliardi di fatturato in euro. - l´Uvar (Ufficio valorizzazione ricerca biomedica e farmaceutica). E´ un uffico regionale che offre un supporto integrato al sistema della ricerca, con particolare riferimento alla protezione della proprietà intellettuale, alla gestione e valorizzazione dei risultati della ricerca e al supporto per l´avvio al processo di industrializzazione. L´esperienza Uvar è unica in Italia. Dal 2009 al 2014: 91 invention disclosures (invenzioni) valutate; 22 domande di brevetto depositate; 58 azioni di trasferimento tecnologico. - i Dipint (Dipartimenti integrati interistituzionali). Sono modelli organizzativi condivisi tra Università e Aziende ospedaliero-universitarie, per favorire la connessione tra ricerca, formazione e sperimentazione clinica.  
   
   
PUGLIA: NUOVA NEONATOLOGIA AL POLICLINICO. VENDOLA PENTASSUGLIA "STRUTTURA DI QUALITÀ"  
 
Bari, 9 aprile 2015 - “E’ una delle strutture più moderne, attrezzate ed evolute d’Italia, è sicuramente una struttura di qualità e di livello europeo ed è una risposta a servizio della Puglia e del Sud. Il Policlinico, che in questi anni forse è stato il più grande cantiere aperto del Mezzogiorno, si conferma come un ospedale di eccellenza, luogo di ricerca e di didattica e, da oggi, diventa per i più piccoli, per i neonati, per coloro che sono indifesi, un punto di riferimento assoluto”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che questa mattina ha inaugurato il nuovo reparto di Neonatologia e di Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Bari, insieme con l´assessore regionale alla Salute, Donato Pentassuglia, il Direttore Generale dell´Azienda ospedaliero universitaria consorziale, Vitangelo Dattoli, il Direttore dell´Unità, Nicola Laforgia e il Preside della Facoltà di Medicina, Paolo Livrea. Il nuovo reparto è stato intitolato ad Angela Mautone, professore associato di pediatria, neonatologa conosciutissima in campo nazionale oltre che a Bari. Per Vendola “uno degli elementi che illustrano la maturità di questo reparto e il suo livello europeo è quello relativo alla la presenza di videocamere dentro le culle che consentono alle mamme, in ogni momento, di poter avere la visione del proprio bambino”. “Questo dettaglio – ha detto Vendola - è emblematico di due parole che si devono incrociare dentro ad una moderna organizzazione della società. E cioè innovazione e umanizzazione”. “Noi oggi – ha concluso Vendola - diamo il segnale nel ricordo di chi ha bene operato nel passato, di cosa può essere una buona sanità, quella che cambia con il ritmo vorticoso del tempo dell’innovazione e quella che non dimentica mai che la buona sanità mette al centro la persona umana. La più piccola, la più indifesa poi, nella buona sanità, ha il valore di un re o di una regina”. Per l’assessore Pentassuglia “l’impostazione che si sta dando, e cioè quella di non scaricare tutto sul Policlinico, è assolutamente vincente”. “Questa azienda, con il sistema universitario pugliese e la nostra università – ha detto Pentassuglia - deve essere l’hub di una Puglia che deve guardare a Bari, ma Bari deve tenere insieme la stessa Puglia perchè non ci sono cittadini di serie a e cittadini di serie b. Sicuramente le convenzioni possono essere sottoscritte, ma la formazione deve essere fatta qui”. “Una bella pagina”, ha concluso Pentassuglia “un segnale di speranza per i pugliesi e un incoraggiamento anche per noi. Vedere quei bambini e capire che c’è una speranza di futuro e di vita, è per noi amministratori un motivo di grande orgoglio”. I numeri e le eccellenze del nuovo reparto - Il nuovo reparto di Neonatologia e terapia intensiva neonatale, al primo piano del Padiglione delle Cliniche Ostetriche del policlinico di Bari, è dotato di 8 posti letto di terapia intensiva e 15 di subintensiva. A questi si aggiungono 2 posti letto in isolamento e 50 culle (posti letto tecnici) per i neonati non patologici. In uno spazio triplicato rispetto alla sede precedente, trovano posto anche un ambulatorio per i prematuri e i neonati a rischio, l’ambulatorio di ecografia e l’ambulatorio di chirurgia, che consente piccoli interventi chirurgici o la chirurgia in emergenza in casi in cui è altamente controindicato lo spostamento del paziente. La Neonatologia assiste ogni anno 2.000 bambini oltre a 200 ricoveri in terapia intensiva e 300 in patologia/terapia subintensiva. Cinquanta neonati in trattamento hanno un peso inferiore a 1500 grammi, cinquanta casi l’anno riguardano patologie chirurgiche, quaranta patologie cardiache. Il 20 per cento degli ammalati più complessi è rappresentato da neonati che sono stati partoriti in altri ospedali. La terapia intensiva neonatale è stata attrezzata con la tecnologia più avanzata nel settore, con incubatrici di ultima generazione, che oltre a consentire tutte le manovre intensivologiche, assicurano temperatura e umidità costanti. Al loro interno il neonato è isolato acusticamente, poiché il rumore - è provato - può danneggiare la maturazione dei prematuri, e l’ambiente ricrea le condizioni fisiche dell’utero materno. Fattori sociali e progressi clinici hanno determinato, negli ultimi decenni, con l’affinarsi dei metodi di indagine prenatale, un forte incremento di richieste di ricoveri neonatologici. L’aumento di gravidanze portate a termine dopo i 35 anni di età, il numero dei casi di procreazione assistita, e soprattutto i parti di donne sottoposte a terapie anti tumorali o trattate per malattie infettive (Hiv, Epatite C, ecc.) hanno innalzato l’indice di complessità dei ricoveri. La Neonatologia del Policlinico di Bari è Centro di Coordinamento del Registro delle Malformazioni Congenite, Centro di riferimento per le Patologie Cardiache Fetali (con la preziosa collaborazione delle équipes delle due Cliniche Ginecologiche dirette dal prof. Loverro e dal prof. Cicinelli) nel percorso del “Counselling multidisciplinare delle cardiopatie fetali” coordinato da Paolo Volpe, che vede la collaborazione di genetisti (Dott. Gentile del Di Venere), cardiologi (dott. Vairo dell’A.o.u.c. Policlinico e Giovanni Xxiii) e Cardiochirurghi (dott. Brancaccio e Iorio stessa A.o.u.c.). Grazie a questa attività, che non ha mancato di determinare una notevole riduzione della mobilità passiva extraregionale, sono stati ricoverati, a partire dal 2011, oltre 150 neonati, dopo counselling con più di 300 coppie. La Neonatologia inoltre è Centro di riferimento per le Patologie Chirurgiche feto-neonatali che dal 2013 hanno un percorso di counselling multidisciplinare con l’importante contributo del Direttore della Chirurgia Pediatrica, Prof. Paradies. Questo percorso, insieme ai ricoveri provenienti dall’esterno, ha consentito di operare in sede, negli ultimi 5 anni, circa 250 neonati. La Neonatologia infine è Centro di riferimento per le Patologie Metaboliche Congenite e per le Patologie Neurologiche Neonatali, oltre che per i trattamenti in Ipotermia. Dedicati ai pazienti con sindromi di asfissia  
   
   
COSBI: UN SUCCESSO SCIENTIFICO E DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO  
 
Trento, 9 aprile 2015 - Cosbi, The Microsoft Research – University of Trento Centre for Computational and Systems Biology, nato a Trento nel 2005 dalla partnership tra Microsoft Research e l’Università degli Studi di Trento, ha raggiunto il traguardo dei suoi primi 10 anni impegnato nella ricerca scientifica alla convergenza tra scienze della vita e informatica. I grandi risultati scientifici ottenuti hanno permesso a Cosbi di essere competitivo su scala globale e di attrarre capitali dall’estero dalle più grandi multinazionali nel settore farmaceutico e agroalimentare. Le collaborazioni con grandi realtà industriali, come Nestlé, Sanofi, Glaxosmithkline, Purina, con organismi internazionali quali Food and Drug Administration e con realtà accademiche tra cui la Cornell University, University College Dublin, Ieo-ifom Milano, Kth Stoccolma, Wageningen University, Università di Bologna, Institute for Systems Biology Seattle sono la dimostrazione concreta della qualità della ricerca e del capitale umano di Cosbi, che ha saputo trasfomare i risultati della ricerca in prodotti intellettuali oggetto di trasferimento tecnologico per intercettare l’interesse di questi partner. Cosbi ha affiancato negli anni aziende multinazionali dei settori food e pharma nei loro studi di ricerca e innovazione, volti alla comprensione dei meccanismi biologici alla base di molte malattie metaboliche e neurodegenerative al fine di poterne controllare mediante cibo o farmaci i processi di insorgenza e progressione. Il futuro di Cosbi continua nella direzione della convergenza dei saperi: dopo informatica e biologia, si aggiungerà nutrizione e farmacologia per vedere come cibo e farmaci interagiscono e si complementano per ottenere migliori risultati. I risultati verranno poi applicati allo studio delle malattie metaboliche come il diabete e l’obesità così come delle malattie neurodegenerative, in particolare l’Alzheimer. L’unicità e la forza di Cosbi sono date dal gruppo multidisciplinare di ricercatori che compongono il team, giovani studiosi italiani e stranieri provenienti da tutto il mondo, attualmente vi sono 13 nazioni rappresentate. Per info: http://www.Cosbi.eu    
   
   
PRESIDENTE REGIONE VENETO A FIRMA PROTOCOLLO D’INTESA PER RIABILITAZIONE PAZIENTI ONCOLOGICI E TRAPIANTATI A PADOVA  
 
Padova, 9 aprile 2015 - Il Presidente della Regione è intervenuto ieri a Padova alla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la riabilitazione dei pazienti oncologici e trapiantati tra l’Azienda Ospedaliera di Padova, l’Ulss 16 di Padova, l’Istituto Oncologico Veneto Ircs e la Fondazione Opera Immacolata Concezione Onlus, presso le cui strutture si svolgerà l’attività riabilitativa. “Si tratta di un altro grande passo – ha detto il presidente – verso il completamento del piano socio-sanitario regionale. Il nostro obiettivo è avere una sanità sempre all’avanguardia nella cura e nella prevenzione, ma anche strutture sussidiarie calate nel sociale che consentano percorsi riabilitativi mirati ad un pieno recupero dei pazienti alla vita di tutti i giorni”. Il protocollo firmato oggi attiverà infatti un percorso riabilitativo coordinato che interesserà i pazienti oncologici e trapiantati dell’Istituto Oncologico Veneto e dell’Azienda Ospedaliera di Padova. La Fondazione Opera Immacolata Concezione è dotata degli impianti e del personale in grado di assicurare prestazioni riabilitative pre e post operatorie, sia in ricovero che ambulatoriali. Ciò avrà effetti positivi non solo sui tempi di ricovero in ospedale, ma anche sull’azione di sostegno ai pazienti e alle famiglie nell’affrontare le problematiche conseguenti alle terapie oncologiche e agli intervento di trapianto, favorendo inoltre un più efficace recupero delle relazioni e della vita sociale. Nel corso del 2014 in Veneto sono stati realizzati 488 trapianti di organi, utilizzando 116 donatori. Nei primi sei mesi dalla sua attivazione la rete Oncologica Veneta ha censito 212 mila tumori, dei quali 50 mila al seno, 28 mila alla prostata, 27 al colon-retto, 7 mila al polmone. La mortalità media si aggira attorno ai 14 mila decessi annui.  
   
   
SANITÀ, LE INIZIATIVE DELLA REGIONE CAMPANIA SULLA RIABILITAZIONE  
 
Napoli, 9 aprile 2015 - In relazione alla manifestazione promossa in data odierna presso la sede della Giunta regionale dall’Aias, rappresentativa di pochi centri di riabilitazione, sono opportuni alcuni chiarimenti. Detti centri, che rappresentano una piccola percentuale delle circa 150 strutture accreditate dalla Regione, sono concentrati nelle Asl Napoli 1 e Napoli 3 Sud. In queste Aziende si è riscontrata un’anomala concentrazione di talune prestazioni riabilitative in eccesso, fino a un livello del 70% superiore rispetto ai fabbisogni stabiliti dal Ministero della Salute. Nelle altre Asl non esiste un analogo fenomeno. Sul punto la Regione ha deciso di attivare gli opportuni controlli e verifiche, utilizzando le misure previste dal Protocollo di collaborazione con la Guardia di Finanza, per verificare l’appropriatezza delle prestazioni riabilitative rese nelle strutture extraospedaliere private accreditate presso le predette Asl. Si segnala, inoltre, che la Regione, di concerto con la struttura commissariale, si è già attivata, nel corso degli ultimi cinque anni, per l’introduzione nel complesso mondo della riabilitazione di strumenti di governo clinico in grado di garantire qualità e appropriatezza, sicurezza delle cure, implementando l’utilizzo di linee guida cliniche e percorsi assistenziali, utilizzando i principi della medicina basata sull’evidenza. Nondimeno, nonostante i tagli delle risorse operati dal governo centrale, la Regione ha adottato misure straordinarie per assicurare la continuità e la tempestività dei pagamenti ai centri di riabilitazione, al fine di salvaguardare gli utenti del servizio e riducendo i tempi di pagamento a soli 60 giorni rispetto a circa 300 del 2009. Va, infine, puntualizzato che l’intero sistema riabilitativo regionale è stato negli ultimi anni destinatario di sostanziosi riconoscimenti tariffari e volumi prestazionali. Sono in corso di definizione, con i rappresentanti della maggioranza delle strutture di riabilitazione, accordi che consentiranno alle stesse di acquisire nuove risorse finalizzate non solo a garantire, ma anche a migliorare, i livelli di assistenza. Non risultano chiari, quindi, i motivi per i quali oggi proprio l´associazione in questione, di fatto rappresentata dall’avvocato delle singole strutture che aderiscono alla stessa, sin dall’inizio dei confronti con la Regione abbia voluto mantenere una separata posizione rispetto agli altri interlocutori, con inammissibile e ingiustificata strumentalizzazione di famiglie e pazienti degli assistiti, che, peraltro, non hanno preso parte alla manifestazione.  
   
   
´PRONTO BADANTE´, IN TRE SETTIMANE SUPERATE LE 1100 TELEFONATE  
 
Firenze 9 aprile 2015 – Superata la terza settimana di funzionamento di ´Pronto badante´ con oltre 1100 chiamate ricevute dal Numero Verde e 208 percorsi attivati, di cui 92 con erogazione di voucher. Prosegue con ottimi risultati la sperimentazione del nuovo servizio creato dalla Regione per garantire un sostegno immediato alle persone anziane e alle rispettive famiglie nel momento in cui, per la prima volta, si manifesta una situazione di fragilità. "Oggi – spiega la vicepresidente Stefania Saccardi – sono andata di nuovo alla centrale operativa del Numero Verde, gestita dall´associazione Esculapio, per parlare con operatori e responsabili. Il servizio, malgrado le appena tre settimane di attivazione, sta fornendo dati interessanti. Anzitutto l´elevata percentuale di chiamate da persone o famiglie alle prese con problemi di Alzheimer. Un buon numero di telefonate provengono da territori non inclusi nella sperimentazione. Infine da segnalare vari contatti con persone che vogliono rendersi disponibili per fornire la propria opera come badanti. Insomma tanti elementi che ci aiuteranno, terminata la sperimentazione, a calibrare meglio il servizio rispetto all´effettivo bisogno e anche a provare ad estenderlo progressivamente al resto della regione. Ad ogni modo – conclude Saccardi – l´esigenza primaria di chi chiama è avere un contatto diretto con qualcuno in grado di aiutare, orientare e portare serenità". I numeri dettagliati delle prime tre settimane parlano di 1126 chiamate ricevute (131 quelle improprie), 208 percorsi attivati (di cui 92 con erogazione del voucher). Rispetto alle attivazioni, 163 riguardano l´area fiorentina, 35 quella empolese e 10 il Mugello. Il servizio, partito in via sperimentale il 16 marzo scorso in 43 Comuni dell´area fiorentina, mugellana ed empolese, è stato creato per garantire un sostegno immediato alle persone anziane e alle rispettive famiglie nel momento in cui, per la prima volta, si manifesta una situazione di fragilità. Per segnalare la situazione di bisogno o per avere informazioni basta chiamare il Numero Verde 800 59 33 88 da lunedì a venerdì dalle ore 8 alle 18 ed il sabato dalle ore 8 alle 13. Informazioni anche su www.Regione.toscana.it/prontobadante. Ricordiamo che il servizio è finanziato dalla Regione e gestito operativamente dai seguenti soggetti: Esculapio (coordinamento, Numero Verde e capofila zona Fiorentina Nord Ovest), C.o.s. (capofila zona Firenze), Nomos (capofila zona Fiorentina Sud Est), Arca (capofila zona Mugello), Minerva (capofila zona Empolese).  
   
   
LA NUOVA FRONTIERA PER IL BENESSERE DEL TERRITORIO: DAL WELFARE STATE AL WELFARE DI COMUNITA´  
 
Trento, 9 aprile 2015 - Un nuovo traguardo del welfare generativo, non più amministrato e finanziato dallo Stato ma da una rete di attori sul territorio, sostenuta da alleanze locali, forme di associazionismo e dai Distretti famiglia, dove l’azione sinergica pubblico e privato viene remunerata in termini di aumento del benessere e di maggior efficienza del sistema sociale ed economico produttivo. L’evento previsto giovedì - 9 aprile, alle ore 9.30, presso la Sala Belli del palazzo della Provincia - prenderà dunque in esame il passaggio dinamico tra welfare state e welfare di comunità sostenuto dalla sinergia tra soggetti privati e pubblici e da un sistema coeso composto da Distretti sociali, Distretti famiglia, Distretti per l’economia solidale. Stiamo assistendo ad un cambiamento sociale importante che vede il ridimensionamento dell’azione dello Stato nelle politiche di welfare di comunità e di benessere familiare a favore di una rete di organizzazioni, sia pubbliche che private, che sta crescendo sul territorio trentino. Le politiche di welfare state sono oggi in difficoltà. La crisi economica mette in discussione gli assetti delle politiche fino ad oggi attivate e si rende dunque necessario passare da un sistema di welfare-state in cui lo Stato opera una forte azione di programmazione e finanziamento dei servizi a sistemi di welfare-community in cui gli attori territoriali svolgono nuovi ruoli e nuove funzioni nel più ampio contesto socio-economico. Da questa premessa prenderà le fila il convegno "Welfare generativo. Distretti sociali, Distretti famiglia, Distretti per l’economia solidale", organizzato dall’Agenzia provinciale per la famiglia, natalità e politiche giovanili. Al meeting, che si terrà giovedì 9 aprile, dalle ore 9.30 alle 13.00, presso la Sala Belli del palazzo della Provincia, sono stati invitati i referenti dei Distretti famiglia, le associazioni aderenti al Forum delle Associazioni Familiari del Trentino, cooperative sociali e referenti di organizzazioni pubbliche e private. Il seminario “Welfare Generativo” conclude, inoltre, una serie di incontri formativi rivolti ai referenti tecnici ed istituzionali dei 13 Distretti famiglia trentini, dal titolo “Rete e governance” centrati sul ruolo strategico del coordinatore del Distretto famiglia in un momento in cui la governance eterogenea rappresenta una ricchezza per il nostro territorio.  
   
   
RIQUALIFICAZIONE OSS, ASSESSORE PUGLIA:“CON LO SCORRIMENTO FORMIAMO TUTTI GLI OPERATORI”  
 
Bari, 9 aprile 2015 - Grazie ad un ulteriore impegno di spesa di quasi 3 milioni di euro ed al relativo scorrimento della graduatoria, il Servizio Formazione Professionale della Regione Puglia ha ammesso alla formazione i restanti 672 lavoratori che, nell’ambito dell’Avviso 1/2014 “Riqualificazione Operatori Socio Sanitari”, non avevano potuto approfittare della stessa opportunità per via delle risorse limitate. “Oggi comunichiamo una buona notizia – ha detto l’assessore alla Formazione e al Diritto allo Studio, Alba Sasso – Grazie allo scorrimento relativo al bando per la riqualificazione degli Operatori dell’ambito socio-sanitario, procederemo alla formazione di tutti i restanti 672 lavoratori che erano rimasti fuori dall’elenco, esaurendo l’intera graduatoria su tutto il territorio regionale, nessuna provincia esclusa. Data la particolare delicatezza della figura dell’Oss, con questo provvedimento garantiamo a tutto il personale ausiliario già operativo di riqualificarsi, migliorando la qualità delle prestazioni e di conseguenza dell’intero servizio sanitario pugliese. Siamo convinti che, anche in materia di servizio pubblico, esattamente come abbiamo fatto per il sistema d’impresa con i bandi per la formazione continua, la riqualificazione sia sinonimo di innovazione, competitività, attrattività e, soprattutto, qualità”. Con atto del Dirigente del Servizio Formazione Professionale n. 355 dell’8 aprile 2015, la Regione Puglia ha approvato lo scorrimento della graduatoria relativa all’Avviso 1/2014 “Riqualificazione Operatori Socio Sanitari” ammettendo alla formazione i 672 lavoratori esclusi per esaurimento delle risorse e impegnando, contestualmente, ulteriori 2,9 milioni di euro a valere sulle risorse comunitarie del P.o. Puglia Fse 2007-2013. Tra i circa 2360 lavoratori per cui la formazione è già iniziata e i 672 dello scorrimento, in totale saranno riqualificati oltre 3000 operatori socio sanitari distribuiti su 170 progetti formativi. Il totale delle risorse, tra il primo impegno di circa 10,3 milioni e quello odierno di 2,9 milioni, è di circa 13,2 milioni di euro.  
   
   
DIVENTA OPERATIVO IL PROGETTO DELLA TOSCANA PHARMA&DEVICES VALLEY  
 
Firenze 9 aprile 2015 – Sei mesi di intenso lavoro tra imprese farmaceutiche toscane, Regione, Università coordinate dalla società Kpmg: il risultato è oggi il programma attuativo del progetto Toscana Pharma & Devices Valley, destinato a creare le migliori condizioni di crescita per il settore sul territorio e di attrazione per gli investimenti. Se ne è discusso ieri ad un tavolo cui erano presenti tutti gli attori dell´iniziativa: le società capofila Gsk, Lilly, Molteni, Menarini, Kedrion e Sebia; le Università di Firenze, Pisa e Siena; e per la Regione il presidente Enrico Rossi con gli assessori alla salute Luigi Marroni, alle attività produttive Gianfranco Simoncini e alla ricerca e università Emmanuele Bobbio. La mappa progettuale si riassume in 25 aree di intervento identificate attraverso il coinvolgimento di oltre 30 aziende e la creazione cinque tavoli di lavoro che hanno posto come temi la ricerca e la sperimentazione clinica, le nuove politiche sanitarie, la produzione, i fabbisogni e la sostenibilità dell´innovazione, costo del lavoro, fiscalità, investimenti e semplificazione. "Un lavoro imponente e utile, un modello di intervento – lo ha giudicato il presidente Rossi – che sarà utile nel confronto con le politiche nazionali sul farmaco e la sanità in generale, regalando un ruolo forte alla Toscana attraverso i punti in comune concordati tra pubblico e privato". "L´indicazione che viene da questo progetto – ha aggiunto Rossi – mi suggerisce tre livelli di intervento in particolare: la formazione come terreno di investimento a medio-lungo termine in un percorso comune tra imprese e università; la creazione di una piattaforma di servizi, su cui la Regione è pronta a investire in modo significativo, per fornire alle aziende strumenti in grado di intervenire sui costi attraverso risparmi di scala; e un lavoro comune sui brevetti per far fruttare la ricerca avanzata portata avanti in sede regionale e i cui benefici occorre trattenere sul territorio". Non sono mancati nel corso del dibattito riferimenti alla necessità di discutere complessivamente, soprattutto a livello governativo, le politiche sanitarie e del farmaco in particolare; comune è stato il giudizio sulla necessità sulla riforma dell´Aifa e sul rafforzamento del ruolo della Conferenza delle Regioni.  
   
   
VIOLENZA DI GENERE; SERVIZIO "CODICE ROSA", SIGLATO PROTOCOLLO IN REGIONE UMBRIA  
 
Perugia, 9 aprile 2015 - Qualificare ed ampliare il sistema regionale dei servizi di contrasto alla violenza di genere: è quanto si propone il protocollo d´intesa sottoscritto ieri, a Palazzo Donini, per l´istituzione in Umbria del servizio "Codice rosa" nei principali Pronto soccorso delle Aziende sanitarie e ospedaliere umbre. Il codice rosa è un codice virtuale di accesso al Pronto soccorso che si affianca ai codici di "triage" (rosso, giallo, verde e bianco). Si tratta di una procedura di intervento per riconoscere e rilevare casi di violenza sessuale, maltrattamenti o stalking sulle donne, attraverso uno specifico percorso di accoglienza che garantisce la privacy e l´incolumità fisica e psichica delle vittime. A sottoscrivere il protocollo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, i rappresentanti dei Comuni di Perugia, Terni ed Orvieto, l´Anci Umbria, le Questure di Perugia e di Terni, le Aziende sanitarie umbre (Usl 1 e 2 Umbria), le Aziende ospedaliera di Santa Maria della Misericordia di Perugia e di Santa Maria di Terni e le associazioni "Liberamente Donna" (responsabile dei Centri antiviolenza di Perugia e Terni) e "L´albero di Antonia" (responsabile del Centro antiviolenza di Orvieto). Obiettivo dell´Accordo è l´attivazione del servizio nelle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni e negli ospedali di Città di Castello, Foligno, Spoleto ed Orvieto, con la messa a disposizione di spazi adeguati e di equipe integrate multiprofessionali, debitamente formate, che lavorano in stretto contatto con i Comuni e gli altri soggetti del sistema regionale dei servizi di contrasto della violenza di genere. E´ prevista la messa a disposizione nelle sedi interessate di un ambulatorio non identificabile, una "stanza rosa", dove la vittima riceve assistenza medica e psicologica e dove, se occorre, può incontrare le Forze dell´ordine e fare denuncia. Qui, tenendo conto delle specificità organizzative dei singoli ospedali, sarà presente un kit per esami biologici, il refertamento fotografico e cartelle cliniche guidate, così da fornire dati utili anche all´Autorità giudiziaria e supporti informatici accessibili alle Forze dell´Ordine. "Con la firma di oggi – ha detto la presidente Catiuscia Marini – si dà attuazione ad un impegno assunto dalla Regione Umbria per una più efficiente organizzazione della rete dei servizi, delle associazioni e del volontariato nell´azione di contrasto e di prevenzione alla violenza di genere". "E in questo quadro – ha proseguito Marini - la rete dei servizi sanitari, ed in particolare i pronto soccorso, costituiscono un anello importantissimo come luogo di accoglienza e di assistenza alle donne vittime di violenza, anche quando questa non viene esplicitamente segnalata o denunciata. Un luogo ‘privilegiato´ per cogliere segni, aspetti e problematiche che altrove sarebbe più difficile individuare e da cui coinvolgere, secondo un percorso condiviso ed integrato, tutti i soggetti che a vario titolo sono chiamati ad accompagnare, sostenere, assistere e aiutare le vittime. Alle aziende sanitarie – ha proseguito Marini –, che possono contare su oltre 200 operatori e operatrici già formati attraverso specifici progetti, spetterà di dare attuazione al servizio codice rosa secondo il modello organizzativo predisposto e coordinato dall´assessorato regionale alla sanità. Le Forze dell´ordine, che hanno ricevuto una formazione specialistica anche rispetto ad azioni di prevenzione, valuteranno tra gli altri gli elementi utili per l´avvio di indagini, il monitoraggio ed il controllo delle situazioni a rischio nei casi di mancata denuncia. Comuni e associazioni firmatarie - ha concluso la presidente - concorreranno rispettivamente all´integrazione del progetto con i servizi sociali territoriali e al collegamento con i Centri antiviolenza e il sistema dei servizi di contrasto della violenza per l´eventuale presa in carico". Il progetto, che ha durata annuale, sarà oggetto di monitoraggio e valutazione partecipata. L´iniziativa consentirà di incrementare la raccolta dei dati sulla violenza di genere e familiare da parte dell´Osservatorio regionale sulla violenza e di consolidare la rete dei servizi di contrasto e prevenzione alla violenza, attraverso l´acquisizione di procedure, pratiche ed azioni comuni. Sono previste anche azioni di sensibilizzazione e informazione sul fenomeno del maltrattamento nei confronti dei medici di medicina generale e pediatri di famiglia.  
   
   
BOLZANO: ATTIVATA RETE DI SUPPORTO PER GIOVANI CON PROBLEMI COMPORTAMENTALI  
 
Bolzano, 9 aprile 2015 - Sono oltre 2000 a livello provinciale i giovani che nel 2014 si sono rivolti ai servizi socio-sanitari per problemi comportamentali. Per far fronte a queste problematiche è stata creata una Rete di supporto per l’età evolutiva ed è stato pubblicato l’opuscolo “Salute mentale nell’età infantile e nell’adolescenza”. L’assessora Martha Stocker ha presentato questa mattina le due iniziative. L´importanza di mettere in rete le esperienze maturate dagli esperti di diversi settori è alla base della creazione a livello provinciale della "Rete di supporto per l´età evolutiva" presentata questa mattina (8 aprile) a Palazzo Widmann dall´assessora provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Martha Stocker. Presenti all´incontro con la stampa anche i principali componenti di questa rete, Andreas Conca, coordinatore del servizio provinciale per la psichiatria e la psicoterapia nell´Età Evolutiva, Benno Baumgartner, coordinatore della sez. Bolzano dell´associazione giudici minorili Aimmf, Carla Comploj, ispettrice del Servizio per consulenza e integrazione scolastica, cultura e intendenza scolastica ladina, Christina Tinkhauser, direttrice dei servizi sociali della Comunità comprensoriale Alta Val d´Isarco, Paula Maria Ladstätter, garante per l´infanzia e l´adolescenza, Veronika Hafner, pedagogista presso l´Ambulatorio specialistico per la salute psicosociale nell´età infantile ed evolutiva a Bressanone e Siglinde Jaitner, presidente dell´Associazione Parenti e Amici di Malati Psichici e Veronika, direttrice dell´Ufficio formazione del personale sanitario. Nel suo intervento l´assessora Stocker ha sottolineato l´importanza di offrire ai malati psichici una rete di servizi in grado di fornire risposte multidisciplinari alle loro esigenze in maniera diretta, pratica e non burocratica. In questo senso un ruolo determinante viene affidato all´opuscolo presentato questa mattina dal titolo "Salute mentale nell´età infantile e nell´adolescenza" coordinato dalla pedagogista Veronika Hafner e dallo psichiatra Andreas Conca, che intende offrire con un linguaggio semplice e diretto una serie di informazioni sui disturbi mentali e sulle possibilità di trattamento a livello provinciale. Se i genitori non sono sicuri circa la salute del proprio bambino, la cosa migliore da fare è ottenere consigli professionali. Un elenco alla fine della brochure fornisce tutti gli indirizzi dei servizi a cui rivolgersi per aiuto. Nel corso degli interventi è stato posto in evidenza che i primi anni di vita sono cruciali per la promozione della salute mentale e la prevenzione dei disturbi psichici, poiché i problemi legati alla salute mentale non sono rari in persone al di sotto dei 25 anni d´età e fino al 50% delle patologie psichiatriche dell´adulto iniziano prima dei 14 anni d´età. Si stima che in Italia, il numero di adolescenti in condizioni di disagio psicologico, che potenzialmente può sfociare in disturbo vero e proprio, rappresentino il 7-8% della popolazione giovanile. Solo in Alto Adige nell´anno 2014 sono stati effettuati degli interventi su più di 2.000 bambini e giovani con disturbi psichici, pari a circa il 4-5% del totale dei giovani altoatesini. Alcuni di tali problemi sono relativamente lievi e di breve durata, mentre altri possono causare gravi inconvenienti a giovani, bambini ed i loro familiari per periodi prolungati. Sia i bambini che i giovani potrebbero essere affetti da depressione ed ansietà, comportamenti di sfida o incoerenti, disturbi dell´alimentazione, psicosi e comportamento autolesivo, avere difficoltà nell´adattarsi ad una malattia o ad una perdita in famiglia. Le patologie psichiatriche in età evolutiva determinano, quindi, un bisogno di salute emergente, per il quale è necessario instaurare azioni di prevenzione, di diagnosi e presa in carico precoce. I genitori stessi possono aiutare e assistere il loro bambino o giovane familiare a vivere una vita felice, appagata ed incoraggiarlo a discutere fattivamente dei suoi problemi. Per far fronte a questo sviluppo complesso e dinamico è stata appunto creata la rete di competenza per bambini e adolescenti, formata da rappresentanti dell´Assessorato alla salute e politiche sociali, Assessorato alla cultura, Tribunale per i minorenni, Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni, intendenze scolastiche, servizi sociali, comunità alloggio sotto la direzione dell´Ufficio formazione del personale sanitario. La rete ha individuato tre settori prioritari di intervento: 1) Carta geografica (per garantire e facilitare l´accesso ai servizi) 2) Formazione (per sostenere l´innovazione, la qualità e la sostenibilità) 3) Pubbliche relazioni (per permettere trasparenza e vicinanza al cittadino). Nell´ambito della rete di servizi appositamente creata a livello provinciale è stato inoltre ideato un corso di formazione triennale per referenti di sistema per garantire il benessere di bambini e adolescenti in situazioni particolari, che inizierà il 9-10 aprile 2015. Rappresentanti dei settori Assessorato e amministrazione, Tribunale, scuola, servizi sociali, psicologia e medicina svilupperanno, sostenuti dalla loro esperienza nei diversi settori, hanno quindi creato un modello organizzativo innovativo e intra-settoriale per una rete efficiente dinamica e sostenibile. Per permettere alla rete professionale di agire con efficacia, hanno sottolineato i partecipanti alla conferenza stampa, è necessario che tutti i partner con le loro diverse competenze specialistiche si coordinino in relazione agli obiettivi generali e partecipino ad un processo di accompagnamento.