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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Ottobre 2012
DECRETO SVILUPPO: ALCUNI DEI PUNTI IN ESSO CONTENUTI  
 
Di seguito sintetizziamo alcuni dei punti del secondo decreto Crescita 2.0 approvato settimana scorsa dal Consiglio dei ministri. Agenda digitale europea – Il provvedimento recepisce i principi dell´Agenda Digitale Europea. Il Governo presenterà al Parlamento una relazione aggiornata sull´attuazione dell´agenda digitale italiana. Amministrazione digitale, pubblicazione dati e informazioni in formato aperto - I dati e le informazioni forniti dalla pubblica amministrazione dovranno essere obbligatoriamente pubblicati in formato aperto (cosiddetto open data). I dati avranno una licenza d´uso aperta e saranno dunque utilizzabili – in primis da persone affette da forme di disabilità sensoriali - senza restrizioni Anagrafe unificata, censimento annuale della popolazione - Il provvedimento prevede l’istituzione dell´Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr), un centro unico di gestione dati che subentrerà all´Indice Nazionale delle Anagrafi (Ina) e all´Anagrafe della popolazione italiana residente all´estero (Aire). Archivio delle strade - L´istat potrà effettuare con cadenza annuale il censimento generale della popolazione e delle abitazioni, realizzando anche l´Archivio nazionale delle strade e dei numeri civici, utilizzando il conferimento degli indirizzari e degli stradari comunali. Banda larga e ultralarga – il provvedimento conferma l´obiettivo di azzerare il divario digitale, portando la connessione a almeno 2 mbps nelle zone non ancora coperte e nelle aree a fallimento d´impresa. Alle risorse rese già disponibili per il Mezzogiorno (circa 600 milioni) si aggiungono ora ulteriori 150 milioni di euro per finanziare gli interventi. Il provvedimento tende anche a semplificare alcune procedure e adempimenti autorizzatori per favorire la diffusione della banda ultralarga, anche tramite wireless, e delle nuove tecnologie di connessione. Beni e servizi, procedure digitali per l´acquisto . Le procedure per l´acquisto di beni e servizi da parte delle Pubbliche amministrazioni dovranno essere svolte solo ed esclusivamente per via telematica, per garantire maggiore trasparenza e tempi più celeri. Biglietti di viaggio elettronici e sistemi di trasporto intelligente - Le amministrazioni titolari di servizi di Trasporto Pubblico Locale promuovono l´adozione di sistemi di bigliettazione elettronica interoperabili, per ridurre i costi connessi all´emissione dei titoli di viaggio. Cartella e prescrizione medica digitali – il provvedimento intende accelerare il processo di digitalizzazione delle prescrizioni mediche, definendo tempi certi e uguali su tutto il territorio nazionale. E’ prevista la spendibilità delle prescrizioni di farmaceutica a tutto il territorio nazionale. Congedi parentali e certificazioni di malattia - Nel settore pubblico, tutte le certificazioni di malattia e di congedo parentale dovranno essere rilasciate e trasmesse per via telematica. Fascicolo sanitario elettronico - Il fascicolo sanitario elettronico (Fse) dovrà contenere tutti i dati digitali di tipo sanitario e sociosanitario del cittadino, raccogliendone l´intera storia clinica. Giustizia, comunicazioni e notificazioni per via telematica – Il provvedimento contiene disposizioni per snellire i modi e i tempi delle comunicazioni e notificazioni per rendere più efficienti i servizi in ambito giudiziario tra cittadini e imprese. Nei procedimenti civili dovranno essere telematiche tutte le comunicazioni e notificazioni delle cancellerie e delle segreterie degli uffici giudiziari. Fascicolo elettronico per gli studenti universitari e semplificazione di procedure - Dall´anno accademico 2013-2014, sarà introdotto il fascicolo elettronico dello studente universitario, destinato a raccogliere tutti i documenti, gli atti e i dati relativi al percorso di studi  
   
   
DECRETO SVILUPPO E AGENDA DIGITALE - ANGELUCCI (ASSINFORM): ¨C’È VOLUTO PIÙ DEL PREVISTO, MA È STATO FATTO UN PASSO IMPORTANTE. SERVE CONTINUITÀ E IL COINVOLGIMENTO DELLE IMPRESE ICT”  
 
“C’è voluto più del previsto, ma alla fine il Governo Monti ha varato il decreto per l’Agenda Digitale, ed è sintomatico che sia denominato ‘Misure urgenti per la crescita del Paese’. In effetti, L’italia soffre anche di un pesante spread digitale, che ne frena l’efficienza e che va rapidamente superato: nei servizi ai cittadini e alle imprese, nell’uso di strumenti come la moneta e la fatturazione elettronica, nell’accesso alle reti a banda larga e ultralarga. Le misure introdotte vanno nella direzione giusta, anche se, dopo 327 giorni e da 40.000 parole, dall’esecutivo ci aspettavamo qualcosa di più. Si sente ancora l’esigenza di un quadro di riferimento organico, e questo sarà il tema da affrontare in fase di conversione del decreto. Quello che oggi conta a è che il solco è stato tracciato e che tutti, Pubbliche Amministrazioni e Imprese, contribuiscano d’ora in poi a consolidarlo. Assinform da sempre promuove lo sviluppo dell’Information Technology. Oggi raccoglie un risultato che la incoraggia a continuare con forza nell’interesse del Paese, delle imprese e del settore rappresentato, che occupa circa 400 mila addetti e che ha tutte le tecnologie e le professionalità richieste dai programmi dell’Agenda Digitale. Nel quadro di un miglior rapporto con le Amministrazioni, Assinform ha già organizzato una task-force di esperti per offrire tutto il know-how e l’esperienza necessari allo sviluppo del Paese attraverso le tecnologie digitali.”  
   
   
CONVEGNO SU “L’AGENDA DIGITALE PER LO SVILUPPO DEI CONTENUTI CULTURALI”  
 
Il 3 ottobre, a Roma, nell’Auditorium del Parco della Musica, sala delle Risonanze, si è svolto l’appuntamento “L’agenda digitale per lo sviluppo dei contenuti culturali” organizzato da Confindustria Cultura Italia e Apt. “La rete è nulla senza i contenuti” Rimettere al centro i contenuti online. E’ questa la grande sfida che è stata lanciata dal convegno. L’industria italiana dei contenuti culturali, oltre a essere un fondamentale settore economico del nostro Paese, rappresenta, nei suoi vari segmenti, eccellenze a livello mondiale. Cinema, musica, spettacolo dal vivo, libri, editoria periodica, produzioni televisive, videogiochi, sono la massima espressione culturale del made in Italy. I numeri parlano chiaro: l’industria culturale italiana riunisce oltre 17mila imprese, che danno lavoro complessivamente a circa 300 mila persone, per un valore aggiunto pari a circa 16 miliardi di euro. L’intero settore sta ormai da tempo affrontando la rivoluzione digitale e la rete rappresenta in quest’ottica un formidabile strumento per facilitare la distribuzione e la fruizione di contenuti culturali. La musica in rete, il comparto più avanzato nella migrazione online, costituisce oggi il 33% dell’intero mercato discografico italiano per un valore complessivo pari a circa 17,8 milioni di euro; l’editoria, il cinema e i prodotti audiovisivi stanno facendo passi da gigante per aumentare l’offerta in rete. Basti pensare che attualmente la maggior parte delle novità editoriali sono disponibili contemporaneamente in formato cartaceo ed e-book e che è possibile fruire film in modalità Internet Vod su più di 16 piattaforme. Dopo anni di dibattito su reti e infrastrutture è giunto il momento di concentrarsi sulla crescita dei contenuti online, sulle potenzialità, le opportunità e i presupposti necessari per lo sviluppo del mercato digitale. L’appuntamento si è aperto con i saluti del presidente Apt, Fabiano Fabiani, ed è stato introdotto del vice Presidente di Confindustria, Alessandro Laterza. Sono quindi seguite le testimonianze di Mario Fontana, responsabile Bizspark Italia - Microsoft e di Paolo D’andrea, responsabile Servizi Innovativi Telecom Italia, che hanno fatto da premessa al confronto, moderato da Roberto Sommella - condirettore di Mf-milano Finanza - tra i presidenti di Anica Riccardo Tozzi, Fimi Enzo Mazza, Confindustria Digitale Stefano Parisi e l’amministratore delegato di Rainet Piero Gaffuri. E’ intervenuta anche l’onorevole Deborah Bergamini, relatrice alla Camera dei deputati del progetto di legge parlamentare sull´Agenda Digitale Italiana. Hanno chiuso i lavori il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo e il presidente di Confindustria Cultura Italia e Aie Marco Polillo  
   
   
AGENDA DIGITALE - POLILLO (CONFINDUSTRIA CULTURA ITALIA): “NON C’È PIÙ TEMPO: NON SI PUÒ PARLARE DI CAVI E RETI SUPER VELOCI SENZA PENSARE A COSA CI ANDRÀ SU"  
 
“Il Governo nel suo lavoro sull’Agenda digitale, che si dovrebbe concludere domani con l’approvazione in Consiglio dei Ministri, rimetta al centro i contenuti culturali. Si vogliono costruire “autostrade” per il digitale in Italia dimenticando che qualcosa bisogna metterci su: quel qualcosa siamo noi, quel qualcosa lo fanno da sempre le nostre industrie ed è dannoso per il Paese, non solo per i nostri settori, non prenderlo in considerazione”. E’ questo il monito lanciato dal presidente di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo al convegno “L’agenda digitale per lo sviluppo dei contenuti culturali” in programma questa mattina all’Auditorium di Roma. I contenuti creativi sono un elemento chiave per lo sviluppo del mercato digitale: un segmento attraverso il quale l’Italia può ancora fare la differenza, visto il grande patrimonio artistico e culturale su cui il Paese può contare. "L´europa lo ha compreso - ha proseguito Polillo-. La Commissione Europea, che intende valorizzare il settore come occasione di occupazione e crescita competitiva, stima che il settore della cultura e delle professioni creative valga qualcosa come il 4,5% del Pil, interessando 8,5milioni di lavoratori europei. Per questo anche nel nostro paese i contenuti culturali dovrebbero essere uno dei cardini intorno al quale far ruotare il dibattito sulla cosiddetta “Agenda Digitale Italiana": internet è già il nostro presente, sarà anche il futuro per l´industria culturale. Ma, ad oggi, di contenuto si è ragionato molto poco nei tavoli pubblici e istituzionali - ha precisato -. Si continua a parlare di “cavi” e non si sta cogliendo l’occasione di riflettere su cosa vogliamo far viaggiare attraverso le reti superveloci. L’italia è molto indietro su questo fronte. Manca di una strategia-paese e rischia di depauperare le nostre eccellenze: cinema, editoria, musica, spettacolo, fiction, ecc. Il Paese non ha neppure una posizione chiara in merito al rispetto dei diritti: libero non vuol dire gratuito a scapito dei diritti altrui: le condotte illegali vanno impedite e i comportamenti illeciti devono essere disincentivati”. Quattro le priorità irrinunciabili per le industrie dei contenuti: politiche di sensibilizzazione degli utenti sui nuovi business-model con campagne di informazione e sensibilizzazione del pubblico, soprattutto nelle scuole, sull’utilizzo responsabile del web. E ancora Iva ridotta per i prodotti culturali con il sostegno a livello Ue della riduzione dell’aliquota Iva per gli acquisti online di contenuti culturali. Incentivi per gli operatori che investono in opere dell’ingegno e in piattaforme digitali per l’e-commerce della cultura, supportando gli investimenti delle aziende nei talenti emergenti attraverso un tax credit mirato e selettivo, nonché gli investimenti per la digitalizzazione dei cataloghi e per adattare i processi produttivi alle nuove esigenze del mercato on line. E “quarto, ma non ultimo - ha concluso Polillo - lotta alla pirateria digitale con una posizione non equivoca nei confronti della tutela della proprietà intellettuale”. “L’agenda digitale è una priorità di questo Governo e la tutela dei diritti è un presupposto per il funzionamento del mercato digitale – ha sottolineato in chiusura al convegno il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria Paolo Peluffo –. Rinnovo l’invito alla nuova Agcom, che già avevo rivolto al precedente Consiglio, di approvare rapidamente il regolamento contro la pirateria”.  
   
   
BUCHMESSE - CIRCA 250 EDITORI ITALIANI PRESENTI DAL 10 AL 14 OTTOBRE. IL 10 OTTOBRE IL SOTTOSEGRETARIO PELUFFO INAUGURA IL PUNTO ITALIA. A SEGUIRE, PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO AIE 2012  
 
Circa 250 editori italiani presenti dal 10 al 14 ottobre alla Buchmesse.il 10 ottobre il Sottosegretario Peluffo inaugura il Punto Italia. A seguire, presentazione del Rapporto Aie 2012 sullo stato dell’editoria in Italia: tutte le cifre aggiornate dal mondo del libroUn primo dato: la vendita di diritti italiani all’estero cresce in media del 16% all’anno Saranno circa duecentocinquanta gli editori italiani presenti alla 64ma edizione della Fiera internazionale del Libro di Francoforte, il più importante appuntamento internazionale per lo scambio dei diritti e l’evento più significativo per la promozione della cultura e dell’editoria italiana all’estero. La Buchmesse - in programma a Francoforte dal 10 al 14 ottobre - attende oltre 7000 espositori di 120 diversi paesi che occuperanno i 171.790 metri quadrati della Fiera, con la Nuova Zelanda ospite d’onore. Alla manifestazione - che vede il più alto tasso di partecipazione da parte degli operatori professionali - l’editoria italiana verrà rappresentata da un Punto Italia di 274 metri quadrati (Halle 5.1 C902), realizzato dall’Associazione Italiana Editori (Aie), dall’Ice - Agenzia per la Promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Qui verranno presentati ed esposti circa 1200 titoli di 48 editori italiani e sarà possibile consultare online il database dei libri in commercio.Il focus di questa edizione 2012 sarà sui media digitali e sulla letteratura per bambini: per questo la Buchmesse ospiterà "Leggevo Che Ero. Ritratti con libro d´infanzia", un progetto della rivista Andersen con Bolognafiere, in collaborazione con Aie e una rete di realtà attive sul fronte della promozione della lettura che sarà allestita in uno spazio di 70 mq al Padiglione 5.1 (A 954-B 966). Una mostra che ha visto il suo debutto mondiale in occasione di Bologna Children’s Book Fair 2012 e che è stata scelta dalla fiera tedesca per raccontare creatività e impegno a favore della cultura del libro, attraverso una galleria di ritratti fotografici di personalità del mondo dell´editoria per ragazzi in posa con un proprio libro d´infanzia.Il programma della giornata di apertura - Il Punto Italia sarà inaugurato mercoledì, 10 ottobre, alle 10.15 dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Paolo Peluffo, dal presidente dell’Aie Marco Polillo, dall’ambasciatore d’Italia in Germania Elio Menzione, dal console Generale d’Italia a Francoforte Cristiano Cottafavi e dai principali editori italiani. Seguirà alle 11.30 l’incontro con la stampa nella Room Effekt nella Halle 3.C East Side della Buchmesse: questa sarà l’occasione per presentare cifre, tendenze e prospettive sullo stato dell’editoria in Italia a cura dell’Ufficio studi Aie. I primi dati: la vendita di diritti all’estero cresce del 16% medio annuo - La vendita di diritti (o le coedizioni con case editrici straniere) cresce del 16% medio annuo (da 1.800 titoli si è passati a 4.629 in dieci anni). Non più solo per narrativa letteraria e d’autore (17%), ma anche di genere (rosa, giallo, fantasy), bambini (25%), saggistica (16%), arte e illustrati (21%). Il settore dei libri per ragazzi, in particolare, rappresenta il segmento di maggior successo internazionale dell’editoria italiana, nella vendita di diritti ma anche nelle coedizioni (sono 1.108). Info: www.Buchmesse.de/en/fbf/  
   
   
MILANO: IL COMUNE LANCIA IL PORTALE OPEN DATA  
 
Dopo l’avvio del progetto wifi, che, al momento, vede oltre 500 hotspot accesi in 250 luoghi della città per facilitare l’accesso alla rete, l’agenda digitale del Comune di Milano si arricchisce di un altro importante tassello: è infatti on line http://dati.Comune.milano.it , il portale Open Data sviluppato internamente dai tecnici delle direzioni Servizi Informativi e Statistica del Comune. Gli Open Data sono gruppi (set) di dati, numerici o geografici, messi a disposizione e liberamente fruibili da tutti. Dati anagrafici e elettorali, sugli esercizi commerciali e le piste ciclabili, sulle piscine e i musei, sui parcheggi d’interscambio e le aree pedonali: sono solo alcuni esempi delle decine di set di dati che verranno progressivamente “liberati” dal Comune sul nuovo portale. Tutti saranno leggibili e interpretabili anche senza l’utilizzo di software proprietari. Parallelamente, l’Amministrazione ha già aperto un profilo Twitter dedicato (http://twitter.Com/opendatamilano), come primo luogo e momento di dialogo con gli utenti al fine di migliorare costantemente l’offerta di open data. “Con il portale Open Data – ha dichiarato Cristina Tajani, assessore allo Sviluppo economico che ha recentemente ricevuto dal Sindaco la delega alla Statistica - rendiamo più trasparente l’azione dell’Amministrazione, ampliamo la conoscenza della città per migliorare la nostra vita quotidiana e offriamo a ricercatori e commentatori strumenti per valutare l’azione della Pubblica amministrazione. Non solo, favoriamo concretamente la conoscenza del territorio a chi vuole creare opportunità d’impresa o, anche e più semplicemente, applicazioni informatiche, come apps, utili ai cittadini. Si tratta di un’opportunità importante, come dimostrato in altre realtà europee, un concreto volano di sviluppo economico e occupazionale. Nei prossimi giorni apriremo anche una fase di ricerca di partnership tecniche e finanziarie, come ulteriore spinta per favorire le ricadute positive sul territorio”. A tal proposito un recente studio della Commissione europea (http://ec.Europa.eu/information_society/policy/psi/docs/pdfs/opendata2 012/open_data_communication/en.Pdf) ha stimato in 40 miliardi di euro l’anno nei 27 paesi dell’Unione i vantaggi economici derivanti dalla “liberazione” massiccia di dati provenienti da enti pubblici. In Spagna, invece, un report di una commissione governativa http://www.Ontsi.red.es/ontsi/en/estudios-informes/characterization-study-infomediary-sector-june-2011 definisce tra i 550 e i 650 milioni di euro il volume di affari associato al rilascio di dati da parte del governo nazionale e in circa 5mila i posti di lavoro associati al riutilizzo di dati. Voglio infine sottolineare – ha aggiunto l’assessore – che questo progetto è stato realizzato all’interno del Comune, valorizzando le competenze presenti nell’Amministrazione e utilizzando le norme che prevedono il riuso dei sistemi informatici tra soggetti pubblici”  
   
   
FINANZA AGEVOLATA E RISOLUZIONE ALTERNATIVA DELLE CONTROVERSIE: PROTOCOLLO TRA L’ORDINE DEI COMMERCIALISTI DI MILANO E GLI ESPERTI DEL BIC PER SUPPORTARE LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
Il Protocollo d’Intesa interessa 8 mila commercialisti e 285mila imprese: consulenze mirate alle Pmi per ottenere finanziamenti e risolvere velocemente i contenziosi Nuove opportunità per le piccole e medie imprese del territorio milanese grazie a un accordo siglato oggi tra l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano e il Bic La Fucina di Sesto San Giovanni che renderà più facile l’accesso delle imprese alle informazioni relative a bandi, progetti, finanziamenti e ai servizi di giustizia alternativa per la risoluzione delle controversie. I commercialisti informeranno i propri clienti sulle opportunità di finanza agevolata relative a bandi nazionali ed europei grazie al supporto del Bic che offrirà servizi di consulenza per partecipare ai bandi stessi. L’ordine dei Commercialisti fornirà informazioni sul funzionamento della risoluzione alternativa delle controversie (arbitrato, conciliazione e risoluzione online delle liti) alle piccole e medie imprese che si avvalgono dei servizi del Bic. L’accordo interessa 8 mila commercialisti che lavorano con 285mila imprese. L’amministratore delegato di Bic La Fucina, Roberto Di Stefano spiega: “Grazie a questa stretta collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti, il Bic si rivolge ad una platea più ampia di piccole e medie imprese e mette a disposizione dei Commercialisti nuove opportunità di business. Le nostre consulenze, solo nel 2011, hanno consentito alle imprese di accedere a 894mila euro di contributi a fondo perduto e 986mila euro di finanziamenti a tasso agevolato. Si conferma pertanto il ruolo del Bic come strumento di supporto della Provincia di Milano per le Pmi locali.” Il Presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà conferma: “Grazie al dinamico tessuto imprenditoriale, che ci consente di produrre il 10% del prodotto interno lordo nazionale, Il Milanese costituisce il motore economico del Paese. Per questa ragione, accordi come quello siglato quest’oggi, capace di affiancare le nostre aziende alla luce della difficile congiuntura, permetterà al nostro territorio non solo di creare occupazione ma anche di confermarsi tra le aree più imprenditoriali d’Europa”. Alessandro Solidoro, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano sottolinea: “L’ordine cerca di interpretare le necessità dei propri iscritti e delle aziende che essi assistono quotidianamente. Questa intesa permetterà ai commercialisti di usufruire della importante consulenza del Bic, all’Ordine di fornire in modo più diretto alle piccole e medie imprese strumenti per una rapida risoluzione delle controversie contribuendo al rilancio dell’economia territoriale ”  
   
   
ASSINFORM: PRESENTAZIONE DEI DATI DI MERCATO ICT  
 
Lunedì mattina 15 ottobre, a Milano e in videoconferenza con gli uffici di Roma, il Presidente di Assinform, Paolo Angelucci, coadiuvato dal Direttore, Antonello Busetto, e dal prof. Giancarlo Capitani, Amministratore Delegato di Netconsulting presenteranno i dati di mercato Ict relativi al 1° semestre 2012 e alle previsioni per l’intero 2012. Nel pomeriggio i dati saranno discussi nel Convegno “Innovazione e Crescita tra spread finanziario e spread tecnologico” organizzato da Assinform, alle 14.30, presso Sala di Piazza di Monte Citorio 123/a. (www.Assinform.it/aree_sx/informazioni/eventi/programma_convegno2012_ottobre.htm )  
   
   
CONVEGNO AILOG: DIBATTITO SULLA LOGISTICA DELL´ULTIMO MIGLIO - PROBLEMATICA PROFESSIONALE MA ANCHE SOCIALE  
 
“La logistica dell’ultimo miglio deve risolvere problemi di distribuzione fisica, operando in contesti e con strutture che non sono pensate per le merci: il contributo che il logistico può dare a questa problematica è una sintesi di realismo e di fattibilità, armonizzando le strategie e le regole”: con queste parole Paolo Bisogni, presidente Ailog, ha aperto il convegno “La Logistica dell’Ultimo Miglio”, che ha avuto luogo a Milano. Moderati da Agostino Fornaroli, consigliere direttivo Ailog, vice Presidente Ela (European Logistics Association) e Direttore di Mobilitylab, i lavori sono stati aperti dai rappresentanti delle istituzioni amministrative che hanno esposto i rispettivi punti di vista, in funzione del diverso livello di competenza. Maggiore, naturalmente, il coinvolgimento dei comuni, rappresentati dall’assessore alle Attività Produttive del Comune di Milano, Franco D’alfonso, che ha sottolineato come i problemi della distribuzione delle merci in città impattino sulla vita di tutta la comunità e non possano quindi essere confinati in un ambito professionale: “Non ci possono essere provvedimenti decisivi, ha detto, in quanto è in atto un processo di riorganizzazione delle nostre città: esemplare la scelta della Zona C voluta dall’amministrazione comunale di Milano”. Ha condiviso questa impostazione Giovanni De Nicola, assessore alle infrastrutture, viabilità e trasporti della Provincia di Milano, che ha evidenziato come a livello provinciale occorra omogeneità di regole (divieti, permessi, orari, concessioni) e anche affidabilità (in modo che gli operatori si possano attrezzare e adeguare). Dopo gli interventi di Tito Zavanella (Gea), Eliana Romano (Camera di Commercio di Milano) e Elena Maggi (docente di Economia dei Trasporti Università del Molise), hanno portato le rispettive testimonianze importanti operatori del settore come Kkt e Om Still, mentre Partesa, Tnt e Ptv-tps hanno declinato il tema della logistica dell’ultimo miglio nei rispettivi comparti di attività: il settore delle bevande, la green logistics, le consegne al cliente finale. L´efficienza della logistica urbana è legata d´altra parte anche alla regolamentazione che i comuni operano sulla mobilità delle merci nei centri urbani. A questo proposito Regione Lombardia, nell´ambito del Tavolo per la mobilità delle merci presieduto dall´assessore alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo, sta lavorando con gli operatori della filiera logistica a linee di indirizzo per i comuni, questo al fine di avere regole chiare e semplici da conoscere e rispettare, segnaletica aggiornata, incentivi all´utilizzo ai veicoli meno inquinanti (corsie preferenziali, tariffe ridotte), fasce orarie più ampie (aumentano l’efficienza e riducono costi e inquinamento). Ma come è possibile governare questo processo? Dichiarando gli obiettivi, definendo i parametri, adottando strumenti di misurazione dell’efficienza e della sostenibilità. Ailog Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management rappresenta il punto di incontro e di riferimento per i professionisti della logistica. Ailog si propone di individuare le soluzioni finalizzate al perseguimento dell’efficienza logistica nei rapporti tra produzione, distribuzione, servizi e infrastrutture. Sempre attenta alle tematiche di formazione, Ailog organizza congressi, convegni e seminari di approfondimento. Conta oltre 1000 soci, appartenenti ad aziende private ed enti pubblici il cui fatturato complessivo è di circa 250 miliardi di euro  
   
   
LUSSEMBURGO, PRIORITÀ ALLE VITTIME: ADOTTATA LA NUOVA LEGGE EUROPEA CHE RAFFORZA I DIRITTI DELLE VITTIME DI REATO  
 
Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia della Commissione europea, ha espresso viva soddisfazione per l’adozione della nuova legge europea destinata a rafforzare la tutela dei diritti delle vittime di reato in tutta l’Unione europea - secondo le stime, 75 milioni di persone ogni anno. La direttiva Ue sui diritti delle vittime di reato è stata adottata oggi dal Consiglio dei ministri, dopo che il Parlamento europeo si era già pronunciato a favore delle nuove norme con un voto a larga maggioranza (611 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni) (Memo/12/659). La nuova direttiva sancisce i diritti minimi delle vittime, riconosciuti ovunque nell’Unione europea a prescindere dal paese in cui queste si trovano (Ip/11/585). “I sistemi giudiziari penali degli Stati membri dell’Unione si sono finora focalizzati troppo sull’autore del reato e non abbastanza sulla vittima. Grazie a questa nuova legge europea, i diritti delle vittime saranno rafforzati. Nessuno si augura di essere vittima di un reato, ma se dovesse accadere, i cittadini dovrebbero poter contare sulla certezza che godranno degli stessi diritti di base ovunque nell’Unione europea”, ha dichiarato Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la Giustizia. “Secondo le stime, ogni anno il 15% degli europei, ossia circa 75 milioni di persone nell’Ue, sono vittime di un reato. Con 12 milioni di europei che vivono un paese dell’Ue diverso da quello d’origine e un miliardo di viaggi effettuati dai cittadini all’interno dell’Unione ogni anno, si può affermare che questa nuova legge europea contribuirà a ridurre le sofferenze di tantissime persone. Si tratta di un risultato epocale e di un segnale forte di quanto fa l’Europa per i diritti dei cittadini”.  
   
   
FIERA VIRTUALE PER IL SETTORE LEGNO-ARREDO E DESIGN - 27-29 NOVEMBRE  
 
la Camera di Commercio di Monza e Brianza, in collaborazione con Promos/camera di Commercio di Monza e Brianza, sta organizzando la prima Fiera Virtuale per il settore Legno-arredo e Design, che avrà luogo dal 27 al 29 novembre La fiera virtuale permetterà alle aziende espositrici di promuoversi in uno scenario internazionale, senza spostamenti fisici, rimanendo al proprio pc. Accedendo al sito internet http://www.Ifurndesign.com/ si può realizzare il proprio stand virtuale, caricandovi materiale promozionale, foto, cartelloni, filmati e prodotti in 3D. Un proprio avatar che si muove, manovrato da pc, tra stand virtuali, incontra buyer e visitatori del singolo stand, scambia con loro biglietti da visita, parla in chat e via skype e presenta cataloghi, fotografie e video dei prodotti dell´azienda. I settori a cui la fiera si rivolge sono: camere da letto; guardaroba; sale da pranzo e soggiorni; mobili da ingresso; imbottiti; cucine; mobili per bagno e complementi; mobili per ufficio; mobili da giardino e da esterno; illuminazione da esterni ed interni. Attraverso la propria rete di uffici esteri, Promos promuoverà la fiera presso buyers, studi di architettura, general contractors e distributori nei paesi che sono stati individuati come target: paesi Ue; Russia; Turchia; Israele; Emirati Arabi Uniti. Info, costi, modalità di acquisto e realizzazione dello stand virtuale (entro il 25 ottobre): http://www.Ifurndesign.com/    
   
   
PRIVACY: CASSETTE BANCARIE DI SICUREZZA “SELF SERVICE” CON LE IMPRONTE DIGITALI  
 
Sì del Garante, ma il dato biometrico criptato deve essere solo nella smart card del cliente Il Garante privacy ha autorizzato una banca ad installare un sistema automatizzato per la gestione delle cassette di sicurezza che consente ai clienti, attraverso l’uso delle impronte digitali, l’accesso tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24, senza l’intervento del personale dell’istituto di credito. Il sistema, sottoposto a verifica preliminare dell’Autorità, non comporta la creazione di un archivio centralizzato di dati biometrici, poiché l’impronta digitale, o meglio il codice numerico (template) da essa ricavato alla prima rilevazione, è conservato esclusivamente nella smart card in possesso del cliente. Per accedere alle cassette di sicurezza il cliente deve procedere alla propria “autenticazione” mediante un codice Pin e il confronto tra la propria impronta digitale e il template memorizzato sulla smart card. A quanti, invece, non vogliono o non possono avvalersi del sistema di riconoscimento biometrico sarà comunque garantita una modalità di accesso alternativo alle cassette di sicurezza, in tal caso però fruibile solo durante l’orario di sportello e previa identificazione personale. Nel dare il via libera al progetto, l’Autorità ha ritenuto lecito e proporzionato il trattamento di dati biometrici dei clienti, ai quali va richiesto un consenso scritto. In particolare è lecita – secondo il Garante - la finalità perseguita dalla banca di voler innalzare il livello di sicurezza e poter così coniugare la tutela dei beni conservati nelle cassette con l’utilità di garantire alla clientela un servizio continuativo. Il trattamento inoltre – sempre a parere del Garante - è risultato proporzionato, poiché non è prevista la conservazione dei dati biometrici in archivi centralizzati ma il dato criptato dell’impronta è memorizzato esclusivamente nella smart card. All’istituto di credito è stato inoltre prescritto di informare chiaramente i clienti della possibilità di un accesso alternativo alle cassette di sicurezza senza rilevazione delle impronte e di notificare all’Autorità il trattamento dei dati biometrici prima dell’inizio delle operazioni. La banca dovrà infine designare per iscritto il personale incaricato del trattamento dei dati e fornire loro adeguate istruzioni alle quali attenersi  
   
   
PRIVACY: LOTTA CONTRO IL CANCRO – SI DEL GARANTE AL REGISTRO DEI TUMORI DEL VENETO  
 
Sì del Garante alla richiesta di parere avanzata dalla Regione Veneto sul regolamento che reca norme per il funzionamento del Registro dei Tumori. L’autorità ha però chiesto maggiori tutele per i dati dei malati. Il regolamento consentirà finalmente di attuare la legge Regionale del 16 febbraio 2010 n. 11, che prevede l’istituzione di diversi registri di interesse sanitario, tra i quali appunto quello dei tumori. Sarà così possibile raccogliere dal territorio dati essenziali per la ricerca sul cancro, allo scopo di descriverne l’incidenza, le cause, la mortalità e i trattamenti più efficaci, anche mediante studi epidemiologici. Il Regolamento prevede che i medici del Servizio sanitario regionale (Ssr), dopo aver informato i malati affetti da neoplasie, raccolgano in un’apposita scheda i loro dati anagrafici e sanitari. Le informazioni registrate verranno trasmesse, con periodicità mensile, alle strutture sanitarie che, a loro volta, trasmetteranno telematicamente i dati al Registro regionale. Il personale incaricato di trattare i dati del Registro potrà comunque alimentarlo e aggiornarlo richiedendo le informazioni alle Ulss e ad altre strutture sanitarie o accedendo direttamente ai loro archivi, previa stipula di apposite convenzioni, che dovranno essere sottoposte alla valutazione del Garante privacy. Tutte le trasmissioni e le comunicazioni di dati dovranno avvenire nel rispetto di alti standard di sicurezza. I dati sanitari contenuti nel Registro verranno infatti trattati mediante codici identificativi, in modo tale da tutelare l’identità e la riservatezza dei malati. Saranno previste, inoltre, rigorose misure, quali, in particolare, l’uso del certificato digitale (per identificare le postazioni di lavoro utilizzate per i trattamenti dei dati), l’utilizzo di canali di trasmissione protetti, la cifratura dei dati con chiave asimmetrica, la conservazione dei log delle operazioni effettuate e sistemi di “strong authentication”. I dati raccolti nel Registro potranno essere pubblicati, a fini statistici, solo in forma aggregata, rendendo impossibile l’identificazione, anche indiretta, dei malati. Sui dati del Registro potranno essere condotti studi anche in collaborazione con Università, Enti, Istituti di ricerca e società scientifiche. I dati potranno essere comunicati ai Registri tumori di altre Regioni, se legittimamente istituiti, previe apposite convenzioni, che dovranno garantire adeguati livelli di protezione dei dati. Il personale incaricato di trattare i dati del Registro dovrà rispettare precise regole di condotta, analoghe al segreto professionale, anche quando non sia tenuto per legge. Sarà vietato, infine, utilizzare dispositivi automatici che consentano di consultare i dati in forma massiva  
   
   
PRIVACY: “CENTRALI RISCHI” - I DATABASE DEVONO ESSERE AGGIORNATI  
 
I ritardi di due rate, poi sanati, vanno cancellati dopo un anno I dati registrati nei Sistemi di informazioni creditizie (Sic), le vecchie “centrali rischi” private, devono essere esatti e puntualmente aggiornati. Le informazioni su ritardi nella restituzione di un prestito quando riguardano non più di due rate poi pagate, non possono essere conservate oltre un anno. Il principio è stato affermato dal Garante per la privacy intervenuto a seguito del ricorso di un cittadino che si era rivolto all’Autorità ritenendo illegittima la presenza del suo nominativo in un Sic oltre il temine previsto dal codice deontologico. Nonostante, infatti, una prima richiesta di cancellazione indirizzata, come prevede la normativa, dal ricorrente direttamente alla “centrale rischi” privata, la segnalazione continuava ad essere presente nel data base della società, l’archivio elettronico nel quale confluiscono informazioni sui cittadini che chiedono un prestito personale o un mutuo e al quale accedono banche e finanziarie per verificarne l’affidabilità e la solvibilità prima di concedere finanziamenti. E’ stato quindi necessario l’avvio di un’istruttoria e l’invito del Garante a soddisfare le richieste del ricorrente per far attivare la centrale rischi, che dopo aver effettuato una verifica con la società finanziaria che aveva segnalato i ritardi nei pagamenti, ha aggiornato il rapporto di credito, censendolo senza alcuna segnalazione di insolvenza. Poiché la centrale rischi ha cancellato le informazioni negative, l’Autorità ha dichiarato non luogo a provvedere sul ricorso, ma ha comunque addebitato al Sic le spese del procedimento, determinate in 500 euro, da rifondere direttamente al ricorrente  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: I PASSEGGERI DI VOLI COMPRENDENTI PIÙ TRATTE IN SUCCESSIONE DEVONO ESSERE RISARCITI PER NEGATO IMBARCO, QUANDO QUEST’ULTIMO È DOVUTO AD UN RITARDO IMPUTABILE AL VETTORE PER IL PRIMO VOLO  
 

La compensazione pecuniaria per negato imbarco riguarda non soltanto le situazioni di sovraprenotazione, ma anche quelle connesse ad altre ragioni, segnatamente operative

Il regolamento in materia di compensazione ed assistenza ai passeggeri  riconosce taluni diritti ai passeggeri di voli in partenza o a destinazione di un aeroporto situato in uno Stato membro. Esso definisce il «negato imbarco» come il rifiuto da parte di un vettore aereo di trasportare passeggeri non consenzienti benché si siano presentati in tempo all’imbarco con una prenotazione confermata. Tuttavia il regolamento prevede casi in cui un rifiuto siffatto da parte del vettore può essere giustificato. Eccetto tali casi, i passeggeri hanno diritto ad una compensazione pecuniaria immediata, al rimborso del prezzo del biglietto o all’imbarco su un volo alternativo verso la loro destinazione finale nonché all’assistenza durante il periodo di attesa del volo successivo.

Il sig. Rodríguez  Cachafeiro e la sig.ra Martínez-Reboredo Varela-Villamor hanno acquistato ciascuno dalla compagnia aerea Iberia un biglietto aereo per il tragitto La Coruña – Santo Domingo. Tale biglietto comprendeva due voli: il volo La Coruña – Madrid e il volo Madrid – Santo Domingo. Essi hanno registrato i loro bagagli direttamente per la loro destinazione finale al banco di registrazione dell’Iberia dell’aeroporto di La Coruña dove sono state loro rimesse le carte di imbarco corrispondenti ai due voli uno di seguito all’altro.

Il primo volo ha subìto un ritardo di un’ora e 25 minuti. In previsione del fatto che tale ritardo avrebbe implicato che i due passeggeri in questione perdessero la coincidenza a Madrid, l’Iberia ha annullato le loro carte di imbarco per il secondo volo. Nonostante tale ritardo, al loro arrivo a Madrid, essi si sono presentati alla porta d’imbarco mentre la compagnia effettuava l’ultima chiamata per i passeggeri, ma il personale dell’Iberia ha loro impedito l’imbarco per il motivo che le loro carte di imbarco erano state annullate ed i rispettivi posti erano stati assegnati ad altri passeggeri. Essi hanno atteso il giorno successivo per essere trasportati a Santo Domingo con un altro volo ed hanno raggiunto la loro destinazione finale con 27 ore di ritardo.

Considerando che la compagnia Iberia avesse loro negato l’imbarco senza valida ragione, essi hanno adito la giustizia spagnola chiedendo la condanna della compagnia aerea al versamento di una compensazione di EUR 600 ciascuno, come prevista dal regolamento per i voli extracomunitari superiori a 3 500 chilometri. Nel corso del procedimento, l’Iberia ha fatto valere che la situazione in parola non costituiva un negato imbarco, ma una coincidenza persa – che non comporta alcuna compensazione – in quanto la decisione di negato imbarco non era imputabile ad una sovraprenotazione, ma al ritardo del volo precedente.

In tali circostanze il giudice nazionale chiede alla Corte di giustizia se la nozione di «negato imbarco» riguardi esclusivamente le situazioni in cui i voli sono stati oggetto di una sovraprenotazione iniziale o se la nozione di cui trattasi possa estendersi ad altre situazioni.

Nella sua sentenza odierna la Corte dichiara che la nozione di «negato imbarco» riguarda le situazioni di sovraprenotazione, ma anche quelle connesse ad altre ragioni, segnatamente operative.

Questa interpretazione deriva non soltanto dal tenore letterale del regolamento, ma anche dall’obiettivo da esso perseguito, cioè quello di garantire un livello elevato di protezione per i passeggeri. Infatti, allo scopo di ridurre il numero di negati imbarchi a passeggeri contro la loro volontà, troppo elevato, il legislatore dell’Unione ha adottato nel 2004 una nuova normativa che conferisce un significato più ampio alla nozione di negato imbarco, ricomprendendovi l’insieme delle ipotesi in cui un vettore rifiuta di trasportare un passeggero. Pertanto, limitare la nozione di «negato imbarco» ai soli casi di sovraprenotazione avrebbe per effetto, in pratica, di diminuire sensibilmente la protezione accordata ai passeggeri privandoli di qualsiasi protezione anche se si trovano in una situazione, come quella della sovraprenotazione, che non è loro imputabile, il che sarebbe contrario all’obiettivo del legislatore.

Peraltro, il regolamento prevede i casi in cui il negato imbarco è dovuto a ragionevoli motivi, quali ad esempio motivi di salute o di sicurezza ovvero documenti di viaggio inadeguati. Orbene, la Corte considera che un negato imbarco come nel caso di specie non può essere assimilato a ragioni siffatte, poiché il motivo del rifiuto non è imputabile al passeggero. Viceversa il rifiuto in parola sarebbe imputabile, in ogni caso, al vettore. Infatti, o quest’ultimo si trova all’origine del ritardo del primo volo da esso stesso operato, o ha erroneamente considerato che i passeggeri non sarebbero stati in grado di presentarsi in tempo per l’imbarco sul volo successivo, oppure ancora ha proceduto alla vendita di biglietti concernenti voli in successione per cui il tempo a disposizione per il transito era insufficiente. La Corte ritiene quindi che un vettore aereo non possa estendere sensibilmente le ipotesi nelle quali avrebbe diritto di negare in maniera giustificata l’imbarco ad un passeggero, il che sarebbe contrario all’obiettivo perseguito dal regolamento. Pertanto i negati imbarchi connessi a ragioni operative sono rifiuti ingiustificati che consentono di far valere i diritti conferiti dal regolamento.

(Corte di giustizia dell’Unione europea, Lussemburgo, 4 ottobre 2012, Sentenza nella causa C-321/11, Germán Rodríguez Cachafeiro, María de los Reyes Martínez-Reboredo Varela-Villamor / Iberia, Líneas Aéreas de España SA)

 
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: NUOVO REGOLAMENTO DI PROCEDURA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA  
 
A fronte di un contenzioso in costante aumento, contrassegnato da una netta predominanza dei rinvii pregiudiziali, la Corte adegua le proprie norme di procedura al fine di riservare maggiore attenzione alle peculiarità di questo contenzioso, rafforzando nel contempo la propria capacità di decidere entro un termine ragionevole il complesso delle cause promosse dinanzi ad essa Mediante la novellazione del proprio regolamento di procedura, che entrerà in vigore il 1° novembre 2012, la Corte intende anzitutto adeguarsi all´evoluzione del contenzioso promosso dinanzi ad essa. Nonostante le ripetute modifiche di cui è stato oggetto, il regolamento di procedura della Corte non ha subito, in effetti, modificazioni fondamentali della propria struttura sin dalla sua adozione iniziale, il 4 marzo 1953. Questo regolamento riflette tuttora la preponderanza dei ricorsi diretti (che, nella maggior parte dei casi, vedono di fronte una persona fisica o giuridica o uno Stato membro, da un lato, e un´istituzione dell´Unione, dall´altro), mentre in realtà, e fatta eccezione per i ricorsi per inadempimento e per alcune categorie particolari di ricorso di annullamento, questo tipo di cause si pone oggi ampiamente al di fuori della competenza della Corte. Nel 2012 sono i rinvii proposti in via pregiudiziale dai giudici degli Stati membri a rappresentare quantitativamente la prima categoria di cause sottoposte alla Corte. Il nuovo regolamento di procedura ha lo scopo di riflettere meglio questa realtà, dedicando a questi rinvii un titolo specifico e rendendone al tempo stesso le norme più complete e più chiare, sia per le parti in causa che per i giudici nazionali. Un secondo scopo centrale della novella riflette la volontà della Corte di continuare gli sforzi avviati già da diversi anni per tutelare la capacità dell´organo giurisdizionale, a fronte di un contenzioso sempre più gravoso, di risolvere le cause in tempi ragionevoli. Il nuovo regolamento di procedura introduce pertanto diverse misure che dovrebbero agevolare un trattamento rapido ed efficace delle cause. Tra queste occorre ricordare, in particolare, la facoltà per l´organo giurisdizionale di adottare una decisione al fine di limitare la lunghezza delle memorie o delle osservazioni scritte depositate o la maggiore flessibilità dei presupposti che consentono alla Corte di adottare un´ordinanza motivata, segnatamente quando una questione proposta in via pregiudiziale da un giudice nazionale non lascia spazio a nessun ragionevole dubbio. Le nuove norme contengono inoltre diverse innovazioni significative per quanto concerne la fase orale del procedimento. Qualora si ritenga sufficientemente edotta, in base alla lettura delle memorie o delle osservazioni scritte depositate dalle parti, la Corte infatti non sarà più tenuta, in linea di principio, ad organizzare un´udienza dibattimentale, ciò che dovrebbe consentirle di statuire in termini più brevi sulle cause. Il nuovo regolamento di procedura prevede peraltro, quando viene organizzata un´udienza, la facoltà della Corte di invitare le parti a incentrare le loro arringhe su una o più questioni determinate o di organizzare un´udienza comune a più cause della stessa natura, vertenti sul medesimo oggetto. Viceversa, viene abbandonata la relazione d´udienza, fonte di costi e di ritardi nel trattamento delle cause. Parallelamente agli scopi menzionati, il nuovo regolamento di procedura mira inoltre a chiarire le norme e le prassi esistenti. Una distinzione più netta viene pertanto introdotta tra le norme applicabili a tutti i tipi di ricorso e quelle proprie a ciascuno di essi (rinvii pregiudiziali, ricorsi diretti e impugnazioni), mentre tutti gli articoli del nuovo regolamento sono oggetto di una numerazione e di un titolo specifici, che ne agevolano l´individuazione. In materia pregiudiziale, va sottolineato che il nuovo regolamento di procedura contiene ora una disposizione che enuncia il contenuto minimo indispensabile di qualsiasi domanda di pronuncia pregiudiziale nonché una disposizione relativa all´anonimato, circostanza che dovrebbe aiutare i giudici nazionali nella redazione dei loro rinvii, garantendo nel contempo un migliore rispetto della vita privata delle parti in causa nel procedimento principale. In materia di impugnazioni, il regolamento del 2012 chiarisce il regime delle impugnazioni incidentali, proposte in risposta a un´impugnazione iniziale: d´ora in poi queste dovranno essere sempre proposte con separata istanza, il che dovrebbe agevolare il loro successivo trattamento da parte della Corte. Infine, la novella del regolamento di procedura realizza una semplificazione delle norme esistenti, o abrogando alcune norme desuete o inapplicate, o modificando le modalità di trattamento processuale di determinate cause. Si può citare, ad esempio, la semplificazione delle norme relative all´intervento degli Stati membri e delle istituzioni dell´Unione, la designazione, per un anno, di una sezione incaricata delle cause di riesame, oppure le modalità meno rigide per il trattamento delle domande di parere, per cui si prevede ora la partecipazione di un solo avvocato generale (e non più di tutti gli avvocati generali della Corte). Indubbiamente, nessuna delle citate misure consente, considerata da sola, di moderare la tendenza all´aumento del numero delle cause, sempre più complesse, o la durata del loro trattamento. Ciò nondimeno, la Corte rimane convinta che l´introduzione di queste misure – che giungono appena poche settimane dopo l´adozione delle modifiche del protocollo sullo Statuto della Corte di giustizia dell´Unione europea, le quali hanno portato alla creazione della funzione di vicepresidente e all´ampliamento della composizione della Grande Sezione a 15 giudici, e che si inseriscono nel solco della decisione della Corte di istituire, a partire dall´ottobre 2012, una nuova sezione di cinque giudici e una nuova sezione di tre giudici – costituisce il mezzo più sicuro per consentirle di continuare ad assolvere la sua missione di garantire, in tempi ragionevoli, il rispetto del diritto nell´interpretazione e applicazione dei trattati