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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Febbraio 2009
IL CCR TIENE TRACCIA DELLE NUOVE TENDENZE NELLA DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Sono sempre più numerosi i genitori che ricorrono alla diagnosi genetica preimpianto (Pgd) per non trasmettere le malattie genetiche da cui sono affetti ai propri figli. Il Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea ha organizzato un workshop dedicato a questa tematica, spesso controversa, in occasione del meeting annuale della American Association for the Advancement of Science tenutosi a Chicago (Usa). Tra gli oratori c´era Dolores Ibarreta del Ccr, che segue ormai da alcuni anni le tendenze nell´ambito della Pgd in Europa. Prima di partire per gli Stati Uniti, la dottoressa Ibarreta ha parlato al Notiziario Cordis della sua attività. La diagnosi genetica preimpianto richiede lo svolgimento in laboratorio di alcuni test sugli embrioni per identificare quali di questi dispongono della versione sana del gene in questione, per poi essere impiantati nell´utero della madre. Per esempio, c´è stato recentemente il caso di una famiglia nel Regno Unito, dalla cui anamnesi risultavano numerosi casi di cancro al seno, che ha sottoposto gli embrioni a test relativi al gene Brca1. Le donne portatrici di mutazioni a livello del gene Brca1 sono maggiormente esposte al rischio di sviluppare il tumore al seno. La bambina nata in seguito alla Pgd non presenta questo gene difettivo ed è pertanto meno esposta delle altre donne della sua famiglia al rischio di sviluppare una neoplasia di questo genere. Un paio d´anni fa il Ccr ha presentato una relazione sulla Diagnosi Genetica Preimpianto in Europa, rivelando che sono circa 50 i centri sparsi per l´Europa ad offrire servizi di Pgd relativi a svariate patologie. Un elevato numero di pazienti che si sono sottoposti ai trattamenti offerti in questi centri provenivano dall´estero o per motivi dettati dalla maggiore economicità dei test rispetto al paese di origine o perché in quest´ultimo era vietata questa metodologia diagnostica. Dal rapporto emerge un dato preoccupante: le coppie risultano essere state seguite poco e non esistono schemi in grado di garantire i necessari standard qualitativi. Cosa è cambiato rispetto ad allora? "Quando abbiamo redatto la nostra relazione non era ancora entrata in vigore la direttiva europea in materia di Pdg, mentre ora alcuni dei problemi allora individuati sono in fase di risoluzione," ha detto la dottoressa Ibarreta a Notiziario Cordis. Per esempio, adesso è necessario che i centri che offrono questi esami siano accreditati e si lavora anche allo sviluppo di piani, specifici per questa tecnica, volti a garantire il rispetto di elevati standard qualitativi, ha aggiunto. Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento delle tipologie di test offerti, in particolare test relativi alle patologie dell´età adulta come il morbo di Huntington, o relativi ai geni associati a un aumentato rischio di cancro, ha spiegato la dottoressa Ibarreta, che ritiene che questa tendenza si affermerà nel tempo. Alcuni si sono detti preoccupati della possibilità che la Pdg possa portare alla nascita di un consistente numero di "bambini su misura", ma la dottoressa Ibarreta lo esclude. "Chi desidera un figlio (e si sottopone a questi test) vuole prevenire una malattia" spiega, sottolineando che questo tipo di procedure è disciplinato da regolamentazioni ferree in tutto il territorio europeo. "Si accetta la Pdg per questo motivo e non credo ce ne possano essere altri. Quando ci si sottopone alla Pdg, è necessario ricorrere alla fertilizzazione in vitro che è una tecnica molto complessa che prevede l´assunzione di ormoni da parte della madre. Per questo motivo ritengo che si sottopongano a Pdg solo le persone consapevoli di avere un´anamnesi famigliare che lo richiede. " Esistono inoltre preoccupazioni, non supportate scientificamente, relative agli effetti di questa tecnica sul ruolo positivo esercitato da alcune anomalie genetiche sulla nostra salute. Per esempio, le persone portatrici di una copia del gene della fibrosi cistica presentano una maggiore resistenza al colera e ad altre patologie a carico dell´intestino, mentre chi è portatore del gene della malattia di Tay Sachs è più resistente alla tubercolosi. Nel frattempo, la dottoressa Ibarreta afferma che servono più ricerche per avere traccia della crescita di questo tipo di servizi e valutare lo stato di salute, sul lungo termine, dei bambini nati in seguito a questo trattamento. Per ulteriori informazioni, visitare: Istituto per gli studi prospettivi tecnologici del Ccr: http://ipts. Jrc. Ec. Europa. Eu/ Meeting annuale dell´Aaas: http://www. Aaas. Org/meetings/ .  
   
   
UN NUOVO STUDIO RIACCENDE IL DIBATTITO SULLE PRIME TRACCE DI VITA SULLA TERRA  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2009 - Un nuovo studio contraddice una teoria controversa che colloca le prime tracce di vita sulla Terra su di un affioramento roccioso della piccola isola di Akilia nel sud-ovest della Groenlandia. Il team composto da scienziati svedesi, australiani e americani sostiene che le interpretazioni precedenti della struttura e della geocronologia della roccia non sono corrette e che essa "non può contenere la prova della prima forma di vita sulla Terra", erroneamente datata a 3,85 miliardi di anni fa. La formazione della roccia, un affioramento dell´isola largo cinque metri, fu studiato per la prima volta nel 1996. Allora la ricerca aveva scoperto che conteneva grafite con livelli impoveriti di carbonio-13 (13C). Siccome la forma più leggera di carbonio, il carbonio-12 (12C), è l´isotopo preferito nei processi biologici, livelli più bassi di 13C possono essere interpretati come segni dello svolgimento di tali processi, e di conseguenza segni di vita. Nel caso delle rocce di Akilia, nell´affioramento c´erano intrusioni trasversali fatte da rocce ignee. Ovviamente la roccia che risulta tagliata trasversalmente deve essere più antica della roccia che si insinua nelle aperture. Quando quest´ultima fu fatta risalire ad almeno 3,85 miliardi di anni fa, si concluse che la grafite conteneva effettivamente le prime tracce di vita sulla Terra. Questa teoria però è sempre stata piuttosto controversa: si pensa che la stessa Terra abbia un´età di circa 4,5 miliardi di anni. Una forma di vita abbastanza complessa da frazionare il carbonio 3,8 miliardi di anni fa avrebbe dovuto avere origine anche prima di tale momento, durante l´eone Adeano (da 3,8 a 4,5 miliardi di anni fa). Eppure l´eone Adeano è considerato come un ambiente estremamente ostile alla vita. Questo nuovo studio, che sarà pubblicato sul Journal of the Geological Society ed è stato condotto da Martin J Whitehouse presso il museo svedese di storia naturale, sostiene che le intrusioni trasversali tra diversi tipi di rocce o gneiss sono il risultato dell´attività tettonica. Rappresentano una frattura deformata e di conseguenza non forniscono alcuna informazione riguardo l´età della grafite stessa. "Deformazioni multiple ed eventi metamorfici di alto grado, verificatisi ad intermittenza nel corso di oltre un miliardo di anni della storia della Terra, hanno conferito una struttura molto complessa alle prime rocce archeane su Akilia riguardo le quali si è ripetutamente sostenuto che (1) rappresentano i primi sedimenti di acqua e (2) contengono la prima forma di vita della Terra," dicono i ricercatori. "In conseguenza di tali eventi, non si rilevano in nessuna parte di Akilia rapporti diretti tra intrusioni databili e gneiss considerati di origine sedimentaria. " I ricercatori continuano affermando che: "Il contatto tra tali gneiss è tettonico e quindi le loro età relative sono sconosciute. Episodi multipli di intrusioni e deformazioni dello gneiss tonalitico [igneo] precedono le prime composizioni e strutture delle deformazioni osservate nello gneiss mafico e ultramafico. Sebbene sia stato in precedenza interpretato come una stratigrafia vulcano-sedimentaria, lo gneiss non mostra segni di tale origine e potrebbe essere dovuto in tutto o in parte ad intrusioni ignee. " L´analisi delle stesse rocce contenenti grafite non ha fornito alcuna prova che esse risalissero ad un´epoca anteriore ai 3,67 miliardi di anni, concludono Whitehouse e i suoi colleghi. Secondo i ricercatori, "Le rocce di Akilia non forniscono alcuna prova che esistesse la vita nel 3,82 Ga [Gigaannum, 1. 000. 000. 000 anni] o prima, o prima del 3,67 Ga, o che ci fossero segni di vita in generale. " Per ulteriori informazioni, visitare: Journal of the Geological Society: http://www. Geolsoc. Org. Uk/jgs/ .  
   
   
GASLINI E REGIONE LIGURIA IN SOCCORSO DEI BIMBI PALESTINESI  
 
Genova, 23 Febbraio 2009 - Una delegazione composta dal sindaco di Hebron Khaled Osaily, dal console del Libano per il Nord Italia Gaber Hani e dalla Regione Liguria ha visitato il 19 febbraio l´Istituto Giannina Gaslini di Genova. La visita, guidata dal direttore sanitario del Gaslini Silvio Del Buono si è svolta presso le Unità Operative Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione e Cardiochirurgia. La delegazione è stata in seguito ricevuta dal direttore generale dell´Istituto pediatrico genovese, dottor Antonio Infante, che ha dichiarato la propria disponibilità a siglare un accordo di collaborazione per assicurare ai bambini palestinesi cure adeguate e di alta specialità, delle quali il Gaslini rappresenta un punto d´eccellenza internazionale, e avviare percorsi di formazione per medici e sanitari palestinesi, nell´ambito di un accordo con l´assessorato alla Sanità della Regione Liguria che aveva stanziato 50. 000 euro per l´invio di aiuti umanitari nella regione di Gaza. Quanto sopra allo "scopo di consolidare la posizione del Gaslini quale di polo d´eccellenza per i paesi del Medio Oriente, dell´Europa orientale e del sud del Mondo, sia accogliendo i bambini a Genova, sia attraverso missioni e collaborazioni nei paesi dove più elevato è il bisogno" ha spiegato Antonio Infante. "La missione del Gaslini, che è nato cosmopolita e internazionale - conclude Infante - è quella di assicurare l´assistenza sanitaria a tutti i bambini bisognosi senza distinzioni di sesso, religione o nazionalità". In dettaglio, l´intesa punta a favorire lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini palestinesi, attraverso il trasferimento a Genova di pazienti nei casi più complessi, la creazione di rapporti diretti fra le strutture sanitarie dei due paesi, e processi formativi per il personale medico e paramedico presso il Gaslini. In programma anche consulenze a distanza e una attività di telemedicina. La Regione Liguria contribuirà all´iniziativa attraverso il fondo destinato alle aziende sanitarie per interventi di alta specialità su cittadini extracomunitari, in particolare nelle fascia pediatrica. "Siamo pronti - ha detto l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - come ho riferito ieri nel corso dell´incontro con il sindaco di Hebron, Khaled Osaily, a svolgere un ruolo concreto, inviando medici che potranno prestare le loro cure nella striscia di Gaza e collaborare all´invio di materiali necessari per la prima emergenza". .  
   
   
SALUTE / PROT.SOCIALE FVG: PRESENTAZIONE DEL ´LIBRO VERDE´  
 
Trieste, 23 febbraio 2009 - La Regione Friuli Venezia Giulia sta lavorando al nuovo Piano sociosanitario 2010-2012. In vista di questo impegno, negli Indirizzi pluriennali delle politiche sanitarie, sociosanitarie e sociali, la Giunta guidata da Renzo Tondo ha delineato i principi ispiratori e i temi principali del nuovo Piano, definendo il modo in cui si desidera procedere per rendere migliori le risposte alle esigenze di salute e di assistenza dei cittadini. Esistono in ogni caso alcuni aspetti che richiedono approfondimenti e verifiche di fattibilità. Per consentire ai diversi ´attori´ del sistema di partecipare attivamente a scelte che incidono sull´intera popolazione, e dunque vanno affrontate con senso di responsabilità, di solidarietà, di civiltà, la Regione ha individuato uno strumento nuovo, un ´libro verde´ sul futuro del sistema sociosanitario. Il documento, intitolato "La vita sana nella società responsabile" raccoglie le indicazioni programmatiche e i temi portanti da affrontare e si rivolge, nel contempo, a tutti i soggetti istituzionali e sociali, ai professionisti, alle associazioni e anche ai singoli cittadini, per raccogliere suggerimenti ed elaborare, attraverso una consultazione pubblica, soluzioni condivise. Strutturato su dodici linee strategiche, ognuna delle quali sintetizza la situazione attuale e i problemi aperti, indica i possibili interventi da realizzare e propone domande laddove le opzioni di intervento appaiono molteplici, il ´libro verde´ sarà presentato ufficialmente a Trieste, giovedì prossimo 26 febbraio, nel palazzo della Giunta regionale di piazza Unità (ore 14. 30). All´appuntamento sono stati invitati amministratori pubblici (sindaci, presidenti di Provincia e consiglieri regionali); i vertici delle Aziende sanitarie ed ospedaliere e degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico; i presidenti di Federsanità Anci e della Conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria; i rettori delle Università di Trieste e Udine e i presidi delle due facoltà di medicina e chirurgia; i responsabili dei distretti e dei servizi sociali dei Comuni. Ad illustrare finalità e percorso del ´libro verde´ saranno l´assessore alla Salute e protezione sociale, Vladimir Kosic, e Fabio Samani, dell´Agenzia regionale della Sanità, mentre le prime conclusioni, dopo una ´finestra´ aperta sulle domande dei presenti, saranno tratte dallo stesso presidente della Regione, Renzo Tondo. Si aprirà così una fase di consultazione che durerà circa due mesi, per chiudersi il prossimo 30 aprile. Una consultazione cui chiunque potrà contribuire, inviando suggerimenti e proposte tramite le pagine web sul sito www. Libroverde. Fvg. It, inviando una mail all´indirizzo libroverde@regione. Fvg. It, per posta ordinaria a Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Direzione Centrale della Salute e della Protezione Sociale - Riva Nazario Sauro, 8 - 34124 Trieste oppure a Agenzia Regionale della Sanità - Via Pozzuolo, 330 - 33100 Udine, nonché via fax (ai numeri 0432 805680 o 040 3775523). Parallelamente nel periodo delle consultazioni pubbliche, saranno organizzati anche dei ´focus group´ su temi specifici. "Accoglieremo le osservazioni di tutti - annuncia l´assessore Kosic, ricordando che comunque non potranno essere presi in considerazione contributi anonimi - perché quello che vogliamo realizzare insieme è un sistema sociosanitario di qualità più vicino ai cittadini, più semplice, più tempestivo, più equo, più efficiente, più incisivo nelle potenzialità e nella partecipazione del capitale professionale". .  
   
   
BASILICATA: SANITA’, PRESENTATO IL RAPPORTO CEIS  
 
Potenza, 23 febbraio 2009 - “Il dossier che oggi presentiamo evidenzia come in Basilicata i “piccoli numeri” siano diventati punti di forza fondati su sostenibilità e innovazione, i cui effetti si riversano su uno scenario in cambiamento. ” Lo ha detto l’assessore alla Salute Antonio Potenza, che il 20 febbraio ha introdotto i lavori di presentazione del “Rapporto Ceis sul Sistema Sanitario lucano 2008”, risultato di un progetto di collaborazione scientifica tra il Dipartimento Salute della Regione Basilicata e il Centro di Studi Economici ed Internazionali dell’Università Tor Vergata di Roma. La Ricerca per la Basilicata costituisce “un esame per individuare situazioni virtuose ed aspetti critici su cui impostare le prossime scelte della programmazione socio-sanitaria regionale. I cambiamenti in atto come il riassetto organizzativo e territoriale, che ha ridotto il numero delle Asl lucane da 5 a 2, rappresentano una sfida – ha continuato Potenza - per mantenere una sanità virtuosa e delineano un’importante prospettiva di modernizzazione dei servizi in sintonia con le esigenze del territorio, di elevazione delle condizioni di qualità dei servizi, di maggiore sicurezza degli stessi attraverso logiche di razionalizzazione dei fattori produttivi e della spesa. Con la riforma, le Aziende sanitarie sono chiamate a fronteggiare le sfide dei prossimi anni, che richiederanno di coniugare la razionalizzazione della spesa pubblica con le specificità derivanti da mutati bisogni della collettività derivanti soprattutto dall’invecchiamento della popolazione, dalle condizioni di bassa autosufficienza nonché dalle opportunità offerte dalle nuove tecnologie biomediche e dagli strumenti della società dell’informazione su cui la Regione ha investito negli anni”. Partendo dagli aspetti strutturali del sistema sanitario lucano, il Rapporto Ceis ha esaminato i trend del finanziamento e della spesa sanitaria, le condizioni di efficienza e qualità delle Aziende Sanitarie, gli effetti del governo della medicina generale rispetto agli obiettivi di appropriatezza delle cure, gli strumenti messi in campo per l’aggregazione degli acquisti di beni e servizi, l’integrazione socio-sanitaria fino a giungere ad alcune stime degli impatti economici della spesa e degli investimenti del settore salute. E’ emerso che in Basilicata i livelli di mortalità "evitabile" sono inferiori alla media nazionale (le malattie dell´apparato cardiocircolatorio sono la prima causa di morte, seguite dai tumori) ma si registra una forte presenza di disabilità e di cronicità, in particolare per le donne, a cui si aggiunge un elevato tasso di invecchiamento della popolazione (78 anni la speranza di vita nel 2006, rispetto ai 75 del 1995). La persistente flessione demografica causata anche dalla scarsa natalità registra un progressivo fenomeno di invecchiamento; la Basilicata fronteggia i problemi socio-economici tipici delle regioni del Sud ma “primeggia”per invecchiamento rapido. Il tasso di disoccupazione, per età, della Basilicata pur rimanendo al di sotto del livello nazionale registra valori confortanti rispetto al Meridione. C’è da lavorare sull’ospedalizzazione diurna ma l’offerta erogata per le discipline di riabilitazione e lungodegenza è, comunque, in sensibile crescita. Per via delle caratteristiche morfologiche della regione, inoltre, è presente una forte mobilità passiva, ma dalla Campania, Puglia e Calabria ci si rivolge alle strutture sanitarie lucane. La Basilicata, inoltre, tra il 2001 e il 2006 è al di sotto della media nazionale per i finanziamenti ricevuti (con un´assegnazione di 1. 681 euro pro capite): la spesa pubblica lucana è passata da 701 milioni di euro nel 2001 a 901 del 2007, in linea con la media italiana. La spesa sanitaria assorbe in Basilicata l’11% del Pil regionale. .  
   
   
LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE PER I PAZIENTI ONCOLOGICI IN UN PROGETTO DI REGIONE LOMBARDIA DI CUI È CAPOFILA LA ASL MI2 IN SINERGIA CON IL DIPARTIMENTO ONCOLOGICO PROVINCIALE DELL’AZIENDA OSPEDALIERA DI MELEGNANO  
 
 Vizzolo Predabissi, 23 febbraio 2009 – Garantire la continuità assistenziale per i malati oncologici durante l’intero percorso diagnostico e terapeutico, dall’ospedale al territorio, fino al ritorno a casa. Questo l’obiettivo del progetto avviato dall’Asl Mi2 e dalle Strutture Specialistiche Oncologiche del Xii Dipartimento Interaziendale Provinciale Oncologico (Dipo), approvato e supportato da Regione Lombardia. Operativo dall’inizio di ottobre 2008, il progetto è giunto ora ad una prima fase di valutazione dei risultati, da cui sono emerse alcune difficoltà comunicative tra gli specialisti ospedalieri ed i Medici di Medicina Generale (Mmg). Non sempre, infatti, nella relazione di dimissione venivano indicati con chiarezza i passaggi successivi pianificati per il paziente, creando quindi una discontinuità del percorso assistenziale, con evidenti conseguenze sulla qualità del trattamento del paziente. Superate e chiarite queste difficoltà, il progetto procede e coinvolge i reparti di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera di Melegnano rappresentati dalla Struttura Complessa del presidio di Gorgonzola, che garantisce in Day Hospital oltre 3500 ingressi l’anno oltre a circa 900 ricoveri in degenza ordinaria, e dalla Struttura Semplice di Medicina Oncologica di Vizzolo che assicura un quasi analogo carico assistenziale. Partecipano inoltre il Policlinico San Donato e l´Istituto Clinico Humanitas (Irccs) di Milano con i loro reparti di degenza e di Day Hospital. Lo strumento utilizzato in prima istanza per favorire e rendere possibile la continuità assistenziale tra l’ospedale ed il territorio, è quello della lettera di dimissione, consegnata al paziente ed al Medico di Medicina Generale. Questa lettera è rispondente ad una serie di standard di qualità che sono stati elaborati e condivisi dagli oncologi ospedalieri e che, a loro volta, fanno riferimento ai noti standard internazionali elaborati dalla Joint Commission (Jc). Il paziente viene posto al centro del sistema dell’offerta sanitaria in un’ottica di integrazione tra le diverse figure professionali a vario titolo coinvolte nel percorso di cura, anche dopo la dimissione. L’interrelazione si rende possibile in forza dell’ efficace sistema di comunicazione fondato appunto sulla lettera di dimissione. In questo modo è possibile condividere la modalità più idonee a trasferire le informazioni che riguardano il paziente. Dall’inizio di ottobre 2008, dunque, tutti i reparti di Oncologia hanno adottato la stessa lettera di dimissioni, strutturata in modo da permettere un’ottimale condivisione dei contenuti da parte di tutti gli attori, dal personale ospedaliero al medico di famiglia, fino al malato e ai suoi famigliari. Nell’ottica di un completo coordinamento professionale, si è inoltre stabilito che il responsabile della cura sia sempre chiaramente identificato, sia quando è il medico ospedaliero, sia quando la presa in carico passa al Medico di Medicina Generale, dopo la dimissione. Questa figura deve essere nota a tutti gli operatori coinvolti. Un secondo e qualificante aspetto è dedicato alla valutazione ed al trattamento del dolore. In ottobre si è tenuto un corso, a cura di Regione Lombardia, in cui gli operatori sanitari, medici ed infermieri, hanno potuto confrontarsi su questo importante problema, che affligge la qualità di vita del malato oncologico nella quasi totalità dei casi, condividendo gli strumenti di misurazione del dolore e definendo un protocollo di trattamento. E’ infatti importante che nell’ambito del Dipo siano applicate scale di misurazione e di trattamento del dolore che portino ad un’uniformità dell’assistenza in tutte le strutture. Le ricadute operative del progetto, che si sono dimostrate in grado di modificare i comportamenti assistenziali a favore del paziente, e di migliorare la collaborazione dei medici e degli operatori curanti, sono state così positive da indurre i responsabili a riproporre l’iniziativa anche per il prossimo anno. .  
   
   
BILANCIO DELLA SANITA´: VARATI ALCUNI PROVVEDIMENTI DI RAZIONALIZZAZIONE DEI COSTI LE RISORSE DISPONIBILI PER LA GESTIONE DELLA SANITA´ PIEMONTESE PER IL 2009  
 
Torino,23 febbraio 2009 - Con l’approvazione del bilancio di previsione per il 2009 e l’accordo Stato-regioni per il riparto del fondo sanitario nazionale, è stato definito il quadro delle risorse disponibili per la gestione della sanità piemontese per il 2009. Si tratta in tutto di circa 8 miliardi e 200 milioni (comprese le entrate dirette delle aziende) con un incremento complessivo di 120 milioni rispetto al 2008, che si stima però serviranno in larga parte a coprire il costo dei rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato. L’assegnazione alle aziende sanitarie, quindi, sarà sostanzialmente pari a quella disposta lo scorso anno, con una distribuzione che terrà ovviamente conto delle variazioni demografiche e istituzionali nel frattempo intervenute. In questo quadro, per consentire gli interventi di sviluppo nel campo dell’assistenza socio-sanitaria già in programma, l’Assessorato alla tutela della salute e sanità ha ritenuto indispensabile rafforzare alcune le misure di razionalizzazione dei costi, con una serie di indirizzi ai direttori generali delle aziende sanitarie. Tre gli obiettivi a cui si punta: contenere le prestazioni a rischio di inappropriatezza, controllare i prezzi delle prestazioni e dei beni da acquistare, controllare l’efficienza operativa delle aziende sanitarie. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, in particolare, fino alla definizione del budget 2009, si dispone il blocco totale delle assunzioni di personale amministrativo (dirigenti e comparto) in qualsiasi forma, compresi i rinnovi degli interinali, ad eccezione delle figure addette al call center del Sovracup di Torino. Dal provvedimento sono escluse le stabilizzazioni del personale precario e le assunzioni delle categorie protette ex legge 68/99. Il blocco sarà assoluto per le Asl che derivano dall’accorpamento di più aziende, mentre le altre potranno ricorrere a forme di mobilità interaziendale. Ed ancora, per le aziende che abbiano superato il tetto di spesa massimo per il personale 2008, le assunzioni di addetti al ruolo tecnico sarà possibile solo per i profili di operatore socio sanitario (o. S. S. ), di assistente sociale e di personale che svolga «funzioni uniche o infungibili». Per quanto riguarda, invece, i costi di produzione, oltre ai risparmi attesi dagli acquisti aggregati di beni e di servizi, si chiede ai direttori generali di continuare nello sviluppo della distribuzione diretta dei farmaci e del ricorso ai generici, così come, sul fronte dell’assistenza protesica e integrativa, di adottare provvedimenti per il riuso dei materiali forniti ai cittadini e di attivare azioni di controllo dei prezzi. Inoltre, per una prima attuazione del sistema regione di technology assessment, viene disposto che in tutti i casi di acquisizione di attrezzature e apparecchiature sanitarie di ogni tipologia di valore superiore a 50 mila euro occorra la preventiva valutazione della Regione. Quanto poi all’acquisto di prestazioni di ricovero e di specialistica ambulatoriale dai privati, si stabilisce che la spesa complessiva per l’anno in corso non possa essere superiore a quella registrata nel 2008. Sul fronte dell’assistenza ospedaliera, infine, verrà organizzata una serie di incontri tra la Direzione regionale della sanità e le singole aziende per concordare le possibili azioni di miglioramento della gestione di presidi, con particolare attenzione alla verifica dello stato di attuazione del processo di dipartimentalizzazione in atto. A questo proposito, si evidenzia la necessità di elevare a 20 letti la soglia minima di unità di degenza con autonoma dotazione di personale non medico, ferma restando l’autonomia tecnico-professionale delle diverse discipline non accorpate. Sono escluse da questo vincolo le unità di degenza di rianimazione, di terapia intensiva, di unità coronarica, di terapia intensiva neonatale, grandi ustionati, malattie infettive, per detenuti, i servizi psichiatrici di diagnosi e cura, nonché i posti letto di carattere sub-intensivo a diretto supporto dell’attività di pronto soccorso. .  
   
   
SANDRI (VENETO) E KOSIC (FVG) SCRIVONO A SOTTOSEGRETARI SU FORMAZIONE SPECIALITA’ MEDICHE. SANDRI: “SERVE PIU’ ATTENZIONE ALLE REALI NECESSITA’ DELLE REGIONI”  
 
Venezia, 23 febbraio 2009 - Gli Assessori regionali alla Sanità del Veneto, Sandro Sandri, e del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, hanno scritto ai Sottosegretari alla Salute Ferruccio Fazio e Francesca Martini una lettera congiunta in materia di attribuzione dei contratti di formazione delle specialità mediche, chiedendo, in particolare, che nel Decreto nazionale di attribuzione di tali contratti, prossimo all’adozione, si tenga conto quanto più possibile dell’effettivo fabbisogno rilevato dalla Regioni. Sandri e Kosic, nella loro lettera, rilevano con preoccupazione “la circostanza, verificatasi in passato, dell’attribuzione di un numero di contratti in esubero rispetto alle necessità di alcune specialità, ancorchè in presenza di una quota di fabbisogno di professionalità non soddisfatto” e rappresentano “l’esigenza che i fabbisogni numerici concordati a livello locale tra Regioni e Università, e successivamente espressi ai Dicasteri competenti, risultino coincidenti, al fine di contenere le disomogeneità finora verificatesi e nell’auspicio che l’esito delle procedure in argomento consenta di reperire le professionalità e le risorse per una gestione efficace e sostenibile del sistema di assistenza sanitaria”. “Questa importante azione comune – fa notare Sandri – è un esito immediato del vertice che abbiamo tenuto ieri a Mestre, incontrando anche gli esponenti delle Università venete e friulane. Proprio da qui sono emerse delle evidenti incongruità tra i fabbisogni formativi individuati nelle nostre Regioni in accordo con le Università, e i contratti di formazione delle specialità mediche che ci vengono assegnati a livello nazionale. Mi sembrerebbe sensato – aggiunge Sandri – che si tenesse maggiormente conto delle reali necessità, che nessuno meglio delle Regioni può individuare nei propri territori, in collaborazione con le proprie Università. Non ha infatti senso che vengano assegnati in giro per l’Italia contratti per specialità di cui non c’è bisogno, mentre quelle che servono rimangono scoperte, come in molti casi nel nostro Veneto. Sono certo – conclude Sandri – che questo nostro appello verrà valutato con la necessaria attenzione: in fondo è interesse di tutti, tanto delle Regioni, quanto del Governo, che i contratti di specialità attivati corrispondano alle reali necessità e non ad altri criteri”. .  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DEL MOLISE STANZIA 32 MILIONI DI EURO PER LA SICUREZZA DELLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE  
 
Campobasso, 23 febbraio 2009 - La Giunta Regionale ha varato, su proposta dello stesso Presidente della Regione, Michele Iorio, un corposo e complesso programma di interventi per la ristrutturazione e la messa a norma delle strutture sanitarie di proprietà dell´Asrem. Ammontano a 32 milioni di euro i fondi stanziati dall´Esecutivo per la tutela e la sicurezza nei posti di lavoro in tutti gli ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali del Molise. "Con questo corposo intervento – ha detto il Presidente Iorio – abbiamo un grosso Piano di messa in sicurezza di tutte le nostre strutture sanitarie pubbliche. Adeguamenti e manutenzioni necessari a dare al nostro Sistema Sanitario una qualità infrastrutturale idonea a fornire servizi e prestazioni efficaci ed efficienti ai cittadini". .  
   
   
OSPEDALI LAZIALI, DA REGIONE DIRETTIVA PER OTTIMIZZARE L´USO DEI POSTI LETTO  
 
Roma, 23 febbraio 2009 - Utilizzare meglio i posti letto disponibili per eliminare le attese nei pronto soccorsi degli ospedali romani. E’ questo il senso di una direttiva inviata a firma del Direttore regionale dell’Assessorato Sanità ai Direttori generali delle Asl e di tutte le Aziende ospedaliere a gestione diretta, universitarie e Irccs. La nota invita i Dg a disporre, con decorrenza immediata, iniziative utili a favorire il ricovero dei pazienti da pronto soccorso, limitando al 20% il numero massimo dei ricoveri di degenza ordinaria d’elezione, con priorità per i casi più complessi e gravi. Per verificare l’applicazione puntuale della direttiva, l’assessorato ha istituito una Commissione, composta da due dirigenti di Asl e un esperto dell’Agenzia di Sanità Pubblica, incaricata di effettuare ispezioni giornaliere presso tutti i presidi ospedalieri. Gli esiti dei controlli saranno trasmessi alla Direzione regionale della sanità in tempo reale, in modo da valutare l’adozione di ulteriori provvedimenti di carattere straordinario. A questo provvedimento, volto a decongestionare la rete dell’emergenza, si aggiungeranno in tempi brevi gli effetti concreti dell’intesa raggiunta il 6 febbraio con le Case di cura,che disciplina in modo uniforme l’utilizzo di una riserva di posti letto nei periodi di grande criticità. “E’ questa la prima risposta - ha detto il vicepresidente della Giunta regionale del Lazio, Esterino Montino - alla richiesta avanzata dai medici dell’urgenza e dai cittadini in merito al sovraffollamento dei Pronto soccorso. L’obiettivo è di ottimizzare l’uso dei posti letto e per questo abbiamo istituito la Commissione, che già dai prossimi giorni verificherà nelle corsie il rispetto delle indicazioni regionali. Il sistema dell’emergenza, infatti, presenta problemi strutturali che vengono da lontano: il sovraffollamento dei pronto soccorso si ripete da anni nel periodo invernale con le stesse modalità e a prescindere dal numero dei posti letto attivi. Con l’integrazione del piano delle rete ospedaliera a cui si sta lavorando, questi problemi antichi troveranno una soluzione adeguata”. .  
   
   
SALUTE FVG: PIÙ FONDI A RICERCA APPLICATA A PRATICA CLINICA  
 
Basovizza (Trieste), 23 febbraio 2009 - L´amministrazione del Friuli Venezia Giulia intende investire sempre più maggiori risorse nelle attività di ricerca sperimentale biomolecolare, i cui risultati possano essere rapidamente trasferibili alla pratica clinica, a tutto beneficio della salute della popolazione. Lo ha annunciato l´assessore regionale alla Salute, Vladimir Kosic, intervenendo 20 il 20 febbraio all´Area Science Park di Basovizza (Trieste) alla tavola rotonda "Opportunità di sviluppo in tema di ricerca per la salute pubblica", organizzata dal Consorzio per il Centro di Biomedicina molecolare. Ricordando come anche il Governo nazionale, tramite il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio, abbia comunicato l´intenzione di premere l´acceleratore sugli investimenti nella ricerca definita "traslazionale", in grado cioè di tradurre gli studi in risultati clinici, l´assessore Kosic ha precisato che la Giunta regionale avvierà una riflessione per valutare l´ipotesi di vincolare a questa finalità anche una parte dei fondi della Legge sull´Innovazione. "Investire in questo tipo di ricerca, più vicina alla terapia in quanto offre al clinico-ricercatore la possibilità di trarre nuovi stimoli dal lavoro al letto del malato e di applicare le nuove conoscenze, è un imperativo etico", ha detto l´assessore, rimarcando l´impegno a "far entrare la ricerca e le conquiste della scienza nella cultura politica di chi governa la sanità". Alla tavola rotonda, moderata da Maria Cristina Pedicchio, presidente del Centro di Biomedicina Molecolare, struttura ´ponte´ tra ricerca e impresa nel campo delle biotecnologie applicate alla medicina, era presente anche Guido Rasi, direttore generale dell´Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Nel suo intervento Rasi ha evidenziato come in Italia siano ancora insufficienti sia gli investimenti in campo farmaceutico che gli studi clinici. Così come non appare adeguato il raccordo tra ricerca, sperimentazione e sviluppo di nuovi farmaci, fino al loro utilizzo sui malati. Da qui appunto la necessità di destinare maggiori risorse ed energie nella ricerca applicata, rigorosamente "coniugando gli aspetti della spesa - ha detto - all´effettiva produzione di salute", e di "promuovere una classe di medici particolarmente esperti nella sperimentazione". Sia Kosic che Rasi hanno in ogni caso rimarcato come il Friuli Venezia Giulia sia su questi aspetti, a livello nazionale, un modello particolarmente avanzato, potendo contare su Università e Aziende ospedaliere di eccellenza, su due istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, il Cro di Aviano, e il "Burlo" di Trieste, per i quali ricerca e assistenza rappresentano la ´mission´ istituzionale, e sul Centro di Biomedicina Molecolare. Un territorio che dunque, grazie al suo elevato potenziale di sperimentazione clinica, può costituire, assieme ad altre tre o quattro realtà regionali abbastanza avanzate, il nucleo di una rete che operi a fianco dell´Aifa per - ha concluso Rasi - "proporre nel contesto farmaceutico internazionale il sistema italiano come centro credibile e affidabile per la sperimentazione clinica". Alla tavola rotonda sono intervenuti anche i direttori scientifici del Cro e del "Burlo", Paolo De Paoli e Giorgio Tamburlini, che hanno illustrato gli studi clinici condotti nei due istituti. .  
   
   
CONVEGNO SU FEDERALISMO E CONTINUITÀ ASSISTENZA  
 
 Trieste, 23 febbraio 2009 - "Federalismo sanitario e continuità dell´assistenza: le proposte di Federsanità Anci Fvg e Veneto", è il tema del convegno interregionale che si tiene oggi con inizio ore 9. 00, nella sede della Fondazione Crup (via Manin 15) ad Udine, organizzato da Federsanità Anci-federazioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, in collaborazione con le rispettive Regioni, a conclusione della prima fase di un articolato percorso di approfondimento sulle esperienze realizzate. Nell´occasione gli assessori regionali alla Salute e Protezione sociale del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, e del Veneto, Sandro Sandri, interverranno alla tavola rotonda su "Federalismo sanitario e collaborazione interregionale". A loro i presidenti di Federsanità Anci Fvg, Giuseppe Napoli, e del Veneto, Roberto Vendrasco, assieme a Paolo Saltari, direttore generale Ospedale di Pordenone, e Angelo Lino Del Favero, coordinatore del Forum permanente dei direttori generali di Federsanità Anci, consegneranno il documento di studio e valutazione delle esperienze assistenziali attuate dalle due regioni che ha coinvolto una ventina di dirigenti di diversi Ospedali, Ass/usl, Aziende servizi alla Persona, case di riposo e altre strutture socio-sanitarie. Si tratta della conclusione della prima parte di un percorso avviato nel settembre 2007 a Portogruaro e proseguito con tre convegni a Rovigo, Precenicco e Trieste e seminari tecnico scientifici presso gli ospedali di Pordenone, Treviso, Padova e presso l´Usl di Asolo. .  
   
   
SALUTE, DOPO L´ORDINE DEI MEDICI DI GENOVA E DELLA LIGURIA ANCHE LE PROFESSIONI SANITARIE RIGETTANO IL PACCHETTO SICUREZZA  
 
Genova, 23 Febbraio 2009 - Dopo l´Ordine dei Medici di Genova e la Federazione regionale degli Ordini liguri anche le altre professioni sanitarie rigettano il disegno di legge del Governo relativo al pacchetto sicurezza che impone agli operatori sanitari di denunciare gli immigrati clandestini. Questa mattina i rappresentanti del Collegio degli infermieri, assistenti sanitari e vigilatrici d´infanzia (Ipasvi), dei tecnici di radiologia, dell´Ordine degli psicologi, degli assistenti sociali e del Collegio delle ostetriche liguri si sono riuniti insieme all´assessore alla salute della Regione Liguria, Claudio Montaldo per denunciare il provvedimento che non è ancora stato definitivamente approvato, ma che fa già sentire i suoi effetti nella riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e in generale ai servizi sanitari del territorio. "In questi ultimi tempi - ha spiegato Carmelo Galliano del Collegio Ipasvi della provincia di Genova - si è registrata una pericolosa riduzione degli accessi non solo ai pronto soccorso, ma anche ai servizi pediatrici da parte delle mamme con bambini che può essere collegata a questa ipotesi di norma. Per questo, come infermieri, vogliamo lanciare un messaggio di tranquillità a tutti i cittadini assicurando loro che utilizzeremo le norme di garanzia del codice deontologico delle professioni mediche per fornire a tutti l´assistenza adeguata e i diritti fondamentali". Un grido di allarme diffuso anche dagli assistenti sociali, dai tecnici di radiologia e dalle ostetriche e ribadito dall´assessore alla salute, Claudio Montaldo che rimarca:" si tratta di una norma sbagliata, inumana e anche pericolosa, in quanto in carenza di assistenza le persone possono aggravarsi con rischi pesanti per la salute pubblica, pensiamo solo al caso di tbc che si è verificato". Anche l´assessore alla Salute conferma i segnali preoccupanti derivanti dalla riduzione degli afflussi alle strutture pubbliche da parte degli immigrati. "Ci è stato segnalato un caso - ha detto l´assessore - di un immigrato che sta seguendo una terapia oncologica che non si è più recato in ospedale". Le norme contro cui la Regione Liguria e i rappresentanti delle professioni sanitarie liguri stanno protestando non sono ancora state approvate, "nel caso lo fossero - aggiunge Montaldo - siamo pronti ad assumere un´iniziativa regionale per contrastarle, essendo la sanità di competenze anche delle regioni, fino ad arrivare alla Corte Costituzionale, nel frattempo invito tutti alla mobilitazione attraverso l´affissione, nelle strutture sanitarie, di cartelli in cui si comunica che non si denuncia nessuno, come è stato fatto in alcuni pronto soccorso liguri". .  
   
   
GASLINI E REGIONE LIGURIA IN SOCCORSO DEI BIMBI PALESTINESI  
 
Genova, 23 Febbraio 2009 - Una delegazione composta dal sindaco di Hebron Khaled Osaily, dal console del Libano per il Nord Italia Gaber Hani e dalla Regione Liguria ha visitato il 19 febbraio l´Istituto Giannina Gaslini di Genova. La visita, guidata dal direttore sanitario del Gaslini Silvio Del Buono si è svolta presso le Unità Operative Pronto Soccorso, Anestesia e Rianimazione e Cardiochirurgia. La delegazione è stata in seguito ricevuta dal direttore generale dell´Istituto pediatrico genovese, dottor Antonio Infante, che ha dichiarato la propria disponibilità a siglare un accordo di collaborazione per assicurare ai bambini palestinesi cure adeguate e di alta specialità, delle quali il Gaslini rappresenta un punto d´eccellenza internazionale, e avviare percorsi di formazione per medici e sanitari palestinesi, nell´ambito di un accordo con l´assessorato alla Sanità della Regione Liguria che aveva stanziato 50. 000 euro per l´invio di aiuti umanitari nella regione di Gaza. Quanto sopra allo "scopo di consolidare la posizione del Gaslini quale di polo d´eccellenza per i paesi del Medio Oriente, dell´Europa orientale e del sud del Mondo, sia accogliendo i bambini a Genova, sia attraverso missioni e collaborazioni nei paesi dove più elevato è il bisogno" ha spiegato Antonio Infante. "La missione del Gaslini, che è nato cosmopolita e internazionale - conclude Infante - è quella di assicurare l´assistenza sanitaria a tutti i bambini bisognosi senza distinzioni di sesso, religione o nazionalità". In dettaglio, l´intesa punta a favorire lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini palestinesi, attraverso il trasferimento a Genova di pazienti nei casi più complessi, la creazione di rapporti diretti fra le strutture sanitarie dei due paesi, e processi formativi per il personale medico e paramedico presso il Gaslini. In programma anche consulenze a distanza e una attività di telemedicina. La Regione Liguria contribuirà all´iniziativa attraverso il fondo destinato alle aziende sanitarie per interventi di alta specialità su cittadini extracomunitari, in particolare nelle fascia pediatrica. "Siamo pronti - ha detto l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo - come ho riferito ieri nel corso dell´incontro con il sindaco di Hebron, Khaled Osaily, a svolgere un ruolo concreto, inviando medici che potranno prestare le loro cure nella striscia di Gaza e collaborare all´invio di materiali necessari per la prima emergenza". .  
   
   
SENTENZA DEL TRIBUNALE DEL LAVORO DI BOLZANO SUL CONTRATTO COLLETTIVO DEI MEDICI DI FAMIGLIA  
 
 Bolzano, 23 febbraio 2009 - Nella vertenza riguardo alla competenza del contratto collettivo dei medici di famiglia il Tribunale del lavoro di Bolzano ha emesso oggi una sentenza in base alla quale la Provincia di Bolzano, in quanto datore di lavoro dei 268 medici di famiglia, deve attenersi al contratto collettivo nazionale della categoria e può stipulare un accordo integrativo con i medici di famiglia solamente riguardo agli aspetti consentiti dallo Stato. Il sindacato nazionale dei medici Fimmg, che a livello provinciale rappresenta una minoranza dei medici di famiglia, aveva impugnato davanti al Tribunale del lavoro la competenza della Provincia in materia di contratto dei medici di famiglia. In base a quanto richiesto dalla Fimmg ed in contrasto con quanto avviene nella pratica doveva avere validità a livello provinciale solamente il contratto nazionale. Il Tribunale ha dato oggi, in prima istanza, ragione al sindacato secondo il quale la Provincia Autonoma di Bolzano non ha la completa competenza per la stipula dei contratti collettivi per i medici di famiglia (medici ci medicina generale). Sulla base di una Legge provinciale del 1997 la Provincia ha già stipulato tre di questi contratti e li ha attuati e questo in accordo con la stragrande maggioranza dei medici di famiglia. Secondo il comunicato diramato questo pomeriggio dall’Assessorato provinciale alla sanità ed alle politiche sociali “La sentenza odierna rimescola le carte in questa materia a svantaggio dell’Autonomia e dei cittadini”. La prova di forza sulle competenze in questa materia tra lo Stato e la Provincia pone in rilievo alcune differenze di trattamento previste a livello nazionale e provinciale. Mentre il contratto nazionale in alcuni settori prevede degli onorari molto inferiori per le prestazioni svolte dai medici di famiglia, esso fissa anche un tetto massimo di 1500 pazienti per ogni medico a fronte dei 2000 previsti a livello provinciale. La nota dell’Assessorato provinciale alla sanità ed alle politiche sociali sottolinea che se il contratto nazionale dovesse diventare il punto di riferimento anche a livello provinciale, allora molti pazienti sarebbero costretti a cambiare il loro medico di famiglia. La Giunta provinciale si troverebbe quindi di fronte al problema di reperire un maggior numero di medici di medicina generale in possesso del patentino di bilinguismo. La nota dell’Assessorato si conclude preannunciando che la Giunta provinciale, in una delle sue prossime sedute, prenderà in esame la possibilità di presentare appello avverso la sentenza odierna del Tribunale del lavoro. .  
   
   
BASILICATA: SCOPERTO AD ACERENZA UN RITRATTO DI LEONARDO  
 
Potenza, 23 febbraio 2009 - Ritrovato ad Acerenza un ipotetico ritratto di Leonardo da Vinci. L´opera, presumibilmente del Xvi secolo, potrebbe essere un autoritratto oppure un ulteriore lavoro di Cristofano dell´Altissimo. La tavola, 60 per 44 centimetri, dipinta a olio, è stata ritrovata da Nicola Barbatelli, studioso di storia medievale. Attualmente è affidata alle mani di Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci che dovrà esaminarla e dare certezze in merito. Le analisi storico-artistiche e le indagini scientifiche sul dipinto, che raffigura Leonardo di tre quarti e con il cappello, come il cosiddetto “Autoritratto” degli Uffizi, considerato tale per due secoli, fino a quando, nel 1938, una radiografia ne smentì definitivamente l’autografia leonardiana. Si tratta, per esempio, di accertare se il “Ritratto” lucano sia precedente o successivo a quello fiorentino (olio su tavola, cm 73x58). Rinviando la presentazione nel Museo Ideale di Leonardo a Vinci (momentaneamente chiuso al pubblico a causa di infiltrazioni d´acqua da strutture soprastanti), Vezzosi ha precisato che è stata programmata una mostra dell´inedito ritratto per l´interessamento del sindaco di Vaglio di Basilicata, Giuseppe Musacchio, con la partecipazione degli enti Locali e delle istituzioni culturali della regione. L´esposizione avra´ luogo nel Museo delle Antiche Genti di Lucania, aperto a Vaglio di Basilicata dal 2006. .  
   
   
NEL PALAZZO DELLA PROVINCIA DI BERGAMO - SPAZIO VITERBI FINO AL 14 GIUGNO 50 ICONE RUSSE ECCEZIONALMENTE CONCESSE DAL MUSEO TRETYAKOV DI MOSCA  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - L’esposizione dal titolo L’oro Dell’anima offrirà al visitatore un imperdibile viaggio attraverso cinque secoli, dal Xiv al Xviii, di cultura, storia e spiritualità. Si annuncia come uno degli appuntamenti espostivi di grande interesse, quello che il Palazzo della Provincia di Bergamo ospiterà dal 15 marzo al 14 giugno 2009. Allo Spazio Viterbi, infatti, si terrà la mostra L’oro Dell’anima. Icone russe dal Xiv al Xviii secolo del Museo Tretyakov di Mosca, curata da un comitato scientifico composto da Valentin Rodionov, direttore generale del Museo Tretyakov di Mosca, Nadezhda Bekeneva, Valentina Ukhanova, Elena Burenkova, Evgenija Gra, Tatiana Gubanova, Fernando Noris. L’iniziativa promossa e col patrocinio della Provincia di Bergamo, in collaborazione con il Museo Tretyakov di Mosca, organizzata da Turismo Bergamo, col patrocinio della Curia Vescovile della Diocesi di Bergamo, della Camera di Commercio e la collaborazione dell’Università di Bergamo e della Fondazione Russia Cristiana, presenterà 50 capolavori provenienti dal museo che, con oltre 6. 000 pezzi, rappresenta la collezione più importante al mondo di arte sacra russa. Il percorso espositivo cronologico prende avvio dalla fine del Xiv - inizio del Xv secolo, con la "Natività della Madre di Dio con santi", un tipico esempio delle icone di Novgorod, caratterizzate dai colori intensi e dalle forme precise. Nell’impianto compositivo, la Madonna si staglia su uno sfondo rosso che sembra spingere l´immagine in avanti, ed è attorniata da alcuni santi, considerati dagli abitanti di Novgorod loro protettori nella vita quotidiana e in grado di difenderli dalla furia degli elementi della natura. Un´altra icona della scuola di Novgorod è la Natività di Cristo con Santi della seconda metà del Xv secolo. Esposta per la prima volta nel 1913, attirò immediatamente l´attenzione degli amanti della pittura antica russa e degli studiosi, grazie alla sua ricercata gamma coloristica, nella quale sono presenti non solo le combinazioni di rosso e verde tipiche dell´arte di Novgorod, ma anche sottili gradazioni e sfumature lilla, più dense sugli abiti e più chiare sulle montagne, simbolo del mondo Celeste. La mostra di Bergamo prenderà in esame uno dei fenomeni più originali dell’arte russa, quello cioè delle icone di Pskov. Nonostante fosse anticamente situata nella provincia di Novgorod e appartenente alla sua diocesi, Pskov si orientava verso l´area balcanica, ricca di monasteri ortodossi abitati da pensatori cristiani, con una spiccata propensione ai "sofismi" teologici. E laddove la pittura di icone di Novgorod risultava più vivace, quella di Pskov si caratterizzava per essere più concreta nella sua interpretazione dell´immagine divina. L´espressione festosa degli abitanti di Novgorod si contrapponeva al misticismo di Pskov, al "mistero", alla particolare profondità teologica dell’immagine, esemplificata in mostra da figure come il Cristo Pantocratore, la Madre di Dio e il Giovanni Battista. Tra le iconografie più frequentate dalla pittura sacra russa, vi è quella della Madre di Dio. A Bergamo se ne potranno ammirare vari tipi, dipinti in epoche diverse. Le icone più venerate erano ripetute numerose volte, ma le copie rielaborate dai vari artisti indagavano nuovi limiti sviluppando l’immagine della Madonna verso nuove forme di espressione stilistica. Ad esempio, l’icona della Madre di Dio di Jaroslavl, risalente alla seconda metà del Xv secolo, appartiene al tipo tradizionale della Tenerezza. Le figure della Madre e del Bambino sono tratteggiate da una linea di rara bellezza per la sua perfezione grafica. Il disegno impeccabile e la linea precisa e sottile rendono questa icona un eccellente prodotto dell´arte moscovita, nella quale gli studiosi vedono echi della tecnica di Andrej Rublev (1360-1430), il maggiore pittore russo di icone. Oltre ad Andrej Rublev, anche l’iconografo russo Dionisij, vissuto tra la fine del Xv e l’inizio del Xvi secolo, influenzò notevolmente l’evoluzione dello stile pittorico. A tal proposito, si può notare come nelle icone Trasfigurazione e Nicola di Zarajsk con la vita le proporzioni delle figure siano dipinte “alla maniera di Dionisij”, leggermente allungate, eccezionalmente snelle e leggere; è soprattutto nella gamma coloristica che l´autore della Trasfigurazione cerca di avvicinarsi ai colori della tavolozza del grande maestro. Echi della tradizione di Dionisij si ritrovano inoltre in opere più tarde, della seconda metà del Xvi secolo, come i Menologi di settembre e novembre, e Battesimo. Il Xvii secolo è un epoca di radicali cambiamenti nella storia russa. La Russia non conobbe il Rinascimento europeo, ma la seconda metà del ‘600 ne svolse le stesse funzioni storiche. Nel campo dell´arte, una nuova concezione aveva portato alla ricerca di nuovi ideali artistici, di nuove immagini e nuovi mezzi espressivi. L´arte del Xvii secolo si distingue per la varietà di stili e tendenze, esistenti non solo nella pittura di icone della capitale, ma anche in quella provinciale. In mostra si presenta anche un´icona dal soggetto raro La deposizione della veste di Cristo nella Cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca. Si può affermare che questa è una opera originale di genere storico, poiché rappresenta un fatto reale della storia russa, come la consegna della reliquia cristiana nel 1625 al patriarca Filarete e allo zar Michail Fedorovic che, per lo stato russo rivestì un’enorme importanza spirituale che politica. L´artista più famoso nel Xvii secolo in Russia fu Simon Usakov che era a capo dell´Armeria (di fatto la prima Accademia russa delle arti). È uno dei primi artisti di cui conosciamo in modo abbastanza dettagliato la biografia che è stata ricostruita in base ai documenti conservati all´Armeria. L´iconografia del Salvatore Acheropito di Usakov, il modo di dipingere i dettagli dei volti, aveva all´epoca molti estimatori. Egli usò una nuova tecnica a chiaro scuro per dipingere l’incarnato utilizzando, in questo caso, un colore chiaro. Questa maniera preparò gli artisti russi al passaggio alle finiture (Lasierung, pennellate sempre più trasparenti che fanno vedere i toni sottostanti) nella ritrattistica del Xviii secolo. In questo periodo, quando in Russia sta nascendo un arte laica che diventa dominante, ufficiale, le nuove tendenze pittoriche si fanno strada anche nella pittura di icone. La mostra permetterà quindi di farsi un´idea della profondità spirituale e dell´importanza estetica della cultura antico russa in prospettiva storica. Www. Provincia. Bergamo. It .  
   
   
IN ANTEPRIMA A MILANO I NUOVI PORTALI DELLA CHIESA DI SAN GIACOMO A OROSEI REALIZZATI DA CARMELO LIZZIO E ALFONSO SILBA: UN DOCUMENTO DELL’ARTE SACRA CONTEMPORANEA  
 
Milano, 23 febbraio 2009 - Milano - Biblioteca Umanistica dell’Incoronata Corso Giuseppe Garibaldi, 116 Il prossimo 3 marzo 2009, presso la storica sede della Biblioteca Umanistica dell’Incoronata di Milano, si potranno ammirare in anteprima le formelle realizzate dagli scultori contemporanei Carmelo Lizzio e Alfonso Silba i due nuovi portali della chiesa di San Giacomo Maggiore a Orose, una realizzazione fra le più significative e suggestive dell’arte sacra contemporanea. Nei due portali bronzei di Orosei, gli artisti Carmelo Lizzio e Alfonso Silba hanno saputo tessere un racconto ispirato che celebra il sensus fidei e il genius loci della Chiesa locale, in una sintesi di arte, religiosità e bellezza al servizio della devozione. I portali saranno inaugurati in luglio prossimo durante la festa di San Giacomo. Centrato sui grandi fatti evangelici e sui misteri cristologici della Salvezza è il portale della chiesa, eseguito da Carmelo Lizzio. Il suo lavoro dà rilievo e luce – grazie anche alla tonalità calda della patinatura bronzea, in parte dorata – agli episodi sinottici e cardinali della cronaca neotestamentaria: la Crocifissione (che assume il ruolo di immagine centrale, di focus visuale e simbolico della composizione) e quindi, secondo la cronologia della vita di Gesù, l’Ultima Cena, la Deposizione, la Resurrezione, la discesa dello Spirito Santo. Una logica narrativa stringente, essenziale, assecondata da un linguaggio scultoreo potente, nutrito della somma scuola plastica italiana che da Donatello arriva fino al novecento di Messina. Nel suo modellare armonioso ma sempre icastico, mai ridondante, Lizzio sublima le risorse del lungo e consumato mestiere esprimendosi con disinvoltura, anche in proporzioni eccezionali, come dimostrano gli 8 metri dell’Arcangelo recentemente posto sulla cupola dell’Ospedale San Raffaele a Milano. Dolce e insieme solenne, la porta di Lizzio è un libro aperto che ci richiama agli snodi irrevocabili della redenzione, provocando la coscienza e suscitando la preghiera. Il portale centrale che dà sulla facciata scenografica della chiesa, opera di Alfonso Silba, si snoda come un vero e proprio “racconto” celebrativo, come il film della vita dell’Apostolo patrono della parrocchia e della comunità di Orosei. La narrazione appare fluida, corsiva, “popolare”, offerta con semplicità e immediatezza alla comprensione del fedele. La storia si dipana o meglio s’irradia dall’immagine centrale del Santo, raffigurato secondo gli attributi propri di un’iconografia plurisecolare (in veste di pio viandante, con conchiglia e bordone). Vi si illustrano le pagine salienti della leggenda jacobea: l’arrivo del Santo in Galizia su una barca, le sue sante imprese e soprattutto quella più legata alla vicenda religiosa, alla memoria collettiva delle genti del Golfo di Orosei, episodio che conferma San Giacomo nelle sue vesti di Matamoros: ovvero l’epico scontro del 1806 fra i predoni musulmani e gli abitanti di Orosei, vincitori della battaglia. Silba ci mostra che la battaglia avviene sotto l’egida protettrice di San Giacomo, e il tutto è siglato da un’epigrafe in latino: “S. Jacobe huius opidis/ Orosei specialis patrone/ ora pro nobis”. Ogni singolo evento è racchiuso in una cornice dorata. Il modellato si mostra vivido, mosso, aggraziato, gentile, in un codice figurativo autenticamente sentito. La patina verde-azzurra conferisce all’insieme un clima da fiaba. .  
   
   
GOLF - EUROTOUR IN AUSTRALIA: IL DILETTANTE DANNY LEE BEFFA I PROFESSIONISTI, GRAN RIMONTA DI FRANCESCO MOLINARI (21°)  
 
Roma, 23 febbraio 2009 - Francesco Molinari ha fatto appello a tutto il suo orgoglio e con un gran giro finale in 66 colpi e lo score di 277 (68 71 72 66) ha recuperato 25 posizioni e si è classificato 21° nel Johnnie Walker Classic, il secondo e ultimo torneo del calendario 2009 che l´European Tour ha organizzato in collaborazione con l´Australasia Tour. Sul tracciato del The Vines Resort & Cc a Perth, in Australia, la gara si è conclusa con una grossa sorpresa: infatti ha vinto Danny Lee (271 - 67 68 69 67), diciottenne dilettante neozelandese di origine sudcoreana, che con quattro birdie nelle ultime sei buche ha superato di un colpo il cileno Felipe Aguilar (272 - 68 68 68 68), l´inglese Ross Mcgowan (70 67 65 70) e il giapponese Hiroyuki Fujita (67 68 70 67). Al quinto posto con 273 il francese Raphael Jacquelin e l´inglese John Bickteron, al settimo con 274 gli australiani Adam Blyth e Michael Sim insieme all´inglese Lee Westwood. Hanno deluso le due "stelle" giunte dagli Stati Uniti: Anthony Kim è terminato 25° con 278 andando in altalena sulla graduatoria, mentre il colombiano Camilo Villegas non ha superato il taglio (85° con 143). Molinari dopo otto buche in par ha cambiato marcia e nelle ultime undici ha messo insieme un eagle e quattro birdie. Per lui un assegno di 16. 241 euro, utile per mantenersi al 14° posto della money list con 240. 387 euro di guadagno dopo sei gare disputate, poco più di un quarto di quanto ha intascato in tutta la stagione 2008. Danny Lee è il secondo dilettante a imporsi nell´European Tour, dopo Pablo Martin (Open de Portugal, 2007) e con i suoi 18 anni e 213 giorni è divenuto il più giovane vincitore in assoluto avendo superato il precedente primato del sudafricano Dale Hayes, che aveva 18 anni e 290 giorni quando conquistò il titolo nello Spanish Open del lontano 1971. Lee non è uno sconosciuto, perché lo scorso anno ha fatto suo il prestigioso Us Amateur (5/4 su Drew Kittleson) anche in questo caso con una chicca, ossia togliendo a Tiger Woods la prerogativa di vincitore più giovane: diciotto anni e un mese per Lee, sei mesi e 29 giorni in meno del numero uno mondiale quando nel 1994 conquisto il primo dei tre successi nel torneo. Alla fine dell´Us Amateur Lee è anche salito al vertice del World Ranking dilettanti. Lee è nato nella Corea del Sud il 24 luglio 1990. Quando aveva otto anni i genitori si sono trasferiti a Rotorua, in Nuova Zelanda, di cui è divenuto cittadino a tutti gli effetti lo scorso anno. "Sto sognando - ha detto al termine della gara - e vi prego di non svegliarmi. Ho vinto l´Us Amateur, ma le sensazioni che provo in questa occasione sono assolutamente diverse. Il mio obiettivo era di superare il taglio e classificarmi tra i primi venti, ma oggi ho giocato molto bene e così sono andato ben oltre le aspettative". Essendo amateur, Lee non ha avuto denaro (235. 892 euro di prima moneta su 1. 450. 000 complessivi di premio), ma solo il trofeo: ne hanno beneficiato i tre secondi classificati che, come da regolamento, hanno ricevuto 160,538 euro ciascuno, ossia un terzo della somma dei primi tre premi. Us Pga Tour: Phil Mickelson Torna Al Comando - Phil Mickelson (197 - 63 72 62) ha reagito alla disavventura del secondo turno e con un perentorio terzo giro in 62 colpi è tornato in vetta al Northern Trust Open (´Us Pga Tour), sul percorso del Riviera Cc di Pacific Palisades in California. Ha messo una seria ipoteca su quello che potrebbe essere il suo primo titolo stagionale e il 35° in carriera dall´alto dei quattro colpi di margine che vanta nei confronti dell´argentino Andres Romero (201 - 66 70 65) e dei cinque sul gruppetto al terzo posto formato da Fred Couples, Scott Mccarron, dal sudafricano Rory Sabbatini e dal coreano K. J. Choi. Non hanno più chances l´australiano Geoff Ogilvy, 16° con 206, l´attuale leader della money list Kenny Perry, 25° con 207, il sudafricano Retief Goosen, 42° con 210, il canadese Mike Weir e l´altro sudafricano Ernie Els, 51. I con 211, e Jim Furyk, 58° con 212. Il montepremi è di 6,3 milioni di dollari con prima moneta di 1. 134. 000 dollari. Portuguese Amateur Championship: Bertasio E Motta Decimi - Nino Bertasio e Leonardo Motta sono al decimo posto con 144 colpi e gli stessi parziali di 73 e 71 dopo il secondo giro del Portuguese International Amateur Championship, che si sta svolgendo con qualche difficoltà sul percorso del Troia Golf Championship Course a Grandola, nei pressi di Lisbona, in Portogallo. Il torneo, infatti, è in ritardo sulla tabella di marcia, a causa di sospensioni per nebbia, e il secondo giro è stato completato nel corso della terza giornata. Rischiano di non superare il taglio, che lascerà in gara i primi 40 classificati (120 partecipanti) dopo 54 buche, Andrea Chiapuzzo, 58° con 151 (75 76), Nunzio Lombardi, 100° con 156 (79 77), e Joon Kim, 116° con 160 (80 80). Il sesto azzurro iscritto, Claudio Vigano, non ha potuto prendere il via per infortunio. Guida la graduatoria con 137 l´olandese Jurrian Van der Vaart (68 69), tallonato a un colpo dall´inglese Sam Hutsby (138 - 72 66) e dal norvegese Anders Kristiansen (70 68). Al quarto posto con 139 l´inglese Dale Whitnell e al quinto con 141 il portoghese Pedro Figueiredo, grande favorito della gara. .