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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Novembre 2012
COMMISSARIO OETTINGER ACCOGLIE DECISIONI PIÙ RAPIDE PER LE INFRASTRUTTURE TRANSFRONTALIERE  
 
Bruxelles, 29 novembre 2012 - Günther Oettinger, commissario europeo per l´Energia ha dichiarato: "Questa è davvero una svolta e darà una grande spinta alle infrastrutture tanto necessaria: Invece di aspettare fino a 12 anni o più di permesso, gli sviluppatori di cruciale infrastrutture transfrontaliere - come condotte o reti elettriche - avrà una decisione in circa 4 anni Questo li risparmiare tempo e denaro -.. E ci aiuterà a creare un vero e proprio mercato europeo in cui i sistemi di energia sono fisicamente collegati tra loro i consumatori e le imprese trarranno vantaggio perché la concorrenza mantiene bassi i costi .´´ Il 27 novembre , un accordo politico è stato raggiunto sul regolamento sugli orientamenti per le reti transeuropee delle infrastrutture energetiche.Parlamento europeo e del Consiglio, hanno ancora bisogno di approvare formalmente il regolamento. Per sfruttare gli investimenti tanto necessari di 200 miliardi di euro per le reti elettriche e reti del gas entro il 2020, il regolamento istituisce un nuovo quadro normativo per le infrastrutture cruciali: Si prevede un nuovo permesso più trasparente e accelerata la concessione di procedura che in genere non supera i 3 anni e 6 mesi. Nella sua proposta da ottobre 2011, la Commissione aveva proposto 3 anni. Questa procedura accelerata si applica solo per le grandi infrastrutture, i cosiddetti "progetti di interesse comune". In base al regolamento, si tratta di progetti che sono transfrontalieri o avere benefici per due o più Stati membri. I progetti possono essere ammissibili al finanziamento comunitario nell´ambito del meccanismo per collegare l´Europa. Per ulteriori informazioni: Memo dal 19 ottobre 2011 : http://europa.Eu/rapid/press-release_memo-11-710_en.htm?locale=en    
   
   
"CHIMICA DEL CICLO DEL COMBUSTIBILE NUCLEARE"  
 
Parigi, 29 novembre 2012 - Il corso "Chimica del ciclo del combustibile nucleare" (Chemistry of Nuclear Fuel Cycle) si svolgerà dal 14 al 25 gennaio 2013 a Parigi, in Francia. La carenza di specialisti qualificati nel settore della chimica nucleare è stata riconosciuta in tutte le branche del settore nucleare e in altre aree in cui tali competenze sono richieste, come la radiofarmacia, la medicina nucleare, la protezione dalle radiazioni, la radioecologia e molte altre. La riqualificazione dei laureati in chimica generale è una delle possibili soluzioni per attenuare questo problema. Il progetto europeo Cinch, svolto nell´ambito del 7° Pq Euratom, mira a coordinare l´istruzione e la formazione nel campo della chimica nucleare in Europa. Il progetto prevede la realizzazione di un meccanismo Efts (Euratom Fission Training Scheme) a lungo termine per fornire una base comune per le attività frammentate in questo campo. Ciò riqualificherebbe l´istruzione e la formazione in chimica nucleare. Questo corso intende fornire una panoramica globale della chimica e della fisica necessarie durante le diverse fasi del ciclo del carburante, dal suo inizio fino alla fine. Inoltre, i partecipanti dovrebbero acquisire una conoscenza di base dello smantellamento degli impianti nucleari e della protezione dalle radiazioni. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Cinch-project.eu/?art=courses    
   
   
RIGASSIFICATORE: TONDO, C´È CHI PARLA FACENDO FINTA DI NON SAPERE  
 
Trieste, 29 novembre 2012 - Il presidente della Regione Renzo Tondo ha rilasciato la seguente dichiarazione in relazione all´iter autorizzativo riguardante il rigassificatore di Trieste. "Mi chiedo dove e quando la Serracchiani abbia mai espresso, attraverso atti concreti, in questi oltre due anni da Europarlamentare la sua contrarietà al rigassificatore di Trieste. Scoprirsi oggi così ferocemente contraria all´opera sulle ali della campagna elettorale fa parte della sua strategia: quella di parlare senza sapere, o meglio facendo finta di non sapere. Perché prima di accusare il sottoscritto di incoerenza, dovrebbe guardare a casa propria, quando all´epoca in cui furono prese le decisioni che oggi ci vincolano, gli ex assessori regionali del suo partito, Sonego e Cosolini procedevano con atti ufficiali nella direzione del rigassificatore. Atti amministrativi, non comunicati stampa o interviste. Quegli stessi atti che hanno avviato la procedura su cui, come noto, il Governo ha posto in essere un´accelerazione alla quale nei fatti i compagni di partito della Serracchiani triestini che sono a Roma non pare proprio abbiano innalzato le barricate, come è stato puntualmente rilevato oggi da uno stesso esponente del Pd locale. Mi chiedo anche come mai l´Europarlamentare Serracchiani, il giorno che il Ministro Passera dichiarò ufficialmente la priorità dell´avvio dei lavori per il rigassificatore, non abbia alzato i toni di una contrarietà che risulta del tutto coerente con la ricerca spasmodica del consenso. C´è da interrogarsi anche come mai questa sua autorevole contrarietà non abbia mai trovato sbocco attraverso il segretario del Pd, Pierluigi Bersani che, come dovrebbe essere noto anche alla Serracchiani, è stato il Ministro dell´industria che in origine diede impulso alla realizzazione del rigassificatore di Zaule. Quindi, alla luce di tutto ciò, sentirsi accusare di essere Ponzio Pilato da una che da segretaria regionale del Pd non ha avuto neanche il coraggio di schierarsi alle elezioni primarie del suo partito per non pregiudicarsi la carriera politica, è l´ennesima dimostrazione della differenza che intercorre fra chi lavora ogni giorno per il territorio e chi fa solo parole".  
   
   
DALLA FRANCIA PER STUDIARE IL "DIAMANTE" DI PRATOLINO DELEGAZIONE DELLA SOCIETÀ DI DISTRIBUZIONE ELETTRICA NAZIONALE FRANCESE OSPITE DEL LABORATORIO DIDATTICO AMBIENTALE  
 
Firenze, 29 novembre 2012 - Questa settimana sarà in Toscana un gruppo di circa 80 persone della Società di distribuzione elettrica nazionale francese e della Municipalità di Parigi. Il gruppo visiterà venerdì 30 novembre (fra le 14 e le 16.30) il Diamante di Enel e Provincia di Firenze del Parco di Pratolino, il Parco, il Laboratorio Didattico Ambientale. Accoglierà gli ospiti francesi Renzo Crescioli, assessore Ambiente e Bonifica della Provincia di Firenze, insieme al personale del Laboratorio Didattico Ambientale di Villa Demidoff guidato dal suo responsabile Gian Piero Bonichi.  
   
   
CENTRALE GARIGLIANO: ENTRO FINE ANNO IL BANDO PER LO SMANTELLAMENTO DEL REATTORE"  
 
Napoli, 29 novembre 2012 - Si è svolta il 27 novembre , presso la centrale nucleare del Garigliano, la terza riunione del Tavolo della Trasparenza per le attività di smantellamento dell´impianto e di bonifica ambientale del sito, convocata e presieduta dall´assessore all´Ambiente della Regione Campania Giovanni Romano. All´incontro hanno partecipato Lamberto Matteocci dirigente dell´autorità di controllo Ispra, Maurizio Pacini e Marcello Saralli del ministero dello Sviluppo Economico, Paolo Rossi del ministero della Salute, e Antonio Venditti, presidente dell´Osservatorio Ambientale del Garigliano del ministero dell´Ambiente. Al tavolo, hanno preso parte, oltre al management della Sogin (la società di Stato che si occupa della bonifica dei siti nucleari italiani e della gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi), i sindaci dei Comuni interessati (a cominciare dal sindaco di Sessa Aurunca, nel cui territorio ricade la centrale, Luigi Tommasino), gli amministratori dei Comuni di Cellole, Castelforte, Roccamonfina, Minturno, Ss Cosma e Damiano, le associazioni del territorio, nonché il direttore tecnico dell´Arpac, Marinella Vito, il dirigente dell´Asl di Caserta, responsabile dell´istituzione del registro Tumori, Angelo D´argenzio e l´assessore provinciale all´Ambiente di Latina Gerardo Stefanelli. "La riunione - ha detto l´assessore Giovanni Romano – è servita a fare il punto sulle attività di smantellamento e decontaminazione della centrale del Garigliano finora realizzate da Sogin e ad illustrare il programma dei prossimi lavori. Particolarmente significativa è stata la partecipazione del ministero della Salute, che ha preso parte al tavolo per la prima volta e che ha recepito una puntuale richiesta della Regione finalizzata a fornire ai partecipanti al tavolo dati ed analisi scientifiche indispensabili a rendere efficace l´informazione ai vari portatori di interessi. “L´azione dell´Assessorato – ha aggiunto Romano - vuole sempre più favorire la trasparenza e garantire risposte alle legittime richieste delle Comunità locali che attraverso i sindaci, gli amministratori locali e le associazioni hanno bisogno di essere informate sulle attività in corso e su quelle programmate, avanzando suggerimenti e proposte che saranno tenute nella massima considerazione. Siamo convinti che solo un percorso partecipato e condiviso possa davvero fugare dubbi e contribuire ad integrare al meglio il lavoro dei soggetti istituzionalmente preposti alle attività di dismissione che vanno condotte garantendo la massima sicurezza per il territorio di riferimento e la salute dei cittadini. Per questo riteniamo fondamentale che le operazioni siano autorizzate e vigilate dai diversi enti, nazionali e locali, tra i quali l´Ispra e l´Arpa Campania. Per quanto riguarda l´iter - ha concluso Romano - Sogin entro il 20 dicembre emetterà il bando per lo smantellamento dell’isola nucleare dell’impianto." Il punto sull´attività Sogin Nel settembre 2012 è stato ottenuto il decreto di disattivazione per la centrale, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Entro il 20 dicembre Sogin emetterà il bando per lo smantellamento dell’isola nucleare dell’impianto. Terminati i lavori di ristrutturazione dell’edificio ex-diesel, Sogin sta effettuando le prove per l’ottenimento della licenza d’esercizio per il suo adeguamento a deposito temporaneo e ha concluso la costruzione del deposito temporaneo, denominato D1. Entrambe le strutture, adibite alla custodia temporanea in sicurezza dei soli rifiuti radioattivi già presenti nel sito e quelli prodotti dalle operazioni di bonifica, saranno demolite al termine del trasferimento dei rifiuti al Deposito Nazionale. Terminata la costruzione della struttura di contenimento delle trincee. Conclusa la fase di progettazione definitiva. Sogin sta completando l’iter di gara per l´affidamento dei lavori di realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti liquidi radioattivi, denominato Radwaste. E´ stato emesso il bando di gara per la scarifica e la demolizione del camino. E’ stato emesso il decreto di autorizzazione per la realizzazione del nuovo sistema di approvvigionamento idrico e, a valle dell’approvazione del Rapporto Particolareggiato di Progetto da parte dell’autorità di controllo Ispra, esso sarà realizzato. E´ in fase di realizzazione il nuovo impianto elettrico e sono in corso le attività per il ripristino del rivestimento protettivo dell’edificio reattore e del risanamento delle facciate dell´Edificio turbina. I dati sui monitoraggi effettuati ogni anno da Sogin sulla Centrale del Garigliano (centinaia di misure sulle matrici alimentari e ambientali, tra le quali l´aria, l´acqua superficiale e di falda e i principali prodotti agro-alimentari della zona) sono inviati annualmente all’Ispra e resi pubblici. Complessivamente, il valore della bonifica della centrale di Garigliano è pari a 360 milioni di euro.  
   
   
MARCHE, EDILIZIA RESIDENZIALE, BANDO PER L’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA. CANZIAN: “55 ALLOGGI A ELEVATA SOSTENIBILITÀ”.  
 
Ancona, 29 novembre 2012 - Saranno almeno 55 gli alloggi a elevata sostenibilità energetica e ambientale che verranno realizzati grazie ai 2 milioni e 755 mila euro, messi a disposizione dalla Regione Marche, attraverso un bando di concorso regionale, pubblicato, a giorni, nel Bollettino ufficiale della Regione. Il bando è riservato alle imprese di costruzione o loro consorzi, alle cooperative edilizie d’abitazione e all’Erap (Ente regionale per l’abitazione pubblica) Marche. Gli alloggi dovranno essere destinati alla locazione a canone concordato per almeno dieci anni. “L’iniziativa – commenta l’assessore all’Edilizia Pubblica, Antonio Canzian – rientra nell’ambito dei programmi sperimentali promossi dal Piano regionale di edilizia residenziale. Prevede la concessione di contributi a fondo perduto, pari al 20 per cento del costo degli alloggi, comunque non superiori a 50 mila euro per ciascuna unità immobiliare”. Le domande dovranno essere presentate alla Regione entro sei mesi dalla pubblicazione del decreto nel bollettino ufficiale della Regione Marche.  
   
   
AL SALONE “RESTRUCTURA” LA PROVINCIA DI TORINO PROPONE ESPERIENZE E PROGETTI PER L’UTILIZZO IN EDILIZIA DEL LEGNO CERTIFICATO E PROVENIENTE DALLA GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE  
 
 Torino, 28 novembre 2012 - Si inaugura giovedì 29 novembre, alle 10 al Lingotto Fiere, la venticinquesima edizione della manifestazione fieristica “Restructura”, nell’ambito della quale la Provincia di Torino porterà ancora una volta il proprio contributo di studi ed esperienze nella valorizzazione della filiera del legno per l’edilizia, che si è concretizzato in progetti come “Bosco e Territorio” e “Bois-lab” e nel sostegno alla gestione forestale sostenibile Pefc ed al marchio “Legno della Provincia di Torino”. Sabato 1° dicembre alle 10,30 nella Sala Rossa del Lingotto Fiere l´Assessore provinciale all’Agricoltura e Montagna, Marco Balagna, interverrà su questi temi nel corso del seminario sul tema “Le applicazioni del legno e dei suoi derivati in edilizia”, organizzato dalla Cna di Torino. Oltre agli interlocutori istituzionali, interverranno al seminario i rappresentanti di importanti realtà produttive del settore foresta-legno, impegnati insieme alla Provincia nella certificazione del legname. Il professor Guido Callegari terrà una relazione sulle ultime ricerche svolte dal Dipartimento di Progettazione Architettonica e Disegno Industriale del Politecnico di Torino in materia di impiego del legno locale nel progetto architettonico, realizzate con il sostegno della Provincia. La Provincia di Torino è inoltre presente a “Restructura” nello stand del Comune di Bosconero, con una grande cartografia della “Strada del Gran Paradiso”, dedicata alle eccellenze dell´artigianato e dell’enogastronomia presenti nei comuni toccati dalla Strada. Presso lo stand della Cna di Torino è inoltre presente il Gruppo di Certificazione “Legno della provincia di Torino”, a cui aderiscono 14 aziende della filiera foresta-legno con certificazione di provenienza da Gestione Forestale Sostenibile Pefc e da boschi locali. Www.restructura.com    
   
   
DISCIPLINA RIFERITA A DISTANZE IN EDILIZIA: SEMINARIO SUGLI EFFETTI APPLICATIVI DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE  
 
Bolzano, 29 novembre 2012 - Dagli inizi di dicembre 2012 saranno visionabili sulla pagina www.Provincia.bz.it/natura-territorio le relazioni tenute nell´ambito del seminario sulla disciplina delle distanze in edilizia svoltosi presso l´Eurac a Bolzano per analizzare gli effetti applicativi della sentenza della Corte Costituzionale. La Corte Costituzionale nel maggio 2012 ha stabilito che la disciplina delle distanze fra edifici rientra nella competenza esclusiva dello Stato. Per fornire informazioni esaustive e per fare chiarezza sugli effetti applicativi della sentenza della Corte Costituzionale la Ripartizione Natura, Paesaggio e sviluppo del territorio della Provincia in collaborazione con con il Consorzio dei Comuni ed il Comitato interprofessionale degli Ordine e dei Collegi ha organizzato un seminario presso l´Eurac a Bolzano. Grande il seguito: circa 420 persone fra progettisti, rappresentanti dei Comuni, funzionari provinciali hanno preso parte all´iniziativa. Per far fronte alle richieste il 29 novembre 2012 ve ne sarà un altro (che registra già il tutto esaurito). Come ha sottolineato l´assessore provinciale Hans Berger la sentenza della Corte Costituzionale costituisce una sorpresa giuridica dal momento che cancella una competenza primaria della Provincia di Bolzano. È importante individuare congiuntamente una sua corretta interpretazione e stabilire la procedura da adottare. Il presidente del Consorzio dei Comuni Arno Kompatscher ha comunicato che già si sta lavorando per individuare un´interpretazione applicabile da tutti i Comuni altoatesini Degli Effetti applicativi della sentenza della Corte Costituzionale n.114/2012 ha parlato l´avvocato Manfred Schullian illustrando ai partecipanti possibili spazi di manovra. Il direttore della Ripartizione Natura, paesaggio e sviluppo del territorio Anton Aschbacher ha presentato esempi concreti di applicazione. I testi delle relazioni tenute nell´ambito del seminario sulla disciplina delle distanze in edilizia dagli inizi del mese di dicembre 2012 saranno visionabili e scaricabili alla pagina della Ripartizione www.Provincia.bz.it/natura-territorio  
   
   
TAVOLO MICRON. MISE , COSTRUIRE UN FUTURO PER L’IMPIANTO DI AVEZZANO  
 
Roma, 29 novembre 2012- L’impianto Micron di Avezzano può e deve avere un futuro. E’ la linea del governo emersa oggi, al termine della riunione del tavolo istituzionale che si è svolta al Ministero dello Sviluppo Economico e che ha avuto come oggetto le prospettive produttive e occupazionali dello stabilimento abruzzese a fronte della comunicazione della proprietà di voler cedere il sito e del contemporaneo annuncio di circa 700 esuberi. All’incontro- presieduto dal Sottosegretario al Mise Claudio De Vincenti- hanno preso parte i vertici dell’azienda, i parlamentari del territorio, le istituzioni locali e le organizzazioni sindacali. Durante il confronto, l’esponente dell’esecutivo ha sottolineato la necessità di ragionare sul settore dei componenti microelettronici nel quadro più complessivo dell’evoluzione dei mercati e dell’internazionalizzazione. “In tale contesto- ha osservato De Vincenti- s’impone la necessità di una partnership industriale che apporti nuove tecnologie, consentendo di superare la monocommitenza e di riposizionare lo stabilimento sui mercati internazionali”. “Il Governo- ha affermato ancora il Sottosegretario- è fortemente impegnato ad ottenere da Micron precise garanzie e a favorire, se necessario, accordi che consentano al sito di Avezzano non solo di continuare a produrre, ma anche di creare le condizioni per guardare al mercato con concrete possibilità di successo”. Il Governo, preso atto della necessità di Micron di completare la individuazione di precise proposte operative, ha sollecitato la presentazione di progetti industriali adeguati. L’esito di questo lavoro di messa a punto da parte aziendale sarà illustrato e discusso nel corso di un nuovo incontro- già previsto entro le prossime due settimane- presso il Dicastero di Via Veneto.  
   
   
TRENTO: IL LAVORO E’ IL TEMA CENTRALE DELLE POLITICHE DELLA PROVINCIA PRESENTATO IL 27° RAPPORTO SULL’OCCUPAZIONE CON I DATI DEL 2011  
 
 Trento, 29 novembre 2012 - Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, ha aperto i lavori del 27° Rapporto sull’occupazione in provincia di Trento. Nel suo intervento, il presidente Dellai ha ribadito la “centralità del lavoro” nelle politiche del Trentino: “Siamo dentro una crisi che sta pesando su famiglie ed imprese, in un contesto di recessione globale. Non è più tempo di ricette facili ma dobbiamo offrire risposte responsabili, attraverso politiche in grado di sostenere le fasce deboli e le aziende in difficoltà, ma soprattutto capaci di generare reddito”. Da qui la volontà del presidente Dellai di sfruttare appieno i nuovi strumenti offerti dalla recente delega del Governo in materia di lavoro, che permetterà alla Provincia autonoma di Trento, ad esempio, di autorizzare la cassa integrazione straordinaria: “Dobbiamo interpretare in base alla realtà trentina le delega sul lavoro, portando le parti sociali a condividere assieme al pubblico le misure che il mercato del lavoro richiede. E dobbiamo farlo in tempi rapidi e in maniera responsabile”. Il Trentino - è Dellai a ribadirlo - conta su un sistema di welfare fondato su quattro “pilastri”: il reddito di attivazione con la possibilità di estendere le indennità di disoccupazione ai cittadini che temporaneamente perdono il posto di lavoro; il reddito di continuità, con la possibilità per la Provincia di decidere la cassa integrazione straordinaria e di individuare le forme di assistenza e di ammortizzatori sociali, “grazie al sostegno al reddito delle famiglie e lo stimolo a nuove forme di lavoro e a processi di formazione mirata”; il reddito di qualificazione per i giovani, già introdotto in via sperimentale in Trentino, ma che necessita - secondo Dellai - di essere esteso per accompagnare i giovani verso il mercato del lavoro e rafforzare una previdenza regionale in grado di tutelare il loro futuro; e, infine, il reddito di cittadinanza, a conferma di una scelta di civiltà del Trentino per cui “prevenire la povertà costa meno che rimuoverla” sia economicamente che socialmente. “L’obiettivo - ha concluso il presidente Dellai - è di stringere i tempi e di intensificare le politiche del lavoro, anticipando in legge finanziaria alcune norme che faranno parte della riforma del lavoro a cui il Trentino sta lavorando e che rappresenta la risposta strutturale della nostra terra alla crisi e all’emergenza occupazionale”. L’agenzia del lavoro e, in particolare, il suo presidente Michele Colasanto, hanno presentato oggi presso il Grand Hotel di Trento, il 27° Rapporto sull’occupazione in Provincia di Trento. Di seguito, la sintesi della rilevazione riferita al 2011 e ai primi sei mesi del 2012. Il contesto economico Nel 2011 il Pil mondiale è cresciuto ancora (+3,9%) anche se con una dinamica inferiore a quella dell’anno precedente (+5,3%) a causa di un rallentamento generalizzato di tutte le economie che si è presentato con modalità ed intensità differenti da paese a paese e tra le economie avanzate l’Italia è stato il Paese più in difficoltà (+0,4). Anche l’economia locale ha risentito della crisi: la variazione pur positiva del Pil nel 2011 si è attestata a +0,8 evidenziando una dinamica di crescita inferiore a quella del 2010 (+2,0). La tenuta del sistema trentino è tuttavia migliore di quella nazionale e sostanzialmente allineata a quella del Nord-est. Nel 2011 la crescita del Pil locale è la risultante di dinamiche positive delle esportazioni estere, che hanno contribuito per + 1,7 punti percentuali, delle esportazioni interregionali (+0,5 punti) e seppur debolmente anche dei consumi interni. Nessun contributo alla crescita del Pil è derivato dalla P.a. Che ha dovuto sottostare alle politiche di contenimento della spesa pubblica..In termini di fatturato totale, soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, l’andamento è risultato direttamente proporzionale alla dimensione aziendale, con un profilo ancora positivo solo per le aziende con più di 50 addetti. La domanda di lavoro delle imprese Le difficoltà dell’economia si sono riflesse sull’occupazione locale. Il saldo occupazionale tra assunzioni e cessazioni (differenza tra le prime e le seconde) è stato nel 2011 prossimo allo zero e quindi non in grado di determinare quell’incremento di opportunità occupazionali capace di contenere la crescita dei disoccupati. Il 2011 si è rivelato, infatti, un anno assai modesto per dinamica delle assunzioni (+0,7%). Il ritorno a valori negativi nel comparto del secondario e il forte rallentamento delle assunzioni nel terziario negli ultimi tre mesi dell’anno sono stati i principali elementi di preoccupazione. Il quadro degli avviamenti è peraltro sempre più orientato verso rapporti di breve se non brevissima durata. Il vero fenomeno continua ad essere rappresentato dal lavoro a chiamata che nel 2011 è cresciuto di quasi 2.200 unità per una variazione del +21,6%. Senza questa tipologia di lavoro, la dinamica complessiva delle assunzioni sarebbe stata addirittura negativa. Da segnalare come le forme di lavoro più flessibili stiano progressivamente estendendosi alle classi centrali della popolazione, quelle di norma contrattualmente più forti. Il modestissimo progresso degli avviamenti nell’anno è da attribuire alle buone performance della manodopera straniera, che riesce a incrementare le opportunità lavorative del 2,4% rispetto al livello 2010, a fronte di una sostanziale stabilità della componente italiana. Come nei due anni passati il segmento dei giovani è stato di gran lunga il più penalizzato dalla crisi. L’offerta di lavoro dei giovani si contrae per effetto di una maggiore scolarizzazione, ma gli stessi subiscono anche una più elevata concorrenza da parte dei segmenti più anziani che, spinti dalla crisi, non solo entrano in misura maggiore sul mercato del lavoro, ma sono anche costretti a rimanervi più a lungo per effetto delle recenti riforme pensionistiche. Nel solo 2011 il calo delle assunzioni per la fascia che va dai 15 ai 34 anni è stato superiore alle 2.800 unità, per una flessione del 2,6% (rispetto all’anno pre-crisi del 2007 per questo aggregato si contano 14.300 opportunità lavorative in meno). Il quadro del mercato del lavoro dai dati Istat L’istat fotografa un’occupazione locale in leggero recupero 2011, ma limitatamente ai primi tre trimestri, in quanto l’ultimo (come nel caso delle assunzioni) evidenzia una sensibile flessione del dato occupazionale accompagnato da un aggravamento del livello di disoccupazione. Il nodo sembra concentrarsi proprio sulla disoccupazione, che proseguendo il trend di crescita degli anni precedenti aumenta di ulteriori 500 unità toccando coinvolgendo 10.800 persone. Il tasso di disoccupazione nel 2011 è pari al 4,5% della forza lavoro e tuttavia è ancora un valore inferiore di quasi mezzo punto percentuale rispetto a quello delle Regioni del Nord-est e di quasi quattro rispetto all’ambito nazionale. La disoccupazione è cresciuta solo per i maschi seppur le donne continuino a essere le più penalizzate nella ricerca di un lavoro (con un tasso di disoccupazione del 5,1% contro il 4,0% dei maschi). Sempre su questo fronte i giovani (15-24 anni) continuano a pagare un prezzo molto elevato, con un tasso che corrisponde al triplo di quello medio. L’indicatore della disoccupazione appare progressivamente meno significativo in relazione all’avanzare dell’età, passando dal 14,5% dei 15-24enni, al 4,8% dei 25-44enni, fino al 2,3% dei 45enni e oltre. Da segnalare infine la relazione esistente anche con il titolo di studio laddove i laureati presentano un tasso di disoccupazione del solo 2,3% di contro al 4,2% dei diplomati e al 6,9% di quanti al massimo hanno la licenza di media inferiore. Anche l’Istat rileva un continuo incremento del lavoro temporaneo che nel 2011 arriva al 15,9% dell’occupazione dipendente. Se per i giovani la flessibilità costituisce ormai la porta d’ingresso nel mercato del lavoro (più della metà dei 15-24enni lavora a termine), desta preoccupazione l’incremento dell’incidenza di questa tipologia di lavoro nel corso dell’ultimo anno anche tra i meno giovani, ovvero le persone di 35-44 anni, fenomeno questo peraltro del tutto evidente anche sul fronte delle assunzioni. Le iscrizioni ai Centri per l’Impiego In merito al fenomeno della ricerca di lavoro, una visuale differente rispetto alla dimensione dell’Istat proviene dall’analisi dei dati amministrativi. A fine dicembre 2011 i soggetti iscritti alle liste dei Centri per l’impiego sono 35.328. Il 5,6% di queste iscrizioni sono motivate da una finalità diversa dalla ricerca di lavoro: poter accedere ad agevolazioni di ordine vario sul versante dei ticket sanitari, delle agevolazioni Itea o quant’altro. Le iscrizioni che si accompagnano ad una dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare sono pertanto la differenza, 33.355. Per 19.570 persone l’iscrizione si accompagna alla richiesta di un supporto nella ricerca di un’occupazione sul versante dei servizi per l’impiego. Questa modalità coinvolge il maggior numero di soggetti e incide per il 55,4% sul totale. Rispetto al dicembre dell’anno prima le iscrizioni aumentano di 3.157 unità per una variazione che sfiora il 10%. Detto del dato complessivo che registra la condizione di iscrizione in essere per tutti, indipendentemente dalla data in cui si è determinato l’evento, guardando al flusso degli ingressi in stato di disoccupazione avvenuto nel corso dell’intero anno 2011, si rileva che le posizioni risultano 22.017. In questo caso la comparazione con i dodici mesi del 2010 rileva un profilo di crescita del 4,4%, che riguarda sia gli inoccupati (da 2.804 passano a 3.005) che i disoccupati per perdita del posto di lavoro (da 18.288 a 19.012 unità). Così come per la disoccupazione di fonte Istat nel flusso degli ingressi in stato di disoccupazione prevale la componente femminile (il 57,5% dell’aggregato), la presenza di soggetti adulti tra i 30 e i 54 anni (il 55,1%, i giovani fino a 25 anni sono il 21,6% e i 25-29enni il 16,9%), e la cittadinanza italiana (66,2%). Il ricorso agli ammortizzatori sociali Poiché nel 2011 la crisi colpisce particolarmente le piccole imprese mentre le realtà più strutturate e quelle con un mercato orientato alle esportazioni danno segni di ripresa, sotto il profilo del ricorso agli ammortizzatori sociali l’anno si presenta sotto un duplice aspetto, caratterizzato da una minore richiesta di intervento sul fronte della cassa integrazione e da una crescita degli iscritti in mobilità provenienti dalle piccole imprese. Complessivamente la Cig autorizzata nel settore industriale risulta in flessione di circa il 30%, sia sul fronte dell’intervento ordinario che su quello straordinario. In termini di lavoratori equivalenti, l’intervento della Cig ha coinvolto il 2,2% dell’occupazione dipendente del manifatturiero trentino contro il 3,6% nel Nord-est ed il 5,4% a livello italiano. Anche sul fronte della Cig in deroga si registra una leggera flessione rispetto al 2010, con un calo di beneficiari del 6% circa e di ore autorizzate nell’ordine del 15%. Sul versante dei licenziamenti, le presenze nelle liste di mobilità (4.956 iscritti) alla fine dell’anno appaiono stabili rispetto allo stock di fine 2010. Contrariamente all’anno precedente, si assiste a una flessione delle presenze nella lista 223/91, bilanciata da una crescita di iscritti nella lista 236/93 cui fanno riferimento le piccole imprese che non possono beneficiare della cassa integrazione straordinaria. Un peggioramento è tuttavia ravvisabile in termini di riduzione delle uscite dalle liste per una riassunzione con contratto a tempo indeterminato e anche dal calo di quanti, durante il periodo di iscrizione, hanno svolto un lavoro a termine (sospesi). Gli interventi di politica del lavoro In questo quadro la strategia delle politiche provinciali è stata rivista ed adeguata al fabbisogno di un mercato del lavoro in difficoltà, potenziando prima di tutto la linea delle politiche passive con quattro linee di finanziamento a cui in tutto o in parte concorre la Provincia (sostegno al reddito per lavoratori disoccupati, sostegno al reddito per lavoratori in mobilità, Cig in deroga e mobilità in deroga). Anche le iniziative di politica attiva sono state indirizzate con priorità al fabbisogno di disoccupati e di inoccupati alla ricerca di un primo lavoro. Sia in termini di offerte formative che, ancor prima, in termini di servizi soprattutto informativi per l’impiego. Un secondo target di attenzione si è rivolto al supporto per l’inserimento dei soggetti deboli e svantaggiati sul mercato del lavoro, coloro che anche al di là delle emergenze di un ciclo congiunturale negativo faticano a trovare un’occupazione perché spiazzati da soggetti più appetibili. In particolare è stato potenziato lo strumento delle opportunità lavorative per soggetti disabili o svantaggiati. Particolare attenzione, per le difficoltà che caratterizzano la loro presenza sul mercato del lavoro, è stata poi rivolta ai giovani. Va ricordata in particolare l’attivazione di una cabina di regia che ha visto coinvolti i principali attori sociali e la previsione di incentivi specifici per sostenere sia l’apprendistato che la trasformazione dei rapporti di lavoro di carattere atipico. Vale la pena sottolineare che proprio da essi, dai giovani, si è poi ripartiti per definire le politiche per l’anno 2012 (il 60% delle risorse sono state stanziate verso misure rivolte alla componente giovanile). I Primi Sei Mesi Del 2012 Dopo il cambiamento di trend rilevato nel quarto trimestre del 2011, nel primo semestre del 2012 si osserva un’accentuazione in negativo di tutti i principali indicatori lavorativi. Le maggiori nubi sembrano ancora una volta addensarsi sui comparti delle costruzioni e del manifatturiero e sulla componente maschile che in questi è più rappresentata. Il contesto economico L’andamento dell’economia nei primi dati riferiti al 2012 non evidenzia elementi di cambiamento in senso positivo e i segnali di difficoltà emersi nel l’ultimo scorcio del 2011 si confermano. Le 47.933 imprese che risultano attive alla Cciaa nel Ii trimestre del 2012 sono l’1% in meno dell’ammontare rilevato un anno prima: un ridimensionamento della base imprenditoriale che si ripropone, giacché anche nel I trimestre del 2012 la variazione percentuale delle imprese attive sull’analogo intervallo del 2011 si era caratterizzata in negativo (-0,8%). Di segno sfavorevole anche le tendenze congiunturali rilevate dalla Cciaa. Nel I trimestre e ancor più nel Ii trimestre del 2012 la quota degli imprenditori che giudicano insoddisfacente la redditività e la situazione economica delle proprie aziende, sia attuale che prospettica, è in aumento e se nel I trimestre il fatturato complessivo delle imprese locali aveva mantenuto un profilo di sostanziale stazionarietà, (+0,5%), nel Ii trimestre cala in maniera più importante (-4,2%). Per l’estrattivo e le costruzioni, colpiti già molto pesantemente, non si colgono segnali di ripresa dalla crisi strutturale che li vede coinvolti ormai da alcuni anni: in entrambi i trimestri la dinamica di produzione, fatturato e occupazione si associa solo a segni negativi. Analoghe le considerazioni per il commercio al dettaglio che anche nei primi due trimestri del 2012 fatta salva, almeno parzialmente, la componente alimentare, conferma il perdurare di una condizione di crisi legata alle minori disponibilità di reddito delle famiglie. In ragione del calo della domanda interna e della minore internazionalizzazione, dopo un I trimestre stazionario, emergono delle difficoltà anche per l’artigianato, soprattutto relativamente alla dinamica riferita alle imprese artigiane del manifatturiero: nel Ii trimestre il fatturato delle imprese artigiane cala dell’11,3%, la produzione del 10,2% e l’occupazione dello 0,7%. Il manifatturiero invece mantiene una variazione positiva del proprio fatturato, dovuta principalmente all’attività sul mercato estero e ai risultati favorevoli conseguiti dalle aziende di grande dimensione. La domanda di lavoro delle imprese Le preoccupazioni che già sul finire dell’anno precedente si erano palesate in merito alla dinamica della domanda di lavoro, trovano puntuale conferma nel corso dei primi sei mesi del 2012. Nel primo semestre del nuovo anno, rispetto ai primi sei mesi di quello passato, il numero delle assunzioni effettuate dalle aziende cala di circa 2.100 unità, corrispondenti a una variazione negativa del 3,6%. La dinamica delle assunzioni è negativa soprattutto per la contrazione della domanda di lavoro nel comparto delle costruzioni (-769 unità per una flessione del 17,9%), e soprattutto del manifatturiero (dove si contano 1.115 assunzioni per un -18,7%). Una flessione, ma limitata allo 0,6% (246 assunzioni in meno), si rileva anche nel terziario, laddove solo i pubblici esercizi (turismo) evidenziano una dinamica positiva delle assunzioni (1.085 in più rispetto allo stesso periodo del 2011). La flessione delle assunzioni nei primi sei mesi del 2012 è imputabile quasi per intero agli uomini: 2.016 unità per un -7,3%. Anche le assunzioni delle donne diminuiscono, ma per sole 104 unità. Le femmine hanno potuto sfruttare soprattutto la dinamica turistica, mentre i maschi, più esposti nel secondario, hanno sofferto il cattivo andamento delle costruzioni e del manifatturiero. Dopo la dinamica positiva dell’anno prima, nei primi sei mesi del 2012 sono gli stranieri i colpiti dal calo della domanda di lavoro(-1.148 unità per una variazione del 6,6%, mentre gli italiani contano 972 rapporti di lavoro in meno per una flessione pari al 2,3%. Anche i dati sui contratti non sono incoraggianti, laddove si rileva un calo superiore alle 1.200 unità dell’occupazione in forma stabile (contatto a tempo indeterminato in senso stretto). In effetti, la sola forma di lavoro che si conferma in fortissima espansione è ancora una volta quella della chiamata. Questa tipologia di lavoro è cresciuta in sei mesi di 1.879 unità con una variazione del 43,5% sull’anno prima. Infine l’analisi per età conferma quanto da tempo ormai noto in merito al calo delle assunzioni dei più giovani: (-1.703 per una variazione che sfiora l’8%). Un elemento di novità, che preoccupa perché riguarda lavoratori di una fascia centrale, è invece dato dal calo delle assunzioni tra i 30-54enni (-542 unità e -1,6%). Si conferma invece anche nei primi sei mesi dell’anno la crescita delle assunzioni delle persone con più di 54 anni: +125 unità per un +3,2%. Il quadro del mercato del lavoro dai dati Istat L’ultimo dato disponibile dell’Istat, relativo al secondo trimestre del 2012 rileva un peggioramento del quadro occupazionale (rilevato già dal quarto trimestre del 2011 e confermatosi anche nel primo trimestre del nuovo anno). L’aumento delle persone in cerca di lavoro nel periodo è stato particolarmente forte, 6.000 unità in più rispetto al secondo trimestre del 2011. Da segnalare come la disoccupazione più che da nuove entrate sul mercato (ex inattivi) si è alimentata da quanti hanno perso un lavoro. La crescita delle persone alla ricerca di un lavoro fa sì che il tasso di disoccupazione salga dal 3,4% al 5,9%. Valore che comunque anche nel nuovo anno si conferma più basso rispetto a quello delle Regioni del Nord-est e naturalmente dell’Italia. Anche nel 2012 la dinamica si conferma più negativa per i maschi. La disoccupazione maschile cresce più di quella femminile (+3.600 unità e +2.400 femmine), ma soprattutto i maschi a differenza delle donne rilevano forti perdite sul versante dell’occupazione (-4.500 unità di contro un aumento di 1.100 occupate donne). Anche per la fonte dell’Istat la flessione dell’occupazione rispetto al secondo trimestre del 2012 si deve per larga parte al settore secondario (-1.800 unità) e all’interno di questo al comparto del manifatturiero (-1.500 unità). Il terziario nel suo insieme perde circa 900 occupati e ciò nonostante l’ottima performance rilevata, anche qui in analogia con i dati sugli avviamenti, per il comparto del commercio, alberghi e ristoranti (+3.400 unità). Le iscrizioni ai Centri per l’Impiego Anche il flusso delle iscrizioni nei primi sei mesi del 2012 rileva le difficoltà sul fronte del lavoro. Nel primo semestre dell’anno le “entrate in disoccupazione”si sono attestate alle 11.095 unità, di contro alle 9.765 dei primi sei mesi del 2011. I giovani pesano per il 38%. Gli oltre 54enni per il 7,6%: rispetto alle entrate dei sei mesi dell’anno prima questa componente però è aumentata di +32%, contro un +12% che accomuna le classi centrale e dei più giovani. La crescita delle iscrizioni delle persone più anziane rappresenta l’altra faccia di quella invece particolarmente positiva rilevata per le assunzioni di questa componente. I soggetti più anziani spinti dalla crisi a entrare sul mercato (perché il coniuge l’ha perso, perché il figlio non l’ha ancora trovato o per la necessità di essere in due a lavorare) di norma si impiegano in lavori altamente flessibili e di breve durata, al termine dei quali non ritornano alla condizione di inattività ma certificano la loro permanenza sul mercato andando a iscriversi ai Cpi. I flussi in entrata continuano a riguardare prevalentemente le persone che hanno perso il lavoro: 9.474 iscrizioni, di contro alle 1.621 iscrizioni di persone inoccupate (prive di esperienze lavorative pregresse). Per dimensione il terziario è naturalmente il settore dal quale provengono il maggior numero di disoccupati (7.252 soggetti) ed è anche quello che rileva il maggior aumento in valore assoluto degli iscritti rispetto all’anno prima (+824 per un +12,8%). Peraltro il secondario che è il settore più in crisi, con 293 iscritti in più, fa segnare un incremento percentuale anche più elevato pari al +18,1%.. Infine, per tipologia di contratto precedente allo stato di disoccupazione, prevale il tempo determinato (59,6%) e tuttavia le persone che si sono iscritte dopo un lavoro in forma stabile (tempo indeterminato in senso stretto) e che rappresentano il 32% del totale del flusso dei disoccupati nei sei mesi del 2012, sono cresciute rispetto alle entrate a tempo indeterminato dell’anno prima di ben 525 unità, rappresentando così quasi la metà dell’intero aumento. Il ricorso agli ammortizzatori sociali Dopo un 20111 di sostanziale tenuta, i primi sei mesi del 2012 rilevano una dinamica di tipo negativa per gli ammortizzatori sociali. Sul fronte della cassa integrazione da gennaio a giugno, nel ramo industria, sono state autorizzate 1.130.562 ore, cioè il 10,7% in più rispetto al primo semestre 2011. Infatti, dopo un primo trimestre in calo, il secondo ha fatto invece registrare una ripresa delle richieste. Su base annua cresce maggiormente il monte ore Cigo (+29,1%) anche se è lo strumento straordinario che continua a determinare la maggior parte dell’intervento pubblico, con il 63,4% delle ore autorizzate nel semestre. Sul fronte dei licenziamenti, sempre nella prima parte del 2012, si conferma la diminuzione di iscritti all’interno della lista 223/91 che trae la propria consistenza dai licenziamenti effettuati nell’ambito delle imprese industriali soggette alla Cigs. Al 30 giugno gli iscritti a questa lista sono 1.228, con un calo del 10,9% su base annua. D’altro canto non smettono di crescere gli iscritti alla lista 236/93, provenienti principalmente dai licenziamenti delle piccole imprese. I 4.003 iscritti di giugno 2012 rappresentano il 20,9% in più dello stock presente un anno prima. Per effetto di questi andamenti contrapposti, gli iscritti complessivi in mobilità a metà 2012 risultano 5.257, ossia l’11,0% in più di un anno prima.  
   
   
BASILICATA - BOOM DI RICHIESTE PER OTTENERE FONDI EUROPEI  
 
Potenza, 29 novembre 2012 - Oltre 150 domande pervenute, a fronte di 108 posti disponibili: la due giorni di seminari gratuiti del 26 e 27 novembre sui fondi europei, organizzata a Potenza dal Dipartimento Politiche Europee, in collaborazione con la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione Locale (Sspal), l’Istituto Europeo di Pubblica amministrazione (Eipa), Enterprise Europe Network (Een) e Europe Direct, ha registrato un vero boom di iscrizioni, a testimonianza di quanto forte sia l´interesse sulla tematica da parte della Pubblica Amministrazione e delle imprese. “E’ l’ennesima conferma – hanno sottolineato gli organizzatori – in un percorso di 13 tappe che nel 2012 ha illustrato ai cittadini le politiche comunitarie dei cicli finanziari 2007-2013 e 2014-2020 e dei fondi a gestione diretta erogati dalla Commissione Europea e, quindi, ha insegnato approccio e modalità tecniche operative per presentare progetti efficaci, in grado di essere finanziati dall’Unione europea”. Un intervento informativo importante, visto e considerato che allo stato attuale, delle quasi 115mila operazioni di finanziamento (in ricerca, istruzione, energia e trasporti, cultura, ambiente, sanità) – per un totale di quasi 48 miliardi di euro – l’Italia riesce ad aggiudicarsene circa l’11%, ovvero 5 miliardi di euro. E un modo per contribuire a ricreare e diffondere dell´Europa l´immagine non di una generica entità astratta, ma di una terra creatrice di opportunità, prosperità e talento, capace di migliorare la vita dei suoi cittadini sul piano dei diritti, dei prodotti, dei servizi – operazione che si rivela tanto più necessaria all´indomani della presentazione dell´indagine Ispo che registra un crollo di fiducia nelle istituzioni europee (gli italiani sono passati ad avere per il 59% poca o pochissima fiducia nell´Unione Europea. Dal 2010 la fiducia nell´Ue è scesa di 17 punti percentuali e negli ultimi 7 anni è scesa dal 64 al 38%). Ha presieduto ai lavori il segretario generale di Unioncamere Basilicata, Patrick Suglia. Gli interventi sono stati a cura di Cristiana Turchetti, Esperto Nazionale Distaccato -Eipa, Francesca Pepe (Eipa), Damiano Torre (Sspal), Antonino Imbesi (Europe Direct Basilicata) e Chiara Cappiello (Bridgeconomies, Enterprise Europe Network).  
   
   
APPROVATI I PIANI DI RISTRUTTURAZIONE DI BFA-BANKIA, NCG BANCO, CATALUNYA BANC E BANCO DE VALENCIA  
 
Bruxelles, 29 novembre, 2012 – Di seguito l’intervento di Joaquín Almunia vicepresidente della Commissione Europea responsabile per la concorrenza: “ La Commissione europea ha approvato i piani di ristrutturazione di quattro banche spagnole: Bfa / Bankia, Catalunya Banc, Nova Caixa Galicia (cioè "Ncg Banca") e Banco de Valencia. Tali piani sono basati, in primo luogo, il protocollo d´intesa firmato dalla Spagna e l´Eurogruppo. Naturalmente anche in linea con le norme sugli aiuti di Stato i nostri - e in particolare con le norme si applicano in tutta l´Ue dall´inizio del crisi per le istituzioni finanziarie che hanno ricevuto il sostegno del governo. Il memorandum fissato un termine molto ambizioso - la fine di novembre - per prendere decisioni circa i piani di ristrutturazione di ogni banca. Abbiamo incontrato questo obiettivo. Le decisioni di oggi significa che i fondi del meccanismo europeo di stabilità (Esm) possono essere erogati attraverso la Spagna Frob, il fondo per la ristrutturazione del settore bancario spagnolo. Tali ricapitalizzazioni sono ampie: circa 18.000 milioni di euro per Bankia, Catalunya Banc 9.000 milioni, 5.500 milioni e 4.500 milioni di Nova Caixa Galicia per il Banco de Valencia. Pertanto, l´importo complessivo di 37.000 milioni di euro. Tuttavia, questa massiccia iniezione di capitale pubblico è ben al di sotto delle cifre per queste banche individuati dagli stress test condotti da Oliver Wyman. Questo perché gli azionisti di queste banche contribuiscano ai costi di ristrutturazione attraverso l´assorbimento delle perdite. Ciò vale sia per gli azionisti e ai possessori di capitale ibrido, azioni privilegiate o strumenti simili di scambiare le proprie azioni esistenti dopo la remissione è stata applicata correttamente. Ciò ridurrà il disegno di legge per i contribuenti in modo significativo. Gli aiuti di Stato che le banche Riceverai tramite nuove iniezioni di capitale in aggiunta agli aiuti già ricevuto in passato. Le quattro banche hanno trasferito un importo di circa 45.000 milioni di euro in attività alla società di gestione del risparmio - "Sareb". Il valore medio di sconto al lordo delle attività cedute saranno circa il 63% per i beni di preclusione e il 46% per i prestiti per gli sviluppatori. I piani di ristrutturazione per Bfa / Bankia, Catalunya Banc Ncg e garantire che queste banche sarà di nuovo redditizia a medio-lungo termine senza la necessità di un maggiore sostegno pubblico. Bfa / Bankia, Catalunya Banc e Nova Caixa Galicia, quindi, sono destinati a subire una profonda ristrutturazione per 5 anni fino al 31 dicembre 2017. Focalizzato il proprio modello di business per l´attività di mutui retail e delle Pmi La banca chiamata ´al minuto´ in alcune parti della Spagna, dove erano presenti storicamente. Abbandonare settore creditizio promotore e altre attività rischiose. Ciò contribuirà a rafforzare il proprio capitale e posizioni di liquidità e gradualmente ridurre la sua dipendenza dai finanziamenti all´ingrosso e Banca Centrale. Le tre banche venduti o liquidati società affiliate e partecipazioni industriali. I proventi di tali vendite saranno utilizzati per finanziare la ristrutturazione di ciascuna banca e quindi limitare la necessità di ulteriori informazioni. In totale, la quota di ciascuna delle tre banche che continuano a puntare sul futuro sarà ridotto di circa il 60% rispetto alle dimensioni del suo bilancio nel 2010. Questa stima include il trasferimento di beni a Sareb. Alla fine del 2017 le loro reti aziendali rappresentano circa la metà di quello che erano nel 2010. Il Rapporto tra prestito deposito sarà di circa 100% e inferiore a questa percentuale in caso di Ncg. Inoltre, Bfa / Bankia, Catalunya Banc e Nova Caixa Galicia sono soggetti a restrizioni compresa la retribuzione limitazioni pacchetto e il divieto di pagamento di cedole strumenti ibridi fino alla lunghezza di ripartizione del carico sarà pienamente attuato. Le banche non saranno in grado di promuovere il sostegno pubblico ricevuto o utilizzato gli aiuti ricevuti per condurre pratiche commerciali aggressive, e sarà anche oggetto di un divieto di acquisizioni. Per Catalunya Banc e Nova Caixa Galicia, le autorità spagnole hanno accettato di vendere le banche, in modo che in futuro sarà costruito in un altro istituto. I piani per la vendita abbia luogo prima del completamento del periodo di ristrutturazione. Se non è il caso, le autorità spagnole devono presentare un piano per la risoluzione ordinata. Bfa / Bankia sarà invece sottoposto a una completa ristrutturazione. Sarà una banca molto più piccolo di oggi, concentrata nelle regioni storiche delle scatole che sono stati uniti per creare Bfa, così come in alcuni altri centri di interesse economico e finanziario in Spagna. Il caso del Banco de Valencia è molto diversa. La nostra recensione ci ha portato a concludere che la banca non è vitale, come entità autonoma. Quindi, essere venduto a un altro soggetto. Banco de Valencia sarà integrato nel Caixabank e cessano di esistere come banca autonoma. La Commissione ha verificato che questa opzione è più conveniente che semplicemente liquidare la banca. Con le decisioni di oggi completa una fase importante per l´attuazione del memorandum. Ciò significa che la Spagna può avere un settore finanziario sempre più sano e vitale per finanziare l´economia reale. Le condizioni di cui ai piani di ristrutturazione impedirà un ritorno alle pratiche insostenibili del passato, che è una condizione essenziale per la ripresa economica in Spagna. Infine, anche se le quattro banche su cui ci concentriamo oggi rappresentano la maggior parte delle esigenze di capitale del settore bancario spagnolo, il nostro lavoro non è finito: la Commissione deve adottare le decisioni prima di Natale su piani di ristrutturazione di altre banche spagnole che, dopo aver rivelato un deficit di capitale di prova di stress, bisogno di fondi pubblici per la ricapitalizzazione. Queste cosiddette "banche del gruppo 2" sono Ceiss, Banco Mare Nostrum, Liberbank e riquadro 3. La nostra intenzione è quella di adottare le rispettive decisioni del 20 dicembre”.  
   
   
OGGI VENDOLA A ROMA PER INCONTRO CON GOVERNO SU ILVA  
 
Bari, 29 novembre 201 2- Oggi il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola parteciperà alle ore 11.00 a Roma, presso la sala Giannini del dipartimento della Funzione pubblica, palazzo Vidoni, corso Vittorio Emanuele 116, alla presentazione del nuovo progetto sviluppato dall’Ente nazionale per il Microcredito “Capacity Building – Formazione per la Pubblica Amministrazione”. Alle ore 15.00 il Presidente Vendola parteciperà alla riunione, convocata dal Presidente del Consiglio Mario Monti, tra il Governo, le parti sociali e gli amministratori locali sul caso Ilva. All’incontro, che si svolgerà a Palazzo Chigi, saranno presenti anche i Ministri dello Sviluppo Economico, dell´Ambiente, del Lavoro e della Salute.  
   
   
VENETO: COMMERCIO AL DETTAGLIO: ANCORA GIU’ I CONSUMI -5,1%  
 
 Venezia, 29 novembre 2012 - Nel terzo trimestre 2012, sulla base dell’indagine Venetocongiuntura condotta su un campione di 1.184 imprese con almeno 3 addetti, le vendite al dettaglio hanno registrato una flessione del -5,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. La marcata contrazione dei consumi è ascrivibile a tutti i segmenti, ma la performance peggiore si registra nel commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari e i supermercati, ipermercati e grandi magazzini con un calo del -5,2%. Più contenute, ma comunque negative, le variazioni per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari (-3,1%). Continua l’aumento dei prezzi di vendita (+0,5%), con variazioni più marcate per il commercio al dettaglio alimentare e i supermercati, iper e grandi magazzini (+0,6%). Stazionario, invece, il commercio al dettaglio non alimentare (+0,1%) mentre, per quanto riguarda le dimensioni, la variazione ha evidenziato un aumento maggiore per le medie e grandi superfici (+0,6%) e stabile per le piccole (+0,2%). In linea col fatturato, gli ordinativi hanno segnato una flessione del -6% su base annua. Come nel trimestre precedente, la performance peggiore è stata rilevata per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (-7,4%), seguiti dal commercio al dettaglio non alimentare (-4,2%) e dal commercio al dettaglio alimentare (-3,2%). Per quanto riguarda la classe dimensionale, i più colpiti risultano i punti vendita di media e grande superficie (-7,4%). Nonostante l’andamento negativo delle vendite, in linea con quanto rilevato nei trimestri precedenti, resta positiva la dinamica dell’occupazione che registra un aumento del +0,6% su base annua. Diverse però le dinamiche relative ai settori: supermercati, ipermercati e grandi magazzini hanno segnato un aumento del +1,5%, negative invece le variazioni per commercio alimentare (-3,1%) e per quello non alimentare (-1,2%). Ad una variazione positiva nelle medie e grandi superfici (+1,5%), fa da contraltare la variazione negativa nelle piccole (-1,5%). Previsioni - Contrastanti le attese degli imprenditori. Il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione degli ordinativi e delle vendite è risultato in lieve miglioramento: rispettivamente -42,0 punti percentuali (contro il -45,7 p.P. Del trimestre precedente) e -39,2 p.P. (-48,1 p.P. Nel trimestre precedente). Peggiorano invece le aspettative per l’occupazione che segnano un -13,6 p.P. Contro il -12,5 p.P. Precedente. Anche per i prezzi di vendita si passa dai +4,5 p.P. Del trimestre precedente al +10,5 p.P. Del periodo in esame. Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto: «Nei mesi estivi le vendite al dettaglio hanno registrato una nuova flessione (-5,1% su base annua), che si aggiunge a quelle già evidenziate nella prima parte del 2012. Sono dati che confermano quanto emerso nell’indagine realizzata da Regione ed Unioncamere del Veneto nell’ambito del progetto Molo: le aperture domenicali e le liberalizzazioni degli orari dei negozi non hanno sortito alcun effetto sui consumatori, che hanno mantenuto le loro abitudini di acquisto, pur avendo meno reddito disponibile. Gli ultimi dati dell’Inps ci dicono che, tra il 2008 e il 2011, il potere d’acquisto delle famiglie italiane si è ridotto del 5,2% e il reddito complessivo è cresciuto solo grazie alle prestazioni sociali. Negli ultimi mesi il clima di fiducia dei consumatori si è stabilizzato in Veneto, ma l’annuncio di un nuovo aumento delle aliquote Iva stabilito dal Governo rischia di portare a un´ulteriore contrazione dei consumi. Il periodo natalizio, che di solito riserva un po´ di respiro al settore del commercio, forse riuscirà rallentare la contrazione delle vendite al dettaglio, ma preoccupa la tendenza al ribasso degli standard di spesa delle famiglie. A questo vanno aggiunte le numerose chiusure di esercizi commerciali che, tra gennaio e ottobre 2012, hanno visto abbassare le serrande oltre 3.500 negozi nel solo Veneto con un saldo tra nuove aperture e chiusure risultato negativo di 1.880 unità. In questo quadro di grande incertezza sembrerebbe resistere l´occupazione, anche in questo trimestre l´unico dato con segno positivo (+0,5%), ascrivibile per lo più alle aperture domenicali e quindi ad un’offerta di lavoro precaria e despecializzata».  
   
   
LA STARTUP TRENTINA ALLA CONQUISTA DI BARI  
 
Trento, 29 novembre 2012 - ”Eco_logics”, le case modulari in legno vincitrici del Premio D2t di Trentino Sviluppo, si contenderanno lo scettro di migliore startup italiana nella decima edizione del Premio Nazionale per l’Innovazione in scena a Bari dal 29 e 30 novembre. Una sorta di "Champions League" delle idee, con 64 progetti finalisti, che mette a confronto i vincitori delle 16 business plan competition organizzate nelle diverse regioni d’Italia. Il team trentino di Abete, composto da Kenny Bergamo, Federico Genetti e Mauro Marinelli, conta di arrivare sul mercato con i primi edifici in legno entro la prossima primavera. «Dopo la vittoria al Premio D2t Start Cup - spiegano i tre giovani startupper – abbiamo lavorato molto per verificare la fattibilità economica e tecnica del progetto, studiando anche una soluzione che implementi la tecnica dei pannelli Xlam, considerato che nel frattempo sono partiti in Trentino un paio di stabilimenti in gradi di produrli. E non sono mancate le soddisfazioni, con il 38° posto su 349 progetti presentati al concorso “Ripartiamo dalle Idee”, promosso da Corriere della Sera, Sda Bocconi School of Management, Armando Testa e Intesa Sanpaolo ed ora la finale del Pni Cube in Puglia». A contendersi a Bari il titolo di miglior business idea dell’anno saranno 17 progetti per la categoria Life Science, 15 per quella Ict- Social Innovation, 14 per Agro-food&cleantech e 18 per la categoria Industrial, che verranno valutati da una giuria composta da esperti provenienti dal mondo imprenditoriale, finanziario ed accademico per aggiudicarsi premi in denaro, formazione manageriale e un bagaglio di relazioni per superare la fase progettuale e raggiungere il mercato. Abete, questo il nome del progetto d’impresa, è inoltre in gara nel “Premio Ambiente Euregio Tirol - Alto Adige - Trentino” in cui si sfidano idee sui temi dell’ambiente e della sostenibilità ed il cui esito si conoscerà entro dicembre. Da qualche giorno Abete è insediata presso la Greenhouse di Progetto Manifattura, che già ospita numerose startup appartenenti al settore dell’edilizia sostenibile. «L’apertura formale della società è prevista per gennaio 2013 - spiegano Bergamo, Genetti e Marinelli - mentre entro la primavera del prossimo anno saremo in grado di presentare un’offerta competitiva sul mercato, forti anche di alcune partnership con aziende insediate sul territorio trentino». Ma quel è l’idea di impresa proposta da Abete? «Il mercato dell’edilizia – spiegano i tre giovani - offre allo stato attuale due alternative a chi intende acquistare un edificio in legno. Una prevede l’acquisto “a catalogo” di un edificio prefabbricato industrialmente, pertanto non adattabile e tendenzialmente immodificabile, l’altra la realizzazione interamente su misura dell’edificio, con alti costi di progettazione e di realizzazione. Con Eco_logics noi proponiamo una terza via che supera le criticità di entrambe unendone però i rispettivi vantaggi, coniugando cioè i benefici economici della produzione seriale e la derivante velocità di cantierizzazione e certezza di costo, con la possibilità di un’alta personalizzazione spaziale, volumetrica e di dotazione». Tre le configurazioni possibili di “Eco_logics”, individuate grazie ad un’indagine di mercato su potenziali clienti: “Excellence”, destinato ad una clientela esigente, con una buona disponibilità economica e alla ricerca di edifici ad alta qualità prestazionale, energetica e di finitura; “Easy”, per un’utenza giovane o con una disponibilità economica ridotta, che non vuole tuttavia rinunciare ad un edificio efficiente ed esteticamente piacevole; infine “Emergency”, per gli utenti che hanno la necessità di disporre di un edificio in brevissimo tempo e con costi contenuti (a causa di eventi improvvisi o catastrofici quali alluvioni e terremoti). Un’elevata flessibilità volumetrica e di dotazioni che copre quindi diverse necessità, dall’edificio unifamiliare alle case a schiera, dagli uffici ai prefabbricati pensati per situazioni temporanee o di emergenza.  
   
   
MODENA, I DATI DEL III TRIMESTRE 2012 SULL´INDUSTRIA MANIFATTURIERA  
 
Modena, 29 novembre 2012 - La Camera di Commercio di Modena, ha intervistato un campione rappresentativo di 374 imprese in tutto il territorio provinciale, con la collaborazione di Cna e Confindustria Modena, nell’ambito dell’indagine trimestrale sull’andamento congiunturale del settore manifatturiero. Il terzo trimestre dell’anno che comprende i mesi estivi post-sisma, è stato caratterizzato da un trend negativo di tutte le principali variabili esaminate, seppur meno pesante di quanto mostrato nel periodo aprile-giugno. La produzione industriale in quantità è risultata in calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del -7,7%, dato leggermente inferiore al -9,6% registrato, sempre a livello tendenziale, nel trimestre precedente. Se si considera la variazione congiunturale del terzo trimestre 2012 rispetto al secondo si evidenzia un -7,2%. Anche l’andamento del fatturato è negativo ma meno grave rispetto a quanto mostrato nel secondo trimestre: nel terzo infatti si evince un calo del -4,6% contro il -6,1% del secondo. La quota di fatturato proveniente dalle vendite all’estero è invece in costante aumento e raggiunge il 42,3% nel trimestre luglio-settembre 2012. In flessione è risultata la domanda interna: gli ordini dal mercato domestico infatti hanno mostrato, sempre a livello tendenziale, un calo pari al -8,8%. Per la prima volta dall’inizio del 2010, scende in territorio negativo anche la variazione percentuale degli ordini esteri pari a -2,2%, sempre nel terzo trimestre 2012 rispetto allo stesso periodo 2011. Per quanto riguarda l’occupazione, nel campione si è registrato un leggero decremento degli addetti durante il corso del trimestre luglio-settembre: -0,4%. Le difficoltà segnalate dalle imprese in campione su tutti gli altri indicatori iniziano ad intaccare i livelli occupazionali. Le Prospettive Delle Aziende - L’indagine congiunturale analizza anche dati qualitativi relativi alle previsioni espresse dalle imprese per i successivi tre mesi (ottobre-dicembre 2012). La quota di imprese che prevede un calo della produzione è diminuita passando da 33,2% nel secondo trimestre 2012 a 27,6% nel terzo. Aumentano di contro le quote delle imprese che prospettano un aumento (16,5%) e che indicano stazionarietà (55,9%). Le prospettive sull’occupazione mostrano un incremento della quota di imprese che prevede stazionarietà, che raggiunge il ragguardevole valore di 86,7%. Rispetto ai primi trimestri dell’anno, in questo terzo trimestre aumentano notevolmente le imprese che sono pessimiste circa l’andamento dei mercati, sia per quanto concerne quello domestico, sia per quelli mondiali. Ben il 72,2% delle imprese intervistate si aspetta un calo degli ordini interni; circa quelli esteri questa quota, comunque maggioritaria, si attesta sul 68%. L’andamento Settoriale Dall’elaborazione dei dati per settore di attività emergono i seguenti andamenti. Industria alimentare: dopo i positivi risultati registrati nel 2010 e nella prima metà del 2011, il trend è in costante peggioramento. Nel terzo trimestre 2012 si registra un calo della produzione del -11% (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). Meno grave ma comunque negativo è l’andamento del fatturato (-3,3%). Caratterizzate dal segno meno sono anche le variazioni percentuali tendenziali degli ordinativi: -9,9% gli ordini interni e -1,4% quelli esteri. La quota di fatturato ottenuta sui mercati internazionali è in leggero aumento e raggiunge il 16,1%. Industria tessile e maglieria: il campione di questo settore comprende diverse imprese aventi sede nelle zone colpite dal sisma. Dopo il trend fortemente avverso registrato nel trimestre aprile-giugno, si evidenzia un miglioramento anche se le variazioni tendenziali continuano ad essere negative: -14% la produzione, -12% il fatturato, -23% gli ordini interni. Aumenta in modo sensibile la quota di vendite destinate all’estero (56,3%) anche se gli ordinativi da paesi stranieri sono in calo del -13%. Industria dell’abbigliamento: l’unico dato in positivo che presenta il settore nel terzo trimestre 2012 è quello relativo al fatturato che aumenta a livello tendenziale del +8,8%; tutti gli altri indicatori segnano una flessione che va dal -9,6% per la produzione in quantità, al -10,5% per gli ordini dal mercato domestico, al -18,9% per quelli esteri, dato preoccupante, considerando che la quota di fatturato proveniente dai mercati internazionali si attesta sul 56,6%. Settore ceramico: nel terzo trimestre 2012 si attenua il trend sfavorevole mostrato dal settore nel trimestre precedente, ma anche in questo caso le variazioni rimangono negative. La produzione è calata del 3,7% sempre rispetto al terzo trimestre dello scorso anno; il fatturato diminuisce del 5,7%, mentre gli ordini hanno registrato contrazioni del -5,3% dall’interno e del -2,4% dall’estero. In aumento la quota di export sul fatturato totale (49,3%). Settore biomedicale: dopo il tracollo registrato nel secondo trimestre 2012 a causa degli eventi sismici, si registra un miglioramento degli indicatori che permangono tuttavia in territorio negativo, fatta eccezione per l’incremento registrato negli ordini dall’estero (+5,2%), dato che lascia ben sperare considerando che la quota di export ha raggiunto il 57,8%. Risultano ancora in calo, anche se più contenuto: la produzione (-5,6%), il fatturato (-6%), gli ordini interni (-3,3%). Settore meccanico: l’indagine analizza i diversi comparti che evidenziano, nel trimestre in esame, un andamento negativo anche se meno grave di quanto mostrato nel secondo trimestre: per le lavorazioni meccaniche si assiste a diminuzioni del -6,6% per la produzione, del -5,7% per il fatturato, del -9,7% per gli ordini interni, del -1,8% per quelli dall’estero; per i produttori di macchine e apparecchi meccanici si evidenzia una diminuzione della produzione (-6%) e del fatturato (-2,2%); la flessione degli ordini interni (-5,4%) è in minima parte compensata dall’aumento di quelli esteri (+0,9%); per il comparto apparecchiature elettriche e elettroniche si registrano cali sia per la produzione sia per il fatturato (-8,7% e -10,3%); in forte calo gli ordini interni: -16,5%, mentre rimangono pressoché stazionari quelli dall’estero (+0,3%). Settore mezzi di trasporto: la produzione in quantità è diminuita a livello tendenziale del -6,7% mentre il fatturato ha mostrato un lieve incremento, +2,7%. Gli ordinativi dal mercato interno hanno registrato una flessione del -12,1% mentre quelli dai mercati esteri sono aumentati del +5,1%. Nel complesso la rilevazione del terzo trimestre 2012 ha evidenziato un lieve miglioramento di tutti gli indicatori, che sono tuttavia ancora caratterizzati da segno negativo. I dati risentono ovviamente ancora della difficile situazione dell’area colpita dal sisma di maggio; le imprese si stanno riorganizzando e risollevando e questo è emerso nella evoluzione delle principali variabili considerate, quali produzione, fatturato e ordini, che presentano ancora variazioni tendenziali negative, anche se meno pesanti di quanto rilevato nel secondo trimestre dell’anno.  
   
   
OCCUPAZIONE, L’OCSE PROMUOVE IL TRENTINO E AGENZIA DEL LAVORO  
 
Trento, 29 novembre 2012 - Dall’ocse arriva un apprezzamento per il lavoro svolto dalla Provincia autonoma di Trento e, in particolare, da Agenzia del lavoro in materia di occupazione e formazione dei lavoratori. L’organizzazione mondiale ha presentato oggi a Trento, in occasione del Rapporto sull’occupazione in Trentino, l’analisi sulla creazione di occupazione a livello locale e il contributo che possono dare Agenzie del lavoro e agenzie di formazione. I dati Ocse dimostrano che il Trentino ha reagito alla crisi economica relativamente bene rispetto al resto d’Italia. “Complessivamente - riporta il rapporto Ocse sulla creazione di occupazione a livello locale, e del contributo offerto da Agenzia del Lavoro -, le istituzioni della Pat e in particolare l’Agenzia del Lavoro mostrano una performance decisamente buona per quanto riguarda i criteri contenuti nel Local Job Creation Dashboard dell’Ocse”. Nel 2011, il tasso di disoccupazione provinciale era quasi la meta di quello italiano e di parecchio inferiore alla media europea. Tuttavia, nel primo trimestre del 2012 il tasso e salito dal 4.4% al 6.9%, segnando un aumento del 2.5%. “Esistono pertanto - ha sottolineato Emma Clarence, analista del Centro Ocse Leed di Trento, coautrice dello studio e intervenuta oggi - alcune aree d’intervento prioritarie sulle quali l’Agenzia del Lavoro potrebbe concentrare le risorse disponibili, al fine di garantire una condizione occupazionale sostenibile nel lungo periodo e sostenere l’inclusione dei gruppi vulnerabili”. Di seguito una sintesi del Rapporto Ocse. Obiettivo dello studio Questa collaborazione fra l’Ocse e l’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento si inserisce in un progetto più ampio, sviluppato dal Programma Leed dell’Ocse con i governi di Australia, Canada, Fiandre, Francia, Israele, Italia, Corea, Regno Unito e Stati Uniti, e si pone un duplice obiettivo: a) fornire ai Paesi membri una guida concreta per l’attuazione di politiche per il mercato del lavoro e l’impiego a livello nazionale e locale; b) fornire all’Agenzia del Lavoro della Provincia autonoma di Trento ed alle istituzioni ad essa collegate degli strumenti concreti per poter migliorare il contributo delle politiche destinate alla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro, sostenere l’inclusione, la coesione sociale e la competitività del territorio trentino, favorendo l’incontro tra offerta e domanda di competenze, l’efficacia dei corsi di formazione ed il loro utilizzo da parte delle aziende. Struttura dello studio - L’analisi condotta dall’Ocse ha esaminato il sistema delle politiche del lavoro nella Provincia autonoma di Trento e le modalità attraverso cui esse contribuiscono ad una strategia di lungo periodo che possa produrre un ritorno in termini di ripresa dell’economia, della qualità dell’occupazione e dei livelli di competenza. Nel dettaglio, l’analisi si è sviluppata su quattro tematiche principali: 1. Miglior allineamento di politiche e programmi inerenti alla creazione di impiego con le sfide e opportunità legate allo sviluppo economico locale. In un momento di scarsità di risorse finanziarie, il ricorso a politiche strettamente settoriali o di breve termine rappresenta una pratica sempre meno sostenibile. Un miglior allineamento delle politiche tra gli attori responsabili del lavoro, dello sviluppo economico e delle competenze a livello locale, cosi come lo sviluppo di partnership anche con il settore privato è sempre più necessario per raggiungere risultati e salvaguardare i livelli della spesa pubblica. 2. Creazione di valore attraverso le competenze, favorendo la costituzione di una forza lavoro qualificata e flessibile, aiutando i datori di lavoro a meglio utilizzare le competenze nell’economia locale e sostenendo i processi di avanzamento di carriera e l’aggiornamento delle competenze. 3. Orientamento delle politiche verso i settori d’impiego locali e sostegno agli investimenti in posti di lavoro di qualità, adattando l’istruzione e la formazione alle caratteristiche dei settori emergenti di crescita locale e reagendo alle tendenze globali. 4. Inclusione, volta a garantire che tutti i membri attuali e potenziali della forza lavoro possano partecipare e contribuire alla crescita economica. Determinati gruppi sono stati colpiti più di altri dalla crisi economica e molti hanno affrontano ostacoli sin da prima della crisi. Esiste quindi la necessità di sviluppare strategie locali che permettano l’inserimento dei giovani in lavori stabili, che sostengano le loro carriere e, più in generale, che favoriscano l’inclusione dei gruppi svantaggiati, come ad esempio le minoranze etniche. Metodologia, tempi di attuazione e produzione - Il progetto è stato condotto dal Centro Ocse Leed di Trento tramite la costituzione di una task-force dedicata, composta da funzionari Ocse (analisti, economisti, statistici e staff di supporto), da esperti nazionali ed internazionali e dai rappresentanti del governo Italiano, Danese e Polacco, presso il Programma Leed dell’Ocse. Riassunto dei risultati principali dell’Analisi e raccomandazioni - Complessivamente, le istituzioni della Pat e in particolare l’Agenzia del Lavoro mostrano una performance decisamente buona per quanto riguarda i criteri contenuti nel Local Job Creation Dashboard dell’Ocse. I dati dimostrano che la provincia ha reagito alla crisi economica relativamente bene rispetto al resto d’Italia. Nel 2011, il tasso di disoccupazione provinciale era quasi la meta di quello italiano e di parecchio inferiore alla media europea. Tuttavia, nel primo trimestre del 2012 il tasso e salito dal 4.4% al 6.9%, segnando un aumento del 2.5%. Esistono pertanto alcune aree d’intervento prioritarie sulle quali l’Agenzia del Lavoro potrebbe concentrare le risorse disponibili, al fine di garantire una condizione occupazionale sostenibile nel lungo periodo e sostenere l’inclusione dei gruppi vulnerabili. Tema 1: Migliore allineamento delle politiche e programmi per la promozione dello sviluppo locale - - La flessibilità delle politiche per l’impiego e la formazione è un punto di forza dovuto all’abilità dell’Agenzia del Lavoro di individuare e attuare iniziative volte ad assicurare il soddisfacimento dei bisogni locali. Inoltre, gli uffici periferici hanno la possibilità di richiedere e progettare iniziative supplementari, marcando la capacita dell’Agenzia del Lavoro di soddisfare i bisogni non appena vengano individuati. - Il livello di coesione sociale presente in Provincia genera una rete forte e caratterizzata da partenariati e comunicazioni informali tra gli attori istituzionali. L’agenzia del Lavoro potrebbe studiare i modi per migliorare la regolarità di tale dialogo e potenziare la collaborazione tra i settori dell’occupazione, della formazione professionale e i decisori politici responsabili per lo sviluppo economico; ed in questo modo evitare che le politiche si sviluppino per comparti stagni. - Essere flessibili e agire in maniera collaborativa richiede agli attori locali maggiore responsabilità e maggiore discrezionalità nell’assunzione delle decisioni. E’ importante quindi assicurare che il personale a livello locale sia adeguatamente formato, in modo da poter gestire tali responsabilità. - Andrebbe maggiormente incoraggiata la valutazione delle politiche e delle azioni intraprese dalle varie strutture di governo della Provincia, dall’Agenzia del Lavoro e dai suoi centri di collocamento. Questo consentirebbe di accertare non solo l’ efficacia di propri programmi e servizi, ma anche il ritorno economico degli investimenti. I risultati dell’attività valutativa dovrebbero poi entrare a far parte del processo di sviluppo delle politiche, permettendo quindi all’Agenzia di intraprendere un percorso di continuo miglioramento. - Alcuni decisori sono dell’opinione che la Pat dovrebbe muovere verso un sistema di cosiddetta flexicurity, ovvero di un sistema che combini flessibilità e sicurezza. Nell’eventualità in cui la Pat e l’Agenzia del Lavoro dovessero addentrarsi verso l’introduzione di una qualche forma di flexicurity, sarebbe necessario non solo costruire competenze e conoscenze specifiche, ma anche una mentalità maggiormente aperta alle politiche attive del lavoro. Tema 2: Capacita di accrescere le competenze locali e influenzare lo sviluppo di occupazioni - - L‘ampia disponibilità di offerta formativa in provincia, in una vasta gamma di settori, è una condizione favorevole, soprattutto in un’ottica di promozione della ripresa attraverso la crescita. Tuttavia sembrerebbe esserci l’esigenza di un maggior coordinamento fra azioni di sviluppo economico e sostegno alla forza lavoro. - L’agenzia del Lavoro dedica ingenti risorse alla formazione. Tale scelta è sicuramente condivisibile ed importante. Tuttavia, sembrerebbe esserci lo spazio per rendere i vari programmi di sostegno più vicini alle esigenze di ciascun lavoratore (considerato un fattore determinante per il loro successo). I programmi di formazione potrebbero anche essere maggiormente efficaci se fossero progettati in modo da includere soggetti occupati e non. I risultati ottenuti in Danimarca dimostrano come programmi di formazione misti abbiano un maggior impatto positivo. - In provincia viene data molta enfasi all’apprendistato, strumento fondamentale per l’integrazione giovanile nel mercato del lavoro. La vasta gamma di tirocini a disposizione è un elemento molto positivo, considerata la diversificazione dell´economia locale. Inoltre, le ampie consultazioni sulla formazione mediante apprendistato che si svolgono a livello locale, sono da considerare come un esempio di buona prassi anche per altri Paesi Ocse. Tuttavia alcuni datori di lavoro sono riluttanti all’utilizzo di questo strumento e preferiscono assumere con contratti a termine. Sarebbe pertanto opportuno compiere ulteriori sforzi per promuovere l’apprendistato, anche attraverso incentivi, presso i datori di lavoro della provincia. Per contrastare l’aumento della disoccupazione giovanile, si potrebbe anche considerare l´introduzione, con i dovuti aggiustamenti derivanti dalle necessità del territorio trentino, di un sistema “duale” di qualificazione che aiuti il passaggio dalla scuola al lavoro. - Un elemento critico emerso dallo studio è il fatto che i programmi di occupazione e formazione non offrano credenziali trasferibili. Le credenziali sono un elemento molto importante sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. L´agenzia del Lavoro e la Pat potrebbero valutare come poter introdurre un sistema di qualificazioni e credenziali certificate. Tema 3: Politiche mirate ai settori occupazionali locali e investimento in posti di lavoro di qualità - - L´attuale sistema di governance della provincia di Trento risulta flessibile ed agile nel reagire ai cambiamenti. Questo, in tempi di incertezza economica, può risultare di gran lunga più efficace di un sistema di pianificazione e governo eccessivamente rigido. Tuttavia, è altresì importante che gli attori provinciali condividano una visione di medio-lungo termine per lo sviluppo dell’economia locale. - Precedenti studi del Programma Leed dell’Ocse hanno riscontrato come l’economia trentina vanti un equilibrio caratterizzato da competenze di livello medio-alto rispetto al resto d’Italia, e come sia importante tentare di mantenere o migliorare questa condizione per preservare la qualità del lavoro e assicurare che i giovani di talento non abbandonino il territorio. Questo significa mantenere la flessibilità ma anche creare una leadership strategica e favorire investimenti mirati, necessari a portare innovazione e cambiamento sia nel settore pubblico che in quello privato. Tuttavia, resta importante considerare come soddisfare la domanda di competenze settoriali esistente a livello locale. - In provincia di Trento vari settori che potrebbero contribuire ad una crescita di lungo termine trarrebbero grande beneficio dalla predisposizione di programmi di formazione dedicati e strutturati per meglio rispondere alle esigenze delle nuove industrie e/o di quelle di recente espansione. Per esempio: I) turismo: nella provincia di Trento esistono margini di miglioramento nel settore, destagionalizzando il mercato e migliorando i servizi e la qualità dei posti di lavoro, anche attraverso una formazione più mirata; Ii) servizi ai cittadini: la sfera dell’assistenza alla persona (giovani, anziani, ecc.) potrebbe costituire per la provincia un’area di crescita occupazionale rilevante; a questo scopo si potrebbe prevedere delle regolamentazioni ad hoc per migliorare la qualità e l’erogazione dei servizi; Iii) “crescita verde”: seppur si comincia ad avere una certa comprensione della portata dell’impatto della green economy rimangono ancora relativamente oscure le reali esigenze di formazione ad essa associate. - Lo sviluppo di competenze per l´imprenditorialità e l’innovazione, è una leva fondamentale per creare nuovi posti di lavoro. Se da un lato si interviene nei programmi di occupazione con azioni per incoraggiare l´imprenditorialità, dall’altro si potrebbe fare di più integrando insegnamenti per favorire l´imprenditorialità all’interno della formazione professionale e dei curricula universitari. L’agenzia del Lavoro potrebbe considerare anche l’opportunità di offrire brevi periodi di formazione nel campo dell’innovazione a proprietari e manager di piccole e medie imprese, come, ad esempio, seminari che si svolgono durante il fine settimana e brevi corsi online. Si potrebbe anche mirare a stimolare l’innovazione incrementale nei settori che impiegano lavoratori con competenze di fascia medio-bassa, ad esempio quello dei servizi, considerando che, secondo l’Ocse (2012), varrebbe la pena perseguire azioni che promuovano la produttività e lo sviluppo di competenze in settori locali tradizionalmente connessi a lavori poco qualificati (ad esempio il turismo, la vendita al dettaglio, le produzioni a bassa tecnologia), perche tali settori dovrebbero rimanere nel futuro una delle maggiori fonti di occupazione. Tema 4: Inclusione - In provincia di Trento esiste un’ampia offerta di programmi per l’integrazione nel mercato del lavoro e di sostegno ai disoccupati, di rado pero mirati a gruppi specifici. L’agenzia del Lavoro potrebbe considerare di potenziare gli sforzi già fatti per valutare programmi e servizi, ed esaminare ulteriormente se politiche più specifiche possano risultare maggiormente efficaci con determinati gruppi di persone. Una scelta di destinazione dei servizi più mirata favorirebbe azioni più efficaci per particolari gruppi target ed anche un non disprezzabile risparmio di risorse. In provincia di Trento spiccano fra come importanti priorità l’inclusione di tre gruppi principali: i giovani, le donne e gli immigrati. Nonostante le importanti misure già in atto, maggiore attenzione dovrebbe essere dedicata a sostenere soprattutto quei giovani che “non lavorano, non studiano e non seguono corsi di formazione” ed a stimolare il tasso di occupazione femminile migliorando ad esempio l’offerta di assistenza all’infanzia ed affrontando il problema delle pressioni create sulle famiglie dagli attuali orari scolastici. Per quanto riguarda gli immigrati, l’Agenzia del Lavoro potrebbe assicurarsi che i programmi di formazione siano in grado di integrare adeguatamente gli immigrati nel mercato del lavoro locale ed in particolare, si dovrebbero intraprendere maggiori sforzi per il riconoscimento anche informale delle qualifiche e competenze acquisite all’estero. Va osservato in provincia di Trento il ruolo fondamentale giocato dall’economia sociale e dalla caratteristica assolutamente distintiva del movimento cooperativo. Le organizzazioni economico-sociali possono rivestire un ruolo importante nell’aiutare i governi ad attuare gli obiettivi della loro politica. Sono anche un fattore fondamentale per assicurare una crescita inclusiva. La Pat ha da tempo riconosciuto loro questo ruolo. Potrebbe essere utile sviluppare ulteriormente questo approccio integrando un’ottica di “equità in se” ad un’ottica di “crescita equa”. Una migliore comprensione del rapporto che esiste tra integrazione e crescita potrebbe infatti aiutare a rendere più appetibile ai datori di lavoro ed alle aziende attività specifiche dedicate ai gruppi socialmente esclusi e ad assicurare una maggior adesione da parte del settore privato. Scheda: Ocse - L’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) è un’organizzazione pubblica inter-governativa e multi-disciplinare composta da 34 Paesi membri con la missione di facilitare la cooperazione fra i governi per definire politiche socio-economiche condivise e migliori e rendere l’economia globale più etica, il mercato più trasparente e lo sviluppo più sostenibile ed equo. Attraverso il suo network di oltre 250 Comitati specializzati e gruppi di lavoro, l’Ocse fornisce una piattaforma dove i Paesi possono comparare esperienze, cercare risposte a problemi comuni, identificare e suggerire buone prassi e coordinare politiche nazionali e internazionali. Il reciproco controllo dei governi, una sostanziale sorveglianza multilaterale e la “pressione fra pari” a conformare e riformare, sono la base dell’efficacia del lavoro dell’Ocse. Il Programma Leed ed il suo Centro Ocse Leed di Trento sono lo strumento utilizzato dall’Ocse per promuovere lo sviluppo socio-economico e l’occupazione a livello locale. Essi affrontano i temi dello sviluppo con un approccio integrato offrendo analisi, monitoraggio e valutazione delle strategie e delle politiche per lo sviluppo locale e la creazione di impiego. Compito particolare del Centro Ocse Leed di Trento è quello di diffondere competenze per lo sviluppo locale e facilitare lo scambio di esperienze fra decisori politici, amministratori pubblici, operatori dello sviluppo, comunità scientifica e società civile nei Paesi membri e non membri dell’Organizzazione. Il lavoro e le raccomandazioni sviluppate dal Programma Leed e dal suo Centro di Trento sono discusse ed approvate dai 34 governi membri dell’Ocse.  
   
   
«IMPRESE AL CENTRO»: TOSCANA RESORT CASTELFALFI AL CENTRO PER L´IMPIEGO DI CASTELFIORENTINO  
 
Empoli, 29 novembre 2012 - Nel quadro di "Imprese al Centro", l´iniziativa del Circondario Empolese Valdelsa rivolta alle imprese e alle persone che cercano o vogliono cambiare lavoro, il 29 novembre 2012, dalle ore 16, presso il Centro per l´Impiego di Castelfiorentino, in piazza del Popolo, 1, interverranno Stefan Neuhaus e Giancarlo Ercolin, rispettivamente Amministratore delegato e Direttivo esecutivo di Toscana Resort Castelfalfi, la società che gestisce l´insediamento turistico del borgo di Montaione: i due dirigenti illustreranno agli utenti dei Servizi per l´impiego le caratteristiche dell´azienda, il mercato di riferimento e le figure professionali richieste, oltre a rispondere alle domande e alle richieste dei partecipanti. Il seminario sarà aperto da Paola Rossetti, Sindaco di Montaione e Delegata al Turismo e agricoltura per l´Unione dei Comuni Circondario dell´Empolese Valdelsa, che parlerà dell´impegno dell´Amministrazione per lo sviluppo del territorio nel rispetto dei vincoli paesaggistici: "Le strutture turistiche di Castelfalfi - dice Rossetti - sono il frutto di un paziente e lungo lavoro di trattativa fra il Comune e l´azienda, con la fattiva partecipazione della cittadinanza, e l´esito finale è la conciliazione fra un´unica opportunità di crescita e il mantenimento della natura originaria del borgo, che ne risulta valorizzato e conserva la propria integrazione con il paesaggio circostante". Le conclusioni sono affidate a Giovanni Occhipinti, Sindaco di Castelfiorentino e Delegato per l´Unione dei Comuni Circondario dell´Empolese Valdelsa a Lavoro, Formazione e Sviluppo economico: "Gli incontri organizzati nel quadro di "Imprese al Centro" - spiega Occhipinti - rappresentano un´opportunità preziosa per mettere in relazione le persone che cercano lavoro con le maggiori realtà economiche della nostra area. Nel caso del seminario in questione, abbiamo il piacere di ospitare i massimi dirigenti dell´azienda responsabile del maggiore complesso turistico della Toscana, il cui potenziale di ricaduta occupazionale spazia dalla ricezione turistica alla gestione amministrativa, dall´agricoltura al marketing territoriale, con un fabbisogno di personale assai variegato. Per questo motivo, riteniamo che l´incontro possa essere di interesse per utenti con diversi percorsi scolastico-formativi e varie esperienze e aspirazioni professionali". Il programma dell´iniziativa è scaricabile in formato elettronico dalla sezione "Imprese al Centro" ( http://lavoro.Empolese-valdelsa.it/modulistica.php?type=236 ) del sito dell´Ufficio Politiche del Lavoro: le persone interessate al seminario possono rivolgersi ai Servizi per l´Impiego (o procedere all´iscrizione on-line ( http://lavoro.Empolese-valdelsa.it/regieventi/adesioneeventi.php ). I partecipanti all´iniziativa potranno vedersi riconosciuta la presenza come politica attiva del lavoro.  
   
   
TERZO SETTORE, LIGURIA: APPROVAZIONE DEL TESTO UNICO FONDAMENTALE. LAVORO CONVIDIVISO  
 
 Genova, 29 novembre 2012 - "L´approvazione del testo unico del terzo settore è un risultato importante per l´assessorato, perché da anni si sentiva la carenza di una legge organica per la cooperazione sociale, l´associazionismo, gli enti di volontariato e tutti gli altri soggetti che possono partecipare al sistema integrato dei servizi socio-sanitari". Commenta così l´assessore regionale al welfare, Lorena Rambaudi, l´approvazione del testo unico sul terzo settore. "È stato un percorso partecipato, lungo oltre un anno, che ha visto tavoli di lavoro e contributi da tutti i soggetti che dovranno applicare questa normativa, comuni e terzo settore, per il loro ruolo gestionale e di programmazione, a dimostrazione di un lavoro considerato completo e adeguato". "Penso nel complesso che possa essere uno strumento importante – ha continuato Rambaudi – che propone modalità innovative, rinforzando il rapporto pubblico-privato e definendo le modalità di affidamento dei servizi. Con la possibilità per l’ente pubblico di esercitare un ruolo di regia e meno di funzione diretta, in grado di far fare un salto di qualità al terzo settore".  
   
   
MILANO, IL SETTORE DELLA GREEN ECONOMY NON SENTE LA CRISI  
 
Milano, 29 novembre 2012 - La crisi non sembra fermare la voglia di “green” di Milano e della Lombardia. In un anno le imprese milanesi del settore sono cresciute del 3,5%, un dato che sale al 7,6% se consideriamo gli ultimi due anni, per un totale di oltre 27 mila imprese coinvolte. In Lombardia la crescita è stata rispettivamente dello 0,4% in un anno e dell’1,1% in due anni. In modo interessante, questi dati sono in controtendenza rispetto al quadro italiano, che ha invece registrato una flessione della presenza di imprese “green” (-1,6% in un anno). D’altra parte il settore “green” produce occupazione: sono oltre 120 mila gli addetti a Milano e quasi 310 mila in Lombardia. E il “made in Milan” verde è sempre più richiesto all’estero: nei primi sei mesi del 2012 (rispetto ad analogo periodo 2011) le esportazioni “green” da Milano sono salite del 6,6% (+343 milioni), quelle lombarde del 7,1% (quasi +1 miliardo di euro). Tra le province lombarde, dopo Milano, la provincia dove il settore “green” cresce maggiormente in due anni è Monza e Brianza (+1%) assieme a Como (+1%). Per quanto riguarda invece l’export, da segnalare gli exploit di Lodi (+39,6%), di Pavia (+24,8%) e di Monza e Brianza (+10%). Emerge da elaborazioni del Servizio Studi della Camera di Commercio di Milano su dati Infocamere e Coeweb-istat. Una impresa su quattro punta sul “green” contro la crisi. Secondo il Rapporto “Greenitaly 2012” di Unioncamere e Symbola, il 23,6% delle imprese punta sulla “green economy” per uscire dalla crisi. Quasi un’impresa su quattro infatti ha realizzato negli ultimi tre anni, o realizzerà entro quest’anno, investimenti in prodotti e tecnologie che assicurano un maggior risparmio energetico o un minor impatto ambientale. Un contratto di rete su cinque è “green”. A metà settembre di quest’anno, dei 458 Contratti di rete presenti in Italia, 87 sono stati costituiti per finalità legate alla sostenibilità ambientale, tanto da poterli definire Contratti di rete “green”, di cui 35 nei primi nove mesi del 2012, Lombardia in testa con quasi 30 Contratti di rete (prime Milano, Bergamo, Monza-brianza e Varese). Dietro questi 87 Contratti di rete “green” risiede l’operato di ben 424 imprese, con la prevalenza di quelle industriali (240 imprese) su quelle terziarie (175 imprese), alle quali si aggiungono anche 4 agricole. All’interno dell’industria si evidenzia il settore edile, che vede impegnate 72 imprese in rete “green”, sospinte verosimilmente dal nuovo ciclo dell’edilizia di riqualificazione all’insegna dell’efficienza energetica. Di tutto questo se ne discuterà domani giovedì 29 novembre dalle 9.30 a Palazzo Turati, Sala Consiglio, Via Meravigli 9/B, per il convegno: “Le reti di impresa per la Green Energy: Prospettive e Opportunità” organizzato da Camera di Commercio di Milano, Associazione Italiana Cultura Qualità Centronord (Aicq), Associazione reti di imprese piccole e medie imprese (Assoretipmi).  
   
   
POLITICHE INDUSTRIALI IN UMBRIA, VENERDÌ 30 A PERUGIA CONVEGNO SU RISULTATI E INAUGURAZIONE SPORTELLO “APRE”  
 
 Perugia, 29 novembre 2012 – Fare il punto sulle azioni e sulle misure di cui si compongono le politiche industriali in Umbria e tratteggiarne le prospettive future: è con questa finalità che Regione Umbria e Agenzia Umbria Ricerche hanno organizzato una giornata di lavoro che si terrà venerdì 30 novembre a Perugia (dalle ore 9 all’Hotel Giò Jazz, in via Ruggero d’Andreotto 19) alla quale interverranno la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi. Verranno presentate e discusse numerose tematiche: le azioni di promozione delle reti di imprese; il sostegno alla creazione di un sistema più ampio fra impresa, ricerca e istituzioni; la valutazione di impatto delle misure di incentivazione della ricerca attuate dalla Regione; le nuove misure attuative della programmazione regionale annuale in tema di politiche di sviluppo. Nell’ambito del convegno, alle ore 11.30 sarà presentato e inaugurato lo sportello “Apre” (Agenzia per la promozione della ricerca europea) Umbria, che avrà sede presso l’Agenzia Umbria Ricerche.  
   
   
FINCUOGHI BEDONIA (PR), PROROGATA LA CIGS PER I LAVORATORI, MENTRE PROSEGUE LA VERIFICA DI NUOVE OPPORTUNITÀ OCCUPAZIONALI PER IL RILANCIO DELLO STABILIMENTO MONTANO  
 
Bologna, 29 novembre 2012 – Prosecuzione della cassa integrazione guadagni straordinaria fino alla fine dell´anno per 93 lavoratori Fincuoghi, di cui 89 della sede di Bedonia nell’Appennino parmense. È questo l´esito dell´accordo firmato oggi al termine di un incontro al quale hanno preso parte la Regione Emilia-romagna, il Liquidatore Giudiziale Fincuoghi, Confindustria Ceramica, i sindacati Filctem-cgil, Femca-cisl, Uilcem-uil e le Rsu aziendali. «La proroga a partire dal 10 novembre scorso - ha sottolinea l´assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli -consentirà di ridurre l´impatto sociale per la cessazione del ramo aziendale, consentendo respiro ai dipendenti coinvolti e la possibilità di verificare con Confindustria ceramica e gli imprenditori eventuali possibili interventi di rilancio dello stabilimento di Bedonia. Secondo quanto stabilito nell´accordo firmato stamattina, importante anche per dare una risposta alle cassandre negative che girano come gufi tristi, si prevede di proseguire l´impegno per ricollocare i lavoratori in altre aziende e di operare per un nuovo futuro dello stabilimento». Inoltre l’assessore Muzzarelli ha aggiunto che: «per noi è fondamentale che vengano cercate con ogni energia nuove opportunità di lavoro per i lavoratori interessati, in modo da dare risposte non solo a loro ed alle loro famiglie, ma più in generale all´economia ed alle prospettive di un intero pezzo di territorio montano».  
   
   
GLI ARTIGIANI TOSCANI DIVENTANO MAESTRI DEI GIOVANI ALLIEVI  
 
Firenze, 29 novembre 2012 - Giotto ebbe Cimabue come maestro. Leonardo invece imparò dal Verrocchio. Le antiche botteghe erano vere e proprie fucine di talenti. Oggi quell’esperienza si ripete e la Regione Toscana decide di accreditare le botteghe dell’artigianato artistico, varando un sistema con cui punta ad individuare maestri artigiani abilitati a fare scuola e a formare adeguatamente i giovani apprendisti. L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa dall’assessore regionale alle attività produttive, lavoro e formazione, Gianfranco Simoncini. “Le botteghe scuola – spiega l’assessore – ci permetteranno di salvaguardare tecniche di produzione e settori che altrimenti rischierebbero di scomparire o di dequalificarsi. Oggi in Toscana abbiamo poco più di trenta maestri artigiani. Vogliamo fare in modo che il loro numero cresca e che con loro cresca anche una nuova generazione di giovani artigiani capaci di tenere alto nel mondo il vessillo della qualità toscana. Con il loro ingresso nei vari settori dell’artigianato artistico contiamo di favorire la propensione all’innovazione, allo sviluppo delle tecnologie più avanzate, all’introduzione di nuovi materiali e di originali processi di lavorazione”. Per essere riconosciuti come Maestri gli artigiani interessati potranno presentare domanda alle Camere di commercio. Servono, tra l’altro, almeno dieci anni di anzianità professionale nella stessa attività, attitudine all’insegnamento del proprio mestiere, essere in possesso di qualifiche e capacità professionali, ma anche il collegamento ad internet e una bottega di almeno 30 metri quadrati, di cui 10 per l’allievo. Una volta presentata la domanda (scaricabile dai siti www.Tos.camcom.it; www.Cnatoscana.it;www.confartigianato.toscana.it; www.Artex.firenze.it) se si possiedono i requisiti richiesti entro 60 giorni si ottiene l’accreditamento. Il regolamento approvato dalla Regione prevede un sistema a punti sul modello di quello in vigore per le patenti di guida ed un punteggio minimo per conservare l’ambita qualifica. Artex, il Centro per l’artigianato artistico e tradizionale della Toscana, svolgerà una funzione di coordinamento e di supporto al percorso di accreditamento delle botteghe. “Finalmente – dichiarano Valter Tamburini Presidente Cna Toscana e Fabio Banti Presidente Confartigianato Imprese Toscana – siamo in dirittura d’arrivo per la reale attuazione della Bottega Scuola, grazie a un paziente e attento lavoro che ha visto la stretta collaborazione tra le associazioni regionali, Confartigianato e Cna, e la Regione, con il supporto di Crat e di Unioncamere. Per l’artigianato artistico e tradizionale toscano la bottega scuola è un’occasione importante, uno strumento fondamentale che, insieme alla qualifica di maestro artigiano, mira ad arricchire e a valorizzare il settore, favorendo il ricambio generazionale. In questo modo i giovani potranno portare nuova linfa e nuove idee a un settore che, pur facendo dell’eccellenza della tradizione toscana la propria forza competitiva, ha però, oggi più che mai, necessità di aggiornarsi e di evolversi”. Banti e Tamburini aggiungono: ”L’appello che ora rivolgiamo agli imprenditori è a presentare la domanda per il riconoscimento della qualifica di Maestro Artigiano, tappa obbligata per l’ottenimento dell’accreditamento dell’attività come Bottega Scuola. Ad oggi in Toscana ci sono oltre 30 Maestri Artigiani, interessati e disponibili a tramandare le proprie capacità tecniche e non solo: un gruppo variegato, che dovrà però crescere ancora e divenire realmente rappresentativo di un settore così importante del Made in Tuscany”. Tra gli attuali maestri artigiani spiccano quelli che si occupano della lavorazione artistica del vetro colorato, di intarsio e decorazione in scagliola su marmo e su legno, della lavorazione di onice e pietre dure, o dell’alabastro, ma non mancano gli artisti della pasticceria, della lavorazione del cacao, della saldatura, così come i parrucchieri, i restauratori di mobili, i pellettieri, i ceramisti, i sarti e gli orafi. “La nascita e la partenza delle attività delle “Botteghe scuola” – aggiunge il segretario generale di Unioncamere Toscana, Enrico Ciabatti – segna sicuramente un punto di svolta nel rilancio dell’artigianato artistico nella nostra regione. I tanti bravi artigiani presenti nel territorio, sostenuti ed incentivati dalla nuova normativa, avranno la concreta possibilità di tramandare il loro saper fare, la loro manualità ed inventiva che in passato, così come oggi, hanno reso e rendono grande la Toscana. Si potranno “prendere a bottega” come già nel Rinascimento giovani interessati a proseguire e sviluppare i mestieri tradizionali imparando il mestiere dal Maestro Artigiano che trasferirà il suo sapere. La figura del Maestro Artigiano torna quindi ad assumere una grande importanza nel panorama dei mestieri: i tanti bravi artigiani potranno chiedere alle Camere di Commercio il riconoscimento del titolo ed accreditare quindi la propria attività come luogo di trasmissione del fare belli oggetti, proponendo inoltre interessanti sbocchi occupazionali ai giovani, proprio in quei mestieri, forse dimenticati, ma sicuramente utili per rafforzare il brand Toscana nel mondo”. Per tutto il resto c’è il sito www.Bottegascuola.it  che nasce con lo scopo di raccontare l’artigianato artistico e tradizionale toscano e le sue storie, per dare visibilità al settore e mettere in contatto la domanda formativa in con il mondo dei maestri artigiani e delle Botteghe Scuola.  
   
   
LACTALIS: “CONTINUA RICERCA IMPRENDITORE PER GARANTIRE USO INDUSTRIALE DEL SITO“  
 
Genova, 29 novembre 2012 - Continuerà ancora la ricerca di un imprenditore in grado di investire sul sito della Centrale del latte che deve rimanere ad uso industriale. Lo hanno detto ribadito ieri pomeriggio gli assessori al lavoro e allo sviluppo economico della Regione Liguria e del Comune di Genova, Enrico Vesco e Francesco Oddone in una riunione molto tesa sul futuro occupazionale degli ex lavoratori della Centrale del Latte di Genova, svoltasi in Regione alla presenza dei vertici italiani di Parmalat-lactalis e delle organizzazioni sindacali. La proposta presentata dall´azienda di un centro commerciale da insediare sul sito non convince gli amministratori liguri, anche perché risulterebbe in contrasto con le pianificazioni attuali urbanistiche e commerciali sia regionali che comunali. "Siamo convinti dell’utilizzo a fini industriali e non commerciali del sito, come era in origine – hanno ribadito i due assessori – e per questo lavoreremo, per cercare un imprenditore che possa investire sull´area. Ovviamente l´azienda è libera di fare ciò che intende rispetto alla procedura".