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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Gennaio 2009
SOCIAL CARD ANCORA INUTILIZZABILE  
 
Trieste, 15 gennaio 2009 - Anche se qualcuno ha ricevuto la Social card, non è detto che abbia diritto ai 60 euro mensili (40 euro stanziati dal Governo più 20 messi a disposizione dalla Regione Friuli Venezia Giulia). La precisazione arriva dal Gruppo consiliare regionale di Italia dei Valori-cittadini, che sulla questione ha depositato un´interpellanza a risposta immediata. Può sembrare incredibile - si legge nel comunicato del Gruppo - ma pare che una persona su tre abbia già compilato i moduli necessari, ricevuto Social card e Pin, ma non vedrà mai il contributo. Questo perché le domande sarebbero 520mila (contro il milione e mezzo circa di persone che pare ne avrebbero diritto) con 140mila respinte, 50mila ancora da valutare e le tessere già distribuite 330mila. Ma di queste, 100mila non saranno mai caricate e 190mila sono risultate essere scoperte. Le Poste e l´Inps avrebbero, infatti, due liste diverse di beneficiari. La percezione che si tratti di un sensazionale imbroglio - ha sottolineato il capogruppo di Idv-cittadini, Piero Colussi - è evidente. Quando la povera gente e´ andata al supermercato a fare la spesa, quasi 200mila tessere sono risultate senza copertura. La maggior parte delle Social card rifiutate sono state richieste da soggetti il cui reddito supera i limiti. Per molte altre domande, invece, non si è potuto provvedere alla verifica per assenza o incompletezza, nella dichiarazione, dei dati anagrafici. Senza contare, poi, che chi ne ha diritto spesso decide di non utilizzarla per disagio e imbarazzo. Le difficoltà pratiche - ha continuato Colussi - nella nostra regione sono tali che qui la Card è ancora inutilizzabile. Non vorremmo, perciò, che i 5 milioni di euro di investimenti in Finanziaria sulla Social card per il 2009 finissero in un imprecisato buco nero. Nell´interpellanza, chiediamo alla Giunta cosa stia accadendo, quando la Social card potrà cominciare a essere utilizzata e soprattutto dove, perché non si sa quanti siano i negozi che si sono abilitati. .  
   
   
PRIORITÀ ALLA SICUREZZA NEL PACCHETTO PER LA FORMAZIONE TOSCANA LA SOMMA TOTALE DI 12 MILIONI 600 MILA EURO. LE RISORSE PER PROVINCE  
 
Firenze, 15 gennaio 2009 - Più qualità ma soprattutto più sicurezza sui luoghi di lavoro. E´ questa la priorità che la Regione si è data nella ripartizione delle risorse per la formazione assegnate alla Toscana dal ministero del Lavoro e della Previdenza sociale. In totale si tratta di 12 milioni e 560 mila euro destinati alla formazione dei lavoratori sulla base della legge 236 del ´93. La delibera, approvata dalla giunta su proposta dell´assessore Gianfranco Simoncini stabilisce i criteri con i quali saranno erogati i fondi, tenendo conto anche della ripartizione già effettuata dal ministero. «La giunta regionale – sottolinea l´assessore Simoncini – ha deciso le priorità con cui verranno assegnate le risorse in base ad un criterio guida principale che è quello della sic urezza sul lavoro, unito alla maggiore qualificazione e riqualificazione del personale. Complessivamente si tratta di un pacchetto di risorse che, secondo l´esperienza già maturata, è molto utile per l´affermarsi e il diffondersi di buone pratiche e per supportare i processi di riqualificazione produttiva. Inoltre la formazione contribuisce ad offrire ai lavoratori delle aziende e dei settori in crisi l´opportunità di acquisire nuove professionalità indispensabili per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. » La quota maggiore, per un importo di 4 milioni e 288 mila 570 euro (il 41% del totale) rappresenta il plafond assegnato alle 10 province, al circondario Empolese-valdelsa e a quello Val di Cornia, per piani formativi aziendali e pluriaziendali, territoriali o settoriali o di filiera, che puntino alla qualità e alla sicurezza sui luoghi di lavoro. I finanziamenti saranno assegnati in base ad apposi ti bandi che saranno redatti in stretto raccordo con il dipartimento del diritto alla salute, proprio al fine di calibrare la formazione sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Una quota di poco inferiore, pari a 4 milioni e 183 mila euro (il 40% del totale) è invece destinata a voucher individuali per quei lavoratori che siano coinvolti in processi di mobilità o interessati ad ammortizzatori sociali, oppure abbiano più di 45 anni o ancora siano in possesso della sola licenza di scuola dell´obbligo, oppure siano a tempo determinato, o ancora siano donne in età fra i 35 e 45 anni. Inoltre il voucher potrà essere attribuito a quei lavoratori che chiedono di frequentare corsi per la sicurezza sul lavoro. I voucher, che avranno un importo massimo di 3 mila euro, saranno assegnati attraverso un avviso regionale con attuazione provinciale. I fondi sono attribuiti anche in questo caso alle 10 province e ai circondari Empolese Val delsa e Val di Cornia. Priorità sempre rivolta alla sicurezza sul lavoro anche per la terza tipologia di finanziamenti, quelli destinati a voucher aziendali, per i quali viene destinata una somma di 1 milione e 799 mila euro. Anche questi saranno assegnati a livello provinciale o dei circondari. Infine due quote, rispettivamente, di 1 milione e di 500 mila euro verranno assegnate direttamente dalla Regione. La quota maggiore è destinata alla formazione per i lavoratori coinvolti in crisi aziendali, l´assunzione di disoccupati a seguito di crisi aziendali o in zone o settori in crisi dove vi siano stati accordi in tal senso con le parti sociali. La quota di 500 mila euro è destinata alla formazione nell´ambito dei servizi pubblici locali.
Ripartizione Risorse Tra Amministrazioni Provinciali E Circondariali
Aa Pp / Circondari< td align="center" valign="top" style="border-left: 1px solid #000000">Piani Formativi Voucher Aziendali Voucher Individuali Totale Ass Tecnica Totali
quote % fondi Asse Adattabilità Por ob. 2 2007/2013 quota fissa
Arezzo 436. 207,87 182. 994,52 425. 568,66 1. 044. 771,05 18. 827,87 1. 063. 598,92
Firenze 983. 344,00 412. 524,79 959. 360,00 2. 355. 228,79 2. 355. 228,79
Grosseto 270. 350,23 113. 415,22 263. 756,32 647. 521,77 18. 827,87 666. 349,64
Livorno 294. 775,49 123. 661,90 287. 585,83 706. 023, 22 18. 827,87 724. 851,09
Lucca 440. 114,00 184. 633,19 429. 379,51 1. 054. 126,70 18. 827,87 1. 072. 954,57
Massa Carrara 227. 390,57 95. 393,12 221. 844,45 544. 628,14 18. 827,87 563. 456,01
Pisa 478. 350,37 200. 673,81 466. 683,28 1. 145. 707,46 18. 827,87 1. 164. 535,33
Pistoia 317. 446,19 133. 172,55 309. 703,60 760. 322,34 18. 827,87 779. 150,21
Prato 298. 052,43 125. 036,62 290. 782,86 713. 871,91 713. 871,91
Siena 301. 821,25 126. 617,70 294. 459,76 722. 898,71 18. 827,87 741. 726,58
Totale Aapp 4. 047. 852,40 1. 698. 123,42 3. 949. 124,27 9. 695. 100,09 150. 622,96 9. 845. 723,05
Circondario Empolese Valdelsa 188. 698,89 79. 161,48 184. 096,48 451. 956,85 18. 827,87 470. 784,72
Circondario Valdicornia 52. 019,17 21. 822,70 50. 750,43< /td> 124. 592,30 18. 827,87 143. 420,17
Totale Circondari 240. 718,06 100. 984,18 234. 846,91 576. 549,15 37. 655,74 614. 204,89
Totali 4. 288. 570,46 1. 799. 107,60 4. 183. 971,18 10. 271. 649,24 188. 278,70 10. 459. 927,94
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CHIESTA A MINISTRO GELMINI PARTECIPAZIONE ALLE SCELTE SUL VENETO  
 
 Venezia, 15 gennaio 2009 - “Con il Presidente Giancarlo Galan stiamo seguendo la questione relativa al futuro dell’Ufficio scolastico regionale e della permanenza della dottoressa Carmela Palumbo”. E’ l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Elena Donazzan a dirlo aggiungendo che “la Regione del Veneto, negli ultimi anni, ha certamente voluto aumentare il proprio ruolo ed il peso relativo nei confronti della scuola, che non è più vista solo come espressione del governo centrale, ma sempre di più come elemento strategico per la crescita e lo sviluppo del territorio”. “In un momento importante per la scuola - sottolinea Donazzan - come quello che stiamo vivendo, la scelta della nostra Regione, con la presenza attiva del proprio Presidente, è un chiaro segnale di quanto intendiamo investire e credere nel sistema della scuola veneta”. “Vogliamo - afferma l’assessore regionale - che questa scuola affronti il momento di cambiamento e di innovazione, accompagnata e supportata dalla capacità di governo delle politiche regionali, per offrire ai nostri studenti, alle nostre famiglie, al territorio ed alle nostre imprese, le occasioni formative e professionali all’altezza delle aspettative di una società come la nostra”. “Ho confermato al ministro Mariastella Gelmini, proprio in queste ore – prosegue - la nostra intenzione di partecipare alle scelte che riguarderanno la scuola nel Veneto, a partire dall’anticipazione della Riforma sull’istruzione tecnica e della programmazione dell’offerta formativa sul territorio, ivi comprese le scelte dirigenziali”. “Il Veneto - conclude l’assessore Donazzan - è una regione di grandi eccellenze nella scuola proprio per l’azione diretta, anche attraverso il coinvolgimento degli enti locali (che avranno sempre più bisogno della credibilità e della forza delle Regioni) e del nostro sistema formativo”. .  
   
   
…PIÙ IMPARI, PIÙ GUADAGNI…  
 
Bolzano, 15 gennaio 2009 - …Più impari, più guadagni… è questo lo slogan del progetto €uro Lingua&sprache presentato oggi alla conferenza stampa che si è tenuta presso la sede di Legacoopbund a Bolzano. Il progetto €uro Lingua&sprache, un sistema di formazione linguistica continua con riconoscimento economico anche in itinere delle competenze linguistiche, è nato in seno a Legacoopbund e alla cooperativa alpha beta piccadilly. A partire da un’analisi del posizionamento strategico sul mercato locale di Legacoopbund si è riconosciuta come condizione fondamentale di successo la competenza sia linguistica che culturale dei dipendenti, da considerarsi una componente fondamentale della competenza professionale. Il sistema formativo elaborato insieme alla scuola di lingue alpha beta piccadilly non si limita a un generico corso di lingue: i percorsi formativi sono personalizzati e vengono svolti in stretto rapporto col tipo di lavoro e per metà all’interno dell’orario di lavoro. L’adesione è facoltativa, viene effettuata una classificazione del livello di conoscenza della seconda lingua, in questo caso l’italiano o il tedesco, e in base a ciò viene riconosciuta una indennità “formativa”. Questa, a differenza dell’indennità di bilinguismo, premia la volontà di continuare a migliorare le proprie competenze linguistiche. L’accettazione del “patto formativo” comporta infatti sì un aumento dello stipendio in base al livello di conoscenza della lingua, ma anche l’impegno a partecipare ai percorsi di formazione personalizzata concordati. L’azione è finanziata per il 70% da Legacoopbund e per il 30% con il contributo della Formazione Professionale in lingua italiana della Provincia Autonoma di Bolzano. Alla conferenza erano presenti anche Barbara Repetto, Assessore alla Formazione Professionale italiana e Andrea Bullara, coordinatore dell’Ufficio Formazione Continua sul Lavoro, che hanno sottolineato il carattere innovativo del progetto e la sua esportabilità anche in altre realtà. L’originalità del progetto sta infatti nel riconoscere la competenza linguistica come una competenza professionale da incentivare e nel premiare l’impegno dei singoli collaboratori a migliorare le proprie conoscenze linguistiche. Si tratta di un modello applicabile anche ad altre lingue, a seconda del mercato di riferimento o del posizionamento strategico che l’azienda vuole ottenere. .  
   
   
VENERDI`` 16 GENNAIO SI RIUNISCE IL TAVOLO TECNICO SUL DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO. MARCHIGIANO  
 
Ancona 15 Gennaio 2009 - Come annunciato la scorsa settimana, l´assessore regionale all´Istruzione, Stefania Benatti ha puntualmente convocato in Regione, per venerdi` 16 gennaio, alle ore 10, il tavolo tecnico interistituzionale per approfondire i temi legati al dimensionamento della rete scolastica marchigiana e fare il punto della situazione. L´incontro, che si terra` alla Sala Verde di Palazzo Leopardi, vedra` riuniti i componenti della I commissione consiliare,le organizzazioni sindacali, le Province e rappresentanti del mondo scolastico. .  
   
   
LA RISPOSTA TOSCANA ALLA CRISI DELLA POLITICA: SULLE GRANDI SCELTE LA PAROLA AI CITTADINI I RESIDENTI CHIAMATI A DECIDERE SU 3200 ETTARI DI PARCO METROPOLITANO  
 
 Firenze, 15 gennaio 2009 - Un’area di oltre tremila ettari, che va dal parco di Castello fino all’area sud del sistema produttivo pratese, estesa attraverso i territori di quattro comuni (Firenze, Prato, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino) e due province (Firenze e Prato), delimitata a nord dalla Perfetti-ricasoli e a sud dalla via Pistoiese. Un´area che comprende il Sir Stagni della Piana, le Cascine di Tavola e della Querciola, Villa Montalvo, l’oasi di Focognano e l’area archeologica di Gonfienti. Sono i confini del primo parco metropolitano toscano - un parco da vivere al centro dell´area più popolata della Toscana, con sentieri e piste ciclabili, per la cui realizzazione sono previsti due milioni di euro l´anno di finanziamenti regionali già decisi fino al 2010 - il quale verrà creato attraverso un processo partecipativo che chiama in causa le sei amministrazioni locali e tutti i duecentomila residenti. Le infrastrutture già decise, come il termovalorizzatore ad esempio, non potranno essere messe in discussione: si potrà però discutere come realizzarle. Tutto il resto potrà essere oggetto di dibattito. «La Regione – spiega l´assessore alle riforme istituzionali, Agostino Fragai - con questa iniziativa fa una scelta coraggiosa e di massima apertura verso la partecipazione dei cittadini su un progetto di grande rilevanza urbanistica, sociale e culturale: una scelta coerente con quella che un anno fa ci ha portato ad approvare, primi in Italia, una legge regionale sulla partecipazione. L´obiettivo è sempre lo stesso: fare prima e meglio, discutere prima e non dopo l´apertura di un cantiere, prima ancora anzi dell´approvazione di un progetto, informare e confrontarsi, con tempi certi che sono quelli imposti dalla legge che abbiamo approvato e in modo trasparente». Di fronte alle ultime vicende politiche, alle continue affermazioni di “crisi” della politica, ai richiami della “questione morale” nei partiti la Toscana schiera dunque i cittadini. Sul futuro del Parco della Piana, infatti, la giunta ha deciso ieri di promuovere, d’intesa con i Comuni di Prato, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Firenze e le Province coinvolte, un processo di partecipazione e comunicazione che vedrà i cittadini protagonisti dei destini urbanistici dell´area: cittadini che saranno al tempo stesso fruitori e custodi di questo patrimonio. E gli strumenti per stimolarne il coinvolgimento sono tanti: town meeting, giurie di cittadini in parte estratti a sorte, interviste telefoniche, laboratori, l´uso delle nuove tecnologie. «Siamo lieti oggi di poter rendere i cittadini toscani partecipi in prima persona di questo patrimonio» sottolinea l´assessore regionale al territorio, Riccardo Conti, presentando il progetto. «Quest’area, - prosegue - destinata ad ospitare e armonizzare entro una grande parco agricolo, rurale, ambientale anche nuovi servizi, nuove infrastrutture e nuovi impianti, richiede un attento e lungimirante governo del territorio, un governo integrato e coordinato tra le amministrazioni interessate, ma anche tra i cittadini, singoli e associati, che con quelle amministrazioni debbono e possono interagire stabilmente. Quella del parco della Piana è a nostro parere un’area dove la campagna, anziché banalmente urbanizzata, vuole tornare ad essere un luogo in cui poter vivere tutti, un grande e inatteso prolungamento delle piazze delle città e dei borghi che sul Parco si affacciano, dove tutti potranno incontrarsi». Il processo partecipativo prevede una prima fase della durata di sei mesi e fasi successive fino al completamento del parco. Il procedimento sarà coordinato dal Garante regionale della comunicazione per il governo del territorio, che - in collaborazione con le amministrazioni della Regione, degli Enti locali e interagendo con tutto l’associazionismo interessato, - ne curerà la gestione, avvalendosi anche della consulenza dell’Autorità della partecipazione. Scheda Parco della Piana, come funzionerà il processo partecipativo - L´evento finale che precederà la firma dell´accordo di pianificazione sarà una grande iniziativa di piazza: un electronic town meeting rivisto e corretto, che con maxischermi e l´ausilio della rete e delle nuove tecnologie unirà le principali piazze dei comuni coinvolti. Si chiamerà “Piana in piazza” e precederà di almeno un mese la firma dell´accordo. L´ipotesi è di organizzare l´evento a settembre 2009. Ma si tratterà solo di una fase iniziale, perché, via via che il p arco troverà attuazione, anche i singoli interventi saranno sempre sottoposti a dibattito pubblico. E in parallelo non mancheranno eventi di animazione, di comunicazione e di informazione, anche perché se prima il parco e il suo territorio non viene conosciuto, è difficile esprimersi su cosa ci si vuol fare. Funzionerà così il processo partecipativo sul Parco della Piana, l´occasione per una politica diversa, strumento per un accordo condiviso e un forte investimento nella partecipazione dei cittadini alle più importanti scelte delle istituzioni come antidoto alla crisi stessa della politica. Anzitutto informare e conoscere - L´informazione è essenziale: per i cittadini che dovranno dire la loro, ma anche per gli amministratori che devono conoscere e valutare le contro proposte dei cittadini. Durante tutto il processo partecipativo saranno così realizzate una serie di interviste ad osservator i e partecipanti, rappresentativi di interessi ed opinioni. Sarà redatta una guida periodica sul parco, con una descrizione di quello che è oggi e delle possibili ipotesi urbanistiche per il futuro. Saranno stampati manifesti. Saranno proposte camminate nel parco, per conoscere direttamente le risorse ambientali, rurali e storico-culturali e la sua memoria storica. Saranno coinvolte anche le scuole medie e superiori. Saranno organizzate assemblee comunali o di quartiere: ne sono previste almeno quattro (a Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e nel quartiere di Rifredi a Firenze). Saranno coinvolte le radio e gli altri media. Non mancherà neppure uno spazio internet, all´interno del canale “Piazza toscana (ww01. Regione. Toscana. It/partecipazione/) già attivo sul sito della regione, che costituirà il punto di riferimento per tutte le informazioni relative al progetto. Nel sito saranno rese disponibili e costantemente aggiornate le informazioni tecniche sul parco in corso di progettazione, saranno pubblicati e scaricabili documenti ufficiali e il materiale informativo. On line, grazie ad un forum virtuale ed una piattaforma di social network, ci si potrà anche scambiare opinioni ed aprire discussioni. ´Stanare´ i cittadini - C´è partecipazione e partecipazione. C´è la partecipazione classica, quella fatta di assemblee e incontri affollate di cittadini: ma solo quelli più interessati, culturalmente preparati, magari semplicemente arrabbiati. E c´è la partecipazione che va a cercare cittadini e interessi, che gli va a stanare per mettere le loro idee e le loro opinioni a disposizione di chi dovrà decidere, ovvero le istituzioni democraticamente elette. «Ed è questa la partecipazione che noi vogliamo realizzare – spiega l´assessore regionale Agostino Fragai –, nella massima trasparenza di fronte all´opinione pubblica. E´ questa la differenza che mettiamo in campo, per farne una forma ordinaria di gestione e di governo». Sei mesi di discussione - Ii processo partecipativo prevede una prima fase della durata di sei mesi e fasi successive fino al completamento del parco. Il procedimento sarà coordinato dal Garante regionale della comunicazione per il governo del territorio, che - in collaborazione con la Regione e gli Enti locali e coinvolgendo tutto l’associazionismo interessato - ne curerà la gestione, avvalendosi anche della consulenza dell’Autorità della partecipazione. Dopo la firma dell´accordo di pianificazione il dibattito pubblico proseguirà sui singoli interventi, attraverso incontri e laboratori da adattare e calibrare di volta in volta al tipo di intervento in discussione. I risultati di questi periodici confronti non saranno vincolanti, ma verranno assunti dalle amministrazioni interessate come base delle loro decisioni. Il modello partecipativo e il coinvolgimento dei cittadini non riguarderà solo le scelte iniziali sui progetti ma anche il monitoraggio sugli interventi in corso e i risultati conseguiti. Quello che potrà essere discusso - Le opere già decise e gli interventi già autorizzati non potranno essere messi in discussione. Sul termovalorizzatore della piana non si può dunque tornare indietro. Si potrà decidere però come architettonicamente realizzarlo, con quali materiali e come collegarlo alle altre funzioni ed infrastrutture. Nel parco della piana dovrà essere ritagliato uno spazio anche per la futura destinazione della Ginori, a Sesto Fiorentino. «Anche in questo caso – sottolinea l´assessore regionale Riccardo Conti - è essenzialmente dare corso ad una progettazione sociale che coinvolga i cittadini e a quell´urbanistica ´partecipata´ che è uno dei capisaldi della legge 1 del 2005». Anche il riorientamento della pista dell´aeroporto di Peretola di Firenze, importante per ridurre l´impatto acustico degli aerei che atterrano sui residenti di Peretola e Quaracchi, interesserà i destini urbanistici dell´area, come l´uso degli ottanta ettari del parco di Castello. Quanto costa - Il processo partecipativo per il Parco della Piana sarà finanziato con i fondi già disposizione della legge regionale sulla partecipazione, con cui la Regione nel 2008 ha già sostenuto 28 processi partecipativi locali. Per il Parco della Piana si ipotizza una spesa di alcune decine di migliaia di euro. .  
   
   
SONO 24 GLI ORSI IN TRENTINO I RISULTATI DEL MONITORAGGIO GENETICO DEL 2008  
 
 Trento, 15 gennaio 2009 - Sono almeno 24 gli orsi presenti in Trentino e nelle regioni adiacenti alla fine del 2008. Di questi una ventina hanno gravitato costantemente sul territorio provinciale mentre quattro o cinque sono stati localizzati in aree esterne alla provincia. Undici orsi sono adulti (9 femmine e 2 maschi), sei sono sub-adulti (tutti maschi) e sette sono cuccioli (4 maschi e 3 femmine). A queste conclusioni si è giunti grazie al monitoraggio genetico svolto lo scorso anno e che ha permesso di identificare 27 differenti orsi nella provincia di Trento e nelle regioni confinanti. Per almeno tre di essi è stata però accertata la morte nel corso dell’anno. E’ possibile inoltre che qualche esemplare non sia stato rilevato. Il monitoraggio è stato eseguito dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento con la collaborazione tecnica dell’I. S. P. R. A. (ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) ed il supporto del Parco Naturale Adamello Brenta. Nel 2008 i campioni organici (peli e feci) sono stati raccolti sia con metodologia opportunistica, dove gli orsi lasciano traccia del loro passaggio, che sistematica, attraverso apposite trappole per peli. Per il monitoraggio sono state utilizzate 57 trappole per peli disposte in una griglia di celle di 4 km di lato che copre gran parte del Trentino occidentale, dove vive la maggior parte della popolazione di orsi. Dal 2006 è stato deciso di applicare il monitoraggio sistematico solamente ad anni alterni per contenere tempi e costi. I 412 campioni raccolti nel 2008 (329 opportunisticamente e 83 con le trappole) sono stati analizzati dai tecnici dell’I. S. P. R. A. I tre orsi morti nel corso dell’anno sono Jj3 (maschio di due anni e mezzo abbattuto in Svizzera), Kj2g1 (femmina di due anni e mezzo annegata nel lago di Molveno) e F1 (cucciolo femmina investito da un’auto presso Tione). Nel 2008 sono state accertate tre riproduzioni, per un totale di 8 cuccioli. Dal 2002 sono stati registrati pertanto 16 eventi riproduttivi per un totale di 35 cuccioli. Tra gli orsi rilevati nel 2008 figurano tutti e tre i figli di Jurka nati nel 2006; Jj5, maschio, è stato identificato geneticamente fuori dal Trentino, nelle province di Bergamo e Brescia; Jj4, femmina, è stata rilevata geneticamente in Val Giudicarie ed in Val di Non; Jj3, maschio, si è stabilito in Svizzera, dove le autorità locali lo hanno costantemente tenuto sotto monitoraggio telemetrico grazie ad un radiocollare, fino alla decisione del suo abbattimento presa per il comportamento giudicato pericoloso. Nel corso del 2008, almeno 5 orsi, tutti maschi di 3-4 anni, si sono spostati anche al di fuori della provincia di Trento: oltre agli orsi Jj5 e Jj3, si tratta di Mj4 (rilevato in Svizzera e provincia di Bolzano), Dg2 (in provincia di Bolzano) e Kj2g2 sul Monte Baldo (provincia di Verona) e sull’altopiano di Asiago (provincia di Vicenza). Quest’ultimo è il primo orso ad aver attraversato la Val d’Adige a sud di Bolzano, spostandosi dal Trentino occidentale a quello orientale. Al contrario tutte le femmine, anche nel 2008, sono state localizzate in Trentino. Dal 2002 ad oggi è stata accertata la morte di 7 orsi. Un esemplare è stato catturato ed è ospitato in una area faunistica (Jurka), mentre altri 8 non sono stati rilevati almeno negli ultimi due anni. Benché questi orsi possano essere teoricamente ancora presenti, questi dati spiegano come il numero minimo di orsi identificati quest’anno sia stato solo leggermente più alto di quello registrato nell’anno precedente (24 contro 23), nonostante la buona riproduzione osservata nel 2008. Anche se la popolazione rimane di dimensione limitata, l’andamento generale sembra quindi rimanere positivo. Tuttavia questa crescita lenta e le ridotte dimensioni del nucleo di orsi bruni fanno sì che la piccola popolazione rimanga, come previsto, ancora a rischio di estinzione. .  
   
   
DEPURAZIONE ACQUE, ACCORDO ENTI LOCALI TRIESTE  
 
Trieste, 15 gennaio 2009 - La Giunta regionale, 30 dicembre 2008, su proposta dell´assessore alla Programmazione Sandra Savino, ha autorizzato la stipula di un Accordo di Programma tra la Regione, la Provincia e il Comune di Trieste, l´Autorità d´Ambito Territoriale Ottimale "Orientale triestino" e l´Autorità Portuale di Trieste, per l´individuazione di tutte le azioni necessarie per giungere al potenziamento degli impianti di depurazione di acque reflue urbane di Servola e Barcola in Trieste. Le opere principali per il potenziamento degli impianti e per il loro adeguamento alle normative nazionali e regionali riguardano il collegamento dei reflui provenienti dall´impianto di pretrattamento di Barcola al Collettore di Zona Alta che porta i reflui nel depuratore di Servola. Questo consentirà la chiusura dello scarico a mare dell´impianto di Barcola e suo declassamento a scaricatore di piena. Le opere previste riguardano anche la sezione biologica del depuratore di Servola, a copertura completa della sua potenzialità depurativa. .  
   
   
RIFIUTI, LOIERO ALLA CAMERA ILLUSTRA LE LINEE DI AZIONE CONTRO L’EMERGENZA  
 
 Roma, 15 gennaio 2009 - La Calabria potrà uscire dall’emergenza rifiuti seguendo le linee di azione illustrate oggi dal presidente Agazio Loiero davanti alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Il piano, che supporterà l’operato del Commissario straordinario all’emergenza ambientale, prevede la realizzazione di una decina di discariche a servizio degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, il rilancio della raccolta differenziata in tutti i Comuni, la soluzione della vertenza con il gestore dell’area “Calabria Sud” (Tec-veolia), l’individuazione del sito dove costruire un nuovo termovalorizzatore. “I problemi sopraggiunti in questi ultimi mesi, sia con la decisione interdittiva della magistratura sulla proprietà dell’impianto Sovreco di Crotone, sia per i ritardi avvenuti nella realizzazione delle discariche da parte del gestore dell’area ‘Calabria Sud’, sia a causa della grave carenza nella provincia di Cosenza e dell’assenza totale di impianti a Vibo Valentia – ha detto il presidente Loiero rispondendo esaurientemente alle domande dei deputati della Commissione - hanno reso necessario il prolungamento del commissarimento per il settore dei rifiuti. Ma il piano che abbiamo messo a punto permetterà, entro sei mesi, di avere a disposizione i primi nuovi impianti. Entro l’anno verrà superata la fase critica e avviata l’ordinaria amministrazione”. “La produzione totale di rifiuti solidi urbani dei 2. 070. 992 calabresi, per l’anno 2008, è stata di circa un milione di tonnellate. La situazione regionale delle discariche - ha aggiunto Loiero - sta attraversando una fase di particolare criticità dovuta da un lato alla dislocazione delle discariche utilizzabili e dall’altro all’insufficienza dei volumi disponibili. Ritenendo di non poter rischiare che il sistema degenerasse, la Regione ha chiesto al Dipartimento Protezione civile del Consiglio dei Ministri che fosse nuovamente dichiarata l’emergenza rifiuti in Calabria”. Nell’attesa di conoscere quali saranno i compiti del Commissario all’emergenza, il presidente Loiero ha segnalato gli interventi e i percorsi attuati o programmati per la soluzione del problema. Per tutti gli interventi è stata individuata la copertura finanziaria, che nel solo sistema delle discariche permetterà negli anni di arrivare ad una capacità complessiva di 4. 690. 000 metri cubi. Si punterà a rilanciare la raccolta differenziata nei 409 Comuni calabresi con la realizzazione di 42 isole ecologiche, visto il positivo risultato già conseguito con la cresciuta dal 12% al 22% del totale dei rifiuti, avvenuta grazie ai 30 milioni investiti nel periodo 2007-2008 dalla Regione. Gli interventi possono essere accorpati nei seguenti gruppi. I progetti di Castrolibero, Lamezia Terme, Catanzaro e Vazzano riguardano la nuova realizzazione o l’ampliamento di impianti di trattamento o di recupero (spesa complessiva 42. 500. 000 euro, di cui 15 milioni sono pubblici e i restanti 27 milioni e mezzo provengono da altre risorse o Project Financing). La viabilità di accesso alle discariche o agli impianti sarà finanziata con 4. 700. 000 euro. Il progetto, che prevede la realizzazione della nuova discarica di Casignana e della relativa viabilità di accesso, ha un costo complessivo pari a 2 milioni di euro. I restanti otto progetti riguardano la nuova realizzazione o l’ampliamento di discariche. L’importo complessivo è pari a 4. 370. 000 euro. Durante l’audizione parlamentare il presidente Loiero ha introdotto anche la necessità di rivedere la decisione di raddoppiare il termovalorizzatore di Gioia Tauro, sia per evitare di far viaggiare i rifiuti da una parte all’altra della Calabria, sia per ridurre l’impatto ambientale nell’area. “Per questo - ha dichiarato Loiero - è stato appositamente costituito un ‘tavolo di verifica’ tra Regione Calabria, Ufficio del Commissario delegato e Tec-veolia che entro un mese farà chiarezza sulle difficoltà emerse nel rapporto di convenzione. In merito alla termovalorizzazione si sta analizzando l’eventuale necessità ed opportunità di realizzarne uno di nuova concezione tecnologica in provincia di Cosenza, ovviamente solo per i quantitativi di rifiuti prodotti dal territorio. A tale proposito si segnala la disponibilità per la localizzazione da parte del sindaco di San Lorenzo del Vallo. Ma anche l’amministrazione comunale di Cosenza ha ventilato la possibilità di individuare un sito adeguato e sinergico ad altre strutture di raccolta per raggiungere l’autosufficienza del territorio nello smaltimento dei rifiuti”. Il presidente della Regione Calabria ha infine risposto, con precisione, a tutte le domande dei parlamentari, fornendo le informazioni utili a capire la reale situazione e a permettere una leale collaborazione Stato-regione, evitando dannose drammatizzazioni. .  
   
   
RIFIUTI CROTONE, L’ASSESSORE GRECO AL SENATO PER INFORMARE LA COMMISSIONE SANITÀ  
 
Roma, 15 gennaio 2009 - L’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco, è stato oggi ascoltato dalla Commissione Sanità del Senato sulla situazione sanitaria a Crotone relativa all’inquinamento da rifiuti speciali e industriali. La difficoltà di avere, in tempi rapidi, dati sufficienti e certi sulla pericolosità per la popolazione della diffusione, anche illegale, dei materiali inquinanti sul territorio, ha impegnato la Regione Calabria a costituire la “Task force” di ricerca, denominata ‘Pitagora’, di cui fanno parte importanti centri scientifici ed universitari italiani e calabresi. “Come Regione - ha detto Greco- abbiamo messo a disposizione, secondo le nostre competenze, notevoli risorse economiche oltre a puntare sia sulla cosiddetta ‘caratterizzazione’ delle sostanze inquinanti nella catena biologica, sia sull’intervento immediato di monitoraggio dell’Arpacal”. Il progetto di ricerca messo in piedi punta all’identificazione dell’inquinamento da rifiuti industriali pericolosi, che ha colpito il Crotonese, per poi arrivare a proporre le soluzioni necessarie a cittadini, istituzioni locali e Stato per la messa in sicurezza ed avviare le misure necessarie per il risarcimento del danno. “Del resto - ha aggiunto Greco - la complessità della situazione va affrontata sotto molteplici aspetti della ricerca per dare risposte articolate e attinenti. A Crotone le industrie hanno scaricato per sessant’anni a mare senza nessun pretrattamento e ora dobbiamo capire cosa è successo e quali pericoli ci sono per la popolazione”. “Sicuramente, se si realizzasse l’intera bonifica delle aree industriali degli ex stabilimenti Pertusola, Agricoltura e Fosfotec, una parte dell’emergenza verrebbe meno - ha concluso l’assessore - permettendo di circoscrivere le restanti zone di rischio dove concentrare i successivi interventi”. .  
   
   
RIFIUTI, MARRAZZO: "NO EMERGENZA NEL LAZIO MA DOBBIAMO PUNTARE SULLA DIFFERENZIATA"  
 
 Roma, 15 gennaio 2009 - “Nessuna emergenza rifiuti per il Lazio, ma il piano emergenziale deve andare avanti e puntare sulla raccolta differenziata” è quanto ha detto il presidente della Regione Lazio e commissario per i Rifiuti Piero Marrazzo al termine dell’audizione informale in commissione Ambiente alla Camera, per fare il punto sul tema dei rifiuti. “Il quadro è chiaro: noi arriveremo a quattro impianti con nove linee di smaltimento. Gli obiettivi della raccolta differenziata sono raggiungibili. Abbiamo possibili soluzioni che ci consentono di non andare mai in emergenza. Però, dobbiamo continuare a puntare sulla raccolta differenziata”. Soddisfatto dalla riunione il presidente Marrazzo ha poi sottolineato che se “i comuni riterranno necessari altri impianti si discuterà. In questo momento costruiamo quelli che sono stati autorizzati”. “Anche se il Lazio non sta vivendo una situazione di emergenza – ha aggiunto Marrazzo – dobbiamo portare avanti il piano per l’emergenza settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno”. .