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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 21 Ottobre 2013
TIROIDE: FACCIAMO CHIAREZZA A MILANO ESPERTI A CONFRONTO SULL’IPOTIROIDISMO, LA MALATTIA PIÙ FREQUENTE DELLA TIROIDE I CONSIGLI DEL GRANDE MEDICO: PAOLO BECK-PECCOZ, LE SOSTANZE AMICHE DELLA TIROIDE  
 
Milano, 21 ottobre 2013 - “La tiroide è poco conosciuta e quello che si sa spesso è errato. In genere le viene attribuita la colpa dei chili di troppo e qualcuno pensa di dimagrire agendo su questo organo ma, quando questo succede, si ottiene un dimagrimento in cambio della salute e a volte della vita”, afferma Paolo Beck-peccoz, Direttore del Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità U.o. Di Endocrinologia e Diabetologia Università degli Studi di Milano, in occasione del convegno “Ipotiroidismo: diagnosi, terapia e follow-up” che si è svolto a Milano il 19 ottobre, presso il Palazzo delle Stelline. “Quando la tiroide è sana ha solo bisogno di essere sostenuta attraverso l’impiego del sale iodato in cucina, introduce l’endocrinologo. Gli effetti positivi della iodoprofilassi saranno visibili solo tra 50 anni e, forse proprio per questo, nonostante le campagne di promozione del sale iodato, nel nostro Paese si contano ancora 6 milioni di casi di gozzo. Il consumo di sale iodato in Italia, dopo l’introduzione della relativa Legge del 2005, è superiore al 50%, ma è ben lontano dal 90% che l’Oms indica quale limite minimo per l’efficacia della profilassi. Gli effetti negativi della mancanza nutrizionale di iodio sono ancora più rilevanti in gravidanza a causa della maggiore necessità di iodio per la gestante e per il nascituro. Una carenza di iodio in corso di gravidanza può avere conseguenze negative importanti sullo sviluppo psico-neurologico del bambino. Durante la gestazione infatti, gli estrogeni aumentano l’escrezione renale di iodio che porta ad un incremento del fabbisogno di questo microelemento. Inoltre, l’aumentato lavoro della tiroide materna che deve sopperire alle esigenze del feto - che svilupperà una propria tiroide solo dopo il quarto mese - portano ad un fenomeno conosciuto come ipotiroxinemia che viene amplificato dalla carenza iodica. Ecco perché è necessario che la profilassi iodica venga attuata dalle donne che programmano di avere un figlio. È utile che la gestante assuma integratori contenenti iodio durante i primi mesi di gravidanza, ma la soluzione ottimale si ottiene se la donna pratica la profilassi con anticipo rispetto al concepimento”. In Italia il 10% della popolazione femminile e il 2% di quella maschile è affetto da una malattia cronica su base autoimmune, la tiroidite di Hashimoto, che porta nel tempo la distruzione della ghiandola, causando uno stato di ipotiroidismo. Sono molti gli assistiti che chiedono cosa sia possibile fare per salvare la tiroide e, fino a poco tempo fa, la risposta era negativa; oggi invece ci sono dati che dimostrano che qualcosa può essere fatto. Uno studio condotto su 76 soggetti affetti da tiroidite autoimmune ancora allo stadio subclinico, e pertanto non in terapia con l’ormone sintetico della tiroide, ha evidenziato come dosi fisiologiche di selenio (80 μg/die), siano in grado di ridurre il titolo degli anticorpi antitiroidei (Tpo e Tg), e come questo effetto sia del tutto evidente dopo 12 mesi di trattamento con selenio. “I risultati di questo studio, pubblicato su Clinical Endocrinology, 2010 - aggiunge Beck-peccoz - dimostrano quindi che il selenio può avere un’azione protettiva nei confronti della tiroide limitando la progressione del processo infiammatorio provocato dall’aggressione autoimmune; anche solo il rallentamento del processo autoimmune può procrastinare, e in alcuni casi evitare, una terapia che una volta iniziata è necessario continuare a vita”. “Quando invece l’ipotiroidismo è conclamato - continua l’esperto - abbiamo una molecola perfetta, l’ormone sintetico della tiroide (levotiroxina) che sopperisce andando ad integrare l’attività di una tiroide pigra o andando a sostituire completamente l’azione della tiroide, nel caso in cui questa è stata rimossa. La terapia è piuttosto semplice e si basa sulla somministrazione della levotiroxina assunta in singola dose giornaliera a digiuno con un dosaggio che deve essere attentamente personalizzato. Nonostante l’apparente semplicità della terapia, studi della letteratura hanno dimostrato la difficoltà di ottenere un costante controllo della terapia con valori ottimali degli ormoni tiroidei. Molti pazienti dichiarano di avere difficoltà nel seguire con precisione le indicazioni del medico circa l’assunzione del farmaco, che deve essere preso almeno 30 minuti prima della colazione per ottenere un assorbimento ottimale. In particolare è proprio quest’ultima indicazione difficile da rispettare, sia per la fretta che caratterizza le ore del risveglio, sia perché il caffè, che è sinonimo di risveglio e di colazione, è una sostanza che riduce l’assorbimento della levotiroxina e conseguentemente va bevuto a distanza dall’assunzione del farmaco. La non aderenza alla terapia, la presenza di una condizione di celiachia, problemi gastroenterologici, quali Helicobacter pylori, gastriti o intolleranza al lattosio, si riflettono sulla concentrazione nel sangue del Tsh, l’ormone ipofisario che stimola la tiroide, e alla possibilità di riportare ad una situazione di eutiroidismo, ovvero la presenza della corretta quantità di ormone tiroideo nell´organismo. In tutti questi casi, la disponibilità di una nuova formulazione di levotiroxina in soluzione liquida, venendo assimilata in tempi più rapidi, può risolvere tutti questi aspetti, nonché essere la scelta ottimale nei bambini e in tutte quelle persone che hanno problemi nell’assumere compresse” conclude lo specialista.  
   
   
RICERCA APPLICATA, APPROVATO L´ACCORDO CON E-PHARMA TRENTO  
 
Trento, 21 ottobre 2013 - Su proposta dell´assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione, la Giunta provinciale ha approvato l´accordo negoziale che il 10 ottobre scorso era stato sottoscritto da Provincia, rappresentanti sindacali dei lavoratori e l´azienda E-pharma Trento S.p.a. L´accordo riguarda un progetto di ricerca che consiste in uno "studio chimico – farmaceutico e di biodisponibilità di formulazioni farmaceutiche originali e innovative in forma solida da assumere per via orale destinate all’assorbimento gastro – intestinale e sub – linguale". La spesa prevista dal progetto è di 6.078.304 euro; è stata ammessa ad agevolazione per 4.526.716,30 euro, con un contributo 2.171.675,39 euro. E´ la legge provinciale sugli incentivi alle imprese (n. 6/1999) a prevedere che possano essere agevolate le spese per la realizzazione di interventi di ricerca applicata. Per il finanziamento di queste iniziative si passa da un accordo negoziale che vede il coinvolgimento dell´azienda e delle rappresentanze sindacali. Gli accordi devono poi essere approvati dalla Giunta provinciale. Si tratta di una procedura innovativa che vuole coniugare, da una parte, lo stimolo alle aziende ad investire in attività innovative con il massimo delle ricadute per il tessuto occupazionale e, dall´altra, la condivisione dei progetti da parte dei lavoratori. Gli accordi negoziali sono, è stato evidenziato, una risposta "di sistema" alla congiuntura economica. Quello con la E-pharma è il diciottesimo accordo negoziale firmato in Trentino. Il loro numero è destinato ad aumentare visto che proprio oggi è prevista la firma di altri due accordi. Con la firma dell´accordo l´azienda si è impegnata a raggiungere presso l’unità operativa di Trento entro il termine di conclusione della ricerca, previsto per il 2016, un livello occupazionale pari a 163 unità lavorative annue e a mantenere questo livello fino a tutto il 2020. L´accordo vincola quindi l´azienda a passare da 160 (di cui 5 a tempo determinato che diventeranno a tempo indeterminato) a 163 dipendenti in tre anni. La E – Pharma si è impegnata anche a versare in Trentino le imposte, comprese le addizionali regionali e comunali sulle retribuzioni dei dipendenti, ad utilizzare i risultati di ricerca e/o d’invenzione tecnologica nell’unità operativa trentina, a non cedere a terzi in via definitiva i diritti esclusivi sui risultati della ricerca e delle invenzioni tecnologiche per i quali le agevolazioni sono state concesse, per un periodo di 5 anni dalla conclusione del progetto. Entro un anno l´azienda, il sindacato e la Provincia si incontreranno per una verifica sullo stato di avanzamento del progetto e del piano industriale ed occupazionale.  
   
   
LISTE D’ATTESA: ZAIA, “DIFFUSI DATI VECCHI. VENETO OK PER BYPASS E TUMORE MAMMELLA. PIU’ PRECISIONE NON GUASTEREBBE”  
 
 Venezia, 21 ottobre 2013 - “Chi ha diffuso certi dati sulle liste d’attesa è indietro di 3 anni, perché si riferiscono al 2010, ma sembra non essere anche al corrente di alcune non irrilevanti realtà, come quella che in Veneto la rivascolarizzazione in emergenza viene effettuata entro un’ora dal ricovero per infarto ed ha quindi lista d’attesa zero. E che questa tecnologia di cura più moderna e meno invasiva, almeno in Veneto dove cerchiamo di progredire giorno per giorno, è sempre più utilizzata per il 65% contro il 37% nazionale.”. Lo sottolinea il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, commentando alcune tabelle pubblicate il 17 ottobre in materia di liste d’attesa in italia. “In tema di bypass – aggiunge Zaia - ricordo che non tutti gli interventi di questo tipo sono urgenti, e che per quelli programmabili abbiamo operative ben 5 cardiochirurgie, che lavorano nel pieno rispetto dei tempi necessari a garantire la salute del malato. Anche questo intervento avviene senza la minima attesa nel 30% dei casi, tutti quelli per i pazienti in condizioni cliniche instabili. E comunque nel 2012 – dati forniti recentemente dal Piano nazionale esiti del Ministero della Salute - a livello nazionale la mortalità a 30 giorni dopo l’intervento è stata del 2,5% contro il 2,1% del Veneto con il miglior risultato ottenuto a Treviso con lo 0,5%”. “Se poi vogliamo parlare della mammella – aggiunge Zaia – basta un dato per testimoniare l’efficienza del Veneto: il 90% delle pazienti accede all’intervento entro i 30 giorni dal completamento della diagnosi”. “La pubblicazione di dati, soprattutto se non accompagnati da una parte analitica – prosegue il presidente del Veneto – non mi pare il sistema migliore per informare né gli operatori sanitari, né tanto meno la gente, che invece deve sapere che, almeno in Veneto, la lotta alle liste d’attesa è la priorità delle priorità, tanto che siamo arrivati ad aprire gli ospedali in orari serali e nei giorni festivi per rispondere alle esigenze di comodità e a quelle di abbattimento delle attese. Più precisione davvero non guasterebbe”.  
   
   
LE OLTRE 3000 SOSTANZE CHIMICHE CHE SI POSSONO TROVARE NELLE URINE. UNA RICERCA CANADESE APRE NUOVE FRONTIERE NEL CAMPO DELLA MEDICINA E DELLA NUTRIZIONE. MENO ESAMI DEL SANGUE E BIOPSIE CON L’ANALISI DELLA PIPÌ?  
 
 Lecce, 21 ottobre 2013 - Uno studio dei ricercatori dell’Università di Alberta in Canada pubblicato sulla rivista Plosone, ha stabilito che non meno di 3079 sostanze chimiche (metaboliti) possono essere rilevati nelle urine umane. Di questi, 72 sono prodotte da batteri, 1453 dal corpo stesso, ma la maggior parte, 2.282 provengono da alimenti, farmaci, cosmetici e dall´esposizione ambientale. Alcune di loro possono provenire da più di un gruppo. L’equipe coordinata dal Dr. David Wishart ritiene che il loro studio lungo sette anni avrà un impatto nel campo della medicina, della nutrizione e sullo studio dei farmaci e dei fattori ambientali. "L´urina è un fluido biologico incredibilmente complesso. Non avevamo idea del numero di composti che finiscono nel gabinetto" ha detto David Wishart. Considerata un rifiuto biologico, l´urina prodotta quotidianamente dal corpo umano tra 1,5 e 2 litri, contiene invece prodotti metabolici di decomposizione di cibo, bevande, farmaci, contaminanti ambientali e dei rifiuti dal corpo. La lista completa dei metaboliti che possono essere rilevati nelle urine umane è ora disponibile su Internet. Essa comprende ormoni, vitamine e molte altre molecole. Ad oggi, la medicina aveva repertoriato solo circa 80 sostanze chimiche nelle urine. I ricercatori hanno anche scoperto che più di 480 composti nelle urine non vengono rilevati nel sangue. Il che è in contrasto con l´idea generalmente accettata in medicina che la composizione delle urine è proprio come quella del sangue. L fatto che entrambi i composti sono unici, per l´urina è probabilmente dovuto all´eccellente lavoro svolto dai reni nel filtrare il sangue. Lo stesso team canadese aveva già realizzato nel 2008 e nel 2011, l´analisi delle componenti chimiche del fluido cerebrospinale e nel sangue nel 2011. Per Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” è importante sottolineare che gli autori di questo lavoro, ritengono che la migliore comprensione di ciò che contiene l´urina potrebbe portare alla sostituzione di esami del sangue e delle biopsie, attraverso la semplice analisi dei campioni di urina.  
   
   
SALUTE: FVG, AVVISO PER L´EQUIVALENZA DI TITOLI NELLA RIABILITAZIONE  
 
Udine, 21 ottobre 2013 - Sarà emanato entro il 31 ottobre l´Avviso pubblico per le procedure di riconoscimento dell´equivalenza ai diplomi universitari dei titoli conseguiti in precedenza, per quanto riguarda le professioni dell´area sanitaria della riabilitazione. Lo ha stabilito il 17 ottobre la Giunta regionale, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, recependo in questo modo le indicazioni del Ministero della Salute. Le professioni interessate sono: Fisioterapista, Logopedista, Ortottista-assistente in Oftalmologia, Podologo, Terapista della neuro e psicomotricità dell´età evolutiva, Tecnico della riabilitazione psichiatrica e Terapista occupazionale. Con la stessa delibera, la Giunta ha approvato il testo del nuovo schema di Avviso pubblico, autorizzando nello stesso tempo il direttore delle Risorse umane della direzione centrale Salute di emanare gli avvisi e di avviare quindi le procedure di riconoscimento dell´equivalenza.  
   
   
DAI BISOGNI DEGLI ANZIANI LA VIA D’USCITA DALLA CRISI, LA PROPOSTA DI ITALIA LONGEVA  
 
Roma, 21 ottobre 2013 – Da sempre nelle società organizzate l’anziano è un elemento importante del progresso sociale, lo specchio cui guardano le giovani generazioni per trarre ispirazione e stimoli indispensabili per progettare il futuro sulla base di valori che hanno resistito alla prova dei fatti. Anche oggi dobbiamo considerare il vissuto e le esigenze degli anziani come stimoli all’ingegno e alla creatività della ricerca e della produzione tecnologica, per mettere a punto, produrre e offrire nuove soluzioni destinate a rendere più serena la stagione dei capelli d’argento. Con questi obiettivi Italia Longeva – Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva, istituita dal Ministero della Salute, con la Regione Marche e l’Irccs Inrca – ha riunito il 17 ottobre a Roma, nell’Auditorium Biagio D’alba del Ministero della Salute, i principali rappresentanti della domanda e dell’offerta dei servizi di tecnoassistenza più all’avanguardia. Il primo esito del convegno – dal titolo “L’anziano e la tecnoassistenza, il Servizio sanitario nazionale e l’industria” – al di là dei contenuti scientifici e tecnici delle diverse relazioni, è stato una testimonianza tangibile della capacità del nostro Paese di fornire risposte costo-efficaci al progressivo invecchiamento della popolazione, conciliando le esigenze di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale con i bisogni concreti degli anziani. Fra le soluzioni tecnologiche presentate oggi al ministero della Salute, non sono mancate proposte originali: indumenti che rilevano e trasmettono parametri clinici come pressione e glicemia, laboratori di diagnostica itineranti che viaggiano su furgoni fra le abitazioni dei pazienti, cucine a dimensione di anziano non deambulante con controllo automatico dei fuochi, orologi che inviano un segnale d’allarme attraverso il telefono se l’anziano cade in casa o manifesta anomalie del battito cardiaco, dispositivi che aiutano l’aderenza alle terapie emettendo segnali acustici. Alcune relazioni sono state dedicate all’illustrazione di “best practice”, cioè a testimonianze concrete, di progetti già lanciati sul territorio, basati su servizi di teleassistenza e di monitoraggio di diversi parametri, dalla glicemia alla corretta assunzione dei medicinali prescritti, così da rendere sempre più concreta e sostenibile la continuità assistenziale fra ospedale, territorio e residenze sanitarie. “L’auspicio che anima questa giornata – ha detto il presidente di Italia Longeva, Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – è di riuscire a trasformare la terza età in una grande opportunità per uscire dalla crisi non solo con le detrazioni fiscali e le manovre finanziarie, ma anche producendo cose, manufatti, oggetti tangibili e utili che entrino nel mercato e possano essere venduti, possibilmente in tutto il mondo. Il nostro Paese, il più anziano insieme al Giappone, può diventare un enorme laboratorio nel quale sperimentare nuovi prodotti, costruiti dalle nostre industrie e destinati a divenire la risposta italiana alla questione dell’invecchiamento progressivo della popolazione del pianeta. Per questo intendiamo individuare tecnologie, strumentazioni e software che possano essere inseriti in un processo di valutazione, approvazione e marketing validato da Italia Longeva, intesa come network del buon invecchiamento e come garante dell’effettiva efficacia dei nuovi strumenti nel migliorare la qualità di vita degli anziani”. La tecnoassistenza promossa da Italia Longeva è quindi una proposta lanciata all’Italia, quasi una provocazione a farsi carico della terza età divenendo imprenditorialmente più propulsivi. Di qui le caratteristiche del convegno di oggi, destinato a ospitare non solo idee, ma esempi concreti, “best practices” già sperimentate sul territorio e strumenti ingegnosi in fase di lancio o già in produzione. “Ci siamo chiesti, concretamente, ‘quali tecnologie?’ – ha proseguito Bernabei – e abbiamo voluto conoscerle, presentarle attraverso un convegno, e contribuire a portarle sul mercato. Mi riferisco, ad esempio, a tutti i software di comunicazione destinati a rendere possibile una continuità fra i tanti ambiti di assistenza dedicati all’anziano, dall’ospedale all’assistenza domiciliare, fino alle residenze sanitarie assistenziali. Ma penso anche alle soluzioni di monitoraggio in remoto di persone spesso affette da cronicità, magari costrette anche a vivere da sole. Non sono mancate, poi, le idee per realizzare in casa un vero ‘ambiente assistito’, una sorta di abitazione intelligente a misura di anziano”. “La domanda di prodotti e servizi da parte della popolazione over 65 – ha detto Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche – è sempre crescente. Una popolazione, quella delle Marche, che è la più longeva d’Europa e quella con l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. È per questo che abbiamo avviato il progetto della Casa intelligente, in collegamento con il network internazionale delle conoscenze sul tema. La Regione ha messo a disposizione risorse rilevanti con bandi finalizzati che hanno attivato progetti in rete che hanno coinvolto oltre 70 aziende del settore. Utili si sono poi rivelate le opportunità offerte dal Governo centrale e dall’Europa. Nel primo caso la Regione ha ottenuto l’inserimento nel bando nazionale del cluster sulla longevità attiva. Quanto all’Europa, attraverso la Svim, partecipiamo a un progetto transnazionale che coinvolge altri quattro Paesi europei (Finlandia, Turchia, Francia e Regno Unito) e di cui l’Inrca è partner. Abbiamo chiamato a raccolta, in questa prospettiva, il sistema produttivo regionale affinché partecipi alla riflessione su questa nuova fascia di bisogni pensando prodotti e servizi che aiutino il longevo a vivere meglio e in maggiore autonomia”. Il progetto “Casa intelligente per una longevità attiva e indipendente dell’anziano” nasce con lo scopo di realizzare un prototipo di casa intelligente in cui gli anziani possano vivere in modo indipendente, sicuro e in salute il più a lungo possibile. Italia Longeva è la Rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva istituita dal Ministero della Salute, con la Regione Marche e l’Irccs Inrca, per consolidare la centralità degli anziani nelle politiche di sviluppo, fronteggiare le crescenti esigenze di protezione della terza età e porre l’anziano come protagonista della vita sociale. Il network Italia Longeva si propone di mettere in rapporto tra loro competenze scientifiche sanitarie, sociali, economiche e tecnologiche, mantenendo una strategia di completa apertura verso le nuove adesioni e le “contaminazioni” disciplinari. In particolare, Italia Longeva ha l’obiettivo di promuovere la sperimentazione di soluzioni innovative in campo clinico e assistenziale, ma non esaurisce le sue aree di competenza in questo ambito: ha l’ambizione di porsi come interlocutore privilegiato in tutti i settori della società che sono oggi influenzati dalla “rivoluzione” della longevità diffusa. I progetti che intende promuovere non sono solo sperimentazioni classiche dei trial clinici o studi epidemiologici, ma l’interesse del network investe anche settori quali quello della domotica e dell’Ambient Assisted Living, e del mondo produttivo in generale, nell’ambito del cosiddetto silver market, il mercato dei consumatori anziani.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: PAGAMENTI IN SANITÀ, NUOVE RISORSE PER I FORNITORI.  
 
Bologna, 21 ottobre 2013 - Nuovo sblocco dei pagamenti in sanità da parte della Regione Emilia-romagna. Oggi, infatti, al ministero dell’Economia è stato sottoscritto l’accordo tra la Regione e il Governo per avere accesso a ulteriori 358 milioni di euro che serviranno a velocizzare il pagamento dei fornitori da parte delle Aziende sanitarie. “La nostra Regione è stata la prima ad usufruire di questa nuova anticipazione di risorse da parte del Governo. Si tratta di fondi che vanno a sommarsi ai circa 700 milioni (di cui 244 di provenienza regionale) già liquidati la scorsa estate e che permetteranno di dare ossigeno a un sistema economico strozzato dalle difficoltà di accesso al credito”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna, che, tra le altre cose, ringrazia le strutture tecniche regionali “per la grande professionalità dimostrata nell’agire su un tema che interessa il vivere quotidiano dei cittadini e delle imprese”. “Con queste risorse che sono state sbloccate arriveremo a tempi medi di pagamento regionali stimabili intorno ai 90 giorni - aggiunge l’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti - e dopo aver già con la prima tranche ridotto i tempi medi da 230 giorni di dicembre 2012 a circa 130 giorni di settembre 2013”. I prossimi passaggi sono questi: entro 7-10 giorni il Governo dovrebbe trasferire alla Regione i 358 milioni di euro che, in tempo reale, li trasferirà alle Aziende sanitarie le quali, entro 30 giorni, dovranno liquidarli ai creditori.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: PAGAMENTI IN SANITÀ, ALTRI 358 MILIONI PER I FORNITORI  
 
Bologna, 21 ottobre 2013 - Nuovo sblocco dei pagamenti in sanità da parte della Regione Emilia-romagna. Il 17 ottobe, infatti, al ministero dell’Economia è stato sottoscritto l’accordo tra la Regione e il Governo per avere accesso a ulteriori 358 milioni di euro che serviranno a velocizzare il pagamento dei fornitori da parte delle Aziende sanitarie. “La nostra Regione è stata la prima ad usufruire di questa nuova anticipazione di risorse da parte del Governo. Si tratta di fondi che vanno a sommarsi ai circa 700 milioni (di cui 244 di provenienza regionale) già liquidati la scorsa estate e che permetteranno di dare ossigeno a un sistema economico strozzato dalle difficoltà di accesso al credito”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna, che, tra le altre cose, ringrazia le strutture tecniche regionali “per la grande professionalità dimostrata nell’agire su un tema che interessa il vivere quotidiano dei cittadini e delle imprese”. “Con queste risorse che sono state sbloccate arriveremo a tempi medi di pagamento regionali stimabili intorno ai 90 giorni - aggiunge l’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti - e dopo aver già con la prima tranche ridotto i tempi medi da 230 giorni di dicembre 2012 a circa 130 giorni di settembre 2013”. I prossimi passaggi sono questi: entro 7-10 giorni il Governo dovrebbe trasferire alla Regione i 358 milioni di euro che, in tempo reale, li trasferirà alle Aziende sanitarie le quali, entro 30 giorni, dovranno liquidarli ai creditori.  
   
   
TRENTO, DIRIGENTI SANITARI: ARRIVA IL CORSO DI FORMAZIONE MANAGERIALE  
 
Trento, 21 ottobre 2013 - È rivolto ai dirigenti sanitari (medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi) e ai dirigenti delle quattro aree professionali (area infermieristica e ostetrica, area della riabilitazione, area tecnico-sanitaria, area della prevenzione) il corso di formazione manageriale il cui bando di iscrizione è stato approvato oggi dalla Giunta provinciale. Il corso, in programma per il 2014, è promosso attraverso l´Università degli Studi di Trento, la modulistica sarà disponibile sul sito: www.Modulistica.provincia.tn.it; le domande vanno presentate al Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza entro il 22 novembre 2013. Il corso è rivolto ad un massimo di 30 iscritti in possesso dei seguenti requisiti: 23 posti per i dirigenti sanitari (medici, odontoiatri, veterinari, farmacisti, biologi, chimici, fisici e psicologi), in servizio presso le strutture sanitarie della provincia di Trento, in possesso di almeno 5 anni di anzianità come dirigente sanitario; 3 posti ai dirigenti sanitari, in servizio presso le strutture sanitarie extraprovinciali, in possesso di almeno 5 anni di anzianità come dirigente sanitario; qualora non vi siano richieste i posti ad essi riservati sono assegnati ai dirigenti sanitari in attività presso le strutture del Servizio sanitario provinciale; 4 posti a dirigenti delle quattro aree professionali (area infermieristica e ostetrica, area della riabilitazione, area tecnico-sanitaria, area della prevenzione) in servizio presso le strutture sanitarie della provincia di Trento; qualora non vi siano richieste i posti ad essi riservati sono assegnati ai dirigenti sanitari in attività presso le strutture del Servizio sanitario provinciale. La domanda di iscrizione, in carta semplice, deve essere presentata entro il 22 novembre 2013 al Servizio politiche sanitarie e per la non autosufficienza, in via Gilli 4 a Trento con una delle seguenti modalità: direttamente al Servizio a mezzo fax al num. 0461 494073 per email: serv.Politsanitarie@pec.provincia.tn.it attraverso servizio postale con raccomandata con ricevuto di ritorno I moduli per la presentazione della domanda saranno reperibili sul sito: www.Modulistica.provincia.tn.it    
   
   
TORINO: PRESENTAZIONE DELL´ACCADEMIA ZONALE UNDER 18 DI RUGBY  
 
Torino, 21 ottobre 2013 - E’ unico e molto forte il legame che unisce Torino e il Rugby: come la prima partita di Rugby in Italia venne disputata il 27 marzo 1910 al Motovelodromo di Torino (tra Sporting Club Universitaire de France e il Servette di Ginevra) così la prima delle nove nuove Accademie zonali under 18 istituite dalla Federazione Italiana Rugby è partita lo scorso settembre, in concomitanza con l’inizio del nuovo anno scolastico, sempre a Torino presso il Collegio dei Padri Gesuiti dell’Istituto Sociale. L’accademia raccoglie trenta ragazzi – nati negli anni 1996, 1997 e 1998 - provenienti da Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (vedi elenco completo) che ‘vivono’ l’Accademia, sfruttando in pieno tutte le risorse che la Scuola dei Padri Gesuiti e il Centro Sportivo annesso all’Istituto possono offrire. Dei 30 ragazzi ospitati presso la struttura di corso Siracusa, 6 frequentano il Liceo Classico o Scientifico dell’Istituto stesso, mentre gli altri seguono i loro corsi di studi presso gli Istituti superiori della città o della provincia: dagli istituti tecnici agli alberghieri, dai linguistici agli agrari, dagli artistici ai geometri. Tutti però, terminate le lezioni, si ritrovano al Sociale per proseguire gli allenamenti e per lo studio comune sotto la supervisione del manager della F.i.r. Alessandro Poma Genin, del responsabile tecnico Matteo Mazzantini, del preparatore atletico Andrea Lentini e del vice allenatore Eschoyez Alejandro. La giornata tipo (vedi allegato) comincia prestissimo: sveglia alle ore 5.30, cui segue un’ora di attività fisica differente a seconda del giorno, colazione e poi lezione dalle 8.00 alle 13.30. Dopo il pranzo, allenamento dalle 15.00 alle 17.30, quindi studio dopo le 18.00, la cena e il meritato riposo. Il venerdì pomeriggio, i ragazzi tornano nei rispettivi club di appartenenza per disputare la prevista attività dei club durante il fine settimana. Nel corso dell’anno è previsto, altresì,un campionato tra le varie Accademie, che ovviamente non interferisce con l’attività dei singoli club. “Credo si tratti di un progetto realmente innovativo volto a rilanciare la forza educativa dello sport” – ha dichiarato Padre Vitangelo Carlo Maria Denora S.j., Delegato dei Collegi dei Padri Gesuiti della Provincia italiana e Gestore dell’Istituto Sociale. “L´istituto Sociale (così come il collegio della Compagnia di Gesù di Milano - il Leone Xiii - dove è ospitata l’Accademia della Lombardia) e la Federazione Italiana Rugby hanno condiviso un sogno: formare persone complete e uniche. Non solo buoni atleti o solo buoni alunni, ma buone persone che esprimano al meglio i loro talenti nello sport, nella scuola, nella vita. Saranno accompagnati da adulti attenti che li sapranno valorizzare e lavorare in sinergia per la loro crescita. Noi del Sociale ci stiamo rendendo conto di come oggi in Italia lo sport sia sottovalutato, mentre deve invece rappresentare uno strumento per dare alle nuove generazioni valori importanti in ottica futura: questo avviene in altri Paesi dove i gesuiti hanno scuole e avvenne nel passato della storia dei Gesuiti italiani grazie al Petrarca Rugby. Abbiamo trovato nella Federazione un interlocutore che condivide questo progetto e, insieme, lanciamo questa Accademia e un Liceo Sportivo che sappiano mettere il ragazzo al centro del tutto per dargli una formazione eccellente dal punto di vista scolastico, sportivo e ancora di più umano”. "Lo sport, fatto di prove e sacrifici, di gioie e delusioni, di traguardi da conquistare e sempre da rinnovare, è una grande scuola di vita sulla quale poter puntare per aiutare i giovani a costruire i loro progetti ma anche il loro senso di responsabilità, di appartenenza e di dedizione al prossimo”. “L´esperienza già in atto si sta rilevando molto positiva – ha proseguito Padre Denora . I ragazzi dell´Accademia sono un esempio per i loro compagni di classe. Un esempio di impegno, dedizione, lealtà, spirito di squadra. Vederli al mattino, prima di scuola, fare allenamento alzandosi alle 5.30 interroga i loro amici sull´importanza di una disciplina soprattutto interiore che li aiuti a seguire nella propria vita gli obiettivi che stanno loro a cuore. Interroga anche noi adulti su una gioventù che spesso giudichiamo ma che si rivela invece ancora capace di grandi e alti sogni. Ab alto ad altum, secondo il motto della nostra scuola”. Queste le società da cui provengono i ragazzi dell’Accademia torinese: Valle d’Ora Rugby 1960 (Alpignano), Vii Rugby Torino, Cus Torino, Biella Rugby, Junior Asti Rugby, Pro Recco, Province dell’Ovest Rugby (Genova), Delta Rugby (Imperia), Amatori Rugby Genova. Gli allenamenti si svolgono: sul campo del Cus Torino di Grugliasco e sul campo in erba sintetica dell’Istituto; nella palestra fitness attrezzata e modernizzata ad hoc con macchine fornite dalla Fir e nella piscina (6 corsie da 25 metri) del Centro Sportivo dell´Istituto, centro gestito da quest´anno dalla Pms Torino (Legadue Gold di basket). L’accademia di Torino è stata la prima delle 9 nuove accademie zonali Under 18 che la Federazione ha lanciato sul territorio nazionale e che coinvolgono 301 atleti da 16 a 18 anni: nella stagione 2013/2014, tanti sono infatti gli atleti impegnati nel nuovo percorso formativo varato dalla Federazione Italiana Rugby. Nove Accademie Under 18 che vanno da Torino a Catania, da Milano (presso il Collegio dei Gesuiti del Leone Xiii) a Mogliano, da Brescia a Benevento passando da Roma, Rovigo, e Prato. Il progetto delle Accademie Federali, lanciato nel settembre 2006 con l’inaugurazione del centro di formazione d’alto livello “Ivan Francescato” di Tirrenia, è stato di recente fortemente implementato. “Crediamo che questa nuova struttura – ha dichiarato Alfredo Gavazzi, presidente della Fir - possa rappresentare un ideale percorso formativo che sia funzionale all’innalzamento della qualità degli atleti”. “La formazione scolastica è un aspetto fondamentale nella costruzione dell’atleta di alto livello – ha proseguito Gavazzi – ed è nostro dovere garantire un percorso scolastico adeguato ai giovani che entreranno a far parte delle Accademie Federali. E’ doveroso e responsabile far capire che non tutti questi giocatori raggiungeranno la Nazionale o il più alto livello: per questo motivo dobbiamo dare a questi giovani e ai genitori la garanzia che il percorso scolastico sia simile a quello che vivrebbero rimanendo in famiglia”. Nel corso della stagione le Accademie U18 saranno impegnate in uno speciale torneo a loro riservato che rappresenterà un fondamentale momento di verifica del lavoro svolto. Gli atleti coinvolti, al tempo stesso, continueranno regolarmente a partecipare con le rispettive Società di appartenenza al Campionato Under 18. Il percorso verso l’alto livello proseguirà con l’identificazione, tra i frequentanti il secondo anno delle Accademie U18, dei giocatori da inserire nell’Accademia Nazionale di Parma per la loro ultima stagione di sviluppo: “A Parma – conclude Gavazzi – si finalizzerà la prima parte della formazione del giocatore d’elite e, con il conseguimento del diploma superiore, dell’uomo”.  
   
   
SPORT: PREMIATI I PARACADUSTI E IL BOCCIATORE DI NICOLA MASCI: REGIONE ESEMPIO VIRTUOSO PER UTILIZZO FONDI SPORT  
 
 Pescara, 21 ottobre 2013 - Bocce e paracadutismo sportivo questa mattina, a Pescara, in Regione, hanno avuto i riflettori puntati alla luce dei prestigiosi risultati ottenuti, negli ultimi tempi, dagli atleti abruzzesi. In particolare, l´assessore allo Sport, Carlo Masci, ha premiato il 30enne pescarese Giuliano Di Nicola, tesserato con la Virtus L´aquila, campione italiano di bocce (specialità raffa) e recente vincitore dei World Games di Cali, in Colombia, la stessa società Virtus L´aquila, per due volte vincitrice dello scudetto a squadre e in corsa per il titolo anche in questa stagione, l´associazione sportiva Paracadutismo Pescara, medaglia di bronzo ai recenti campionati nazionali a squadre, e gli atleti paracadutisti, Marco Di Giovanni, Antonio Nardelli, Enio Piscione e Roberto Caratella. "Il percorso cominciato in sordina quasi cinque anni fa con le prime premiazioni di atleti abruzzesi - ha ricordato Masci - ci sta facendo scoprire continuamente nuovi campioni e nuove discipline nelle quali i nostri rappresentanti si distinguono per i risultati sia a livello nazionale che internazionale. Bocce e paracadutismo sono tra quegli sport che entrano raramente nelle cronache sportive se non in quelle altamente specialistiche - ha proseguito - ma a noi come Istituzione interessa soprattutto guardare a quell´universo di valori che li contraddistinguono da sempre e che poi finiscono per stimolare un sano spirito di emulazione in tante persone, giovani e meno giovani". Alle premiazioni sono intervenuti anche il delegato provinciale del Coni, Emidio Santacroce, il presidente del Comitato regionale della Federbocce, Tonino Ciccone, il presidente provinciale della federazione e tecnico della Virtus L´aquila, Dino Tarquini, ed i consiglieri comunali di Pescara, Armando Foschi e Michele Di Marco. "Continueremo su questa strada - ha assicurato Masci - visto che, oltretutto, stiamo portando fortuna a molti atleti. In ogni caso, - ha sottolineato l´assessore -, al di là degli aspetti agonistici, pur importanti, giova ricordare come la Regione Abruzzo sia riuscita, in questi anni, a far comprendere al resto del Paese, in sede di Cipe, ed all´Unione Europea, come dimostrano i cospicui finanziamenti ricevuti, che lo sport può rappresentare un grande veicolo di coesione sociale e di sviluppo economico. Adesso - ha concluso - molte altre Regioni stanno cominciando a seguire il nostro esempio".