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Notiziario Marketpress di Lunedì 26 Maggio 2014
SCOPERTA ASSOCIAZIONE TRA IL GENE OXTR (CHE REGOLA L’OSSITOCINA) E L’AMORE MATERNO  
 
Milano, 26 maggio 2014 – Essere genitori modifica l’effetto cerebrale alla vista, o all’udito, di bambini, specie se sofferenti, rispetto a chi non ha figli, grazie anche alla presenza di neuro-ormoni come l’ossitocina. Ma anche nelle persone senza figli esistono tratti di maggiore o minore empatia o senso di protezione nei confronti dei piccoli (istinto di conservazione della specie). Ora, una ricerca svolta in collaborazione tra l’Università di Tampere (Finlandia) e l’Università di Milano-bicocca pubblicata sulla rivista Emotion ha scoperto che queste differenze nella popolazione possono dipendere da varianti alleliche del gene Oxtr. È questo gene, infatti, a codificare i recettori (siti di comunicazione) per l’ormone ossitocina prodotta dall’ipofisi posteriore (ghiandola pituitaria). Lo studio (Motherhood and oxytocin receptor genetic variation are associated with selective changes in electrocortical responses to infant facial expressions, Emotion) è stato realizzato da Mikko Peltola, Santeri Yrttiaho, Kaija Puura, Nina Mononen, Terho Lehtimäki, Jukka Leppänen dell’Università di Tampere in collaborazione con Alice Mado Proverbio, professore associato di Psicobiologia nel dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-bicocca, che ha eseguito nell’Erp Lab la validazione degli stimoli (visi di neonati) utilizzati nella ricerca presente, ed in altri studi elettrofisiologici che hanno portato alla scoperta dell’esistenza di una risposta preferenziale dell’adulto per il volto dei piccoli (Gender and parental status affect the visual cortical response to infant facial expression). In 48 madri (con un’età media di 30 anni) di bimbi di 7 mesi e 46 donne senza figli (con un’età media di 24 anni) sono state osservate le reazioni emotive di fronte a immagini di volti di bambini che esprimevano sofferenza o bisogno di aiuto. Il risultato ha evidenziato un tempo di latenza più rapido, circa 100 millisecondi, nella risposta cerebrale di empatia, negli individui (genitori o non genitori) portatori di una particolare variante genetica, rispetto a chi non lo era. È emerso che il genotipo Gg della variante genetica rs53576 Oxtr, presente in circa 1/3 della popolazione, era più efficace nello stimolare la corteccia orbito-frontale responsabile dell’attaccamento parentale. Una simile reazione empatica alla sofferenza infantile è stata osservata nel gruppo delle mamme (rispetto alle donne senza figli). Al contrario, essere genitori o meno, possedere o meno il genotipo Gg del gene in questione non modificava affatto la risposta elettrofisiologica alla vista di volti di persone adulte, dimostrando la specificità dell’effetto per il volto dei bambini piccoli. «Da tempo – spiega Alice Proverbio – si cercava di comprendere la relazione tra l’stinto di protezione dei piccoli e livelli di ossitocina cerebrale. Ora è chiaro che gli effetti dell’ossitocina cerebrale dipendono (in parte) dalla presenza di varianti genetiche (presenti nella popolazione in almeno 3 tipologie Aa, Ag, Gg) del gene Oxtr, che codifica il recettore di questo neuro-ormone. Anche in chi non è genitore è possibile che la presenza dell’allele Gg di questo gene renda più funzionale l’ormone dell’attaccamento (ossitocina) simulando quindi l’amore materno nel cervello di persone senza figli, che sono quindi (in principio) più empatiche e protettive verso i piccoli, nei confronti di chi possiede le altre tipologie genetiche».  
   
   
CODICE ROSA, 16 TASK FORCE CONTRO LA VIOLENZA  
 
Firenze, 26 maggio 2014 - A sedici anni la felicità è anche una notte d´estate spalancata sul mare dell´Argentario e il permesso di andare in discoteca in motorino. La promessa ai genitori di essere a casa per le una, "altrimenti sarà la prima e l´ultima volta", e Angela è già in sella che corre con la brezza sul viso. Una serata di musica, balli, risate, chiacchiere con le amiche. Le ore scivolano veloci, ed è già tempo di tornare. E´ passata mezzanotte, gli amici restano ancora in discoteca, ma Angela vuole mantenere l´impegno preso con i genitori, e si avvia da sola verso il motorino. Non ha ancora infilato il casco che si sente afferrare per le spalle e scaraventare per terra. Pochi minuti. L´inferno. Il suo violentatore la lascia lì per terra, i vestiti strappati, l´orrore negli occhi. Stordita torna a casa, non sa neppure lei come, si infila in camera sua senza dire nulla. Ma il giorno dopo, con gli amici, non riesce a nascondere il suo turbamento. E sono loro, che a scuola hanno sentito parlare del "Codice Rosa", a consigliarla di andare in ospedale. A quel punto, Angela decide di parlarne anche in casa, e i genitori la accompagnano al Misericordia e Dolce di Grosseto. Lì, nella "stanza rosa", Angela si sente curata, accudita, protetta, sostenuta. Non se ne rende conto, ma intorno a lei si muovono tante persone. Il suo ingresso nella stanza rosa ha attivato un percorso che coinvolge medici, ostetriche, infermieri, psicologi, carabinieri, polizia, anche un magistrato. Il sabato successivo Angela torna in discoteca, mimetizzati tra i ragazzi che ballano ci sono anche i carabinieri in borghese. Poco prima delle una, quando esce e si avvia verso il motorino, vede una sagoma che sbuca dal buio, sente la stessa voce di una settimana fa, che ormai le si è impressa nella testa. I carabinieri bloccano e ammanettano il suo aggressore. Che poi sarà processato e condannato per stupro. Lei, continuerà gli incontri con la psicologa che fin da subito l´ha aiutata a lasciarsi alle spalle quella storia che l´ha comunque segnata in maniera indelebile. Angela è una delle migliaia di vittime di violenza (donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, immigrati...) che dal 2010 ad oggi hanno fatto l´esperienza del Codice Rosa. Prima solo a Grosseto, poi via via in tutti i pronto soccorso della Toscana. Come lei, Viola, stuprata dall´uomo che l´aveva attirata con una proposta di lavoro in un agriturismo. Amina, presa a pugni e calci dal marito, con un bimbo in pancia, che di notte sveglia l´altro bambino, lo veste e con lui va in ospedale: "A casa non torno, è un inferno, aiutatemi". Rose, prostituta nigeriana, violentata da un senegalese. Fabio, giovane gay preso di mira, e non solo con battute pesanti e scherzi volgari, dai colleghi della mensa dove lavorava. E´ un rosario infinito di nomi, facce, storie, vite. Persone di tutte le nazionalità e di tutti i ceti sociali. Perché la violenza è trasversale, non conosce differenze economiche o culturali e non si ferma davanti a niente e nessuno. Il Codice Rosa, un percorso di accoglienza per le vittime di violenza E´ un percorso di accoglienza al pronto soccorso, rivolto a chi subisce violenza. Parte da una stanza dedicata all´interno del pronto soccorso, nella quale si avvicendano tutti gli specialisti che dovranno visitare la/il paziente. Il suo punto di forza è una task force istituzionale, una squadra formata da personale socio-sanitario (infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi), magistrati, ufficiali di polizia giudiziaria, carabinieri, impegnati in un´attività di tutela delle fasce deboli della popolazione, quei soggetti socialmente più fragili che possono essere maggiormente esposti a episodi di abuso e violenza: donne soprattutto, ma anche anziani, bambini, disabili, omosessuali, immigrati... L´intervento congiunto di questa task force permette di prestare immediate cure mediche e sostegno psicologico a chi subisce violenza, nel fondamentale rispetto della riservatezza. Attività che avviene nella più ampia tutela della privacy e dei "tempi dei silenzi" delle vittime e nel rispetto della loro scelta sul tipo di percorso da seguire dopo le prime cure. Il compito principale del gruppo è l´assistenza socio-sanitaria e giudiziaria alle vittime di violenza, con un´attenzione particolare a far emergere quegli episodi di violenza in cui le vittime hanno difficoltà a raccontare di essere state oggetto di violenza: una reticenza dovuta spesso alla paura di ritorsioni. "Tutto parte dal pronto soccorso perché è lì che la vittima di violenza arriva", spiega Vittoria Doretti, anestesista rianimatore all´ospedale di Grosseto, e responsabile dell´educazione e promozione alla salute, che ha fortemente voluto, e realizzato, un progetto che da Grosseto si è poi esteso a tutta la Toscana, e ora viene copiato e replicato in tutta Italia. Vittoria Doretti è ora la responsabile della task force della Asl 9, e referente scientifico del progetto regionale del Codice Rosa. E gira per tutta la penisola a raccontare come funziona il Codice Rosa, perché già da molte regioni sono arrivate, e continuano ad arrivare, richieste di contatti e informazioni. "Una persona che subisce violenza, fisica o psicologica - chiarisce ancora Vittoria Doretti - prima o poi al pronto soccorso ci finisce per forza. Ed è lì che funziona l´intuito e la preparazione dell´operatore che, se anche la persona non lo dichiara, capisce la vera natura di quelle ferite, di quei lividi, di quelle bruciature. O anche di quell´ulcera, della depressione, di quei violenti spasmi addominali. Perché non c´è solo la violenza fisica, ma anche quella psicologica, ancora più difficile da far emergere". Se e quando la persona si apre, raccontando la sua storia, viene accompagnata nella "stanza rosa", dove parte il percorso. Un percorso che inizia con l´assistenza medica e psicologica e, se la vittima lo vuole, arriva alla denuncia. Per farlo capire meglio, la Asl 9 di Grosseto ha prodotto un video sul Codice Rosa. La stanza rosa "L´idea della stanza rosa - racconta Vittoria Doretti - è nata da un bruttissimo caso di stupro di gruppo, in cui abbiamo dovuto trasportare la vittima in varie stanze dell´ospedale, per tutti gli accertamenti e i colloqui necessari, salendo e scendendo con l´ascensore a piani diversi. Spostamenti che per la vittima sono motivi di umiliazione e di sofferenza in più. Dopo quel caso, io e il maresciallo che era con me in quell´occasione, ci siamo detti: Mai più". Così nasce l´idea della stanza rosa, dove la persona viene portata non appena identificata come vittima di violenza. Una stanza accogliente, tranquilla, che invita a una maggior intimità e a tempi più distesi, dove la vittima possa aprirsi. E dove, senza bisogno di far spostare la vittima, si avvicendano tutte le figure professionali necessarie, anche gli agenti in borghese. Dove viene fatto un referto attento e accurato. E dove, se la persona lo decide, può anche sporgere denuncia. La squadra Più di una volta li hanno paragonati a Ncis, la squadra anticrimine del telefilm. Questo accostamento li fa un po´ sorridere, ma alla fine riconoscono che, proprio come gli agenti speciali di Ncis, anche loro sono affiatatissimi, si sostengono a vicenda, lavorano in perfetta sintonia. "Quando fai parte di una squadra come la nostra - dice Vittoria Doretti - non puoi mai dire: questo non è di mia competenza. E´ la prima regola. Noi siamo lo Stato, si fa quello che si deve, consci di essere solo un piccolo puntino in una grande mappa di professionisti". La "squadra" effettiva è composta da una ventina di persone, ma considerando tutti i gruppi di lavoro che vi ruotano intorno, si arriva a 50. Hanno fatto e continuano a fare formazione insieme. "Ciascuno di noi - spiega ancora Vittoria Doretti - per un po´ ha tolto il proprio abito - camice, toga, divisa - per rivivere insieme l´esperienza dell´altro. Ora tutti abbiamo un abito comune, quello della squadra, che ti resta incollato addosso". E questo lavoro funziona davvero solo se fatto in squadra, con le competenze che si integrano, le professionalità che si intrecciano. Le voci della squadra: le testimonianze degli operatori Claudio Pagliara, medico emergenza territoriale 118 Asl 9, vice responsabile del Nucleo operativo Centro di coordinamento aziendale vittime di violenza Asl 9: "Una missione, un lavoro estenuante per tanti aspetti, determinato dalla mole di lavoro, dall´ignoranza e dalla diffidenza dell´ambiente su questi argomenti. Ma anche la certezza e la consapevolezza di essere un protagonista di questa esperienza. Il fatto di essere un uomo è stato per me uno stimolo e uno sprone maggiore, anche per quel senso di vergogna che ho provato verificando che gli artefici di tanto male sono gli uomini. Forse è una forma di riscatto". Luana Lenzi, infermiera dell´area materno-infantile della Asl 9, componente del Nucleo operativo Centro di coordinamento aziendale vittime di violenza Asl 9: "Cos´è la task force? E´ un incontro di emozioni: dolore e coraggio, insicurezza e protezione, preoccupazione e professionalità, sospetto e lealtà, diffidenza e empatia e, soprattutto, tanta speranza di riuscire a dare fiducia in un futuro migliore a tutte le vittime di violenza". Roberta Mazzoni, tenente dei carabinieri, comandante del Norm (Nucleo operativo radio mobile) di Grosseto: "Mi hai lasciato entrare, ti sei abbandonata a me, ti sei affidata... Per quell´uniforme? per l´età? per simpatia? Non lo so, eppure sei riuscita a farlo e sei riuscita ad entare nel mio cuore". Gabriella Lepri, responsabile Centro antiviolenza della Provincia di Grosseto: "Chissà perché barattoli non cadono più così spesso sulla testa delle donne, molte smettono di cadere per le scale e di sbattere contro gli spigoli e le porte, i lividi non sono più occasionali, hanno un nome preciso: violenza fisica e non solo". "Sono caduta per le scale" Scivoloni per le scale, barattoli che cadono dalla credenza di cucina proprio sull´occhio, porte che sbattono in faccia, ferri da stiro usati maldestramente che procurano estese bruciature. Tante le storie raccontate, le scuse inventate per nascondere una violenza, coprire il vero responsabile, che nella maggior parte dei casi è una persona della famiglia. "Gli studi hanno dimostrato - riferisce Vittoria Doretti - che possono passare anche 11 anni prima che una donna si decida a denunciare il compagno violento". Così, nel corso della formazione, agli operatori vengono forniti tutti gli strumenti per riconoscere se si tratta di violenza anche se le vittime la nascondono. Oltre agli operatori, vengono formate anche le cosiddette "sentinelle": farmacisti, insegnanti, volontari, persone che nel loro lavoro possono venire a contatto con le vittime di violenza e aiutarle a uscire dall´ombra. Anche queste persone vengono addestrate a riconoscere le possibili vittime e a favorirne l´accesso ai servizi di aiuto presenti sul territorio. "Ognuno può e deve diventare una sentinella - dice Silvia Rispoli, farmacista di Grosseto che ha seguito la formazione - Dire a tutte le vittime della violenza "siamo qui", le istituzioni sono formate da persone come te che ti tendono la mano per tirarti fuori dall´oscurità che ti circonda. Il nostro compito è fare un salto di qualità, non essere più o soltanto delle persone dietro un bancone che danno medicine e consigli in merito, ma diventare un punto di riferimento per chi si trova in difficoltà". Da Grosseto a tutta la Toscana: 16 task force in azione Partito nel 2010 nella Asl 9 di Grosseto, dal gennaio 2012 il Codice Rosa è diventato progetto regionale, con la firma di un protocollo tra Regione Toscana e Procura della Repubblica, coinvolgendo 5 aziende. Dal gennaio 2013, altre 5 aziende sono entrate nel progetto. Con l´estensione del progetto alle rimanenti 6 aziende, dal marzo 2014 il Codice Rosa è operativo in tutta la Toscana: 16 task force in funzione nelle 12 aziende sanitarie e nelle 4 aziende ospedaliero-universitarie. I numeri del Codice Rosa Nel 2013, nelle 10 aziende in cui il Codice Rosa era attivo (2-4-5-6-8-9-11-12-Aou Careggi-aou Meyer), sono stati registrati 2.998 casi, di cui 2.646 su adulti (2.536 maltrattamenti, 85 abusi, 25 stalking), e 352 su minori (293 maltrattamenti e 59 abusi). Nel 2012, nelle 5 aziende in cui il Codice Rosa era in funzione, sono stati trattati 1.455 casi di maltrattamenti e abusi su adulti e minori. A Grosseto, dove il Codice Rosa è nato, i casi sono stati 309 nel primo anno (2010), e oltre 500 l´anno successivo. "Non tanto perché aumentavano i casi - spiega Vittoria Doretti - quanto perché il personale che veniva via via formato diveniva sempre più in grado di riconoscere le vittime e aiutarle a raccontare, magari anche a denunciare". Ora a Grosseto la media è di oltre 30 casi al mese, più di uno a giorno. Dal 2012 ad oggi, la Regione ha destinato al progetto del Codice Rosa la cifra complessiva di 595.000 euro: per l´allestimento della "stanza rosa" nei pronto soccorso, la dotazione di tutto il materiale necessario, le spese aggiuntive per il personale (reperibilità/straordinari), l´organizzazione delle iniziative formative rivolte al personale e le attività informative/comunicative rivolte alla cittadinanza. Codice Rosa. Il magico effetto domino L´esperienza del Codice Rosa di Grosseto è diventata anche un libro, "Codice Rosa. Il magico effetto domino", scritto nel 2011 da un giornalista, Giuseppe Meucci, con la collaborazione di Vittoria Doretti e Giuseppe Coniglio, sostituto procuratore di Grosseto. Un libro che ripercorre la gestazione e la nascita del Codice Rosa, racconta le storie delle vittime, riporta le testimonianze degli operatori, e dà conto dello spirito di squadra, della sinergia di risorse, della stretta integrazione tra istituzioni che caratterizza il prezioso lavoro della task force. L´effetto domino del titolo fa riferimento al circolo virtuoso che la task force mette in moto, sia "contagiando" tutti gli operatori che ne vengono a contatto, sia stimolando le vittime a denunciare, portando così alla luce casi che altrimenti resterebbero sommersi. E anche al rapido estendersi del progetto, sia in Toscana che nelle altre regioni.  
   
   
RICERCA, 11 PROGETTI DEL PIEMONTE FINANZIATI DAL MINISTERO DELLA SALUTE IN TOTALE, OLTRE 4.620.000 EURO ASSEGNATI AI CENTRI DI ECCELLENZA REGIONALE  
 
Torino, 26 maggio 2014 - Sono 11 i progetti di ricercatori piemontesi vincitori del bando promosso dal Ministero della Salute nel 2012, la cui graduatoria finale è stata approvata dalla Commissione nazionale ricerca sanitaria a gennaio. La Giunta regionale nel corso dell’ultima riunione ha approvato la presa d’atto della graduatoria. Per il presidente della Regione e per l’assessore alla Sanità si tratta dell’ennesima conferma dell’eccellenza della sanità piemontese che, anche nel campo della ricerca scientifica, dimostra di essere ai primi posti a livello nazionale. Tra i progetti presentati, 6 sono stati presentati da giovani ricercatori (con meno di 40 anni, come previsto dal bando), 4 fanno riferimento alla ricerca finalizzata, 1 è un progetto di rete. Complessivamente, gli 11 progetti avranno finanziamenti per una somma di oltre 4.620.000 euro: sono stati presentati da ricercatori che lavorano per l’Università degli studi di Torino, l’Istituto per la ricerca e la cura del cancro/ Fondazione del Piemonte per l’Oncologia di Candiolo, la Città della Salute e della Scienza di Torino, l’Università del Piemonte Orientale, l’Azienda Ospedaliera universitaria Maggiore della Carità di Novara e per il San Luigi Gonzaga di Orbassano. Tra le materie oggetto delle ricerche che hanno ottenuto il riconoscimento, varie tipologie di tumori (melanomi, linfomi, il mesotelioma, la terapia del cancro al colon-retto), il diabete, le malattie cardio-vascolari.  
   
   
SANITÀ IN LOMBARDIA, OPERAZIONE ´AMBULATORI APERTI´: I DATI  
 
Milano, 26 maggio 2014 - L´operazione ´Ambulatori aperti´, varata dalla Giunta regionale della Lombardia, è già un successo: nei primi sette giorni sono state 5190 le prenotazioni di esami medici e già 769 le prestazioni effettuate. I dati sono stati resi noti dal presidente della Regione Lombardia, che si è detto "molto soddisfatto, perché l´iniziativa è partita solo da pochi giorni, così come la pubblicità che informa sulle nuove possibilità che abbiamo messo in campo. Nella prima settimana pensavamo che non fosse possibile andare oltre le prenotazioni, invece gli ospedali si sono subito attivati e sono state già effettuate 769 prestazioni". Ao Intensifichino Comunicazione - "Visto l´ottimo riscontro - ha detto il governatore - chiederemo alle Aziende ospedaliere di intensificare la comunicazione ai cittadini. I dati dimostrano che si tratta di un´operazione molto significativa e gradita dalla gente. Penso che la sperimentazione, che durerà fino alla fine di luglio, ci suggerirà di prorogare ed estendere l´iniziativa". I Dati Per Azienda - Di seguito i dati della prima settimana dell´operazione ´Ambulatori Aperti´, suddivisi per aziende: - Azienda Vimercate: 1437 prenotazioni; 56 prestazioni effettuate; - Azienda Lecco: 467 prenotazioni; 9 prestazioni effettuate; - Azienda Valtellina: 461 prenotazioni; 81 prestazioni effettuate; - Azienda Icp Milano: 397 prenotazioni; 267 prestazioni effettuate; - Azienda Crema: 385 prenotazioni; 58 prestazioni effettuate; - Azienda Lodi: 340 prenotazioni; 67 prestazioni effettuate; - Azienda Varese: 330 prenotazioni; 74 prestazioni effettuate; - Azienda Mantova: 267 prenotazioni; 50 prestazioni effettuate; - Azienda Legnano: 247 prenotazioni; - Azienda Pavia: 239 prenotazioni; 3 prestazioni effettuate; - Azienda Seriate: 190 prenotazioni; - Azienda Brescia: 179 prenotazioni; 87 prestazioni effettuate; - Azienda Vallecamonica Sebino: 153 prenotazioni; 4 prestazioni effettuate; - Azienda Como: 98 prenotazioni; 13 prestazioni effettuate.  
   
   
SANITA’: RELAZIONE CORTE CONTI VENETO SU ANDAMENTO GESTIONE. PRESIDENTE REGIONE: “ORGOGLIOSI DI MOLTE LUCI, INTERVENIAMO SULLE OMBRE. IN 4 ANNI DI TAGLI NAZIONALI MIGLIORATI I BILANCI SENZA INCIDERE SUI SERVIZI. ORA COSTI STANDARD O LASCIAMO TUTTI I TAVOLI NAZIONALI”. ASSESSORE SANITA’: “SEMPRE PROMOSSI A PIENI VOTI SUI LEA. QUI MIGLIORARE RISPARMIANDO NON E’ UTOPIA”  
 
Venezia, 26 maggio 2014 - “Ringrazio la Corte dei Conti del Veneto, che anche quest’anno ha compiuto un approfondito e tenace lavoro di verifica dei nostri conti sanitari, dandoci svariati motivi di soddisfazione e importanti indicazioni sulle cose che ancora non vanno e sui settori dove bisogna intensificare ulteriormente il lavoro di razionalizzazione della spesa” Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto commenta i contenuti del lavoro della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti, che ha depositato gli esiti dei controlli effettuati sui bilanci consolidati 2012 delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere. Ne emerge una valutazione complessivamente positiva, che conferma come, anno dopo anno, la gestione dei fondi destinati alla cura delle persone sia andata migliorando, nonostante la sensibile diminuzione dei Fondi Statali disponibili ed una serie di normative nazionali (come la spending review) che hanno profondamente inciso innescando una ulteriore, profonda, razionalizzazione della spesa che nel Veneto, a differenza di molte altre aree del Paese, ha sostanzialmente centrato gli obiettivi. In 144 pagine, la Corte dei Conti ha passato al microscopio la gestione sanitaria 2012, dando anche una prospettiva per il 2013, anno che conferma il trend virtuoso del 2012 con un ulteriore contenimento dei costi ed un miglioramento dei conti delle Aziende sanitarie più in difficoltà: l’Ulss 12 Veneziana (meno 55,2); L’ulss 18 di Rovigo (meno 28,6 milioni); l’Ulss 20 di Verona (meno 20, 5 milioni ; l’Azienda Ospedaliera di Padova (meno 38,6 milioni); l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (meno 34,2 milioni). Pur rimanendo in condizioni di tensione finanziaria, tutte queste strutture hanno comunque migliorato di molto le loro performances rispetto agli anni precedenti. I conti della sanità veneta del 2012 si sono chiusi in attivo, facendo registrare una perdita contabile di 193,1 milioni euro, agevolmente e completamente ripianati grazie alla virtuosità della Gestione Sanitaria Accentrata in capo alla Giunta e senza la necessità di applicare alcuna addizionale Irpef. Nettissimo il miglioramento rispetto agli aspetti contabili dei bilanci precedenti (meno 330,5 milioni nel 2011 e meno 431,7 milioni nel 2010) e positiva la previsione per il 2013, con un ulteriore trend di forte discesa del disavanzo contabile. Va specificato e tenuto in attenta considerazione il fatto che la perdita economica cui si riferisce la Corte dei Conti, è relativa alla somma dei risultati di esercizio (utili e perdite) delle Aziende sanitarie (-193 mln di euro nel 2013 che, sul totale di ca. 8,5 miliardi di risorse, vale lo 0,02%). Tale perdita viene completamente ripianata dalla Gestione Accentrata Regionale. Scorrendo la relazione della Corte dei Conti, lusinghiero appare il risultato raggiunto in materia di contenimento dei prezzi di acquisto delle forniture, con 19 Aziende su 24 che hanno già raggiunto gli obiettivi prescritti dalle normative. Positiva anche l’evoluzione della delicatissima questione dei tempi di pagamento dei fornitori: secondo la Corte dei Conti effetti virtuosi sono stati raggiunti da alcuni interventi regionali, come la sottoscrizione e attivazione del protocollo d’Intesa tra tutte le parti interessate per lo smobilizzo dei crediti vantati dai fornitori avvenuta nel 2012 e l’utilizzo da parte della Regione delle misure straordinarie previste dalla legge 64 del 6 giugno 2013, con l’accensione di un mutuo, (a titolo oneroso) con lo Stato che ha garantito liquidità per 1,5 miliardi di euro da destinare al pagamento dei fornitori. Di questi, 770 milioni sono già stati erogati e la quota restante, pari a 810 milioni, consentirà di saldare tutti i debiti pregressi entro l’estate. Il controllo sulle società partecipate degli enti non ha dato riscontri negativi, fatta eccezione per due realtà (“Società Venezia s.R.l.”, controllata dall’azienda sanitaria n. 12 Veneziana e “Centro ricerche cliniche s.R.l.”, partecipata dall’azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona); in entrambi i casi, con l’esercizio 2013 tali situazioni sono completamente state superate. La Corte dei Conti, per contro, dà atto del miglioramento riscontrato nell’equilibrio economico (in rafforzamento anche nel 2103), frutto di uno stretto controllo sui costi della produzione e di politiche di razionalizzazione quali la centralizzazione degli acquisti, esperienza ormai consolidata in Veneto. Una segnalazione di merito viene anche dal grado di attuazione delle disposizioni di cui al D lgs. 118/2011, in materia di armonizzazione dei bilanci e di sviluppo ed ammodernamento dei sistemi contabili. “Sulle ombre che la Magistratura Contabile ci ha segnalato, e per questo la ringrazio, stiamo già intervenendo e in alcuni casi esse sono avviate a soluzione – commenta il Presidente della Regione – ma la lettura complessiva dei giudizi espressi ci rende orgogliosi, anche perché abbiamo operato nel quadriennio più difficile di sempre, con continui tagli orizzontali e interventi a spot del legislatore nazionale, che hanno colpito noi come i peggiori spreconi in maniera vergognosamente indiscriminata. Uno sconcio che deve finire presto, con l’introduzione dei costi standard per la determinazione dei quali siamo fra le 3 Regioni benchmark, fin dal prossimo riparto nazionale e all’interno del nuovo Patto Nazionale per la Salute. Se non accadrà siamo pronti a far saltare ogni tavolo nazionale”. “Diamo a Roma 21 miliardi di euro l’anno di residuo fiscale attivo: tasse pagate dalla gente delle quali nemmeno un euro ritorna a sostegno del territorio – incalza il Presidente – abbiamo di fatto sotto sequestro presso la tesoreria centrale dello Stato 1,4 miliardi dei veneti bloccati da quello scempio del buon senso che è il Patto di Stabilità, che impedisce di investire anche agli Enti virtuosi che potrebbero farlo. Eppure abbiamo privilegiato comunque il sacrosanto diritto dei fornitori della sanità a vedere pagati i loro crediti, decidendo di cedere al ricatto dello Stato che si è messo a fare la banca e, bontà sua, avendo in tasca 1,4 miliardi nostri, ce ne ha prestati pressochè altrettanti a un tasso passivo del 4%. E’ letteralmente incredibile, ma nell’Italia degli sprechi succede anche questo: tu hai i soldi da usare per i tuoi cittadini ma lo Stato te li sequestra poi te ne offre gentilmente facendo la banca e chiedendo interessi concettualmente assurdi”. “Gli obiettivi di gestione dati a nostri direttori generali sono stati in buona parte raggiunti e in parte lo saranno – aggiunge il Governatore – stiamo usando ancora meglio di prima i sempre minori finanziamenti che arrivano e così stiamo riuscendo nell’impresa di non far scadere la qualità e quantità dei servizi senza imporre, unici in Italia, alcuna addizionale aggiuntiva per la sanità regionale. Anzi, abbiamo aggiunto due novità storiche come gli Ospedali aperti di notte e nei giorni festivi per la diagnostica (apprezzata da più del 90% degli utenti) e la riforma organizzativa dei Pronto Soccorso per assistere al meglio le persone in sala d’attesa e diminuire i tempi della presa in carico dei pazienti. Sono cose che costano, ma che vogliamo dare gratuitamente alla nostra gente, che se lo merita per il contributo che ognuno sta dando per far sì che le cose vadano bene, così come preziosi e insostituibili sono gli sforzi del personale di ogni livello e tipologia che spessissimo, per dare il meglio, sa andare ben oltre i meri aspetti contrattuali. E’ con tutta questa gente – conclude il Governatore - che condivido la soddisfazione di oggi, così come anche con il mio assessore alla Sanità e con tutti i tecnici regionali”. Da parte sua, l’Assessore alla sanità tiene a sottolineare alcuni aspetti particolarmente significativi. “Il primo – fa notare – è che il miglioramento complessivo di gestione e costi è stato raggiunto, e sarà ulteriormente perseguito, continuando ad essere promossi a pieni voti dal Ministero della Salute, in compagnia di sole altre 5 Regioni, per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza. Vuol dire che abbiamo dato, e che daremo ai nostri malati, tutta l’assistenza che è costituzionalmente loro dovuta e lo sappiamo fare al 100% e nel migliore dei modi; il secondo è di essere riusciti a non fermare l’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche, nonostante un periodo nerissimo per il fronte degli investimenti; il terzo è che, partendo da una situazione già buona, non ci siamo addormentati sugli allori ma, dopo 17 anni, abbiamo varato e stiamo attuando un nuovo Piano Sociosanitario caratterizzato dal rafforzamento delle eccellenze, dalla valorizzazione della medicina territoriale in sinergia con l’ospedale, da una nuova concezione di rete ospedaliera grazie alla quale, di fatto, c’è una struttura assistenziale tarata per ogni esigenza: Ospedali per acuti, Ospedali di rete, ospedali riabilitativi, strutture per garantire la protezione del paziente nella fase intermedia che segue dopo l’evento acuto e che precede il ritorno a casa. Più servizi con meno costi per le tasche dei cittadini – conclude l’Assessore – può sembrare un’utopia e invece, in Veneto, sta diventando realtà”.  
   
   
WELFARE, REGIONE LIGURIA STANZIA 200MILA EURO PER INVECCHIAMENTO ATTIVO  
 
Genova, 26 Maggio 2014 - Dopo la premiazione dell´Unione Europa per il progetto "Memory training" sull´invecchiamento attivo avviato lo scorso anno, la Giunta regionale su proposta dell´assessore al welfare Lorena Rambaudi ha stanziato 200mila euro del fondo per le politiche sociali, a favore dei Comuni capofila dei distretti socio-sanitari liguri per iniziative legate alla prevenzione. Quattordici i Comuni beneficiari: Ventimiglia, Sanremo, Imperia, Albenga, Finale ligure, Cairo Montenotte, Savona, Genova, Rapallo, Chiavari, Sestri Levante, Bolano, La Spezia e Sarzana che potranno sviluppare attività per prevenire il decadimento cognitivo e fisico. Dai corsi di computer, alla ginnastica, ai gruppi di cammino, alla riabilitazione motoria, fino alle visite guidate ai musei per riuscire a coinvolgere tutti gli anziani con iniziative ludico-ricreative e culturali. La Giunta regionale nella seduta odierna ha inoltre stanziato 100.000 euro per i giovani a favore del progetto "Liguria Giovaninsieme" presentato dalla Conferenza dei sindaci della regione con cui finanziare una serie di progetti su tutto il territorio ligure. "Prosegue l´impegno della Regione – ha spiegato l´assessore al welfare, Lorena Rambaudi – per progetti di promozione a favore di giovani e anziani, per iniziative territoriali che vedranno il coinvolgimento dei Comuni e dei distretti. Due filoni di intervento resi possibili anche dalla fruttuosa collaborazione pubblico-privata messa in campo negli scorsi anni".  
   
   
SANITÀ IN TOSCANA: UNA FIRMA DA 100 MILIONI DI EURO  
 
Firenze, 26 maggio 2014 - Il presidente della Regione Toscana ha apposto una firma da 100 milioni di euro. E´ quella che ha messo in calce alla legge regionale n. 26 che nel titolo reca "Misure urgenti di razionalizzazione della spesa sanitaria", ma che in pratica abolisce le tre Estav (Enti per i servizi tecnico amministrativi di area vasta) della Toscana per creare un unico Estar di dimensione regionale. E´ lo stesso presidente della Regione Toscana a ricordare come fino al 2005 le Asl toscane facevano acquisti singolarmente. Poi, per risparmiare, fu deciso di ridurre i 16 centri acquisti a 3 per tutta la Toscana, gli Estav appunto. Con la firma di oggi e l´entrata in vigore della legge regionale si compie un altro passo avanti con la creazione di un solo centro d´acquisto (dai medicinali, ai presidi medico chirurgici, alle attrezzature) e di "regia" (dalla logistica, al pagamento del personale, alle manutenzioni) per tutto ciò che serve a far funzionare il "pianeta sanità toscana" . Il centro acquisti unificato si chiamerà Estar (Ente per i servizi tecnico amministrativi regionali) e permetterà di risparmiare circa 100 milioni di euro all´anno. Il presidente ha commentato l´avvenuta promulgazione affermando che questo è uno dei migliori esempi della spending review della Regione Toscana: tagliare i costi, risparmiare sui prezzi di acquisto e non tagliare i servizi ai cittadini.  
   
   
AMIANTO,COSTITUTO IL FONDO PER LA RICERCA PER LE CURE E LA PREVENZIONE DEL MESOTELIOMA  
 
Torino, 26 maggio 2014 - L’asl di Alessandria ha comunicato all’assessore regionale alla Sanità, al Comune di Casale e alle associazioni dei famigliari delle vittime, la formale costituzione del Fondo per la ricerca in tema di cure e di prevenzione per la diagnosi e la terapia del mesotelioma. Come noto, il coordinamento della ricerca è stato affidato al Dipartimento di Oncologia dell´Università di Torino, diretto dal professor Scagliotti. Per l’assessore alla Sanità si tratta di un ulteriore passaggio che conferma l’impegno di questi anni della Regione, dell’ente locale e delle associazioni dei famigliari sul fronte degli studi legati alla ricerca sul mesotelioma, alla lotta contro l’amianto e per la bonifica ambientale, in stretta collaborazione con il Centro Amianto di Casale Monferrato. Recentemente è stata avviata l’Unità funzionale interaziendale tra le Aziende sanitarie ospedaliera e territoriale di Alessandria e Casale Monferrato per la parte operativa. Il direttore generale dell’Asl di Alessandria nella lettera in cui annuncia la costituzione del Fondo, così come deciso in precedenza dal Comitato strategico presieduto dal Sindaco di Casale, ha comunicato che è stata inoltrata la richiesta di trasferimento della somma di 1.500.000 euro allo studio legale dell’ex azienda Eternit. Il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino è centro di riferimento a livello nazionale per la diagnosi e la cura delle patologie amianto correlate.  
   
   
SALUTE FVG: PRIMA SEDUTA COMMISSIONE REGIONALE AMIANTO  
 
Trieste, 26 maggio 2014 - Si è tenuta il 22 maggio a Monfalcone la prima seduta della Commissione regionale sull´Amianto, ricostituita il 1 aprile scorso con decreto del presidente della Regione. I lavori sono stati aperti dagli assessori alla Salute e Politiche sociali, Maria Sandra Telesca, e all´Ambiente, Sara Vito. Nella Commissione regionale Amianto sono rappresentate le Associazioni, con i valori di cui sono portatrici, ed i professionisti delle diverse discipline, che garantiscono un apporto multidisciplinare. Il numero dei componenti della Commissione è stato allargato ad un rappresentante dell´Agenzia regionale per la Protezione dell´Ambiente/arpa e ad un rappresentante della direzione centrale Ambiente della Regione, a testimonianza dell´approccio metodologico trasversale che l´attuale Giunta regionale intende dare rispetto alle problematiche amianto-correlate. Dunque una stretta collaborazione operativa, è stato sottolineato, per svolgere al meglio, accanto al controllo delle patologie amianto-correlate, un´efficace prevenzione sul versante ambientale. In questo senso, anche il lavoro che Arpa ha avviato di aggiornamento della mappatura risalente al 2007, relativo alla presenza dell´amianto in Friuli Venezia Giulia, è un progetto di grande importanza e utile per la programmazione delle future bonifiche.  
   
   
SALUTE, CONSOLE UCRAINO RINGRAZIA REGIONE LOMBARDIA  
 
Milano, 26 maggio 2014 - "Siamo noi a voler ringraziare il console generale dell´Ucraina a Milano Andrii Kartysh, per aver offerto a Regione Lombardia un´altra occasione per ribadire l´eccellenza del nostro Sistema sanitario anche sul fronte dell´accoglienza, dimostrando così tutta la nostra solidarietà e vicinanza verso i più bisognosi". E´ quanto ha affermato il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia, dopo aver ricevuto i ringraziamenti da parte del console generale d´Ucraina in relazione al prezioso supporto offerto dalla Regione a cinque cittadini ucraini feriti durante gli eventi in piazza Maidan a Kiev e accolti nel marzo scorso negli ospedali lombardi di Niguarda, Policlinico e Fatebenefratelli. Gioco Di Squadra - I cinque uomini, con età compresa tra 23 e 45 anni, presentavano fratture agli arti, ferite da arma da fuoco e complicanze maxillo-facciali. Arrivati a Milano lo scorso 20 marzo, erano stati poi trasferiti negli ospedali di destinazione grazie al prezioso contributo di Croce Bianca Milano, Croce Rossa e Sal, sotto il coordinamento di Areu che aveva curato la regia dell´operazione. Lo scorso 19 maggio, l´ultimo paziente è stato dimesso dall´Ospedale di Niguarda, mentre un´altra persona dovrebbe ritornare in Italia nel prossimo mese di giugno per valutare la necessità di una seconda operazione all´occhio presso il Policlinico di Milano. A oggi, quindi, i feriti accolti sono stati tutti dimessi. Lombardia Dal Cuore Grande- "Mi fa molto piacere specialmente sul piano umano - ha sottolineato l´assessore alla Salute lombardo - che le persone accolte nelle nostre strutture sanitarie siano state tutte dimesse e stiano bene. Sanità è prendersi cura delle persone, dimostrando, da una parte, efficienza e professionalità e, dall´altra, solidarietà e accoglienza. Anche in questo caso la Lombardia dimostra di avere il cuore grande di fronte alle emergenze e alle richieste di aiuto, soprattutto quando queste avvengono in accordo con le autorità competenti e nel dialogo con rappresentanti istituzionali di altri Paesi. Diverso invece è dover gestire, anche dal punto di vista sanitario, numeri imprecisati di persone che transitano nel nostro Paese, come giustamente osservato nei giorni scorsi dal presidente della Regione".  
   
   
NUOVO OSPEDALE DI LUCCA, L´ASSESSORE INCONTRA OPERATORI E CITTADINI  
 
Firenze 26 maggio 2014 - L´assessore regionale per il diritto alla salute è andato il 23 maggio al San Luca, il nuovo ospedale di Lucca, per visitare la nuova struttura e incontrare la direzione della Asl 2 e gli operatori, in questa fase di avvio dell´attività. Nel suo giro, l´assessore si è intrattenuto anche con alcuni utenti, in particolare con una signora che lamentava un iter di cura troppo lento per il marito ricoverato in chirurgia dopo una caduta. L´assessore ha detto di aver seguito passo dopo passo tutte le vicende legate all´attivazione del nuovo ospedale di Lucca, ma di aver comunque voluto fare il punto con gli operatori, a cinque giorni dal trasferimento dei degenti nella struttura. Quello dell´avvio di un nuovo ospedale è sempre un momento molto delicato, ha sottolineato, ed è inevitabile che emerga qualche problema, qualche criticità "fisiologica", legata proprio al rodaggio della struttura, sia da parte degli operatori che dei cittadini. Ma la direzione generale della Asl 2 si è già attivata per dare soluzione ai problemi emersi finora: per esempio, l´ampliamento della sala d´attesa del pronto soccorso, che avverrà nel corso dell´estate, utilizzando un locale attiguo; e una migliore organizzazione per ridurre i tempi di attesa. I problemi che si presentano, e che via via vengono risolti, non inficiano affatto il risultato complessivo di quella grande opera che sono i quattro nuovi ospedali di Pistoia, Prato, Lucca e Massa, ha detto ancora l´assessore. Quando anche l´ospedale delle Apuane sarà in funzione, probabilmente nella prossima primavera, potremo dire di aver realizzato un´opera unica a livello nazionale nel settore dell´edilizia ospedaliera, con un quadro economico complessivo di 600 milioni di euro. A questo proposito, l´assessore ha ricordato che negli ultimi 6 anni la Regione Toscana è stata in grado di mettere a disposizione quasi 3 miliardi di euro per migliorare la nostra sanità: un risultato non di poco conto, in periodi di crisi come questo. A conclusione della visita, l´assessore ha confermato che il nuovo direttore generale della Asl 2 sarà Joseph Polimeni, l´attuale direttore generale facente funzioni.  
   
   
SALUTE: RICOSTITUITO COMITATO FVG CON MEDICI SPECIALISTI AMBULATORIALI  
 
Trieste, 26 maggio 2014 - La Giunta regionale ha approvato, su proposta dell´assessore alla Salute Maria Sandra Telesca, la ricostituzione del Comitato consultivo regionale in base a quanto previsto dall´accordo collettivo nazionale (Acn) per la disciplina dei rapporti con i medici specialisti ambulatoriali interni, i medici veterinari ed altre professionalità sanitarie (biologi, chimici, psicologi) ambulatoriali. Il Comitato, che resterà in carica sino al rinnovo dell´Acn, avrà sede presso la direzione centrale regionale Salute ed Integrazione sociosanitaria ed è composto dall´assessore regionale Telesca (che ne assume la presidenza), da Adeli Mattiussi per l´Ass 1 "Triestina", da Marcella Bernardi per l´Ass 2 "Isontina", da Saverio Commisso per l´Ass 4 "Medio Friuli", da Romano Blarzino per l´Ass 3 "Alto Friuli" e da Antonio Gabrielli per l´As 6 "Friuli Occidentale". Per quanto concerne i sei rappresentanti degli specialisti ambulatoriali che operano in regione sono stati chiamati a far parte del Comitato Angelo Brancatelli, Fanny Russo, Laura Manzoni, Luciano Terrinoni e Rossella Millo, gli ultimi due in rappresentanza delle organizzazione sindacali. Assieme a questi componenti del Comitato, che dovrà esprimere proposte e pareri sui provvedimenti di competenza regionale ed esprimere linee di indirizzo per l´applicazione dell´Acn, sono stati nominati altrettanti membri supplenti, i quali subentreranno in caso di assenza dei titolari.  
   
   
REGIONE LIGURIA, OPERE PUBBLICHE, GLI INTERVENTI PER GLI OSPEDALI DI SESTRI LEVANTE E LAVAGNA  
 
Genova, 26 Maggio 2014 - “Gli interventi per gli ospedali di Lavagna e Sestri Levante sono opere pubbliche rilevanti nel campo della sanità che riqualificano ulteriormente due strutture liguri. Quello di Sestri è un intervento concluso che presenteremo alla cittadinanza l’11 giugno. A Lavagna, dove si è si è inaugurato giorni fa un angiografo all’avanguardia offerto da un privato, l’insieme dei lavori che presentiamo oggi si concluderà a metà 2015”. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando presentando in conferenza stampa gli interventi per gli ospedali di Sestri Levante e Lavagna cofinanziati dalla Regione, insieme con il vice presidente e assessore alla Salute Claudio Montaldo, il sindaco di Sestri Levante Valentina Ghio e il direttore generale dell’Asl 4 chiavarese Paolo Cavagnaro. Il primo intervento, che riguarda la ristrutturazione delpolo ospedaliero di Sestri Levante, è costato 2 milioni 840 mila euro provenienti da fondi statali (2 milioni 400 mila) e da fondi Asl 4 (440mila). I lavori, commissionati dall’Azienda Sanitaria Locale n.4 Chiavarese, erano iniziati a fine novembre 2011, finiranno a giugno quando ne è prevista l’inaugurazione, il giorno 11. Le opere eseguite hanno riorganizzato e ricollocato alcune funzioni sanitarie territoriali-distrettuali all’interno del polo ospedaliero di Sestri Levante, per concentrare e riordinare in un unico punto tutte le attività. Hanno interessato più parti dell’immobile e sono state eseguite in maniera da non interferire con l’attività sanitaria quotidiana. E’ stata realizzata la ristrutturazione completa di una porzione del primo piano, dove sono stati ricollocati gli ambulatori, gli uffici, il Cup, lo sportello integrato socio-sanitario; tutto ciò ha permesso anche l’ottimizzazione delle risorse umane. La prima parte dei lavori, conclusasi a dicembre 2012, è operativa da gennaio 2013. Inoltre, si sono ristrutturate tutte le facciate per garantire il corretto confort microclimatico all’interno dell’edificio, eliminando infiltrazioni di aria ed acqua dall’esterno con la totale sostituzione dei serramenti e la realizzazione di un isolamento a cappotto, che permette un risparmio energetico. Questa seconda parte dei lavori si è conclusa ad ottobre 2013. Con il ribasso d’asta ottenuto in sede di gara d’appalto, i lavori sono stati estesi a l’ulteriore ristrutturazione di una porzione del 3° e del 4° piano del polo ospedaliero. Si è potuto, così, inserire il reparto di Day-surgery nei locali predisposti al terzo piano e collocare il reparto di Medicina, con sei posti letto dedicati alla riabilitazione respiratoria, al quarto piano. In ultimo sono stati sostituiti tutti i “testaletto” del 4° piano ormai vetusti e non più confacenti alle esigenze dei reparti e si stanno completando in questi giorni i lavori edili strettamente connessi alla loro sostituzione. Il secondo intervento riguarda i lavori di realizzazione della nuova palazzina per i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (Spdc), degli ambulatori e dei servizi per il polo ospedaliero di Lavagna. Commissionati dall’Azienda Sanitaria Locale n.4 Chiavarese, sono costati 5 milioni di euro provenienti da fondi statali (3 milioni 925 mila) e da fondi Fas 2007/2013 (1 milione di euro) e da fondi aziendali Asl 4 (74 mila 927 euro). I lavori sono iniziati nel novembre 2011 e si concluderanno ad aprile 2015. L’intervento verrà inaugurato nel luglio 2015. La nuova organizzazione dipartimentale, avvenuta a seguito dell’unione del Dipartimento di Salute Mentale con il Dipartimento delle Dipendenze, ha definito una maggiore appropriatezza nei ricoveri, determinando una riorganizzazione che tenga conto dei bisogni di un’utenza simile, ma differente dall’utenza psichiatrica (tossicodipendenti, etilisti). Inoltre la strutturazione dell’azienda con i tre poli ospedalieri attuali, l’acquisizione delle competenze sanitarie dei pazienti ricoverati in carcere, la presenza nel territorio di due nuove comunità terapeutiche per adolescenti, la popolazione anziana che può manifestare disturbi legati al disagio psichico, la richiesta da parte dell’A.l.f.a.pp. Di ricoveri più lunghi rispetto ai dettami di legge previsti per il trattamento sanitario obbligatorio (Tso) configurabili nel S.e.p.a. (Struttura Extraospedaliera Post Acuti), hanno indotto a organizzare un’Area Dipartimentale Urgenza-emergenza per rispondere a tali necessità. Il progetto prevede la costruzione di nuova palazzina con un nuovo Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (S.p.d.c.) dotato di 20 posti letto al piano terra, mentre al primo piano verranno insediati la zona per il day-hospital Psichiatrico, ambulatori e studi medici. Grazie al ribasso ottenuto in sede di aggiudicazione dei lavori mediante gara d’appalto, sarà possibile eseguire ulteriori opere, procedendo con la costruzione del secondo piano. Questo nuovo spazio in costruzione, la cui destinazione sarà oggetto della scelta di Asl 4 in accordo con la Regione, sarà finalizzato alla razionalizzazione delle funzioni di ricovero per acuti. In questi ultimi anni, l’azienda sanitaria locale ha investito molte risorse sul polo ospedaliero, sia in attrezzature tecnologiche all’avanguardia sia per mantenere operativamente adeguate le funzioni sanitarie già presenti - la rianimazione e tutte le guardie (cardiologica, anestesistica, chirurgica, internistica) nelle 24 ore, per garantire una maggiore sicurezza per il paziente nei ricoveri da Dea di I° livello.  
   
   
SARDEGNA: AVVIO CORSI DI RIQUALIFICAZIONE PER OSS, AVVISO PER LE AGENZIE FORMATIVE  
 
Cagliari, 26 Maggio 2014 - L’assessorato regionale del Lavoro, al fine di istituire uno specifico catalogo pubblico di offerta formativa, ha pubblicato l’avviso di chiamata per le agenzie formative per l’avvio in regime di autofinanziamento, dei corsi di riqualificazione di “operatore socio sanitario” (Oss). Potranno candidarsi per la gestione dei corsi esclusivamente singole agenzie formative, senza vincolo di Rt, iscritte nell’elenco regionale dei "Soggetti abilitati a proporre e realizzare interventi di formazione professionale macrotipologia B e C". Inoltre, dovranno: - dimostrare, con idoneo titolo (atto comprovante la proprietà o altro diritto reale, contratto di locazione o di comodato), la disponibilità in uso esclusivo e non condiviso di una sede operativa stabile in Sardegna per almeno tre anni; - avere avviato e concluso (anche come componenti Rt) almeno quattro interventi di formazione per operatore socio sanitario sul territorio della Regione Sardegna nell’ultimo triennio o in alternativa devono aver ricevuto in affidamento (anche come componenti Rt) almeno un intervento di formazione per Oss a valere sulle risorse dell’ultimo avviso della Regione pubblicato nel 2010; - dimostrare, con idonea documentazione, di essere dotate di sede formativa con aula sanitaria attrezzata o di averne piena disponibilità presso una struttura socio sanitaria accreditata; - impegnarsi a progettare e realizzare i percorsi nel rispetto delle indicazioni stabilite dall’avviso e dalla Conferenza Stato-regioni del 22.02.2001 e di impegnarsi a realizzare i tirocini sanitari e sociali in raccordo con strutture socio sanitarie pubbliche o accreditate nell’ambito del sistema socio sanitario regionale, presentando apposite lettere di adesione; - aver preso visione dell’ avviso e devono accettarne, senza riserva alcuna, tutte le condizioni; - essere a conoscenza, che i dati personali raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici, esclusivamente nell’ambito del procedimento previsto dall’avviso. Le agenzie potranno avviare un massimo di 10 corsi da realizzarsi in una o più province del territorio regionale. Le candidature dovranno pervenire entro le ore 13 del 3 giugno all’indirizzo: Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale Servizio della governance della formazione professionale Settore programmazione Via Xxviii Febbraio, 1 - 09131 Cagliari.  
   
   
GIORNATA NAZIONALE DEL SOLLIEVO, MENZIONE SPECIALE AL MOLISE. FRATTURA: ORGOGLIO E GRATITUDINE PER IL LAVORO CONDOTTO DAL DOTTOR FLOCCO NELL´HOSPICE DI LARINO  
 
Campobasso, 26 maggio 2014 - "Orgoglio, gratitudine e speranza: questi, i sentimenti che accompagnano il lavoro condotto con un´umanità e una professionalità esemplari dal dottor Mariano Flocco, il 23 maggio insignito di un altro importante riconoscimento. All´auditorium del Ministero della salute, nel corso della presentazione della Giornata nazionale del Sollievo, la menzione speciale che la Conferenza delle Regioni assieme alla Fondazione "Gigi Ghirotti" ha voluto assegnare al progetto presentato dall´hospice di Larino. Ancora una volta, dopo la "Gerbera d´oro 2011", un premio alla capacità propositiva, alla passione e alla dedizione di un´equipe di operatori sanitari, che, riconoscendo il dolore come malattia nella malattia e offrendo cure per il sollievo della sofferenza, sono diventati punto di riferimento e porto di amore e serenità nel nostro Molise per tutte le persone gravemente malate e per i loro familiari. Il dottor Flocco e i suoi collaboratori si fanno testimoni di una sanità che sa andare oltre le terapie più avanzate, trovando nel rapporto umano e nel sostegno psicologico il perno centrale dell´assistenza da assicurare al malato e a chi soffre con lui. Un progetto, quello strutturato dal dottor Flocco, straordinario, toccante e coraggioso. "Ci sono anch´io, anche se non sono malato" è ispirato e dedicato ai fratelli e alle sorelle dei bambini che vivono uno stadio avanzato o terminale della malattia. Un percorso dedicato a bimbi e ragazzini che si trovano, così piccoli, a dover fronteggiare la malattia del fratello senza spesso ricevere l´attenzione che il loro dolore pure merita. La commissione mista, formata dalle Regioni Veneto, Umbria, Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Puglia, dalla segreteria della Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione nazionale "Gigi Ghirotti", di cui è presidente Bruno Vespa, ha riconosciuto nel progetto molisano la qualità e la dimensione umana che vogliamo offrire e che nei fatti oggi dimostriamo di offrire ai nostri cittadini. I progetti che la commissione ha valutato sono stati 22, presentati da 10 regioni, esaminati sotto il profilo dell´innovazione, dell´originalità e della esportabilità in altri contesti; del rapporto costi/benefici alla persona sofferente e in relazione agli aspetti di umanizzazione e coinvolgimento di chi presta le cure. Sappiamo che questi valori guidano l´azione e la missione del dottor Flocco e della struttura di Larino, che, con discrezione, passione e dedizione totale, fa del Molise un´eccellenza assoluta, di cui essere fieri nella commozione che accompagna questa menzione. Stamani, grazie a loro, la prova che la sanità è un diritto che supera le logiche ristrette di numeri e costi". Così il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, sulla menzione speciale riconosciuta al Molise, nell´ambito della presentazione della Xiii Giornata nazionale del Sollievo, di domenica 25 maggio (a Campobasso, nella sede della Fondazione Molise cultura, ore 16.30), per il progetto "Ci sono anch´io, anche se non sono malato" strutturato dall´hospice di Larino diretto dal dottor Mariano Flocco.  
   
   
SANITÀ DELLA VALDERA, FIRMATO UN PROTOCOLLO  
 
Firenze, 26 maggio 2014 - Firmato il 23 maggio un protocollo d´intesa per il consolidamento e lo sviluppo del sistema sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale della Valdera. E´ stato siglato dall´assessore al diritto alla salute della Regione, dal direttore generale della Asl 5 di Pisa, dal presidente della Società della Salute della Valdera, e dal sindaco di Pontedera, in rappresentanza dell´Unione dei Comuni della Valdera. Tre gli ambiti in cui i firmatari del protocollo si sono impegnati, per garantire un ulteriore rafforzamento del sistema socio sanitario e del welfare nella Valdera. Nell´ambito sanitario ospedaliero, per mantenere gli attuali livelli di efficienza, qualità e appropriatezza che l´ospedale Felice Lotti esprime all´interno della rete ospedaliera regionale, Asl 5 e Regione si impegnano a realizzare gli studi di fattibilità per la nuova struttura di emodialisi, lo sviluppo delle terapie intensive e il nuovo padiglione F. Nell´ambito sanitario e socio-sanitario territoriale, la Asl 5, in accordo con la Sds della Valdera e l´Unione dei Comuni della Valdera, si impegna a consolidare e sviluppare il sistemna dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali, dando priorità a: attivazione di 4 Aft (Associazioni funzionali territoriali) a Pontedera, La Rosa, Bassa Valdera, Alta Valdera, attivazione di Case della Salute a Pontedera, S.maria al Monte, Ponsacco, completamento della Rsa di Bientina, completamento e attivazione del nuovo distretto socio-sanitario di Chianni, e altri interventi che riguardano tutto il territorio. Nell´ambito delle politiche socio-assistenziali, Sds e Unione dei Comuni della Valdera si impegnano, tra l´altro, a sviluppare un sistema territoriale in grado di fornire risposta ai bisogni alimentari delle persone in stato di indigenza, consolidare l´Agenzia Sociale per la Casa attraverso nuovi progetti di housing sociale, attivare il Centro scolastico per l´inclusione.  
   
   
RIVOLUZIONE NELLA TERAPIA DEL DIABETE TIPO 1: IL MICROINFUSORE PER INSULINA DIVENTA UN CEROTTO PIÙ LIBERTÀ, QUALITÀ DI VITA E MIGLIORE ADESIONE ALLA TERAPIA PER TUTTI I PAZIENTI, IN PARTICOLARE BAMBINI, ADOLESCENTI E SPORTIVI.  
 
. Milano, 26 Maggio 2014 – Stop a scomodi e antiestetici tubicini che intralciano l’attività lavorativa, il gioco o lo sport; finalmente il piacere di poter fare una doccia o una nuotata in piena libertà. Atteso con vivo interesse da clinici e pazienti, arriva anche in Italia il primo cerotto microinfusore di insulina (Patch Pump), senza cateteri: mylife Omnipod. L’innovativo device nasce dall’idea di un padre, desideroso che il proprio figlio si sentisse meno vincolato dal diabete durante una corsa o una partita a calcio con gli amici. Compatto, piccolo (3,9 x 5,2 x 1,45 cm), leggero (solo 25 g), munito di un adesivo resistente e flessibile, il dispositivo è anche impermeabile e pertanto non richiede di essere scollegato, se immerso in acqua. Commercializzato dalla svizzera Ypsomed – operativa in Italia con una filiale di recente apertura – è già utilizzato da più di 65.000 pazienti nel mondo (di cui oltre 10.000 bambini e adolescenti) e da più di 13.000 in Europa. Con oltre 20 milioni di Pods prodotti finora, corrispondenti a 60 milioni di giorni di trattamento (Patient Treatment Days), mylife Omnipod arriva in Italia nella sua seconda generazione e come sistema ampiamente usato, apprezzato e affidabile. Il microinfusore-cerotto sarà presentato ufficialmente alla comunità medica in occasione del Xxv Congresso Nazionale della Società Italiana di Diabetologia (Sid), a Bologna dal 28 al 31 maggio. Il diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile per la sua precoce insorgenza, è una patologia autoimmune che colpisce circa 250-300 mila italiani1. Si caratterizza per la mancata produzione di insulina da parte del pancreas e, per tutta la vita, richiede la somministrazione dell’ormone ai pazienti tramite iniezione sottocutanea. “Il tasso di incidenza della malattia è in aumento; secondo studi relativi al Nord Italia, negli ultimi 20 anni si è registrato un +3,3% annuo”, evidenzia Daniela Bruttomesso, Coordinatrice nazionale Gruppo di studio intersocietario Tecnologia e Diabete. “Nel nostro Paese la terapia insulinica con microinfusori è ancora poco diffusa. La impiegano solo poco più di 10.000 persone affette da diabete tipo 1. Pur in modo variabile tra le diverse Regioni, i dati sembrano comunque confermare una crescita costante di chi passa dalla terapia multi-iniettiva a quella con microinfusore; se però rapportiamo questi 10.000 pazienti alle 250-300.000 persone con diabete di tipo 1 presenti in Italia, realizziamo che solo il 3-4% segue questo tipo di terapia. Molto poco rispetto agli Usa, dove circa il 40% delle persone con diabete tipo 1 è in terapia con microinfusore, e rispetto a Paesi quali Norvegia, Austria, Olanda e Svizzera, dove lo è quasi il 20%”. Negli ultimi anni, l’applicazione delle tecnologie emergenti ha rivoluzionato l’approccio al diabete tipo 1, con l’obiettivo di ottenere una gestione sempre più efficace e dinamica della terapia insulinica. L’arrivo della Patch Pump rappresenta un ulteriore progresso verso un trattamento davvero a misura di paziente. “Rispetto ai microinfusori tradizionali, collegati al sito di infusione sulla cute attraverso un catetere di dimensioni variabili (60-100 cm), nelle pompe cerotto questo tubicino non è presente”, spiega Paolo Di Bartolo, Direttore Uo Diabetologia Provincia di Ravenna, Dipartimento Chirurgico A.u.s.l. Della Romagna. “Il paziente, quindi, indosserà solo un Pod di pochi centimetri, che contiene batterie, micro pompa, ago cannula, cartuccia con insulina. Il tutto fissato al braccio o, in alternativa, a una gamba, all’addome oppure alla parte inferiore della schiena, attraverso un cerotto. Da ciò conseguirà una maggiore libertà e flessibilità per il paziente, una più serena gestione della terapia in ogni situazione, con un impatto verosimilmente favorevole sulla qualità di vita. Si può ipotizzare anche una possibile migliore adesione al trattamento stesso, da parte della persona diabetica”. Il Sistema mylife Omnipod, nella sua semplicità, è composto solo da due elementi: il Pod (serbatoio) e il Pdm Personal Diabetes Manager, un palmare per il comando da remoto, grande come un cellulare, che si può non indossare e svolge anche la funzione di suggeritore di bolo. Il piccolo Pod aderisce perfettamente alla cute, grazie a un resistente cerotto, e va sostituito ogni 3 giorni. Non avendo il catetere, la Patch Pump non necessita di essere scollegata dal corpo, a differenza di quanto accade con i microinfusori tradizionali. Il paziente, così, riceve insulina senza interruzioni, anche quando vuole fare il bagno, nuotare, praticare sport di contatto o vivere momenti di intimità. Ciò costituisce un importante vantaggio: un recente studio clinico, infatti, ha confermato che interrompere l´erogazione di insulina basale anche solo per 30 minuti determina un aumento significativo della glicemia2. Grazie a queste caratteristiche, il microinfusore-cerotto risponde con particolare efficacia anche alle esigenze dettate dallo stile di vita dei soggetti in età pediatrica. “La terapia insulinica nei bambini e adolescenti è più complessa che negli adulti”, sottolinea Giuseppe Lepore, Dirigente Medico Usc Malattie Endocrine e Diabetologia, Ao Papa Giovanni Xxiii di Bergamo e Responsabile Ambulatorio Tecnologia e Diabete. “Le dosi insuliniche sono proporzionali al peso, spesso si tratta di frazioni di unità, che non è possibile somministrare con la tradizionale terapia iniettiva. Non solo, poiché bambini e ragazzi variano molto l’attività fisica e assumono frequenti spuntini, per ottimizzare il loro compenso glicemico sarebbe necessario un numero elevato di iniezioni quotidiane, causa di forte disagio, soprattutto in pubblico. Il microinfusore può risolvere queste difficoltà: permette di infondere dosi minime d’insulina e praticare boli insulinici ad ogni spuntino, pasto o in caso di glicemie elevate, in maniera riservata e senza iniezioni. In particolare, i microinfusori di ultima generazione senza set d’infusione sono molto leggeri, garantiscono un’ottima portabilità e sicurezza, anche in occasione di attività sportive; inoltre, si possono applicare in posizioni meno visibili, risultando più discreti. Ciò favorisce una maggiore accettazione della terapia da parte dei giovani, permettendo una vita sociale più ricca e conforme ai loro molteplici impegni”. “Secondo i dati della letteratura e l’esperienza clinica, i soggetti in trattamento con microinfusione continua di insulina riportano migliore qualità di vita e maggior soddisfazione, rispetto alla modalità multi-iniettiva”, dichiara Angela Girelli, Dirigente Medico Uo Diabetologia per l’educazione e il trattamento della persona con diabete, Spedali Civili di Brescia. “Flessibilità della terapia, libertà negli orari, nell’alimentazione e senso di controllo della malattia sono gli elementi più frequentemente riferiti dalle persone ‘adatte’ alla terapia con microinfusore, che stabiliscono cioè un rapporto positivo con ‘la macchina’, vivendola come uno strumento per guidare meglio il diabete. Nel percorso di selezione e formazione del paziente alla microinfusione, fondamentale è coinvolgere quest’ultimo nella scelta dello strumento, per trovare quello più adatto ai suoi bisogni. Poter scegliere tra microinfusori ‘tradizionali’ e strumenti ‘patch’, che rimangono adesi al corpo, rappresenta un’ulteriore importante opzione per individuare il device più congeniale al singolo paziente”. “La persona con diabete tipo 1 non vive sotto una campana di vetro, è un attore sociale a pieno titolo con attività lavorativa, famiglia, relazioni e tempo libero”, afferma Egidio Archero, Presidente Fand - Associazione Italiana Diabetici. “La tecnologia che aiuta a migliorare la qualità di vita è fondamentale. Più ci si libera da vincoli strumentali che impediscono i movimenti o evidenziano la condizione diabete – come il catetere, nel caso del microinfusore, una sorta di secondo cordone ombelicale – più si è liberi di interagire con la realtà circostante. Credo si possa ipotizzare un effetto positivo anche sull’equilibrio psicologico della persona, dovuto all’inserimento automatico e praticamente indolore della cannula morbida e alla semplicità d´uso dello strumento”.  
   
   
GIORNATA DEL SOLLIEVO, UMBRIA PREMIATA CON "GERBERA D´ORO" PER PROGETTO AZIENDE OSPEDALIERE PERUGIA E TERNI  
 
Roma, 26 maggio 2014 – È stato assegnato quest´anno all´Umbria il premio "Gerbera d´oro" istituito dalla Conferenza delle Regioni e dalla Fondazione nazionale "Gigi Ghirotti" quale riconoscimento alle strutture sanitarie per i progetti particolarmente innovativi ed efficaci per la lotta al dolore. Il premio è stato ottenuto per un progetto portato avanti dalla struttura complessa di Oncologia medica delle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni. È un´iniziativa che unendo energia, competenze e professionalità ha permesso di promuovere l´integrazione delle cure palliative nel sistema delle cure domiciliari: lo ha sottolineato la rappresentante della Presidenza della Regione Umbria, durante la cerimonia di consegna del premio che si è svolta a Roma nella sede del Ministero della Salute al termine della presentazione della Xiii Giornata nazionale del Sollievo. La "Gerbera d´oro" è stata consegnata al direttore regionale alla Salute, Emilio Duca, in rappresentanza della Regione Umbria. Il premio, ha spiegato la rappresentante della Presidenza della Regione, è destinato a quelle strutture sanitarie che, proprio partendo dalla centralità della persona malata, si sono distinte nel sollievo e nell´affrancamento dal dolore inutile attraverso non solo le cure palliative, ma anche con il sostegno psicologico e quel bene prezioso che è la capacità di rapportarsi umanamente. Quest´anno sono stati valutati 22 progetti, giunti da 10 Regioni. La rappresentante regionale, nell´esprimere soddisfazione per veder riconosciuto l´impegno della Regione attraverso l´assegnazione della "Gerbera d´oro" proprio all´Umbria, ha ricordato che nell´edizione 2013 l´Umbria aveva meritato una menzione speciale per il progetto dell´Azienda ospedaliera di Perugia relativo all´assistenza ai bambini, soprattutto nella fase post-operatoria. Quest´anno, a ricevere una specifica menzione del premio "Gerbera d´oro" sono stati due progetti presentati dalle Regioni Lombardia e Molise.  
   
   
GIORNATA DEL SOLLIEVO, REGIONI: LOTTA AL DOLORE E CURE PALLIATIVE CARATTERISTICHE FONDANTI DI UN MODERNO SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE  
 
Roma, 26 maggio 2014 - La lotta al dolore e le cure palliative devono essere considerate come caratteristiche fondanti di un moderno servizio sanitario nazionale: è questa la posizione delle Regioni, di cui si è fatta portavoce il 12 maggio la rappresentante della Presidenza della Regione Umbria e Coordinatore vicario della Commissione Salute per la Conferenza delle Regioni, intervenendo a Roma alla presentazione della Xiii Giornata nazionale del sollievo. Dal varo della Legge 38 del 2010 ad oggi le Regioni, d´intesa con il Ministero della Salute, hanno compiuto diversi passi in avanti. La rete degli "hospice", ha proseguito la rappresentante regionale, è ormai una realtà in molte Regioni italiane e si sta procedendo anche in una più capillare diffusione dell´assistenza domiciliare. C´è ancora molto da fare, ma la strada intrapresa è quella giusta. Nel ricordare gli impegni più recenti che le Regioni hanno condiviso con il Governo, si è soffermata innanzitutto sulla previsione nell´ultima Legge di stabilità della idoneità ad operare nelle reti per le cure palliative pubbliche e private di tutti i medici che, indipendentemente dalla specializzazione possano attestare un´esperienza almeno triennale in questo campo. La lotta al dolore, ha rilevato, comporta impegni ed oneri significativi soprattutto rispetto a certe patologie e cronicità particolarmente invalidanti. Valutazione positiva per il decreto che ha ripartito il Fondo per la non autosufficienza: 340 milioni destinati alle Regioni con una quota parte destinata ad interventi a favore di persone con disabilità gravissime che necessitano di assistenza domiciliare continua. È chiaro che in tali situazioni spesso le cure palliative, ha aggiunto la rappresentante regionale, costituiscono un supporto indispensabile. La battaglia per la lotta al dolore e per la diffusione delle cure palliative va portata avanti con determinazione e costanza, senza ingenerare però aspettative che vadano al di là dei contesti finanziari con cui ci si deve confrontare anche in un settore così delicato. Le Regioni stanno ragionando con il Ministero sul nuovo Patto per la salute ed il tema delle cure palliative non può essere eluso, ma questo ambito, per la rappresentante regionale, impone concretezza e una sinergia tra tutte le istituzioni, né va dimenticato il contributo determinante che può arrivare dai medici e dagli operatori sanitari chiamati a realizzare una vera e propria rivoluzione culturale nell´approccio con il malato e, in particolar modo, con il malato terminale. Per la rappresentante regionale, non può essere nemmeno sottaciuto l´ausilio che può arrivare dal Terzo settore e dal volontariato. Da questo punto di vista è fondamentale realizzare con le molte organizzazioni presenti sul territorio, come la Fondazione nazionale "Gigi Ghirotti", quel mix fra pubblico e privato che può rispondere anche in termini di flessibilità alle situazioni più drammatiche. Sono queste le riflessioni da trarre in occasione della Xiii Giornata nazionale del sollievo ed è forse questo, ad avviso della rappresentante della Presidenza della Regione Umbria, lo spirito delle 151 manifestazioni promosse in 16 Regioni che sono state censite dalla segreteria della Conferenza delle Regioni, eventi che coinvolgono medici, associazioni e cittadini.  
   
   
SALUTE BAMBINI, ASSESSORE LOMBARDIA: PARTITA CAMPAGNA DI PREVENZIONE  
 
Milano, 26 maggio 2014 - "Il nostro impegno sul fronte della prevenzione non si limita alle persone anziane e a quelle affetti di cronicità. Quest´anno abbiamo voluto porre lo sguardo sui nostri bambini, perché sono loro le donne e gli uomini del futuro e una cultura di attenzione sanitaria significa poter diagnosticare precocemente patologie congenite e della prima infanzia che, se sottovalutate, possono portare disagi nell´età adulta. Da qui il nostro gioco di squadra con le Asl e i territori, affinché attraverso il prezioso contributo dei pediatri, si possano mettere in campo gli strumenti più efficaci in tal senso". Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia spiegando il significato della lettera che ha inviato, lo scorso 7 maggio, a tutti i Direttori Generali delle Asl lombarde. Risposte Interessanti - A meno di due settimane dalla comunicazione sono giunti i primi riscontri utili ad un ulteriore sviluppo di una corretta azione preventiva. Nel dettaglio, queste prime risposte appaiono di particolare interesse per censire le attività di prevenzione già messe in atto dalle Asl sui bambini da 0 a 10 anni e sulle loro future prospettive. "Indicazioni Preziose Per Migliorare Ancora" - "Queste prime risposte al nostro invito - osserva l´assessore - attestano come Regione Lombardia su questo fronte stia già facendo molto e di quanto abbia a cuore la salute dei più piccoli. Fatta questa premessa - conclude - in attesa che anche dalle altre Asl lombarde ci giungano altri riscontri, già fin d´ora non mancano gli spunti e gli stimoli per avviare nuovi progetti sperimentali volti a migliorare ancora l´attività di prevenzione destinata ai nostri bambini".  
   
   
SALUTE BAMBINI: I DATI DI SONDRIO E DI LODI  
 
Milano, 26 maggio 2014 - Di seguito i dati provenienti dalla provincia di Lodi e di Sondrio. Progetto Antropos - In particolare, partendo dall´Asl di Lodi da evidenziare il progetto "Antropos" posto in essere con il coinvolgimento dei pediatri di base, teso a promuovere corretti stili di vita ma, soprattutto, a far emergere fattori rischio per soprappeso ed obesità. Al progetto "Antropos" attivo dal 2004 e destinato alla sorveglianza nutrizionale, nel 2013 hanno aderito l´85,3% dei pediatri di famiglia del territorio che hanno valutato le condizioni di 1034 bambini tra i 5 e 6 anni, ossia, il 51,7% della popolazione di riferimento. Il 18,2% In Eccesso Di Peso - Da questo screening emerge che sempre in relazione al 2013 il 18,2% del campione si trova in una condizione di "eccesso ponderale", di cui, rispettivamente il 12,9% in stato di sovrappeso e il 5,3% in una condizione di obesità. Contestualmente, grazie ad una condivisione con gli specialisti ospedalieri, si lavora per un sempre più appropriato ed efficace trattamento dei piccoli pazienti affetti da obesità e asma attraverso Percorsi Diagnostico Terapeutici (Pdf) dedicati e attivi dal 2007. Dopo Percorso Il 40% Migliora - Per quanto riguarda il Pdf per la gestione integrata dei pazienti affetti da sovrappeso/obesità in età pediatrica (5-11 anni) sono stati arruolati 404 soggetti (196 maschi e 208 femmine) e inseriti nel percorso assistenziale nel periodo 2007/2013. Di questi 328 hanno svolto il programma nel pieno rispetto del protocollo, con visite di controllo trimestrali/quadrimestrali, che hanno portato ad un miglioramento delle condizioni di salute nel 40% dei soggetti monitorati. Terapia Contro L´asma - Quanto, invece, al Percorso Diagnostico Terapeutico (Pdf) destinato ai pazienti affetti da asma in età pediatrica, anche questo è attivo dal 2007 e ha portato nell´ultimo anno alla presa in carico di 177 bambini. Progetto Bienalle A Sondrio - Per quanto riguarda, invece, l´Asl di Sondrio le iniziative che hanno riguardato i bambini nella fascia di età compresa tra 0-10 anni hanno portato alla realizzazione di un progetto biennale sulla prevenzione del sovrappeso e dell´obesità attraverso l´intervento dei pediatri di libera scelta. Ad oggi i dati raccolti rimangono a disposizione del pediatra, senza che possano essere utilizzati per fini statistico epidemiologici. Proposta Per Banca Dati - In questa direzione si pone pertanto la proposta di rendere disponibile a livello di Asl e/o Regione questa preziosa banca dati, la cui analisi certo potrebbe consentire di prevenire ed individuare situazioni di rischio e stili di vita errati. Sicurezza Domestica E Stradale - Inoltre, a rinforzo dell´attività dei pediatri e dei medici di medicina generale, l´Asl di Sondrio ha messo in atto specifiche iniziative rispetto alla Sicurezza domestica e stradale (nel 2013 sono stati coinvolti 180 genitori), prevenzione delle carie, grazie ad un accordo con 56 odontoiatri della provincia di Sondrio e con l´invito rivolto a 1.600 bambini dell´età di 6 anni, screening ortottico in collaborazione con i Lions Club di Sondrio dedicato a tutti i 421 bambini frequentanti la prima classe della Scuola Primaria del Distretto di Sondrio. Opuscolo Su Vaccinazioni - Ancora, in occasione della prima vaccinazione viene spedito ai genitori un opuscolo informativo "E´ nato un fiore…aiutiamolo a crescere" dedicato ai corretti comportamenti da osservare in relazione alla crescita del proprio bambino, quindi, campagne mirate nella lotta al tabagismo, con particolare riferimento agli effetti del fumo in gravidanza, nonché, attraverso la preziosa collaborazione delle scuole, la realizzazione di progetti ("Pedibus") destinati alla promozione di stili di vita salutari con particolare riferimento alla sana alimentazione e ad una vita attiva.  
   
   
SPORT, ASSESSORE LOMBARDIA: STANZIATI 1,6 MILIONI PER IL SETTORE  
 
Milano, 26 maggio 2014 - "Nella seduta della Giunta regionale abbiamo assunto una delibera, con cui stanziamo 1,6 milioni di euro per lo sport: si tratta di un´importante boccata d´ossigeno per chi opera nel settore sportivo". Lo ha spiegato l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani della Regione Lombardia nel corso della conferenza stampa al termine della seduta della Giunta regionale. Premiate Attività Continuative - "Queste risorse - ha specificato l´assessore allo Sport - verranno divise in due direzioni. Un milione di euro verrà destinato all´attività continuativa, dando particolare importanza a chi consente di fare sport ai giovani, agli under 18, ma vogliamo premiare anche le nostre eccellenze, in particolare 20 società che fanno sport ad alto livello e fanno onore al nome della Lombardia". Eventi Speciali - "Gli altri 600.000 euro - ha proseguito l´assessore -, che sono una cifra importante, andranno per i progetti che legano lo sport al sociale, quindi sport e disabili, sport e anziani, sport e scuole, sport e carceri, sport e sicurezza e via dicendo. In questo modo vogliamo dare un grande contributo sia a chi opera nello sport, sia a chi opera con lo sport nel sociale in Lombardia".